Vicentino a rischio incendi Sulle tracce dei Templari L’intervista Roberto Breda Il mio Vicenza La storia del re dei prosciutti
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Limiti alla stupidità Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 - Editrice Millennium s.r.l. 40.000 copie certificate Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Caporedattori Nicoletta Mai, Marta Massignan. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Caporedattore economia Elisabetta Badiello. Redazione: Alessandra Groppo, Ilaria Boscardin, Alberto Faedo, Silvia Maculan. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna. Stampa: Centro Stampa Editoriale Grisignano di Zocco (VI) In copertina foto di Alessandra Groppo Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 349 5183614 Aristide Crema 320 0522400 Federico Hanard 335 5293582 Monica Dall’Omo 340 6717242 © 2011 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Questo giornale è stampato su carta certificata FSC. Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
Lo vedo uscire dalla curva all’ultimo secondo. È completamente piegato, la spalla quasi tocca l’asfalto ed è sulla mia corsia di marcia. D’istinto schiaccio il pedale del freno fino in fondo, lui cerca di correggere la traiettoria della moto, è in evidente difficoltà vista la velocità. Riesce a rialzarsi di poco. Vorrei chiudere gli occhi mentre si avvicina sempre di più al paraurti della mia macchina ma non ci riesco. Il casco sfiora di pochi millimetri la carrozzeria, seguo la sua corsa attraverso lo specchietto retrovisore. Si è raddrizzato e dà gas allontanandosi. Dentro l’automobile, ferma immobile in mezzo alla strada, ci stiamo riprendendo dallo spavento, il cuore va a mille, bastava un niente perché una passeggiata domenicale in auto si trasformasse in una tragedia. Passata la paura subentra la rabbia. Perché, cominci a pensare, non te ne vai un circuito brutto deficiente? Lo sai che se ti schianti contro di noi, oltre a cercare di ucciderci, in ogni caso ci avresti rovinato la vita per sempre? Processi, sensi di colpa, rimorsi e tutto questo per cosa? Riprendiamo la marcia, un nugolo di moto ci sorpassa pensando che la doppia linea continua sia un elemento decorativo e non un segnale stradale ben preciso. In quel momento vorresti che apparisse una pattuglia della Polizia per dire basta a questi tentativi di suicidio/omicidio. È stata un’estate di sangue per i motociclisti, oltre 60 morti solo nella nostra provincia. Una strage! È facile farsi male in moto, basta una macchina che non rispetti lo stop. Alzi la mano chi è senza “peccato stradale”, ma a tutto c’è un limite. Dal Costo di Asiago alle strade in collina in primavera scattano dei veri e propri gran premi. Nessuno si offenda: non stiamo demonizzando una categoria, semplicemente chi non rispetta le regole. Adesso la maggior parte delle moto andranno in garage, a passare l’inverno. Ci rivediamo per la strage della prossima estate?
Inchiesta Addio lavori da uomo
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L’INTERVISTA Roberto Breda
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focus Vicentino a rischio incendi
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arzignano Droga: uno su due è positivo
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chiampo Un Piano turistico per il territorio
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Montecchio La Regione sceglie la Faida
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Zermeghedo Ambiente: sorvegliato speciale brendola Il paese nei prossimi 20 anni
LONIGO Il pioniere del prosciutto
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sarego La radio in casa
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noventa Piscina: sarà la volta buona ?
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sossano In cento sotto la rete
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Barbarano La mia vita nella Formula 3
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i è concluso il Festival del Cinema di Venezia, una maratona di produzioni internazionali che invadono le sale per dieci giorni. Espressione del mondo, riflettono paure, dubbi e miserie. Ma anche sogni e costume. Quest’anno si sono rivisti dopo tanto tempo stuoli di ragazzine che sgomitavano per un posto in prima fila già all’inizio della giornata. Capelli colorati, pantaloncini striminziti, magliette minimali che a malapena coprivano esili corpi. Trucchi da lolite e occhi puntati sul red carpet dove, soltanto a tarda sera, sarebbero sfilate le quattro protagoniste di Spring Breakers. Un film in concorso per Venezia 69 con protagonista quella Selena Gomez che dà alla testa, capace di scatenare un tale delirio come non si vedeva da anni. Lanciata da Disney Channel e protagonista della serie tv “I maghi di Waverly”, in questo momento è un idolo per fanciulle adolescenti. Dall’espressione paffutella e infantile in conferenza stampa è una che ha le idee chiare. La sua immagine da bambina vale milioni di dollari. Malgrado i venti anni compiuti e l’aver dormito all’Excelsior con la mamma, per le sue fans è l’incarnazione della trasgressione. Nel film, assieme a tre amiche, in preda ad una sfrenata deriva alcolica e sessuale tra feste e spiagge, commette una rapina per pagarsi la vacanza. Finisce in carcere dove uno spacciatore, invitando le quattro protagoniste a lavorare per lui, restituisce loro la libertà…. Per fortuna esiste la censura e le festanti adolescenti hanno dovuto accontentarsi di vedere la Gomez solo in passerella!
vevo più o meno 20 anni quando per la prima volta sono stata mandata a seguire il calcio mercato dilettantistico dal giornale con cui collaboravo. Allora le trattative tra le società del Vicentino venivano ospitate in un albergo della provincia. Ricordo di essere entrata in un grande salone, pieno di gente. Erano tutti uomini. E in quel momento mi sono sentita piccola piccola. Adesso, che di anni ne ho più di 40 e che mi occupo di calcio (per me una passione da sempre) da molto tempo, non mi fa più effetto frequentare un ambiente prettamente maschile. Allo stadio mi sento a casa. Così come nel mio ruolo di inviata o di opinionista nelle trasmissioni televisive con cui collaboro. Ne è passato di tempo da quando ho mosso i primi passi. E intanto le presenze femminili nel giornalismo sportivo sono decisamente aumentate. Le donne in questo campo ne hanno fatta di strada. Oggi conducono programmi televisivi e lavorano nei quotidiani occupandosi di pallone senza che nessuno abbia qualcosa da ridire. Ormai sembrano superati i tempi in cui mi sentivo chiedere se ero interessata all’aspetto fisico di un giocatore o davvero alle sue doti tecniche sul campo. Spesso in questi anni ho mandato giù qualche boccone amaro. Ma sono andata avanti, convinta che una donna potesse comunque dire la sua, anche in un settore considerato solo da “maschi”. Credo però manchi un passaggio fondamentale quando si parla di ruoli al maschile o al femminile: capire che la diversità tra uomo e donna, di vedute, di stili, di approccio alle cose, non è un problema, ma un valore aggiunto. Di qualsiasi cosa si parli.
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Il codice rosso dei baristi
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n pensiero solidale e rispettoso lo voglio dedicare ai barman, quel reparto di specialisti chiamati quotidianamente in trincea a vedersela con un variopinto esercito di scompigliati clienti. Saranno anche vaccinati, ma credo che l’ora della colazione sia a codice rosso per ogni banconiere. Un tempo, quando il bar era prerogativa esclusivamente maschile, sul far del giorno i caffè erano di due tipi: normale e corretto. I locali che aprivano in orari antelucani erano caratterizzati dagli effluvi mattutini di grappe e prugne, dispensate senza risparmio su caffè bollenti ad uso di rudi muratori, temerari stradini, lavoratori del primo turno. Arrivò poi l’altra metà del cielo ad aprire un varco nei consumi antimeri-
i mancava giusto la giuria di Miss Italia tra gli impegni di miss Fede, al secolo Federica Pellegrini. Tra gossip e passerelle, servizi fotografici e interviste-confessioni, chissà se restano tempi ed energie alla veneziana per fare il suo lavoro: nuotare. Dopo le recenti Olimpiadi, andate maluccio per usare un eufemismo, gli appassionati “traditi” si sono sfogati sul web. È un comportamento ipocrita, anche se costante nel tempo. Illuminante il destino di Diego Armando Maradona: finché era decisivo in campo e portava scudetti e Mondiali non lo sfiorava alcunché, quando ha imboccato il viale del tramonto perfino gli autovelox si sono risvegliati. Fede è perfetta per lo show: brava, bella ed estroversa, la ragazza che il 90% delle femmine vorrebbe essere e che il 99% dei maschi vorrebbe avere. Oppure può optare per il profilo basso, vasca lunga e pedalare, alla larga da chiunque non c’entri col nuoto, per provare a tornare la numero uno. Ha tutta l’aria di un bivio.
diani con il cappuccino, di fatto trovando un posto in prima fila al latte, davanti a sambuche e acquaviti. La rivoluzione continuò con la comparsa del caffè decaffeinato, in gergo “deca”, più consono agli stomaci gentili delle donne, ma presto acquisito anche dai maschietti, come del resto il ricorso al latte. Cosicché ora è normale assistere al bar ad un accavallarsi di “caffè lungo macchiato caldo senza schiuma” con “cappuccino con latte tiepido e spolvero cacao” in una sequenza di sfaccettature che il barista ha ovvie difficoltà ad assecondare. È arrivato anche lo snob, che il “deca ristretto” lo vuole “in tazza grande”. Un mattino, in mezzo al bombardamento di richieste che si spandeva al bar da Gian, non ho trovato di meglio che sparare al mio amico barista “Un caffè alla supercazzola con scappellamento a destra, per favore!”. Un attimo di turbamento nei suoi occhi, per servirmi poi, sotto gli sguardi dubbiosi degli altri avventori, il mio solito caffè normale, assicurando: “È come fosse antani, va bene?”. Professionisti.
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Sembrava un destino scritto, facile da scoprire tra le righe di qualche suo libro: Richard Bach, aviatore di 76 anni e autore de “Il Gabbiano Jonathan Livingstone”, “Biplano” e “Illusioni”, è precipitato negli Usa col suo piccolo aereo e versa in gravi condizioni. Forza Richard, rimani a volare in questa metà del cielo!
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Forza Richard
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Bentornati! Piove. Le giornate si accorciano sensibilmente. L’autunno si preannuncia timidamente, ricacciato indietro da rigurgiti d’estate e folate di aria fresca che ci dicono che è settembre anche quest’anno. Ho appena compiuto cinquant’anni, da tempo le cassiere dei supermercati mi danno del lei. Sono qui, interno otto, spiaggiato nella poltrona e immalinconito nell’ozio da lettura del giornale del giorno prima. Niente cattura la mia attenzione, né le misure anti spread della BCE, né (mio-diomio-dio!) il dibattito sulle primarie del PD, né l’ipotesi che Kate Middleton sia incinta... Apprendo che il Burundi è sull’orlo di una guerra civile mentre l’occhio si spegne e un leggero russare mi fa sobbalzare e risvegliare dal coma vigile in cui mi ero immerso. Non resta che accendere la televisione, sia mai che un barlume di allegria e buon umore mi sferzi il viso e mi faccia emergere dalle nebbie che mi circondano. Guarda! C’è la foto di Emilio Fede, anni 81, professione giornalista, sta parlando del suo nuovo contratto: 20 mila euro netti al mese, autista, appartamento e ufficio gratis. “È un contratto dignitoso - commenta - meriterei molto di più...”. Spengo la tivù, mi accascio sulla poltrona, è settembre anche quest’anno, bentornati!
Come nei romanzi Vinicio Trend Sono sempre in giro per l’Italia alla ricerca di nuovi trend, ma a volte sono gli stessi trend che cercano me. Una coppia di sposi, il mare a fine estate, un faro, il tramonto. Non è un film. Sono giunto fino nella nostra splendida e a volte aspra Sardegna e ho partecipato ad un elegantissimo ed originale matrimonio in una luxury guest house: si è svolto infatti in un faro. Un ambiente ospitale con uno scenario particolare: il contatto con la natura, la tranquillità del mare, una barriera naturale di privacy.
La suggestione del posto è stata amplificata dal code dress, rigorosamente white, e dall’arrivo di tutti gli ospiti su delle originali piccole jeep cabrio, le mitiche Citroen Mehari. Il banchetto al tramonto, con pane carasau e porceddu ha voluto accompagnare gli ospiti in un viaggio nella tradizione sarda che si è poi concluso con balletti del folclore sardo. Questa potrebbe essere la nostra risposta italiana alla nuova tendenza che arriva dagli States: il matrimonio in chiave friendly (Margherita Missoni ne è una fan, vedi matrimonio mese scorso) in un angolo di mondo ancora incontaminato e dove la natura la fa da padrona. Per sentirsi sposi sì, ma un po’ come… nei romanzi di Virginia Wolf. | Opinioni
Piccolo Skerno Lino Zonin
Limiti e la calura estiva Liquefatti dalla calura, delusi per non essere andati in ferie, inkazzati con il vicino che in ferie c’è andato lasciando il cane ad abbaiare sul balcone, è fin troppo facile prendersela con Paolo Limiti che a mezzogiorno, su Rai Uno, fa finta che tutto vada bene con “Estate con noi in tv”. Non lasciamoci però condizionare dalle circostanze, dai sorrisi a tutta dentiera di Paolo, dalle ugole scatenate dei cantanti della sua compagnia di giro e dalle fregnacce che escono dalla bocca pelosa di Floradora, un ignobile pupazzo che fa rimpiangere addirittura Provolino; consideriamo invece che il signore in questione ha una più che rispettabile carriera alle spalle: è uno dei parolieri più affermati della canzone italiana, ha fatto la storia della tv ed è depositario di una quantità di aneddoti che lui ama raccontare con il suo fare leggero e un po’ svagato, a volte esagerando ma senza mai scivolare nel volgare o nel ridicolo. Certo, si tinge i capelli, si nasconde gli anni (chi direbbe che sono più di settanta?) ha alle spalle un misterioso matrimonio con Justine Mattera, ma questi sono fatti suoi. A noi, telespettatori annientati da Nerone, Caligola e Lucifero, spetta il giudizio sul prodotto finito. Il quale non sarà il massimo della vita ma almeno non propone le solite repliche estive e dà lavoro a gente che conosce il mestiere. Avesse fatto appena un po’ più fresco, magari questo innocuo stupidario meridiano ci sarebbe anche piaciuto.
I più visti dell’estate
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2°
Europei italia - spagna
3°
Europei italia - inghilterra
sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, mi sono innamorato della mia migliore amica. Anzi, probabilmente lo sono sempre stato, ma quest’estate ci siamo baciati. Ci conosciamo da 15 anni, abbiamo sempre avuto un feeling particolare e ho sempre sperato che ci fosse qualcosa in più dell’amicizia, ma ora ho paura di rovinare tutto. Insomma, ci siamo sempre detti che noi due siamo la dimostrazione che l’amicizia tra maschio e femmina può esistere e adesso cosa le dico? E se quel bacio non avesse significato nulla per lei? Andrea di Brendola Elen
Feisbuc girl Sogno nel cassetto Realizzarmi nel mondo del lavoro Hobby Viaggiare Cibo preferito Petto di pollo e patate fritte Cose di cui non puoi fare a meno Della mia famiglia Persona a cui ti ispiri Ai miei genitori
Nome Martyka Mastrotto Età 21 Vive a Trissino Situazione sentimentale Fidanzata Lavoro Studentessa
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Caro Andrea, ho sempre creduto anch’io nell’amicizia tra maschio e femmina. Anzi, credo che siano davvero le amicizie che ti arricchiscono di più perchè nascono dal confronto. Però il confine tra amicizia e amore è molto sottile. Quando questo confine viene passato non c’è molta alternativa: si continua ad essere sinceri come lo si è sempre stati, sperando che quel feeling possa diventare qualcosa di unico. Non avere paura. Non perdere l’occasione di avere al tuo fianco una persona che ami, con cui ti diverti, che ti conosce e che ti ama per come sei. Buona fortuna! Elena
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L’ Oroscopo
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o P ao l Caro Andrea, l’amicizia tra un uomo ed una donna non esiste. O meglio, può esistere solo ed esclusivamente se i due, dopo aver consumato tra loro, decidono di rimanere amici. Sicuramente con un bacio non hai rovinato nulla: è successo quello che tuvolevi, mentre la tua amica aveva la testa da un’altra parte. E’ una specialità delle donne: quando sei “amico”, sei un grande amico. Se invece ci scappa il bacio allora poi è meglio lasciar perdere. Premi sull’acceleratore: così capirai se hai trovato una morosa oppure se hai perso una pseudo-amica. Paolo
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Vicenza Hot
Sexy ricatto
“Se non mi dai 30.000 euro racconto tutto a tua moglie”. Così una giovane ucraina ha minac ciato l’imprenditore vicentino che aveva troncato la loro relazio ne clandesti na. “Mi ave va promesso un’auto di lusso e non è stato ai patti” si è giustificata la giovane. Spetta ora al giudice decidere da che par te sta la ra gione.
Sesso in treno
Denuncia per atti osceni in luogo pubblico e una multa che si aggira attorno ai 5.500 euro ciascuno. Sono queste le amare conseguenze di una bollente mattinata di passione tra un operaio vicentino e una ricerca trice universitaria, colti in flagrante dalla polizia mentre facevano sesso sul vagone vuoto di un treno regio nale diretto a Verona.
montecchio
Un nuovo finale
L’Amministra zione comunale di Montecchio ha lanciato il concorso “Riscrivi il finale di Romeo e Giuliet ta”. Una Giulietta bisbetica, Romeo che si trova l’aman te oppure un finale a lieto fine: liberate la vostra fantasia. In palio ci sono 1.000 euro e la possibilità di vedere la propria opera rappresentata ai ca stelli.
asiago
storia
Dubbi sul cimbro?
Bomba sul sentiero
Avete dubbi sul cimbro? Non co noscete bene il significato di bo olkhent o di risele? Per aiutarvi sull’Altopia no di Asiago è nato lo sportello linguistico “Tzimbar Hoam” (casa dei cimbri), dove un gruppo di esperti vi potranno spiegare l’o rigine dei detti e dei nomi di questa antica lingua.
Una bomba della prima guerra mondiale in perfetto stato: questo hanno trovato sulle Dolomiti il veronese Eugenio Cipria ni e il vicentino Claudio Tessarolo lungo il loro percorso. La bomba bloccava il passaggio ma i due scalatori han no deciso, con molta prudenza, di proseguire raggiungendo illesi la meta prefissa.
s t r a n o m a ve r o
Una gamba in sala d’aspetto
Una gamba in sala d’aspetto: è quello che hanno visto i pazienti dell’I nail di Vicenza dove un disabile, dopo un battibecco con il medico che, stando alla sua testimonianza, lo avrebbe allontanato in malo modo dallo studio, ha lasciato la sua protesi in sala d’aspetto come segno di protesta.
un mese di notizie in Breve sanità
a cura di Alessandra Groppo
Medico per 24 anni ma senza laurea Ha rassegnato le dimissioni da responsabile di laboratorio di analisi dell’ospedale di Valda gno prima di essere licenziato. Il motivo? Non aveva il diploma di laurea. Alessandro Marchesi
Corriere Vicentino |
16 | Notizie in breve
ni, medico ed ex assessore molto conosciuto e stimato, ha lavorato abusivamente per 24 anni al San Lorenzo di Valdagno dato che, in realtà, non si era mai laureato in medicina. “Ho vinto il concorso nel 1988 – ha spiegato Marchesi ni alla procura – presentando un certificato di laurea fasullo. Fal si erano anche i documenti che attestavano l’iscrizione all’ordi ne professionale e l’abilitazione all’esercizio medico.” La procu ra ha aperto un’inchiesta e, se si andrà a processo, l’ordine dei medici si costituirà parte civile.
L a d r i e t r u f fato r i a v i c e n z a
Din don, sono il ladro
Che i ladri suonino il campanello della casa che hanno appena svali giato non si era mai sentito. È suc cesso a Vicenza dove tre giovani rumeni uscendo con la refurtiva dal cancello della casa appena sva ligiata hanno suonato il campanello svegliando il proprietario dell’ap partamento che ha immediatamente avvertito la polizia.
Finto calciatore Sembrava davvero un vip, con tanto di fidanzata bel lissima, guardia del corpo e procuratore. “Sono Ci cinho, il giocatore della Roma” aveva detto ai ne gozianti del centro com merciale Le Piramidi. Così, sfruttando la sua “fama”, un truffatore ha fato acquisti per 4.000 euro senza spendere un centesimo.
L’inquilina perfetta
Sembrava l’inquilina perfet ta e non ha mai sgarrato con il pagamento dell’affitto. Invece la sorpresa è arrivata quando se ne è andata. Una donna cubana è riuscita a fare migliaia di euro di danni nell’appartamento preso in affitto rubando e dan neggiando centinaia di oggetti: dalla cornetta del citofono, alle tende, al cassetto del comodino.
3.000 euro di carte Da una parte la passione per le carte “Magic the gathe ring”, dall’altra i genitori che non davano abbastanza soldi per com pletare la collezione. Così un grup po di 15enni vicentini ha rubato carte da gioco per un valore di circa 3.000 euro. Scoperti dalla polizia hanno pagato carte e danni morali.
Addio preziosi vinili Cinquant’anni di collezione sparita in solo due not ti. Il vicentino Mario Venzan nel corso di una settimana è sta to derubato dell’in tera sua collezione di vinili storici e rari. Il danno subito dal collezionista è di circa 1 milione di euro.
i n c h i e s ta
Addio lavori da uomo Ha ancora senso parlare di “lavori da uomo” e di “lavori da donne”? I dati confermano che sono in aumento le donne che lavorano in campi un tempo prettamente maschili. E se non è più così raro trovare una donna con il cacciavite in mano, anche gli uomini stanno avanzando in territorio femminile... di Alessandra Groppo, Ilaria Boscardin, Alberto Faedo, Davide Dalla Barba
O
meccanica
Operatrice socio-sanitaria per lavoro, per passione. Per Amina Dall’Ava, neo sposina chiampese, i motori sono una fissazione a cui non riesce a dire di no. “Non so come mai sono così appassionata di automobili – ci racconta Amina -. La mia passione credo sia iniziata a 14 anni, quando i genitori mi hanno regalato il motorino: a quell’età mi divertivo un sacco a capire come funzionava il motore e a riparare i piccoli danni del mio mezzo di trasporto”! E dopo il motorino sono arrivate le auto? Esattamente! La mia prima auto l’ho comprata a 17 anni: era una Citroen 2 Cavalli d’epoca che ho riparato e sistemato da sola. A quella prima 2 Cavalli ne sono seguite altre tre… Quando hai trasformato la tua passione in lavoro? È successo tutto per caso. Da ragazzina andavo spesso dopo la scuola in un’officina meccanica per vedere come si lavorava e per cercare di imparare qualcosa. Ad un raduno di Citroen 2 Cavalli, invece, ho conosciuto un meccanico che mi ha preso a lavorare perché lo incuriosiva il fatto che una ragazza volesse fare questo lavoro. Come ti trovi a lavorare in un’officina meccanica? Mi trovo davvero benissimo! Adoro riparare le auto d’epoca e mi piace imparare a sistemare pezzi nuovi che non ho mai toccato prima. Lavorare con gli uomini, poi, è davvero stupendo: si lamentano meno delle donne… Nessun problema se ti sporchi di olio o se devi lavorare per terra? Assolutamente no! Arrivo in officina con la tuta da ginnastica
Corriere Vicentino |
e i capelli raccolti e, se devo essere sincera, più mi sporco e più mi diverto! E poi ho i miei trucchi: metto lo smalto, ad esempio, per evitare di rovinare le unghie sporcandole di grasso e di olio… Come ti vedono i clienti? All’inizio erano tutti titubanti e mi chiedevano sempre di chiamare il meccanico… Oggi invece sanno che me la so cavare e sono contenti. Le donne, infine, sono davvero felici di avere un punto di riferimento femminile, capace di spiegare loro cosa fare con le automobili. Ti sei appena sposata: cosa ne pensa tuo marito di questa tua passione? Lui non capisce niente di auto e ormai si è arreso: ha capito che ai motori non so proprio rinunciare. Per il nostro matrimonio, poi, mi ha regalato quella mia 2 Cavalli di un tempo che avevo venduto: è stato un regalo davvero romantico!
I dati nazionali che arrivano dalla Camera di Commercio mostrano come le donne si dedichino sempre più a mestieri un tempo considerati prerogativa maschile
18 | Inchiesta
L’
L’elettronica è un settore notoriamente maschile. Basta vedere la bassa percentuale femminile tra gli iscritti a scuole come il Rossi e il Lampertico. Melissa Iselle di Montebello è la così di quadri eletdetta mosca bianca, fa la trici, un lavoro in cui di certo ha poca compagnia femminile, anche se non capisce il perché. Come sei arrivata a questo lavoro? Mio padre ha una ditta di cablaggi e ho sempre fatto dei piccoli lavori. Dopo il diploma in ragioneria volevo trovare un posto nel mio campo ma mio padre mi ha proposto di rimanere e così è stato. Sono ormai 10 anni che lavoro qui. E ti piace? Sì moltissimo, alla fine ho unito le due cose perché qui mi occupo anche di un po’ di amministrazione. È un lavoro piuttosto vario, che non risulta mai noioso. Secondo te è effettivamente un lavoro da uomini? No assolutamente, lo può fare davvero chiunque. Come in tutti gli impieghi ciò che conta è impegnarsi e fare un po’ di attenzione, il resto viene da sé. All’inizio facevo delle piccole cose molto semplici, poi pian piano mi hanno affidato lavori sempre più difficili. Credo che l’idea che sia un settore maschile sia dovuta ad una questione culturale e all’abitudine. Che apporto hai dato a questo lavoro in quanto donna? Penso di essere più precisa e sicuramente molto più ordinata! Che reazione hanno le persone che ti vedono? La prima volta restano spiazzati, ma poi vedono che sono preparata e lavoro bene, quindi apprezzano il fatto che finalmente in questo settore si riesca a vedere anche qualche bella donna!
cablatrice
D
2.300 donne fabbro 1.800 camioniste 400 elettriciste 700 idrauliche
camionista
Dimenticatevi lo stereotipo del maschio, tatuato e panciuto! Erica Fracca è una giovane donna graziosa e minuta, vive a Chiampo e passa le sue giornate sul camion, oltre a divertirsi un mondo a caricare e scaricare bancali. Come ha iniziato questo lavoro? Lavoro nella conceria di mio marito da parecchio tempo. Qualche anno fa, a causa di mancanza di personale, ho iniziato un po’ per dovere e un po’ per sfida, ad occuparmi di bottali a bagnato e del trasporto delle pelli, lavori tipicamente maschili, e da allora non ho più smesso. Lavora in mezzo agli uomini, dunque? Sì, sono l’unica donna e devo dire che mi trovo benissimo: gli uomini sono taciturni e non spettegolano… Cosa le piace del suo lavoro? Amo andare in giro con il camion e caricare e scaricare bancali di pelle: sono più a mio agio sul camion che a casa con il ferro da stiro… E poi, con tutto quello scendere, salire, prendere, caricare, scaricare e spostare, faccio un sacco di movimento fisico e risparmio i soldi dell’abbonamento in palestra! Non ha mai avuto difficoltà? Gli uomini, si sa, sono maschilisti… all’inizio c’era un po’ di diffidenza e quando arrivavo con il camion in una conceria mi chiedevano sempre: “Allora hai centrato tutti i marciapiedi?”. Ora però si sono abituati e sanno che faccio bene il mio lavoro. E le amiche, invece, cosa le dicono? Le amiche mi chiedono sempre come faccio a non tornare a casa stanca la sera. Ma il camion non mi stanca davvero, pensa che quando stacco dal lavoro vado a correre. Rifarebbe ancora questa scelta lavorativa? Assolutamente sì, amo davvero quello che faccio. Guai a chi mi tocca il mio lavoro e guai a chi mi tocca il mio camion!
140 falegnami 300 calzolaie
Su
Corriere Vicentino |
26 nuove officine artigiane avviate, 1 è nata per opera di una donna
19 | Inchiesta
L’altra metà del cielo Secondo una ricerca del quotidiano americano The New York Times, il numero di maschi in settori occupati al 70 per cento da donne è raddoppiato. E anche da noi si vanno diffondendo gli uomini che svolgono lavori
M
un tempo rigorosamente riservati alle donne.
Marco Rancan ha vent’anni, è di San Pietro Mussolino ed è iscritto all’ultimo anno del corso di laurea in Ostetricia. Da un anno fa l’ostetrico come tirocinante presso l’ospedale di Vicenza. “Volevo un lavoro che mi permettesse di aiutare gli altri e di stare a stretto contatto con le persone - spiega a proposito della scelta del suo percorso -.Non me la sentivo però di fare l’infermiere. Troppa sofferenza, mentre essere ostetrico ti fa vedere da vicino il miracolo della vita”. Sei l’unico ostetrico uomo a Vicenza? Sono l’unico uomo iscritto al corso di laurea. In ospedale invece c’è anche un altro collega maschio. All’università e all’ospedale sono super coccolato dalle compagne femmine e non sono assolutamente discriminato.
Come è stato il tuo primo par to? Le mie colleghe mi avevano messo in guardia dicendomi che la prima volta che si assiste ad un parto si può svenire o rimanere impressionati. Al contrario per me è stato bello, emozionante e per nulla imbarazzante. Come reagiscono le donne quan do sanno di essere assistite da un ostetrico maschio? Alcune si sentono più sicure ad essere assistite da una mano maschile. Altre inizialmente mostrano un po’ di diffidenza o vergogna, ma passa in fretta.
La campanella che suona, i bambini che arrivano in classe pieni di energia e poi penne, quaderni e libri: questa, da tredici anni, è la quotidianità di Carlo Dal Monte, maestro elementare. “Ho iniziato ad insegnare grazie ad un concorso pubblico che ho fatto mentre studiavo all’università - racconta -. Ho insegnato di tutto ed ho ricoperto vari ruoli: dal maestro a tempo pieno in un’unica classe, al maestro con poche materie in tre classi diverse mentre ora insegno la maggioranza delle materie in una sola classe”. Com’è vista la figura del maestro? Sicuramente in maniera particolare, sia dalle mamme che dalle colleghe, ma fortunatamente
nella scuola in cui ho insegnato c’era sempre qualche altro collega maschio. I bambini, invece, come la vedono? Positivamente, anche perché con me hanno un rapporto diverso da quello che hanno con le mie colleghe: loro sono quasi “mamme”, io invece ho un atteggiamento più distaccato, anche se i bimbi mi inteneriscono tantissimo. Cosa le piace del suo lavoro? Mi piacciono i bambini e adoro poter trasmettere loro qualcosa. Non sono un maestro da lavagna e quaderno: molte delle mie lezioni sono strutturate con attività ed esercitazioni pratiche.
Solitamente all’interno di un supermercato maschi e femmine hanno ruoli diversi, ma se il supermercato è piccolo questi clichè vengono superati. Come in un supermercato di Chiampo, dove è facile vedere Claudio Ducci spostarsi dal banco al magazzino, dagli scaffali alla cassa. Solitamente in cassa si vedono solo donne. Sì, è vero, ma io mi annoio a svolgere sempre lo stesso lavoro. Mi diverto a provare un po’ di tutto… Del resto il supermercato è per antonomasia un luogo femminile lavoro in mezzo alle donne e le mie clienti sono quasi tutte femmine. Come si trova in mezzo a sole donne? Benissimo! Quando lavoravo in fabbrica in
mezzo agli uomini i litigi erano all’ordine del giorno. Ora, invece, le giornate volano veloci. Cosa le piace del suo lavoro? Mi piace stare alla cassa perché mi permette di stare a contatto con la gente. Le clienti non si stupiscono di vedere un cassiere uomo? Beh, all’inizio si meravigliavano un po’ ma ormai ci hanno fatto l’abitudine e scambiano volentieri quattro chiacchiere. E di cosa si parla al supermercato? Di qualsiasi cosa: da come è andata la giornata ad argomenti di attualità fino ai consigli per la cena!
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Donne al comando
“Scusi, lei è la segretaria di...?” risposta: “Veramente sono il notaio”, racconta Claudia Crocenzi, notaio di Arzignano, a proposito di un episodio successo all’inizio della sua carriera. “Questo non è un lavoro solo da uomo, le donne sono presenti, anche se in minoranza - ci spiega Crocenzi – Quando ho fatto il concorso eravamo in tre donne e solo due di noi sono riuscite a diventare notaio”. E adesso? “Lo stupore iniziale dei clienti c’è sempre ma la cosa strana è il comportamento dei professionisti maschi che cercano di mettermi in difficoltà quasi per verificare se sono davvero competente. Il rapporto con i colleghi, invece, è molto più tranquillo perché sanno che per svolgere la professione servono costanza, passione e decisione, doti che si ritrovano in entrambi i sessi”.
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Nelle forze dell’ordine il gentil sesso non è più una novità, ma vedere una donna comandante è una piacevole sorpresa. Chiara Crestani, comandante della Polizia Locale di Montecchio Maggiore, ha avuto questo ruolo tra il 2007 e il 2008 e, dopo una pausa, lo ha ripreso a luglio 2011. “Per un periodo sono stata anche l’unica donna - racconta - ma devo dire che non me ne sono nemmeno accorta. Ora in comando ci sono 4 donne su 17 persone ed è una buona media e per un periodo eravamo metà e metà. Questo è un incarico che richiede disponibilità, a tutte le ore, ed è fondamentale il sostegno della famiglia”. Nessuna diffidenza da parte delle persone? “Anzi, vedere che allo sportello c’è una figura femminile le rasserena perché sanno che troveranno una persona comprensiva e rassicurante”.
“Siamo decisamente ancora troppo poche! Le donne hanno in sé una grande potenzialità che, ancora oggi, per ragioni storiche e sociali non viene completamente valorizzata” esordisce così Milena Cecchetto, sindaco dal 2009 di Monteccchio Maggiore, città di quasi 25 mila abitanti. E alla domanda se ha incontrato delle difficoltà nell’esercitare il suo ruolo in quanto donna risponde: “La mia esperienza concreta ha dimostrato quanto la forza e la perseveranza di essere donna siano essenziali per mettere in discussione non solo i ruoli, ma anche la visione della società futura. È importante combattere quel retaggio antico che alimenta ancora le disparità e promuovere iniziative che garantiscano dignità, autonomia e partecipazione, perché le donne con il loro impegno quotidiano sono insostituibili proprio per il loro essere diverse dal genere maschile. È altrettanto importante la solidarietà fra donne perché molte volte viene a mancare tra di noi. Oggi godiamo pienamente dell’uguaglianza giuridica rispetto agli uomini, ma ci sono altre sfide da vincere, che investono la cultura, la mentalità e pregiudizi da estirpare”.
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Roberto Breda È un veneto doc. Ma nella sua terra non ha mai giocato né allenato. Per questo ci tiene particolarmente alla panchina biancorossa. Roberto Breda, classe 1969, di Fontane di Villorba, Treviso, è l’allenatore chiamato a risollevare le sorti del Vicenza. Quasi una sfida. Che Breda ha accettato di buon grado.
di luisa nicoli
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uando è arrivato a Vicenza non sapeva nemmeno se sarebbe stata serie B o Lega Pro. Ma questo non ha pesato. Perché qui c’era da costruire qualcosa. E poi Vicenza era nel suo destino. I segnali c’erano tutti. A Fontane di Villorba ha dato i primi calci al pallone, tanto da coinvolgere papà Renzo ad entrare in società. A 13 anni è passato alla Fulgor Trevignano. Sarebbe potuto arrivare a Vicenza (primo segnale) ma la famiglia ha detto no: era ancora troppo piccolo. Due anni dopo, a 15 anni, va alla Sampdoria. “Mamma Chiara diceva di aver perso un figlio allora, mia sorella Alessandra di averci rimesso un fratello” racconta. A Genova, maglia blucerchiata, gioca nelle giovanili fino ad approdare in prima squadra. Si iscrive all’Università, facoltà di scienze politiche “ma ho lasciato a metà” confessa e qui conosce Raffaella, che diventerà sua moglie. E che ha il papà di Pove del Grappa (secondo segnale). “Era la Samp del presidente Mantovani – ricorda Roberto Breda – di Vialli e Mancini. Della Coppa delle Coppe. Sono esperienze che rimangono. Là era vivere un sogno. In A ho esordito a Roma contro la Lazio, allenata da Materazzi. Due anni dopo ero a Messina con lui. La settimana prima avevo debuttato nella Supercoppa Italiana contro il Milan. Ricordo di aver perso palla in attacco, sono andato a recuperarla e ho commesso un brutto fallo su Baresi. Mi ha guardato malissimo ma poi ha visto che ero un ragazzino e non ha detto nulla. Avevo 18 anni”. Inizia così la lunga carriera del centrocampista Breda. Da Messina a Udine, dalla Spal alla Salernitana, dove rimane per 6 anni, dal 1993 al 1999. Della serie “Benvenuti al sud”. “Salerno è stata sicuramente la tappa più significativa. Ho vinto due campionati, dalla C alla A, da capitano, con il record assoluto di presenze, poi battuto anni dopo. Mi avevano cercato squadre importanti, Milan, Inter, ma io stavo bene a Salerno e comunque la società ha detto no. Rammarico? No, sono fatalista, significa che doveva andare così”. Poi arriva il Parma di Malesani, quello di Buffon e Cannavaro “nel periodo delle sette sorelle” ricorda Breda, che nel 2000 va al Genoa, con una parentesi a Catania, prima di chiudere la carriera nella Salernitana qualche anno dopo. “Al Genoa è stato un disastro. Mia moglie, genovese, me lo rinfaccia ancora. Con Scoglio in panchina ci sono state delle incomprensioni. L’avevo avuto anche a Udine, per 4 mesi, diversi anni prima. L’allenatore che mi
Corriere Vicentino |
22 | Intervista
ha dato di più? Delio Rossi. È stato importante sia dal punto di vista della carriera che dell’idea di calcio, il primo ad aver dimostrato che il tecnico è al centro di tutto”. E così da giocatore passa alla panchina. È Angelo Gregucci, allenatore della Salernitana, a proporgli di collaborare. “Vivo molto di entusiasmo e in quel momento ho detto subito di sì” racconta. E a Salerno Roberto Breda diventa anche assessore allo sport. “Non avevo mai fatto politica. La crescita della squadra a Salerno era andata di pari passo con la crescita della città. Il sindaco De Luca era vicino alla società, conosceva l’ambiente e mi stimava. Così quando si è ricandidato mi ha chiesto di fare l’assessore allo sport. In quel momento ero senza squadra, mi ero preso un anno anche per fare il master a Coverciano. E così ho accettato. Un’esperienza bellissima. Non avevo vincoli politici, ma carta bianca su tutto. Mi sono divertito un sacco e abbiamo fatto delle belle cose”. Poi però arriva nuovamente la chiamata del pallone. “Giacchetta, e lo devo ringraziare, mi chiese di allenare la primavera della Reggina. E un posto migliore per iniziare non poteva esserci. Tra l’altro poi sono diventato allenatore della prima squadra per merito del Vicenza (terzo segnale). È stato importante per me. Eravamo penultimi, siamo arrivati dodicesimi”. L’anno scorso però il Vicenza (e quattro) si riprende il credito. Roberta Breda, sulla panchina della Reggina, viene esonerato dopo lo 0 a 0 al Menti. L’anno prima invece, 2010/2011, è ancora a Salerno in Lega Pro. “È stata una bella esperienza. Arrivare ai play-off con una squadra giovane, che ha fatto ottime cose. Contro il Verona però ci siamo dovuti arrendere. Peccato non essere promossi vincendo in casa. Le polemiche? Erano due piazze calde. E comunque ha fatto tutto Man-
dorlini (allenatore del Verona ndr)”. Breda non è uomo da polemiche o da proclami. È uomo di campo. Conosce bene la parola lavoro e sa che quello può portare lontano. Da bambino tifava Juventus. Oggi si dice simpatizzante delle squadre in cui è stato. In primis la Salernitana. Ama il cinema e la lettura, manuali di psicologia e libri sulla comunicazione “mi attira la mente umana dal punto di vista psicologico” spiega. Ha due figli, Benedetta di 9 anni, e Stefano di 15, che gioca a tennis (e non a calcio) e che difficilmente verrà al Menti: probabilmente resterà a Reggio Calabria a finire il liceo. Ma farà comunque il tifo per papà. Che finalmente, dopo tanti indizi, è approdato a Vicenza. “A me piace molto questa piazza. Volevo aspettare una B a giugno ma ho accettato anche senza la certezza del ripescaggio. Qui c’è voglia di far bene, c’è voglia di far calcio. Il posto ideale per un allenatore. Noi siamo una squadra da scoprire ma mi piace l’atteggiamento del gruppo. Concentrati sul lavoro, senza tanti proclami”. Breda docet.
focus
Vicentino a rischio incendi L’estate di quest’anno è stata una stagione di fuoco. Tralasciando le elevate temperature, gli incendi hanno coinvolto l’intera penisola e sono aumentati: le superfici di terreno andate a fuoco sono il 104% in più rispetto allo scorso anno e si è verificato, in media, un incendio ogni ora per un totale di oltre 5.300 roghi da inizio anno a metà agosto.
I
di Luca Trissino e Ilaria Boscardin
Il Vicentino, per la prima volta, è stato inserito quest’anno nell’elenco regionale dei territori in stato di grave pericolosità. E gli interventi che hanno impegnato Vigili del Fuoco e Guardia Forestale sono stati diversi, in tutta la zona.
Quello che ha coinvolto Albettone rappresenta un caso eclatante: una serie di roghi ha colpito la zona
per due giorni consecutivi. Nel fine settimana di sabato 18 e domenica 19 agosto i Vigili del Fuoco di Lonigo sono intervenuti per spegnere le fiamme di due incendi nella stessa area, la collina in prossimità della cava di via Forni. Al mattino il fuoco ha spazzato via una superficie di sterpaglie e arbusti di circa 500 metri quadrati, per poi continuare nella notte e distruggere oltre 2500 metri quadrati di terreno incolto. “Due, tre incendi nello stesso posto e nella stessa giornata lasciano poco spazio all’immaginazione – dichiara il sindaco di Albettone Joe Formaggio -. È difficile l’autocombustione nel nostro territorio, è invece quasi certa l’origine dolosa degli incendi, a opera di uno o più piromani”. Altri incendi di piccola entità avevano colpito il territorio già dalla fine di luglio e il fenomeno si ripete da qualche anno, con una certa costanza di date e luoghi colpiti. Sembra dunque che le colline di Albettone siano nel mirino dei piromani. C’è una possibile spiegazione a questi ripetuti incendi? “Alcuni cittadini hanno visto una persona sospetta, ma l’individuazione resta difficile per la mancanza di prove giustificate. La collina andata in fiamme non è area di speculazioni e di particolari interessi, ma probabilmente è percepita dai piromani come una zona di divertimento”. Avete previsto dei provvedimenti? “Risulta difficile monitorare tutta l’area a causa dell’estensione e della doppia o tripla via d’accesso ai colli. Siamo considerati un paese a rischio e non ci resta che sperare nelle piogge di settembre per allontanare eventuali piromani. Gran parte dei controlli perciò devono partire dai cittadini, che gentilmente mi hanno già esposto alcuni sospetti”. È stato un caso isolato nell’Area Berica? “Tutta l’area berica è a rischio. Altri incendi hanno coinvolto
Corriere Vicentino |
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in particolare i comuni di Sossano, Campiglia, Noventa e soprattutto di Sarego, dove sono andati in fiamme ben 4 ettari di bosco, sempre durante le ultime settimane di agosto”.
Più tranquilla l’area dell’Ovest Vicentino. “Siamo
La legge
Divieto assoluto di accendere fuochi all’interno di aree con alberi, cespugli e altra vegetazione spontanea e in un raggio di almeno 100 metri da un bosco. Per Vicenza le zone boscose su cui vigilare con particolare attenzione sono soprattutto quelle dei Colli Berici, circa 5,9 chilometri quadrati di verde. L’inserimento di Vicenza nell’elenco dei territori più a rischio comporta un inasprimento delle sanzioni amministrative. L’ammenda minima per chi è sorpreso ad accendere un fuoco nei boschi sale a 2.064 euro; nel caso un comportamento vietato scateni un incendio scatta la denuncia penale. Quest’estate, inoltre, il rischio incendi ha fatto sì che la Regione vietasse i fuochi d’artificio alle sagre.
ANZA
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in media con gli anni precedenti – spiega il caposquadra dei Vigili del Fuoco di Arzignano Enrico De Bernardini – anche se poche settimane fa a Sovizzo c’è stato un incendio in cui sono andati bruciati quasi 4 ettari di bosco. Gli incendi boschivi sono davvero pericolosi ed è difficoltoso spegnerli: spesso divampano in zone difficili da raggiungere, inoltre nei grandi incendi il calore del fuoco sale e poi riscende, quindi succede che stai spegnendo un focolare e se ne accenda un altro proprio alle tue spalle”. “Questa stagione è stata un po’ particolare e già a partire da marzo e aprile sono stati necessari i primi interventi - racconta il Comandante del Corpo Forestale di Arzignano Alberto Barba -. Nella maggior parte dei casi si è trattato di incendi accidentali da attribuire a distrazioni in seguito a fuochi accesi per bruciare i rifiuti delle attività agricole. Ciò non significa che l’incendio sia meno grave: accendere dei fuochi, anche solo per bruciare le sterpaglie, che poi sviluppano in incendi è un reato grave e, nonostante non vi sia la volontà o il dolo, è perseguibile penalmente come incendio colposo. La zona bruciata, poi, per ritornare come prima, ha bisogno di molto tempo per riprendere a crescere. Ad esempio ad un bosco di 20 anni, sono necessari circa 25-30 anni per rispristinarsi, anche se purtroppo la traccia dell’incendio rimane per sempre a meno che non venga tagliato”.
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focus
La via dei Templari
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di Silvia Maron
Un alone di mistero e di magia avvolge la figura dei Templari fin dalla fondazione del loro ordine. Per alcuni non erano altro che i difensori dei pellegrini che viaggiavano lungo le strade fra Jaffa e Gerusalemme, mentre per altri erano i detentori di Località Mason a Montebello enormi ricchezze nonché di segreti magici. “Anche il nostro territorio - spiega don Raimondo Sinibaldi direttore dell’Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi di Vicenza è stato scenario delle loro vicende, perché di qui passavano diverse vie di transito che si dirigevano a Venezia da dove s’imbarcavano sia i pellegrini, sia i crociati diretti in Terra Santa”. Ma non è tutto. “Data la ricchezza agricola del territorio - continua don Raimondo - i templari non considerarono le nostre cittadine come semplici aree di passaggio ma come importanti zone nelle quali avevano molte terre e possedimenti che fornivano i beni primari di sussistenza per i crociati di Terra Santa. Qui coltivavano frumento, olio, orzo e allevavano i cavalli. Il tutto veniva imbarcato a Venezia con destinazione Terra Santa, in particolare al porto di San Giovanni d’Acri. Inoltre, i luoghi Colombara a Sossano gestiti dai Templari divenivano automaticamente spazi di accoglienza e ospitalità per i pellegrini che venivano dal nord e nord-est d’Europa e avevano bisogno di riparo lungo il cammino per la Terra Santa o verso Roma”. Cosa è rimasto del passaggio dei templari in territorio vi centino?
In località Mason di Montebello vi era una “mutatio” che si chiamava Domus Aurea, di origine romana. Tale struttura è citata anche dal primo pellegrino del quale abbiamo il diario, che partì da Bordeaux verso la Terra Santa e si fermò in tale struttura a riposare, proprio perché si trovava sulla via Postumia. Importantissimo centro al tempo dei Romani, è stata poi risistemata dai templari che l’hanno fortificata. Cosa è rimasto di tutto questo? Attualmente è stata ristrutturata ed è diventata un residence, dove di originale sono rimaste le cantine e il pozzo. Altre tracce di tale pre senza nel vicentino? Una realtà consistente è quella di Sossano dove esiste ancora la “mansio” templare con una bellissima colombara in zona di Sajanega. Era un punto nevralgico per il viaggio dei pellegrini, che qui si riposavano per poi Chiesa di san Teobaldo riprendere la strada per i colli Euganei fino a giungere Monselice e da lì ripartire alla volta di Chioggia dove si imbarcavano per la Terra Santa. Sossano era importante anche perché lì aveva vissuto come eremita, dal 1033 al 1066, san Teobaldo, il pro nipote dei fondatori dei templari. Due, quindi, sono gli edifici importanti a Sossano, la chiesetta che ricorda l’eremo del santo e la maggione dei templari con relativa colombara, tutt’ora esistente. Inoltre, Sossano era l’unica località, in tutto il Veneto, in cui erano i presenti i Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme: l’attuale consorzio agrario era la chiesa dei cavalieri che faceva riferimento alla domus dei cavalieri di San Luca di Perugia. Anche a Villaga abbiamo resti del passaggio dei templari. Lì vi era una struttura in parte modifica dai Bedeschi, soprattutto gli esterni, pur conservandone la struttura originaria.
L’ordine dei Templari fu fondato nel 1118 al termine della prima crociata da Hugo di Payns. Originariamente era composto da undici frati francesi col compito di difendere i pellegrini cristiani dagli infedeli sulla strada verso la Terra Santa. L’influenza dei Templari si espanse rapidamente in tutta Europa e anche la loro ricchezza crebbe notevolmente. Nel 1307 iniziò un periodo buio per l’ordine: vennero accusati di sodomia, tradimento, avidità e idolatria, in centinaia furono condannati alla tortura e al rogo dal re di Francia Filippo il Bello e l’ordine fu soppresso nel 1312. A loro sono stati attribuiti molti misteri: dalla conoscenza dell’ubicazione dell’Arca dell’Alleanza alle tecniche che permisero di edificare le grandi cattedrali gotiche.
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SONO ILI B DISPONDIE E AGEN DARI CALEN
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Arzignano
Ovest vicen tino
Uno su due è POSITIvo di ilaria boscardin
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arzignano Nuove professioni: la wine shopper
nogarole Bepi a quota 100
Chiampo Un piano turistico per il territorio
Montecchio La Regione sceglie la Faida
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casi in cui a qualche amico, vicino di casa, conoscente viene ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza, sono purtroppo all’ordine del giorno. Ma quanti casi ci sono di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti? Quanta droga circola nelle nostre strade? I dati forniti dalla Polizia Locale mostrano come i test effettuati durante i controlli stradali uno su due risulta positivo alle sostanze stupefacenti. Ci racconta la situazione il comandante della Polizia Locale di Arzignano Massimo Parolin: “Non avendo la competenza per le operazioni antidroga, il nostro corpo entra in contatto con la droga principalmente durante i controlli stradali. I dati indicano che su 100-150 controlli annui, nel 45% dei casi sospetti e
Stupefacenti trovati
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Brendola Il paese nei prossimi 20 anni
zermeghedo Ambiente: sorvegliato speciale
monebello Verso la medicina associata
Nella prima metà del 2012 le sostanze riscontrate grazie ai drug test sono: 1 cannabinoidi 2 benzodiazepina 3 anfetamine 4 oppiacei 5 cocaina 6 metanfetamine verificati, il drug-test risulta positivo. La percentuale è così elevata in quanto, grazie all’esperienza acquisita dagli agenti, si eseguono i drug-test solo nei casi di sintomi visibilmente riscontrabili, cioè se una persona preCorriere Vicentino |
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senta occhi arrossati, pupille dilatate, tremolio ecc”. Il drug-test dura circa 15 minuti e non è assolutamente invasivo. Grazie all’analisi della saliva è già possibile
verificare di quale sostanza ha fatto uso il conducente. “Se il drug test dà esito positivo – prosegue Parolin - viene accompagnato presso una struttura sanitaria dove in seguito alla richiesta della polizia giudiziaria viene sottoposto all’esame delle urine e a una visita medica sullo stato psico/fisico. La visita medica è fondamentale, perché il test può risultare positivo anche alcuni giorni dopo l’effettiva assunzione della droga, quindi è la condizione di alterazione psicologica che conta”. La guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti è davvero pericolosa, infatti, al contrario della guida in stato di ebbrezza, non sono previste soglie
minime ma scatta subito la sanzione. “In accordo con i dieci Sindaci della vallata – spiega l’assessore alla sicurezza Enrico Marcigaglia – è stata lanciata la prima vera campagna antidroga. Al di là dei proclami, l’unico mezzo di contrasto alla droga sono i drug-test, per questo abbiamo investito molta energia in questi controlli”. Mentre i controlli per la guida in stato d’ebbrezza sono oramai rodati, i drug-test sono una novità piuttosto recente: “questa situazione portava i ragazzi a esagerare con le droghe, dato che non c’era un effettivo controllo, per sopperire la rinuncia all’alcool. Questo è un problema che ci sta davvero a cuore, al contrario di ciò che pensano in molti, le sanzioni imposte non vengono raccolte dal Comune ma dallo Stato, per cui non è un modo per fare cassa”.
La droga va in fumo! Ci sono argomenti che suscitano sempre molto interesse nelle persone e allo stesso tempo creano parecchia confusione attorno ad essi. Uno di questi è “che fine fa la droga sequestrata?” tra maldicenze e imprecisioni, il Comandante della Polizia Locale di Arzignano Massimo Parolin ci spiega quale iter seguono le sostanze stupefacenti sequestrate durante gli accertamenti di polizia stradale: “In attesa dell’ordinanza della Prefettura, viene depositata all’interno di un’apposita cassaforte che viene tenuta in un luogo segreto e protetto. Le sostanze vengono individuate con una specifica attrezzatura chiamata drug-test. Eventuali contro-analisi vengono poi effettuate presso laboratorio pubblico individuato dalla Prefettura di Vicenza. Successivamente, quando viene emesso un ordine di distruzione, viene portata ad un impianto di Schio, dove viene incenerita”. Non aspettatevi strani fumi emessi, la droga è dovutamente sigillata e solitamente è in quantità piuttosto limitata.
Pasticcera senza farina B
ignè, cannoli, muffin e krapfen per i palati dolci, e poi bigoli, maccheroncini, pizze, grissini e pane per chi ama il salato. Benvenuti nel regno del gluten free: pasta e dolci senza glutine per chi ha fatto della malattia una virtù e della privazione una risorsa. Fernanda Rancan, 28 anni, che si è diplomata pasticcera dopo due anni al professionale di Tonezza, che lavora nella pasticceria Majn che i genitori Diego e Anna hanno avviato nel 2000, cinque anni fa ha saputo di essere celiaca: “Morale: non potevo stare nel laboratorio dove si confezionano i dolci perché avevo problemi al contatto con le farine”. Un pasticcere che non fa torte però non s’è mai visto: Fernanda, armata di entusiasmo e voglia di sperimentare - e qualche
recipienti - per evitare contaminazioni. Da gennaio, accanto al laboratorio tradizionale nella pasticceria di via Main ne è nato uno di 17 metri quadri: una piccola officina di sperimentazione dove si confezionano, in ambiente protetto, prodotti adatti ai celiaci. “Stamattina - racconta
Celiachia: è un’intolleranza permanente al glutine. Il glutine è il fattore scatenante della malattia celiaca. È la componente proteica che si trova nel frumento e in altri cereali, ad esempio farro, orzo, segale, avena, kamut (grano egiziano). Tutti gli alimenti derivati, o che contengono il glutine in seguito a contaminazione, devono essere considerati tossici. volta anche buttare - ha sostituito la farina 00 con le farine di carruba, riso o quinoa, ha aggiunto amido di riso e mais, mescolato zucchero e latte per rifare le ricette della tradizione senza rimetterci in salute. Un corso intensivo a Brescia sui dolci per lei, uno sui panificati per il papà: per imparare non solo ad impastare senza la problematica proteina del frumento, ma anche ad apprendere gli accorgimenti - non usare le stesse pinze per esempio, né i medesimi Corriere Vicentino |
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Fernanda - ho inventato una sfoglia con la pasta di mandorle. Prendo le ricette classiche e le modifico. Provo e riprovo. Facciamo tutto, anche le torte a tema per i bimbi: pan di spagna, creme, crostate, cremini al recioto”. Il problema è la sfoglia: senza il glutine che fa da collante disciplinarla è proprio difficile. Per il resto, niente aromi né conservanti e colazioni fresche senza glutine tutti i giorni. In arrivo i tramezzini e i panettoni: in tavola gusto e salute. f.m.
arzignano Lavori in corso alle porte di Castello
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Vendesi personaggi
ono partiti i lavori di pulitura e di ripristino di Porta Cisalpina, l’arco medievale posto all’ingresso del borgo di Castello. Ben 70 mila euro sono stati stanziati per l’intervento di restauro che prevede, nello specifico, la pulizia della porta con disinfestazione dalle piante rampicanti, un lavaggio della struttura e, infine, il consolidamento della porta sostituendo i mattoni più degradati e stuccando le fessure. I disagi del cantiere sono
soprattutto legati alla viabilità: Porta Cisalpina verrà chiusa e quindi risulta necessaria una deviazione del traffico. Via degli Scaligeri sarà percorribile solo per entrare nel borgo. Per scendere verso la città, invece, si potrà percorrere via Calavena. “Un intervento necessario - ha commentato l’assessore ai lavori pubblici Angelo Frigo - perchè la porta, che risale alla prima metà del 1300, è un manufatto storico importante per la città.” a.g.
Ristorante cerca gestore
rocchiale per gli affari economici sta valutando nuove proposte di ristoratori, ma il ristorante potrebbe trasformarsi in uno spazio per la comunità. “Stiamo riflettendo su alcune possibilità – spiega il parroco don Mariano –. Da una parte, considerando anche che l’affitto d’azienda rende alla parrocchia un introito sicuro, vorremmo continuare con la ristorazione, dall’altra, invece, vorremo creare uno spazio dedicato agli incontri.” a.g.
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onica Guerritore, Corrado Tedeschi e Marco Paolini sono solo alcuni degli attori che, dopo aver recitato al Mattarello, si sono fermati nell’adiacente ristorante. Da sei mesi, però, l’attività del ristorate “Al teatro” è sospesa in attesa di una nuova gestione o di una diversa scelta circa l’utilizzo dei locali. Il Consiglio Par-
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rezzi per tutte le tasche e immortalità (quella letteraria, s’intende!) garantita: dopotutto, se non siete disposti a spendere 500 euro per essere il protagonista potete sempre ripiegare sulla comparsa. È la bizzarra provocazione di Gaetano Cazzola, attore, drammaturgo o ora anche scrittore arzignanese che ha messo in vendita i personaggi del suo primo romanzo. “Nell’800 lo scrittore Balzac vendeva i personaggi dei suoi libri - ci spiega Cazzola - e così ho ripreso l’idea postandola su Facebook. Molte persone mi hanno già contattato per partecipare alla stesura del libro anche se, per ora, nessuno ha acquistato un personaggio. Il romanzo lo scriverò io ma nascerà dalle idee degli utenti di Facebook che, grazie a sondaggi, discussioni e domande, potranno decidere molti elementi del romanzo come, ad esempio, l’ambientazione o alcuni personaggi.” a.g.
ClickCane, una mostra fotografica sui cani
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ostra sul ‘500, mostra sul Raffaello, mostra sugli Egizi, ma una mostra sui nostri amati “Amici” cani? C’è, e si terrà ad Arzignano. Ideatore e organizzatore della mostra è Michele Cisco assieme a Fotocolor e Biosfera e con il patrocinio del Comune e del Canile di Arzignano. Il titolo dell’evento è ClickCane, Mostra fotografica gratuita dedicata al Corriere Vicentino |
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tuo fedele “Amico”. “È una mostra e un concorso amatoriale – spiega Cisco – interamente gratuita, sia per chi partecipa, sia per chi vedrà l’esposizione. Ci saranno due categorie, la prima Premio Critica, la seconda Premio Foto da Cani.” La raccolta foto termina il 20 settembre mentre la mostra sarà aperta dal 23 settembre al 14 ottobre, presso il Bar Mattarello di Arzignano. a.f.
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Una nuova professione: la wine shopper di alberto faedo
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l mio lavoro è la mia passione”, tutti vorrebbero poter dire questa frase. Paola Pa van, che vive tra Arzignano e Bolgheri, patria dei vitigni di origine bordolese in Toscana, lo può gridare ad alta voce. Questa ragazza si è inventata una nuova professione, il Personal Wine Shopper. Traduzione: chi ti aiuta ad acquistare il vino giusto per l’occasione giusta. Sei un appassionato di vino? Siete un gruppo di amici che amate bere buon vino e mangiare prodotti tipici? Sei un imprenditore che vorrebbe avere del vino personalizzato? Paola Pavan ti
può aiutare. “Sono riuscita a conciliare passione e lavoro” racconta Paola. Un sogno che piacerebbe a tutti, visitare cantine, bere buon vino, mangiare prodotti tipici, aggiungiamo noi. “L’idea nasce chiaccherando con il mio fidanzato. Dopo un master a Firenze in ambito vinicolo e un’esperienza di sei anni nel mondo del vino, ho osservato che spesso non c’è un filo diretto tra produttori e consumatori
Welcome home dear Giovanni
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a 9 anni vive negli USA, di Arzignano si ricorda il Castello “Lì vivevo con la mia famiglia prima che ci trasferissimo per il lavoro di mio papà Simone”. Ma evidentemente il calcio è qualcosa che resta nel DNA di un italiano tanto che Giovanni Lagnerini a 13 anni nella città del Grifo c’è tornato. Con la sua squadra, il Fusion North Carolina, dove gioca come difensore destro, ha partecipato alla terza edizione del torneo Graziano Peretti assieme ai suoi compagni. A fare il tifo sugli spalti il nonno Piero (fondatore della rinomata Marly’s) e il resto dei parenti ritrovati qui ad Arzignano. “Da noi il calcio è meno fisico - ci racconta Giovanni - qui in Italia invece si tende ad essere più aggressivi. È stata un’esperienza stupenda e allo stesso tempo strana, gareggiare contro dei miei connazionali ma giocando in una squadra straniera”. Per la cronaca gli statunitensi non hanno sfigurato arrivando sesti davanti a squadre italiane dal nobile blasone.
e ho pensato di costruire una figura professionale ad hoc che collegasse le due sponde”. Quando hai iniziato? “Sono Personal Wine Shopper ufficialmente da qualche mese, ma inconsciamente sono già cinque anni che mi occupo di amici e parenti che mi chiedevano consigli su quale vino abbinare ad un determinato piatto, o quali bottiglie regalare a Natale”. Come viene accolto il tuo la voro? “Una coppia di medici tedeschi avevano chiesto al proprietario della villa in cui alloggiavano di trovare un esperto di vini, e quando sono arrivata io si sono un po’ stupiti nel vedere una giovane ragazza e non un uomo di media età come si è soliti”.
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L’impegno di gabriele di enrico corato
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hi dice che i giovani sono sfaticati, pigri e non sanno mettersi in gioco, di certo non conosce Gabriele Tasso, 24 anni, dal curriculum speciale: da muratore, a rappresentante degli studenti nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Verona fino all’incarico al comitato regionale. “Faccio parte del Consiglio degli Studenti Universitari di Verona che raggruppa rappresentanti degli studenti di tutte le facoltà – spiega Gabriele –, e sono membro del Senato Accademico, l’organo più importante dell’ateneo dove vengono prese le decisioni”. Quali sono i problemi degli studen ti di oggi? Tendenzialmente rimangono estranei alla vita dell’università e, fatti gli esami, tornano a casa e tutto finisce lì.
La nostra missione è comunicare con loro, perché un po’ tutti si lamentano di qualcosa. Cosa avete ottenuto? La mia era una delle poche facoltà in Italia ad avere ancora i corsi annuali. Abbiamo ottenuto la “semestralizzazione”. All’apertura del nuovo anno accademico poi sarà intitolata un’aula a Falcone e Borsellino, una nostra iniziativa per lasciare un segno. Per questo abbiamo rappresentato l’Università di Verona a Palermo ed è stata una forte emozione. L’impegno si limita solo a Verona? No, faccio parte anche del Comitato Regionale di Coordinamento delle Università del Veneto che coordina le attività tra la giunta regionale e i quattro atenei veneti. Ne fanno parte i quattro Rettori, l’Assessore regionale all’istruzione e tre studenti. E pensare che a 16 anni avevi lascia to la scuola…
È vero, mi sono diplomato alla serale facendo il muratore. Ma quando sono approdato all’università si è aperto un mondo straordinario che mi dà un sacco di soddisfazioni. Quale sarà il tuo futuro? Primo obiettivo è laurearmi, ma da sempre la mia passione è la politica; sto già muovendo i primi passi come membro della Commissione cultura ad Arzignano.
Alla conquista di milano
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imenticate i grandi marchi: alla fiera Macef (International Home show) di Milano le borse Boron, marchio tutto vicentino nato dalla collaborazione tra gli imprenditori leoniceni Moreno e Graziano Giacomello e gli artigiani arzignanesi Agostino Mioli e Adele Groppo, hanno sbaragliato la concorrenza di marchi come Nero Giardini o Camomilla Milano vincendo il premio Best of Bijoux. “Un traguardo davvero importante – ci raccontano Agostino e Adele – soprattutto perché il nostro stand era davvero piccolo se confrontato con quello degli stilisti famosi, ma le borse sono piaciute. Come mai siete stati premiati? Il premio ci è stato consegnato per la capacità del nostro marchio di reinter-
pretare l’artigianalità e la semplicità che tengono alto il vessillo del made in Italy nel mondo. Le borse sono state fatte a mano? Sì, sono state create interamente a mano con grande precisione e utilizzando solo pelle della nostra vallata. Come è nata l’idea di Boron? L’idea di questa collezione è nata dai fratelli Giacomello che in ricordo della mamma hanno pensato ad una linea di borse, l’accessorio moda per eccellenza. La collezione è ispirata all’Africa e si lega alle musiche esotiche di Graziano Giacomello: ogni borsa, infatti, è accompagnata da un cd musicale che garantisce l’originalità e l’unicità del prodotto. Boron lega due forme d’arte esclusivamente italiane: il design e la musica e siamo davvero contenti che l’idea sia piaciuta. a.g.
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Nogarole
s . p. m u s s o l i n o
Bepi a quota cento La magia di sara di enrico corato
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ento anni e non sentirli. Lo scorso 23 agosto Giuseppe Dal Barco, conosciuto da tutti come Bepi Pilota, ha raggiunto il secolo di vita, ma conserva l’animo di un giovane spensierato. Se gli chiediamo il segreto della sua eterna giovinezza, Bepi ammette: “Quando giunge la nostra ora, qualcuno segna + 1 su un foglio, e poi ancora +1 +1 +1… si vede che quando è arrivato il mio turno non c’era più carta, e mi hanno lasciato qua!”. Uno spirito forte, quello di Bepi, forgiato dalla miseria d’inizio secolo, dalla guerra, dal lavoro in miniera. Ma anche dalla gioia della famiglia, ben sette figli e
una folta schiera di nipoti che l’hanno festeggiato a contrà Lovati, dove è nato e dove vive ancora oggi. Il giorno seguente tutto il paese si è stretto attorno al suo più longevo concittadino, dedicandogli una serata della sagra del Castellaro. Mentre scambiamo qualche parola Bepi ripercorre i ricordi più lontani: dall’infanzia alla leva negli alpini, l’esperienza di giudice conciliatore, ben vent’anni in consiglio comunale, ma nella sua memoria rimane viva l’esperienza del fronte greco, nella brigata Julia. “Valà valà - commenta Bepi - se i fa n’altra guèra scoltème mi, comprè on sciòpo e scondìve!”
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La Mora di marana
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Crespadoro non si smette mai di stupire, perché a Marana ci sono dei nuovi abitanti dalla folta peluria scura. Sono i maiali della cooperativa AgriMea. Giuseppe Cacciavillani, socio fondatore della cooperativa, ci spiega che i suini, appartengono alla razza Mora Romagnola, pregiata e quasi estinta. “Volevamo novità e la Mora Roma-
gnola è un animale docile, facile da allevare e da cui si ottengono salumi e carni eccezionali”. Tanto che la piccola produzione di salumi dell’anno scorso, quando l’attività ha inizato in via sperimentale, è letteralmente andata a ruba. Quest’anno l’allevamento conta già di 15 More Romagnole. Come vengono cresciuti? Sono allevati allo stato semibrado, liberi di pascolare nei boschi che abbiamo recintato, ma sempre controllati, vaccinati e alimentati con granoturco. Chi se ne occupa? In questa fase iniziale io e altri soci di AgriMea. A breve inseriremo persone con problemi di disabilità o altre difficoltà che segue la cooperativa. d.d.b.
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di davide dalla barba
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on chiedermi se sono una strega, una scrittrice, un’impiegata o una pazza. Probabilmente tutte e quattro.” Si presenta così Sara Antoniazzi, in arte Crystal Rain, 36 anni, autrice di Figlie della Terra, suo primo romanzo pubblicato da Anguane Edizioni. “Parlo di donne, streghe, magia, Celti e natura. Donne di oggi che compiono un viaggio nel passato accompagnate da eventi magici, sogni e visioni”. Le protagoni ste sono ispi rate a perso ne reali? “Non voglio svelare il libro, ma posso dirti che le streghe ci sono, ne conosco e fanno lavori normali. Hanno una magia personale, un approccio diverso alle cose, una sensibilità particolare. Quanto tempo ci è voluto per scri verlo? L’ho scritto a matita tra la primavera e l’autunno 2009. Ho impiegato più tempo a trovare chi mi pubblicasse. Tarocchi, sciamanesimo femminile, erboristeria, letteratura... da dove nascono queste tue passioni? La passione per la letteratura l’ho sempre avuta, ma anche le altre sono arrivate molto presto. Mi sono sempre interessata dell’aspetto spirituale della vita. Sono convinta che capire quello che abbiamo dentro sia curativo! E le donne sono una potenza, ma molte non lo sanno...
Chiampo
Un piano turistico
Il Rugby cresce di roberta costantini
di alessandra groppo
Infine ci sono i tre bandi di concorso da poco pubblicati”. alorizzare il territorio e ri- Che interessano cosa e chi? scoprire quei siti di interesse Ai bandi possono partecipare gli enti legati al mondo rurale: que- pubblici ma anche i privati cittadini e sto è l’obiettivo del Progetto hanno l’obiettivo di rivalutare il terriIntegrato per l’Area Rurale di cui il torio e di stanziare finanziamenti per Comune di Chiampo è coordinatore. la ristrutturazione di immobili coIl progetto, finanziato dal fondo eu- struiti prima del 1951. Uno riguarda ropeo, coinvolge 15 comuni vicentini i fabbricati di pregio legati alla rurae il comune di Monteforte d’Alpone, lità, uno interessa i particolari architutti paesi che si sviluppano lungo la tettonici, come capitelli e fontane, e il Strada del vino Durello e la Strada terzo gli immobili pubblici destinati del Recioto. ad avere una funzione culturale. “Il progetto – ci spiega il sindaco di E questo corposo progetto come si Chiampo Antonio Boschetto – pre- chiuderà? vede una serie di interventi per va- Dando voce al lavoro svolto e tralorizzare il nostro territorio e creare sformando il nostro territorio in una nuove opportunità di turismo”. meta turistica con Come si sviluppa? un sito internet, In varie fasi. Una è una guida e alcuni già stata fatta con il pannelli telematici censimento di tutti i di informazione. siti rurali di pregio, Tempistiche? dalle case contadine Entro il 2014 doalle chiese e capitelvremo concluli. Successivamente dere i progetti di abbiamo verificato ristrutturazione lo stato del percore comunicazione so delle due strade e per l’inizio del dei vini, valutando 2015 saremo sicula possibilità di un ramente più conoloro ampliamento sciuti, apprezzati e con nuovi percorsi. L’oratorio dei Mistrorighi visitati.
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Into the wild
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l contatto con la natura e la capacità di superare i propri limiti sono stati i temi fondamentali del camposcuola. E così un gruppo di ragazzi di Azione Cattolica per la prima volta hanno vinto le proprie paure e affrontato la Ferrata Campalani durante la classica camminata estiva. Corriere Vicentino |
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l taglio di nastro della sesta stagione sportiva, il Valchiampo Rugby conta ormai ben 90 tesserati con un’impennata degli iscritti under 20, complice la propaganda fatta nelle scuole. Ma sebbene la palla ovale sia la nuova star dello sport vicentino, il Valchiampo, testimonia uno dei suoi fondatori Stefano Cortivo, sogna ancora un campo tutto suo: verde, con le porte ad H bianco-azzurre e una club house per il terzo tempo. Vittorie, numeri in crescita ma ancora senza campo. Sì, quello che ci manca è soprattutto un campo per le partite. Per gli allenamenti, invece, ci siamo, dopo averne cambiati molti. Dal Parco dello Sport, a San Pietro Mussolino al Mattarello e ormai, in pianta stabile, all’antistadio Dal Molin. E questo è quello giusto? Sì, ma il problema rimane per le partite, perché i campi sono principalmente per il calcio. Grazie a don Bernardo possiamo però usare il campo parrocchiale di Chiampo. Il Comune di Arzignano ci ha acquistato le porte e le protezioni e, ad ogni partira, le tre ore prima servono per preparare il campo... poi, si gioca!
montecchio
La preside resta L a notizia è arrivata pochissimi giorni prima del suono della campanella: Anna Maria Tamiozzo, Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo 1 e 2 di Montecchio Maggiore, è stata riconfermata anche per il prossimo anno scolastico. È contenta di rimanere? Assolutamente sì, anche perché ho frequentato le scuole di Alte e ormai conosco i ragazzini e i loro genitori. Si parlava di un suo possibile trasfe rimento, però. È vero, dovevo essere trasferita a Vicenza, ma la persona destinata a Montecchio ha rifiutato l’incarico per cui, anche per dare continuità al lavoro svolto in questi tre anni di reggenza, sono stata riconfermata. Come ha lavorato in questi tre anni? La particolarità di queste scuole sta nella presenza di molti ragazzini stranieri, anche se, in realtà, il numero ora è in diminuzione. In questi anni, perciò, abbiamo lavorato sull’integrazione: abbiamo organizzato corsi di recupero e, per i genitori, incontri di conoscenza e abbiamo garantito la
presenza di un mediatore culturale alle riunioni. Quali sono le difficoltà nella gestio ne di questa realtà scolastica? L’unico problema è l’elevato numero di alunni nel complesso. Non è facile gestire più di 2.000 ragazzi, ma con il sostegno degli uffici scolastici e dei docenti sono sempre riuscita a creare un buon impianto organizzativo. Ci sono novità per il prossimo anno? Sicuramente. Grazie all’aiuto di fondi europei organizzeremo corsi pomeridiani di recupero, corsi di teatro, scambi culturali e daremo molta attenzione all’integrazione degli stranieri, ai disagi dei disabili e al benessere in generale. Sarà un anno carico di attività… speriamo che i ragazzi abbiano voglia di mettersi in gioco! a.g.
Non ci stiamo più di simone bedin
L’
Istituto “Ceccato” e lo spazio. Sempre più iscritti all’istituto di Alte Ceccato, che a settembre riapre con ben 42 classi
e ormai un problema: lo spazio. E così il Dirigente Scolastico Anonel la Sperotto si dice pronta, se necessario, a lasciare il proprio ufficio per far posto agli studenti “sfollati” e noleggiare un container dove lavorare. Rispetto al 2008, gli studenti sono passati da 700 a 900 grazie ai nuovi indirizzi di meccanico, meccatronico, marketing e telecomunicazioni. Già l’anno scorso si erano evidenziati problemi di spazio e anche le altre due sedi di via Veneto avevano trasferito delle classi mentre quest’anno saranno costretti a smantelCorriere Vicentino |
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104 anni!
Il 10 settembre Elisabetta Peretto ha spento ben 104 candeline ed è salita sul podio della longevità perchè è lei la donna più anziana del paese.
Corso di autodifesa Martedì 18 settembre alle ore 20.30 in Sala Civica il consigliere comunale Maurizio Meggiolaro presenterà la seconda edizione del Corso teorico-pratico di autodifesa per ragazze e signore. Il corso si articolerà i martedì in due fasce orarie, 19.30-20.30 e 20.30-21.30, una riservata alle principianti e l’altra a chi ha già seguito un corso di autodifesa. Saranno 8 lezioni pratiche nella palestra della scuola Manzoni di via Lorenzoni e la prima lezione sarà martedì 2 ottobre 2012.
lare altri laboratori. La Provincia ha comunque messo a bilancio circa 600 mila euro per l’ampliamento della sede di piazzale Collodi, lavori indispensabili che potrebbero iniziare già da quest’anno. “L’aula docenti - spiega il Dirigente Sperotto - è già stata smantellata per fare spazio ad una nuova aula, e i professori sono stati sistemati in un angolo dell’aula magna. Un’altra classe invece, farà come all’università: gli alunni si sposteranno di classe in classe, di ora in ora, quando i compagni della classe vuota saranno impegnati ad educazione fisica”.
montecchio
Una festa regionale di ilaria boscardin
o
ttime notizie per il Gruppo Storico Medievale Giulietta e Romeo che, dopo anni di impegno, vede “Montecchio Medievale” entrare di diritto nel registro regionale delle manifestazioni storiche di interesse locale. A deciderlo la Regione Veneto che, in seguito ad un bando, ha inserito questa manifestazione all’8° posto su lle 16 presenze del calendario annuale pubblicato sul sito della Regione. Quali vantaggi vi porta questo riconoscimento? Ora la manifestazione sarà contraddistinta dal logo della Regione Veneto riportato su tutto il materiale inerente alla festa. Inoltre, ci permette di diventare una sorta di strumento della Regione quando proporrà di parteciapare a diverse iniziative. C’è una scadenza? O siete inseriti “a vita”? Siamo iscritti a vita, però saremo sot-
toposti ad un controllo annuale, perché se verranno a mancare i requisiti necessari la manifestazione potrà essere esclusa dal registro. Quali sono stati i criteri di selezione delle manifestazioni? Sono stati valutati vari fattori, tra
cui da quanti anni si tiene l’evento, i vestiti, la storicità del luogo in cui si svolge, le attrezzature utilizzate e le varie iniziative proposte, come mostre, concerti, seminari e così via. Qual è il vostro prossimo obiettivo? Il 16-17 giugno abbiamo partecipato come associazione alla prima Borsa Turistica delle Rievocazioni Storiche, dove i tour operator intervenuti ci hanno proposto, tramite Montecchio Medievale, di organizzare degli itinerari che permettano ai turisti di conoscere le bellezze di Montecchio Maggiore. Un progetto ambizioso, o sbaglio? Sì, sarà davvero impegnativo. Ma stiamo lavorando per avere il sostegno dell’Amministrazione e dell’assessorato alla cultura. Non dimentichiamo che Montecchio Medievale è una manifestazione davvero valida e apprezzata e il percorso intrapreso permetterà di far conoscere la nostra bellissima città, ricca di luoghi unici che vanno valorizzati e riscoperti soprattutto dai suoi cittadini.
La corsa sul carretto P ronti, partenza... via! Il brivido della velocità senza il problema dell’inquinamento è la realtà della corsa con i carretti, specialità del gruppo montecchiano dei Carioli Vicentini. “La corsa con i carretti - ci spiega Pie tro Bozzetti, componente del gruppo - è una gara a tempo che si svolge su un tracciato in discesa. Il mezzo di strasporto è il carretto: una specie di piccola automobilina senza motore e dotata solo di volante e di freni”. Com’è fatto un carretto?
Sono di due tipi: c’è quello singolo e quello doppio. Il carretto doppio è fatto interamente di legno con due posti a sedere, uno per chi guida e uno per chi frena. Il carretto per una sola persona invece è di acciaio. Li costruite voi i carretti delle gare? Ora non li costruiamo più. Da quando abbiamo fondato il gruppo nel 1984 abbiamo costruito però un bel numero di carretti che ancora oggi utilizziamo per partecipare alle manifestazioni qui in paese. Come quella annuale su un tracciato che parte Corriere Vicentino |
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dal castello di Giulietta e che termina in fondo alla via. Un’occasione per stare insieme e divertirsi sfrecciando in tutta sicurezza! a.g.
brendola
I prossimi 20 anni Obiettivo di alessandra groppo
c
ome sarà Brendola nei prossimi vent’anni? A dirlo è il PAT: un lavoro di due anni e oltre 150 incontri per avere questo Piano di Assetto del Territorio che definisce le linee guida per gli interventi da fare nel territorio di Brendola per i prossimi 20 anni. “Questo PAT - spiega l’assessore all’urbanistica Bruno Beltrame - si basa su due concetti fondamentali: il recupero dei centri storici e il recupero delle contrade”. Cosa significa? Significa che le possibilità di intervenire con nuove costruzioni saranno davvero molto limitate, perché preferiamo recuperare e valorizzare ciò che è già esistente. È stato calcolato poi che la popolazione di Brendola potrà espandersi al massimo di altri 1.500 nuovi abitanti e sono state definite quattro grandi aree invarianti: la zona Palù, Casavalle, Arcomagna-Pila e le colline. Queste sono i “polmoni verdi” del paese ,dove non saranno proprio possibili nuove edificazioni.
Cosa avete scoperto studiando il ter ritorio? Che Brendola è una zona a rischio idrico: avendo la forma di un catino, recupera l’acqua dalle aree circostanti con la presenza di numerose falde acquifere. Per questo è stato necessario studiare interventi come la costruzione di un nuovo bacino in zona Palù, necessario per contenere gli eventuali danni di rischio idrico. Brendola, poi, è stata definita “porta dei Berici” e quindi vogliamo valorizzare tutte le attività e gli immobili legati al turismo enogastronomico, dai bed and breakfast, agli agriturismi, alle aziende agricole. Le linee giu da sono defi nite, quando si metterà in pratica? I cittadini ora hanno circa due mesi di tempo per prendere visione e approvare il Piano. Poi inizieremo subito a valutare e a progettare i vari interventi.
L’atteso campo di bocce É partito il progetto per la realizzazione del nuovo campo da bocce. Il nuovo impianto, i cui lavori inizieranno a fine anno, sorgerà nella zona tra il campo sportivo e il palazzetto dello sport. Il Comune sta già predispondendo la gara d’appalto che avrà una base intorno ai 140.000 euro. i.b.
Corriere Vicentino |
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2013
L’
idea di don Franchesco Cecchin era nobile: costruire un duomo per radunare tutti i fedeli del paese. A circa 100 anni da quel progetto però, la chiesa di San Michele di Brendola, l’Incompiuta, rimane ancora un edificio inagibile e anche pericoloso, visto che con il terremoto della scorsa primavera la testa della statua dell’angelo è caduta a terra. “Con il sostegno della Cassa Rurale - spiega l’ex sindaco e ora consigliere di minoranza Mario Dal Monte – avevamo un progetto di ristrutturazione, ma le elezioni hanno bloccato tutto e la nuova amministrazione ha qualche difficoltà nel procedere”. “Stiamo lavorando per trasformare l’Incompiuta in uno spazio per i cittadini – spiega il sindaco Renato Ceron -. Vogliamo che diventi luogo ideale per sagre, feste e serate culturali”. Come vi state muovendo? L’edificio è sotto la tutela dei Beni Culturali e prima di fare qualsiasi intervento dobbiamo avere il loro consenso. In primavera abbiamo pulito l’interno e l’esterno, ora dobbiamo verificare le condizioni del tetto e delle pareti. Quanto tempo serve ancora? Conto di vedere l’Incompiuta trasformata in uno spazio per i miei concittadini entro la fine del mio mandato, ad aprile 2013. a.g.
Zermeghedo
Attenzione aria pulita di alessandra groppo
I
n un paese con una forte presenza di industria conciaria come Zermeghedo, il problema inquinamento non deve mai essere sottovalutato. Ecco perché, dopo alcune segnalazioni dei cittadini, il sindaco Giuseppe Ca staman ha subito convocato una riunione con Arpav, Medio Chiampo, Provincia di Vicenza e Comune di Montebello per analizzare la questione. “Zermeghedo è una zona segnata da inquinamento e problematiche ambientali - spiega il sindaco - ed è compito dell’Amministrazione cercare di monitorare la situazione”. Di cosa si lamentano i cittadini? Di cattivi odori provenienti dalle lavorazioni industriali del paese e così abbiamo attivato alcuni controlli scoprendo che c’è stato un leggero aumento di emissioni di idrogeno solforato. Ci spieghi meglio. Nel 2005, grazie all’installazione di specifici impianti di abbattimento nelle concerie, siamo riusciti a diminuire le emissioni di idrogeno solforato. Ora, invece, ci troviamo di fronte a un’inversione di tendenze. Cosa farete ora? Innanzitutto vorremmo capire perché si è fermata la riduzione delle emissioni e per questo a settembre Medio Chiampo ha il compito di verificare la funzionalità degli impianti.
E una volta terminati i controlli? Finiti i controlli e chiarite la cause dell’aumento di idrogeno solforato nell’aria studieremo un nuovo piano capace di risolvere il problema e di monitorare la situazione. Con i problemi ambientali non bisogna mai abbassare la guardia: la costanza dei controlli e un continuo adeguamento delle tecnologie sono necessari per continuare a respirare aria pura.
montorso
Una casa per la musica L
a musica ha trovato casa a Montorso. L’ex scuola di Ponte Cocco, infatti, sarà presto risistemata e messa a disposizione del gruppo corale San Biagio e delle band musicali del paese. “Alcuni locali della scuola - ci spiega il sindaco Diego Zaffari - sono già utilizzati da gruppi musicali del paese, ma il nostro progetto prevede la sistemazione e la messa in sicurezza di tutto lo stabile così da avere un ampio numero di stanze da destinare alla musica. Il progetto prevede diversi interventi, a partire dal riCorriere Vicentino |
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facimento del tetto e la posa di una rampa per i disabili. Anche nell’area esterna della scuola, poi, si interverrà allargando lo spazio verde e sistemando la piastra polivalente”. Risultato? “Ne uscirà sicuramente - conclude il sindaco - uno spazio per la cittadinanza: uno stabile dove i ragazzi possono suonare senza problemi e un’area gioco per il divertimento dei più piccoli”. a.g.
La nuova bretella
È
transitabile la nuova bretella realizzata per unire via IV Novembre a via Villa. 420 mila euro di sepsa per un tragitto che collegherà la parte est con il centro del paese. Modificata anche la viabilità, perché chi proviene dalla Provinciale dovrà rispettare il segnale di stop all’intersezione tra via Villa e la nuova strada. Ora si aspetta il nome.
montebello
Medicina associata
Aiuti per l’emilia
di federico gobetti
di ilaria boscardin
D
urante le code dal medico la chiacchiera sull’argomento è inevitabile: “Ma la medicina associata si fa o no?”. Da metà giugno i medici Maggio e Bandiera hanno trasferito il l o r o ambulatori nella ex sede dell’Ulss 5, in piazzale Cenzi. “I pazienti - dice la dottoressa Mariagrazia Maggio sono contenti dei nuovi amulatori e di trovare due medici nello stesso edificio. Inoltre la presenza anche del punto prelievi rende il servizio ancora più comodo”. Allora la medicina associata si farà anche a Montebello? La Regione Veneto e la Spending Review del Governo la impongono, la
gente la chiede, ma non c’è il sì definitivo. In cosa consiste il progetto? Sostanzialmente si vuole unire in un’unica sede tutti gli ambulatori dei cinque medici di base di Montebello e in più quello del dottor Bagolin di Gambellara, in modo da fornire un’assistenza medica totale. Seguiti da una segreteria i pazienti eviteranno code e attese infinite; si andrà dal medico sempre su appuntamento e saranno garantiti almeno due dottori in compresenza. Verrà poi creato un database con le schede di tutti i pazienti in modo che, se per esempio un medico è assente, l’assistito dello stesso possa rivolgersi ad un altro dottore. Si istituirà anche un servizio di visite a domicilio per i pazienti che hanno difficoltà a muoversi. Quali sono i tempi? È ancora difficile dirlo. Ma siamo sulla buona strada.
gambellara Gambellara entra in rete
N
el mese di agosto, grazie ad uno scambio tra il Comune e le aziende Interplanet srl ed EA4, sono stati installati ben sei punti di emissione segnali chiamati “hot-spot”, che permetteranno ai cittadini di collegarsi ad internet gratuitamente da diversi punti del paese. I sei hot-spot sono presenti in piazza Papa Giovanni XXIII, all’impianto sportivo di via Pieve, al parco San Marco, nella lottizzazione “Il Castello”, in piazza Madre Teresa di Calcutta a Sorio e nella lottizzazione “Il Giardino”. i.b.
G
ioia e solidarietà: gli abitanti di Montebello da più di tre mesi continuano la raccolta di viveri e beni di prima necessità per le popolazioni terremotate dell’Emilia. Ci racconta l’esperienza l’assessore alla Protezione Civile Francesco Gentilin. Com’è nata l’idea? Il progetto è partito dalla Protezione Civile con il sostegno dell’Amministrazione comunale. Durante la festa di San Giovanni abbiamo messo a disposizione dei banchetti per la raccolta di beni di prima necessità e a fine mese abbiamo consegnato direttamente alle famiglie isolate due camion e due furgoni di materiale. Come hanno reagito i terremotati? La situazione è difficile, ma vedere la gioia nei loro occhi è stato bellissimo. La raccolta continua ancora? Assolutamente sì. È stato bello vedere come tutto il paese si è mosso: un fattore da non sottovalutare in questo periodo di crisi.
speciale riscaldamento
Camino o stufa sono soluzioni tradizionali e ancora sempre preferite per garantire calore in casa. Diverse a seconda delle esigenze e dei gusti, sono soprattutto molto utili in termini di risparmio energetico. Per le stufe e i camini occorre però scegliere il giusto legno da ardere. E chi lo conosce il legno
L
a legna oggi è una scelta che sempre più spesso viene fatta nelle abitazioni per il riscaldamento. Sia per il calore vero e proprio che diffonde nell’ambiente, sia per il clima accogliente che crea lo scoppiettio di un fuoco. Ma, quale legna bruciare? Tutto il legno si può suddividere in due categorie, “duro” o “dolce”, a seconda della provenienza. Il legno duro proviene dalle latifoglie o alberi decidui, ad esempio rovere, faggio, noce; il legno dolce dalle conifere o sempreverdi, come pino, abete, larice. • Il legno da bruciare dovrà prima di tutto essere ben stagionato. I legni
duri sono generalmente più densi e meno resinosi dei legni dolci, bruciano più lentamente e producono un calore più durevole. I legni dolci bruciano più rapidamente generando un calore più forte; sono ottimi per avviare il fuoco, ma usarli come combustibile principale significa dover ricaricare la stufa più spesso. • Per ottenere un fuoco caldo e durevole la miglior cosa è comunque mescolare un 20% di legno dolce con un 80% di legno duro.
FE
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Gli alberi Acacia: il legno è di colore giallo rossastro, resistente all’umidità e pieghevole. Brucia lentamente ed è indicato al mantenimento del fuoco. Noce: la corteccia è di colore grigio e liscia e il legno, molto pregiato, quando brucia emana un aroma forte e intenso. Si può usare per cuocere il pane e i dolci. Quercia: ne esistono di vari tipi, le più comuni sono il rovere, il cerro, il leccio, la farnia. È ottimo perché brucia molto lentamente mantenendo la fiamma. Castagno: legno compatto ed elastico, il castagno aumenta il proprio potere calorico (e la propria resa in generale) se ben stagionato. Faggio: legno adatto da ardere con buon potere calorico, bruciatura lenta e adatta per ogni tipo di cottura. Betulla: meglio usarla durante la fase di accensione perché brucia molto in fretta.
Larice: il suo legno duro è un discreto combustibile, è aromatico e va bene per la cottura delle carni. Pioppo: è particolarmente elastico e leggero e si usa, come la betulla, prevalentemente durante la fase di accensione perché brucia in fretta quando è secco. Olmo: brucia molto lentamente e ha un ottimo potere calorico. Ciliegio: ottimo come legna da ardere per cuocere i cibi al forno, meno come riscaldamento. Pino: discreto come legna da ardere, non dei migliori, sviluppa una fiamma scintillante che riscalda rapidamente. Essendo resinoso fa molto fumo durante le prime fasi dell’accensione. Le sue pigne invece sono un ottimo combustibile. Olivo: è ottimo da ardere, brucia anche quando è verde per la presenza di olio al suo interno che lo porta a fare un fumo fragrante e aromatico all’inizio della combustione. È perfetto per cuocere pizze e focacce.
La crisi e il ritorno di fiamma per i camini. I numeri del legno e del pellets in Italia. Secondo gli obiettivi del Piano d’Azione Nazionale al 2020 le biomasse, tra le quali spiccano i prodotti legnosi,
44% dei consumi di fonti rinnovabili e il 58% dovranno coprire il
+17%
Per l’inverno 2012: delle importazioni di legna da ardere, raggiungendo il valore più alto degli ultimi venti anni.
dei consumi di calore totale.
L’Italia è primo importatore mondiale di legna da ardere nonostante la presenza sul territorio di
10 mi-
lioni e 400 mila ettari di superficie
forestale, in aumento del 20% negli ultimi 20 anni.
12 miliardi
di alberi coprono oltre un terzo della superficie nazionale (pari al 35%), e sono circa italiano.
Con una più corretta gestione delle foreste potrebbero essere prelevate, quasi senza alterarne la sostenibilità,
23,7 milioni di tonnella-
te/anno di combustibile riducendo i consumi attuali di petrolio di ulteriori 5,4 milioni di tonnellate.
-16%
di consumo di gaNel 2011: solio da riscaldamento e 3,3 miliardi di chili di legna da ardere pari a più del triplo rispetto a venti anni fa. L’industria italiana del pellets soddi-
90%
della domanda sul sfa oltre il mercato interno mentre destina quasi
200 gli alberi per ogni 1/3
della produzione nazionale alle esportazioni.
PER I MESI DI LUGLIO-AGOSTO
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MESE LUGLIO: 3,90 e MESE AGOSTO: 3,95 e MESE SETTEMBRE: 3,95 e
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I 5 modi per riscaldare la casa e risparmiare energia. Dal classico al moderno.
R
azionalizzare il riscaldamento in maniera economica, ecologica e funzionale si può! Gli attuali metodi basati su fonti di energia non rinnovabili e spesso non compatibili con l’ambiente, non sono più sostenibili sul lungo periodo. Meglio cominciare a guardarsi intorno e, nel nostro piccolo, ad attrezzare gli ambienti domestici con soluzioni alternative. Soprattutto se abbiamo intenzione di ristrutturare casa. Ecco cossa propone il mercato per risparmiare energia, diminuire le emissioni e contenere i costi. Caldaia a legna Le stufe a pellet, a legna o a mais, hanno oramai raggiunto un livello abbastanza elevato di efficienza e affidabilità e non producono fumi tossici
dato che bruciano solo combustibili naturali. Collettori solari In generale per il riscaldamento domestico sono di due tipi: i collettori piani, i più usati, che producono energia anche se il cielo è nuvoloso, e i collettori a concentrazione, che sfruttano solo la radiazione diretta generando temperature più elevate. Un impianto a pannelli radianti di nuova generazione abbatte i costi di combustibile del 50% circa, mentre accorgimenti più oculati, quale il solo utilizzo nelle zone vivibili (o zone di lavoro) possono abbattere i costi fino al 70%. Riscaldamento a pavimento L’intero pavimento diventa una superficie riscaldante la cui ampiezza
permette di abbassare la temperatura dell’acqua fino a 30°C. Inoltre le nuove tecnologie stanno trovando valide risposte anche negli impianti che sfruttano l’energia solare a costo nullo garantendo temperature confortevoli in pieno rispetto dell’ambiente. Quadri a parete riscaldanti È un innovativo sistema eco riscaldante che in meno di 2 minuti è in grado di riscaldare locali di circa 20 -25 metri quadri. Riscaldamento a infrarossi È un nuovo sistema che permette di scaldare senza disperdere il calore. I normali caloriferi scaldano l’aria, e questa scalda l’ambiente. Con gli infrarossi si scaldano direttamente persone ed oggetti presenti nella casa, perché l’irraggiamento emette calore simile ai raggi del sole, producendo un comfort termico direttamente sul corpo. È un calore pulito, ecologico e addirittura benefico per il corpo, riducendo notevolmente i consumi e quindi anche i costi.
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L’importanza degli infissi
L
egna, stufe, camini. Ma anche infissi. Non che facciano caldo, ma sicuramente permettono di mantenerlo e di non disperderlo causando principalmente aumenti di spesa. L’infisso è l’elemento della parete che consente la maggior dispersione di calore verso l’esterno. La vetrocamera e i telai del serramento, porta o finestra che sia, abbattono i ponti termici e garantiscono una riduzione consistente della trasmissione del calore. Occorre anche fare la scelta giusta dei materiali di cui è composto il serramento. Ci sono moltissimi tipi di legno che si possono utilizzare nella costruzione dei serramenti. Come nella scelta della legna da ardere, anche per porte e finestra conta se si tratta di le-
I legni teneri garantiscono una migliore tenuta in termini di isolamento termico e sono di solito indicati anche all’interno di normative e protocolli di qualità. I più diffusi sono l’abete o il mogano okumè. I legni duri hanno performance meno brillanti sulla tenuta termica, tuttavia vengono spesso utilizzati per la loro migliore qualità estetica, pensiamo al rovere o al frassino. Infine un occhio alla verniciatura. Il serramento esterno non solo è continuamente sollecitato dagli agenti atmosferici, pioggia, vento, freddo, sole, ma può anche essere intaccato da funghi o insetti. La vernice applicata oltre ad avere un’innegabile funzione estetica diventa perciò uno scudo di protezione dagli elementi di degrado.
gno tenero o duro.
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Orgiano Vent’anni di Sogit
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“C
armina non dant panem” dice il proverbio latino: con la poesia (e anche con la prosa) è difficile campare e quindi capita spesso a chi ama la scrittura di dover trovare, per vivere, un lavoro che poco ha a che fare con la sua passione. Io, per esempio, ho fatto l’impiegato e, per una decina d’anni, sono stato collaboratore di Bruno Brendolan, lavorando con lui a stretto contatto. Tecnicamente, il “signor Bruno” – come tutti lo chiamavamo - era il titolare, la massima autorità in azienda, “el paròn” come si dice di solito. Però del paròn non aveva niente. Come ha detto il sacerdote durante l’omelia del funerale, era “autorevole senza essere mai autoritario”. Noi tutti in azienda seguivamo con scrupolo le sue indicazioni non per
barbarano La mia vita nella Formula 3
Corriere Vicentino |
48 | Area Berica
il timore di rampogne o di castighi ma perché ci veniva naturale condividere l’entusiasmo con cui lui mandava avanti l’attività. In tanti anni non l’ho mai sentito alzare la voce o mancare di rispetto a chicchessia, fosse un operaio, un impiegato, un direttore di banca o un fornitore. Fuori dall’azienda, quando dovevamo andare in trasferta a San Daniele o a Langhirano per seguire i conti e le attività degli stabilimenti satellite, cambiava un po’ atteggiamento, diventava più “leggero”, lasciava trasparire maggiormente la giocosità del suo carattere. Qualche volta capitava che mi facesse guidare anche la macchina ma era un tormento, perché se si superava la velocità consentita, prima suonava un bip di allarme e poi arrivava l’invito del signor Bruno a rallentare. Durante il tragitto mi raccontava delle sue esperienze di lavoro e di vita, delle mille
1926
Bruno Brendolan nasce a Montecchio Maggiore. La nonna, Silvia Peretti, è figlia di un macellaio: la famiglia ha gestito a lungo un negozio nella città castellana.
1940
Un commesso viene richiamato alla armi e Bruno, quattordicenne, entra nel negozio di generi alimentari gestito dal padre, Luigi Erminio, in centro a Lonigo. Il ragazzo si segnala per la velocità, la precisione e la cortesia nei confronti dei clienti. Chi se lo ricorda, dice non aver mai visto al lavoro un banconiere così bravo.
1958
Acquista la “Filandetta” di via Cesare Battisti e inizia a stagionare i primi prosciutti. La famiglia possiede un piccolo stabilimento a San Vito di Brendola dove produce salumi per rifornire il negozio. Sotto la guida di Bruno i volumi cominciano a crescere. Nasce la “Brendolan Prosciutti” spa.
1965
Costruisce un nuovo stabili-
mento a San Daniele del Friuli, in zona tipica per la produzione del prosciutto crudo doc. È in contatto con Ennio Muraro, che in quegli stessi anni sta fondando a Sossano il prosciuttificio King’s. Insieme, i due pionieri scriveranno un protocollo per la produzione del prosciutto crudo che ancora viene seguito in tutta Italia. 1992 - Acquista lo stabilimento “Bianchi e Ugolotti” di Langhirano, nel distretto di produzione del Parma Doc. È il punto di massimo sviluppo dell’azienda: i 300 prosciutti del 1958 sono diventati 500.000, “con una percentuale di scarti – amava precisare Bruno – inferiore allo 0,5%”.
2000
Cede l’azienda a un consorzio di allevatori e macellatori del Mantovano. Il marchio “Brendolan” resta sul mercato come garanzia di un prodotto di altissima qualità.
2012 Muore il 5 agosto, per l’aggravarsi di una insufficienza respiratoria.
persone che aveva incontrato e degli innumerevoli casi che gli erano capitati. Era un conversatore facondo e fertilissimo, ascoltarlo era un vero piacere e quella che avrebbe potuto essere la seccatura di passare una giornata intera con “el paròn” diventava una rilassante occasione di divertimento. A tavola, quando gli impegni ci concedevano di sfuggire le forche caudine del panino all’autogrill, Bruno sfoggiava inimitabili arti da gourmet. Conosceva alla perfezione ogni vivanda, non solo i salumi (sui quali avrebbe potuto scrivere un’enciclopedia) ma anche formaggi, pasta, dolci, vini. Il Parmigiano gli era sconsigliato per motivi di salute e il cameriere sapeva di dover metterlo sulla tavola nel punto più lontano dall’illustre commensale. Non si sa come, però - Bruno diceva che era con la forza del pensiero - trascorsi pochi minuti, la larga fetta di formaggio arrivava davanti a lui. Dopo il caffè (“Ottima questa arabica. Sente, Lino, il retrogusto?”) cominciava la processione dei conoscenti. Erano salatori di prosciutto, alcuni anche titolari di industrie di ragguardevoli dimensioni, che venivano a rendere omaggio al loro nume tutelare, a quello che aveva insegnato a tutti il mestiere. Lui ascoltava, evidentemente compiaciuto del riguardo che gli veniva riservato, ma sempre discreto nel dare consigli, prudente nell’emettere giudizi. Nel cruscotto dell’auto teneva una guida del Touring. Se la trasferta era andata bene e avanzava un po’ di tempo si faceva una deviazione per visitare un monumento, una villa, una chiesa. Perché non si vive di solo prosciutto.
lonigo
Un meccanico speciale di Lino zonin
S
enza la macchina, come si fa? Al giorno d’oggi, avere un mezzo di trasporto autonomo è una necessità, specie se si considera come funzionano dalle nostre parti i servizi pubblici. Anche chi ha delle difficoltà a muoversi a causa di un handicap fisico deve, se vuole sentirsi davvero un cittadino come tutti gli altri, poter usare l’automobile. Le grandi case automobilistiche sfornano solo modelli di serie e un disabile, per adattare la vettura alle sue necessità, deve ricorrere a un’officina privata. A Lonigo, di questo importante settore si occupa da oltre dieci anni Gabriele De Loren zi, un meccanico figlio d’arte (nel 1979, a 23 anni è entrato a bottega affiancando il padre e in breve è diventato il titolare della ditta) che nel suo laboratorio di via Baden Powell ha sviluppato con successo questo particolare ramo della meccanica. “È stato un amico portatore di handicap a farmi appassionare a questa materia – racconta Gabriele – . Siamo andati assieme a una fiera di settore a Padova e lì ho capito che avrei potuto mettere le mie conoscenze tecniche al servizio di chi vuole modificare le condizioni di guida. Ho cominciato proprio con l’auto del mio amico e poi piano piano la clientela è aumentata”. Gli oltre 50 interventi fin qui effettua-
ti nell’officina De Lorenzi riguardano quindi gli adattamenti alla guida e il montaggio di macchinari per il carico e il trasporto dei disabili. “Le modifiche vengono stabilite dalla Motorizzazione Civile in base al tipo di invalidità che si vuole superare – spiega Gabriele –. Ad esempio, se un cliente è privo delle gambe, si monta una centralina al
La passione mi è venuta grazie ad un amico
volante con la quale è possibile azionare tutti i comandi con le mani. Allo stesso modo si possono adattare le leve se l’handicap riguarda un braccio o una mano. Se invece a funzionare male è una delle gambe, si possono spostare i pedali della frizione e del freno per assecondare i movimenti. Naturalmente tutte queste automobili hanno il cambio automatico, un optional apprezzato da molti au-
Vendemmiat
rice
tomobilisti e in particolar modo da chi ha dei problemi fisici per la guida. Per quanto riguarda l’accesso alle vetture, si possono montare sedili girevoli, ribaltine, scivoli e sollevatori. I modelli modificati vanno soggetti a un controllo da parte della Motorizzazione e l’esame di guida va compiuto su un’automobile che presenta le medesime caratteristiche tecniche del mezzo che verrà usato, una volta conseguita la patente”. Gabriele De Lorenzi si avvale dei mezzi tecnici di installazione forniti da una ditta specializzata e cura personalmente il montaggio delle apparecchiature e la messa in strada delle vetture modificate. “Gli interventi – conclude – sono piuttosto costosi ma esistono una serie di agevolazioni governative che rendono meno gravosa la spesa: l’Iva è al 4%, la tassa di circolazione per l’auto non è dovuta ed è possibile accedere a rimborsi da parte della Regione”. Un aiuto economico che, sommato a quello tecnico fornito da Gabriele De Lorenzi, allevia a tante persone il peso della disabilità.
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Maturità over 30 di simone bedin
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a iniziato le scuole serali per riscattarsi da un impiego nel quale era pagata per “lavorare e non per pensare”. È la storia di Antonietta Gonzati, 33 anni, che a luglio si è diplomata all’indirizzo “Servizi Sociali” dell’istituto Montagna. Ha iniziato nel 2008 a frequentare il serale all’istituto, ed era diventata ormai la sua seconda famiglia. Madre di Leonardo e moglie a tempo pieno di giorno e studentessa di sera. “Al lavoro le cose si facevano sempre più difficili – spiega Antonietta - tanto che ho dovuto affrontare un momento molto difficile della mia vita personale e lavorativa. La scuola, invece, mi ha restituito fiducia e coraggio”. All’inizio non è stato facile: una casa da riordinare, un figlio da educare, un compagno da amare… e tanto tanto
da studiare. “Dopo essermi iscritta a scuola avevo iniziato a fare l’impiegata, ma il contratto non mi è stato rinnovato perché ero incinta, perciò ho deciso di dedicarmi esclusivamente alla famiglia e allo studio”. Le fatiche hanno dato i loro frutti: Antonietta è riuscita ad aggiudicarsi un ragguardevole 100 portando come tesina il femminismo negli anni 70, partendo dalla situazione della donna in epoca fascista fino ad arrivare alla nascita del “gruppo Femminista autonomo di Lonigo”. “La tesina mi appassionava molto e credo di averlo trasmesso anche ai commissari, anche se ho avuto fortuna con le domande della commissione” sottolinea. Nella sua classe erano in tre ragazze sulla trentina d’anni, il resto quasi tutte ventenni ma nonostante ciò Antonietta si è sentita ben integrata nel gruppo e
non ha risentito la differenza d’età. “Al serale - ci tiene ad aggiungere - non è scontato nulla, si deve studiare, ma spero che la mia testimonianza possa essere d’aiuto a tutte quelle persone che hanno paura di chiedere di più dalla loro vita”.
lonigo
E
Addio cedro...
ra sanissimo ma debole di radici. Così il grande cedro che sorgeva davanti all’entrata est di villa Mugna ha dovuto essere abbattuto per evitare che un colpo di vento più forte del solito lo facesse precipitare addosso alle case vicine. I tecnici incaricati dal Comune ci hanno messo una giornata intera, prima per sfrondarlo, poi per sezionarlo in piccoli tronchi fino a ridurne l’altezza – che inizialmente era di oltre 30 metri – a una dimensione tale da non provocare danni cadendo. l.z.
lonigo
I
Lavori in corso al centro giovanile
l 20 agosto sono iniziati i lavori di ristrutturazione del centro giovanile, con termine previsto entro novembre. I locali, ora liberi anche al mattino, dopo che l’istituto Ipsia Sartori ha lasciato lo stabile, sono disponibili ad essere utilizzati dalle realtà locali. “Le prime opere messe in cantiere - spiega il parroco don Vittorio Montagna riguardano un nuovo impianto di riscaldamento, con la possibilità di riscaldare solo le aule che vengono utilizzate, la revisione dell’impianto elettrico, la sostituzione degli infissi, delle porte e la ritinteggiatura dei locali. Inoltre, sarà facilitato l’accesso alle persone disabili grazie ad alcuni interventi edili per la protezione di montanti e rampe e arriveranno anche nuovi arredi per le sale e le aule”.
A quanto ammonta il costo degli interventi? “La spesa non dovrebbe superare i 250.000,00 euro. Il Comune ha stanziato 5.000 euro dal fondo
speciale per le opere di urbanizzazione secondaria. Attualmente la parrocchia dispone di 105.000 euro. Si farà poi ricorso, come in passato per altre opere, alla generosità dei parrocchiani attraverso offerte e prestiti”. s.m.
sarego
La radio In casa di simone bedin
C
on la sua “Qui Radio Golden” potrebbe essere definito il Giuliano Ferrara di Meledo. Stiamo parlando di Lanfranco Lamarina, 46 anni, di Meledo, storico speaker di “Radio Vicenza International Fm” e della sua web radio anni 80. Un lavoro che si è trasformato in passione tanto da costruire un vero e proprio studio radiofonico in casa, in cantina precisamente, che non ha niente da invidiare alle grandi radio nazionali: computer, mixer, server, regie automatiche, microfoni, sala regia, postazione ospiti, telecamere e l’immancabile segnale luminoso “On Air” che indica ai presenti che si
di programmi tv ed emittenti private. Ma forse, puntare sul futuro della grande rete internet è stato solo un bene perché ora, a distanza di sei anni, Golden Radio è la quarta web-radio più seguita d’Italia, tanto da guadagnarsi il posto come radio predefinita su Media Player, Real Player e iTunes. “La musica è emozione – spiega Lanfranco -, la bravura sta anche nell’accostare due brani musicali con un senso logico e non buttati lì a caso. Gli ascoltatori si devono commuovere”. Ma i vicini di casa sanno che di fianco alle loro case c’è una delle web-radio più ascoltate in Italia?
alle tasche di Lanfranco Lamarina circa sei mila euro tra brevetti, manutenzione, noleggio di server esteri, acquisto di canzoni e altre spese di gestione. “Vedo in questa passione il mio futuro e le imprese dovrebbero investire su queste web-radio. A settembre vi aspetto tutti i lunedì sera con la diretta di “Goldenight”. Puntiamo tutto sull’interazione con gli ascoltatori con telefonate e chat. Prenderemo i messaggi più belli e li leggeremo in diretta. E i segnali che la trasmissione sarà un successo già non mancano. “Un lunedì pomeriggio - racconta - ero a casa tranquillo, pronto per la diretta, quando ad un certo punto suona il campanello: erano delle radioascoltatrici dalla Sicilia venute per essere ospiti in trasmissione. Mi è capitato anche con degli ascoltatori da Milano e della Calabria”.
È tra le web radio più seguite in Italia “Un paio di vicini l’hanno scoperto circa un mese e mezzo fa durante dei lavori in casa mia, ma se chiedete dov’è Golden Radio, la maggior parte delle persone non saprà rispondervi”. www.goldenradio.it comprende due canali, uno solo musica anni 80 e l’altro dedicato alla musica italiana, recente e non. La soddisfazione per gli ascolti supera ogni ostacolo, anche quello economico, visto che la radio ogni anno costa
lonigo è “In onda”. Rivenditore Vodafone di giorno e speaker nella sua web-radio la sera, così ha coronato quel sogno che si è trasformato in realtà dal 2006 con la diffusione dell’Adsl. “In verità – spiega - il mio sogno è sempre stato quello di aprire una radio classica”. Ma in Italia la legge Mamm ha sigillato le frequenze impedendo la diffusione su scala nazionale
S
Campo estivo in convento
oddisfazione per la prima esperienza di campo scuola all’interno del convento dei frati francescani di Lonigo: 55 gli iscritti dalla quarta elementare alla quinta superiore , 17 gli animatori, 10 persone addette alla cucina! L’esperienza di campo estivo all’interno delle mura del convento francescano si è resa necessaria in quanto quest’anno “per motivi economici – ci spiega padre Alessio - abbiamo deciso di non gravare sulla famiglia, così abbiamo realizzato il campo nello stile dell’essenzialità francescana. Per la prima volta abbiamo introdotto, accanto alle attività di riflessione, di gioco e alle uscite, anche un momento di educazione al lavoro con lo scopo di maturare una forma di rispetto e di tutela della natura ”. s.m.
Corriere Vicentino |
53 | Area Berica
n o v e n ta
Piscina:Si farà? Motori Accesi I sono state le aziende interessate ma le banche spesso non danno le gacentri sportivi di Noventa Vicenranzie per ricevere i finanziamenti. tina? Un campo dove dovrebbe Di conseguenza siamo bloccati. Ci nascere una piscina e, a pochi dovrebbero essere novità dopo il 20 metri, un palazzetto settembre. Incrodello sport ciamo le dita. a ata per la piscin L’area individu per ora deE il palazzetto serto. I cittadello sport? Ab dini iniziano biamo notato che a porsi qualavete sistemato che domanda, la parte esterna. che abbiamo Quando sarà uti girato all’aslizzabile? sessore Carmi Anche se in rine Pasquale tardo di qualche Coppola. mese il palazLa questione zetto è comdel bando di pleto, in pergara per l’apfetto stato ed palto della coagibile. L’unica struzione della cosa che manca piscina pubbliè l’installazione ca sta divendel contatore tando infinita. del gas che avIl nuovo palazzetto dello sport Ogni trenta o verrà a giorni, sessanta gior dato che ad agoni il bando viene rinviato. Per quale sto, causa ferie, motivo? i lavori sono stati fermi. A partire Il progetto della piscina comunale è dall’apertura delle scuole il palazzetcompleto e approvato da mesi. Molte to sarà fruibile per tutti.
di silvia maculan
sarego Amici, non solo vicini di casa... Seconda edizione per la cena delle vie Conti da Porto e Kennedy a Monticello di Fara, che si è tenuta a fine agosto. E la festa si avvia già a diventare tradizione. g.s.
Corriere Vicentino |
54 | Area Berica
di silvia maculan
I
l rombo dei motori risveglia l’Area Berica in un pomeriggio plumbeo e uggioso di inizio settembre: a Noventa Vicentina è stato organizzato il terzo raduno di Harley Davidson. Una fila di moto fiammanti e personalizzate fa il capolino in piazza IV novembre. Dalle cromature, ai caschi, fino ai giubbini di pelle con le frange e gli stivali, ci sentiamo catapultati nel mito americano. Com’è nata questa iniziativa? Ci risponde Filippo Dal Prà, vicepresidente della Consulta Giovani: “Alcuni di noi sono sempre stati appassionati di Harley, quindi l’idea ci è venuta spontanea. È il terzo anno consecutivo e a parte il tempo che non ci è stato favorevole, ne siamo comunque contenti. Abbiamo condiviso la giornata con altri motociclisti e si è presentata anche un settantacinquenne da Ferrara. Che dire, una soddisfazione!” “Molte idee per il nuovo anno scolastico che sta per cominciare - ci spiega Alessio Anzolin, presidente della Consulta -. Prima fra tutte l’organizzazione di un convegno sulla sicurezza stradale, in collaborazione con le scuole superiori noventane”.
n o v e n ta
A tema libero “C i si trova alle 21 sotto il campanile”? Così un po’ per gioco, per scherzo e per passione, dal 1995 un gruppo di otto amici ha fondato il circolo fotografico “Il Campanile”, con lo scopo di promuovere questa nobile arte. Tra immagini, colori, macchie, luci ed ombre e giochi di linee e figure, incontriamo Renzo Formaggio e Lorenzo Cailotto alla rassegna collettiva a tema libero, inaugurata il 1 settembre presso Villa Barbarigo. In questi ultimi anni la vostra associazione ha acquisito una certa visibilità nel territorio. Come ci siete riusciti? Dal 2002, oltre ai consueti incontri con fotografi amatoriali e professionisti e ai corsi di fotografia, con il patrocinio del comune di Noventa, organizziamo un concorso nazionale aperto a tutti, amatori e professionisti, e dobbiamo ammettere che ci sono tantissimi partecipanti da tutta Italia e la qualità delle foto sta crescendo enormemente. Da cinque anni, invece, ci occupiamo di un altro contest mol-
to particolare, il digital slide show, un concorso nazionale per audiovisivi. Si tratta di vedere la fotografia da altri punti di vista. Solitamente, poi, dalla prima domenica dopo Pasqua, per tre settimane, esponiamo anche delle rassegne monografiche in giro per il paese. Per questa collettiva che sarà in esposizione fino al 23 settembre, hanno partecipato 22 soci con circa quattro foto a testa. La partecipazione è alta? Attiriamo allievi dalle province di Verona e Padova e dall’alto vicentino. E l’età è varia. La fotografia viene apprezzata dalle scuole elementari alla terza età. Qualcuno dell’associazione è riuscito a fare strada in questi anni? Alcuni hanno vinto concorsi prestigiosi nazionali. Uno dei soci fondatori, Dennis Ziliotto, in particolare, ha abbandonato il suo studio fotografico e lavora come freelance. Alcune sue foto sono esposte presso il MoMa di New York. s.m.
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uoi per le interminabili e afose giornate, vuoi per il maggior tempo libero, certo è che nella stagione estiva i tornei sportivi, anche nelle nostre zone, sono all’ordine del giorno. Occorre però ammettere che tra tutti ve ne sono alcuni di particolarmente singolari e pochissimi addirittura di unici. Uno che a pieno diritto può entrare in quest’ultima, esclusiva categoria, è il pallavolistico “Pirocca Day” che
si è svolto proprio qui a Sossano per il terzo anno consecutivo. Per capirne qualcosa di più abbiamo chiacchierato con Gloria, uno dei suoi partecipanti. Gloria Pirocca, ovviamente. “L’idea è nata dai quattro fratelli Pirocca, mio padre e gli zii, genitori di ragazzi quasi tutti innamorati della pallavolo - spiega Gloria Pirocca -. Il primo anno si è svolto nell’arco di un pomeriggio, ma il secondo e il terzo lo abbiamo ampliato, in modo da occupare un’intera domenica. Giochiamo la mattina, ci fermiamo per
pranzare insieme e riprendiamo gli incontri nel pomeriggio”. Uno spazio aperto in campagna, lontano dal centro del paese e il divieto, per ogni squadra, di giocare con più di un paio di tesserati, giusto perché tra le formazioni non ci sia troppo disequilibrio. Ognuna delle quattro affronta tutte le altre in un torneo che perciò non è ad eliminazione, ma per così dire ad accumulo punti. “Per quanto riguarda l’organizzazione - continua Gloria - i quattro fratelli si ritrovano qualche tempo prima per stabilire il tutto, mentre per il gioco, la mia squadra inizia ad allenarsi semplicemente una settimana prima, ma non saprei rispondere per le altre”. L’evento non è però dedicato solo a queste quattro famiglie. Possono partecipare anche gli amici e i vicini di casa: quest’anno i tifosi e i simpatizzanti ammontavano a un centinaio, mentre i giocatori erano una trentina. Insomma, una giornata di sport e di divertimento in famiglia e con gli amici, ma dove niente è lasciato al caso: le misure del campo regolamentari, le premiazioni con le coppe dal quarto al primo posto e le maglie differenti per ogni squadra...
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Marketing e solidarietà
n alcune occasioni il mondo del marketing e quello del sociale si incontrano. Come nel progetto noventano “Liberi di essere, liberi di muoversi”, che vede la partecipazione dei Servizi Sociali del Comune, dell’assessore Mattia Veronese, del Gruppo Alpini U. Masotto di Noventa Vicentina e dell’azienda M.L.G. Quest’ultima ha dato, in comodato d’uso gratuito per quattro anni, un pulmino Fiat Doblò dotato di pedana portadisabili. Si tratta di un servizio dedicato alle famiglie che hanno necessità del trasporto di un loro caro, per visite mediche o attività sociali. Il servizio viene seguito da una ventina di volontari del Gruppo Alpini e l’unico costo per l’utente è una tariffa a seconda del consumo del carburante. Il marketing dove si incastra? “Abbiamo avuto il mezzo - spiega Veronese - tramite il finanziamento di alcuni sponsor che, in cambio della loro pubblicità ad effetto visibile sul mezzo, ci danno un contributo”. s.m.
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Orgiano
Vent’anni di Sogit urante la festa del 2 settembre c’è stato spazio anche per le premiazioni. L’associazione Sogit ha ricevuto da parte dell’Amministrazione comunale una targa come riconoscimento e ringraziamento per l’opera svolta in questi vent’anni a favore della cittadinanza orgianese e del territorio. Un altro
l’esigenza di molte persone non ambulabili di essere trasportate verso strutture sanitarie (ospedali, case di cura, poliambulatori, ecc). Dopo aver sentito la disponibilità di altri cittadini, mi era venuta l’idea di poter prestare il nostro servizio a queste persone bisognose, dedicando il tempo libero. Il primo mezzo che abbiamo recuperato è stata una vecchia ambulanza!
In seguito abbiamo acquistato un’autovettura per trasporto di persone autosufficienti, un altro automezzo Fiat Doblò con la possibilità di trasportare disabili con carrozzina, mentre di recente, con il sostegno dell’Unione dei Comuni del Basso Vicentino, abbiamo sostituito la prima ambulanza con una di ultimissima generazione, molto efficiente. La vostra forza?
riconoscimento è stato conferito dal presidente nazionale Sogit a Paolo Todesco, presidente e fondatore del gruppo di Orgiano, per la dedizione, la sensibilità e l’impegno dimostrati. “Il gruppo - racconta Todesco - ha iniziato la propria attività nel ’92 per
Ed ora quanti mezzi avete? Nel 1997 siamo riusciti a sostituire l’ambulanza con un nuovo Fiat Ducato ed è stato l’anno di transizione, nel quale siamo cresciuti anche come gruppo di lavoro e come numero di interventi.
I volontari, attualmente una cinquantina, che sono sempre disponibili e riescono a soddisfare tutte le richieste che ci vengono proposte. Riusciamo a gestire due o tre interventi al giorno, per un totale di sette-ottocento all’anno.
di silvia maculan
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Agricoltura festa e bilanci N ella splendida cornice di Villa Francanzan Piovene ai primi di settembre si è svolta la XII edizione della tradizionale festa dei trattori. Tre giorni di mostre, esposizioni di trattori e mezzi agricoli storici che si sono sfidati in prove di aratura, cavalli e cavalieri, mostra di animali, serata di arte coniugata al cinema e, infine, degustazioni di prodotti ispirati alla tipicità e alle tradizioni locali. Un’Orgiano in piazza, nel vero senso del termine, con mol-
tissimi volontari che hanno dato una mano e tante associazioni che hanno partecipato. Ma l’agricoltura, che di quest’evento è stata la festeggiata speciale, come se la passa dopo questa stagione a dir poco calda e secca? “Il nostro comune ha moltissimi allevamenti di pollame e fondamentali, di conseguenza, sono le coltivazioni del mais – spiega l’ass. Daniela Rapetta -. I pozzi fortunatamente hanno sempre funzionato e non abbia-
Corriere Vicentino |
57 | Area Berica
mo avuto un calo dell’acqua, anche se gli interventi per irrigare sono stati notevoli e questo influirà sicuramente sui costi. Per tirare le somme è ancora presto: a settembre siamo in alta stagione nelle campagne”. s.m.
barbarano
Cava sì o no? di silvia Maculan
U
n’estate confusa per i cittadini di Barbarano sul fronte cava, per il quale si sono succedute notizie diverse.
questo è già degradato in modo tale da non poterlo più rimettere com’era in precedenza). “Un’interpretazione di Thiene - spiega il Sindaco - ma il nostro colle può tornare velocemente allo stato preesistente”.
Luglio 2012
Primavera inoltrata L’ultima visita in Regione del sindaco Boaria per l’impianto a biogas ha avuto esiti imprevedibili. Nei corridoi del pa-
Il progetto, arrivato nei giorni più caldi dell’anno tra le mani della Giunta comunale, prevede una sistemazione ambientale e la costruzione di una pista ciclabile. “Ricordiamo che è solo un’integrazione al vecchio progetto di escavazione di 700.000 metri cubi, che è già stato bocciato per carenza documentale e perché non conforme ai regolamenti urbanistici” racconta Boaria.
Risvolti futuri? lazzo regionale si è incontrato e scontrato con Giulio Thiene, cavatore proprietario del sito di Monticello. Pochi giorni dopo la conferma: è stata presentata un’integrazione ai documenti del precedente progetto, già bocciato dalla Commissione Tecnica Provinciale Attività di Cava, sulla base dell’articolo 22 (ndr: è possibile ripristinare l’ambiente con l’apertura di una cava, se
A fine mese ci sarà il Consiglio Comunale dove verrà emanato un provvedimento di diniego. “A queste condizioni nessuna cava è giustificabile - ribadisce Boaria -. Il sito è stato solo scorticato superficialmente e in poco tempo il terreno accumulato ai lati può essere risistemato. La nostra strategia sarà evitare che l’integrazione venga riportata in Commissione Tecnica Provinciale, dato che presumiamo che il procedimento non sia del tutto ordinario”.
Calici di Stelle A
nche quest’anno, per il 10 agosto, quando milioni di persone rivolgono il loro sguardo al cielo, a Barbarano il Comune e la Pro Colli Berici hanno organizzato la serata Calici di stelle: una notte di musica dal vivo e degustazioni di vino della qualità DOC Colli Berici e piatti prelibati locali, dai salumi ai formaggi, dalle grappe ai dolci. Le vie e le piazze del centro storico sono state animate fino all’alba, con oltre duemila bicchieri venduti e circa quattordicimila assaggi. Archiviata con successo questa iniziativa, che ha visto la partecipazione di circa seimila persone, con le bancarelle e i negozianti che hanno esaurito i prodotti, sono in molti a chiedersi se sarà organizzata o meno la tradizionale Festa dell’Uva. “Possiamo confermare che è stata sostituita con Calici di Stelle, in cui investiremo sempre di più visto il numero di presenze e il successo in crescita - spiega il sindaco Roberto Boaria -. E sempre a proposito di manifestazioni, la Rievocazione Storica è diventata biennale, per cui bisognerà attendere il 2013 per la prossima edizione”. s.m.
orgiano
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È attivo lo sportello psicologico
ono numerose le famiglie che assistono in casa l’anziano affetto da demenza senile o hanno familiari con difficoltà psicologiche e, spesso, non vengono aiutate dalle istituzioni. Lo Sportello psicologia, progetto presentato qualche mese fa, è ora diventato una realtà. Tramite un bando del G.A.L. Terra Berica il Comune ha ottenuto circa 23.550 €, il 75% della spesa complessiva. La Cooperativa Sociale Casa Bianca di Noventa Vicentina si è aggiudicata l’appalto e la psicologa Antonella Vezzù sarà presente ogni lunedì dalle 10.30 alle 12.30 presso il municipio di Orgiano per stabilire i colloqui con i fruitori e gli appuntamenti delle visite a domicilio. Un servizio gratuito e rivolto a tutti i cittadini del comune. “Non sappiamo esattamente quale sarà il riscontro perché lo sportello sta aprendo in questi giorni, ma ho ricevuto moltissime richieste di informazioni e mi fa ben sperare” afferma l’assessore Simone Refosco. s.m.
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barbarano
La mia vita nella formula 3 V ruuuum, il rombo di un motore, che provenga da un’auto da corsa o dalla sua moto, e l’odore della benzina sono la colonna portante della sua vita. Nel 2007, a soli 21 anni, Francesco Frigo, di Ponte di Barbarano, dopo un’esperienza come meccanico e addetto alle revisioni in una nota concessionaria automobilistica locale, comincia a guardarsi attorno. Qualche colloquio
Mi occupo di preparare la macchina in ogni sua parte nelle nostre officine e di seguirla in pista durante ogni evento di test ed ogni gara. Per questo motivo viaggio in continuazione. La gara più bella che ricordi? Credo che la prima vittoria non si dimentichi mai. 24 aprile 2010, circuito di Misano (ndr: ora intitolato a Marco Simoncelli), con
e inizia a lavorare per un’azienda che si occupa di preparare auto da competizione. Ora è responsabile di un’auto all’interno del Campionato Europeo di Formula 3. In cosa consiste esattamente il tuo lavoro?
il pilota, nonché caro amico Andrea Caldarelli, che ci ha ospitato nella sua casa per tutto il weekend. Quell’anno finimmo il campionato con un terzo posto! È stato difficilissimo farti un’inter vista: un giorno sei in Inghilterra, la settimana successiva in Spagna…
Qual è stata la gara più lontana? Sicuramente Macau, per il Mondiale di Formula 3. Erano presenti squadre da ogni parte del mondo, un’esperienza unica e indimenticabile! Certi ingegneri e meccanici sono disposti ad esserci senza venire pagati, questo sì che si chiama passione! Hai mai combinato qualche guaio? Ci si può dimenticare di stringere bene un pezzo e perderlo in pista, ma questo fortunatamente non mi è mai successo. Il tuo circuito prefe rito? Sicuramente quello che amo di più è il Mugello, avvolto in un’atmosfera magica nel cuore degli Appennini. Mi ha regalato moltissime emozioni, vedere le mie auto vincere, la Ferrari Formula 1, un weekend con la Moto GP… ne potrei parlare per ore. Cosa vorresti fare da grande? Carriera in Formula 1? Anche no! In realtà quello che sto facendo è molto gratificante, gestisco un’auto, provo ad inventare e modellare nuove soluzioni meccaniche ed aerodinamiche. È una sfida continua. Donne e motori? Assolutamente gioie e dolori! s.m.
Albettone
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Inaugurato il poligono di tiro: un riferimento per tutto il Nord
el primo sabato di settembre è stato inaugurato il nuovo poligono di tiro di Albettone. L’impianto, che supera i 32 mila metri quadrati di terreno, è gestito dall’associazione sportiva “Alpha 22 Shooting” e date le dimensioni, la struttura e la tecnologia aspira a diventare il punto di riferimento per il Nord Italia. Nel poligono è possibile effettuare la pratica sportiva di tiro dinamico con la pistola e con la carabina, oltre che l’addestramento e la formazione delle forze armate, in un impianto all’avanguardia, tra i primi posti a livello nazionale. l.t.
nanto
Non è la fine del welfare di silvia maculan
L
a scure della “Grande Crisi” si è abbattuta pesantemente sui capisaldi del cosiddetto “welfare state”. E se lo Stato taglia a destra e a manca per contenere la spesa pubblica, spetta agli amministratori locali far fronte ai problemi contingenti dei cittadini. “La frequenza con cui si presentano le richieste di aiuto da parte delle famiglie è disarmante, perché le nostre risorse sono molto limitate – spiega il vicesindaco di Nanto Giorgio Marchetti, delegato alle Politiche Sociosanitarie e all’Attività finanziaria e tributaria comunale –. L’avanzo di bilancio è bloccato per vertenze legate a debiti contratti con la Provincia ai tempi del Consorzio del Metano (1986-1993) e, se ciò non bastasse, ci sono i tagli statali e regionali”. In tema di politiche socio-assistenziali, l’Amministrazione comunale ha
cercato di privilegiare bambini e gli anziani. “Abbiamo previsto l’erogazione di fondi per garantire il servizio mensa e il trasporto scolastico a quei bambini che hanno i genitori in difficoltà economiche. Inoltre, grazie ad un’iniziativa finan-
lavoro temporaneo finanziato in gran parte dalla Provincia stessa; a questo si aggiungono le assunzioni di un lavoratore in mobilità e di un volontario in Servizio Civile Nazionale e la collaborazione con un’agenzia di selezione del personale per segnalare annunci di lavoro ai cittadini. Per quanto riguarda le politiche socio-sanitarie, con il Piano regionale recentemente approvato aumenteranno i servizi nel territorio. Si parla, a proposito, di reperibilità di medici di base e specialisti per tutto l’arco della giornata ed è prevedibile che Nanto, con il suo Centro Socio-Sanitario all’avanguardia, rivesta un ruolo chiave nell’Area Berica essendo situato a metà strada fra Vicenza e Noventa.
Le richieste d’aiuto delle famiglie sono frequenti
ziata parzialmente dal GAL, siamo riusciti ad avviare un doposcuola in fattoria didattica. A favore degli anziani e delle persone in convalescenza post ricovero, abbiamo invece confermato il servizio di ADI (Assistenza Domiciliare Integrata), per la consegna di pasti a domicilio e per il supporto infermieristico. Inoltre sono sempre attivi lo sportello famiglie e il servizio dell’assistente sociale”. In tema di occupazione, il Comune ha aderito ad un bando della Provincia per disoccupati fornendo un
pojana Una giornata per le maxi famiglie Si sono date appuntamento in Villa Pojana, domenica 9 settembre, le famiglie numerose per la prima festa regionale. Ed è stato un successo!
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Sempre più social!
D
al 31 luglio scorso, il Comune di Nanto ha attivato un profilo sul social network Facebook. Attraverso questo canale, il cittadino potrà “dialogare” direttamente con l’ente locale, tenersi aggiornato su servizi ed eventi proposti dall’Amministrazione e scambiare informazioni con altri cittadini. Questa iniziativa, insieme alla recente adesione del Comune al progetto del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione denominato “Mettiamoci la faccia”, è finalizzata al miglioramento continuo dei servizi pubblici e alla rilevazione della soddisfazione degli stessi da parte dell’utenza. m.m.
Calcio
sport
Etenli e il suo Lonigo addio giorgio
12.05.2002 Lonigo in serie D La squadra pazza di gioia e il gruppo dirigente: da sx Cracco, Etenli col figlio Moreno, Martinello e Lunardi
di stefano canola
S
e n’è andato in estate, quasi per non disturbare il campionato, il presidente storico del Lonigo, per oltre un ventennio sulla breccia. Giorgio Etenli ha ascoltato il 21 agosto il triplice fischio dell’arbitro più inflessibile: forse avrà commentato, com’era solito fare allo stadio Mancassola “desso podemo ‘ndare, tanto il risultato nol cambia pì”. Quante ne ha seguite di gare della sua squadra, quanta passione c’ha buttato dentro zigzagando tra gli impegni dell’impresa edile e della famiglia, battesimi e mattoni. Grazie alla sua tenacia è terminato l’anonimato sotto la Rocca Pisana, sono arrivate le vittorie in Prima, in Promozione e, sudatissima, in Eccellenza. Quel 12 maggio 2002 rimane probabilmente il suo giorno di gloria, anche se aveva già passato il timone al figlio Moreno. Era il com-
pimento di un progetto condiviso con gli amici imprenditori Trevisan e Loro, era l’approdo a quella serie D fin lì sfuggita sotto il naso. E poi la salvezza del primo anno nell’Interregionale, mettendo sotto nello spareggio del 2003 il Montecchio dell’amico – rivale Aleardi. E tanto altro ancora con quella maglia biancoceleste sempre idealmente indossata e materialmente appoggiata sulla sua bara, alla partenza per l’ultima trasferta. Senza dimenticare il vivaio, cresciuto durante la sua presidenza fino a diventare un punto di riferimento per un vasto territorio. “Avevo con Giorgio un rapporto quasi da figlio a padre – ricorda Die-
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go Martinello, l’allenatore di quegli anni formidabili. – Aveva la forza economica ma anche la conoscenza per muoversi bene nel mondo del pallone. Se si fidava di te, ti dava carta bianca. Quando abbiamo venduto l’attaccante Rocca, io sono andato a trattare e ho fatto il prezzo; l’altro presidente, disorientato, l’ha chiamato, ed Etenli ha risposto: “Se il mister ha detto così, va bene”. “Il presidente entrava solo due o tre volte l’anno negli spogliatoi, ma allora non volava una mosca – testimonia Berto Lunardi, ds di lungo corso. – Giorgio era uomo di poche e pesanti parole. Sapeva però anche buttarla sul ridere, al mercatino dei dilettanti teneva banco. E quando abbiamo ingaggiato Sambo, attaccante alla soglia dei 40 anni poi decisivo per la D: “Non te vorè mia el rimborso spese, te ghè fato el militare con mi”. Non ce ne saranno più come lui.”
motocross
Salto sul podio di stefano testoni
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anni compiuti lo scorso luglio e classe da vendere. Davide Meggiolaro, mini crossista di Arzignano: campione veneto junior in sella alla KTM 85cc, dodicesimo ai campionati italiani di categoria e sesto con la squadra del Veneto B al Trofeo delle Regioni. Un anno da ricordare per il ragazzo che tra fine settembre e inizio ottobre spingerà a tutto gas per salire sul podio del trofeo triveneto. “Una stagione positiva – spiega Davide – anche se resta il rammarico per l’Italiano dove potevo fare meglio se non fosse stato per l’infortunio nella prima manche. Adesso devo lavorare per il Triveneto dove cercherò di prendermi il primo posto, anche se la concorrenza è agguerrita”.
A tre anni la sua prima moto, “colpa” della passione del papà Vinicio, primo tifoso di Davide e meccanico. Il baby Meggiolaro, iscritto al MC Il Grifo e portacolori del Team Hobby Motor, ha le idee chiare per il futuro: allenamenti e tanto cross per arrivare magari a traguardi importanti come quelli raggiunti da Cairoli, numero uno mondiale della specialità. “La moto è la mia vita, il cross mi diverte. I sogni per il futuro sono tanti, devo andare avanti passo dopo passo senza montarmi la testa”. I baby crossisti, quando scendono in pista, diventano grandi.
“Fuori siamo tutti amici, giochiamo insieme, siamo come dei fratelli. Poi però, quando è ora di prepararsi, si inizia a pensare solo alla gara e la rivalità viene prima di tutto, tutti vogliono vincere. Non mancano i riti scaramantici come la sequenza nella vestizione, prima il guanto destro e poi, prima del via, un bacio alla collanina e uno alla mamma”. E il numero? Il 9 perché mi è sempre piaciuto e perché lo usa Fabrizio Amoroso, il compagno di mia cugina. Un anno dovevo usare un numero pari, scelsi il 36 perché la somma delle cifre fa 9. Il futuro? Ancora tanta moto tra i senior del minicross. Il prossimo anno spero di fare meglio, specie nell’Italiano. Lasciami ringraziare la mia famiglia, il team, il moto club e lo sponsor Ricosma sempre al mio fianco.
mtb endurance
6 ore principesca di mirco milan
L
onigo ha ospitato il 1° settembre la prima edizione della “6 Ore del Principe”, gara di mountain bike a squadre ed individuale su un circuito misto di circa 5 km organizzata dall’associazione “Palladioitinerante” e dal Comune. A mezzogiorno la partenza: il primo tratto nel centro cittadino e poi sui saliscendi nel suggestivo Parco di Villa Giovanelli. 94 gli atleti allo starter. I primi staffettisti delle 18 squadre iscritte e i 22 “solitari”, rievocando antiche partenze motociclistiche, hanno attraversato correndo a piedi Piazza Garibaldi, prima di inforcare la compagna a due ruote. Vento, pioggia e qualche momento soleggiato hanno fatto da
contorno alla fatica dei partecipanti, che in alcuni casi hanno preferito scendere dalle bici per oltrepassare tratti insidiosi. Alla scadenza delle 6 ore, con traguardo ancora in Piazza Garibaldi, per tutti la soddisfazione d’aver portato a termine una prova impegnativa. L’hanno spuntata i ragazzi del Team Corratec, dopo un testa a testa durato tutta la gara con il Liona Bike Team. Il Team Veterani Orange a completare il podio. Nell’individuale Alberto Salgarollo (Team New Line) è stato vero e proprio dominatore. Alle sue spalle Lauro Peretti e Marco Deanesi. In gara anche due donne, Veronica Consolaro e Maria Grazia Mattinzioli, che si sono ben comportate. Con la speranza che nel 2013 la presenza femminile sia più numerosa. Corriere Vicentino |
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Il vincitore della gara individua le Alberto Salgarollo.
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