Libretto "Corsa alla Spada e Palio" 2014

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Corsa alla Spada e Palio XXXIII edizione

Camerino 2014


Comune di Camerino

Altri enti promotori: Provincia di Macerata Regione Marche Camera di Commercio di Macerata ComunitĂ Montana di Camerino Parrocchia di San Venanzio UniversitĂ degli Studi di Camerino ASUR zona territoriale 10 ERSU CONTRAM


Citta’ di Camerino

Corsa alla Spada e Palio XXXIII edizione

Programma della rievocazione fra cultura storia e folclore intorno alla festa del Santo Patrono Venanzio

15 maggio - 02 giugno 2014


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Presentazione

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itrovarsi alla guida dell’associazione Corsa alla Spada è una responsabilità grande; lo è in particolare per me che fin dalla ripresa di questa tradizione festiva in età moderna ho creduto nella sua validità. Per questo ho voluto condividere il lavoro con Gianluca Broglia e Giuseppe Corridoni, ed ho chiesto ai terzieri di formare delle commissioni che studiassero i vari aspetti della manifestazione. Mentre, nelle prime settimane, mi preoccupavo di verificare lo stato degli abiti e delle attrezzature dell’associazione - tutte operazioni necessarie per un novello presidente come me - cominciavo ad avvertire intorno alle tante questioni dibattute ora sul calendario degli eventi, ora sulla composizione del corteo, anche la grande passione, diffusa e consolidata, delle persone che incontravo nelle più diverse occasioni persone che avevano acquisito nel tempo notevoli conoscenze della storia cui facciamo riferimento, delle problematiche riguardanti la riproduzione fedele dei costumi, o delle acconciature del tempo, o della cucina in uso in quei secoli lontani. Indizi importanti, rassicuranti: in una festa come questa, infatti, che coinvolge così tante persone, ognuno deve conoscere esattamente il proprio ruolo in relazione al contesto generale dell’evento cui si sta dando vita. E mi sono chiesto: quale contributo fornire, dunque, come presidente? Mi sembra che oggi sia ancora più importante individuare e valorizzare ciò che abbiamo di specifico, ciò che ci caratterizza rispetto ad altre rievocazioni storiche così frequenti nelle tradizioni festive dei comuni italiani, in particolare dell’Italia centrale. Uno di essi è il nostro corteo: curato in ogni suo dettaglio ricostruttivo delle fogge originali, frutto di uno studio personale e di un lavoro artigianale, cui Giovanni Cito sin dalle prime edizioni ha dato un’impronta inconfondibile ancora oggi perfettamente avvertibile. Un altro elemento di distinzione la costituzione spontanea di gruppi, dai tamburini, ai musici, agli arcieri, alle danzatrici, alle commissioni che trattano specifici temi nell’ambito dei singoli terzieri. Ma soprattutto la corsa, l’emozione più grande. In genere, per il momento clou della manifestazione, qualcuno sceglie di assistere alla partenza, altri attendono in un tratto del percorso, molti all’arrivo; in realtà mai nessuno l’ha potuta seguire interamente. Vorremmo invece provare l’emozione di vederla tutta intera. Per questo - e qui sta la grande novità, per così dire tecnologica, di questa edizione - abbiamo voluto predisporre due grandi schermi in piazza Cavour e in piazza Umberto I, per seguire in tempo reale tutto ciò che succede. Otto telecamere distribuite lungo il percorso ci mostreranno la concentrazione degli atleti prima della partenza, lo scatto al via, lo sforzo nella salita, i sorpassi e la fatica, la discesa e la gioia dell’arrivo. Quest’anno, dunque, un’emozione in più. Anche il grande lavoro delle taverne merita una particolare attenzione, ed è sembrata un’occasione da non perdere la possibilità di avere a Camerino il grande gastronomo Gualtiero Marchesi, che terrà una conferenza e che interverrà presso le taverne dei tre Terzieri. Infine, abbiamo voluto dare quanto più spazio possibile alle altre realtà operanti nel territorio, sia associazioni che istituzioni, e con esse abbiamo collaborato per costruire insieme una manifestazione ricca di momenti diversi, accogliente, aperta agli stimoli originali ma con un occhio di riguardo nei confronti della ricostruzione storica, vera ragione che ha nutrito questa esperienza sin dal suo nascere.

Luciano Birocco Presidente Associazione Corsa alla Spada e Palio •3•




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Rievocazione storica della Corsa alla Spada e Palio 2014

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a trentatreesima edizione della rievocazione storica della Corsa alla Spada e Palio, anno 2014, inizia con un nuovo presidente, Luciano Birocco. Egli ha tutte le caratteristiche e la passione per dare nuova linfa a questa rievocazione, divenuta, ormai, patrimonio culturale e storico della Città di Camerino e dell’intera sinclinale camertina. Non voglio qui ricordare con parole di circostanza l’importanza che riveste per i camerinesi questa rievocazione storica. Nata e cresciuta sul sentimento popolare, si è radicata fortemente e spontaneamente nell’anima di ciascuno di noi; dal più grande, al più piccolo. Nel mese di maggio, nella ricorrenza di San Venanzio, patrono della Città, un gran numero di volontari dei tre terzieri, senza nulla chiedere, impegna il proprio tempo per rendere la manifestazione storica interessante ed attrattiva, procurando agli ospiti che salgono nella città ducale l’emozione di trovarsi nella piena signoria di Giulio Cesare Varano. Nelle vie e nei vicoli si colgono e si sentono odori e musiche medioevali; un ritorno ad un periodo storico di grande importanza per Camerino, che si veste dei colori dei tre terzieri in cui è organizzata la Città. Ogni terziero, con le sue osterie, aperte nei luoghi più suggestivi, proporrà agli ospiti prelibatezze gastronomiche dagli antichi sapori e allestirà spazi per i molteplici divertimenti. La festa del 17 maggio, con l’Offerta dei Ceri da parte di corridori, dame e cavalieri che, in uno splendido corteo accompagnato da fiaccole e chiarine, raggiungono l’Arcivescovo nella basilica di San Venanzio, si gonfia di emozioni e sensazioni profonde, e si conclude con il bellissimo tradizionale “focaraccio”. L’entusiasmante ed avvincente corsa, che domenica primo giugno si snoderà per i saliscendi delle tortuose vie del centro, in cui i trenta atleti si contenderanno la Spada, è il momento più alto della rievocazione perché consegna al primo corridore la Spada ed assegna il Palio, al terziero, come insegna della supremazia cittadina, fino alla prossima edizione della storica Rievocazione. Quest’anno la rievocazione storica si concluderà il 2 giugno, giorno della Santa camerte, Camilla Battista Varano,con il Palio degli Arcieri, al cospetto di dame, cavalieri e popolani. Un ringraziamento va a tutta l’organizzazione, in particolare al presidente Luciano Birocco, a tutti i suoi stretti collaboratori, Gianluca Broglia e Giuseppe Corridoni, ai presidenti dei tre terzieri Laura Camoni per il Terziere Di Mezzo, Paola Ticani per Muralto e Quirino Macchioni per Sossanta; ai volontari, alle varie associazioni ed a tutte le generose maestranze comunali. Il programma predisposto dal presidente e dal suo staff va al di là di ogni attesa, perché vuole essere un ritorno al passato ed alla radice per cui è nata questa magnifica manifestazione di grande valore storico e culturale.

Dario Conti

Sindaco di Camerino

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Sede:

• 62036 PieveTorina Via D. Alighieri, 2 Tel.0737. 518042 –518077 Fax 0737.518134

Filiali:

• 62032 Camerino Viale G.Leopardi, 52 Tel. 0737.630431 Fax 0737.630432

• 62020 Caldarola Viale Umberto 1° Tel-Fax. 0733.905108

• 62022 Castelraimondo Corso Italia, 130/132 Tel. 0737.641019 Fax 0737.642532

• 62027 San Severino Marche Viale della Resistenza, 35 Tel. e Fax 0733 638394

• 62029 Tolentino Piazza P. Togliatti, 1 Tel. – Fax 0733971682

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San Venanzio 2014

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l fervore che mette in moto l’annuale festa del patrono San Venanzio testimonia quanto sia radicata nel cuore della nostra gente la memoria di questo giovanetto martire dei primi tempi dell’era cristiana. è per me anche occasione per invitare genitori, parrocchie e oratori, autorità, adulti, insegnanti di ogni ordine e grado, mondo dello sport e del divertimento, operatori dei media che girano nelle mani dei ragazzi e dei giovani, a renderci tutti responsabili e partecipi della cura premurosa e attenta del loro bene, della formazione ad una vita buona e sana. è un impegno dal quale nessuno può esimersi: tocca a noi oggi preparare le opportunità favorevoli che possono diventare opzioni di vita e modelli di personalità, che faciliteranno l’ingresso dei giovani nella società, soprattutto saranno aiutati a costruire una società più libera e giusta, fondata su beni e valori che in modo tanto profondo e illuminato prevede la nostra stessa Costituzione. Il Papa Francesco, nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, ci dice che la formazione giovanile, così come eravamo abituati a svilupparla, “ha sofferto l’urto dei cambiamenti sociali. I giovani, nelle strutture abituali, spesso non trovano risposte alle loro inquietudini, necessità, problematiche, ferite. A noi adulti costa ascoltarli con pazienza, comprendere le loro incertezze o le loro richieste, e imparare a parlare con loro nel linguaggio che essi comprendono. Per questa stessa ragione le proposte educative non producono i frutti sperati” (n. 105). Chiediamo che il martire Venanzio ci ottenga di realizzare insieme due importanti progressi che Papa Francesco individua nella sua analisi sulla situazione educativa. “Anche se non è facile accostare i giovani, …due sono gli ambiti sui quali convenire: consapevolezza che tutta la comunità educa… e l’urgenza che essi abbiano un maggiore protagonismo”(n. 106). Che la nostra Chiesa insieme alle famiglie e alla Comunità civile sappia far diventare i “nostri giovani viandanti della fede” per testimoniare e diffondere ovunque la civiltà dell’amore.

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+Francesco Giovanni arcivescovo


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I 250

anni della statua di San Venanzio

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uest’anno per la chiesa di San Venanzio e per la città tutta di Camerino ricorre una particolare ricorrenza: il duecentocinquantesimo anno della realizzazione della statua argentea di Martire. San Venanzio La statua, fusa nel 1764 dall’argentiere romano Tommaso Politi, fu donata dal Vescovo Francesco Viviani, in sostituzione di quella offerta da Giulio Cesare da Varano nel XV secolo e successivamente distrutta. Essa rappresenta il martire camerinese vestito da soldato romano che tiene lo stendardo con la destra e sulla sinistra porta la città di Camerino secondo l’antica tradizione iconografica di San Venanzio protettore della città. La particolare maestria dell’argentiere mostra l’importanza di questa statua curata anche nei minimi particolari: il drappeggio del mantello, il volto del giovane Santo, l’armatura, la cintura e perfino i calzari. Venerdì 16 maggio alle ore 21,15 nella Basilica di San Venanzio si terrà u n a conferenza che presenterà la storia della statua del Santo Patrono e che mostrerà i lati “nascosti”, difficilmente percepibili a distanza, di quest’opera d’arte che lega insieme cultura, fede e tradizione della nostra città. Don Marco Gentilucci

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Biografia di Santa Camilla Battista

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iglia del principe Giulio Cesare Da Varano, signore di Camerino, sostenitore delle arti, buon diplomatico, generoso con il popolo e dedito alle avventure sentimentali. Il principe a vent’anni si era sposato con la dodicenne Giovanna, dalla quale ebbe tre figli ma, non disdegnando altri legami amorosi, aveva avuto cinque figli illegittimi, i quali furono educati a corte insieme agli altri tre. Ed è dall’unione con la nobildonna Cecchina di Mastro Giacomo che nacque Camilla il 9 aprile 1458, primogenita di tutti i figli. Cresciuta ed educata nel palazzo paterno, essa assimilò lo spirito del padre, dedicando il suo tempo alle gioie giovanili come suonare, ballare, cantare, così come lo racconta lei stessa nella sua autobiografia. Da bambina aveva fatto un voto, dopo aver ascoltato una predica del francescano Domenico da Leonessa, ed era quello di versare una lacrima ogni venerdì in ricordo della Passione di Gesù. Ma questo voto mal si conciliava con la vita frivola che conduceva, perciò quando non le riusciva di versarla, ci rimaneva male per tutta la settimana; ma poi crescendo e leggendo libri spirituali, tale pratica le riuscì facilmente.

Autografo di Santa Camilla Battista, 1492 conservato presso il Monastero di S. Chiara in Camerino • 15 •


Diciottenne pensò di ritirarsi a vita religiosa, ma in lei si accese una lotta, perché si sentiva attratta anche dalla vita gaudente, ma vinte le tentazioni, decise per il chiostro. Qui sorsero però le difficoltà da parte del padre, il quale negò l’assenso. Passarono così due anni, ricevendo anche visioni celestiali, perché aveva ormai raggiunto una grande maturità spirituale; alla fine il principe acconsentì e il 14 novembre 1481 poté vestire l’abito francescano nel monastero di s. Chiara di Urbino, prendendo il nome di suor Battista. Il principe suo padre non si arrese alla lontananza e dopo aver comprato il monastero degli Olivetani, vicino Camerino, lo donò alle autorità francescane per farne un convento di clarisse, il cui nucleo doveva venire da Urbino. Suor Battista fu una delle nove suore prescelte e il 4 gennaio 1484, fecero il loro ingresso con il concorso del popolo e di tutta la corte del principe. La Passione di Cristo continuò ad essere il suo punto di riferimento: i suoi elevati pensieri mistici li raccolse in un libro “I dolori mentali di Gesù nella sua passione”. Nel 1502 Cesare Borgia, chiamato ‘duca Valentino’, nell’intento di unificare l’intero territorio pontificio sotto il governo del papa Alessandro VI, suo padre, attaccava con la forza quelle Signorie locali, che non si sottomettevano volontariamente. Il principe Da Varano mise al sicuro il figlio minore a Venezia con le donne, mentre con gli altri figli organizzava la resistenza di Camerino. Suor Battista, insieme ad un’altra consorella di nobile casato, dovette fuggire prima a Fermo e poi nel Regno di Napoli ad Atri: lì le raggiunsero le notizie che Cesare Borgia aveva fatto strangolare il padre a Pergola e il giorno dopo i suoi fratelli Annibale, Pirro e Venanzio nella rocca di Cattolica. Passata la bufera dei Borgia al potere, suor Battista ritornò a Camerino, in cui era stata ripristinata la Signoria Da Varano con il giovane fratello Giovanni Maria e lì rimase fino alla morte come badessa, divenendo un punto di riferimento per tutti, autorità civili e religiose ed elevandosi sempre più nell’unione intima con Dio. Camilla Battista morì a Camerino il 31 maggio 1524, durante un’epidemia di peste, i funerali si svolsero nel cortile del palazzo paterno. Papa Gregorio XVI ne ha riconosciuto il titolo di beata il 7 aprile 1843; Benedetto XVI l’ha iscritta nel canone dei santi il 17 ottobre 2010.

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Santa Camilla Battista da Varano: il senso di una vita santa

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olto spesso le rievocazioni storiche sono l’occasione per riscoprire l’attualità dell’esperienza di chi, pur avendo vissuto in epoche lontane, può ancora offrire un contributo al cammino umano e spirituale degli uomini del nostro tempo, i quali hanno sete di testimoni credibili e vicini alla loro sensibilità. Anche la testimonianza di S. Camilla Battista è capace di dare un senso alle molteplici situazioni esistenziali di oggi, orientandole verso l’Amore. Da quando siamo arrivate a Camerino, avvertiamo un’urgenza, quella di farla conoscere, perché è un profeta “in saio” per i nostri giorni, i quali attendono maestri di umanità e di fede per trovare un senso, una via, una speranza. Tante volte ci è stato chiesto: com’è possibile che una donna del XV secolo sia in grado di dare risposte alle istanze e alle sfide del XXI? Paradossalmente il Rinascimento, pur nella distanza plurisecolare, è un tempo molto simile al nostro, segnato da fermenti che circolano liberamente, senza frontiere. Nasce proprio in quel tempo il culto della libertà individuale e con esso i particolarismi e la violenza necessaria a difenderli, in un crescente contrasto fra ricchi e poveri, colti e ignoranti, dominatori e dominati. Nelle corti regna il benessere: cultura, arte, divertimento, vita di società, insieme a edonismo, evasione dalla realtà e relativismo morale. Anche la famiglia diventa un concetto dai labili confini (famiglia allargata); basti pensare all’elevato numero di figli naturali del padre di Camilla. Per quanto approssimativo, questo quadro evoca già l’orizzonte attuale, perché anche noi viviamo in un’epoca di benessere sfrenato riservato a pochi egoisti, e di fatica economica per i più; di grandi aspirazioni dei popoli alla libertà; di dittatura del relativismo; di muri che crollano, ma che si ricostruiscono altrove, più sottili e coriacei; di allergia alle regole morali in nome di una malintesa libertà individuale; di famiglie esplose e frantumate, di mobilità e precarietà, in cui non è così scontato orientarsi. Per noi che vogliamo attingere fino in fondo a tutte le possibilità umane, come può risultare attraente una figura di donna che lascia la ricchezza, il potere e i piaceri della corte, per abbracciare con tutta se stessa la povertà, l’umiltà e il farsi serva della Parola? Certo è che se ai piedi del Crocifisso, tra le mura silenti di un Monastero, incontrassimo un essere spento o deluso dalla vita, una personalità fragile e perdente per la quale il mondo è un orizzonte troppo vasto per potervi abitare, allora sarebbe lecito pensare alla sua scelta come a una fuga dalla realtà, a una ricerca di comodo rifugio all’interno di un “luogo protetto”, e potremmo passare oltre, provando un senso di insignificanza e di inutilità verso quella persona e la sua scelta di vita. Ma se per caso questa donna, abbracciata ai piedi di Cristo, ci somigliasse, allora diventerebbe serio e doveroso chiedersi cosa abbia spinto Camilla ad entrare in Monastero e per che cosa, o meglio, per chi, tante giovani, ancora oggi, scelgono di vivere come lei ha vissuto. • 17 •


Dai suoi scritti, lo sappiamo, emerge il ritratto di una donna vivace: la sua volontà forte, capace di risoluzione e assetata di assoluto, si traduce sempre in concretezza esistenziale. Rettitudine e schiettezza sono alla base delle sue relazioni con Dio, con sé, con gli altri. L’intelligenza è agile, sempre in ricerca; l’intuizione è profonda. Camilla è una persona capace di relazioni autentiche: accoglienza e dono ben si coniugano nelle sue numerose amicizie, in cui la vediamo a suo agio nei panni ora della discepola, ora della figlia, dell’amica, della maestra, della sorella, della madre. La conoscenza di sé, sulla quale Camilla ritorna spesso nei suoi scritti, definendola come la via indispensabile per vivere una vita buona, la rende una donna dalla personalità equilibrata - pur nei contrasti dalle tinte forti del suo temperamento - umile e realista, ma altrettanto piena di dignità e di grandi aspirazioni. Camilla è la donna delle grandi passioni, del tutto o niente, della radicalità, dell’assoluto; la donna che ha scoperto, per esperienza personale e diretta, che su questa terra c’è un legame inscindibile tra amore e dolore. È per questo che la troviamo sempre là dove è l’Amato, nello splendore del Tabor o nell’ora buia del Calvario, dovunque Egli sia. Ed è lì che sceglie di rimanere, per esprimere tutto il suo amore, la sua passione, la sua dedizione totale a Colui che da sempre l’ha amata. Anche oggi chi ha la gioia di scoprire di essere così tanto amato, può fare della sua vita un dono totale, e restituire a Dio amore per amore, sangue per sangue, vita per vita. Madre Chiara Laura e Sorelle Clarisse - Camerino

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Corsa alla Spada e Palio XXXIII EDIZIONE PROGRAMMA 15 MAGGIO – 2 GIUGNO 2014 giovedì 15 maggio h. 20.30 Cena in Piazza Cavour - gioco a quiz – intrattenimento musicale venerdì 16 maggio h. 21.30 Istrionica Comoedia - Spettacolo itinerante di improvvisazione di teatro comico medioevale a partire da Piazza Covour Taverne aperte sabato 17 maggio h. 18.00 Conferenza stampa presentazione degli atleti - palazzo Bongiovanni h. 21.00 Offerta dei Ceri e Focaraccio Taverne aperte domenica 18 maggio Festa di San Venanzio h. 11.30 Pontificale – Basilica di San Venanzio h. 21.30 Spettacolo e Tombola a cura della parrocchia di San Venanzio Taverne aperte lunedì 19 maggio h. 8.00 – 20.00 Fiera di San Venanzio h. 21.30 Concerto musica antica - Coro Magalotti - Tempio di San Francesco Taverne aperte da martedì 20 a lunedì 26 maggio taverne CHIUSE martedì 27 maggio h. 21.30 Il Giardino Barocco – Concerto musica antica - Tempio di San Francesco In collaborazione con il Conservatorio “Rossini” di Pesaro Taverne aperte mercoledì28 maggio Giochi, mercatino e curiosità nel centro storico h. 17.00 Giochi per ragazzi a cura del Gruppo Scout h. 19.00 Gioco della Dama a cura del Plesso Ugo Betti h. 21.30 Giochi popolari in piazza Cavour h. 23.00 Fantasia di tamburi con i Tamburini “Emma Magini” e i Tamburini di Visso Taverne aperte giovedì 29 maggio h. 17.30 “Amleto” - Rocca del Borgia - Rappresentazione itinerante presentata dagli studenti del Liceo C. Varano di Camerino - Regia di A. Mingarelli h. 19.00 “Romeo e Giulietta” Piazza Umberto I - Rappresentazione a cura delle classi V A e B Plesso Betti e classi IV A, B V Plesso D’Acquisto • 19 •


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h. 21.30 Il Ducato in fiamme – Rappresentazione a cura di S. Conocchioli con gli Arcieri De Varano e la Militia Bartholomei Taverne aperte venerdì 30 maggio h. 16.00 Il Palio degli studenti arcieri h. 21.00 Gualtiero Marchesi: "La figura dell'umanista in cucina" incontro con la gastronomia del tempo dei Varano h. 22.00 Un tuffo nel XV secolo a cura della Compagnia dei Morlacchi h. 23.30 Ritorna il Palietto - da P.zza San Venanzio Taverne aperte sabato 31 maggio h. 11.00 Conferenza UNICAM "Dalla regionalità alla nuova cucina italiana" Gualtiero Marchesi h. 16.00 Corsa alla Spada dei Piccoli – in strada per correre e giocare h. 16.00 Prova di Tiro con l’arco aperta ai viandanti h. 22.00 Rinascimento bandistico - Concerto a cura della Banda musicale Città di Camerino Taverne aperte con animazione a cura de “Il Teatro all’improvviso” domenica 1 giugno h. 15,30 Corteo storico e Corsa alla Spada – Ospite il Gruppo storico di Montone, gli sbandieratori della Contrada Piazzarola di Ascoli Piceno, i tamburini di Visso e il falconiere Gherardo Brami h. 18.00 Partenza della corsa h. 19.00 Volo dei rapaci di Gherardo Brami e premiazione L’intera manifestazione sarà trasmessa in diretta su due maxi schermi in piazza Cavour e in piazza Umberto I h. 23.00 La Musica ed il fuoco – spettacolo pirotecnico a cura di Pierantognetti Serge e Pyro design di Sabbatini Stefano Taverne aperte lunedì 2 giugno Festa di Santa Camilla Battista h. 9.00 mercatino e curiosità nel centro storico h. 16.00 Palio degli Arcieri e Staffetta Rosa in onore di Santa Camilla Ospite il Gruppo Sbandieratori “Combusta Revixi” di Corinaldo h. 22.00 “Peter Pan” – spettacolo di bandiere, fuochi e musica del Gruppo “Combusta Revixi” di Corinaldo Taverne aperte • 21 •


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Manifestazioni concomitanti venerdì 9 maggio h. 18.30 “Torre Beregna Torre Troncapassi” – Sala dei Priori di Palazzo Bongiovanni – Inaugurazione della mostra di disegni e temi dei ragazzi delle scuole medie di Camerino e San Severino Marche

ni – Premiazione dei temi e disegni vincitori h. 21.15 nella Basilica di San Venanzio si terrà una conferenza sul tema "250° della statua di San Venanzio" h. 23.00 Old Boys – Concerto in Piazza Garibaldi

sabato 10 maggio Gran Fondo “Terre dei Varano” VI edizione (AVIS Frecce Azzurre Camerino) h. 21.30 Commedia DDMM (Dieci Donne Mamme Matte) presentano “Agenzia Scampamorte” – Teatro Filippo Marchetti (replica domenica 11 ore 16.30)

sabato 17 maggio UNICAM – Adesione all’iniziativa “NOTTE DEI MUSEI” Polo Museale San Domenico. Prolungamento orario fino alle 21,30 e fruizione gratuita del Museo delle Scienze

domenica 11 maggio Gran Fondo “Terre dei Varano” VI edizione (AVIS Frecce Azzurre Camerino) h 16.30 replica Commedia DDMM “Agenzia Scampamorte” UNICAM - Mostra“VELENI-ISTRUZIONI PER L’USO” – fino al 7 giugno – Polo MusealeSan Domenico Mercoledì 14 maggio h. 21.30 UNICAM – Polo Museale San Domenico -Museo delle Scienze -Spettacolo teatrale “IL CAFFE’ DEI VELENI” a cura della Compagnia teatrale Ruvido Teatro Giovedì 15 maggio h. 18.00 UNICAM - Polo Museale San Domenico - Presentazione del libro “Il dolce: il piacere del gusto nella storia” a cura di Aboca Museum venerdì 16 maggio h. 16.00 Pianoro di Torre Beregna - Inaugurazione del cippo in ricordo della Torre predisposto dall’Istituto Professionale di Camerino h. 18.00 Sala dei Priori di Palazzo Bongiovan-

Domenica 18 maggio UNICAM – Adesione all’iniziativa “LE COLLEZIONI DEL MUSEO FANNO CONNESSIONE”apertura e fruizione gratuita del Museo delle Scienze venerdì 23 maggio h. 21.00 “Sonore risate” al centro Benedetto XIII - Spettacolo conclusivo dei progetti musicamica e orchestra dell’Istituto comprensivo Betti. sabato 24 maggio h. 17.00 UNICAM -Orto Botanico Lettura/ Racconto: Compagnia teatrale “Ruvido Teatro” e Laboratorio per preparazione di creme e profumi realizzato dalla Dott.ssa Roberta Tacchi, Curatrice dell’Orto Botanico martedì 27 maggio h. 23.00 Chopas Folk Music - Concerto a cura di MUSICAMDO giovedì 29 maggio h. 15.00 UNICAM Palazzo Ducale Orto botanico - “Compresse o tisane, farmacista o guaritore tradizionale; tu da che parte stai?” Incontro multi-culturale a cura di Annette

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Habluetzel e Catia Lambertucci ricercatori della Scuola del Farmaco e dei Prodotti della Salute h. 23.00 P.S.M. – concerto a cura di Rock Varano e Free Monkey in Piazza Garibaldi venerdì 30 maggio h. 18.00 “Lo sviluppo del pensiero critico e la preparazione al lavoro” – Quadriportico di Palazzo Ducale - Filosofia della vita quotidiana – 4° incontro – Agorà in collaborazione con Fondazione Carima h. 23.30 Concerto in Piazza Garibaldi – Le Nuvole domenica 1 giugno h. 24.00 Largo Boccati – DJ set in onore dei vincitori lunedì 2 giugno h. 11.00 Celebrazione solenne per la festa di Santa Camilla Battista - Chiesa del Monastero Santa Chiara mercoledì 4 giugno h. 10.00 UNICAM - Orto Botanico “Estrazioni degli olii essenziali. A cura di Filippo Maggi, ricercatore della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute venerdì 6 giugno h. 9.00: UNICAM –Area Vasta 3 e Comune di Camerino “Nati Liberi” Evento dedicato

alla prevenzione delle dipendenze patologiche - Spettacolo teatrale presso il Teatro di S. Venanzio h. 11.00: Conferenza Scientifica presso l’Auditorium del Campus Residenziale dell’Università di Camerino sul tema “Neurobiologia e dipendenze” a cura del Dott. Gianni Giuli, Direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche Area Vasta 3 h. 17.00: Aula San Sebastiano Polo Museale San Domenico: incontro con Andrea Scanzi h. 18.00 inaugurazione VII edizione de “Il Ducato in un bicchiere” e premiazione della Cantina 2014 e del Il Vignaiolo dell’anno ore 21.00: Spettacolo teatrale al Cinema Teatro “Ugo Betti” del Comune di Camerino: Droghe & Rock Story Spettacolo teatrale con musica live e proiezioni. Un viaggio nella storia del rock sabato 7 giugno h. 10.00: UNICAM -Spettacolo teatrale al Cinema Teatro “Ugo Betti” del Comune di Camerino: Droghe & Rock Story ore 21.30 Anteprima del Ducato in un bicchiere con degustazioni e musica dal vivo domenica 8 giugno ore 15.00 – Portico del Palazzo Ducale - Il Ducato in un bicchiere – VII edizione - con le migliori cantine del territorio – Mercatini di artigianato

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IMPIANTI TERMICI E IDRICI

MENTONELLI GIOVANNI via A. Merloni, 40 GAGLIOLE (MC) tel. 0737 641591 - cell. 335 7016850

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vac Vapoforni Associati Camerino Laboratorio: Loc. Rio - tel. 0 7 3 7 6 3 3 3 2 0 Rivendita: P.zza Garibaldi, 28 - tel.0 7 3 7 6 3 2 4 2 3 CAMERINO (MC)

Gentili Massimiliano - cell. 340.1512914 Viale G. Matteotti, n. 12 62034 Muccia (MC)

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L’insegna araldica dei da Varano di Camerino

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a un’analisi sugli stemmi varaneschi superstiti e risalenti per lo più ai secoli XIV e XV, l’insegna dei da Varano di Camerino si presenta formata o dal solo scudo vaiato, oppure dallo scudo vaiato timbrato da un elmo e sormontato da un cimiero con cane marino. Quella dei da Varano è una cosiddetta arma parlante in quanto è la rappresentazione sintetica e simbolica dell’emblema scelto (il vaio) che non solo è rivelatrice del nome della famiglia ma ne illustra anche il valore fonetico (vaio o varo, dal francese vair). Il vaio - un disegno stilizzato di pezzi blu e bianchi a rappresentazione della pelle chiara della pancia e di quella più scura del dorso del piccolo scoiattolo grigio siberiano - è, insieme all’ermellino, una delle due pellicce presenti in araldica ed è di gran lunga la più usata. Sebbene non comune nelle insegne italiane, la scelta o la concessione di questa nel proprio stemma è indicativa di grande dignità e nobiltà. Un particolare da sottolineare è che l’arma dei da Varano presenta la disposizione orizzontale dei vai (azzurro su azzurro, argento su argento) invece di quella alternata più comune. Incerta è la provenienza e sconosciuto il motivo della scelta di questa insegna da parte dei signori di Camerino sebbene lo storico seicentesco Camillo Lili nella sua Dell’Historia di Camerino, allo scopo di avvalorare la sua ipotesi sull’origine anglonormanna di questa famiglia, fa riferimento proprio allo stemma della casata quale elemento pregnante a favore di questa tesi: “…concordano l’armi, tutto che alterate in parte dopo tanti secoli. Quelle però d’Inghilterra usò da principio un campo di scacchi d’oro, e torchino, e poscia il Vaio, ò come dicono i Cappelletti torchini, e d’argento, e li ritengono hoggi i duchi di Surrei, e di Varenna, ò Varano nei bastoni… i Varani furono indubitamente Francesi Normanni, e lo deduco dall’arma, dai loro nomi, e dai luoghi che signoreggiarono…”. Se dunque ancora persiste l’enigma della provenienza ed il motivo della scelta di questa insegna, non è così invece per il cimiero - il cane marino - che il Savini collega a Giovanni Spaccalferro, fratello di Rodolfo II e di Venanzio Falcifer. Nella sua Storia di Camerino così scrive: “…egli [Giovanni] persuase la città a cingere di mura il Borgo S.Venanzio, e ad innalzare due torri, una presso il fiume Potenza, e l’altra nel monte di Beregna, che si veggono tutt’ora (1895) ornate delle armi della città, consistenti in un cimiero con una testa di cane marino. Era questa l’antica arma, alla quale ne venne sostituita altra nobile di un campo con divisa bianca e rossa. Per ultimo l’anno 1434 si prese quella delle tre camere d’argento, che al presente si usa”. L’origine della figura zoomorfa sull’arma della città è da rintracciare con molta probabilità nell’assonanza, quasi un’omofonia, tra il nome dell’animale cane marino e quello della città Camerino, in quanto non risulta codificata in araldica una simile figura chimerica, contrariamente a quella del leone e del cavallo marino, quest’ultimo riscontrabile in insegne inglesi. In un momento di consolidamento del loro prestigio (fine sec. XIV) e di trasferimento delle funzioni pubbliche i da Varano scelsero, com’era costume sin dall’epoca feudale, • 29 •


di adottare come proprio il cimiero dell’insegna territoriale per affermare la continuità del potere politico tendendo all’identificazione della propria famiglia con il Comune stesso. Il cane marino, che diventerà il cimiero identificativo soprattutto di Giulio Cesare, non lo sarà per tutti i membri della casata che, pur mantenendo lo scudo vaiato timbrato, ne esibiscono di personali attinenti a fatti e caratteristiche proprie. Se ne ha memoria e testimonianza grazie a dei codici manoscritti che contengono copie degli stemmi dipinti negli anni tra il 1515 ed il 1520 nella sala grande del Palazzo Ducale di Camerino e purtroppo scomparsi. Voluta dal duca Giovanni Maria, figlio superstite di Giulio Cesare, la decorazione araldica di questo ambiente occupava, come d’uso, la fascia alta delle pareti e raffigurava le armi personali dei signori da Varano e delle loro consorti accompagnati da elogia composti allo scopo dall’umanista Varino Favorino. Fiorella Paino

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Associazione Arcieri De Varano L’associazione “Arcieri De Varano” è stata fondata nel 2003 con il solo scopo di far rivivere le grandi qualità della semplice ma nobile arte del tiro con l’arco. Nel corso degli anni il gruppo ha dato vita a numerose disfide e pali confrontandosi tra di loro e con gruppi di tutta Italia. Quest’anno l’associazione è cresciuta di numero arrivando a 30 associati, i novizi sono sia studenti della nostra Università sia ragazzi di Camerino, tutti orgogliosi di praticare questo sport dalle antiche origini. Frequenti sono le manifestazioni in cui gli Arcieri De Varano si vedono protagonisti: dal classico Palio durante le feste patronali di San Venanzio, alle Disfide contro gli Arcieri storici di altre città, alla rievocazione storica di Castelraimondo, al Palio degli Arcieri della Marca svoltosi a Offagna nel 2013 e quest’anno a Fermo lo scorso 25 Aprile. Il 1° marzo gli arcieri hanno partecipato al Torneo della Marca svoltosi a San Severino Marche classificandosi al terzo posto su 14 compagnie marchigiane Città medievali limitrofe e non, richiedono la presenza degli Arcieri De Varano durante le varie celebrazioni: per la loro disciplina, la serietà, per la loro abnegazione e nello stesso tempo per la loro goliardia e voglia di comunicare con tutti coloro che vedono nell’arco uno strumento di unione e di fratellanza! Quest’anno il gruppo organizza per il 02 Giugno 2014 il “Palio degli Arcieri”, in cui i facenti parte dell’associazione si sfideranno in una gara rappresentando i tre terzieri. Il terziero che totalizzerà il punteggio più alto si aggiudicherà il palio. Tra i partecipanti, maggior numero di punti sarà l’arciere con il proclamato vincitore assoluto e Capitano di Compagnia. Durante il periodo delle feste è in programma il primo Palio degli Studenti dell’Università e una dimostrazione di tiro, dove sono invitati a partecipare tutti coloro che abbiano voglia di misurarsi in questa antica e nobile disciplina. Gli Arcieri De Varano ringraziano il fotografo Luca Mengoni per le foto concesse. • 39 •


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I pensieri di un atleta

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anca una settimana alla Corsa alla Spada, a Camerino come al solito a maggio un giorno è caldo un giorno freddo finirò col prendere il solito mal di gola, mi sono allenato tutto l’inverno con la neve e la pioggia e sono stato sempre bene vuoi vedere che mi ammalo proprio adesso. Martedì farò l’ultimo lavoro in pista, il percorso basta non lo provo più ormai lo conosco a memoria e una brutta prestazione mi potrebbe condizionare, poi mercoledì corro giovedì faccio qualche 300 mt venerdì riposo e sabato un po’ di corsa e qualche allungo. Ci risiamo è sabato sera e questa notte chi dorme? Invece tutta una tirata è andata proprio bene; mi alzo faccio colazione poi faccio una passeggiata per vedere i disegni che hanno fatto i tifosi durante la notte, incontro anche qualche atleta degli altri terzieri si parla di tutto meno che della Corsa. Ci si ritrova con gli atleti del mio terziere e si va a mangiare tutti insieme all’hosteria, è il momento delle previsioni, si fa qualche conto sui possibili piazzamenti dei vari atleti avversari e non, ma poi si abbandona il tutto meglio non pensarci. É ora di muoversi portiamo le borse all’arrivo indossiamo le calzamaglie e le casacche e ci si avvia verso San Venanzio, vengono formati i cortei dei tre terzieri e si entra in chiesa per la benedizione. Che emozione sembra che la basilica sia diversa non l’avevo mai vista così bella, si scrutano le facce degli atleti degli altri terzieri, che facce tese, anche la mia sarà così? Usciamo dalla chiesa e ci rifugiamo in un luogo tranquillo lontano da rulli di tamburi e suoni di chiarine, provo a rilassarmi un po’ ma non è facile; sono quasi le cinque meglio muoversi fra un'ora si corre. Arriva la comunicazione partenza fissata alle 18,15 dell’orologio di San Venanzio, alle 17,30 si inizia il riscaldamento, sembra che le gambe girino bene, speriamo che continuino così, ora un po' di stretching e qualche allungo poi si va alla partenza, la tensione sale meglio fare un altro allungo prima di partire ora va meglio. Siamo sulla linea il cuore batte forte squilli di chiarina colpo di tamburo “PARTITI” in un attimo siamo “a Vitalini” sarà troppo forte? (oramai...) questa doppia curva non mi piace proprio non la digerisco, via Roma, certo che è lunga, non finisce mai che frastuono siamo in Piazza sarebbe ora di iniziare a guardarsi un po' intorno, ma la vista non è proprio chiara la stanchezza inizia a farsi sentire, inizia il Corso ma la salita non è ancora finita, se ce la faccio ad arrivare al K2 con questo gruppetto non sarebbe male, ma quanto è dura non mi sento più neanche le braccia le mani mi formicolano e la mente non è più tanto lucida, eccoci ci siamo inizia la discesa e mi butto a capofitto, forse c’è l’ho fatta vai vai ecco l’arrivo l’imbuto mi ci butto dentro che bello, il prossimo anno voglio correre di nuovo. Gian-Luca Broglia • 43 •


Il percorso della corsa alla spada le caratteristiche

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a “Corsa alla Spada”si snoda lungo un tracciato di 1130 metri. La partenza è posta in piazza S. Venanzio e per più di 500 metri si sale fino a piazza Cavour; il tratto intermedio di corso Vittorio Emanuele II è storicamente diventato quello che consente, a chi non ha grandi doti di sprinter, di accelerare tirando una lunga volata. Gli ultimi quattrocento metri sono in discesa e si com prende come diventi faticosissimo tenere una velocità elevata lungo via Lili quando si hanno le gambe stremate dallo sforzo fatto in salita. Sulla base di queste caratteristiche l’atleta ideale per correre la “Corsa alla Spada” è il mezzo fondista dell’atletica specialista degli 800 e dei 1500 metri o quantomeno colui che ha peculiarità di corridore veloce più che di corridore resistente. Questi trent’anni di “Corsa alla Spada” hanno portato alla ribalta corridori già impegnati agonisticamente, ma hanno anche permesso di avvicinarsi all’atletica leggera ad un gran numero di ragazzi i quali, sull’onda emotiva del confronto con i rivali degli altri terzieri, si sono costruiti una loro piccola carriera sulle piste. Infatti alcuni dei trenta partenti sono impegnati tutto l’anno con le discipline legate alla corsa e ciò influisce sul livello qualitativo della competizione. D’altra parte l’evolversi dei tempi registrati sul percorso, testimonia una crescita continua dei protagonisti: nel 1982 Roberto Scalla vinse con un crono di oltre quattro minuti e la fatica fatta per conseguire un simile risultato non la sciava presagire particolari miglioramenti. Successivamente lo stesso atleta di Muralto arrivò a correre in tre minuti e diciotto secondi e più tardi (1998) Jimmy Pallotta ha portato il record in tre minuti e quattordici secondi. Ma la cosa incredibile è che nel 1982 fra i primi dieci classificati c’era chi aveva tempi intorno ai cinque minuti e solo qualche edizione dopo era già arrivato a “togliere” venti/trenta secondi. Per il futuro non è esagerato pensare che almeno dieci atleti siano capaci di correre sotto i tre minuti e trenta secondi e la quasi totalità dei partecipanti sotto i quattro.

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Albo d’Oro ANNO 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

VINCITORE Scalla Roberto Pennesi Alberto Scalla Roberto Salvetti Fernando Scalla Roberto Scalla Roberto Moriconi Stefano Moriconi Stefano Scalla Roberto Broglia Gian Luca Scalla Roberto Pallotta Gilberto Pallotta Gilberto Pallotta Gilberto Pallotta Gilberto Pallotta Gilberto Pallotta Gilberto Pallotta Gilberto Pallotta Gilberto Pallotta Gilberto Pallotta Gilberto Viti Francesco Pallotta Gilberto Viti Francesco Viti Francesco Vennera Battista Federici Walter Falzi Matteo Falzi Matteo Michiorri Andrea Michiorri Andrea Michiorri Andrea

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SPADA

PALIO

Di Mezzo Sossanta Muralto Sossanta Muralto Muralto Sossanta Sossanta Muralto Di Mezzo Muralto Sossanta Sossanta Sossanta Sossanta Sossanta Sossanta Sossanta Sossanta Sossanta Sossanta Muralto Sossanta Muralto Muralto Sossanta Muralto Sossanta Sossanta Di Mezzo Di Mezzo Di Mezzo

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Le squadre del 2014 Muralto 1) Canullo Massimo 2) Colonnelli Fulvio 3) Dominguez Onofre 4) Falzetti Leonardo 5) Fede Leonardo 6) Fede Giulio 7) Federici Walter 8) Gabrielli Davide 9) Giacobbi Alessandro 10) Luzi PierFrancesco 11) Mariselli Claudio 12) Marucci Francesco Di Mezzo 13) Pazzaglia Samuele 1) Ansovini Matteo 14) Pazzaglia Mattia 2) Broglia Alessandro 15) Pericoli Mirco 3) Broglia Giovanni 16) Pistilli Michele 17) Quacquarini Gionata 4) Carloni Giorgio 5) Di Modica Alessandro 18) Scalla Roberto 6) Favale Antonio 19) Scocchi Diego 7) Gagliardi Marco 20) Tomassini Riccardo 8) Gentili Dario 21) Viti Francesco 9) Grelloni Matteo 10) Grelloni Andrea 11) Kolyvanis Theodoros 12) Lezzi Matteo 13) Michiorri Andrea 14) Monteneri Dario 15) Morico Matteo 16) Nalli Giacomo 17) Ortolani Gian Marco 18) Pedica Luca 19) Pennesi Gabriele 20) Pennesi Riccardo 21) Pesaresi Luca 22) Rocchegiani Marco 23) Rossi Cristian 24) Silenzi Jacopo • 47 •

Sossanta 1) Antonozzi Andrea 2) Armoni Stefano 3) Boccoli Luca 4) Brachetta Lorenzo 5) Capenti Alessio 6) Capenti Matteo 7) Castellini Simone 8) Castelletti Gabriele 9) Cerqueti Mattia 10) Crescimbeni Daniele 11) Curzi Leonardo 12) Didaskalou Andrea 13) Didaskalou Gianni 14) Falsi Matteo 15) Grasselli Samuele 16) Meo Riccardo 17) Nebbia Tommaso 18) Palmieri Andrea 19) Salvetti Alessandro 20) Sparvoli Marco 21) Vastano Giuseppe 22) Vennera Battista


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L’Offerta dei Ceri

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li Statuta Populi Civitatis Camerini, dei quali riportiamo il frontespizio nella quarta di copertina ed un particolare nella copertina del presente opuscolo, sono il più antico documento stampato (1563) che ne riporta il cerimoniale. Il manoscritto n. 154 della biblioteca Valentiniana, raccolto da M. Pascucci nel 1600, descrive i compiti delle magistrature cittadine per l’organizzazione delle celebrazioni in onore di San Venanzio, e stabilisce dettagliatamente l’ordine di precedenza del corteo che si recherà con le torce accese fino a San Venanzio, dove la fiaccolata (luminara) aveva termine con l’offerta dei ceri alla Fabbriceria della Chiesa. Si trattava di un corteo tutto maschile, aperto dal Podestà o dal Sindaco (secondo i tempi), a fianco del quale era il Capitano del Popolo. Li attorniavano i Priori, seguiti dalle Arti Maggiori (Collegio di Giudici et Dottori, Collegio di Procuratori et Notarj). Quindi i sindaci dello Stato, due per due e divisi in tre gruppi in corrispondenza dei tre terzieri in cui era organizzata la città: Sossanta, Mezzo e Muralto. Seguivano i Capitani delle sette Arti Minori ed i rappresentanti di esse in quest’ordine: Arte di Mercanti, Arte di Calzolari, Arte di Speziali et Merciari, Arte di Fabbri et Fucinari, Arte di Sarti et Barbieri, Arte di Pretre et Falegnami, Arte di Becchari et Tabernari. Ultimo scaglione le rappresentanze delle cominutà suburbane, diremmo oggi delle frazioni (Piegusciano, Rocca d’Ajello, Valle Vegenana, eccetera). Seguiva, naturalmente, il popolo, oggi rappresentato dai cortei dei tre terzieri e dai popolani. Terminata la luminaria con la consegna dei ceri a San Venanzio, si procede alla lettura del bando della Corsa alla Spada: “Gentili madonne et amabili messeri, donzelle gratiose et garzoni valenti, che ne la vetustissima de li Camerti cittade et per le circumvicine campagne habitate, udite. La festivitate solenne de lo glorioso Santo, nostro patrono Venanzio, ne invita a ridestare da la seculare obliovione le


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antique costumanze et cerimonie, le quali infino dal tertiodecimo seculo, cum ardore grandissimo, da tutto lo populo celebrarsi soleano, purarco presenti li huomini et le donne de le circumstanti castella. Li antiqui rioni, già terzeri nominati, si rinnovellano et si ammantano de li fiammeggianti loro pavesi et pretiosi pallii. Sfileranno per le strade de la cittade li cortei de li tre terzeri con loro colorati paludamenti, al suono de trombetti, piffari et tamburini. Alla domenica, solennissimo giorno, da li baldi giovani de li terzeri sarà corsa tenzone alla spada, la quale appenduta starà allo cantone de Nostra Donna Santa Maria in Via. Squilli de trombe daranno initio allo agone ne la piazza de lo Santo. Vincerà lo più forte et si porterà in guiderdone la spada quale elli per il primo fia giunto a strappare. Lo terzero vincente si terrà el palio infino a lo venturo anno. Si pregheno tutti li cittadini de pavesare le finestre de le case cò li pennoni et li drappi. Tutte adunque accorrete, o genti, scendete nelle strade et per le piazze et grande festa rendete a quelli che la vittoria averanno conquistata. Accorrete et gioite tutti insieme purarco se la vittoria altrui arriderà. La concordia delli animi, l’amore de la cittade et l’onore de lo Santo per tutti fiano la più bella et grande Vittoria. Et hora sia acceduto lo grande foco che illuminerà tutte le gentili madonne et li amabili messeri in questa piazza radunati.”

Finalmente è il momento dell’accensione del focaraccio, il grande falò che simboleggia la veglia in attesa della festa del Santo ed esorcizza la stagione fredda, ormai conclusa, richiamando un rito di benvenuto alla bella stagione.

cucina senza glutine

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Appunti sull'origine e la storia dei terzieri

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on esiste alcuna trattazione sistematica sui tre terzieri camerinesi; nei secoli essi assumono funzioni diverse, svolgono compiti più o meno importanti legati alla città e al suo Stato, e tuttavia, al di là delle frequentatissime citazioni in tutte le fonti documentarie e da parte di tutti gli storici locali, a essi si è sempre accennato en passant, considerandoli come un dato scontato, frutto della tradizione, senza indagare a fondo. Né questo breve contributo aggiungerà nulla al poco che s’è tramandato. Nessuno potrà mai dire se questa ripartizione altro non sia se non il residuo della tradizionale divisione romana per cui la città si sviluppava intorno alla piazza formata dall’incrociarsi perpendicolare di due vie, il cardo maximus con il decumanus. Le quattro parti così formate costituivano ciascuna un sistema organizzato della vita cittadina, nel quale all’esercizio dei diritti collettivi si univano il mantenimento della pace interna e soprattutto la difesa di una parte delle mura e di una porta della città. Il sistema, abbandonato nel periodo della decadenza romana, fu ripreso, per evidente stato di necessità, al tempo delle invasioni barbariche e poi ripristinato definitivamente sotto i longobardi. Le prime fonti medievali indicano il quartiere col nome della porta e fanno intravedere anche una possibile natura fiscale dei diversi oneri pretesi da una porta o da un’altra. Noi non sappiamo dove e quali fossero le porte originarie immediatamente a ridosso di Camerino, anche se non è difficile ipotizzare che la città apprestò un suo sistema difensivo incentrato su mura e porte già in epoca altomedievale, come sta a dimostrare la leggenda di re Berengario, che nel X secolo avrebbe cinto la città come una fortezza inespugnabile. Un luogo fortificato, al quale può accedersi solo attraverso porte ben controllate, ha interesse a conservare in ogni momento l’efficienza del proprio sistema difensivo: ecco dunque che intorno alle porte nascono aggregazioni amministrative, governate dalle milizie cittadine, finalizzate a raggiungere lo scopo. Oltrepassato il vuoto di fonti del primo millennio, la divisione in terzieri giunta fino a noi pare piuttosto il precipuo frutto del rinnovato clima di rinascita che albeggia a partire dall’XI e XII secolo e che avrà la sua punta più elevata nella istituzione del libero comune. E le porte, i quartieri, i sestieri, i terzieri…, senza perdere la primigenia impronta militare, finiscono col costituire l’ossatura della nuova organizzazione comunale. E’ stato osservato che la suddivisione della città in terzieri coincide con quella ecclesiastica in parrocchie. Il che ha una sua plausibilità, ammesso però che si riesca a trovare una soluzione che concili tale suddivisione con l’esistenza di un’altra parrocchia, quella facente capo alla chiesa di S. Angelo di piazza, attestata da almeno quattro documenti a noi pervenuti, ricompresi nell’arco temporale che va dal 1189 al 1229. D’altronde tra ripartizione civile ed ecclesiastica del territorio cittadino la coincidenza costituisce la regola, con osmosi quasi perfetta (il concilio di Calcedonia, nel 451, stabiliva che se l’imperatore fondava una città la divisione delle parrocchie ecclesiastiche doveva essere ricalcata su quella civile). In conclusione possiamo sostenere – certo con notevole grado di approssimazione, data la complessità dei fenomeni – che a Camerino i terzieri, in • 53 •


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numero presumibilmente pari a quello delle parrocchie cittadine, ricevettero nuova linfa e riconoscimento istituzionale con il sorgere del libero comune. Il primo documento nel quale viene espressamente nominato un terziero risale al 20 agosto 1220: presso il villaggio di Marzoli (odiernamente frazione di Fiordimonte), il comune di Camerino, rappresentato dai suoi consiglieri generali e speciali e dal podestà Carbone di Petriolo, promette risarcimenti, restituzioni e indennità ai signori di Sentino, ai loro aderenti e consorti. Nel documento i consiglieri speciali vengono indicati come appartenenti a Sossanta (sunt isti de Subsancto); segue la lista completa di nove nominativi, tra i quali si segnalano Corrado Bonifazi dei conti di Statte e tale dominus Paganelli (della cui famiglia fece parte Attone, vescovo di Camerino nel 1192); dei nove, cinque risultano personalmente presenti. La circostanza per la quale dei nobili erano aggregati al governo comunale come consiglieri speciali e indicati come appartenenti a un terziero sta a significare l’inurbamento dei signori feudali, ormai integrati nella città (con l’esclusione, solo momentanea, dei signori di Altino). Man mano che il potere comunale si rafforza e giunge a forme sempre più elaborate di governo, i terzieri assumono una loro ben precisa finalità, che è poi quella di provvedere alla manutenzione delle vie di comunicazione – ponti e strade –, esigere il rispetto all’interno del loro territorio degli statuti comunali e, naturalmente, della difesa delle porte e quindi della città. Invano però rinverremmo un’organizzazione verticale dei terzieri, qualificati cioè da un proprio ordinamento, con un capo, un camerlengo, altri incarichi specifici. Il terziero appare più come un’entità geografica (o, meglio, topografica), un serbatoio dal quale attingere le magistrature cittadine, senza mai assumere personalità giuridica (peraltro esclusa dalle fonti più antiche per il quartiere: cfr. il libro V del Codice Teodosiano). Sono noti i tre elementi che costituiscono la struttura interna dell’ordinamento comunale: l’assemblea, il governo, gli uffici. I tre terzieri prendevano parte alla assemblea, originariamente composta da tutti i cittadini, quindi ristretta ai soli capifamiglia, poi a un consesso ancor più ristretto, detto “consiglio di credenza”, composto cioè di homines credentes, vale a dire degni di fede, scelti tra le persone più influenti delle classi elevate. A Camerino, troviamo una chiara riproduzione dell’antico ordinamento comunale nel breve periodo repubblicano (1434-1443) allorquando, sottomessa la città a Francesco Sforza, si instaurò il governo dei capitani delle arti, affiancati da un consiglio di credenza e da otto uomini per terziero (capitoli del 18 ottobre 1434 tra i camerti e il commissario sforzesco Pandaro dei Bartoldi). Il 6 febbraio 1435 i capitani del popolo sono affiancati da venti “boni homini” per terziero e da tre rappresentanti del contado. Nel 1438 e 1439 il consiglio minore (nel quale erano rappresentati i capitani delle arti minori) era composto anche da dieci “boni homini” per terziero. Dal ‘400 in poi la presenza dei terzieri nella vita cittadina è attestata da numerose fonti: i due nobili per terziero indicati tra i compilatori degli statuti cittadini del 1424; gli inviti al matrimonio (1451) di Giulio Cesare da Varano con Giovanna Malatesta (attesta il Lili: lista d’huomini, e cittadini da convitarsi del Terziero di Sussanto num. 45. mogli ò donne num. 35. del terziero di Mezzo num. 97. cittadine num. 84. de gl’huomini di Muralto, Murorotto, e Cisterna num. 79. donne num. 54); l’inventario borgiano del 1502, dove sono indicati i fochi (le famiglie) e le tasse pagate; l’offerta dei ceri nella festa di San Venanzio; la composizione • 55 •


EURO

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del consiglio maggiore (38 per terziero) secondo gli statuti approvati dal card. Durante nel 1545; i nove deputati (3 per terziero) incaricati di “imbussolare” tutti i capifamiglia, dai quali saranno estratte a sorte le magistrature cittadine (1643); la riproduzione più o meno simile che emerge dalla relazione di mons. Casanate del 1655; la suddivisione ancora operante nel consiglio municipale al tempo del terremoto del 1799. Inizialmente il territorio dei terzieri era limitato all’interno delle mura cittadine, di Mezzo al centro, Sossanta (sub sancta, sotto la cattedrale) dapprima al limitare dell’abside poi via via verso il Borgo S. Venanzio, Muralto-Cisterna-Morrotto lungo le parti più alte sulle mura della città, da ovest a est, con nomi rimasti fino ai nostri giorni. Dissolto definitivamente il potere dei signori feudali, tra XII e XIII secolo, la “giurisdizione” dei terzieri si estese al contado: a essi vennero così attribuiti castelli murati, ville, rocche, “terre raccomandate” (piccoli comuni a protezione di quello egemone, Camerino). Praticamente scomparsi nell’800, oggi i terzieri rivivono a scopo folcloristico durante le feste annuali del palio e della corsa alla spada. © Giuseppe De Rosa (dal volume "Per le vie strette, molto pulite, talune assai ripide" Appunti di toponomastica camerinese)

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Il Terziero Di Mezzo

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ome ben si intuisce dal suo nome, questo Terziero comprende il centro storico della città di Camerino, racchiuso tra Muralto e Sossanta; fu il fulcro politico e amministrativo dell’antico ducato, con la presenza del Palazzo Ducale, del Palazzo dell'Arengolo, del Palazzo Arcivescovile, della Cattedrale e di numerose chiese ed edifici religiosi che oggi, purtroppo, sono andati perduti. Il suo stemma è composto di un ceppo legato nel mezzo, in equilibrio su di uno sfondo chiaro con banda verde recante la scritta "Medium". Lo stendardo è un vessillo con i colori verde e nero disposti in fasce verticali, bordate di giallo, con stemma al centro. La storia Era l’anno 1982 quando alcuni concittadini ebbero l’idea di riproporre gli antichi festeggiamenti in onore di S. Venanzio. Non vi era alcuna chiarezza sul da farsi, ma con tanto entusiasmo un piccolo nucleo di abitanti del terziero, capitanati da Luigi Cerreti, iniziò a riunirsi presso il circolo cittadino per poter contribuire alla prima edizione dell’evento. Le difficoltà erano tante ma una prevaleva su tutte: trovare dei giovani disposti ad indossare gli abiti per sfilare in un contesto che nessuno conosceva bene, con il rischio di esporsi anche a qualche critica di troppo. Contemporaneamente si formò una squadra di atleti che, aderendo con impegno e sacrificio all’invito ad allenarsi, gareggiarono nella prima edizione della “Corsa alla Spada”. Vinse Roberto Scalla, allora portacolori del terziero Di Mezzo, e ciò avviò un processo di attaccamento al terziero e alla manifestazione grazie allo spontaneo tifo e giubilo che scatenò la vittoria. Negli anni successivi il crescente successo della manifestazione portò a sviluppare iniziative collaterali che, giocando con la storia, favorirono conferenze, concerti, e momenti ricreativi e di incontro il cui fulcro era costituito dalle taverne. Per il terziero Di Mezzo l’individuazione di locali idonei costituì un caso da risolvere tutt’altro che facile. Fu il capo terziero Memo Amici a pensare di sfruttare i vicoli che si snodano nell’antica Giudecca per ospitare le allegre tavolate conviviali. Cantine e magazzini furono puliti, sistemati con estro e inventiva. Un gruppo di giovani, aiutati da Pierluigi Falaschi, realizzò decorazioni degli interni riproducendo gli antichi stemmi della dinastia Da Varano prendendo spunto da documenti conservati nell’Archivio di Stato. Certo, i locali e le viuzze mostravano la loro non perfetta idoneità soprattutto nei giorni di pioggia e di freddo, ma l’atmosfera era comunque unica e attraente. Nel tempo l’hostaria è diventata nota di orgoglio del terziero. Anche se quasi nascosta alla vista dei più, il fumo delle griglie della taverna, invadendo corso Vittorio Emanuele II, stimola l’appetito dei passanti invitando la gente ad assaggiare i gustosi piatti ed i caldi arrosti, serviti da volontari in costume da popolani. Mastro Gigio e Sora Lucia, responsabili della • 59 •


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Locale

autorizz ato SKY

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DAL 19

di Cingolani Alessandro e Paniccià Antonio

Via C. Lili, 16 - tel. 0737 632330 CAMERINO (MC)

vetri • cristalli • specchi • installazione vetri termici su infissi vecchi e nuovi

Via Luigi Allevi, 13 CAMERINO (MC) tel. 0737 633195 fax 0737 631140 cell. 339 7298090

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cucina durante il lungo periodo di presidenza di Memo Amici, con un buono stuolo di collaboratori e con i consigli di Anna Secondari (insegnante all’Università della Terza Età) sono stati artefici di particolari cene in perfetto gusto e stile medioevale. In tali unici banchetti le prelibate pietanze tipiche venivano servite (dai popolani sotto l’attento controllo e la direzione di un maestro di sala), con piatti brocche e bicchieri in coccio, posate di legno e addobbi con fiori di campo; i dolci, tipicamente riesumati da ricette d’epoca, erano accompagnati da uno speciale vino mielato, preparato nell’osteria direttamente da Memo Amici con ingredienti e dosi solo a lui conosciuti. Al termine le mani unte, lavate con acqua di rosa, venivano asciugate con teli di lino cuciti ed usati solo per la cena; il tutto allietato da musici ed allegri giullari. Durante gli anni della manifestazione non sono certo mancate le difficoltà; ma in tutti sono sempre prevalsi l’allegria ed il divertimento che hanno ispirato anche popolari componimenti, tra cui un brano dedicato ai volenterosi collaboratori ed al frenetico presidente del 1998. Contemporaneamente si è sviluppata l’idea di dipingere le strade la notte della vigilia della corsa. Dopo la mezzanotte esponenti dei tre terzieri realizzano disegni e scrivono incitazioni per i propri beniamini. Indimenticabile rimane l’anno in cui il corso cittadino fu tappezzato di ‘pergamene’ con strofe in rima dedicate agli atleti ricalcando antichi poemi cavallereschi. Il terziero continua oggi ad operare, nonostante i problemi causati dalla progressiva diminuzione e invecchiamento dei suoi abitanti, grazie alla tenacia e alla passione di alcuni volontari che non cessano di affiancare i capi terziero che hanno avuto l’onere di sostenere questo importante momento di aggregazione cittadina. Contado del Terzero De Mezzo Muccia, Castel Santa Maria, Pyoracho, Fiuminata, Monte Santi Poli, Val Sancto Angelo, Massa Prefoglio, Serravalle, Iove e Sorti. Ville del Terzero De Mezzo Morro, Sippio, Calcina, Giolagna, Nibbiano, Viminano, Cuiano, Arnano, Meccano, Sancto Heramo, Copogna, Serramula, Val Sancto Martino, Raggiano, Sancto Severi, Abolla, Costa de Fiori, Pievetorino, Mistrano, Valcaldara, Tufo, Silvazano, Perito e Ormagnano. Hostaria de Mezzo Racchiusa tra stretti vicoli, l’Hostaria de Mezzo, è certamente una della più suggestive ed apprezzate taverne che vengono allestite durante i festeggiamenti per il Santo Patrono Venanzio. La sua disposizione, in suggestive viuzze ingegnosamente coperte, rende ancor più sentito lo spirito medievale nel quale Camerino si rituffa per dieci giorni. Dalle sue cucine e griglie si diffondono aromi che accolgono gli avventori nel centro della città e l’indubbia abilità ed ospitalità dei locandieri rendono le serate gioiose e gustose. La taverna sarà aperta dal 16 al 19 maggio e dal 27 maggio al 2 giugno, dalle ore 20.00 in poi, si consiglia la prenotazione al numero 334 3188751. Le taverna sarà aperta anche per il pranzo nei giorni 19 e del 1° giugno. • 62 •


BAR k2

D I S C O B A R di Lorenzotti Alberto e C. P.zza Garibaldi, 23 CAMERINO - tel. 0737 632505 • 63 •


Il Terziero di Muralto

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n fascio di spighe dorate su campo azzurro come stemma e gli stendardi biancoazzurri profilati di giallo sono il biglietto di presentazione del terziero di Muralto. Il terziero occupa la parte sud e l’estremità ovest della città all’interno del perimetro delle antiche mura cittadine. Il nome di Muralto (muro alto) trae origine dalla rupe fortificata a difesa della città sulla quale, nel corso del suo breve dominio (1502-1503), il duca Cesare Borgia, più noto come “Il Valentino”, edificò la sua rocca a controllo ed “offesa” del turbolento comune, inglobando vari edifici tra cui il preesistente convento di San Pietro in Muralto. Cuore del borgo è la chiesa di Santa Maria in Via (XVII sec.), in origine solo una cappellina molto cara a tutta la popolazione, che ospita una miracolosa immagine della Vergine. Accanto alla chiesa sorgevano due complessi monastici, di Santa Elisabetta e di San Salvatore, che oggi ospitano nei locali seminterrati la taverna del terziero. Il territorio del terziero non era ristretto alla sola area urbana, ma comprendeva anche un’ampia porzione di contado fino alle lontane Ussita e Castel Sant’Angelo sul Nera. Da documenti di archivio risultano far parte del terziero di Muralto 15 castelli, 19 ville e la Rocca di Beldiletto. Questa la storia più remota. Oggi le cose sono in continua evoluzione e vorrei ringraziare tutti, a qualsiasi titolo abbiano concorso al raggiungimento dell’importante traguardo dei 30 anni di attività del terziero e userò il verbo “correre” in quanto mi sembra il più opportuno visto che il nostro terziero va di corsa anche quando, sembra, non essercene bisogno. Il primo grazie, non me ne vogliano gli altri, è doverosamente rivolto a coloro che hanno tenuto in alto i nostri colori gareggiando; è solo merito loro se noi oggi siamo il “Terziero di Muralto”, ed è grazie a loro, se accettando la sfida 30 anni fa, hanno contribuito a mettere in moto la più grande manifestazione che a tutt’oggi animi Camerino. Un grazie particolare va a quanti, purtroppo, non sono più tra noi. Il loro ricordo è sempre vivo fra i muraltini. Un nome su tutti: Nanni Grifantini, anima e cuore di Muralto. Un grazie speciale lo vorrei spendere per gli atleti, senza di loro la Corsa alla Spada e Palio perderebbe di ogni significato. E’ con le privazioni e la costanza negli allenamenti che li vede impegnati per molti mesi all’anno che riescono ad essere competitivi. La contropartita che ricevono è solo il sapere di avere alle spalle gente che li supporta, che su di loro riversa tutte le aspettative sportive della manifestazione. Ben poca cosa al confronto di ciò che riescono a dare a tutti noi. Grazie ragazzi per quello che avete fatto fino ad oggi e per quello che otterrete in futuro, qualunque siano i risultati. Sappiamo che vi siete espressi al massimo delle vostre possibilità, il marchio di fabbrica che caratterizza tutti noi di Muralto in qualsiasi cosa siamo impegnati. Un particolare grazie lo vorrei indirizzare a coloro che mi hanno preceduto in questo ruolo di capo-terziero, un incarico che richiede anche qualche piccolo sacrificio, ma, • 64 •


garantisco, concede anche molte soddisfazioni: Enrica Rocchegiani, colei che ha rotto il ghiaccio e che si è messa in gioco quando nessuno credeva negli sviluppi che la manifestazione ha avuto. E’ con lei che siamo “nati”. Fu seguita da Arturo Grifantini (Nanni) che guidò il terziero per 3 anni dal 1983 al 1985. Sotto la sua regia è arrivata, nel 1984, la prima spada per opera di Roberto Scalla. Gli anni 1986-1987 furono appannaggio degli Scalla: Daniele dietro la scrivania, Roberto, suo figlio, sulla strada a rincorrere una spada che fece sua per altre due volte. Venanzo Valentini guidò il terziero dal 1988 al 1989. Furono anni di transizione • 65 •


Contrada Varano, 8 - 62034 MUCCIA (MC)

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caratterizzati dalla continua ricerca di atleti in grado di aggiudicarsi la spada e soprattutto di riportare un successo di squadra (palio) che sembrava non potersi mai tingere dei colori biancoazzurri. Dal 1990 al 1995, Sandro Santacchi continuò l’affannosa ricerca della conquista del palio, in parte alleviata dall’arrivo di altre due spade nel 1990 e nel 1992 sempre per opera di Roberto Scalla. Ciò che caratterizzò questo periodo e che ancora oggi rappresenta il vanto di tutti noi, furono i lavori che hanno portato a “scoprire” i locali che ospitano l’attuale taverna “L’Armigero”. Era il 1991 quando alcuni (molti) volenterosi iniziarono un’opera immane per vedere cosa celasse quella montagna di terra sotto l’Istituto Magistrale. Qualche mese più tardi e settanta camion di terra asportati portarono alla luce antichi locali in pietra e cotto con soffitto a volta risalenti al XV secolo che facevano parte del convento di San Salvatore. Al termine dei suoi tre mandati consecutivi Santacchi lasciò l’eredità a Nazzareno Micucci (in carica dal 1996 al 1999) e finalmente… il sogno di vedere un palio albergare dentro la taverna di Muralto si avvera: "26 maggio 1996 la data fatidica.” Al primo palio ne seguiranno consecutivamente altri due che faranno riconciliare l’intero terziero con la sfortuna che sembrava aver avuto la meglio su ogni intenzione, su ogni buon proposito, sugli sforzi profusi dai ragazzi che ogni anno, senza malcelate speranze, si schieravano ai nastri di partenza della corsa. Nel 2001 è giunto il momento di Massimo Grasselli per il primo dei suoi due incarichi e sotto la “sua reggenza” la bacheca si arricchì di un altro palio e di un altro ancora, finito ex aequo con Sossanta, e assegnato a quest’ultimo per una norma del regolamento che prevede, in questi casi, favorito il terziero che riesce a piazzare meglio un proprio portacolori nella gara individuale. Erano i tempi di Jimmy Pallotta contro il quale si infrangeva ogni pur minima illusione di poter primeggiare. Ma, sotto l’aspetto sportivo, il periodo d’oro era solo dietro l’angolo. Con Ines Marcoaldi, una vera istituzione, eletta “primo cittadino” del terziero dal 2002 al 2007, Muralto conosce il momento di massimo splendore: in sei anni vennero conquistati sei palii e con Francesco Viti tre spade (2003-2005-2006). Una “tradizione” che continuò anche quando a Ines successe ancora Massimo Grasselli (2008-2009) che aprì il suo mandato con una splendida “doppietta” l’ultima del primo trentennio: palio, l’undicesimo della serie, e la nona spada con Walter Federici. Dal 2010 alla guida del terziero ci sono io, Paola Ticani, la mia squadra, rinata dalle ceneri di quella gloriosa degli anni 1996/2008 grazie all’impegno di alcune vecchie glorie e di quello “fresco” dei nuovi arrivati è già al lavoro, e in attesa dei risultati che ci sono consoni… non ci annoiamo di certo. Durante tutto l’anno, e non solo nei 15 giorni della manifestazione, amiamo ritrovarci e divertirci (di solito l’ultimo sabato del mese) e, lontani dall’assillo degli esiti che scaturiscono dal terreno di gara della corsa, ogni volta per noi è festa. E’ un’occasione per stare insieme, giovani e meno giovani, perché nella vita del terziero tutti devono • 67 •


ritenersi “indispensabili”, tutto l’anno, ognuno relativamente a quello che può fare e dare. La nostra è una sfida continua ed è da queste poche righe che lanciamo un invito a tutti coloro che per un motivo o per l’altro o non sapendo a chi rivolgersi o chi contattare non si sono mai avvicinati al terziero e per quelli che, per le ragioni più disparate, al contrario, si sono allontanati. “Prova, troverai tanti amici pronti ad accoglierti e a fare festa insieme a te, più siamo più ci divertiamo e meno ci stanchiamo”. La nostra taverna durante il periodo della Corsa alla Spada offre piatti tipici dedicando serate a famiglie e ai più giovani. È consigliato prenotare chiamando ai numeri 3381439324 oppure 3664916798 o rivolgendosi direttamente in taverna durante il pomeriggio nel periodo dal 16 al 19 maggio e dal 27 maggio al 2 giugno, taverna che nel giorno della corsa 1° giugno è aperta anche a pranzo. Grazie. Il Capoterziero Paola Ticani

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bar

centrale

d i R e, Mosc ia tti e fig li snc

gelateria - pasticceria Piazza Cavour - CAMERINO (MC) - tel. 0737 633044

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PENNESI NICOLA IMPRESA EDILE Via Conti di Altino, 7 62032 CAMERINO (MC)

via A. D’Accorso,8 CAMERINO tel. 0737 633315

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Il Terziero di Sossanta

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l Terziero di Sossanta prende il nome dal termine “sub Sancta” con il quale si indicava la sua reale posizione, vale a dire al di sotto della Cattedrale. Il suo territorio si estende appunto dai pressi di tale chiesa e fino al Borgo della basilica di San Venanzio Martire, patrono della città. In epoca moderna si sono aggiunti alcuni nuovi popolosi quartieri sorti al di fuori delle mura cittadine. Nel suo stemma si può osservare una colomba bianca sopra tre monticelli color ocra posti su di uno sfondo rosso. Lo stendardo è un vessillo con i colori bianco e rosso disposti a fasce verticali, con lo stemma al centro. La storia Nel primo anno, i responsabili del “Terziere di Sossanta”, “contrada posta nel declive della Città in quella parte, che scende alla menzionata porta orientale o di S. Venanzo, che per essere situata sotto la Cattedrale, la medesima contrada chiamavasi, e chiamasi tuttavia - Subsancta”1, ebbero l’onere come gli altri terzieri di scegliere dieci validi corridori, più o meno altrettanti figuranti, di incaricare alcuni volenterosi della raccolta dei fondi (questua) e di “improvvisare” un primo addobbo lungo i percorsi del corteo e della “Corsa alla Spada”. In poco più di un mese e mezzo, tra l’incredulità di molti, si metteva in moto una macchina organizzativa che, di anno in anno, avrebbe raggiunto notevoli dimensioni. Il successo e il consenso di pubblico della prima edizione spinsero gli organizzatori a riflettere sul futuro della rievocazione e a prender decisioni importanti: portare avanti il progetto; approfondire le conoscenze per adeguare i cerimoniali alle indicazioni dei documenti storici e migliorare gli addobbi; collaborare con il comitato centrale per dare una struttura gerarchica e significativa al corteo; aumentare il numero dei costumi; adeguare la preparazione atletica dei corridori allo sforzo fisico necessario per affrontare, a velocità davvero sostenuta, l’impegnativo percorso per buona parte in salita; organizzare il tifo; rendere più efficiente il servizio d’ordine; affidare compiti e responsabilità ai membri del comitato di terziero e trovare il modo di coinvolgere il più possibile i sossantini. Con le prime edizioni, il senso di appartenenza, che ha caratterizzato per secoli la civitas Camerte dal 1200 fino al 1600, ha ripreso vita. La decisione di ripetere ogni anno la “Corsa alla Spada” ha comportato la necessità di trovare una sede dove incontrarsi. Attualmente sopperisce a questo bisogno una modesta, ma ampia stanza della parrocchia di S. Venanzio, funzionale e altrettanto accogliente quanto la più sontuosa delle antiche sedi delle “Corporazioni o delle Arti”. Qui le esigenze organizzative trovano piena soddisfazione. Vi si riuniscono per discutere, condividere e mettere in atto le indicazioni del comitato centrale e, nel rispetto dei canoni dell’urbanesimo medievale, per avanzare proposte migliorative e affrontare anche i più vari problemi della contrada e della città. Dopo ogni conquista del palio o della spada si organizzano le prime feste di terziero; i balconi e le finestre degli antichi palazzi signorili, come quelli delle abitazioni più umili, ben • 71 •


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addobbati, tornano a colorarsi di bianco e rosso. Si è visto perfino un cagnolino, ricoperto di un drappo bianco e rosso, scodinzolante felice per le vie del borgo. Un sacerdote, sentendosi padre di tutti, sfila, di taverna in taverna, con una variopinta mantellina rispettosa dei colori di ogni terziero. Così nessuno può accusarlo di faziosità! Il rispetto degli elementi che distinguono le contrade, i colori e lo stemma innanzitutto, diventa prioritario, poiché da subito scatta il desiderio di distinguersi e di riappropriarsi delle proprie radici. Nella terza edizione, 1984, sono emerse per la comunità nuove occasioni di vita partecipata. Le spese sempre più esose, necessarie per arricchire i cortei di nuovi figuranti (in questa edizione vengono inseriti nella sfilata tutti i componenti della corte) e per meglio pavesare la città, non sono più sostenibili con i soli introiti della questua e dei primi contributi degli enti e delle amministrazioni locali. I responsabili di terziero, indotti a trovare nuove forme di autofinanziamento, propongono di trasformare in vere e proprie hostarie i punti di ristoro già allestiti con poche pretese per la vendita di panini, di fave e per la mescita di vino. Alcune sossantine si assumono l’impegno di ricercare nei trattati di cucina le ricette d’epoca da riproporre. Le esigenze aumentano improvvisamente: sono necessari ampi spazi, ben arredati e funzionali, dove accogliere numerosi avventori. Le soluzioni sono le più diverse: dalla copertura di cortili con ampi tendoni, al recupero di grotte e vecchie cantine. L’impegno è massimo! Per mesi si lavora di giorno e di notte finché tutto è pronto: le prime taverne aprono i battenti; le insegne non ci sono ancora, ma i locali sono ben visibili. Dalle cucine e dalle griglie fumanti e arroventate da legna scoppiettante, raccolta nei boschi delle terre raccomandate - dall’edizione 1985 chiamate ad entrare a pieno titolo nella rievocazione - si diffondono, per le vie del terziero, gli aromi delle spezie faticosamente riscoperte, il profumo degli ingredienti tenuti in segreto e l’odore invitante delle carni arrostite. I canti e i suoni di musici festanti e divertenti giullari e l’allegria provenienti dall’interno delle hostarie testimoniano della bontà delle antiche ricette e soprattutto della generosità, forse troppa, dei vini. Ogni allestimento e ogni servizio, offerto nel rispetto degli antichi cerimoniali, sono frutto della disinteressata disponibilità di molti contradaioli che, in costume, ogni anno, s’impegnano ad accogliere e a servire gli ospiti con suppellettili di umile coccio, su cui campeggia, orgoglioso per le prime vittorie, lo stemma del terziero: una vispa colomba sopra la cima più alta del monte a tre punte. Ormai la vita di terziero assume, di edizione in edizione, caratteristiche sempre più particolari; essa si ripropone, ogni anno, come momento significativo, rito di riconoscimento, occasione di cultura e di piacere in cui la comunità si ricompone al di là delle differenze e delle contraddizioni. Nella rievocazione storica, con la stessa veridicità del passato reale, i contrasti (la vittoria e la sconfitta, la gioia e il dolore, la libertà e la servitù, l’unità e la divisione, il privato e il politico, il sacro e il profano...) non sono negate, ma rappresentate e tenute insieme. I contradaioli affrontano un periodo, seppur breve, di fatica quotidiana in uno slancio generoso, assolutamente disinteressato e scevro da ogni altro fine se non quello di rendere bella, invitante ed ospitale la propria contrada e l’intera città. È nella soddisfazione della conquista del palio e della spada, nello sforzo di rendere sem• 73 •


pre più accogliente e competitiva la propria taverna, nel senso di appartenenza e soprattutto nella devozione verso il Santo Patrono S. Venanzio che i sossantini manifestano la propria unità e la propria volontà di vita collettiva. Taverne di Sossanta Certamente un punto di forza del Terziero di Sossanta sono le due taverne, dove è possibile gustare piatti tipici della tradizione popolare camerinese, che purtroppo si vanno perdendo: arrosti, primi piatti conditi con erbe, ortaggi e tartufo, pasta fatta a mano, verdure gratinate, affettati e formaggi locali accompagnati da buon vino, dolci, vino cotto e vernaccia. Anche l’arredo delle taverne ci introduce in quel clima di festa che è la “Corsa alla Spada”. Entrando in queste taverne si viene trascinati in un’epoca antica e i locandieri, in vestiti d’epoca, diventano i veri e propri protagonisti di questa rievocazione storica. La taverna sarà aperta dal 16 al 19 e dal 27 maggio al 2 giugno dalle ore 20,00 in poi. Sarà aperta per il pranzo del 1° giugno. Si consiglia di prenotare al numero 0737 632324.

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Duca e Duchessa

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uest’anno i personaggi che interpretano i Signori di Camerino sono due camerinesi, ritornando alle abitudini di un tempo. Il Magnifico Signore Da Varano è Claudio Pettinari: nato a Camerino nel 1964, professore ordinario di chimica generale ed inorganica, è attualmente Prorettore Vicario dell’Università di Camerino. Ha avuto numerosi riconoscimenti Nazionali ed internazionali; tra questi il premio Flavio Bonati, ricevuto nel ’98 per la chimica Organometallica, e quello della Società Chimica Italiana (medaglia Nasini) che 10 anni fa lo ha premiato come il miglior ricercatore di età inferiore ai 40 anni. Doctor Honoris Causa dall’Università di Galati (Romania) nel 2012 e Camerte dell’anno nel 2013. Collabora con oltre 30 Università e Centri di ricerca, membro di Board Internazionali quali quello dell’IST di Lisbona e dell’Organometallics (American Chemical Society). Ha svolto conferenze e seminari in moltissimi atenei, relatore e supervisore di numerose tesi di laurea e di dottorato. Si è fortemente prodigato per fare in modo che Camerino diventasse un punto di riferimento per la chimica ed in particolare per la chimica organometallica, organizzando eventi di richiamo internazionale come la Scuola Internazionale di Chimica Organometallica. Sposato dal 1996 con Loredana Scoccia, originaria di Montecassiano (1969), farmacista presso l'ospedale di Macerata, laureata all’Università di Camerino dove ha anche conseguito la specializzazione e il dottorato, hanno un figlio, Lorenzo, nato nel 1999. La Corsa alla Spada li ha sempre visti partecipi e - racconta Claudio - è stata determinante nella costruzione del loro rapporto, anche molto vissuto all’interno delle Taverne. Il lavoro svolto per l’associazione fin dall’inizio ha consentito a Claudio di sviluppare quelle capacità relazionali che poi ha spesso utilizzato nel suo lavoro. La Corsa alla Spada, dove Claudio ha gareggiato nella 1° edizione, è sempre stata per Claudio e Loredana un forte elemento di aggregazione. • 75 •


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Cavalieri e Cavalli

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n cavaliere non si improvvisa... ora come allora il cavallo richiede dedizione, cura, sacrificio, amicizia. In cambio offre il suo incedere elegante, calcolato, ritmico. Cavallo e cavaliere, una sola figura, sontuosa nel suo sfilare, consapevole delle ali di folla che li segue attratta e ammirata. Cavalieri e cavalli ci riportano al mondo delle favole, del principe azzurro, del cavaliere impavido senza onta e paura che sfida nemici e distanze. Un gruppo ovviamente elitario che racconta di imprese eccezionali, di sacrifici e di guerre ma anche di passeggiate e grandissimi onori. Bellissimi nei loro colori, suggeriscono ammirazione, rispetto e timore: un tocco di vivacitĂ a tutto il corteo.

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ricostruzione pneumatici di

ferretTi carlo & c. snc Loc. Torre del Parco, 17 - CAMERINO (MC) Tel. e Fax 0737 640066 - 642365

Agriturismo

Fattoria di Cignano di Frascarelli Franca & C. s.s.

Località Cignano, 5, 62032 Camerino (MC) Tel e Fax 0737.633595 Cell. 339.8045393 www.fattoriadicignano.it - info@fattoriadicignano.it

chiuso: domenica sera e lunedì

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Gli armigeri

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orti, possenti ed armati, esperti nell’arte della guerra e fidatissime guardie del corpo in tempo di pace, gli armigeri rappresentano uno dei punti di forza del ducato dei da Varano, generosi signori e grandi mecenati, ma anche espertissimi condottieri in guerre combattute per proprio conto o a servizio e dietro pagamento di altri potenti. La forza delle loro milizie, la loro fedeltà hanno fatto, piÚ di ogni altro motivo, la fortuna dei duchi di Camerino che hanno potuto contare su di loro sia per offendere che per difendersi, certi della loro perenne obbedienza e abnegazione al loro condottiero ed al territorio che difendevano.

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Le danzatrici

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elle cornici festose del rinascimento, le feste di palazzo venivano spesso allietate da gruppi di danzatrici che accompagnavano la corte anche nelle apparizioni in pubblico. Uno dei momenti di particolare emozione della manifestazione è infatti l’omaggio reso alla corte dalle giovani danzatrici della scuola “Progetto Danza” di Cristina Pelosi attraverso coreografie medievali riproposte fedelmente e riadattate su musica dell’epoca. Quest’anno allieteranno i signori e il pubblico le piccole danzatrici della scuola con vivaci danze popolari accompagnate dai musici di corte. Il gruppo di danza medievale ha partecipato per più di venti anni alla Corsa alla Spada e Palio, è stato uno dei primi in Italia ad eseguire danze storiche all’interno di un corte ed ha aderito a tutte le trasferte in Italia e all’estero ricevendo sempre grandi consensi.

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cereali

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I popolani

rintosi e festanti, i popolani chiudono da anni il corteo storico della corte, dei nobili camerti e dei prestigiosi ospiti riscuotendo gli applausi e i consensi delle tante persone che incontrano durante il percorso attraverso il cuore della città. Loro rappresentano il popolo, la moltitudine di persone che ai tempi dei Da Varano condividevano valori, credenze e identità di gruppo, sotto la guida della illuminata Signoria che per secoli ha dato potere e lustro a Camerino e al suo territorio. Giovani, meno giovani e bambini, anche piccolissimi, sfilano con i loro modesti e semplici abiti - non privi tuttavia di un loro fascino - trainando un carretto carico di mille bontà per rifocillare il gruppo, salutano la folla, acclamano il duca e la duchessa, portano loro i doni della terra e del commercio all’epoca assai fiorente, sempre gioiosi ma assolutamente composti nel loro incedere. è sicuramente uno dei modi più simpatici e belli di partecipazione di intere famiglie alla rievocazione storica che si tiene ogni anno a maggio della nostra città. Il 17 maggio per l’Offerta dei Ceri (ritrovo alle ore 20.00 al Palazzo delle Esposte in via Lili) e il 26 maggio per la Corsa alla Spada e Palio (ritrovo alle ore 14,30 in piazza San Venanzio) i popolani ogni anno si incontrano e si organizzano per dare al maestoso e fiero corteo storico il senso della vera festa. Info: Germano Eustacchi, coordinatore dei popolani della Corsa alla Spada e Palio cell. 3383641150

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Breve cronistoria della manifestazione

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el 1982 Roberto Scalla del terziero di Mezzo vinse la spada mentre il palio se lo aggiudicarono i corridori di Sossanta. La seconda edizione assunse già una dimensione diversa. Il palio fu vinto dagli atleti del Terziero Di Mezzo, mentre la spada andò ad Alberto Pennesi. Fu in quell’occasione che, per la prima volta, venne aperta una taverna e ad allestirla fu il Terziero di Sossanta. Venne fondata l'associazione Corsa alla Spada e Palio e primo presidente eletto fu il dr. Angelo Raponi. Nell’edizione del 1984 Muralto e Di Mezzo organizzarono le loro taverne ed ebbe inizio la consuetudine di dipingere le piazze della città e addobbare le vetrine. In quell’anno la spada fu vinta per la seconda volta da Roberto Scalla e il palio andò al Terziero di Sossanta. Nel 1985 la spada fu vinta da Fernando Salvetti ed il palio andò di nuovo a Sossanta. Nel 1986, per la prima volta, il Terziero di Sossanta non vinse nulla: la spada, infatti, andò al muraltino Scalla ed il palio al Terziero Di Mezzo. Parteciparono per la prima volta alla corsa corridori residenti nei comuni che facevano parte dell’antico ducato dei Da Varano. Il corteo storico si arricchisce con l’inserimento delle figure della corte e l’Offerta dei Ceri venne aggiunto ai cortei dei terzieri anche quello delle Arti Maggiori, delle Arti Minori e dei Comuni che facevano parte del ducato. Il 1987 fu segnato dal lutto per la scomparsa del presidente dr. Raponi: al suo posto venne eletto il dott. Mario Mosciatti; la spada andò ancora una volta a Roberto Scalla, che nell’occasione stabilì il record della gara battuto solamente molti anni dopo. Il palio tornò a Sossanta.

L’edizione del 1988 vide il trofeo più ambito vinto da Stefano Moriconi di Sossanta ed il palio fu appannaggio dei corridori del Terziero Di Mezzo. Era presidente dell’Associazione il rag. Giorgio Bottacchiari e fu allestita la prima corsa a cavallo lungo la strada che va dalle Mosse a San Venanzio. Il 1989 fu l’anno del gemellaggio con il “Calcio Storico Fiorentino” ed anche l’anno della corsa a cavallo lungo viale Emilio Betti, della “Mostra Mercato dell’Artigianato Storico”, del grandissimo successo delle taverne. La spada dell’VIII edizione fu vinta da Stefano Moriconi ed il palio dal Terziero di Sossanta. Gli anni ’90 iniziarono sotto l’egida del prof. Vincenzo Scuri, eletto presidente dell’Associazione e tale restato fino al 1994. La spada fu vinta ancora una volta da Roberto Scalla ed il palio da Sossanta. In quell’anno ed in quelli immediatamente successivi iniziò il lavoro di Scuri per arrivare alla costituzione, della Federazione Giochi Storici. Nell’edizione del 1991 la vittoria della spada andò a Gian Luca Broglia, mentre il palio restò a Sossanta. Grazie all’opera di risanamento dei sotterranei del Palazzo ex sede dell’Istituto Magistrale, Muralto trovò la sua sede definitiva. Un’opera simile venne fatta dai sossantini che realizzarono la seconda taverna nei sotterranei di Porta Giulia. L’edizione del 1992 si caratterizzò quindi per le nuove taverne, e per la mostra sui gioielli ed i costumi d’epoca La spada vennè vinta ancora una volta da Roberto Scalla, mentre il palio restò a Sossanta. Nel 1993 fu la volta di ospiti francesi provenienti da Le Puy en Velais. Gilberto Pallotta vinse

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la sua prima spada, mentre il palio non lasciò Sossanta. Arrivò il 1994, con la seconda conquista della spada da parte di Gilberto Pallotta e con il decimo successo di Sossanta nel Palio. Nel 1995 nuovo presidente venne eletto il dott. Ferruccio Falaschi e l'edizione martoriata dal maltempo, fu caratterizzata dalla rievocazione del matrimonio tra Giulio Cesare Da Varano e la giovanissima Giovanna Malatesta. In quell’anno, per la terza volta consecutiva vinse la spada Gilberto Pallotta ed palio si tinse ancora una volta dei colori bianco rossi di Sossanta. Nel 1996 nacque la Compagnia Arcieri Camerti suddivisi in tre squadre: Aquila, Gufo e Falco. La spada fu alzata ancora da Gilberto Pallotta e, per la prima volta, il palio fu vinto dal Terziero di Muralto, dopo una lunga attesa. Il 1997 vide l’inizio dell’attività del dott. Mario Volpini e la nostra rievocazione storica iniziò a godere di una sempre maggiore popolarità. La spada andò ancora a Pallotta ed il Palio a Muralto. Particolarmente travagliata, ma di gran significato ed importanza fu l’edizione del 1998, la prima dopo il terremoto, con una città ancora ferita e con molti cantieri aperti. Si introdusse la bella iniziativa della “cena in piazza” ed il corso Vittorio Emanuele II divenne una grande taverna per ringraziare quei volontari che tanto avevano lavorato e sostenuto la popolazione nei tristi giorni del terremoto. Si svolse anche la prima edizione della “Quintana Città di Camerino”. Ancora una volta Gilberto Pallotta conquistò la spada e Muralto, con una squadra molto giovane, festeggiò il terzo palio. La XVIII edizione vide per la prima volta, la “Gara all’Anello” che si svolse in piazza Cavour.

Sossanta vinse palio e spada, con un Pallotta sempre più nella storia di questa anomala e affascinante gara. Nel 2000 ottava vittoria consecutiva per Gilberto Pallotta e tredicesimo palio per il Terziero di Sossanta. La XX edizione la cena in piazza fu destinata a 1200 cittadini di Camerino in segno di gratitudine per l’impegno profuso negli anni. Ancora una volta Gilberto Pallotta alzò la spada al cielo e il Terziero di Muralto riportò nella splendida cornice della taverna de “L’Armigero” l’ambitissimo palio. Il 2002 per la prima volta la “Quintana” e la “Giostra dell’Anello” si svolsero in agosto con l’apertura di alcune taverne. Si registrò la decima vittoria di Gilberto Pallotta nella spada e la conferma del palio a Muralto. Il 2003, fu l’ultima edizione che vide presidente il dott. Mario Volpini e la prima senza il grande dominatore Gilberto Pallotta. Nacque un nuovo interesse intorno alla corsa con tre o quattro atleti in grado di contendersi la vittoria; la spuntò il giovane Francesco Viti di Muralto, terziero che si aggiudicò anche il palio per una storica doppietta. La XXIII edizione, con il dott. Mario Mosciatti nuovo presidente, fu concomitante con i Campionati Nazionali Universitari e nella città ducale furono ospiti migliaia di studenti provenienti da tutta Italia. Velentina Vezzali vestì i panni della duchessa da Varano e le vie cittadine vennero addobbate con nuovi drappi. Ancora una volta Gilberto Pallotta vinse la spada e Muralto il palio. Il 2005 intitolò il Gruppo Tamburi ad Emma Magini. L’offerta dei ceri si svolse sotto la pioggia battente, ma un sole esti-

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agenzia di viaggi

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vo scaldò la “corsa alla spada”, vinta da Francesco Viti, ed il palio vinto da Muralto. Anche 2006, fu caratterizzato dalla magnifica Mostra celebrativa del 25° anno, e consegnò alla storia la vittoria di Francesco Viti e il Palio a Muralto, vestirono i panni dei duchi L. Sabbioni e N. Stefanenko. Nel 2007 "arrivava" alla presidenza una donna, Sandra Gentili. Il duca era un giovanissimo Ludovico Pinzeri, discendente dei da Varano e vestiva i panni della duchessa Barbara Chiappini. Conquistava la spada per il terziero di Sossanta Battista Vennera mentre il palio rimaneva ancora a Muralto. Nel 2008 per il “ducale” Cesare Bocci e per l'eterea sua sposa Simonetta Gianfelici, Camerino rimaneva estasiata. La loro era una coppia affascinante che conquista la mente e il cuore dei "sudditi". In loro onore Walter Federici conquistava la spada e riconfermava l'attribuzione del Palio a Muralto con l'inevitabile delusione da registrare per gli altri terzieri; Il 2009 in una insolita e caldissima giornata di maggio, dopo dieci giorni eccezionalmente clementi, una attonita Camerino assisteva alla vittoria del palio del Terziero di Mezzo ormai orfano del premio da ben 20 anni. La spada tornava a Sossanta che vedeva Matteo Falzi “piombare” sul trofeo. Sfilavano nel corteo Hoara Borselli e

Antonello Costigliola gentilissimi signori di Camerino Il 2010 confermava il Palio a Di Mezzo e la spada al terziero di Sossanta. Dopo 10 giorni di tempo inclemente il sole della domenica riscaldava Marco Prosperi e Marina Limosani, giovani signori di Camerino ma celebrava sopratutto la bella figura di Camilla Battista Varano nell'anno della sua canonizzazione. E siamo alla trentesima edizione, con l'annullo filatelico, la mostra "Scene di vita nel Ducato", il libro uscito a fine anno per ricordare 30 anni di corsa di storia e di vita camerte. Il Duca e la Duchessa, Pago e Miriana Trevisan, hanno assistito all'assegnazione del Palio e della Spada al Terziere Di Mezzo che per la prima volta riesce a vincere entrambi i trofei. Di Mezzo fa il pieno anche nella 31a edizione con un formidabile Andrea Michiorri che è stato sempre in testa al gruppo. Duca e Duchessa Ludmilla Radchenko e Matteo Viviani che sfilano alteri lungo le strade strette ma piene di folla. La trentaduesima edizione vede per la terza volta il Terziero di Mezzo vincere la spada, con Andrea Michiorri e il palio con la squadra più veloce di tutti i tempi. Il duca e la duchessa sono impersonati da Igor Barbazza e da Linda Collini.

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Albergo Roma di Giovanni Riccioni Sas

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ETRA Accademia delle Arti Sceniche e Visive

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TRA – Accademia delle Arti Sceniche e Visive è una struttura didattica polifunzionale e innovativa nata a Camerino che opera nel campo delle attività teatrali, ma anche musicali ed artistiche in genere. L’Accademia, unica nel suo genere in tutta la regione Marche, nasce dal sodalizio artistico tra professionisti del settore e opera in un contesto dinamico: musica, teatro, danza, arti circensi, pittura, scultura, fotografia, arte digitale e video si incontrano e si armonizzano in un costante e dinamico dialogo culturale, attraverso una ricerca rigorosa e interdisciplinare.

In occasione della Rievocazione storica Corsa alla Spada e Palio, anche ETRA si immergerà nella coinvolgente atmosfera rievocativa e proporrà la performance ETRA – HISTRIONICA COMOEDIA, impersonando una compagnia teatrale medievale itinerante che con la sua energia irriverente immergerà il pubblico nelle antiche tradizioni popolari. Racconti mediavali e testi poetici, saranno arricchiti, fioriti e coloriti da una rappresentazione del tutto estemporanea volta alla tecnica dell’improvvisazione teatrale, ogni momento dello spettacolo sarà unico, irripetibile e inaspettato.

I tamburini del torneo delle guaite di Visso

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uesto è il mito dei “Barbari de Visse”, una compagine di dubbia moralità il cui unico scopo era quello di esibire in tutto il mondo, al suono del tamburo, il valore e la gagliardia della meglio gioventù della Valnerina. La leggenda narra di quattro impavidi vissani i quali decisero, in un pomeriggio del lontano 1994, che era giunto il momento di rievocare il passato vetusto e glorioso dell’“antica e fedele” città di Visso nel modo più coinvolgente e chiassoso possibile, al rombo delle percussioni. L’occasione che si presentava era quella di onorare la prima edizione del prestigioso “Torneo delle Guaite” di Visso. La formazione iniziale era composta da 8 elementi. Nel 1997 la fama dei tamburini conquistò anche gli Sbandieratori di Muccia i quali, guidati dal fondatore Angelo e dal solista Riccardo Reversi, acconsentirono ad un connubio che viene ricordato ancora oggi per l’innovativa interpretazione degli spettacoli coinvolgendo bandiere e tamburi all’unisono. Anni entusiasmanti, con

trasferte memorabili come quelle alla Quintana di Foligno, a San Marino, a Calcinaia di Pisa o a San Daniele di Udine, Prato, accompagnate sempre da cene luculliane e feste dionisiache. Sempre nel 1997 venne creato il gruppo dei piccoli tamburini, destinato in seguito a soppiantare quasi tutte le vecchie glorie. Il periodo del terremoto fu devastante e portò ad una crisi di entusiasmo che determinò quasi uno scioglimento del gruppo nel 2004, ma alcuni ragazzi tennero duro e seguirono partecipazioni solo sporadiche e con pochi elementi, a piccole feste locali. Dal 2008 il gruppo è definitivamente risorto grazie agli stessi ragazzi che erano stati inseriti da piccoli e alle nuove leve. Attualmente il gruppo è composto da 18 elementi ed ha iniziato ad assemblare artigianalmente i propri tamburi, montando casse cerchi e tiranti, modellando pelli di capra e utilizzando corde di canapa, sempre alla ricerca della storicità delle attrezzature e dei ritmi musicali.

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Montone

Montone ogni anno tre rioni si sfidano per celebrare il dono di una spina della corona del Cristo da parte di Carlo Fortebracci. Il Castello rivive gli splendori della contea di Braccio da Montone in un'atmosfera ludica, le vie si animano della vita quattrocentesca tra i profumi antichi della cucina nelle taverne. L'anno di grazia 1473 il Conte Carlo de Fortebracci combatteva al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia; ricacciati i Mori dai confini Veneti, ebbe in compenso al proprio valore una spina della corona di N. S. Gesù Cristo. Egli, tornato a Montone, ne fece dono al popolo e la preziosa reliquia fu collocata per la devozione di tutti nella chiesa di San Francesco dei Minori Conventuali. Braccio Fortebraccio, Principe di Capua, Conte di Montone, Conestabile di Sicilia e Governatore degli Abruzzi, nacque a Montone nel 1368. L’amicizia con i Da Varano nasce nel 1407, poiché, minacciati seriamente da Carlo Malatesta, chiesero il suo aiuto: così i riminesi furono costretti a liberare Castel Raimondo per essere sconfitti definitivamente a Fabriano con uno stratagemma degno di Annibale. Non avendo rivali nella strategia militare nel 15 luglio 1416 la vittoria di Sant’Egidio consente finalmente a Braccio di prendere Perugia: sarà lo stesso Berardo Da Varano, suo amico fraterno ed inviato come ambasciatore a Costanza per rendere omaggio al nuovo Pontefice Martino V, ad intercedere per lui per confermare la

Signoria su Perugia. Avendo conquistato quasi tutto il centro Italia, a 52 anni Braccio cercava una sposa che potesse essere atta a sorreggerlo e sostituirlo nelle cose di governo e non solo come figura decorativa: scelse così Nicola Da Varano, donna di fermo carattere e sorella di Berardo, già vedova del Malatesta, che accettò di buon grado. Nel 30 novembre del 1420 a condurre la sposa a Perugia da Camerino fu inviato il luogotenente di Braccio con 15 gentiluomini delle più rispettate famiglie; ad accompagnare la sposa vi erano 60 damigelle e 100 donne tra le più nobili di Camerino, i Signori di Fabriano, Matelica e Foligno. Da tale unione nacque il figlio Carlo Fortebracci, destinato a divenire anche lui grande uomo illustre. Il sogno di poter costruire uno stato sovraregionale con a capo Perugia non piacque al nuovo Pontefice il quale creò un’alleanza di rara ampiezza (Regno di Napoli, Duca di Urbino) per fermare l’avanzata del grande condottiero. Nella guerra per la conquista de L’Aquila (1424) Braccio Fortebracci, il più grande condottiero che la storia ricordi nonché probabile fonte di ispirazione da cui Machiavelli scrisse il suo “Principe”, si spense in circostanze misteriose tra le oscure e silenti grida del tradimento, lasciando i brandelli del suo Regno nelle mani della propria sposa Nicola alla quale, prima di partire, consegnò uno scrigno che avrebbe dovuto aprire solo dopo l’esito della battaglia: all’interno custodiva da una parte un lussureggiante scettro, dall’altra un velo funebre nero.

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Combusta Revixi

l Gruppo Storico “Combusta Revixi” si costituisce nel 1980 come parte dell’associazione “Pozzo della Polenta” di Corinaldo in Provincia di Ancona. Le esibizioni coreografiche, le animazioni di sfilate, cortei storici, manifestazioni di ambientazioni medioevali e rinascimentali di arcieri, tamburi, sbandieratori e chiarine fanno del gruppo una delle compagnie più complete ed affermate d’Italia. Completano tutte queste capacità espressive l’utilizzo di abiti rigorosamente riprodotti sulla moda di inizio ‘500. Tutte le info su www.gruppostoricocorinaldo.it

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Spettacolo Teatrale Sbandieratori “Peter Pan, il risveglio” Lo Spettacolo della durata di un’ora circa racconta la storia, la favola e il mito di Peter Pan, il tutto realizzato con coreografie degli sbandieratori, attori e danzatrici. La rappresentazione teatrale inoltre è un susseguirsi di emozioni, unico nel suo genere infatti siamo i soli in Italia a realizzare questo genere di spettacoli, arricchiti da scenografie suggestive, giochi di luci, colonne sonore che accompagnano i movimenti degli sbandieratori ed effetti pirotecnici.

Militia Bartholomei

a Militia Bartholomei di Castelraimondo (MC) è un gruppo storico ricostruttivo della vita medievale dell’antico ducato dei Da Varano di Camerino. Il gruppo ricrea la specifica società di questa antica zona dell’alto maceratese durante le epoche che vanno dal sec xiii al xv .Partecipa a manifestazioni storiche in tutta la marca e si occupa dell’organizzazione

di eventi a carattere storico, didattico e di scherma medievale, in particolar modo della festa cittadina medioevale “Castrum Raymundi 1311” nel comune di Castelraimondo durante il mese di dicembre. Dal 2012 partecipa alla storica manifestazione camerte “corsa alla spada”con alcuni suoi elementi rappresentanti la “guardia nobile”del duca di camerino.

Gruppo teatrale del Liceo Classico di Camerino 29 maggio 2014 - Rocca del Borgia Gli studenti del Liceo Classico Varano di Camerino presentano: AMLETO di William Shakespeare regia di Antonio Mingarelli Lo spettacolo si svolgerà in due turni: alle ore 17,30 e alle ore 19,00. Si tratta di una versione itinerante, in cui gli spettatori sono accompagnati all'interno dell'azione e della vicenda dal protagonista stesso.

Il luogo che abbiamo pensato per la rappresentazione è la suggestiva Rocca del Borgia, ambientando i vari frammenti del testo nel grande giardino, sfruttando tutto lo spazio a disposizione. La rappresentazione trova la sua giusta collocazione all'interno della rievocazione storica della Corsa alla Spada, data anche la natura e l’ambientazione storica dell'opera, che ha nel motivo del duello uno dei suoi temi centrali.

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Coro Magalotti Lunedì 19 ore 21,30 Il GRUPPO MUSICA INSIEME è un’Associazione che si dedica alla ricerca nel campo dell’interpretazione di musiche medioevali, rinascimentali e del primo barocco. Dal 1974 al 2001 ha organizzato in Roma cicli di concerti (con il sostegno, per gli anni 1977-1996, del Ministero per il Turismo e lo Spettacolo). L’Associazione ha tenuto concerti nelle maggiori città italiane, invitata da importanti Istituzioni come: il Piccolo Teatro di Milano, la Nuova Consonanza e l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, l’Accademia dei Concordi di Rovigo, l’Accademia Musicale Pizzetti di Parma, il Coretto di Bari, l’Associazione Clavicembalistica Bolognese, l’Università di Camerino, gli Amici della Musica di Ascoli Piceno, l’Estate Romana, VII Festival Internazionale di

Marlia (Lucca, Rappresentazione dell’Orfeo del Poliziano), ecc… Attualmente, a seguito del trasferimento di residenza della Direzione Artistica nel Comune di Fiastra (MC), l’Associazione si è ricostituita in questo territorio allargando i suoi interessi in altri settori culturali come l’Arte, la Poesia e la Storia e fondando il “Coro da Camera Magalotti” dal nome dell’antica e potente famiglia del luogo. Compongono il “Coro da Camera Magalotti”: Rosella Boncagni, Irene Gassner, Enrica Mauri, Samantha Papetti, Rina Pulcinelli, Cristina Traina, Maurizio D’Andrea, Francesco Pesaresi e Mario Romagnoli. Solisti: Ilaria Severo, soprano; Andrea Robino Rizzet, baritono; Anne-Beate Zimmer, flauto; Antenore Tecardi, liuto e direzione. Con la partecipazione di Maurizio Maffezzoli, organo.

“Il Giardino Barocco” Martedì 27 ore 21,30 L’ensemble strumentale “Il Giardino Barocco” nasce in seno al Conservatorio “Rossini” di Pesaro all’inizio del 2013. Ha esordito con un concerto tenutosi presso l’Accademia dei Musici di Fabriano (AN) il 6 gennaio dello stesso anno, riportando immediatamente aperti ed unanimi consensi. Nella sua pur giovanissima età, può già contare diverse esibizioni sul territorio marchigiano, umbro, romagnolo ed altre già programmate in Liguria ed Emilia Romagna, anche all’interno di rassegne di alto

prestigio. I componenti l’ensemble sono giovanissimi, tutti diplomati brillantemente al Conservatorio pesarese ed impegnati su diversi fronti musicali e di specializzazione. “Il Giardino Barocco” si occupa dell’esecuzione di musica antica, composta dal ’600 alla metà del ’700, ed è composto di flauto traverso, oboe e cembalo, ma all’occorrenza si apre ad altri strumentisti, sempre provenienti dalla stessa area marchigiana. Nelita Maiolatesi (oboe) Maria Sole Mosconi (flauto) Lorenzo Antinori (cembalo)

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La musica nel fuoco

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PETTACOLO PIROMUSICALE SCENOGRAFICO Incantevoli scenografie pirotecniche realizzate tramite fontane, sbruffi, girandole scintillanti, ventagli, scie luminose, incendi, e tanti altri effetti speciali in sintonia con le note musicali. Una meravigliosa sinergia tra universo musicale e

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fuochi colorati, il cui ritmo è tenuto dalla melodia che scandisce il tempo delle emozioni che seguono le bellissime forme e colori espressione della più moderna arte pirotecnica. Realizzato dalla Pirotecnica Pierantognetti Serge e dalla Pyro design di Sabbatini Stefano

Scene di vita

a festa e il gioco accompagnano la vita degli esseri umani fin dall’antichità. Il fatto che molti giochi siano sopravvissuti nei secoli (il salto della corda, il tiro alla fune, il gioco dei sassolino, degli astragali – “padre” del gioco dei dadi – e i diversi giochi con la palla) è merito dei bambini che hanno potuto giocare indisturbati nelle strade e nelle piazze. Unendo le forze i tre Terzieri di Camerino hanno pensato per questa edizione della Corsa alla Spada e Palio di

tornare a giocare e a divertirsi nel centro storico, coinvolgendo tutti in una intensa giornata di festa mercoledì 28 maggio. Il pomeriggio è dedicato ai più piccoli con passeggiate sui somari e giochi, mercatino e curiosità di altri tempi. La sera i grandi torneranno bambini e si sfideranno al tiro alla fune e alla corsa al carretto, tenteranno la fortuna con i dadi, giocheranno a carte e daranno sfogo alla loro forza nel taglio del tronco. E quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare!

Giochi medioevali Scout

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hi ha detto che i giochi medioevali sono per grandi? Sin da bambini siamo sempre rimasti affascinati dalla Rievocazione Storica della Corsa alla Spada e Palio, ma non abbiamo avuto la possibilità di partecipare a qualche evento in quanto troppo piccoli. Siamo sicuri che questo desiderio ancora vive nel cuore di ogni bambino e per questo, adesso che siamo cresciuti, ci vogliamo impegnare in prima persona per organizzare un vero e proprio Torneo Medioevale per coinvolgere tutti i più piccoli.

Tutti potranno ripetere le gesta dei Cavalieri che in queste gare davano prova della loro forza ed abilità. I piccoli abitanti dei tre terzieri si sfideranno negli antichi giochi della quintana, della corsa dei carri, del saracino, del tiro con l’arco e udite udite in duelli cavallereschi con elmi e spade. Invitiamo quindi Mercoledì 28 Maggio tutti i valorosi, dai sette anni ai tredici anni, del ducato a partecipare a questo grande torneo. Il Clan Vettore del Gruppo Scout Agesci di Camerino

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La Compagnia dei Morlacchi

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n gruppo di guerrieri, combattenti per soldo, alla sequela del famigerato condottiero Boccolino Guzzoni. La Compagnia dei Morlacchi è primo progetto aperto all’interno dell’associazione storica Orme del Tempo. Nata dalla passione per la storia rinascimentale italiana e dall’amore per le nostre terre d’origine, la Compagnia dei Morlacchi rievoca gli spaccati di vita - militare e non - dell’omonima compagnia di ventura in quegli anni passati al servizio del condottiero osimano Boccolino Guzzoni. L’associazione storico culturale “Orme del Tempo” si è costituita nel marzo del 2008 dall’iniziativa della compagnia d’arme dei “Guardiani di Porta San Giuliano”. Questi, mossi sin da principio dall’intento di

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approfondire lo studio di diverse epoche storiche, si sono costituiti in associazione con lo scopo di fare della rievocazione storica uno strumento di divulgazione e conoscenza della cultura attinente alle diverse epoche, non solo riproponendo tecniche e conoscenze oramai perdute, ma anche presentandole come le tecniche e le conoscenze di una data epoca, al fine di comprendere e fare comprendere il relativo sostrato socio-culturale. Obiettivi ambiziosi, ma l’affiatamento, la coesione e la voglia di divertirsi all’interno di quest’associazione permettono un continuo scambio di idee ed esperienze, facilitando il lavoro di ricostruzione nel percorso scelto e offrendo la possibilità di crescere insieme ed approfondire le rispettive conoscenze.

Gherardo Brami il falconiere

herardo Brami vive in Casentino, a Poppi. Sono in molti a considerarlo uno tra i più promettenti falconieri in circolazione. Poco più che ventenne, Gherardo sa già incantare le folle e allietare lo sguardo dei più sofisticati cultori di questa nobile arte. Per lui la falconeria è un amore innato: nessuno in famiglia l’aveva mai praticata, né aveva avuto a che fare con attività simili. Ha iniziato da bambino: all’età di sette anni, spinto da una passione sfrenata per i rapaci e la caccia con i falconi ha cominciato a frequentare dei falconieri professionisti. È così che, supportato pazientemente dai genitori, ha potuto imparare da falconieri come Alduino Ventimiglia di Monteforte (falconiere di fama internazionale e protagonista per molti anni del Game Fair) e i membri dell’Accademia Italiana Cavalieri d’alto volo, con cui ancora collabora.

Vive in un paesaggio da favola scenario perfetto per esibizioni dall’atmosfera medievale. Qui insieme a Maddalena Bertolozzi Caredio, la fidanzata che ha conosciuto proprio frequentando e tenendo questo genere di spettacoli, ha messo su i “Falconarius”, duo che si avvale della collaborazione di un nutrito gruppo di amici, anche loro falconieri, che danno una mano a realizzare spettacoli unici, costruiti secondo una precisa filosofia didattico–divulgativa. La passione per i rapaci, rappresenta per Gherardo l’asse portante del suo stile di vita, il rapporto continuo con la natura, teatro dove quotidianamente i suoi esemplari, con le loro “picchiate” verso la preda, gli regalano momenti felici e gli danno un senso di completezza per essere riuscito a sentirsi tutt’uno con il falco in volo e apprezzare dall’alto la bellezza della natura.

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Gualtiero Marchesi: una vocazione cercata

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uella di Gualtiero Marchesi per la cucina è stata una vocazione, ma una vocazione cercata, prima accolta attraverso l’esempio dei genitori che possedevano l’albergo ristorante Al Mercato, in via Bezzecca, a Milano, e poi messa, continuamente in discussione. La passione per il disegno e per la musica, l’opera in particolare, c’erano già come la fame di letture e, ogni giorno, il lavoro impostato con rigore e sensibilità distingueva quel ristorante da altre cucine quotidiane, spingendo Gualtiero Marchesi a pensare in meglio. Per un ragazzo nato nel 1930, la svolta arriva nel dopoguerra, mischiando la propria energia a quella di un intera nazione. Non è solo il desiderio di conoscere, di muoversi, di fare esperienza, ma soprattutto di misurarsi con il resto del mondo, misurando fino in fondo le capacità personali a partire dagli anni di apprendistato al Kulm di Saint Moritz e alla Scuola alberghiera di Lucerna. Il gusto per la sfida avrebbe permesso a Marchesi di primeggiare in altri campi, lasciando comunque un’impronta di sé. È un fatto di selezione, di cromosomi. A lui riuscivano bene anche correre in bicicletta, tirare di fioretto, giocare a biliardo o ballare. Per il fatto di avere al musica nel sangue e di essersi innamorato di una concertista, troverà naturale prendere lezioni di piano dalla futura moglie. Del resto, solo l’inquietudine dei curiosi può essere così forte di lasciare che si chiudesse il capitolo del ristorante familiare nonostante i suoi successi, condivisi con ospiti come Mario Monicelli, Giovanni Testori, Gianni Agnelli, Luchino Visconti, Federico Fellini, Francesco Monzino per emigrare, a quarant’anni, sposato e padre di due figlie, in Francia. Saranno ancora due anni di studio, decisi proprio nell’anno in cui esplodeva il Sessantotto, andando a bottega da i fratelli Troisgros, al ristorante Ledoyen a Parigi e al Chapeau Rouge di Digione, aprendo gli occhi e la mente alle novità che di lì a poco daranno sostanza e forma alla Nouvelle Cuisine. «Tornai a casa – ricorda Marchesi – solo quando fui sicuro di aver imparto la semplicità». È questo un tema capitale che, prima, con l’apertura del ristorante in via Bonvesin de la Riva, fino ad oggi con il menu futuribile, intitolato – cucina contraddistingue la sua ricerca che dalle vette della tecnica, solo apparentemente minimalista, porta all’evidenza sostanziale della materia. «La forma è materia» – ripete, infatti, spessissimo. Apre il suo primo ristorante milanese nel 1977, conquistando la prima stella Michelin, seguita, l’anno successivo, da una seconda. A due anni dall’apertura, i gastronomi Gault e Millau, nel corso di un’intervista al Time, lo annoverano tra i quindici ristoranti al mondo che preferiscono. La terza stella arriva nel 1985, primo in Italia ad ottenerla. Nel 2008, sarà anche il primo, ma questa volta al mondo, a riconsegnarle tutte, convinto che, ormai, si tratti di un gioco al rialzo, dove si sale e si scende per tenere alto il buon umore e le fortune dei critici. • 104 •


«L’ho fatto anche per dare un esempio e dire ai giovani che la passione per la cucina non può essere subordinata ai voti. Molti di loro, invece, si sacrificano solo in funzione del giudizio, lavorano astrattamente per avere la stella. Non è sano né giusto». Il rispetto del sapere e la sua condivisione con chi si avvicina al mestiere del cuoco fanno da cardine ad un carattere impulsivo e aperto, strutturato in funzione dell’emozione. Il carattere di un artista che cerca nel colpo d’occhio il gesto risolutivo, tale da allineare idee e convinzioni, l’appetito del bello e l’appetito del buono. Vent’anni dopo Bonvesin de la Riva, Gualtiero Marchesi apre il suo ristorante in Franciacorta, all’Albereta di Erbusco. Un viaggio dalla città alla campagna che non sarà di sola andata, e che dopo varie tappe a Parigi, Roma e Cannes lo scopre a ripensare a Milano nel 2008, con il Ristorante Teatro Alla Scala ‘IL MARCHESINO’. Il Marchesino, ritorno a Milano nel tempio italiano della Musica lirica per proporre la sua cucina totale con un servizio ininterrotto dalle 8 del mattino al dopo Scala. Innumerevoli sono i riconoscimenti e i premi, meritati nell’arco di una carriera lunga più di sessant’anni, ma quello che più si avvicina al compito del maestro è il ruolo di rettore di Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, fortemente voluta da Marchesi, inaugurata nel 2003 all’interno della Reggia di Colorno. Arrivato al traguardo degli ottant’anni Marchesi si è reso conto che il suo compito era creare una Fondazione che potesse custodire e valorizzare il suo ‘sapere’ e che sarà attiva nella diffusione “del bello e del buono” approfondendo le ispirazioni artistiche fondamentali per la cucina creativa.

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Unicam: inVesti nel tuo futuro

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’Università di Camerino, fondata nel 1336, conta cinque ‘Scuole di Ateneo’: Architettura e Design, Bioscienze e Medicina Veterinaria, Giurisprudenza, Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, Scienze e Tecnologie. Pensata e strutturata per dare ad ogni studente e alle future matricole tutti i servizi di cui si ha bisogno per dedicare con profitto il proprio tempo allo studio, UNICAM è immersa nella natura, nella storia e nell’arte. Le graduatorie 2012 del CENSIS, che la collocano per il nono anno consecutivo al primo posto fra le sedi universitarie con meno di 10.000 studenti, indicano nel livello dei servizi e delle strutture e nello sviluppo delle tecnologie informatiche i maggiori punti di forza che rendono ragione del particolare appeal di UNICAM. L’offerta formativa, con corsi di laurea prontamente adattati alla complessità e alla dinamica evolutiva del contesto sociale ed economico, è veramente ampia e diversificata con numerosi itinerari di studio proposti alle nuove matricole. Dal 2010 è attiva la Scuola di Studi Superiori ‘G. Leopardi’- sezione di Camerino, percorso di qualità con il quale UNICAM ha scelto di premiare il talento degli studenti universitari per indirizzarli verso un eccellente futuro. Attività sportive e culturali, servizi di orientamento per le

matricole, stage per tutti gli studenti in aziende leader sia in Italia che all’estero, generalizzazione del Sistema Qualità certificato ISO 9001:2008 a tutte le attività e servizi dell’Ateneo, master altamente innovativi, job placement per i laureati: questi alcuni degli aspetti che più caratterizzano l’Università di Camerino. Confronti a tutto campo con i rappresentanti delle attività produttive, del mondo del lavoro e delle professioni hanno condotto alla progettazione di un’offerta didattica ampia e articolata, nella quale trovano posto contenuti culturali e aspetti professionalizzanti. La metodologia formativa, per tutti i corsi proposti, intende soprattutto integrare il momento fondamentale della didattica teorica con la realtà professionale, competitiva e dinamica. Ma UNICAM persegue anche con convinzione, e con notevole successo, la politica dell’internazionalizzazione: con l’11% risulta essere fra i primi Atenei per la percentuale di studenti stranieri, eroga in lingua inglese sia corsi di Laurea che corsi di Laurea Magistrale, questi ultimi in consorzio internazionale nei settori della biologia, chimica, informatica, geologia, matematica, fisica. Dal 2005 è attiva la School of Advanced Studies (Scuola internazionale di Dottorato) le cui attività formative sono interamente in lingua inglese

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L’importanza delle rievocazioni storiche

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i sono almeno tre motivi per riconoscere alle Rievocazioni Storiche la loro importante funzione: la ricerca delle fonti storiche e la valorizzazione della memoria locale, lo spettacolo proposto che diventa veicolo di promozione culturale e turistica, lo spirito di forte aggregazione nella collettività locale. Per riconoscere questi tre aspetti è però necessario sottolineare la forte differenza che esiste fra Rievocazione Storica e manifestazione storica, dove la prima è un momento di riscoperta e valorizzazione della cultura, la seconda è semplicemente momento spettacolare. Le manifestazioni aderenti all’Associazioni Marchigiana delle Rievocazioni Storiche perseguono, da sempre, l’obiettivo della valorizzazione del patrimonio storico - culturale delle comunità che le esprimono. Lo fanno attraverso il coinvolgimento totale della gente, con una passione che riesce ad eliminare lo stacco fra l’attuale e la storia con naturalezza e facilità. • 109 •


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Il libro sulla Corsa alla Spada e Palio

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1982: un’emozione

I

l prof. Giacomo Boccanera aveva scritto una ricerca sulle celebrazioni che fin dal XIII si tenevano in onore di San Venanzio e l’aveva pubblicata nel 1954 in una rivista di storia: dunque per addetti ai lavori (Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche). Nel gennaio del 1967 l’Azienda di Soggiorno e Turismo, su iniziativa del presidente Prof. Domenico Cavallaro, distribuiva un volumetto che conteneva la ristampa di quel lavoro; dalle librerie degli studiosi passava nelle case dei camerinesi, e anche a casa di un mio compagno di scuola. Avevo così anch’io l’opportunità di leggerlo, coi miei amici, ai tempi delle scuole medie. La fantasia correva, e immaginavamo i giochi descritti dal prof. Boccanera, richiamando il cerimoniale riportato negli Statuta populi civitatis Camerini; ricordo che mi colpì il passo riportato da un manoscritto di Pierantonio Lili: riferiva che, in occasione dell’investitura di Giovanni Maria a Duca di Camerino, “Lu secondo dì fu corso ad un bello Pallio e vinselo un barbero de Visse e fonne fatto gran trionfo”. Ci sembrava che un barbaro avesse vinto il palio; solo anni dopo capimmo: si trattava di un cavallo arabo berbero. Per quella corsa, però, c’erano venuti da Visso a correre al Palio! E immaginavamo la scena, con le armature, la corsa a cavallo e quella a piedi, l’Inquintana, la gara dell’anello… Non esitai un momento, nell’inverno del 1982, a presentarmi presso l’azienda di soggiorno per incontrare Angelo Raponi e Don Giuseppe Scuppa che con un gruppetto di collaboratori stavano cercando di realizzare quello che per me era rimasta solo una fantasia: “come posso essere utile”? Il 17 maggio arrivò in un momento, dopo poche settimane di lavoro intenso e appassionato: dal porta a porta per chiedere le offerte, alla ricerca di chi fosse disponibile a indossare quegli abiti così strani e colorati, alle riunioni con Angelo, Don Giuseppe, Tito, Emma e gli altri, per decidere come organizzare la corsa e come comporre quel corteo che il Prof. Boccanera aveva descritto nel suo lavoro, alla spola tra Morro - dove Iolanda tagliava e cuciva, e mi consegnava i ritagli - e Via Narco, dove le generose vicine di casa con quei ritagli rivestivano le imbottiture per realizzare i cappelli. Era un sogno che si realizzava. Entrai in basilica in coda al mio corteo: i tamburi facevano vibrare lo stomaco. Mi guardavo intorno, e vedevo gli abiti già visti in lavorazione nella sartoria di Iolanda rianimarsi indossati da quegli amici che avevo tanto pregato di partecipare, e con tutti loro finalmente far rivivere quei personaggi che il Prof. Boccanera ci aveva fatto immaginare. E osservavo ammirato quelli che, con la casacca degli atleti, avrebbero corso alla spada. Eravamo noi, ma nello stesso tempo eravamo anche quei camerinesi che per sette secoli avevano vegliato nell'attesa della festa di San Venanzio col focaraccio ardente davanti alla sua chiesa. Mentre ero assorto, lo squillo delle chiarine mi riportò a guardare cosa succedeva: dalla sacrestia un breve corteo muoveva verso l’altare, e Monsignor Bruno Frattegiani, col pastorale e la mitra, prendeva posto per ricevere l’offerta dei ceri. Un brivido mi percorse, un’emozione che non dimenticherò: non stavamo interpretando una parte, era tutto vero. Luciano Birocco • 122 •


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Salendo da San Venanzio verso il Duomo incontri le taverne del Terziero di Sossanta dove per mangiare potrai prenotarti chiamando il numero 0737.632324, superata la piazza verso la metà del Corso ecco l’osteria Di Mezzo ove si possono gustare specialità di ogni genere. (Prenotazione non obbligatoria ma consigliabile al numero 334.3188751). Scendendo infine verso la Rocca, a Santa Maria in Via si può trovare la taverna dell’Armigero ove ci si prenota chiamando (di pomeriggio) il numero 338.1439324.

Palazzo Ducale

Chiesa S. Maria in Via

Taverna Di Mezzo

Taverna di Muralto

Rocca Borgesca

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Associazione turistica

P RO CAMERINO Ufficio I.A.T.

orario:

informazioni turistiche

9,30 16,30

12,30 19,30

Lunedì chiuso C.rso Vittorio Emanuele, 21 - CAMERINO (MC) tel. e fax 0737 632534 www.proloco.camerino.sinp.net • e-mail: proloco@camerino.sinp.net

Chiesa di San Venanzio

Taverne di Sossanta

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Associazione Marchigiana Rievocazioni Storiche

Fedération Européene des Fètes et Manifestations Historique

Associazione “Corsa alla Spada e Palio” Via Conti di Altino, 9 Camerino (MC) Tel. 0737 634702 Fax 0737 630423 Sito internet: www.corsaspada.it e-mail: corsaspada@gmail.com


Biblioteca comunale Valentiniana di Camerino, Statuta Populi Civitatis Camerini, frontespizio in pergamena miniato e dipinto, 1563, San Venanzio (part.). Nel 1551 Antonio Gioiosi, nato a Camerino nel 1527, ma artigiano nell’arte della stampa a Napoli, decise di ritornare in patria e di impiantarvi un’officina per la stampa degli Statuti. Così nella sua bottega, aperta in borgo S. Venanzio, stampò dapprima gli Statuti di Esanatoglia (1552) e successivamente gli Statuti di Poggio Sorifa (1563), di Camerino (1563) e di Belforte (1567). Naturalmente, la più importante e la più preziosa per la sua esecuzione, fu la redazione dello Statuto di Camerino, il quale, come già detto, venne eseguito nel 1563 e se ne realizzarono tre copie. Il clichè lo eseguì Conte di ser Argento di Camerino, maestro orafo e scultore, attestato tra il 1512 (anno presumibile della sua nascita) e il 1582, nonché autore del magnifico tabernacolo ligneo, che ornava, fino alla metà del XIX secolo, la cappella del SS. Sacramento (ora del Crocifisso) nel duomo di Camerino. La pittura del frontespizio, invece, si deve al pittore camerinese Ottavio Puccisanti, il quale, per questo lavoro, ricevette dal comune un compenso di 38 fiorini e 12 bolognini. Il San Venanzio, raffigurato in copertina, compare nella parte alta (timpano) della raffigurazione ed è inginocchiato sul lato sinistro. Al centro, c’è la Vergine in trono con Bambino e sulla destra c’è Sant’ Ansovino, inginocchiato, in abiti pontificali. San Venanzio è rappresentato nella sua classica immagine a noi nota, con vessillo e plastico della città di Camerino in mano. Pierluigi Moriconi Bibliografia di riferimento: -V.E. Aleandri, La stampa degli Statuti di Camerino e il tipografo Antonio Gioiosi, Camerino 1902; -M. Santoni, L’arte della stampa in Camerino, estratto da Dep.ne di storia Patria per le Marche, VI (1903); -G. Boccanera, L’arte della stampa a Camerino, Macerata 1966; -P.L. Falaschi, Biblioteca comunale Valentiniana di Camerino, in Collectio Thesauri, Firenze 2004; -P. Moriconi, Il tabernacolo Argenti di Camerino ritrovato, in RIMARCANDO, n. 5, Falconara 2011;

Si ringrazia per la collaborazione Corrado Zucconi G. Fonseca, autore del volume "San Venanzio di camerino nell'arte - Storia per immagini" Le foto del presente volume sono state gentilmente concesse da: FOTORINO di Gabriele Carnevali RC New Photography di Roberto Conti.


Statuta Populi Civitatis Camerini, frontespizio in pergamena miniato, dipinto e dorato, 1563. Biblioteca comunale Valentiniana di Camerino.


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