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Il Conte Villa Prandone
Il Conte
VILLA PRANDONE
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L’origine dell’azienda agricola ha radici profonde nella storia vitivinicola delle Marche. Amilcare De Angelis la fonda negli anni Cinquanta coltivando, a mezzadria, sette ettari in contrada Colle Navicchio Monteprandone.
daniela fabietti
Nel 1988 il figlio Marino rileva l’azienda e nasce ufficialmente Il Conte Villa Prandone con 11 ettari di vigneto. Nel 1997 esce la prima etichetta, lo Zipolo. Dal 1989 i fratelli Walter, Emmanuel, Samuel e Marina, cresciuti nell’amore per la campagna e il duro lavoro, affiancano il padre e spingono l’azienda al rinnovamento investendo nell’acquisto di nuovi vigneti, nella ristrutturazione della cantina e nella costruzione della barriccaia con sala degustazione per l’accoglienza. Nel 1995 l’azienda decide di puntare sulla sostenibilità e sulla viticultura a basso impatto ambientale. Siamo nel cuore del Piceno, a sud delle Marche, sulle colline del borgo medioevale di Monteprandone, a soli 7 km, a est, dal Mar Adriatico e a 30 km, a ovest, dai Monti Sibillini. Le brezze e le correnti, che provengono da entrambe le direzioni, si sposano ai terreni argillosi di medio impasto creando un microclima ideale per la crescita di vini aromatici e unici. L’azienda ha oggi una superficie totale di 50 ettari, di cui 20 in affitto per una produzione annua di circa 250mila bottiglie che per il 70% prendono la via dei mercati esteri: Nordamerica (Stati Uniti e Canada), Cina, Australia, UK, Irlanda, Francia, Svizzera, Olanda, Belgio, Romania, Slovacchia e Rep. Ceca, Germania. Il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema passa attraverso la cura idrogeologica dei terreni e il mantenimento delle biodiversità, lasciando massima libertà alla flora e alla fauna autoctone. Così in vigna non si usano pesticidi chimici di sintesi o diserbo. I vigneti, allevati a guyot, hanno un’età media di 25-30 anni, il vigneto più vecchio ha 50 anni il più giovane tre. I vitigni coltivati sono per lo più autoctoni: Pecorino e Passerina per i bianchi; Montepulciano e Sangiovese per i rossi, ma vi sono anche piccoli appezzamenti di Merlot, Lacrima, Tannat, Trebbiano, Malvasia, Sauvignon e Chardonnay. Le tradizioni vitivinicole, tramandate da tre generazioni, prevedono lunghe macerazioni con le bucce e l’uso delle fecce nobili per la conservazione e maturazione dei vini. Le cantine per la vinificazione e l’invecchiamento si trovano sette metri sottoterra dove il buio naturale, la temperatura costante, il giusto grado d’umidità e le vibrazioni permettono al vino d’affinare nel modo più naturale possibile. Anche in cantina si segue un percorso virtuoso attraverso il riutilizzo dei materiali di scarto e la conversione graduale all’autoconsumo elettrico attraverso l’impianto di pannelli fotovoltaici. I vini vengono prodotti rigorosamente secondo antiche usanze familiari, ma lasciando spazio alla creatività artigianale e col costante impegno di migliorarli attraverso l’utilizzo di tecniche nuove. Negli anni si è cercato d’affinare la potenza e a volte l’esuberanza della materia prima che nasce nei vigneti della tenuta, ciò che si ricerca è infatti l’esaltazione dell’eleganza che diviene il segno distintivo dei vini de Il Conte. La volontà è quella di fidelizzare i consumatori più attenti offrendo vini sinceri, di carattere, che non vogliono apparire o ostentare ma che emozionino chi li beve. L’azienda è piccola, ma dinamica e nel territorio è conosciuta come realtà storica e solida con una seria politica di qualità che deriva dalla filosofia della mezzadria, ereditata dalle precedenti generazioni: “Vogliamo che i nostri vini ci rappresentino nella cultura e nel carattere. E con gran soddisfazione è arrivato il riconoscimento di Wine Spectator, una tra le più accreditate testate internazionali di settore, che ha inserito il nostro Marinus Rosso Piceno Superiore 2017. selezione meticolosa di Montepulciano e Sangiovese, tra i migliori 100 vini dell’anno 2020. Le nostre uve sono allevate con cura e nel massimo rispetto del territorio – dice il winemaker Emmanuel De Angelis – e per questo abbiamo mantenuto i cloni dei vecchi vitigni autoctoni. Inoltre la produzione è valorizzata selezionando solo i migliori grappoli durante la maturazione. Il segreto della qualità di ogni grappolo risiede nel connubio tra un terroir unico e il perfezionismo applicato a ogni singolo passaggio produttivo”. Un importante riconoscimento al gran lavoro quotidiano che questa bella realtà familiare marchigiana porta avanti da tre generazioni. La famiglia De Angelis, infatti ha creduto da sempre nel territorio, crescendo anno dopo anno nella ricerca di vini che esprimessero con grande caparbietà il valore dei terroir.