AUTUNNO INCERTO PER L’ITALIA
Sulla fiducia delle imprese pesano caro energia, inflazione, cuneo fiscale troppo alto e indebolimento della domanda globale
Ci aspetta un lungo e complicato autunno, con il nostro Pa ese in balia di uno scenario economico fuori controllo. L’aumento esponenziale dei prezzi dell’energia, l’infla zione generalizzata, il rialzo dei tassi della Bce, l’indebolimento della domanda globale, lasciano presagire che la recessione sia sempre più vicina e tagliente, con effetti devastanti per le imprese.
A queste emergenze è chiamato a rispondere da subito il nuovo, na scente governo. La crisi morde e il tempo stringe.
Il primo, caldissimo, nodo da affrontare sarà senz’altro il caro ener gia. A livello europeo, l’ipotesi del tetto comune al prezzo del gas, sommato al disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità, sembra al momento di difficile attuazione per mancanza di un altrettanto co mune consenso. In attesa che si chiarisca la linea europea, spetterà dunque al governo italiano mitigare gli effetti dei rincari energetici.
Se la disponibilità del gas non dovrebbe essere un problema - grazie all’aumento delle consegne da parte di Azerbaijan, Algeria e altri Paesi - anche se la Russia dovesse ulterior mente tagliare le esportazioni verso l’Italia, a preoccupare resta il prezzo, autentica spada di Damocle sia per le famiglie, sia per le imprese sempre più costrette a programmare - e non solo a minacciare di farlo - blocchi alle attività.
Un primo argine su questo versante è stato posto, grazie al lavoro di Confindustria, nel Decreto Aiuti ter con il riconoscimento alle imprese di un credito di imposta fino al 40% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato a ottobre e novembre 2022, provvedimento che ci auguriamo non solo venga convertito in legge dal nuovo esecutivo, ma esteso e rafforzato anche nei mesi a venire.
Altra questione da affrontare sarà l’aumento poderoso dell’inflazione.
I dati Istat confermano che, lo scorso agosto, il caro prezzi ha raggiunto quota 8,4%, il tasso più alto registra to dalla fine del 1985. Incidere sul cuneo fiscale, detassando gli stipendi e gli aumenti contrattuali nei rinnovi, diventa allora indifferibile perché le famiglie recuperino parte del loro potere d’acquisto.
Altro importante banco di prova per il futuro Parlamento sarà poi la manovra economica, da approvarsi entro il 31 dicembre. La posta in gioco è altissima. In ballo c’è la terza tranche di risorse - circa 19 miliardi di euro - legata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una occasione, come più volte ribadito, che non possiamo permetterci di perdere e che potrebbe cominciare a dispiegare la sua forza positiva a partire dal 2023.
In ultimo, ma non per ultimo, ci auguriamo che il nuovo governo metta mano a una vasta opera di sburo cratizzazione, capace di imprimere una sferzata positiva al superamento di iter inspiegabilmente lunghi e intricati che ingessano le imprese, congelandone la crescita.
Buon inizio allora a chi si è proposto per “risollevare l’Italia”. Le imprese, quelle che creano “buon lavoro” come lo chiama Papa Francesco, si aspettano proposte concrete, responsabilità istituzionali e, soprattutto, serietà.
Antonio Ferraioli presidente Confindustria SalernoIN
Editoriale
Autunno
per l’Italia
NUMERO
lunga strada alla passione
Primo Piano
Inclusivo e interattivo, il Premio Best Practices
l’Innovazione guarda al 2023
UniVRSafe, la sicurezza
con Babilot
lavoro si impara
Business
Express, da Salerno agli Stati Uniti in 12 giorni
la fortuna aiuta i capaci
Raffaella
Lazzarini e Logimatic, l’ingranaggio perfetto a prova di futuro di Raffaella
Diellemme, il talento è donna di Raffaella
alla meta: unirsi nell’impresa e tra le imprese
Energia pulita ovunque tu sia
Sostenibilità e PNRR: così BCP amplia la propria offerta intervista
comunità intervista a C.
e attenzione agli ultimi intervista a D.
e governare il cambiamento
Privacy
Trasparenza: obblighi informativi e privacy dei dipendenti di Piera Di Stefano............................................................
Norme e Società
nuova mediazione civile: verso la giustizia
settore e appalti pubblici: volontariato e regole
Luigi
sistema produttivo meridionale
digitalizzazione
Casolaro
New entries
la sfida
delle garanzie del MCC, la cartella
pagamento
nulla senza titolo esecutivo giudiziale
crediti di lavoro: la Suprema
INCLUSIVO E INTERATTIVO, IL PREMIO BEST PRACTICES PER L’INNOVAZIONE GUARDA AL 2023
Sulla capacità di fare rete l’iniziativa di Confindustria Salerno ha costruito la sua fortuna dando vita a un ecosistema via via sempre più vivace e integrato. «Proseguiremo in questa direzione» la promessa di Francesco Serravalle, project leader Premio BPI e presidente SIT Confindustria Salerno di Raffaella Venerando
P residente, la macchina organizzativa del Premio Best Practices per l’Innovazione è già all’opera per l’edi zione numero 17. Cosa di certo non mancherà?
Di sicuro, alcuni pillar dello scorso anno trove ranno il rilievo che meritano anche il prossimo. Penso, in primis, all’hackathon, al coinvolgimen to diretto dei più giovani e delle scuole. La gene razione che è già dentro le grandi trasformazioni in atto rientra di diritto nell’orizzonte cognitivo del Premio BPI: abbiamo il dovere di indicare loro una strada, avvicinandoli al mondo delle im prese. L’anno scorso - come mostrato dalle sta tistiche Eurostat - circa quattro giovani su 10 in Campania erano senza lavoro. Avere un tasso di disoccupazione giovanile che sfiora il 38%, tra i 10 più alti dell’Unione Europea, è un problema collettivo di cui ciascuno per la sua parte deve farsi carico. Il nostro è solo un tassello della più
ampia visione della nostra Associazione, da tem po impegnata nel rimarcare la necessità di una formazione scolastica e accademica più in linea con le mutate esigenze del mercato del lavoro. Il coinvolgimento delle persone è e resterà la chia ve del nostro fare innovazione. Anche la collaborazione resterà un elemen to fondamentale della prossima edizione? Certo, nella sua accezione più ampia. La colla boration è una delle condizioni indispensabili per dare vita a innovazioni solide e dai risultati misurabili in termini di velocità, efficienza e ri sparmio.
Del resto, poi, sulla capacità di fare rete il Premio BPI ha costruito la sua fortuna, allargando negli anni le partnership e irrobustendo un ecosistema che si fa via via sempre più vivace, integrato. Nella scorsa edizione pregevoli sono state le new entries. Mi riferisco al ponte creato con la Lu iss - Guido Carli, con Terna, Unina e Talentis. Il
Premio che vogliamo è infatti nativamente in clusivo e le connessioni ne sono le fondamenta. Anche per questo abbiamo aperto un dialogo con la Fondazione con il Sud, per provare - attraver so la promozione di progetti di innovazione so ciale - a rimuovere quegli ostacoli che rendono complesso il proliferare di buone idee andando a
incidere sulle infrastrutture sociali e culturali. Per quanto possibile, il Premio BPI lavorerà proprio in questa direzione, per dare risalto e favorire idee e progetti di innovazione sociale capaci di rispondere a nuovi bisogni, generando un con creto impatto sociale ed economico sulle nostre comunità».
«64 progetti in gara, 150mila persone raggiunte dalle piattaforme social, oltre 10mila visitatori unici al sito web, più di 1000 le presenze fisiche nella due giorni della manifestazione che ha potuto contare sul coinvolgimento di oltre 60 tra partner e sponsor, istituzioni, banche e fondazioni. Sono questi alcuni dei numeri della sedicesima edizione del Premio Best Practices per l’Innovazione di Confindustria Salerno»
UNIVRSAFE, LA SICUREZZA SUL LAVORO SI IMPARA
Attraverso l’esperienza diretta, ripetuta in ambienti virtuali, la si mette in pratica. Ci descrive il progetto Aniello Pascale, co-founder e project manager di Immensive che si è aggiudicato la vittoria dell’edizione 2022 del Premio Best Practices per l’Innovazione di Raffaella Venerando
Vincitore
dell’edizione 2022 del Premio Best Practices per l’Innovazione di Confindustria Salerno è stato il progetto Uni VRsafe, frutto della collaborazione tra Lunaecom e la vostra Immensive che lo ha realizzato. Come funziona e quali esigenze soddisfa il vostro progetto?
Il progetto ha come vision quella di infondere una nuova cultura della formazione in ambito sicurezza nel mondo del lavoro, attraverso un nuovo metodo di formazione che, oltre a riprendere le normative attualmente adottate in materia di sicurezza, si basa sull’esperienza di formazione diretta mediante l’u so della Realtà Virtuale. Ad oggi i comuni corsi di formazione sulla sicurezza, basati su lezioni fronta li, risultano poco efficaci nell’infondere una dottrina che agisca direttamente sul comportamento inconscio dei lavoratori, nei fatti tra le principali cause di infortunio. Attraverso l’esperienza diretta, ripetuta in diverse situazioni in ambienti virtuali, è possibile
colmare questo gap e lavorare nel tempo sul com portamento dei lavoratori. Parliamo quindi non più di conoscere la sicurezza dal punto di vista teorico, ma di metterla in pratica e testarla in una serie di esercizi con tanto di punteggio e report finale. Il vostro target di riferimento qual è e quale, invece, il vostro tasso di crescita?
Ci rivolgiamo ad aziende che hanno reparti di pro duzione diversificati e che svolgono ciclicamente formazione sulla sicurezza dei lavoratori. Dato l’aspetto pioneristico della soluzione che propo niamo, riteniamo che il target dei primi utilizzatori del nostro sistema possano essere le aziende che già perseguono le best practices in materia di sicurezza. Auspichiamo che, in un futuro prossimo, la tecno logia possa scalare anche verso target più piccoli. Il nostro tasso di crescita è sicuramente positivo, ma non parlo in termini economici, o non solo. A cre scere è la consapevolezza, tra gli imprenditori e pro fessionisti, che esiste una tecnologia capace di co
municare in modo innovativo un processo, un’idea o un prodotto. La crescita la leggiamo pertanto nelle aumentate richieste di consulenza da parte di quanti ci chiedono soluzioni per risolvere o semplificare alcuni processi nel loro business. Questo trend ha avuto un’accelerata grazie al nuovo concetto di Me taverso che la popolazione mondiale sta iniziando a conoscere grazie a media. Siamo fiduciosi di essere solo all’inizio della rivoluzione digitale e fieri di es sere parte attiva di questa trasformazione. Rispetto ad applicativi concorrenti in cosa si di stingue il vostro?
Al momento, per come è stato strutturato il sistema, non ci sono veri competitor, piuttosto si trovano in giro esperimenti fatti più o meno nella stessa dire zione. I nostri progetti si distinguono per la cura ver so i dettagli e la qualità grafica degli applicativi ed esperienze VR che proponiamo.
Il progetto, dicevamo, è frutto di un lavoro di col laborazione. Quali competenze differenti lo hanno generato?
Il progetto nasce da un’idea di Michele Poli, im prenditore toscano operante in ambito sicurezza con la società Lunaecom. Dalla partnership con Im mensive è nata l’applicazione reale di questo nuovo metodo di insegnamento, appunto con il software UniVRsafe, grazie alla collaborazione tra esperti in materia di sicurezza ed esperti di sviluppo VR, il mix di competenze necessarie per questo progetto. Generalmente tra gli elementi per avere credito il team che idea e anima un progetto risulta determinante. Il vostro, oltre ai fondatori, da chi è costitu ito e che forza crede abbia oggi e, ancor di più, in prospettiva?
Il nostro team è composto al momento da 7 unità, oltre ai 3 soci fondatori che operano in prima linea in tutte le fasi di processo e gestione aziendale. I nostri profili vanno dal 3D Artist, Developers (Web e non), Modellatori 3D e Responsabile Marketing. L’assetto organizzativo è dunque abbastanza fluido, con competenze diversificate e complementari. La forza del nostro team oggi è quella di riuscire a ri spondere velocemente alle esigenze specifiche dei clienti, perché riusciamo a gestire tutti i processi internamente, senza dipendere quindi da azien de terze, sia nello sviluppo software, sia in quello hardware a complemento dei sistemi/prodotti che offriamo. Crediamo molto nella cultura del Team e nella sua formazione continua, fondamentale per affrontare le sfide che la transizione tecnologica ci
pone davanti. In prospettiva crediamo che la forza sia proprio nella capacità da parte delle persone che selezioniamo di conoscere nuove tecnologie, nuove tecniche, per continuare a rinnovare il carattere di innovazione che contraddistingue Immensive e gli ideali su cui si fonda.
C’è più tecnologia o più “umanità” nella vostra innovazione?
La nostra mission è quella di diffondere sempre di più consapevolezza nell’utilizzo della Realtà Virtua le per risolvere problemi della vita quotidiana. Pos siamo dire quindi che il bilancio tra innovazione e umanità è 50 e 50. C’è molta innovazione in quello che proponiamo, ma senza perdere mai la rotta. Lo scopo ultimo resta sempre l’uomo e il miglioramento e la semplificazione di diverse fasi del suo lavoro. Intelligenza artificiale, blockchain, internet delle cose: ne scelga una su cui scommettere a lungo termine.
Se dovessi scommettere oggi lo farei sull’Intel ligenza Artificiale. Credo siamo ancora ai primi esempi di utilizzo di questa tecnologia che si per fezionerà sempre di più. È affascinante pensare che si può istruire una macchina al ragionamento e che quest’ultimo non sia statico ma si auto-perfezioni sulla base dell’esperienza. Fantastico.
Di cosa ha bisogno il sistema dell’innovazione italiano per creare valore e realtà imprenditoriali che possano avere futuro, mercato e tempo?
Il sistema innovazione in Italia deve creare ponti più saldi con le università. Ad oggi si parla di mi smatching tra le competenze offerte dall’università e quelle richieste dalle aziende innovative. I giova ni dovrebbero avere un accesso semplificato verso corsi di formazione professionalizzanti e incubatori di idee e di impresa che colmino il gap e il senso di disorientamento che molti studenti vivono al ter mine di un corso di laurea. L’università dovrebbe riconquistare la fiducia da parte dei giovani e offire loro tutti gli strumenti necessari per la messa in pra tica di idee innovative.
MUOVERSI FACILE CON BABILOT
Una migliore mobilità urbana grazie alle soluzioni proposte dalla startup napoletana guidata da Giuseppe Carannante, prima nella categoria IoT del Premio Best Practices per l’Innovazione 2022 di Raffaella Venerando
Babilot è stata la startup vincitrice della categoria IoT dell’edizione 2022 del Premio dedicato all’innovazione di Confindustria Salerno. Come funzio na il vostro dispositivo e quali esigenze soddisfa? Babilot è una startup innovativa che rende l’Internet of Things una realtà concreta attraverso la Progetta zione e lo Sviluppo di sistemi intelligenti per sem plificare la vita quotidiana, creando nuovi modelli di mobilità urbana per le Smart City. Le soluzioni proposte promettono di rendere città, dispositivi e veicoli completamente interconnessi grazie all’alto livello di integrazione dei servizi. La nostra archi tettura di sistema è strutturata in tre moduli: P-carpet affidabile Dispositivo IoT brevettato che rileva la presenza delle auto e dimensiona autonomamen te lo spazio libero disponibile, informando in tempo reale sullo stato degli stalli di sosta e parcheggi; P-cloud la piattaforma gestionale per i nostri clienti, Comuni e parcheggi privati, che grazie alla suite di
servizi offerti, garantisce un impatto rapido sulla gestione e controllo della mobilità, aumentandone la redditività, grazie alla lotta contro l’evasione dei pagamenti e la lotta contro la sosta selvaggia e non autorizzata; App dedicata che assiste i nostri user alla guida, automobilista - disabile - p. auto elettri ca, contro gli inconvenienti della mobilità quotidia na, gestendo il tutto con semplici click dal proprio smartphone.
Il vostro target di riferimento qual è e quale, inve ce, il vostro tasso di crescita?
La startup è partner chiave delle città e delle strut ture private di parcheggio, proponendo soluzioni innovative che tutelano in primis i disabili. Grazie alle interazioni con i potenziali clienti, municipali tà e proprietari/gestori di parcheggi privati, oltre al target di utenti, automobilisti e disabili, abbiamo constatato che il problema è reale e sentito, nono stante le soluzioni ad oggi presenti. Ne mancava una che facesse dell’interconnessione e della digitaliz
zazione i propri valori aggiunti in quanto i servizi attualmente disponibili propongono informazioni e servizi frammentati, ripartiti tra le tante piattaforme e realtà. I servizi che la Babilot dedica ai disabili for niscono gli strumenti necessari per rispondere agli abusi, disagi e garantire pronta assistenza contro la “sosta non autorizzata e selvaggia” relativa all’oc cupazione indebita degli stalli a loro adibiti. Bisogni ed esigenze che si sono trasformati, dopo i primi confronti, in crescenti manifestazioni di interesse da parte di enti pubblici, privati e associazioni na zionali di categoria, interessati alle nostre soluzioni innovative.
Rispetto ad applicativi concorrenti in cosa si distingue il vostro?
Ad oggi per poter trovare un posto auto libero im pegniamo più di 15 minuti, per non parlare delle segnalazioni relative alla sosta selvaggia subita dai disabili e disservizi vari. L’obiettivo è alleviare l’automobilista dal frustrante onere della ricerca di uno stallo di sosta libero, giusto e vicino alla pro pria destinazione, supportando i disabili contro la sosta non autorizzata e, allo stesso tempo, apportare benefici alle Città e ai privati attraverso dispositivi e sistemi innovativi che possano migliorare la qua lità della Mobilità quotidiana. I nostri dispositivi e sensori risultano essere i più economici presenti sul mercato, i primi a essere riciclati in quanto siamo molto attenti alle politiche green e di sostenibilità, possono adattarsi a qualsiasi forma e tipologia di area di sosta. La digitalizzazione dei servizi permet te un’interconnessione tra tutti questi e quindi non più singole soluzioni a “silos”, aumentando la tem pestività di intervento, controllo e sicurezza stradale. Il settore della sosta è importante economicamente in quanto se il sistema generale dispone dei giusti equilibri e un Modello di business sostenibile, oltre ad assicurare un importante flusso di ricavi, è an che in grado di generare investimenti bancabili per permettere l’ampliamento dell’offerta di strutture di sosta pubblica con un ricorso minimo ai contributi pubblici. Insomma se da una parte una migliorata gestione della mobilità in ambito parking può ridur re l’inquinamento, lo stress, la qualità della vita in città e lo spreco di denaro e tempo per le municipalità, dall’altro, e non in contrapposizione, c’è la semplice voglia di non girare in tondo alla ricerca di un posto auto libero o ancor peggio vederlo occupa to ingiustamente. Generalmente tra gli elementi per avere credito il
team che idea e anima un progetto risulta determinante. Il vostro da chi è costituito e che forza crede abbia oggi e, ancor di più, in prospettiva?
Il nostro team è composto da uomini e donne che amano il proprio lavoro e che ogni giorno si met tono alla prova con nuove sfide, cercando di dare il loro contributo a rendere la nostra realtà ogni giorno sempre migliore. Attualmente siamo pronti ad acco gliere anche una persona affetta da disabilità, in ve ste di disability manager, perché chi più di chi ogni giorno subisce questi disagi può apportare un note vole valore aggiunto al team. Insomma un gruppo dinamico e in continua evoluzione!
C’è più tecnologia o più “umanità” nella vostra innovazione?
Per noi non c’è innovazione senza umanità. Siamo particolarmente attenti verso i nostri utenti cui dia mo voce puntualmente attraverso questionari, inter viste e campagne di sensibilizzazione.
In ambito innovazione in cosa siamo bravi in Italia?
Come popolo abbiamo una spiccata dote di creati vità che, supportata da competenze tecniche, gene ra grandi risultati. Spirito di sacrificio e capacità di adattamento ci aiutano poi a superare le barriere cre ate dalla burocrazia, dalla mancanza di infrastrutture e dallo scetticismo.
Di cosa ha bisogno il sistema dell’innovazione ita liano per creare realtà imprenditoriali che possano avere futuro, mercato e tempo?
Tre elementi essenziali: riduzione della burocrazia, maggiore supporto alle startup in una fase di “early stage” e, infine, agevolazioni dirette a chi cerca di creare impresa innovativa.
ENERGIA PULITA OVUNQUE TU SIA
Levante e ACS insieme hanno ideato dei pannelli fotovoltaici pieghevoli, realizzati in fibra di carbonio riciclata dall’industria automobilistica. Grazie alla tecnologia IoT integrata, l’utente può monitorarli e controllarli da remoto. Ce ne parla Sara Plaga, co-founder della startup lombarda insieme con Kim Myklebust
di Raffaella Venerando
V incitrice della categoria Green Tech dell’edizione 2022 del Premio BPI di Confindustria Salerno è l’idea pro gettuale di Levante e ACS Advanced Composites Solution. Come funziona e quali esigenze soddisfa il vostro progetto?
Il progetto di Levante e ACS Advanced Com posites Solutions consiste in una collaborazione all’insegna dell’economia circolare che, da una parte, recupera gli scarti di lavorazione della fi bra di carbonio e, dall’altra, consente di creare un pannello fotovoltaico per avere energia pulita sempre con sé. Se si pensa che quasi il 40% della fibra di carbonio utilizzata per la produzione di un’unica auto da corsa viene scartata (circa 250 kg), il progetto messo in piedi dalle due aziende costituisce un’occasione unica per innescare un processo di upcycling: la fibra scartata viene im piegata nella produzione della struttura del pan nello fotovoltaico al fine di renderlo più leggero
e trasportabile. La collaborazione tra Levante e ACS ha come obiettivo la riduzione dell’impat to ambientale di entrambe le aziende e riduce la quantità di scarti e materie prime vergini utilizza te a tutto vantaggio dell’intero processo produt tivo.
Il vostro target di riferimento qual è e quale in vece il vostro tasso di crescita? Il primo mercato che Levante vuole penetrare è quello della nautica, grazie alla conoscenza del settore e alle collaborazioni create con partner strategici. Il prodotto verrà inizialmente ven duto direttamente a velisti e armatori tramite vendita diretta dal sito e-commerce aziendale. Successivamente, sarà venduto anche ad altri utilizzatori finali come camperisti, appassiona ti di viaggi e di natura, ciclisti, digital nomads, globe trotter e chiunque abbia bisogno di creare energia in viaggio, ma anche al singolo utente che vuole risparmiare le bollette e utilizzare il
pannello in giardino oppure sul proprio veicolo. Rispetto ad applicativi concorrenti in cosa si distingue il vostro?
Le soluzioni ad oggi utilizzate per avere energia in un formato portatile sono pannelli fotovoltaici pieghevoli, ingombranti e difficili da trasportare e da installare. Lo spazio occupato dai pannelli fotovoltaici va ad interferire sulla facilità di mo vimento e i pannelli rimangono installati anche se la barca non viene utilizzata. Il pannello di Levante si installa su una piccola superficie ed è di minor ingombro, quando non viene utiliz zato può essere chiuso, rimosso dal veicolo ed utilizzato in altri contesti, mentre da aperto è una struttura rigida e autoportante non vincolata ad una superficie. Levante ha ideato un pannello che viene prodotto con il 30% di materiali rici clati. Inoltre un solo pannello può avere utilizzi diversi, permettendo di avere una versatilità di utilizzo.
Il progetto, dicevamo, è frutto di un lavoro di collaborazione. Quali competenze differenti lo hanno generato?
Il co-founder di Levante Kim Myklebust pro viene dall’automotive e motorsport, settore in cui ha sviluppato competenze nella lavorazio ne di materiali in composito e fibra di carbonio per la progettazione di auto da corsa. Nel corso di questa esperienza ha conosciuto la realtà di ACS, azienda operante in campo internaziona le che si occupa della lavorazione di compositi.
La combinazione delle competenze verticali dei founder con la tecnologia ed esperienza del team di ACS hanno dato vita al progetto di riciclo del composito per il recupero degli scarti di fibra di carbonio.
Generalmente tra gli elementi per avere credito il team che idea e anima un progetto risulta de terminante. Il vostro, oltre ai fondatori, da chi è costituito e che forza crede abbia oggi e, ancor di più, in prospettiva?
Il nostro team presenta una combinazione di competenze che permette una base solida da cui partire per la crescita del business: sviluppo del prodotto e software, marketing e amministrazio ne con un’elevata attenzione alla sostenibilità.
Sara Plaga e Kim Myklebust, i due founder, si occupano di curare i rapporti con i partner ed espandere il network di Levante così come della parte tecnica relativa alla ricerca di nuove tec
Sara Plaga e Kim Myklebustnologie e alla R&S. Elisa Prato si occupa della sostenibilità del progetto con riferimento alla cir colarità di prodotto e alla promozione di una cul tura sostenibile con gli stakeholder. Isacco Rossi si occupa del software e della tecnologia IoT, svi luppando le componenti software presenti all’in terno del pannello e curandone l’aggiornamento. C’è più tecnologia o più “umanità” nella vostra innovazione?
Si tratta sicuramente dell’unione dei due elemen ti. Le nostre innovazioni tecnologiche sono state ispirate da motivazioni etiche: gli stessi founders hanno deciso di lasciare i propri lavori da dipen denti per fare qualcosa di significativo per un Pianeta migliore. La progettazione del pannello fotovoltaico è stata ispirata a principi di econo mia circolare ed ecodesign, in modo da limitare l’impatto che l’attività di un’industria come quel la energetica può avere sull’ambiente. Inoltre, Levante è stata costituita come Società Benefit: la visione dell’azienda prevede di rendere l’ener gia accessibile ovunque, in particolare a chi ne ha più bisogno.
Di cosa ha bisogno il sistema dell’innovazione italiano per creare valore?
La collaborazione con altre realtà come startup e corporate è sicuramente uno degli aspetti positivi che abbiamo riscontrato nella nostra esperienza, che permette di entrare in contatto con partner strategici sia tecnologici che di business per lo sviluppo del prodotto, il go-to-market e lo scale up. L’elemento più importante dovrebbe esse re la promozione di una cultura aperta al voler rischiare, sbagliare e fare errori per incentivare la nascita di nuove realtà imprenditoriali. Biso gna normalizzare, supportare e promuovere un mindset in cui l’errore diventa un’opportunità: di crescita, di miglioramento, di apprendimento, di azione, di scoperta, di misura.
SOSTENIBILITÁ E PNRR: COSÌ BCP AMPLIA LA PROPRIA OFFERTA
ESG@BCP, la nuova gamma di finanziamenti per accompagnare le imprese nei progetti di crescita sostenibile di Raffaella Venerando
Leprospettive economiche, a causa dell’emergenza energe tica e del caro prezzi delle materie prime, creano incertezza sui mercati anche finanziari. Che riflessi ci sono o ci saranno sulla qualità del credito alle imprese e sul rischio creditizio?
Siamo nel pieno di una nuova fase di sfi dante complessità in continua evoluzione; i cambiamenti cui avevamo assistito nel periodo del lockdown sono già superati, stiamo ora affrontando inflazione e alto costo delle materie prime e dell’energia: problemi molto sentiti dalle aziende che hanno già reagito, o stanno reagendo, anche attraverso l’adozione di misure atte ad attenuarne gli impatti.
I gravi eventi della guerra stanno generan do una forte incertezza su un’economia mondiale che già negli ultimi quindici anni aveva subito sconvolgimenti conse guenti prima alle crisi finanziarie e poi alla
pandemia, rendendo quindi sempre più pressante la necessità di dover affrontare contesti mutevoli, in cui il nodo della si curezza energetica assume un’importanza strategica a livello europeo per assicurare la sostenibilità economica e ambientale nel medio e lungo periodo.
Tale scenario avrà sicuramente ripercus sioni sul rischio creditizio, ma penso che sia le imprese, sia le banche siano oggi in grado di affrontare tale impatto con mino re stress rispetto al passato.
Di contro abbiamo la grande opportunità del PNRR, che potrebbe aiutare a ridurre il noto gap strutturale, anche grazie a un desiderio di rilancio da parte delle azien de che negli ultimi anni hanno dovuto far fronte a sfide impreviste.
La nostra Banca continua a dare soste gno alle imprese che si trovano oggi a sopportare maggiori costi, impegnandosi nel ruolo di facilitatore delle misure del
PNRR, con una forte attenzione al rispetto dei valori ESG, consapevole del grandissimo valore espresso dalle energie imprenditoriali del nostro territorio. Il digitale ha riconfigurato di molto gli istituti di cre dito. Il vostro come è cambiato, specie nel rapporto con la clientela?
Certamente la pandemia ha dato una spinta forte al processo di innovazione e digitalizzazione che ave vamo già avviato, portando nuove opportunità per noi e per la nostra clientela. Abbiamo repentinamen te rivisto i nostri modelli e processi organizzativi per fronteggiare i nuovi scenari e rispondere alle muta te esigenze, consolidando nel mentre la relazione con i clienti e garantendo loro non solo soluzioni digitalizzate ma anche competenza e consulenza di elevato profilo. In un mondo come questo in rapida evoluzione tecnologica, il nostro ruolo è finalizzato a stimolare l’attitudine all’utilizzo di strumenti evo luti atti sostenere la crescita economica del territorio affiancando la clientela Imprese nei nuovi business, nei nuovi mercati internazionali, aiutandola a coglie re nuove opportunità. Quest’anno anche il Premio BCP di Confindustria Salerno ha riservato ampio spazio ai valori ESG. Nella vostra banca che trasformazioni stanno por tando con sé?
Negli ultimi anni la crescente diffusione della cultura della sostenibilità ha determinato per la nostra Banca un’attenzione sempre più crescente per la tematica, con l’integrazione dei fattori ESG all’interno delle nostre strategie di business.
Come Banca, per tradizione e mission attenta ai va lori etici e sociali, abbiamo infatti avviato da tempo un percorso orientato alla sostenibilità e una serie di azioni che generino un impatto positivo e concreto attraverso innanzitutto la diffusione della cultura ESG, in particolar modo con il supporto alle nostre Imprese per accompagnarle e facilitarle nel percorso di transizione verso nuovi modelli di business soste nibili con finanziamenti in linea con le strategie delle singole aziende.
Le variabili ESG, legate ad ambiente, impatto sociale e governance, stanno ridisegnando in modo profon do l’attività bancaria. Noi sentiamo forte il ruolo di “cinghia di trasmissione” per facilitare - attraverso la cosiddetta “Finanza Sostenibile” - una crescita eco nomica equilibrata ed inclusiva e favorire realmente la transizione verso un’economia “verde”. Per sup portare le imprese orientate a migliorare il loro pro filo di sostenibilità, e affiancarle in un percorso di
cambiamento strutturale in cui le decisioni di natura economica e finanziaria siano correlate agli impatti ambientali, sociali e di governo, abbiamo attivato la nuova gamma di finanziamenti ESG@BCP destina ta a incentivare i progetti di crescita sostenibile delle imprese. Le tematiche ESG sono divenute, sempre più di frequente, driver per la distribuzione di prodot ti e servizi di investimento. Anche i risparmiatori di tipo retail stanno mostrando attenzione ai profili di “sostenibilità” nella scelta dei propri investimenti. In BCP, per integrare i principi ESG nel processo di investimento dei nostri clienti, abbiamo arricchito il paniere prodotti con fondi orientati alla sostenibilità. Come il vostro istituto di credito favorisce la conti nuità alla crescita e all’innovazione delle imprese? Potrei rispondere con i risultati conseguiti dalla Ban ca in tale ambito, preferisco invece rifarmi alla nostra mission che sentiamo come responsabilità sociale. Essere banca di territorio come la nostra ci dà l’op portunità di offrire una consulenza personalizzata, vicina alle reali esigenze delle nostre Imprese. La no stra capacità di ascolto e adattamento è per forza di cose molto più sviluppata. Siamo strutturati per fornire alle PMI una guida nei percorsi orientati alla sostenibilità, al rispetto dell’am biente, alla ricerca di soluzioni innovative, alla defi nizione di processi d’internazionalizzazione. Siamo molto attenti all’evoluzione tecnologica e pronti ad adeguarci con flessibilità ai cambiamenti del merca to, per rispondere prontamente alle esigenze del terri torio, puntando all’innovazione e alla digitalizzazio ne per migliorare la qualità dei nostri servizi.
«Noi sentiamo forte il ruolo di “cinghia di trasmissione” per facilitare - attraverso la cosiddetta “Finanza Sostenibile” - una crescita economica equilibrata e inclusiva e favorire realmente la transizione verso un’economia “verde”»
COSTRUIRE COMUNITÁ
Per il presidente di Fondazione con il Sud non si risolvono povertà e disuguaglianze con il solo aumento del Pil. E in tema di divario territoriale invita a chiedersi se «ciò che rende così lontani il Nord e il Sud del Paese sia solo una questione di reddito, o se riguardi il livello di coesione sociale, di senso comunitario, di cultura della legalità diffusa e, più precisamente, di qualità della convivenza civile» di Raffaella Venerando
Uno degli ambiti di interes se e azione di Fondazione con il Sud è lo sviluppo del capitale umano di eccellen za, per valorizzare i giovani talenti e attrarre i “cervelli” al Sud; Sud che - secondo lei - non ha meno servizi so ciali perché povero, ma è povero per ché non si è investito nel sociale. In che modo la sua Fondazione contri buisce da tempo a recuperare questo storico ritardo promuovendo al contempo innovazione sociale?
La Fondazione con il Sud, ormai da 15 anni, porta avanti concretamente l’idea che per creare sviluppo nel Mezzo giorno non servono, o meglio non ba stano, le soluzioni e gli investimenti di denaro che arrivano “dall’alto”. Sono utili e importanti, ma non possono es sere sufficienti se non si ascolta il ter ritorio, se non si mettono in rete le sue
energie buone, se non si tiene conto dei bisogni ma anche delle risorse, se non si ascoltano le esigenze e le possibilità espresse da chi ogni giorno si “rimboc ca le maniche” per migliorare il luogo in cui vive. E la vera chiave è il “con”, il costruire insieme. Per questo motivo la Fondazione punta sul lavoro di reti di organizzazioni, mettendo al centro il terzo settore, conoscitore profondo e competente delle dinamiche e dei bi sogni delle comunità locali. In questi anni la Fondazione con il Sud ha so stenuto oltre 1.500 iniziative, tra cui la nascita delle prime 6 fondazioni di comunità meridionali, coinvolgendo 6.500 organizzazioni diverse - tra non profit, enti pubblici e privati - ed ero gando complessivamente 264 milioni di euro.
Restando in tema, il contrasto alla dispersione scolastica è al centro del
vostro impegno. Al Sud anche la scuola è più disuguale. Come si dovrebbe agire perché possano essere garantite a tutti le stesse opportuni tà formative?
La Fondazione si è occupata direttamente di que sti temi fino al 2016, anno in cui è nata l’Impresa Sociale Con i Bambini, interamente partecipata dalla Fondazione, per attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, previsti dal Protocollo d’Intesa stipula to tra il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Mini stro del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Pre sidente di Acri, l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria. Fino ad oggi Con i Bambini ha sostenuto con quasi 340 milioni di euro oltre 400 progetti in tutta Italia che coinvolgono mezzo milione di bambini e ragazzi insieme alle loro famiglie. Attraverso i progetti sono state messe in rete oltre 7.200 organizzazioni, tra Terzo settore, scuole, enti pubblici e privati rafforzando le “comunità educanti” dei territori. La vera chiave del cam biamento sta proprio nel concetto di “comunità educante”: la responsabilità dei bambini e dei ra gazzi, della loro crescita, educazione e benessere non è affidata ad un’unica agenzia educativa, ma all’intero sistema di relazioni e persone che ruota attorno ai minori. È attraverso una comunità che educa e che, ascoltando, si lascia educare, che immaginiamo la lotta alle disuguaglianze di cui la povertà educativa è una delle rappresentazioni più drammatiche e inaccettabili.
Il Paese deve convincersi che l’educazione dei bambini e dei giovani è una questione priorita ria, perché è “con” loro che si costruisce il futu ro. Non sono tanto le risorse economiche, quindi, ma l’impegno, la partecipazione e la valorizza zione delle persone e delle comunità la premessa per lo sviluppo futuro. La sfida del Fondo e più in generale delle nostre comunità è proprio quella di investire sul capitale sociale, vera condizione dello sviluppo. Investendo sui bambini e sui gio vani, il Paese si assicurerà un futuro migliore. Come dicevo, in questo quadro svolge un ruolo molto importante il Terzo settore: organizzazioni radicate sui territori, conoscitrici quindi delle esi genze, dei disagi e delle potenzialità da coltivare. Una legge del Regno d’Italia permetteva ai soci delle cooperative di produrre e distribuire
energia. Oggi questo modello democratico so pravvive nelle comunità energetiche, che pro ducono e gestiscono energia pulita. Un esempio di transizione energetica che approda anche al Sud. Qual è il ruolo della sua Fondazione nella comunità di Napoli Est?
La Comunità Energetica di Napoli Est, promossa da Legambiente in collaborazione con la Fonda zione Famiglia di Maria e sostenuta dalla Fonda zione con il Sud, è un esperimento che da marzo 2021 ha già coinvolto 20 famiglie in una vera e propria “rivoluzione culturale”, perché basata sul concetto di sostenibilità come obiettivo non sol tanto ambientale ma anche e soprattutto sociale. Il tetto della sede della Fondazione Famiglia di Maria ospita oggi un impianto solare da 53 kw e, per la prima volta in Italia, l’energia prodotta è condivisa con le famiglie di un quartiere dif ficile, in cui è radicato il fenomeno dell’abusi vismo energetico. Per questo è stato importante realizzare una forte campagna di sensibilizzazio ne, anche grazie all’aiuto dei giovani della zona, per coinvolgere le famiglie che ora risparmiano, sfruttando energia pulita, rinnovabile e legale. Quello di San Giovanni a Teduccio è un esperi mento che dimostra, ancora una volta, quanto sia insostituibile il ruolo del Terzo settore, per la sua capacità di “costruire”, con fatica, ma con suc
«La Fondazione ha recentemente promosso un bando da 1,5 milioni di euro per favorire la nascita di “comunità energetiche” nelle regioni meridionali, con l’obiettivo di promuovere processi partecipati di transizione ecologica dal basso e ridurre la povertà energetica in cui vivono le famiglie che si trovano in situazioni di difficoltà economica e sociale»
cesso, comunità. Per queste iniziative bisogna infatti tessere rapporti positivi con i cittadini, le istituzioni, le imprese. Partendo da questa prima esperienza la Fondazione ha recentemente pro mosso un bando da 1,5 milioni di euro per fa vorire la nascita di “comunità energetiche” nelle regioni meridionali, con l’obiettivo di promuo vere processi partecipati di transizione ecologica dal basso e ridurre la povertà energetica in cui vivono le famiglie che si trovano in situazioni di difficoltà economica e sociale. Come al solito l’obiettivo della Fondazione non può essere quel lo di risolvere grandi problemi, ma di mostrare che sono possibili strade innovative, efficienti ed efficaci per affrontare problemi complessi. E che il segreto per innescare veri percorsi di cambiamento, per combattere le diseguaglianze, per promuovere lo sviluppo dei territori non è re alizzare interventi “per” i più fragili, ma “con” i più fragili.
Allargando e allungando lo sguardo di cosa e di chi ha bisogno il Mezzogiorno? È necessario capovolgere il paradigma dominan te. Non si risolvono la povertà e le disuguaglian
ze se cresce il PIL. Chiediamoci innanzitutto, se riamente, se ciò che rende così lontani il Nord e il Sud del Paese sia solo una questione di reddito, o se riguardi il livello di coesione sociale, di senso comunitario, di cultura della legalità diffusa e, più precisamente, di qualità della convivenza civile. É ovvio che le differenze in termini di ricchezza disponibile incidono sulle condizioni di vita, ma questa valutazione non è sufficiente. Io credo che non possa esserci nessuna reale e credibile op portunità di sviluppo per il Mezzogiorno se non cambiamo punto di vista, iniziando ad investire su quella che è la vera priorità per il Sud e per la sua crescita: la coesione sociale. La questione meridionale è diventata, se non è sempre stata, una questione sociale: di nuove po vertà, di diversi bisogni, di frammentazione del tessuto civile. Sono le differenti condizioni di vita e il diverso grado di opportunità offerto dai territori ad allontanare davvero il Sud dal Nord. Prenderne atto e intraprendere una strada che vada in questa direzione è indispensabile e rap presenta un gesto di vera responsabilità che deve coinvolgere, in primis, i meridionali.
SOLIDARIETÁ E ATTENZIONE AGLI ULTIMI
L’impegno per la coesione sociale ma anche per lo sviluppo del capitale umano nelle parole del presidente Credendino di Raffaella Venerando
Presidente,
prima l’emergenza sanitaria, ora caro bollette e aumento esorbitante dei prezzi stanno mettendo in ginocchio famiglie e impre se. Dal suo osservatorio quali sono i bisogni più diffusi e complessi e in che modo, come Fondazione, provate a darvi risposta?
La Fondazione Carisal ha scel to, in questo difficile periodo, di impegnarsi a fondo, provando a dare risposte soprattutto a quan ti si trovano alle prese con pro blemi di vivibilità quotidiana. Persone e famiglie che - a causa della pandemia e dell’inaspet tato rincaro delle risorse energetiche dovuto al conflitto bel lico - non riescono a gestire la forte contrazione delle proprie risorse economiche e, quindi, si trovano costrette a rinunciare a quanto, sebbene con difficoltà, avevano in qualche modo rag giunto. Tenendo fede al nostro oggetto sociale, siamo partiti dagli ultimi, come era giusto, da quanti hanno la concreta esi genza di organizzare la propria
sopravvivenza. E siamo lieti di avere contribuito ad aprire un percorso che, nei limiti delle ri sorse disponibili, proseguiremo sulla base di un valore che rite niamo essenziale: la solidarietà. Vigileremo ancora su questa strada, tenendo conto che il no stro è un contributo di piccole dimensioni, ma estremamente importante e significativo in termini di valore assoluto per la nostra comunità salernitana. Tra i vostri ambiti di interven to figura la formazione ma anche la ricerca scientifica e tecnologica. Quali i progetti a sostegno dello sviluppo innovativo di nuove idee di impre sa?
La formazione resta un punto fermo nella nostra strategia, ma aumenta l’esigenza di tutelare la qualità di questa azione così determinante, soprattutto per i giovani del nostro territorio. È in questa direzione che, per esempio, si spinge il proget to Refarm, una vera e propria "fattoria di opportunità" per coltivare e valorizzare lo straor dinario capitale umano dell’im
prenditoria innovativa. E pro prio Refarm - acceleratore di idee imprenditoriali, finanziato dalla Regione Campania - è già localizzato nel nuovo com plesso di San Michele che a sua volta, al di là del suo consistente valore artistico e istituzionale, accoglie anche la sede operati va di questa importante iniziati va, nata per sostenere e portare avanti concretamente idee le gate al concetto della auto-im prenditorialità, abbinandole al principio-chiave della ricerca scientifica e tecnologica.
«Refarm è un acceleratore di idee, lanciato dal progetto IN.TE.S.E. finanziato dalla Regione Campania e realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana»
ANTICIPARE E GOVERNARE IL CAMBIAMENTO
Vincenzo Villani, responsabile Economia digitale Banca Sella, condensa la filosofia del Gruppo: «Monitoriamo le tecnologie di frontiera. Per questo abbiamo scelto di premiare Innoida nel corso dell’edizione 2022 del Premio Best Practices per l’Innovazione»
Venerando
Quest’anno anche il Premio BPI di Confindustria Sa lerno ha riservato ampio spazio ai valori ESG. Nella vostra banca che tra sformazioni stanno portando con sé?
L’attenzione ai temi della so stenibilità è sempre maggiore e il gruppo Sella è guidato dalla consapevolezza che i risultati economici non possono essere disgiunti dall’impatto positivo sull’ambiente e sulla comuni tà. Il Gruppo, proprio in ambi to sostenibilità, ha definito una strategia di lungo periodo che, da una parte, punta a miglio rare costantemente le proprie performance sociali e ambien tali, dall’altra di essere promo tore di una economia innovati va e sostenibile, supportando i propri clienti nel processo di transizione verso una econo mia ad impatto ESG positivo. Nel corso dello scorso anno, inoltre, il Gruppo è stato tra i primi in Italia a realizzare la "carbon neutrality" grazie all’attuale piano di mitiga zione delle emissioni di CO2 e al finanziamento di alcuni progetti internazionali per la compensazione delle emissio ni residue in collaborazione con LifeGate. Banca Sella, più in particolare, ha messo a disposizione della propria clientela prodotti ad hoc come
i mutui “green” per sostene re le famiglie nell’acquisto di abitazioni ad alta efficienza energetica e le aziende nell’ac quisto, la ristrutturazione o la riqualificazione energetica di immobili ad uso residenziale o strumentale, con l’obiettivo di migliorarne l’efficienza ener getica e contribuire così anche alla diffusione di immobili più sostenibili.
Recentemente la banca ha reso disponibili nuovi fondi a soste gno delle aziende che intendo no partecipare al bando "Parco Agrisolare" previsto dal PNRR il cui scopo è incentivare l’in stallazione di impianti fotovol taici nel settore agricolo, zoo tecnico e agroindustriale. Cosa vi ha convinti a scegliere quest’anno Innoida?
Di Innoida ci ha colpito la ca pacità di esprimere una concre ta applicazione di tecnologie di frontiera, come l’utilizzo di reti
neurali e strumenti di Intelli genza Artificiale, con soluzioni verticali nel settore manifattu riero (e non solo).
Innoida si innesta in quel cro cevia di tecnologie che è chia mato oggi Metaverso e in cui stiamo investendo, ad esempio con il programma di scouting e accelerazione Metaverse 4 Finance, il primo programma italiano di accelerazione in questo campo, promosso dal Gruppo Sella e realizzato dal suo venture incubato dpixel. Il Gruppo è da sempre molto atti vo nel monitorare le tecnologie di frontiera per coglierne in an ticipo le potenzialità.
Per avvicinarsi sempre di più a questo nuovo mondo virtuale ancora in fase di costruzione, le startup che partecipano al programma proporranno solu zioni in grado di anticipare e guidare gli sviluppi della tec nologia e contribuiranno ad aumentare la velocità dei pro cessi di innovazione di grandi e piccole aziende.
Guardiamo con molto inte resse anche alle possibili ap plicazioni nel settore finance con l’obiettivo di anticipare e governare il cambiamento nel settore.
Vogliamo infatti essere anti cipatori ed esploratori di tutte le nuove tecnologie che si di mostrino utili ai nostri clienti e nella loro relazione con la
IL SISTEMA PRODUTTIVO MERIDIONALE E LA SFIDA DELLA DIGITALIZZAZIONE
Necessario recuperare terreno per aumentare la produttività, l’innovazione e l’occupazione, garantendo al contempo un accesso più ampio all’istruzione e alla cultura capaci di colmare i divari territoriali
di Agnese Casolaro e Autilia Cozzolino | Ricercatrici Ufficio Economia delle Imprese e del Territorio, SRM www.sr-m.it
La dotazione di un’infrastruttura scientifica e tecnologica adeguata e l’investimento nel le competenze digitali del capitale umano sono condizioni indispensabili affinché la trasformazione digitale dell’impresa sia foriera di oc casioni di sviluppo. Come si caratterizzano le imprese italiane e meridionali rispetto ai suddetti aspetti? Per valutare l’andamento dei processi di digitalizzazione si considera il Digital intensity index, un indicatore com posito che prende in considerazione 12 caratteristiche specifiche di digitalizzazione volte ad identificare le aree nelle quali le imprese italiane incontrano maggiori difficoltà.Per l’edizione 2022 dell’indice di digitalizza zione dell’economia e della società (DESI, Commis sione Europea) l’Italia si colloca al 18º posto fra i 27 Stati membri dell’UE. Sussistono carenze significative per quanto riguarda il capitale umano. Rispetto alla media UE, l’Italia registra livelli di competenze digi tali di base e avanzate molto bassi (solo il 36,5% di cittadini con Competenze digitali di base o superiori, a fronte del 54% dell’Ue). Anche il numero di specialisti e laureati nel settore TIC è molto al di sotto della media UE. Queste carenze in termini di competenze digita li si riflettono nel modesto utilizzo dei servizi online, compresi i servizi pubblici digitali. Sebbene il paese si collochi in una posizione relativamente alta nell’offerta di servizi pubblici digitali (egovernment), il loro utilizzo rimane scarso.
Negli ultimi anni, si evidenzia un continuo migliora mento dell’indicatore (era 25 °nel 2020 e 20° nel 2021) grazie alla combinazione di progetti e investimenti eu ropei, ma la crescita delle persone con skill digitali in Italia procede a rilento, con un tasso annuo medio di crescita composto nel periodo 2015 - 2021 (CAGR) pari all’1,1%. Per colmare il gap delle competenze digitali occorre far leva sull’istruzione formale, sulla
formazione continua on the job, sulla valorizzazione dei bacini e delle comunità periferiche a forte rischio di esclusione. In riferimento alle imprese, sono presenti dei ritardi nell’utilizzo di tecnologie come il cloud e i big data, così come per quanto riguarda l’adozione del commercio elettronico. In generale, nel 2021, l’80% delle imprese italiane con almeno 10 addetti si colloca a un livello “basso” o “molto basso” d’adozione dell’I CT, non essendo coinvolte in più di 6 attività tra le 12 considerate dall’indicatore europeo di digitalizzazione. Ancora più evidente è il contesto meridionale che si caratterizza per una più elevata percentuale di impre se con un livello d’adozione dell’ICT basso: 83,2%. Benché si rilevi un miglioramento rispetto all’anno precedente (la suddetta percentuale era più elevata 87,1%, 82% per l’Italia), continua ad esserci un divario nel livello di digitalizzazione delle imprese meridiona li rispetto a quelle nazionali; divario che si evince non solo dai dati sulla professionalità ICT nelle imprese, ma anche da quelli sulla dotazione di un’infrastruttura scientifica e tecnologica. Tuttavia, si riscontrano alcu ni segnali di reazione alle difficoltà emerse negli ulti mi tempi a causa della pandemia. Nel Mezzogiorno, come in Italia, si osserva una rilevante crescita della quota di imprese che forniscono sui propri siti web informazioni sui prodotti offerti (+22,4p.p., dal 28,2% nel 2019 al 50,5% nel 2021). In aumento, più del dato nazionale, anche la quota di imprese con almeno 10 addetti che hanno un sito Web o almeno una pagina su Internet, che utilizzano connessioni in banda larga fissa o mobile, che forniscono ai propri addetti dispo sitivi portatili e connessioni mobili, che hanno accesso ad internet. Cresce, in linea con il dato nazionale, anche il numero di imprese con vendite on-line. Non manca no poi fattori che possono favorire il trasferimento tec nologico all’interno del tessuto produttivo, soprattutto
in riferimento al contesto meridionale, per il quale si evidenzia:
• Un’accentuata voglia di impresa. Il Sud è la pri ma area nazionale in cui si registra il maggior numero di iscrizioni di nuove imprese: al II trimestre del 2022 risultano iscritte 27.015 imprese che rappresentano il 32,7% dell’Italia.
• Un rilevante contributo dell’imprenditoria giovanile. Al I trimestre 2022, sono attive 170.180 imprese giovanili, il 40% del dato nazionale. Il Mezzogiorno è l’area con il più elevato tasso di imprenditorialità gio vanile (9,8%, in Italia 8,3%).
• Una crescente diffusione di PMI e Startup innovative. A luglio 2022 si rilevano 485 PMI innovative, pari al 20,4% dell’Italia (2.377), in crescita del 16% ri spetto all’anno precedente (Ita +20%) e 3.785 Startup innovative, pari al 25,8% dell’Italia (14.687), in cresci ta del 12% (Ita +8%).
• La presenza di poli tecnologici. Si rilevano nell’area 6 dei 24 poli tecnologici nazionali: Polo aerospaziale della Campania, Polo ICT di Catania, Polo farmaceuti co di Catania, Polo ICT dell’Aquila, Polo aerospaziale della Puglia e Polo farmaceutico di Napoli.
• Sviluppo di importanti iniziative di collegamento tra il mondo accademico e l’economia reale. Netval, Contamination Lab, MediTech (il Competence Center del Sud Italia), L’Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani, distretti tecnologici, AGCOM. Occorre realizzare con velocità, decisione e chiarezza di obiettivi il sistema di riforme previsto dal PNRR. In particolare, la prima missione “Digitalizzazione, inno vazione, competitività, cultura e turismo” sostiene la
transizione digitale del Paese, nella modernizzazione della pa, nelle infrastrutture di comunicazione e nel sistema produttivo. Alla Missione 1 vengono desti nati circa 49 mld di euro, ripartiti tra tre componenti: 11,12 mld di euro per “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della PA”, 29,77 mld di euro per “Digita lizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo” e 8,14 mld di euro per “Turismo e cultura 4.0”. Il Mezzogiorno è destinatario di quasi 15 miliardi di euro, pari a circa il 30% delle risorse complessiva mente stanziate per la Missione. Non va, comunque, tralasciata la presenza di altri strumenti dedicati alla Ricerca. È, ad esempio, il caso dei programmi a valere sui fondi strutturali, quali il PON “Ricerca e Innovazio ne” ed i POR 2014-2020. Il PON, in particolare, con l’obiettivo di contribuire al miglioramento della qualità dell’istruzione superiore e al rafforzamento della ricer ca, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione, rea lizzando gli obiettivi della politica di coesione dell’Ue a favore delle proprie aree territoriali più svantaggiate, ha messo in campo per il settennio appena concluso quasi 1,2 miliardi di euro di risorse. Anche se comple tamente impegnate, l’attuazione in termine di spesa, al 30 giugno 2021, raggiunge appena il 42% denotando, quindi, la presenza di investimenti ancora in corso che andranno coordinati non solo con le nuove risorse del PNRR ma anche con quelle della nuova Agenda di Programmazione 2021-2027. La rivoluzione digitale rappresenta un’enorme occasione per aumentare la produttività, l’innovazione e l’occupazione, garantire un accesso più ampio all’istruzione e alla cultura e col mare i divari territoriali.
Variazione dei alcune variabili ICT nelle imprese con almeno 10 addetti nel periodo 2019-2021 (punti percentuali). Confronto Italia-Mezzogiorno
BSQ SECURITY CONTROL: SOLUZIONI COMPLETE PER IL FLEET MANAGEMENT
Un unico partner per incrementare l’efficienza, la produttività e la sicurezza della gestione della flotta aziendale attraverso una piattaforma integrabile e personalizzabile
Rebitral è l’azienda del gruppo BSQ Security che na sce nel novembre del 2019 dall’idea imprendi toriale e dall’esperienza de cennale nel fleet management - ovvero nella gestione della flotta aziendale - di Emanue le Allegretti. L’azienda opera nell’ambito dei prodotti e servizi per il fleet management, con il marchio BSQ Security Control.
Strumenti altamente tecnolo gici e personale specializzato sono in grado di garantire ai clienti un efficiente monito raggio degli asset aziendali attraverso una piattaforma unica, integrabile e personalizzabile.
Tra i principali servizi e pro dotti offerti, vanno compresi: gestione flotta; sistema di an tirapina satellitare; controllo carburante; controllo tempera
tura; riconoscimento rimorchi, comunicazione con operatori; monitoraggio tachigrafo, ore guida e manutenzione; fuel web; ETA (Estimated Time of Arrival) e installazione e ma nutenzione dei sistemi di tele metria. A differenza di molti provider che offrono sistemi di localizzazione, Rebitral propone ai propri clienti una gamma di soluzioni com plete, senza necessità di ri correre ad integrazioni con dispositivi di terze parti e con il vantaggio di interfacciarsi con un’unica struttura aziendale.
La Rebitral, con il suo mar chio BSQ Security Control, ha sede a Salerno, Roma e Vero na. Dal 2019 ad oggi l’azienda è stata in grado di incrementa re i numeri della sua attività: Dipendenti: 25. Fatturato 2022: +60% rispet to al 2021.
Clienti: 290. Entro il 2023 l’azienda prevede l’apertura di ulteriori due sedi in Italia: Pa lermo, Bari e una in Spagna, a Barcellona, e l’assunzione di almeno altre 10 unità lavorati ve.
Rebitral Srl | BSQ
Security Control
Sede Legale | Via Manzo, 15 84100 - Salerno - Tel: 081 18533292
Sedi operative | Sud Italia | Via della Libertà, 102 84086 Roccapiemonte (SA)
Centro Italia | Via Francesco Antolisei, 6 - 00173 Roma (RM)
Nord Italia | Via Corte Ronchi, 81 37015 - S. Ambrogio di Valpolicella (VR) www.bsqsecurity.it marketing@bsqsecurity.it
GRUPPO D’AURIA, LUNGA STRADA ALLA PASSIONE
Il Gruppo, che vede al volante la prima e seconda generazione, conta oggi due sedi sul territorio con all’attivo più di 50 operai impiegati nella produzione di autobus anche elettrici
a cura della
Alla fine degli anni Settanta i fratelli D’Auria - Andrea e Fabio, insieme al cugino Domenico - sono impie gati come operai specializzati all’interno di una delle principa li carrozzerie di trasformazione per autobus dell’epoca. Dopo diversi anni di esperienza sul campo decidono di mettersi in proprio fondando dapprima la Fabio D’Auria Carrozzeria per Autobus, poi la D’Auria Srl che si occupa di commercializ zazione autobus usati da e per l’Europa e, infine, le Officine D’Auria, azienda di costruzio ne di minibus turistici fino a 33 posti. Partito da una piccola carroz zeria sotto casa, il gruppo conta oggi due sedi sul territorio con all’attivo più di 50 operai. La crisi globale imposta dall’emergenza COVID-19 è stata superata puntando sulla ristrut turazione aziendale. In questi mesi di forte incertezza, sono stati affrontati temi importanti
come l’apertura di un diparti mento interno per la gestione della qualità, con certificazione ISO 9001:2015, la riforma dell’organigramma aziendale e divisione dei compiti interni, oltre al cambio di tutto l’appara to gestionale a livello software. Il cambio di passo ha quindi imposto una riorganizzazione anche societaria, terminata nella fusione per incorporazione tra le varie società del gruppo, ultima ta con la fondazione del Gruppo D’Auria srl.
Nel 2020 il Gruppo D’Auria srl amplia ulteriormente il suo por tafogli prodotti avviando una collaborazione internazionale con la lituana Altas Auto per la costruzione e commercializ zazione di minibus a trazione interamente elettrica. Oggi i tre quarti della forza produtti va sono impiegati nella nuova sede di Sant’Egidio del Monte Albino che produce media mente più di 80 veicoli l’anno per un mercato che va dalla Sicilia al Trentino Alto Adige,
con rappresentanze in Svizze ra, Francia, Germania e Austria e un denso e ampio indotto di piccoli artigiani al servizio della produzione. Sono oltre sessan ta, infatti, le famiglie dell’Agro Nocerino Sarnese a muovere le lancette del Gruppo D’Auria in un ingranaggio perfetto, in cui i fondatori sono tuttora attivi in azienda affiancati dalla seconda generazione, che con tribuisce con slancio e dedizio ne alla realizzazione di questo grande progetto, nell’attesa che la terza prosegua all’insegna dei valori condensati nello slogan aziendale: «Gruppo D’Auria. La passione ci guida». Gruppo D’Auria
Via delle Industrie Taurana, 17 84010 - Sant’Egidio del Monte Albino (Sa)
Tel: 081 940458 - 081 957167 www.busdauria.com
VELIKA EXPRESS, MERCI DA SALERNO AGLI STATI UNITI IN 12 GIORNI
Partita la nuova linea marittima settimanale della tedesca Hapag Lloyd, con scali diretti a New York, Norfolk e Savannah. Un servizio espresso frutto del sodalizio ventennale tra la compagnia di navigazione tedesca e la Salerno Container Terminal capitanata da Agostino Gallozzi
cura della redazione
Già collegato con le principali aree del mondo, grazie all’e levato rapporto esi stente tra merci movimentate e spazi disponibili, Salerno è uno dei porti più efficienti e dinamici in Europa e rappresenta un im portante snodo delle Autostrade del Mare. Un asset strategico a sostegno dei flussi import-export che da poche settimane offre un’opportunità in più alla ma nifattura. Sabato primo otto bre è infatti salpata dal porto di Salerno la nave full container Velika Express, prima partenza della nuova linea marittima set timanale della tedesca Hapag Lloyd, per gli Stati Uniti, con scali diretti a New York, Norfolk e Savannah. Un servizio espres-
so che collega lo scalo campano all’importante mercato america no in soli dodici giorni e che è frutto del sodalizio ventennale tra la compagnia di navigazione e la Salerno Container Terminal capitanata da Agostino Gallozzi. Diventano così tre i servizi che dal porto di Salerno la linea met te a disposizione ogni settimana delle aziende esportatrici e im portatrici del centro e Sud Italia, sulle direttrici Canada, Nord, Centro e Sud America, Me diterraneo Est ed Ovest, Asia, Estremo Oriente, Medio Orien te, Australia. «Siamo molto soddisfatti - dichiara Agostino Gallozzi, presidente di Salerno Container Terminal e Gallozzi Group - della scelta fatta dalla Hapag Lloyd con il nuovo ser
vizio espresso per gli Stati Uniti, che fin dal suo primo approdo ha riscontrato il grande favore degli esportatori del Centro e Sud Italia. La Linea, ormai, da oltre vent’anni ha fatto di Saler no il proprio hub meridionale, tramite il quale intercetta le aree economiche a Sud di Roma. Una particolare attenzione viene riservata al comparto industriale dell’agroalimentare, che proprio nell’export verso gli Stati Uni ti ha uno dei principali mercati di sbocco. Il primo approdo di sabato 1 ottobre è stato gestito da Salerno Container Terminal in tempi rapidissimi, in un fine settimana molto intenso, che ha visto alternarsi alle banchine otto navi con una movimentazione di circa 5000 teus in due giorni»
LA FORTUNA AIUTA I
Questione di metodo: nella società specializzata
il settore
di Raffaella VenerandoSe è vero che «gli uo mini d’affari giocano una partita mista di abilità e di fortuna», Antonio Di Maio, fondatore di Adm - azienda specializzata nella progettazione avanzata e nello sviluppo di sistemi e processi integrati per gestire l’intera fase della realizzazione di stampi principalmente per il settore Automotive, Aerospa ziale e Farmaceutico/Medicale - la sua l’ha vinta fin da subito. Armato di audacia e tecnica, autentici strumenti di potere, dopo un’iniziale esperien za come industrial designer, nel 2009 decide di mettersi in proprio, complice anche la crisi economica che travolge l’azienda di cui era risorsa. Come primo passo investe su di sé, sulla sua formazione e, solo pochi mesi dopo, insieme con Luigi Grimaldi tuttora suo socio, fonda una prima, picco lissima, società inizialmente di consulenza. Per far decollare lo sviluppo produttivo punta ad eterogenee fonti di capitale. Gli strumenti normativi ci sono, occorre solo individuare quali contributi e opportunità di finanziamento sono in li nea con le strategie di cresci ta operativa che ha in mente. Con il sostegno agevolativo di Invitalia acquista i prime due macchinari che insedia nei 400 mq dello stabilimento di Baronissi. Da lì in poi cre scono le idee, la clientela e le ambizioni che danno vita - nel 2016 - alla startup innovativa ADM e a una serie costante
di successi: brevetti, ricerca e sviluppo in proprio, tecnologie innovative di processo. Una continua tensione al migliora mento che ne fa una realtà di piccole dimensioni ma sempre più competitiva e dinamica. Nel 2018, grazie al Piano Indu stria 4.0, investe in innovativi macchinari e apparecchiature incorporanti tecnologie digitali avanzate. L’identità intelligente dell’azienda - fin dagli inizi la dematerializzazione dei docu menti è un punto fermo della ADM - trova così maggiore rispondenza nelle risorse e nei mezzi a disposizione. Uno strumento cardine è l’Adavan ced Design and Manufacturing (ADM), la piattaforma capace di gestire, partendo dal preven tivo, l’intera fase di Progetta zione e Costruzione Stampo attraverso una “guide&check” illustrata. Istruzioni visive a prova di errore, che migliora no la qualità del prodotto fin dal primo tentativo. Antonio lo definisce il metodo ADM: «Le nostre procedure sono oggettivate attraverso screenshot e foto che guidano l’operatore nella verifica dei vari punti. Il nostro software va dal pre ventivo al prodotto costruito e integrato anno dopo anno, commessa dopo commessa. In questo modo riduciamo al mi nimo gli errori lungo il proces so, dal progetto alla macchina, raggiungendo i massimi livelli di affidabilità e precisione».
Tutto è progettato in 3D, in modelli che consentono imme diatamente il rilevamento delle
costruzione di stampi
interferenze e la possibilità di correggerle in tempo utile. Ne gli ultimi anni la società - che oggi ha sede a Mercato San Severino, in uno stabilimento di 1100 mq di sola produzio ne - non ha smesso di cresce re, forse perché in ADM non hanno smesso di imparare, confrontandosi e facendo rete anche con altre aziende. Ne è un esempio la collaborazione con Complastic e Innovaplast, sodalizio grazie al quale le si sono spalancate le porte della K 2022, la più importante fiera internazionale dedicata all’in dustria delle materie plastiche e della gomma che si svolgerà dal 19 al 26 ottobre a Dussel dorf. Qui, presso lo stand della Negri Bossi, il più grande pro duttore italiano di macchine per lo stampaggio a iniezione, sarà presentato uno stampo innovativo made in ADM, in quella piccola ma grande real tà in cui il futuro digitale è già presente.
D’ARCO LAZZARINI E LOGIMATIC, L’INGRANAGGIO PERFETTO A PROVA DI FUTURO
A luglio scorso è stato firmato un accordo con l’azienda di Ozzano dell’Emilia e la Comatic di Sant’Egidio del Monte Albino, intesa che prevede un ingresso con aumento del capitale sociale e acquisizione del 30% della proprietà della pmi salernitana. Nell’arco dei prossimi due anni dovrebbe, infine, completarsi il passaggio definitivo di consegne
di Raffaella Venerando
Agile nella compe tizione, flessibile, ma solida nei trend di crescita. La D’Arco Lazzarini, azienda specializzata nella realizza zione di ruote dentate, incarna alla perfezione il modello di piccola e media impresa ita liana ad alto valore aggiunto. Quel modello che da sempre è elemento fondamentale del territorio in cui è inserito e cui garantisce occupazione, vita lità e benessere. Come altre pmi, negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con la piani ficazione di un momento che può rivelarsi, se non gestito in modo accurato, rischio so: pensare al ricambio e al passaggio generazionale. La
scelta è stata a lungo pondera ta; sono occorsi dieci anni alla proprietà - Maurizio D’Ar co e Mauro Lazzarini - per decidere quale ingranaggio fosse adatto alla trasmissione del futuro giusto per la loro azienda. Bisogna custodire quel saper fare che era stato dei padri - l’azienda viene fondata negli anni Settanta - e che era cresciuto con sacri ficio e impegno sotto la loro supervisione. Maurizio e Mauro, allora, piuttosto che cercare capitali sui mercati finanziari, hanno scelto di svincolare la gestio ne dalla proprietà entrando in un progetto industriale av vincente, quello proposto da Logimatic, consociata del
Gruppo IMA, leader mon diale nella progettazione e produzione di macchine au tomatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, ali mentari, tè e caffè. Lo hanno fatto non certo per pruden za e istinto conservativo ma per dare alla propria azienda una prospettiva di continu ità robusta, in cui capacità manageriale, tecnologia ed energie fossero a prova di futuro. A luglio scorso è sta to quindi firmato un accordo con la Logimatic di Ozzano dell’Emilia e la Comatic di Sant’Egidio del Monte Albi no, partecipata da Logimatic. L’intesa prevede un ingresso con aumento del capitale so
ciale e acquisizione del 30% della proprietà. Nell’arco dei prossimi due anni dovrebbe, infine, completarsi il passag gio definitivo di consegne. Con questa operazione la pmi salernitana non solo consolida la sua posizione di fornitore primario del Gruppo IMA - lo era da più di vent’anni - ma diventa l’azienda di riferimento del Gruppo per qualsi asi nuovo progetto che preve
da l’impiego di ruote dentate. La D’Arco Lazzarini conser verà intatta la sua autonomia e il suo assetto attuale, forte di un team di collaboratori che vantano notevoli competenze tecniche, autentico plus com petitivo da tutelare e valoriz zare. Ed è proprio alla squa dra che pensavano Maurizio e Mauro quando hanno deciso come tratteggiare il “dopo di loro” in azienda: cementare
la collaborazione con IMA significava costruire fin da subito un orizzonte di cresci ta, mettendo in cassaforte la qualità delle pratiche manage riali, l’efficienza e, dunque, il successo futuro dell’impresa. Un ingranaggio perfetto che sarà meglio definito nei pros simi mesi con un piano indu striale che fisserà i futuri inve stimenti anche in tecnologia e risorse umane.
DIELLEMME, IL TALENTO È DONNA
Quattro pillar irrinunciabili per la società benefit salernitana specializzata in consulenza per le imprese: solidarietà, apertura, empatia e condivisione, valori che la rendono un contesto lavorativo aperto al dialogo e capace di coniugare le esigenze “produttive” e quelle peculiari del team
di Raffaella VenerandoDa risorsa di punta in una multinazionale, a fondatrice di una società benefit con testa a Salerno ma progetti e cantieri attivi in tutta Italia. È ri assumibile così, in questo giro largo di ritorno, la parabola di lavoro di Simonetta De Luca Musella, una delle tre ideatrici di diellemme, realtà consulen ziale specializzata in sistemi di gestione aziendali, privacy, brevetti e marketing. Nel 2007 Simonetta sente che il bur nout è dietro l’angolo; i figli, nel mentre consolidava la sua carriera, sono cresciuti e lei ha bisogno di fermarsi per ripar tire. Dopo una breve parentesi in uno studio di consulenza napoletano, torna a guardarsi intorno, alla ricerca di un nuo vo progetto che le riaccenda la fantasia. Ci riesce nel 2017 quando, insieme con Alessan dra De Vita - una chimica come lei - ed Emilia Gambardella, geologa, decide di dare vita a una realtà di consulenza per le imprese multidimensionale sì, ma dal volto umano. La dire zione da prendere si fa chiara e diventa decisione da attuare: le differenti esperienze e compe tenze espresse da ciascuna devono diventare valore non solo per se stesse. Alla tecnica che tutte hanno, bisogna mescolare lo scopo socialmente utile, alla strategia meticolosa la flessibi lità organizzativa. Individuano quindi nella società benefit la
forma giuridica che meglio ri sponde alla loro voglia di fare impresa in modo più equo e so lidale, sostenendo innanzitutto le donne che in diellemme sa ranno impiegate, perché - pro prio come loro - dovranno di vidersi tra lavoro, carriera, figli.
«La nostra - racconta Simonet ta - è un’organizzazione a tra zione prevalentemente tecnica - laureate STEM, ingegnere, geometre - in cui però la va riabile etica ha un ruolo fonda mentale. La visione determini stica ci accomuna e ci guida nel costruire una catena di lavoro facilmente condivisibile perché chiara, coerente, replicabile in ambiti differenti. Il nostro prin cipale talento è il pensiero logi co diventato metodo. Da sola però la competenza non baste rebbe a restituirci chi siamo per intero e il modello di leadership - soprattutto al femminile (sono 3 gli uomini, 9 le donne, nda) - che vogliamo esprimere. Pre stando attenzione al benessere di chi lavora con noi, facciamo vivere quei valori di solidarietà, apertura, empatia e condivi
sione che abbiamo dentro per esportarli anche fuori, in tutti i progetti in cui siamo coinvolti, valori in cui crediamo molto e che rappresentano le fonda menta della nostra realtà». Per statuto, allora, si diventa non solo colleghe ma rete familiare a sostegno, ci si aiuta per avere più tempo per vivere la propria vita oltre il lavoro e, sempre per statuto, si dona un’ora di benefit alla settimana per rea lizzare eventi in collaborazione con altre realtà del sociale, per supportare - come docenti - al tre donne che vogliono avviare un’attività in proprio. L’avanza mento dell’empowerment fem minile in diellemme è quindi ragione di vita e di lavoro, tanto da spingere la società a farsi da apripista in un percorso nuovo: la certificazione della parità di genere. Grazie alla competenza targata diellemme, la Medinok ha ottenuto infatti, per prima in Italia, questo importante rico noscimento. Un’altra sfida vinta nell’ancora lungo cammino oltre le disparità e gli stereotipi di genere.
DRITTO ALLA META: UNIRSI NELL’IMPRESA E TRA LE IMPRESE
di Raffaella VenerandoLo sport come scuo la di vita, in cui organizzazione e sacrificio sono due elementi fondamentali. A que sti valori si ispira da sempre la vita anche professionale di Marco Baione, ceo di Jobiz Formazione. Non a caso, infat ti, per festeggiare i vent’anni di attività della sua società Marco ha scelto di organizzare un tor neo di rugby interaziendale. «Ho incontrato per la prima volta il rugby a 30 anni, mol to tardi per uno sportivo come me che di discipline ne aveva praticate tante. Anzi, per me glio dire, rugby e Jobiz For mazione sono entrati contem poraneamente nella mia vita 20 anni fa, rivoluzionandola dall’interno. Dapprima sono stato solo “giocatore” nella squadra di Salerno; poi, come formatore, ho utilizzato la me tafora del rugby per accrescere lo spirito di squadra all’interno delle imprese private; oggi, per chiudere il cerchio, sono anche genitore di figli rugbisti e in quanto tale vivo con anco ra più convinzione i valori di questo sport per me esempla
re modello di vita». Una sfida non semplice quella di Marco. Vent’anni vissuti dentro le im prese e tra le persone, costellati da momenti di esaltazione e di successo ma anche da ostaco li da superare. «Il rugby mi è servito. Questo sport ti spinge oltre i tuoi limiti, ti chiede di osare ma di farlo sempre nel perimetro della lealtà. Il rugby ti insegna a contare sulle tue capacità ma anche ad avere sal da la fiducia nei compagni di squadra». Un po’ come accade nelle aziende. Non solo non c’è traguardo che non sia frutto
di un lavoro corale, ma il porsi obiettivi sempre più sfidanti è l’unico modo per crescere e re sistere alla concorrenza. Altro elemento immancabile è poi la passione, il cuore, nel rugby così come nel lavoro. «Nelson Mandela ne era convinto: lo sport ha il potere di cambiare il mondo ed è vero. Solo lo sport riesce ad abbattere le so vrastrutture, ad andare oltre le differenze di genere, di colore della pelle, di nazionalità o di religione. Ed io conto molto su questo ascendente per vincere resistenze e pregiudizi. Ed è
per questo che ho pensato di celebrare insieme alle azien de, con un torneo di rugby, i 20 anni di Jobiz Forma zione. Vent’anni non facili per chi vive di impresa che, però, non ci hanno fermati. Abbiamo continuato a ga rantire esperienze formative di valore e non solo “ore in aula”. Quando progettiamo un corso, infatti, da sempre lo facciamo perché resti, perché entri a far parte del bagaglio di conoscenze e competenze indispensabi li alla crescita individuale». Per Marco Baione la competizione nello sport è come la competitività nell’impresa. Significa ambire insieme ad altri alla stessa meta. E per arrivare primi, diventa necessa rio mettere in campo idee, strategie, risorse, tem po e impegno. Conta di più questo che superare l’avversario. Vale di più che ognuno abbia dato il massimo, dando sostegno ai propri compagni nel momento giusto, mettendo in campo le migliori potenzialità al servizio della squadra, senza rispar mio. «Si dice che i valori del rugby si vedano nel terzo tempo. A fine partita, se si è giocato lealmen te, la competizione è terminata. Non esistono recri minazioni, rivalse o acredini tra giocatori, dirigenti o tifosi. E così credo debba essere vissuta anche
la vita: massima concentrazione e massimo sfor zo quando sono richiesti, ma a match finito deve esserci lo spazio e il tempo per una birra con un amico rugbista». Alla grande festa di Jobiz han no contribuito ASD Arechi Rugby di Salerno e le professioniste del rugby Elena Giannino trainer ed executive coach ed Erika Morri, ex nazionale Az zurra di rugby e ex-Consigliera Federale FIR. «Un sentito ringraziamento - conclude Marco Baioneva anche al Comune di Salerno non solo perché ha riconosciuto la valenza dell’evento ma soprattutto perché, con lungimiranza, ha creduto nel motto “chi semina sport raccoglie futuro” destinando lo Stadio storico di Salerno al rugby e a tanti altri sport minori».
DECRETO TRASPARENZA: OBBLIGHI INFORMATIVI E PRIVACY DEI DIPENDENTI
Piera Di Stefano
Co-founder Avvocato del Web ® / T.R.ON ®
Studio Legale D|&|D
Le nuove disposizioni, in vigore dal 13 agosto 2022, con l’obiettivo di innalzare le tutele dei lavoratori, ampliano il corredo informativo da rendere agli stessi al momento dell’instaurazione del rapporto di lavoro, in maniera tale da informarli dei diritti e doveri che ne conseguono in relazione agli aspetti principali del contratto
Con la Circolare n. 19 del 20 settembre 2022, il Ministero del Lavoro e del le Politiche Sociali (d’ora in avanti, per brevità, “ML”) ha fornito indicazioni interpretati ve su taluni specifici profili de gli obblighi informativi intro dotti dal Decreto Legislativo n. 104 del 27 giugno 2022 di attuazione della direttiva (UE) 2019/1152 del Parlamento eu ropeo e del Consiglio del 20 giugno 2019, relativa a condi zioni di lavoro trasparenti e pre vedibili nell’Unione europea (cosiddetto "Decreto Traspa renza”). Tali indicazioni fanno seguito a quelle già contenute nella circolare dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro n. 4 del
10 agosto 2022 e hanno l’o biettivo di approfondire le mo difiche maggiormente inno vative del quadro regolatorio preesistente che, non a caso, sono state destinatarie di mol teplici richieste di chiarimento. Le nuove disposizioni, in vigo re dal 13 agosto 2022, avendo l’obiettivo di innalzare le tutele dei lavoratori, vanno principal mente ad ampliare, seguendo il dettato della normativa euro pea, il corredo informativo da rendere agli stessi al momento dell’instaurazione del rapporto di lavoro, in maniera tale che essi siano informati dei diritti e doveri che ne conseguono in relazione agli aspetti princi pali del contratto. L’intervento normativo contiene, inoltre,
alcune prescrizioni minime re lative alle condizioni di lavoro come stabilito dalla norma tiva precedente. La circolare del ML si sofferma su diversi profili specifici: retribuzione, orario di lavoro programma to, previdenza ed assistenza, durata massima del periodo di prova e gli ulteriori obbli ghi informativi nel caso che il datore di lavoro utilizzi sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati.
Questi ultimi sono previsti dall’articolo 1-bis del d.lgs. n. 152/1997, inserito dall’ar ticolo 4, lett. b), del Decreto Trasparenza. Il comma 1, in particolare, prevede che «Il da tore di lavoro o il committente pubblico e privato è tenuto ad
informare il lavoratore dell’u tilizzo di sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati deputati a fornire indicazio ni rilevanti ai fini della as sunzione o del conferimento dell’incarico, della gestione o della cessazione del rapporto di lavoro, dell’assegnazione di compiti o mansioni nonché indicazioni incidenti sulla sor veglianza, la valutazione, le prestazioni e l’adempimento delle obbligazioni contrattua li dei lavoratori. Resta fermo quanto disposto dall’articolo 4 della legge 20 maggio 1970, n. 300». Preme ricordare che, già in virtù dell’art. 13 del Regolamento europeo per la protezione dei dati personali (Reg. UE 679/16 - cd. GDPR), il datore di lavoro (Titolare del trattamento) è tenuto a fornire al dipendente (“interessato”) informazioni circa «l’esisten za di un processo decisionale automatizzato, compresa la profilazione di cui all’articolo 22, paragrafi 1 e 4, e, almeno in tali casi, informazioni signi ficative sulla logica utilizza ta, nonché l’importanza e le conseguenze previste di tale trattamento per l’interessato». Il «quid novi», introdotto dal Decreto Trasparenza, riguar da l’obbligo per il datore di lavoro di informare il lavora tore sull’adozione di sistemi decisionali e di monitoraggio automatizzati durante tutto il rapporto di lavoro. Nello specifico, il datore di lavoro o il committente è te nuto a fornire al lavoratore, prima dell’inizio dell’attività lavorativa, le seguenti ulterio ri informazioni: gli aspetti del rapporto di lavoro sui quali
incide l’utilizzo dei sistemi decisionali o di monitorag gio automatizzati; gli scopi, la logica, il funzionamento, dei citati sistemi, le categorie di dati e i parametri utilizzati per programmare o addestra re i medesimi sistemi, inclusi i meccanismi di valutazione delle prestazioni, le misure di controllo adottate per le deci sioni automatizzate, gli even tuali processi di correzione e il responsabile del sistema di gestione della qualità, nonché, infine, il livello di accuratezza, robustezza e cybersicurezza degli strumenti di cui tratta si, unitamente alle metriche utilizzate per misurare tali parametri, nonché gli impatti potenzialmente discriminatori delle metriche stesse (art. 1 bis, comma 2). È previsto, inoltre, l’obbligo del datore di lavoro o del committente di integrare l’informativa con le istruzioni per il lavoratore in merito alla sicurezza dei dati e l’aggiorna mento del registro dei tratta menti riguardanti le attività per le quali sono utilizzati i sistemi decisionali e di monitoraggio automatizzati (art. 1 bis, com ma 4). Tali obblighi informa tivi, chiarisce la circolare ML, sorgono a carico del datore di lavoro che utilizza i sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati sostanzialmente in due ipotesi: 1. quando i si stemi di cui trattasi realizzano un procedimento decisionale in grado di incidere sul rap porto di lavoro; 2. quando tali strumenti incidono sulla sor veglianza, la valutazione, le prestazioni e l’adempimento delle obbligazioni contrattuali dei lavoratori (ad es. tablet, di
spositivi digitali e wearables, gps e geolocalizzatori, sistemi per il riconoscimento facciale, sistemi di rating e ranking). La prima ipotesi sussiste an che nel caso di intervento umano meramente accessorio e riguarda, ad esempio, i casi di assunzione o conferimento dell’incarico tramite l’utilizzo di chatbots durante il collo quio, la profilazione automa tizzata dei candidati, lo scree ning dei curricula, l’utilizzo di software per il riconoscimento emotivo e test psicoattitudi nali. Altri casi esemplificativi riguardano la gestione o ces sazione del rapporto di lavo ro con assegnazione o revo ca automatizzata di compiti, mansioni o turni, definizione dell’orario di lavoro, analisi di produttività, determinazio ne della retribuzione, promo zioni, etc., attraverso analisi statistiche, strumenti di data analytics o machine learning, rete neurali, deep-learning. In tutti i casi citati, il Decreto Tra sparenza richiede che il datore di lavoro rilasci idonea e com pleta informativa. Diversamente, chiarisce la circolare, non sarà necessario procedere all’informativa nel caso, ad esempio, di sistemi automatizzati deputati alla ri levazione delle presenze in ingresso e in uscita, cui non consegua un’attività intera mente automatizzata finalizza ta ad una decisione datoriale. Il comma 3 dell’art. 1 bis in esa me stabilisce, inoltre, la possi bilità per il lavoratore di acce dere ai dati, direttamente o per il tramite delle rappresentanze sindacali aziendali o territoria li, nonché di richiedere ulterio
ri informazioni concernenti gli obblighi di informativa preci sati al comma 2, sui quali il da tore di lavoro o il committente sono tenuti a rispondere per iscritto entro trenta giorni. Il successivo comma 6 chiarisce che «le informazioni e i dati di cui ai commi da 1 a 5 del pre sente articolo devono essere comunicati dal datore di lavo ro o dal committente ai lavo ratori in modo trasparente, in formato strutturato, di uso co mune e leggibile da dispositivo automatico. La comunicazione delle medesime informazioni e dati deve essere effettuata anche alle rappresentanze sin dacali aziendali ovvero alla rappresentanza sindacale uni taria e, in assenza delle pre dette rappresentanze, alle sedi territoriali delle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Il Ministero del la voro e delle politiche sociali e l’Ispettorato nazionale del la voro possono richiedere la co municazione delle medesime informazioni e dati e l’accesso agli stessi» Quanto al trattamento sanzio natorio, lo stesso è rinvenibile nel nuovo art. 4 del D.Lgs. n.
152/1997, secondo il quale «il lavoratore denuncia il man cato, ritardato, incompleto o inesatto assolvimento degli obblighi di cui agli articoli 1, 1-bis, 2, e 3, e 5, comma 2, all’Ispettorato nazionale del lavoro che, compiuti i neces sari accertamenti di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689, applica la sanzione pre vista all’articolo 19, comma 2, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276», cd. “Legge Biagi”. Tale ultima disposizione, anch’essa novel lata dall’art. 5, comma 4, del D.Lgs. n. 104/2022, prevede una sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 750 euro “per ciascun mese di riferi mento”, soggetta alla procedu ra di diffida ex art. 13 D.Lgs. n. 124/2004. La sanzione va quindi applicata per ciascun mese in cui il lavoratore svolga la propria attività in violazione degli obblighi informativi in esame da parte del datore di lavoro o del committente. La circolare ML precisa che si tratta di una sanzione “per fa sce” cosicché, ferma restando la sua applicazione per ciascun mese di riferimento, se la vio lazione si riferisce a più di cin
que lavoratori la sanzione am ministrativa è da 400 a 1.500 euro. Se invece la violazione si riferisce a più di dieci lavo ratori, la sanzione va da 400 a 5.000 euro e non è ammesso il pagamento in misura ridotta e pertanto neanche la procedura di diffida ex art. 13 del D.Lgs. n. 124/2004.
Da ultimo, se la comunicazio ne delle medesime informazioni e dati non viene effettua ta anche alle rappresentanze sindacali aziendali ovvero alla rappresentanza sindacale uni taria o, in loro assenza, alle sedi territoriali delle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, trova applicazione una sanzione amministrativa pecuniaria, anch’essa diffida bile, da 400 a 1.500 euro per ciascun mese in cui si verifica l’omissione.
Al netto delle indicazioni in terpretative fornite, la circolare del ML pare non aver, in real tà, chiarito i dubbi e dissipato le critiche formulate circa la contraddittorietà e incertezza delle disposizioni del Decreto Trasparenza e la fase applica tiva non potrà che rivelare la necessità di ulteriori apporti
LA NUOVA MEDIAZIONE CIVILE: VERSO LA GIUSTIZIA CONSENSUALE
Marco Marinaro avvocato cassazionista - professore a contratto di “Giustizia sostenibile e ADR” del Dipartimento di Giurisprudenza della LUISS “Guido Carli” di Roma - giudice ausiliario della Corte di Appello di Napoli - mediatore e arbitro | mmarinaro@luiss.it
Rimarcata l’importanza della partecipazione personale delle parti, indispensabile per realizzare un effettivo confronto sulle questioni controverse
Con l’approdo in Parlamento il 3 agosto scorso dello schema del decreto legi slativo di riforma della giustizia civile, il Governo ha avviato la fase conclusi va dell’iter che prevede che sia espresso il parere delle Commissioni competenti prima che si possa procedere all’approvazione finale.
L’ampio testo adottato dall’Esecutivo sulla base delle proposte formulate dai Gruppi di lavoro istituiti dal Ministro della Giustizia è destinato ad incidere profondamente non soltanto sul processo civile, ma anche sulle procedure complementari di giustizia e, in particolare, sulla mediazione.
I numerosi principi e criteri direttivi fissati dalla legge delega n. 206 del 2021 per la riforma del la mediazione nel delineare un articolato progetto di revisione rendevano già evidente il notevole impatto che le norme attuative avrebbero potuto avere nella prospettiva di razionalizzare e rendere efficiente il modello vigente (adottato nel 2010 e poi radicalmente modificato nel 2013).
Già da una prima lettura del testo traspare la scelta del legislatore delegato di dare piena attuazione ai principi dettati dal delegante con il rigoroso rispet to dei relativi limiti e prestando poi una particolare cura al drafting. Emerge con evidenza, infatti, l’e sigenza di rendere chiara e coerente la disciplina da riformare tanto da condurre il redattore in alcu
ni casi a utilizzare una tecnica chirurgica mininva siva e, in altri, a procedere nella riscrittura integra le di alcuni articoli anche al fine di riorganizzarne la collocazione sistematica alla luce degli studi e delle esperienze maturate soprattutto nell’ultimo decennio. E così poi, da una lettura più attenta del nuovo articolato, si può cogliere il fil rouge trac ciato dal legislatore delegante che ha chiesto al Governo di «riordinare le disposizioni concernenti lo svolgimento della procedura di mediazione nel senso di favorire la partecipazione personale delle parti, nonché l’effettivo confronto sulle questioni controverse, regolando le conseguenze della man cata partecipazione».
Un principio cardine che consente di centrare l’in tera disciplina sulla partecipazione personale delle parti assistite dai rispettivi avvocati: la mediazione può divenire uno strumento di giustizia sempre più efficace se (e soltanto se) i protagonisti del conflitto siedono al tavolo negoziale e cooperano in buona fede e lealmente al fine di realizzare un effettivo confronto sulle questioni controverse. Sul punto è noto che anche la Cassazione aveva segnalato l’importanza della partecipazione perso nale (sentenza n. 8473 del 2019) traendo dalla le gislazione vigente un principio fondante della pro cedura, pur ritenendo che non vi fossero limiti al potere di rappresentanza. In questa direzione, ven
gono previsti limiti alla possibilità di delegare che sarà consentita soltanto per “giustificati motivi”, precisando altresì che in tal caso la procura potrà essere conferita solo ai rappresentanti che siano a conoscenza dei fatti e muniti dei poteri necessari per la composizione della controversia (principio che viene ribadito anche per i soggetti diversi dalle persone fisiche).
Quanto alle conseguenze derivanti dalla mancata partecipazione (personale) alla mediazione viene ribadita l’improcedibilità della domanda giudiziale con riguardo alla parte che ha interesse ad avviare l’azione giudiziaria, sia nei casi in cui la mediazione preventiva è obbligatoria ex lege (e il novero delle materie viene esteso ad altri àmbiti) ovvero quando è disposta dal giudice nel corso del processo (ma anche quando la mediazione è stata prevista da una clausola contenuta in un contratto o in uno statuto o atto costitutivo). Viene poi rad doppiata la sanzione pecuniaria da versare in favo re dell’Erario per l’ingiustificata assenza in media zione della parte invitata, con la trasmissione della sentenza all’autorità di vigilanza (per i soggetti vigilati) e al pubblico ministero presso la sezione giurisdizionale della Corte dei conti (per le pa). Introdotta anche una sanzione pecuniaria che il giudice potrà disporre su richiesta e in favore della controparte, in misura non superiore nel massimo alle spese del giudizio maturate dopo la conclusio ne del procedimento di mediazione. Un’ampia parte della riforma nel solco della legge delega mira poi a incentivare e rendere più agevo le la partecipazione alla procedura con l’obiettivo di rafforzarne l’efficacia. In primo luogo, viene in trodotto il patrocinio a spese dello Stato in favore della parte non abbiente per l’assistenza dell’avvo cato quando la mediazione è obbligatoria ex lege o demandata dal giudice, se è raggiunto l’accordo di conciliazione. Si risolve così la querelle giurisprudenziale culminata nella declaratoria di incostitu zionalità delle norme che non consentivano tale riconoscimento (Corte cost., sentenza n. 10 del 2022). Inoltre, viene aumentato ed esteso il bene ficio del credito d’imposta. Viene infatti previsto, quando è raggiunto l’accordo di conciliazione, un credito d’imposta commisurato all’indennità cor risposta all’organismo (max euro 600). Alle parti è altresì riconosciuto un ulteriore credito d’impo sta pari al compenso corrisposto all’avvocato per l’assistenza, nei limiti previsti dai parametri foren
si e fino a concorrenza di euro 600. Questi crediti d’imposta sono utilizzabili dalla parte nel limite complessivo di euro 600 per procedura e fino a un importo massimo annuale di euro 2.400 per le persone fisiche e di euro 24.000 per le persone giuridiche. In caso di insuccesso della mediazione i crediti d’imposta sono ridotti della metà. È riconosciuto poi un ulteriore credito d’imposta commisurato al contributo unificato versato dalla parte del giudizio estinto a seguito della conclu sione di un accordo di conciliazione, nel limi te dell’importo versato e fino a concorrenza di euro 518. La franchigia per l’imposta di registro da versare per il verbale contenente l’accordo di conciliazione viene inoltre raddoppiata e portata a 100mila euro (restando dovuta l’imposta per la parte eccedente). Per agevolare la partecipazione dei rappresentanti delle pubbliche amministrazio ni è stato poi previsto che, in caso di conclusione di un accordo di conciliazione nel procedimento di mediazione, la responsabilità contabile sia limitata ai fatti e alle omissioni commessi con dolo o col pa grave, consistenti nella negligenza inescusabile derivante dalla grave violazione della legge o dal travisamento dei fatti.
Per semplificare la partecipazione del condominio, viene concessa all’amministratore la legittimazione ad attivare oltre che ad aderire e a partecipare alla procedura di mediazione. Il verbale contenen te l’accordo di conciliazione o la proposta conci liativa del mediatore devono poi essere sottoposti all’approvazione dell’assemblea condominiale, la quale delibera entro il termine fissato nell’accor do o nella proposta con le maggioranze previste dall’articolo 1136 del c.c.. In caso di mancata ap provazione entro tale termine la conciliazione si in tende non conclusa. Infine, viene regolamentata la mediazione telematica consentendo che gli incontri possano svolgersi con collegamento audiovisivo. Una riforma che mira a valorizzare percorsi soste nibili di risoluzione consensuale delle controversie responsabilizzando il ruolo delle parti e degli av vocati che le assistono in un contesto flessibile, ma regolamentato e vigilato. Una riforma che, nel porre a base delle scelte com piute l’esperienza maturata nell’ultimo decennio, disegna un modello di giustizia mediativa efficace ed efficiente in una prospettiva che pone al centro le persone in una prospettiva solidaristica di rilie vo costituzionale.
TERZO SETTORE E APPALTI PUBBLICI: VOLONTARIATO E REGOLE CONCORRENZIALI
Maria D’Angiolella
| studio D’Angiolella
Al fine di avvalersi della possibilità di utilizzare le procedure di affidamento disciplinate dal codice del terzo settore e di sottrarsi all’applicazione delle norme europee è essenziale definire il concetto di gratuità
Il variegato modo del volontariato in Italia ha assunto spesso dei connotati di attività imprenditoriale e, peggio, dietro certe strutture di co modo, si nascondono talvol ta vere e proprie imprese. Si tratta di cooperative, asso ciazioni, comunità che, nella stragrande maggioranza dei casi, va detto, sono oggettiva mente un beneficio per la col lettività.
Le esigenze manifestatesi si sono risolte con un susseguirsi di norme e interpretazioni in giurisprudenza, che hanno po sto i dovuti correttivi. Alcuni dei servizi svolti da vo lontari - si pensi al soccorso, al personale non medico del le autoambulanze, al servizio per i disabili, alle mense, alle case-famiglia, alle comunità per tossicodipendenti, e altro - specie nell’amministrazione
sanitaria, assumono una va lenza in termini economici di grande importanza.
E altresì noto che è stato intro dotto di recente il c.d. Codice del Terzo Settore con il d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117.
Sul punto vi è stato anche l’intervento decisivo della Corte Costituzionale che ha evidenziato come l’art. 55 del Codice del Terzo Settore, di sciplinando i rapporti tra Enti del Terzo Settore e pubbliche amministrazioni, rappresen ti una delle più significative attuazioni del principio di sussidiarietà orizzontale va lorizzato dall’art. 118, quarto comma, che ha esplicitato nel testo costituzionale «le impli cazioni di sistema derivanti dal riconoscimento della “pro fonda socialità” che connota la persona umana… », ancor di più confermando il favor del sistema verso il settore. Pur
non volendo avere alcuna pre tesa di completezza, si intende svolgere qui qualche veloce considerazione utile ai lettori. Nei rapporti con la P.A. il ri ferimento più solido è tuttora il parere della Commissione speciale del Consiglio di Sta to, 26 luglio 2018 sui rapporti tra le direttive U.E. del 2014 in materia di appalti pubblici, il Codice dei contratti pubblici di cui al d.lgs. n. 50 del 2016 e il d.lgs. n. 117 del 2017 (Codice del Terzo Settore) nella parte in cui disciplina l’affidamento di “servizi sociali” a soggetti o enti di questo tipo. La regola generale è sempre l’applicazione della disciplina degli appalti nell’affidamento dei servizi sociali, disciplina to dal legislatore nazionale. Si deve rispettare la normativa concorrenziale, in quanto rap presenta una modalità di affi damento di un servizio che ri
entra nel perimetro del sistema degli appalti di origine comu nitaria. Si è sottolineato però, come in determinate ipotesi, la procedura di affidamento di servizi sociali disciplinata dal diritto interno non è soggetta alla regolazione di origine eu ro-unitaria. Ciò accade quando la procedura tende all’affida mento a un ente di diritto pri vato di un servizio sociale che, tuttavia, lo stesso ente svolge a titolo integralmente gratuito. Pertanto, è essenziale definire il concetto di gratuità, al fine di avvalersi della possibilità di utilizzare le procedure di affi damento disciplinate dal co dice del terzo settore e di sot trarsi, quindi, all’applicazione delle norme ordinarie sugli appalti pubblici. In tale pro spettiva, il concetto di gratui tà si identifica, secondo la più
recente giurisprudenza (Con siglio di Stato V sez. 6232 del 7.9.2021), nel conseguimento di un aumento patrimoniale da parte della collettività, cui cor risponde una sola mera dimi nuzione patrimoniale di altro soggetto, ossia il prestatore del servizio.
La gratuità è dunque la non economicità del servizio poi ché gestito, necessariamente, in perdita per il prestatore. Ammesso pertanto unicamen te il rimborso delle spese. Si tratta di considerazioni che sembrano scontate, ma che hanno un forte effetto pratico. Ogni volta che il servizio non è gratuito nei termini detti, il regime concorrenziale e le regole degli appalti tornano ad applicarsi, limitando di molto le possibili distorsioni al mer cato.
«Il concetto di gratuità si identifica, secondo la più recente giurisprudenza, nel conseguimento di un aumento patrimoniale da parte della collettività, cui corrisponde una sola mera diminuzione patrimoniale di altro soggetto, ossia il prestatore del servizio»
RECUPERO DELLE GARANZIE DEL MCC, LA CARTELLA DI PAGAMENTO È NULLA SENZA TITOLO ESECUTIVO GIUDIZIALE
Maurizio Galardo
Avvocato Cassazionista e Dottore di ricerca in diritto commerciale
Studio Legale Galardo & Venturiello mgalardo@galardoventuriello.it
La regola generale secondo cui il ruolo ha natura di titolo esecutivo subirebbe una deroga con riguardo al recupero di quelle entrate che si fondano su rapporti di natura contrattuale/privatistica
Il Tribunale di Bergamo con sentenza del 02/8/2022 ha deciso una controversia relativa all’impugnazione di una cartella esattoriale il cui ruolo era stato formato al fine di procedere al recupero di somme garantite dal Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, attraverso la Banca del Mezzo giorno - Mediocredito Centrale S.p.a., escusse in seguito all’insol venza dell’impresa debitrice. Più precisamente, il credito azionato derivava da un contratto di finan ziamento concesso da un Istituto di credito ad una società, regolato dalle norme codicistiche, e nella prestazione da parte del Fondo, di una garanzia rispetto a questo credito, assistita dal diritto di sur rogazione ex art. 1203 cod. civ. in virtù del quale il Concessionario della Gestione del Fondo suben tra nella medesima posizione del la banca erogatrice, acquisendo i relativi diritti. La società debitrice, che nel frattempo era stata am messa anche alla procedura di concordato preventivo, contesta va il diritto del creditore di proce
dere alla riscossione coattiva me diante ruolo, stante la mancanza di un titolo preesistente fornito di efficacia esecutiva così come pre visto dall’art. 21 d.lgs. 46/1999 posto che il credito azionato non aveva natura tributaria, trovando invece la sua origine in un rappor to contrattuale di diritto privato. Nel caso di specie MCC Spa ave va provveduto, in forza dell’art. 9 co. 5) d.lgs. 123/1998 e dell’art. 17 d.lgs. n. 46/199 ad avviare la procedura di iscrizione a ruolo esattoriale per la riscossione degli importi spettanti al Fondo. Il Tri bunale adito ha evidenziato che il ruolo esattoriale è soggetto a modalità procedimentali differen ziate in relazione alla natura delle somme oggetto di recupero; e ha evidenziato che la regola genera le di cui all’art. 12 dr 602/1973 secondo cui il ruolo ha natura di titolo esecutivo, come tale idoneo a fondare l’esecuzione esattoriale, subisce una deroga con riguardo al recupero di quelle entrate che si fondano su rapporti di natura privatistica, in relazione ai qua li il ruolo non avrebbe natura di
titolo esecutivo. Il Tribunale ha individuato tale principio nell’art. 21 del d.lgs. 46/1999 ai sensi del quale: «salvo che sia diversa mente disposto da particolari di sposizioni di legge e salvo altresì quanto stabilito dall’art. 24 per le entrate degli enti previdenziali, le entrate previste dall’art. 17 aventi causa in rapporti di diritto privato sono iscritte a ruolo quando ri sultano da titolo avente efficacia esecutiva». Orbene in virtù di tale previsione normativa nelle ipotesi di riscossione di entrate di natura privatistica, il ruolo esatto riale non assume natura di titolo esecutivo ma, al contrario, l’Ente creditore è onerato della preco stituzione di un titolo esecutivo e successivamente alla formazione di questo, alla emanazione del ruolo. Nel caso di specie, trattan dosi di un credito che nasceva dalla revoca di un finanziamento, il Tribunale ha evidenziato che non si poteva prescindere da un preliminare accertamento giudi ziale della pretesa creditoria, da porsi poi a fondamento dell’iscri zione a ruolo.
PRESCRIZIONE DEI CREDITI DI LAVORO: LA SUPREMA CORTE FA CHIAREZZA
Paolo Ambron avvocato giuslavorista | info@studiolegaleambron.itLa Cassazione con la sentenza n. 26246, pubblicata il 6.9.2022, si è espressa per la prima volta sul contrasto giurisprudenziale in tema di prescrizione dei crediti di lavoro e sul criterio di individuazione del dies a quo di decor renza della medesima. La Suprema Corte ha stabilito il principio di diritto secondo cui il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, così come modulato dalla rifor ma Fornero e dal Jobs Act, mancando dei presupposti di predeterminazione certa delle fattispecie di risolu zione e di una loro tutela adeguata, non è assistito da un regime di stabilità. Sicché, per tutti quei diritti che non siano prescritti al momento dell’entrata in vigore della legge n. 92 del 2012, il termine di prescrizione decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro. Finora la prescrizione, per i dipendenti di aziende con più di 15 lavoratori, decorreva durante il rapporto di lavoro e pertanto era opportuno interromperla in costanza di rapporto, mentre per i dipendenti di aziende con meno di 15 dipendenti il dies a quo per interrompere la pre scrizione decorreva dal momento del recesso. Sia il Tribunale che la Corte di Appello di Brescia avevano negato che ricorresse, nonostante la Fornero e il Jobs Act avessero fortemente limitato la reintegrazione nel posto di lavoro, una condizione psicologica di timore del lavoratore, tale da indurlo a non avanzare pretese retributive nel corso del rapporto. Ciò in quanto in caso di licenziamento per ritorsione o discriminatorio il la voratore avrebbe mantenuto una tutela ripristinatoria piena. La Suprema Corte ha affrontato il tema della permanenza o meno, a seguito della riforma Fornero e Jobs Act, della garanzia di quel regime di stabilità nel
rapporto di lavoro dei dipendenti di imprese con oltre 15 lavoratori, in forza del quale l’art. 2948 n. 4 c.c., anche a seguito delle pronunce della Corte Costituzio nale, consente il decorso della prescrizione in costanza di rapporto. Le modifiche all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori hanno comportato il passaggio da un’auto matica applicazione ad ogni ipotesi di illegittimità del licenziamento della tutela reintegratoria e risarcitoria ad un’applicazione selettiva delle tutele e di scelta del la sanzione applicabile. Ciò non risulta mutato, anche a seguito delle pronunce della Corte Costituzionale, tra cui la n. 59/2021, che hanno sì esteso le ipotesi in cui può essere disposta la reintegrazione invece dell’in dennità risarcitoria, ma non l’hanno resa quale forma ordinaria di tutela contro ogni forma illegittima di riso luzione. Infatti, la Suprema Corte ribadisce il principio in forza del quale la prescrizione debba decorrere, in corso di rapporto di lavoro, esclusivamente quando la reintegrazione appaia la sanzione contro ogni illegitti ma risoluzione nel corso dello svolgimento del rappor to di lavoro così come accade per i lavoratori pubblici e come era previsto dall’art. 18 prima della riforma For nero. Solo su tali presupposti può delinearsi l’assenza di metus del lavoratore per la propria sorte lavorativa quando decida, nel corso del rapporto di lavoro, di reclamare un proprio credito. Pertanto la Corte ha esclu so che il rapporto di lavoro a tempo indeterminato sia assistito da un regime di stabilità con la conseguenza che il termine di prescrizione ex art. 2948 n. 4 c.c. e 2935 c.c. debba decorrere dalla cessione del rapporto di lavoro per tutti i diritti che non risultino prescritti al momento dell’entrata in vigore della legge n. 92/2012.
ANCHE IL REALIZZO CONTROLLATO DIVENTA A RISCHIO ABUSO
Se gli utili della controllata non sono investiti in attività produttive caratterizzate da un impiego attivo ed efficace delle risorse derivanti dalla distribuzione dei dividendi scatta la censura
L’
art. 177, comma 2, TUIR, appli cabile anche ai soggetti privati non imprenditori, dispone che le azioni o quote ricevute a seguito di conferimenti in società, mediante i quali la società conferitaria acquisisce il controllo di una società ai sensi dell’art. 2359, comma 1, n. 1), c.c. - ovvero incre menta, in virtù di un obbligo legale o di un vincolo statuta rio, la percentuale di control lo - sono valutate, ai fini della determinazione del reddito del conferente, in base alla corri spondente quota delle voci di patrimonio netto formato dalla società conferitaria per effetto del conferimento.
Tale regime rappresenta una deroga al criterio generale de lineato dall’art. 9 TUIR ("va lore normale"), ed è un’ipotesi specifica di determinazione del reddito del conferente, avente
natura agevolativa applicabile in presenza dei presupposti di legge.
In sostanza, qualora l’aumento del patrimonio netto della con feritaria a seguito del conferi mento equivalga al valore fi scalmente riconosciuto in capo al conferente della partecipa zione conferita, l’operazione avviene in neutralità fiscale (c.d. “realizzo controllato”).
Se tale condizione non viene rispettata, il conferimento se gue le regole ordinarie dell’art. 9 citato e l’eventuale plusvalo re in capo al conferente, pari al differenziale tra prezzo del conferimento e valore fiscale di carico della partecipazione è sottoposto a tassazione. Questa normativa di favore è molto utilizzata dagli operato ri, soprattutto nelle operazio ni di riorganizzazione degli assetti proprietari di società e gruppi - familiari o a estesa compagine sociale - finalizza
te sia a consolidare il potere di indirizzo e controllo evitando la dispersione dell’azionariato, sia a preparare eventuali pas saggi generazionali successivi. Ciò in quanto, come anticipa to, essa consente di evitare una illogica (e significativa) tassa zione di operazioni, che non hanno quale obiettivo manife stazioni di ricchezze, ma meri scopi riorganizzativi. Su questo specifico tema nel corso degli ultimi anni si sono succeduti innumerevoli inter venti di prassi dell’Agenzia delle Entrate (le famose “Ri sposte”), che - salvo alcuni casi oggettivamente distorcen ti il fine della norma - non solo hanno sempre confermato la liceità fiscale del beneficio, ma ne hanno esteso l’applicabilità anche a una serie di varianti specifiche, che non ne modifi cavano lo scopo ultimo.
Più in particolare, tale solido orientamento interpretativo
ha fatto ritenere assodato che, ai fini dell’applicazione della norma agevolativa, il ruolo e le attività della conferitaria anche post-conferimento non fossero elementi decisivi.
E invece ecco la Risposta n. 215 del 26 aprile 2022, in cui, del tutto inaspettatamente, l’A genzia delle Entrate inserisce un’ulteriore (e assolutamente inesistente) condizione per beneficiare dell’agevolazione: l’attività della beneficiaria.
In breve, nel caso oggetto della risposta, una persona fisica intendeva conferire la maggioranza di una società operativa nel settore edile in un’altra società neo costituita (la conferitaria), che avrebbe operato anche nel settore del commercio di opere d’arte e le cui risorse finanziarie sareb bero state fornite proprio dalla società conferita, attraverso la distribuzione di dividendi.
L’Agenzia ha dato parere po sitivo, ma subordinatamente alla circostanza che la società conferitaria svolgesse nel fu turo una effettiva attività im prenditoriale, caratterizzata da un impiego attivo ed efficace delle risorse derivanti dalla di stribuzione dei dividendi.
In pratica, secondo l’Agenzia, se la conferitaria nel futuro non esercitasse un’effettiva attività imprenditoriale ma si limitas se solo a una gestione passiva degli asset patrimoniali, essa potrebbe essere riqualificata come società contenitore e quindi di mero godimento.
In tale evenienza, potrebbe evidenziarsi una natura pret tamente fiscale della riorga nizzazione, rappresentata dal la più leggera tassazione dei
dividendi erogati dalla società operativa conferita (26% per la persona fisica - 1,2% per la conferitaria) suscettibile di censura antielusiva. Questa posizione non è condi visibile. Innanzitutto perché, si ripete, il precetto normativo (art.177 comma 2 TUIR) non prevede tra le condizioni per la neutralità fiscale, la vitalità economica della conferitaria. Poi, dimentica l’Agenzia che la finalità del conferimento in og getto, è proprio quella di creare delle conferitarie - holding, cui affidare la gestione delle (sole) partecipazioni conferite, per cui ipotizzarne l’elusività è un ossimoro vero e proprio. Infatti, andando - solo per ipo tesi - verso questa astrusa im postazione, l’Agenzia dovreb be anche spiegare che senso avrebbe allora il comma 2 bis del medesimo articolo 177, in cui addirittura viene consenti to il conferimento di quote di minoranza in altre società (le cc.dd. “Holding unipersona li”), la cui vitalità economica in senso proprio sarebbe anco ra più affievolita.
Inoltre, l’Agenzia dovrebbe ricordare che, il possesso di partecipazioni da parte delle holding è ritenuto esercizio di attività economica e peraltro soggetto alla normativa sulle società di comodo, ben più pe nalizzante rispetto al prelievo sui dividendi nel caso di pos sesso diretto da parte di persone.
Infine, è il caso di precisare che il passaggio della partecipazio ne in una holding passiva non determina alcun vantaggio fi scale, poiché i dividendi subi rebbero una doppia tassazione,
la prima dell’1,2% a seguito del passaggio da una società all’altra e la seconda del 26% quando gli utili vengono distri buiti alla persona fisica. Questa impostazione, che guarda a ciò che fa la bene ficiaria dell’apporto, è stata - a fatica - ritenuta accettabi le solo nei casi di scissioni di rami “senza azienda” aventi ad oggetto solo denaro e similari ed è evidente che scissione e conferimento da persona fisica sono fattispecie del tutto diffe renti.
Questo tentativo di estenderla con una certa semplicità a ope razioni quali appunto il confe rimento in neutralità indotta in cui l’obiettivo della creazione di una holding è il presuppo sto stesso della norma istitu tiva (art.177 comma 2 e 2bis TUIR), è quindi del tutto privo di senso.
A valle di queste considerazioni, viene solo da pensare che l’unico motivo che possa giustificare una risposta così sorprendentemente superficia le sia stato il caso specifico, legato al commercio di opere d’arte, che, per sua natura ma impropriamente, fa temere gestioni parapersonali di tali attività.
Ove ciò fosse, sarebbe stato apprezzabile che l’Agenzia, per evitare fraintendimenti, avesse almeno precisato nella stessa risposta che le partecipa zioni conferite in una holding non erano e non sono mai da considerarsi asset da gestione passiva, suscettibili di genera re società conferitarie di mero godimento.
C’è sempre tempo per rime diare.
FATTURE E AUTOFATTURE ELETTRONICHE, ISTRUZIONI PER LA CORRETTA COMPILAZIONE
Alessandro Sacrestano management consultant Sagit&Associati srl amministratore unico Assindustria Salerno Service srl asacrestano@studiosagit.itCosa bisogna sapere per l’invio e la ricezione da destinatario non italiano
Dal 1° luglio scorso è diventato obbli gatorio emettere elettronicamente e inviare all’SDI le fatture attive relative alle operazioni effettua te nei confronti di soggetti non stabiliti in Italia utilizzando il tipo documento “TD01”, valo rizzando il campo “codice de stinatario” con “XXXXXXX” Inoltre, è diventato obbligatorio emettere elettronicamente e in viare all’SDI le autofatture relative alle fatture passive ricevu
te dai fornitori esteri, utilizzando il tipo documento;
• “TD17”, per i servizi ricevu ti da fornitori intra UE ed extra UE;
• “TD18”, per gli acquisti di beni intracomunitari;
• “TD19”, per gli acquisti di beni già presenti in Italia (non sono quindi importazioni o ac quisti intracomunitari) da sog getto non residente e privo di stabile organizzazione nel ter ritorio dello Stato, per i quali è indicato l’imponibile ma non
la relativa imposta. L’obbli go comunicativo resta al mo mento facoltativo per tutte le operazioni per le quali sia stata emessa una bolletta doganale, oppure emessa o ricevuta una fattura elettronica median te il Sistema di Interscambio. Le fatture andranno compila te e spedite entro il giorno 15 del mese successivo alla rice zione del documento estero. Di seguito le informazioni ne cessarie per compilare il docu mento in ogni suo punto.
Fattura elettronica TD17 per i servizi ricevuti da fornitori intra UE ed extra UE
Campo cedente/prestatore: inserire i dati del prestatore este ro con l’indicazione del paese di residenza dello stesso.
Campo cessionario/committente: inserire i dati del commit tente che effettua l’integrazione o emette l’autofattura.
Campo 2.1.1.3 <Data> della sezione “Dati Generali”: in serire la data di ricezione della fattura per servizi intra-UE o la data di effettuazione dell’ope razione, nel caso di emissione dell’autofattura relativa all’ac quisto di servizi extra-UE.
Campo 2.1.1.4 Numero: è consigliabile adoperare una nu merazione progressiva diversa da quella usata per le fatture atti ve ordinarie.
Campo 2.1.6: inserire gli estre mi della fattura di riferimento ricevuta dal fornitore estero. Indicare come imponibile il to tale della fattura inviata dal for nitore estero.
L’imposta andrà calcolata auto nomamente. Quando necessa rio, si dovrà indicare la natura dell’operazione nel caso si tratti di un’operazione non imponibi le o esente (ad esempio, codice N3.4 nel caso di non imponi bilità e codice N4 nel caso di esenzione).
Fattura elettronica TD18 per gli acquisti di beni intracomu nitari
Campo cedente/prestatore: inserire i dati del prestatore este ro con l’indicazione del paese di residenza dello stesso.
Campo cessionario/commit tente: inserire i dati del commit tente che effettua l’integrazione. Campo 2.1.1.3 <Data> della
sezione “Dati Generali”: in serire la data di ricezione della fattura.
Campo 2.1.1.4 Numero: è consigliabile adoperare una nu merazione progressiva diversa da quella usata per le fatture atti ve ordinarie.
Campo 2.1.6: inserire gli estre mi della fattura di riferimento ricevuta dal fornitore estero. Indicare come imponibile il to tale della fattura inviata dal for nitore estero.
L’imposta andrà calcolata auto nomamente. Quando necessa rio, si dovrà indicare la Natura dell’operazione nel caso si tratti di un’operazione non imponibi le o esente (ad esempio, codice N3.4 nel caso di non imponi bilità e codice N4 nel caso di esenzione).
Fattura elettronica TD19 per gli acquisti di beni già presenti in Italia da soggetto non residente e privo di stabile organizzazione Campo cedente/prestatore: inserire i dati del prestatore este ro con l’indicazione del paese di residenza dello stesso. Campo cessionario/committente: inserire i dati del commit tente che effettua l’integrazione o emette l’autofattura.
Campo 2.1.1.3 <Data> della sezione “Dati Generali”: in serire la data di ricezione della fattura da parte di fornitore in tra-UE o la data di effettuazio ne dell’operazione, nel caso di emissione dell’autofattura re lativa all’acquisto da fornitore extra-UE.
Campo 2.1.1.4 Numero: è consigliabile adoperare una numerazione progres siva diversa da quella usata per le fatture attive ordinarie.
Campo 2.1.6: inserire gli estre mi della fattura di riferimento ricevuta dal fornitore estero. Indicare come imponibile il totale della fattura inviata dal fornitore estero. L’imposta andrà calcolata autonomamente. Nel caso non si tratti di un’ope razione imponibile, bisognerà specificare la natura dell’ope razione; ad esempio per i non imponibili con uso del Plafond occorre indicare N3.5, nel caso di acquisti da soggetti non resi denti di beni già presenti in Italia con introduzione in un deposito IVA (articolo 50-bis, comma 4, lettera c) oppure per acquisti da soggetti non residenti di beni (o di servizi su beni) che si trovano all’interno di un deposito IVA occorre indicare la Natura N3.6. Fattura elettronica TD16 per gli acquisti con reverse charge interno (al momento ancora facoltativa)
Campo cedente/prestatore: inserire i dati del fornitore ita liano.
Campo cessionario/commit tente: inserire i dati del commit tente che effettua l’integrazione. Campo 2.1.1.3 <Data> della sezione “Dati Generali”: in serire la data di ricezione della fattura.
Campo 2.1.1.4 Numero: è consigliabile adoperare una nu merazione progressiva diversa da quella usata per le fatture atti ve ordinarie.
Campo 2.1.6: inserire gli estre mi della fattura di riferimento ricevuta dal fornitore italiano e dell’IdSdi attribuito alla stessa dal Sistema di interscambio. Indicare come imponibile il totale della fattura inviata dal fornitore. L’imposta andrà calcolata autonomamente.
ECCELLENZE IN DIGITALE: LE DONNE IN CATTEDRA A SALERNO
Alex Giordano docente di Marketing e Trasformazione Digitale - Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli direttore scientifico del programma di ricerca/azione
Quattordici professioniste per un percorso di formazione gratuito, ideato dal PIDMed, proposto a tutti i lavoratori che vogliano accrescere le proprie competenze digitali, creato su una iniziativa nazionale
Con il progetto PIDMed (il Punto Im presa Digitale della Camera di Com mercio di Salerno in collaborazione con l’Università Federico II di Na poli), in questi anni di lavoro sul territorio, ho in contrato imprese molto evolute e innovative, im prenditori curiosi e interessati alle possibilità del digitale, ma anche realtà e persone ancora distanti dai processi di innovazione tecnologica in corso. Il 4.0 per tanti è lontano ma in molti (soprattut to artigiani, commercianti, ristoratori...) hanno manifestato l’interesse a una digitalizzazione 2.0 per ampliare le occasioni offerte ai loro clienti re ali e potenziali. Per raccontare loro come si usa il digitale in azienda, per comunicare con i clienti, per far conoscere i propri prodotti e servizi o per mantenere i contatti con le proprie reti di affezio nati, i migliori “docenti” sono i professionisti della comunicazione e del marketing, abituati a lavorare con varie organizzazioni e con le imprese. Ecco perché, per organizzare l’edizione salerni tana di Eccellenze in Digitale, PIDMed ha coin volto 14 professioniste del digitale che lavorano nel mondo ma sono tutte originarie di Salerno e dintorni. Precisamente, tredici professioniste sa lernitane e una testimonial d’eccezione: Jesse, una tiktoker afro-salernitana molto seguita che, in questo momento, è un’importante influencer per quanto riguarda le tendenze dell’abbigliamento.
Eccellenze in Digitale è un percorso di formazione gratuito che viene proposto a tutti i lavoratori che vogliano accrescere le proprie competenze digita li ed è stato creato su una iniziativa nazionale di Unioncamere con il supporto di Google.org. La Camera di Commercio di Salerno, con la compli cità del dottor Andrea Sammarco che segue il progetto nazionale, ha provato a spingersi oltre e a prototipare un format diverso di Eccellenze in Di gitale, pensato per avere una sua vita pubblica gra zie a partnership con Università, centri di ricerca e media locali e nazionali. Parola d’ordine: fornire strumenti pratici senza mistificazioni. E per questo ogni lezione è orientata all’how to cioè a spiegare come utilizzare le piattaforme in modo strate gico e operativo. Sono 15 lezioni che diventano una vera e proprio cassetta degli attrezzi, sempre a disposizione sul sito della Camera di Commercio di Salerno e di PIDMed. Imprenditori e lavoratori possono quindi seguire liberamente questo percor so pensato come un manuale narrato. La scelta di un gruppo di professioniste al femmi nile è volutamente e simbolicamente orientato a sottolineare la necessità di affrontare quel gender gap che si presenta come un serio problema nel nostro Paese. Secondo l’indice DESI 2021 l’Ita lia si attesta al di sotto della media Europea per quanto riguarda la diffusione e la tipologia di com petenze digitali nel confronto tra uomini e donne
e le professioni del digitale continuano ad essere più vantaggiose per i maschi. Nonostante tutto nel 2021 si è registrato, per la Campania in generale e per la provincia di Salerno in particolare, un trend in crescita per quanto riguarda le imprese che han no scelto di investire nel digitale; inoltre, stando al V Rapporto sull’imprenditoria femminile di Unioncamere, la provincia di Salerno si posiziona sesta nella top-ten nazionale per numero di impre se al femminile (come valore assoluto), superando la media regionale col 23,4% di imprese femmini li all’attivo e quinta per incidenza di imprese fem minili giovanili sul totale delle imprese femminili. La transizione digitale passa, secondo noi di PID Med, dalla creazione di ponti con attori-chiave, per questo per diffondere le Eccellenze in Digitale sono state create alleanze istituzionali e altre in
vece funzionali a far viaggiare queste 15 lezioni in modo crossmediale (lanci sui social: Istagram, Facebook, Youtube), oltre a coinvolgere i media locali come La Città (il principale quotidiano car taceo di Salerno che ha ospitato le lezioni anche sulla sua piattaforma web); Lira TV e Radio Alfa (dove è stata fatta la promozione del percorso, oltre a far conoscere le docenti e i loro contenuti attraverso interviste di approfondimento). Infine le 13 esperte hanno trovato spazio anche su The WOM, il media brand digitale creato da Monda dori per parlare con le giovani millenial e per of frire alle nuove generazioni contenuti e ispirazioni attraverso i loro canali d’elezione. Non vi resta che scegliere il corso che più fa per voi sul sito della Camera di Commercio di Salerno o sul sito di www.pidmed.eu.
Subira, in arte Jesse
Testimonial del progetto Eccellenze in digitale
Nata in Muleba (Tanzania), ma residente a Salerno, è una giovane donna che attraverso la rete è riuscita a far conoscere le sue qualità come fashion stylist diventando una star di Tik Tok con 706.5 K followers.
Giovanna Montera
Un DNA digitale per fronteggiare le emergenze
Esperta in strategie di marketing e comunicazione, da oltre 15 anni, Giovanna Montera si confronta quotidianamente con gli obiettivi di aziende di ogni dimensione, dalle più piccole alle multinazionali, italiane e internazionali.
Simona Caracciolo
I social per il business
Socia di un’agenzia di web marketing, Simona Caracciolo cura progetti di formazione e piani di consulenza su marketing e comunicazione. È specializzata anche in comunicazione e organizzazione di eventi per la promozione territoriale e culturale.
Benedetta De Luca
I social emergenti per il business
Benedetta De Luca è una content creator, gender and inclusion editor e influencer. Per lei i social network possono essere un importante veicolo di messaggi valoriali come l’unicità e l’autenticità.
Rosaria Morrone Sponsorizzazioni e Adv (Facebook e Instagram)
Rosaria Morrone è project manager e social media strategist in un’agenzia di marketing e comunicazione integrata, è una donna piena d’energia, interessi e molta ironia che, come lei stessa afferma, non guasta mai.
Nadia Malangone
Funzioni avanzate di geo-targeting Sponsorizzazioni e Adv sui Social
Nadia Malangone è una delle esperte indiscusse del digitale: affermata digital marketing manager lavora con aziende e professionisti che vogliono usare il web per raggiungere i propri obiettivi.
Mara Normando
Il digitale per superare la crisi nel settore turistico
Mara Normando è un’imprenditrice nel settore turistico.
Da più di dieci anni si occupa anche di consulenza e comunicazione digitale.
Sara Laveglia
Costruire la propria presenza online
Sara Laveglia si occupa di consulenza e formazione in comunicazione organizzativa e marketing on e off line, personal branding, comunicazione per eventi, content management e pianificazione media.
Pina Caliento
SEO per costruire e rafforzare la propria comunicazione online
Specializzata in digital ethnography, Pina Caliento si occupa di formazione e facilitazione alla digital transformation delle PMI ed è digital promoter del PID di Salerno.
Ida Papandrea
Chatbot e strumenti di messaggistica
Ida Papandrea è una donna cosmopolita sempre pronta ad aprirsi alle novità e alla contaminazione. Attualmente lavora come content creator, copywriter, social media manager e organizzatrice di eventi.
Eufemia Scannapieco Sponsorizzazioni e Adv sui social minori
Eufemia Scannapieco supporta aziende e professionisti nella comunicazione online e offline: è esperta di social media marketing, community management e digital strategy.
Ylenia Cuccurullo L’approccio Data Driven
Ylenia Cuccurullo è una copywriter e digital media strategist che aiuta le aziende a strutturare o ristrutturare il proprio ecosistema digitale partendo dall’analisi dei dati.
Maria Luisa D’Urso Vendere online Vendere online grazie a MarketPlace
Maria Luisa D’Urso è imprenditrice ed esperta di eCommerce e digital marketing da quasi 15 anni. Ha iniziato la sua carriera in importanti gruppi editoriali che, con lei, hanno iniziato a vedere nel digitale un nuovo canale di business.
Angela Maiale Metodologie di Project Management consolidate per le PMI
Network Engineer, Innovation Manager e PMI Scrum Master, Angela Maiale è una delle pioniere della metodologia Agile, dell’Open Innovation e della digital transformation.
mercati
Daniele Trimarchi Studio Trimarchi daniele@studiotrimarchi.comLe imprese del settore dei servizi che intendono operare all’estero devono tenere conto nelle loro valutazioni strategiche di fattori sociali, culturali ed economici.
In particolare, un fattore critico di successo è rappresentato dalle risorse umane, data la più ampia interazione fornitore-cliente
Oggi grazie soprat tutto alla digitaliz zazione è possibile erogare uno stesso servizio in modalità diverse e abbracciare una clientela più ampia, presente anche sui mer cati esteri. I servizi rappresen tano attualmente il settore eco nomico dominante in termini di occupazione, sia per le econo mie più sviluppate, sia per molte emergenti. Storicamente però, l’offerta si era sviluppata prima di tutto sul mercato domestico, e per questo l’internazionaliz zazione degli stessi è stata poco considerata anche dalla lettera tura. Basta fare alcune ricerche su internet per accorgersi che fino a pochi anni fa l’interna zionalizzazione dei servizi era vista rischiosa rispetto a quella delle aziende di produzione di beni. Di fondo c’è del vero: in molti casi i servizi offerti sono strettamente legati al proprieta-
rio dell’azienda di servizi che è anche l’unico “formalmente” ti tolato a produrli. Questa barrie ra si sta piano piano abbassando grazie allo sviluppo tecnologi co. Il punto reale è che mentre il processo di internazionaliz zazione delle imprese manifat turiere può iniziare utilizzando canali di esportazione indiretti consentendo così, tramite un passaggio graduale verso canali più diretti, sperimentazioni, nel le società di servizi la situazione obbliga l’imprenditore ad af frontare immediatamente tutta una serie di problematiche le gate all’ingresso in un mercato estero. Proprio come abbiamo visto nel caso della logistica, uno dei fattori scatenanti per un’espansione degli operatori del settore è stata l’evoluzione verso piattaforme digitalizza te e lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale. Questo ha consentito alle imprese di
rivalutare la natura stessa della propria offerta di servizi e, in alcuni casi, lo scambio di servizi introducendo come variabile la possibilità di separare più facil mente i processi di produzione da quelli di consumo.
La scelta di una adeguata stra tegia dipenderà dalla tipologia di servizio offerto e dal mercato di penetrazione. Tuttavia vale la pena porre in evidenza alcuni tratti comuni da tener presente se si intende esportare i propri servizi. Per prima cosa rive diamo le principali caratte ristiche dei servizi. Quando parliamo di servizi, facciamo riferimento ai processi o alle attività di natura immateriale.
Ad esempio l’acquisto di una macchina riguarda il trasferi mento di un bene fisico, ma il modo di soddisfare le esigenze di un cliente che acquista una macchina opportunamente per sonalizzata per lui, è un servi
zio. Molto spesso un servizio implica interazioni di qualche tipo con il fornitore del servizio stesso. Per la maggior parte dei servizi si possono identificare tre caratteristiche di base:
1. I servizi con la caratteristica di inseparabilità ovvero quelli prodotti e consumati simulta neamente. In questa tipologia di servizi, è il processo di produ zione del servizio che conta per il cliente. Il controllo della quali tà e la commercializzazione de vono aver luogo nel momento e nel luogo di produzione e con sumo simultaneo dello stesso. Quando ci rivolgiamo ad una società di logistica per il traspor to di merce all’estero, abbiamo il diritto, ad esempio, di veder trasportato da un luogo all’altro un container, ma quando questo container arriva a destinazione non rimane altro del servizio. Se una nave lascia un porto con un carico mezzo pieno il restante spazio in stiva non può essere venduto il giorno successivo e, quindi, questo spazio è per so. Per questa tipologia, non è possibile creare uno stock del servizio, invece è possibile una pianificazione della capacità di carico quale fattore critico di successo.
2. Il cliente partecipa, almeno in parte, al processo di pro duzione del servizio. Pertanto il servizio a un cliente non è esattamente uguale allo "stes so" servizio che sarà elargito al cliente successivo e in molti casi ciò che il cliente desidera non è noto all’inizio del processo stes so.
3. I servizi sono processi costi tuiti da attività o una serie di attività. In queste attività sono utilizzati diversi tipi di risorse
spesso in interazioni dirette con il cliente, in modo da trovare una soluzione al problema del cliente stesso.
Cosa tener presente nell’internazionalizzazione dei servizi.
Per prima cosa bisogna ri marcare che la metodologia di approccio ai mercati esteri è influenzata dalla natura del servizio fornito. I servizi in cui la produzione e il consumo av vengono in modo relativamente simultaneo (ad es. servizi medici e molti altri come trasporti e turismo), sono meno facilmente internazionalizzabili e/o gene ralmente visti come internazio nalizzabili tramite investimenti diretti esteri; al contrario, i pro cessi di produzione e consumo di servizi che possono esse re disaccoppiati (es. sviluppo software o formazione on-line) sono più facilmente esportabili. La cosa positiva è che i miglio ramenti tecnologici hanno con sentito e consentiranno sempre di più un disaccoppiamento tra produzione e consumo per alcu ni servizi, consentendo loro di essere confezionati e scambiati più facilmente. Tuttavia l’uso della tecnologia non è così dif fuso in tutti i mercati. Pertanto, i fornitori di servizi che si rivol gono ai mercati meno evoluti potrebbero trovare barrire all’in gresso. Al tempo stesso bisogna dire che lo sviluppo di alcune economie emergenti offre in vece buone opportunità di internazionalizzazione dei servizi. Questo perché in questi mercati vengono impiantate tecnologie da subito più avanzate. Inoltre la percentuale della popolazio ne occupata nel settore dei ser vizi, in genere inferiore rispetto
a quella delle economie più avanzate, potrebbe comportare una maggiore attrazione di in vestimenti diretti. Ci sarà quin di meno concorrenza, ma an che una serie di sfide da tenere presente. Oltre alla tecnologia, bisogna considerare i fattori so ciali, culturali ed economici che impongono importanti valuta zioni da parte delle imprese del settore dei servizi che intendono operare all’estero. In particola re, maggiori distanze culturali e istituzionali tra il paese di ori gine dei fornitori di servizi e il mercato di riferimento genera no un maggiore bisogno di adat tamento e apprendimento, al fine di fornire un servizio di alta qualità che soddisfi le esigenze dei clienti; probabilmente, que sto aspetto è addirittura più criti co per i servizi che per il settore manifatturiero, data la più am pia interazione fornitore-cliente nella fornitura dei servizi. Una domanda fondamentale cui oc corre rispondere prima di inter nazionalizzare un servizio è il grado di standardizzazione rag giungibile. Le esigenze comuni dei clienti per i servizi variano maggiormente tra le nazioni ri spetto a quanto non avvenga per i prodotti e per affrontarle sono spesso necessarie soluzioni lo calizzate. In conclusione data la natura del servizio e nello spe cifico la particolare interazione tra produttore e cliente di un servizio, si pone come fattore critico il controllo delle risorse eventualmente collocate in al tro Paese, in modo più ampio rispetto a quanto avviene nella produzione dei beni. Pensare di internazionalizzare e non curare questo aspetto potrebbe com portare seri rischi d’insuccesso.
NUOVA LEGISLATURA
Andrea Boscaro Partner The Vortex andreaboscaro@thevortex.itTra le azioni più importanti da perseguire rientra la promozione della diffusione di modelli di e-commerce nei mercati business-to-business, utilissima nel dare vita nuova all’identità e alle collaborazione tra pmi in filiera
Lo scorso 31 luglio, con le Camere sciolte e il Governo in carica solo per gli affari correnti, è stata recepita la Direttiva Europea 2019/2161 che, fra le altre cose, è volta a regolamentare il fenomeno del le recensioni online. La riforma, con tale provvedimento, inten de in particolare favorire solo la pubblicazione di recensioni verificate e limitare quelle frutto di una incentivazione promozio nale: messo all’angolo dalla sua caduta, il Governo non ha potuto che delegare all’Agcom l’imple mentazione puntuale del provve dimento, la determinazione delle sanzioni per quegli operatori che non si conformeranno alle misure e il contrasto all’inerzia che spes so è rappresentata dalle piattafor me digitali. Si tratta di uno dei tanti casi in cui il mercato digitale è definito da livello europeo che il nostro Legislatore deve rincor rere, non senza difficoltà. Anche per questo le tante sfide e i tanti
dossier rimasti sul tavolo dopo la caduta del Governo Draghi metteranno a dura prova le com petenze e la visione strategica che l’Italia adotterà nei confronti non della digitalizzazione in senso astratto, ma delle tante declina zioni di cui essa è costituita e che interseca i ministeri e i livelli am ministrativi. Per quanto concerne la Pubblica Amministrazione, il Governo che uscirà dalle urne e dal Parlamento si troverà a do ver finalizzare e implementare il "Programma PA Digitale 2026" e, sulla base del successo, in ter mini di diffusione e utilizzo, di strumenti di trasformazione digitale come SPID, PagoPA e IO, favorirne ulteriormente l’uso e al contempo estenderne l’adozio ne da parte degli Enti Locali. Il PNRR prevede del resto impegni stringenti per quanto riguarda la digitalizzazione, l’innovazione e la sicurezza della Pubblica Am ministrazione. Per quanto riguar da invece la cornice complessiva del mondo digitale, il Progetto
"Italia digitale 2026" individua un programma di diffusione del la banda ultra-larga nel rispetto delle richieste europee: alla luce delle risorse disponibili nel nuo vo contesto economico, non sarà trascurabile osservare l’impegno del nuovo Governo a individua re e allocare le risorse necessarie. Digitalizzare un Paese significa però non solo dotarlo di infra struttura materiale, ma supportare le organizzazioni e le aziende perché possano accrescere la loro produttività interna e la loro com petitività esterna. Tutte le attività digital, non solo il commercio elettronico, richiedono infatti competenze qualificate, in gra do di supportare chi esprime la domanda di servizi digitali, e at trezzate per porsi al suo fianco sia nella definizione della strategia che nell’operatività dei processi. Al contempo, la forte asimmetria che spesso vede contrapposte le piattaforme digitali e le aziende si traduce in molti casi nella limita ta assistenza offerta, nell’opacità
con cui le regole sono applicate e nei ritardi con cui le decisioni prese vengono implementate. Lo Sportello Platform-to-business individuato a livello comunitario e in Italia di competenza dell’A gcom è oggi uno strumento poco conosciuto, ma molto importante nell’accrescere trasparenza ed efficienza nell’uso del digitale da parte, soprattutto, delle PMI.
In particolare, una crescente as sistenza è dovuta dalle piattafor me digitali nella misura in cui siano impegnate a collaborare con soggetti pubblici nazionali e locali come l’Istituto Commercio Estero per accrescere la presenza delle aziende italiane e la vendi ta di prodotti e servizi in Italia e all’estero. A questo proposito, un aggiornamento delle figure pro fessionali definite dal Ministero del Lavoro affinché includano anche quelle del mondo digitale così da promuoverne la ricono scibilità e le tutele può supportare l’incontro fra domanda e offerta. Se molte iniziative rientrano pie namente nell’ombrello proget tuale e finanziario del PNRR, un dossier che rimane aperto è quel lo legato al diritto d’autore e alla sfera di applicazione che questo ha online. Nel dicembre 2021 infatti, l’Italia ha recepito la Di rettiva UE sul Copyright in una modalità che molti osservatori hanno ritenuto non coerente con il modello di determinazione e distribuzione dell’equo compen so approvato in sede comunitaria. Nella prossima legislatura tale adozione richiederà un continuo monitoraggio e forse possibili correzioni perché gli editori più piccoli e innovativi non risul tino esclusi dai diritti maturati dall’impiego dei loro contenuti da parte delle piattaforme digi
tali. Con la nuova finanziaria da elaborare, discutere e approva re nei primi mesi della nuova legislatura, tali temi rischiano però di restare in ombra. Ecco perché merita segnalarli e ap prezzarne la rilevanza soprattutto perché l’impulso del Governo, nei Ministeri competenti, possa favorire, a livello locale, l’indivi duazione di iniziative specifiche. Durante il periodo pandemico ad esempio, molteplici sono state le forme di e-commerce di prossi mità intraprese, ma le difficoltà progettuali di tali iniziative so prattutto sotto il profilo logistico possono trarre beneficio dall’atti vazione di accordi quadro nazio nali fra le associazioni di catego ria e possibili partner logistici. In parallelo, sulla base dell’esperien za di accordi locali tra enti locali e piattaforme di booking online, di giovamento potrebbe risultare un dialogo nazionale con gli opera tori del settore per diffondere le buone pratiche emerse ad aree turistiche al momento non dotate di tali convenzioni. Ancor più importante, può essere la promozione della diffusione di modelli di e-commerce nei mer cati business-to-business: in un panorama, come quello italiano, connotato dalla densità di PMI, l’opportunità di accelerare lo svi luppo di piattaforme e-commer ce di filiera e a promuoverne lo studio nei distretti territoriali può dare vita nuova alla loro identità e collaborazione.
Se è auspicabile dunque che il Ministero dedicato all’Innova zione tecnologica continui nell’o pera di miglioramento del siste ma Paese è altrettanto necessario che siano opportunamente segui ti anche dossier che non possono che avere una ricomposizione a
livello comunitario come quelli afferenti il tema del GDPR. A questo proposito, lo scorso autun no e in previsione dell’elezione del prossimo Parlamento Euro peo, la Commissione Europea ha avanzato una proposta di riforma volta ad accrescere la trasparenza in merito agli investimenti e alle modalità di pianificazione delle campagne pubblicitarie politiche online sia da parte dalle piattafor me digitali che da parte dei committenti e dei loro centri media. La prossima legislatura può dun que farsi portatrice dello spirito della proposta perché sia adot tata anche in Italia e prima della tornata elettorale comunitaria. Il digitale infatti non è un bene in sé: lo è se diventa uno strumento per accrescere la ricchezza di un territorio e per migliorare la vita dei suoi abitanti.
La diffusione sul territorio na zionale e il ruolo rivestito dalle piattaforme di delivery richiede dunque che ne sia garantita la congruenza con il diritto del la voro italiano anche grazie all’im pegno, da parte degli operatori, a rendere trasparente il proprio algoritmo di distribuzione degli incarichi così da evitarne distor sioni e abusi.
Anche per questo, debbono in fine essere favorite adeguate campagne di comunicazione e di sensibilizzazione, condotte sia sui media, sia per il tramite di partner operativi, per diffondere una con sapevolezza digitale improntata all’utilizzo di strumenti e all’ado zione di comportamenti volti ad consolidare la sicurezza persona le, la cybersecurity e il contrasto ai fenomeni distorsivi della Rete come il cyberbullismo, la disin formazione, la dipendenza dallo smartphone.
DOGANA 4.0: LA TECNOLOGIA PER PROCEDURE PIÙ SEMPLICI E RAPIDE
Antonio Petruzzo Senior Tax Specialist KPMG Italia_Studio AssociatoL’Agenzia delle Dogane si è allineata all’obbligo di reingegnerizzazione del sistema informatico sostituendo dal 9 giugno 2022 la tradizionale dichiarazione di importazione con i nuovi tracciati informatici H1-H7
Il Regolamento (UE) 2013/952 che istitui sce il Codice doganale dell’Unione (di seguito, CDU) stabilisce le norme e le procedure di carattere generale applicabili alle merci che en trano ed escono dal territorio dell’Unione, al fine di garan tire l’applicazione uniforme di dette norme all’interno di tutti gli Stati membri e per facilitare i flussi del commercio interna zionale. Il ricorso all’utilizzo della tecnologia e degli stru menti vari risultano essere fon damentali, oltre che strategici, per definire un ambiente privo di supporti cartacei (dogana paperless) e che si doti sempre più di procedure semplici, ra pide e uniformi. In quest’ottica si rivela l’art. 6 del CDU che dispone che tut ti gli scambi di informazioni tra le stesse autorità doganali, nonché tra gli operatori eco nomici e gli uffici doganali,
siano effettuati tramite proce dimenti informatici. In Italia, l’Agenzia delle Dogane, per dare seguito alle decisioni del la Commissione (Decisione di Esecuzione (UE) 2019/2151 della Commissione che sta bilisce il programma di la voro relativo allo sviluppo e all’utilizzazione dei sistemi elettronici previsti dal Codice doganale dell’Unione) in me rito allo sviluppo e all’utiliz zazione dei sistemi elettroni ci, ha aggiornato il sistema di importazione con riferimento alle dichiarazioni doganali presentate in procedura ordi naria, a decorrere dal 9 giugno 2022. L’Agenzia sta portando avanti il programma di lavoro relativo al modello denomina to “European Union Customs Data Model” (EUCDM) at traverso il processo di reinge gnerizzazione del suo sistema informativo AIDA. Pertanto, a partire dal 9 giugno 2022 il
messaggio IM delle operazio ni in importazione è sostituito dai tracciati H definiti dalla normativa unionale. In ottem peranza all’art. 6 del CDU, che stabilisce che tutti gli scambi di informazioni nonché l’ar chiviazione degli stessi debba no essere effettuati mediante procedimenti informatici, le dichiarazioni doganali di im portazione sono così trasmesse al Sistema Informativo dell’A genzia munite di firma digitale e assumono piena efficacia. Non è previsto l’utilizzo di un formulario cartaceo né per la presentazione della dichiara zione di importazione, né per la stampa della medesima. Al fine di consentire agli opera tori economici di assolvere agli obblighi contabili e fisca li connessi alla registrazione delle “bollette” di importa zione, e quindi di esercitare il diritto alla detrazione dell’IVA pagata all’importazione, l’A
genzia delle Dogane mette a disposizione degli operatori un Prospetto di riepilogo ai fini contabili della dichiara zione doganale in cui sono riportati i dati relativi al pa gamento dei diritti dogana li (dazio, IVA e altri tributi). Tale prospetto (ai fini contabi li) viene generato dal sistema contestualmente allo svinco lo delle merci. Dal momento dell’accettazione della dichia razione doganale in AIDA è disponibile un Prospetto di sintesi della dichiarazione che ne riepiloga i dati salienti. Nell’ambito del processo di uscita delle merci dal territorio doganale dell’Unione, l’A genzia mette a disposizione il Prospetto di svincolo (in cui sono presenti codice di svin colo e relativa data) che riporta non solo l’MRN (Movement Reference Number) della di chiarazione per consentire le attività di riscontro al varco condotte dalla Guardia di Fi nanza ma anche il numero degli articoli, quello di identi ficazione del container, il nu mero di targa del vettore oltre alla massa lorda delle merci. I tre citati Prospetti ovvero di riepilogo ai fini contabili, di sintesi della dichiarazione do ganale e di svincolo sono tutti disponibili sul Portale Unico delle Dogane e dei Monopoli (PUDM) cui si accede previa registrazione da parte dell’o peratore economico. Per quan to riguarda le dichiarazioni doganali di esportazione è in corso la reingegnerizzazio ne delle applicazioni per la gestione informatizzata dei documenti anche in export. Tuttavia, tali applicazioni, a
oggi, sono ancora in fase di sperimentazione e sono ope rative limitatamente all’inter no dell’ambiente di addestra mento messo a disposizione dal sistema informativo AIDA dell’Agenzia delle Dogane. In particolare, l’Agenzia ha definito una road map, in linea con la pianificazione uniona le, che individua alla data di marzo 2023 il periodo utile per avviare l’ambiente reale (e non più di addestramento) riservato agli operatori economici per aderire alle nuove fasi funzionali dei servizi export. Tutti i servizi e le applicazioni reingegnerizzate di AIDA pre vedono:
• Messaggi in XML tramite web services;
• Invio documenti firmati digitalmente;
• Accreditamento ai servizi import/export in formato “smart” tramite creden ziali SPID, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o di una CIE (Carta d’Iden tità Elettronica).
Gli utenti in possesso di tali credenziali, ai fini dell’acces so, dovranno in via preventiva accedere al portale istituziona
le dell’Agenzia ossia il Portale Unico delle Dogane e dei Mo nopoli (PUDM) al fine di ri chiedere le autorizzazioni con nesse alle attività da svolgere. La dogana, tramite queste rile vanti operazioni di ammoder namento ed efficientamento dei propri servizi, compie un grande passo in avanti che le consente di poter ambire verso obiettivi di maggiore efficien za, velocità e supporto all’ope ratore economico. Tuttavia, e in particolare per la gestione delle dichiarazioni doganali di importazione, non sono mancate le difficoltà tec niche che gli operatori hanno riscontrato e che hanno gene rato dubbi, ritardi e preoccupa zioni rispetto all’utilizzo della gestione informatizzata dei documenti.
Si confida nella responsabi lità degli operatori tutti e nel ripristino totale di ogni inter ruzione e problematica tec nica durante l’erogazione del servizio. L’ufficio Dogane e dei Monopoli ha bisogno della reingegnerizzazione delle sue procedure per essere sempre più al passo con il commercio internazionale.
IL SENSO DI ELENA
LE
di Raffaella VenerandoTra le prime laureate in Italia in Comunicazione - Anno 1996/1997 - con coraggio e determinazione ha poi scelto di restare al Sud e di fondare una realtà imprenditoriale da sempre molto al femminile. Un autentico doppio salto ben riuscito. Che ricordi ha degli inizi e perché InCoerenze?
Nel 1999, dopo qualche Master in tour per l’Italia, avevo tre possibilità: trasferirmi al Nord per lavorare nel settore della comunicazione, impiegarmi al Sud in un ambito diverso da gli studi fatti o fare impresa. E ho scelto questa terza strada, così, investendo nel mio Sud, spostandomi io per il mondo e impegnandomi - inizialmente solo con altre donne e poi in tegrandoci nel tempo con qual che quota azzurra - a costruire una realtà seria e affidabile, pronta a offrire comunicazione ed eventi di qualità. Abbiamo conosciuto altre donne e col laborato con molte altre orga nizzazioni femminili, e ogni volta, insieme, abbiamo saputo supportarci e valorizzarci a vi cenda.
Quando mi domandano perché ci chiamiamo inCoerenze, la mia risposta è che si tratta di una provocazione e che laddo ve tutti parlano di creatività e basta, io ci aggiungo, nei fatti,
Elena Salzano ceo Incoerenzevisione e metodologia. La nostra mission è quella di lavorare “nelle coerenze” delle 4 dimen sioni attraverso cui la comuni cazione e gli eventi si sviluppa no: contenuto, forma, tempo e spazio. Per cui cultura visiva, passione, organizzazione e in novazione devono necessaria mente convivere per soddisfare chi ci affida il proprio brand e i propri progetti da sviluppare. Una comunicazione efficace per un’azienda significa relazioni di valore? Progettare la comunicazione non è solo mettere in fila mes saggi, target, strumenti e canali. E neanche può essere conside rata una illuminante azione “ar tistica” generata da un ingente
investimento economico abbi nato all’impegno dei migliori talenti. Costruire insieme per corsi che raccontano la storia delle aziende, dei territori, dei progetti, nella maniera più au tentica e innovativa possibile, considerando anche la maturità del brand, significa rispettare quelle 4 dimensioni. E significa andare a rafforzare il dialogo di ciascuno di loro con i propri interlocutori, rendendone cre dibile la narrazione per costru ire e tessere relazioni di valore attraverso la reputazione. Non solo imprenditrice, ma anche sportiva. Quante Elena coesistono, coerenti, in lei? E, tra queste, la donna in carriera quanto spazio occupa?
Mi fa sorridere la definizione di “donna in carriera”. Mi sono sempre concentrata sul fare e sul risolvere. A volte penso di aver vissuto e di continuare a vivere almeno 3 vite in con temporanea nella mia quoti dianità: sportiva, associativa e lavorativa, insieme alla di mensione affettiva, personale e familiare. Quindi in termini di coesistenza penso si tratti di un vero e proprio “condominio”. E la coerenza diventa il frutto di un continuo equilibrio di namico che stressa più gli altri nel vedermi che me stessa nel viverlo. E in questo lo sport mi ha sempre aiutato a competere ma con spirito costruttivo. Insegna più una sconfitta o una vittoria?
Penso che vincere e perdere abbiano una importanza fonda mentale nella vita di ciascuno. La sensazione di fallimento, di errore, porta con sé sicuramente una profonda frustrazio ne che, se non trasformata in spunto di miglioramento, può generare delusione e perdita di autostima. Quando, invece, mi sono ritrovata a sbagliare e a ri flettere sull’errore, ho avuto la possibilità di crescere e uscirne rafforzata. E con una consape volezza maggiore.
Dalla vittoria recuperi la gra tificazione, lo stimolo a con tinuare a fare sempre meglio, la coesione di gruppo. Spesso risulto ipercritica e questo mio atteggiamento penso possa di ventare un punto su cui miglio rare, soprattutto per dare valore a quanto si è fatto e al gioco di squadra. Serve cementare un qualcosa di cui non dobbiamo mai dimenticarci, la fiducia In entrambe le situazioni, di
sconfitta o di vittoria, un ruolo chiave è quello dell’emozione. L’attesa, la preparazione, l’a drenalina, il supporto all’altro e dall’altro, l’intesa, la carica competitiva, la delusione, la gioia, il sollievo, sono tutte sfu mature che danno sapore e co lore a ogni gioco, a ogni sfida, a ogni progetto.
Da pochi mesi è la nuova pre sidente del Club Velico Salernitano. Che valore ha questa nuova sfida?
Ho sempre amato il mare e frequentato il Club Velico da diportista. Giusto un anno fa ho raccolto una sfida del tutto inaspettata. Nata così, per caso, dall’invito di un amico di vec chia data che voleva confron tarsi su un progetto nel quale si stava impegnando. Siamo partiti con una accelerazione senza precedenti, con l’affron tare ogni singolo problemaqualcuno mi definisce “caterpillar” - per valorizzare quel luogo e tutto quello che ne rap presenta il vissuto. E ho scoper to, in questo, di poter contare su una bella squadra che con me sta ricostruendo spazi e attività, al servizio di una comunità di appassionati del mare. Siamo ripartiti con la Scuola di Vela, sia per i bambini che per ragaz zi e adulti, con il recupero dello spirito di convivialità, e ab biamo affrontato, e posso dire vinto, due grandi scommesse: il Campionato Italiano della Classe Este 24 a giugno, e, poi, la sfida più impegnativa della Coppa Primavela e del Cam pionato Italiano Giovanili in Singolo, tenutosi a Salerno dal 28 agosto al 4 settembre. Non nascondo che una delle più grandi emozioni vissute in
questa esperienza e, in generale nella mia vita professionale, in sieme alle Cerimonie di Aper tura e Chiusura dell’Universia de Napoli 2019, è stato vedere quelle oltre 500 vele che rega tavano ogni giorno nel Golfo di Salerno, grazie a uno straordi nario sforzo organizzativo e lo gistico fatto dai 3 Circoli che si sono associati insieme al Club Velico Salernitano: il Circolo Canottieri Irno, la Lega Navale di Salerno e l’Azimut. Un evento che ha determinato una concreta azione di mar keting territoriale per la nostra città, che ha posizionato Salerno nella roadmap dei grandi eventi velici e che può essere considerato una best practice da seguire in futuro per ospita lità e management, non solo in ambito sportivo.
Chiudiamo con un gioco: qual è la sua call to action “personale”?
Dal Liceo c’è una massima educativa di Trilussa che mi accompagna in ogni mia sfi da: “Insisti, persisti, raggiungi e conquisti”. Ed è diventato un leit motiv che ho voluto fosse presente anche sulla parete di fianco alla mia scrivania. Mi ricorda che ogni giorno ho la grande opportunità di affronta re un nuovo progetto, un nuo vo percorso di vita lavorativo o personale, ma che per farlo devo esserne all’altezza, devo fortemente volerlo, oltre all’im pegno profondo, devo anche applicarmi a capire di più. Co noscere di più.
Devo studiare sempre e, maga ri, se sono stata brava e in grado di meritarmelo, posso ottenere il risultato sperato e gioire per questo. Meglio se in squadra.
XXIV BMTA, APPUNTAMENTO A PAESTUM DA GIOVEDÌ 27 A DOMENICA 30 OTTOBRE 2022
Anche in questa edizione, ampio spazio alle buone pratiche per sviluppare il turismo esperienziale e sostenibile
La XXIV Borsa Me diterranea del Turi smo Archeologico, a Paestum presso il Tabacchificio Cafasso, l’area archeologica e il Museo Nazio nale, la Basilica da giovedì 27 a domenica 30 ottobre 2022, si presenta con tutti i numeri in positivo: 100 conferenze in 5 sale in contemporanea, 500 tra moderatori e relatori tut ti in presenza, 150 espositori (ben 18 territori regionali rap presentati, 12 regioni, Roma Capitale con il Municipio X e il Ministero della Cultura con 500 mq dedicati ai Parchi e Musei autonomi, dal Colosseo a Ostia, Sibari, Campi Flegrei, dal MANN di Napoli al Mu seo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e ancora Euro pa Creativa, Ales, Parco di Ga iola), 20 Paesi Esteri, 30 buyer
europei selezionati dall’ENIT e nazionali. Il Ministero del la Cultura nel proprio spazio presenterà la candidatura della Via Appia Antica, nel percorso integrale da Roma a Brindisi e comprensivo della variante traianea, per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (4 le Regioni interessate dal percorso e 100 gli enti territoriali competenti (73 Comuni, 15 Parchi, 12 tra Città Metropolitane e Provin ce). La BMTA, anche in que sta edizione, metterà in campo buone pratiche per sviluppare il turismo esperienziale e il tu rismo sostenibile, affinché Isti tuzioni, Enti Locali e Organiz zazioni Datoriali possano farle proprie e concretizzarle a breve medio termine: - la Conferenza sul sostegno del PNRR a favore delle de
stinazioni turistico-archeolo giche, in collaborazione con l’Ufficio Italia del Parlamento Europeo, è l’occasione per pre sentare proposte migliorative alla luce dell’iter in corso con la partecipazione dei vertici del Parlamento Europeo, del Mini stero del Turismo e della Cultu ra, delle Commissioni Attività Produttive della Camera e dei Beni Culturali del Senato, delle Organizzazioni Datoriali, dei principali Parchi Archeologici; - ArcheoIncoming vuole incre mentare la domanda turistica di prossimità europea e nazio nale da parte dei tour operator specialisti, da sempre vocati all’outgoing, ma dalla pande mia in poi proiettati anche sul nostro Bel Paese. La loro par tecipazione vedrà un confronto con i Direttori dei Parchi e Mu sei statali autonomi giovedì 27
ottobre e, in qualità di buyer, caratterizzerà il Workshop di sabato 29 ottobre anche su base nazionale; - l’attenzione sulla Archeologia Sotterranea con il primo Incon tro Nazionale delle Città Ipo gee intende dare risalto ai tanti luoghi sotto le nostre città rea lizzati dall’uomo, quali caver ne, cripte, catacombe, gallerie, labirinti per individuare conte nuti e strumenti per promuo vere una offerta contrassegnata da bellezza, unicità, percorsi emozionali, sostenibilità, dove città e territori sono protago nisti. Il coinvolgimento della Pontificia Commissione di Ar cheologia Sacra, dei Comuni e delle Regioni, dell’ENIT, delle organizzazioni datoriali del tu rismo organizzato e dell’intermediazione, del Touring Club Italiano ha l’obiettivo di svilup pare un progetto interregionale dei territori protagonisti. L’International Archaeologi cal Discovery Award “Khaled al-Asaad”, giunto alla 8ª edi zione e intitolato all’archeo logo di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patri monio culturale, premierà la “scoperta dell’anno 2021”: si tratta dell’unico riconoscimen to a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e ai suoi protagonisti, gli arche ologi, che con sacrificio, de dizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidia namente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio. Parte ciperanno alla Cerimonia di consegna: Fayrouz Asaad fi glia archeologa di Khaled, Ne dal Machfej Vice Ministro del Turismo della Siria, Mohamed Nazir Awad Direttore Generale Antichità e Musei della Siria, Mohamad Saleh Ultimo Di
rettore del Turismo di Palmira. Tra i prestigiosi ospiti interna zionali anche Ahmed Farouk Ghoneim Direttore Museo Na zionale della Civiltà Egiziana, Dimitrios Pandermalis Presi dente Museo dell’Acropoli di Atene, Fatma Naït Yghil Diret tore Museo del Bardo di Tunisi e Zahi Hawass archeologo, già Ministro egiziano delle Anti chità e Direttore degli scavi a Giza, Saqqara e Valle dei Re. Il Premio Internazionale di Ar cheologia Subacquea “Seba stiano Tusa”, alla 2ª edizione, sarà consegnato al progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici, al miglior contributo giornali stico in termini di divulgazio ne e quale riconoscimento alla carriera.
Per gli Incontri con i Protago nisti, Syusy Blady interviene su “Ingegneri del Cosmo”: un sorprendente viaggio cosmico, dall’antico mito sumero della Creazione al confronto con le nuove tesi astrofisiche della formazione della Terra.
ArcheoVirtual, Mostra e Wor kshop Internazionale affronterà il tema “Verso il Metaverso” per introdurre il pubblico alle prospettive che si delineano nel campo dei nuovi mondi virtuali con le rilevanti trasfor mazioni nelle modalità di co municazione, intrattenimento, commercio, che toccheranno tutti gli ambiti della vita socia le. Ancora, ArcheoExperience con i Laboratori di Archeolo gia Sperimentale per la divul gazione delle tecniche utiliz zate dall’uomo per realizzare i manufatti di uso quotidiano, ArcheoStartup con le imprese giovanili del turismo culturale e la presentazione del progetto co-finanziato dal programma COSME dell’Unione Europea “EU DigiTOUR”, dedicato a
PMI e startup del settore tu rismo per accedere a un pro gramma di supporto tecnico e finanziario, mentre la commu nity di IgersItalia si ritroverà a Paestum per due Instameet.
Il Sindaco di Capaccio Pae stum Franco Alfieri sta esten dendo l’opera di riqualifica zione dell’ampio Tabacchificio Cafasso agli altri edifici attigui, per consentire agli eventi di valore internazionale come la BMTA di disporre di ampi spazi e più servizi. La Regio ne Campania, rappresentata dall’Assessore al Turismo Feli ce Casucci e dal Direttore Ge nerale per le Politiche Culturali e il Turismo Rosanna Romano, sarà protagonista con uno spa zio espositivo di 200 mq e al Workshop di sabato 29 ottobre con i buyer europei selezionati dall’ENIT e i buyer nazionali per promuovere il patrimonio archeologico dei grandi at trattori e soprattutto delle aree interne, secondo le linee guida del Presidente Vincenzo De Luca, che dal 2018 ha inserito la BMTA nel calendario uffi ciale delle fiere (con Londra, Berlino, Madrid, Mosca, Mila no, Rimini).
Il Parco Archeologico di Pa estum e Velia, per il quale fu ideata nel 1998 la BMTA per affiancare il processo di va lorizzare del sito inserito da quell’anno nel patrimonio mondiale dell’umanità, riaprirà le porte del Museo di recente rinnovato nelle sale e nei per corsi espositivi e sarà presente con il neo Direttore Tiziana D’Angelo e il Consigliere di Amministrazione Alfonso An dria, Presidente della Provincia alla nascita della BMTA, che ha sempre seguito da allora, avendo al suo fianco Mounir Bouchenaki, Presidente Ono rario della Borsa.
Ragionando per macrocategorie, sono cinque le aree proibite: politica, religione, sesso, calcio e salute
GLI ARGOMENTI DI CONVERSAZIONE VIETATI A TAVOLA
Di cosa non si parla a tavola?
Cosa dovremmo evitare? Le re gole cambiano con i tempi, ma ci sono aree che ci salvano dalla polemica e dalle tensioni.
La regola base riconosce 5 classici argo menti da evitare a tavola, quelli che dividono, imbarazzano, "scaldano": politica, reli gione, salute, calcio (in Italia) e sesso sono veri e propri tabù secondo l’etichetta.
Il galateo 4.0 però ridistribuisce le percen tuali del buon senso su quelle del bon ton che a volte rischia, se preso alla lettera, di non essere di reale aiuto.
Ed è così che la temperatura della conver sazione va misurata volta per volta e dipen de dagli ospiti e dal grado di confidenza tra loro e con l’eventuale padrone di casa. Ri cordiamo che il Galateo di oggi è l’arte di essere e mettere a proprio agio chiunque in qualsiasi circostanza.
Ma scendiamo nel dettaglio.
«Dopo due anni di pandemia e la paura che ricominci, so che è durissimo da evitare, ma al primo posto c’è la salute: è un fatto privato»
Nicola Santini esperto di galateo, costume e società
Dopo due anni di pandemia e la paura che ricominci, so che è durissimo da evitare, ma al primo posto c’è la salute: è un fatto privato. Non tutti sentono il bisogno o la voglia di parlarne. A un "come stai?" non si risponde con l’elenco delle voci con aste risco nell’ultima urinocultura.
La voce salute si attualizza con la chirurgia: mai indagare a tavola e in presenza di altri sull’aumento del volume delle labbra o sul la cicatrice sospetta.
Politica: quasi impossibile parlarne senza litigare, ma se si capisce che si riesce a farlo
con leggerezza, che non significa prendere valori e temi "alla leggera", perché no?
Sesso: a meno che la confidenza non sia quella alla sex and the city, lasciamo che i "piaceri della carne", a tavola, siano solo bistecche e spiedini. Attenti anche ai vicini di tavolo.
Calcio: se è un tavolo organizzato prima, durante e dopo una partita e la differenza di tifoseria è tollerata dai commensali è l’uni ca circostanza nella quale si può parlare di pallone senza andare nel pallone. Raramen te capita fuori da un contesto simile.
Religione: è da sempre un argomento da trattare con grande delicatezza, poco ele gante se con il boccone tra i denti, special mente se i commensali non si conoscono benissimo tra di loro. Per religione si in tende anche qualsiasi tipo di spiritualità. In quanto tale fa parte degli aspetti privati.
Alfonso Amendola docente di sociologia dei processi culturali Università di Salerno alfamendola@unisa.it
Freud’s Bones:
il Made in Italy che psicanalizza il videogioco
Un titolo dedicato al padre della psicoanalisi ideato dalla game designer partenopea Fortuna Imperatore, in arte Axel Fox
Ebravo Sigmund. Proprio lui che aveva tanto analizzato e scrutato, sondato e spinto nel profondo la nostra psiche di venta ora un personaggio dell’universo game e addirittura una modalità di fare analisi tutta giocata nel mood videolu dico. Si parla, infatti, tanto di come i videogiochi possano influenzare la psi cologia umana. E, cambiando punto di vista, il medium videoludico è in grado anche di trasmettere psicologia o, per essere più precisi, psicanalisi, e Freud’s Bones ne è la dimostrazione. Uscito a maggio di quest’anno, il titolo mostra anche come più passioni possa no convergere in un videogioco. L’au trice, Fortuna Imperatore, è una game designer, nonché dottoressa in Scienze e Tecniche Psicologiche alla Federico II di Napoli. Il risultato è, appunto, un vi deogioco punta&clicca incentrato sulla figura di Sigmund Freud e della psica nalisi. A primo impatto, viene sponta neo chiedersi in che modo un videogio co possa raccontare un tale argomento. Ma Freud’s Bones non è semplicemente un videogioco che racconta di Freud e della psicanalisi, ma il videogioco stesso diventa un mezzo attraverso cui lo stesso Freud parla con il videogioca tore/trice che può rispondergli selezio nando delle risposte. Se alla rottura del
la quarta parete si aggiunge il fatto che Sigmund sa di essere controllato e di avere “una voce nella sua testa” - ovve ro il videogiocatore/trice - il risultato è un gameplay che diventa per Freud una seduta di auto-psicanalisi. Il tutto men tre c’è una fila di pazienti che aspettano il proprio turno per cercare di risolvere in qualche modo i problemi più oscuri e reconditi della loro mente, ed è proprio qui che l’approccio a questo videogioco può cambiare in base allo stesso video giocatore/trice.
Per chi ha studiato o letto le teorie di Freud l’approccio sarà sicuramente più diretto una volta capito lo svolgi mento delle sedute con i pazienti. Per chi invece conosce poco le teorie del la psicanalisi, sarà lo stesso Freud’s Bones a venire in aiuto, fornendo tutti gli strumenti per comprendere il pen siero freudiano attraverso un’enciclopedia-guida liberamente consultabile in cui i concetti sono spiegati in modo semplice e funzionali al gameplay. Ciò è ovviamente merito della formazione accademica della sviluppatrice che, così facendo, non solo dà la possibili tà a chiunque non conosca bene le te orie di Freud di poter fruire del titolo, ma è anche un modo per trasmettere un sapere. Freud’s Bones, quindi, è un esempio calzante di come il medium vi
deoludico sia uno strumento che permette di vei colare cultura attraverso persone esperte di quel dato settore, sia che siano esse stesse a creare un prodotto videoludico, sia che ne siano chiamate come consulenti nello sviluppo e realizzazione. In sostanza, il videogioco si presta come mezzo di sinergie tra varie figure professionali e come luogo in cui poter convergere e far esplodere le proprie passioni in modo creativo.
A prescindere se si è esperti o meno, una cosa è certa: chi si trova davanti Freud’s Bones deve armarsi di pazienza, ma non in senso negativo. Innanzitutto, la pazienza è una prerogativa insi ta del genere di videogiochi punta&clicca che, in questo caso, diventa una vera e propria meccani ca del gameplay: fare una seduta di psicanalisi, ascoltare i pazienti, capire i loro discorsi e cosa si nasconde nelle loro menti richiede pazienza, pro prio come nel mondo reale. Se si è frettolosi c’è il rischio di dare una diagnosi sbagliata e, quindi, di scontentare il paziente che, tra le altre cosenel videogioco - potrebbe non pagare Freud. Per ché sì, è presente anche una piccola componente gestionale calzante con il tema. “La voce nella testa” dovrà infatti gestire Freud in merito alle sue “dipendenze” delle quali la prima è la cocai na. È risaputo infatti che per testare gli effetti di questa sostanza a uso terapeutico lo stesso padre della psicanalisi ne facesse uso. La seconda è il fumo. Non per niente, molte immagini di Freud lo ritraggono con il sigaro. I soldi ricavati dalle sedute di psicanalisi dovranno essere investiti nel comprare questi due prodotti, ma bisogna stare attenti nel somministrarli al dottore, soprattutto quando si trova sotto stress. Ciò che è peculiare, ritornando al discorso della quarta parete, è che
in questo modo il videogiocatore/trice rappresen ti per certi versi la voce della dipendenza. Tutto torna al perché della parola bones (“ossa”, in in glese) nel titolo. Prendendo il controllo di Freud nel modo in cui è stato descritto, ci si impossessa del corpo del suo corpo, si “diventa” le sue ossa. Il binomio videogiochi-psicanalisi può sembrare in apparenza singolare tanto quanto il binomio vide ogiochi-Italia. Quando si parla di sviluppo video ludico, infatti, le prime due “fucine” geografiche cui si pensa sono Giappone e Stati Uniti. Il terri torio europeo invece, negli ultimi anni, ha come zona calda la Polonia, con la casa di sviluppo CD Projekt RED, famosa per la serie di successo The Witcher. La domanda sorge pertanto spontanea: e l’Italia? Il libro “Il videogioco in Italia. Sto rie, rappresentazioni, contesti” a cura di Marco Benoît Carbone e Riccardo Fassone (Mimesis, 2020), fornisce un’attenta analisi della situazione, storica e attuale, del medium videoludico italiano. Riguardo l’industria videoludica italiana, infatti, si afferma che essa è: «arrancante per problemati cità connesse all’attività del fare industria in Italia (…) si trova nell’ultimo quinquennio a operare in un contesto internazionale saturo che esprime una competizione elevata (…) non incoraggiata dalle Istituzioni (…)». Non entrando nello specifico del discorso, dando una scrupolosa occhiata, si può dire che la situazione descritta non influisca sul la possibilità di trovarsi fra le mani titoli video ludici italiani davvero interessanti, proprio come Freud’s Bones, apripista per la rubrica “Mondi Persistenti” che (psic)analizzerà il Made in Italy videoludico.
Gli effetti nocivi sulla salute sono ancora da definire
MICROPLASTICHE E MALATTIE CRONICHE NON COMUNICABILI
Giuseppe Fatati
presidente Italian Obesity Network
Le microplastiche (MP), minuscoli pezzi di materiale plastico solita mente inferiori ai 5 mm, possono essere suddivise in due categorie principali: primarie e secondarie. Le MP primarie sono rilasciate direttamente nell’am biente sotto forma di piccole particelle e possono rappresentare il 15-31% di quelle presenti nell’oceano. Le fonti principali sono il lavaggio di capi sintetici (35%), l’abrasio ne degli pneumatici durante la guida (28%) e la loro aggiunta intenzionale nei prodotti per la cura del corpo come le micro-particelle dello scrub facciale (2%). Secondo la Euro pean Chemical Agency, ogni anno ne ven gono prodotte 145mila T, delle quali 42mila disperse nell’ambiente.
Le secondarie sono prodotte dalla degra dazione degli oggetti di plastica più grandi, come buste, bottiglie o reti da pesca e rappre sentano circa il 68-81% delle microplastiche presenti nell’oceano. Le microplastiche possono essere inghIoTtite dagli anima li marini e, attraverso la catena alimentare, arrivare nel nostro cibo. Sono state trovate negli alimenti e nelle bevande, compresi bir ra, miele, acqua del rubinetto e anche nelle feci umane. Nonostante le tante segnalazio ni, gli effetti sulla salute non sono stati an cora ben definiti. Le materie plastiche sono composte da una complessa combinazione di sostanze chimiche, tra cui gli additivi che conferiscono loro resistenza e flessibilità. Le analisi più recenti hanno identificato oltre 10.000 singole sostanze chimiche utilizzate nelle plastiche, di cui oltre 2.400 sono poten zialmente pericolose. La maggior parte degli studi sono stati condotti su animali; misurare i possibili effetti nocivi della plastica sull’uo
mo non è possibile perché i soggetti umani non possono essere intenzionalmente nutriti con una dieta a base di plastica. Sappiamo però che nei test di laboratorio le micropla stiche si sono rivelate causa di danni alle cel lule umane, che vanno da reazioni allergiche alla morte cellulare.
Molte ricerche hanno riguardato i composti chimici identificati nelle MP e presenti in ambiente acquatico, principalmente sostanze utilizzate nei prodotti di consumo, come polietilene, polipropilene e polistirene (dati relativi alle coste del Mediterraneo), polieti lene tereftalato (in Nord Europa). I polimeri contengono, in media, il 4% di additivi uti lizzati per modificarne il colore, per miglio rarne o modificarne le proprietà meccaniche, per migliorarne la resistenza al calore, ai raggi ultravioletti e all’invecchiamento, per renderli resistenti al fuoco, per migliorarne le prestazioni. Infine le MP possono assorbire sulla loro superficie contaminanti chimici e sostanze inorganiche come alluminio, tita nio, bario, zolfo, ossigeno e zinco.
I rischi per l’uomo derivanti dalle MP pos sono essere di natura fisica, chimica o mi crobiologica.
Di particolare interesse sono i rapporti tra microplastiche, malattie croniche non co municabili (diabete, obesità, cardiopatia ischemica, insufficienza respiratoria, tumo ri) e fertilità. Negli animali da esperimento il polistirene presente nei nostri mari induce alterazioni del microbIoTa intestinale e una conseguente attivazione dell’infiammazione cronica alla base di importanti fenomeni di insulinorestenza. L’insulinoresistenza è il punto di partenza comune per tutte le pato logie croniche non trasmissibili.
Sono
passati quasi settant’anni dal giorno dell’incoronazione - la prima trasmessa in diretta televisiva - sotto le magnifiche volte dell’abbazia londinese di Westminster, e da quel 2 giugno la fama e la popolarità di Elisabetta II non hanno fatto che aumentare. Nel suo ruolo pubblico ha vissuto in prima persona cambiamenti storici epocali, attraversando guerre mondiali e tempeste politiche; come capo della famiglia Windsor ha dovuto affrontare scandali e tragedie, divorzi e rappacificazioni.
La ferma compostezza con cui è rimasta al centro della scena per tutti questi anni l’ha trasformata in un mito che il giornalista Alberto Mattioli e il cultore Marco Ubezio celebrano con pura passione e divertita riverenza.
Muovendosi lontano dai profili biografici fatti di gossip e di veri o presunti scoop, ma distillando con humour il senso profondo di una vita straordinaria, i due autori raccontano la favola di una regina che sembra aver sfidato le leggi del tempo, oltre la morte, e di cui tutti continuiamo a subire l’infinito fascino.
FLEE
di Jonas Poher Rasmussen
In questo film di animazione il regista Jonas Poher Rasmussen intreccia uno splendido arazzo di immagini e ricordi, per raccontare la toccante storia di un giovane alle prese con il suo traumatico passato per salvarsi il futuro. Spingendo il confine della forma ibrida documentaria, Flee apre nuove strade all’animazione e alla narrazione confessionale con una storia che ha un profondo impatto emotivo. Il protagonista è Amin Nawabi (uno pseudonimo), un accademico trentaseienne di alto livello, che sta progettando di sposarsi e trasferirsi con il suo fidanzato Casper. Ma qualcosa lo trattiene e Amin continua a rimandare. Proprio poco prima delle nozze, il passato torna a fargli visita, facendogli ripercorrere gli anni della sua gioventù, quando dall’Afghanistan arrivò in nord Europa dopo un lungo drammatico viaggio, con la speranza di chiedere asilo e trovare sicurezza. Flee è il racconto di una fuga che si trasforma in un inno alla vita e alla libertà, un percorso umano intessuto di sfide e gioia contagiosa, una cronaca veritiera e poetica della ricerca della felicità, che apprendiamo dalla viva voce del protagonista. Un film straordinario che è già nella storia del cinema, il primo a essere candidato all’Oscar come miglior film internazionale e al contempo come miglior documentario e miglior lungometraggio d’animazione.