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La rubrica di Stefania Calzà Santoni Il biancospino
from L'ECO
by Laltraitalia
a cura di
Stefania Calzà Santoni
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Il ritorno alla natura
Il biancospino (Crataegus monogyna)
Nel linguaggio dei fiori è il simbolo della prudenza, ma nell'antica Grecia e Roma il biancospino era auspicio di speranza, matrimonio e fertilità.
l nome del genere Crataegus deriva da l greco “Kratos” = forza, in riferimento alla robustezza della pianta, in particolare del legno (molto ricercato dai falegnami) e delle sue spine, vigorose e potenti; nonostante la bellezza e la dolcezza dei fiori è infatti una pianta che da molta forza. Veniva infatti sempre piantata accanto alle case rurali con un ruolo di buon auspicio e di protezione formando siepi forti e spinose. Queste uniscono la bellezza estetica con l’indubbio vantaggio di dare alla proprietà protezione da intrusi e animali selvatici. Il Crataegus infatti è capace, se opportunamente potato, di creare barriere spinose invalicabili. I Crataegus vengono chiamati “biancospini” per le spine presenti sui rami e per la bella fioritura di colore candido. Monogyna: dal greco “mónos” = unico e “gynè” = femmina indica che il fiore ha un solo pistillo che è l’organo riproduttore femminile. In siti archeologici risalenti al Neolitico sono stati ritrovati semi dei frutti di biancospino. I romani dedicarono il biancospino a Maia, dea del mese di maggio e della castità e ponevano ramoscelli nelle culle dei bambini per proteggerli dagli spiriti maligni. Nell’antica Grecia era una pianta fortemente simbolica legata alla speranza. Nel Medioevo in Europa i frutti erano utilizzati per fare il vino. L’uso terapeutico della pianta è attestato dal XIII secolo mentre durante la seconda guerra mondiale in Olanda i frutti erano utilizzati come succedaneo del caffè.
Il biancospino cresce spontaneamente in Europa e nel bacino mediterraneo e viene spesso utilizzato per formare siepi ornamentali. Questo genere di pianta può superare i 10 metri di altezza e può raggiungere anche i 400 anni di vita. Pur prediligendo terreni fertili è possibile vederlo crescere in terreni pietrosi al margine dei boschi.
È possibile distinguere il biancospino comune da quello selvatico solamente osservando l’interno delle sue bacche.
Quello comune infatti contiene
Iun solo nocciolo selvatico che ne a differe contiene nza due di . quello La pianta fiorisce da marzo all'inizio di giugno con piccoli fiori bianchi riuniti in ombrelle, molto profumati e delicati; i frutti maturano in piena estate e assumono un bel colore rosso brillante che invecchiando vira fino al granato scuro, e formano gradevoli macchie di colore fra la vegetazione estiva. La droga è rappresentata soprattutto dai fiori, e in minor misura dalle foglie; le infiorescenze si raccolgono in marzoaprile, quando sono in boccio. Il Biancospino contiene flavonoidi, come iperoside, rutina, e procianidine.
CURIOSITÀ
Un innegabile vantaggio di questo arbusto è la capacità di rendere il giardino “vivo”: tra le sue fronde fanno il nido molti piccoli uccelli, che si nutrono poi anche delle sue bacche durante l’inverno. Durante il periodo vegetativo, invece, con i suoi abbondanti fiori è in grado di attirare insetti gradevoli come api e farfalle. Il biancospino si moltiplica soprattutto per seme, opportunamente trattato per accelerarne la germinazione. In natura tale operazione è garantita dal tubo digerente degli uccelli che si nutrono della polpa ed espellono il seme con le feci diffondendo la specie.
Sono utilizzati i fiori essiccati, i frutti freschi o essiccati e talvolta la corteccia essiccata.
Infuso di fiori:
versare una tazza di acqua bollente sopra 56 g (un cucchiaino da tè) di fiori essiccati sminuzzati, lasciar riposare l’infuso per 58 minuti quindi colare e bere caldo.
Decotto di frutti:
fare bollire per quindici minuti circa, in un litro d'acqua, 100 g di frutti essiccati, lasciare raffreddare, quindi colare e prenderne 23 tazze durante la giornata.
Tintura:
mettere a macerare, per 1012 giorni, 25 g di fiori essiccati e sminuzzati in 8085 g di alcool a 30° , quindi filtrare e conservare in una boccetta di vetro scuro con contagocce. La dose consigliata è di 2040 gocce per volta, 23 volte al giorno in una tisana calda (meglio se di Tiglio), oppure allungate in un po’ di acqua.
Vino medicinale:
mettere a macerare, per una settimana circa, in un litro di buon vino bianco secco 50 g di fiori essiccati di Biancospino e 100 g di Vischio, filtrare e conservare in una bottiglia di vetro. Prenderne un bicchierino prima dei pasti principali, oppure 56 cucchiai il giorno.
Maschera astringente per pelli
grasse:
preparare un infuso con 5 g di foglie di Biancospino essiccate e sminuzzate in 50 ml di acqua bollente, lasciare in infusione per 1012 minuti, quindi colare e filtrare. Nel frattempo sciogliere a fuoco molto lento, continuando a mescolare, un cucchiaio di cera d’api e un cucchiaio di lanolina, togliere dal fuoco, aggiungere i 50 ml d’infuso di foglie prima preparato e mescolare fino a quando il composto non sia completamente raffreddato, aggiungere quindi a questo punto un cucchiaio di argilla bianca continuando a rimestare fino a ottenere una crema soffice e densa. Applicare sul viso come di consueto e lasciare agire per 2030 minuti circa. Quindi sciacquare con abbondante acqua tiepida.
RACCOLTA ED ESSICCAZIONE
Il periodo maggiormente balsamico del biancospino, ideale per la raccolta, è quando i fiori si sono appena aperti e vi sono ancora dei boccioli. Per procedere all'essicazione è necessario che i fiori non siano bagnati. Stendiamo su un piccolo telaio con cornice di legno e un retino di stoffa o plastica uno strato di fiori senza sovvrapporli. Andrà posto lontano dal sole diretto, in un ambiente ben areato per favorire un'essicazione veloce senza ristagni di umidità. Dopo alcuni giorni quando noteremo una consistenza quasi cartacea della droga la riponiamo in un sacchetto di carta. Se si utilizza un essicatore usare l'accortezza di non superare i 35 gradi, essendo i principi volatili del biancospino molto delicati.
La ricetta
Marmellata di biancospino
PROPRIETÀ
Azione cardioprotettiva:
i flavonoidi contenuti nel biancospino inducono dilatazione dei vasi sanguigni addominali e di quelli coronarici che portano il sangue al cuore, con conseguente riduzione della pressione arteriosa. Studi clinici hanno dimostrato che nello scompenso cardiaco l'estratto secco titolato di biancospino può ridurre la frequenza cardiaca, il gonfiore alle caviglie e la pressione arteriosa rivelandosi utile nell’angina e in tutti i disturbi dovuti a ipereccitabilità del cuore.
Azione calmante:
i tannini e i flavonoidi contenuti nel biancospino agiscono a livello del sistema nervoso centrale, risultando utili sia in caso di ansia generica che contro palpitazioni, tachicardia, stress o insonnia.
Azione antiradicalica:
il biancospino è in grado di intrappolare i radicali liberi riducendo l’accumulo di colesterolo nella parete dei vasi sanguigni che tende a depositarsi dopo essere stato ossidato. In questo modo ostacola l’aterosclerosi.
Azione antinfiammatoria:
è molto indicato come antinfiammatorio per bocca e gengive. Si puó utilizzare l’infuso ottenuto con i fiori o il decotto di frutti per risciacqui e gargarismi. Ha anche effetti diuretici contro la ritenzione idrica, antidiarroici e effetti positivi in caso di crampi muscolari.
Azione astringente:
il biancospino viene anche applicato sulla pelle per trattare pruriti, ulcere, piaghe, foruncoli e geloni, e la sua assunzione viene consigliata agli uomini che perdono i capelli a causa dello stress e che allo stesso tempo soffrono di palpitazioni.
Ingredienti: 200 ml d'acqua 100 g di bacche di biancospino 30 g di zucchero di canna
Lavare le bacche e metterle a bollire in acqua calda. Dopo circa 5/10 minuti, quando saranno ammorbidite, scolare con un colino. Conservare l’acqua di cottura! Pestare le bacche di Biancospino eseguendo movimenti rotatori. Far uscire la polpa dalle maglie del colino. Durante questo processo, bagnare periodicamente il composto con l’acqua di cottura delle bacche, in questo modo la polpa sarà più fluida. Dopo circa 15 minuti, nel colino si avranno solo bucce e semi. Mescolare bene la purea ottenuta e versarla in un pentolino. Aggiungere un po' di cannella e lo zucchero, far cuocere fino a che non si sarà sciolto. Spegnere e lasciar raffreddare. La marmellata di Biancospino è pronta, dolce e salutare.