Disiounari Ousitan - Diccionari Occitan de Robilant e Rocavion - Parte introduttiva

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Presentazione L’idea di raccogliere in un vocabolario la nostra lingua madre si è concretizzata in quest’opera nell’arco di circa vent’anni. Il nostro scopo è stato quello di ricercare, ordinare e classificare le parole e le locuzioni in uso , in questo momento, nelle parlate di Robilante e Roccavione che, presentando una similitudine sorprendente (se si considerano altre realtà linguistiche limitrofe), hanno permesso l’accorpamento sotto un unico titolo. Nel corso degli anni, con umiltà, meticolosità ed entusiasmo, abbiamo coltivato e perseguito l’ambizioso fine di realizzare un’opera di salvaguardia e studio di una regione culturalmente di passaggio tra la pianura e la montagna, nella fattispecie le Valli Vermenagna e Gesso (destra orografica). Abbiamo effettuato un utile ed interessante raffronto etimologico sia consultando numerosi dizionari e testi pubblicati in Italia ed Oltralpe sia confrontando le parlate di Vernante e di Roaschia. Questi due paesi confinanti, di media ed alta valle, hanno effettivamente mantenuto un’ottima dizione occitana, a conferma dell’esistenza delle cosiddette “isoglosse”, ossia fasce altimetriche virtuali che accomunano gli idiomi in senso trasversale dividendo, consequenzialmente, le pertinenti aree vallive idealmente in “alte” (“ medie”) e “basse”. Da quanto detto si evince che la nostra è la lingua di una regione di bassa valle, dove già si respira l’influenza del Piemontese ma forti si percepiscono ancora le radici Occitane. Queste conferiscono una apprezzabile identità linguistica a coloro che ne fanno uso comune. Interessanti e notevoli corrispondenze si trovano, in situazioni analoghe, nei paesi viciniori, come Boves e Peveragno, così come in paesi ubicati a maggior distanza come Vignolo, Cervasca, Bernezzo ed altri con un particolare riferimento a Roccasparvera, ove è elevato il grado di comunanza terminologica. Il nostro lavoro registra oltre 13.000 tra voci, locuzioni ed espressioni lessicali che caratterizzano il nostro dialetto e lo elevano a dignità di lingua. 6


Per snellire la consultazione abbiamo volutamente tralasciato molti neologismi non peculiari o caratterizzanti e, quindi, non rappresentativi. La grafia che meglio ci è parsa interpretare ed esprimere le molteplici e talora complesse problematiche fonetiche è quella consigliata dall’ “Escolo dòou Po” nata con l'Associazione il 14 Agosto 1961 a Crissolo. Abbiamo voluto affiancare un’ulteriore trascrizione dei lemmi secondo i dettami della grafia etimologica “normalizzata” (Alibertina) , per rispondere e contribuire ad una crescente e sentita esigenza di uniformità grafica nel vasto e variegato panorama della lingua occitana. Un doveroso e riconoscente ringraziamento a tutte quelle persone che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questo vocabolario per la loro disponibilità e competenza.

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Grafia detta dell’ “Escolo dòou Po” Vocali: a, e, i, o = alle corrispondenti italiane; ou = u italiana; u = u francese; œ = eu francese di fleur o œuf; ë = e semimuta francese di le (il); I dittonghi composti da a, o, œ + ou si scrivono aou, oou, œou.

Le consonanti si scrivono come in italiano, tranne le seguenti: ch c qu j g g gu s z ts dz sh nh lh zh nn h

= c(i) italiana, come in cena, si usa davanti a tutte le vocali ed in posizione finale; = c(h) italiana, come in cane, si usa davanti ad a, o, œ, ou, u ed in posizione finale; = c(h) italiana, si usa davanti ad e, ë, i; = g(i) italiana, come in gene, si usa davanti ad a, o, œ, ou, u ed in posizione finale; = g(i) italiana, si usa davanti ad e, ë, i; = g(h) italiana, come in gatto, si usa davanti ad a, o, œ, ou, u ed in posizione finale; = g(h) italiana, si usa davanti ad e, ë, i; = s aspra italiana, come in sole, può essere semplice o doppia; = s dolce italiana, come in rosa, può essere semplice o doppia; = z aspra italiana, come in azione; = z dolce italiana, come in zaino; = sc(i) italiana, come in scena; = gn italiana, come in gnomo; = gl(i) italiana, come in aglio; = j francese, come in jeu; = n apicale, in posizione finale; = indica che due vocali devono essere pronunciate distintamente; .. = dieresi: indica che due vocali devono essere pronunciate distintamente (come con l’utilizzo di h); = accento grave: indica una vocale aperta; = accento acuto: indica una vocale chiusa; ^ = accento circonflesso: indica una vocale lunga; ' = apostrofo: indica la perdita di una vocale o di una sillaba; La lunghezza delle consonanti si indica con il raddoppiamento del segno, come in italiano. Nei digrammi (ch, nh, ecc.) si raddoppia soltanto il primo elemento.

Per la ‘e’ è stato usato l'accento circonflesso per indicare l'allungamento della vocale aperta ‘ê’ = ‘èè’, mentre per l'allungamento della vocale chiusa è stato utilizzato ‘ée’. L'accento tonico cade di norma sull'ultima sillaba se la parola termina con consonante e sulla penultima sillaba se la parola termina con vocale. In questi casi non è stata indicata l'accentazione se non per evidenziare l'apertura della ‘è’. Per le parole terminanti con ‘s’ (preceduta da vocale) si è proceduto con l'accentazione come se la ‘s’ non ci fosse. La 'i' e la 'u' vicine ad altre vocali normalmente non sono toniche. In caso contrario sono state accentate. La ‘œ’ è sempre tonica.

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Grafia classica Pronuncia delle vocali o/ó = u italiana ò = o italiana u = u francese a (finale) si pronuncia di solito o italiana a,è, è, í i come in italiano Pronuncia delle consonanti Viene pronunciato c = c(h) italiana qu = c(h) italiana c = s italiana ch = c(i) italiana g = g(h) italiana gu = g(h) italiana g, tg = g(i) italiana j, tj = g(i) italiana s = s sorda

s ss ç z x lh nh

Esempi davanti: a, ò, o, u calinhar, còire davanti: e, i querre davanti: e, i ceba, cinc in tutte le posizioni davanti: a, ò, o, u gaire, magon davanti: e, i guèrs, guinchar davanti: e,i gent, viatge davanti: a, ò, o, u minjar, viatjar, jorn all’inizio ed alla fine di parola, all’interno di parola accanto ad una consonante solelh, tres, escòla = s sonora intervocalica ase, maison = s sorda intervocalica caissa = s sorda davanti: a, ò, o, u ed in fine di parola dança, chançon, braç = s sonora zoològic, azur, realizacion = s sorda exemple, exercici = gl(i) italiana/i/g(i) italiana palha = gn italiana anhèl

Altre regole di pronuncia dell’occitano cisalpino (tenendo conto delle differenti pronunce sul territorio) Viene pronunciato -as (finale) as/es/os/e/aa ai (non tonico) ai/ei/i aü aü/eu/ei ao (tonica) òu ao (atona) au/u aoi òi ae ei au (atona) au/u ea ea/ia eè eè/ie ble, cle, ple (finale) ble/bi, cle/qui, ple/pi bl, cl, fl, gl, pl bl/bi, cl/qui, fl/fi, gl/gui, pl/pi

Esempi vachas maison aüra, maüra muraor (da murador) Draonier rata volaoira paela, chaena (da chadena) auberge beal, leam veèl estable, cercle, exemple blanc, clau, flor, glèisa, plòu 9


Note per la consultazione

N

el presente dizionario le voci sono indicate singolarmente e non raggruppate in lemmi. Sono riportati anche i nomi propri, in sequenza con gli altri termini e non in un elenco a parte. Pure i modi di dire sono riportati con una voce a sé stante e non all'interno della parola chiave. Per la lingua locale la grafia adottata è quella dell' ‘Escolo dòou Po’. Nella prima parte le voci sono ordinate nella lingua locale e nella seconda parte in italiano.

Per la prima parte la struttura di ogni termine comprende: - la forma locale, - la relativa qualifica grammaticale, - l'ambito di uso, - l'eventuale territorio di uso, Robilante o Roccavione, quando il termine non è diffuso in entrambi i paesi, - la traduzione in italiano, - il nome scientifico per animali e vegetali; - la qualifica grammaticale italiana, - eventuali annotazioni sull'uso del termine, su femminili, su plurali irregolari, su contrari e la prima persona dell'indicativo presente per i verbi irregolari; - esempi, proverbi, modi di dire; - la trascrizione in grafia classica. Per la seconda parte la struttura di ogni termine comprende: - la forma italiana, - la relativa qualifica grammaticale, - la forma locale, - la trascrizione in grafia classica.

L

e parole in italiano sono scritte in corsivo, le rimanenti in caratteri normali con tipo di carattere Times New Roman. Le parole in grafia classica sono state scritte con caratteri senza grazie con tipo di carattere Arial. I nomi scientifici sono stati racchiusi tra ‘<>‘.

I

l dizionario è frutto di un lavoro di raccolta dei termini nella parlata locale e della relativa traduzione in italiano. Quando non si è riusciti a tradurre con singoli termini, o quando il termine italiano poteva essere ambiguo, si è fatto ricorso a descrizioni nelle quali le parole chiave/più significative sono state scritte in neretto lasciando la parte rimanente in chiaro. Anche nelle espressioni locali, costituite da più termini, si sono evidenziate le parole chiave lasciando quelle che precedono in chiaro. Diversi significati in italiano sono stati tra loro separati da sbarre oblique ‘/’. Per la seconda parte, dall'italiano al locale, si sono raggruppati i termini aventi uguale significato. Anche qui si è adottata la stessa convenzione tipografica del neretto.

D

elle parole in grafia classica, quando l’evoluzione della forma locale presenta una forte differenziazione dalla forma occitana, sono state riportate due versioni: la prima che rispecchia la parlata locale e la seconda avente una più ampia area di diffusione. Nei casi di forme occitane equivalenti, in particolare per l'iniziale ar / re, sono state riportate entrambe le forme. Per le parole che nella parlata locale hanno una ‘v’ alla quale corrisponde una ‘b’ nella maggior parte dell’Occitania corrisponde, sono state riportate entrambe le forme.

P

er le parole locali che iniziano con ‘s’ impura, si è scelto di indicare la ‘ë’ che precede la ‘s’. Negli esempi tale ‘ë’, quando è scarsamente percepibile, è stata sostituita con un apostrofo. Sono state riportate tra parentesi tonde, dopo il termine, le particelle dei verbi pronominali scritti in grafia classica. Nell'appendice sono stati riportati tra parentesi tonde i suoni che non sono generalizzati: la 'i' finale della prima persona al futuro, che non è presente a Roccavione, e 'is' nei verbi che hanno l'infinito in 'î'.

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Abbreviazioni abb. abbigliamento agg. aggettivo agr. agricoltura alim. alimentazione all. allevamento anat. parti anatomiche anim. di animale art. articolo ausil. ausiliario avv. avverbio bot. botanica cfr. confronta cfr.> confronta (forma preferibile) cntr. contrario cong. congiunzione cost. costruzioni difett. difettivo disp. dispregiativo es. esempio escl. esclamazione f. femminile fig. senso figurato geo. geologia / geografia impers. impersonale ind.pres. indicativo presente indef. indefinito inft. voce infantile interr. interrogativo

intr. intransitivo loc. locuzione m. maschile med. medicina mes. mestieri met. meteorologia mil. militare n.c. numerale cardinale n.o. numerale ordinale n.p. nome proprio pers. persona / personale pl. plurale prep. preposizione pron. pronome / pronominale pvb. proverbio rel. religione rifl. riflessivo s. sostantivo s.f. sostantivo femminile s.m. sostantivo maschile scol. scuola / sapere scrz. scherzoso spec. specialmente suff. suffisso top. toponimo tr. transitivo v. verbo zool. zoologia 11


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