Copia omaggio / anno XIV settembre 2013
I delitti irrisolti Praticò
ritorno a vicenza Intervista
al premio Oscar Nicola Piovani
Riaprire le case chiuse?
“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza” - 0,42 E
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editoriale di Stefano Cotrozzi
sommario
Ciao vecchio gendarme
Inchiesta Riaprire le case chiuse?
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L’INTERVISTA Il premio Oscar Nicola Piovani
26
SPORT Antonino Praticò
28
focus I delitti irrisolti del Vicentino
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32 36
arzignano La nuova Marly’s
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arzignano Ciao Tru Tru
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ALTAVALLE Agricoltura in rosa CHIAMPO I miei primi 100 giorni
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Montecchio Il comitato di viale Stazione già all’opera
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E
alla fine un pezzo così lo devi scrivere di getto. Come puoi racchiudere un amico e un collega come Michele Trolese in un solo articolo? È impossibile, racconti delle immagini. La prima volta che ti ho visto giocavamo nei giovanissimi della Garcia Moreno, anzi tu giocavi mentre io stavo in panchina. Eri magretto, biondino, con degli occhiali enormi. Gli avversari ti prendevano in giro: “Dove vai con quei fanali?”. E tu buono buono li punivi a suon di gol. Oppure quella partita con Vicenza Press, la squadra dei giornalisti, quando hai segnato un gol al Menti con la maglietta del Lanerossi ed hai esultato come neanche Tardelli ai mondiali di Spagna. Che tu finissi a scrivere di calcio era segnato nelle stelle, sei l’unico che poteva scrivere sia sul Gazzettino che sul Giornale di Vicenza assieme, adesso lo possiamo dire, purtroppo quando la partita è finita. Troppo presto per uno che l’incontro alla radio te lo faceva godere come neanche in Brasile. Riuscivi a trovare qualcosa di buono anche in Caramanno, con quel presidente strampalato che adoravi e che poi è diventato l’idolo di un’intera provincia. (Continua a pagina 42)
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Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-012000 - Berica Editrice s.r.l.
Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Caporedattore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini, Lisa Masiero, Alberto Faedo, Silvia Maculan. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna. Stampa:
SPECIALE Salute e Bellezza
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BRENDOLA La sagra si sposta
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MONTEBELLO Lavori in stallo 56
Centro Stampa Editoriale - Grisignano di Zocco (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 349 5183614 Federico Hanard 335 5293582
LONIGO O il Borsa o la farmacia... SAREGO 63 Asilo: il Comune rassicura 65
SPECIALE Casa dolce casa
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Made in vicenza
vipera con garbo
Piera Moro
Elisabetta Badiello
La forza del digiuno
Indigestione di dolore e violenza
*Sindaco di Marano Vicentino
E
sistono ancora i profeti; a loro va data voce e ascolto. Non appena sono venuta a conoscenza del digiuno di don Albino Bizzotto in favore dell’ambiente, e ancor di più dopo averlo conosciuto, ho capito di trovarmi di fronte a qualcuno che aveva parecchie cose importanti da dirmi. Da dire a me come persona, prima ancora che come Sindaco di Marano Vicentino. È stato come trovarmi a contatto con un profeta che parlava la mia stessa lingua, che aveva le mie stesse idee sul territorio. Perché il territorio sarà la nuova ricchezza del futuro. Di questo sono sicura. Preservarlo è un preciso obbligo morale e istituzionale. A cosa serve un’amministrazione che non sa guardare e programmare il futuro del proprio paese? È tempo di chiederci quali garanzie di futuro abbiamo davanti se sprechiamo ancora terreni agricoli per la cementificazione o se inquiniamo irreversibilmente, mettendo a rischio il benessere delle prossime generazioni. Il nostro digiuno, che si è unito come proposta a quello di don Albino, è uno dei segnali che dobbiamo consapevolmente dare alle nostre comunità, unito a tutti gli strumenti legali che un’amministrazione può attivare. Per questo motivo, d’accordo con gli assessori e molti consiglieri comunali, da venerdì 30 agosto a mercoledì 11 settembre, un giorno a testa, abbiamo portato avanti questa iniziativa, cercando però di essere molto chiari e rigorosi, perché il digiuno è un atto simbolico, e non va confuso con un banale gesto di visibilità. Con il digiuno intendiamo porre un problema, non creare uno scoop. Nel caso specifico di Marano Vicentino, poi, il problema che vogliamo porre riguarda il futuro della grande falda acquifera che sta nel sottosuolo del nostro territorio: come preservarla da discariche che potrebbero, anche solo potenzialmente, inquinare l’acqua utilizzata come bene primario da 800 mila persone? Ed ecco che il nostro digiuno, che prosegue quello di don Albino, risulta un atto coerente rispetto al ricorso presentato in Consiglio di Stato contro lo sversamento di materiali potenzialmente pericolosi per la falda acquifera.
T
orno dal Festival del cinema di Venezia, dieci giorni intensi con proiezioni dalla mattina a mezzanotte. Una carellata di registi esordienti e affermati che tutti, più o meno, si sono cimentati nel raccontare il male in cui viviamo. Omicidi, violenza, stupri per continuare con devianza, incesto, necrofilia senza, tuttavia, esaurire il menù. Vero che da un festival come quello di Venezia non ci si aspettano le grandi produzioni hollywoodiane, quelle, per intenderci, che riempiono le sale grazie ai nomi di attori che funzionano da richiamo per il grande pubblico. Ma dopo una full immersion nella cupa atmosfera delle sale, lo spettatore prova un irresistibile desiderio di disintossicazione. Eh già, un po’ di giorni a raccogliere fiori in montagna, qualche rilassante passeggiata sulla spiaggia, qualsiasi attività che riporti la mente al più rassicurante quotidiano, alla banalità di tutti i giorni che, proprio perché replicata all’infinito, ha dei sicuri effetti terapeutici. Non che al festival sia mancata la noia. In certi momenti si allungava il collo verso i cellulari dei vicini nella speranza di cogliere, tra i bagliori, l’ora esatta facendo i conti di quanto mancasse alla fine. Perché comunque anche veder violenza e mutilazioni, disperazione e solitudine, dolore in tutte le gradazioni, alla fine genera una sorta di assuefazione ovvero… non se ne può più. C’è chi pensa ormai da anni a dar voce ai mugugni da festival. Sul muro delle stroncature, da un’idea dell’attore e conduttore Gianni Ippoliti, anche quest’anno vengono affissi i messaggi dal titolo “ridateci i soldi”. Uno spazio che raccoglie le voci contro, le critiche e il dissenso. Una zona frequentata del festival. Peccato però che i nostri soldi non ce li restituisca proprio nessuno!
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gianfrancorner
Sport e dintorni
La prateria di Manitù
L’equilibrio di Prandelli
Gianfranco Sinico
N
on so se un giorno attraverserò il Rubicone e mi registrerò in Facebook: per il momento mi basta e avanza la posta elettronica, alla quale riservo un paio d’ore del mattino. Ho qualche centinaio di quelli che in gergo sono chiamati contatti: ci sono quelli che incontro quotidianamente come ci sono quelli che ho registrato un giorno perché “non si sa mai” e che giacciono inerti nella rubrica. Ho ripartito gli indirizzi in gruppi: ci sono gli Alpini, i compagni di una classe, i commilitoni della scuola militare, i colleghi di un tempo, quelli con i quali condivido un progetto o un altro, i parenti, i teatranti, i giornali, altre categorie e infine gli Amici. Non i semplici conoscenti, ma quelli con i quali parlo la stessa lingua, i cui nomi, quando compaiono sulla videata, richiamano immediatamente il puntatore del mouse. In questo gruppo c’è anche chi mi spedisce qualche breve nota ogni paio d’anni, ma resta comunque importante per me, che mi scriva o meno. C’è anche un Amico che non mi ha mai scritto, verso il quale io non sono stato del tutto inappuntabile. Nel passato gli ho mandato qualche appunto, ma non ho mai ricevuto risposta. Chissà, forse un giorno troverò le righe di perdono che aspetto. Infine c’è anche una sezione con gli Amici che sono morti. Li tengo registrati malgrado il loro passaggio nell’Aldilà: in questa maniera mi sembra quasi di conservane qualcosa di più del ricordo. Cancellando il loro indirizzo, avrei la sensazione di sotterrarli definitivamente, quasi fossi io a lanciare l’ultima manciata di terra che copre per sempre la bara nella fossa. Ho chiamato questa silenziosa comitiva “Prateria di Manitù”. Ce ne sono un paio, quelli vagabondi e sognatori, ai quali ogni tanto scrivo qualcosa: uno sfogo, un’imprecazione, la richiesta di un consiglio… Ho il vago convincimento che lassù ogni tanto me li leggano. Forse un mattino mi risponderanno. Anche in vita quelli lì sono sempre stati imprevedibili.
Stefano Canola
H
a dimostrato un’altra volta grande equilibrio Cesarone nostro. Ha posto come linea di confine delle sua esperienza azzurra l’ultimo triplice fischio del Mondiale 2014, vada come vada, senza aspettare di sovrapporre il suo futuro a quello della Nazionale. Lo stimo, Prandelli, per quel suo modo di vivere il calcio senza esasperazioni. La vita gli ha insegnato che le Gioie e i Dolori sono altri, che stare su un campo di gioco ad allenare i migliori atleti della disciplina adorata è un successo, a prescindere. I risultati sono dalla sua parte. Tre anni filati con la Fiorentina nelle prime quattro del campionato e nel cartellone principale della Champions, nel 2010 sgambettato a Monaco da un guardalinee cieco e un arbitro venduto. Con l’Italia due podi, arrendendosi alla Spagna dopo un Europeo esaltante (2012) e la Confederation Cup (2013). Il biglietto aereo per il Brasile è prenotato. Io scommetto il mio mezzo euro su Cesare in semifinale, tra nove mesi. Poi, per vincere il titolo e schiantare furie rosse o panzer, tulipani o connazionali del Papa, sudditi di Elisabetta e soprattutto i maghi del samba padroni di casa, ci vorrà il benestare degli dei del pallone.
Beggio per voi
Lapidario mister Paolo “il caldo” allenatore dell’Arzichiampo eccellente sulle velleità della sua squadra. Lui ha una voglia matta di tornare in serie D e le carte in regola per farcela, subito o tra poco. E agli avversari “Beggio per voi”.
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interno 8 Alberto Fabris
Genitori 1, 2 o X Obsoleti. Così il nostro ministro Kyenge ha definito i termini “padre” e “madre” avvallando la proposta della delegata ai diritti civili del Comune di Venezia, Camilla Seibezzi, che intende sostituirli nei moduli burocratici con “genitore 1” e “genitore 2”. Genitore 1 e genitore 2??? Certo, come in Francia e negli Stati Uniti, nel rispetto delle nuove famiglie che si formano con genitori non sempre di sesso opposto. Bene. Giusto. Aggiunge Camilla che “La modulistica costruisce una categoria di pensiero, una prassi quotidiana”. Appunto, una categoria di pensiero, una prassi quotidiana, quindi non solo quel modulo d’iscrizione all’asilo, ma tutta la “prassi quotidiana” del bimbo ne sarà uniformata. Ecco, io già mi vedo ai giardinetti che incontrando una allegra famigliola chiederò ai bimbi: “ma tu vuoi più bene al genitore 1 o al genitore 2?” e soprattutto a chi andrà il privilegio di figurare come “1” e a chi la seccatura di essere il “2”? E il povero bimbo, chiederà “posso guardare i cartoni in TV, genitore 1?” Sentendosi probabilmente rispondere: “chiedilo al tuo genitore 2!”. Insomma, mi sembra una enorme, gigantesca, stupidaggine. Perché se le nuove famiglie sono sempre più complesse le risposte non possono essere più semplici, casomai altrettanto complesse, dunque nei moduli dovrebbero trovare spazio madre, padre, compagno, fidanzato, sessualmente indeterminato, trans, altro. Altro c’è sempre. Insomma, chi lo spiega al mio genitore 2 (o 1?), che si aggira per l’interno 8 cercando gli occhiali, che non è solo anziano ma anche obsoleto?
Questione di albero genealogico Il kamasutra per i single
ai baffi, calcolando le ore necessarie per spegnere il rosso sangria sul labbro. E di Roberta Costantini se tutto ciò non servisse nella missione Alzi la mano chi vive un primo appunta- conquista, scatta il piano B: vestito giallo mento con uno status zen da far invidia ad canarino e gloss luccicante per accecarlo Osho. Già, perché, tempo di comunicare come San Paolo sulla via di Damasco, e il miracolo, inviando una newsletter alle farlo cadere ai nostri piedi con annesse amiche e chiamando la madre, infastidita visioni divine. Finché, un giorno, leggi che ci si innamoperché distolta da ra di colui che Forum, e l’eccitazioassomiglia al pane diventa terrore. rente che amavaRiuscirò a trasforCopertina del libro “Kamasutra per i single” mo da piccoli. Al marmi da sfigata a di Roberta Costantini. Foto di Angelica Lazzaro prossimo “Usciafemme fatale? Ergo per cui, vai con la ceretta; solo sulla pelle mo?”, chiederò l’albero genealogico. Se visibile all’esterno, ”Tanto – ci diciamo -, col scopro che aveva una zia baffuta, saprò cavolo che gliela do!”. Vai con lo schiarente che è l’uomo della mia vita. Corriere Vicentino |
14 | Opinioni
Piccolo Skerno Lino Zonin
“Eri, Eri! Voltite Eri!”
Anche quest’anno, come sempre, grande presenza dei network televisivi al Festival del cinema di Venezia. E, come sempre, servizi tutti uguali, con l’inviato che se la ride beato tra uno spritz e un cocktail sorbiti al bar dell’Excelsior a spese della redazione, i divi strafatti che inciampano sul red carpet, le super gnocche con super spacchi e super scollature, Tinto Brass, qualche critico accigliato che rimpiange i bei tempi andati, quando all’Harris Bar si potevano incontrare Orson Welles o Charlie Chaplin mentre oggi ci si deve accontentare di Giorgio Panariello o di Antonio Zequila, detto Er Mutanda. Uno spettacolo straordinario hanno fornito ancora una volta i fotografi del Lido, banda di sciamannati che si dannano per far girare il personaggio di turno dalla loro parte, le cui grida inevitabilmente entrano nei microfoni delle tv. Alcuni arrivano da Roma, altri dall’entroterra lagunare. È facile distinguerli perché i primi si rivolgono alla star con la gentile richiesta: “A coso, te possin’ammazzà, vortate da ‘sta parte!”; gli altri: “Ciò, mona, girite de qua, i ta morti cani!”. Nessuno di loro sapeva che il timido Daniel Radcliffe si chiamava così e, convinti che fosse davvero Harry Potter, gli gridavano “Eri!, Eri! Voltite, Eri!” E lui, poverino, sprovvisto dei super poteri del maghetto, cosa poteva fare? Si è girato e ha sorriso.
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sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, può un’amicizia trasformarsi in amore? E, soprattutto, può farlo in tempi lunghi? Vi racconto la mia storia: conosco Andrea da un paio d’anni. Niente di particolare se non qualche uscita che, però, non ha mai fatto scoppiare nessuna scintilla. Ho sempre considerato Andrea un ragazzo simpatico, carino, sportivo come piace a me, ma privo di quel “qualcosa in più” da cui nasce l’attrazione fisica o mentale (o entrambe!). Almeno fino a un mese fa, quando, senza un particolare motivo, abbiamo cominciato a scriverci e a telefonarci, ci siamo conosciuti meglio, ci siamo piaciuti e... le farfalle hanno cominciato a svolazzare nel mio stomaco! Che ne pensate?! Sara di Sovizzo Elen
Feisbuc girl Nome Valentina Bogotto Età 19 anni Vive a Schio Situazione sentimentale Impegnata Aspirazione Realizzarmi come donna e nel mondo del lavoro
Cibo preferito Torta meringata Sport praticato Step Hobby Animatrice, sfilare Persona a cui ti ispiri Mia sorella Di cosa non puoi fare a meno... Delle persone a cui voglio bene
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Viva l’amore! L’amore che scatta al primo sguardo e anche quello che fa giri immensi prima di sbocciare. Quello che porta con gli anni verso l’amicizia e quello che invece arriva dopo una lunga amicizia. Insomma: basta che sia amore! Se lo sarà lo saprai fra qualche tempo, quando la smetterai di mangiare-dormire-parlare-vivere col telefonino in mano in attesa di un suo messaggio. Ti auguro, però, di continuare a sentire le farfalle nel tuo stomaco, una danza dolce e armoniosa che ti fa capire che sì, l’amicizia può trasformarsi in amore. Un abbraccio, Elena
il post più letto del mese
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Foto di Enrico Corato
L’ Oroscopo
di Mago Merlino
Monica Bell Problem ucci 30/9/1964 i con il partner W Att ent ayne o a Ro no one ns St V pac y 24/ es in car 10/ so ce ti la 198 or nt tes 5 os C ta co as po sel de 23 lla /11 Bi /1 la 96 nc 6 ia
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Giusy Ferr Non ti sc eri 18/4/1979 ordar ma i di meee e
Bilancia
5 settembre 2013: un ciclista cade a Campodalbero. Ferito gravemente, viene trasportato da un elicottero al reparto rianimazione dell’ospedale di Vicenza.
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P a ol o Cara Sara, hai descritto la storia già mirabilmente cantata da Elio e le Storie Tese qualche anno fa in “Cara ti amo”. Pensa questo povero Andrea: essere innamorato di una per due anni, sperando solamente scoppi la scintilla anche dall’altra parte della barricata. Un eroe di caparbietà e perseveranza. Immagino le uscite dove lui pensava, credeva, immaginava ed invece trovava solamente un comportamento gentilmente asettico. Chissà la frustrazione. Invece ora…Bang! Bello. Occhio però: adesso tu dici di sentire le farfalle nello stomaco. Giusto per la precisione, verifica che la cosa sia ancora reciproca e che il tuo “simpatico-ma-non-hai-il-non-so-che” non abbia trovato nel frattempo una “hai-proprioquello-che-mi-piace”… Paolo
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fac c e di b r o n z o
A M ICI ANI M A L I
Colleghi pettegoli
Il cane fedele
Il pony vagabondo
Ci sono persone che non sanno come passare il tempo, e allora sparlano degli altri. Un vizietto costato caro a sei dipendenti di una ditta di Vicenza. La vicenda: una ragazza viene assunta nel 2008 come cassiera. Nel 2009 viene spostata all’area commerciale, di cui diviene responsabile nel 2011. Nel 2012 le affidano anche una seconda area. Carriera veloce e stipendio raddoppiato. Ma per tutto il tempo la ragazza deve sorbirsi battutine e parlottii alle spalle: è giovane, bella e brava. Motivo per cui comincia a girare la voce che sia l’amante del figlio dei titolari dell’azienda. Nel frattempo lei si sposa e il marito è soprannominato “il cornuto”. Dopo aver inutilmente cercato di chiarire coi colleghi, la donna agisce: avvocati, testimonianze e una registrazione di un’ora accanto alla macchinetta del caffè. Scoperti e incriminati, i colleghi hanno deciso di patteggiare. Pagheranno dai quattro ai cinquemila euro a testa. E si scuseranno.
Un’anziana contadina ottantenne dell’Alto Adige, durante una passeggiata, è scivolata e caduta, senza riuscire ad alzarsi, e ha dovuto passare la notte fuori, al freddo. Ci ha pensato Sami, il suo San Bernardo, a proteggerla e scaldarla fino al mattino dopo, quando sono arrivati i soccorsi: abbaiando è riuscito ad attirare la loro attenzione.
Un pony maschio girovagava solitario tra le colline di Monte Pian e Priabona, a Malo. Un cittadino ha segnalato la sua presenza ai Carabinieri, che l’hanno portato in una stalla a Zanè. Visitato dai veterinari dell’Ulss, è stato dichiarato in buona salute. Forse è stato abbandonato, ma ha già una nuova casa: una famiglia di Piovene lo vuole adottare.
Il latin lover di Valdagno
Passaparola virtuale
Grazie ad un appello su Facebook ha ritrovato in quattro ore il suo furgone scomparso. È successo ad un uomo di Schio, distributore autonomo di prodotti caseari. Un pomeriggio ha lasciato il camioncino davanti a casa sua, con le chiavi inserite: pochi minuti bastati ai ladri per scappare con il furgoncino. Dopo aver denunciato il furto alle forze dell’ordine, ha pubblicato anche un appello sui social network. In molti hanno condiviso la notizia, permettendo così di diffonderla online. Alle otto di sera il furgone è stato localizzato a Thiene. Potenza del passaparola… virtuale.
un mese di notizie in Breve
a cura di Lisa Masiero
OR G IANO
Panico in sagra
Un quarantenne di Valdagno si presenta come Marco Amenduni, rampollo dei proprietari delle acciaierie Valbruna. Porta un’affascinate signora in locali lussuosi, con potenti auto (a noleggio), con tanto di carta d’identità (falsa). Si vanta della propria abilità finanziaria, e presenta alla signora un bravo commercialista (suo complice). Alla fine riesce a spillarle 82.500 euro. Scoperto e denunciato, è stato condannato a nove mesi e mezzo di reclusione.
Domenica 1 settembre, sagra “Orgiano in piazza”. Un trattore Fiat 850 del 1975 si spezza a metà e la festa si conclude con nove feriti, di cui due in gravi condizioni. Gli spettatori stavano assistendo ad una gara di tiro, che prevede di trainare pesi da 45 quintali. All’improvviso il monoblocco metallico del motore si è
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18 | Notizie in breve
spezzato in due. Pezzi metallici e schegge, da piccole a grandi come una mano, sono volati ad altissima velocità a un’altezza di 20-30 cm da terra. Il pubblico, posto a dieci metri di distanza, è stato colpito alle gambe. Sul posto sono intervenute cinque ambulanze. La procura di Vicenza ha aperto un’inchiesta.
Il vecchietto che mena Malo, località San Tomio. Al terzo furto subìto nel giro di una settimana, un settantasettenne ha deciso di difendersi: quando è andato a controllare la sua seconda abitazione, usata per un fondo agricolo, e si è accorto della presenza di un ladro, è partito all’attacco. Il furfante ha reagito tentando di aggredirlo con una roncola che gli stava rubando. L’arzillo settantasettenne lo ha disarmato, buttato a terra e menato. Quando il malfattore è riuscito a liberarsi,
l’anziano lo ha inseguito per un chilometro e mezzo. Il malvivente è riuscito comunque a scappare, portando con sé un bottino di duemila euro, tra coltelli, decespugliatori, motoseghe, flessibili, lattine di olio e compressori. La roncola, invece, è ancora al suo posto. Attende il prossimo ladro.
Coriandoli di euro Strani eventi in piazza dei Signori a Vicenza. Era notte quando una trentunenne di origine paraguaiana ha fatto a pezzi una ventina di banconote da venti e da cinquanta euro: le strappava, le gettava in aria come fossero coriandoli e correva di qua e di là per riprendere i pezzi che cadevano dal cielo. Lì vicino c’era un uomo che cercava di calmarla. Secondo lui, non era né ubriaca né drogata. È stata ricoverata in ospedale. Intanto ha distrutto almeno mille euro.
Le più sexy siamo noi In pole position c’è Alessandra Viero, la bassanese conduttrice di Studio Aperto. Al secondo posto, la nuotatrice Federica Pellegrini, e in terza posizione la showgirl Melita Toniolo. Lory Del Santo è al quarto posto. Questi sono i risultati dell’indagine
C&C
condotta da un’associazione di sessuologhi, che ha attribuito alle venete il titolo di donne più sexy del Nord Italia. Niente da fare per le rivali romagnole, lombarde, friulane e piemontesi: le venete sono un mix di simpatia, energia e passione in tutto ciò che fanno. Lavoratrici al punto giusto, sempre pronte a diver-
tirsi e ad affascinare il loro uomo. Sono anche eccessivamente testarde e un po’ attaccate al vil denaro ma, si sa, nessuno è perfetto.
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Riaprire le case chiuse? A Montecchio Maggiore è scattata la raccolta firme per un referendum di revisione della legge Merlin. Il nostro viaggio lungo la strada del sesso, mentre forze di Polizia e politici discutono sulle possibili soluzioni. E in Europa? Come spesso accade, le leggi sono molto più chiare rispetto all’Italia. di Vittorio D’Orsi, Francesco Gualtieri e Stefano Cotrozzi
A Montecchio si firma per il referendum
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Milena Cecchetto l’aveva detto. E venerdì 6 settembre, giorno dedicato al tradizionale mercato, la sindaca di Montecchio Maggiore ha tenuto fede alla parola data, organizzando per tutta la mattinata di fronte al municipio un presidio di raccolta firme a sostegno del referendum per la riapertura delle case chiuse. L’obiettivo è la parziale abolizione della legge Merlin, che prevede la chiusura delle case di tolleranza e l’abolizione della regolamentazione della prostituzione che in Italia era legalizzata fino al 1958, anno di entrata in vigore della legge. “È una battaglia a cui credo fortemente e per la quale intendo impegnarmi con tutte le mie forze”, afferma la prima cittadina castellana, che ci tiene a ringraziare “il sindaco Giovanni Azzolini di Mogliano Veneto, che ha avuto il merito di regolamentare la raccolta delle firme”. “Da anni mi batto per la riapertura delle case chiuse. Credo sia l’unico modo per risolvere il problema della prostituzione lungo le strade”, ragiona Milena Cecchetto, forte anche dell’adesione totale della Giunta alla sua campagna. Poi aggiunge: “Noi sindaci abbiamo le armi spuntate, perchè solo con le ordinanze non possiamo fare granchè, se non cercare di ridurre il fenomeno, che comunque rimane. La prostituzione è il lavoro più vecchio del mondo e come tale non scomparirà: se c’è un mercato, è inevitabile che la domanda e l’offerta s’incontrino. Quindi perchè non regolamentarlo?”. Un’argomentazione lontana dai moralismi quella della sindaca, che ribadisce: “L’aboCorriere Vicentino |
lizione parziale della legge Merlin non intaccherà in nessun modo il reato di sfruttamento della prostutizione, che rimane fondamentale. Riguarderà solo l’abolizione della parte della legge che vieta la riapertura della case chiuse con i numerosi benefici che ne deriverebbero. Innanzitutto sarebbe possibile un controllo igienico-sanitario e fiscale sull’attività delle ragazze. Poi le strade delle nostre città ne guadagnerebbero dal punto di vista del decoro urbano”. Perchè il passo successivo, spiega ancora la sindaca, sarà “rendere reato la prostituzione da strada. Senza contare che molto spesso coloro che la esercitano sono nelle mani di organizzazioni criminali e la riapertura dei postriboli permetterebbe alle ragazze di lavorare in sicurezza”. Una battaglia che paradossalmente è iniziata in Veneto, regione di nascita della senatrice Lina Merlin, promotrice della legge, perchè “è dove il problema è sentito maggiormente, che maturano gli anticorpi per la sua soluzione”. A fine mattinata le firme raccolte sono state 90, raccolte in un’ora e mezza, il che vuol dire che un cittadino al minuto ha dato la sua adesione. A queste si aggiungono le 50 firme raccolte dall’inizio agosto in Municipio. C’è tempo fino al 30 settembre, giorno di scadenza per raggiungere la quota di 500 mila sottoscrizioni. “Nel frattempo”, conclude Milena Cecchetto, “cercherò di sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica sul tema, cosicchè anche Montecchio Maggiore possa dare un contributo importante per l’indizione del referendum”.
20 | Inchiesta
Sulla strada del sesso
70mila le prostitute in Italia 20% La percentuale di minorenni 19-26mila le vittime della tratta 2,2-5,6 il giro d’affari annui in miliardi 9 I milioni i clienti 400 la stima delle prostitute nel vicentino (Fonte: La Repubblica)
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“Le lucciole non se ne vanno!” Alza bandiera bianca l’assessore di Vicenza Dario Rotondi. E ancora più furioso: “Le lucciole non si spostano neanche con le cannonate”. Da ex questore conosce il problema a fondo: “la Legge Merlin è superata”. È un percorso che facciamo spesso la sera quello della regionale 11, per tornare a casa. L’abitudine alle prostitute è tale che oramai ci prestiamo poca attenzione. Molti proclami, qualche tentativo di debellare un sistema che crea miliardi di guadagni illeciti e pochi risultati pratici per chi vuole sconfiggerlo. Che il mestiere più antico del mondo sia sempre florido lo valutiamo con i nostri occhi. Il caldo fa sì che i centimetri degli indumenti delle signorine siano decisamente esigui. Il primo problema è l’attenzione sulla strada, perché spesso chi ti precede individua all’ultimo secondo la donna tanto desiderata e senza mettere la freccia inchioda o cambia direzione. Al nostro fianco un poliziotto che si presta a spiegarci cosa succede. “La maggior parte dei clienti non è vicentina, viene da altre province. I nostri vanno a Padova o Verona. È troppo elevato il rischio di incorrere in un amico o magari nel vicino di casa”. Si comincia con le ragazze di colore: “ Se non hanno i documen-
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ti a posto rischiano di essere espulse – mi racconta – però in verità poi cambiano città e ricominciano lì. I prezzi con loro sono bassissimi. Con qualche decina di euro si ottengono tanti favori… ”. Arriviamo ad Alte Ceccato. Qui le prostitute cambiano di colore, diventano bianche. Stivali con tacchi vertiginosi, gambe chilometriche inguainate da minigonne millimetriche, chioma bionda e occhi azzurri: “Loro hanno meno paura delle prostitute di colore; queste sono tutte comunitarie, arrivano dall’est. Ci siamo stufati di fermarle, le porti in caserma e il giorno dopo le ritrovi nello stesso punto dove le avevi raccolte la sera prima. A volte scherzano anche con noi, ci danno appuntamento per lo spritz. Sanno che più di tanto non possiamo fare”. Qualche centinaia di metri più avanti vediamo il lampeggiante di una gazzella dei Carabinieri che hanno fermato “un cliente”. Il conducente sembra decisamente imbarazzato. “Il problema – prosegue Nicola il poliziotto – non è la multa, ma il terrore che ti arrivi a casa. Tutti cercano di pagare subito, non discutono la cifra che è alta, visto che si tratta di 500 euro. Sono convinto che se fosse anche il doppio nessuno discuterebbe. La cosa che angoscia i clienti è la paura di vedersela recapitare e che la possano intercettare mogli, fidanzate o madri”. Giriamo tra le viuzze laterali di Altavilla. Sudamericane con tutta la loro mercanzia in bella mostra, vestite solo con un tanga. Ma le italiane? “Spesso lavorano in casa… un appartamento, magari condiviso con una collega, per non attirare troppo l’attenzione. Chi va in strada vuol dire che ha problemi, soprattutto di droga”. Ma dove si consuma il rapporto? Su delle coperte tra i campi oppure nell’auto del cliente in qualche via nascosta. In tante portano il cliente in appartamenti, ma costa di più”. Non ci sono transessuali? “Sono dopo Tavernelle. È un mercato in crescita, noi lo capiamo dal numero di fermati che è in aumento”. Ci fermiamo in un distributore lungo viale Verona dove lasciamo il nostro amico. Mentre ci stiamo salutando una ragazza con un forte accento dell’est ci chiede se “vogliamo compagnia”, poi riconosce il nostro amico e fa dietrofront velocemente, scomparendo dietro l’angolo. È finita una normale serata sulla regionale 11, il regno delle prostitute.
21 | Inchiesta
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e i poliziotti sono sempre meno...
La prostituzione è sempre esistita e sempre esisterà, ma è tempo che la politica affronti in modo definitivo la questione: è l’appello lanciato a chi governa dai sindacati delle forze di polizia. Secondo Oscar Acciardi, segretario provinciale del Sap, e Luca Prioli, segretario regionale del Coisp, la reintroduzione delle case chiuse potrebbe limitare alcuni reati che vanno di pari passo con la prostituzione, ma è necessaria una legge che affronti la questione in tutta la sua complessità. Su un altro punto i due sindacalisti sono d’accordo: il numero degli operatori della sicurezza è molto inferiore rispetto alle esigenze del territorio. Quest’anno nel Vicentino lasceranno il lavoro venti poliziotti, che saranno rimpiazzati solo da una mezza dozzina di uomini. “È un trend che va avanti da anni – spiega Acciardi – e l’età
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media degli operatori si aggira ormai sui 48 anni”. “I tagli non riguardano solo il personale – sottolinea Prioli – ma anche gli straordinari: ormai noi poliziotti lavoriamo quasi a gratis”. Acciardi spiega che “il fenomeno della prostituzione negli ultimi anni è stabile” e che “una volta passato l’effetto deterrente delle ordinanze dei sindaci il fenomeno torna ad essere diffuso”. Le zone più frequentate? Le aree periferiche di Vicenza e la regionale 11 dal capoluogo fino a Montebello, ma non va dimenticato il fenomeno di chi si prostituisce in casa e dei centri massaggi, spesso gestiti da cinesi, che nascondono realtà di sfruttamento. Le forze dell’ordine fanno il massimo, ma le attività clandestine sono difficili da contrastare, specialmente se gli uomini in campo sono pochi.
Cosa pensano gli altri Sindaci
Premettendo che il “nostro territorio per fortuna è esente dalla presenza di queste signorine”, il sindaco di Lonigo Giuseppe Boschetto si dichiara favorevole all’indizione del referendum, con la convizione che comunque il problema non sarà risolto. “Il fenomeno della prostituzione sta dilagando ovunque e dà un’immagine degradante del nostro Paese. Sarei favorevole in linea di principio a togliere le ragazze dalle strade anche se resto convinto che il problema si trasferirebbe dalle strade all’interno delle case nei paesi. Nella maggior parte dei casi queste povere ragazze non hanno colpa, poiché sono sfruttate, ma noi uomini non siamo da meno. Una persona normale non ha bisogno di rivolgersi a queste signorine che molto spesso sono a malapena maggiorenni. È una questione che riguarda il senso civico di una comunità”. Corriere Vicentino |
Resta più defilato il primo cittadino di Arzignano, Giorgio Gentilin, vista anche la scarsa rilevanza del fenomeno della prostituzione per il territorio della concia: “Sul tema aspetto di vedere le decisioni che verrano prese in sede regionale”. La riapertura delle case chiuse non è la soluzione per il sindaco di Chiampo Matteo Macilotti: “Più che riaprire le case chiuse è necessario innanzitutto cercare di evitare situazioni di disagio che sono poi quelle che portano allo sfruttamento delle persone. Bisogna mettere concretamente in condizione le donne di non dover essere sfruttate, altrimenti il rischio è quello di eliminare solo visivamente il problema”.
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Cosa succede nel resto dell’Europa Zurigo
Dal 26 agosto, a , sono attivi i sex box, i “garage del sesso”, dove gli automobilisti possono appartarsi in compagnia di prostitute ogni giorno dalle 19 alle 5 di mattina. Un “sex drive-in” che prende spunto da progetti analoghi già realizzati in Germania e in Olanda per nascondere la prostituzione dai quartieri abitati, con appositi box in legno per i clienti che non vogliono fare sesso in auto.
Germania
In dal 1° gennaio 2002 è in vigore una legge che legalizza l’attività di 400.000 prostitute, con tutte le garanzie assicurative, di malattia e pensionistiche. L’attività delle case chiuse è consentita.
Gran Bretagna
sono reati l’adescamento e lo In sfruttamento, ma il sesso a pagamento non è illegale, anche se la politica contro il meretricio è definita a livello locale.
Spagna
le case chiuse sono illegali dal 1956, ma i “club” In godono di vita legittima e così la legge è aggirata.
Olanda
dal 2000 le case chiuse sono legali, le prostiIn tute devono pagare le tasse ed esistono zone speciali dove le prostitute possono stare all’aperto.
Belgio
la prostituzione è legale con prostitute registraIn te regolarmente dagli uffici del fisco. Il grosso dell’attività si svolge nelle case e nei bar a luci rosse.
Uno dei Paesi più severi nei confronti del sesso a pagamento : pur non considerandolo un reato, con la legè la ge in vigore dal gennaio 1999, finalizzata alla protezione della donna, è stata scelta la strada delle maniere forti con i clienti delle lucciole.
Svezia
Irlanda
, in cui la prostituzione è reato: non Per finire l’ esistono case chiuse e sono previste ammende ed arresto per le prostitute ed i clienti.
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24 | Inchiesta
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Nicola Piovani Premio Oscar nel 1999 per le musiche del film La vita è bella di Roberto Benigni. Ha composto musiche per registi del calibro di Federico Fellini, Nanni Moretti e Mario Monicelli. Sta girando l’Italia con il suo “Concerto in quintetto”, attraverso cui rilegge buona parte della sua produzione per il cinema, il teatro e la televisione.
di giuseppe signorin
C
he differenza c’è fra scrivere musiche per il cinema e musiche invece più “tradizionali”, pensate quindi solo per essere ascoltate? La musica per il cinema è un’arte fortemente artigianale, molto vicino all’indole degli italiani... E, in più, abbiamo una grande tradizione di melodramma, cioè di drammaturgia musicale, abbiamo o almeno abbiamo avuto una delle più importanti cinematografie del mondo... Due più due spesso fa quattro. Da cosa trae ispirazione? Dalla vita, dagli eventi, dalle circostanze, dalle mie sensazioni, da ciò che mi circonda… Da tutto insomma. Quanto importante è per lei suonare dal vivo? È un’esperienza miracolosa, suonare affiatandosi sera per sera con un pubblico in carne e ossa, persone dal vivo che, magari per una sera, hanno lasciato il televisore spento a casa per venire ad affiatarsi con chi suona. L’interrogativo è sempre lo stesso: “Come sará il pubblico di stasera?”. Un’altra sorpresa, un’altra incognita, un’altra lacuna da colmare, e quel po’ di apprensione senza la quale non vale la pena fare Teatro. Oggi la musica è ovunque, accompagna ogni istante della nostra vita. Non c’è il rischio di un “eccesso” di musica? È un mio capriccio quello che mi fa sperare in una normativa sulle note passive, simile a quella sul fumo. La musica passiva è quella musica che non ho scelto io, ma che devo sentire per forza: o perché sto comprando l’insalata a un supermercato, o perché sto mangiando in un ristorante à la pàge, o perché sto facendo fisioterapia, o perché viaggio sul taxi di un tassista invadente, o perché faccio benzina in un self service, o perché sto sotto il trapano del dentista... E potrei andare avanti a lungo. Il cosiddetto sottofondo... Sto parlando di quella musica diffusa ormai in molti ambienti pubblici, a basso volume, ma comunque invadente: la musica da parati, una via di mezzo fra la musica “a palla” e il ronzio del condizionatore d’aria. All’inizio del secolo scorso Eric Satie teorizzò la pratica della “Musiqued’ameuble-ment”, mu-
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sica d’arredamento. Provocava giocando, Satie: ma è successo spesso che provocazioni trasgressive delle avanguardie storiche sono poi diventate pane quotidiano della società consumistica. Nella musica da tappezzeria la qualità di quel che si trasmette è un dettaglio di poco conto, è un dato marginale. Sono anche capitato, soprattutto fuori d’Italia, in qualche albergo pretenzioso che nell’ascensore e nelle toilette diffondeva addirittura Mozart o Ravel: peggio che andar di notte. Al fastidio si aggiunge una sgradevole sensazione di blasfemia. Quali sono i suoi musicisti di riferimento? Per restare in un’era moderna, Ravel, Piazzolla, Verdi, Ellington, Padilla, Britten, Morricone, Loyd Webber, Desplat, Puccini, Wagner, Offenbach…e tanti altri. E i registi a cui è più legato? Nella memoria, Federico Fellini. Quale regista è stato più difficile “accontentare”? Se lavoro per grandi artisti è sempre più quello che prendo che quello che do, mi arricchisco io come musicista più di quanto io possa arricchire il film con la mia musica. Come si fa a passare da registi così diversi? Nel corso di questi anni sono passato attraverso poetiche diversissime, per esempio da Moretti a Monicelli, ma questo mi ha aiutato ad allargare il mio zodiaco linguistico, mi ha obbligato a una severa “disciplina di elasticità stilistica”, mi ha spinto a guardare gli stessi oggetti con sguardi diversi. Ricordo quando lavoravo quasi contemporaneamente a “Good morning Babilonia” e “Fellini-Intervista”. L’argomento era simile: il cinema delle origini, il set, lo stupore giovanile per la bottega. Certi giorni a Cinecittà passavo da una moviola all’altra: finito al tramonto di lavorare con Fellini, passavo al montaggio dei Taviani. E appena cambiavo stanza la mia testa cambiava tonalità, i colori sonori che mi venivano alla mente erano di tutt’altra tavolozza: credo proprio che per un musicista il cinema sia un’alta scuola artigianale.
Il suo rapporto con Benigni? Benigni, come tutti possono immaginare, è un regista particolare, un capitolo a sé. Difficile spiegare in due parole cosa è per me lavorare con lui, lavorare per lui. Tutti sanno che lui appartiene alla dinastia degli artisti-poeti. Per me Roberto Benigni è ritagliato dalla stessa stoffa dell’endecasillabo. So che può sembrare una frase ad effetto, ma non è così, credo che sia l’immagine che rende di più l’idea. Avete presente la forza che ha l’endecasillabo nel raccontare e cantare i concetti più sublimi e alti, ma nello stesso tempo la capacità nell’intrufolarsi nel linguaggio quotidiano, nei dialoghi intimi? Roberto Benigni per me è anche e soprattutto questo: la capacità di coniugare la commozione per l’umana tragedia con i gesti minimi di una pausa pranzo, l’amore più dolce e siderale con la passione per i genitali delle femmine. Che cos’è per lei la musica? Non potrei immaginare la mia vita senza la musica.
Piovani visto da Fellini
Corriere Vicentino |
27 | Intervista
I
nsieme al centro della difesa biancorossa hanno fatto ammattire gli attaccanti di serie B e C. E ora si ritrovano sulla panchina del Vicenza, chiamati a riconquistare i tifosi ripartendo dalla Prima Divisione, dopo due retrocessioni consecutive, la prima annullata dal ripescaggio, la seconda decisamente più dolorosa qualche mese fa. Per Antonino Praticò, classe 1966, difensore centrale doc e ora secondo del ‘capitano’ Gianni Lopez in biancorosso, è come ritornare indietro di oltre 20 anni. Quando arrivò al Vicenza di Caramanno in C1 dal Giarre nel 1990. Quella squadra, con la coppia difensiva Praticò-Lopez, conquistò prima la serie B con Ulivieri nel 1993 e poi la promozione in A con Guidolin nel 1995. Anni in cui i rapporti sul campo sono diventati di quelli che contano anche fuori. Di stima e di amicizia. Rapporti che si ritrovano nel tempo. E strade che si incrociano di nuovo. Non è certo un caso se da allenatore Praticò, tra le diverse esperienze, ha prima affiancato Fabio Viviani, altro ex degli anni d’oro, nella Primavera biancorossa, alla Sambonifacese e al Portogruaro. E ora ritrova il compagno di tante battaglie Gianni Lopez. “Essere qui mi onora – spiega Antonino Praticò - questi colori per noi restano speciali. Così come il legame con Gianni. Ci siamo conosciuti a Vicenza, abbiamo giocato e battagliato insieme. Questo è sicuramente un vantaggio. Poi ci accomunano la voglia di fare, l’entusiasmo”. Impossibile non fare un salto nel passato, quando Praticò-Lopez facevano ammattire gli attaccanti avversari. “Avevamo la nomea di coppia sanguigna, un po’ matti eravamo in effetti e si giocava su questo. Venivamo dalla C del Sud, da esperienze in cui eravamo abituati a sgomitare, lottare, battagliare. Ci bastava un’occhiata per capirci, conoscevamo pregi e difetti l’uno dell’altro. Il primo anno a Vicenza con Caramanno è stato difficile. A me è servito per conoscere l’ambiente, per farmi apprezzare dai tifosi. Con Ulivieri in panchina poi è iniziata la cavalcata vincente coronata con Gui-
Antonino
Praticò dolin. Per noi, poveri muratori della C. Avevamo fame e voglia e in Ulivieri abbiamo trovato un condottiero che ci ha fatto crescere”. Nell’album dei ricordi due momenti speciali: il gol del 2 a 1 di Praticò a Venezia, aprile 1995, e il successo col Chievo. “A Venezia in quella corsa verso la porta forse mi sarei fermato in laguna – ricorda con un sorriso – è stato l’inizio della cavalcata in cui abbiamo preso coscienza della serie A. Grazie alla crescita del gruppo, dei singoli, all’autostima e ai risultati, che aiutano. E poi la vittoria a Verona col Chievo 4 a 1 alla penultima giornata: il triplice fischio dell’arbitro che ha decretato la promozione in A, il ritorno in pullman in festa, quel giorno è stato veramente emozionante”. Di mezzo anche qualche brutto momento, come l’infortunio al ginocchio, rottura del crociato, che a Praticò oltre a 10 mesi di stop, è costato anche la fascia di capitano, passata proprio a Lopez, e il ruolo di rigorista. E poi l’addio a Vicenza dopo la promozione in A. “Avevamo rinnovato il contratto a parole. Ma poi mi sono dovuto trovare un’altra squadra. Scelta di mister Guidolin. Lì ti incazzi, ci rimani male. Forse la capisci meglio dopo, quando smetti di giocare. Adesso il Vicenza in Prima Divisione mi fa tornare indietro alla C1, quando sono arrivato io. E mi fa male vedere i colori biancorossi in Lega Pro. Ma il passato è andato. Ora è come se avessimo una pagina bianca in cui possiamo scrivere qualcosa di importante”. E Antonino Praticò assicura di essere molto fiducioso. “Vedo voglia di riscatto, di mettersi in discussione, di provare a fare qualcosa di buono insieme. Il gruppo sta crescendo ma Corriere Vicentino |
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bisogna continuare a lavorare. Essere più feroci, più cattivi. Ci vogliono agonismo, voglia di allenarsi bene per far bene. Curare i particolari e non lasciare niente al caso. Queste sono le prerogative giuste. Dovremo essere bravi a portare sempre più tifosi allo stadio. E il Menti deve ritornare ad essere il nostro fortino”.
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focus
Casi irrisolti Nei telefilm li chiamano “cold case” . Una serie statunitense di successo è dedicata interamente ad essi. Sono i delitti irrisolti, omicidi di cui non sono mai stati individuati i responsabili. Molti i casi anche nel Vicentino. Ma nessuna inchiesta può dirsi definitivamente chiusa, perché i progressi scientifici possono fare miracoli. di Guido Gasparin e Simone Bedin
Chi ha ucciso i coniugi Miola? A otto anni da quel duplice omicidio la domanda rimane senza risposta e lo scorso inverno la Procura di Bassano ha nuovamente archiviato l’indagine. Non significa che lo sforzo investigativo si sia arrestato definitivamente, ma è il chiaro segnale che la svolta non è avvenuta neppure grazie alle nuove sofisticate analisi dei Carabinieri del Ris di Parma. Ad Enego il mistero di quel delitto pesa ancora come un macigno, non solo sui cinque figli della coppia ma sull’intera comunità: non c’è ancora un colpevole per la morte violenta dell’ex sindaco Angelo Miola, che quel 17 novembre 2005 aveva 83 anni, e della moglie ex insegnante Angela Valle, 78 anni. Non c’è un colpevole, e non c’è neppure un movente. IL DUPLICE DELITTO. I coniugi Miola vennero ammazzati a sprangate tra le 18,15 e le 19 nel pianerottolo esterno della loro abitazione in contrada Coste di Qua. Nessun segno di effrazione sulla porta o sulle finestre, quindi probabilmente i due anziani hanno fatto entrare e conoscevano colui che poi li avrebbe uccisi. Furono ritrovati privi di vita alcune ore dopo da un vicino di casa. Nessun oggetto di valore sparì dall’abitazione. La sbarra di ferro con cui vennero uccisi fu rinvenuta a circa 300 metri dall’abitazione dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Vicenza. GLI INDAGATI. In questi otto anni una mezza dozzina di persone è finita nel registro degli indagati, ma tutti i coinvolti sono stati scagionati. Nessun elemento investigativo ha consentito di stabilire con certezza che fossero implicati nel duplice delitto. LA MAPPATURA DEL PAESE. Per risolvere il mistero, gli investigatori tentarono una carta mai usata prima: la mappatura genetica di tutti i maschi maggiorenni residenti ad Enego, chiamati su base volontaria dai Carabinieri per il prelievo di saliva su cui svolgere l’esame del dna. La comparazione con le poche tracce lasciate dal killer non ha però prodotto risultati concreti. E così il mistero di Enego resta tale. Corriere Vicentino |
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Era il 10 aprile 2002 quando nella villetta di via Bartaglian a Brendola veniva ucciso l’imprenditore 61enne Vittorio Bellin. Un delitto irrisolto che ha portato nel dicembre 2003 il Pm Paolo Pecori ad archiviare il caso per mancanza di prove. Si è sempre cercato il colpevole tra i conoscenti della vittima, senza però produrre alcun risultato. Ma nel 2009 lo stesso Pecori ha deciso di riaprire il fascicolo per “nuove importanti prove acquisite dai Carabinieri”. Dal 2009 ad oggi non è ancora trapelato niente sul caso Bellin e come per tanti altri omicidi irrisolti, c’è un assassino in libertà. LA VITTIMA. Vittorio Bellin, 61 anni, era un artigiano che non aveva famiglia. Gli unici parenti rimasti erano dei cugini veronesi con i quali aveva pochi rapporti. Bellin era benestante e proprietario della villetta con capannone annesso. Pochi giorni prima del delitto aveva acquistato un Rolex da 4.000 euro e un fucile Bayard calibro 16. L’OMICIDIO. Venti colpi di mazza alla nuca, sferrati dopo una lite nel capannone dell’artigiano; un assassino sicuro di sé e del luogo in cui si trovava. Il corpo viene trovato due giorni dopo. L’omicida porta via dei bracciali e collane d’oro mai più trovate, ma anche l’orologio e il fucile che la vittima aveva acquistato pochi giorni prima. IL MOVENTE. Un regolamento di conti, hanno pensato gli inquirenti. Ma la chiave di volta potrebbe essere nell’eredità. Qualche mese prima dell’omicidio, Bellin aveva cambiato il suo testamento a beneficio di un amico poliziotto della Questura di Vicenza, su cui però non emersero indizi. Il capitale ammonta ad oltre 2 milioni di euro. Bellin, però, aveva promesso a più persone il suo patrimonio, a favore delle quali aveva sottoscritto altri ,testamenti.
Grazia Del Fraine fu uccisa nel giorno del suo settantanovesimo compleanno. L’11 novembre del 2000 venne strangolata nella sua casa a Piovene Rocchette, per farlo l’assassino usò il filo del telefono. Il corpo venne trovato il giorno seguente da un amico, insospettitosi perché notò la porta d’ingresso socchiusa e perché l’anziana non rispondeva. Un delitto contornato da elementi di mistero, non solo perché il killer è ancora senza un nome, ma anche per una serie di fatti alquanto strani. MOVENTE SCONOSCIUTO. Gli investigatori hanno subito abbandonato la pista della rapina finita in tragedia. Negli infissi nessun segno di effrazione: significa che la donna, che viveva da sola, ha aperto la porta a qualcuno di cui si fidava. Dall’abitazione, inoltre, non sono stati asportati oggetti di valore, ma alcuni effetti personali che potrebbero avere un legame con il movente del delitto: vestiti, scarpe, calze e fotografie, oggetti mai più ritrovati. LE INDAGINI. Alla fine del 2012 il caso è stato riaperto, perché, grazie ai progressi nelle tecniche investigative di carattere scientifico, i Carabinieri del Ris hanno individuato su una scatola portagioie un’impronta che non appartiene né alla vittima né ai parenti o ai conoscenti più stretti. Gli investigatori hanno dunque allargato il campo dei sospettati, sentendo nuove persone che finora non erano state considerate. IL MISTERO DELLA LAPIDE. Un altro mistero riguarda la tomba in cui è sepolta Grazia Del Fraine. Parecchi mesi dopo il delitto, sulla lapide comparve l’incisione del nome di un parente della vittima, sepolto altrove. La nipote assicurò che né lei né altri parenti stretti ordinarono quell’incisione. Ancora oggi non si sa chi sia stato.
Anche il Vicentino fu teatro del buio periodo di rapimenti e una famiglia di Marano Vicentino fu vittima più di tutte, perché non rivide più il suo caro. Pietro Berto, industriale con attività in paese, il 3 gennaio 1983 fu prelevato dalla sua villa da una banda di giostrai (su questo gli investigatori non nutrirono dubbi). Da allora di lui più nessuna traccia, ucciso dai rapinatori o morto per un malore. Il corpo non è mai stato ritrovato, i famigliari non hanno una tomba sui cui portare un fiore. IL RAPIMENTO. Quel 3 gennaio la banda entrò nella villa dei Berto e portò via il capofamiglia Pietro, “paron” di un’azienda metalmeccanica specializzata nella produzione di macchine per la panificazione e ancora oggi attiva con il nome del suo fondatore. Nei giorni successivi vi furono contatti per l’ottenimento del riscatto, ma successivamente i canali di dialogo si chiusero e di Pietro Berto non si seppe più nulla. LE INDAGINI. Gli inquirenti puntarono la loro attenzione su una banda specializzata in sequestri di persona a scopo di estorsione, ma le indagini non condussero ad una pista ben precisa. LE SPERANZE DI UNA SVOLTA. Ancora oggi i famigliari sperano nel ritrovamento del corpo, per dare ad esso una degna sepoltura. Nuove speranze sono venute dall’arresto, eseguito tre anni fa dai Carabinieri di Vicenza, di Orlando Held, anziano giostraio condannato all’ergastolo perché ritenuto protagonista principale della stagione di sequestri che tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta funestò l’intero nord Italia e anche il Vicentino. Da lui si attendevano rivelazioni sul caso Berto, ma quelle speranze, finora, sono cadute nel vuoto. Corriere Vicentino |
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SPECIALE
Salute e Benessere Tornare in ufficio o a scuola, dopo l’estate e le vacanze, non è facile. Dedicare qualche coccola a se stessi durante l’anno può aiutare a resistere fino alle prossime vacanze.
Stress da rientro
La spesa di settembre
Settembre non è il mese più amato dagli italiani: secondo le statistiche uno su dieci soffre di stress da rientro, ossia quello stato di tristezza post-vacanza che provoca senso di stordimento, calo dell’attenzione, mal di testa, digestione difficile, raffreddore, mal di gola, tosse e dolori muscolari.
Qualche consiglio
Per evitare di imbattersi in questo tipo di stress è sufficiente seguire alcune semplici regole. 1 Dormire molto e bene, aiutandosi con bagni caldi e tisane. 2 Abituarsi con gradualità, rientrando dalle vacanze alcuni giorni prima della fine delle ferie, per poter tornare senza un impatto brusco alle temperature e ai ritmi cittadini. 3 Fare movimento: l’attività fisica aiuta a diminuire lo stress e a riposare meglio. 4 Seguire un’alimentazione corretta. Il cervello ha bisogno soprattutto di zucchero, perciò ben vengano, senza esagerare, i carboidrati semplici (saccarosio, miele, confetture, frutta) e quelli complessi (pane, pasta, riso e cereali). La melatonina contenuta nella buccia dei chicchi d’uva, ad esempio, può essere un valido aiuto all’umore. 5 Stare alla luce del sole: fate la pausa pranzo all’aria aperta. 6 Essere ottimisti: fare pensieri positivi aiuta a ritagliarsi degli spazi di riflessione e a spostare l’attenzione sui propri desideri e sulle proprie capacità. Corriere Vicentino |
Fichi Fichi d’india Uva Mirtilli Susine Mele Pere Meloni Pesche
Bietole Broccoli Carote Cavoli Fagiolini Cicoria Cetrioli Melanzane Peperoni Zucche Pomodori Funghi Spinaci Zucchine
7 Prendersi delle pause frequenti di almeno 15 minuti ogni due ore per riattivare la circolazione e riposare gli occhi. 8 Niente tecnologia a letto: non tenere in camera da letto computer, cellulare o televisione, perché il cervello potrebbe smettere di associare quella stanza al momento del sonno, considerandola alla stregua di un “prolungamento” del salotto. 9 Concedersi un weekend di relax, finché il tempo lo consente, per ricaricarsi e iniziare al meglio la nuova settimana.
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Questo è il campanello d'allarme di chi non sente bene
«Sento, ma non capisco le parole» Chi ha problemi di udito spesso sente, ma non distingue le parole, che gli arrivano poco chiare, come fossero sfocate La riduzione di udito si avverte quando si arriva a sentire che la voce va e viene, una sensazione fastidiosa, una sorta di intermittenza, come se le parole fossero 'sfocate'. La conseguente difficoltà a seguire il filo del discorso crea un disagio che arriva a provocare isolamento, irritazione e, talvolta, imbarazzo. Oggi questo può essere affrontato meglio con la nuova tecnologia Speech Guard, un
sofisticato sistema brevettato dalla Oticon che, progettato per rimettere elettronicamente a fuoco la voce, è particolarmente utile nel far capire meglio le parole, rompendo così l'isolamento tipico di chi ha una difficoltà di udito. Grazie alle piccolissime dimensioni del chip Speech Guard, montato negli apparecchi acustici Oticon, questi risultano così piccoli che scompaiono quando indossati.
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Bellezza fai da te Il limone
La dieta dell’uva
La bellezza non richiede né fatica né soldi: in natura esistono moltissime alternative ai cosmetici tradizionali, efficaci e senza effetti collaterali. Il limone, ad esempio,ha mille potenzialità. Ecco qualche rimedio casalingo. Mescolato al miele, il limone diventa un’ottima crema idratante per la pelle del viso, nonché un toccasana per far riassorbire le microfratture. Insieme allo zucchero crea un composto che è un ottimo scrub naturale, per ridonare vitalità a tutto il corpo. Il suo potere germicida è inoltre ottimo per prevenire le infezioni oculari come la congiuntivite (attenzione: brucia!). Un po’ di succo di limone in un bicchiere d’acqua aiuta invece a ripulire l’intestino. È consigliabile berlo la mattina a stomaco vuoto. Mescolato all’olio d’oliva e passato sulle unghie le rafforza, rendendole più resistenti alle intemperie. Infine, bagnare i capelli col succo di limone dopo averli risciacquati li rafforza e li rende lucenti.
Grande classico di settembre, la cura dell’uva, o ampeloterapia, è la prima dieta che viene in mente quando si pensa all’autunno. L’acino d’uva ha infatti proprietà disintossicanti e digestive: migliora la funzionalità del fegato e dell’intestino, rinforza i capelli e purifica la pelle. Questo perché è una miniera di vitamine, magnesio, ferro, fosforo, acidi organici, pectina (nella polpa), antiossidanti (nella buccia), olio, tannini e sali minerali (nei vinaccioli). Il consumo di questo frutto è quindi caldamente consigliato a chi ha problemi digestivi, articolari, di anemia e di colesterolo. La cura dell’uva si segue per una o due settimane, e consiste nella sostituzione progressiva di tutti gli alimenti con l’uva: si inizia con 500 g al giorno, per poi passare ad 1 kg durante la prima settimana fino ad arrivare a 2 kg durante la seconda settimana. Infine, dopo un paio di giorni di alimentazione di sola uva, si comincia a reintrodurre altri cibi, cominciando dai carboidrati, con pasta e riso in piccole quantità.
SERVIZI
La Perla
Studio Medico Dr Lovato Medico Chirugo - Allergologo Dirigente medico di 1 livello Allergologia e Immunologia clinica presso ULSS 16 Padova (Test allergologici per alimenti, inalanti ed imenotteri. Spirometria con test della reversibilità) •Dalla Chiara dr Gino Medico Chirurgo - Oculista (Dirigente Medico presso Unità Operativa di Oculistica S. Anna di Brescia) •Salvetti dr Michele Medico Chirurgo - Urologo – Andrologo (Dirigente Medico presso Reparto di Urologia O.C. di Arzignano VI) •Sgarbossa dr Alberto Medico Chirurgo - Ortopedico (Dirigente Medico presso U.O. di Ortopedia S. Anna di Brescia) •Lovato dr Antonello Medico Chirurgo - Agopunturista (Master di II livello in Fitoterapia Università di Siena. Iscritto al registro delle M.N.C. presso l’Ordine dei Medici di Vicenza in: Agopuntura, Fitoterapia, Omeopatia, Omotossicologia. Docente ufficiale F.I.S.A.) •Bettella dr Adriano Medico-Chirurgo (Ossigeno-Ozono, Sclerosanti, Mesoterapia, Fosfatidilcolina, Dermaroller, Filling acido ialuronico) •Marchi dr Pierluigi Medico Chirurgo - Dermatologo •Beghin dr.ssa Maria Medico Chirurgo - Plicometria elaborazione personalizzata terapia dietetica •Penzani dr.ssa Roberta Ortottista (Unità Operativa di Oculistica S. Anna di Brescia) •Tosatto dr.ssa Silvia Psicologa Psicoterapeuta •Granetto dr.ssa Vanna Logopedista Via N. Sauro 29 Lonigo (Vicenza) Tel 0444/832740 www.studiomedicolovato.com
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Coccole e relax Bagni di fieno
Massaggio al cioccolato
I “bagni di fieno” consistono in vere immersioni in erba fresca in via di fermentazione, durante le quali la temperatura raggiunge valori tra i 40 e i 70 gradi stimolando una forte sudorazione. Il segreto di questa cura sono le piante officinali contenute nella miscela di erbe: con il caldo umido che si sprigiona dal fieno i principi attivi contenuti in tale erbe vengono efficacemente assorbiti dall’organismo. Questa terapia, nota anche come “fitobalneoterapia”, affonda le sue radici nell’usanza dei contadini di riposarsi dalle dure fatiche della giornata dormendo nel fieno tagliato per le mucche, fieno che riusciva a togliere la spossatezza del lavoro nei campi e ridare le forze. Il bagno di fieno dona un senso di benessere fisico: il corpo si rilassa grazie al calore intenso e al forte ricambio idrosalino indotto dalla sudorazione; la pelle diventa tonica per la stimolazione della circolazione periferica e liscia per la purificazione dovuta alla forte sudorazione e all’assorbimento di principi attivi dalle erbe.
La “cioccoterapia” sfrutta tutte le proprietà del cacao per la bellezza ed il benessere del corpo: il profumo del cioccolato va a stimolare le endorfine, gli ormoni del benessere, e le proprietà nutrienti del burro di cacao idratano la pelle lasciandola morbida e compatta. Non a caso viene chiamato anche “massaggio del sorriso”, e si può facilmente fare anche a casa propria. La “ricetta”: sciogliere a bagnomaria 500 gr di cioccolato fondente (minimo all’85%). Aggiungere un po’ di burro di cacao ed eventualmente qualche goccia di olio essenziale per unire all’aroma di cioccolato anche un’altra nota olfattiva (come la vaniglia, la cannella o l’arancia). Prendere con le mani una piccola quantità di crema e massaggiare a lungo, per far penetrare bene nella pelle la parte oleosa della crema. Lasciare in posa per qualche minuto e risciacquare con l’aiuto di una manopola da bagno. Un momento goloso, ideale da condividere con una persona speciale.
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La nuova Marly’s di giuseppe signorin
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a qualche giorno si parla inglese nella nuova sede della Marly’s, in via Fermi 23. La Marly’s, storica impresa di Arzignano produttrice di abiti di alta moda, è stata rilevata da Shani Italia Srl, della Shani Group, produttore britannico attivo dal 1955 che vende capospalla per donna a grandi catene come Marks & Spencer, Jacques Vert Group, Whistles ed Esprit. L’intesa, formalizzata il 2 settembre nella sede di Confindustria Vicenza con il presidente Giuseppe Zigliotto e l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, prevede un contratto d’affitto iniziale per arrivare a novembre all’acquisto irrevocabile. “Il primo obiettivo – ci racconta Loris Nardi, manager di Shani Italia – è quello di mantenere e incrementare le licenze con i marchi Mattiolo e Pigna-
telli, oltre alla collaborazione con Versace. Il rilancio della nuova Marly’s, grazie all’intervento dei fratelli Hollis, proprietari di Shani Group, passa attraverso un iniziale ridimensionamento, mantenendo però le stesse attività e con una prospettiva di sviluppo sempre più internazionale. Il lavoro che ci attende nei prossimi mesi dovrà essere certosino, soprattutto nel rapporto con i clienti e con i fornitori, deteriorato nell’ultimo periodo”. “La cosa più positiva – commenta
Paolo Bastianello, attuale presidente della Marly’s e vicepresidente del Sistema Moda Italia – è che abbiamo dato continuità all’azienda, salvaguardando il know how e parte dei dipendenti, che sono ora in mani fidate, gente del mestiere, molto seria, con cui sto collaborando come memoria storica”. Shani Italia ha infatti riassunto 20 delle oltre 60 persone che lavoravano per la Marly’s. Per le restanti i sindacati di categoria di Cgil e Cisl, firmatari a loro volta di un’intesa con Shani group, hanno ottenuto la cassa integrazione straordinaria.
Croce rossa di francesco meneghini
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ltimati i lavori di riqualificazione nella ex casa del custode di Villa Brusarosco, destinata a diventare sede operativa della Croce Rossa, con i membri volontari del Comitato Provinciale di Vicenza. “I lavori hanno interessato il piano terra della struttura, compresi impianti e serramenti, che è stato completamente riqualificato e reso agibile - spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Frigo -. Con il prossimo bilancio cercheremo di ottenere nuovi fondi per
completare la riqualificazione del piano superiore”. Al momento si stanno completando le procedure burocratiche per siglare la convenzione con la Croce Rossa, che diventerà operativa
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nella nuova sede con l’inaugurazione, presumibilmente il 5 ottobre, in occasione della Festa delle associazioni di volontariato. “La nuova sede sarà operativa a tutti gli effetti, con la presenza sul posto di un mezzo di soccorso - continua Alessia Bevilacqua, assessore ai Servizi Sociali -. Per le attività di formazione dei volontari continueremo a mettere a disposizione Villa Brusarosco. Stiamo inoltre studiando una serie di attività sociali che i volontari potranno svolgere per la città, come sportelli di ascolto e corsi di formazione in scuole e spazi pubblici”.
Cercando cazzavillan di Nicoletta mai
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n zona 1, proprio nel centro di Bucarest, si trovano via Luigi Cazzavillan e il parco a lui dedicato. Al centro del parco una fontana con un busto in bronzo, del tutto simile a quello che campeggio all’ospedale di Arzignano. L’interesse della città del grifo nei confronti di questo illustre personaggio, al quale ha dato i natali nel 1852, è da sempre molto forte ma ancora tanto resta da scoprire. Così, lo scorso agosto, Giuseppe Dal Ceredo e la moglie Paola, che caso vuole di cognome fa proprio Cazzavillan, sono partiti alla volta della Romania decisi a visitare il mausoleo dove Cazzavillan è sepolto. L’obiettivo della missione è stato raggiunto, anche se solo in parte. Ma vediamo come sono andate le cose. “Appena arrivati a Bucarest – racconta Dal Ceredo – abbiamo contattato l’ambasciata che ci ha fatto da tramite con la signora Ana Hirsi, dichiarata dal governo rumeno discendente di Cazzavillan e tenutaria delle chiavi
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del mausoleo. Purtroppo, però, le sue condizioni di salute non le hanno permesso di incontrarci. Ma non ci siamo dati per vinti e siamo almeno riusciti a identificare il mausoleo”. Dove si trova la tomba? Nel cimitero Bellù. Pur essendo cattolico, Cazzavillan venne sepolto nella zona ortodossa, nel settore dedicato agli eroi della nazione rumena. La tomba è iscritta come monumento
storico nel registro del cimitero”. Non siete riusciti a vedere nulla dell’interno? Sbirciando dalle finestre e dalla grata d’ingresso di questa costruzione un po’ bizantina e un po’ romanica, abbiamo notato due sarcofagi in marmo: la tomba di Luigi a destra e quella della moglie Teodora a sinistra; alle pareti due ghirlande in ferro battuto e in fondo un altare con alcuni oggetti tra i quali siamo riusciti a identificare una copia dell’Universul, il giornale fondato da Cazzavillan nel 1884. Abbiamo lasciato una targa come Pro loco Arzignano e Associazione Sant’Agata e l’ambasciata si è assunta l’impegno, non appena la signora Ana starà meglio, di collocarla all’interno della tomba. Che ricordi avete portato a casa da questo viaggio? Il grande entusiasmo delle persone quando sentivano che eravamo concittadini di Cazzavillan. Ma il legame con l’Italia è ovunque molto forte: abbiamo visto la lupa capitolina praticamente in ogni città!”.
La principessa Beatrice ringrazia le Officine Pellizzari
anni fa l’Olanda veniva colpita da una terribile inondazione che causò la morte di 1800 persone e l’allagamento di 160 mila ettari. A rispondere alle richieste d’aiuto che arrivavano da quella terra così duramente colpita ci furono anche i Vicentini e tra questi, in prima linea, le Officine Pellizzari. Venne messo a disposizione un treno di macchine idrovore, le stesse impiegate nell’alluvione del Polesine, oltre ad una squadra di tecnici per farle funzionare. In occasione di questo anniversario Roberto Negri, nipote di Giacomo, ha inviato una lettera alla principessa Beatrice d’Olanda ricordando quell’intervento così fortemente voluto da Giacomo e da Antonio Pellizzari. Con l’occasione le è stato donato anche il libro dedicato ad Antonio Pellizzari, in cui è contenuto il diario che l’ing. Enzo Cuomo, capo della spedizione in Olanda, compilò giorno per giorno. Un mese dopo la risposta con i ringraziamenti della principessa Beatrice. “Allora fu la Regina Giuliana d’Olanda, tramite l’Ambasciatore d’Olanda in Italia, a conferire al nonno una delle più alte onoreficenze, la Croce di Orange-Nassau - ricorda Negri -. Questo è un capitolo della storia delle Officine Pellizzari che deve renderci molto orgogliosi. Ancora una volta fu l’occasione di dimostrare la competenza, lo spirito di solidarietà e la laboriosità di una squadra eccezionale”. Tanti sono i ricordi e gli aneddoti legati a quella spedizione. Fra questi quello degli americani che, una volta finito di montare i loro impianti, si trovarono senza acqua da pompare: quelli della Pellizzari non ne avevano lasciata neppure una goccia. n.m. Corriere Vicentino |
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Arzignano
Il veterano dei campanari di giuseppe signorin
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lasse 1923. Il primo ricordo della sua vita è con il papà, nel campanile di Castello. Era il 1926. Bruno Frighetto aveva tre anni, il papà, campanaro, lo avevo portato con sé mentre doveva suonare per la Messa celebrata in occasione di una visita degli zii, che erano arrivati dall’America. Da quel giorno, per 87 anni, le campane lo hanno sempre accompagnato. “Sono tornato dalla guerra nel ’45. Ero uno degli ultimi, tutti pensavano fossi morto. Sono rimasto 32 mesi in Grecia, mi ha salvato la vita un dottore del posto, dopo che ero stato ferito alla testa. Appena arrivato a casa mi hanno fatto suonare le campane. Tutti sapevano della mia passione”. Uno dei fondatori, assieme a don Giovanni Allegri, della Società campanaria di Tezze, che quest’anno festeggia i
trent’anni di attività, il signor Bruno ha suonato un po’ ovunque nel veronese e nel vicentino. “Per anni sono andato a Vicenza, la domenica mattina: suonavo in quattro o cinque campanili di seguito, ogni volta. Poi sono stato operato, mi hanno messo un pacemaker e ho dovuto
mettermi un freno. Ma ogni tanto vado ancora a suonare in giro”. Uno dei dispiaceri più grandi nel ’55. Doveva partire a settembre per la Svizzera, dove sarebbe rimasto fino al ’74 lavorando come falegname, ma a ottobre c’era l’inaugurazione del campanile di Montecchio. “A quei tempi pensavo sempre alle campane. Non poter suonare nel nuovo campanile è stato davvero brutto. In Svizzera poi non ho avuto la possibilità di fare il campanaro. Potevo farlo solo una volta l’anno, quando tornavo a casa”. Suonare le campane per il signor Bruno è sinonimo di festa. “Quando c’erano i matrimoni, poi, ci portavano su pane, salame e vino, e appena finito ci mettevamo a festeggiare e cantare in cima al campanile”. Il 9 settembre è stato il 63° anniversario del suo matrimonio. Siamo sicuri che ha festeggiato sotto un tripudio di campane!
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Farmacisti
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anni, e ancora si dà da fare per tenere sotto controllo la sua attività. Angelo Zanoni è il perfetto profilo del farmacista gentiluomo, come ne sono rimasti pochi. Educato, paziente, preciso. Anche nel raccontarci la sua storia: nato a Mantova, laureato a Modena, ha lavorato tre anni in una farmacia di Monselice prima di arrivare ad Arzignano,
nella farmacia della famiglia Donadelli, che dopo un anno ha preso in gestione. Era il 1963. “Il giro di affari all’epoca era bassissimo. C’era solo la Mutua Pellizzari. Le farmacie ad Arzignano erano tre: Donadelli, Ghirardini e Ognissanti. A Tezze c’era la farmacia Concato, l’unico originario di queste zone. Non c’era nessun altro laureato in Farmacia. La maggior parte delle persone lavorava alla Pellizzari o in conceria”. Com’era la farmacia all’epoca? “Diversa. Anche esteriormente: mobili antichi, poca capienza. Era sufficiente meno spazio, non c’era bisogno di tenere tutti i farmaci di adesso. Le medicine le preparavamo noi: cartine, pomate, sciroppi, supposte, pillole. Per fare una pomata ci mettevo mezz’ora. Oggi non ci sarebbe il tempo. Il consumo di medicine è aumentato a dismisura: appena uno ha un fastidio, cor-
re dal medico. Nei turni di notte una volta suonavano un paio di persone a settimana. Oggi suonano diverse volte tutte le notti. C’è meno educazione e rispetto”. È una passione di famiglia? “Avevo un fratello morto a 20 anni, quando io ne avevo appena uno, iscritto a Farmacia. E due cugini che si sono iscritti alla stessa facoltà. Quindi è stato il mio turno. Ora tutti i figli dei miei cugini, e anche mio figlio, sono farmacisti. I Zanoni sono diventati una famiglia di farmacisti”. Le maggiori soddisfazioni? I ringraziamenti delle persone per il lavoro fatto. Qualcuno mi ringrazia ancora. Le difficoltà? Una su tutte: la burocrazia. Da quando sono partito a oggi la burocrazia è aumentata in qualsiasi campo. Sta uccidendo tutto.
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ato ad Ariano Polesine, in provincia di Rovigo, Mariano Tumiatti ha studiato Farmacia a Ferrara, dove ha conosciuto la moglie Annamaria, figlia di una farmacista. “Non sapevo che studi intraprendere. Mia madre un giorno mi ha detto: ‘se fai il medico, ti tocca andare tutto il giorno in giro per le case dei malati;
se fai il farmacista, vengono loro da te’. Diciamo che ho scelto in base a questo consiglio…” Dopo due anni di militare si è trasferito a Trento, dove nel frattempo il padre di Annamaria aveva acquistato una farmacia. Si è sposato e ha lavorato lì per cinque anni, fino ad agosto del 1962, quando è stato chiamato a dirigere la Farmacia Ghirardini di Arzignano, di cui è diventato titolare nel 1966. Com’è cambiato il rapporto fra voi farmacisti? I primi tempi c’era un rapporto più sincero e aperto. Se veniva da me qualcuno che aveva bisogno di una medicina di cui eravamo al momento sprovvisti, mandavo uno dei miei collaboratori nelle altre farmacie per farci prestare il prodotto. Oggi c’è molta più competitività. È cambiato proprio il modo di vedere il lavoro. Ci sono maggiori difficoltà oggi?
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Se dovessi partire adesso non farei il farmacista, è troppo complicato. È rimasto intatto il rapporto con i clienti, ma è cambiata completamente la gestione di una farmacia: in pratica è un doppio lavoro. Oltre alle questioni professionali, ci sono tutti gli obblighi di un’impresa commerciale: IVA, registri, entrate/uscite. Dal 2005 è mio figlio titolare, io e mia moglie diamo una mano perché non è semplice gestire tutto. La burocrazia poi è insostenibile. Di cosa si occupa oggi all’interno della farmacia? Soprattutto degli ordini giornalieri. Controllo cosa serve e ordino farmaci tre volte al giorno. Un tempo i clienti arrivavano con le preparazioni scritte dai medici, e aspettavano anche uno o due giorni prima che la medicina fosse pronta. Ora se non c’è vanno subito da un’altra parte. Dev’essere tutto sempre pronto.
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Ciao tru tru di Stefano Cotrozzi
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olo il passaggio di una bella ragazza riusciva a fermare le tue elucubrazioni sul mondo del calcio al bar. Un attimo di silenzio contemplativo per poi riprendere con foga l’argomento, come se dal Calcio a 5 dipendesse il futuro del mondo. Era questo il bello di te, la passione! E il calcio a 5 ti era entrato nelle vene. Non lo hai mai abbandonato, neanche quando sono finiti i fasti e tutti gli avvoltoi sono spariti. Tu sei rimasto lì. Quello striscione portato dai giocatori che ti incitava a lottare è stato un atto d’amore bellissimo. Alla presentazione del primo numero del Corriere Vicentino mi ricordo che forse eri l’unico più emozionato
di me, “vecio ghe la femo?”. Un refuso sulle “tue” pagine sportive era un colpo al cuore, due una coltellata. Poi un giorno me lo dici. Benigno per me significa che tutto va bene. E invece no, non va bene per niente. Ti vediamo sempre meno ma non capiamo. L’ultimo passaggio in redazione, “ciao vecchio gendarme, come va”. Forse era un addio ma noi non lo sapevamo. La chiesa di Ognissanti gremita come la curva del Menti durante il derby. Triplice fischio finale. Si sono spenti i fari sul campo di gioco. Addio vecchio gendarme
Scusa Michele di stefano canola
S
cusa, Michele, il Milan è passato in vantaggio…” La nostra collega, dalla base di Radio Stella FM, ti interrompeva dolcemente così per annunciare le variazioni di risultato nelle altre partite della domenica pomeriggio. Correva il campionato 1998-99, il Vicenza di mister Colomba era una barchetta leggera tra le ammiraglie e le cacciatorpediniere della serie A e tu cercavi di aumentarle il cabotaggio con le tue fenomenali radiocronache in diretta. Io ti ho accompagnato sei volte, quattro delle quali in trasferte lontane da dove abbiamo portato a casa forse un punto in tutto. Ufficialmente spettava a me il commento tecnico, in realtà servivo soprattutto a darti un minuto di ossigeno ogni tanto, dissertando da Agroppi dei poveri
su 4-4-2, cambi di marcature e inversioni di fascia. “Scusa, Michele, la Lazio ha pareggiato…” Firenze, Torino sponda Juve, Perugia, Genova sponda Samp: la partita cominciava ben prima del fischio d’inizio e durante le ore d’autostrada aneddoti e racconti uscivano a fiumi, sui biancorossi, sugli avversari e su quel mondo del pallone che ti emozionava. Era un piacere ascoltarti, in onda e fuorionda, e io rimanevo affascinato dalla precisione dei nomi e dalla logica delle frasi, come se stessi leggendo un copione. “Scusa, Michele, secondo gol dell’Inter…” Finito il match, in sala stampa, ti perdevo di vista, perché correvo come un bambino al luna-park verso le giostre sognate da mesi. Trapattoni e Batistuta sorridenti con la Fiorentina Corriere Vicentino |
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capoclassifica, Ancelotti all’esordio casalingo sulla panchina bianconera, Nakata circondato da nugoli di giornalisti giapponesi al “Curi”. A Genova ci siamo congelati, ma la tramontana ha fatto un baffo alla tua voce. Poi, sulla strada del ritorno, i commenti resi pacati dalla stanchezza e l’arrivederci alla trasferta successiva. Scusa, Michele… Che partita sei andato a seguire, adesso?
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Michele e il calcio a5 di stefano testoni
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al 1994 fino allo scorso dicembre il calcio a 5 era la sua seconda famiglia, quella delle pizzette post allenamento, delle trasferte col Grifo e delle belle serate passate assieme ai suoi amici del pallone a rimbalzo controllato. Una grande famiglia con cui ha vissuto serate memorabili come quelle del primo storico scudetto, dove esultava per un successo importante per poi scappare subito a casa a scrivere l’articolo per il giornale di turno con l’ansia di aver scritto tutto per bene. Una passione lunga, lunghissima che lo ha fatto diventare il punto di riferimento del giornalismo vicentino del calcio a 5, lui che ha dato spazio ad uno sport emergente che si è confermato ai piani alti grazie anche ai suoi articoli sempre pronti a scovare le notizie con quella radio mercato che tanto faceva impazzire appassionati e addetti ai lavori. Michele ha passato una vita attorno al suo Grifo, prima come giocatore, seppur mancato perchè il mister (all’epoca in panchina
c’era l’amico Isidoro Marchesini) lo faceva giocare poco e poi come addetto stampa. Da giocatore memorabile la sua polemica a TVA Vicenza col Grifo ospite in una trasmissione calcistica e Michele che punzecchiava il mister chiedendo più spazio, un episodio che veniva fuori spesso e volentieri nelle serate arzignanesi. Da addetto stampa i primi grandi ricordi scorrono fino alla trasferta di Coppa ad Ancona: farà storia la foto del trionfo con giocatori e dirigenti a coccolare il trofeo e Michele al telefonino a raccontare il successo per il giornale del giorno dopo. Lui era fatto così, non riusciva a stare senza futsal, come nell’anno del primo tricolore: una cavalcata magica segnata dai soprannomi che solo lui sapeva dare ai giocatori, una stagione d’oro culminata con la notte magica del settebello al Perugia. Magica come quelle di Colleferro e Conegliano, teatro quest’ultima del successo nella final eight di Coppa Italia contro i cugini della Luparense. Una sfida nella sfida per Michele che il derby lo sentiva eccome, vivendolo dentro come pochi altri. Un derby infuocato in campo che si tramutava in rispetto fuori dal rettangolo di gioco. La sua passione non è mai diminuita, nemmeno quando il Grifo è sceso in campo coi “bocia” come li chiamava lui o nella ripartenza dalla serie C1. Mancherà eccome la sua penna, mancheranno i suoi pezzi ma soprattutto mancheranno le sue telefonate. Bastava uno squillo per farlo sorridere, l’occasione buona per parlare di futsal. Ciao trutru!
di roberto cazzola
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iao Michele, siamo qui tutti noi dirigenti della tua società Arzignano calcio a 5 per salutarti e ringraziarti. Ricordo ancora quando abbiamo iniziato, nel lontano 1994, nella palestra di Brogliano, dove segnavamo il campo con il nastro adesivo insieme, e tu ti arrabbiavi o facevi finta di arrabbiarti perché ti facevo giocare poco… Poi siamo riusciti a trasformare una squadra di amici in una società organizzata che ha portato in alto il nome di Arzignano in Italia e in Europa. Ci piace ricordarti felice come un bambino e senza un filo di voce in occasione delle straordinarie vittorie ottenute. Tante persone si sono avvicinate al calcio a 5 grazie a te, grazie al tuo modo splendido di raccontare questo sport meraviglioso. E un grazie personale per quello che è successo nella primavera-estate del 2010, in cui sono rimasto praticamente solo a dirigere la società, insieme a tre-quattro dirigenti, che non smetterò mai di ringraziare. In quel periodo avevo quasi preso la decisione di chiudere, ma non avevo fatto i conti con te, che mi hai convinto a trovare persone che mi aiutassero a continuare. Di tutte le straordinarie cose che hai fatto, questa la considero la più importante… Ora tocca a noi: ti promettiamo che faremo di tutto, io, Mirco, Mario, Vladi e tutti i dirigenti. Ora, stravolgendo la scaletta e chiedendo il permesso a don Mariano, tutti insieme vorrei che salutassimo Michele gridando forte per tre volte il suo marchio di fabbrica… CIAO VECIO! (dal saluto letto durante la Cerimonia)
Buon compleanno Michele IL 12 ottobre l’Arzignano calcio a 5 giocherà la seconda giornata, la prima in casa al Palatezze contro il Merano. Coincidenza degli astri il 12 sarebbe stato il compleanno di Michele. Per questo motivo la società, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Arzignano, ha deciso di organizzare una serie di eventi in ricordo di Michele. Per amici e tifosi l’appuntamento è alle ore 15 al Palatezze. Ingresso gratuito. Vi aspettiamo numerosi.
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arzignano Cronaca
Acque del Chiampo
Ex vicesindaco rischia la vita
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rutta avventura per Giuseppe Bonato, 63 anni, ex-vicesindaco e assessore del Comune di Arzignano, che ha rischiato la vita in seguito a uno choc anafilattico provocato dalla puntura di un calabrone. Ha avvertito un forte dolore alla mano ed è corso per chiedere aiuto, poi ha perso conoscenza.
L’episodio è accaduto all’esterno della sua abitazione, mentre stava tagliando l’erba. Per fortuna si è ricordato di alcuni recenti fatti di cronaca e ha chiesto aiuto alla moglie Maria Imelda, che ha chiamato il 118. L’ambulanza l’ha portato all’ospedale Cazzavillan, dov’è stato trattenuto fino al giorno successivo.
Viabilità
Ladri in ditta
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adri in azione a Tezze di Arzignano, nel magazzino della Quick. I banditi hanno agito nella notte: prima hanno forzato il cancello d’ingresso, poi la porta che dà accesso all’azienda. Rubati circa 1.000 capi e un furgone Mercedes, con cui se ne sono fuggiti, per un valore complessivo superiore ai 50 mila euro. Tutti i capi facevano parte della linea “La Guccia”. La speranza è che sia proprio il marchio a far riconoscere e recuperare la merce.
Inaugurata la rotatoria
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aglio del nastro per la nuova rotatoria di San Rocco, dopo tre mesi di lavori. Presenti il parroco di Ognissanti, don Mariano Lovato, che ha benedetto l’opera, il sindaco Giorgio Gentilin, l’assessore ai lavori pubblici Angelo Frigo e il sindaco di Chiampo Matteo Macilotti. La rotatoria servirà a sgravare dal traffico un nodo viabilistico importante per la città del Grifo, l’incrocio tra via Chiampo e via Trento.
Club
Nuovi Direttivi per il Rotary e il Lions
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l Rotary Club di Arzignano, fondato nel 1973, ha rinnovato il Direttivo. Il nuovo presidente è Alberto Savegnago e succede a Nereo Zocca. Il 2013/2014 sarà un anno importante e ricco di eventi: il 4 ottobre in Villa Cordellina verranno celebrati il 40° anniversario della nascita e il 30° anno di gemellaggio con il Rotary di Bad Tölz. Sono previste diverse iniziative, fra cui concerti di beneficenza, e nelle priorità del nuovo presidente ci sono soprattutto la
promozione di incontri fra club diversi e l’attenzione ai giovani. Anche il Lions Club, fondato nel 1982, ha rinnovato il Direttivo. Nel ruolo di presidente a Ferruccio Zecchin subentra Simone Cracco. Nell’ultima serata il socio fondatore Giorgio Cazzola e Tarcisio Zaccaria sono stati nominati soci a vita. Il nuovo direttivo proseguirà sulla falsariga degli anni precedenti privilegiando le Borse di Studio e le campagne di sensibilizzazione sui problemi della Valle del Chiampo. Corriere Vicentino |
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Serafin nuovo amministratore unico
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l 37enne Alberto Serafin è il nuovo amministratore unico di Acque del Chiampo. Lo ha stabilito tra le polemiche il 4 settembre l’assemblea ordinaria della società che gestisce il servizio idrico integrato con il voto favorevole del Comune di Arzignano, socio di maggioranza della società idrica.
Scuola
Boom di studenti al Galilei
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iscritti per il 2013/2014 contro i 583 dello scorso anno. 85 ragazzi in più, che se da un lato sono motivo di soddisfazione, dall’altro costituiscono una preoccupazione per l’emergenza spazi all’Istituto tecnico Galilei, con la speranza che la Provincia valuti un secondo intervento di ampliamento della scuola. Già la presidenza e l’aula docenti è stata trasferita in un’area più piccola, destinando il vecchio spazio a una classe di 30 alunni. Stessa sorte toccherà alla biblioteca e al laboratorio di disegno. Bisognerà insomma ingegnarsi per trovare nuove soluzioni e fare di necessità virtù.
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IV Torneo Peretti al Milan
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Giovanissimi 2000 del Milan si aggiudicano il IV Torneo Graziano Peretti, battendo per 1-0 il Padova in una finale combattuta fino all’ultimo minuto. Alto il livello delle squadre in campo e tanta partecipazione da parte del pubblico. Il IV torneo Peretti si conclude nel migliore dei modi, mostrando il lato bello del calcio. Tante le partite, i gol e le emozioni, con risultati tutt’altro che scontati, tanto che le squadre finaliste della scorsa edizione, Juventus e ArzignanoChiampo, sono finite rispetti-
vamente al quarto e all’ottavo posto. Si alza l’asticella della qualità, per un torneo che diventa sempre più prestigioso e internazionale. Il Rapid Vienna si piazza al terzo posto e il Lokomotiv Mosca si distingue per il comportamento, aggiudicandosi il premio speciale per il Fair Play.
Due medaglie d’oro per l’Atletica Arzignano
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rande soddisfazione per le due medaglie d’oro che l’Atletica Arzignano ha vinto ai campionati italiani CSI 2013, frutto di due gare di altissimo livello nelle staffette maschili 4×100 e 4×400. Come se non bastasse, oltre allo strepitoso risultato, nella 4×400 i ragazzi della società arzignanese hanno conquistato con un tempo straordinario di 3’27”40 il record nazionale CSI.
arzignano
Vent’anni di ulysses
L’
associazione Ulysses entra nel ventesimo anno di attività, proseguendo nella sua opera di promozione socioculturale ed educativa. Nata nel 1994, in seguito alle esigenze sorte dopo la riforma che prevedeva l’insegnamento dell’inglese nelle scuole elementari, si è presto distinta per i doposcuola dedi-
cati alle scuole medie, di cui è tutt’ora un esempio più unico che raro. Motivo che gli è valso il riconoscimento giuridico da parte della Regione Veneto nel 1999. Quest’anno ha inoltre ottenuto il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Arzignano. “L’esperienza più importante, per noi – ci racconta il presidente Paola Cervato – è stata sicuramente insegnare l’inglese ai bambini. Il fattore fondamentale è l’entusiasmo, e bisogna essere entusiasti per trasmettere entusiasmo ai bambini. Bisogna quindi tenersi sempre aggiornati e lavorare continuamente per migliorarsi di giorno in giorno. Abbiamo poi organizzato negli anni tanti corsi di interesse culturale, oltre a quelli di inglese, cercando di valorizzare i talenti locali, come i filosofi Stefano Fuselli e Alfonso Cariolato. Ci siamo occupati delle tematiche più varie, dalla psicologia alla storia dell’arte,
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organizzando anche corsi di pittura per adulti”. Gli aperitivi culturali? Si è trattato di una scommessa: avevamo visto qualcosa del genere a Verona, ma non pensavamo che gli arzignanesi avrebbero aderito così numerosi. Sono iniziati due anni fa e sono consistiti in una serie di incontri di sabato pomeriggio con relatori che hanno offerto la loro competenza e un aperitivo finale completamente offerto dalla Cantina Menti. Dopo la prima stagione si è aggiunta anche Confartigianato, nell’organizzazione. Ora siamo pronti per la terza stagione: fra gli ospiti ci sarà un medico di Amnesty che si sta occupando del problema della povertà anche qui in Italia. Sogno nel cassetto? Avere Bob Geldoff come ospite nel trentennale del Live Aid, quindi nel 2015…
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Agricoltura in rosa Click sulla Natura di enrico corato
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artiamo dal presupposto che l’agricoltura è sempre stata un mondo maschile, o meglio, le donne hanno sempre dato un importante contributo ma per tradizione il loro ruolo è sempre stato considerato marginale”. Esordisce così Nicoletta Zoile che, insieme al marito e ai figli, gestisce l’azienda agricola “La Primula” ai
Povoleri a Nogarole ma che è anche presidente dell’associazione “Donne in campo”. Che cos’è “Donne in campo”? È un’associazione di imprenditrici agricole che fa parte della Confederazione Italiana Agricoltori: a livello nazionale c’era già, ma in provincia mancava, perciò verso la fine dello scorso anno abbiamo deciso di fondarla e il 10 dicembre sono stata eletta presidente. Per ora siamo una quindicina di associate da tutta la provincia, da Recoaro a Noventa, da Agugliaro a Montecchio.
Il vostro obiettivo? Innanzitutto “Donne in campo” nasce per darci supporto reciproco, cercando di lavorare e andare avanti tutte insieme. Con la crisi il contributo femminile può essere importante: non che noi risolviamo la crisi, beninteso, ma se l’uomo è bravo nella gestione aziendale, la donna dà il suo contributo nella vendita diretta, o ad esempio con l’organizzazione di fattorie didattiche e fattorie sociali. Se non avessi mio marito non saprei come fare, ma nel proporsi la donna ha una marcia in più ed è giusto sfruttare questa capacità, magari alleggerendo il carico ai mariti. E i maschi come la pensano? Mio marito mi appoggia in pieno, ma non tutte hanno questa fortuna purtroppo. A volte c’è in gioco l’orgoglio. Idee per il futuro? Stiamo pensando a manifestazioni tutte al femminile per farci conoscere, a corsi di computer e anche a degli incontri con le ULSS per mettere in campo dei progetti con bambini, anziani e disabili. Abbiamo già incontrato alcuni istituti di credito per capire se ci può essere qualcosa di adatto: se sei donna, specie senza marito, chiedono maggiori garanzie. A questo serve la nostra associazione, mettere insieme capacità ed eccellenze che rimarrebbero isolate e sfruttarle per crescere insieme. Il settore agricolo come sta andando? Io faccio vendita diretta in quattro mercati del vicentino e mi rendo conto che la crisi ha aiutato le persone a ragionare su quello che acquistano: hanno bisogno di garanzia del prodotto, ma anche di toccare con mano le tue competenze. E tu produttore puoi spiegargli come l’hai coltivato e tutto l’impegno che ti è costato.
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uoghi, fauna e flora - viaggio tra la Lessinia occidentale veronese e orientale vicentina”: questo il tema del primo concorso fotografico organizzato dall’associazione “Campodalbero guarda al futuro” con il patrocinio del Comune di Crespadoro, per imparare a osservare, ascoltare e apprezzare la serenità della natura che ci circonda, come facevano i nostri padri. Al concorso sono ammesse tutte le foto a colori e in bianco e nero che abbiano
un legame con il tema. Ogni autore potrà partecipare al massimo con cinque opere. L’apertura ufficiale della mostra sarà domenica 6 ottobre alle ore 9 presso la sede dell’associazione in via Rope a Campodalbero, mentre la premiazione avverrà nel pomeriggio dalle ore 18 presso la sala riunioni del Bar alla Chiesa. Termine ultimo di presentazione è sabato 28 settembre alle ore 12.30: appassionati di fotografia di tutta la vallata affrettatevi! Per info e regolamento visitare il sito del Comune di Crespadoro o www. campodalberoguardalfuturo.it. e.c.
Chiampo
I miei primi 100 giorni di alessandra groppo
E
ra il 27 maggio scorso quando i cittadini di Chiampo hanno eletto come sindaco della città l’outsider Matteo Macilotti. Oggi, a distanza di tre mesi dalla data delle elezioni, il giovane sindaco ci racconta le emozioni, le impressioni e i progetti dei suoi primi 100 giorni con la fascia tricolore. Sindaco, come giudica questi primi mesi di lavoro? Molto positivamente: è stato un bellissimo periodo di scoperta e di conoscenza del mio paese. Fare il sindaco è una posizione privilegiata che ti consente di avere uno spaccato dettagliato della realtà. Com’è il lavoro del sindaco? Esattamente come me lo aspettavo: impegnativo ma molto bello e stimolante. Lavoro tantissimo tra riunioni, sopralluoghi, ricevimenti ed eventi, ma stare a contatto con i miei concittadini mi piace davvero tanto. Come si trova a lavorare in municipio? Mi piace molto: il Comune è una macchina che io e miei assessori stiamo cercando di personalizzare per renderla ancora più efficiente di fronte alle richieste e alle esigenze della popolazione. Il rapporto con la minoranza? Di collaborazione. I primi interventi messi in atto? Gli interventi fondamentali sono stati tre. Innanzitutto i lavori di messa in sicurezza della frane, in particolar modo quella di via Faggiana, poi lo spostamento di tutti gli uffici comunali in un’unica area del municipio
con la conseguente chiusura dell’area sopra il Cfp, intervento che ci permetterà di risparmiare anche sul riscaldamento e, infine, l’organizzazione di numerosi eventi estivi nelle piazze del paese per creare occasioni di incontro, divertimento e crescita culturale. I progetti futuri? In primo luogo la sistemazione e la messa in sicurezza della scuola
elementare, la realizzazione di due nuovi tratti della pista ciclabile e poi l’organizzazione di alcuni eventi nell’immediato periodo autunnale e per il Natale. Dove nascono le proposte? Dai miei assessori, che stanno lavorando davvero con tanta dedizione. Altre vengono dal gruppo Nuova Chiampo, ma anche direttamente dai cittadini. Oggi ogni Comune deve fare i conti con la difficoltà di reperire i finanziamenti per progetti e servizi. Trovare i soldi al giorno d’oggi non è facile ed ecco perché è necessaria la partecipazione a bandi e concorsi per realizzare progetti sociali. E poi basta darsi una mano e credere nel volontariato e nell’aiuto reciproco: io stesso, quest’estate, ho aiutato a montare palchi e a portar fuori sedie… Nulla è impossibile se c’è la collaborazione di tutti!
Nasce il Centro P3@
Un mese per il marmo
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idurre il divario digitale dei cittadini, aumentare le conoscenze informatiche di giovani e meno giovani e creare un luogo di ritrovo per tutti. Con questi obiettivi il Comune di Chiampo ha inaugurato il Centro P3@. La sala, nello stabile della biblioteca, è attrezzata con 6 computer con accesso gratuito ad internet, proiettore e microfoni. Al momento è aperta al pubblico il martedì e il venerdì dalle 16 alle 19 , il giovedì dalle 20 alle 22 e il sabato dalle 9 alle 13 grazie ai volontari di alcune associazioni.
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artiranno il 20 settembre le “Settimane del marmo a Chiampo” organizzate dal Consorzio Marmisti Chiampo con il patrocinio del Comune e la collaborazione delle realtà commerciali e produttive del paese. Nei locali di Chiampo verranno presentate offerte culinarie particolari ispirate al mondo del marmo, sarà possibile visitare la mostra fotografica “Made of stone” e partecipare a numerosi eventi. Durante le settimane verranno inoltre posizionati dei blocchi in pietra nelle zone di maggiore affluenza del paese, e su di esse verranno dipinti simpatici Emoticons.
chiampo
Una linea FTV per i lavoratori
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na delle grandi novità della nuova Amministrazione comunale di Chiampo è stata l’istituzione dell’assessorato ai trasporti, un nuovo braccio dell’amministrazione Macilotti che si occupa di trasporti, inquinamento e traffico e che ha già portato in Consiglio le prime proposte. Ne parliamo con Edoardo Righetto, neo assessore allo Sport, all’Innovazione e, appunto, ai Trasporti. Come mai è stato istituito questo nuovo assessorato? Principalmente per dare attenzione ai problemi di traffico che abbiamo a Chiampo: l’intenso flusso di automobili che ogni giorno transitano lungo la sola strada provinciale.
Avete già delle proposte che possono aiutare a diminuire il problema? Abbiamo pensato di far nascere una nuova linea delle corriere FTV dedicata ai lavoratori. Questa nuova linea collegherà Chiampo alla zona industriale di Arzignano, dove molti cittadini lavorano. Al momento, grazie a un questionario compilabile online sul sito del Comune, stiamo racco-
C’è un questionario compilabile online sul sito del Comune gliendo le richieste dei cittadini che ci serviranno per stabilire gli orari dei nuovi bus e le nuove fer-
mate ad Arzignano. Ci sono altre iniziative legate al tema dei trasporti? Dal 16 al 22 settembre Chiampo parteciperà alla settimana europea della mobilità sostenibile, un’iniziativa che prevede l’organizzazione di una serie di incontri in cui parleremo di carpooling (condivisione dell’automobile), pedibus (un servizio che vorremmo ampliare), aria ed inquinamento, e in cui sarà possibile ascoltare delle testimonianze di alcuni ciclisti. Inoltre saranno organizzate due biciclettate: il sabato verso la Contrà dei Cischi e la domenica tra i blocchi di marmo posati dal Consorzio Marmisti. a.g.
Dalla Tomba AL FESTIVAL di francesco meneghini
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alla cronaca nera al tappeto rosso. L’ultima apparizione di Fabio Dalla Tomba sui quotidiani risale ai primi di luglio, quando il noto commercialista chiampese è stato vittima di una rapina in casa, con tanto di percosse da parte dei rapinatori. Negli ultimi giorni però, sono apparse sul suo profilo facebook alcune foto che ritraggono un Dalla Tomba smagliante a Venezia, durante il Festival del Cinema, in compagnia di belle donne e... un sosia di Fabrizio Corona. Che ci facevi a Venezia, tra fotografi e soubrette? Sono stato all’anteprima del trailer di “La fuga di Scarfa-
ce”, film che racconta la vita di Fabrizio Corona. Personaggio davvero controverso... Corona è un personaggio che ha alimentato le cronache degli ultimi anni, quindi credo che sia interessante cercare di raccontare questa figura. Qual è stato il tuo ruolo nel film? Sono amico del regista da diversi Fabio Dalla Tomba con il cast del film
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anni, quindi sono stato presente ai casting, ai sopralluoghi e a parte delle riprese. Nel film, che è ancora in fase di ultimazione, interpreterò il prete che dovrà sposare Belèn e Stefano De Martino. Quando è prevista l’uscita? Se tutto va secondo i piani, dovrebbe essere nelle sale a gennaio. Hai mai incontrato Fabrizio Corona di persona? Ci ha portati su alcune location prima di girare, come il suo ufficio a Milano. Doveva essere lui ad interpretare se stesso nel film, ma poi per i noti problemi giudiziari ha dovuto rinunciare, quindi abbiamo dovuto ricorrere a un sosia, che fortunatamente è davvero simile!
montecchio
In viale Stazione il Comitato È già all’opera di vittorio d’orsi
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iale Stazione è pronto a ripartire. Il comitato dei commercianti della via di Alte Ceccato eletto il 27 luglio dai negozianti dopo varie riunioni estive con il Comune e composto da Domenico Concato, Luciano Gonella e Stefania Cisotto, ha proposto all’Amministrazione comunale un progetto per un evento da tenersi verso la metà di ottobre, che servirà ad imprimere una svolta necessaria alla riqualificazione della zona, nel tentativo di lasciarsi alle spalle i problemi del passato. Il programma deve ancora essere limato nei dettagli, ma si può già dire
che si tratterà di un percorso artistico che accompagnerà i clienti tra i vari negozi, curato direttamente dal prof. Giuliano Menato, uno dei maggiori studiosi e autore di apprezzati saggi e pubblicazioni sull’arte contemporanea vicentina e veneta. “Il comitato ha la funzione di coordinare i rapporti con il Comune e di organizzare delle attività e degli eventi che siano utili per il rilancio economico dell’area - afferma Domenico Concato, presidente del comitato che continua: “Ci sono tante inizia-
Il rilancio partirà dall’arte tive possibili, pensiamo alla Notte Bianca, ma noi abbiamo deciso di proporre un’idea nuova. L’obiettivo che ci prefissiamo è quello di spingere i Corriere Vicentino |
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clienti di ciascun negozio ad entrare anche negli altri e il motore propulsivo sarà l’arte”. Molto entusiasta anche Stefania Cisotto, presidente del mandamento di Montecchio per Confesercenti che si dice “soddisfatta del lavoro del comitato. Finalmente i commercianti della via hanno deciso di impegnarsi nel solco dell’interesse del Comune per la riqualificazione economica e sociale di Alte Ceccato e in particolare di Viale Stazione. Ci sono diversi progetti sul tavolo, se riusciremo a portarne a termine qualcuno, il risultato sarà comunque positivo”. Punto di riferimento per i commercianti è stata Ornella Vezzaro, responsabile per l’Ovest vicentino di Confesercenti, che ha partecipato a tutte le riunioni precedenti la costituzione del comitato: ”Sono molto contenta che i membri del comitato abbiano ideato autonomamente il progetto. Naturalmente mi hanno sempre tenuta aggiornata via e-mail, ma è molto più soddisfacente riuscire a realizzare una propria idea”.
montecchio
NUOVA VECCHIA SEDE di LISA MASIERO
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Carabinieri di Montecchio Maggiore tornano nella loro vecchia casa, ma solo temporaneamente. “Grazie all’intesa e alla stretta collaborazione con la Provincia – commenta il sindaco Milena Cecchetto – abbiamo individuato in tempi brevissimi la sede temporanea per la caserma dei Ca-
rabinieri, i quali potranno assicurare il controllo del territorio senza soluzione di continui durante i mesi di lavoro per la realizzazione della nuova Tenenza”. L’Amministrazione comunale, grazie
L’edificio in corso Matteotti
Le parole curano di Guido gasparin
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ania Piazza è pronta per il grande salto. È in uscita il suo primo libro, “La cura delle parole”, romanzo edito dalla casa editrice “Sì” di Roma. È il debutto della scrittrice di Montecchio Maggiore nel panorama letterario nazionale, dopo il racconto “Due lune” apparso sulla rivista “Talent Scout” della stessa casa editrice. “È la storia di Elsa, una donna di circa 50 anni, che soffre per non aver dato alla luce un figlio – racconta Tania presentando il libro –. La narrazione si sviluppa in seguito all’incontro con Gabriele, un uomo più giovane, dal passato burrascoso
a un accordo con la Provincia di Vicenza, per un periodo di quattro anni avrà in comodato d’uso l’edificio in Corso Matteotti 80, che in passato fu già sede della caserma cittadina dei Carabinieri e successivamente del centro anziani e degli Alpini. L’edificio è costituito da due corpi di fabbrica e dalla corte pertinenziale ed è perfettamente rispondente alle esigenze del Comando in attesa che il nuovo presidio di via Salvo d’Acquisto, che sarà in grado di ospitare un numero maggiore di uomini e potrà quindi garantire un servizio 24 ore su 24 di controllo del territorio, diventi realtà.
a causa dei contrasti col padre. Si scoprirà che le parole aiutano a curare i dolori della vita, mentre il silenzio non aiuta a risolvere le situazioni più difficili. In questa avventura - spiega - ho imparato che se credi veramente in un obiettivo bisogna andare avanti con tutte le proprie forze per tentare di raggiungerlo”. Appassionata dei classici del Novecento, Tania Piazza ama autori come Grossman, Baricco, De Luca, Gamberale. “Il mio, piuttosto che uno stile femminile, è quasi più maschile e schietto”. Non resta che attendere l’opera prima di Tania Piazza. I più curiosi possono già leggere i primi due capitoli sul sito dell’autrice, taniapiazza.com.
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Lavori in tempi record
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lavori di asfaltatura procedono a pieno ritmo e in anticipo rispetto ai tempi inizialmente previsti. Sono già stati ultimati gli interventi in zona Alte (via Battaglia, viale Stazione, rotatoria di Alte e tratto di via Trieste
Via De Gasperi
dalla rotatoria di Alte fino a via Nogara) e questa settimana si procederà con la realizzazione della segnaletica orizzontale. Verrà inoltre anticipata di qualche settimana l’asfaltatura di via De Gasperi, i cui lavori inizieranno lunedì 16 settembre. l.m
montecchio
Mi sono fatto la barca da solo e vi raccontassero che una persona sola in due anni di lavoro è riuscita nell’impresa di costruire una barca a vela di dieci metri di alta classe, fareste fatica a crederci. Ancor di più se quella persona ha sessantatré anni, è in pensione e siamo abituati a vederla in giacca e cravatta all’A.D.I. di Montecchio Maggiore in piazza
come un mantra Antonio Padrin accogliendomi nella sua casa. Una passione che nasce da lontano quella di riuscire a dominare il vento. Quando faceva ancora l’impiegato amministrativo il signor Padrin ha praticato windsurf, ha imparato a guidare il catamarano e a volare in parapendio. Per lui andare in pensione non ha significato l’inizio di una vita fatta di giornate passate sul divano dinanzi ad un televisore e di qualche
Carli, dove gratuitamente spiega a chi ne avesse bisogno le modalità per disdire il canone tv e compila i 730 in periodo di denuncia di redditi. “Due anni di lavoro, otto ore al giorno, quattromila ore in totale. Tutto scritto e documentato>” mi ripete
partitella a carte con gli amici nel solito bar. Tutt’altro. È stato l’inizio di una vita dedicata agli altri, grazie al suo intervento ha infatti permesso all’A.D.I. di aprire senza spese un Caf e si sta spendendo per permettere la nascita
di vittorio d’orsi
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Quelli del Napoli club...
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n Napoli club a Vicenza, tutto vero, e precisamente ad Alte di Montecchio Maggiore presso il Bowling. Un’idea nata per caso che sta prendendo piede con la prima campagna di tesseramento soci aperta a tutti i tifosi azzurri che vivono nella provincia berica. Ideatore è Antonio Iavarone, da una ventina d’anni trasferitosi ad Arzignano ma sempre pronto a seguire la sua squadra del cuore in Tv e anche negli stadi del nord Italia. “Tutto nato per gioco in una trasferta a Genova con il club di Trento, abbiamo aperto una pagina su facebook e le tante richieste ci hanno dato la spinta per provarci - spiega Iavarone - ringrazio sin d’ora tutti coloro che aderiranno a questo club e in particolar modo Giovanni detto o’ Cassano che mi sta dando una grossa mano”. È possibile iscriversi chiamando il 3403793069, e come si dice a Napoli: “cchiù assai ne simm’ e cchiù bell parimm”. s.t.
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anche di un patronato, e per coltivare le sue passioni. Acia (diminutivo di Maria Grazia, nome di sua moglie) è il nome della barca a vela che ha realizzato interamente con le sue mani. “Ho impiegato un anno per studiare i progetti di costruzione interamente in inglese, acquistati su internet da un progettista americano -racconta -. Inoltre ho dovuto prendere la patente nautica e le assicuro che l’esame non è stato affatto facile”. Dove ha costruito la barca? Ho preso in affitto una carrozzeria a Locara. Ogni tanto veniva mio fratello ad aiutarmi per le pulizie e un amico falegname mi ha aiutato a tagliare i vari pezzi. Il mogano l’ho acquistato da un cantiere navale di Jesolo, mentre per l’albero mi sono rivolto ad una ditta specializzata del Lago di Garda. La utilizza spesso? La barca è ormeggiata nel porto di Sottomarina. Ogni tanto porto la mia famiglia a fare un giro nella laguna e nel golfo di Trieste. Poi se c’è qualche amico che vuole venire, mi fa solo che contento. Ho partecipato a due edizioni della Barcolana e mi sto preparando per la terza.
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Quest’anno la sagra si sposta di simone bedin
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a sagra di San Michele Arcangelo cambia set. Il centro storico di Brendola rimarrà orfano di una delle feste più importanti del paese, quella del Patrono. Da quest’anno, infatti, la sagra verrà ospitata nella piattaforma polifunzionale di piazzetta del Donatore, a pochi passi da piazza Mercato. ”Una decisione – spiega il portavoce e organizzatore Ruggero Girardi – difficile, ma dovuta. Il primo motivo del cambio di posizione è di carattere economico. Negli anni abbiamo notato che gli incassi venivano sempre meno, in un mese certamente sfor-
tunato come può essere il periodo di fine settembre. Noi del comitato organizzazione è da qualche anno che pensiamo di spostare la festa del Patrono e quest’anno, dopo aver chiesto un parere a don Agostino (Bruttomesso ndr), l’abbiamo proposto al Consiglio Pastorale che ha approvato all’unanimità capendo le esigenze”. Poco, inoltre, lo spazio e scomodo per chi doveva parcheggiare nel parcheggio sottostante. “La sagra di San Michele Arcangelo ha sempre avuto la fortuna di avere una vista mozzafiato - continua Girardi - un panorama stupendo, ma aveva il difetto degli spazi, come il parcheggio o il posto per ballare e per
cenare”. Tre le serate di quest’anno, dal 27 al 29 settembre, che vedranno tante novità oltre a quella della location. La sagra si aprirà venerdì 27 settembre con una serata interamente organizzata dai giovani, che porteranno a far conoscere agli organizzatori e ai cittadini più adulti la loro mentalità. “Un’altra novità che stiamo ancora valutando – continua Girardi – è la creazione di un nuovo piatto che potrebbe diventare il simbolo della sagra oltre ai bigoli con l’arna. Un piatto costituito da cornette, sopressa e pane”.
Benvenuto don Sergio!
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rico di Brendola nzionale e il centro sto La piattaforma polifu (Foto di Fabio Ghiotto)
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ntrerà ufficilamente in servizio a Brendola per la festa di San Michele il nuovo co -parroco nominato dal Vescovo. Si chiama don Sergio Badin, classe 1945. Un parroco storico giacché nel maggio 2010 ha festeggiato nell’Unità Pastorale di Bevadoro, Campodoro e Poiana, dove presta servizio, il 40esimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Un parroco semplice, simpatico che ha dedicato la sua vita alla fede. Un sacerdote di altri tempi, tanto da non avere nemmeno il cellulare. “Sarà un parroco in solido - ci spiega Don Agostino -, non sarà un aiutante nel celebrare solamente la messa domenicale, avremo funzioni diverse, ma saremo corresponsabili di ogni azione”.
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Perfluoro ko! di giorgio gambin
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top alle sostanze perfluoro alchiliche nella rete idrica di Brendola. È questa la notizia che giunge da Acque del Chiampo, dopo la recente installazione di speciali filtri, e che sembra porre fine alla vicenda delle sostanze estranee presenti in quantità eccessive nell’acqua potabile sin dallo scorso luglio. Nonostante non esistano per ora normative e limiti stabiliti per legge alla presenza di queste sostanze, e le rassicurazioni dell’Ulss 5 che non aveva riscontrato
pericoli per i consumatori, l’elevata percentuale individuata nelle acque di alcune zone dell’Ovest Vicentino (Brendola, Sarego e Lonigo) aveva fatto correre ai ripari la Regione, che con una disposizione del 4 luglio imponeva ai gestori del servizio idrico di mettere in atto tempestivamente tutte le misure necessarie per ridurre le concentrazioni di tali sostanze. La prima misura era stata l’interruzione del pescaggio dai pozzi contaminati, facendo attingere la rete idrica brendolana interamente dagli impianti di Montecchio Maggiore. La risposta
definitiva è arrivata il 20 agosto. A seguito di un investimento di 200 mila euro, sono stati installati dei filtri a carboni attivi all’impianto di Madonna dei Prati, che filtrando 50 litri di acqua al secondo, hanno abbattuto i perfluorati immessi nell’impianto.
Per i pozzi privati Anche chi si rifornisce di acqua da un pozzo privato potrà tenere sotto controllo eventuali contaminazioni da perfluoro alchilici: Acque del Chiampo ha acquistato, per il suo laboratorio di Arzignano, un macchinario in grado di rilevare queste sostanze. I privati che ne faranno richiesta potranno quindi effettuare analisi sulla propria fornitura ad un prezzo agevolato.
zermeghedo
Novità sul bacino N essuna battuta d’arresto, nemmeno durante la pausa estiva, sul fronte della sicurezza idraulica. Ad agosto il Comune di Zermeghedo ha riunito attorno ad un tavolo il vicino Comune di Montorso, il Consorzio di Bonifica, la società Mediochiampo e soprattutto la Regione per parlare del progtto di ampliamento del bacino di Montebello. Il progetto, pensato per contenere le piene del Chiampo, prevede infatti un approfondimento del bacino attuale e una sua estensione verso nord, in territorio di Montebello e di Zermeghedo, verso la discarica. “È stato un dialogo costruttivo e una sodddisfazione riuscire a portare la Regione a discutere nel nostro co-
mune - afferma il sindaco di Zermeghedo Giuseppe Castaman -. Dopo gli avvenimenti dello scorso maggio
Il bacino di Montebello verso nord
l’attenzione da parte di tutti deve essere massima”. “Abbiamo visto il progetto e ci è sembrato migliorativo rispetto alla versione precedente - spiega l’assesCorriere Vicentino |
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sore ai lavori pubblici di Zermeghedo Gianluigi Cavaliere -. Sono stati affrontati argomenti relativi alla sicurezza del bacino, all’impatto ambientale e all’importanza di opere di mitigazione come percorsi ciclo pedonali. Le nostre osservazioni sono ora in mano alla Regione, poi il progetto esecutivo passerà al vaglio del VIA e dei Consigli comunali interessati”. Un bacino al servizio del Chiampo avrebbe un effetto positivo anche sul Rio Rodegoto, sorvegliato speciale dopo i fatti di maggio. Per esso si prevedono comunque interventi a tipologia differenziata, tra i quali quasi sicuramente una cassa di espansione all’altezza di Villa da Porto, nella zona più critica. Inoltre sono in programma lavori di pulizia, abbassamento e dove possibile allargamento del corso d’acqua. s.s.
montebello
montorso
Lavori in stallo Scuole realizzazione della palestra dovrà essere posticipata. “Dal 2011 abbiamo l completamento della ciclabi- subito tagli per 750 mila euro – comle? Resta nel libro dei sogni. La menta il sindaco – e in più dobbiamo scarsa manutenzione dei par- sottostare ai vincoli alla spesa corchi pubblici? Un problema che rente”. E poi c’è la grana del procesarà difficile risolvere. Sono le note dimento di infrazione avviato nei dolenti del bilancio 2013 del Comune confronti del Comune dalla Corte di Montebello Vicentino e le ragioni, dei Conti, che ha ravvisato, nel 2012, secondo il sindaco Fabio Cisco, sono lo sforamento del tetto di spesa per due: “mancanza di soldi e mancanza il personale. Quest’anno il Comune non può spendere un centesimo in di personale”. più per il personale È da molti anni che la ciclabile della Val- La pista ciclabile incompiuta ed è un problema: si è infatti licenziato un chiampo attende di esoperaio, che non può sere completata: è monessere sostituito. “Ecco ca dei 400 metri lungo perché non possiamo via Mira a Montebello, garantire la perfetta “ma siamo costretti a manutenzione dei parrinviare nuovamente chi – spiega Cisco ril’intervento – spiega il spondendo alle lamensindaco -, perché abbiatele dei cittadini -, per mo deciso di dirottare i carenza di personale”. pochi fondi disponibili E alla domanda su chi verso altre opere più importanti e urgenti”. Si tratta del ha sbagliato nella vicenda delle spese primo stralcio dei lavori di risana- per il personale, afferma: “Lo scoprimento della scuola elementare: 250 remo al termine delle verifiche della mila euro pe il tetto, i cornicioni e gli Corte dei Conti, chi ha sbagliato si infissi. L’intervento esaurirà i fondi assumerà le proprie responsabilità”. Il sindaco punta però il dito contro destinati manutenzioni varie. La realizzazione della palestra del- il legislatore: “Se i fondi non ci sono la scuola media, inserita nel piano come possiamo amministrare? Gli opere del 2014, è invece vincolata oneri di urbanizzazione sono crollati alla vendita all’Ipab del terreno dove e a Montebello ci sono più capannosorge l’ex scuola media e dove verrà ni che abitazioni: l’Imu dei primi va realizzata la nuova casa di riposo. In per il 70% allo Stato e a noi restano le ballo c’è un milione di euro: si tratta briciole”. Una visione piuttosto disadi capire se l’accordo sarà raggiunto strosa e l’anno prossimo si vota: a chi l’anno prossimo, altrimenti anche la toccherà la patata bollente? di guido gasparin
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Concordataria assicurazioni Auto sostitutive • Riparazione cristalli Servizio carro attrezzi Igienizzazione degli interni all’ozono
sicure di francesco gualtieri
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iù sicurezza e decoro per iniziare al meglio il nuovo anno scolastico. Il Comune di Montorso Vicentino ha ultimato i lavori di sistemazione e manutenzione della scuole elementari e medie. Nel primo caso sono stati sistemati i serramenti (alcuni dei quali avevano pericolose aperture
ad angolo) ed è stata messa mano agli impianti idrico ed elettrico. Le scuole medie hanno invece guadagnato un’aula per le lezioni e un’aula di musica, grazie all’ampliamento nella zona prima occupata da alcune associazioni. È stata rifatta la tinteggiatura interna e sono state installate alcune tende frangisole. “Il tutto per garantire agli studenti una maggiore sicurezza e ambienti più adatti all’attività didattica”, spiega il sindaco Diego Zaffari. Che sia dunque un buon anno scolastico, grazie anche ai lavori ultimati.
le facciamo di tutti i colori
Montebello Vic.no (Vi) - s.s. 11 Ca’ Sordis, 8/c tel 0444 649458 - fax 0444 440891
lonigo
O il Borsa o la farmacia... di Lino zonin
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primi a parlare della possibile vendita delle quote della farmacia comunale di Madonna per finanziare lavori al caffè Borsa siamo stati noi del Corriere Vicentino. In un’intervista uscita nel numero di marzo di quest’anno il sindaco Giuseppe Boschetto ha buttato là l’idea, il cui impatto nell’opinione pubblica leonicena ha avuto l’effetto di una bomba. Infatti, qualche settimana dopo in consiglio comunale le minoranze hanno chiesto al sindaco se quelle dichiarazioni fossero vere e se meritassero attenzione, anticipando fin da subito la loro contrarietà all’operazione. Lui ha replicato che la cosa si poteva fare, naturalmente dopo aver compiuto i ne-
cessari passaggi istituzionali, e che non vedeva cosa ci fosse da scandalizzarsi. “Un’intervista al giornale non è un atto notarile e non è il caso di agitarsi tanto” aveva concluso il sindaco. LA RACCOLTA DI FIRME Passano un paio di mesi e in città comincia a girare un foglietto con la richiesta di sottoscrivere questo appello: “Abbiamo appreso dalla stampa che il sindaco avrebbe intenzione di vendere le quote di proprietà comunale della farmacia di Madonna per destinarle alla manutenzione straordinaria del bar Borsa. La stragrande maggioranza dei cittadini da noi interpellati sono favorevoli a tale operazione perché, oltre a recuperare questo storico locale pubblico farebbe rivivere il centro storico e
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la piazza Garibaldi, da sempre centro culturale, storico e sociale della nostra città. Noi siamo disponibili ad appoggiare in tutto e per tutto tale proposta, anche perché i proventi della vendita delle quote della farmacia andrebbero investiti in un prestigioso immobile comunale. Queste firme sono solo la rappresentanza della volontà cittadina. Signor sindaco, non si faccia scrupoli e prosegua nella sua proposta”. UN PO’ DI NUMERI La farmacia comunale di Madonna è stata aperta nell’ottobre del 2010. Si trova al centro della frazione, in un edificio riammodernato da poco. Il 49% delle quote è detenuto dalla dottoressa Giulia Facchini che gestisce la rivendita con la collaborazione di alcune dipendenti.
perando il patrimonio comunale, che si tutela il pubblico interesse - affermano. Qualcun altro aggiunge che Boschetto ha in mente fin dall’inizio di cedere le quote alla Facchini e che adesso sta portando a compimento il suo piano. . . . E QUELLO DELLA FARMACISTA
Sarei felice di acquistare le quote La maggioranza del capitale sociale è di proprietà del Comune. Per l’acquisto della quota minoritaria Facchini versò allora la somma di 490 mila euro. Ricavando più o meno la stessa cifra dalla cessione della sua parte, la pubblica amministrazione potrebbe incentivare l’intervento di chi volesse rilevare la gestione del caffè Borsa, storico locale del centro storico leoniceno, chiuso dal novembre del 2005, per il cui restauro è al momento prevista la spesa di 800 mila euro. IL PUNTO DI VISTA DEI POLITICI. . . Il sindaco Boschetto conferma la sua posizione: “Il Borsa è la nostra Basilica palladiana e non possiamo lasciarlo ancora a lungo in quello stato. Soldi non ce ne sono e allora mi sono guardato attorno per vedere dove trovarne un po’. Le quote della farmacia costituiscono un tesoretto al quale si potrebbe accedere per uscire finalmente da questa fase di stallo”. Diametralmente opposta la convinzione delle altre forze rappresentate in
Il Borsa è la nostra Basilica palladiana consiglio comunale, le quali chiedono al sindaco di conservare le quote e di pretendere dal titolare della farmacia la corresponsione della parte di utili generati dalla gestione. È così, e non depauCorriere Vicentino |
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Giulia Facchini vuole restarne fuori. La storia è nata in ambito politico - dice e lei non c’entra. È soddisfatta di come sta andando il lavoro e si impegna a trovare nuove forme di promozione e di servizio per attirare clienti in un momento difficile per tutti. Certo, se il Comune mettesse in vendita le quote, lei sarebbe pronta a comprarle. Diventare titolare al cento per cento della farmacia è un suo sogno e non vede cosa ci sia di male, ma non è stata lei a smuovere tutto questo pandemonio. Infatti, il “pandemonio” l’ha avviato Giuseppe Boschetto con la famosa intervista. “La raccolta di firme – conclude il sindaco – dimostra che a molti cittadini la cosa interessa. Vedremo in seguito cosa fare. Caso mai, si dovrà procedere con una pubblica gara, nel corso della quale tutti i concorrenti avranno i medesimi titoli, in quanto non esiste alcun diritto di prelazione”.
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All’orecchio del PAPA
di stefano canola
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onoscete qualcuno che può permettersi di interrompere l’omelia del Papa nella sua Messa privata di primo mattino e “ordinargli” di chinarsi per parlargli all’orecchio, come ad un vecchio amico? Io sì. Rosita Sartori non smette mai di stupire, dall’alto della sua fede cristallina che smuove cuori e coscienze. Perennemente “in missione per conto di Dio”, su quel trono a ruote che le è toccato, la trentenne leonicena dottoressa in Teologia ci racconta questa sua nuova, esaltante avventura. “Il 4 maggio scorso è arrivata una lettera dal prefetto della Casa Pontificia che invitava me e Supermamma (per l’anagrafe Giannina Zambon ndr) a Roma per l’udienza generale del 5 giugno – ricorda Rosita. – Siamo rimaste incredule perché non avevamo avanzato alcuna richiesta. In piazza San Pietro, alla fine della cerimonia, un addetto alla sicurezza ci ha chiamate in disparte perché di lì a poco sarebbe passato il Papa, a piedi. Così è stato: si è fermato con noi per alcuni lunghissimi istanti”. Che cosa gli hai detto?
Non te lo posso riferire precisamente. Gli ho spiegato la mia testimonianza e consegnato il mio libro “Il limite che diventa ricchezza”. Francesco mi ha colpito con la sua tenerezza determinata, il suo farsi dono con un Amore lontano dal pietismo. Ho avuto la sensazione che fosse la persona giusta al posto giusto. Ma non è finita qui. Pochi giorni dopo, la sera del 16 giugno, una telefonata dal Vaticano ci chiamava per essere presenti alla Messa del mattino a Santa Marta, la cappella privata del Pontefice. Appuntamento per il 4 luglio alle 6.45. Lo stupore è stato quasi maggiore della prima volta perché a questo evento partecipano poche persone. Cosa accadde in quel mattino fatidico? Appena arrivate, mi sono presentata a un sacerdote come un’amica del Papa e gli ho chiesto dove potevo accomodarmi. Visto che sei una sua amica mettiti in prima fila, fu la risposta. Il Vangelo di quel giorno parlava del paralitico miracolato e Francesco nell’omelia stava dicendo che tutti noi vorremmo essere guariti da Gesù. Corriere Vicentino |
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E qui ti sei inserita tu. “Anch’io vorrei essere guarita, stella!” sbottai. Poi mi resi conto d’aver interrotto la predica del Papa. Lui fece un sorriso a 500 denti e mi rivolse un saluto. D’altronde il mio mestiere è rompere gli schemi, lo faccio da sempre. La Messa è finita… E Francesco s’è fermato in preghiera in mezzo ai fedeli, come uno di noi. Quando è venuto a salutarci, l’ho invitato a chinarsi verso di me per parlargli molto da vicino e lui l’ha fatto. Papa Francesco si prende il tempo per dire e per fare, nessuno osa mettergli fretta. Qual è il significato di quell’incontro, a mente fredda? Ho sentito nel Papa la carezza di Dio, un grande incoraggiamento per me e la mia missione. Si può essere dotati di gambe e braccia funzionanti ma se non le mettiamo a disposizione dell’Amore non abbiamo niente. Se volete farvi travolgere dal fiume in piena di nome Rosita: www.splendidarosi.it o splendidarosi@gmail.com
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Ci vuole metodo di stefano canola
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l lavoro è oggi in cima alle priorità di tutti: chi ce l’ha se lo tiene stretto, chi non ce l’ha lo cerca, in ogni modo. In parrocchia a Lonigo ne stanno provando uno nuovo, che non è un’agenzia interinale cattolica ma un aiuto, soprattutto di metodo. È il Job Club, va in onda tutti i giovedì tra le 17.30 e le 19 al Centro Giovanile e raduna una decina di persone alla volta. “Spesso si commettono errori banali nella compilazione dei curriculum o nel sistema usato per presentarsi – spiegano Mauro e Barbara, referenti del progetto. – Si insiste nello spedire centinaia di mail che nella stragrande maggioranza dei casi finiscono dritte nel cestino. Noi affrontiamo in ogni incontro un aspetto specifico della questione, perché ciascuno
riesca a mettere in risalto le sue capacità e sappia indirizzare con precisione i suoi sforzi. Il resto lo fanno i protagonisti scambiandosi idee e opinioni, recapiti ed esperienze passate”. C’è qualche ragazzo che ha appena terminato gli studi e qualche adulto rimasto disoccupato. Tutti sono concordi nel dare merito al Job Club “d’aver creato un’occasione di incontro, per uscire dal percorso solitario che spesso fa aumentare la preoccupazione.” Rarissimi gli extracomunitari, forse perché “loro fanno già attività di network sfruttando al massimo il passaparola, che recenti statistiche hanno confermato come l’arma più efficace”. “Ci ispiriamo ai Centri di Solidarie-
tà, un’esperienza trentennale di punti d’accoglienza e di incrocio tra domanda e offerta di lavoro promossa da Comunione e Liberazione – concludono i dirigenti del Job Club leoniceno. – Oggi sono più di cento in Italia e hanno assunto un’importanza rilevante. Contiamo di portare presto a Lonigo l’attuale direttore dei Centri, per una serata a cui sono invitati tutti”.
In corsa con gli ori olimpici
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l 31 agosto, per la seconda edizione della gara di mountain bike endurance “6 Ore del Principe”, Lonigo ha cambiato invitati. Addio al maltempo dell’esordio nel 2012, benvenuta la coppia Paola Pezzo – Paolo Rosola, ciclisti dal lignaggio nobile: in bacheca lei due ori olimpici, lui 12 tappe del Giro negli anni Settanta – Ottanta. “Proprio un bel percorso, con punti tecnici ma anche tratti pedalabili. Io e i miei compagni ci siamo divertiti” ha commentato la campionessa veronese, sorridente come ad Atlanta 1996 e Sidney 2000 quando fece innamorare della mtb milioni di italiani. Per lei stavolta, in parrucca rosa da rockstar, secondo posto con le “Barbieri Women”, dietro alle ragazzine di “Io corro per Emma”. Nel maschile si è imposta
Paola Pezzo in parrucca rossa e il leoniceno Lodomes Fusato
l’”Adventure&Bike Corratec”, squadra padovana ma gambe quasi tutte vicentine, a bissare il successo di luglio a BarCorriere Vicentino |
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barano. Per gli staffettisti (nei quartetti o nei duo) un quarto d’ora di impegno a tutta sull’anello di circa 5 km che ha attraversato il centro storico leoniceno e lo splendido parco di Villa Giovanelli, fino all’Eremo La Cappuccina e poi giù in picchiata, ma anche riposo. Sei ore filate invece per i solitari (vittorie al padovano Tiziano Carraro e alla veronese Maria Grazia Mattinzioli), esausti al traguardo. Tra i leoniceni, prove d’orgoglio per il fascinoso parrucchiere Lodomes Fusato e per il baby Marco Biasin. Nel parterre invece (quasi desolato alla partenza ma affollato nelle ultime due ore di corsa) gli assi della Liona Bike Team Palladio Itinerante, quest’anno solo nelle vesti organizzative agli ordini del soddisfatto presidente Damiano Cera. s.c.
LONIGO
Nella bottega di Beppino figli sono quasi tutti laureati, qualcuno anche con due o addirittura tre allori in capo. Tutti mantenuti agli studi dal suo lavoro e da quello di sua moglie, che ha un’altra fioreria in centro a Cologna Veneta, dove vivono. “Per 15 anni abbiamo lavorato insieme, poi ho preferito la libertà di fare a modo mio, e ho aperto qui a Lonigo. Ci accontentiamo di poco, abbiamo dato tutto per la famiglia”. Brendolano da parte di madre e cresciuto fra Pojana e Asigliano, De Guio è poeta, pittore, scultore, e catechista diplomato (“dal Vescovo Zinato nel ‘54”). Ha lavorato come fiorista per addobbare il Festival del cinema di Venezia, le sfilate di moda di “Malizia”, e in numerosi matrimoni. Fino a che avrà la mente lucida, assicura, lavorerà. Incrementando gli attuali 65 anni di contributi Inps, dei quali va orgoglioso. Un’altra Italia seminascosta sotto i portici.
di giovanni salviati
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i siedo per scrivere, con pochissimo spazio per le gambe e i gomiti, nella bottega stipata: “Lo sa che su quella ‘savonarola’ si è seduto anche Garibaldi? Me l’ha data tanti anni fa una signora di qui”. Raccontare in poche righe Giuseppe De Guio, da 38 anni il fiorista del centro di Lonigo, non è facile per la distraente sovrabbondanza di temi che il personaggio offre. A 81 anni ancora mostra alla porta della bottega in via Garibaldi la sua elegante figura, da gentiluomo un po’ dandy all’ultima moda. Dentro lo stretto negozio, in mezzo ai fiori, la storia locale si è depositata in un conglomerato di oggetti disparati, un po’ in vendita e un po’ no: mobili, fotografie, manifesti del Risorgimento, quadri (spesso di buona qualità artistica), icone, ventagli dell’800. E la forchetta d’argento con lo stemma dei Savoia: “L’ha conservata mio zio da un pranzo con i principi a Roma, dove lui ha fatto il granatiere al servizio reale, prima di diventare sindaco di Pojana per 10 anni”. Ma non sono le cose di cui si circonda a dire di più su Beppino. Malgrado il suo aspetto da single dal passato bohémien, De Guio ha otto figli, è 6 volte bisnonno, in famiglia ora sono la bellezza di 36. “Prima di sposarmi ho avuto diverse simpatie. Ma poi a mia moglie sono sempre stato fedele. E non abbiamo mai usato trucchi, il nostro amore è sempre stato limpido e naturale, accettando tutto quello che ci è arrivato. Non sono mai stato povero. Ho sempre vissuto con gioia, e il segreto è rispettare gli altri e la natura”. Anche se lui ha la quinta elementare, i
Sfida all’ultimo punto al Tennis Club
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opo tre sudatissimi set, il torneo femminile per atlete di seconda categorie disputatosi al Tennis Club Lonigo è andato alla friulana Alessia Bettoia, impostasi per 6/7-7/6-6/2 alla veronese Carlotta Sartori. Alla cerimonia di premiazione hanno partecipato l’assessore allo sport Roberto Nisticò, il presidente del TC Lonigo Silvano Nicoli e, in rappresentanza dei vertici tennistici, il delegato federale Gianfranco Sanna e il consigliere regionale Enrico Zen. l.z.
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LONIGO
In tanti per il veggente Dragicevic Da allora la collina in cui Ivan e i suoi cinque compagni hanno avuto la visione è diventata un luogo di culto frequentatissimo da fedeli provenienti da tutto il mondo e dall’Italia in particolare. Durante il sermone tenuto a Lonigo Dragicevic ha parlato in lingua slava, giovandosi dell’aiuto di un traduttore e raccomandando ai fedeli di dare nuovo impulso al rispetto dei comandamenti e dei sacramenti, in particolar modo a quelli della confessione e del matrimonio. Infine ha chiesto a tutti di pregare per la pace.
di lino zonin
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ono venuti in tanti, da Lonigo e dai paesi del circondario, per incontrare Ivan Dragicevic, uno dei veggenti di Medjugorie, ospite per un pomeriggio di preghiera e di devozione dei frati francescani del convento di San Daniele. La cerimonia è iniziata alle tre del pomeriggio, sotto
un sole ardente ed è durata fin dopo le sette di sera, con una serie di interventi religiosi che hanno coinvolto vari esponenti della comunità cattolica locale e ha avuto il suo punto di maggior interesse con l’intervento del veggente, un bosniaco di 48 anni che attualmente vive a Boston e che afferma di aver avuto, nel giugno del 1981, quando ancora viveva nel villaggio di Medjugorie, in Bosnia Erzegovina, una apparizione della Madonna.
sarego I BluGospel presentano il nuovo CD
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BluGospel, il gruppo musicale formato nel 1997 inizialmente da giovani del comune di Sarego, accumunati dall’interesse per la musica spiritual e gospel, presenteranno al pubblico il nuovo CD “I’m here” con un concerto che si terrà domenica 6 ottobre, alle ore 21, presso il Teatro S.Antonio di Montecchio Maggiore. L’attuale formazione conta circa 30 elementi ed è composta da coristi provenienti da Vicenza e provincia. Dal 2006 il gruppo è diretto da Lorella Miotello.
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Lavori in corso di giovanni salviati
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ezione di economia post-moderna: quando si costruisce qualcosa, nel calcolare i costi è bene includere anche quelli futuri di smaltimento. L’inizio dei lavori di bonifica alla ex Sasatex a Monticello di Fara ha rivelato quanto il sito, ancor più del previsto, sia un deposito di materiali potenzialmente tossici. Ora, però, la vicentina “Incos costruzioni immobiliari”, che ha acquistato l’area qualche anno fa, sta procedendo con la bonifica imposta l’anno scorso dal Comune di Sarego, la cui prima, più urgente fase, potrebbe essere terminata entro qualche mese. Il resoconto che ci ha fatto il responsabile dell’operazione per la “Incos”, Mariano Bellin, è ampio e dettagliato. Per l’azienda, il costo totale di questo lavoro è di circa un milione di euro, dei
quali finora ne sono stati spesi 300mila. In primo luogo, la ditta ha asportato la porzione di tetto in “eternit” più deteriorata (circa 500 metri quadrati), e messo in sicurezza il resto delle onduline, che potrebbero essere smosse (ed è l’eventualità più pericolosa, per il rilascio di fibre di amianto nell’aria) dal maltempo. Le stesse grondaie del tetto sono state lavate dalle fibre finite lì negli anni. Poi si è proceduto a ripulire l’interno dei capannoni, con esiti inaspettati. “Fino ad ora – fa sapere Bellin – abbiamo asportato circa 8 tonnellate di materiale solo all’interno di vario genere: onduline abbandonate dopo passati interventi al tetto, due grosse caldaie che sono state svuotate dall’olio diatermico che ancora contenevano, grosse quantità di lana di vetro e di roccia, contenuta nelle tubature e ancora molto amianto, trovato nelle caldaie e in varie apparecchiature
e condutture. Restano i 9500 metri quadri di tetto in “eternit” che per ora non sono da asportare, perché non ancora troppo deteriorati. In base all’ordinanza del Comune, che si rifà alla legge regionale in materia, dovranno essere smaltiti entro tre anni. “Ma a rallentare ci sono anche le esigenze degli imprenditori interessati all’acquisto dell’area – informa Bellin – che con la crisi si sono in parte tirati indietro. Quindi non sappiamo che tipo di copertura vogliono e rischiamo di doverla rifare, se non abbiamo indicazioni precise. E poi, lo smaltimento dovrà comunque essere graduale, perché le discariche non accettano i rifiuti speciali che in piccole porzioni che poi portano in parte a loro volta in altri siti, soprattutto in Germania”.
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Il Comune rassicura. Tutto ok di giovanni salviati
“L
a scuola materna di Monticello di Fara? È sicura, l’anno scolastico può cominciare senza problemi e senza dubbi.” Sono decise le parole di rassicurazione del sindaco di Sarego Roberto Castiglion, che rispondono agli interrogativi di alcuni genitori, sorti durante l’estate circa l’agibilità dell’edificio storico.
te non ha fondamenta di cemento, ma uno strato di mattoni e sassi sottostante. “Negli anni 50 e anche 60 – commenta Antonio Pupa, responsabile della sicurezza per l’istituto comprensivo di Meledo, cui fanno capo anche le scuole di Monticello – era normale questo tipo di fondamenta in muratura anziché in cemento. Questo non pregiudica di per sé la sicurezza di un edificio”. Altra perplessità, la crepa esistente sulla
dei lavori, Anna Di Meo. Ribadisco: per noi non esiste un problema sicurezza per questo anno scolastico. E anche la tempistica dei lavori è fino ad ora rispettata. La prossima estate dovrebbe vedere il completamento dell’opera, con un raccordo addossato alla facciata dell’attuale edificio, per creare un collegamento con la nuova ala in legno. Tale collegamento terrà conto anche, nella tecnica di costruzione, della diver-
didascalia
Il perché è presto detto: l’ampio scavo nel giardino, per gettare la piattaforma di cemento che farà da fondamenta alla nuova ala destinata ai bimbi di Meledo, ha rivelato che la costruzione esisten-
facciata, che corre orizzontalmente per diversi metri poco sotto il cornicione del tetto. “C’era anche prima dello scavo – risponde il sindaco. Me lo ha assicurato l’architetto del Comune responsabile
Cena in contrà
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diventata ormai un appuntamento fisso la “cena in contrà” a Monticello di Fara. Per il terzo anno le famiglie di via Conti da Porto e dell’adiacente via Kennedy si sono date appuntamento conviviale. Con cento persone fra vecchie conoscenze e qualche nuovo arrivato in zona, l’evento si è protratto fino a tarda sera, fra fuochi d’artificio e un esilarante cabaret. g.s.
sa risposta alle eventuali sollecitazioni sismiche di una struttura in muratura rispetto ad una in legno.” Resta comunque il problema, ma non è una novità, del disagio che vivranno quest’anno bimbi e insegnanti a Monticello, costretti a trascorrere questi nove mesi senza usare il giardino, sede di cantiere. Esiste un piccolo spazio sul retro, poco adatto però alla ricreazione di 40 bimbi scatenati. Anche l’ipotesi di uscire nell’adiacente giardino della scuola primaria è sotto processo, perché si disturberebbero le loro lezioni. “Stiamo studiando soluzioni per la ricreazione all’aperto – assicura il dirigente dell’istituto comprensivo Antonio De Pantz – e le adotteremo appena possibile. Avendo sempre come criterio la sicurezza dei bambini e del personale. Il Comune, inoltre, ha eseguito proprio in questi giorni un sopralluogo con il perito e ci ha assicurato la sicurezza e l’agibilità dell’edificio ”.
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Tuttiicoloridel2014 È difficile abbinare i vestiti da mettersi la mattina, figuriamoci scegliere i colori adatti per tinteggiare gli interni della nostra casa! È per questo che ogni anno la società statunitense Pantone Inc. specializzata in colori per il design, diffonde PANTONE VIEW home interiors, uno studio accurato sui colori di tendenza, proponendo alcune palette per sbizzarrirsi ad abbinare pareti e arredamento. Eccovi 7 proposte per il 2014.
TECHNO COLOR
Il nome dice tutto: una palette ispirata al progresso tecnologico, quindi colori accesi, vivaci e contemporaneamente profondi, per abbinamenti originali e intriganti.
PHYSICALITY
Qui si gioca sui contrasti: i grigi più freddi e duri si fondono coi toni più tranquilli e concilianti del viola lavanda, per una palette rilassante.
SCULPTED SIMPLICITY
Questa palette si addice particolarmente a una casa dalle architetture semplici e dirette, dove il colore non vuole dominare la scena ma accompagnare le forme geometriche.
FLUIDITY
Colori vivaci e freschi, che nonostante i pesanti contrasti scorrono e si accompagnano con grande armonia, catturando comunque l’attenzione.
COLLAGE
L’obiettivo di questa palette dai colori rassicuranti è quello di richiamare i ricordi di un ambiente familiare e riflessivo.
INTIMACY
Toni soffici e neutri caratterizzano questi abbinamenti, che passano da tonalità calde a fredde sempre elegantissime.
MODA
Questa palette richiama i colori dell’alta moda, offrendo spunti slanciati e stravaganti ma sempre con buon gusto, senza mai risultare stucchevoli.
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TendenzeArredamento La vera anima della casa è l’arredamento. Se la struttura è quasi sempre affidata esclusivamente alla creatività dell’architetto, l’arredamento rispecchia i gusti dei padroni di casa. Eccovi alcuni suggerimenti sulle ultime tendenze in fatto di arredamento.
INGRESSO
L’ingresso molte volte rappresenta uno degli ambienti più piccoli della casa, e per questo viene trascurato. In realtà questo spazio, destinato ad accogliere gli ospiti e i padroni di casa stessi al rientro, dovrebbe essere ben curato e funzionale. Con un’illuminazione adeguata si può rendere più ampio lo spazio, dotandolo eventualmente di un mobile per appendere i cappotti e per svuotare le tasche. Un must che non dovrebbe mai mancare: lo specchio.
SOGGIORNO
Scompare la tendenza alla rigida separazione degli spazi della casa, che si contaminano e diventano aperti e fruibili tutto il giorno. Il soggiorno, ampio e aperto, all’occorrenza può diventare studio, zona di svago o per ricevere ospiti, e come abbiamo visto, cucina. In una parola: living.
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CUCINA
Tutti sanno che a noi italiani piace mangiare e, raccontano le ultime tendenze, sempre di più cucinare. Per questo la cucina diventa uno spazio centrale, versatile e personalizzabile al massimo, con componenti che vengono sempre più spesso ispirati dalle cucine professionali. Di grande attualità le cucine open space, per creare assieme alla sala un unico ambiente conviviale. La cucina a isola, oggi disponibile anche per ambienti non molto ampi, permette poi di riunire molte persone e cucinare assieme, così anche la preparazione diventa parte integrante del pasto.
BAGNO
Le ultime tendenze dell’arredo bagno prediligono le forme pulite e geometriche. Basta armadietti, che vengono sostituiti da veri e propri mobili da bagno, che quasi potrebbero essere adatti ad altri ambienti, con cassetti estraibili.
CAMERA DA LETTO
Il letto torna ad essere il re della zona notte: non più basso e dalle linee minimal, ma alto e accogliente, con una linea arrotondata e con accessori polifunzionali, per leggere un libro o lavorare con un portatile.
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Arredalacasaconibonusfiscali Lo Stato aiuta chi decide sistemare la propria abitazione. Grazie al decreto legge 63/2013, in vigore dal 6 giugno, si può infatti ottenere un bonus fiscale del 50% in dieci anni sulle opere di manutenzione straordinaria e su una serie di lavori assimilabili. Ecco una piccola guida per capire meglio come funzionano questi bonus fiscali.
Manutenzione straordinaria e ordinaria Si parla di manutenzione straordinaria quando si modifica la pianta di un immobile. Le opere di manutenzione ordinaria, anche se costose (come ad esempio quando si tratta di rifare i pavimenti), sono agevolate solo se ricomprese in un complesso di opere di manutenzione straordinaria.
Detrazione sull’acquisto di mobili Si può arrivare ad ottenere una detrazione del 50% su un tetto di spesa massimo di 10 mila euro per l’acquisto di arredi, purché legati ad altre opere di ristrutturazione agevolabili.
Come funziona il bonus sull’acquisto di mobili L’importo massimo su cui calcolare il bonus è di 96 mila euro. Di questi 96 mila, 10 mila possono essere destinati all’acquisto di arredi, e tra questi rientrano anche gli elettrodomestici ad alta efficienza energetica da incasso.
Scadenza Il bonus scade il 31 dicembre 2013. Dopo quella data, salvo proroghe, si tornerà al regime ordinario, che prevede il 46% di bonus su un massimo di 48 mila euro, con arredi esclusi.
Spesa 1.000 2.500 5.000 7.500 10.000
Detrazione annua per 10 anni 50 125 250 375 500
Modalità di erogazione del bonus Il bonus viene erogato secondo il criterio di cassa, ciò significa che bisogna considerare la data in cui si pagano i lavori. Non centra nulla né la data d’inizio né quella di fine dei lavori. Il bonus viene elargito sotto forma di detrazione fiscale Irpef spalmata su dieci anni. La detrazione spetta a chi paga le spese. Esempio: su 50 mila euro di spesa, dalle imposte dovute quest’anno nella dichiarazione dei redditi 2014, si possono detrarre 2.500 euro. L’operazione si può ripetere per altri nove anni, fino a riottenere un totale di 25 mila euro. Corriere Vicentino |
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Pagamenti Le spese devono essere pagate con bonifico bancario o postale indicando la causale, il codice fiscale di chi paga o la partita Iva del beneficiario. Pagando allo sportello basta specificare che il bonifico è per le agevolazioni e si compila l’apposito modulo. Per pagare online, invece, è necessario chiedere informazioni alla propria banca.
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Lacasainmostra Orientarsi nel mondo della casa e dell’arredamento non è impresa facile, con le tendenze, le novità di design e i mercati in continuo cambiamento.
Esiste però una miriade di eventi e fiere dedicate ai più svariati aspetti della casa, dell’edilizia e dell’arredamento per un pubblico di professionisti o di semplici appassionati. Eccovi un piccolo calendario per orientarvi meglio tra alcuni degli eventi organizzati in Veneto.
4 - 6 Ottobre 2013
13 - 15 Ottobre 2013
19 - 23 Febbraio 2014
29 Novembre 1 Dicembre 2013
16 - 23 Marzo 2014
Fiera di Verona ABITARE IL TEMPO Fiera-evento per l`arredo d`interni, dedicata alla distribuzione in Italia e all`estero: ricerca, informazione, intelligence e networking.
Fiera di verona PROGETTO FUOCO Mostra Internazionale di impianti ed attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione di legna.
Fiera di Vicenza SECURITY SOLUTIONS SHOW Tecnologia, applicazioni, novità a 360° nel mondo della sicurezza privata e abitativa.
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Fiera di Padova CASASUMISURA Arredamento di qualità, grande attenzione alle tendenze del momento per accontentare anche i clienti più esigenti in fatto di novità.
Fiera di Verona VIVI LA CASA Salone del mobile accessibile, per tutti i gusti, in un mercato in piena espansione.
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Fiera di Vicenza SPAZIOCASA Da oltre 50 anni uno degli eventi di riferimento per la casa e l’arredamento. Presenta anche una zona dedicata all’edilizia sostenibile, e una dedicata al matrimonio in tutti i suoi aspetti, dal catering agli abiti.
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ai partire la lavastoviglie mandando un comando dal tuo smartphone, controlla i consumi energetici grazie ad un software installato sul tuo computer, scopri a distanza se un ladro si è intrufolato nella tua abitazione: tutto questo è domotica, la scienza che ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita in casa e più in generale negli ambienti frequentati dall’uomo. Il tutto grazie allo sviluppo tecnologico e all’informatizzazione, per rendere qualsiasi operazione più efficiente, veloce e precisa.
LA CASA INTELLIGENTE
Ormai sono svariati i sistemi che possono trasformare la propria abitazione in una sorta di grande cervello
elettronico, in grado di gestire e regolare gli impianti domestici. L’interazione tra utente e apparecchiature può avvenire attraverso tastiere, monitor o comandi vocali. I sistemi elettronici sono in grado ad esempio di regolare in modo automatico l’intensità dell’illuminazione, impedire che un eccessivo uso di corrente faccia scattare in contatore, fornire un report periodico dei consumi o comandare l’autospegnimento degli apparecchi una volta terminato il loro utilizzo. La domotica permette inoltre l’interazione tra utente e apparecchiature in maniera remota, tramite computer o rete mobile.
APPLICAZIONI AVVENIRISTICHE
Negli ultimi anni la domotica ha fatto passi da gigante e le sue applicazioni hanno raggiunto livelli altissimi di efficienza, garantendo funzioni fino a poco tempo fa impensabili. Tra queste la riduzione dei campi magnetici nelle stanze in cui sono presenti persone, l’interazione tra televisione, telefono, videocitofono e telecamere di sorveglianza, la climatizzazione intelligente dei locali (in base ad esempio al numero delle persone presenti al Corriere Vicentino |
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loro interno), la chiusura e l’apertura in autonomia di tende e tapparelle, a seconda del grado di illuminazione esterna. Sono solo alcuni esempi di funzioni che nei prossimi anni saranno sicuramente implementate e ulteriormente migliorate.
I VANTAGGI E LE PROSPETTIVE
Lo scopo principale della domotica è quello di migliorare la qualità della vita ma l’obiettivo ultimo è di farlo attraverso il controllo completo e integrato di tutti i sistemi domestici, dall’illuminazione al riscaldamento, dalla climatizzazione alla sicurezza, dall’irrigazione ai sistemi di apertura e di ingresso. I progressi tecnologici vanno quindi nella direzione della creazione di un unico sistema di controllo, di facile accesso e di facile interazione. Per ottenere questi scopi si stanno sviluppando e diffondendo le reti internet domestiche, capaci di mettere in comunicazione tra loro le diverse apparecchiature e di collegarle alla centrale di comando. In questo senso la tecnologia è in evoluzione e le proposte del settore sono ormai in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi tipologia di cliente.
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Cosamettonellacassetta? Saranno gli effetti della crisi, che ha alleggerito le tasche a molti. Fatto sta che sono sempre di più gli italiani che, invece di spendere quattrini per pagare l’idraulico, l’elettricista o l’imbianchino, decidono di eseguire le piccole riparazioni e i lavori di manutenzione da soli.
C
hi ha il pallino del bricolage avrà già a disposizione un arsenale di attrezzi, ma anche per il piccolo riparatutto della domenica, avere una cassetta degli attrezzi ben fornita è fondamentale. Ecco una breve lista degli attrezzi indispensabili per tutti i principali lavoretti domestici.
Martello
I più puntigliosi ne avranno più di uno, di varie dimensioni, per adattarsi ai vari lavori. Quello più consigliato è comunque quello da carpentiere, che con la sua coda biforcuta permette di estrarre quei chiodi che (prima o poi) pianterete storti.
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Dal vostro ferramenta di fiducia troverete dei praticissimi set di bulloneria e fissaggi assortiti, utili per inchiodare, fermare, fissare e assemblare qualsiasi cosa.
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È il re della cassetta degli attrezzi. Per chi vuole evitare l’ingombro di comprare un intero set per coprire tutte le misure, esistono dei pratici cacciavite con punte intercambiabili. Anche l’avvitatore è una buona soluzione per chi deve usare spesso il cacciavite e vuole risparmiarsi i crampi al polso (in commercio ne esistono di dimensioni ridottissime).
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Esistono infinite tipologie di pinza, noi ve ne consigliamo almeno tre: Le pinze ad ago, utili per raggiungere le cavità più anguste. Le pinze da elettricista, per sfilare i cavi elettrici. Le pinze tronchese, per tagliare cavi, lamierini e fil di ferro.
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Uno dei requisiti fondamentali di un buon lavoro di bricolage è la precisione. Ecco allora che sono fondamentali questi strumenti per prendere tutte le misure che faranno sì che i vostri quadri e le vostre mensole siano ben dritti.
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Anche questi importanti attrezzi sono acquistabili in set o in versioni regolabili per adattarsi ai dadi e agli snodi più vari.
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Se non dovete svolgere lavori davvero impegnativi, esistono modelli di dimensioni davvero ridotte. L’ideale è dotarsi di un buon set di punte, da ferro, da legno e da muro.
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Anche il WC RISPARMIA
Estendere gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie anche al risparmio idrico, con una proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2014. È la richiesta che Confindustria Ceramica fa al Governo per puntare al risparmio energetico e per dare una spinta al settore dei produttori di sanitari. Un’esigenza che nasce dai numeri: ogni anno 1,4 miliardi di metri cubi d’acqua vengono espulsi dagli scarichi dei bagni privati, perché le cassette di vecchia costruzione contengono 12 litri d’acqua. Le nuove cassette – dicono i costruttori – contengono 6 litri, che bastano e avanzano: si risparmierebbero 414 milioni di metri cubi d’acqua, che equivalgono a 700 milioni di euro in meno nelle bollette e a tre milioni di tonnellate in meno di anidride carbonica prodotta. Insomma, una montagna di soldi non finirebbe più nello sciacquone.
VACANZE...STRETTE!
Un loft in pieno centro a Roma, a due passi da Castel Sant’Angelo, tv con impianto hi - fi e connessione wireless compresa. È questo l’alloggio offerto in un annuncio comparso su un noto sito di case vacanza. La particolarità? La superficie del loft è di soli 10 metri quadri. La casa vacanza più piccola d’Italia (è lunga solo 4 metri) è stata edificata nel XVIII Secolo e poi abbandonata proprio a causa dello spazio quantomeno stretto, fino ai giorni nostri, quando ha subito una radicale ristrutturazione con materiali di pregio e tecnologia domotica a profusione. Mobili e tavoli a scomparsa e divano letto, per una vacanza di coppia davvero... intima.
Dal 1951 FER-CON è punto di riferimento per la fornitura di utensili, ferramenta, attrezzature da lavoro e bricolage, giardinaggio e manutenzione per privati e professionisti. L’azienda è inoltre specializzata nella commercializzazione dei metalli, distribuzione di gas tecnici e impianti di irrigazione.
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Ilcappotto
ell’universo dell’edilizia esiste un mondo, neanche troppo nascosto, fatto di laboratori di ricerca ultra avanzata: collanti, adesivi, sigillanti e coperture, tutto alleggerito e più in linea con l’ambiente. Minor peso e tanti vantaggi, non solo sul fronte ingombri e costi di trasporto, che vengono dimezzati. Pensiamo ai cappotti edilizi. Fra i materiali di rivestimento, oggi, troviamo il polistirolo di ultima generazione: leggero, traspirabile e inattaccabile dalle muffe. O i nuovi collanti ecologici, che rilasciano bassissime emissioni di sostanze organiche volatili, sono privi di solventi e hanno prestazioni perfette. Tutto grazie alle nuove frontiere della ricerca chimica, eco-friendly. Una chimica sostenibile applicata all’edili-
èecologico
zia. Molte novità del settore saranno presenti a Made Expo di Milano, dal 2 al 5 ottobre, dove non mancheranno i prodotti da scoprire. La parola d’ordine è “ambiente”. Pochi sanno che il settore edifici consuma il 40% dell’energia dell’Unione Europea. A dirlo è la DG Energia
della Commissione Europea. Sarebbe sufficiente qualche semplice accorgimento, come l’adozione di un cappotto, per garantire un buon isolamento termico e ridurre di dieci volte i consumi di riscaldamento e di condizionamento. Ambiente e bolletta non possono che guadagnarci.
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rorogati fino a fine anno anche gli incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici domestici che producono energia elettrica. Il Decreto Sviluppo del 2012, che aveva portato le detrazioni dal 36% al 50% e innalzato il tetto massimo di spesa da 48 mila euro a 96 mila euro per ogni immobile, era stato pensato per produrre effetti fino al 30 giugno 2013. Col decreto legge 63/2013, invece, è arrivata la proroga delle detrazioni IRPEF del 50% sulle spese di ristrutturazione edilizia fino al 31 dicembre 2013. Il decreto include an-
che detrazioni per l’installazione di pannelli fotovoltaici. Unica restrizione per accedere al contributo è che l’energia venga prodotta esclusivamente per il fabbisogno domestico, e non per uso commerciale. L’eventuale surplus di energia prodotto potrà perciò essere reimmesso nella rete pubblica, senza però poter essere venduto. Per poter ottenere la detrazione IRPEF, sarà necessario conservare i documenti che attestano l’acquisto e l’installazione
dell’impianto fotovoltaico, le abilitazioni amministrative richieste dalle norme edilizie o una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Tali documenti andranno esibiti per comprovare la regolarità della procedura.
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a manutenzione ordinaria delle caldaie è un’operazione molto importante per diversi aspetti. Una caldaia in cattive condizioni, oltre a costituire un pericolo per i guasti a cui può andare incontro, risulta meno efficiente, consuma di più e il suo potere di riscaldamento è ridotto. Per questo una manutenzione programmata dell’impianto è da sempre obbligo di legge.
di riscaldamento centralizzati dei condomini) ma biennale o quadriennale a seconda della tipologia di impianto.
Dal febbraio di quest’anno la normativa in materia è cambiata, uniformandosi alle direttive europee: la cadenza dei controlli non sarà più annuale (resterà tale per gli impianti
Se la potenza della caldaia è maggiore o uguale a 100 kW i tempi si dimezzano, ma la stragrande maggioranza degli impianti installati in Italia ha una potenza ben inferiore a
questa soglia.
Grazie a queste nuove tempistiche di controllo, le famiglie potranno risparmiare dai 60 agli 80 euro ogni anno.
• Andrà effettuata ogni due anni per gli impianti termici a combustibile liquido o solido. • Ogni quattro anni per gli impianti a metano o gpl.
È utile poi ricordare che tutti gli interventi di manutenzione della caldaia, sia essa in condominio o in abitazione privata, rientrano nella categoria di manutenzione ordinaria, sottoposta quindi ad aliquota IVA agevolata del 10%.
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IlCaloredellaStufa Riscaldare efficacemente la casa, risparmiare sulla bolletta o dare quel tocco di calore in più al salotto. Sono diversi i motivi che spingono sempre più italiani a sostituire l’impianto di riscaldamento tradizionale con una stufa a legna o a pellet.
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ista la grande richiesta degli ultimi anni, si sono moltiplicati i rivenditori e i distributori di marchi italiani ed esteri, che permettono a tutti gli utenti una vastissima scelta, secondo il design, la dimensione degli ambienti che si desidera riscaldare e il budget. Inoltre ad incrementare il vantaggio di acquistare una stufa si è inserito anche un incentivo statale del 2012 (prorogato fino alla fine del 2013) che prevede la detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di una stufa. Come detto prima le principali tipolo-
gie di stufa sono due: a legna (nel formato tradizionale a pezzi) e a pellet (piccoli cilindri di segatura essiccata e compressa). Esistono però alcuni modelli detti Bi-Fuel, che grazie a due camere di combustione separate sono in grado di bruciare sia legna che pellet. Ma quali sono i vantaggi di un combustibile rispetto all’altro?
Corriere Vicentino |
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Il calore della Legna
Il Pellet: comodo ed efficiente
Cambiano i materiali, più moderni e funzionali, ma la sostanza resta la stessa: un’ampia camera di combustione dove bruciare pezzi di legna. La sua semplicità è il suo punto di forza. Estrema facilità di manutenzione e la presenza confortevole che solo un fuoco a legna, brillante e suggestivo, riesce a dare. Alcune stufe a legna sono dotate di cuocivivande. La fiamma generata in questo modo inoltre non secca l’aria come il pellet. Anche bruciare il combustibile ecologico per eccellenza però comporta degli svantaggi: i pezzi di legno sono più ingombranti da stoccare, e la stufa va ricaricata a mano almeno due volte al giorno. Il calore generato dalla legna è poi più difficile da controllare.
Una stufa a pellet esteticamente non è molto diversa da una tradizionale stufa a legna: rivestita di acciaio, ceramica o pietra, costituisce un ottimo elemento di arredo per qualsiasi stanza. La differenza però sta nella forma stessa del pellet: le dimensioni ridotte dei cilindri di legno non compromettono il potere calorico, permettendo però al combustibile di essere stoccato con facilità all’interno di sacchi, e una volta caricato il serbatoio (posto nella parte alta della stufa) non ci si deve più preoccupare. L’autonomia infatti può variare dalle 6 alle 40 ore, inoltre si può regolare la temperatura desiderata, visto che il sistema che trascina i pellet verso la camera di combustione è elettronica (va quindi sempre collegata all’impianto elettrico di casa), attivabile da telecomando e programmabile con timer. I modelli più avanzati sono addirittura attivabili a distanza con un sms. Gli svantaggi? Il sistema più complesso richiede una manutenzione più attenta, il ventilatore utilizzato per diffondere il calore può seccare eccessivamente l’aria e la minore brillantezza della fiamma a pellet riduce la bellezza suggestiva.
Riscaldare tutta la casa Attraverso una normale stufa a legna o a pellet è possibile riscaldare efficacemente una porzione più o meno grande di abitazione (il risultato dipende molto dalla coibentazione della casa!). Esistono però altre tipologie di stufe in grado di diffondere il calore generato in tutte le stanze dell’abitazione. - Una stufa canalizzabile si serve di una rete di tubi che, grazie a una ventola, diffonde il calore in tutti gli ambienti, anche in locali molto grandi. Questa soluzione si presta bene ad essere utilizzata in abitazioni su un solo piano, mentre nelle multipiano può risultare dispersiva. - Una termostufa è una particolare tipologia che può essere collegata all’impianto termoidraulico, permettendo di riscaldare l’abitazione sfruttando i termosifoni. È poi possibile riscaldare efficacemente l’acqua sanitaria. Corriere Vicentino |
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furti in casa sono in aumento costante. Da almeno sei anni. Sono dati ineluttabili, forniti dall’Assiv, associazione di vigilanza privata aderente a Confindustria.
Anche se la migliore precauzione resta quella di dotarsi di un buon impianto antifurto, si possono prendere altre facili contromisure per prevenire spiacevoli sorprese al rientro in casa.
Soltanto nel periodo 2006 - 2012 i furti in abitazioni private sono aumentati del 67%, passando da 141.601 casi a 236.615. L’aumento è stato più evidente soprattutto nelle grandi città, ma anche nei centri più piccoli resta sconfortante.
• Evitare di utilizzare per la segreteria telefonica la formula “siamo assenti” ma preferire “in questo momento non possiamo rispondere” (parlando al plurale anche se si abita da soli). • Mettere solo il cognome sulla cassetta della posta, per evitare di indicare il numero effettivo di abitanti della casa. • Se si sta più giorni fuori casa, è bene non far accumulare i volantini pubblicitari nella cassetta, facendoli prelevare da un vicino. • Fotografare gli oggetti di valore della casa. In caso la Polizia recuperi del bottino, sarà più facile identificarli.
Gli accessi preferiti dai ladri per penetrare in casa sono, nell’ordine, finestre, balconi e garage. Per quanto riguarda il bottino, invece, le preferenze restano su beni di lusso come gioielli e pellicce, mentre più raramente i ladri prelevano oggetti elettronici come computer e cellulari.
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TecnologiaeSicurezza Nonostante la crisi, il mercato degli antifurti per abitazioni e aziende è piuttosto florido. Il tema della sicurezza continua ad essere percepito come primario nel tessuto sociale.
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È un allarme che funziona attraverso sensori che captano movimenti all’interno dell’abitazione sorvegliata. Per evitare falsi allarmi legati al movimento di animali domestici o agli spostamenti di oggetti dovuti al vento, i sensori sono dotati di tecnologie che tramite infrarossi o microonde riconoscono le dimensioni, il calore o le radiazioni elettromagnetiche generati da un corpo umano. In caso di movimenti sospetti, anche le telecamere di videosorveglianza sono in grado di lanciare un segnale alla centrale d’allarme, tramite appositi sensori di movimento. Per orientarsi nella scelta del tipo di allarme da installare è bene conoscere le caratteristiche dei diversi sistemi. Eccone una sintesi:
I diversi antifurti possono essere collegati ad un combinatore telefonico che, in aggiunta al sistema di allarme sonoro, chiama in successione i numeri memorizzati, in modo tale da avvisare il proprietario che qualcuno ha tentato di entrare nella sua abitazione.
Perimetrale
Questo tipo di antifurto controlla l’intero perimetro dell’area da proteggere ed è particolarmente indicato per le superfici piuttosto estese. Il sistema antiintrusione può funzionare attraverso barriere a microonde installate in apposite colonnine, barriere ad infrarossi, sensori interrati e quindi invisibili, magneti installati su porte e finestre che mandano un segnale alla centrale di allarme quando avviene l’apertura da parte di un intruso o cavi che segnalano contatti con le recinzioni o il tentativo di tranciarle. Corriere Vicentino |
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Il mercato energetico è in costante e rapida evoluzione, e mai come oggi una corretta strategia di efficentamento e innovazione tecnologica può rappresentare un vantaggio enorme per aziende e organizzazioni, come spiega Luca Pagani, Amministratore Delegato di Contattoenergia Quali sono gli obiettivi e i servizi offerti dal vostro gruppo? Contattoenergia è la nuova realtà che si propone di diventare punto di riferimento per le aziende pubbliche e private, un partner privilegiato in grado di offrire servizi qualificati e innovativi in materia di energia elettrica, gas naturale, efficienza energetica e mobilità elettrica. Cosa significa “Contatto” Energia? Il “contatto” costante con il cliente è quello che ci distingue nel modo di operare: siamo un gruppo di professionisti esperti e aggiornati, presenti sul territorio, e crediamo che la stretta relazione con i nostri clienti sia la chiave del nostro successo. Ogni cliente ha il suo specifico referente che lo segue costantemente durante tutta la durata della fornitura, offrendo soluzioni personalizzate. Ci parli della nuova sede di Brendola. Abbiamo scelto questa collocazione per la facilità di accesso di collegamento verso tutti i punti focali del territorio. Come già detto, la nostra presenza a fianco dei clienti per noi è fondamentale. E per quanto riguarda la vostra partnership con EnerGrid? EnerGrid rappresenta uno tra i primi trader indipendenti di energia elettrica a livello nazionale. Con l’esperienza maturata negli anni e oltre 43.000 utenze su tutto il territorio nazionale, rappresenta per noi il partner ideale per la fornitura di energia elettrica e gas naturale.
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AUTO ELETTRIcA: è IL fUTURO? Sentendo parlare di mobilità elettrica, molti ancora pensano ad un futuro remoto. Con oltre 60.000 modelli già circolanti, Nissan Leaf è l’auto elettrica a tre volumi leader del mercato. L’abbiamo provata per capire il perché di questo successo in un segmento ancora poco conosciuto. Genericamente siamo abituati ad associare ai veicoli elettrici una guida piuttosto lenta. Leaf è tutta un’altra storia: l’accelerazione in partenza ti incolla al sedile, lo spunto è degno di un’auto sportiva, che fa mangiare la polvere alle auto tradizionali. Tutta la coppia dei suoi 109 cavalli è disponibile subito, grazie alla tecnologia elettrica. La cosa più esaltante è però veder sfrecciare il paesaggio dai finestrini, nel più totale silenzio. L’estrema silenziosità del motore elettrico, unita all’in-
sonorizzazione dell’abitacolo, permette di conversare a bassa voce marciando nel traffico, una vera novità per le nostre orecchie abituate al frastuono dei motori. Con zero emissioni, Leaf rappresenta il nuovo concetto di mobilità pienamente sostenibile, aiutando a ridurre l’inquinamento su strade e città, ormai sature di scarichi e micropolveri. Un modo per rispettare la natura, e la salute di tutti. Grazie a nuovi accorgimenti tecnologici, come il sistema di recupero energia in frenata, Leaf riesce a raggiungere poco meno di 200 km di autonomia. Costi di gestione e di ricarica (effettuabile comodamente dalla presa di casa) ridottissimi completano quest’auto di nuova concezione, la scelta giusta per chi vuole risparmiare e abbattere l’inquinamento senza rinunciare a prestazioni esaltanti. L’unica cosa che vi resta da fare è provarla!
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