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Salcheto, la cantina sostenibile di Montepulciano
Si è conclusa con una gran festa la decima vendemmia di Salcheto, la cantina energeticamente autonoma più longeva d’Europa.
michele dreassi
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Alla presenza di oltre 100 ospiti, tra cui i più importanti stakeholder che hanno creduto da sempre nel progetto o che hanno collaborato negli anni alla sua piena realizzazione e i lavoratori dell’azienda vitivinicola con le proprie famiglie, si è svolta una giornata celebrativa dell’ambiente e della sostenibilità sociale, due punti cardine che fanno di Salcheto un’azienda fiore all’occhiello in Toscana e nel mondo. Emozionato Michele Manelli, presidente e fondatore dell’azienda vitivinicola Salcheto, ha dichiarato: “Sono incredibilmente orgoglioso di tutta la stima che l’intera filiera sembra trasmetterci in questo momento, ma ancor di più di poterlo festeggiare con tutti i lavoratori e i collaboratori che hanno reso possibile quest’avventura. Abbiamo centrato gli obiettivi dell’allora Agenda 2020 e non era scontato, ora ricominciamo a guardare avanti ai prossimi traguardi”. La cantina Salcheto conduce 58 ettari di vigneti tra Montepulciano e Chiusi e produce annualmente circa 400mila bottiglie. L’azienda coltiva secondo il metodo biologico certificato EU e produce principalmente Vino Nobile da Sangiovese d’altissima qualità, oltre a essere un pioniere nella vinificazione di solo uva, quindi senza alcuna aggiunta, nemmeno di solfiti. Realizza un bilancio di sostenibilità annuale seguendo lo standard Equalitas, che affronta la sostenibilità secondo i tre pilastri sociale, ambientale ed economico, report verificato da parte terza e pubblicato annualmente nel rispetto delle regole che l’azienda stessa si è data per statuto quale Società Benefit. In 10 anni sono stati risparmiati 1,1 milioni di kWh e oltre 2,3 milioni di kg di emissioni di CO2 evitate, l’equivalente di una piantumazione ex novo di circa 3.300 alberi durante il loro ciclo di vita. Dal 2010 al 2020 per ogni bottiglia di vino da 0,75, Salcheto ha ridotto del 40% i kg, di CO2 emessi, mettendo anche a disposizione di tutti gli appassionati di vino un calcolatore in grado di stimarli fino al luogo di consumo in ogni angolo del mondo. Numeri che assumono un valore ancor più significativo se rapportati, come modello, ai 7 miliardi di bottiglie della filiera nazionale del vino: sarebbe come avere oltre 5 milioni di alberi all’anno in più al lavoro per contrastare i cambiamenti climatici. Gli indicatori ambientali di biodiversità che l’azienda monitora, conformi allo standard Equalitas indicano poi la sua capacità di essere un volano per la vita nell’aria, nel suolo e nell’acqua, che di fatto gestisce nei propri campi. E i dati sono più che incoraggianti, con una ricchezza di biodiversità fino a quattro volte superiore ai migliori benchmark e in grado di dimostrare che si può fare agricoltura specializzata senza compromessi con l’ambiente. L’azienda Salcheto è stata la prima in Europa a contabilizzare tutte le emissioni di gas serra dovute alla produzione, imbottigliamento e commercializzazione di una bottiglia di vino. Oggi la Carbon Footprint è certificata ISO 14067 su alcuni prodotti e l’incidenza più alta è attribuibile alle attività legate alla campagna, dopo aver intrapreso significativi miglioramenti anche sul packaging, oltre che in cantina. Oltre a essersi infatti certificata FSC e PEFC per l’uso di soli materiali legnosi sostenibili, adotta una bottiglia in vetro ultraleggera e ha avviato un piano di conversione di parte dei propri prodotti nel bag in box. “Oltre alla salvaguardia dell’ambiente, i temi sociali e del lavoro sono per noi fondamentali. Abbiamo messo a disposizione di tutti i lavoratori un Piano Welfare sulla base delle esigenze indagate presso la popolazione aziendale con budget interamente finanziato dall’azienda stessa. Il nostro impegno guarda in tutte le direzioni, dall’organizzazione fino ai rapporti con le comunità locali e globali, un modello che ci siamo prefissati per statuto come Società Benefit” ha commentato Manelli. Da anni infatti l’azienda ha contribuito alla crescita della propria comunità locale attraverso una serie di donazioni finanziarie, di prodotti e partecipazioni dirette ad attività associative, ma partecipa anche pro-bono a reti e progetti di ricerca e sviluppo di carattere internazionale.