Economia e Società in Abruzzo - Edizone 2021

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ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO EDIZIONE 2021 ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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Il CRESA, Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali è stato istituito dalle Camere di Commercio d’Abruzzo nel 1968. Dal 1° gennaio 2020 è stato incorporato nell’Agenzia per lo Sviluppo – Azienda Speciale della Camera di Commercio dell’Aquila, divenuta a partire dal dicembre dello stesso anno Azienda Speciale della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia, nel cui ambito svolge la funzione di Centro Studi. Realizza studi, indagini e ricerche sull’economia della regione e sulle prospettive di sviluppo anche per conto delle Camere di Commercio e di altri Enti Pubblici.

Mara Quaianni

Presidente

Consiglio di Amministrazione

Mara Quaianni Francesco De Bartolomeis Alberico Maccioni Carlo Rossi Bernardo Sofia

Direttore

Paolo Giovani

Sede legale: Sede operativa:

L’Aquila, Corso Vittorio Emanuele II, 86 L’Aquila, Via degli Opifici, 1 Tel. 0862.441690 e-mail: cresa@agenziagransasso.camcom.it sito web: www.agenziasviluppoaq.eu

La presente pubblicazione è stata redatta da: Matilde Fiocco (parte II, capitoli 1.3, 3.1); Concettina Pascetta (capitoli 1.1, 1.2 e 3.2); Elaborazione statistica: Valerio Tempesta

Si ringrazia l’Assessorato al Turismo della Regione Abruzzo e ANCE Abruzzo per la collaborazione. ISSN 2038-8918 Si autorizza la riproduzione, la diffusione e l’utilizzazione anche parziale del volume con l’obbligo della citazione della fonte.

2021 - CRESA - CENTRO STUDI AGENZIA PER LO SVILUPPO CAMERA DI COMMERCIO DEL GRAN SASSO D’ITALIA


INDICE

Presentazione........................................................................................................ 5 PARTE 1 IL SISTEMA ECONOMICO 1.1 L’economia dell’Abruzzo nel 2020..................................................................... 9 1.1.1 Lo scenario economico internazionale................................................... 9 1.1.2 Lo scenario economico nazionale....................................................... 10 1.1.3 L’economia regionale........................................................................ 11 1.1.4 L’andamento di reddito, consumi e investimenti nei dati Istat.................. 12 1.2 La struttura produttiva...................................................................................... 17 1.2.1 Le imprese........................................................................................ 17 1.2.2 I settori produttivi.............................................................................. 22 Gli effetti della pandemia da Covid-19 sulla struttura produttiva abruzzese.......... 34 1.3 Il commercio internazionale............................................................................. 51 1.3.1 Il quadro internazionale..................................................................... 51 1.3.2 Il quadro nazionale........................................................................... 52 1.3.3 Il commercio estero dell’Abruzzo nel 2020.......................................... 55 1.3.4 L’andamento delle esportazioni nel 2020 a livello provinciale................ 66 1.3.5 Conclusioni......................................................................................76

PARTE 2 IL MERCATO DEL LAVORO 2.1 Premessa...................................................................................................... 85 2.2 Le forze di lavoro............................................................................................ 85 2.3 Gli inattivi...................................................................................................... 86 2.4 Il tasso di inattività.......................................................................................... 88 2.5 I neet............................................................................................................. 90 2.6 Il tasso di attività............................................................................................. 90 2.7 Gli occupati................................................................................................... 91 2.8 Il tasso di occupazione.................................................................................... 98 2.9 I disoccupati................................................................................................ 101


2.10 Il tasso di disoccupazione............................................................................ 105 I dati di flusso..................................................................................................... 108 La cassa integrazione.......................................................................................... 108

PARTE 3 DEMOGRAFIA E SOCIETA’ 3.1 Il profilo socio demografico............................................................................ 117 3.1.1 L’andamento demografico................................................................ 117 3.1.2 Il bilancio demografico.................................................................... 119 3.1.3 Gli stranieri in Abruzzo.................................................................... 123 3.1.4 La struttura per età........................................................................... 129 3.1.5 Gli indicatori di struttura.................................................................. 133 3.1.6 Conclusioni.................................................................................... 134 I decessi nel 2020.................................................................................... 136 3.2 I “Borghi più belli d’Italia” in Abruzzo: caratteri demografici ed economici......... 143 3.2.1 Introduzione................................................................................... 143 3.2.2 I Borghi più belli in Abruzzo............................................................. 143 3.2.3 La popolazione............................................................................... 146 3.2.4 L’economia..................................................................................... 149 3.2.5 Il turismo........................................................................................ 151 3.2.6 Cenni conclusivi.............................................................................. 154

Indice delle figure............................................................................................... 157 Indice delle tabelle.............................................................................................. 161


PRESENTAZIONE Il CRESA, a partire dal 1968 anno della sua fondazione, si è posto come mission istituzionale lo svolgimento dell’attività di monitoraggio dell’economia e della società abruzzese, quindi per più di mezzo secolo è stato un soggetto importante per la fornitura di contributi non solo utili a soggetti privati ma fondamentali soprattutto per le Amministrazioni pubbliche nello svolgimento della loro attività di programmazione. Tale attività continua ad essere realizzata anche dopo l’incorporazione avvenuta il 1° gennaio 2020, nell’Agenzia per lo Sviluppo – Azienda Speciale della Camera di Commercio dell’Aquila divenuta a partire dal dicembre dello stesso anno Azienda Speciale della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia. In questo ambito il CRESA svolge la funzione di Centro Studi, realizzando indagini, studi e ricerche sull’economia della regione e sulle sue prospettive di sviluppo anche per conto delle Camere di Commercio e di altri Enti Pubblici. Il pilastro della produzione del CRESA continua ad essere “Economia e Società in Abruzzo”, giunto alla dodicesima edizione che anche quest’anno è composto dalle tradizionali tre parti dedicate al sistema economico, al mercato del lavoro e alla società regionale. Si tratteggiano i pesanti effetti di cui hanno risentito a causa delle stringenti misure restrittive istituite a livello nazionale a partire dal 9 marzo 2020 nel tentativo di limitare la diffusione della pandemia da Covid 19. Secondo le stime della Svimez in Abruzzo nel 2020 l’attività economica ha risentito della pandemia con diminuzioni del Pil e del valore aggiunto (rispettivamente -8,6% e -8,3%) meno pesanti della media nazionale. Ad esse si sono accompagnate flessioni dei consumi, del reddito disponibile delle famiglie e degli investimenti. Tutti i settori produttivi hanno segnato diminuzioni del valore aggiunto prodotto, più gravi della media italiana per l’agricoltura regionale, e meno pesanti per costruzioni e servizi. Per il 2021 è previsto un consistente recupero, allineato a quello italiano. Il mercato del lavoro nel 2020 è stato caratterizzato da un andamento altalenante dovuto all’adozione da parte del Governo di misure più o meno restrittive e di sostegno del reddito. Le forze di lavoro regionali (539 mila unità) calano del 4,0%, variazione assai più aspra del -2,8% medio nazionale, quale risultato della perdita di 9,3 mila occupati (-1,9% allineato al valore nazionale) e di 13 mila disoccupati (-20,6% quasi doppio rispetto alla media Italia). L’andamento del mercato del lavoro si caratterizza nel 2020 per un’enorme crescita dell’area dell’inattività (+5,6%; Italia: +4,3%) composta da persone che, per difficoltà oggettive e soggettive, non sono occupate e neanche in cerca di occupazione. L’occupazione regionale scende in tutti i settori. Il tasso di occupazione 15-64 anni è del 57,5%, (-0,7 punti percentuali rispetto al 2019; Italia: 2020: 58,1%). Per le ragioni precedentemente esposte il numero dei disoccupati (15 anni e più) in regione è diminuito del 20,6%, un calo doppio rispetto a quello che si osserva a livello medio nazionale. Il tasso di disoccupazione abruzzese scende al 9,3% (-2 p.p. rispetto al 2019), valore allineato a quello medio Italia che è in calo su base annua di -1 p.p.. Il sistema imprenditoriale abruzzese è stato influenzato negativamente dalle stringenti misure di contenimento della pandemia concretizzatesi nella limitazione della mobilità delle persone e nella sospensione delle attività di gran parte delle imprese nel primo lockdown primaverile e, in misura più graduata, nel secondo periodo autunnale. Infatti, rispetto al 2019 le nuove iscrizioni sono diminuite del 17,2% e le cancellazioni del 16,4%, sintomo della grave incertezza degli operatori economici riguardo all’evoluzione della pandemia e al prosieguo dell’attività. Anche nel primo trimestre 2021 si evidenzia l’ulteriore calo delle iscrizioni per la minore fiducia e il diffuso scoraggiamento, ma anche la flessione delle cancellazioni a dimostrazione della tenacia pur in periodo di incertezze ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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e difficoltà. Continuano a registrare un decremento delle imprese l’agricoltura, le attività manifatturiere, il commercio e il trasporto, mentre proseguono nell’aumento alcuni servizi non commerciali, in particolare quelli turistici. Come negli anni precedenti è proseguito il rafforzamento del tessuto imprenditoriale grazie alla contrazione delle imprese con forma giuridica più semplice e il potenziamento di quelle più strutturate e dotate di strumenti per competere sui mercati internazionali. Il commercio estero regionale nel 2020 registra variazioni annue negative meno ampie di quelle nazionali. Le vendite all’estero si attestano sugli 8,2 miliardi di euro (-6,2%, Italia: -12,8%), gli acquisti sui 3,9 miliardi di euro (-7,4%; Italia: -9,7%). Tra il 2019 e il 2020 a riportare cali a due cifre è l’export verso l’Unione Europea a 27 post Brexit (63% del totale) e verso i Paesi europei non UE (12%). Contrazioni analoghe si registrano nelle vendite estere verso l’Africa, l’America Centro Meridionale e il Medio Oriente, (8% del totale). Continua ad avanzare l’export in America Settentrionale (12%), in Asia Centrale e Orientale (4% del totale). Il comparto metalmeccanico ed elettronico (67% dell’export regionale), pur diminuendo del 10% rispetto al 2019, mostra nell’ultimo ventennio una importante crescita grazie ai mezzi di trasporto che, nonostante la contrazione annua del 12%, passano dal 25% a quasi il 50% delle vendite estere regionali (Italia: 10%). Il chimico-farmaceutico (17% del totale abruzzese; Italia: 22%), vede un incremento su base annua del 17% (Italia: -7,7%) per effetto del forte balzo in avanti delle vendite estere regionali di prodotti farmaceutici, chimico-medicinali (+108%; Italia: +3,8%) che rappresentano in Abruzzo più del 7% del totale (Italia: 8%). In crescita anche l’agro-alimentare, (8%; Italia: 11%). Seguendo il trend ormai consolidato a livello nazionale, perdono terreno, invece, il legno e carta e, in particolar misura, la moda che nel 2020 nel complesso pesano per il 4% sull’export abruzzese (Italia: 14%). La popolazione regionale al 31 dicembre 2020 è composta da 1.285.256 residenti, 8.685 in meno rispetto all’anno precedente pari al -6,7‰ (Italia: -6,4‰). Negative sia la dinamica naturale (-6,3‰) sia quella migratoria (-0,5‰). Gli stranieri rappresentano il 6,4% del totale dei residenti (Italia: 8,5%). Allarmanti i dati relativi all’invecchiamento della popolazione: in Abruzzo i minori rappresentano il 15% del totale dei residenti (Italia: 16%), la popolazione in età 15-64 anni il 63% (Italia: 64%), con un forte sbilanciamento verso la fascia matura (39-64 anni) che costituisce il 37% del totale, gli over 64 il 25% (Italia: 23%). Conseguentemente gli indicatori di struttura continuano ad indicare un peggioramento della situazione con un peso crescente del carico sociale ed economico. Il secondo contributo nella sezione dedicata alla società ha riguardato i caratteri demografici ed economici dei comuni abruzzesi ammessi nell’Associazione dei “Borghi più belli d’Italia”. Sono prevalentemente ubicati in aree montuose del territorio regionale e caratterizzati non solo da dimensioni demografiche limitate e in ulteriore calo ma anche da una maggiore presenza di anziani rispetto alla media regionale e da un più veloce processo di invecchiamento. La loro economia in tempi recenti ha continuato a impoverirsi e si sta trasformando in senso turistico. I flussi turistici a partire dal 2009 hanno risentito più duramente degli eventi sismici e climatici ma nel biennio pre-covid hanno registrato, a differenza della regione, una certa crescita grazie al consolidamento della loro immagine di destinazione turistica peculiare. Nel 2020 hanno risentito in misura meno grave del tracollo causato dalla pandemia con previsioni positive per il prossimo futuro perché garantiscono un turismo di prossimità sicuro dal punto di vista sanitario.

Il Presidente

Mara Quaianni 6


Parte 1

IL SISTEMA ECONOMICO



1.1 L’ECONOMIA DELL’ABRUZZO NEL 2020 1.1.1 LO SCENARIO ECONOMICO INTERNAZIONALE Il Fondo Monetario Internazionale ha osservato nel 2020 una flessione dell’economia mondiale del 3,2%, effetto delle misure di contenimento imposte dai vari paesi per arginare la diffusione della pandemia da Covid-19, la contrazione più grave dalla seconda guerra mondiale che ha inciso pesantemente su un andamento che registrava un rallentamento già negli anni precedenti (2019: +2,8%; 2018: +3,6%) quando era dovuto principalmente alle tensioni commerciali. Nel 2020 le economie avanzate hanno subito il contraccolpo più duro (-4,6%) rispetto ai risultati meno pesanti fatti rilevare dalle economie emergenti e in via di sviluppo (-2,1%). L’andamento dei paesi sviluppati riflette il calo degli Stati Uniti (-3,5%), dell’area euro (-6,5%), del Regno Unito (-9,8%) e del Giappone (-4,7%). Nelle principali economie emergenti la flessione economica ha colpito in particolare India (-8,0%), Messico (-8,3%) e Sudafrica (-7,0%). Fa eccezione la sola Cina, unico paese al mondo ad avere registrato, nonostante la crisi pandemica, un certo aumento (+2,3%). Il commercio internazionale, a causa delle restrizioni alla mobilità delle merci e delle persone imposte per limitare il contagio, ha subito un calo peggiore essendo diminuito nel corso del 2020 dell’8,5%, rispetto al lieve aumento registrato nel 2019 (meno dell’1%) che risultava già in rallentamento rispetto al 2018 (+4,2%). La diminuzione del commercio internazionale è dovuta principalmente all’andamento negativo rilevato dalle esportazioni ed importazioni delle economie avanzate. Il prezzo del petrolio ha subito un vero tracollo (-32,7%) a causa del calo della domanda mondiale verificatosi nel primo semestre che non è stato completamente compensato dal recupero osservato nel secondo semestre e dal contemporaneo taglio dell’offerta determinato dall’accordo tra i paesi OPEC e dalla minore produzione di shale oil negli USA. Le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2021 sono positive e risentono dell’andamento rassicurante della disponibilità dei vaccini che ha permesso una certa ripresa dell’attività economica globale. Se quelle elaborate nel gennaio 2021 prevedevano una ripresa dell’economia globale al +5,5%, le stime formulate a luglio, grazie all’ulteriore sostegno fiscale garantito in alcune grandi economie e alla ripresa anticipata alimentata dalle vaccinazioni nella seconda parte dell’anno, prefigurano un andamento migliore (+6,0%) che sembra interesserà con intensità maggiore le economie emergenti (+6,3%) e in misura meno consistente quelle avanzate (+5,6%). Tra le economie avanzate è particolarmente buono il risultato previsto per Stati Uniti e Regno Unito (entrambi +7,0%) sebbene per quest’ultima non sarà sufficiente a recuperare il calo del 9,8% registrato nel 2020. Nell’ambito dei paesi emergenti spiccano i risultati particolarmente positivi previsti per Cina (+8,1%) e soprattutto India (+9,5%). Tra le economie sviluppate il 2020 ha visto un calo del Pil dell’area euro (-6,5%) peggiore della media delle economie avanzate, che ha inciso, anche in questo caso, su un andamento già in rallentamento (2019: +1,3%; 2018: +1,9%; 2017: +2,4%). A tale risultato negativo hanno contribuito le flessioni di tutti i paesi e in particolare di Spagna (-10,8%), Italia (-8,9%) e Francia (-8,0%) mentre il calo della Germania è stato più contenuto (-4,8%). Le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale elaborate a luglio 2021, prevedono per l’anno in corso nell’area euro un risultato del Pil positivo (+4,6%) che però recupererà solo in parte il calo del 2020. In particolare, risultati migliori della media dell’area sono previsti per Francia (+5,8%) e Spagna (+6,2%). ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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I risultati del secondo trimestre 2021 evidenziati dall’OECD mostrano una ripresa del commercio internazionale dei paesi del G20 con un +4,1% per le esportazioni e un +6,4% per le importazioni rispetto al primo trimestre, causata dal superamento delle misure introdotte dalla maggior parte di essi in piena pandemia. Tra gli andamenti dei singoli paesi emergono le esportazioni di Russia (+30,7%), Brasile (+29,4%), Sud Africa (+21,7%), Regno Unito (+12,3%), Australia (+10,0%). Inoltre, si evidenzia anche un certo recupero anche nella produzione del PIL che nella globalità dei paesi OECD ha raggiunto il +1,6%, trainato dal Regno Unito (+4,8%) e dalla zona Euro (+2,0%) nell’ambito della quale emerge l’Italia (+2,7%). 1.1.2 LO SCENARIO ECONOMICO NAZIONALE Nel 2020 il PIL italiano, a causa della pandemia da Covid-19, ha subito un calo dell’8,9%, il peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale, risultato del calo della produzione, delle esportazioni, delle entrate turistiche, dei consumi e degli investimenti. La caduta del PIL ha colpito soprattutto le regioni settentrionali (Nord-ovest e Nord-est: entrambe -9,1%) mentre al Centro la contrazione è stata meno pesante (-8,8%) e nel Mezzogiorno la perdita è stata inferiore (-8,4%). Le misure di contenimento della pandemia, implicando il blocco della mobilità delle persone e delle cose, hanno avuto pesanti ripercussioni sui rapporti internazionali, con il crollo della bilancia turistica, il cui saldo seppur positivo è risultato dimezzato rispetto al 2019, e con la forte flessione delle esportazioni, andamenti in entrambi i casi caratterizzati da un brusco calo nel trimestre primaverile caratterizzato dal primo lockdown e da un graduale recupero nei trimestri successivi. Il blocco delle attività produttive e l’incertezza sul futuro hanno causato non solo il calo dei consumi delle famiglie (-10,7%), accompagnato anche da un aumento della propensione al risparmio, ma anche degli investimenti delle imprese (-9,1%). L’occupazione ha risentito della pandemia in maniera attenuata grazie all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, sia ordinari che straordinari, con un calo delle ore lavorate e una contemporanea flessione più leggera degli occupati (-2,1%). Questi andamenti hanno colpito più pesantemente i giovani e le donne. Il valore aggiunto, secondo i dati dell’Istat, è diminuito notevolmente in tutti i settori di attività economica e in particolare nell’industria (-11,1%) a causa del calo nella produzione di coke e di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (-46,1%) e nella produzione tessile e confezione di abbigliamento e articoli in pelle (-23,1%). Anche il valore aggiunto prodotto dai servizi è calato sensibilmente (-8,1%) a causa del calo di tutti i comparti e, in particolare, del crollo delle attività di alloggio e ristorazione (-40,1%) e delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento (-27,2%). Le attività agricole ed edilizie hanno subito una minore ma consistente diminuzione del valore aggiunto prodotto (rispettivamente -6,0% e -6,3%). Le condizioni finanziarie delle famiglie, secondo la Banca d’Italia, sono state variamente influenzate dall’epidemia di Covid-19, in positivo per quelle che hanno potuto usufruire dello smart working, in negativo per quelle che traevano il reddito dai settori maggiormente colpiti dalle misure di contenimento della pandemia, che hanno potuto comunque avvalersi delle misure di sostegno dei redditi previste dal Governo. Le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2021 elaborate a gennaio vedevano per l’Italia un recupero del +3,0%, che nell’aggiornamento di aprile è stato incrementato al +4,2% e a luglio al +4,9%, al di sopra della media dell’area Euro. 10


Le previsioni rese note dalla Commissione Europea a maggio 2021 confermano per l’Italia un incremento del Pil del +4,2%, accompagnato da un recupero lievemente migliore nel 2022 (+4,4%) concorde con quello dell’Unione Europea. Le stime dell’Istat sull’andamento del Pil nel 2021 elaborate a fine agosto sono ancora migliori (+4,7%), grazie a un aumento congiunturale riscontrato nel secondo trimestre pari al +2,7%, e prospettano una ripresa della domanda interna cioè degli investimenti e della spesa delle famiglie e delle istituzioni grazie agli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 1.1.3 L’ECONOMIA REGIONALE Nel 2020 l’economia italiana è stata travolta dal Covid che ha auto ripercussioni relativamente omogenee a livello territoriale. Secondo le stime della Svimez, tra le regioni che hanno subito le diminuzioni percentuali peggiori emergono Marche (-11,2%), Toscana (-10,1%), Veneto (-9,8%) e Trentino Alto Adige (-9,9%), mentre tra quelle che hanno registrato le flessioni meno pesanti spiccano Sicilia (-6,5%) e Lazio (-7,8%). Tab. 1.1.1 PIL, CONSUMI, INVESTIMENTI E REDDITO DISPONIBILE DELLE FAMIGLIE CONSUMATRICI. Abruzzo, Mezzogiorno e Italia valori concatenati anno di riferimento 2015 (var. % 2020-2019) PIL*

Consumi*

Investimenti*

Reddito disponibile delle famiglie consumatrici**

Abruzzo

-8,6

-7,1

-9,9

-7,2

Mezzogiorno

-8,2

-7,4

-8,5

-2,8

Italia

-8,9

-8,6

-9,1

-2,8

* calcolato su valori concatenati anno di riferimento 2015 ** calcolato su valori correnti Fonte: dati Svimez

Anche per l’Abruzzo i risultati sono in calo con una flessione del Pil dell’8,6% e del valore aggiunto del -8,3%, valori lievemente migliori della media nazionale ma più pesanti di quelli meridionali. Inoltre, nello stesso periodo sono stati registrati un significativo decremento dei consumi (-7,1%), inferiore a quelli nazionale (-8,6%) e meridionale (-7,4%), e Tab. 1.1.2 VALORE AGGIUNTO IN ABRUZZO, MEZZOGIORNO E ITALIA CALCO LATO SU VALORI CONCATENATI ANNO DI RIFERIMENTO 2015 (var. % 2020-2019) Agricoltura

Industria in senso stretto

Costruzioni

Servizi

Totale

Abruzzo

-9,8

-11

-7,9

-7,5

-8,3

Mezzogiorno

-5,1

-10,5

-4,5

-7,8

-7,9

-6

-11,1

-6,3

-8,1

-8,6

Italia Fonte: dati Svimez

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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una netta caduta degli investimenti (-9,9%) peggiore di quella italiana (-9,1%) e meridionale (-8,5%). La Svimez segnala il crollo del reddito disponibile delle famiglie abruzzesi (-7,2%) peggiore del valore italiano (-2,7%) meridionale (-2,8%) e di tutte le altre ripartizioni. Inoltre, la Svimez stima che nel 2020 il valore aggiunto prodotto in Abruzzo dalle imprese manifatturiere ha subito un calo dell’11,0%, approssimativamente allineato alla flessione nazionale dell’11,1%. L’agricoltura regionale ha segnato una diminuzione del 9,8%, peggiore di quella italiana (-6,0%) mentre le costruzioni e i servizi hanno fatto rilevare andamenti meno pesanti (rispettivamente -7,9% e -7,5%). Le previsioni che la Svimez elabora relativamente al 2021 vedono anche per l’Abruzzo un consistente recupero del Pil (+4,6%) superiore a quello meridionale (+3,3%) e approssimativamente allineato a quello italiano (+4,7%). 1.1.4 L’ANDAMENTO DI REDDITO, CONSUMI E INVESTIMENTI NEI DATI ISTAT La dinamica del reddito può essere analizzata a livello regionale attraverso i dati dell’Istat. Nel 2019, ultimo anno per il quale sono disponibili, il PIL ai prezzi di mercato in termini reali (a valori concatenati con anno di riferimento 2015) dell’Abruzzo ha raggiunto, secondo l’ultimo aggiornamento pubblicato nel dicembre 2020, i 31,868 miliardi di euro. Esso risulta in flessione (-0,3%) rispetto al 2018 (31,976 miliardi), rivelando una dinamica peggiore di quella nazionale (+0,3%) e di quella delle regioni sia meridionali (+0,2%) sia del Centro-Nord (+0,4%). Il PIL reale pro capite dell’Abruzzo a valori concatenati con anno di riferimento 2015 (fig. 1.1.1a) è risultato pari nel 2019 a 24.338 euro, valore che è superiore di quasi 6.000 euro rispetto a quello medio del Mezzogiorno (18.511 euro) ma è nettamente inferiore alla media nazionale (28.617 euro) e soprattutto alla media delle regioni centro settentrionali (33.796 euro) rispetto alle quali il valore abruzzese non raggiunge i tre quarti (72%). L’andamento stabile osservato nel corso del 2019 (+0%), inferiore a quello nazionale (+0,5%) e delle circoscrizioni, risulta lievemente migliore di quello leggermente negativo (-0,1%) mediamente osservato durante il periodo 2010-2018 (fig. 1.1.4b). Nel 2019 le famiglie abruzzesi hanno speso 20,351 miliardi di euro (in termini reali, con valori concatenati e anno di riferimento 2015) per l’acquisto di beni e servizi, che corrispondono a poco meno del 2% della spesa totale nazionale anche nel 2019 leggermente superiore ai 1.000 miliardi (1.060,8 miliardi di euro). Nel corso dell’anno la spesa delle famiglie abruzzesi è aumentata (+0,5%) in misura poco inferiore rispetto a quella delle famiglie italiane (+0,6%). Osservando i consumi pro capite (Fig. 1.1.2a), si nota che, dopo la flessione che ha interessato i primi anni del decennio, culminata nel valore minimo riscontrato nel 2014, anche nel corso del 2019 è proseguita la fase di leggera ripresa. In Abruzzo, nel 2019, infatti, i consumi per abitante hanno raggiunto i 15.688 euro, valore superiore a quello medio delle regioni del Mezzogiorno (13.744 euro) ma inferiore sia a quello italiano (17.761 euro) sia a quello del Centro-Nord (19.823) del quale sfiora l’80%. L’andamento abruzzese del 2019 è positivo (+0,9%) e lievemente superiore di quello nazionale (+0,8%) ma minore di quello meridionale (+1,0%). Il risultato regionale del 2019 è migliore di quelli annui mediamente rilevati a partire dal 2010, che per la regione sono stati negativi (-0,6%) e peggiori della media nazionale e delle circoscrizioni. Per quanto riguarda gli investimenti fissi lordi, si osserva che nel 2018, anno al quale risalgono i dati più recenti resi disponibili dall’Istat, hanno raggiunto in Abruzzo 6,023 12


Fig. 1.1.1a PRODOTTO INTERNO LORDO AI PREZZI DI MERCATO PER ABITANTE. Anni 2009-2019 (valori concatenati con anno di riferimento 2015 in euro)

Fonte: Elaborazione CRESA - Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

miliardi di euro, espressi a valori concatenati con anno di riferimento 2015. Tale ammontare corrisponde a meno del 2,0% del totale nazionale (310,2 miliardi di euro) e a meno del 10,0% del valore relativo al Mezzogiorno (62,3 miliardi di euro). Rispetto al 2017 gli investimenti fissi lordi realizzati in Abruzzo fanno rilevare una lieve flessione (-0,3%), valore peggiore di quello osservato in Italia (+3,1%) e nel Mezzogiorno (+2,6%). Dai dati disponibili emerge che anche nel 2018 in Italia non sono stati ancora recuperati i valori di inizio decennio, considerando che nel 2010 gli investimenti fissi lordi erano 338,5 miliardi, ma prosegue la ripresa verificatasi negli ultimi anni dopo la flessione osservata Fig. 1.1.1b PRODOTTO INTERNO LORDO AI PREZZI DI MERCATO PER ABITANTE. ANNI 2010-2019 (valori concatenati con anno di riferimento 2015 in euro, var.%)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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Fig. 1.1.2a CONSUMI FINALI INTERNI DELLE FAMIGLIE PRO CAPITE. Anni 2009-2019 (valori concatenati con anno di riferimento 2015 in euro)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

nella prima parte del decennio. Anche in Abruzzo, i valori relativi al 2018 sono peggiori di quelli di registrati nei primi anni Dieci. Gli investimenti pro capite in Abruzzo a partire dagli ultimi anni dello scorso decennio (fig. 1.1.3a e fig. 1.1.3b) risultano costantemente migliori della media meridionale e registrano una fase di stabilità dopo il mutevole andamento verificatosi nei primi anni del decennio. Inoltre, si osserva che il risultato regionale del 2018 è lievemente positivo sebbene inferiore a quello italiano e quello meridionale ma migliore di quello medio registrato a partire dal 2010. Fig. 1.1.2b CONSUMI FINALI INTERNI DELLE FAMIGLIE PRO CAPITE Anni 2010-2019 (valori concatenati con anno di riferimento 2015, var. %)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

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Fig. 1.1.3a INVESTIMENTI FISSI LORDI A PREZZI CORRENTI PRO CAPITE. Anni 2009-2018 (valori concatenati con anno di riferimento 2015 in euro)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Fig. 1.1.3b INVESTIMENTI FISSI LORDI A PREZZI CORRENTI PRO CAPITE. Anni 2010-2018 (valori concatenati con anno di riferimento 2015, var. %)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

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1.2 LA STRUTTURA PRODUTTIVA 1.2.1 LE IMPRESE

La situazione italiana Al 31 dicembre 2020 i dati di Infocamere-Movimprese segnalavano nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio italiane 6.078.031 imprese registrate. Le rilevazioni di Infocamere-Movimprese segnano nel corso dell’anno 292.308 nuove iscrizioni e 272.992 cessazioni (escludendo le cancellazioni d’ufficio) con un saldo dal quale consegue un tasso di sviluppo pari a +0,32%. Questo risultato è influenzato dagli effetti della pandemia da Covid-19 che si è diffusa in Italia dal mese di febbraio 2020 e ha reso necessarie stringenti misure di contenimento che si sono concretizzate nella limitazione della mobilità delle persone e nella sospensione delle attività di gran parte delle imprese durante un primo lockdown primaverile e, in maniera più graduata, durante un secondo periodo in autunno. Tali azioni hanno avuto una consistente ripercussione sulle attività economiche considerando che, rispetto al 2019, le nuove iscrizioni sono diminuite del 17,2% e le cancellazioni del 16,4%, sintomo della grave incertezza degli operatori economici riguardo all’evoluzione della pandemia e, di conseguenza, riguardo al prosieguo delle loro attività. Nel primo trimestre 2021 si sono manifestati ulteriori effetti della pandemia dato che nei primi tre mesi di ogni anno si concentrano le cancellazioni relative all’anno precedente. Rispetto al I trimestre del 2020, infatti, conformemente a quanto si rileva a livello medio nazionale e nelle altre regioni, anche in Abruzzo sono diminuite le iscrizioni (da 2.515 a 2.399 che corrisponde al -4,6%) e si sono contratte in misura più considerevole le cancellazioni (da 3.319 a 2.566 pari al -22,7%). Il calo delle iscrizioni rafforza l’idea che esista una forte relazione tra clima di fiducia e natalità delle imprese che in questo momento provoca un diffuso scoraggiamento nell’avviare nuove attività. In particolare, se si confronta il numero di iscrizioni in regione nei dodici mesi che vanno da aprile 2020 a marzo 2021 con l’analogo periodo 2018-2019 si osserva un calo stimabile in circa 1.400 imprese in meno (50.000 a livello medio nazionale). La diminuzione delle cancellazioni Fig. 1.2.1 IMPRESE REGISTRATE NEI PRINCIPALI SETTORI ECONOMICI IN ITALIA (var. % 2020-19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere Movimprese

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conferma che è aumentata la tenacia, pur in un periodo di grandi incertezze e difficoltà causate dalla pandemia, nel mantenere le imprese esistenti con la speranza che l’economia possa ripartire in un prossimo futuro e in attesa che vengano meglio definite le prospettive di rilancio: sulla base dei dati disponibili, infatti, esiste un consistente numero di imprese che, in situazioni diverse, avrebbe già chiuso la propria attività. Nonostante i dati relativi al 2020 non rispecchino perfettamente le conseguenze che la pandemia avrà sull’evoluzione del tessuto economico, si può affermare che anche nel 2020, come negli anni precedenti, è continuato il processo di rafforzamento del tessuto imprenditoriale con la crescita delle tipologie giuridiche più strutturate e quindi più dotate di strumenti per competere a livello internazionale. Le società di capitali, infatti, hanno raggiunto 1.791.853 unità registrate (+1,6% rispetto al 2019) e rappresentano il 29,5% delle imprese totali. Come nel 2019 tutte le altre tipologie giuridiche continuano a riscontrare diminuzioni: le società di persone con il -2,2% raggiungono 945.236 unità pari al 15,6% del totale; le imprese individuali con il -0,6% scendono a 3.131.611 pari al 51,5%; le altre forme con il -0,6% arrivano a 209.331 unità pari al 3,4% del totale). I settori di attività economica proseguono negli andamenti già evidenziati nel corso del 2019 con diminuzione delle imprese registrate nel commercio (-0,9%), nelle attività manifatturiere (-1,4%), nell’agricoltura (-0,7%), nel trasporto e magazzinaggio (-0,5%) ed aumenti delle imprese registrate, tra gli altri, nell’alloggio e ristorazione (+0,8%), nel noleggio e agenzie di viaggio (+2,4%), nelle attività professionali scientifiche e tecniche (+2,5%) e nelle altre attività di servizi (+0,4%). Spicca, a differenza degli anni passati, l’incremento delle imprese registrate operanti nell’edilizia (+0,7%).

Il sistema produttivo abruzzese A fine 2020 in Abruzzo le imprese registrate hanno fatto rilevare una lievissima diminuzione (-0,2%) raggiungendo le 148.373 unità con un saldo negativo derivante dalla differenza tra 7.296 cancellazioni e 6.939 nuove iscrizioni. Dopo il lieve incremento del 2018 e il calo del 2019, le imprese attive sono di nuovo in lieve aumento (+0,2%) arrivando a 126.787 grazie all’incremento riscontrato a L’Aquila (+0,8%) e Teramo (+0,6%) che ha più che compensato il calo di Pescara (-0,4%) e la mancanza di variazioni di Chieti (+0,0%). Il peso delle imprese attive abruzzesi sul totale nazionale si conferma pari al 2,5%. Fig. 1.2.2 IMPRESE ATTIVE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2020 -19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere Movimprese

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Fig. 1.2.3 IMPRESE ATTIVE IN ABRUZZO PER FORMA GIURIDICA (var. % 2020 -19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere Movimprese

Anche la struttura imprenditoriale regionale, come quella italiana, sta vivendo il processo di rafforzamento con l’aumento delle società di capitali (+4,3%) e la flessione delle società di persone (-2,3%), delle imprese individuali (-0,7%) e delle altre forme giuridiche, tra le quali consorzi e cooperative (-0,5%). Analizzando la situazione provinciale spiccano l’aumento delle società di capitale a L’Aquila (+5,2%) e Chieti (+4,8%) e le flessioni delle società di persone e delle imprese individuali a Pescara (rispettivamente -3,3%e -1,3%) e delle altre forme giuridiche a Chieti (-2,3%). Nonostante persista il calo già rilevato negli ultimi anni, prevalgono ancora le imprese individuali (63,9% del totale), in particolare nella provincia di Chieti (70,1%) e nelle attività agricole (93,7%), altre attività di servizi (81,9%), attività finanziarie e assicurative (76,4%) e commerciali (68,2%). Il peso delle società di capitali è aumentato fino al 22,1% grazie al valore particolarmente elevato di Pescara (24,3%) e della fornitura di energia elettrica, gas e vapore (70,8%) e dell’estrazione di minerali (71,1%). Continua il calo delle società di persone che raggiungono un peso del 11,9%, con valori più elevati a Pescara (13,8%) e nell’alloggio e ristorazione (27,2%). Le altre forme giuridiche continuano a rappresentare solo il 2,1% del totale delle imprese abruzzesi. Come negli anni precedenti, le specializzazioni produttive non hanno subito variazioni di rilievo dato che sono connesse a caratteri strutturali: la provincia dell’Aquila spicca per l’indice di specializzazione1 (calcolato sulle imprese attive) più elevato nelle costruzioni, nell’estrazione di minerali, nell’alloggio e ristorazione (tutte 1,3). Teramo spicca per la fornitura di energia elettrica, gas e vapore (1,6) e per le attività manifatturiere (1,3). A Pescara risaltano istruzione (1,4), trasporti e attività professionali, scientifiche e tecniche (entrambe con 1,3). Chieti emerge solo per l’agricoltura (1,5), considerando che l’indice fa riferimento solo al numero di imprese attive e non agli addetti o al valore aggiunto, grandezze relativamente alle quali sarebbe emerso il settore automotive. Le imprese attive hanno continuato a mostrare un andamento positivo soprattutto in alcuni servizi quali alloggio e ristorazione (+0,7%), attività immobiliari (+3,8%), attività Indice di specializzazione: rapporto tra il peso che le imprese di un comparto assumono sul totale delle imprese della provincia e l’analogo peso che lo stesso comparto assume nella regione.

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Fig. 1.2.4 IMPRESE ATTIVE NEI PRINCIPALI SETTORI ECONOMICI IN ABRUZZO (var. % 2020 -19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere Movimprese

professionali, scientifiche e tecniche (+2,8%), informazione e comunicazione (+2,5%) e noleggio e agenzie di viaggi (+2,5%). Al contrario, hanno proseguito nella flessione in agricoltura (-0,1%), nelle attività manifatturiere (-0,7%), nel commercio (-0,9%) e nel trasporto (-1,0%). Le attività delle costruzioni sembrano aver visto nel 2020 un lieve aumento delle imprese attive (+0,6%). A fine 2020 il Registro Imprese riportava per l’Abruzzo 12.972 imprese straniere attive, cioè quelle in cui la presenza di stranieri tra i soci, gli amministratori o le quote di capitale supera il 50% secondo percentuali che variano in relazione alla forma giuridica delle stesse. Esse costituiscono il 2,3% del totale nazionale, il 10,2% delle imprese attive totali Fig. 1.2.5 IMPRESE STRANIERE ATTIVE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2020 -19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere – Stockview

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in Abruzzo e sono concentrate soprattutto nella provincia di Teramo (4.239 pari al 32,7%) seguita da Pescara (3.646 cioè il 28,1%), Chieti (2.959 corrispondente al 22,8%) e, a maggiore distanza, L’Aquila (2.128 pari a 16,4%). Le imprese straniere in Abruzzo sono molto numerose nei servizi commerciali (38,0% delle imprese straniere totali) e non commerciali (25,3%) e nelle costruzioni (19,6%) ma le attività manifatturiere e quelle agricole, pur essendo poco numerose (rispettivamente 10,7% e 6,2%) sono, insieme al commercio, più frequenti rispetto a quanto accada in Italia. La maggior parte delle imprese straniere abruzzesi è costituita nella forma di impresa individuale (80,7%) mentre meno rappresentate sono le società di capitale (14,3% sensibilmente superiore al 12,4% italiano) e le società di persone (4,1%). Durante il 2020 le imprese attive straniere sono aumentate in Abruzzo del 2,0% (inferiore al +2,7% nazionale) grazie all’incremento di tutte le province, soprattutto quella dell’Aquila (+4,3%). In particolare, sono aumentate quelle attive nelle costruzioni (+4,6%) e nei servizi non commerciali (+3,8%). Inoltre, al perdurante calo delle società di persone (-1,7%) si è accompagnato l’aumento delle società di capitale (+5,0% rispetto al +9,6% italiano) e delle imprese individuali (+1,5% rispetto al +1,9% nazionale). A fine 2020 in Abruzzo sono attive 33.815 imprese femminili (intese come imprese registrate nelle quali la presenza di donne tra i soci, gli amministratori o le quote di capitale supera il 50% secondo percentuali che variano in relazione alla forma giuridica delle stesse). Esse risultano pari al 2,9% del totale nazionale e sono concentrate soprattutto a Chieti (11.624 imprese pari al 34,4%), seguita da Teramo (8.016 cioè il 23,7%) Pescara (7.697 corrispondenti al 22,8%) e L’Aquila (6.478 pari al 19,2%). Le imprese femminili abruzzesi operano prevalentemente nell’agricoltura (27,5% delle imprese femminili totali, molto superiore al 17,8% italiano) e nei servizi commerciali (24,2%) e non commerciali (36,4%) entrambi meno rilevanti che in Italia (rispettivamente 27,8% e 43,0%). La maggior parte delle imprese femminili abruzzesi ha forma di impresa individuale (74,1% superiore al 68,0% nazionale) mentre le società di capitale e le società di persone sono meno diffuse (rispettivamente 16,8% e 7,4%) e pesano meno di quanto accada in Italia (rispettivamente 19,8% e 9,9%). Durante il 2020 le imprese attive femminili sono lievemente diminuite in Abruzzo (-0,4%) mentre in Italia non hanno subito variazioni (-0,0%). La diminuzione abruzzese è dovuta al fatto che l’incremento dell’Aquila (+0,9%) non ha compensato le diminuzioni di Chieti (-1,1%) e Pescara (-0,8%) mentre Teramo non ha subito variazioni (+0,0%). In particolare, sono aumentate le imprese femminili abruzzesi attive nell’edilizia (+1,0% rispetto al +1,4% italiano) e nei servizi non commerciali (+0,5% rispetto al +1,5% nazionale) mentre diminuiscono quelle agricole (-0,7%), manifatturiere (-0,4%) e commerciali (-1,6%). Inoltre, al calo delle società di persone (-2,7%) e delle imprese individuali (-1,2%), si è accompagnato l’aumento delle società di capitale (+4,8% rispetto al +4,3% italiano). Al 31 dicembre 2020 le imprese giovanili (intese come imprese registrate nelle quali la presenza di giovani tra i soci, gli amministratori o le quote di capitale supera il 50% secondo percentuali che variano in relazione alla forma giuridica delle stesse) attive in Abruzzo sono 11.106. Esse costituiscono il 2,3% delle 475.777 imprese giovanili italiane e sono concentrate soprattutto a Pescara (2.932 pari al 26,4% del totale regionale) e a Chieti (2.921 cioè il 26,3%) seguite da Teramo (2.758 corrispondenti al 24,8%) e L’Aquila (2.495 cioè il 22,5%). Esse operano soprattutto nei servizi non commerciali (39,2% delle imprese giovanili totali), in quelli commerciali (29,1%), nelle attività agricole (14,1%), nelle costruzioni (10,7%) e nelle attività manifatturiere (6,4%). La maggior parte delle imprese giovanili abruzzesi ha forma di impresa individuale (73,6%) mentre sono meno diffuse le società di capitale (19,9% maggiore del 18,7% italiano) e le società di persone (5,4%).

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Durante il 2020 le imprese giovanili abruzzesi sono diminuite del 3,3% (peggiore del -2,6% nazionale), a causa di un calo che ha coinvolto tutte le province (L’Aquila: -3,6%; Teramo: -3,2%; Chieti: -3,4%; Pescara: -2,9%). Rispetto al 2019 sono diminuite le imprese giovanili operanti nelle costruzioni (-6,1%), nelle attività manifatturiere (-7,4%), nel commercio (-5,9%) e nei servizi non commerciali (-3,1%) mentre sono aumentate quelle operanti nell’agricoltura (+6,9%).Nel corso del 2020 è stato registrato il calo delle società di persone (-6,9%) e delle imprese individuali (-3,7%) e nessuna variazione relativamente alle società di capitali (+0,0%). Fig. 1.2.6 IMPRESE GIOVANILI ATTIVE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2020 -19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere – Stockview

1.2.2 I SETTORI PRODUTTIVI

Agricoltura Il 2020 per l’agricoltura italiana è stato un anno sfavorevole a causa delle conseguenze negative che la pandemia di Covid-19, e soprattutto le misure di restrizione della circolazione delle persone e delle merci attuate per il contenimento del contagio, hanno provocato sull’andamento della produzione, del valore aggiunto agricolo e dell’interscambio commerciale risultati in calo o in peggioramento. L’unico indicatore lievemente positivo riguarda il mercato del lavoro che ha registrato un lievissimo aumento degli occupati agricoli. Secondo l’Istat, infatti, il valore aggiunto ai prezzi di base (a valori concatenati con anno di riferimento 2015) del settore primario (che include non solo l’agricoltura ma anche la silvicoltura e la pesca), dopo la ripresa del 2018 (+1,9%) e la flessione del 2019 (-2,0%), ha segnato un’ulteriore più consistente contrazione (-6,0%). Risultati negativi, secondo il Report sull’andamento dell’economia agricola dell’Istat, sono stati ottenuti dall’agricoltura in senso stretto mentre più favorevoli sembrano gli andamenti del valore aggiunto della silvicoltura e della pesca tenendo conto però che incidono in misura limitata sul valore aggiunto globale del primario. La diminuzione della produzione è il risultato degli andamenti delle produzioni vegetali ed 22


animali (negativi di vino, olio, agrumi, carni, fiori e piante non compensati da quelli positivi di frutta, cereali, ortaggi e coltivazioni industriali), filiere per le quali l’impatto del Covid-19 ha avuto peso diverso in base all’entità del loro legame con il canale di distribuzione Ho.Re.Ca. (Hotellerie, Restaurant, Catering) cioè quello che ha più risentito delle restrizioni alla mobilità delle persone e alle attività di ristorazione. Il calo della produzione del primario è legato anche alla flessione delle attività di supporto all’agricoltura e di quelle secondarie (rappresentate principalmente dalle attività di alloggio e ristorazione annesse nelle imprese agrituristiche) che hanno risentito in misura molto pesante delle limitazioni per il contenimento del contagio. In particolare, Agriturist stima un ammontare dei danni pari a circa 1,2 miliardi di euro nel settore agrituristico italiano, ambito particolarmente importante in considerazione del suo contributo alla multifunzionalità delle aziende, alla sostenibilità e alla valorizzazione dei territori e delle attività agricole locali. Il comparto floricolo ha subito secondo l’Istat una perdita della produzione in termini di volume del 9,0% e, grazie a un certo aumento dei prezzi, in valore del 3% a causa delle limitazioni imposte agli eventi e al settore delle cerimonie. Fattore positivo è stato il miglioramento dei prezzi di vendita dei prodotti agricoli (secondo l’Istat +0,9%) a fronte della flessione dei costi legati agli input agricoli (-0,6%). Durante il 2020 l’occupazione nel settore primario, secondo la rilevazione delle forze di lavoro dell’Istat, è lievemente aumentata rispetto all’anno precedente (+0,4%) come risultato della crescita della componente dipendente (+2,7%) che ha compensato la perdita osservata in quella indipendente (-2,2%). A ciò si accompagna l’aumento dei redditi da lavoro dipendente (+1,9%), in particolare delle retribuzioni lorde (+1,7%) e quello degli investimenti fissi del settore (+0,5%). L’interscambio italiano con l’estero di prodotti agricoli, animali e della caccia (Divisione Ateco 2007 AA01), analizzato attraverso i dati dell’Istat2, è stato caratterizzato nel 2020 da un saldo negativo (-6,534 miliardi di euro) tra esportazioni (6,563 miliardi di euro) e importazioni (13,098 miliardi di euro) poco peggiore rispetto al 2019, dovuto a un lieve aumento delle esportazioni (+1,3%) e a un minore incremento delle importazioni (+0,8%). Le esportazioni sono dirette soprattutto verso l’Unione Europea a 27 post Brexit (75,9%) e, in particolare, verso Germania (27,0%) e Francia (11,4%). Anche le importazioni, sebbene in misura minore, provengono soprattutto dall’Unione Europea a 27 post Brexit (53,6%), in particolare da Francia (14,8%) e Spagna (9,1%). Per l’agricoltura abruzzese il 2020 è stato un anno negativo considerando che il calo della produzione e del valore aggiunto è stato peggiore dell’andamento pur negativo italiano, insieme al fatto che l’interscambio con l’estero è peggiorato e l’occupazione agricola è sensibilmente diminuita. L’andamento dell’economia agricola abruzzese nel 2020, ha visto un calo del valore aggiunto ai prezzi di base (a valori concatenati con anno di riferimento 2015) del settore primario (che include non solo l’agricoltura ma anche la silvicoltura e la pesca) consistente, pari secondo l’Istat al -7,9% e secondo la Svimez al -9,8%, in entrambi i casi peggiori di quelli nazionali. Il saldo commerciale agricolo abruzzese continua ad essere negativo (-81,082 milioni di euro) e risulta in peggioramento rispetto al 2019 (-73,288 milioni di euro), a causa del forte calo delle esportazioni (-23,9% arrivate a 46,128 milioni di euro) non compensato dalla lieve flessione delle importazioni (-5,1% scese a 127,152 milioni di euro). Tutte le province continuano a mostrare un saldo negativo, ad eccezione di Teramo dove è positivo (+6 milioni di euro ma in forte contrazioni rispetto ai +17 milioni di euro del Si avverte che tali dati vengono sottoposti a revisione annuale cosicché, ad esempio, quelli relativi al 2019 utilizzati nel presente Rapporto potrebbero non coincidere con gli analoghi dati pubblicati nel Rapporto relativo al 2019.

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2019). Le esportazioni sono in calo ovunque ad eccezione di Pescara, provincia che fa registrare un aumento (+13,4%), mentre le importazioni diminuiscono ovunque ad eccezione di Chieti dove aumentano (+13,5%). Nel 2020 gli occupati agricoli in Abruzzo sono diminuiti del 15,8%, arrivando a 18,3 mila di unità, come risultato dell’incremento della componente dipendente (+1,3%) e della consistente flessione di quella indipendente (-23,7%) scesa a 11,3 mila unità. A livello provinciale gli andamenti più pesanti sono stati osservati dall’Aquila (-64,5% degli occupati totali) e da Teramo (-24,7%). Le esportazioni sono dirette principalmente verso l’Unione Europea a 27 post Brexit (73,7% del totale) e in particolare verso Germania (31,0%) e Francia (15,3%). Le importazioni provengono sia dai paesi dell’Unione Europea a 27 post Brexit sia da quelli dell’Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) (rispettivamente 56,8% e 45,2%). Tra i primi spiccano Francia (11,8%) e Croazia (7,2%) mentre tra i secondi gli Stati Uniti (41,1%).

Fig.1.2.7 IMPORTAZIONI ED ESPORTAZIONI AGRICOLE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2020 - 19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Il peso rappresentato dall’Abruzzo nell’interscambio agricolo italiano è molto limitato, cioè l’1,0% delle importazioni e lo 0,7% delle esportazioni nazionali. Come negli anni precedenti anche nel 2020 la provincia che ha più contribuito alle esportazioni agricole regionali è Teramo con un peso (49,8% del totale abruzzese) in calo rispetto agli anni precedenti. Sebbene i dati disponibili al 6 luglio 20213 mostrino ancora moltissimi valori stimati, la campagna agraria abruzzese dal 1° novembre 2019 al 31 ottobre 2020, sembra aver fatto registrare andamenti positivi per i comparti cerealicolo e orticolo e negativi per la produzione di olio e frutta. La cerealicoltura ha registrato una lieve crescita della produzione, verificatasi in tutte le province ad eccezione di Teramo dove non ha subito variazioni. Segnano lievi incrementi il frumento duro e quello tenero mentre gli altri cereali rimangono invariati. Tenendo conto 3

Tali dati vengono prodotti dall’Istat e aggiornati nel corso dell’anno, pertanto con le possibili discordanze ricordate sopra.

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della numerosità dei valori stimati della produzione orticola, essa sembra aver mostrato un lievissimo incremento dovuto al positivo andamento registrato a L’Aquila e a Chieti e ai risultati positivi di carciofo, cavolo cappuccio, fava e finocchio, che hanno compensato i cali di carota, indivia, lattuga e radicchio. Anche la valutazione dell’andamento produttivo di vitivinicoltura e olivicoltura viene effettuata sulla base dei valori stimati dall’Istat. Essi non fanno rilevare variazioni significative nella produzione di uva né da vino né da tavola, mentre registrano un certo calo della produzione di olive, verificatosi soprattutto nella provincia di Pescara, che non è stato compensato dall’incremento di Chieti. Gli andamenti della frutticoltura risentono della mancanza di alcuni dati cosicché essa ha registrato una flessione considerevole della produzione in tutte le province ad eccezione di Pescara e in molte coltivazioni (actinidia, mele, pere e susine) le quali non sono state compensate dagli incrementi di albicocche e mandorle. Anche la produzione della patata è risultata senza variazioni di rilievo perché i valori stimati riportati dall’Istat non registrano cambiamenti significativi né per la patata comune né per quella primaticcia.

Industria Le attività manifatturiere, cioè la cosiddetta “industria in senso stretto”, al 31 dicembre 2020 contano in Abruzzo 11.456 imprese attive, che continuano a concentrarsi principalmente a Teramo e Chieti (rispettivamente 31,4% e 29,0% del totale regionale). La struttura merceologica non ha subito cambiamenti mostrando la prevalenza della fabbricazione di prodotti in metallo (17,2%), dell’industria alimentare (16,3%), della confezione di articoli di abbigliamento (11,5%) e dell’industria del legno (6,8%). Anche nel 2020 le specializzazioni provinciali, essendo legate a fattori strutturali, non hanno mostrato cambiamenti di rilievo rispetto al passato. L’Aquila registra valori elevati dell’indice di specializzazione (calcolato sulle imprese attive) per l’industria del legno (1,7), la lavorazione di minerali non metalliferi (1,6) e la fabbricazione di prodotti chimici (1,5) e farmaceutici (1,4). Teramo emerge, in particolare, per la fabbricazione di articoli in pelle (2,6), la confezione di articoli di abbigliamento e le industrie tessili (entrambe 1,7). Pescara si evidenzia soprattutto per la fabbricazione di prodotti farmaceutici (2,0), di computer e prodotti ottici ed elettronici e di apparecchiature elettriche (entrambi 1,5). Fig. 1.2.8 IMPRESE ATTIVE NEI PRINCIPALI COMPARTI MANIFATTURIERI IN ABRUZZO (var. % 2020 - 19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere Movimprese

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Nella provincia di Chieti risaltano, tra le altre, l’industria delle bevande, la fabbricazione di coke e prodotti della raffinazione del petrolio e la fabbricazione di autoveicoli e rimorchi (tutte con 1,7). Nel 2020 le imprese manifatturiere attive in Abruzzo sono diminuite dello 0,7%, risultato derivante dalle flessioni registrate in tutte le province (Pescara: -2,4%; Chieti: -0,5%; L’Aquila: -0,3%) ad eccezione di Teramo (+0,1%). Tutti i comparti maggiormente diffusi hanno fatto registrare diminuzioni del numero di imprese attive, con l’eccezione rappresentata dalla riparazione e manutenzione di macchinari e apparecchiature (+2,2%), dalla fabbricazione dei prodotti in metallo (+0,8%) e dalla fabbricazione di macchinari e apparecchiature (+0,8%). Sono risultate peggiori della media regionale la fabbricazione di articoli in pelle (-5,3%), le industrie alimentari (-1,5%), la confezione di articoli di abbigliamento (-1,4%) e le altre industrie manifatturiere (2,0%).

Artigianato Al 31 dicembre 2020 le imprese artigiane registrate in Abruzzo erano 29.301 di cui 29.011 attive, entrambe in diminuzione dell’1,1% rispetto al 2019 risultato peggiore di quelli corrispondenti a livello nazionale (registrate: -0,4%; attive: -0,3%). Durante il 2020 le imprese artigiane iscrittesi sono state 1.571, in calo dell’8,3% rispetto al 2019 (migliore rispetto al -13,0% italiano) e quelle cancellate sono state 1.906 (-17,1% rispetto al -19,6% nazionale). La distribuzione provinciale delle imprese artigiane registrate come negli anni passati continua a far emergere Chieti (27,8% del totale regionale) seguita da Teramo (26,0%), Pescara (23,6%) e L’Aquila (22,6%). Tutte le province hanno sperimentato diminuzioni rispetto al 2019, peggiore della media regionale in particolare quella riportata da Pescara (-2,5%). La localizzazione e l’andamento annuale delle imprese attive conferma i valori relativi alle registrate, con loro maggiore concentrazione a Chieti (28,0%) e Teramo (25,9%), seguite da Pescara (23,6%) e L’Aquila (22,6%). Le nuove iscrizioni, diffuse soprattutto a Chieti (27,2%) e Teramo (26,3%), sono diminuite durante l’anno in tutte le province Fig. 1.2.9 IMPRESE ARTIGIANE E TOTALI ATTIVE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2020 - 19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere Movimprese

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(Teramo: -17,2%; Pescara: -8,1%; Chieti: -8,2%) con la sola eccezione dell’Aquila (+4,0%). Le imprese artigiane cancellate, localizzate per la maggior parte a Pescara (28,4%), Teramo (25,7%) e Chieti (25,4%), sono diminuite in tutte le province, ma soprattutto a Chieti (-23,4%) e Teramo (-20,5%). Le imprese artigiane costituiscono il 22,9% di quelle attive totali in Abruzzo, peso inferiore al 24,9% osservato in Italia e in calo rispetto agli anni precedenti. Il peso dell’artigianato, sebbene in calo, continua a essere superiore alla media nelle costruzioni (58,5%), nelle attività manifatturiere (56,2%) e soprattutto nelle altre attività di servizio (81,6%). I principali settori di attività delle imprese artigiane abruzzesi sono le costruzioni (34,6% del totale delle artigiane), le attività manifatturiere (22,2%) e le altre attività di servizio (18,4%). Durante il 2020 quasi tutti i settori economici più rappresentativi hanno visto diminuire le imprese artigiane attive, in particolare il trasporto e magazzinaggio (-43 corrispondente al -3,0%), le costruzioni (-30 pari a -0,3%), le attività manifatturiere (-111 pari a -1,7%) ad eccezione dell’agricoltura silvicoltura e pesca (+8 cioè il +3,5%). Tra le province il peso delle imprese artigiane supera la media regionale a L’Aquila e Teramo (rispettivamente 26,1% e 24,3%).

Fig.1.2.10 IMPRESE ARTIGIANE ATTIVE NEI PRINCIPALI SETTORI ECONOMICI IN ABRUZZO (var. % 2020 - 19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere Movimprese

Edilizia Anche l’edilizia italiana ha visto nel 2020 le pesanti ripercussioni della pandemia da Covid-19 dovute alle restrizioni alla mobilità delle persone e all’attività delle imprese attuate nel tentativo di arginare la diffusione dell’epidemia. Le conseguenze sul settore delle costruzioni si sostanziano in un calo del valore aggiunto e della produzione accompagnati da un lieve incremento del numero di imprese e di occupati. Infatti, il valore aggiunto prodotto dalle costruzioni (a prezzi concatenati con base 2015), secondo i dati resi disponibili dall’Istat, dopo tre anni consecutivi di crescita durante i quali si era verificato il graduale recupero dopo le difficoltà del periodo precedente, risulta in calo (-6,3%), con un andamento meno pesante di quello osservato a livello di intera economia ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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(-8,6%). Risulta sensibilmente negativo anche l’andamento tendenziale della produzione corretta per gli effetti del calendario (-8,2%), dopo la fase di miglioramento riscontrata negli anni precedenti. L’Ance stima per il 2020 un pesante calo degli investimenti nelle costruzioni (-10,1%) che interrompe la serie positiva e in crescita che era stata registrata negli anni precedenti (2017: +1,0%; 2018: +1,7%; 2019: +2,3%) ma che risultava ancora insufficiente a garantire il recupero in tempi brevi dei valori precedenti alla crisi. In particolare, nello scorso anno hanno visto forti decrementi soprattutto gli investimenti nell’edilizia residenziale nuova (-12,5%) e nell’edilizia non residenziale privata (-13,5%). La manutenzione straordinaria delle abitazioni, che aveva sostenuto l’intero settore negli anni passati, segna una flessione sebbene meno consistente (-9,8%) delle altre attività edili, mentre l’edilizia non residenziale pubblica sembra essere il comparto che ha meno risentito delle difficoltà dovute alla pandemia (-2,5%). Anche il numero di permessi di costruire ha fatto rilevare una situazione di criticità che, per le abitazioni nuove, si è manifestata in un calo consistente sia del numero di abitazioni (-10,9%) sia della superficie utile abitabile (-11,5%) che arresta la serie positiva, ma di entità altalenante, osservata negli ultimi anni. Accanto a tali segnali negativi bisogna evidenziare, però, che le imprese attive nelle costruzioni hanno registrato nel 2020 un certo aumento (+1,0% arrivando a 744.187 unità) legato a un calo delle nuove iscrizioni (-11,5%) e un calo più pesante delle cancellazioni (-24,1%). Elementi rassicuranti emergono anche dall’occupazione nell’edilizia che, secondo le medie annuali elaborate dall’Istat, è salita a 1,358 milioni di occupati in Italia (+1,4% corrispondente a un incremento di 19mila occupati per i tre quarti dipendenti) segnando un netto miglioramento rispetto al calo verificatosi nel 2019. Anche l’edilizia abruzzese ha risentito dell’impatto della pandemia da Covid-19. Infatti, secondo la Svimez il valore aggiunto prodotto dal settore (calcolato a valori concatenati con anno di riferimento 2015) è diminuito del 7,9%, più di quanto accaduto in Italia, e secondo l’Ance, dopo il timido recupero degli investimenti in costruzioni avvenuto negli anni passati, durante il 2020 si è verificato un calo del 9,7%. Preoccupa l’andamento dell’occupazione che secondo l’Istat, durante il 2020, a differenza di quanto accaduto in Italia, nella regione ha fatto segnare un decremento (-4,2%) da imputare Fig. 1.2.11 IMPRESE ATTIVE NELLE COSTRUZIONI E TOTALI NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2020 - 19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere Movimprese

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totalmente alla componente indipendente e principalmente alle province di Chieti e Teramo. L’Abruzzo si inscrive, comunque, tra le pochissime regioni dove, in base ai dati pubblicati dall’Istat, nel 2020 è stato registrato un aumento dei permessi di costruire per le abitazioni nuove riguardo sia al numero (+7,7%) sia alla superficie (+7,3%), sebbene accompagnato da un sensibile decremento nel volume (-37,7%) e nella superficie (-36,1%) di quelli per i fabbricati non residenziali. Anche nella regione è stata registrata una debole crescita delle imprese edili attive (+0,6%) in controtendenza rispetto all’andamento rilevato nel 2019 (-1,4%) e più lieve rispetto al risultato nazionale (+1,0%). L’aumento ha coinvolto tutte le province (L’Aquila: +1,1%; Chieti: +1,1% e Teramo: +0,6%) con la sola eccezione di Teramo, unica provincia in flessione (-0,4%). A livello nazionale l’andamento del settore nei primi quattro mesi del 2021 è in forte ripresa rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno grazie alla completa riapertura delle attività. Come evidenziato dall’Istat in aprile è stato registrato un aumento tendenziale spettacolare del 260,2% (indice corretto per gli effetti del calendario) e nella media dei primi quattro mesi 2021 esso raggiunge il +46,6%.

Commercio Al 31 dicembre 2020 erano 31.503 le imprese attive nel commercio in Abruzzo, che continuano a rappresentare il 2,3% del settore in Italia. Tra le province continuano a prevalere quelle di Pescara, dove è localizzato il 30,2% delle imprese commerciali abruzzesi, e Chieti (27,1%). Anche nel 2020 è proseguito il calo delle imprese attive (-0,9%) dovuto alla flessione di tutte le province (L’Aquila: -0,5%; Chieti: -0,9%; Pescara: -1,4%; Teramo: -0,7%). A questo proposito bisogna aggiungere che gli effetti negativi delle chiusure temporanee degli esercizi imposte per il contenimento della diffusione della pandemia da Covid-19 sono stati evidenziati anche a livello regionale dai risultati delle rilevazioni del movimento demografico delle imprese relative al primo trimestre 2021 quando sono state comunicate al Registro delle Imprese le cancellazioni relative al 2020, registrando un saldo tra iscrizioni (349) e cancellazioni (570) pari a -221 unità. Nell’ambito del commercio continua a prevalere quello al dettaglio (58,1% delle imprese Fig. 1.2.12 IMPRESE ATTIVE DEL COMMERCIO NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2020 - 19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere Movimprese

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attive) rispetto all’ingrosso (29,4%) e al commercio e riparazione di autoveicoli (12,5%). Nel confronto con il 2019 risulta in aumento solo il commercio e la riparazione di autoveicoli (+0,4%), in flessione il commercio al dettaglio (-1,7%), stabile quello all’ingrosso (+0,0%). Anche le specializzazioni commerciali nelle province non hanno subito variazioni: Pescara emerge per l’ingrosso (36,2%), L’Aquila spicca per il dettaglio (64,6%) e Chieti per il commercio e riparazione di autoveicoli (14,3%). Gli andamenti provinciali mostrano flessioni generalizzate del commercio al dettaglio con un valore meno pesante a L’Aquila (-1,1%). Il commercio all’ingrosso diminuisce solo a Pescara (-0,8%) mentre aumenta lievemente nelle altre province. Il commercio e la riparazione di autoveicoli cresce a Teramo (+1,6%) e L’Aquila (+1,5%) mentre diminuisce a Chieti (0,3%) e Pescara (-0,6%).

Turismo Secondo le stime della World Tourism Organization (WTO) nel 2020 a causa delle restrizioni imposte per contenere la pandemia da Covid-19 gli arrivi turistici internazionali a livello mondiale sono crollati del 74%, arrivando a soli 381 milioni rispetto a 1,5 miliardi del 2019. Per questo motivo il 2020 è stato il peggiore anno per il turismo, tenuto conto che la crisi economica mondiale del 2009 produsse un calo del 4%. Il collasso del turismo internazionale ha generato a livello mondiale una perdita stimata di 1.300 miliardi di dollari, pari a più di 11 volte di quella del 2009, e ha messo a rischio tra i 100 e i 120 milioni di occupati turistici soprattutto nelle imprese piccole e medie. Il crollo ha riguardato tutte le regioni mondiali sebbene sia stato più pesante (-84%) in quelle dell’Asia e Pacifico (57 milioni di arrivi), che hanno subito per prime l’impatto della pandemia, e nel Medio Oriente e Africa (-75% attestandosi a 16 milioni di arrivi). Il -70% osservato in Europa corrisponde alla riduzione più pesante in termini assoluti, pari a 500 milioni di turisti internazionali in meno rispetto ai 746 milioni del 2019. Le Americhe hanno visto una diminuzione del -69% grazie a risultati migliori nell’ultimo trimestre dell’anno che hanno portato a un totale di 69 milioni di arrivi. L’indagine campionaria Viaggi e vacanze dell’Istat ha quantificato gli effetti della pandemia da Covid-19 sui viaggi degli italiani evidenziando che nel 2020 la popolazione italiana ha effettuato solo 37,527 milioni di viaggi4 con pernottamento in Italia e all’estero che hanno prodotto solo 231,197 milioni di pernottamenti. Rispetto all’anno precedente il 2020 ha registrato il crollo del numero sia dei viaggi (-47,3%) sia dei pernottamenti (-43,5% pari a una perdita di 178 milioni). Il calo del numero dei viaggi, scesi al livello registrato nel 1997 dopo la lieve ripresa iniziata nel 2016 ma insufficiente a recuperare i livelli del picco del 2008, è legato alla flessione drastica non solo delle vacanze (-44,8%) ma soprattutto dei viaggi di lavoro (-67,9%). Questi ultimi hanno risentito oltre che della pandemia, anche dell’andamento del ciclo economico e del cambiamento nell’uso delle nuove tecnologie nella comunicazione professionale. Tra i viaggi per vacanza sono stati colpiti dalla pandemia sia quelli lunghi con 4 o più pernottamenti sia quelli brevi (entrambi -45%) ma si è verificato un allungamento dei primi da 9,3 a 9,8 notti. Effetti della pandemia si rilevano anche sulla modalità di prenotazione dei viaggi, effettuata online per il 65,9% dei viaggi (58,4% nel 2019), e sulla prenotazione diretta degli alloggi (73,8% rispetto al 45,8% del 2019). Gli effetti delle misure di contenimento hanno colpito, in particolare, i viaggi all’estero che hanno subito un vero tracollo (-80% dei viaggi e -78,2% dei pernottamenti) rispetto a una flessione meno pesante dei viaggi in Italia (-37% dei viaggi e -27,2% delle notti) il cui peso sul totale ha raggiunto il 90,9%. Nonostante questi sconvolgimenti le destinazioni più scelte continuano ad essere Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto e Si avverte che tali dati sono provvisori e vengono sottoposti dall’Istat a revisione annuale cosicché, ad esempio, quelli relativi al 2019 utilizzati nel presente Rapporto potrebbero non coincidere con gli analoghi dati pubblicati nel Rapporto relativo al 2019.

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soprattutto Toscana che assorbe l’11,7% delle vacanze. Tra le destinazioni straniere preferite nei pochi viaggi all’estero realizzati emerge ancora la Francia (22,9%). L’alloggio in abitazioni private ha aumentato sensibilmente la sua quota (dal 58,7% al 67,3%) mentre le strutture collettive hanno perso il loro appeal (dal 41,3% al 32,7%). Le misure di contenimento della pandemia da Covid-19 hanno dispiegato i loro effetti anche sulla bilancia dei pagamenti turistica italiana, dato che le limitazioni agli spostamenti internazionali imposte dalla maggior parte dei paesi ha inciso sulle transazioni internazionali in quei beni e servizi che costituiscono le spese turistiche, Nel 2020 essa ha registrato un saldo positivo (7,8 miliardi di euro) approssimativamente dimezzato (-54,9% rispetto ai 17,2 miliardi del 2019) per il fatto che le entrate (spese che i viaggiatori stranieri hanno effettuato in Italia) sono state di 17,3 miliardi di euro (-60,9% rispetto ai 44,3 miliardi del 2019) mentre le uscite (spese turistiche che i viaggiatori italiani hanno effettuato all’estero) sono arrivate a 9,5 miliardi di euro (-64,7% rispetto ai 27,1 miliardi dell’anno precedente). I dati forniti dalla Banca d’Italia evidenziano che durante il 2020, a causa delle citate misure di limitazione dei viaggi da e per l’estero, il numero di viaggiatori5 stranieri in Abruzzo è crollato del 42,0% dalle 410mila unità del 2019 a 238mila, arrivando a rappresentare lo 0,5% del totale degli stranieri in Italia (crollati del 61,8% a 46,720 milioni rispetto ai 122,234 milioni del 2019). Anche la spesa da essi sostenuta nella regione (124 milioni di euro) ha subito una flessione molto drastica (-37,8% rispetto ai 200 milioni registrati nel 2019) ed è arrivata a rappresentare lo 0,7% del totale italiano. I viaggiatori abruzzesi all’estero, che nel 2020 sono stati 138 mila (0,6% dei viaggiatori italiani all’estero), sono in picchiata (-69,8%) rispetto ai 458 mila del 2019 (Italia: -63,9%). Anche la spesa da essi sostenuta (120 milioni di euro) ha subito un vero tracollo (-65,1% rispetto ai 344 milioni del 2019) così come accaduto in Italia (-64,7%). Il saldo tra le spese dei viaggiatori abruzzesi all’estero e quelle dei viaggiatori stranieri in regione, a causa degli stravolgimenti dovuti alla pandemia da Covid-19, è divenuto positivo (+4 milioni di euro) in alleggerimento rispetto al 2019 (-144 milioni). Passando ad analizzare il movimento turistico in Abruzzo, i dati utilizzati, forniti dall’Assessorato al Turismo della Regione, hanno registrato nel 2020 un totale di 4.012.792 presenze che risultano in forte calo (-35,0%) rispetto al 2019 (6.176.702). Tutte le province hanno registrato una flessione rilevante e peggiore del 30% (Chieti: -32,7%; Pescara: -38,9%; Teramo: -37,7%) ad eccezione dell’Aquila dove il decremento è stato poco più leggero (-24,4%). Anche gli arrivi hanno subito un analogo taglio (-34,9%) a causa degli andamenti molto negativi di tutte le province, da quello lievemente migliore dell’Aquila (-27,7%) a quello peggiore riscontrato a Pescara (-43,9%). Tali andamenti non hanno determinato variazioni della permanenza media rimasta stabile sulle 3,8 notti. In relazione alla provenienza dei turisti, gli italiani registrano un calo sia di presenze che di arrivi considerevole (rispettivamente -30,4% e -29,8%) ma circa la metà di quello riscontrato dagli stranieri (arrivi: -68,7%; presenze: -70,7%). La permanenza media degli italiani è rimasta costante sulle 3,7 notti mentre gli stranieri hanno diminuito la durata della loro permanenza da 4,1 a 3,9 notti. Il calo delle presenze coinvolge sia gli italiani che gli stranieri in tutte le province, e in particolare raggiunge valori particolarmente pesanti a Pescara e Teramo mentre a L’Aquila risulta il meno grave, seppur molto negativo. Il maggior calo registrato dalla componente straniera ha accentuato la caratteristica strutturale del turismo in Abruzzo che da sempre è stato alimentato principalmente da italiani, i quali nel 2020 in tutte le province hanno fatto rilevare più del 90% sia degli arrivi che delle presenze e hanno raggiunto quasi il 97% in quella dell’Aquila. Nonostante il Il concetto di viaggiatore non coincide con quello di turista, ad esempio tra i viaggiatori sono inclusi i lavoratori stagionali e frontalieri, nel calcolo delle variabili di spesa e nel computo delle variabili “fisiche” (numero di viaggiatori e numero di pernottamenti).

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fortissimo calo, gli arrivi e le presenze di stranieri continuano a mostrare i valori assoluti più elevati nella provincia di Teramo, sebbene in quella di Pescara registrino il peso percentuale sul totale più alto (pari a circa l’8% dimezzato rispetto al valore del 2019). L’andamento sia degli arrivi sia delle presenze durante l’anno ha risentito delle varie fasi della pandemia. Nel bimestre prepandemico (gennaio e febbraio) l’Abruzzo ha registrato un lieve calo degli arrivi (-3,8%) e delle presenze (-4,9%) a differenza dei risultati lievemente positivi riscontrati in Italia (rispettivamente +0,7% e +0,6%). Tale andamento regionale sarebbe attribuibile a difficoltà dovute agli avversi fenomeni meteorologici che hanno scoraggiato i flussi legati al turismo invernale. Nella seconda fase della pandemia, corrispondente al trimestre da marzo a maggio, denominata prima ondata, l’adozione da parte del Governo di rigide misure di contenimento (lockdown) ha causato un quasi completo azzeramento dei flussi turistici internazionali e nazionali. In Abruzzo ciò ha determinato un crollo del movimento turistico quasi totale (-91,8% degli arrivi e -84,9% delle presenze) con la perdita di circa 276mila arrivi e di circa 553mila pernottamenti rispetto al 2019. I risultati della regione sono stati meno pesanti di quelli italiani (arrivi: -95,4%; presenze: -90,8%) a causa del minore peso della componente straniera soprattutto nel periodo primaverile. La terza fase della pandemia, comprendente il periodo estivo dall’inizio di giugno alla fine di settembre e caratterizzata da un rallentamento dei contagi per effetto delle restrizioni adottate in primavera e delle più favorevoli condizioni climatiche, ha visto un allentamento dei vincoli alla mobilità delle persone e la ripresa delle attività economiche per cui è stata registrata una consistente ripresa dei flussi turistici. Rispetto al periodo primaverile la regione ha registrato un sensibile recupero ma ciononostante è risultato sensibile il calo sia degli arrivi (-16,3%) che delle presenze (-28,7%) rispetto all’andamento del 2019. Tali risultati sono stati migliori di quelli italiani (rispettivamente -44,9% e -46,3%) grazie alla maggiore appetibilità dell’Abruzzo come meta turistica perché percepito come più sicuro per limitata numerosità dei contagi e per la sua prossimità rispetto alle località di provenienza dei maggiori flussi nazionali. La quarta fase della pandemia da inizio ottobre a fine dicembre, cioè la seconda ondata, ha visto una drammatica nuova diffusione dei casi che ha coinvolto l’intero territorio nazionale così che il governo è tornato a proporre misure Fig. 1.2.13 ARRIVI E PRESENZE TURISTICHE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2020 - 19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Regione Abruzzo Assessorato al Turismo

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di restrizione della mobilità delle persone e di chiusura delle attività economiche in maniera graduata tra le regioni in base all’entità della diffusione del virus. Per questo motivo i flussi turistici hanno nuovamente registrato pesanti flessioni rispetto al corrispondente periodo del 2019, sebbene di entità inferiore a quella osservata durante il lockdown primaverile. In Abruzzo il calo degli arrivi (-60,9%) e delle presenze (-55,4%) è stato di nuovo meno pesante dei corrispondenti valori nazionali (arrivi: -68,9%; -74,5%). Fig. 1.2.14 ANDAMENTO DELLE PRESENZE TURISTICHE IN ITALIA E IN ABRUZZO PER PERIODI DI FASE EPIDEMICA (var. % 2020 - 2019)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Credito La struttura bancaria regionale nel 2020 non ha registrato variazioni del numero di banche con sede amministrativa in Abruzzo, cosicché prevale Teramo con 4 aziende bancarie, seguita da Chieti con 2 e infine Pescara e L’Aquila con una entrambe. È continuata invece la contrazione degli sportelli operanti sul territorio regionale che, compresi anche quelli relativi a banche con sede esterna all’Abruzzo, sono calati a 496 unità, con una diminuzione del 5,7%, più pesante di quella italiana (-3,4%). La distribuzione territoriale degli sportelli bancari abruzzesi continua a vedere la prevalenza di Chieti e Teramo (rispettivamente 27,8% e 26,6%) seguite da Pescara (24,6%) e L’Aquila (21,0%). Rispetto al 2019 essi risultano in diminuzione in tutte le province, in particolare L’Aquila (-11,1%). Diminuiscono anche i comuni serviti dagli sportelli bancari, scesi in Abruzzo a 147 (-4,5% rispetto al 2019) che costituiscono meno della metà dei comuni abruzzesi (48,2%). In particolare diminuiscono i comuni serviti nella provincia dell’Aquila (-13,2%). Al 31 dicembre 2020 l’ammontare dei depositi bancari e del risparmio postale effettuati dalla clientela residente in Abruzzo ha sfiorato i 30,7 miliardi di euro (pari all’1,5% del totale nazionale), con un consistente incremento rispetto al 2019 (+12,4%) sensibilmente maggiore di quello registrato in Italia (+7,8%). L’ammontare dei depositi continua ad essere massimo a Chieti (9,4 miliardi di euro pari al 30,6% del totale regionale). Seguono L’Aquila (7,3 corrispondente al 23,7%), Pescara (7,2 cioè il 23,6%) e Teramo (6,8 pari al 25,9%). Rispetto al 2019 tutte le province hanno registrato incrementi, in particolare Chieti e Teramo i cui aumenti (rispettivamente +16,1% e +13,4%) sono stati superiori alla media regionale mentre nelle altre province le variazioni sono state meno consistenti (Pescara: +11,9%; ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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Fig. 1.2.15 DEPOSITI E IMPIEGHI NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2020 - 19)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Banca d’Italia

L’Aquila: +7,8%). A fine 2020 l’ammontare degli impieghi in Abruzzo è arrivato a 21,1 miliardi di euro, registrando come negli anni scorsi un andamento in calo (-1,8%) rispetto al lieve incremento italiano (+0,5%). Anche gli impieghi vedono il predominio di Chieti dove hanno raggiunto i 6,4 miliardi di euro (30,1% del totale regionale). Seguono Pescara (5,6 miliardi corrispondenti al 26,5%) e Teramo (5,5 cioè il 26,3%), mentre a maggiore distanza troviamo L’Aquila (3,6 miliardi di euro pari al 17,1%). Rispetto al 2019 tutte le province risultano in diminuzione con un calo lievissimo a L’Aquila (-0,1%) e più consistenti nelle altre province (Pescara: -4,6%; Teramo: -1,3%; Chieti: -0,8%). Gli sportelli automatici (o Bancomat) rilevati in Abruzzo a fine 2020 sono 700, anch’essi in calo rispetto al 2019 (-2,6% peggiore di quello nazionale pari al -1,7%). Tutte le province mostrano flessioni, la peggiore a L’Aquila (-5,4%) e Teramo (-4,0%) e le più deboli a Chieti e Pescara (rispettivamente -0,9% e -0,6%). A fine 2020 il numero di clienti (sia famiglie che imprese) che effettua operazioni di home e corporate banking, cioè per via telematica, è aumentato in Abruzzo del 3,4%, valore poco superiore a quello nazionale (+2,6%). Al contrario, la clientela che effettua operazioni di phone banking, cioè via telefono, è aumentata (+0,5%) meno della corrispondente variazione italiana (+1,4%).

GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA DA COVID-19 SULLA STRUTTURA PRODUTTIVA ABRUZZESE I dati Infocamere-Movimprese disponibili al I trimestre 2021 registrano che il sistema economico regionale alla fine del marzo 2021 conta uno stock di imprese composto da 148.196 aziende e riporta un saldo di -167 unità cui corrisponde un tasso di crescita del -0,11% (Italia: +0,08%), assai migliore di quelli registrati nei primi trimestri degli anni precedenti. Rispetto al I trimestre del 2020, conformemente a quanto si rileva a livello medio nazionale e nelle altre regioni, anche in Abruzzo diminuiscono le iscrizioni (da 2.515 a 2.399 che corrisponde al -4,6%) e si contraggono in misura più considerevole le cancellazioni (da 3.319 a 2.566 pari al -22,7%). 34


Il calo delle iscrizioni rafforza l’idea che esista una forte relazione tra clima di fiducia e natalità delle imprese che in questo momento provoca un diffuso scoraggiamento nell’avviare nuove attività. In particolare, se si confronta il numero di iscrizioni in regione nei dodici mesi che vanno da aprile 2020 a marzo 2021 con l’analogo periodo 20182019 si osserva un calo stimabile in circa 1.400 imprese in meno (50.000 a livello medio nazionale). La diminuzione delle cancellazioni conferma che è aumentata la tenacia, pur in un periodo di grandi incertezze e difficoltà causate dalla pandemia, nel mantenere le imprese esistenti con la speranza che l’economia possa ripartire in un prossimo futuro e in attesa che vengano meglio definite le prospettive di rilancio: stando ai dati infatti esiste una platea di imprese che, in circostanze diverse, avrebbero già cessato la propria attività. Il valore assunto dal tasso di crescita nel I trimestre 2021 (-0,11%) colloca l’Abruzzo al 13° posto nella graduatoria delle regioni italiane, nell’ambito della quale solo Lazio, Campania, Puglia, Sardegna, Calabria, Sicilia, Lombardia e Liguria sono contraddistinte da variazioni positive. Negativo il contributo dato al bilancio trimestrale regionale dalle imprese artigiane che, con un saldo di -267 aziende (-0,91%; Italia: - 0,23%), derivante da 449 iscrizioni e 716 cancellazioni, ammontano alla fine del I trimestre 2021 a 29.032 unità e rappresentano il 19,6% dello stock di imprese complessive aggiungere. Dal punto di vista territoriale la decrescita annua del numero di imprese, sia pure con intensità diversa, contraddistingue l’andamento dell’Aquila, di Teramo e Chieti. Pescara, al contrario, fa registrare un saldo lievemente positivo. Lo stock di imprese registrate alla fine del periodo osservato è di 30.050 unità all’Aquila (20,3% del totale regionale), 35.996 a Teramo (24,3%), 37.421 a Pescara (25,3%) e 44.729 a Chieti (30,2%). A riportare la maggior contrazione in valore assoluto di imprese registrate è Chieti con 716 iscrizioni e 838 cancellazioni escluse quelle d’ufficio (saldo: -122 unità), seguita da Teramo (iscrizioni: 576; cancellazioni: 633; saldo -57) e L’Aquila (476 iscrizioni e 486 cancellazioni; saldo: -10 imprese). Pescara, come già accennato, vede un aumento del numero di aziende (+22) determinato da 631 iscrizioni e 609 cancellazioni. Il tasso di crescita oscilla tra il massimo dello 0,06% di Pescara al minimo del -0,27% di Chieti, passando per il -0,03% dell’Aquila e il -0,16% di Teramo. Consistenti decrementi riguardano i principali settori: l’agricoltura riporta un calo di 163 imprese, le attività manifatturiere di 79, le costruzioni di 86, il commercio di 221, i servizi di 284. Particolarmente consistenti le contrazioni che continuano ad interessare le attività dei servizi alloggio e ristorazione (-137) e le altre attività di servizi (-82). Nell’ambito del terziario fanno registrare saldi moderatamente positivi le attività professionali, scientifiche e tecniche (+19), i servizi di informazione e comunicazione (+4), le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+2) e quelle immobiliari (+1). Solo le imprese non classificate, prevalentemente non attive (10.007 su 10.053), presentano un consistente aumento in termini numerici (+664) ad indicazione del fatto che, alle imprese iscritte ma non attive da anni alle quali non è stato attribuito alcun codice ATECO, si è aggiunto un consistente numero di soggetti che è pronto a “partire” appena sarà chiaro in quale direzione converrà muoversi. Riguardo alle forme giuridiche al 31 marzo 2021 lo stock delle imprese operanti in regione è composto per il 56,5% (pari a 83.719 aziende) da ditte individuali, per il 27,3% (40.422) da società di capitale, per il 13,5% (20.068) da società di persone e per il 2,7% (3.987) da altre forme giuridiche. Sono solo le imprese di capitale ad aumentare in misura considerevole (+347 unità) e a far registrare il più elevato tasso di crescita (0,87%), a riprova del fatto che, pur in una fase di grande difficoltà, il sistema imprenditoriale conferma la tendenza a rafforzarsi al proprio interno. Sostanzialmente stazionario il numero di imprese aventi altre forme giuridiche (+1 unità, con un tasso di crescita pari allo 0,03%). Tende a contrarsi, al contrario, il numero delle ditte individuali e delle società di persone che alla fine del I trimestre 2021 perdono rispettivamente 391 e 124 imprese con un conseguente decremento del tasso di crescita del -0,46% e del -0,61%. ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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SERIE STORICA DELLE ISCRIZIONI, DELLE CESSAZIONI* E DEI RELATIVI TASSI DI CRESCITA. ABRUZZO. Anni 2010-2021. I trimestre Anno

Iscrizioni

Cessazioni

Saldi

Tasso di iscrizione

Tasso di cancellazione

Tasso di crescita

2010

3.274

3.847

-573

2,18

2,56

-0,38

2011

3.771

3.949

-178

2,50

2,61

-0,12

2012

2.925

4.141

-1.216

1,93

2,74

-0,80

2013

3.059

4.158

-1.099

2,03

2,76

-0,73

2014

2.983

4.029

-1.046

2,00

2,70

-0,70

2015

2.704

3.850

-1.146

1,82

2,59

-0,77

2016

2.577

3.559

-982

1,74

2,40

-0,66

2017

2.389

3.361

-972

1,61

2,27

-0,66

2018

2.922

3.462

-540

1,97

2,33

-0,36

2019

2.707

3.665

-958

1,82

2,46

-0,64

2020

2.515

3.319

-804

1,69

2,23

-0,54

2021

2.399

2.566

-167

1,62

1,73

-0,11

* Al netto delle cancellazioni d’ufficio effettuate nel periodo Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

ISCRIZIONI, CESSAZIONI*, SALDI, STOCK DI IMPRESE E TASSI DI CRESCITA. PROVINCE ABRUZZESI E ITALIA. I TRIM. 2021 (val. ass. e tassi di crescita %) Territorio

Iscrizioni

Cessazioni

Saldi

Stock di imprese al 31.03.2021

Tasso di crescita I trim. 2021

Tasso di crescita I trim. 2020

L'Aquila

476

486

-10

30.050

-0,03%

-0,42

Teramo

576

633

-57

35.996

-0,16%

-0,71

Pescara

631

609

22

37.421

0,06%

-0,34

Chieti Abruzzo Italia

716

838

-122

44.729

-0,27%

-0,66

2.399

2.566

-167

148.196

-0,11%

-0,54

103.597

98.491

5.106

6.075.510

0,08%

-0,50

* Al netto delle cancellazioni d’ufficio effettuate nel periodo Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

36


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

37

2.558 3.628 4.500 4.849 4

Attività finanziarie e assicurative

Attivita' immobiliari

Attività professionali, scientifiche e tecniche

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle im.

Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale

10.053 148.196

2.399

797

0

0

80

22

5

4

0

86

108

33

55

61

51

9

349

248

1

2

100

0

388

Iscritte

2.572

133

0

0

162

20

12

12

0

126

89

32

57

57

188

43

570

334

4

1

179

2

551

Cessate

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

* incluse quelle d'ufficio

TOTALE

Imprese non classificate

1 0

6.745

Altre attività di servizi

Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro p...

2.345

Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver...

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali

1.007

Sanita' e assistenza sociale

723

2.959

Servizi di informazione e comunicazione

Istruzione

11.612

Attività dei servizi alloggio e ristorazione

2.907

34.453

Trasporto e magazzinaggio

19.260

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut.

341

Costruzioni

356

Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d..

13.379

113

26.403

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz..

Attività manifatturiere

Estrazione di minerali da cave e miniere

Agricoltura, silvicoltura pesca

Registrate

IMPRESE REGISTRATE, ISCRIZIONI, CESSAZIONI* INCLUSE QUELLE D’UFFICIO E SALDI PER SETTORI ECONOMICI. ABRUZZO. I TRIM 2021

Settore

-173

664

0

0

-82

2

-7

-8

0

-40

19

1

-2

4

-137

-34

-221

-86

-3

1

-79

-2

-163

Saldi


IMPRESE ARTIGIANE. PROVINCE ABRUZZESI E ITALIA. I TRIM. 2021 (val. ass. e tassi di crescita % rispetto al trimestre precedente) Territorio

Iscrizioni

Cessazioni*

Saldo trimestrale

Imprese registrate al 31.03.2021

Tasso di crescita 2021

Peso % su totale imprese

L'Aquila

87

159

-72

6.539

-1,09

21,8

Teramo

138

201

-63

7.562

-0,83

21,0

Pescara

113

162

-49

6.864

-0,71

18,3

Chieti

111

194

-83

8.067

-1,02

18,0

Abruzzo

449

716

-267

29.302

-0,91

19,8

26.415

29.354

-2.939

1.287.645

-0,23

21,2

Italia

* Al netto delle cancellazioni d’ufficio effettuate nel periodo Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

NATI-MORTALITÀ DELLE IMPRESE PER FORME GIURIDICHE. ABRUZZO. I TRIMESTRE 2021 Iscrizioni

Cessazioni*

Saldo al I trim. 2021

Stock al 31.03.2021

Tasso di crescita I trim. 2021

Tasso di crescita I trim. 2020

Società di capitali

759

412

347

40.422

0,87

0,73

Società di persone

108

232

-124

20.068

-0,61

-0,91

Imprese individuali

1.485

1.876

-391

83.719

-0,46

-1,03

Forme giuridiche

Altre forme Totale

47

46

1

3.987

0,03

0,59

2.399

2.566

-167

148.196

-0,11

-0,54

* Al netto delle cancellazioni d’ufficio effettuate nel periodo Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

38


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

39

686 894

Att. immobiliari

Att. profess. scient. tecniche

30.060

25.088

4

1.302

369

194

141

1

987

792

609

487

640

2.627

474

6.120

4.450

58

56

1.921

23

3.833

Attive

36.059

2.206

1.718

684

227

116

1

1.087

1.004

1.031

542

644

2.933

643

7.999

4.748

95

138

4.274

24

5.945

Registrate

2

1.648

628

201

107

-

1.003

927

932

529

574

2.554

551

7.350

4.231

87

133

3.597

21

5.908

Attive

30.983

Teramo

37.399

2.817

1.864

637

248

253

1

1.424

1.469

1.088

763

830

2.757

917

10.468

4.473

81

72

3.018

30

4.188

Registrate

14

1.776

578

211

219

-

1.275

1.298

990

710

749

2.341

819

9.509

3.905

61

67

2.621

22

4.152

Attive

31.318

Pescara

44.855

2.603

1.872

593

317

202

-

1.276

1.075

786

734

739

2.974

825

9.264

5.001

103

93

3.861

33

12.504

Registrate

Chieti Attive

39.398

5

1.805

536

268

183

-

1.178

975

702

699

670

2.606

727

8.524

4.549

92

90

3.317

24

12.448

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

Totale

2.247

Imprese non classificate

428

Att. artistiche, sportive intrattenim. 1.364

216

Altre attività di servizi

156

Sanità e assist. sociale

2

Istruzione

Amministrazione pubblica

1.075

516

Att. finanz. e assicurative

Noleggio, ag. viaggio, servizi a imprese

728

3.004

Alloggio e ristorazione

Informaz. e comunicazione

550

6.802

Trasporto e magazz.

5.067

Commercio

67

Costruzioni

59

Fornit. acqua, reti fogn., gestione rifiuti

2.264

28

3.907

Fornit. energ. elettr., gas, vapore

Attiv. manifatturiere

Estrazione di minerali

Agricoltura, silvicoltura e pesca

Registrate

L'Aquila

All. 1.2.1 IMPRESE REGISTRATE E ATTIVE PER ATTIVITA’ ECONOMICA IN ABRUZZO. Anno 2020

148.373

9.873

6.818

2.342

1.008

727

4

4.862

4.442

3.591

2.555

2.941

11.668

2.935

34.533

19.289

346

362

13.417

115

26.544

Registrate

Attive

126.787

25

6.531

2.111

874

650

1

4.443

3.992

3.233

2.425

2.633

10.128

2.571

31.503

17.135

298

346

11.456

90

26.341

Abruzzo


40

Agricoltura, silvicoltura e pesca

10

7

1.531

1.571

1.647

526

75

21

6

6

-

57

55

22

39

30

72

4

265

136

-

4

116

-

213

Iscritte

1.659

107

86

31

9

9

-

52

56

24

33

37

162

35

441

178

2

3

191

-

203

Cessate

Teramo

1.840

706

80

20

3

14

-

85

67

19

41

42

69

11

316

160

2

1

61

-

143

Iscritte

2.047

141

149

22

6

4

-

83

84

33

44

49

165

47

640

211

2

6

170

-

191

Cessate

Pescara

1.921

653

62

11

7

6

-

90

85

19

39

32

57

7

259

187

2

-

72

-

333

Iscritte

Chieti

2.019

137

99

28

11

5

-

62

52

18

36

30

155

30

513

194

2

3

162

-

482

Cessate

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

Totale

87

48 568

Altre attività di servizi

Imprese non classificate

111

18

14

Att. artistiche, sportive intrattenim.

Sanità e assist. sociale

4

5

Istruzione

-

64

-

52

57

35

Amministrazione pubblica

Noleggio, ag. viaggio, servizi a imprese

34

11 42

Att. immobiliari

Att. profess. scient. tecniche

36

28 39

Informaz. e comunicazione

Att. finanz. e assicurative

27 165

9 79

Trasporto e magazz.

Alloggio e ristorazione

393

183

2 249

Commercio

178

Costruzioni

Fornit. acqua, reti fogn., gestione rifiuti

-

129

50 -

-

150

Cessate

-

218

Fornit. energ. elettr., gas, vapore

Attiv. manifatturiere

Estrazione di minerali

Iscritte

L'Aquila

All. 1.2.2 IMPRESE ISCRITTE E CESSATE PER ATTIVITA’ ECONOMICA IN ABRUZZO. Anno 2020

6.939

2.453

265

66

23

31

-

284

249

71

158

132

277

31

1.023

661

4

5

299

-

907

Iscritte

7.296

496

421

99

36

22

-

261

249

109

149

151

647

139

1.987

832

8

12

652

-

1.026

Cessate

Abruzzo


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

41

9.481

2020

512

338

2020

2.110

2019

2.110

2020

403

2019

403

2020

3.658

2019

3.658

2020

7.177

2020

2019

7.177

2019

Produz.

8.000

55.990

27.290

28.003

44.065

44.065

1.455.000

1.455.000

2.823.000

2.806.310

225.820

225.250

700

819

5.860

5.860

2.850

2.850

540

540

5.004

5.004

44.650

44.650

Superf.

Produz.

135.950

162.600

170.600

170.600

313.640

313.640

185.000

185.000

1.343.580

1.343.100

2.068.500

2.068.500

Teramo

813

813

10.723

10.690

3.319

3.319

197

196

1.382

1.380

11.565

11.613

Superf.

Produz.

155.826

155.826

380.000

416.000

472.693

473.693

59.444

59.205

344.986

344.571

556.085

517.070

Pescara

Fonte: CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia

Frutta

Olivo

Uva

Patata

Ortaggi

9.466

2019

Cereali

Superf.

Anni

Produzioni

L'Aquila

2.163

2.161

23.235

23.235

26.630

26.630

208

208

2.203

2.198

22.825

22.845

Superf.

Produz.

37.500

37.550

696.360

694.050

747.600

733.600

292.848

294.498

662.700

650.334

3.800.000

3.800.000

Chieti

4.014

4.305

41.928

41.895

33.202

33.202

4.603

4.602

15.766

15.759

88.521

88.574

Produz.

592.624

668.914

1.240.590

1.264.937

4.630.398

4.631.398

1.736.944

1.736.755

5.207.926

5.188.031

3.598.005

3.544.420

Abruzzo Superf.

All. 1.2.3. SUPERFICIE E PRODUZIONE DELLE PRINCIPALI COLTIVAZIONI IN ABRUZZO (SUPERFICIE IN ETTARI, PRODUZIONE IN QUINTALI) Anni 2020 e 2019


All. 1.2.4 IMPRESE ATTIVE MANIFATTURIERE NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anno 2020 L’Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

Abruzzo

Italia

417

420

440

592

1.869

57.692

23

28

28

80

159

3.732

0

0

0

0

0

32

Industrie tessili

23

204

74

78

379

14.656

Confez. articoli di abbigliamento e in pelle

83

715

278

245

1.321

44.284

Fabbricazione articoli in pelle

15

375

31

45

466

19.287

225

177

136

241

779

30.352

Fabbricazione della carta

11

34

15

36

96

4.066

Stampa e riproduz. supporti registrati

83

98

117

97

395

16.549

1

2

1

4

8

363

33

24

31

41

129

5.829

3

3

6

1

13

729

Industrie alimentari Industria delle bevande Industria del tabacco

Industria del legno

Fabbricaz. coke e prod. da raffinaz. del petrolio Fabbricaz. prodotti chimici Fabbricaz. prodotti farmaceutici Fabbricaz. articoli in gomma e plastica

31

69

62

82

244

11.554

Fabbricaz. prod. lavoraz. minerali non metallif.

151

157

102

164

574

22.412

Metallurgia

11

11

14

19

55

3.454

333

495

410

736

1.974

92.642

Fabbricaz. computer e prodotti ottici e elettronici

33

51

61

37

182

8.746

Fabbricaz. apparecch. elettriche

27

45

55

32

159

10.761

Fabbricaz. macchinari e apparecchiature

35

119

125

197

476

25.426

Fabbricaz. autoveicoli e rimorchi

10

18

27

53

108

3.214

Fabbricaz. prodotti in metallo

Fabbricaz. altri mezzi di trasporto Fabbricaz. mobili Altre industrie manifatturiere Riparaz. manutenz. macchine e apparecch. Totale attività manifatturiere Totale imprese

9

17

21

22

69

5.191

46

145

101

76

368

20.529

223

230

264

216

933

36.695

95

160

222

223

700

35.113

3.317

11.456

473.308

1.921

3.597

2.621

25.088

30.983

31.318

39.398 126.787 5.147.514

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

42


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

43

1

6.611

8

1.083

40

4

12

-

219

6.547

7

1.082

40

4

12

-

217

94

1

4

70

212

272

488

2.651

15

-

1.302

7

69

Attive

7.626

14

1.345

20

29

9

-

335

123

2

3

78

242

334

541

2.553

20

1

1.883

2

92

7.519

14

1.340

20

29

9

-

333

122

2

2

77

240

329

538

2.512

20

1

1.838

2

91

Attive

Teramo Registrate

6.914

18

1.403

21

12

14

-

364

134

1

3

79

262

422

509

2.096

5

-

1.543

3

25

6.836

18

1.400

21

12

14

-

359

133

1

2

79

261

413

505

2.064

5

-

1.521

3

25

Attive

Pescara Registrate

Chieti

8.150

2

1.507

21

4

26

-

333

127

1

5

138

289

357

669

2.821

10

-

1.784

5

51

Registrate

8.109

1

1.506

21

4

26

-

331

126

-

4

135

289

355

668

2.804

9

-

1.775

4

51

Attive

Fonte: elaborazioni CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere-Movimprese

Totale

Imprese non classificate

Altre attività di servizi

Att. artistiche, sportive intrattenim.

Sanità e assist. sociale

Istruzione

Amministrazione pubblica

Noleggio, ag. viaggio, servizi a imprese

94

Att. immobiliari

Att. profess. scient. tecniche

5

214

Alloggio e ristorazione

Att. finanz. e assicurative

286

Trasporto e magazz. 72

491

Informaz. e comunicazione

2.673

Commercio

15

-

1.317

8

69

Costruzioni

Fornit. acqua, reti fogn., gestione rifiuti

Fornit. energ. elettr., gas, vapore

Attiv. manifatturiere

Estrazione di minerali

Agricoltura, silvicoltura e pesca

Registrate

L’Aquila

All. 1.2.5 IMPRESE ARTIGIANE REGISTRATE E ATTIVE PER ATTIVITA’ ECONOMICA IN ABRUZZO. Anno 2020

29.301

42

5.338

102

49

61

-

1.251

478

5

16

367

1.007

1.399

2.210

10.143

50

1

6.527

18

237

29.011

40

5.328

102

49

61

-

1.240

475

4

12

361

1.002

1.369

2.199

10.031

49

1

6.436

16

236

Attive

Abruzzo Registrate


44 151 19 13

157 15 11 11

Fornit. energ. elettr., gas, vapore

Fornit. acqua, reti fogn., gestione rifiuti

Costruzioni

Commercio

Trasporto e magazz.

Alloggio e ristorazione

4

9 390

1

79 413

6

80

5

-

-

-

26

7

-

-

3

26

11

27

122

-

-

94

-

6

Chieti

490

-

79

1

2

-

-

25

12

3

-

4

32

26

39

136

-

-

120

-

11

365

7

81

-

-

-

-

18

9

-

1

13

14

15

11

129

-

-

66

-

1

542

4

131

2

-

-

-

27

12

1

-

5

24

26

32

161

-

-

112

-

5

428

4

68

4

-

-

-

32

8

-

-

9

21

8

21

177

-

-

73

-

3

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

365

Imprese non classificate

Totale

68

Altre attività di servizi

1 1

4

Sanità e assist. sociale

Att. artistiche, sportive intrattenim.

1

-

Amministrazione pubblica

15

Istruzione

15

3

Noleggio, ag. viaggio, servizi a imprese

Att. profess. scient. tecniche

2

-

Att. immobiliari

-

-

4

2

Informaz. e comunicazione

Att. finanz. e assicurative

28

67

-

4

Pescara

Abruzzo

484

-

97

2

-

2

-

14

8

3

-

11

20

19

36

159

-

-

104

-

9

1.571

26

297

13

-

-

-

91

27

-

1

27

72

45

74

585

-

-

295

-

18

1.906

5

386

6

3

3

-

81

36

9

-

24

104

84

126

607

-

-

403

-

29

Cessazioni Iscrizioni Cessazioni Iscrizioni Cessazioni Iscrizioni Cessazioni

Teramo

Cessazioni Iscrizioni

62

-

Attiv. manifatturiere

8

Agricoltura, silvicoltura e pesca

Estrazione di minerali

Iscrizioni

L'Aquila

All. 1.2.6 IMPRESE ARTIGIANE ISCRITTE E CESSATE PER ATTIVITA’ ECONOMICA IN ABRUZZO. Anno 2020


All. 1.2.7 IMPRESE ATTIVE DELLE COSTRUZIONI NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anni 2020 e 2019 e var. % 2020-19 Costruzione di edifici

Ingegneria civile

Lavori di costruzione specializzati

Totale costruzioni

Totale imprese

L'Aquila

2.065

77

2.308

Teramo

1.850

4.450

25.088

67

2.314

4.231

Pescara

30.983

1.720

75

2.110

3.905

Chieti

31.318

1.998

87

2.464

4.549

39.398

2020

Abruzzo

7.633

306

9.196

17.135

126.787

243.665

10.975

489.547

744.187

5.147.514

L'Aquila

2.046

69

2.286

4.401

24.878

Teramo

1.851

65

2.288

4.204

30.809

Pescara

1.725

71

2.125

3.921

31.443

Chieti

1.994

89

2.417

4.500

39.413

Abruzzo

7.616

294

9.116

17.026

126.543

243.446

10.702

482.546

736.694

5.137.678

L'Aquila

0,9

11,6

1,0

1,1

0,8

Teramo

-0,1

3,1

1,1

0,6

0,6

Pescara

-0,3

5,6

-0,7

-0,4

-0,4

Chieti

0,2

-2,2

1,9

1,1

0,0

Abruzzo

0,2

4,1

0,9

0,6

0,2

Italia

0,1

2,6

1,5

1,0

0,2

Italia

2019

Italia

var.% 2020-19

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

45


All. 1.2.8 IMPRESE ATTIVE DEL COMMERCIO NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anni 2020 e 2019 e var. % 2020-19 Commercio all’ingrosso

Commercio al dettaglio

L'Aquila

1.355

3.951

Teramo

2.139

4.277

Pescara

3.443

Chieti

2.322

Commercio e riparazione di autoveicoli

Commercio totale

Totale imprese

814

6.120

25.088

934

7.350

30.983

5.092

974

9.509

31.318

4.986

1.216

8.524

39.398

2020

Abruzzo Italia

9.259

18.306

3.938

31.503

126.787

439.422

757.153

159.247

1.355.822

5.147.514

2019 L'Aquila

1.353

3.994

802

6.149

24.878

Teramo

2.126

4.356

919

7.401

30.809

Pescara

3.471

5.193

980

9.644

31.443

Chieti

2.306

5.079

1.220

8.605

39.413

Abruzzo

9.256

18.622

3.921

31.799

126.543

442.193

766.471

158.414

1.367.078

5.137.678

L'Aquila

0,1

-1,1

1,5

-0,5

0,8

Teramo

0,6

-1,8

1,6

-0,7

0,6

Pescara

-0,8

-1,9

-0,6

-1,4

-0,4

Chieti

0,7

-1,8

-0,3

-0,9

0,0

Abruzzo

0,0

-1,7

0,4

-0,9

0,2

Italia

-0,6

-1,2

0,5

-0,8

0,2

Italia

var.% 2020-19

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Movimprese

46


All. 1.2.9 MOVIMENTO TURISTICO NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anni 2020 e 2019 e var. % 2020-19 Italiani

Stranieri

Arrivi

Presenze

281.850

710.737

Teramo

345.154

Pescara

194.667

Arrivi

Totale

Presenze

Arrivi

Presenze

9.905

25.262

291.755

735.999

1.922.673

22.339

125.194

367.493

2.047.867

542.854

16.947

47.891

211.614

590.745

187.824

603.675

11.181

34.506

199.005

638.181

1.009.495

3.779.939

60.372

232.853

1.069.867

4.012.792

2020 L'Aquila

Chieti Abruzzo

2019 L'Aquila

374.323

897.613

29.438

75.603

403.761

973.216

Teramo

490.841

2.833.327

71.928

454.725

562.769

3.288.052

Pescara

321.301

810.162

55.765

156.473

377.066

966.635

Chieti

263.998

842.132

35.572

106.667

299.570

948.799

1.450.463

5.383.234

192.703

793.468

1.643.166

6.176.702

Abruzzo

var. % 2020-19 L'Aquila

-24,7

-20,8

-66,4

-66,6

-27,7

-24,4

Teramo

-29,7

-32,1

-68,9

-72,5

-34,7

-37,7

Pescara

-39,4

-33,0

-69,6

-69,4

-43,9

-38,9

Chieti

-28,9

-28,3

-68,6

-67,7

-33,6

-32,7

Abruzzo

-30,4

-29,8

-68,7

-70,7

-34,9

-35,0

Fonte: elaborazioni CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Regione Abruzzo - settore Turismo

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

47


48 42 45

396

*

R.T.A.

Totale

30.547

3.786

1.010

1.601

16.253

7.404

493

5.424

-

61

379

3.664

1.177

143

6.661

1.334

59

157

2.601

2.442

68

18.462

2.452

890

1.065

9.988

3.785

282

-

-

-

-

-

-

15.045

1.491

550

879

8.350

3.531

244

2.706

-

31

178

1.824

604

69

3.113

420

33

96

1.298

1.232

34

9.226

1.071

486

605

5.228

1.695

141

-

-

-

-

-

-

-

14.957

1.479

524

834

8.326

3.546

248

2.667

-

25

149

1.816

604

73

3.108

426

24

90

1.283

1.251

34

9.182

1.053

475

595

5.227

1.691

141

-

-

-

-

-

-

-

Bagni

380

3

43

60

219

54

1

60

-

6

11

35

8

-

34

-

5

1

23

5

-

54

2

10

10

26

6

-

232

1

22

38

135

35

1

Esercizi

19.594

108

964

1.672

12.494

4.258

98

3.238

-

134

267

2.192

645

-

1.620

-

131

40

1.135

314

-

2.623

48

222

260

1.630

463

-

12.113

60

477

1.105

7.537

2.836

98

Letti

9.751

45

515

890

6.209

2.063

29

1.634

-

72

143

1.074

345

-

836

-

59

20

598

159

-

1.272

25

117

146

753

231

-

6.009

20

267

581

3.784

1.328

29

Camere

Zona interna

9.533

39

451

844

6.132

2.038

29

1.593

-

54

143

1.051

345

-

833

-

56

19

599

159

-

1.243

19

103

144

746

231

-

5.864

20

238

538

3.736

1.303

29

Bagni

776

48

85

101

430

107

5

138

-

9

18

88

21

2

89

4

8

7

49

20

1

317

43

46

38

158

31

1

232

1

22

38

135

35

1

Esercizi

Totale

50.141

3.894

1.974

3.273

28.747

11.662

591

8.662

-

195

646

5.856

1.822

143

8.281

1.334

190

197

3.736

2.756

68

21.085

2.500

1.112

1.325

11.618

4.248

282

12.113

60

477

1.105

7.537

2.836

98

Letti

24.796

1.536

1.065

1.769

14.559

5.594

273

4.340

-

103

321

2.898

949

69

3.949

420

92

116

1.896

1.391

34

10.498

1.096

603

751

5.981

1.926

141

6.009

20

267

581

3.784

1.328

29

Camere

24.490

1.518

975

1.678

14.458

5.584

277

4.260

-

79

292

2.867

949

73

3.941

426

80

109

1.882

1.410

34

10.425

1.072

578

739

5.973

1.922

141

5.864

20

238

538

3.736

1.303

29

Bagni

Fonte: elaborazioni CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Regione Abruzzo - settore Turismo

41

4

Abruzzo *****

211

78

Totale

***

-

R.T.A.

**

3

*

53

7

****

53

***

55

Totale

**

4

R.T.A.

13

3

*

****

6

2

26

***

**

41

263

R.T.A.

Totale 1

36

*

15

28

*****

132

***

**

****

1 25

-

R.T.A.

Totale

*****

-

*

****

-

***

**

-

-

-

Camere

Costa Letti

Esercizi

****

Categoria

*****

Chieti

Pescara

Teramo

Provincia

All 1.2.10 CONSISTENZA ALBERGHIERA PER CATEGORIA NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anno 2020


All. 1.2.11 PRINCIPALI INDICATORI DEL SETTORE BANCARIO NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anno 2020 e var.% 2020-19 L’Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

Abruzzo

Italia

2020 Aziende

1

4

1

2

8

474

Sportelli

104

132

122

138

496

23.480

Comuni serviti

33

38

28

48

147

5.102

158

168

161

213

700

38.835

Depositi bancari e risparmio postale*

7.261

6.799

7.248

9.384

30.692

2.001.984

Impieghi *

3.603

5.561

5.597

6.367

21.129

1.764.351

144.797 151.939 164.745

198.132

659.613

39.005.041

ATM

Home e corporate banking ** Phone banking ** Dipendenti

38.885

44.004

61.449

84.073

228.411

16.051.068

670

816

768

957

3.210

275.224

var.% 2020-19 Aziende

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

-2,9

Sportelli

-11,1

-7,7

-3,2

-1,4

-5,7

-3,4

Comuni serviti

-13,2

-2,6

0,0

-2,0

-4,5

-2,3

ATM

-5,4

-4,0

-0,6

-0,9

-2,6

-1,7

Depositi bancari e risparmio postale*

7,8

13,4

11,9

16,1

12,4

7,8

Impieghi *

-0,1

-1,3

-4,6

-0,8

-1,8

0,5

Home e corporate banking **

2,0

7,0

0,7

4,2

3,4

2,6

Phone banking **

-2,2

4,7

-4,8

3,8

0,5

1,4

Dipendenti

-6,6

-4,9

-4,5

-1,7

-4,3

-2,4

* Valori in milioni di euro per residenza della clientela ** Numero di clienti Fonte: elaborazioni CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Banca d’Italia

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

49



1.3 IL COMMERCIO INTERNAZIONALE 1.3.1 IL QUADRO INTERNAZIONALE Le misure restrittive messe in piedi un po’ ovunque nel mondo nel 2020 per fronteggiare la pandemia da Covid-19 non hanno impedito solo il movimento delle persone ma anche lo scambio internazionale di beni e servizi. È stato l’anno peggiore per il commercio mondiale dai tempi della Grande Depressione. Fig. 1.3.1 ESPORTAZIONI MONDIALI Anni 2003-2022 (var. % annue in volumi)

*Previsioni International Monetary Fund Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati International Monetary Fund

Fig. 1.3.2 IMPORTAZIONI MONDIALI. Anni 2003-2022 (var. % annue in volumi)

*Previsioni International Monetary Fund Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati International Monetary Fund

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

51


Gli scambi mondiali di beni e servizi fanno registrare un tracollo che riguarda tutte le aree del mondo, con una caduta vertiginosa nei Paesi ad Economia avanzata (export: -9,5%; import: -9,1) e più contenuta nelle Economie emergenti e in via di sviluppo (export: -5,7%; import: -8,6%). Le previsioni elaborate nell’aprile 2021 dall’IMF per i prossimi anni sono di ripresa e di ampio recupero dei livelli del 2019 tra il 2021 e il 2022. 1.3.2 IL QUADRO NAZIONALE L’export e l’import nazionali, così come si osserva in tutto il mondo principalmente a seguito del diffondersi della pandemia e dell’adozione da parte di tutti gli Stati di provvedimenti restrittivi per la circolazione di persone, beni e servizi, fanno registrare nel 2020 intense cadute, il peggior risultato dopo la caduta del 2009. Le vendite nazionali all’estero si attestano sui 370 miliardi di euro (424 miliardi nel 2019), gli acquisti sui mercati internazionali sui 434 miliardi (480 miliardi nel 2019) che corrispondono a riduzioni percentuali annue rispettivamente del 9,7% e del 12,8%. Fig. 1.3.3 IMPORTAZIONI ED ESPORTAZIONI ITALIANE. Anni 2003-2020 (var. % annue in volumi)

* Dati Istat provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

L’andamento degli ultimi anni mostra, sia sul fronte dell’import che su quello dell’export, una crescita media annua nel periodo 2003-2012 tra il 4% e il 5% (import: + 4,9%; export: +4,4%) determinata da una forte contrazione nel 2009 (import: -22,1%; export: -20,9%) che ha limitato la crescita degli anni 2004-2008 ed è stata successivamente più che compensata dalle fasi espansive del 2010 e del 2011 e, sul fronte delle vendite estere, anche del 2012. Dal 2013 fino al 2016 si apre una fase di sostanziale stagnazione con decrementi medi annui di periodo dell’export al di sotto dell’1% e incrementi dell’import inferiori al 2% Nel 2017 inizia di nuovo una fase espansiva che perde via via di intensità e si conclude nel 2019 un -0,4% dell’export. Volendo confrontare l’andamento 2020 con quello del 2019 assumendo come riferi52


mento i periodi coincidenti con le fasi pandemiche (gennaio-febbraio: fase prepandemica; marzo-maggio: prima ondata; giugno-settembre: fase di transizione; ottobre-dicembre: seconda ondata), si osserva, che dopo un primo bimestre di sostanziale conferma dell’andamento 2019, le vendite e gli acquisti esteri fanno registrare tra marzo e maggio una riduzione dei valori relativi al 2019 dell’ordine del 30%. Il calo rispetto al 2019 prosegue in tutta la restante parte del 2020 in modo sempre più contenuto e arriva nell’ultimo trimestre a segnare un -4,5 dell’import e un -1,8 % dell’export. Fig. 1.3.4 IMPORTAZIONI ED ESPORTAZIONI ITALIANE PER FASI PANDEMICHE. Anni 2019-2020 (provvisorio) (var. %)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Rispetto alla media nazionale (-9,7%), il decremento dell’export è più ampio nelle Isole (-30,4%) e, in misura minore, al Nord Ovest (-10,8%), più contenuto al Centro (-8,5%), al Nord Est (-8,2%) e al Sud (-6,4%). Nel complesso del 2020, tutte le regioni, a eccezione del Molise (+26,0%), registrano riduzioni del valore delle vendite all’estero: le più ampie riguardano la Sardegna (-40,6%) e la Sicilia (-24,2%), le più contenute la Liguria (-0,7%) e la Basilicata (-4,4%). Le performance negative di quattro regioni, Piemonte (-12,7%), Lombardia (-10,6%), Emilia- Romagna e Veneto (-8,2% per entrambe), spiegano circa i due terzi del calo dell’export nazionale. Sul fronte delle importazioni rispetto alla media nazionale (-12,8%) si registrano la contrazione assai più ampia delle Isole (-31,3%), cali abbastanza allineati ad essa delle altre circoscrizioni territoriali (Nord Ovest: -12,4%; Nord Est: -11,6%; Sud: -12,3%), ad esclusione del Centro che riporta un calo notevolmente inferiore (-3,8%). Sono la Sardegna, la Sicilia, la Liguria e la Valle d’Aosta, che rappresentano il 6,5% dell’import nazionale, a riportare i peggiori decrementi annui (tra il -23% e il -36%). Veneto e Piemonte fanno osservare contrazioni minori sotto il profilo percentuale (intorno al -13,5%) ma assai più consistenti in valore assoluto tanto da generare da sole un calo del 20% dell’import nazionale. ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

53


Tab. 1.3.1a ESPORTAZIONI DELLE REGIONI ITALIANE. Anni 2019 e 2020 (pesi % e var. % annue) Regione Piemonte Valle d'A. Lombardia Liguria Trentino-A.A. Veneto Friuli-V.G. Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia

Quota % 2019

Var. % 2019/2020

Quota % 2020

9,8 0,1 26,5 1,5 1,9 13,6 3,2 13,9 9,0 0,9 2,5 5,8 1,8 0,2 2,6 1,9 0,7 0,1 2,0 1,2 100,0

-12,7 -19,6 -10,6 -0,7 -7,9 -8,2 -7,9 -8,2 -6,2 -12,8 -11,7 -10,0 -6,2 26,0 -6,4 -9,4 -4,4 -16,2 -24,2 -40,6 -9,7

9,4 0,1 26,3 1,6 1,9 13,8 3,3 14,1 9,4 0,9 2,5 5,7 1,9 0,2 2,7 1,9 0,8 0,1 1,7 0,8 100,0

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 1.3.1.b IMPORTAZIONI DELLE REGIONI ITALIANE. Anni 2019 e 2020 (pesi % e var. % annue) Regione Piemonte Valle d'A. Lombardia Liguria Trentino-A.A. Veneto Friuli-V.G. Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia

Quota % 2019 Var. % 2019/2020 Quota % 2020 7,6 -13,6 7,5 0,1 -23,0 0,1 31,6 -11,0 32,3 2,6 -25,9 2,2 1,7 -11,5 1,8 11,3 -13,4 11,2 1,9 -14,5 1,8 8,7 -8,7 9,1 6,3 5,0 7,6 0,7 -13,2 0,7 1,8 -11,7 1,8 8,9 -7,6 9,4 1,0 -7,4 1,0 0,1 11,8 0,2 3,4 -11,2 3,4 2,3 -18,9 2,1 0,5 -7,9 0,5 0,2 -5,7 0,2 3,6 -29,0 2,9 1,8 -35,8 1,3 100,0 -12,8 100,0

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

54


1.3.3 IL COMMERCIO ESTERO DELL’ABRUZZO NEL 2020 Nel corso del 2020 la regione ha vissuto una fase decisamente recessiva contrassegnata da valori negativi, anche se meno ampi di quelli medi nazionali, dell’export (-6,2%) e dell’import (-7,4%). Le vendite all’estero regionali si attestano sugli 8,2 miliardi di euro (1,9% del totale nazionale), gli acquisti sui 3,9 miliardi di euro (1% dell’import italiano). La bilancia commerciale, data dalla differenza tra il valore delle merci vendute all’estero e quelle acquistate da un altro Paese, chiude con un attivo di 4,3 miliardi di euro.

Le esportazioni Nel 2020 la diminuzione su base annua del 6,2% delle vendite regionali, comunque inferiore alla variazione media nazionale ad indicazione che l’export regionale ha “retto” meglio del resto del paese di fronte agli effetti della crisi scatenata dalla pandemia da Covid 19, conferma che, sia pur per fatti eccezionali, si è interrotta la fase ascendente iniziata, dopo la grande crisi del 2009 e la contrazione del 2013, nel 2014 e che ha mostrato già nel 2019 qualche cenno di cedimento. Fig. 1.3.5 ESPORTAZIONI ABRUZZESI. Anni 2003-2020 (valori in milioni di euro)

* Dati Istat provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Volendo provare a confrontare l’andamento infrannuale 2020 con quello del 2019, si rileva che, a differenza di quanto è disponibile a livello nazionale, i dati regionali sono organizzati dall’Istat per trimestri; non è pertanto possibile un confronto tra periodi corrispondenti a quelle che nel 2020 sono state definite fasi pandemiche (gennaio-febbraio: fase prepandemica; marzo-maggio: prima ondata; giugno-settembre: fase di transizione; ottobre-dicembre: seconda ondata). Ritenendo comunque utile fare un accostamento anche se approssimativo, si osserva una contrazione tendenziale nel primo trimestre (-6,7%), in linea con la fase calante già iniziata nel 2019, certamente accentuata dal fatto che nel mese di marzo è iniziato il primo lockdown, periodo in cui sono state adottate misure governative che, oltre a porre limiti alla circolazione di persone e cose, hanno anche imposto la chiusura totale ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

55


e parziale di molte attività. Le vendite estere abruzzesi subiscono un crollo verticale di quasi il 30% nel periodo aprile-giugno, comprensivo di quasi due mesi di lockdown e caratterizzato da una forte incertezza sulle future decisioni governative, e, a partire dal III trimestre (3° trim: +1,6%; 4° trim: +8,3%) vedono una ripresa crescente, nonostante il nuovo inasprimento delle misure di contenimento dei contagi del IV trimestre, che però non basta a recuperare il terreno perduto nella prima metà dell’anno. Fig. 1.3.6 ESPORTAZIONI REGIONALI PER TRIMESTRI. Anni 2019-2020 (dato provvisorio) (var. %)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Un’analisi di più lungo periodo (2000-2020) evidenzia che l’andamento delle vendite abruzzesi all’estero è aumentato ad una velocità media leggermente inferiore a quella nazionale (+2,4% contro +2,6%). Il trend abruzzese, migliore di quello italiano fino alla crisi del 2009 (+5,1% contro +4,6%), ha mostrato nei sei anni successivi segni di debolezza (Abruzzo: -0,4%; Italia: +1,6%) tanto da non raggiungere nel 2015 il valore pre crisi. Il valore dell’export è poi tornano a crescere, nonostante l’andamento non positivo del 2019, dopo il 2015 ad una velocità superiore a quella media nazionale riguadagnando ampiamente i livelli raggiunti nel 2007 (Abruzzo: +3,8%; Italia: +3,6%). Nel 2020 la regione, come già detto, mostra una contrazione meno ampia di quella nazionale (-6,2% contro -9,7%). Le esportazioni nell’Unione Europea a 27 post Brexit rappresentano il 63,4% del totale 2020, in diminuzione rispetto all’anno precedente dell’11,1%. Nel loro ambito, si osserva la posizione preminente dei Paesi Area Euro 19 che costituiscono il 53,1% (-10,2% su base annua) del totale dell’export regionale (Germania: 20,9%, -1,1% rispetto al 2019; Francia: 18,2%, -15,4%; Spagna: 4,2%. -21,4%; Polonia 3,9%, -15,3%; Belgio, 3,0%, +6,6%). Tra i Paesi europei non UE post Brexit (-12,8% rispetto al 2019; 12,2% delle vendite estere 2020) spicca il Regno Unito cui è stato destinato nel 2020 il 6,5% dei beni venduti con una contrazione su base annua del 19,7%. Perdono terreno tra il 2019 e il 2020 l’Africa (2,0% del totale delle vendite estere con una contrazione complessiva del 18,2%, riconducibile al calo del 23,6% dell’Africa Settentrionale e dell’1,9% degli altri Paesi africani), l’America centro meridionale (3,9% del totale annuo con una perdita pari al 22,9%) e il Medio Oriente (1,7% dell’export 56


Fig. 1.3.7 TASSO MEDIO ANNUO DI CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI. Abruzzo e Italia. Anni 2000-2020 (dati provvisori) (valori percentuali)

* Dati Istat provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

abruzzese 2020 e -15,3% la variazione su base annua). Continuano ad avanzare le vendite in America Settentrionale (12,1% e +57,3%) grazie alle ottime performance degli Stati Uniti (11,4% e +65,9%,) e in Asia Centrale (0,6% e +8,8%) e Orientale (3,5% e +18,0%). In un’ottica di più lungo periodo (2001-2020), considerando le medie 2001-2003, 20092011 2017-2019 e l’anno 2020 (dato Istat provvisorio) emerge con evidenza che, al contrario di quanto si osserva a livello medio nazionale, in regione cresce nel complesso il peso dei Paesi dell’Unione UE post Brexit fino al 2019, nel 2020 esso subisce un ridimensionamento Fig. 1.3.8 ESPORTAZIONI ABRUZZESI PER AREA GEOGRAFICA Anno 2020 (dati provvisori) (var. % su anno precedente)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

57


Tab. 1.3.2 EXPORT PER AREE GEOGRAFICHE E PRINCIPALI PAESI. ABRUZZO E ITALIA. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su export di periodo) Italia

Abruzzo

2001- 03 2009-11 2017-19 Ue 27 post Brexit

2020*

2001-03 2009-11 2017-19 2020*

55,2

52,6

51,0

51,1

65,9

65,0

66,6

Area euro19

47,5

43,7

40,9

41,2

56,7

54,0

54,8

63,4 53,1

Germania

14,2

12,9

12,4

12,8

20,5

20,5

19,9

20,9

Francia

12,4

11,6

10,4

10,3

15,9

15,8

19,1

18,2

Spagna

6,6

5,6

5,2

4,7

6,1

5,2

5,0

4,2

Belgio

2,9

2,6

2,9

3,4

3,5

3,3

2,7

3,0

Paesi Bassi

2,6

2,4

2,4

2,6

2,0

1,7

1,9

1,7

Slovenia

0,8

1,0

1,0

0,8

1,4

1,8

1,1

0,7 1,3

Austria

2,2

2,4

2,2

2,1

2,0

1,4

1,5

Polonia

1,6

2,6

2,9

3,0

2,9

4,4

4,3

3,9

Ungheria

1,1

0,9

1,0

1,0

1,6

1,7

2,1

2,1

Romania Paesi europei non Ue Regno Unito

1,3

1,5

1,7

1,6

0,8

1,5

1,4

1,2

15,1

16,7

15,8

16,4

11,7

16,0

14,2

12,2

6,9

5,0

5,2

5,2

6,5

7,5

8,0

6,5

Russia

1,4

2,4

1,7

1,6

1,1

3,6

1,2

1,0

Turchia

1,6

2,3

2,0

1,8

0,9

1,8

1,3

2,2 1,0

Svizzera Africa Africa settentrionale Altri paesi africani

3,6

5,0

4,9

5,8

1,7

1,5

2,2

3,7

5,0

3,8

3,5

2,0

2,8

2,3

2,0

2,5

3,6

2,6

2,3

1,5

1,9

1,6

1,4

1,2

1,4

1,2

1,2

0,5

0,9

0,7

0,6

America

13,3

10,1

13,2

13,5

10,3

9,8

10,8

16,0

America settentrionale

10,1

6,7

10,1

10,8

8,4

7,7

6,7

12,1 11,4

Stati Uniti

9,2

6,0

9,2

9,8

7,6

6,8

6,0

America centro-merid.

3,2

3,4

3,0

2,7

2,0

2,1

4,0

3,9

11,3

13,9

14,2

13,5

9,8

6,0

5,5

5,8

Asia Medio Oriente

3,7

4,9

4,0

3,5

2,5

2,3

2,2

1,7

Asia centrale

0,7

1,7

1,5

1,2

0,2

0,7

0,5

0,6

Asia orientale

6,9

7,3

8,7

8,8

7,0

3,1

2,8

3,5

Cina

1,4

2,5

2,8

3,0

0,2

0,8

1,1

1,2

Giappone

1,7

1,2

1,5

1,6

1,0

0,7

0,7

0,6

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

Mondo

* Dati Istat provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

superiore alla media italiana (-11,1% contro -9,7%) pur restando in termini di peso percentuale sul totale assai più elevato (nel 2020 63,4% contro 51,1%). Nel ventennio osservato la quota di Paesi dell’Unione Monetaria a 19, pur in calo su tutti e due i livelli territoriali, si stabilizza in Abruzzo su un valore (53,1% del totale) di quasi 12 punti percentuali superiore rispetto a 58


quello italiano (41,2%). In tale ambito quasi il 75% del valore venduto all’estero è destinato a Francia e Germania. I Paesi europei non UE (considerati ab origine per uniformità di lettura dei dati come comprendenti il Regno Unito) hanno in regione nel ventennio considerato peso inferiore a quello medio nazionale (13,5% circa contro 16% circa). In tale raggruppamento la parte del leone, come è ovvio, la fa il Regno Unito che da solo detiene più della metà del totale, quota superiore a quella media nazionale. Abbastanza stabile, ma inferiore alla quota media nazionale nel periodo 2001-2020 l’export verso l’Africa che nell’ultimo anno fa registrare una contrazione che arriva quasi al 18,2% determinata dal pessimo andamento degli scambi commerciali con i Paesi settentrionali cui sono destinate più dei due terzi delle vendite regionali verso quel Continente. La quota di export abruzzese in America settentrionale, grazie ad un incremento su base annua del 57,3%, passa da una media di circa il 7,6% (Italia: 9%) del periodo 2001-2019 al 12,1% del 2020 (Italia: 10,8%) per effetto dell’ottimo incremento nell’ultimo anno degli Stati Uniti (+65,9%) che rappresentano la quasi totalità delle vendite in quella parte di continente. La parte centro-meridionale subisce a livello regionale nell’ultimo anno un calo del 22,9% più ampio del -16,5% medio nazionale nonostante il quale il suo peso sul export Abruzzo 2001-2020 si attesta sul 3,9% superiore al 2,7% medio nazionale. Per quanto riguarda le vendite estere abruzzesi in Asia, al contrario di quanto avviene a livello Italia e nonostante gli interessanti incrementi del 2020 su base annua della parte Centrale (+8,8%) ed Orientale (+18,0%), si rileva un progressivo contenimento del loro peso sul totale (dal 9,8% del periodo 2001-2003 al 5,5% del triennio 2017-2019; Italia rispettivamente 11,3% e 14,2%) per effetto di una progressiva riduzione dell’export nell’Estremo Oriente (dal 7,0% del primo triennio considerato al 2,8% dell’ultimo al 3,5% del 2020) e nel Medio Oriente (dal 2,5% del periodo 2001-2003 all’1,7% del 2020), pesi entrambi assai più bassi di quelli medi nazionali). Il comparto metalmeccanico ed elettronico, che rappresenta nel complesso il 66,8% dell’export regionale, pur diminuendo di 2,4 punti percentuali rispetto alla media del triennio precedente, mostra nell’ultimo ventennio una crescita sull’export regionale superiore all’11%. Assai diversificato l’andamento dei settori in esso compresi: a crescere, infatti tra il 2001 e il 2020 sono solo i mezzi di trasporto che, nonostante la contrazione annuale nel 2020 dell’11,5% (Italia: -11,7%), passano dal 25% a quasi il 50% delle vendite estere regionali (Italia: 10%). L’export di apparecchi e macchinari fa osservare nel ventennio osservato un leggero calo a livello Italia (dal 28,3% del 2001-2003 al 25,2% del 2020) e un sostanziale dimezzamento in Abruzzo (dal 24,4% del 2001-2003 al 12,1% del 2020). Nel dettaglio, si rileva che l’export di computer, apparecchi elettronici, ottici ed apparecchi elettrici, nonostante l’incremento su base annua del 2020 (rispettivamente +15,1% e +0,6%), continuano ad essere di gran lunga meno importanti che nella media nazionale in tutto il periodo considerato (Italia: dall’11,3% del triennio 2001-2003 all’8,5% del 2020; Abruzzo: dal 14,1% al 5,3%). Anche i metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, vedono ridurre la loro incidenza sul totale dell’export nazionale e regionale e in Abruzzo a fine periodo si attestano su una quota che è il 46% di quella media italiana (6,9% contro 16,7%). Il comparto chimico-farmaceutico, comprendente anche gomma e plastica, che rappresenta nel 2020 il 16,5% del totale regionale (Italia: 22%), quota abbastanza stabile nel periodo 2001-2020, vede un incremento su base annua del 17% (Italia: -7,7%). Al suo interno, si osserva rispetto al 2019 il forte balzo in avanti delle vendite estere regionali di prodotti farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+108%; Italia: +3,8%) che, quasi raddoppianECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

59


do negli ultimi venti anni il loro peso sulle vendite estere regionali, arrivano a rappresentare in Abruzzo più del 7% del totale (Italia: 8%) il lieve incremento dei prodotti chimici (+2,4% pari al 3% del totale; Italia: -5,0%, 6,8%) e il decremento a due cifre di prodotti in gomma (-19%, 6% dell’export regionale; Italia: -8%, 5,9%). Per quanto attiene i settori legno e carta e moda, essi perdono terreno su base annua (rispettivamente -3% e -32%) e sul lungo periodo in ambedue i livelli territoriali e si attestano nel 2020 su un peso percentuale che per il legno e mobili corrisponde alla metà di quello medio nazionale (0,9% contro 1,8%) e per la moda quasi al suo 30% (3,1% contro 10,6%). Quote crescenti di export sia in Italia Tab. 1.3.3 EXPORT PER PRINCIPALI SETTORI. ABRUZZO E ITALIA. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su export di periodo) Italia

Abruzzo

2001- 03 2009-11 2017-19 2020*

2001- 03 2009-11 2017-19

2020*

Prod. dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca

1,6

1,6

1,5

1,6

0,5

0,7

0,8

0,6

Prod. dell'estrazione di minerali da cave e miniere

0,2

0,3

0,2

0,2

0,3

0,6

0,3

0,1

Prod. alimentari, bevande e tabacco

5,4

6,6

7,7

9,0

4,5

6,1

6,2

7,4

15,1

11,2

11,6

10,6

13,4

8,4

4,6

3,1

Legno e prodotti in legno; carta e stampa

2,3

2,1

1,9

1,8

2,9

2,2

0,9

0,9

Coke e prodotti petroliferi raffinati

1,8

4,1

3,0

1,8

0,0

0,0

0,0

0,0

Sostanze e prodotti chimici

6,2

6,5

6,6

6,8

2,9

3,1

2,9

2,9

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

3,6

4,1

6,0

7,8

4,2

4,4

3,4

7,3

Art. in gomma e mat. plast., altri prod. lavoraz. min. non met.

7,1

6,1

5,8

5,9

9,9

10,2

7,5

6,3

Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti

8,3

11,9

10,7

11,2

6,0

6,1

5,3

5,1

Computer, apparecchi elettronici e ottici

5,1

3,4

3,3

3,5

11,4

4,6

2,7

3,0

Apparecchi elettrici

Prod. tessili, abbigliamento, pelli e accessori

6,2

5,7

5,1

5,0

2,7

2,4

2,4

2,2

Macchinari e apparecchi n.c.a.

17,1

18,3

17,6

16,7

10,3

9,3

8,3

6,9

Mezzi di trasporto

10,9

10,0

11,0

10,3

25,3

37,9

50,5

49,5

* Dati Istat provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

60


sia in regione caratterizzano l’andamento dell’export del settore agro-alimentare sia nel lungo che nel breve periodo che, con un incremento in regione rispetto al 2019 del 3%, rappresenta l’8,1% del totale abruzzese (Italia: 10,6%).

Le importazioni Passando ad esaminare l’andamento dell’import regionale, va premesso che l’Istat imputa gli acquisti dall’estero alle regioni nelle quali le merci arrivano e vengono sdoganate e non a quelle cui sono destinate, con conseguente sovrastima dell’import delle aree dotate di grandi infrastrutture viarie e di trasporto, quali porti e aeroporti, e conseguente sottovalutazione di quello delle regioni, quali l’Abruzzo, meno dotate. Analogamente a quanto osservato per l’export regionale ma in modo più accentuato, gli acquisti di merci estere, che avevano fatto segnare una crescita nel periodo 2014-2019, nel 2020 subiscono una contrazione del 7,4%, meno ampia del -12,8% medio nazionale, e si attestano su quota 3.863 milioni di euro inferiore al valere raggiunto nel 2016. Fig. 1.3.9 IMPORTAZIONI ABRUZZESI. Anni 2003-2020 (valori provvisori) (val. in milioni di euro)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Anche per le importazioni si tenta di fare il confronto dell’andamento infrannuale 2020 con quello del 2019, pur ribadendo che è impossibile un paragone tra periodi corrispondenti a quelli che nel 2020 sono state definite fasi pandemiche (gennaio-febbraio: fase prepandemica; marzo-maggio: prima ondata; giugno-settembre: fase di transizione; ottobre-dicembre: seconda ondata) poiché i dati regionali sono organizzati dall’Istat per trimestri. Reputando comunque interessante fare tale raffronto anche se approssimativo, si osserva una contrazione tendenziale nel primo trimestre (-4,4%), prosecuzione della fase leggermente calante già iniziata nel 2019, certamente accentuata in modo significativo dal fatto che nel mese di marzo è iniziato il lockdown e, quindi, sono state adottate misure governative di restrizione alla circolazione delle persone e delle cose che hanno, tra l’altro, imposto la chiusura totale e parziale di molte attività. Gli acquisti abruzzesi all’estero subiscono un crollo verticale di quasi il 20% nel periodo ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

61


Fig. 1.3.10 IMPORTAZIONI REGIONALI PER TRIMESTRI. Anni 2019-2020 (dati provvisori) (var. %)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

aprile-giugno, comprensivo di quasi due mesi di lockdown e caratterizzato da una forte incertezza sulle future decisioni governative, e un calo meno intenso nel III trimestre (-6,9%) e poi tornano a crescere lievemente (+2,0%) nell’ultimo quarto dell’anno. Il tasso medio annuo di crescita nel periodo 2000-2020 è del -0,1% assai più basso del +1,8% medio nazionale. In particolare si osserva che tra il 2000 e il 2008 l’import regionale fa segnare un +0,4% contro un +5% medio nazionale, negli anni tra il 2008 e il 2015 decresce del -0,9% più del doppio del decremento che si osserva a livello Italia (-0,4%) e tra il 2015 e il 2019 torna a crescere (+2,2%; Italia: +3,4%). Fig. 1.3.11 TASSO MEDIO ANNUO DI CRESCITA DELLE IMPORTAZIONI. Abruzzo e Italia. Anni 2000-2020 (dati provvisori) (valori percentuali)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

62


Il decremento annuo del 7,4% deriva da una contrazione generalizzata degli acquisti da quasi tutte le aree geografiche ad eccezione dell’America settentrionale (+14,3% pari al 5,2% dell’import regionale nel 2020). Particolarmente importanti in valore assoluto le flessioni nei Paesi europei non UE post Brexit (-14,2%, 5,7% del totale annuo), meno rilevanti quelle, pur significative in termini di variazioni percentuali annue, del Medio Oriente (-36,5% pari allo 0,3% del totale dell’import regionale nel 2020), dell’Africa (-29,6%, 3,1%) e dell’Asia Centrale (-18,7%, 0,9%). Fig. 1.3.12 IMPORTAZIONI ABRUZZESI PER AREA GEOGRAFICA. Anno 2020 (dati provvisori) (var. % su anno precedente)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

In un’ottica di più lungo periodo (2001-2020), considerando le medie 2001-2003, 20092011 2017-2019 e l’anno 2020 (dato Istat provvisorio) si osserva che la quota dell’import dai Paesi dell’Europa a 27 post Brexit si mantiene superiore a quella nazionale (rispettivamente 69,9% contro 58,2% nel 2020) e mostra sia in Abruzzo che in Italia nell’ultimo decennio una tendenza crescente interrotta solo dalla crisi del 2009 i cui effetti si riverberano nel triennio 2009-2011. Parimenti superiore alla media Italia in tutto il periodo osservato è anche la porzione di merci acquistata dall’UEM a 19. Aumentano complessivamente a livello regionale nel periodo osservato i pesi dell’import dalla Francia, della Spagna e dalla Polonia, subiscono un generale ridimensionamento quelli dalla Germania, dal Belgio, dai Paesi Bassi e dalla Romania, restano sostanzialmente stabili gli acquisti da Slovenia, Austria e Ungheria. Registra una pesante riduzione in regione l’import dall’Europa non UE post Brexit, contrazione allineata alla media nazionale; essa ha interessato tutti i principali paesi (Regno Unito compreso) esclusa la Turchia. A differenza di quanto si osserva per l’import nazionale, quello regionale dal continente africano tende a crescere per effetto del maggior valore degli acquisti dalla parte settentrionale. Cala leggermente nel periodo osservato su ambedue gli orizzonti territoriali il peso dell’America conseguente ad una contrazione degli acquisti sia dalla parte settentrionale (Stati Uniti compresi) sia da quella centro-meridionale il cui andamento è stato caratterizzato da un rialzo tra il 2009 e il ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

63


Tab. 1.3.4 IMPORT PER AREE GEOGRAFICHE E PRINCIPALI PAESI. ABRUZZO E ITALIA. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su import di periodo)

Ue 27 post Brexit

Italia

Abruzzo

2001-03 2009-11 2017-19 2020*

2001- 03 2009-11 2017-19 2020*

58,0

52,7

56,8

58,2

66,4

61,0

69,3

69,9

Area euro19

51,6

44,7

47,1

48,2

53,1

51,9

55,6

56,1

Germania

17,9

16,0

16,3

16,3

16,8

13,5

14,3

15,7

Francia

11,4

8,6

8,5

8,5

15,5

14,7

19,8

19,7

Spagna

4,6

4,5

5,2

5,3

4,9

6,0

7,5

7,0

Belgio

4,4

3,7

4,5

4,9

4,0

5,5

2,6

2,4

Paesi Bassi

6,0

5,4

5,4

5,9

5,1

4,5

4,4

4,3

Slovenia

0,6

0,6

0,8

0,8

0,5

0,9

0,3

0,2

Austria

2,7

2,4

2,3

2,3

1,8

2,0

1,6

1,7

Polonia

0,9

2,0

2,4

2,5

0,8

1,8

4,3

4,0

Ungheria

0,7

1,0

1,3

1,4

0,3

1,0

1,5

1,0

Romania

1,4

1,3

1,7

1,7

2,1

0,8

1,4

1,5

14,6

13,2

12,6

11,0

7,8

7,6

6,4

5,7

Regno Unito

5,0

2,9

2,7

2,3

4,2

2,7

2,3

1,9

Russia

3,1

4,1

3,3

2,5

0,7

0,5

0,1

0,1

Turchia

1,2

1,5

2,1

2,0

1,4

1,5

2,1

1,9

Svizzera

3,6

3,0

2,6

2,6

0,9

0,6

0,4

0,3

6,7

7,8

5,0

3,9

2,5

2,9

4,0

3,1

Africa settentrionale

5,0

5,9

3,4

2,6

1,9

2,4

3,6

3,0

Altri paesi africani

1,6

1,9

1,5

1,4

0,7

0,4

0,4

0,2

7,4

6,3

6,5

6,8

6,7

8,5

4,8

6,0

5,0

3,6

4,2

4,5

6,2

6,0

3,9

5,2

4,5

3,2

3,8

4,0

5,5

5,6

3,8

5,1

2,4

2,7

2,2

2,3

0,5

2,4

0,8

0,8

Paesi europei non UE

Africa

America America settentrionale Stati Uniti America centro-merid. Asia

12,5

19,5

18,7

19,6

15,6

19,6

14,9

15,1

Medio Oriente

2,9

5,8

4,6

4,1

0,8

1,1

0,4

0,3

Asia centrale

1,2

2,2

2,3

2,1

0,6

1,3

1,2

0,9

Asia orientale

8,4

11,5

11,7

13,3

14,1

17,2

13,4

13,9

Cina

3,2

7,3

7,3

8,7

2,3

6,7

5,4

6,2

Giappone

2,1

1,2

1,0

1,0

9,7

7,1

1,7

1,6

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

Mondo

*dati provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

2011 rientrato negli anni successivi ai livelli precedenti. L’import regionale, a differenza di quanto si osserva in Italia, in Asia e in particolare in Medio Oriente tende a scendere attestandosi su quote assi inferiori a quelle nazionali. Sale nel periodo osservato l’import regionale dall’Asia centrale che rappresenta nel 2020 una quota sul totale annuo approssimativamente pari alla metà di quella nazionale e restano abbastanza stabili 64


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

65

3,2 9,0 8,9 3,4 8,1

Art. in gomma e mat. plast., altri prod. lavoraz. min. non met.

Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti

Computer, apparecchi elettronici e ottici

Apparecchi elettrici

Macchinari e apparecchi n.c.a. 10,5

6,1

3,5

8,2

9,7

3,1

4,9

8,9

2,3

2,6

7,2

7,1

12,0

7,4

4,2

6,7

10,4

3,5

6,4

9,2

2,1

2,6

7,7

7,3

10,4

3,5

2017-19

10,3

7,5

4,7

7,4

11,3

3,7

8,0

9,8

1,5

2,4

8,1

7,7

6,9

3,9

2020*

17,7

13,3

1,6

11,2

7,5

5,6

3,1

10,6

0,0

5,4

8,2

6,6

0,3

4,2

2001- 03

*dati provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

14,5

3,6

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

Mezzi di trasporto

1,8 9,6

Coke e prodotti petroliferi raffinati

Legno e prodotti in legno; carta e stampa

Sostanze e prodotti chimici

7,6 3,4

Prod. tessili, abbigliamento, pelli e accessori

7,0

16,2

3,2

3,5 10,5

2009-11

2001- 03

Prod. alimentari, bevande e tabacco

Prod. dell'estrazione di minerali da cave e miniere

Prod. dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca

Italia

Tab. 1.3.5 IMPORT PER PRINCIPALI SETTORI. Abruzzo e Italia. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su import di periodo)

18,0

10,6

2,9

5,5

8,8

7,7

4,7

12,7

0,1

6,4

8,5

7,6

0,4

3,7

2009-11

Abruzzo

23,1

7,7

4,8

4,0

9,2

8,2

2,3

13,3

0,1

6,6

6,8

6,7

0,2

3,9

2017-19

24,2

8,3

3,7

4,7

8,2

7,6

2,5

14,2

0,0

5,2

7,1

6,3

0,2

3,7

2020*


gli acquisti dall’Asia Orientale, area che rappresenta in regione una quota di import superiore a quella nazionale. Per quanto riguarda l’andamento dell’import dei principali comparti e settori merceologici nel periodo 2001-2020, si osserva la tendenza al decremento su ambedue gli orizzonti territoriali dei comparti del legno e carta (che comunque a livello Abruzzo costituisce nel 2020 una quota più che doppia rispetto a quella media italiana, 5,2% contro 2,4%) e della meccanica ed elettronica che in ogni caso rappresenta quasi il 50% degli acquisti esteri regionali e più del 40% di quelli italiani. Nel 2020 i due settori fanno osservare variazioni negative su base annua rispettivamente del 21,6% (Italia: -36,7%) e dell’8,2% (Italia: -14,2%). All’interno della meccanica ed elettronica nel lungo periodo cresce lievemente la quota dei metalli di base e lavorazioni in metallo e degli apparecchi elettrici, diminuisce, in Abruzzo drasticamente, quella dei computer e apparecchi elettronici ed ottici, e, in misura più contenuta a livello regionale, quella dei macchinari ed apparecchi non classificati diversamente. Per quanto riguarda i mezzi di trasporto l’import nazionale fa registrare nel periodo 2001-2020 una contrazione sul totale (dal 14,5% del 2001-2003 al 10,3% del 2020) al contrario dell’Abruzzo che vede crescere il loro peso (dal 17,7% al 24,2%). Per quanto riguarda il comparto chimico-farmaceutico (che include anche gomma, plastica e lavorazioni di minerali non metalliferi), che nel 2020 pesa poco meno del 25% sia in Italia che in Abruzzo (Abruzzo: -4,5% su base annua; Italia: -4,2%), si rileva nel periodo osservato un progressivo aumento del loro peso percentuale sul totale nazionale e regionale che nel 2020 è quantificabile in un +5%. In particolare sono gli articoli in gomma, materie plastiche e altri prodotti di lavorazioni di minerali non metalliferi ad aumentare la loro incidenza percentuale in Italia e, in particolar modo, in Abruzzo. L’import di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici aumenta di rilevanza in Italia e diminuisce in Abruzzo, quello di sostanze e i prodotti chimici, al contrario, tende a restare stabile nel tempo a livello nazionale e ad aumentare in regione. Gli acquisti esteri riguardanti il comparto agro-alimentare restano sostanzialmente stabili nel ventennio considerato (-11,1% e -5,1% rispettivamente in Italia e in Abruzzo nel 2020), con un lieve incremento dei due settori che lo compongono (prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca e prodotti alimentari, bevande e tabacco) a livello medio nazionale e un debole decremento in regione. Il settore moda (Italia: -16,2% rispetto al 2019; Abruzzo: -11,2%) aumenta il proprio peso nel lungo periodo nella media Italia e lo perde in Abruzzo. 1.3.4 L’ANDAMENTO DELLE ESPORTAZIONI NEL 2020 A LIVELLO PROVINCIALE L’export della provincia dell’Aquila nel 2020 si attesta su 987 milioni di euro con un incremento rispetto all’anno precedente del 48%. Il suo peso sul totale regionale è del 12,1% in aumento di 4,4 punti percentuali nel confronto con il 2019. A livello di macrosettori nel 2020 a detenere la maggior quota dell’export provinciale è la chimico-farmaceutica e gomma e plastica che, con un incremento su base annua del 90,6% rappresenta il 58,3% dell’export provinciale. Segue la meccanica ed elettronica che fa registrare un +9,6% rispetto all’anno precedente e costituisce il 32,5% del totale delle vendite estere aquilane. Seguono l’agro-alimentare (+12,1%, pari al 3,8% dell’export provinciale), il settore moda (+7,0% pari al 2,3%) e il legno e carta che, nonostante l’esorbitante variazione percentuale del valore del venduto (+212,9%), costituisce solo l’1,7% dell’export provinciale. Il segno positivo della variazione su base annua è frutto dell’ottimo andamento degli 66


Fig. 1.3.13 ESPORTAZIONI DELLA PROVINCIA DELL’AQUILA. Anni 2000-2020 (peso % su totale regionale)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici che, con un +124,2% su base annua (+140,9% rispetto al valore del 2001-2003), arrivano a rappresentare quasi la metà (49,5%) del totale delle vendite estere provinciali (18,5% nel 2001-2003). Tale incremento è riconducibile all’export di tali prodotti verso gli Stati Uniti che fa registrare nel 2020 un incremento del 450%. Buona anche la performance 2020 dei computer e apparecchi elettronici ed ottici che, dopo le pesanti variazioni negative dei primi 19 anni del 2000, tornano a crescere su base annua (+21,6%) e costituiscono nel 2020 quasi il 22% (21,8%) dell’export aquilano che tuttavia è meno della metà del peso che avevano nel 2001-2003 (47,5%). Tra il +12% e il +13% l’incremento 2020/2019 del settore agricolo primario, che registra nel complesso una lenta ma regolare crescita nell’ultimo ventennio giungendo nel 2020 a rappresentare lo 0,8% del totale, e delle attività di produzione di alimenti, bevande e tabacco (che riportano invece un andamento altalenante nel corso dei trienni osservati) e arrivano a costituire nel 2020 il 3% dell’export provinciale. In calo le sostanze e prodotti chimici e i prodotti in gomma e materie plastiche, lavorazioni di minerali non metalliferi che perdono tra il 20% e il 30% rispetto all’anno precedente e costituiscono rispettivamente il 3,9% e il 5% del totale, quote inferiori rispetto a quelle registrate a inizio millennio di quasi un punto percentuale. Fanno registrare contrazioni su base annua di entità variabile gli altri settori del comparto meccanico ed elettronico. I metalli di base e prodotti in metallo riportano nel 2020 un -3,8% e il loro peso sulle vendite estere aquilane si attesta sul 3,2%, assai più basso, per i pesanti decrementi a due cifre registrati negli anni, dell’8,0% della media del triennio 2001-2003. Gli apparecchi elettrici perdono il 4,5% del loro valore rispetto al 2019 e il loro peso, grazie all’importante aumento registrato tra il 2017 e il 2019, sale dal 3,3% dell’inizio del millennio al 5,5%. Gli altri apparecchi e macchinari e i mezzi di trasporto registrano consistenti decrementi su base annua (rispettivamente -15,6% e -64,9%) e rappresentano nell’ordine l’1,8% e lo 0,2% dell’export provinciale 2020. Nel 2020 si registrano aumenti percentuali del valore del venduto in tutte le aree del mondo tranne che nei Paesi UE post Brexit (-10,5%), ai quali è destinato il 28,6% del ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

67


Tab. 1.3.6 EXPORT PRINCIPALI SETTORI MANIFATTURIERI. L’AQUILA. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo) Peso % 01-03

Peso % 09-011

Peso % 17-19

Peso % 2020

Var. % 09-11/ 03-01

Var. % 17-19/ 09-11

Var. % 20/19

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

0,1

0,6

1,1

0,8

397,8

75,0

13,1

Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere

0,0

0,0

0,0

0,0

-28,3

824,4

-43,8

Prodotti alimentari, bevande e tabacco

2,2

1,3

3,7

3,0

-63,0

158,8

11,8

Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

1,0

1,9

3,8

2,3

19,1

81,4

7,0

Legno e prodotti in legno carta e stampa

4,7

9,2

0,9

1,7

22,6

-91,1

212,9

Coke e prodotti petroliferi raffinati

0,0

0,0

0,0

0,0

-47,0

77,2

-100,0

Sostanze e prodotti chimici

4,9

4,4

5,3

3,9

-43,3

7,3

14,0

18,5

29,5

26,8

49,5

1,2

-19,1

124,2

Prod. gomma e mat. plastiche, delle lav. dimin. non met.

5,7

4,3

7,5

5,0

-52,2

57,3

-3,4

Metalli di base e prod. in metallo escl. macch. e imp.

8,0

5,7

3,9

3,2

-55,3

-38,8

-3,8 21,6

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

Computer, apparecchi elettronici ed ottici

47,5

35,1

31,2

21,8

-53,2

-20,6

Apparecchi elettrici

3,3

5,0

8,8

5,5

-4,9

56,8

-4,5

Macchinari ed apparecchi n.c.a.

1,8

1,7

4,1

1,8

-41,9

117,7

-15,6

Mezzi di trasporto

1,3

1,0

0,6

0,2

-49,3

-46,0

-64,9

Prodotti delle altre attività manifatturiere

0,7

0,4

1,7

0,9

-65,5

290,6

-11,5

100,0

100,0

100,0

100,0

-36,6

-10,9

48,0

Totale

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 1.3.7 EXPORT PER AREE GEOGRAFICHE. L’AQUILA. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo)

Ue post BREXIT

Peso % 01-03

Peso % 09-011

Peso % 17-19

Peso % 2020

Var. % 09-11/ 03-01

Var. % 17-19/ 09-11

Var. % 20/19 -10,5

42,4

50,7

46,5

28,6

-24,1

-18,3

Paesi europei non UE

5,6

6,0

8,4

5,4

-32,3

24,0

8,3

Africa

0,5

0,8

0,7

0,9

4,5

-27,6

182,9 140,4

18,2

30,4

34,1

58,3

5,8

0,0

America centro merid.

America settentr.

2,3

0,8

1,9

1,3

-78,0

109,6

32,0

Medio Oriente

4,8

2,8

0,5

0,6

-63,0

-85,6

130,2 16,8

Asia centrale Asia Orientale Oceania e altri territori Mondo

0,1

0,2

0,2

0,1

60,2

-39,8

25,9

4,7

7,8

4,8

-88,6

49,4

0,7

0,1

0,0

0,0

0,1

-78,7

-46,8

296,8

100,0

100,0

100,0

100,0

-36,6

-10,9

48,0

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

68


totale dell’export provinciale (42,4%, nella media 2001-2003 e da allora in calo costante in tutto il periodo osservato). Il principale mercato di sbocco dei prodotti della provincia dell’Aquila è l’America settentrionale che, con un aumento su base annua del 140,4% (riconducibile prioritariamente alla vendita di articoli farmaceutici negli Stati Uniti), arriva ad assorbire il 58,3% del totale (18,2% nel 2001-2003). Notevoli gli aumenti percentuali delle vendite in Africa (+182,9%) e in Medio Oriente (+130,2% rispetto al 2019) che si traducono tuttavia in variazioni di quote rispettivamente dallo 0,7% (media 2017-2019) allo 0,9% e dallo 0,5% allo 0,6%. Si rileva la sostanziale perdita di terreno dell’export aquilano verso il Medio Oriente che nel triennio 2001-2003 rappresentava il 4,8% del totale. In aumento su base annua le vendite verso i Paesi europei non UE (+8,3%) che, dopo varie oscillazioni nel ventennio osservato, si attestano sul 5,4% assai vicino al 5,6% del triennio 2001-2003. In calo precipitoso dall’inizio degli anni 2000 l’export aquilano verso l’Estremo Oriente che, nonostante il timido incremento dell’ultimo anno dello 0,7%, passa dal 25,9% del totale della media 2001-2003 al 4,8% del 2020. Le vendite in America centro meridionale, Asia Centrale e Oceania, tutte in aumento su base annua, rappresentano quote percentuali residuali del totale dell’export provinciale (nel 2020 rispettivamente 1,3%, 0,1% e 0,1%). L’export della provincia di Teramo nel 2020 si attesta su 1.172 milioni di euro, in diminuzione rispetto all’anno precedente del 15,3%. Il suo peso sul totale regionale è del 14,3%, 1,5 punti percentuali in meno nel confronto con il 2019. Fig. 1.3.14 ESPORTAZIONI DELLA PROVINCIA DI TERAMO. Anni 2000-2020 (peso % su totale regionale)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

A livello di macrosettori è la metalmeccanica ed elettronica, nonostante il decremento su base annua del 13,1% inferiore a quello medio provinciale, a detenere la maggior quota dell’export provinciale (37,1%), seguono la chimico-farmaceutica e gomma e plastica (19,2% con una variazione rispetto al 2019 del -4,8%), l’agro-alimentare (13,6% in calo su base annua del 4,6%), il settore moda (12,6%, -38,3%) e il legno e carta (2,6%, -15,9%).

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

69


Gli unici settori a registrare un incremento su base annua sono la produzione di alimenti bevande e tabacchi (+4,9%), che passa dal rappresentare il 5,4% dell’export teramano nella media del triennio 2001-2003 all’11,5% del 2020, e gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+30,9%) che vanno dallo 0,7% del 2001-2003 al 4,9% del 2020. Nell’ambito del comparto elettronico e meccanico, pur in presenza di variazioni negative di tutti i settori, si osserva che nell’ultimo ventennio sono aumentati i pesi sul totale dell’export provinciale dei metalli di base e prodotti in metallo (-13,7% su base annua con una quota che aumenta progressivamente dall’11,0% del triennio 2001-2003 al 12,6% del 2020), dei mezzi di trasporto (-18,0% e dal 6,3% al 10,9%) e degli altri macchinari ed impianti (-7,9% e dal 3,0% al 6,7%). Diminuiscono, invece, nel periodo osservato i pesi percentuali sul totale dei computer, apparecchi elettronici ed ottici (dal 5,3% del triennio 2001-2003 all’1,1% del 2020 con una variazione su base annua del -27,7%) e degli apparecchi elettrici (dal 6,5% al 5,8%, -3,4% rispetto al 2019). Anche il settore moda, che all’inizio degli anni Duemila costituiva un quinto dell’export provinciale, perde terreno (12,6% nel 2020). Pur in presenza di decrementi nell’ultimo anno, i prodotti in gomma e materie plastiche, lavorazioni di minerali non metalliferi (-14,0%) e le sostanze e prodotti chimici (-10,5%) tendono nel tempo ad assumere maggior importanza nell’export teramano (rispettivamente dal 9,3% e 3,5% degli inizi 2000 al 10,1% e 4,2% del 2020). Nel 2020 il valore delle cessioni in ambito comunitario è pari al 61,5% del totale e diminuisce su base annua del 12,3%. Esso nel complesso in tutto il ventennio osservato rappresenta la destinazione del 60% circa del venduto teramano all’estero. Gli altri Tab. 1.3.8 EXPORT PRINCIPALI SETTORI MANIFATTURIERI. TERAMO. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo) Peso % 01-03 Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura Prodotti alimentari, bevande e tabacco

Peso % Peso % Peso % 09-11 17-19 2020

1,0

2,2

Var. % 09-11/ 03-01

Var. % 17-19/ 09-11

Var. % 20/19

78,4

-37,0

2,8

2,0

107,5

5,4

11,5

8,2

11,5

105,7

-1,0

4,9

20,0

16,5

18,1

12,6

-19,9

52,3

-38,3

Legno e prodotti in legno carta e stampa

3,5

4,5

2,6

2,6

26,8

-19,9

-15,9

Coke e prodotti petroliferi raffinati

0,0

0,0

0,0

0,0

-68,7

3012,4

-98,3

Sostanze e prodotti chimici

3,5

3,7

4,3

4,2

1,4

63,1

-10,5

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

0,7

2,1

5,2

4,9

196,8

241,0

30,9

Prod. gomma e mat. plastiche, delle lav. di min. non met.

9,3

11,9

10,4

10,1

23,9

22,6

-14,0

11,0

12,1

12,4

12,6

6,9

43,6

-13,7

Computer, apparecchi elettronici ed ottici

5,3

2,4

1,4

1,1

-56,3

-17,6

-27,7

Apparecchi elettrici

6,5

5,5

5,1

5,8

-18,1

29,5

-3,4

Macchinari ed apparecchi n.c.a.

3,0

4,1

5,3

6,7

33,8

82,4

-7,9

Mezzi di trasporto

6,3

11,9

10,7

10,9

82,6

25,1

-18,0

Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

Metalli di base e prod. in metallo escl. macch. e imp.

Prodotti delle altre attività manifatturiere Totale

13,4

11,5

12,7

13,0

-16,9

54,2

-18,9

100,0

100,0

100,0

100,0

-3,0

39,4

-15,3

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

70


principali mercati di sbocco sono l’America settentrionale, che fa segnare un decremento dell’11,3% e, ampliando progressivamente nel tempo la quota rappresentata, arriva a superare il 12% (12,2%), e i Paesi europei non UE, che fanno registrare un decremento del -31,3% e scendono notevolmente al di sotto del 15%-16% del periodo 2001-2019 rappresentando nel 2020 l’11,9% dell’export provinciale. Seguono a distanza le altre destinazioni: l’Estremo Oriente segna un decremento annuo del 10,8% e vede aumentare nel tempo la propria importanza sull’export teramano (dal 3,0% del triennio 2001-2003 al 5,0% del 2020), l’Africa (-20,4%) pesa nel periodo 2001-2019 intorno al 3%, il Medio Oriente (-20,6%) perde nel periodo osservato una quota pari a mezzo punto percentuale (da 3,0% a 2,6%) l’America centro meridionale (-6,5%) che pesa sul totale provinciale per circa il 2%. Tab. 1.3.9 EXPORT PER AREE GEOGRAFICHE. TERAMO. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo) Peso % 01-03

Peso % 09-11

Peso % 17-19

Peso % 2020

Var. % 09-11/ 03-01

Var. % 17-19/ 09-11

Var. % 20/19

Ue post BREXIT

61,3

66,1

59,4

61,5

4,6

25,3

-12,3

Paesi europei non UE

16,0

15,3

16,4

11,9

-7,1

49,0

-31,3

Africa

3,2

3,3

3,2

3,1

0,3

38,1

-20,4

America settentr.

9,8

5,7

10,2

12,2

-43,4

146,9

-11,3

America centro merid.

2,4

2,0

2,4

2,3

-20,1

68,0

-6,5

Medio Oriente

3,0

2,6

2,8

2,6

-16,8

49,7

-20,6

Asia centrale

0,4

1,1

0,6

0,6

148,4

-19,0

1,7

Asia Orientale

3,0

2,9

4,1

5,0

-5,2

93,1

-10,8

Oceania e altri territori Mondo

0,9

1,1

1,0

0,8

13,9

33,1

-22,8

100,0

100,0

100,0

100,0

-3,0

39,4

-15,3

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

L’export della provincia di Pescara nel 2020 si attesta sui 504 milioni di euro in aumento rispetto all’anno precedente del 5,2%. Il suo peso sul totale regionale è del 6,2%, 0,7 punti percentuali in più nel confronto con il 2019. A livello di macrosettori nel 2020 è ancora la metalmeccanica ed elettronica a detenere la maggior quota dell’export pescarese (42,9%) in aumento del 3,1% rispetto al 2019, recupero che non compensa la grave perdita del 2019 sul 2018 (-51,5%) anno in cui rappresentava il 56,6% del totale provinciale. La chimico-farmaceutica, gomma e plastica (+34,9% rispetto al 2019) sopravanza nell’anno in esame l’agroalimentare (+3,1%) e conquista quasi il 20% (18,9%) delle vendite estere della provincia (agroalimentare: 16,8%). In calo sia il settore moda (-29,5%) sia il comparto del legno e carta (-9,0%) che costituiscono quote del totale rispettivamente pari al 6,8% e 2,4%. Nell’ambito della metalmeccanica ed elettronica continuano a crescere su base annua le vendite estere degli apparecchi non classificati diversamente (+20,1%, riconducibile principalmente all’aumento delle vendite in Nord America) e di quelli elettrici (+30,6%), che passano rispettivamente del 14,1% e 1,3% del totale nella media 2001-2003 al 2,6% e 26,0% del 2020. Decresce su base annua il valore delle esportazioni dei metalli di base e ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

71


Fig. 1.3.15 ESPORTAZIONI DELLA PROVINCIA DI PESCARA. Anni 2000-2020 (peso % su totale regionale)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

prodotti in metallo (-23,1%) e dei computer, apparecchi elettronici ed ottici (-15,4%) il cui peso sull’export provinciale passa dal 9,0%, e 3,1% dell’inizio millennio al 6,8%, e 2,0% del 2020. Calano rispetto al 2019 anche le vendite estere dei mezzi di trasporto (-18,7%) le quali passano dal 3,2% del triennio 2001-2003 al 5,5% dell’anno in esame, subendo nel periodo intermedio ampie fluttuazioni positive che le portano ad assumere nel triennio 2017-2019 un peso percentuale del 16,4%. Come già osservato per la provincia dell’Aquila, è l’export degli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici a raddoppiare nel 2020 (+104,5%) con l’aumento di due punti percentuali rispetto al totale del triennio precedente (dal 7,9% al 9,9%) per un incremento superiore al 350% delle vendite in America centro meridionale. Dopo l’exploit del triennio 2017-2019 (+52,6% rispetto al 2009-2011) continua, anche se a ritmo meno incalzante, l’aumento dell’export dei prodotti chimici (+11,8%, 5% del totale pescarese), mentre sul fronte dei prodotti in gomma e materie plastiche e lavorazioni di minerali non metalliferi, dopo una fase fortemente espansiva tra il 2003 e il 2019, si osserva un decremento su base annua del 15,0% (4% del totale 2020). In aumento sia i prodotti alimentari, bevande e tabacco (+2,5%, con un aumento delle vendite in Nord America del 15,2%) sia i prodotti agricoli primari (+7,8%) che entrambi, i primi in modo più spiccato, confermano di essere in una crescita continua dall’inizio degli anni 2000. Diminuisce lievemente il valore del venduto su base annua dell’Europa (Paesi UE: -1,8%, Paesi europei non UE: -0,5%), e, in modo più sostenuto, dell’Africa (-30,3%) e del Medio Oriente (-12,1%) che rappresentano quote dell’export pescarese rispettivamente pari al 37,1%, al 16,9% e al 4,1% tutte inferiori ai pesi percentuali che tali destinazioni avevano all’inizio degli anni 2000. In aumento su base annua le vendite estere in America (America settentrionale: +11,6%; America centro meridionale: +29,1%) che guadagnano nel complesso quasi 4,5 punti percentuali sul peso che esse avevano nel triennio 2001-2003. Tali incrementi sono riconducibili principalmente all’aumento 2020/2019 delle vendite


Tab. 1.3.10 EXPORT PRINCIPALI SETTORI MANIFATTURIERI. PESCARA. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo) Peso % 01-03

Peso % 09-11

Peso % 17-19

1,5

1,7

1,9

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere Prodotti alimentari, bevande e tabacco Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori Legno e prodotti in legno carta e stampa

Var. % Var. % Peso % 09-11/ 17-19/ 2020 03-01 09-11 2,0

Var. % 20/19

27,7

47,1

7,8 277,9

0,0

0,1

0,0

0,4

93,3

-20,3

4,9

9,9

11,4

14,8

133,1

52,5

2,5

33,1

25,3

10,0

6,8

-11,2

-47,6

-29,5

3,7

3,6

2,2

2,4

13,6

-20,1

-9,0 -28,8

Coke e prodotti petroliferi raffinati

0,0

0,0

0,0

0,0

240,2

380,7

Sostanze e prodotti chimici

6,1

4,4

5,1

5,0

-16,5

52,6

11,8

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

4,2

10,2

7,9

9,9

179,2

2,5

104,5

Prod. gomma e mat. plastiche, delle lav. di min. non met.

1,3

2,2

4,3

4,0

92,9

163,8

-15,0

Metalli di base e prod. in metallo escl. macch. e imp.

9,0

9,6

7,9

6,8

23,6

7,9

-23,1 -15,4

Computer, apparecchi elettronici ed ottici

3,1

1,9

1,7

2,0

-30,1

21,6

Apparecchi elettrici

1,3

1,8

2,8

2,6

61,8

108,6

30,6

14,1

14,1

19,3

26,0

16,4

81,2

20,1

Macchinari ed apparecchi n.c.a. Mezzi di trasporto

3,2

9,0

16,4

5,5

221,6

140,6

-18,7

12,2

5,8

8,4

9,6

-45,0

91,3

-3,2

100,0

100,0

100,0

100,0

16,1

32,1

5,2

Prodotti delle altre attività manifatturiere Totale

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

in Nord America del 104,5% degli apparecchi e macchinari non altrove classificati (che passano dal 13,6% del venduto estero 2019 al 24,9% del 2020) e del 15,2% dei proTab. 1.3.11 EXPORT PER AREE GEOGRAFICHE. PESCARA. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo) Peso % 01-03

Peso % 09-11

Peso % 17-19

Peso % 2020

Var. % 09-11/ 03-01

Var. % 17-19/ 09-11

Var. % 20/19

Ue post BREXIT

48,0

34,1

33,1

37,4

-17,6

28,3

-1,8

Paesi europei non UE

18,5

24,8

19,0

16,9

55,9

1,2

-0,5

6,8

8,2

8,0

6,5

40,4

29,0

-30,3

11,4

12,1

11,5

13,5

22,5

25,8

11,6

3,3

3,7

12,8

5,5

31,3

354,8

29,1

Africa America settentr. America centro merid. Medio Oriente

5,2

6,2

4,3

4,1

39,1

-9,3

-12,1

Asia centrale

1,1

1,3

1,5

3,3

46,1

50,8

55,8

Asia Orientale

4,8

8,7

7,1

11,7

112,2

7,8

76,1

Oceania e altri territori

0,9

0,8

2,6

1,0

-0,4

325,8

28,3

100,0

100,0

100,0

100,0

16,1

32,1

5,2

Mondo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

73


dotti alimentari, bevande e tabacco (dal 41,7% al 43%) e nella parte centro meridionale del Continente del 357,2% degli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (che salgono dall’8,5% del totale 2019 al 30,1% 2020). Buono anche l’andamento dell’export pescarese in Asia Orientale (+78,1% su base annua con un peso percentuale che sale progressivamente dal 4,8% del 2001-2003 all’11,7% del 2020) e dell’Asia Centrale (+55,8% su base annua con una quota che va dall’1,1% dell’inizio secolo al 3,3% del 2020). L’export della provincia di Chieti nel 2020 si attesta su 5.509 milioni di euro, 674 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente (-10,9%). Il suo peso sul totale regionale è del 67,4%, 3,5 punti percentuali in meno nel confronto con il 2019. A livello di macrosettori è la metalmeccanica ed elettronica, con una perdita su base annua dell’11,3% leggermente più consistente di quella media provinciale, a detenere Fig. 1.3.16 ESPORTAZIONI DELLA PROVINCIA DI CHIETI. Anni 2000-2020 (peso % su totale regionale)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

la maggior quota dell’export provinciale (81,4%; 81,8% nel 2019), seguono a distanza la chimico-farmaceutica e gomma e plastica (-16,5%, 8,3%), l’agro-alimentare (+5,7%, 6,8%), il settore moda (-21,0%, 0,8%) e il legno e carta (-30,4%, 0,3%). Analizzando l’andamento dell’export della provincia di Chieti per singoli settori non si può non partire dai mezzi di trasporto che, pur in calo dell’11,2% su base annua, rappresentano il 70,6% del totale provinciale e il 47,6% di quello regionale con una crescita vertiginosa del loro peso sul totale dell’export chietino nella media dei trienni 2001-2003 (44,0%), 2009-2011 (53,6%) e 2017-2019 (68,2%). Sono positive le variazioni su base annua dei prodotti alimentari, bevande e tabacco (+6,5%), delle sostanze e prodotti chimici (+3,4%) che assumono nel 2020 un peso percentuale rispettivamente del 6,7% e del 2,3% in lenta ma nel complesso continua crescita dagli inizi degli anni 2000. In aumento 2020/2019 anche gli apparecchi elettrici (+6,9%) e i computer, apparecchi elettronici ed ottici (+11,3%) i quali però rispetto al triennio 2001-2003 perdono terreno (rispettivamente dall’1,3% e 1,0% allo 0,8% e 0,2%). 74


Negativi invece gli andamenti su base annua di tutti gli altri settori nell’ambito dei quali si citano per importanza i macchinari ed apparecchi non classificati altrimenti (-16,6% con una quota che scende dal 15,5% del triennio di inizio secolo al 6,1% del 2020), i prodotti in gomma e materie plastiche, lavorazioni di minerali non metalliferi (-22,3%, dal 12,9% Tab. 1.3.12 EXPORT PRINCIPALI SETTORI MANIFATTURIERI. CHIETI. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var % e peso % su export di periodo) Peso % 01-03

Peso % 09-11

Peso % 17-19

Peso % 2020

Var. % 09-11/ 03-01

Var. % 17-19/ 09-11

Var. % 20/19

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

0,4

0,2

0,2

0,2

-38,1

29,3

-19,9

Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere

0,6

1,0

0,4

0,1

127,9

-44,2

-66,7

Prodotti alimentari, bevande e tabacco

5,0

5,2

5,5

6,7

47,9

53,2

6,5

Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

9,7

5,6

1,0

0,8

-17,9

-74,3

-21,0

Legno e prodotti in legno carta e stampa

1,9

0,4

0,4

0,3

-73,2

50,6

-30,4

Coke e prodotti petroliferi raffinati

0,0

0,0

0,0

0,0

-77,5 1187,9

-94,2

Sostanze e prodotti chimici

1,4

2,6

2,2

2,3

157,2

20,4

3,4

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

0,0

0,2

0,1

0,0 1038,3

-25,6

-30,6

Prod. gomma e mat. plastiche, delle lav. di min. non met.

12,9

11,7

7,1

5,9

28,5

-11,4

-22,3

3,1

4,3

3,6

3,8

95,6

22,0

-9,6 11,3

Metalli di base e prod. in metallo escl. macch. e imp. Computer, apparecchi elettronici ed ottici

1,0

0,3

0,1

0,2

-59,5

-26,9

Apparecchi elettrici

1,3

1,3

1,0

0,8

47,8

13,5

6,9

Macchinari ed apparecchi n.c.a.

15,6

11,3

8,3

6,1

3,0

6,8

-16,6

Mezzi di trasporto

44,0

53,6

68,2

70,6

72,0

85,9

-11,2

2,7

2,1

1,8

2,0

11,9

20,7

-2,3

100,0

100,0

100,0

100,0

41,3

45,9

-10,9

Prodotti delle altre attività manifatturiere Totale

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

al 5,9%) e i metalli di base e prodotti in metallo (-9,6% con un incremento del loro peso percentuale sul totale dell’export teatino dal 3,1% del 2001-2003 al 3,8% del 2020). Per quanto attiene la destinazione delle merci vendute all’estero, rileva che l’85,5% dell’export chietino è venduto nei paesi europei: in particolare il 72,4% (quota in lento ma continuo decremento dal 2000) ha come destinazione l’UE post Brexit (-11,3% su base annua) e il 13,0% (in aumento nell’ultimo ventennio) i Paesi europei non UE (-10,7%). In calo anche le vendite in Africa (-17,7% rispetto al 2019), in America centro meridionale (-28,9%), in Medio Oriente (-17,5%) e in Asia Centrale (-10,1%) che nel complesso passano, con una crescita nel complesso diffusa di tutti i settori, dal 4,1% dell’export nella media del triennio 2001-2003 all’8% del 2020. In aumento l’export su base annua in America settentrionale (+21,1%) e in Estremo Oriente (+26,2%), il primo dei quali mantiene praticamente inalterato nel 2020 il peso percentuale che aveva sul totale provinciale negli anni 2000 (3,7%) e il secondo lo aumenta leggermente (dall’1,7% al 2,2%). ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

75


Tab. 1.3.13 EXPORT PER AREE GEOGRAFICHE. CHIETI. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo) Peso % 01- 03

Peso % 09-11

Peso % 17-19

Peso % 2020

Var. % 0911/03-01

Var. % 1719/09-11

Var. % 20/19

Ue post BREXIT

78,7

70,5

73,7

72,4

26,6

52,4

-11,3

Paesi europei non UE

11,5

16,8

13,8

13,0

106,2

19,8

-10,7

1,4

2,4

1,7

1,5

133,1

3,8

-17,7

Africa America settentr.

3,7

3,3

2,7

3,7

24,8

17,3

21,1

America centro merid.

1,5

2,2

3,8

4,6

102,0

151,9

-28,9

Medio Oriente

1,1

1,7

2,0

1,5

117,0

75,2

-17,5

Asia centrale

0,1

0,6

0,3

0,4

878,9

-11,8

-10,1

Asia Orientale

1,7

2,2

1,6

2,2

87,2

4,4

26,2

Oceania e altri territori

0,2

0,3

0,4

0,6

82,1

109,5

-2,5

100,0

100,0

100,0

100,0

41,3

45,9

-10,9

Mondo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

1.3.5 CONCLUSIONI Il global trade, fortemente contenuto prova dalle limitazioni imposte dai vari Governi per contrastare il dilagare dei contagi, era già stato messo a dura prova da dinamiche ispirate e protezionismi economici nazionali e guerre dei dazi. La pandemia di Covid-19 ha messo le imprese davanti a nuove sfide e gli imprenditori hanno dovuto adattarsi in poco tempo a situazioni imprevedibili. Nel riconoscere che il coronavirus ha probabilmente solo accelerato un processo di cambiamento che altrimenti avrebbe richiesto molto più tempo, è evidente che l’internazionalizzazione dopo la pandemia si è trasformata profondamente. Tale cambiamento di scenario richiede una capacità di adattamento anche nella prosecuzione del percorso verso l’internazionalizzazione, che, dopo il COVID, diventa sempre più digitale e orientato alla promozione degli acquisti online e richiede più che mai la capacità di osservare i mercati per intuire quale direzione prenderanno. Gli utenti hanno ormai familiarizzato con gli acquisti online, spesso un’alternativa più sicura rispetto ai negozi fisici. Chi compra su internet ha scoperto anche l’incredibile vantaggio di un assortimento molto più ampio rispetto a quello che si può trovare in negozio. Grazie ad una dotazione tecnologica adeguata, le transazioni avvengono online, così come anche i meeting con i partner commerciali stranieri. Digitalizzazione e internazionalizzazione vanno quindi a braccetto, perché la vendita dei prodotti e servizi al di fuori dei confini nazionali, permette di abbattere i costi della logistica e ampliare la propria clientela. Gli IT manager continueranno il loro lavoro ma necessiteranno di nuove competenze digitali per guidare le imprese nel percorso del digital export. Da un punto di vista generale si può affermare che se è sicuro che il lockdown ha messo in crisi molte aziende, è altrettanto vero che grazie alla trasformazione esse possono ripartire più forti di prima se saranno in grado di riorganizzarsi all’interno, di captare le nuove esigenze e quindi nuove opportunità di business e di ripensare alla scelta dei prodotti e servizi su cui puntare.

76


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

77

82.719,5 50.568,7 27.689,4

Macchinari ed apparecchi n.c.a.

Mezzi di trasporto

Prodotti delle altre attività manifatturiere

7.407,9 480.352,1

433.559,3

7.230,8

0,2

239,5

24,9

1.015,9

1.712,6

314,5

22.847,3

44.673,5

72.320,0

21.745,3

15.138,1

48.690,2

25.390,7

33.927,2

29.351,9

7.774,0

7.956,4

46.141,5

39.142,8

940,2

6.981,7

2020

-9,7

-2,4

-53,0

-35,0

-19,0

-19,5

-3,2

-2,1

-17,5

-11,7

-12,6

-9,0

-3,6

-5,4

-7,6

3,8

-5,0

-42,0

-11,7

-19,5

1,9

-2,2

0,7

var. %

424.236,2

4.077,0

6,8

162,6

6,3

909,8

5.610,9

2.089,5

14.848,8

50.763,4

31.423,7

18.172,1

28.342,6

44.325,1

15.249,7

28.956,3

38.243,6

8.912,9

10.810,6

32.603,1

30.601,9

43.351,5

14.768,1

369.969,4

4.379,5

3,5

125,3

4,8

712,9

5.301,6

1.571,8

12.182,4

38.267,2

27.862,3

17.350,6

27.482,6

41.788,2

13.824,9

29.570,1

36.256,0

5.644,1

9.062,8

29.983,3

28.573,5

25.549,7

14.472,1

2020

Importazioni 2019

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Totale

Merci varie

0,3

368,7

Prodotti di attività artistiche, di intrattenimento e divert.

Prodotti delle altre attivitàdi servizi

30,7

1.261,5

Prodotti editoria, audiovisivi e attività radiotelevisive

Prodotti delle attività professionali, scientifiche e tecniche

1.768,9

Prodotti del trattamento dei rifiuti e risanamento

321,1

23.899,3

Apparecchi elettrici

Energia elettrica, gas vapore, e aria condizionata

15.700,0

27.478,8

Prod. gomma e mat. plastiche, delle lavoraz. di min. non met. 51.482,9

32.689,7

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

Computer, apparecchi elettronici ed ottici

30.904,9

Sostanze e prodotti chimici

Metalli di base e prod. in metallo esclusi macchine e impianti

13.405,0

Coke e prodotti petroliferi raffinati

9.012,4

57.347,5

Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

Legno e prodotti in legno carta e stampa

38.399,4

961,5

6.934,1

Prodotti alimentari, bevande e tabacco

Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

2019

Esportazioni

All. 1.3.1 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – ITALIA (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

-12,8

7,4

-48,2

-23,0

-23,9

-21,6

-5,5

24,8

-18,0

-24,6

-11,3

-4,5

-3,0

-5,7

-9,3

2,1

-5,2

-36,7

-16,2

-8,0

-6,6

-41,1

-2,0

var. %

56.115,9

3.330,9

-6,4

206,1

24,4

351,6

-3.842,0

-1.768,3

12.840,6

-194,7

51.295,8

5.727,2

-12.642,6

7.157,8

12.229,1

3.733,4

-7.338,6

4.492,1

-1.798,2

24.744,4

7.797,5

-42.389,9

-7.834,0

2020

63.589,9

2.851,3

-3,4

114,2

20,0

303,0

-3.589,1

1.257,3

10.664,9

6.406,3

44.457,8

4.394,7

-12.344,6

6.901,9

11.565,8

4.357,1

-6.904,1

2.129,9

-1.106,4

16.158,2

10.569,2

-24.609,5

-7.490,4

Saldi 2019


78 616,6

Macchinari ed apparecchi n.c.a.

1,0 2,3

Prodotti delle attività professionali, scientifiche e tecniche

Prodotti di attività artistiche, di intrattenimento e divert. 8.712,4

8.170,9

41,2

0,3

1,2

3,9

6,4

-6,2

128,8

-86,0

21,6

-21,9

34,0

-11,4

-12

-8,8

0,6

15,1

-11,9

-18,7

107,6

2,4

-83,7

-2,8

-31,8

5,9

-58,6

-22,2

var. %

4.173,6

14,9

0,7

1,4

1,5

10,4

86,6

1.067,6

309,2

166,3

175,5

347,0

332,2

94,4

556,2

2,8

256,1

308,7

279,4

11,2

151,4

3.862,8

64,6

0,9

1,2

2,0

12,6

78,5

936,3

318,8

144,6

180,5

315,7

292,7

97,4

550,1

1,0

200,7

274,0

241,9

8,1

141,1

2020

Importazioni 2019

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Totale

18,0

5,0

Prodotti editoria, audiovisivi e attività radiotelevisive

Merci varie

4,8

Prodotti del trattamento dei rifiuti e risanamento

Prodotti delle altre attività manifatturiere

562,0

181,1

317,5

180,0

Apparecchi elettrici

248,5

358,4

216,0

Computer, apparecchi elettronici ed ottici

420,4

513,7

4.044,2

477,3

Metalli di base e prod. in metallo esclusi macchine e impianti

597,0

240,5

0,2

74,3

249,9

607,3

10,5

50,8

2020

Esportazioni

4.570,9

631,6

Prod. gomma e mat. plastiche, delle lavoraz. di min. non met.

Mezzi di trasporto

287,6

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

1,0 234,8

Sostanze e prodotti chimici

Coke e prodotti petroliferi raffinati

76,4

366,4

Legno e prodotti in legno carta e stampa

573,6

Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

25,3

Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere

Prodotti alimentari, bevande e tabacco

65,3

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

2019

All. 1.3.2 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – ABRUZZO (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

-7,4

332,8

30,0

-18,6

39,0

21,6

-9,4

-12,3

3,1

-13,0

2,8

-9,0

-11,9

3,2

-1,1

-65,1

-21,6

-11,2

-13,4

-27,8

-6,8

var. %

Saldi

4..538,8

3,1

1,6

-0,4

3,6

-5,6

271,8

3.503,3

307,4

13,7

40,4

130,3

299,4

193,2

-321,4

-1,8

-179,7

57,7

294,2

14,1

-86,1

2019

4.308,2

-23,4

-0,6

0,1

1,9

-6,2

239,0

3.107,9

243,3

36,4

68,0

104,6

221,0

499,6

-309,5

-0,8

-126,5

-24,1

365,3

2,4

-90,3

2020


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

79

0,0

0,5 0,0 1,0 0,2 0,8

Prodotti del trattamento dei rifiuti e risanamento

Prodotti editoria, audiovisivi e attività radiotelevisive

Prodotti delle attività professionali, scientifiche e tecniche

Prodotti di attività artistiche, di intrattenimento e divert.

Merci varie

986,7

3,7

0,0

1,2

0,0

0,2

8,6

1,7

17,7

54,5

215,3

31,3

48,9

488,3

38,0

0,0

16,8

22,5

29,8

0,0

8,1

2020

Esportazioni

48,0

366,7

-81,8

22,8

-42,8

-65,7

-11,5

-64,9

-15,6

-4,5

21,6

-3,8

-3,4

124,2

14,0

-100,0

212,9

7,0

11,8

-43,8

13,1

var. %

584,0

2,1

0,0

1,4

0,2

3,1

8,5

84,3

29,3

18,8

20,5

47,3

24,8

77,7

163,4

1,5

52,1

18,6

18,4

1,2

10,9

2019

601,4

9,6

0,0

1,2

0,1

1,8

7,0

61,9

43,6

18,0

34,0

41,4

26,6

83,1

180,0

0,1

44,9

21,3

17,0

0,3

9,5

2020

Importazioni

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

666,8

9,7

Totale

4,8

Prodotti delle altre attività manifatturiere

21,0

Mezzi di trasporto

57,1

Macchinari ed apparecchi n.c.a.

177,0

32,6

50,6

217,8

Apparecchi elettrici

Computer, apparecchi elettronici ed ottici

Metalli di base e prod. in metallo esclusi macchine e impianti

Prod. gomma e mat. plastiche, delle lavoraz. di min. non met.

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

33,3

Coke e prodotti petroliferi raffinati

Sostanze e prodotti chimici

5,4

21,1

Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

Legno e prodotti in legno carta e stampa

26,7

0,0

Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere

Prodotti alimentari, bevande e tabacco

7,2

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

2019

All. 1.3.3 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – L’AQUILA (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

3,0

349,0

62,3

-18,5

-48,9

-43,0

-17,2

-26,6

48,7

-3,9

65,9

-12,3

7,4

6,9

10,2

-91,6

-13,8

14,5

-7,7

-78,3

-12,2

var. %

Saldi

82,8

-1,4

0,2

-0,4

-0,1

-2,6

1,2

-79,5

-8,3

38,3

156,5

-14,7

25,8

140,1

-130,0

-1,4

-46,7

2,5

8,2

-1,1

-3,7

2019

385,3

-5,9

0,0

0,1

-0,1

-1,6

1,5

-60,2

-25,9

36,4

181,2

-10,1

22,3

405,2

-142,0

-0,1

-28,1

1,2

12,8

-0,2

-1,4

2020


80 8,8

0,0

1171,8

13,3

0,0

-15,3

50,2

-84,8

0,0

-18,4

51,6

-18,9

-18,0

-7,9

-3,4

-27,7

-13,7

-14,0

30,9

-10,5

-98,3

-15,9

-38,3

4,9

-64,9

-37,0

var. %

854,8

5,1

0,3

0,0

0,7

2,0

28,8

56,1

29,3

26,1

20,2

79,3

64,5

5,0

162,1

0,8

36,5

179,7

133,1

3,0

22,2

2019

807,3

18,1

0,3

0,0

0,8

1,8

24,4

58,1

61,5

17,1

21,2

78,9

57,0

3,9

152,5

0,5

33,2

147,3

110,1

2,0

18,6

2020

Importazioni

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

1383,9

Merci varie

Totale

0,0 0,1

Prodotti delle attività professionali, scientifiche e tecniche

Prodotti di attività artistiche, di intrattenimento e divert.

3,0

5,9

3,9 3,7

127,7 152,7

155,8 188,4

Mezzi di trasporto

Prodotti delle altre attività manifatturiere

Prodotti del trattamento dei rifiuti e risanamento

68,0 78,6

70,4 85,4

Apparecchi elettrici

Macchinari ed apparecchi n.c.a.

Prodotti editoria, audiovisivi e attività radiotelevisive

12,9

148,0

17,8

171,5

Computer, apparecchi elettronici ed ottici

Metalli di base e prod. in metallo esclusi macchine e impianti

57,7 118,2

44,1 137,5

49,1

0,0

30,5

54,9

0,1

36,3

Prod. gomma e mat. plastiche, delle lavoraz. di min. non met.

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

Sostanze e prodotti chimici

Coke e prodotti petroliferi raffinati

Legno e prodotti in legno carta e stampa

135,2 147,1

129,0 238,5

Prodotti alimentari, bevande e tabacco

Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

23,7 0,0

37,7

2020

Esportazioni

0,1

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere

2019

All. 1.3.4 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – TERAMO (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

-5,6

253,2

22,6

-44,1

13,7

-9,9

-15,4

3,6

110,0

-34,3

4,8

-0,6

-11,6

-20,6

-6,0

-27,5

-9,1

-18,0

-17,2

-33,9

-16,4

var. %

Saldi

529,1

3,7

-0,1

0,0

3,0

1,9

159,5

99,7

56,1

44,3

-2,4

92,1

73,0

39,1

-107,3

-0,6

-0,2

58,8

-4,1

-2,9

15,4

2019

364,5

-4,8

-0,3

0,0

2,2

4,1

128,4

69,6

17,2

50,9

-8,3

69,1

61,3

53,8

-103,4

-0,5

-2,6

-0,2

25,1

-1,9

5,1

2020


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

81

13,3

10,2

2,3

0,0

503,7

10,5

0,3

5,2

354,4

-83,9

0,0

-61,4

-48,1

-3,2

-18,7

20,1

30,6

-15,4

-23,1

-15,0

104,5

11,8

-28,8

-9,0

-29,5

2,5

277,9

7,8

var. %

489,4

4,6

0,4

0,0

0,4

1,1

29,2

27,0

43,7

13,2

18,9

35,7

35,1

7,1

42,1

0,3

110,7

41,7

39,8

0,3

38,4

2019

405,5

15,8

0,5

0,0

0,2

0,4

25,3

16,3

36,8

11,6

13,6

31,8

32,4

6,6

44,8

0,1

74,4

41,9

27,8

0,5

24,7

2020

Importazioni

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

478,8

Merci varie

Totale

0,0 1,6

Prodotti delle attività professionali, scientifiche e tecniche

Prodotti di attività artistiche, di intrattenimento e divert.

0,2

0,0

0,1 0,4

Prodotti del trattamento dei rifiuti e risanamento

27,8 48,2

34,2 49,8

Mezzi di trasporto

Prodotti delle altre attività manifatturiere

Prodotti editoria, audiovisivi e attività radiotelevisive

131,1

34,1

109,1

Macchinari ed apparecchi n.c.a.

Apparecchi elettrici

10,1

44,3 11,9

Metalli di base e prod. in metallo esclusi macchine e impianti

Computer, apparecchi elettronici ed ottici

50,1 20,1

24,5 23,7

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

25,1

22,4

0,1

11,9

34,3

74,5

2,2

10,0

2020

Prod. gomma e mat. plastiche, delle lavoraz. di min. non met.

Sostanze e prodotti chimici

0,2

48,7 13,0

Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

Legno e prodotti in legno carta e stampa

Coke e prodotti petroliferi raffinati

72,6

0,6

Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere

Prodotti alimentari, bevande e tabacco

9,3

2019

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

Esportazioni

All. 1.3.5 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – PESCARA (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

-17,1

243,1

30,7

-93,8

-54,4

-59,7

-13,3

-39,7

-15,7

-12,0

-28,1

-11,1

-7,8

-6,6

6,6

-75,7

-32,7

0,5

-30,1

62,5

-35,6

var. %

-10,7

-2,3

1,2

0,0

0,0

-1,0

20,6

7,2

65,5

-3,0

-7,0

8,6

-11,4

17,4

-19,6

-0,1

-97,6

7,0

32,9

0,3

-29,1

2019

Saldi

98,1

-5,3

-0,2

0,0

0,0

-0,4

22,9

11,5

94,3

1,7

-3,5

2,3

-12,3

43,5

-19,8

0,1

-62,6

-7,6

46,7

1,7

-14,7

2020


82 0,3 6,1

Prodotti di attività artistiche, di intrattenimento e divert.

Merci varie

5.508,8

13,8

0,0

0,0

0,7

-10,9

126,6

-98,6

0,0

-18,1

-5,2

-2,3

-11,2

-16,6

6,9

11,3

-9,6

-22,3

-30,6

3,4

-94,2

-30,4

-21,0

6,5

-66,7

-19,9

var. %

2.245,4

3,1

0,1

0,0

0,2

4,2

20,1

900,1

207,0

108,2

115,9

184,7

207,8

4,7

188,7

0,3

56,8

68,7

88,1

6,8

79,9

2019

2.048,5

21,2

0,1

0,0

0,9

8,6

21,8

800,1

176,9

97,8

111,7

163,6

176,7

3,8

172,7

0,2

48,2

63,5

87,0

5,4

88,2

2020

Importazioni

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

6.183,0

0,0

Prodotti delle attività professionali, scientifiche e tecniche

Totale

0,9

Prodotti editoria, audiovisivi e attività radiotelevisive

0,3

108,1

110,6 0,3

3.887,0

334,6

45,3

10,3

207,0

326,4

4.376,1

401,1

42,3

Prodotti del trattamento dei rifiuti e risanamento

Prodotti delle altre attività manifatturiere

Mezzi di trasporto

Macchinari ed apparecchi n.c.a.

Apparecchi elettrici

9,3

229,0

Metalli di base e prod. in metallo esclusi macchine e impianti

Computer, apparecchi elettronici ed ottici

419,9

0,9

128,4

124,2 1,3

0,0

15,1

45,9

367,8

8,2

8,9

2020

Esportazioni

0,7

Prod. gomma e mat. plastiche, delle lavoraz. di min. non met.

Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

Sostanze e prodotti chimici

Coke e prodotti petroliferi raffinati

58,2 21,7

Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

345,3

Legno e prodotti in legno carta e stampa

Prodotti alimentari, bevande e tabacco

11,1 24,6

Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere

2019

All. 1.3.6 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – CHIETI (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

-8,8

588,0

43,4

-100,0

452,0

105,4

8,3

-11,1

-14,5

-9,6

-3,6

-11,4

-15,0

-17,9

-8,5

-13,7

-15,2

-7,6

-1,3

-20,8

10,4

var. %

Saldi

3.937,6

3,0

0,3

0,0

0,7

-3,9

90,5

3.476,0

194,1

-65,9

-106,6

44,3

212,0

-3,4

-64,5

0,4

-35,2

-10,5

257,2

17,8

-68,8

2019

3.460,3

-7,4

-0,1

0,0

-0,2

-8,3

86,3

3.087,0

157,7

-52,5

-101,3

43,4

149,7

-2,9

-44,3

-0,2

-33,1

-17,5

280,8

2,8

-79,3

2020


Parte 2

IL MERCATO DEL LAVORO



2. IL MERCATO DEL LAVORO 2.1. PREMESSA Il mercato del lavoro nel 2020 è stato caratterizzato da un andamento altalenante nel corso dell’anno, fortemente influenzato dal diffondersi dalle diverse ondate della pandemia e dal conseguente susseguirsi dell’adozione da parte del Governo di misure più o meno restrittive: alla fase espansiva nel primo trimestre è seguito un consistente calo nel secondo trimestre che è proseguito, seppur a ritmi meno sostenuti, anche nel terzo e nel quarto trimestre. Il blocco dei licenziamenti e l’ampio ricorso a misure ordinarie e straordinarie di sostegno al reddito dei lavoratori (Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria e in Deroga, FIS, ecc..) sono stati consistenti strumenti che hanno ridotto in parte le fluttuazioni. 2.2 LE FORZE DI LAVORO Alla fine del 2020 le forze di lavoro (15 anni e più), date dalla somma degli occupati e delle persone in cerca di occupazione, ammontano in regione a 539 mila unità, circa 22 mila in meno rispetto al 31 dicembre 2019. Il valore sul quale si attesta l’Abruzzo è il più basso dal 2011. In termini percentuali, la regione ha segnato nel 2020 un decremento annuo del 4,0% allineato a quello del Mezzogiorno e decisamente più aspro delle contrazioni fatte osservare dal Nord e dal Centro (rispettivamente -2,3% e -2,4%).

Tab. 2.1.a FORZE DI LAVORO. Anni 2019 e 2020 (val. assoluti in migliaia) Italia

Nord

Centro

Mezzogiorno

Abruzzo

I trim. 2019

25.882

12.999

5.457

7.427

553,8

II trim. 2019

26.098

12.993

5.517

7.588

551,8

III trim. 2019

25.829

12.906

5.432

7.492

564,0

IV trim. 2019

25.956

13.023

5.434

7.499

576,9

Anno 2019

25.941

12.980

5.460

7.501

561,9

I trim. 2020

25.468

12.845

5.400

7.223

537,7

II trim. 2020

24.610

12.503

5.190

6.917

522,8

III trim. 2020

25.409

12.706

5.338

7.365

552,4

IV trim. 2020

25.369

12.693

5.380

7.297

543,4

Anno 2020

25.214

12.687

5.327

7.201

539,6

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Osservando l’andamento trimestrale del 2020 rispetto al 2019 si rileva che l’Abruzzo ha visto in tutti i periodi osservati contrazioni delle forze di lavoro caratterizzati da intensità maggiore di quella del Centro-Nord. Tali decrementi sono riconducibili a fattori di natura demografica (più rapido invecchiamento della popolazione regionale con conseguente maggiore riduzione del numero di individui in età attiva) e alla diffusa diminuzione della ricerca attiva di un posto di lavoro. Mettendo a confronto i dati provinciali annuali 2020 con quelli 2019 (non è disponibile maggior dettaglio temporale) si osserva che a denunciare la maggiore contrazione delle ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

85


forze di lavoro sono state le province di Chieti (-11 mila persone pari al -6,6%) e Pescara (-5 mila unità che corrispondono al -3,6%). L’Aquila e Teramo, con perdite di 3 mila persone circa ognuna, si attestano su variazioni migliori del -3%. Tab. 2.1.b FORZE DI LAVORO. Variazioni trimestrali 2020/2019 (val. assoluti in migliaia) I trim.

II trim.

III trim.

IV trim.

2020

Italia

-414,2

-1.488,2

-419,8

-586,5

-727,2

Nord

-153,4

-490,3

-199,2

-329,8

-293,2

-57,1

-327,1

-94,2

-54,7

-133,3

-203,7

-670,8

-126,4

-202,1

-300,7

-16,0

-29,0

-11,6

-32,5

-22,3

Centro Mezzogiorno Abruzzo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 2.1.c FORZE DI LAVORO. Variazioni trimestrali 2020/2019 (val. in percentuale) I trim.

II trim.

III trim.

IV trim.

2020

Italia

-1,6

-5,7

-1,6

-2,3

-2,8

Nord

-1,2

-3,8

-1,5

-2,5

-2,3

Centro

-1,0

-5,9

-1,7

-1,0

-2,4

Mezzogiorno

-2,7

-8,8

-1,7

-2,7

-4,0

Abruzzo

-2,9

-5,3

-2,0

-5,6

-4,0

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 2.2 FORZE DI LAVORO PROVINCIALI. Anni 2019 e 2020 (val. ass. in migliaia, var. 2020/2019 migliaia e %) 2019

2020

2020/2019

2020/2019

Valori assoluti in migliaia

var. in migliaia

variazioni %

L'Aquila

125,1

122,1

-3,0

-2,4

Teramo

135,1

131,7

-3,5

-2,6

Pescara

137,3

132,3

-5,0

-3,6

Chieti

163,3

152,5

-10,8

-6,6

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

2.3 GLI INATTIVI Prima di procedere ad un’analisi delle componenti delle forze di lavoro (occupati e in cerca di lavoro) è opportuno prendere in esame l’area dell’inattività. La situazione generata dalla pandemia nel corso del 2020 ha prodotto effetti profondi che hanno comportato un ampio aumento delle persone in età lavorativa che, per difficoltà oggettive (inaccessibilità degli uffici pubblici, limitata attività di alcune imprese e 86


Tab. 2.3.a INATTIVI PER GENERE. Anni 2019 e 2020 (valori assoluti in migliaia) 2019

2020

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

4.790,7

8.383,0

13.173,7

5.047,2

8.693,4

13.740,6

1.798,7

3.007,8

4.806,5

1.926,3

3.167,5

5.093,8

855,9

1.434,1

2.290,0

890,9

1.501,2

2.392,0

2.136,2

3.941,1

6.077,3

2.230,0

4.024,7

6.254,7

95,1

189,5

284,6

106,6

194,1

300,7

L'Aquila

24,5

42,8

67,3

25,8

42,2

67,9

Teramo

23,3

43,3

66,6

25,6

43,4

69,0

Pescara

23,5

45,7

69,2

25,1

47,9

73,0

Chieti

23,8

57,7

81,5

30,1

60,6

90,8

Italia Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 2.3.b INATTIVI PER GENERE (variazioni 2020/2019 in migliaia e in %) Territorio

In migliaia

In percentuale

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

256,5

310,4

566,9

5,4

3,7

4,3

127,6

159,8

287,4

7,1

5,3

6,0

Centro

35,0

67,0

102,0

4,1

4,7

4,5

Mezzogiorno

93,9

83,6

177,5

4,4

2,1

2,9

Abruzzo

11,4

4,6

16,1

12,0

2,4

5,6

1,3

-0,6

0,7

5,2

-1,4

1,0

Italia Nord

L'Aquila Teramo

2,3

0,1

2,4

9,7

0,2

3,5

Pescara

1,6

2,2

3,8

6,9

4,8

5,5

Chieti

6,3

2,9

9,2

26,4

5,1

11,3

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

chiusura di altre) e soggettive (scoraggiamento) non sono occupate né in cerca di lavoro. Nell’ultimo anno il numero degli inattivi (15-64 anni) è salito in regione da 285 mila a 301 mila (+16.000 mila di cui 11 mila uomini e 5 mila donne), con un aumento percentuale del 5,6% (Italia: +4,3%). Assai diversificata la situazione a livello provinciale. L’Aquila vede aumentare la schiera degli inattivi di circa 700 unità (+1,0%), Teramo di 2,4 mila (+3,5%), Pescara di 3,8 mila (+5,5%), Chieti di 9,2 mila (+11,3%). Pur restando lo stato di inattività assai più diffuso tra le donne che tra gli uomini, nel complesso si osserva su tutto il territorio nazionale e regionale un andamento dell’inattività maschile maggiormente crescente di quello femminile. Quest’ultimo nella provincia dell’Aquila assume addirittura un valore negativo (-600 unità, pari al -1,4%). ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

87


2.4 IL TASSO DI INATTIVITÀ Il tasso di inattività (rapporto percentuale tra le persone non appartenenti alle forze di lavoro, inattivi, tra i 15 e i 64 anni e la corrispondente popolazione residente totale della stessa classe d’età) si attesta in regione nel 2020 sul 36,4% (uomini: 25,8%; donne: 47,0%) (Italia: 35,9%), 2,2 punti percentuali in più rispetto al 2019. Nel confronto con il 2019 nel 2020 il tasso di inattività maschile, pur restando assai più basso, fa registrare un aumento quasi doppio rispetto a quello femminile (+2,9 punti percentuali rispetto a +1,5). Tab. 2.4.a TASSO DI INATTIVITÀ (15-64 ANNI) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 2019

2020

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

25,0

43,5

34,3

26,5

45,3

35,9

Nord

20,6

34,6

27,6

22,0

36,5

29,2

Centro

22,8

37,4

30,2

23,8

39,3

31,7

Mezzogiorno

32,1

58,5

45,4

33,8

60,2

47,1

22,9

45,5

34,2

25,8

47,0

36,4

L'Aquila

25,5

45,8

35,5

27,1

45,8

36,3

Teramo

23,6

43,9

33,7

26,0

44,2

35,0

Pescara

23,5

44,6

34,2

25,2

47,0

36,2

Chieti

19,8

47,4

33,7

25,3

50,3

37,8

Italia

Abruzzo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tra le province è Chieti a mostrare il valore più elevato (37,8%, 4,2 punti percentuali in più rispetto al 2019) seguita dall’Aquila (36,3%, +0,8 p.p.), Pescara (36,2%, +2,1 p.p.) e Teramo (35,0% +1,3 p.p.). Anche sotto il profilo di genere si osserva che in tutta la regione il tasso di inattività maschile aumenta più di quello femminile. Tab. 2.4.b TASSO DI INATTIVITÀ (15-64 ANNI) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 (var. % annue) Var. 2020/2019 punti % maschi Italia

femmine

totale

M-F 2019

M-F 2020

1,4

1,8

1,6

-18,5

-18,9

Nord

1,5

1,9

1,7

-14,0

-14,5

Centro

1,0

2,0

1,5

-14,6

-15,5

Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila

1,7

1,8

1,8

-26,4

-26,4

2,9

1,5

2,2

-22,6

-21,2

1,6

-0,0

0,8

-20,3

-18,7

Teramo

2,4

0,3

1,3

-20,3

-18,2

Pescara

1,7

2,4

2,1

-21,1

-21,9

Chieti

5,4

2,9

4,2

-27,6

-25,0

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

88


È in particolare nella fascia di età dei più giovani (15-29 anni) che questo indicatore mostra la maggior crescita (da 61,4% a 64,2%, + 2,8 punti percentuali) con divari di genere significativi (maschi da 52,5% a 55,0%; donne da 70,9% a 74,1%) e una variazione annua che tende ad allargare ulteriormente la forchetta (da -18,3 a -19,1 punti percentuali). Se si considera l’indicatore relativo alla sola componente giovane (15-29 anni) particolarmente significativi sono il valore della provincia di Pescara (67,9%) che, a fronte di una quasi stabilità della componente maschile (+0,5%) fa registrare un aumento del 4,3% di quella femminile, e l’incremento annuo fatto registrare da Chieti che passa da 54,7% a 63,9% (+8,7%; uomini: +8,3%; donne: +9,1%). Il tasso di inattività giovanile all’Aquila si attesta sul 64,1%, con sostanziale tenuta rispetto al 2019 dell’inattività femminile (+0,3%) e un lieve decremento di quella maschile (-1,4%), e a Teramo sul 61,5% (uomini: +0,9 punti percentuali; donne: -2,0).

Tab. 2.5.a TASSO DI INATTIVITÀ GIOVANILE (15-29 ANNI) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 2019 Italia

2020

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

54,4

64,1

59,1

56,3

67,4

61,7

Nord

49,2

57,8

53,4

51,5

60,3

55,7

Centro

55,7

63,1

59,3

56,4

66,6

61,3

Mezzogiorno

59,6

71,7

65,4

62,1

76,2

68,9

Abruzzo

52,5

70,9

61,4

55,0

74,1

64,2

L'Aquila

58,4

71,6

64,7

57,0

71,9

64,1

Teramo

51,2

73,7

62,1

52,1

71,7

61,5

Pescara

60,3

71,1

65,5

60,8

75,4

67,9

Chieti

42,6

67,7

54,7

50,9

76,8

63,4

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 2.5.b TASSO DI INATTIVITÀ GIOVANILE (15-29 ANNI) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 (var. % annue) Var. 2020/2019 punti % maschi Italia

femmine

totale

M-F 2019

M-F 2020 -11,1

2,0

3,4

2,7

-9,7

Nord

2,2

2,5

2,3

-8,5

-8,8

Centro

0,6

3,6

2,1

-7,4

-10,3

Mezzogiorno

2,5

4,5

3,5

-12,1

-14,1

Abruzzo L'Aquila

2,5

3,3

2,8

-18,3

-19,1

-1,4

0,3

-0,6

-13,2

-14,9

Teramo

0,9

-2,0

-0,5

-22,5

-19,6

Pescara

0,5

4,3

2,3

-10,9

-14,6

Chieti

8,3

9,1

8,7

-25,2

-25,9

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

89


2.5 I NEET Diversamente da quanto si osserva nelle regioni del Centro-Nord e, anche se in modo meno marcato nel Mezzogiorno, l’Abruzzo fa registrare una diminuzione dei NEET (giovani 15-34 anni non occupati e non in istruzione e formazione) che passano dal 23,6% al 22,8% (da 62,7 mila a 59,9 mila) della popolazione di riferimento (Italia: dal 23,8% al 25,1%) con un decremento percentuale annuo della loro incidenza sulla popolazione di pari età del -0,8% (Italia: +1,3%). Tab. 2.6 INCIDENZA DEI GIOVANI NEET DI 15-34 ANNI 2019

2020

Var. % 2020/2019

M

F

M+F

M

F

M+F

M

F

M+F

19,9

27,9

23,8

21,0

29,3

25,1

1,1

1,5

1,3

Nord

11,2

19,5

15,3

13,0

22,3

17,5

1,8

2,8

2,3

Centro

16,4

22,9

19,6

18,0

24,3

21,1

1,5

1,4

1,5

Mezzogiorno

31,7

40,1

35,8

32,1

40,2

36,1

0,4

0,2

0,3

20,7

26,7

23,6

18,2

27,7

22,8

-2,4

1,0

-0,8

Italia

Abruzzo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

2.6 IL TASSO DI ATTIVITÀ Complementare al tasso di inattività è quello di attività che è dato dal rapporto percentuale tra le forze di lavoro tra i 15 e i 64 anni e la corrispondente popolazione residente totale della stessa classe d’età. Conseguentemente all’aumento dell’area dell’inattività il tasso di attività (rapporto tra le forze di lavoro 15-64 anni e la corrispondente popolazione) diminuisce e il suo valore si attesta nella media 2020 sul 63,6% (uomini: 74,2%; donne: 53,0%), 2,2 punti percentuali in meno rispetto alla media 2019 (uomini: -2,9 punti; donne: -1,5), valore inferiore a quello medio nazionale (64,1%; uomini: 73,5%; donne: 54,7%) anche questo in discesa rispetto all’anno precedente (-1,6 punti percentuali; uomini: -1,4%; donne: -1,8%). Per quanto riguarda il più lungo arco di tempo 2007-2020, scindendo tale periodo in due quinquenni (2007-2011 e 2012-2016) e un quadriennio (2017-2021) si osserva un andamento crescente in tutti i territori osservati, nonostante le contrazioni dell’ultimo anno e le fluttuazioni annuali, positive e negative, che in ambito regionale hanno interessato in particolare la provincia di Pescara. A livello provinciale, al contrario naturalmente di quanto si osserva per il tasso di inattività, si rilevano in tutte le province contrazioni che partono dalla lieve intensità dell’Aquila (da 64,5% a 63,7%, -0,8 p.p.) passano per quelle più importanti di Teramo (da 66,3% a 65,0%, -1,3 p.p.) e Pescara (da 65,8% a 63,8%, -2,1 p.p.) e culminano con la consistente perdita di Chieti (da 66,3% a 62,2%, -4,2 p.p.). Preoccupante la contrazione del tasso di attività nella popolazione tra i 15 e i 29 anni che passa in regione dal 38,6% del 2019 al 35,8% del 2020 con particolare riguardo per quella femminile che nel 2020 scende addirittura al di sotto del 26%. A livello provinciale il tasso di attività giovanile aumenta, grazie all’apporto positivo della componente maschile solo in parte mitigata da quella negativa femminile, all’Aquila (da 35,3% 90


Fig. 2.1 TASSO DI ATTIVITÀ (15-64 ANNI). ITALIA E ABRUZZO. Anni 2007-2020

Fonte: elaborazione CRESA- Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

a 35,9%, +0,6 p.p.) e, per opposte ragioni di genere, a Teramo (da 37,9% a 38,5%, +0,5 p.p.) e si contrae, principalmente a causa della componente femminile, a Pescara (da 35,3% a 35,9%, -2,3 p.p.) e, con l’apporto di peso simile di uomini e donne, a Chieti (da 45,3% a 36,3%, -8,7 p.p.). 2.7 GLI OCCUPATI Passando ad analizzare una delle due componenti della forza lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione), si osserva che gli occupati in regione nella fine del 2020 sono 488,6 mila e diminuiscono su base annua di 9,3 mila unità (-3,5 mila uomini e -5,8 donne), cui corrisponde un decremento percentuale del -1,9% (uomini: -1,2%; donne: -2,9%) Tab. 2.7.a OCCUPATI (15 ANNI E PIÙ) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 (val. in migliaia) 2019 Italia

2020

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

13.487,6

9.872,2

23.359,9

13.280,4

9.623,3

22.903,8

Nord

6.833,8

5.356,3

12.190,0

6.712,4

5.234,6

11.947,0

Centro

2.765,3

2.222,0

4.987,2

2.737,0

2.162,5

4.899,5

Mezzogiorno

3.888,6

2.294,0

6.182,6

3.831,1

2.226,2

6.057,3

Abruzzo

296,5

201,4

497,9

293,0

195,6

488,6

L'Aquila

66,4

46,9

113,3

66,1

46,2

112,3

Teramo

71,6

51,0

122,6

70,3

50,1

120,4

Pescara

70,4

50,4

120,8

72,0

47,8

119,8

Chieti

88,2

53,0

141,2

84,7

51,4

136,1

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

91


Tab. 2.7.b OCCUPATI (15 ANNI E PIÙ) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 (var. annue in migliaia e in %) In migliaia Italia Nord

In percentuale

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

-207,2

-248,9

-456,1

-1,5

-2,5

-2,0

-121,4

-121,7

-243,0

-1,8

-2,3

-2,0

Centro

-28,2

-59,5

-87,7

-1,0

-2,7

-1,8

Mezzogiorno

-57,6

-67,8

-125,4

-1,5

-3,0

-2,0

-3,5

-5,8

-9,3

-1,2

-2,9

-1,9

L'Aquila

-0,3

-0,7

-1,0

-0,5

-1,4

-0,9

Teramo

-1,3

-1,0

-2,3

-1,8

-1,9

-1,9

Pescara

1,6

-2,6

-1,0

2,3

-5,1

-0,8

Chieti

-3,5

-1,6

-5,1

-3,9

-3,0

-3,6

Abruzzo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

lievemente inferiore al -2,0% che si rileva a livello medio nazionale derivante da una contrazione maggiore rispetto a quella regionale della componente maschile (-1,5%) e da un calo meno accentuato di quella femminile (-2,5%). A livello provinciale è Chieti a far segnare il peggior andamento, con una perdita di 5,1 mila posti di lavoro (-3,6%) che ha interessato particolarmente gli uomini (-3,5 mila pari al -3,9%) e in misura minore le donne (-1,6 mila pari al -3,0%). Teramo fa osservare una contrazione percentuale del numero di occupati uguale a quella media regionale (-1,9%) cui Tab. 2.8.a OCCUPATI PER CLASSE DI ETÀ. Anni 2019 e 2020 (val. in migliaia) Classe di età

Italia

Nord

Centro Mezzogiorno

Abruzzo

15-24 anni

1.084,9

616,3

196,0

272,6

18,8

25-34 anni

4.085,5

2.146,0

835,8

1.103,7

86,7

35-44 anni

5.920,7

3.070,2

1.283,9

1.566,6

124,5

45-54 anni

7.114,3

3.795,7

1.531,8

1.786,8

152,1

55-64 anni

4.481,7

2.219,6

986,1

1.276,0

102,3

MASCHI + FEMMINE 2019

2020

65 anni e più

672,7

342,3

153,6

176,9

13,6

15 anni e più

23.359,9

12.190,0

4.987,2

6.182,6

497,9 18,2

15-24 anni

988,6

564,3

176,9

247,4

25-34 anni

3.918,4

2.079,4

805,3

1.033,6

82,8

35-44 anni

5.682,1

2.945,0

1.216,9

1.520,2

122,5

45-54 anni

7.037,4

3.743,0

1.521,5

1.772,9

147,5

55-64 anni

4.596,2

2.269,3

1.019,3

1.307,7

103,8

65 anni e più

681,1

346,0

159,6

175,6

13,9

15 anni e più

22.903,8

11.947,0

4.899,5

6.057,3

488,6

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

92


Tab. 2.8.b OCCUPATI PER CLASSE DI ETÀ. Anni 2019 e 2020 (var. annue in migliaia e in %) Classe di età

Variazione 2020/2019

Italia

Nord

In migliaia

-96,3

-52,0

Centro

Mezzogiorno

Abruzzo

MASCHI + FEMMINE 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni 65 anni e più 15 anni e più

In % In migliaia In % In migliaia In % In migliaia In % In migliaia In %

-19,1

-25,2

-0,7 -3,5

-8,9

-8,4

-9,8

-9,2

-167,2

-66,5

-30,5

-70,2

-3,8

-4,1

-3,1

-3,6

-6,4

-4,4

-238,6

-125,1

-67,0

-46,5

-2,1

-4,0

-4,1

-5,2

-3,0

-1,7

-76,8

-52,7

-10,2

-13,9

-4,6 -3,0

-1,1

-1,4

-0,7

-0,8

114,5

49,6

33,2

31,7

1,5

2,6

2,2

3,4

2,5

1,5

In migliaia

8,3

3,7

6,0

-1,3

0,3

In %

1,2

1,1

3,9

-0,8

2,3

-456,1

-243,0

-87,7

-125,4

-9,3

-2,0

-2,0

-1,8

-2,0

-1,9

In migliaia In %

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

corrisponde un decremento di 2,3 mila unità di cui 1,3 mila uomini (-1,8%) e mille donne (-1,9%). Contrazioni di minore intensità interessano le province dell’Aquila (-1.000 occupati pari al -0,9%) e Pescara (-1.000 unità pari al -0,8%) con la particolarità che quest’ultima, in controtendenza con quanto si osserva nelle altre aree della regione e del paese, a fronte di una consistente diminuzione delle occupate (-2,6 mila pari al -5,1%), mette a segno un aumento della componente maschile (+1,6 mila che corrisponde al +2,3%). Il numero di occupati per età fa rilevare nel 2020 rispetto al 2019 una diminuzione complessiva della fascia di età 15-54 anni e un aumento degli over 54. In particolare si osserva una maggior tenuta in Abruzzo rispetto al resto del paese delle classi 15-24 anni (-3,5%; Italia: - 8,9%; Mezzogiorno: -9,2%), 35-44 anni (-1,7%: Italia: -4,0%; Mezzogiorno: -3,0%) e over 64 (+2,3%; Italia: +1,2%; Mezzogiorno: -0,8%). Peggiore della media nazionale e di quella circoscrizionale è invece l’andamento del numero di occupati 25-34 anni (-4,4%; Italia: -4,1%; Mezzogiorno: -6,4%), 45-54 anni (-3,0%; Italia: -1,1%; Mezzogiorno: -0,8%). In crescita in tutte le aree del paese gli occupati 55-64 anni (+1,5%; Italia: +2,6%; Mezzogiorno: +2,5%). A differenza di quanto si osserva per gli occupati maschi, fanno registrare un calo di consistente entità il numero di occupate giovanissime (-14,9%; uomini: +1,8%) e quello delle over 54 (55-64 anni: donne -1,4%; uomini: +3,6%; over 64: donne: -29,3%; uomini: +25,3%). Nelle altre classi di età il generale decremento dell’occupazione femminile, che fa registrare una sostanziale stabilità solo nel caso delle occupate tra i 34 e i 44 anno (+0,1%), è meno pesante di quella maschile. Quanto al titolo di studio, si osserva un aumento dell’occupazione solo relativamente alle persone con laurea o specializzazione post laurea in regione come nel resto del paese. ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

93


Tab. 2.9 OCCUPATI PER GENERE E CLASSE DI ETÀ. Anni 2019 e 2020 (var. annue in %) Classe di età 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni

65 anni e più 15 anni e più

Genere

Italia

Nord

Maschi

-4,7

-4,5

Centro Mezzogiorno -7,6

-3,2

Abruzzo 1,8

Femmine

-15,3

-14,2

-13,1

-19,9

-14,9

Maschi

-3,2

-2,5

-0,4

-6,3

-4,8

Femmine

-5,3

-3,9

-7,6

-6,4

-3,8

Maschi

-3,9

-4,1

-4,4

-3,2

-2,8

Femmine

-4,2

-4,1

-6,2

-2,6

0,1

Maschi

-0,9

-1,1

-1,3

0,0

-3,5

Femmine

-1,4

-1,7

0,1

-2,0

-2,3

Maschi

2,7

1,9

4,0

2,9

3,6

Femmine

2,4

2,6

2,6

1,7

-1,4

Maschi

-0,6

-2,5

3,6

-0,5

25,3

Femmine

5,2

9,1

4,4

-1,3

-29,3

Maschi

-1,5

-1,8

-1,0

-1,5

-1,2

Femmine

-2,5

-2,3

-2,7

-3,0

-2,9

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 2.10.a OCCUPATI PER TITOLO DI STUDIO. Anni 2019 e 2020 (valori in migliaia) Titolo di studio 2019

2020

Italia

Nord

Centro

Mezzogiorno

Abruzzo

licenza elem. nessun titolo

667,6

246,6

138,2

282,8

9,4

licenza media

6.427,1

3.312,2

1.224,9

1.890,0

130,3

diploma

10.802,3

5.828,7

2.284,2

2.689,4

245,1

laurea e post-laurea

5.462,8

2.802,5

1.339,9

1.320,4

113,1 497,9

totale

23.359,9

12.190,0

4.987,2

6.182,6

licenza elem. nessun titolo

604,7

216,8

119,8

268,0

9,0

licenza media

6.180,0

3.194,7

1.183,3

1.802,0

122,2

diploma

10.598,1

5.713,1

2.253,2

2.631,8

239,4

laurea e post-laurea

5.521,1

2.822,4

1.343,2

1.355,4

118,0

totale

22.903,8

11.947,0

4.899,5

6.057,3

488,6

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Esse in Abruzzo passano dal 22,7% del totale degli occupati nel 2019 al 24,1% nel 2020 (da 113,1 mila a 118 mila con un incremento annuo del 4,3%), con un peso uguale a quello medio nazionale. La quota di occupati con la licenza media superiore scende dal 49,2% al 49,0% (da 245,1 mila a 239,4 mila con una contrazione annua del 2,3%), e corrisponde al 49% del totale regionale (Italia: 46,3%), quella dei lavoratori con licenza elementare o nessun titolo passa dall’1,9% all’1,8% (da 9,4 mila a 9,0 mila con un decremento del 4,1%) (Italia: 2,6% del totale). Più decisa la contrazione degli occupati con licenza media inferiore che, passando da 130,3 mila a122,2 mila, perdono il 6,2% e scendono dal 26,2% al 25,0% del totale degli occupati (Italia: 27%). 94


Tab. 2.10.b OCCUPATI PER TITOLO DI STUDIO (var. 2020/2019 in migliaia e in %) Titolo di studio

Italia

Nord

Centro

Mezzogiorno

Abruzzo

in migliaia -62,9

-29,8

-18,3

-14,8

-0,4

licenza media

licenza elem. nessun titolo

-247,2

-117,6

-41,6

-88,0

-8,1

diploma

-204,3

-115,7

-31,0

-57,6

-5,6

58,2

19,9

3,3

35,0

4,9

-456,1

-243,0

-87,7

-125,4

-9,3

laurea e post-laurea totale

in percentuale licenza elem. nessun titolo

-9,4

-12,1

-13,3

-5,2

-4,1

licenza media

-3,8

-3,5

-3,4

-4,7

-6,2

diploma

-1,9

-2,0

-1,4

-2,1

-2,3

laurea e post-laurea

1,1

0,7

0,2

2,7

4,3

totale

-2,0

-2,0

-1,8

-2,0

-1,9

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Considerando la posizione professionale, la regione perde in un anno 13,5 mila lavoratori dipendenti (-3,5% su base annua; Italia: -1,7%) e vede crescere di 4,2 mila unità quelli indipendenti (+3,7%; Italia: -2,9%). Relativamente a questi ultimi si osservano consistenti incrementi all’Aquila (+2,5 mila che corrisponde al +10,1% su base annua) e a Pescara (+2,4 mila pari al +9,0%) e diminuzioni di modesta entità a Teramo (-0,4 mila pari al -1,4%) e a Chieti (-0,3 mila pari al -0,9%). Il numero dei lavoratori dipendenti si contrae in tutto il territorio regionale, dal massimo di -4,8 mila unità a Chieti (-4,4%) al minimo di -1,9 mila a Teramo (-2,0%). Si rileva che sia gli occupati a tempo pieno sia quelli a tempo parziale in regione, che nel Tab. 2.11.a OCCUPATI PER POSIZIONE PROFESSIONALE. Anni 2019 e 2020 (val. in migliaia) 2019 Italia

2020

dipendenti

indipendenti

totale

dipendenti

indipendenti

totale

18.047,7

5.312,2

23.359,9

17.745,6

5.158,1

22.903,8

Nord

9.548,7

2.641,3

12.190,0

9.409,1

2.537,9

11.947,0

Centro

3.833,6

1.153,6

4.987,2

3.777,3

1.122,3

4.899,5

Mezzogiorno

4.665,4

1.517,2

6.182,6

4.559,3

1.498,0

6.057,3

383,2

114,7

497,9

369,7

118,9

488,6

L'Aquila

88,8

24,5

113,3

85,3

27,0

112,3

Teramo

93,1

29,5

122,6

91,2

29,1

120,4

93,9

26,9

120,8

90,5

29,3

119,8

107,4

33,8

141,2

102,6

33,5

136,1

Abruzzo

Pescara Chieti

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

95


Tab. 2.11.b OCCUPATI PER POSIZIONE PROFESSIONALE. (var. 2020/2019 in migliaia e in %) 2019 Italia Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo

2020

dipendenti

indipendenti

totale

dipendenti

indipendenti

totale

-302,0

-154,1

-456,1

-1,7

-2,9

-2,0

-139,6

-103,5

-243,0

-1,5

-3,9

-2,0

-56,3

-31,4

-87,7

-1,5

-2,7

-1,8

-106,1

-19,2

-125,4

-2,3

-1,3

-2,0

-13,5

4,2

-9,3

-3,5

3,7

-1,9

L'Aquila

-3,5

2,5

-1,0

-3,9

10,1

-0,9

Teramo

-1,9

-0,4

-2,3

-2,0

-1,4

-1,9

Pescara

-3,4

2,4

-1,0

-3,6

9,0

-0,8

Chieti

-4,8

-0,3

-5,1

-4,4

-0,9

-3,6

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 2.12.a OCCUPATI A TEMPO PIENO E PARZIALE. Anni 2019 e 2020 (valori in migliaia) 2019

2020

tempo pieno

tempo parziale

totale

tempo pieno

tempo parziale

totale

18.922,2

4.437,6

23.359,9

18.671,3

4.232,4

22.903,8

Nord

9.875,7

2.314,3

12.190,0

9.756,2

2.190,8

11.947,0

Centro

4.006,9

980,3

4.987,2

3.960,3

939,3

4.899,5

Mezzogiorno

5.039,6

1.143,0

6.182,6

4.954,9

1.102,4

6.057,3

407,1

90,8

497,9

404,1

84,5

488,6

Italia

Abruzzo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

2020 costituiscono rispettivamente l’82,7% e il 17,3% del totale (Italia: 81,5% e 18,5%) sono diminuiti i primi meno che nella media nazionale (-0,7% pari a -3.000 contro -1,3% dell’Italia), i secondi in misura più accentuata (-6,9% pari a -6.300 unità contro -4,6%). Gli occupati dipendenti a tempo indeterminato rappresentano in regione nel 2020 l’82,5% del totale dei dipendenti (Italia: 84,9%) in calo rispetto all’anno precedente dello 0,6% (Italia: +0,6%), contrazione assai meno consistente di quella che ha interessato gli assunti a tempo determinato (-15,3%; Italia: -12,8%). Il saldo netto finale negativo degli occupati del 2020 in regione è stato determinato dalla forte contrazione di tutti i settori. In particolare l’agricoltura fa segnare un -15,8% (Italia: +0,4%), pari a -3,4 mila unità, l’industria del -2,5% (-2,8 mila unità) assai peggiore del -0,4% medio nazionale, le costruzioni, a fronte di un aumento italiano dell’1,4%, perdono il 4,2% degli occupati (pari a -1,5 mila unità) e i servizi lo 0,5% (pari a -1,6 mila unità) (Italia: -2,8%). Dal punto di vista provinciale si osserva all’Aquila l’accrescimento dell’occu96


Tab. 2.12.b OCCUPATI A TEMPO PIENO E PARZIALE. (var. 2020/2019 in migliaia e in %) 2019

2020

tempo pieno

tempo parziale

totale

tempo pieno

tempo parziale

totale

-250,9

-205,2

-456,1

-1,3

-4,6

-2,0

-119,5

-123,5

-243,0

-1,2

-5,3

-2,0

Centro

-46,7

-41,0

-87,7

-1,2

-4,2

-1,8

Mezzogiorno

-84,7

-40,7

-125,4

-1,7

-3,6

-2,0

-3,0

-6,3

-9,3

-0,7

-6,9

-1,9

Italia Nord

Abruzzo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

pazione nei servizi (+7,3% pari a 5,8 mila unità), decrementi dell’ordine delle 3 mila unità nell’agricoltura (-64,5%) e nell’industria (-15,5%) e una contrazione di minore intensità nelle costruzioni (-600 unità che corrisponde al -6,1%). Teramo presenta nel complesso variazioni in valore assoluto e percentuali di minor ampiezza, con la perdita di 3 mila e 1,3 mila unità nei servizi e nell’agricoltura (rispettivamente -3,7% e -24,7%) e incrementi nell’industria (+1,4 mila unità pari al +4,8%) e nelle costruzioni (+600 unità che corrispondono al +7,6%). Pescara e Chieti vedono crescere l’occupazione nell’agricoltura (+4,1% e +12,4% pari rispettivamente a +100 e 1,1 mila unità) e contrarsi quella nei servizi (-4,4% e -0,6% che corrispondono nell’ordine a -3,9 mila e 0,5 mila unità). Pescara fa registrare aumenti anche nei settori dell’industria (+1,2 mila unità pari al +5,2%) e delle costruzioni (+1,6 mila unità pari al +23,2%), al contrario di Chieti che mostra un arretramento dell’occupazione in ambedue questi settori (industria: -2,6 mila unità pari al -6,1%; costruzioni: -3,1 mila unità pari al -28,5%). Tab. 2.13.a OCCUPATI PER SETTORE. Anni 2019 e 2020 (valori in migliaia) Agricoltura

Industria

Costruzioni

Servizi

Totale

Anno

Italia

Mezzogiorno

Abruzzo

L’Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

2019

908,8

447,2

21,8

5,3

5,1

2,1

9,3

2020

912,3

427,8

18,3

1,9

3,8

2,2

10,4

2019

4.703,1

822,5

112,3

17,9

28,5

23,3

42,6

2020

4.682,1

823,5

109,5

15,1

29,9

24,5

40,0

2019

1.339,4

387,1

36,3

10,1

8,3

6,9

11,0

2020

1.357,9

395,1

34,8

9,5

9,0

8,4

7,8

2019

16.408,6

4.525,8

327,5

80,0

80,7

88,5

78,4

2020

15.951,4

4.410,8

326,0

85,8

77,7

84,6

77,9

2019

23.359,9

6.182,6

497,9

113,3

122,6

120,8

141,2

2020

22.903,8

6.057,3

488,6

112,3

120,4

119,8

136,1

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

97


Tab. 2.13.b OCCUPATI PER SETTORE (var. 2020/2019 in migliaia e in %) Territorio

Agricoltura

Industria

Costruzioni

Servizi

Totale

Migliaia Italia Mezzogiorno

3,5

-21,0

18,6

-457,2

-456,1

-19,4

1,0

7,9

-114,9

-125,4

Abruzzo

-3,4

-2,8

-1,5

-1,6

-9,3

L'Aquila

-3,4

-2,8

-0,6

5,8

-1,0

Teramo

-1,3

1,4

0,6

-3,0

-2,3

Pescara

0,1

1,2

1,6

-3,9

-1,0

Chieti

1,1

-2,6

-3,1

-0,5

-5,1

Italia

0,4

-0,4

-2,8

-2,0

Percentuale Mezzogiorno

1,4

-4,3

0,1

2,1

-2,5

-2,0

-15,8

-2,5

-4,2

-0,5

-1,9

L'Aquila

-64,5

-15,5

-6,1

7,3

-0,9

Teramo

-24,7

4,8

7,6

-3,7

-1,9

Abruzzo

Pescara Chieti

4,1

5,2

23,2

-4,4

-0,8

12,4

-6,1

-28,5

-0,6

-3,6

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

2.8 IL TASSO DI OCCUPAZIONE Nonostante il blocco dei licenziamenti e l’ampio ricorso a misure ordinarie e straordinarie di sostegno al reddito dei lavoratori, nel 2020 il tasso di occupazione (15-64 anni), dato dal rapporto tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento, si attesta in Abruzzo sul 57,5%, 0,6 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente (Italia: 2020: 58,1%; 2019: 59,0%). Per quanto riguarda il più lungo arco di tempo 2007-2020, il tasso di occupazione mostra a livello medio nazionale, regionale e provinciale un andamento nel complesso calante (ad eccezione nella provincia di Pescara) tra il 2007-2010, una lieve ripresa nel 2012, cui seguono tre anni (2012-2014) di prevalente calo tranne che a Chieti. Il tasso di occupazione torna ad essere prevalentemente crescente tra il 2015 e il 2019 fino a sopravanzare, esclusa a Chieti, i livelli del 2007 e a perdere di nuovo terreno nel 2020, anno in cui l’Italia, la regione e le province, escluse L’Aquila e Pescara, tornano su valori inferiori al 2007. Tornando alla variazione 2019-2020 in regione tale indicatore raggiunge il valore massimo nella provincia di Teramo (59,2%) che tuttavia fa registrare un decremento di 0,8 p.p. rispetto al 2019. Seguono L’Aquila con il 58,4%, l’unica in debolissimo aumento su base annua (+0,1 p.p.), e Pescara con il 57,6% (-0,1 p.p.). Fanalino di coda è Chieti che riporta un tasso di occupazione del 55,4% in calo rispetto al 2019 di 1,8 p.p. Sotto il profilo di genere, si rileva nelle principali circoscrizioni territoriali un decremento della componente femminile più marcato di quello della componente maschile con conseguente aumento del gap a svantaggio delle donne. Tale osservazione generale non è

98


Fig. 2.2 TASSO DI OCCUPAZIONE (15-64 ANNI). ITALIA E ABRUZZO. Anni 2007-2020

Fonte: elaborazione CRESA- Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

in linea con l’andamento dell’Abruzzo, nel quale il divario, pur confermandosi assai più profondo che nel Centro-Nord, tende a ridursi; in particolare a livello provinciale si osserva all’Aquila l’incremento della componente femminile, a Teramo e Chieti una sua contrazione meno marcata di quella maschile. Solo Pescara vede aumentare l’occupazione maschile e decrescere quella femminile. Assai più basso in tutta Italia il tasso di occupazione giovanile (15-29 anni). La regione, che passa dal 27,7% del 2019 al 27,6% del 2020, si attesta su un valore decisamente inferiore al Centro-Nord ma superiore a quello del Mezzogiorno e fa registrare una variazione negativa annua meno importante di quella che si osserva nelle principali circoscriTab. 2.14.a TASSO DI OCCUPAZIONE (15-64 ANNI) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 2019

2020

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

68,0

50,1

59,0

67,2

49,0

58,1

Nord

75,4

60,4

67,9

74,1

59,0

66,6

Centro

71,0

56,5

63,7

70,4

55,2

62,7

Mezzogiorno

56,6

33,2

44,8

56,3

32,5

44,3

69,5

47,0

58,2

68,7

46,4

57,5

L'Aquila

67,6

48,8

58,3

67,5

49,1

58,4

Teramo

69,9

50,1

60,0

68,5

49,9

59,2

Pescara

68,2

47,5

57,7

69,4

46,1

57,6

Chieti

71,8

42,7

57,2

69,1

41,7

55,4

Italia

Abruzzo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

99


Tab. 2.14.b TASSO DI OCCUPAZIONE (15-64 ANNI) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 (var. % annue) Var. 2020/2019 punti % maschi Italia

femmine

M-F 2019

totale

M-F 2020

-0,8

-1,1

-1,0

17,9

18,2

Nord

-1,3

-1,4

-1,4

15,0

15,1

Centro

-0,5

-1,3

-0,9

14,4

15,2

-0,3

-0,7

-0,5

23,4

23,8

-0,9

-0,6

-0,7

22,5

22,3

Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila

-0,1

0,3

0,1

18,8

18,5

Teramo

-1,5

-0,2

-0,8

19,8

18,5

Pescara

1,2

-1,4

-0,1

20,7

23,3

Chieti

-2,7

-1,0

-1,8

29,1

27,4

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

zioni territoriali nazionali. Superiori alla media regionale i valori 2020 di Teramo (30,0%) e dell’Aquila (28,3%), province nelle quali si osserva un incremento rispetto al 2019 del tasso di occupazione giovanile (rispettivamente +1,6 p.p. e +0,7 p.p.) e inferiori rispetto ad essa quelli di Pescara (26,3%), che tuttavia cresce su base annua di 2,5 p.p., e Chieti (26,1%), unica provincia che fa registrare un decremento rispetto al 2019 (-4,2 p.p.). In controtendenza rispetto a quanto si osserva nel resto del paese il tasso di occupazione maschile cresce in regione quale risultanza degli incrementi riportati dall’Aquila (+0,4 p.p.), Teramo (+2,7 p.p.) e Pescara (+5,7 p.p.) e della contrazione fatta registrare da Chieti (-5,4 p.p.). Per quanto riguarda la parte femminile si rileva un abbassamento del tasso (-0,7 p.p.) di intensità inferiore a quella che si riscontra nelle altre parti del paese. In particolare l’occuTab. 2.15.a TASSO DI OCCUPAZIONE GIOVANILE (15-29 ANNI) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 2019

2020

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

35,9

27,3

31,8

34,5

24,9

29,8

Nord

44,7

35,6

40,3

42,2

33,1

37,8

Centro

35,7

29,6

32,8

34,6

26,2

30,6

Mezzogiorno

26,0

16,8

21,5

25,3

14,7

20,1

35,4

19,4

27,7

35,9

18,6

27,6

L'Aquila

33,8

20,7

27,5

34,2

21,9

28,3

Teramo

36,3

19,9

28,5

39,0

20,3

30,0

Pescara

28,2

19,1

23,8

33,9

18,2

26,3

Chieti

41,9

18,0

30,3

36,5

15,1

26,1

Italia

Abruzzo

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

100


pazione femminile cresce su base annua all’Aquila di 1,1, p.p. e a Teramo di 0,4 p.p. e si contrae e Pescara di 0,9 p.p. e a Chieti di 2,9 p.p.. Il risultato di tali variazioni è un allargamento nel 2020 rispetto al 2019 del divario a svantaggio delle donne in tutti i territori presi in considerazione tranne che all’Aquila e a Chieti, province nelle quali tale gap tende a ridursi. Tab. 2.15.b TASSO DI OCCUPAZIONE GIOVANILE (15-29 ANNI) PER GENERE. (var. 2020/2019 % annue) Var. 2020/2019 punti % maschi Italia

femmine

totale

M-F 2019

M-F 2020

-1,5

-2,4

-1,9

8,6

9,6

Nord

-2,5

-2,6

-2,5

9,1

9,2

Centro

-1,1

-3,4

-2,2

6,1

8,4

Mezzogiorno

-0,8

-2,1

-1,4

9,2

10,5

0,6

-0,7

-0,1

16,0

17,3

0,4

1,1

0,7

13,1

12,3

Abruzzo L'Aquila Teramo

2,7

0,4

1,6

16,4

18,7

Pescara

5,7

-0,9

2,5

9,0

15,6

Chieti

-5,4

-2,9

-4,2

23,9

21,4

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

2.9 I DISOCCUPATI Le difficoltà oggettive (la chiusura totale o parziale di intere categorie di attività per molti mesi, l’impossibilità di accedere all’interno delle attività economiche a causa delle misure di contenimento della pandemia, ecc.) e il clima di scoraggiamento relativi alla possibilità di trovare un posto di lavoro a causa della diffusione del Covid 19 hanno avuto pesanti ripercussioni sul mondo del lavoro con la fuoriuscita da esso di un numero consistente di persone che non sono occupate e hanno cessato di cercare occupazione (da disoccupati a inattivi). Il numero dei disoccupati (15 anni e più) in regione è diminuito del 20,6% (da 63 mila nel 2019 a 50 mila nell’anno considerato), un calo doppio rispetto a quello che si osserva a livello medio nazionale e superiore alla contrazione registrata in tutte le circoscrizioni territoriali. Il decremento ha interessato soprattutto gli uomini, passati in Abruzzo da 31,6 mila 22,9 mila ( -27,6%; Italia: -9,7%) e in misura minore le donne, che scendono da 31,4 mila a 27,1 mila (-13,5%; Italia: -11,4%). Sono 1,6 mila nel 2020 in Abruzzo i disoccupati con licenza elementare o senza nessun titolo di studio (3,1% del totale; Italia: 5,0%), 300 in meno rispetto all’anno precedente (-13,9% su base annua: Italia: -20,9%). I disoccupati regionali con licenza media inferiore (27,6% del totale; Italia: 37,7%) passano da 16,5 mila a 13,8 mila con un decremento di 2,7 mila unità cui corrisponde una contrazione rispetto al 2019 del 16,3% (Italia: -11,3%). Le persone in cerca di occupazione con licenza media superiore sono in Abruzzo 23,5 mila unità, 33,5 mila nel 2019 con un decremento su base annua del 10%; essi rappresentano nel 2020 il 47% del totale dei disoccupati (Italia: 43,9%). I

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

101


Tab. 2.16.a DISOCCUPATI (15 ANNI E PIÙ) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 (val. in migliaia) 2019 Italia Nord

2020

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

1.349,2

1.232,4

2.581,5

1218,4

1.092,0

2.310,5

357,2

432,9

790,1

345,6

394,3

739,9

Centro

237,6

235,1

472,7

216,2

210,9

427,1

Mezzogiorno

754,4

564,4

1.318,8

656,6

486,8

1.143,4

31,6

31,4

63,0

22,9

27,1

50,0

L'Aquila

6,8

5,0

11,8

5,0

4,7

9,8

Teramo

6,4

6,1

12,5

5,5

5,8

11,3

8,3

8,2

16,5

5,5

7,0

12,5

10,1

12,1

22,1

6,8

9,6

16,4

Abruzzo

Pescara Chieti

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 2.16.b DISOCCUPATI (15 ANNI E PIÙ) PER GENERE. Anni 2019 e 2020 (var. annue in migliaia e in %) In migliaia

In percentuale

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

-130,7

-140,3

-271,1

-9,7

-11,4

-10,5

Nord

-11,6

-38,5

-50,1

-3,2

-8,9

-6,3

Centro

-21,4

-24,2

-45,6

-9,0

-10,3

-9,6

Mezzogiorno

-97,7

-77,7

-175,4

-13,0

-13,8

-13,3

-8,7

-4,3

-13,0

-27,6

-13,5

-20,6

Italia

Abruzzo L'Aquila

-1,7

-0,3

-2,0

-25,4

-6,4

-17,3

Teramo

-0,9

-0,3

-1,2

-14,5

-4,5

-9,6

Pescara

-2,8

-1,2

-4,0

-33,8

-14,3

-24,1

Chieti

-3,2

-2,5

-5,7

-32,3

-20,6

-25,9

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

laureati e gli individui con titolo di studio superiore disoccupati sono nel 2020 in Abruzzo 11,1 mila, invariati rispetto all’anno precedente. Essi costituiscono il 22,3% della schiera delle persone in cerca di lavoro contro il 13,4% medio nazionale. Per quanto riguarda la condizione precedente allo stato di disoccupazione si rileva che diminuiscono in regione sia i disoccupati ex occupati (da 35 mila a 25,6 mila), sia quelli ex inattivi (da 13,3 mila a 12,8 mila) sia quelli senza esperienza di lavoro (da 14,7 mila a 11,6 mila). Rispetto alla media nazionale nell’ambito dei disoccupati sensibilmente più acuti sono i cali annui degli ex occupati (-26,8% rispetto a -11,2%), per una assai più vistosa contrazione della componente maschile, e di quelli senza esperienza di lavoro (–21,2% contro -13,9%), per il più consistente calo della parte femminile; i disoccupati

102


ex inattivi scendono del -3,5%, migliore del -5,1% italiano, determinato in regione da una quasi stabilità della componente femminile e (-0,4% contro -7,3%) e da una maggiore contrazione di quella maschile (-10,8% contro -2,0%). Si premette che la discesa del numero degli occupati e dei disoccupati ha alla base una dinamica demografica caratterizzata da una scarsa natalità e da conseguenti aumenti

Tab. 2.17.a DISOCCUPATI PER TITOLO DI STUDIO. Anni 2019 e 2020 (valori in migliaia) Titolo di studio

Italia

Nord

Centro

Mezzogiorno

Abruzzo

licenza elem. nessun titolo

147,5

32,8

15,5

99,1

1,8

licenza media

980,8

307,5

146,2

527,1

16,5

2019

diploma

1.123,7

347,1

234,0

542,7

33,5

laurea e post-laurea

329,5

102,6

77,0

149,9

11,1

totale

2.581,5

790,1

472,7

1.318,8

63,0

licenza elem. nessun titolo

116,7

24,9

13,9

77,9

1,6

licenza media

870,2

260,4

141,6

468,1

13,8

diploma

1.014,4

349,7

201,7

462,9

23,5

laurea e post-laurea

309,2

104,9

69,9

134,4

11,1

totale

2.310,5

739,9

427,1

1.143,4

50,0

2020

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 2.17.b DISOCCUPATI PER TITOLO DI STUDIO (var. 2020/2019 in migliaia e in %) Italia

Nord

Centro

Mezzogiorno

Abruzzo

-1,7

-21,2

-0,3

in migliaia licenza elem. nessun titolo

-30,8

-7,9

licenza media

-110,6

-47,1

-4,5

-59,0

-2,7

diploma

-109,4

2,6

-32,3

-79,8

-10,0

laurea e post-laurea

-20,3

2,2

-7,1

-15,4

0,0

-271,1

-50,1

-45,6

-175,4

-13,0

licenza elem. nessun titolo

-20,9

-24,1

-10,9

-21,4

-13,9

licenza media

-11,3

-15,3

-3,1

-11,2

-16,3

-9,7

0,8

-13,8

-14,7

-29,9

-6,2

2,2

-9,2

-10,3

0,1

-10,5

-6,3

-9,6

-13,3

-20,6

totale

in percentuale

diploma laurea e post-laurea totale

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

103


Tab. 2.18.a DISOCCUPATI PER CONDIZIONE PROFESSIONALE. Anni 2019 e 2020 (valori in migliaia) Condizione

Genere maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale

disoccupati ex-occupati disoccupati ex-inattivi 2019

disoccupati senza esp. di lavoro totale

disoccupati ex-occupati disoccupati ex-inattivi 2020

disoccupati senza esp. di lavoro totale

Italia 764,3 504,8 1.269,1 249,4 352,8 602,2 335,5 374,8 710,3 1.349,2 1.232,4 2.581,5 672,2 455,2 1.127,4 244,5 326,9 571,3 301,7 310,0 611,8 1.218,4 1.092,0 2.310,5

Nord 214,0 210,1 424,0 81,6 137,0 218,6 61,6 85,8 147,4 357,2 432,9 790,1 204,0 187,0 391,0 82,3 131,0 213,3 59,4 76,3 135,7 345,6 394,3 739,9

Centro 144,1 109,3 253,4 46,4 77,8 124,2 47,1 48,0 95,1 237,6 235,1 472,7 126,1 102,7 228,8 42,5 65,5 108,0 47,6 42,7 90,3 216,2 210,9 427,1

Mezzogiorno 406,2 185,4 591,7 121,4 137,9 259,3 226,7 241,1 467,8 754,4 564,4 1.318,8 342,2 165,5 507,6 119,7 130,3 250,0 194,8 191,0 385,8 656,6 486,8 1.143,4

Abruzzo 20,9 14,1 35,0 4,0 9,2 13,3 6,7 8,0 14,7 31,6 31,4 63,0 12,8 12,8 25,6 3,6 9,2 12,8 6,5 5,1 11,6 22,9 27,1 50,0

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 2.18.b DISOCCUPATI PER CONDIZIONE PROFESSIONALE. (var. 2020/2019 in %) disoccupati ex-occupati Italia Nord Centro Mezzog. Abruzzo

M -12,0 -4,7 -12,5 -15,8 -38,7

F -9,8 -11,0 -6,1 -10,8 -9,3

Tot -11,2 -7,8 -9,7 -14,2 -26,8

disoccupati ex-inattivi M -2,0 0,8 -8,5 -1,4 -10,8

F -7,3 -4,4 -15,7 -5,6 -0,4

Tot -5,1 -2,4 -13,0 -3,6 -3,5

disoccup. senza esp. di lavoro M F Tot -10,1 -17,3 -13,9 -3,7 -11,0 -8,0 1,1 -11,0 -5,0 -14,1 -20,8 -17,5 -3,1 -36,2 -21,2

totale M -9,7 -3,2 -9,0 -13,0 -27,6

F -11,4 -8,9 -10,3 -13,8 -13,5

Tot -10,5 -6,3 -9,6 -13,3 -20,6

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

della popolazione anziana rispetto a quella giovane e, quindi, di quella che si ritira, per sopraggiunti limiti di età o per maturazione di anni sufficienti di contribuzione, dal mercato del lavoro. Ma tale fenomeno non spiega un andamento annuo così discendente sia dell’occupazione (-9,3 mila), verificatosi nonostante il blocco dei licenziamenti, sia della 104


disoccupazione (-13 mila). Quest’ultimo, letto con l’aumento registrato relativamente agli inattivi (+16,1 mila) non può che trovare la propria maggior ragione d’essere nello scoraggiamento che ha spinto molte persone, lavoratrici, inattive e senza esperienza, a rinunciare a cercare attivamente un’occupazione. 2.10 IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE La diminuzione del numero delle persone in cerca di occupazione (disoccupati) (-13 mila), superiore a quella degli occupati (-9,3 mila) comporta una diminuzione in tutto il territorio nazionale del tasso di disoccupazione, dato dal rapporto percentuale tra la popolazione in cerca di lavoro e le corrispondenti forze di lavoro. Fig. 2.3 TASSO DI DISOCCUPAZIONE (15 ANNI E PIÚ). ITALIA E ABRUZZO. Anni 2007-2020

Fonte: elaborazione CRESA- Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Per quanto riguarda l’arco di tempo 2007-2020, il tasso di disoccupazione mostra a livello medio nazionale, regionale e provinciale un andamento nel complesso fortemente crescente tra il 2007 e il 2011 e tra il 2012 e il 2017, periodo nel quale spesso raggiunge valori a due cifre. Torna poi a ridursi nella media dell’ultimo triennio, pur mostrando nel 2019 una tendenza al rialzo nella media regionale, senza però eguagliare i livelli del 2007. Tale indicatore scende in Abruzzo nel 2020 al 9,3% (-1,9 p.p. rispetto al 2019), valore allineato a quello medio nazionale (9,2%) che è in calo rispetto all’anno precedente di 0,8 punti percentuali. In regione raggiunge il valore minimo nella provincia dell’Aquila (8,0%) con un decremento rispetto al 2019 di 1,4 punti percentuali. Seguono Teramo con l’8,6% (in calo rispetto al 2019 di 0,7 punti percentuali) e Pescara con il 9,5%, (-2,6 p.p.) Fanalino di coda anche nel caso del tasso di disoccupazione è Chieti che riporta un valore del 10,7% con una contrazione su base annua di 2,8 p.p. Sotto il profilo di genere, si rileva in tutti i territori osservati un valore della componente femminile superiore a quella maschile. I dati del 2020, certamente influenzati dalla situazione economico-sociale del paese e dai provvedimenti presi dal Governo per tamponare ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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Tab. 2.19.a TASSO DI DISOCCUPAZIONE (15 ANNI E PIÙ) PER GENERE. Anni 2019 e 2020

Italia Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

maschi 9,1 5,0 7,9 16,2 9,6 9,3 8,2 10,6 10,2

2019 femmine 11,1 7,5 9,6 19,7 13,5 9,7 10,6 14,0 18,5

totale 10,0 6,1 8,7 17,6 11,2 9,4 9,3 12,0 13,5

maschi 8,4 4,9 7,3 14,6 7,2 7,1 7,3 7,1 7,4

2020 femmine 10,2 7,0 8,9 17,9 12,2 9,3 10,4 12,8 15,7

totale 9,2 5,8 8,0 15,9 9,3 8,0 8,6 9,5 10,7

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

gli effetti della pandemia, mostrano nella media nazionale e in quella delle principali circoscrizioni territoriali una certa riduzione del gap di genere. Al contrario, in tutte le province abruzzesi, eccezion fatta per Chieti che mantiene tale divario stabile, la forchetta tra disoccupati uomini e donne tende ad allargarsi. Tab. 2.19.b TASSO DI DISOCCUPAZIONE (15 ANNI E PIÙ) PER GENERE. (var. 2020/2019 in %)

Italia Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

Var. 2020/2019 punti % maschi femmine -0,7 -0,9 -0,1 -0,5 -0,6 -0,7 -1,6 -1,8 -2,4 -1,3 -2,2 -0,5 -1,0 -0,2 -3,5 -1,2 -2,8 -2,8

totale -0,8 -0,3 -0,6 -1,7 -1,9 -1,4 -0,7 -2,6 -2,8

M-F 2019

M-F 2020

-2,0 -2,5 -1,7 -3,5 -3,9 -0,5 -2,4 -3,4 -8,3

-1,8 -2,1 -1,6 -3,3 -5,0 -2,2 -3,1 -5,7 -8,3

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Assai più alto in tutta Italia il tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni). La regione, che passa dal 28,4% del 2019 al 22,9% del 2020, si attesta su un valore decisamente superiore al Centro (21,0%) e al Nord (14,6%) ma inferiore a quello del Mezzogiorno (35,2%) e fa registrare, a differenza delle regioni del Centro-Nord, una variazione negativa annua che è più che doppia rispetto a quella del Mezzogiorno. Superiore alla media regionale il tasso di disoccupazione giovanile 2020 della sola provincia di Chieti (28,5%), che è influenzato dai valori estremamente alti di entrambi i generi (uomini: 25,7%; donne: 35,0%); inferiori rispetto ad essa i dati relativi a Teramo (21,9%), che vede crescere la parte femminile del tasso di disoccupazione (+4,0 p.p.), L’Aquila (21,2%), unica provincia a denunciare un aumento relativamente alla sola parte maschile, e Pescara (18,1%). Tutte 106


le province abruzzesi mostrano una decrescita su base annua del tasso di disoccupazione giovanile, decrescita che va dal massimo di Pescara (-12,8 p.p. dato dal -15,5% p.p. della componente maschile e dal 7,8 p.p. di quella femminile) al minimo dell’Aquila (-0,8 p.p.; maschi: +1,7 p.p.; femmine: -4,8 p.p.), passando per Chieti (-4,4 p.p.; uomini: -1,3 p.p.; donne: -9,2 p.p.) e Teramo (-3,1 p.p.; uomini: -7,0 p.p.; donne: +4,0 p.p.). Tab. 2.20.a TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE (15-29 ANNI) PER GENERE. Anni 2019 e 2020

Italia Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

maschi 21,2 11,9 19,4 35,6 25,4 18,8 25,5 29,0 27,0

2019 femmine 23,9 15,6 19,8 40,8 33,6 27,1 24,1 33,7 44,2

totale 22,4 13,5 19,6 37,7 28,4 22,0 25,0 30,9 32,9

2020 femmine 23,6 16,7 21,5 38,3 28,0 22,2 28,1 25,9 35,0

maschi 21,0 13,0 20,7 33,4 20,1 20,5 18,5 13,6 25,7

totale 22,1 14,6 21,0 35,2 22,9 21,2 21,9 18,1 28,5

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 2.20.b TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE (15-29 ANNI) PER GENERE (var. 2020/2019 in %)

Italia Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

Var. 2020/2019 punti % maschi femmine -0,2 -0,4 1,1 1,2 1,2 1,7 -2,2 -2,5 -5,3 -5,6 1,7 -4,8 -7,0 4,0 -15,5 -7,8 -1,3 -9,2

totale -0,3 1,1 1,4 -2,5 -5,5 -0,8 -3,1 -12,8 -4,4

M-F 2019

M-F 2020

-2,7 -3,6 -0,4 -5,2 -8,1 -8,3 1,4 -4,6 -17,2

-2,5 -3,8 -0,8 -4,9 -7,8 -1,7 -9,6 -12,3 -9,3

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Passando a considerare il tasso di disoccupazione di lunga durata (12 mesi e più) si premette che esso rappresenta uno dei principali indicatori di sofferenza del mercato del lavoro, in quanto misura la persistenza dello stato di disoccupazione degli individui prodotto dalla difficoltà, dopo aver perso il lavoro, di ottenere in un lasso di tempo medio (12 mesi) una nuova occupazione. In quanto tale esso dà un’informazione indiretta su fenomeni di disagio sociale di carattere materiale e psicologico. Infatti, numerosi studi hanno dimostrato che le persone che sono state disoccupate per molto tempo hanno meno probabilità di ritrovare un impiego. Questo perché il mondo del lavoro evolve velocemente, la rete di contatti si restringe e la fiducia in sé stessi viene meno. Infine c’è da considerare che, le aziende ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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generalmente non amano i “percorsi non standard” e persone che sono disoccupate nonostante una lunga esperienza, rischiano di essere prese in considerazione più difficilmente. In tutti i territori considerati il tasso di disoccupazione di lunga durata (12 mesi e più) diminuisce in modo assai più contenuto del tasso di disoccupazione generale. In Abruzzo l’incidenza dei disoccupati da 12 mesi e più sul totale delle forze lavoro passa dal 5,8% del 2019 al 4,5% del 2020 (Italia: dal 5,6% al 4,7%) e costituisce nell’anno in esame il 48,3% del tasso di disoccupazione totale (Italia: 51,5%).

I DATI DI FLUSSO I dati amministrativi delle Comunicazioni Obbligatorie evidenziano in regione un deciso calo degli avviamenti e delle cessazioni di contratti nel corso del 2020: i rapporti di lavoro attivati nei 12 mesi sono infatti 120.037 mila, con una diminuzione rispetto al 2019 pari al -30,3%; le cessazioni, pari a 134.057 mila, risultano essere in calo del 20,9% rispetto al 2019. Come risultato del maggior numero delle cessazioni rispetto agli avviamenti il saldo mostra un valore negativo (-14.020). Tale dato, già di per sé non buono, deve essere letto con ulteriore cautela dal momento che il contenimento delle cessazioni è infatti dovuto, da un lato, ai minori contratti a tempo determinato avviati nei mesi precedenti e, dall’altro, al blocco dei licenziamenti che agisce soprattutto sui rapporti di lavoro a tempo indeterminato. In realtà esiste un sostanziale blocco del mercato del lavoro, causato sia dai fenomeni su accennati sia dagli interventi straordinari approvati dall’esecutivo per proteggere i lavoratori. Il peggioramento del saldo nel 2020 ha riguardato quasi tutte le forme contrattuali, con l’eccezione dell’apprendistato (+1.520) e dei contratti a termine (1.059), ma è stato particolarmente significativo per le posizioni a tempo indeterminato (-5.925), nonostante il fatto che esse abbiano tratto beneficio dal divieto di licenziamento. Le chiusure di contratti a tempo indeterminato sono state infatti 25.627, circa 10 mila in meno rispetto alla media degli ultimi anni: tali “mancate cessazioni” pongono quindi un problema di riassorbimento nel momento in cui verranno meno gli strumenti di protezione. Per quanto riguarda le variazioni dei rapporti di lavoro, si osserva che nel 2020 in Abruzzo la quasi totalità delle 12.990 variazioni (14.928 nel 2019) riguardano la trasformazione di contratti esistenti in lavoro a tempo indeterminato. In particolare, l’81,3% concerne la variazione di rapporti a termine (10.548 contro 13.092 del 2019), il 9,2% di contratti di apprendistato (1.190 contro 1.073), il 6,9% di rapporti in somministrazione (889 contro 354), l’1,5% di rapporti intermittenti (192 contro 222) e l’1,2% di rapporti stagionali (155 contro 171). LA CASSA INTEGRAZIONE Il numero complessivo di ore autorizzate nel 2020 in Abruzzo sfiora quota 61,5 milioni, un livello senza precedenti nella serie storica e di poco inferiore all’ammontare complessivo del periodo 2013-2019. Le ore di CIG ordinaria nel 2020 sono state pari a 43,3 milioni (+1.674% rispetto al 2019), mentre la componente in deroga, che negli ultimi anni era stata sostanzialmente svuotata dagli interventi del legislatore, ha raggiunto i 14,5 milioni grazie anche all’allargamento dei criteri di accesso (+40.393%); 3,7 milioni sono invece state le ore di CIG straordinaria (+76%). In fortissima crescita infine le ore autorizzate nei Fondi di Solidarietà, nati proprio per sostituire la CIG in deroga, che arrivano a 18,8 milioni (+12.501%). 108


Tali livelli record sono stati resi possibili grazie alle ingenti risorse messe a disposizione dal governo e dall’espansione dei limiti di utilizzo di questi strumenti. A ciò si aggiunge anche un effetto amministrativo riconducibile al fatto che in questi mesi si sono concentrate le autorizzazioni relative a un periodo di competenza più lungo: con tutta probabilità, le imprese hanno infatti “prenotato” una riserva extra di ore in previsione delle incertezze future.

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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All. 2.1a FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI (valori assoluti in migliaia) Anno

Occupati

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

511 489 486 499 500 486 476 479 485 491 499 498 489

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

16.658 16.449 16.364 16.419 16.410 16.289 16.423 16.514 16.707 16.901 17.042 17.177 16.847

Persone in cerca di occupazione Abruzzo 36 42 46 47 61 62 68 69 67 65 60 63 50 Centro - Nord 788 1.017 1.110 1.093 1.420 1.622 1.710 1.601 1.536 1.439 1.364 1.263 1.167

Forze di lavoro

Occupati

547 531 533 546 561 548 544 548 552 556 559 561 539

6.432 6.250 6.163 6.179 6.156 5.901 5.856 5.950 6.051 6.122 6.172 6.183 6.057

17.446 17.466 17.474 17.513 17.830 17.911 18.133 18.115 18.243 18.340 18.407 18.440 18.014

23.090 22.699 22.527 22.598 22.566 22.191 22.279 22.465 22.758 23.023 23.215 23.360 22.904

Persone in cerca di occupazione Mezzogiorno 877 889 946 968 1.271 1.447 1.526 1.432 1.476 1.469 1.391 1.319 1.143 Italia 1.664 1.907 2.056 2.061 2.691 3.069 3.236 3.033 3.012 2.907 2.755 2.582 2.310

Forze di lavoro 7.309 7.139 7.109 7.147 7.427 7.348 7.382 7.383 7.527 7.591 7.564 7.501 7.201 24.755 24.605 24.583 24.660 25.257 25.259 25.515 25.498 25.770 25.930 25.970 25.941 25.214

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

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All. 2.1b FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI (variazioni % annue) Anno

Occupati

09/08 10/09 11/10 12/11 13/12 14/13 15/14 16/15 17/16 18/17 19/18 20/19

-4,3 -0,6 2,7 0,2 -2,8 -2,1 0,6 1,3 1,2 1,6 -0,2 -1,8

09/08 10/09 11/10 12/11 13/12 14/13 15/14 16/15 17/16 18/17 19/18 20/19

-1,3 -0,5 0,3 -0,1 -0,7 0,8 0,6 1,2 1,2 0,8 0,8 -1,9

Persone in cerca di occupazione Abruzzo 16,7 9,5 2,2 29,8 1,6 9,7 1,5 -2,9 -3,0 -7,7 5,0 -20,6 Centro - Nord 29,1 9,1 -1,5 29,9 14,2 5,4 -6,4 -4,1 -6,3 -5,2 -7,4 -7,6

Forze di lavoro

Occupati

-2,9 0,4 2,4 2,7 -2,3 -0,7 0,7 0,7 0,7 0,5 0,4 -3,9

-2,8 -1,4 0,3 -0,4 -4,1 -0,8 1,6 1,7 1,2 0,8 0,2 -2,0

0,1 0,0 0,2 1,8 0,5 1,2 -0,1 0,7 0,5 0,4 0,2 -2,3

-1,7 -0,8 0,3 -0,1 -1,7 0,4 0,8 1,3 1,2 0,8 0,6 -2,0

Persone in cerca di occupazione Mezzogiorno 1,4 6,4 2,3 31,3 13,8 5,5 -6,2 3,1 -0,5 -5,3 -5,2 -13,3 Italia 14,6 7,8 0,2 30,6 14,0 5,4 -6,3 -0,7 -3,5 -5,2 -6,3 -10,5

Forze di lavoro -2,3 -0,4 0,5 3,9 -1,1 0,5 0,0 2,0 0,9 -0,4 -0,8 -4,0 -0,6 -0,1 0,3 2,4 0,0 1,0 -0,1 1,1 0,6 0,2 -0,1 -2,8

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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All. 2.2a FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI (valori assoluti in migliaia) Anno

Occupati

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

117 110 116 117 122 112 107 108 114 113 114 113 112

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

122 121 116 119 123 117 113 107 112 115 117 121 120

Persone in cerca di occupazione L'Aquila 11 11 9 11 13 16 17 19 15 16 12 12 10 Pescara 9 10 11 12 18 15 16 16 18 16 15 17 13

Forze di lavoro

Occupati

128 121 125 128 135 128 124 127 129 129 126 125 122

123 120 117 120 118 118 115 116 114 116 124 123 120

131 131 127 131 141 132 129 123 130 131 132 137 132

149 138 138 144 138 139 142 148 146 146 144 141 136

Persone in cerca di occupazione Teramo 7 8 11 10 13 11 14 15 14 12 14 13 11 Chieti 9 13 15 14 18 19 21 20 20 20 18 22 16

Forze di lavoro 130 128 128 130 131 129 129 131 128 128 138 135 132 158 151 153 157 156 158 162 167 166 166 162 163 153

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

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All. 2.2.b FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI. (var. % annue 2008-2020) Anno

Occupati

09/08 10/09 11/10 12/11 13/12 14/13 15/14 16/15 17/16 18/17 19/18 20/19

-6,0 5,5 0,9 4,3 -8,2 -4,5 0,9 5,6 -0,9 0,9 -0,9 -0,9

09/08 10/09 11/10 12/11 13/12 14/13 15/14 16/15 17/16 18/17 19/18 20/19

-0,8 -4,1 2,6 3,4 -4,9 -3,4 -5,3 4,7 2,7 1,7 3,4 -0,8

Persone in cerca di occupazione L'Aquila 0,0 -18,2 22,2 18,2 23,1 6,3 11,8 -21,1 6,7 -25,0 0,0 -16,7 Pescara 11,1 10,0 9,1 50,0 -16,7 6,7 0,0 12,5 -11,1 -6,3 13,3 -23,5

Forze di lavoro

Occupati

-5,5 3,3 2,4 5,5 -5,2 -3,1 2,4 1,6 0,0 -2,3 -0,8 -2,4

-2,4 -2,5 2,6 -1,7 0,0 -2,5 0,9 -1,7 1,8 6,9 -0,8 -2,4

0,0 -3,1 3,1 7,6 -6,4 -2,3 -4,7 5,7 0,8 0,8 3,8 -3,6

-7,4 0,0 4,3 -4,2 0,7 2,2 4,2 -1,4 0,0 -1,4 -2,1 -3,5

Persone in cerca di occupazione Teramo 14,3 37,5 -9,1 30,0 -15,4 27,3 7,1 -6,7 -14,3 16,7 -7,1 -15,4 Chieti 44,4 15,4 -6,7 28,6 5,6 10,5 -4,8 0,0 0,0 -10,0 22,2 -27,3

Forze di lavoro -1,5 0,0 1,6 0,8 -1,5 0,0 1,6 -2,3 0,0 7,8 -2,2 -2,2 -4,4 1,3 2,6 -0,6 1,3 2,5 3,1 -0,6 0,0 -2,4 0,6 -6,1

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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Parte 3

DEMOGRAFIA E SOCIETÀ



3.1 IL PROFILO SOCIO DEMOGRAFICO 3.1.1 L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO I residenti in Abruzzo al 31 dicembre 2020 sono 1.285.256, pari al 2,2% del totale nazionale e al 9,4% del Meridione. La densità abitativa è di 118,7 ab/kmq. Le donne sono 657.747 (51,2% dei residenti), i minori 189.912 (14,8% contro il 15,6% dell’Italia e il 16,2% del Sud). Gli stranieri residenti ammontano a 82.262, pari all’1,6% degli stranieri residenti in Italia e al 6,4% della popolazione abruzzese (Italia: 8,5%; Sud: 4,5%). Essi sono per il 53,7% donne (Italia: 51,8%) e per il 18,5% minori (Italia: 20,5%). Sotto il profilo sub regionale si osserva che la provincia più popolosa è quella di Chieti con 376.397 residenti (29,3% della popolazione abruzzese), seguita da Pescara con 314.689 (24,5%) e da Teramo con 301.814 (23,5%). Chiude la classifica L’Aquila, con una popolazione di 292.356 unità (22,7%). Pescara mostra la maggiore densità abitativa (255,8 ab/kmq), L’Aquila la più bassa (57,9 ab/kmq), in posizione intermedia sono Teramo (154,4 ab/kmq) e Chieti (144,8 ab/kmq). Le donne rappresentano il 51,8% dei residenti nella provincia di Pescara, il 51,3% a Chieti, il 51,1% a Teramo e il 50,5% all’Aquila. L’incidenza dei minori nel 2020, in deciso calo rispetto agli anni precedenti, conferma forti differenze territoriali: essi sono il 15,5% della popolazione pescarese, il 14,9% della teramana, il 14,6% della teatina, e il 14,2% dell’aquilana. Nella provincia dell’Aquila gli stranieri residenti ammontano a 23.387 (pari all’8,0% della popolazione provinciale e al 28,4% degli stranieri residenti in Abruzzo), in quella di Teramo a 22.159 (rispettivamente pari all’7,3% e al 26,9%), a Chieti a 20.374 (rispettivamente pari al 5,4% e al 24,8%) e a Pescara a 16.342 (rispettivamente pari al 5,2% e al 19,9%); nella provincia dell’Aquila diminuisce lievemente, e comunque rimane la più bassa tra le province abruzzesi, l’incidenza delle donne straniere sul totale degli stranieri residenti (da 51,0% del 2019 a 50,9% del 2020); essa è massima e tende a crescere nella provincia di Pescara (da 56,7% a 57,3%). La presenza di minori è tra gli stranieri assai maggiore che tra la popolazione totale (L’Aquila: 19,3%, Teramo: 19,0% entrambe in aumento rispetto al 2019; Pescara: 15,4% e Chieti: 16,3%, tutte e due in diminuzione su base annua). Fig. 3.1.1 ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE. Abruzzo. Anni 2001-2020 (val. ass.)

*stima Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

117


Rispetto al 2019 si rileva una contrazione in regione che ammonta a -8.685 abitanti (-6,7‰) (Italia: -383.922 pari al -6,4‰). Fanno registrare diminuzioni percentuali più accentuate della media abruzzese le province dell’Aquila (-8,4‰; -2.482 residenti) e di Teramo (-6,9‰; -2.086 abitanti) e contrazioni allineate o meno marcate rispetto ad essa Chieti (-6,4‰; -2.443 residenti) e Pescara (-5,3‰; -1.674 abitanti). A seguito della diffusione dei dati della popolazione del censimento permanente riferiti al 31 dicembre 2018 l’Istat ha effettuato la ricostruzione delle serie intercensuarie della popolazione e dei dati del bilancio demografico comunale della popolazione residente degli anni 2002-2018. Ha inoltre elaborato i dati relativi alla popolazione residente nel 2019 e stimati quelli del 2020. Sulla base delle nuove informazioni disponibili, è possibile osservare l’andamento demografico regionale degli ultimi venti anni. Dopo un 2001 lievemente positivo rispetto all’anno precedente (+0,7‰), nel periodo 20022008 la popolazione abruzzese aumenta in media del 6,6‰ annuo, rallenta il ritmo crescente tra il 2009 e il 2012 (+2‰ medio annuo). A partire del 2013 entra in una fase via via più intensamente recessiva (2013-2016: -3,5%; 2017-2020: -5,5‰) che la porta a perdere nel complesso poco meno di 50.000 residenti (47.327) cui corrisponde un calo del 36,1‰. Osservando la dinamica demografica regionale degli ultimi decenni in relazione a quella nazionale e meridionale, si osserva che l’Abruzzo mostra un andamento nel complesso migliore di quello italiano e assai più vivace di quello meridionale fino al 2008. A partire dal 2009 e fino al 2012 il trend regionale continua ad essere migliore di quello del Sud ma con variazioni annue positive annue meno intense della media nazionale. Dal 2013 per l’Abruzzo e il Sud, dal 2014 per l’Italia, inizia una fase demografica decrescente; dal 2013 al 2019 l’Abruzzo perde, in termini percentuali, quasi il triplo della media italiana e poco più di quella meridionale. Nel 2020 il decremento si attesta in tutti i territori osservati al di sopra del 6‰. Passando nel dettaglio intraregionale, si rileva che nel complesso tutto il territorio Fig. 3.1.2 ANDAMENTO DEMOGRAFICO. Abruzzo e Italia. Anni 2001-2020 (var. ‰ annue)

*stima Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

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cresce ad un ritmo elevato nel periodo 2001-2008, con variazioni annue medie che a Pescara e Teramo sfiorano il +9‰ e si attestano all’Aquila e a Chieti intorno al +3,5‰, influenzato in entrambe le province da due anni (2001 e 2006) di variazioni leggermente negative. Dal 2009 e fino al 2012 L’Aquila perde un -0,2‰ medio annuo, il resto del territorio continua a crescere sia pur a ritmo meno sostenuto (Chieti: +0,7‰; Teramo: +3,0‰, Pescara: +4,8‰). È dal 2013 che la popolazione di tutte le province comincia a mostrare un andamento decrescente via via sempre più deciso che nel periodo 2013-2016 si attesta sul -5,2‰ a Chieti, sul -4,5‰ a L’Aquila, sul -2,5‰ a Teramo e sul -1,6‰ a Pescara. Nel periodo 2017-2020 il decremento demografico diventa più intenso e fa segnare un -7,1‰ all’Aquila, un -5,9‰ a Chieti, un -4,8‰ a Teramo e un -4,2‰ a Pescara. Tra il 2013 e il 2020 la popolazione perde 17.173 unità a Chieti (-43,6‰), 13.923 unità all’Aquila (-45,5‰), 8.909 unità a Teramo (-28,7‰) e 7.322 unità a Pescara (-22,7‰). Fig. 3.1.3 ANDAMENTO DEMOGRAFICO. Province abruzzesi. Anni 2002-2020 (var. ‰ annue)

*stima Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

3.1.2 IL BILANCIO DEMOGRAFICO L’andamento demografico è determinato dall’interazione tra l’attitudine di una popolazione ad auto-rigenerarsi ed accrescersi (dinamica naturale) e la capacità del territorio di attrarre nuovi residenti (dinamica migratoria). Il bilancio demografico del 2020 è fortemente influenzato dagli effetti della pandemia che hanno innalzato il tasso di mortalità, abbassato quello di natalità e ridotto significativamente lo spostamento di residenza tra regioni e con l’estero. L’Istat aggiorna annualmente gli indicatori che concorrono all’andamento demografico, fornendo la stima relativa all’ultimo anno considerato. Per il 2020 il CRESA, avendo verificato l’imprecisione dei dati ufficiali probabilmente poiché la loro pubblicazione ha preceduto la revisione intercensuaria, ha provveduto per la tabella di seguito al ricalcolo degli stessi sulla base dei bilanci demografici mensili Istat che, però, non permettono di distinguere i movimenti migratori ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

119


120

45.717

2.289

2.127

1.942

1.869

8.227

98.781

75.747

4.857

3.873

3.769

3.797

16.296

152.668

141.550

376.181

746.146

Morti

-30.030

-2.568

-1.746

-1.827

-1.928

-8.069

-53.887

-66.609

-191.516

-342.042

Saldo di crescita naturale

-4,6

-6,8

-5,5

-6,0

-6,6

-6,3

-3,9

-5,6

-7,0

-5,8

Tasso di crescita naturale

125.325

8.859

9.558

7.355

6.655

32.427

258.585

301.577

900.805

1.586.292

Iscritti

143.105

8.734

9.486

7.614

7.209

33.043

298.167

310.512

876.388

1.628.172

Cancellati

-17.780

125

72

-259

-554

-616

-39.582

-8.935

24.417

-41.880

Saldo migratorio e per altri motivi

3

2

1

Tasso di crescita naturale: differenza tra il tasso di natalità e quello di mortalità. Tasso migratorio: rapporto tra il saldo migratorio dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000. Tasso di crescita totale: somma del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio.

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

6.463.006

315.526

377.619

Pescara

Chieti

Isole

293.597

302.857

L'Aquila

Teramo

1.289.599

13.660.535

Abruzzo

Sud

74.941

184.665

27.532.667

11.793.320

Nord

404.104

Nati

59.449.527

Pop. media

Centro

Italia

Territorio

-2,8

0,3

0,2

-0,9

-1,9

-0,5

-2,9

-0,8

0,9

-0,7

Tasso migratorio e per altri motivi

Tab. 3.1.1 TASSI DI CRESCITA NATURALE1, MIGRATORIO2 E TOTALE3. ITALIA, NORD, CENTRO, MEZZOGIORNO E ABRUZZO. Stime Anno 2020 (val. ‰)

-47.810

-2.443

-1.674

-2.086

-2.482

-8.685

-93.469

-75.544

-167.099

-383.922

Saldo totale

-7,4

-6,5

-5,3

-6,9

-8,5

-6,7

-6,8

-6,4

-6,1

-6,5

Tasso di crrescita totale


interni da quelli esteri. Anche nel 2020, a causa di più bassi tassi di natalità41e più elevati tassi di mortalità52rispetto all’anno precedente, in regione il tasso di crescita naturale assume un valore negativo (-6,3‰), peggiore di quello nazionale (-5,8‰) e delle circoscrizioni territoriali del Centro Sud, Isole comprese. Negativi sono i tassi delle quattro province, particolarmente critiche permangono le situazioni dell’Aquila (-6,6‰) e di Chieti (-6,8‰) cui si aggiunge quella di Teramo (-6,0‰). Pescara è la provincia a mostrare in regione il minor calo della componente naturale (-5,5‰). Fig. 3.1.4 DINAMICA NATURALE DELLA POPOLAZIONE. Abruzzo. Anni 2002-2020

* stime Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Il decremento demografico abruzzese è accentuato dalla variazione negativa annua del tasso migratorio totale (-0,5‰) che presenta un valore migliore di quello medio nazionale (-0,7‰), peggiore del solo Nord (+0,9‰). La causa della lieve discrepanza di dati di seguito citati rispetto a quelli riportati nelle pagine precedenti sta in una diversa valutazione del tasso migratorio totale (che comprende le stime del tasso migratorio interno, di quello estero e di quello per altri motivi) che nelle previsioni Istat, pubblicate prima della revisione censuaria del 2018 è lievemente diverso da quello desumibile dai bilanci demografici mensili del 2020 (che prevede solo iscritti e cancellati senza la possibilità di distinguere flussi interni, flussi esteri e altri motivi). Al di là della precisione assoluta dei dati, si ritiene opportuno a questo punto considerare i tassi migratori stimati dall’Istat per il 2020 per non perdere la preziosa informazione delle tendenze di fondo che hanno caratterizzato i movimenti interni da quelli esteri. Senza considerare il saldo migratorio per altri motivi (Abruzzo: -1,9‰; Italia: -2,0‰), in regione si rileva un aumento dei flussi dall’estero del +1,0‰ (Italia: +1,3‰) e di quelli interni del +0,4‰. Relativamente agli spostamenti di residenza nell’ambito del 4 5

Tasso generico di natalità: rapporto tra il numero dei nati vivi dell’anno e l’ammontare medio della pop. residente, per 1.000. Tasso generico di mortalità: rapporto tra il numero dei decessi nell’anno e l’ammontare medio della pop. residente, per 1.000.

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

121


territorio italiano si registrano le variazioni positive di Pescara e Chieti (rispettivamente +1,8‰ e +0,5‰) e quelle negative dell’Aquila (-0,5‰) e Teramo (-0,4‰). Riguardo le dinamiche migratorie da e per l’estero si osservano incrementi, sia pur di modesta entità in tutto il territorio regionale (L’Aquila e Teramo: +1,3‰; Pescara: +0,9‰ e Chieti: +0,7‰). Fig. 3.1.5 DINAMICA MIGRATORIA DELLA POPOLAZIONE. Abruzzo. Anni 2002-2020

*stima Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Nel complesso il tasso di crescita totale stimato dall’Istat per il 2020 registra per l’Italia un -6,5‰ con una contrazione maggiore alla media nazionale per il Mezzogiorno: -6,8‰ e decrescite meno importanti nel Nord (-6,1‰) e nel Centro (-6,4‰). L’Abruzzo fa segnare un -6,7‰ con cali diffusi n tutte le province abruzzesi: Riportano decrementi più consistenti L’Aquila (-8,5‰; -8,4‰ secondo i calcoli fatti dal CRESA sui bilanci demografici mensili del 2020) e Teramo (-6,9‰) e meno importanti Chieti (-6,5‰, secondo le stime Istat -6,4%) e Pescara (-5,3‰ anche in questo caso i due calcoli coincidono). La dinamica demografica regionale relativa al periodo 2002-2020 mostra fino al 2013 incrementi della popolazione residente risultanti dal buon andamento dei flussi migratori (media annua di periodo: +6,4‰), verificatosi in molti anni per effetto dell’entrata in vigore dei primi provvedimenti di regolarizzazione degli stranieri (2003, 2007 e 2008) sia pur di intensità calante a partire dal 2011, e da tassi di crescita naturali negativi, che, tra il 2002 e il 2010 si sono attestati nel complesso al di sotto del -2‰ e nei 3 anni successivi hanno assunto valori via via sempre più decrescenti (media annua di periodo -2,5‰). A partire dal 2014 le variazioni annue del tasso di crescita naturale acquistano valori più marcatamente negativi (media annua di periodo -4,3‰) e anche quelle migratorie, se si eccettua il 2018 che fa registrare un lieve incremento, cambiano di segno (media annua di periodo -0,6‰). 122


Fig. 3.1.6 DINAMICA TOTALE DELLA POPOLAZIONE. Abruzzo. Anni 2002-2020

*stima Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

3.1.3 GLI STRANIERI IN ABRUZZO Alla fine del 2020 gli stranieri in Abruzzo sono 82.262 (83.504 nel 2019), pari al 6,4% della popolazione regionale (Italia: 8,5%; Sud: 4,5%): 23.387, pari al 28,4% del totale degli stranieri in Abruzzo, risiedono nella provincia dell’Aquila, 22.159 (26,9%) a Teramo, 20.374 (24,8%) a Chieti e 16.342 (19,9%) a Pescara. Per quanto riguarda l’incidenza percentuale degli stranieri residenti sul totale della popolazione residente, è L’Aquila a far osservare la quota più elevata (8,0%), seguita da Teramo (7,3%). Chieti e Pescara presentano pesi percentuali assai inferiori (rispettivamente 5,4% e 5,2%). Rispetto al 2019 l’Abruzzo registra una variazione dei residenti stranieri del -1,5% assai peggiore della media nazionale (-0,1%) e del Sud (-0,2%). Tutte le province fanno registrare decrementi che vanno dal minimo di Chieti (-0,2%) al massimo di Pescara (-2,9%) seguiti da Teramo (-2,2%) e L’Aquila (-0,9%). L’Istat ha effettuato la ricostruzione delle serie intercensuarie della popolazione anche straniera e dei dati del bilancio demografico comunale della popolazione anche straniera residente degli anni 2002-2018 ed ha elaborato i dati relativi alla popolazione residente negli anni 2019 e 2020 (stima). Ciò consente di individuare con maggior precisione l’andamento che ha riguardato la popolazione straniera. Dall’inizio del secolo fino al 2009 la regione, in misura più consistente di quanto si registra a livello nazionale e analogamente alla circoscrizione territoriale di appartenenza, presenta un andamento regolarmente crescente della popolazione straniera residente, registrando frequenti incrementi annuali a due cifre. Dal 2010 al 2015 tale andamento diminuisce in regione di intensità, facendo registrare nel 2013 anche un valore negativo, in misura più consistente di quanto non si verifichi nel Sud e analoga alla media nazionale di

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

123


Fig. 3.1.7 STRANIERI RESIDENTI. Abruzzo, Meridione e Italia. Anni 2002-2020 (var. % annue)

*stima Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

periodo, per poi assumere a partire dal 2016, in controtendenza rispetto a quanto si osserva nel Meridione e nel resto del Paese, un andamento negativo interrotto solo nel 2018 da un debole aumento. Tra il 2001 e il 2020 gli stranieri sono passati da 21.412 a 82.262 e la loro incidenza sul totale della popolazione residente in Abruzzo è salita dall’1,7% al 6,4% (media nazionale: dal 2,4% all’8,5%; Meridione: dallo 0,8% al 4,5%). Fig. 3.1.8 STRANIERI RESIDENTI. Abruzzo, Meridione e Italia. Anni 2001 e 2020 (peso % sul totale residenti)

*stima Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

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Osservando la presenza straniera nelle singole province, si rileva che L’Aquila e Teramo, vale a dire le province che già da tempo mostravano la maggiore capacità di attrarre popolazione proveniente da altri paesi, confermano tale attitudine e sono pertanto quelle nelle quali maggiore è nel 2020 la quota di stranieri. Pescara e Chieti, invece, presentano un’incidenza di inizio e fine periodo meno elevata. Fig. 3.1.9 STRANIERI RESIDENTI PER SESSO. Abruzzo, Circoscrizioni e Italia. Stima anno 2020 (peso % su totale stranieri residenti)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Sotto il profilo di genere la quota di popolazione femminile sul totale degli stranieri si conferma in Abruzzo particolarmente elevata, superiore a quella delle tre principali circoscrizioni territoriali nazionali. In regione, quindi, il fenomeno migratorio continua ad essere trascinato, più che altrove, dalla richiesta di lavoro di tipo assistenziale per il quale si richiedono competenze più prettamente femminili. Esso risponde, pertanto, in misura maggiore di quanto avviene nelle regioni settentrionali, alla necessità di soddisfare i bisogni delle famiglie piuttosto che quelli del sistema delle imprese. Ferma restando la prevalenza della componente femminile sulla popolazione straniera in tutte le province, si osserva che la quota di uomini all’Aquila (49,1 %), in aumento rispetto al 2018, è molto vicina a quella femminile, Invece, i pesi percentuali di donne a Pescara (57,3%) e Chieti (54,6%), anch’essi in crescita su base annua, sono significativamente più elevati della media regionale. Se ne può concludere che all’Aquila i flussi provenienti dall’estero sono generati in misura più consistente che nelle altre province dai lavori di ricostruzione post-sisma, tipicamente maschili, quelli delle altre province, in particolar modo di Pescara e Chieti, dai lavori di assistenza e cura, tipicamente femminili. Tra il 2014 e il 2020 gli europei residenti in Abruzzo scendono progressivamente dal 70,5% al 64,6% della popolazione straniera: il 37,8%, in progressiva diminuzione, proviene dall’area UE, il 26,7% da altri paesi europei. In ambito europeo prevalgono le donne, principalmente con cittadinanza di Paese UE (donne: 19,4 mila; uomini: 11,8 ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

125


mila), meno squilibrata la presenza dei due sessi nel caso di stranieri proveniente da altri paesi europei (donne: 12,3 mila; uomini: 9,8 mila). Il 18,4% degli stranieri residenti proviene dal continente africano (13,5% nel 2014), principalmente dalla parte settentrionale del continente (10,8%), con una netta prevalenza della componente maschile (uomini: 9,6 mila; donne: 5,6 mila). Il 5,8% (4,5% nel 2014) degli stranieri residenti in Abruzzo è americano (maschi: 1,7 mila; femmine: 3,2 mila), prevalentemente donne provenienti dalla parte centro meridionale del continente (2,9 mila). Resta invariato rispetto all’anno precedente il peso degli asiatici (11,1%; 9,0% nel 2014). Essi nella maggior parte dei casi sono originari delle parti centrale (5,0%) e orientale (5,7%); nel loro ambito maggiore è complessivamente la presenza della componente maschile (5,1 mila contro 3,7 mila donne). I dati evidenziano la netta prevalenza di donne straniere provenienti dall’Europa, in particolar modo Romania, Ucraina, Polonia e Bulgaria (in totale 19,7 mila) e da quasi tutti i paesi dell’America Centro-Meridionale (3,0 mila), tradizionalmente impiegate nei lavori domestici e di cura delle persone. Il rapporto tra i due sessi è a favore degli uomini nel caso di cittadini africani, soprattutto provenienti dalla parte non settentrionale, e di quelli provenienti dall’Asia centrale, che trovano impiego nell’agricoltura, nell’edilizia e nelle attività produttive in genere, e più equilibrato per i residenti provenienti dai paesi europei non UE e dal Medio Oriente e dall’Asia orientale, nell’ambito dei quali gli uomini trovano occupazione nelle aziende e le donne nelle famiglie. Tab. 3.1.2 STRANIERI RESIDENTI PER SESSO E AREA GEOGRAFICA DI CITTADINANZA. Abruzzo. Anno 2020 (val. ass. e pesi % stesso sesso) Valori assoluti

Valori %

Maschi

Femmine

Totale

Maschi

Femmine

Totale

21.568

31.704

53.272

56,4

71,6

64,6

11.805

19.402

31.207

30,9

43,8

37,8

di cui altri Paesi europei

9.763

12.302

22.065

25,5

27,8

26,7

Africa

9.630

5.555

15.185

25,2

12,5

18,4

di cui Africa Settentrionale

5.129

3.793

8.922

13,4

8,6

10,8

di cui altri Paesi africani

4.501

1.762

6.263

11,8

4,0

7,6

1.662

3.150

4.812

4,3

7,1

5,8

174

212

386

0,5

0,5

0,5

1.488

2.938

4.426

3,9

6,6

5,4

5.349

3.831

9.180

14,0

8,6

11,1

Europa di cui UE

America di cui America del Nord di cui America Centro Sud Asia di cui Medio Oriente

228

114

342

0,6

0,3

0,4

di cui Asia Centrale

2.972

1.185

4.157

7,8

2,7

5,0

di cui Asia Orientale

2.149

2.532

4.681

5,6

5,7

5,7

20

49

69

0,1

0,1

0,1

4

4

8

0,0

0,0

0,0

38.233

44.293

82.526

100,0

100,0

100,0

Oceania Apolidi Totale

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

126


Per quanto riguarda le principali cittadinanze presenti in Abruzzo, si osserva che la comunità più numerosa è quella romena (29,1%), seguita a distanza dalla albanese (12,6%) e dalla marocchina (9,2%) che negli ultimi anni ha sopravanzato la cinese (4,5%), dalla ucraina (4,3%), dalla macedone (3,9%), dalla polacca e dalla senegalese (entrambe 2,8%), dalla nigeriana (2,2%) e dalla kosovara (1,7%). Nel 2020 i pakistani e i britannici (che rappresentano entrambi l’1,6% degli stranieri residenti in Abruzzo) sopravanzano i bulgari che hanno una quota uguale a quella dei bengalesi (1,5%). Chiudono la classifica i venezuelani (1,3%), gli indiani e i brasiliani (1,1%) e i russi (1,0%). Tab. 3.1.3. PRINCIPALI PAESI DI CITTADINANZA DEGLI STRANIERI RESIDENTI PER SESSO. Abruzzo. Anno 2020 (peso % su totale stranieri stesso sesso) Paese di cittadinanza

Maschi

Femmine

M+F

Romania

25,4

32,3

29,1

Albania

13,8

11,5

12,6

Marocco

11,1

7,5

9,2

Cina

4,8

4,2

4,5

Ucraina

2,0

6,3

4,3

Macedonia

4,3

3,6

3,9

Polonia

1,6

4,0

2,8

Senegal

4,4

1,3

2,8

Nigeria

2,9

1,6

2,2

Kosovo

1,9

1,4

1,7

Pakistan

2,8

0,5

1,6

Regno Unito

1,7

1,4

1,6

Bulgaria

0,9

2,0

1,5

Bangladesh

2,4

0,7

1,5

Venezuela

1,0

1,5

1,3

India

1,3

0,8

1,1

Brasile

0,7

1,4

1,1

Federazione Russa

0,5

1,4

1,0

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Prendendo in considerazione gli stranieri residenti nelle province abruzzesi per cittadinanza che superino l’1% del totale provinciale, si osserva innanzitutto che a Teramo e a Pescara tali comunità sono assai più numerose (19) che a Chieti (14) e all’Aquila (12). I Romeni, soprattutto donne, sono gli stranieri residenti maggiormente presenti in tutto il territorio regionale con percentuali che vanno dal 22,1% di Teramo al 37,3% di Chieti. Seguono gli Albanesi, che rappresentano la seconda nazionalità straniera a Teramo, Pescara e Chieti e la quarta all’Aquila, nella quale sono sopravanzati dai Marocchini e dai Macedoni che costituiscono comunità popolose anche nella restante parte del territorio regionale, tutti prevalentemente uomini. Numerose anche le Ucraine e le Polacche. Importante la presenza prevalentemente maschile di Kosovari a L’Aquila, Teramo e Pescara e di Cinesi, con leggera prevalenza dei maschi in tutte le province. Consistente in tutto il territorio regionale ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

127


è anche la presenza dei Pakistani e dei Nigeriani (uomini) e delle Bulgare. Compaiono nella classifica di Chieti, Teramo e Pescara anche i britannici, abbastanza equilibrati tra i due sessi, i senegalesi (quasi esclusivamente maschi) e le brasiliane. All’Aquila, Teramo e Pescara risiedono importanti comunità di venezuelane, di indiani (prevalentemente uomini) a Chieti e Teramo, di bengalesi maschi e di russe a Teramo e Pescara. Si osserva, infine, la presenza di cittadini tunisini a Teramo e di Filippine e Cubane a Pescara. Tab. 3.1.4 PRINCIPALI PAESI DI CITTADINANZA DEGLI STRANIERI RESIDENTI PER SESSO. Province abruzzesi. Anno 2020 (peso % su totale stranieri stesso sesso) Paese di cittadinanza

M

F

M+F

Paese di cittadinanza

M

L'Aquila

F

M+F

Chieti

Romania

26,4

35,0

30,8

Romania

34,5

39,6

37,3

Marocco

Albania

22,6

14,3

18,4

17,4

14,2

15,7

Macedonia

8,6

8,1

8,4

Marocco

5,9

4,7

5,3

Albania

7,6

6,8

7,2

Ucraina

1,5

4,5

3,1

Ucraina

1,5

5,6

3,6

Polonia

1,9

3,9

3,0

Kosovo

3,9

3,1

3,5

Rep. Pop. Cinese

3,3

2,7

3,0

Polonia

1,1

3,3

2,2

Regno Unito

2,9

2,5

2,7

Pakistan

3,6

0,4

2,0

Macedonia

2,1

1,7

1,9

Bulgaria

0,8

2,2

1,5

Senegal

2,9

0,7

1,7

Rep. Pop. Cinese

1,4

1,3

1,4

Nigeria

2,2

1,2

1,6

Nigeria

1,9

0,7

1,3

India

1,9

1,2

1,5

Venezuela

0,8

1,6

1,2

Bulgaria

0,7

1,7

1,2

Brasile

0,7

1,4

1,1

Pakistan

1,9

0,3

1,0

Teramo

Pescara

Romania

18,8

24,9

22,1

Romania

21,4

29,4

26,0

Albania

19,5

16,6

18,0

Albania

10,8

7,8

9,1

Rep. Pop. Cinese

10,6

9,4

10,0

Ucraina

4,4

12,0

8,8

Marocco

8,1

7,1

7,6

Senegal

11,6

3,0

6,7

Polonia

1,6

5,3

3,6

Nigeria

5,0

3,4

4,1

Senegal

5,0

1,8

3,3

Marocco

4,1

3,0

3,4

Ucraina

1,4

4,0

2,8

Rep. Pop. Cinese

3,8

3,1

3,4

Macedonia

2,8

2,4

2,6

Polonia

1,7

3,2

2,5

Nigeria

3,2

1,5

2,3

Bangladesh

3,9

1,0

2,2

Bangladesh

3,1

1,0

2,0

Regno Unito

2,7

1,8

2,2

Fed. Russa

0,8

1,9

1,4

Pakistan

3,7

0,8

2,1

Venezuela

1,2

1,6

1,4

Macedonia

2,4

1,8

2,1

Bulgaria

0,9

1,8

1,4

Bulgaria

1,2

2,5

2,0

India

1,7

1,0

1,4

Venezuela

1,4

1,9

1,7

Pakistan

2,3

0,6

1,4

Filippine

1,3

1,8

1,6

Kosovo

1,4

1,2

1,3

Fed. Russa

0,8

2,1

1,6

Tunisia

1,6

1,0

1,3

Brasile

1,0

1,9

1,5

Regno Unito

1,3

1,0

1,1

Cuba

0,6

1,5

1,1

Brasile

0,8

1,4

1,1

Kosovo

1,3

0,9

1,0

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

128


3.1.4. LA STRUTTURA PER ETÀ La popolazione abruzzese prosegue nella fase di profonda trasformazione determinata non solo dall’ingresso di popolazione dall’estero e dall’uscita di residenti abruzzesi ma anche dal suo progressivo invecchiamento che, solo in parte, è attenuato dall’entrata di nuovi residenti che sono principalmente stranieri, peraltro sempre meno numerosi a partire dal 2013, in prevalenza giovani. Tale processo di invecchiamento è tanto veloce che i suoi effetti sono evidenti nei cambiamenti annuali della composizione percentuale della popolazione per fasce di età. A fine 2020 la popolazione regionale risulta composta per il 12,1% (era il 12,3% nel 2019) da giovani di età compresa tra 0 e 14 anni, per il 26,0% (era il 26,3% l’anno precedente) da individui tra i 15 e i 39 anni, per il 37,3% da adulti tra i 40 e i 64 anni (senza variazione di peso percentuale annua) e per il 24,6% (era 24,2% nel 2019) da anziani di età superiore a 64 anni. Rispetto al resto del Paese e alla ripartizione territoriale di appartenenza, l’Abruzzo è caratterizzato da una bassa presenza di giovani, da una quota di residenti in età lavorativa allineata nel complesso a quella italiana (rispettivamente 63,3% e 63,7%) ma inferiore a quella del Sud (65,1%), soprattutto a causa della minore incidenza dei residenti tra i 15 e i 39 anni e, nel caso delle regioni del Mezzogiorno, anche del maggior peso della parte “matura” (40-64 anni), e da una percentuale di anziani decisamente più alta (Italia: 23,5%; Sud: 21,8%). Fig. 3.1.10 POPOLAZIONE PER CLASSI DI ETÀ. Abruzzo, Meridione e Italia. Anno 2020 (pesi % su tot. res.)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Sono L’Aquila e Chieti, con la minor incidenza di giovanissimi (rispettivamente 11,7% e 11,9%) e il maggior peso degli anziani (25,1% e 25,4%), a mostrare le maggiori criticità. Tra le province Chieti presenta anche la più bassa quota di popolazione in età attiva (62,7%), Teramo la più elevata (64,1%). Nel confronto con i dati relativi al 2006 emerge con tutta evidenza che il processo di invecchiamento della popolazione regionale avanza sempre più inesorabile e veloce. Nel ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

129


Fig. 3.1.11 POPOLAZIONE PER CLASSI DI ETÀ. Province abruzzesi. Anno 2020 (pesi % su tot. res.)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

lasso di tempo considerato la popolazione abruzzese aumenta di sole 1,4 mila residenti (pari al + 0,1%) quale saldo di un decremento di 99,4 mila unità nell’ambito degli under 39, dei quali 17,3 mila nella fascia 0-14 anni (-10, 0%) e 82,2 mila in quella 15-39 anni (-19,7%), di un aumento di 58,8 mila individui tra i 40 e i 64 anni (+14,0%) e di 42,1 mila tra gli over 65 (+15,3%). Solo la ripartizione Sud e Isole presenta un andamento più decrescente della fascia dei giovanissimi (-20,1%) e degli adulti fino a 39 anni (-20,6%), un aumento più modesto della classe di età adulta (+ 12,1%) e più robusto di quella anziana (+23,6%). Il Centro-Nord vede crescere un po’ la popolazione giovanissima (+0,4%) e, al contempo, in misura più considerevole anche quella 40-64 anni e anziana (rispettivamente +14,9% e +19,5%). Rispetto al 2006 nel 2020 mettono a segno incrementi demografici superiori alla media regionale Pescara (+4,0% pari a +12,2 mila residenti) e Teramo (+1,8% che corrisponde a +5,2 mila abitanti); negative, invece, le variazioni fatte registrare dall’Aquila (-2,6% che corrisponde a -7,8 mila abitanti) e Chieti (-2,1% pari a -8,1-mila residenti). Scendendo ad analizzare le variazioni per fasce di età, si osserva che in tutte le province continua a contrarsi l’incidenza di residenti fino a 39 anni e aumenta quella degli individui con almeno 40 anni. Considerando la popolazione 0-39 anni particolarmente bassi i pesi percentuali nel 2020 relativi alle province di Chieti (37,7%) e dell’Aquila (37,6%) leggermente più alti quelli di Teramo (38,7%) e Pescara (38,6%). Dal 2006 al 2020 la quota di residenti con almeno 39 anni sul totale della popolazione diminuisce dell’ordine del 20% a L’Aquila e Chieti, del 17% a Teramo e del 13% a Pescara. Quella delle due classi di età successive (40-64 anni e 65 anni e più) al contrario, aumenta in tutto il territorio regionale intorno al 18-19% a Teramo e Pescara e al 10-11% a L’Aquila e a Chieti. Particolarmente pesante è la crescita della popolazione con 80 anni e più, la cui incidenza percentuale sul totale della popolazione regionale passa dal 4,4% del 1998 al 6,4% del 2009 e arriva nel 2020 all’8,2%.

130


Tab. 3.1.5 POPOLAZIONE PER CLASSE DI ETA’. Italia, Centro-Nord, Mezzogiorno e Abruzzo. Anni 2006 e 2020 0-14

15-39

40-64

65 e più

Totale

0-14

val. ass. (in migliaia) Italia Centro-Nord Sud e Isole Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

Centro-Nord Sud e Isole

40-64

65 e più

Totale

2006

8.201

18.913

19.422

11.528

58.064

14,1

32,6

33,4

19,9

100,0

2020

7.565

15.640

22.130

13.923

59.258

12,8

26,4

37,3

23,5

100,0

2006

4.940

11.753

12.882

7.941

37.516

13,2

31,3

34,3

21,2

100,0

2020

4.960

9.954

14.799

9.491

39.205

12,7

25,4

37,7

24,2

100,0

2006

3.261

7.160

6.540

3.587

20.548

15,9

34,8

31,8

17,5

100,0

2020

2.605

5.685

7.331

4.432

20.053

13,0

28,4

36,6

22,1

100,0

2006

172

417

420

274

1.284

13,4

32,5

32,7

21,4

100,0

2020

155

334

479

317

1.285

12,1

26,0

37,3

24,6

100,0

2006

38

97

100

66

300

12,6

32,2

33,3

21,9

100,0

2020

34

76

109

73

292

11,7

25,9

37,3

25,1

100,0

2006

42

98

96

61

297

14,0

33,2

32,4

20,4

100,0

2020

36

80

113

72

302

12,1

26,6

37,5

23,8

100,0

2006

42

98

99

64

303

14,0

32,3

32,7

21,0

100,0

2020

40

82

118

76

315

12,6

26,0

37,4

24,0

100,0

2006

51

124

125

85

385

13,2

32,2

32,6

22,0

100,0

2020

45

97

139

96

376

11,9

25,7

36,9

25,4

100,0

variazioni 2020-2006 (val. ass. in migliaia) Italia

15-39

pesi % su popolazione residente

variazioni 2020-2006 (pesi % stessa classe di età)

-636,2

-3.273,7

2.708,5

2.394,8

1.193,4

-7,8

-17,3

13,9

20,8

2,1

19,8

-1.799,0

1.917,7

1.549,9

1.688,4

0,4

-15,3

14,9

19,5

4,5 -2,4

-656,0

-1.474,7

790,8

844,9

-495,1

-20,1

-20,6

12,1

23,6

Abruzzo

-17,3

-82,2

58,8

42,1

1,4

-10,0

-19,7

14,0

15,3

0,1

L'Aquila

-3,8

-20,9

9,0

7,8

-7,8

-10,0

-21,6

9,0

11,9

-2,6

Teramo

-5,1

-18,2

17,3

11,2

5,2

-12,3

-18,5

18,0

18,5

1,8

Pescara

-2,6

-16,1

18,8

12,0

12,2

-6,0

-16,5

19,0

18,9

4,0

Chieti

-5,9

-27,0

13,6

11,1

-8,1

-11,6

-21,8

10,9

13,1

-2,1

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Il contributo degli stranieri al rallentamento dell’invecchiamento della popolazione abruzzese è superiore a quello che si registra nel Sud e allineato alla media nazionale. Gli stranieri rappresentano in regione l’8,4% del totale dei residenti tra 0 e 14 anni, il 9,9% di quelli tra i 15 e i 39, il 6,4% delle persone tra i 40 e i 64 anni (tutti e tre in calo rispetto al 2019 quando avevano fatto registrare rispettivamente l’8,7%, il 10,7% e il 6,7%), e l’1,7% della popolazione oltre i 64 anni (stabile nel confronto con l’anno precedente). L’incidenza percentuale per classi di età dei cittadini non italiani residenti in Abruzzo è assai superiore a quella degli italiani nelle fasce fino a 39 anni, lievemente inferiore tra i 40 e i 64 anni (tranne che nel complesso delle regioni meridionali e a Pescara) e decisamente più bassa nell’ambito della popolazione anziana. Nell’osservare il grande contributo che i cittadini non italiani residenti in Abruzzo apportano alla popolazione giovane non si può non sottolineare al contempo che la loro incidenza nelle classi adulte e anziane, pur essendo, soprattutto nell’ambito delle persone di 65 anni

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

131


Fig. 3.1.12 RESIDENTI CON 80 ANNI E PIÙ. Anni 1998-2020 (peso % su totale popolazione)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

e più, assolutamente marginale, tende ad aumentare nel tempo sia per l’ingresso di nuovi adulti in età lavorativa, sia per l’invecchiamento di quelli che sono arrivati in Abruzzo dall’estero più di un decennio fa, sia per i ricongiungimenti familiari degli stranieri ormai stabilmente residenti in Abruzzo. Che l’apporto degli stranieri sia determinante nel rallentamento dell’invecchiamento demografico è ancora più evidente se si considera la popolazione suddivisa per cittadinanza e classe di età. In regione il peso percentuale degli stranieri giovanissimi (0-14 anni) è di 4,1 punti percentuali superiore a quello degli italiani, grazie al contributo dell’Aquila e Teramo, Fig. 3.1.13 POPOLAZIONE STRANIERA PER CLASSE DI ETÀ. Abruzzo e Italia. Anno 2020 (peso % su totale residenti)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

132


Tab. 3.1.6 POPOLAZIONE PER CLASSI DI ETÀ E CITTADINANZA. Italia, Sud e Abruzzo. Anno 2020 (peso % su totale stessa cittadinanza) 0-14

15-39

40-64

65 e più

Italiani

Stranieri

Italiani

Stranieri

Italiani

Stranieri

Italiani

Italia

12,3

17,8

25,1

40,0

37,4

37,0

25,2

5,2

Sud

13,0

14,9

28,0

42,3

36,4

38,1

22,6

4,8

Abruzzo L'Aquila

Stranieri

11,8

15,9

25,0

40,4

37,3

37,2

25,9

6,4

11,2

16,7

24,5

42,0

37,4

36,3

26,9

5,0

Teramo

11,8

16,3

25,6

39,3

37,6

37,2

25,1

7,2

Pescara

12,6

13,1

25,4

36,0

37,1

41,9

24,9

9,0

Chieti

11,8

13,5

25,0

38,7

36,8

39,8

26,4

8,1

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

gap inferiore alla media nazionale (5,4 punti percentuali) ma decisamente superiore a quello che riportano le regioni del Sud (1,8 p.p.). Se si considera la popolazione tra i 15 e i 39 anni il divario, in Abruzzo è di 15,4 punti percentuali a favore degli stranieri, superiore ai 14,8 p.p. e 14,2 p.p. delle medie nazionale e meridionale, con L’Aquila che è l’unica provincia a far registrare un gap superiore a quello medio regionale (17,5 p.p.). È a partire dai 40 anni che la situazione, in regione come nel resto del Paese, tende ad invertirsi con quote di stranieri generalmente inferiori a quelle degli italiani. La differenza, minima tra i 40 e i 64 anni (Italia: -0,3 p.p.; Sud: 1,7 p.p.; Abruzzo: 0 p.p; L’Aquila: -1,1 p.p.; Teramo: -0,4 p.p.; Pescara: 4,8 p.p.; Chieti: 3,0 p.p.), diventa enorme nella fascia di età della popolazione anziana, nell’ambito della quale essa assume, relativamente agli italiani, valori nel complesso intorno al 25-26% e per gli stranieri al 5-9%. 3.1.5 GLI INDICATORI DI STRUTTURA Gli indicatori strutturali forniscono un valido supporto per comprendere le ripercussioni socio-economiche della struttura per età della popolazione. L’incremento della popolazione in età anziana, la riduzione di quella in età giovanile, l’aumento della sopravvivenza e il contenimento della fecondità, ben al di sotto del livello di sostituzione delle generazioni, hanno fatto sì che la sproporzione tra gli anziani e i giovani sia aumentata in misura notevole. In regione il valore dell’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra il numero degli ultra sessantacinquenni ed il numero di residenti fino ai 14 anni), che, misurando la relazione tra anziani e giovanissimi, rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione, continua ad aumentare vertiginosamente, sfiora nel 2020 quota 200 attestandosi sul 198,5 (2019: 192,5) il che equivale a dire che in regione ci sono più di 198 over 64enni ogni 100 persone con meno di 15 anni. Tale valore è assai più elevato di quello medio nazionale (179,4 e 174 nel 2019) e delle singole ripartizioni, in particolare del Sud (160,5, nel 2019 era 154,4) e delle Isole (172,7 nel 2019: 166,3). Fortemente critica la situazione dell’Aquila e Chieti, province nelle quali l’indice di vecchiaia supera il valore di 207. L’indice di dipendenza strutturale (rapporto percentuale tra popolazione 0-14 anni e 65 anni e oltre e popolazione 15-64 anni) rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva su quella attiva e fornisce, in tal modo, una misura, anche se approssimativa, del grado di dipendenza economico-sociale tra le generazioni fuori e ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

133


Tab. 3.1.7 INDICI DI STRUTTURA. ITALIA, NORD, CENTRO, MEZZOGIORNO E ABRUZZO. Anno 2020 Indice di vecchiaia Italia Nord Centro Sud Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti Isole

179,4 186,4 189,2 160,5 198,5 209,7 191,2 185,2 207,8 172,7

Indice di dipendenza strutturale 56,7 58,6 57,8 53,2 57,5 57,4 55,7 57,5 59,2 54,6

Indice di dipendenza anziani 36,4 38,2 37,8 32,8 38,3 38,9 36,6 37,4 40,0 34,6

Indice di dipendenza giovani 20,3 20,5 20,0 20,4 19,3 18,5 19,1 20,2 19,2 20,0

Età media 45,7 46,3 46,4 44,4 46,5 46,9 46,2 46,1 46,8 45,1

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

dentro il mercato del lavoro. In Abruzzo per 100 persone in età attiva ce ne sono 57,5 (erano 56,9 nel 2019) individui non ancora (0-14 anni) e non più (65 anni e oltre) in età lavorativa; di questi 19,3 (19,5 nel 2019) sono giovani con meno di 15 anni (indice di dipendenza strutturale dei giovani) e 38,3 (37,4 nel 2019) anziani con più di 64 anni (indice di dipendenza strutturale degli anziani). Il valore regionale dell’indice di dipendenza strutturale è assai vicino a quello medio nazionale con la differenza sostanziale che quest’ultimo deriva da un minor carico di anziani e da un maggior peso di giovanissimi. Partendo dal presupposto che la proiezione nel futuro delle due fasce di età “inattive” rappresenta, per quella giovanile una opportunità e per quella anziana una minaccia, non si può che confermare che Chieti, per l’alto peso degli anziani sulla popolazione in età attiva, e L’Aquila, per la bassa incidenza dei giovanissimi, sono sotto questo profilo le province più deboli. L’età media della popolazione regionale arriva a 46,5 anni (46,2 nel 2019), valore più elevato rispetto alla media nazionale e soprattutto del Mezzogiorno e allineato al CentroNord. In ambito regionale sono L’Aquila e Chieti a confermarsi le province più “vecchie”. 3.1.6 CONCLUSIONI Il profilo demografico regionale, in modo più marcato di quanto si osserva a livello medio nazionale, è caratterizzato da una importante crescita della sopravvivenza e da un significativo calo della natalità, con un conseguente rapido invecchiamento della popolazione. Se fino alla fine del ‘900 il regime demografico tradizionale, caratterizzato da alta natalità e alta mortalità, ha rappresentato il motore di crescita, da qualche decennio la regione ha fatto ingresso in un regime moderno nel quale a bassi tassi di natalità corrispondono contenuti tassi di mortalità. Si è arrivati quindi, dapprima, ad un azzeramento della crescita accompagnato da un sempre maggiore squilibrio nella struttura per età della popolazione e, più recentemente, ad una vera e propria recessione demografica. La bassa natalità unita all’aumento della sopravvivenza comporta inevitabilmente squilibri generazionali, determinati dalla prevalenza della popolazione anziana rispetto ai giovani, che rappresentano un rischio per la stessa sostenibilità. 134


A questo quadro a tinte fosche si aggiungono le più recenti dinamiche migratorie. Negli ultimi vent’anni l’accrescimento demografico è riconducibile all’aumento dei residenti stranieri, sia per l’ingresso nel nostro Paese di nuove persone per acquisizione della cittadinanza, sia per l’aumentare del numero di individui figli dei primi immigrati (la così detta seconda generazione). Nel passato più recente tale contributo alla crescita demografica si va tuttavia sempre più ridimensionando: i cittadini stranieri, assimilando le abitudini e dei territori che li ospitano, assumono sempre più comportamenti riproduttivi meno dinamici, i flussi migratori si sono contratti e sono cambiati i motivi di ingresso. Scende sempre di più il numero di stranieri che scelgono l’Italia in genere e l’Abruzzo in particolare per realizzare un progetto di permanenza stabile e contemporaneamente aumentano i flussi in ingresso per motivi dettati dall’emergenza, come nel caso dei richiedenti asilo e protezione umanitaria. La demografia ha un importante ruolo di motore propulsivo di uno sviluppo sostenibile. Ne deriva la necessità di individuare per ciascuna delle criticità di oggi (denatalità, invecchiamento e migrazioni) un meccanismo da attivare per creare nuove opportunità future. Ci si riferisce innanzitutto alla rimozione delle difficoltà che ostacolano la realizzazione di progetti di vita dei giovani, difficoltà di cui la bassa e tardiva fecondità è il segnale più evidente. Tale fenomeno è generato dalla posticipazione delle prime nozze e dalla conseguente nascita dei figli in età sempre più avanzate. Ad esso si aggiunge, come causa e anche come effetto, la crescita della quota di persone che sono costrette a rinviare e poi a rinunciare alla realizzazione dei progetti familiari per difficoltà economiche e sociali o per fattori di contesto. Si pensa anche al ruolo determinante del benessere di cui può godere la popolazione anziana nel corso degli anni di vita che le resta da vivere. Tale benessere si fonda sull’adozione di politiche pubbliche che spingano verso stili di vita salutari fin da giovani e verso la partecipazione sociale e culturale in tutte le fasi della vita per spostare sempre più in avanti l’inevitabile arrivo di una condizione di vita non più autonoma e in buona salute. Esiste, quindi, una potenzialità di “rinnovamento” della popolazione che passa attraverso la valorizzazione del capitale umano, il potenziamento delle reti sociali e delle pari opportunità, una maggiore “elasticità” che consenta una migliore conciliazione dei tempi di vita e lavoro e la realizzazione di politiche di inclusione sociale

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

135


I DECESSI NEL 2020 L’impatto che il numero di morti da Covid-19 ha prodotto sia in termini quantitativi che geografici ha portato ad un profondo cambiamento del quadro demografico del nostro Paese. Nel 2020 i decessi totali in Italia ammontano a 746.146, il numero più alto mai registrato dal secondo dopoguerra, con un aumento rispetto al 2019 di oltre 111 mila morti (+17,6%). A subire la maggiore falcidia in termini percentuali sono state le regioni del Nord Ovest (+54 mila, pari al +30,8% rispetto all’anno precedente) e quelle del Nord Est (+23,2 mila che corrisponde al +18,8%). Minori, ma in ogni caso pesanti, le ripercussioni della pandemia sul numero di decessi al Centro (+13,4 mila, +10,4%) e nel Mezzogiorno (+21 mila, +10,2%). L’Abruzzo registra nel 2020 16,3 mila decessi, 1,7 mila in più rispetto all’anno precedente (+11,5%). A livello provinciale Teramo, Pescara e Chieti contano circa 500 morti ciascuna in più del 2019 con un aumento percentuale su base annua tra il 12% e il 16%; migliore la situazione dell’Aquila che registra +242 decessi rispetto all’anno precedente (+6,8%). Inizia nei mesi di gennaio e febbraio 2020 i casi nel complesso sono stati quasi ovunque inferiori rispetto a quelli registrati nello stesso bimestre del 2019. Nel periodo marzo-maggio 2020 (prima ondata dell’epidemia) i decessi a livello nazionale sono stati 211.750, quasi 52,2 mila in più rispetto all’anno precedente (+32,7%). È il Nord Ovest, con 36,4 mila morti in più del 2019, a registrare la maggiore variazione percentuale (+84,3%), seguito dal Nord Est (+9,9 mila decessi pari al +32,2%). Il Centro (+2,8 mila pari al +8,7%) e il Mezzogiorno (+3,1 mila che corrisponde al +5,8%) presentano differenze in valore assoluto e percentuale assai più contenute. L’Abruzzo vede aumentare i decessi di circa 600 unità (+16,4% pari a quasi tre volte la variazione percentuale della circoscrizione di provenienza), principalmente concentrati nelle province di Pescara (+275 unità, +33,8%), Chieti (+203 decessi, +18,7%) e Teramo (+105, 12,2%) La provincia dell’Aquila è stata risparmiata dalla prima ondata. Il confronto tra i periodi giugno-settembre 2020 (fase di transizione, non funestata dall’imperversare della pandemia) e 2019 evidenziano numeri meno critici, ad indicazione CANCELLATI PER DECESSO. ITALIA, CIRCOSCRIZIONI E ABRUZZO. Anni 2019 e 2020 (var. % per periodi corrispondenti alle fasi della pandemia)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

136


del fatto che il numero i decessi da Covid 19 hanno rallentato. L’analisi mostra una drastica diminuzione della mortalità in tutte le ripartizioni, con valori di poco superiori a quelli di riferimento del 2019. A partire da ottobre, la rapida ed estesa diffusione nella stagione autunnale della seconda ondata dell’epidemia Covid-19 ha dato luogo a un nuovo drammatico incremento dei decessi rispetto ai livelli del 2019. I numeri tornano ad essere alti ma non eguagliano nel Nord Ovest (+44,3%) i livelli della prima ondata e diventano nel resto del Paese assai più consistenti di quelli relativi alle precedenti fasi (Nord Est: 40,6%; Centro: +35,0%; Mezzogiorno: +35,8%). L’Abruzzo conta +1.051 decessi (+29,7%), particolarmente concentrati questa volta all’Aquila (+377 unita, +43,5%) e a Teramo (+292 unità, +43,4%). CANCELLATI PER DECESSO. PROVINCE ABRUZZESI. Anni 2019 e 2020 (var. % per periodi corrispondenti alle fasi della pandemia)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Decessi COVID 19 Premessa Per causa di morte si intende la condizione morbosa direttamente responsabile del decesso. È definita e individuata tra tutte le malattie certificate dal medico sulla scheda di morte, in base a stringenti regole dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (riportate nella Classificazione Internazionale delle Malattie Icd-10) ed è l’indicatore più utilizzato e consolidato per le statistiche ufficiali e i confronti a livello nazionale e internazionale. I dati riportati nel presente paragrafo sono di fonte Istat, titolare dell’Indagine sui decessi e cause di morte che fornisce le statistiche ufficiali di mortalità per causa, e ISS (Istituto Superiore di Sanità) che ha il compito di coordinare la Sorveglianza Nazionale Integrata COVID-19 nonché raccoglie le cartelle cliniche e le schede di morte (modelli Istat) dei deceduti positivi al SARS-CoV-2. Dalle schede di morte di soggetti diagnosticati microbiologicamente tramite tampone rino/orofaringeo positivo al SARS-CoV-2 è possibile fare un’analisi della situazione clinica dei soggetti deceduti.

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

137


Sono state analizzate dall’ISS e dell’Istat le informazioni riportate in 4.942 schede di morte, di soggetti diagnosticati microbiologicamente con test positivo (il 15,6% del totale dei decessi notificati al Sistema di Sorveglianza Integrata ISS fino al 25 maggio). In tali schede sono certificate, se presenti oltre al COVID-19, anche quelle condizioni e malattie che hanno avuto un ruolo nel determinare il decesso. Fatte tali doverose precisazioni, si può sintetizzare che il COVID-19 è una malattia che si è rivelata fatale anche in assenza di concause (il 28,2% delle schede analizzate). Esso è la causa direttamente responsabile della morte nell’89% dei decessi di persone positive al test SARS-CoV-2, mentre per il restante 11% le cause di decesso sono le malattie cardiovascolari (4,6%), i tumori (2,4%), le malattie del sistema respiratorio (1%), il diabete (0,6%), le demenze e le malattie dell’apparato digerente (rispettivamente 0,6% e 0,5%). Il 71,8% dei decessi di persone positive al test SARS-CoV-2 ha almeno una concausa: il 31,3% ne ha una, il 26,8% due e il 13,7% tre o più. Analisi dei dati Nel corso del 2020 sono stati registrati in Italia 75.891 decessi per Covid che corrispondono al 10,2% delle morti complessive. Particolarmente elevati i numeri e l’incidenza percentuale riportata dalle Regioni del Nord (Nord Ovest: 35,8 mila casi, 15,6% del totale; Nord Est: 18,3 mila, 12,5%), minori quelli relativi al Centro (9,5 mila casi pari al 6,7% del totale) e nel Mezzogiorno (11,6 mila casi, 5,1% del totale). DECESSI COVID. ITALIA, CIRCOSCRIZIONI E ABRUZZO. Anno 2020 (peso % su totale decessi per fasi pandemiche)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat Istituto Superiore di Sanità

L’Abruzzo riporta 1.238 decessi per Covid che corrispondono al 7,6%, valore più elevato di quello che si osserva al livello della circoscrizione di appartenenza. Sono soprattutto Pescara con 352 morti COVID e L’Aquila con 349 casi, in entrambe con un peso di poco superiore al 9%, a pagare il più alto tributo per decessi COVID. Chieti e Teramo si assestano su valori assoluti (rispettivamente 270 e 267 casi) e percentuali (5,6% e 7,1%) inferiori. Tutto il territorio nazionale mostra un’incidenza di decessi COVID pari allo zero nel corso 138


della fase prepandemica (gennaio-febbraio 2020) e nel complesso inferiore all’1% in quella di transizione. La rilevanza delle morti per tale causa sul totale dei decessi subisce importanti rialzi nelle due ondate pandemiche, rialzi che interessano soprattutto il Nord Ovest (I ondata: 27,4%; II ondata: 20,9%) e Nord Est (I ondata: 17,8%; II ondata: 24,8%), il primo colpito più pesantemente nel periodo marzo-maggio, il secondo tra ottobre e dicembre. I “lievi danni” da decessi da COVID riportati nel corso della prima ondata da Centro e Mezzogiorno (rispettivamente: 8,2% e 3,7%) si aggravano notevolmente nell’ultimo trimestre dell’anno (rispettivamente 15,8% e 14,4%). Per quanto riguarda l’Abruzzo si osserva che l’incidenza dei decessi da COVID su quelli totali si alza dal 10,4% della prima ondata al 17,1% della seconda. Nel primo dei suddetti periodi a “soffrire” maggiormente è la provincia di Pescara (21,0%), mentre l’Aquila, che resta pressoché indenne tra marzo e maggio, paga nel secondo periodo il prezzo più elevato (28,0%). DECESSI COVID. PROVINCE ABRUZZESI. Anno 2020 (peso % su totali decessi per fasi pandemiche).

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat Istituto Superiore di Sanità

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

139


140

9,8 10,4 10,3 8,7 10,5 11,5 9,7 10,0 10,7

-0,3 -1,3 -1,4 1,4 -2,1 -3,8 -1,0 -1,2 -2,4

Italia Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

Italia Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

-0,7 -1,7 -1,8 1,0 -2,1 -3,3 -1,3 -1,1 -2,7

10,2 10,8 10,8 9,1 10,7 11,4 10,3 10,1 11,0

9,2 9,0 10,1 8,6 8,1 9,0 9,1 8,4

9,5

2003

0,3 -0,4 -0,7 1,6 -1,5 -2,7 -0,4 -0,8 -2,1

9,5 9,9 10,1 8,5 10,2 11,0 9,6 10,0 10,3

9,6 9,4 10,1 8,7 8,2 9,2 9,2 8,2

9,7

2004

-0,2 -0,7 -1,1 0,9 -1,8 -3,4 -0,6 -0,9 -2,1

9,8 10,2 10,3 8,9 10,5 11,4 10,0 10,0 10,4

9,4 9,2 9,8 8,7 8,0 9,4 9,1 8,4

9,5

2005

0,0 -0,4 -0,7 1,0 -1,6 -3,0 -0,4 -0,6 -2,4

9,6 10,0 10,1 8,7 10,2 10,8 9,2 10,0 10,7

9,6 9,4 9,7 8,6 7,7 8,7 9,4 8,4

9,6

2006

-0,1 -0,4 -0,9 0,6 -1,7 -3,1 -0,8 -0,4 -2,5

9,7 10,0 10,2 9,1 10,5 11,2 9,9 9,8 11,0

9,7 9,4 9,6 8,8 8,2 9,0 9,4 8,5

9,6

2007

9,8 9,7 9,5 9,1 9,8 9,4 9,3 9,2 9,6 9,5 9,3 9,0 8,9 8,6 8,8 8,5 8,2 8,1 8,5 8,4 9,2 8,9 8,8 8,5 9,6 9,0 9,3 9,1 8,7 8,5 8,7 8,2 Tasso generico di mortalità 9,9 9,9 9,8 9,9 10,3 10,2 10,1 10,1 10,5 10,5 10,4 10,4 9,0 9,3 9,1 9,4 10,4 11,0 10,7 10,7 11,3 12,6 11,7 11,4 10,0 10,2 10,2 10,2 9,5 10,4 10,1 10,4 10,9 11,0 10,9 10,8 Tasso di crescita naturale -0,1 -0,4 -0,4 -0,8 -0,5 -0,5 -0,6 -0,9 -0,6 -1,0 -1,1 -1,2 0,6 0,2 0,2 -0,3 -1,5 -2,4 -1,9 -2,2 -3,1 -4,6 -3,1 -3,0 -0,7 -1,3 -1,4 -1,6 0,1 -1,4 -0,8 -1,3 -2,2 -2,4 -2,2 -2,7 -1,3 -1,5 -1,9 -0,8 -2,5 -3,1 -1,9 -2,0 -3,0

10,2 10,4 10,7 9,6 10,9 11,6 10,2 10,6 11,2

8,9 8,9 8,8 8,4 8,5 8,3 8,6 8,2

2009 2010 2011 2012 Tasso generico di natalità 9,7 9,6 9,4 9,1 8,9

2008

-1,4 -1,6 -1,8 -0,9 -2,7 -3,6 -2,1 -1,4 -3,7

10,0 10,2 10,4 9,4 10,8 11,6 10,4 9,9 11,3

8,5 8,6 8,5 8,1 8,0 8,4 8,6 7,6

8,5

2013

-1,6 -1,8 -2,0 -1,1 -2,9 -3,8 -2,2 -2,1 -3,4

9,9 10,1 10,3 9,5 10,8 11,5 10,2 10,5 11,1

8,3 8,3 8,4 7,9 7,7 8,0 8,4 7,7

8,3

2014

-2,7 -2,9 -3,2 -2,0 -3,9 -4,1 -3,6 -3,1 -4,6

10,8 11,0 11,1 10,3 11,6 12,0 11,3 11,1 12,0

8,0 7,9 8,2 7,7 7,8 7,8 8,0 7,5

8,1

2015

* stima Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

9,1 8,9 10,1 8,4 7,6 8,8 8,8 8,3

9,4

Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

Italia

2002

All. 3.1.1 TASSI DI NATALITÀ, MORTALITÀ E CRESCITA NATURALE. Italia, Ripartizioni territoriali e Abruzzo Anni 2002-2020 (val. per 1.000 abitanti)

-2,4 -2,6 -2,9 -1,7 -3,4 -4,3 -2,6 -2,3 -4,3

10,2 10,4 10,7 9,7 11,0 11,8 10,4 10,2 11,6

7,8 7,8 8,1 7,7 7,5 7,8 8,0 7,4

7,9

2016

-3,2 -3,4 -3,9 -2,5 -4,6 -4,8 -4,0 -3,8 -5,4

10,8 10,9 11,2 10,5 11,8 12,0 11,5 11,2 12,5

7,5 7,3 8,0 7,3 7,2 7,6 7,3 7,0

7,6

2017

-3,2 -3,6 -3,8 -2,4 -4,4 -4,7 -3,5 -4,0 -5,2

10,6 10,9 10,8 10,1 11,3 11,6 10,4 10,9 11,9

7,2 7,0 7,7 6,9 6,9 6,9 6,9 6,7

7,3

-3,6 -3,9 -4,3 -2,8 -4,7 -5,7 -4,3 -3,7 -5,1

10,6 10,8 10,8 10,2 11,3 12,0 10,9 10,6 11,5

7,0 6,5 7,4 6,6 6,3 6,7 6,8 6,4

7,0

-5,8 -7,0 -5,6 -4,2 -6,3 -6,6 -6,0 -5,5 -6,8

12,6 13,7 12,0 11,4 12,6 12,9 12,4 12,3 12,9

6,7 6,4 7,2 6,4 6,4 6,4 6,7 6,1

6,8

2018 2019 2020*


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

141

1,7 1,8 -3,1 1,4 -0,6 2,6 3,2 0,8

3,7 4,9 4,2 2,0 5,0 5,6 4,6 4,5 5,2

3,7 6,6 6,1 -1,2 6,4 5,0 7,2 7,6 6,0

Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

Italia Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

Italia Nord Centro Mezzogiorno Abruzzo L'Aquila Teramo Pescara Chieti

8,2 11,7 11,4 2,0 10,8 14,1 12,4 10,1 7,5

8,2 10,6 9,4 4,4 8,6 12,5 8,8 7,0 6,8

1,1 1,9 -2,4 2,1 1,6 3,5 3,1 0,7

0,0

2003

7,2 11,0 10,2 0,8 8,2 7,7 10,4 9,1 6,1

7,2 9,6 8,6 3,4 6,3 7,5 7,3 5,2 5,2

1,4 1,6 -2,6 1,9 0,1 3,1 3,8 0,9

0,0

2004

4,4 7,0 7,3 -0,4 6,3 5,9 9,4 8,6 2,5

4,4 5,8 5,7 1,9 3,8 4,0 5,9 3,7 2,0

1,1 1,7 -2,4 2,5 1,8 3,5 5,0 0,5

0,0

2005

3,8 5,9 7,1 -0,8 4,6 2,6 7,2 7,5 2,0

3,8 4,9 5,0 1,6 3,4 3,5 5,3 2,9 2,4

1,0 2,1 -2,5 1,2 -0,9 2,0 4,6 -0,4

0,0

2006

8,5 10,5 13,1 3,3 12,8 10,1 13,1 16,1 12,0

8,5 9,6 11,4 5,4 10,8 11,3 11,3 10,5 10,3

0,9 1,7 -2,1 2,0 -1,1 1,8 5,7 1,7

0,0

2007

1,4 0,5 0,7 1,2 1,5 1,4 1,3 1,2 -2,6 -1,5 -1,6 -2,3 1,6 1,0 0,7 0,8 -0,3 -1,3 -0,9 -1,5 2,2 1,3 0,1 0,8 4,1 3,3 3,8 2,3 0,6 0,6 0,1 1,4 Tasso migratorio con l'estero 7,2 4,9 4,7 3,4 8,4 5,4 5,1 3,4 10,1 7,3 6,1 4,4 4,0 3,0 3,5 2,8 7,9 4,6 3,6 3,1 7,6 3,7 5,0 4,8 9,9 6,2 3,0 2,7 7,5 5,4 3,6 2,5 7,1 3,3 2,8 2,8 Tasso migratorio totale 7,2 4,9 4,7 3,4 9,8 5,9 5,8 4,6 11,6 8,6 7,4 5,6 1,4 1,5 1,9 0,5 9,5 5,5 4,3 4,0 7,2 2,3 4,1 3,3 12,2 7,6 3,1 3,5 11,6 8,6 7,3 4,8 7,7 3,9 2,9 4,2

2009 2010 2011 Tasso migratorio interno 0,0 0,0 0,0 0,0

2008

4,2 5,9 9,2 -1,0 3,2 3,3 3,8 4,0 2,1

4,2 4,4 6,5 2,5 3,4 5,3 3,7 2,9 2,2

1,4 2,7 -3,5 -0,2 -2,0 0,0 1,0 -0,1

0,0

2012

2,6 4,1 5,5 -1,2 0,7 1,5 0,2 2,2 -0,7

2,6 2,8 3,7 1,7 1,6 2,8 1,0 2,1 0,8

1,4 1,8 -2,8 -0,9 -1,3 -0,8 0,1 -1,5

0,0

2013

0,8 1,6 2,7 -1,5 -0,2 -1,1 0,7 0,7 -0,8

0,8 0,4 1,4 0,9 0,7 1,1 1,2 0,4 0,3

1,3 1,4 -2,5 -0,9 -2,3 -0,6 0,4 -1,2

0,0

2014

0,5 1,4 2,6 -2,0 -1,1 -1,9 -0,8 -0,4 -1,2

0,5 -0,1 1,4 0,7 -0,1 0,6 0,0 -1,0 0,0

1,5 1,2 -2,7 -1,0 -2,5 -0,8 0,7 -1,2

0,0

2015

* stima Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

0,0

Italia

2002

All.. 3.1.2 TASSI MIGRATORI INTERNO, ESTERO E TOTALE. Italia, Ripartizioni territoriali e Abruzzo Anni 2002-2020 (val. per 1.000 abitanti)

0,7 2,2 2,8 -2,4 -0,7 -0,8 0,5 0,1 -2,1

0,7 0,5 1,6 0,6 0,5 1,8 1,1 -0,9 0,3

1,8 1,2 -3,0 -1,2 -2,6 -0,5 1,0 -2,4

0,0

2016

1,0 3,1 2,3 -2,5 -1,5 -0,8 -1,9 -2,3 -0,9

1,0 1,1 1,3 0,8 0,7 2,6 0,4 -0,7 0,7

2,1 0,9 -3,3 -2,2 -3,4 -2,2 -1,7 -1,5

0,0

1,2 4,2 2,0 -3,3 0,3 -1,2 1,6 1,9 -1,0

1,2 1,5 1,5 0,6 1,5 1,6 2,5 0,8 1,3

2,6 0,6 -3,9 -1,2 -2,8 -0,9 1,1 -2,3

0,0

0,4 3,2 0,7 -3,8 -0,8 -3,1 -0,5 -0,3 0,2

2,6 3,2 3,6 1,1 2,4 2,6 2,9 2,7 1,5

2,4 0,4 -3,5 -1,0 -2,4 -1,7 0,4 -0,5

0,0

2017 2018 2019

-0,7 0,9 -0,8 -2,9 -0,5 -1,9 -0,9 0,2 0,3

1,3 1,6 1,9 0,6 1,0 1,3 1,3 0,9 0,7

1,5 0,7 -2,4 0,4 -0,5 -0,4 1,8 0,5

0,0

2020*



3.2 I “BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA” IN ABRUZZO: CARATTERI DEMOGRAFICI ED ECONOMICI 3.2.1 INTRODUZIONE Il concetto di sostenibilità, che da qualche decennio permea ogni attività umana, ha trovato declinazione anche in ambito turistico nel quale ha contribuito alla manifestazione di nuove tendenze e nuove tipologie di turismo. Oltre al turista interessato a destinazioni, strutture e attività standard, protagonista del forte sviluppo del turismo di massa dei decenni passati, recentemente si è diffusa sempre più la figura del turista interessato agli aspetti più identitari e peculiari delle comunità e dei territori visitati che possono rendere possibili esperienze uniche e irripetibili. Tale tendenza è stata interpretata anche come reazione al fenomeno della globalizzazione, cioè una risposta all’uniformizzazione e standardizzazione culturale, degli stili di vita e dei paesaggi attraverso la valorizzazione del patrimonio identitario delle tradizioni e della cultura materiale e immateriale dei luoghi e delle comunità, cioè quello che viene definito “heritage”. Sono così divenute sempre più popolari alcune forme specifiche di turismo quali, tra gli altri, il turismo esperienziale e il turismo nei borghi. Esse, dal punto di vista dei territori e delle comunità, costituiscono un’occasione per la tutela delle tipicità la cui sopravvivenza è in pericolo e per la valorizzazione di peculiarità storiche, culturali e architettoniche minori, spesso sconosciute ai più. Inoltre, possono divenire opportunità e strumento di sviluppo economico, o almeno di ripresa, soprattutto in territori, quali le aree interne, che hanno vissuto nel passato, e anche nel momento attuale, lunghi periodi di crisi demografiche ed economiche. Una delle iniziative esemplificative di tale tendenza è l’Associazione “I borghi più belli d’Italia”, costituita nel 2001 su iniziativa dei sindaci di alcuni piccoli comuni aderenti alla Consulta Nazionale del Turismo dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani). Lo scopo dell’Associazione è, secondo lo statuto, la valorizzazione del grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani, in gran parte emarginati dai principali flussi di turisti e visitatori, che altrimenti andrebbe irrimediabilmente perso. L’attività dell’Associazione risulta importante per rispondere in maniera concreta allo spopolamento e al degrado dei piccoli centri. L’adesione all’Associazione e l’ottenimento della certificazione è subordinata al soddisfacimento di una serie di criteri: popolazione del borgo antico del comune, o della frazione, inferiore a 2.000 abitanti; popolazione del comune non superiore a 15.000 abitanti; esistenza di un patrimonio architettonico e/o naturale certificato da documenti in possesso del Comune con prevalenza degli edifici storici sul totale e presenza di un complesso esteticamente omogeneo con qualità urbanistica ed architettonica; programmazione di attività di valorizzazione, sviluppo, promozione e animazione del proprio patrimonio. 3.2.2 I BORGHI PIÙ BELLI IN ABRUZZO I comuni italiani appartenenti all’Associazione “Borghi più belli d’Italia” sono 307 e costituiscono il 3,9% dei 7.903 comuni italiani. Un primo sguardo sintetico sui comuni abruzzesi appartenenti all’Associazione vede 24 partecipanti, un numero che pone la regione al terzo posto, a pari merito con la Liguria, nella classifica italiana nella quale primeggiano Umbria e Marche, appaiate al primo posto con 28 Borghi, e Toscana, in seconda posizione con 26. Se si considera per ogni regione la quota che i Borghi rappresentano sul totale dei comuni, ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

143


l’Abruzzo scende al quinto posto nella relativa classifica nazionale, con una percentuale che sfiora l’8%, valore nettamente inferiore alla prima posizione dell’Umbria (30,4%) ma non molto lontano da quelli di Marche (12,3%), Liguria (10,3%) e Toscana (9,5%). Tab. 3.2.1 COMUNI APPARTENENTI ALL’ASSOCIAZIONE “BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA” PER REGIONE (val. ass. e peso % su totale comuni) Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-A. A. Veneto Friuli-V. G. Liguria Emilia-R. Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA

Borghi

Comuni

Peso %

15 1 21 11 10 13 24 14 26 28 28 22 24 4 11 12 7 15 21 6 307

1.181 74 1.506 282 563 215 234 328 273 92 227 378 305 136 550 257 131 404 390 377 7.903

1,3 1,4 1,4 3,9 1,8 6,0 10,3 4,3 9,5 30,4 12,3 5,8 7,9 2,9 2,0 4,7 5,3 3,7 5,4 1,6 3,9

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati https://borghipiubelliditalia.it

Con maggiore dettaglio territoriale si osserva che la loro distribuzione tra le province abruzzesi premia L’Aquila che, con i suoi 12 Borghi, mostra un valore triplo rispetto a quelli di ognuna delle altre province abruzzesi e rappresenta la metà dei Borghi dell’intera regione. L’Aquila, inoltre, registra un peso percentuale dei Borghi sul totale dei comuni pari all’11,1%, notevolmente superiore a quello medio regionale (7,9%). Quest’ultimo viene Tab. 3.2.2 COMUNI ABRUZZESI APPARTENENTI ALL’ASSOCIAZIONE “BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA” PER PROVINCIA (val. ass. e peso % su totale comuni) Province

Borghi

Comuni

Peso %

L'Aquila Teramo Pescara Chieti Abruzzo

12 4 4 4 24

108 47 46 104 305

11,1 8,5 8,7 3,8 7,9

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Associazione Borghi più belli d’Italia e Istat

144


leggermente superato anche da Teramo (8,5%) e Pescara (8,7%) mentre Chieti è molto distante (3,8%). Dal punto di vista territoriale i Borghi si concentrano nella zona altimetrica della Montagna interna che ne accoglie 15 (62,5% del totale). La Collina interna ne ospita sette (29,2%) mentre sono ubicati nella Collina litoranea solo due Borghi (8,3%). Nella Collina interna il peso percentuale che i Borghi rappresentano sul totale dei comuni è particolarmente elevato (10,6%), superiore alla media regionale (7,9%) e ai valori delle altre zone altimetriche. Tab. 3.2.3 COMUNI ABRUZZESI APPARTENENTI ALL’ASSOCIAZIONE “BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA” PER ZONA ALTIMETRICA (val. ass. e peso % su totale comuni) Zona altimetrica

Borghi

Comuni

Peso % Borghi

15

166

9,0

62,5

Collina interna

7

66

10,6

29,2

Collina litoranea

2

73

2,7

8,3

24

305

7,9

100,0

Montagna interna

Totale

Peso % Borghi per ZA

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Associazione Borghi più belli d’Italia e Istat

E’ da rilevare, inoltre, che 15 dei Borghi abruzzesi (62,5%) ricadono nel territorio delle aree naturali protette, considerando che due appartengono al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, sei al Parco Nazionale del Gran Sasso d’Italia e Monti della Laga e sette al Parco Nazionale della Maiella. Fig. 3.2.1 COMUNI ABRUZZESI APPARTENENTI ALL’ASSOCIAZIONE “BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA” Codice Comune 7 Abbateggio 19 Anversa degli Abruzzi 17 Bugnara 2 Campli 8 Caramanico Terme 12 Casoli 13 Castel del Monte 4 Castelli 5 Città Sant’Angelo 1 Civitella del Tronto 10 Guardiagrele 15 Navelli 24 Opi 18 Pacentro 6 Penne 23 Pescocostanzo 20 Pettorano sul Gizio 3 Pietracamela 9 Pretoro 11 Rocca San Giovanni 14 Santo Stefano di Sessanio 22 Scanno 16 Tagliacozzo 21 Villalago

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Associazione Borghi più belli d’Italia

Riguardo alla data di ammissione all’Associazione si osserva che negli anni immediatamente successivi alla sua fondazione, avvenuta nel 2001, le iscrizioni dei comuni abruzzeECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

145


si sono state numerose mentre a partire dal 2014 sono sensibilmente diminuite, attestandosi su una sola ammissione per biennio. Fig. 3.2.2 NUMERO DI COMUNI ABRUZZESI AMMESSI ALL’ASSOCIAZIONE “BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA” PER ANNO.

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Associazione Borghi più belli d’Italia

3.2.3 LA POPOLAZIONE Dal punto di vista demografico i 24 Borghi più belli abruzzesi mostrano una dimensione molto limitata che in media supera lievemente i 3.000 abitanti (3.079), grandezza che rispecchia uno dei criteri richiesti per l’ammissione all’Associazione. Tale valore risente, comunque, della presenza di Città Sant’Angelo e Penne, unici due comuni che, secondo le stime più recenti dell’Istat, superano i 10.000 abitanti (rispettivamente 14.829 e 11.716 al 31 dicembre 2020) ma rimangono al di sotto del previsto limite demografico massimo di 15.000 abitanti. Se si distinguono i Borghi abruzzesi per classi di dimensione demografica si osserva che il 37,5% (9) di essi non supera i 1.000 abitanti e la stessa quota è rappresentata da quelli con popolazione compresa tra 1.000 e 5.000 residenti. I Borghi che superano i 5.000 abitanti sono solo 6 e rappresentano più del 70% della popolazione interessata. Tab. 3.2.4 COMUNI ABRUZZESI APPARTENENTI ALL’ASSOCIAZIONE “BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA” PER CLASSE DI DIMENSIONE DEMOGRAFICA AL 31 DICEMBRE 2020 (val. ass., peso % per classe demografica) Classe dimensionale

Numero

Popolazione

Peso % numero

fino a 1.000 abitanti

9

3.754

37,5

Peso % popolazione 5,1

da 1.000 a 5.000 abitanti

9

16.268

37,5

22,0

da 5.000 a 10.000 abitanti

4

27.326

16,7

37,0

più di 10.000 abitanti

2

26.545

8,3

35,9

24

73.893

100,0

100,0

Totale

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

146


La struttura della popolazione dei Borghi abruzzesi può essere analizzata utilizzando l’indice di vecchiaia, cioè il numero di anziani (abitanti di età superiore a 65 anni) ogni 100 giovani (abitanti di età inferiore a 15 anni). Al 1° gennaio 2020 i Borghi abruzzesi registrano mediamente 223 anziani su 100 giovani, valore superiore a quello regionale (198,5). Il valore dei Borghi è, quindi, indicativo di una popolazione in media più anziana rispetto a quella regionale, sebbene sia influenzato da quello particolarmente favorevole di Città Sant’Angelo (134,3) che emerge come Borgo più giovane, confermando così la sua diversità rispetto agli altri per posizione geografica, struttura ed evoluzione demografica, caratteri territoriali ed economici. Nel corso del decennio considerato il processo di invecchiamento risulta evidente per il sensibile aumento subito dall’indice di vecchiaia che nei Borghi è cresciuto in misura maggiore rispetto a quanto accaduto in generale nell’Abruzzo. In particolare, si osserva che tale peggioramento è avvenuto nei Borghi di tutte le classi di dimensione demografica con la sola eccezione di quelli con popolazione compresa tra 1.000 e 5.000 abitanti. Tab. 3.2.5 INDICE DI VECCHIAIA DEI COMUNI ABRUZZESI E DEI BORGHI PIÙ BELLI ABRUZZESI PER CLASSE DI DIMENSIONE DEMOGRAFICA. Anni 2008 e 2020 2008

2020

Borghi più belli abruzzesi

175,1

223,5

fino a 1.000 abitanti

343,8

406,7

da 1.000 a 5.000 abitanti

221,2

216,9

da 5.000 a 10.000 abitanti

191,3

219,4

più di 10.000 abitanti

126,1

171,6

Abruzzo

161,6

198,5

fino a 1.000 abitanti

316,1

355,9

da 1.000 a 5.000 abitanti

187,6

217,4

da 5.000 a 10.000 abitanti

149,0

183,3

più di 10.000 abitanti

146,7

186,5

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

L’andamento demografico dell’ultimo decennio, mostra una tendenza in calo considerando che dal 2008 al 2020 la popolazione totale dei comuni abruzzesi attualmente appartenenti ai “Borghi più belli d’Italia” è diminuita di circa il 6%, risultato peggiore di quello regionale (-1,6%). In particolare, se si considerano le singole classi dimensionali si osserva che i Borghi più piccoli (<1.000 abitanti) diminuiscono la loro popolazione in maniera più leggera dei comuni abruzzesi con le stesse dimensioni (rispettivamente -6,4% e -12,3%) mentre per le altre classi la flessione demografica dei Borghi è più pesante di quella dei comuni in generale. Scendendo al dettaglio dei singoli Borghi si nota che solo 2 hanno registrato un incremento della popolazione nel decennio considerato (Pettorano sul Gizio: +4,4% da 1.326 a 1.385 abitanti; Città Sant’Angelo: +6,8% da 13.890 a 14.829 abitanti). Nel caso di Città Sant’Angelo questa crescita si inscrive nel generale andamento demograECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

147


fico positivo che caratterizza ormai da tempo i comuni della fascia costiera e, in particolare, quelli della corona della città di Pescara, mentre il caso di Pettorano sul Gizio emerge nell’ambito della Conca Peligna interamente in fase di flessione demografica. Gli unici altri Borghi il cui andamento demografico è risultato migliore della media degli altri comuni abruzzesi della stessa classe demografica sono Santo Stefano di Sessanio (-10,8%), Castel del Monte (-0,7%) e Navelli (-7,1%) per la classe con meno di 1.000 abitanti (-12,3%) e Rocca San Giovanni (-2,5%) per quella con 1.000-5.000 abitanti (-4,8%). Gli altri Borghi diminuiscono tutti più dei comuni con le stesse caratteristiche di dimensione demografica.

Tab. 3.2.6 POPOLAZIONE DEI COMUNI ABRUZZESI E DEI BORGHI PIÙ BELLI ABRUZZESI PER CLASSE DI DIMENSIONE DEMOGRAFICA Anni 2008 e 2020 e var. % 2020-2008 Borghi più belli abruzzesi

2008

2020

var. % 2020-2008

78.780

73.893

-6,2

fino a 1.000 abitanti

15.832

14.819

-6,4

da 1.000 a 5.000 abitanti

45.601

43.349

-4,9

da 5.000 a 10.000 abitanti

16.514

15.046

-8,9

833

679

-18,5

1.306.029

1.285.256

-1,6

186.100

163.199

-12,3

più di 10.000 abitanti Abruzzo fino a 1.000 abitanti da 1.000 a 5.000 abitanti

186.744

177.841

-4,8

da 5.000 a 10.000 abitanti

174.954

171.957

-1,7

più di 10.000 abitanti

758.231

772.259

1,9

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

In particolare, si nota che molti dei Borghi i cui andamenti demografici sono positivi o migliori della media dei comuni con stesse caratteristiche sono ricompresi tra i tredici comuni ammessi all’Associazione nel periodo immediatamente dopo la sua fondazione, cioè tra il 2003 e il 2007. Nell’analisi dell’andamento demografico bisogna distinguere il movimento naturale da quello migratorio. A questo riguardo si osserva che il tasso di crescita naturale nei Borghi è sempre negativo e peggiore di quello abruzzese e, in particolare, il tasso di natalità (numero di nati in un anno rapportato alla popolazione media di quell’anno per mille) è sempre inferiore a quello abruzzese e risulta in diminuzione nel corso del decennio considerato. Riguardo al movimento migratorio, si osserva che il tasso di crescita migratoria, che nel 2008 era positivo grazie alla prevalenza degli iscritti sui cancellati, durante il periodo considerato è risultato in forte calo per il sensibile calo degli iscritti e il lieve aumento dei cancellati cosi che nel 2019 ha raggiunto un valore sensibilmente peggiore rispetto alla media dei comuni abruzzesi. In particolare, si è assistito all’aumento del tasso di emigratorietà (rapporto tra numero di cancellati nell’anno e popolazione media dell’anno per mille). 148


Tab. 3.2.7 ALCUNI INDICATORI DEL BILANCIO DEMOGRAFICO DEI COMUNI ABRUZZESI E DEI BORGHI PIÙ BELLI ABRUZZESI. Anni 2008 e 2019 tasso di natalità

tasso di emigratorietà

tasso di crescita naturale

tasso di crescita migratoria

Borghi più belli abruzzesi

8,1

27,4

Abruzzo

9,0

-3,3

9,5

28,8

-1,5

7,7

2008

2019 Borghi più belli abruzzesi

5,7

29,8

-7,3

-2,1

Abruzzo

6,6

29,9

-4,7

-0,8

tasso tasso tasso tasso

di di di di

natalità: rapporto tra numero di nati vivi nell’anno e la popolazione media dell’anno per mille emigratorietà: rapporto tra numero di cancellati nell’anno e la popolazione media dell’anno per mille crescita naturale: rapporto tra saldo naturale dell’anno e popolazione media dell’anno per mille crescita migratoria: rapporto tra saldo migratorio dell’anno e popolazione media dell’anno per mille

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

3.2.4 L’ECONOMIA La struttura economica dei Borghi abruzzesi, analizzata attraverso i dati resi disponibili dal Registro delle Imprese delle Camere di Commercio e in particolare dalla banca dati Stockview-Infocamere, si basa su un complesso di 9.614 unità locali attive, che costituiscono solo il 6,2% del totale regionale. Rapportando tale consistenza alla popolazione residente, operazione necessaria per rendere confrontabili situazioni tanto differenti, si registra che nei Borghi abruzzesi il numero di unità locali per 1.000 abitanti, che potremmo assimilare al “tasso di imprenditorialità1”, raggiunge le 130 unità, lievemente superiori alle 121 rilevate nella media dei comuni abruzzesi. Considerando il peso dei diversi settori di attività economica si osserva che nei Borghi abruzzesi il peso delle unità locali operanti nell’agricoltura, nella manifattura e nell’alloggio e ristorazione (rispettivamente 23,8%, 10,4%, 9,7%) è maggiore rispetto ai corrispondenti valori registrati a livello regionale (rispettivamente 17,4%, 9,5%, 8,8%). Al contrario, le unità locali del commercio pesano (24,4%) meno che nella media dei comuni abruzzesi (26,6%). L’andamento della struttura imprenditoriale dei Borghi abruzzesi tra 2008 e 2020 ha visto un calo dell’1,0% delle unità locali attive rispetto all’aumento dello 0,3% rilevato nella generalità dei comuni della regione. In particolare, tra i principali settori economici, si osserva che nei Borghi quelle operanti nell’agricoltura e nelle attività manifatturiere diminuiscono (rispettivamente -17,2% e -16,1%) in misura più leggera rispetto alla media abruzzese (-19,3% e -18,9%) mentre nelle costruzioni calano (-8,2%) di più rispetto all’Abruzzo (-7,4%). Riguardo alle attività dei servizi, quelli commerciali vedono nei Borghi un aumento delle unità locali (+0,4%) in controtendenza rispetto al calo osservato nella generalità dei comuni abruzzesi. Anche i servizi turistici aumentano nei Borghi ma le unità locali che forniscono alloggio e ristorazione crescono (+29,6%) in misura inferiore a quanto osservato nella media dei comuni abruzzesi (+48,8%). 1

Il tasso di imprenditorialità è costituito dal rapporto tra imprese e popolazione residente per 1.000.

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

149


Tab. 3.2.8 UNITÀ LOCALI ATTIVE NEI COMUNI ABRUZZESI E NEI BORGHI PIÙ BELLI ABRUZZESI. Anni 2008 e 2020 e var. % 2020-2008 per principali settori di attività economica Totale Borghi abruzzesi Comuni abruzzesi

variazioni % 2020-2008

2008

2020

Agricolt.

Manifatt.

Costruz.

Comm.

All. rist.

Totale

9.713

9.614

-17,2

-16,1

-8,2

0,4

29,6

-1,0

154.772 155.225

-19,3

-18,9

-7,4

-1,9

48,8

0,3

Fonte: elaborazione CRESA - Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere - Stockview

In particolare, a maggiore livello di dettaglio territoriale, i comuni che emergono per una più consistente struttura imprenditoriale sono dal punto di vista assoluto, come ben facilmente intuibile, Città Sant’Angelo e Penne, grazie alla loro dimensione demografica maggiore rispetto alla generalità dei Borghi. Dal punto di vista relativo, considerando Tab. 3.2.9 UNITÀ LOCALI ATTIVE NEI BORGHI PIÙ BELLI ABRUZZESI. Anni 2008 e 2020 e var. % 2020-2008 per principali settori di attività economica Totale

variazioni % 2020-2008

2008

2020

Agricolt.

Abbateggio

50

36

-43,8

Anversa degli A.

28

43

28,6

Bugnara

Manifatt.

Costruz.

Comm.

All. rist.

Totale

-14,3

-57,1

25,0

-28,0

0,0

40,0

0,0

100,0

53,6 -18,0

89

73

-32,1

0,0

-37,5

-7,7

-44,4

Campli

952

897

-6,6

-24,2

-3,6

-15,5

53,8

-5,8

Caramanico Terme

268

225

-37,3

20,0

-25,6

-12,1

-11,3

-16,0

Casoli

994

864

-23,4

-31,5

-7,1

-14,5

90,5

-13,1

63

70

70,0

0,0

10,0

-23,5

6,3

11,1

210

187

3,9

-18,3

0,0

-36,8

25,0

-11,0

Citta' Sant'Angelo

1.605

1.913

-6,4

2,0

2,5

32,0

27,8

19,2

Civitella del Tronto

602

628

-6,0

-3,7

-16,1

-1,9

25,0

4,3

1.143

976

-45,3

-28,9

-0,8

-15,0

50,0

-14,6

Castel del Monte Castelli

Guardiagrele Navelli

81

86

9,8

40,0

0,0

-28,6

50,0

6,2

Opi

58

51

-25,0

-25,0

0,0

-27,3

-23,5

-12,1

111

102

14,3

-62,5

-26,1

-7,4

27,3

-8,1

1.434

1.385

-10,3

-12,1

-21,9

1,0

27,9

-3,4

177

208

-5,9

-21,1

-5,0

37,9

26,5

17,5

Pacentro Penne Pescocostanzo Pettorano sul Gizio

71

86

4,8

50,0

5,9

26,7

-8,3

21,1

Pietracamela

53

61

100,0

100,0

0,0

-50,0

0,0

15,1

Pretoro

187

165

-50,0

-14,9

-50,0

-6,5

14,8

-11,8

Rocca S. Giovanni

508

476

-27,3

-16,3

-9,1

5,3

84,8

-6,3

54

56

12,5

66,7

100,0

0,0

15,8

3,7

Scanno

S. Stefano di S.

212

237

20,0

-31,6

-10,8

-7,3

33,3

11,8

Tagliacozzo

705

718

-30,7

-12,7

3,4

-5,4

49,1

1,8

58

71

0,0

14,3

-42,9

6,7

55,6

22,4

Villalago

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Infocamere - Stockview

150


il tasso di imprenditorialità, cioè il numero di unità locali attive ogni 1.000 abitanti, si osserva che spiccano Pietracamela e Santo Stefano di Sessanio con valori più che doppi della media dei Borghi (rispettivamente 271 e 483) ai quali si aggiungono Rocca San Giovanni e Pretoro. Bisogna rilevare, comunque, che i due terzi dei Borghi, generalmente quelli che hanno una tradizione turistica ben consolidata, mostrano risultati superiori non solo alla media dei comuni abruzzesi ma anche a quella dei Borghi. Dal punto di vista diacronico, si evidenzia che tra il 2008 e il 2020 la metà dei Borghi ha visto indebolirsi la struttura imprenditoriale con un calo del numero di unità locali attive che è stato generalmente più pesante del 10%. e che ha raggiunto il valore più preoccupante ad Abbateggio (-28%). L’altra metà dei Borghi, al contrario, ha visto il rafforzamento del sistema imprenditoriale che ha raggiunto un incremento percentuale notevole ad Anversa degli Abruzzi (+53,6%) e superato il +20% a Villalago (+22,4%) e Pettorano sul Gizio (+21,1%). 3.2.5 IL TURISMO Le strutture turistiche dei comuni abruzzesi appartenenti all’Associazione “Borghi più belli d’Italia” a fine 2020 contano 361 esercizi ai quali corrisponde un totale di 11.190 posti letto. In particolare sono 83 quelli alberghieri e 278 quelli extralberghieri con una prevalenza dei secondi (77,0%) leggermente maggiore rispetto a quella rilevata mediamente per la regione (76,2%). Anche riguardo ai posti letto si osserva una prevalenza di quelli extralberghieri (6.504) rispetto agli alberghieri (4.686) con un peso percentuale (58,1%) anche in questo caso leggermente maggiore di quello riscontrato nella regione (56,4%). Nel corso del periodo considerato la dotazione turistica dei Borghi abruzzesi è aumentata come numero sia di esercizi (+33,2%) sia di posti letto (+6,9%) ma ha mostrato una crescita più leggera dei corrispondenti valori regionali (+61,5% e +9,9%). In base agli ultimi dati disponibili relativi a fine 2020, la densità delle infrastrutture turistiche nel complesso dei Borghi abruzzesi (numero di posti letto su 100 abitanti) è sensibilmente superiore alla media regionale (15,1 rispetto a 9,0) con un incremento tra 2008 e 2019 maggiore rispetto a quello verificatosi mediamente in Abruzzo. Tab. 3.2.10 ESERCIZI RICETTIVI E POSTI LETTO NEI COMUNI ABRUZZESI E NEI BORGHI PIU’ BELLI ABRUZZESI. Anni 2008 e 2020 2008

2020

Var. % 2008-20

Posti letto /100 ab.

Esercizi

Posti letto

Esercizi

Posti letto

Esercizi

Posti letto

2008

2020

Borghi abruzzesi

271

10.463

361

11.190

33,2

6,9

13,3

15,1

Comuni abruzzesi

2.034

105.202

3.284

115.618

61,5

9,9

8,1

9,0

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Regione Abruzzo - Assessorato al Turismo

Gli ultimi dati disponibili per comune, relativi a fine 2020, mostrano che le infrastrutture turistiche nei Borghi sono particolarmente numerose Città Sant’Angelo (44 unità da considerare sempre tenendo conto che il comune si differenzia rispetto agli altri per dimensione, ubicazione e vocazione turistica balneare) insieme con Caramanico Terme (33), Scanno

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

151


(31) e Pescocostanzo (30) nei quali la presenza di attività turistiche è di gran lunga precedente all’ammissione all’Associazione. La densità di posti letto per 100 abitanti premia nel 2020, così come accadeva anche nel 2008, comuni di piccola taglia demografica specializzati nel turismo invernale e naturalistico. Tab. 3.2.11 ESERCIZI RICETTIVI E POSTI LETTO NEI BORGHI PIU’ BELLI ABRUZZESI. Anni 2008 e 2020 2008

2020

Var. % 2008-20

Posti letto /100 ab.

Esercizi

Posti letto

Esercizi

Posti letto

Esercizi

Posti letto

2008

Abbateggio

8

106

9

110

12,5

3,8

23,2

2020 30,3

Anversa degli A.

8

85

5

63

-37,5

-25,9

22,5

19,9

Bugnara

1

63

3

74

200,0

17,5

5,7

7,0

Campli

8

116

7

73

-12,5

-37,1

1,6

1,1 56,3

36

1.216

33

1.070

-8,3

-12,0

60,2

Casoli

Caramanico Terme

4

28

7

45

75,0

60,7

0,5

0,8

Castel del Monte

3

134

7

119

133,3

-11,2

30,2

27,0

7

47

8

91

14,3

93,6

3,7

9,1

Città Sant'Angelo

Castelli

29

846

44

991

51,7

17,1

6,1

6,7

Civitella del Tronto

13

260

13

274

0,0

5,4

4,8

5,9

Guardiagrele

7

149

15

177

114,3

18,8

1,6

2,0

Navelli

3

27

7

76

133,3

181,5

4,7

14,2

12

577

12

818

0,0

41,8

129,7

215,8

8

61

13

99

62,5

62,3

4,9

8,8

Penne

12

252

24

286

100,0

13,5

2,0

2,4

Pescocostanzo

22

481

30

572

36,4

18,9

41,4

51,5

Opi Pacentro

Pettorano sul Gizio Pietracamela

2

26

8

95

300,0

265,4

2,0

6,9

12

608

14

701

16,7

15,3

204,0

311,6

Pretoro

11

960

12

475

9,1

-50,5

91,6

55,0

Rocca S. Giovanni

10

464

16

588

60,0

26,7

19,7

25,6

S. Stefano di S.

15

171

14

434

-6,7

153,8

131,5

374,1

Scanno

23

885

31

826

34,8

-6,7

44,2

47,2

Tagliacozzo

13

1.711

20

1.655

53,8

-3,3

24,8

25,3

4

1.190

9

1.478

125,0

24,2

195,4

287,0

Villalago

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Regione Abruzzo - Assessorato al Turismo

Il movimento turistico dei comuni abruzzesi appartenenti all’Associazione “Borghi più belli d’Italia” a fine 2019 ha fatto registrare 140.961 arrivi e 310.473 presenze (pernottamenti). In particolare, gli esercizi alberghieri prevalgono nettamente rispetto a quelli extralberghieri come percentuale sia di arrivi che di presenze. Durante il periodo considerato il movimento turistico nei Borghi è diminuito, con una flessione tra il 2008 e il 2019 del 36,8% delle presenze, a causa di fattori che l’hanno colpito più duramente rispetto all’intero territorio abruzzese (-17,7%) come le crisi sismiche del 2009 e del 2016 e le ripetute avverse condizioni meteorologiche. Tra il 2017 e il 2019, invece, il 152


turismo nei Borghi è cresciuto segnando un +4,9% di pernottamenti contro il -0,2% dell’intero Abruzzo, testimonianza del crescente interesse verso questa particolare tipologia di destinazione turistica che consente esperienze originali con il contatto diretto con tradizioni peculiari in località dalle caratteristiche ambientali, storiche e architettoniche fuori dall’ordinario. Tale andamento è stato poi interrotto nel 2020 quando la pandemia da Covid-19 e le restrizioni adottate per circoscriverne la diffusione, quali le limitazioni alla mobilità delle persone e la chiusura della gran parte delle attività economiche nei periodi del lockdown primaverile e della fase pandemica autunnale, si sono abbattute in misura pesante sul turismo. Per questo motivo alla fine del 2020 le presenze nei Borghi abruzzesi sono arrivate a sfiorare le 224mila unità con un calo di quasi 87.000 turisti (pari al -27,9%), comunque meno pesante di quello riscontrato mediamente nella regione (-35,1%). La minore entità della flessione è legata presumibilmente al fatto che i Borghi sono stati considerati, ancor più di quanto accaduto all’intero Abruzzo, mete turistiche appetibili perché percepite più sicure grazie al limitato numero dei contagi e alla loro prossimità rispetto alle località di provenienza dei maggiori flussi nazionali. In base ai dati relativi a fine 2019, la densità del movimento turistico nel complesso dei Borghi abruzzesi rispetto alla popolazione (numero di presenze su 100 abitanti) risulta lievemente inferiore alla media regionale (414,9 rispetto a 475,4) con una flessione tra il 2008 e il 2019 più pesante rispetto a quella verificatosi mediamente in Abruzzo. Tab. 3.2.12 PRESENZE TOTALI NEGLI ESERCIZI RICETTIVI NEI COMUNI ABRUZZESI E NEI BORGHI PIÙ BELLI ABRUZZESI. Anni 2008 e 2019 presenze totali

var. %

presenze / 100 ab.

2008

2019

2008 - 19

2008

2019

Borghi abruzzesi

490.944

310.473

-36,8

623,2

414,9

Comuni abruzzesi

7.475.444

6.150.952

-17,7

572,4

475,4

Fonte: elaborazione CRESA - Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Regione Abruzzo - Assessorato al Turismo

Con maggiore livello di dettaglio territoriale il Borgo che a fine 2019 risalta per numerosità delle presenze è Città Sant’Angelo con un valore (71.276) che però include l’intero territorio comunale compresa la zona a ridosso della costa ed esterna al borgo antico. Emergono anche Rocca San Giovanni (38.543), Caramanico Terme (29.863), Scanno (28.818). Dal punto di vista della densità delle presenze sulla popolazione residente, al contrario, si distinguono, in particolare, Pietracamela (9.199), Santo Stefano di Sessanio (7.667), Villalago (3.564) comuni molto piccoli, con meno di mille abitanti, che pur avendo registrato un sensibile calo delle presenze nel corso del periodo considerato, emergono comunque rispetto alla media dei Borghi e alla media regionale. Anche dal punto di vista comunale nel 2020 sono evidenti pesanti ripercussioni dell’epidemia da Covid-19, considerando il fatto che la maggior parte dei Borghi abruzzesi ha subito un pesante calo delle presenze e solo pochi (Abbateggio, Anversa degli Abruzzi, Campli, Casoli, Castel del Monte, Opi e Pacentro), e quasi tutti ubicati nei territori dei parchi nazionali abruzzesi, hanno registrato incrementi. ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

153


Tab. 3.2.13 PRESENZE TOTALI NEGLI ESERCIZI RICETTIVI NEI BORGHI PIÙ BELLI ABRUZZESI. Anni 2008 e 2019 presenze totali

var. %

presenze / 100 ab.

2008

2019

2008-19

2008

2019

Abbateggio

2.609

3.415

30,9

572,1

940,8

Anversa degli A.

2.316

1.083

-53,2

614,3

335,3

nd

4.686

-

nd

438,4

Bugnara Campli Caramanico Terme Casoli Castel del Monte Castelli Città Sant'Angelo

2.542

1.139

-55,2

34,2

16,7

88.766

29.863

-66,4

4.392,2

1.578,4

329

125

-62,0

5,5

2,3

2.404

179

-92,6

541,4

40,6

521

643

23,4

41,3

62,5 478,0

81.166

71.276

-12,2

584,3

Civitella del Tronto

3.677

2.059

-44,0

68,0

43,3

Guardiagrele

6.601

2.960

-55,2

69,6

33,8

117

873

646,2

20,3

168,2

28.837

9.147

-68,3

6.480,2

2.315,7

3.308

318

-90,4

263,6

28,3

Penne

15.521

3.840

-75,3

120,8

32,1

Pescocostanzo

26.880

18.263

-32,1

2.315,2

1.616,2

Navelli Opi Pacentro

Pettorano sul Gizio Pietracamela

nd

2.969

-

nd

211,6

71.807

22.354

-68,9

24.096,3

9.199,2

Pretoro

28.624

21.708

-24,2

2.731,3

2.475,3

Rocca S. Giovanni

21.277

38.543

81,1

901,9

1.683,1

8.270

8.817

6,6

6.361,5

7.667,0

Scanno

S. Stefano di S.

56.181

28.818

-48,7

2.804,8

1.630,9

Tagliacozzo

15.556

18.469

18,7

225,5

280,1

Villalago

23.635

18.926

-19,9

3.881,0

3.564,2

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Regione Abruzzo - Assessorato al Turismo

3.2.6 CENNI CONCLUSIVI Questo lavoro costituisce un primo approccio all’analisi socio-economica dei Comuni aderenti all’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” e alla definizione dell’identikit dei Borghi abruzzesi. Sono comuni prevalentemente ubicati nelle zone di montagna o alta collina del territorio regionale e caratterizzati nella generalità dei casi non solo da dimensioni demografiche limitate e in ulteriore calo, ma anche dalla prevalenza della popolazione anziana maggiore rispetto alla media regionale e da un più veloce processo di invecchiamento causato dalla flessione pesante della natalità. Sono tendenze demografiche che accomunano i Borghi abruzzesi con la generalità delle aree interne. Nel periodo analizzato anche l’economia dei Borghi ha visto un certo depauperamento. Ad esso si accompagna la contemporanea trasformazione in senso turistico considerando che il peso dei pubblici esercizi e delle attività ricettive, già superiore alla media regionale, è 154


ulteriormente aumentato. Inoltre, si aggiungono l’incremento delle imprese commerciali e il calo delle aziende agricole e manifatturiere, tipiche della struttura economica tradizionale. Riguardo ai flussi turistici, se nel lungo periodo 2008-2019 i Borghi hanno risentito più duramente degli eventi sismici e climatici, nel biennio pre-covid avevano registrato, a differenza della regione, un andamento positivo grazie alla loro immagine di destinazione turistica peculiare ormai consolidata. Anche nel 2020, annus horribilis del turismo a causa della pandemia, i Borghi hanno risentito in misura meno grave del tracollo del movimento turistico e le previsioni per il prossimo futuro sembrano ulteriormente positive in quanto essi garantiscono il turismo di prossimità e la possibilità di evitare luoghi eccessivamente affollati e pericolosi dal punto di vista sanitario. Oltre a ciò, sono evidenti ulteriori possibilità di miglioramento grazie all’adozione di una serie di innovazioni ricomprese nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e comunicazione. L’Associazione, infatti, ha istituito una partnership con una piattaforma di destination management, denominata Buyborghi, costituita da un network di aziende leader nel turismo esperienziale che può diventare punto di riferimento per lo sviluppo economico e turistico di questi piccoli centri. Tale piattaforma, infatti, al fine di valorizzare turisticamente la storia, il paesaggio, la cultura dei borghi italiani, attua una serie di servizi che, sulla base di un sistema di geolocalizzazione e grazie a flussi di comunicazione puntuali e diretti, renderà possibile un marketing dedicato alle esigenze del singolo turista. Inoltre, all’Associazione è collegata in maniera esclusiva un tour operator, Borghi Italia Tour Network, responsabile della strategia e dell’attività turistica che ha sviluppato un forte know-how e costruito il primo prodotto unitario in Italia, dalle Dolomiti alla Sicilia, promuovendo il patrimonio delle aree meno conosciute e più autentiche attraverso itinerari regionali e transregionali che soddisfino le richieste dei viaggiatori più esigenti. La politica dell’offerta turistica è passata dalla strategia del prodotto turistico Destinazione a quella della Motivazione con l’obiettivo di promuovere e vendere il prodotto I Borghi più Belli d’Italia come “destinazione turistica unica”.

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

155



INDICE DELLE FIGURE

PARTE I Fig. 1.1.1a Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato per abitante. Anni 2009-2019 .................. 13 (valori concatenati con anno di riferimento 2015 in euro) Fig. 1.1.1b Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato per abitante. Anni 2010-2019................... 13 (valori concatenati con anno di riferimento 2015 in euro, var. %) Fig. 1.1.2a Consumi finali interni delle famiglie pro capite. Anni 2009-2019................................ 14 (valori concatenati con anno di riferimento 2015 in euro) Fig. 1.1.2b Consumi finali interni delle famiglie pro capite. Anni 2010-2019 ............................... 14 (valori concatenati con anno di riferimento 2015, var. %) Fig. 1.1.3a Investimenti fissi lordi a prezzi correnti pro capite. Anni 2009-2018............................ 15 (valori concatenati con anno di riferimento 2015 in euro) Fig. 1.1.3b Investimenti fissi lordi a prezzi correnti pro capite. Anni 2010-2018............................ 15 (valori concatenati con anno di riferimento 2015, var. %)

Fig. 1.2.1 Imprese registrate nei principali settori economici in Italia (var. % 2020-19)................. 17 Fig. 1.2.2 Imprese attive nelle province abruzzesi (var. % 2020-19)........................................... 18 Fig. 1.2.3 Imprese attive in Abruzzo per forma giuridica (var. % 2020-19)................................. 19 Fig. 1.2.4 Imprese attive nei principali settori economici in Abruzzo (var. % 2020-19)................. 20 Fig. 1.2.5 Imprese straniere attive nelle province abruzzesi (var. % 2020-19).............................. 20 Fig. 1.2.6 Imprese giovanili attive nelle province abruzzesi (var. % 2020-19).............................. 22 Fig. 1.2.7 Importazioni ed esportazioni agricole nelle province abruzzesi (var. % 2020-19)......... 24 Fig. 1.2.8 Imprese attive nei principali comparti manifatturieri in Abruzzo (var. % 2020-19)......... 25 Fig. 1.2.9 Imprese artigiane e totali attive nelle province abruzzesi (var. % 2020-19).................. 26 Fig. 1.2.10 Imprese artigiane attive nei principali settori economici in Abruzzo (var. % 2020-19).... 27 Fig. 1.2.11 Imprese attive nelle costruzioni e totali nelle province abruzzesi (var. % 2020-19)........ 28 Fig. 1.2.12 Imprese attive del commercio nelle province abruzzesi (var. % 2020-19)..................... 29 Fig. 1.2.13 Arrivi e presenze turistiche nelle province abruzzesi (var. % 2020-19)......................... 32 Fig. 1.2.14 Andamento delle presenze turistiche in Italia e in Abruzzo per periodi di fase ............. 33 epidemica (var. % 2020-2019) Fig. 1.2.15 Depositi e impieghi nelle province abruzzesi (var. % 2020-19).................................... 34

Fig. 1.3.1 Esportazioni mondiali. Anni 2003-2022 (var. % annue in volumi)................................ 51 Fig. 1.3.2 Importazioni mondiali. Anni 2003-2022 (var. % annue in volumi)............................... 51 Fig. 1.3.3 Importazioni ed esportazioni italiane. Anni 2003-2020 (var. % annue)........................ 52 ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

157


Fig. 1.3.4 Importazioni ed esportazioni italiane per fasi pandemiche. Anni 2019-2020............... 53 (provvisorio) (var. %) Fig. 1.3.5 Fig. 1.3.6 Fig. 1.3.7 Fig. 1.3.8

Esportazioni abruzzesi. Anni 2003-2020 (valori in milioni di euro)............................. 55 Esportazioni regionali per trimestri.Anni 2019-2020................................................. 56 (dato provvisorio) (var. %) Tasso medio annuo di crescita delle esportazioni. Abruzzo e Italia............................. 57 Anni 2000-2020 (dati provvisori) (valori percentuali Esportazioni abruzzesi per area geografica. Anno 2020 (dati provvisori)................ 57. (var. % su anno precedente)

Fig. 1.3.9 Importazioni abruzzesi. Anni 2003-2020 (valori provvisori) (val. in milioni di euro)...... 61 Fig. 1.3.10 Importazioni regionali per trimestri. Anni 2019-2020 (dati provvisori) (var. %)............. 62 Fig. 1.3.11 Tasso medio annuo di crescita delle importazioni. Abruzzo e Italia. Anni 2000-2020.... 62 (dati provvisori) (valori percentuali) Fig. 1.3.12 Importazioni abruzzesi per area geografica. Anno 2020 .......................................... 63 (dati provvisori) (var. % su anno precedente) Fig. 1.3.13 Esportazioni della provincia dell’Aquila. Anni 2000-2020 (peso % su totale regionale). 67 Fig. 1.3.14 Esportazioni della provincia di Teramo. Anni 2000-2020 (peso % su totale regionale)... 69 Fig. 1.3.15 Esportazioni della provincia di Pescara. Anni 2000-2020 (peso % su totale regionale).. 72 Fig. 1.3.16 Esportazioni della provincia di Chieti. Anni 2000-2020 (peso % su totale regionale)..... 74

PARTE II Fig. 2.1 Tasso di attività (15-64 anni). Italia e Abruzzo. Anni 2007-2020................................ 91 Fig. 2.2 Tasso di occupazione (15-64 anni). Italia e Abruzzo. Anni 2007-2020 ...................... 99 Fig. 2.3 Tasso di disoccupazione (15-64 anni). Italia e Abruzzo. Anni 2007-2020..................105

PARTE III Fig. 3.1.1 Andamento della popolazione. Abruzzo. Anni 2001-2020 (val. ass.)....................117 Fig. 3.1.2 Andamento demografico. Abruzzo e Italia. Anni 2001-2020 (var ‰ annue)..........118 Fig. 3.1.3 Fig. 3.1.4 Fig. 3.1.5 Fig. 3.1.6 Fig. 3.1.7 Fig. 3.1.8 Fig. 3.1.9

Andamento demografico. Province abruzzesi. Anni 2002-2020 (var ‰ annue)......119 Dinamica naturale della popolazione. Abruzzo. Anni 2002-2020...................121 Dinamica migratoria. Abruzzo. Anni 2002-2020................................................122 Dinamica totale della popolazione. Abruzzo. Anni 2002-2020.......................123 Stranieri residenti. Abruzzo, Meridione e Italia. Anni 2002-2020..........................124 (var. % annue) Stranieri residenti. Abruzzo, Meridione e Italia. Anni 2001 e 2020.......................124 (peso % sul totale residenti) Stranieri residenti per sesso. Abruzzo, Circoscrizioni e Italia. Stima anno 2020..........125 (peso % su totale stranieri residenti)

Fig. 3.1.10 Popolazione per classi di età. Abruzzo, Meridione e Italia. Anno 2020.................129 (pesi % su tot. res.) Fig. 3.1.11 Popolazione per classi di età. Province abruzzesi. Anno 2020 (pesi % su tot. res.) 130

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Fig. 3.1.12 Residenti con 80 anni e più. Abruzzo. Anni 1998-2020 .....................................132 (peso % su totale popolazione) Fig. 3.1.13 Popolazione straniera per classe di età. Italia e Abruzzo. Anno 2020 .................132 (peso % su totale residenti) Fig. 3.2.1 Comuni abruzzesi appartenenti all’Associazione “Borghi più belli d’Italia”...............145 Fig. 3.2.2 Numero di comuni abruzzesi ammessi all’Associazione “Borghi più belli d’Italia”.....146 per anno

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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INDICE DELLE TABELLE

PARTE I Tab. 1.1.1 Tab. 1.1.2

PIL, consumi, investimenti e reddito disponibile in Abruzzo, Mezzogiorno e Italia valori.. 11 concatenati anno di riferimento 2015 (var. % 2020-2019) Valore aggiunto in Abruzzo, Mezzogiorno e Italia calcolato su valori concatenati anno.. 11 di riferimento 2015 (var. % 2020-2019)

All. 1.2.1 Imprese registrate e attive per attività economica in Abruzzo. Anno 2020.................... 39 All. 1.2.2 Imprese iscritte e cessate per attività economica in Abruzzo. Anno 2020...................... 40 All. 1.2.3 Superficie e produzione delle principali coltivazioni in Abruzzo................................... 41 (superficie in ettari, produzione in quintali) - Anni 2020 e 2019 All. 1.2.4 Imprese attive manifatturiere nelle province abruzzesi. Anno 2020.............................. 42 All. 1.2.5 Imprese artigiane registrate e attive per attività economica in Abruzzo. Anno 2020....... 43 All. 1.2.6 All. 1.2.7 All. 1.2.8 All. 1.2.9

Imprese artigiane iscritte e cessate per attività economica in Abruzzo. Anno 2020........ 44 Imprese attive delle costruzioni nelle province abruzzesi......................................... 45 Anni 2020 e 2019 e var. % 2020-19 Imprese attive del commercio nelle province abruzzesi........................................... 46 Anni 2020 e 2019 e var. % 2020-19 Movimento turistico nelle province abruzzesi. Anni 2020 e 2019 e var. % 2020-19.. 47

All. 1.2.10 Consistenza alberghiera per categoria nelle province abruzzesi. Anno 2020............... 48 All. 1.2.11 Principali indicatori del settore bancario nelle province abruzzesi................................ 49 Anno 2020 e var.% 2020-19 Tab. 1.3.1a Esportazioni delle regioni italiane. Anni 2019 e 2020................................................54 (pesi % e var. % annue) Tab. 1.3.1b Importazioni delle regioni italiane. Anni 2019 e 2020...............................................54 (pesi % e var. % annue) Tab. 1.3.2 Export per aree geografiche e principali paesi. Abruzzo e Italia.................................. 58 Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su export di periodo) Tab. 1.3.3 Export per principali settori. Abruzzo e Italia............................................................. 60 Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su export di periodo) Tab. 1.3.4 Import per aree geografiche e principali paesi. Abruzzo e Italia.................................. 64 Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su export di periodo) Tab. 1.3.5 Import per principali settori. Abruzzo e Italia.............................................................65 Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su export di periodo) Tab. 1.3.6 Export principali settori manifatturieri. L’Aquila. Medie 2001-2003,..............................68 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var % e peso % su export di periodo) Tab. 1.3.7 Export per aree geografiche. L’Aquila. Medie 2001-2003,............................................68 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo) Tab. 1.3.8 Export principali settori manifatturieri. Teramo. Medie 2001-2003,...............................70 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var % e peso % su export di periodo) ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO - Edizione 2021

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Tab. 1.3.9 Export per aree geografiche. Teramo. Medie 2001-2003,...........................................71 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo) Tab. 1.3.10 Export principali settori manifatturieri. Pescara. Medie 2001-2003,..............................73 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var % e peso % su export di periodo) Tab. 1.3.11 Export per aree geografiche. Pescara. Medie 2001-2003,..........................................73 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo) Tab. 1.3.12 Export principali settori manifatturieri. Chieti. Medie 2001-2003,.................................75 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var % e peso % su export di periodo) Tab. 1.3.13 Export per aree geografiche. Chieti. Medie 2001-2003,.............................................76 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (var. % e peso % su export di periodo) All. 1.3.1

Scambi di merci per settori – Italia (classificazione ATECO 2007;................................77 val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

All. 1.3.2

Scambi di merci per settori – Abruzzo (classificazione ATECO 2007;..........................78 val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

All. 1.3.3

Scambi di merci per settori – L’Aquila (classificazione ATECO 2007;...........................79 val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute

All. 1.3.4

Scambi di merci per settori – Teramo (classificazione ATECO 2007;............................80 val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

All. 1.3.5

Scambi di merci per settori – Pescara (classificazione ATECO 2007; ...........................81 val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

All. 1.3.6

Scambi di merci per settori – Chieti (classificazione ATECO 2007;..............................82 val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

PARTE II Tab. 2.1.a Forze di lavoro. Anni 2019 e 2020 (valori assoluti in migliaia).................................85 Tab. 2.1.b Forze di lavoro. Variazioni trimestrali 2020/2019 (val. assoluti in migliaia)..................86 Tab. 2.1.c Forze di lavoro. Variazioni trimestrali 2020/2019 (val. in percentuale).........................86 Tab. 2.2

Forze di lavoro provinciali. Anni 2019 e 2020..........................................................86 (val. ass. in migliaia, var. 2020/2019 in migliaia e in %)

Tab. 2.3.a Inattivi per genere. Anni 2019 e 2020 (valori assoluti in migliaia)................................87 Tab. 2.3.b Inattivi per genere (variazioni 2020/2019 in migliaia e in %)......................................87 Tab. 2.4.a Tasso di inattività (15-64 anni) per genere. Anni 2019 e 2020....................................88 Tab. 2.4.b Tasso di inattività (15-64 anni) per genere. Anni 2019 e 2020 (var. % annue)...............88 Tab. 2.5.a Tasso di inattività giovanile (15-29 anni) per genere. Anni 2019 e 2020......................89 Tab. 2.5.b Tasso di inattività giovanile (15-29 anni) per genere. Anni 2019 e 2020 (var. % annue).89 Tab. 2.6

Incidenza dei giovani NEET di 15-34 anni ................................................................90

Tab. 2.7.a Occupati (15 anni e più) per genere. Anni 2019 e 2020 (val. in migliaia)....................91 Tab. 2.7.b Occupati (15 anni e più) per genere. Anni 2019 e 2020 (var. annue in migliaia e in %).92 Tab. 2.8.a Occupati per classe di età. Anni 2019 e 2020 (val. in migliaia).................................92 Tab. 2.8.b Occupati per classe di età. Anni 2019 e 2020 (var. annue in migliaia e in %)..............93 Tab. 2.9

Occupati per genere e classe di età. Anni 2019 e 2020 (var. annue in %)....................94

Tab. 2.10.a Occupati per titolo di studio. Anni 2019 e 2020 (valori in migliaia)............................94

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Tab. 2.10.b Occupati per titolo di studio (var. 2020/2019 in migliaia e in %)...............................95 Tab. 2.11.a Occupati per posizione professionale. Anni 2019 e 2020 (val. in migliaia)..................95 Tab. 2.11.b Occupati per posizione professionale (var. 2020/2019 in migliaia e in %)..................96 Tab. 2.12.a Occupati a tempo pieno e parziale. Anni 2019 e 2020 (valori in migliaia)..................96 Tab. 2.12.b Occupati a tempo pieno e parziale (var. 2020/2019 in migliaia e in %).....................97 Tab. 2.13.a Occupati per settore. Anni 2019 e 2020 (valori in migliaia).......................................97 Tab. 2.13.b Occupati per settore (var. 2020/2019 in migliaia e in %)..........................................98 Tab. 2.14.a Tasso di occupazione (15-64 anni) per genere. Anni 2019 e 2020.............................99 Tab. 2.14.b Tasso di occupazione (15-64 anni) per genere. Anni 2019 e 2020 (var. % annue)......100 Tab. 2.15.a Tasso di occupazione giovanile (15-29 anni) per genere. Anni 2019 e 2020.............100 Tab. 2.15.b Tasso di occupazione giovanile (15-29 anni) per genere (var. 2020/2019 % annue)..101 Tab. 2.16.a Disoccupati (15 anni e più) per genere. Anni 2019 e 2020 (val. in migliaia)..............102 Tab. 2.16.b Disoccupati (15 anni e più) per genere. Anni 2019 e 2020 .....................................102 (var. annue in migliaia e in %) Tab. 2.17.a Disoccupati per titolo di studio. Anni 2019 e 2020 (valori in migliaia).......................103 Tab. 2.17.b Disoccupati per titolo di studio (var. 2020/2019 in migliaia e in %)..........................103 Tab. 2.18.a Disoccupati per condizione professionale. Anni 2019 e 2020 (valori in migliaia)........104 Tab. 2.18.b Disoccupati per condizione professionale (var. 2020/2019 in %).............................104 Tab. 2.19.a Tasso di disoccupazione (15 anni e più) per genere Anni 2019 e 2020 ....................106 Tab. 2.19.b Tasso di disoccupazione (15 anni e più) per genere (var. 2020/2019 in %)...............106 Tab. 2.20.a Tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) per genere. Anni 2019 e 2020.........107 Tab. 2.20.b Tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) per genere (var. 2020/2019 in %)....107 All. 2.1.a

Forze di lavoro, occupati e disoccupati. Italia, Centro-Nord, Mezzogiorno e Abruzzo. 110 Anni 2008-2020 (valori in migliaia)

All. 2.1.b

Forze di lavoro, occupati e disoccupati. Italia, Centro-Nord, Mezzogiorno e Abruzzo 111 (var. % annue 2008-2020)

All. 2.2.a

Forze di lavoro, occupati e disoccupati. Province abruzzesi. Anni 2008-2020........... 112 (valori assoluti in migliaia)

All. 2.2.b

Forze di lavoro, occupati e disoccupati. Province abruzzesi (var. % annue 2008-2020) 113

PARTE III Tab. 3.1.1 Tassi di crescita naturale, migratorio e totale. .......................................................... 120 Italia, Nord, Centro, Mezzogiorno e Abruzzo. Stime Anno 2020 (val. ‰) Tab. 3.1.2 Stranieri residenti per sesso e area geografica di cittadinanza. ................................. 126 Abruzzo. Anno 2020 (val. ass. e pesi % stesso sesso) Tab. 3.1.3. Principali Paesi di cittadinanza degli stranieri residenti per sesso................................ 127 Abruzzo. Anno 2020 (peso % su totale stranieri stesso sesso) Tab. 3.1.4 Principali Paesi di cittadinanza degli stranieri residenti per sesso................................ 128 Province abruzzesi. Anno 2020 (peso % su totale stranieri stesso sesso) Tab. 3.1.5 Popolazione per classe di età................................................................................. 131 Italia, Centro-Nord, Mezzogiorno e Abruzzo. Anni 2006 e 2020


Tab. 3.1.6 Popolazione per classi di età e cittadinanza. ........................................................... 133 Italia, Sud e Abruzzo. Anno 2020 (peso % su totale stessa cittadinanza) Tab. 3.1.7 Indici di struttura. Italia, Nord, Centro, Mezzogiorno e Abruzzo. Anno 2020............ 134 All. 3.1.1 Tassi di natalità, mortalità e crescita naturale. Italia, Ripartizioni territoriali e Abruzzo.140 Anni 2002-2020 (val. per 1.000 abitanti) All. 3.1.2 Tassi migratori interno, estero e totale. Italia, Ripartizioni territoriali e Abruzzo........... 141 Anni 2002-2020 (val. per 1.000 abitanti) Tab. 3.2.1

Comuni appartenenti all’Associazione “Borghi più belli d’Italia..............................144 per regione (val. ass. e peso % su totale comuni)

Tab. 3.2.2

Comuni abruzzesi appartenenti all’Associazione “Borghi più belli d’Italia”..............144 per provincia (val. ass. e peso % su totale comuni)

Tab. 3.2.3

Comuni abruzzesi appartenenti all’Associazione “Borghi più belli d’Italia”..............145 per zona altimetrica (val. ass. e peso % su totale comuni)

Tab. 3.2.4

Comuni abruzzesi appartenenti all’Associazione “Borghi più belli d’Italia”..............146 per classe di dimensione demografica al 31 dicembre 2020 (val. ass., peso % per classe demografica)

Tab. 3.2.5

Indice di vecchiaia dei comuni abruzzesi e dei Borghi più belli abruzzesi................147 per classe di dimensione demografica. Anni 2008 e 2020

Tab. 3.2.6

Popolazione dei comuni abruzzesi e dei Borghi più belli abruzzesi per classe di.......148

dimensione demografica. Anni 2008 e 2020 e var. % 2020/2008

Tab. 3.2.7

Alcuni indicatori del bilancio demografico dei comuni abruzzesi e...................... 149

dei Borghi più belli abruzzesi. Anni 2008 e 2019

Tab. 3.2.8

Unità locali attive nei comuni abruzzesi e nei Borghi più belli abruzzesi...................150 Anni 2008 e 2020 e var % 2020/2008 per principali settori di attività economica

Tab. 3.2.9

Unità locali attive nei Borghi più belli abruzzesi..................................................150 Anni 2008 e 2020 e var % 2020/2008 per principali settori di attività economica

Tab. 3.2.10 Esercizi ricettivi e posti letto nei comuni abruzzesi e nei Borghi più belli abruzzesi.....151 Anni 2008 e 2020 Tab. 3.2.11 Esercizi ricettivi e posti letto nei Borghi più belli abruzzesi. Anni 2008 e 2020.........152 Tab. 3.2.12 Presenze totali negli esercizi ricettivi nei comuni abruzzesi e nei Borghi più belli.......153 abruzzesi. Anni 2008 e 2019 Tab. 3.2.13 Presenze totali negli esercizi ricettivi nei Borghi più belli abruzzesi...................154 Anni 2008 e 2019

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Finito di impaginare Ottobre 2021 Valerio Panepucci

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CRESA

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