Rivista semestrale - Anno III - luglio 2015
Rivista
dell’Associazione Cuochi Trentini
Fate come me.
Seguite il vostro istinto e non mollate mai. Intervista allo Chef Antonino Cannavacciuolo
Estetica del piatto. CreativitĂ e stile senza esagerare.
Insegnare la passione per un duro mestiere.
Sommario VITA ASSOCIATIVA
3 Squadra che vince non si cambia!
7 Tante iniziative per valorizzare la community dei cuochi trentini e i prodotti locali
9 Giovani Leve con le idee chiare
11 Dolce Arte Bianca: l’uovo, l’ingrediente che non può mai mancare L’intervista
18 Intervista al Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi Il personaggio
22 Antonino Cannavacciuolo Testimonianze sul territorio
25 L’apericena, un appuntamento ancora irrinunciabile per molti. Ma le nuove tendenze vanno verso la qualità!
27 Conta più la sala o la cucina?
28 Estetica del piatto. Creatività e stile senza esagerare. Tendenze
31 La cucina di montagna Formazione
39 Insegnare la passione per un duro mestiere Il parere dell’esperto Proprietario: Associazione Cuochi Trentini Via Nazionale, 132 - Trento - Mattarello Tel. 346 3053028 info@assocuochitrentini.it www.assocuochitrentini.it
45 Giorgio Nardelli e la seconda puntata sulle salse Prodotto del territorio
Direttore responsabile: Marina Patil Redazione: Associazione Cuochi Trentini
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Editore: Associazione Cuochi Trentini
Trento Doc
Grafica: Prima, Ag. di pubblicità - Trento Stampa: Litotipografia Alcione Registrazione Tribunale di Trento n. 12 - 1 settembre 2012
Ricette dell’Associazione
17 | 21 | 30 | 38 | 50 | 51 | 52 Piccoli frutti
editoriale
Stefano Goller,
altri quattro anni alla guida dell’Associazione Cuochi Con grande dispiacere
Marco riscuoteva l’affetto di tutti e
belle iniziative sul territorio e fuori
apro questo mio editoriale,
con tutti noi ha condiviso la passio-
provincia se, nel tempo, si è rinnovato
con una dedica speciale
ne per la professione, senza far mai
lo spirito di partecipazione degli as-
mancare il suo entusiasmo e la sua
sociati. Un impegno che il più delle
disponibilità. Abbiamo perso un ami-
volte costa fatica e tempo che viene
all’amico e collega Marco Pojer, tragicamente scomparso in Nepal pochi mesi fa.
co leale e un prezioso consigliere che
sottratto agli spazi personali e fami-
si è sempre speso per l’Associazione
gliari.
e per il gruppo. Lo ricorderemo con
La nostra Associazione ha svolto un
quel sorriso che non smetteva mai di
grande lavoro in questi anni e inten-
regalarci.
diamo proseguire nel cammino intra-
Pojer era stato rieletto nel direttivo in
preso con buoni risultati. Continuità
occasione dell’assemblea dell’Asso-
e chiarezza di intenti sono quindi le
ciazione che si è svolta lo scorso 14
parole d’ordine per stimolare la cre-
aprile presso il ristorante La Caccia-
scita professionale del nostro com-
tora di Mezzolombardo e che aveva
parto, con l’obiettivo di proseguire nel
all’ordine del giorno il rinnovo delle
rappresentare un tassello importante
cariche. L’assemblea è stata caratte-
nell’offerta turistica e gastronomica
rizzata da un clima positivo e dalla
trentina.
volontà di proseguire insieme quel
Rimane certamente prioritario l’im-
percorso di crescita iniziato qualche
pegno di contribuire alla crescita
anno fa, e che ci vede da tempo ca-
dei giovani cuochi, attraverso la pro-
paci di programmare in autonomia
grammazione di azioni che li aiutino
diverse attività.
ad addentrarsi con competenza e re-
Sono onorato per la fiducia dimostra-
sponsabilità nel mondo del lavoro.
tami dai componenti del Consiglio
Rivolgo un caloroso appello a tutti gli
nel confermarmi Presidente dell’As-
associati, senior e giovani, affinché
sociazione Cuochi Trentini anche per
diventino sempre più collaborativi
i prossimi quattro anni. Sento il do-
all’attività associativa, partecipando
vere di ringraziare tutti gli associati
da protagonisti alle iniziative con spi-
presenti all’assemblea e il Direttivo
rito e proposte innovative.
dell’Associazione, anch’esso rieletto,
Ai tanti amici e partner che ci sono
per il lavoro svolto durante l’anno.
stati vicini mi auguro di ritrovarli pre-
Ai nuovi e vecchi colleghi del Diretti-
sto e spero che vogliano dare ancora
vo porgo un caloroso benvenuto.
il proprio contributo alla crescita del-
Sono certo condivideremo tanti pro-
la nostra Associazione, di cui oggi più
getti con entusiasmo e con un con-
che mai sentiamo tutti il bisogno.
fronto costruttivo. È grazie a voi e alla
Un cordiale saluto a tutti.
buona volontà di un gruppo di soci che si dedicano, più di altri, a collaborare per la partecipazione a tante
Il Presidente Stefano Goller
1
Marco Pojer 1962 - 2015 Noi non ci crediamo ancora, e non riusciamo a farcene una ragione, eppure ogni giorno che passa cresce in noi la consapevolezza che tu non ci sei piÚ. L’unica nostra certezza è che noi non ti dimenticheremo mai e conserveremo i bellissimi ricordi delle tante iniziative che abbiamo intrapreso insieme. Eri sempre presente qualsiasi cosa ci fosse da fare, sempre sorridente e con la battuta pronta.
Sarai sempre al nostro fianco.
VITA ASSOCIATIVA
Squadra che vince non si cambia! Rinnovate le cariche sociali per il quadriennio 2015/2019 L’assemblea
Presidente è stato rieletto all’unanimi-
dell’Associazione Cuochi
tà Stefano Goller, vice presidenti Bru-
interessi comuni, tentando di trovare in-
Trentini che si è svolta
no Stofella e Michele Bavuso e con-
sieme nuove idee, di favorire l’appren-
siglieri sono stati nominati: Michele
dimento e la formazione professionale
Bavuso - Bruno Stofella - Patrizia Pe-
degli associati, la rappresentanza so-
il 14 aprile, presso il ristorante la Cacciatora di Mezzocorona, ha rinnovato le cariche per i prossimi quattro anni.
lo di proseguire nel mettere insieme gli
drotti - Eliseo Bertini - Abramo Prandi
ciale della nostra categoria nel tessuto
- Enrico Paccagnella - Bruno Sicher -
economico provinciale, il networking
Giuseppe Ceci - Giacomo Pradel - Ro-
e la collaborazione tra soci e con altri
dolfo Bianchi - Christian Venturini -
soggetti, l’aiutare i soci a rapportarsi in
Fabrizio Oss - Alessandro Demarco -
modo sempre più qualificato con le ten-
Luca Bordin - Valentino Morandi - Mi-
denze/esigenze del mercato.
chele Zanella - Severino Scalet - Gio-
Siamo una comunità di persone che con-
vanni Debertolis.
dividono dei valori pur con posizioni e
La nostra, ha dichiarato Goller, è un’associazione senza fini di lucro che, non perseguendo finalità di arricchimento, si ripromette il raggiungimento di ideali come ad esempio la qualificazione della professione. Il mio compito principale sarà quel-
velocità diverse, e questo è un bene per un confronto e per una crescita, poiché in un’associazione non si primeggia, ma si collabora. Soprattutto bisogna vincere la sfida di aumentare la partecipazione attiva tra gli associati poiché sappiamo bene che non cambierà mai nulla se non mettiamo a disposizione un po’ del nostro tempo per la nostra associazione. Può anche essere poco, l’importante è
Fabrizio Oss
po forte, coeso, attivo e disponibile.
che ci sia e che venga ben speso. Ma
Hotel ristorante Compet Vetriolo Terme
Sono anch’io certo di poter dare
questo lo decidi tu che fai parte dell’as-
la mia massima collaborazione
sociazione.
per poter crescere ancora, trovare nuove idee seguendo le nuove ten-
Tra i nuovi consiglieri eletti: Michele Za-
denze ed esigenze che la nostra
nella del ristorante La Vecchia Macina
società chiede oggi.
di Pellizzano, in Val di Sole, e Fabrizio
Nei prossimi anni dovremo impe-
Oss dell’hotel ristorante Compet, a Ve-
Gentili colleghi,
gnarci, seguendo magari corsi
triolo Terme. Tra i “vecchi” consiglieri ri-
sono fiero di essere parte, da
formativi, incontri con associazioni
eletti: Abramo Prandi, patron del Royal
quest’anno,
direttivo
di altre regioni, per confrontarsi e
dell’associazione. Rinnovo le mie
tenere sott’occhio il mercato, man-
personali congratulazioni al Pre-
tenendo sempre alta (come siamo
sidente Goller il quale, negli anni
già capaci) la qualità della cuci-
scorsi, ha svolto un ottimo lavoro fa-
na trentina.
cendo conoscere l’associazione in
Buona stagione a tutti e buon lavo-
tutto il territorio, creando un grup-
ro.
del
nuovo
Sporting Hotel alle Cinque Terre, Enrico Paccagnella chef dell’hotel Benacus di Riva del Garda e Bruno Sicher chef patron del Pineta Hotel di Coredo. Nel dare a tutti il benvenuto nel Consiglio, abbiamo chiesto loro il parere su quali compiti/attività vorrebbero che l’Associazione Cuochi portasse avanti in questi prossimi anni.
3
VITA ASSOCIATIVA
Michele Zanella
nizza, tutte mirate a valorizzare ed
di crescita professionale.
Ristorante La Vecchia Macina Pellizzano
a promuovere il nostro territorio ed i
Oggi
suoi prodotti enogastronomici.
dell’enogastronomia rende il settore
Sono convinto che la “buona cucina”
un vero e proprio segmento turisti-
sia un mezzo per diffondere le tradi-
co, occasione di sviluppo dell’intero
zioni e la cultura rendendo un im-
sistema economico regionale, nel
menso servigio sia all’immagine che
quale la ristorazione non può che ri-
l’attenzione
nei
confronti
all’economia del Trentino.
coprire il ruolo d’ambasciatore.
Cari colleghi, sono Michele Zanel-
Da questa esperienza mi aspetto
È su questo ultimo punto che deside-
la, proprietario e chef del ristorante
condivisione, collaborazione, entu-
rerei direzionare gran parte del mio
“alla vecchia macina”, situato nella
siasmo e crescita. Vorrei che le idee
impegno,
piccola Località di Claiano nel co-
migliori di ognuno di noi venissero
più spesso fuori dai confini regionali,
mune di Pellizzano in Val di Sole. Qui
condivise attraverso la convivialità,
cercando sinergie con chi si occupa
da 9 anni svolgo il mio mestiere con
il confronto delle esperienze, la di-
di promozione del territorio trentino.
passione e sono orgoglioso di essere
fesa delle nostre tradizioni insieme
Metterò tutto il mio impegno per es-
entrato a far parte di questa Asso-
alla ricerca del nuovo e diventassero
sere all’altezza della fiducia che mi
ciazione e delle iniziative che orga-
stimolo per creare ottime opportunità
avete accordato.
Abramo Prandi
male. Molte volte per giustificare la
varie scelte del direttivo. Per iniziare
Royal Sporting Hotel Le Cinque Terre (IM)
sua uscita; altre perché non ha tro-
basterebbero 2 o 3 delegazioni, che
vato quello che si aspettava o quel-
se funzionassero sarebbero da trai-
lo che gli era stato promesso. Tro-
no anche per le altre. Un’altra cosa
vare l’equilibrio fra quello che ci si
importante sono i tempi delle comu-
aspetta e quello che si riesce a dare
nicazioni. Le manifestazioni vanno
è molto difficile, a volte impossibile.
comunicate almeno con 30 gg di
Secondo me è importante continuare
anticipo, in date libere da ponti tu-
Il mio pensiero è: “In associazio-
con i progetti riconosciuti dalla mag-
ristici, durante la settimana (martedì
ne non ci sono compiti da fare. Ci
gioranza dei partecipanti: la cultura,
– giovedì) e poi fare dei promemoria
la professionalità, la comunicazione,
brevi magari 10 gg o una settimana
i rapporti interpersonali. Una delle
prima. Tutto il resto secondo me va
cose che avevamo fatto in passato
bene. Non ci sono idee di formazione
e che aveva riscosso molto successo
che a priori non vanno bene, sia cul-
è stata l’istituzione delle delegazio-
turalmente che professionalmente.
devono essere idee possibilmente fattibili”. In 40 anni di associazione abbiamo incontrato molte difficoltà soprattutto nel gestire i rapporti con i vari soggetti culturali e professionali
portando
l’Associazione
ni dei vari territori. Bisogna trovare
Il gruppo che si rappresenta non è
che anno dopo anno sono entrati e
il soggetto giusto, ovviamente, ma
omogeneo per età, esperienza, pro-
usciti dall’associazione. Chi ne esce
questo ti permette di comunicare
fessionalità o ideali ma guai se fosse
purtroppo, e quasi sempre, ne parla
con i soci e di tenerli informati delle
cosi!!
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VITA ASSOCIATIVA
Enrico Paccagnella
Siamo riusciti a trasmettere la nostra
pre meglio, considerata anche la
Hotel Benacus Riva del Garda
professionalità alle giovani leve ed
recente scissione dalla FIC, a mio av-
anche a cuochi del passato; è quan-
viso dovuta al poco, o meglio nullo,
to risulta verificando i nostri tessera-
appoggio che abbiamo ricevuto nel
ti, dove troviamo sia gli allievi delle
corso degli anni passati.
scuole alberghiere ma anche profes-
Perciò in questa veste nuova, ma con
sionisti che per anni non facevano
la grinta e la voglia di fare ancor più
più parte del nostro gruppo delle Ber-
di quanto fatto nel recente passato,
Faccio parte dell’Associazione Cuo-
rette Bianche.
chi Trentini da ben quattro anni, cioè
Credo che il lavoro che ci ha dato
dal giorno della prima elezione a
più soddisfazione sia stata la nostra
presidente di Stefano Goller.
partecipazione a Pomaria che ci ha
Entrato a far parte come socio e non-
regalato notevole visibilità sul terri-
ché consigliere, grazie alla profon-
torio.
da e sincera amicizia che mi lega a
Poi non dimentichiamo i vari corsi di
Stefano, mi sono ben presto trovato
formazione che hanno dato la pos-
nel nucleo portante e trainante della
sibilità ai nostri soci di confrontarsi
nostra Associazione. Infatti nel corso
con docenti abili e preparati.
mente la nascita delle materie prime
di questi anni siamo riusciti a creare
Infine, ricordiamo le numerose uscite
ed apprendere le tecniche di lavora-
un gruppo di lavoro omogeneo ed in-
fatte nelle varie fiere specializzate,
zione utili per il nostro lavoro.
traprendente, come del resto il nostro
in aziende del settore ed in concorsi
Cosa fondamentale a cui tengo è la
Presidente, che ha fatto sì che ci sia-
nazionali.
crescita delle giovani leve che sono
mo fatti conoscere, sia sul territorio
Ora ripartiamo per il nuovo manda-
il presente ma soprattutto il futuro
trentino, sia su quello nazionale.
to, motivati nel cercare di fare sem-
della nostra Associazione.
BRUNO SICHER
si sono portate avanti e alle quali ab-
zone della nostra provincia, come il
Pineta Hotel Coredo
biamo inteso partecipare come Asso-
basso Trentino, Fiemme e Fassa, Ro-
cercheremo di organizzare nuovi ed interessanti corsi di formazione, visto che l’ultimo anno, causa problematiche di sede e soprattutto di mancanza di tempo, non siamo riusciti a proporli ai nostri associati. Altra cosa importante sono le gite in aziende di settore per vedere diretta-
ciazione. Premetto che per ognuno di
taliana e Val di Sole, e che prevedes-
noi non è facile trovare sistematica-
se un’ampia partecipazione da parte
mente un po’ di tempo da dedicare
dei cuochi e dei ristoratori. Un evento
alla vita associativa mentre, al con-
con un’importante ricaduta mediati-
trario, ci sarebbe bisogno di maggior
ca per l’intero territorio, che facesse
presenza e partecipazione da parte
emergere la nostra categoria inserita
Sono anni che faccio parte dell’As-
di noi associati. Quindi, mi piace-
nel contesto di una più ampia e ar-
sociazione e mi sono sempre adope-
rebbe si facessero ancora più eventi
ticolata offerta turistica. Un progetto
rato, nella mia Valle, per individua-
capaci di coinvolgere un maggior
innovativo, che riuscisse a coinvol-
re quelle sinergie e collaborazioni
numero di cuochi ma anche di risto-
gere tutto il territorio provinciale, so-
con altri soggetti territoriali per fare
ratori trentini. Il mio “sogno nel cas-
stenuto da partners pubblici, dalla
emergere il lavoro e la professiona-
setto” sarebbe quello di creare un
volontà e dalla costanza di professio-
lità di noi cuochi. Sono sempre stato
evento importante, magari itineran-
nisti privati come noi. Mai perdere la
d’accordo con le tante iniziative che
te, che si sviluppasse nelle principali
speranza, un giorno chissà...
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VITA ASSOCIATIVA
L’Associazione Cuochi Trentini in breve:
IL DIRETTIVO
Fondata ad Arco nel 1975 come Asso-
PRESIDENTE | Stefano Goller (in carica dal 2011)
ciazione Cuochi Alto Garda e Ledro.
PRESIDENTI ONORARI | Abramo Prandi, Gualtiero Viola
In pochi anni si estende a tutto il Tren-
VICE PRESIDENTI | Bruno Stofella - Michele Bavuso
tino.
COORDINATRICE DONNE CHEF TRENTINE | Patrizia Pedrotti
L’Associazione conta circa 400 asso-
COORDINATORE DOLCE ARTE BIANCA TRENTINA | Eliseo Bertini
ciati tra cuochi, pasticceri, panificatori. Fanno parte dell’Associazione i
LA GIUNTA | Stefano Goller - Michele Bavuso - Bruno Stofella - Patrizia Pedrotti -
gruppi di professionisti: ‘Dolce Arte
Eliseo Bertini - Enrico Paccagnella
Bianca’, come espressione dei professionisti della pasticceria e della pani-
IL CONSIGLIO | Stefano Goller - Michele Bavuso - Bruno Stofella - Patrizia Pedrotti -
ficazione e ‘Donne Chef Trentine’, 60
Eliseo Bertini - Abramo Prandi - Enrico Paccagnella - Bruno Sicher -
donne cuoche che operano in tutto il
Giuseppe Ceci - Giacomo Pradel - Rodolfo Bianchi - Christian Venturini -
Trentino.
Fabrizio Oss - Alessandro Demarco - Luca Bordin - Valentino Morandi Michele Zanella - Severino Scalet - Giovanni Debertolis
MISSION L’Associazione è principalmente im-
Sede Legale
pegnata nella:
Trento - Mattarello - Via Nazionale, 132 – cell. 346 3053028
ZZ qualificazione della figura pro-
info@assocuochitrentini.it
fessionale del cuoco che riveste
www.assocuochitrentini.it
enorme importanza nel contesto dell’offerta
turistico-gastronomica
provinciale. Vengono svolti corsi di formazione per gli associati e vengono svolte numerose collaborazioni con le scuole alberghiere trentine che preparano le nuove leve di domani. ZZ valorizzazione della cucina e dei prodotti trentini attraverso la partecipazione a varie iniziative, di vario livello, organizzate sul territorio provinciale, nazionale ed internazionale. Si contano poi numerose collaborazioni con soggetti istituzionali del territorio. Il 21 ottobre 2014, il voto unanime dell’assemblea
straordinaria,
ha
sancito la volontà di staccare l’Associazione trentina dalla Federazione Italiana Cuochi (F.I.C.) diventando, di fatto, un soggetto autonomo riconosciuto a livello provinciale.
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VITA ASSOCIATIVA
Tante iniziative
per valorizzare la community dei cuochi trentini e i prodotti locali L’anno 2015 è cominciato
altri eventi fuori programma, dietro
mente, con un nostro stand, e operati-
con un importante
all’invito che vari soggetti territoriali
vamente in uno stand che ha proposto
cambiamento:
propongono direttamente al nostro
diverse degustazioni e show cooking e
la separazione, dopo anni,
direttivo o agli associati. Queste ul-
al quale hanno collaborato i ragazzi e i
della nostra Associazione
time sono le migliori occasioni nelle
docenti dell’Istituto Professionale Alber-
quali il nostro impegno come catego-
ghiero di Rovereto e Levico. Siamo stati
ria professionale ottiene il maggior
anche presenti nel coordinamento della
riconoscimento e visibilità da parte
ristorazione allo stand della Gestor, la
dalla Federazione Nazionale Cuochi (FIC). Siamo così diventati un’Associazione trentina autonoma con l’intento, condiviso da tutti gli associati che “autonomi è meglio” e nella consapevolezza che non deve mai venire meno l’impegno per fare sempre di più e, se possibile, sempre meglio.
delle nostre Istituzioni.
cooperativa di acquisti trentina per alberghi e ristoranti.
Abbiamo stretto una collaborazione con la Fiera di Riva del Garda che ci ha visto coinvolti, sia nelle due edizioni annuali della Fiera internazionale della calzatura Expo Riva Schuh
A maggio, nella località di Fondo, abbiamo partecipato a “Cerevisia 2015”, la seconda edizione del festival delle birre artigianali del Trentino, nell’abito del quale sono state proposte degustazioni e seminari e una “Cena Degustazione”
Quindi, senza perdere tempo, e con-
(gennaio e giugno), sia nella parteci-
fermando la nostra mission, che ci
pazione ad Expo Riva Hotel, la mani-
vede anche attivi nel valorizzare il
festazione trentina dedicata al settore
meglio delle produzioni enogastro-
alberghiero e ristorativo. Nella prima
nomiche trentine, abbiamo program-
ci siamo occupati di alcune prepara-
mato una serie di iniziative ed eventi
zioni tipiche per far conoscere i nostri
all’evento “Grand Prix della Montagna
a cui partecipare e/o con cui collabo-
piatti alla clientela internazionale
Garda Trentino” organizzata da Ugo
rare a partire già dal mese di gennaio
della manifestazione. Nella seconda
Bike. Due tappe a giugno e due a set-
e per tutto il 2015. Nel corso dell’anno
siamo stati invece coinvolti con una
tembre, nelle quali abbiamo preparato
poi, capita spesso che si aggiungano
presenza più articolata: istituzional-
dei piatti realizzati con i prodotti messi
curata dell’Associazione Cuochi Trentini con abbinamenti tra cibo, presidi Slow Food e birre artigianali trentine. Continua anche la nostra presenza
a disposizione da importanti produttori della zona dell’Alto Garda. Le Donne Chef Trentine, a febbraio, hanno portato la propria presenza alla
7
VITA ASSOCIATIVA
mattinata di studi e testimonianze
e della Val di Sole, collaboreremo
ZZ 10/11 ottobre: Pomaria 11^ edizione, a
“Turismo, femminile plurale”, che si è
con la Strada della Mela e dei Sapori
Cles in Val di Non, con la collabora-
svolta al Palazzo dei Congressi di Riva
delle Valli di Non e Sole alla prepa-
zione del Gruppo Formaggi Trentini e
del Garda nell’ambito di un progetto
razione di degustazioni nei volti del
della Strada della Mela e dei Sapori
proposto dall’Istituto Gardascuola di
castello.
delle valli di Non e Sole.
Arco in collaborazione con il Comune
Alla fine di agosto saremo presenti
di Riva del Garda, Ingarda, Unione
nel contesto dell’evento “Notte di Fia-
all’aggiornamento professionale con
commercio e turismo ed Enaip Alber-
ba” di Riva del Garda con una Scuola
lo svolgimento dei corsi organizzati
ghiero di Riva del Garda. In aprile, le
di cucina dedicata ai bambini.
per gli associati.
Donne Chef sono state invece prota-
Nella seconda parte dell’anno sono
goniste nella preparazione del buffet
stati programmati i seguenti eventi ai
programmare:
nel corso della giornata organizza-
quali partecipare:
- la visita all’azienda Demetra, leader
ta ogni anno, presso il Castello del
ZZ Ottobre (data da definire): visita
Buonconsiglio, dall’Associazione Nazionale Volontari Lotta Contro i Tumori
all’EXPO di Milano in giornata.
ZZ Novembre
sarà
il
mese
dedicato
ZZ Sempre in novembre, sarà anche da
dei migliori prodotti della tradizione alimentare italiana e mediterranea
ZZ 2/3/4 ottobre, a Predazzo, si terrà la
selezionati, cucinati e conservati
(ANVOLT) Onlus.
seconda edizione del Festival Euro-
per la ristorazione, con sede in pro-
Tutti i sabati dal 11 luglio al 5 settem-
peo del Gusto, organizzata dall’As-
vincia di Sondrio;
bre, in occasione dell’iniziativa “Il Tre-
sociazione Transdolomites, nell’am-
- una cena da consumare al chef’s
nino dei Castelli”, dove a bordo di un
bito del quale proporremo alcuni
table di uno dei più famosi ristoranti
trenino esclusivo si va alla scoperta
show cooking e gestiremo la cena
stellati.
di castelli e sapori della Val di Non
di gala.
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VITA ASSOCIATIVA
Giovani leve con le idee chiare! Samuele Bebber, nuova promessa dell’arte culinaria
e prodotti ittici dei nostri laghi. Abbia-
Immaginiamo tu abbia fatto degli
mo conquistato l’oro del giorno e il
stage. Se ce li vuoi elencare e raccon-
terzo posto nella classifica generale
tare quale tra quelli fatti lo hai trovato
finale. Siamo rimasti davvero soddi-
particolarmente stimolante.
sfatti da questa esperienza fantastica.
In questi anni ho praticato alcuni stage partendo dal Hotel Du Lac Et Du
Hai terminato il quarto anno? Cosa
Parc di Riva del Garda per poi pas-
pensi sia stato più utile apprendere
sare a Fai della Paganella all’Hotel
per la tua formazione?
Alp&wellness Sport Hotel Panorama,
Penso che la frequentazione di que-
all’Hotel Dahu a Madonna di Cam-
Samuele Bebber è fra i migliori
sto quarto anno mi abbia portato ad
piglio fino ad arrivare a “La casa
studenti degli istituti alberghie-
una crescita personale non indiffe-
ri del Trentino e ha da poco ter-
degli spiriti” dallo Chef Executive Pa-
rente. Tutto questo grazie ai docenti
minato il quarto anno all’Ifpa di
olo Cappuccio. Senza alcun dubbio
Chef Corrado Collini e Chef Valentino
Rovereto. Recentemente è stato
quest’ultima è stata la mia esperien-
Baldo.
tra i protagonisti del concorso
za più significativa in quanto reputo
Grazie alla loro preparazione, di-
di cucina “Chef senza Frontiere”,
di alto spessore lo chef stesso. Ammiro
sponibilità ed entusiasmo, ho avuto
che si è svolto all’Agraria di Riva
molto la sua cucina e il suo carisma!
l’occasione di apprendere nuove tec-
del Garda per valorizzare l’olio
niche di lavoro e soprattutto ho am-
extravergine di oliva DOP Garda
Perché hai scelto di frequentare la
pliato notevolmente le mie conoscen-
Trentino e le altre eccellenze ga-
scuola alberghiera?
ze ed il mio modo di pensare.
Fin da bambino volevo coltivare que-
stronomiche del territorio.
Niente vacanze per gli allievi dell’alberghiero. Adesso cosa stai facendo? Sto lavorando nella città di Caorle, presso il ristorante PerlaRiva, con l’incarico di pasticcere e addetto agli antipasti. Oltre al concorso di Riva hai partecipato ad altre iniziative? Nello scorso mese di febbraio, ho partecipato ad un concorso chiamato ‘Le sei mani d’oro’ che si è svolto ad Erba in provincia di Como. Insieme a due miei compagni abbiamo presentato un menù ‘Pensato caldo e presentato freddo’, nella cui preparazione abbiamo utilizzato prodotti presenti nei padiglioni cluster di Expo Milano 2015
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VITA ASSOCIATIVA
sta passione. Ricordo la mia prima “prova concreta”, all’età di otto anni, quando mi cimentai nella cottura dei ‘ravioli’ ricotta e spinaci, mentre mia madre era a lavoro. ‘Ravioli’ che confezionai usando la pasta sfoglia anziché la pasta alimentare. Ovviamente al momento della cottura successe un disastro! Ma non mi scoraggiai.., e da lì la mia passione aumentò di giorno in giorno. Cosa significa per te poter fare questo re tanti sacrifici, non dobbiamo mai
mestiere? Penso che poter praticare questo la-
smettere di seguire i nostri sogni. Ver-
voro sia un onore. Penso che indossa-
remo sicuramente ripagati delle no-
re questa divisa sia un onore. Questa
stre fatiche con tanta soddisfazione.
professione richiede molteplici sacriCosa ti piace di più cucinare?
una vita intera pur di arrivare ‘in alto’.
Amo cucinare qualsiasi ingrediente, amo sperimentare, quindi osservare i
Che progetti hai per il futuro?
cambiamenti dell’alimento variando
Nel futuro mi piacerebbe viaggiare,
le temperature di cottura, di lavora-
conoscere varie scuole di pensiero,
zione. Amo sperimentare anche ab-
varie tipologie di cucina. Per analiz-
binamenti particolari e audaci. Non
zare i punti positivi così quelli nega-
mi piace parlare di ‘primi piatti’, ‘anti-
tivi per poi creare la mia scuola di
pasti’…. Mi piace piuttosto parlare di
pensiero.
“creazioni”.
Gli insegnanti degli Istituti Alberghie-
Cosa significa per te fare parte
ri lamentano che molti degli studenti
dell’Associazione Cuochi?
abbandonano la scuola dopo i primi
Fare parte dell’Associazione Cuochi
anni per i tanti sacrifici che la profes-
penso sia sinonimo di unità. Vedo
sione richiede. Che consiglio daresti
questa Associazione come una fami-
a chi ha qualche anno meno di te e
glia dove ogni membro cerca di dare
frequenta ancora la scuola?
il massimo di sé, nella quale ci si ren-
Il lavoro del cuoco è basato sulla
de sempre disponibile nel momento
passione e sacrificio, se manca an-
del bisogno. Tengo molto a ringrazia-
che solo una delle due qualità credo
re il nostro Presidente Executive Chef
sia meglio cercare un’altra professio-
Stefano Goller per le numerose oppor-
ne. Ma se dentro di noi avvertiamo la
tunità che mi ha offerto.
10
Un dessert composto da un cubo di due cremosi, uno alle mandorle e Armelline e uno cocco e mango. Al centro un cilindro in cioccolato con spuma al cocco, lime e rhum bianco e infine un gelato al frutto della
fici, ma sono disposto a sacrificare
passione e siamo disposti a compie-
Una “creazione”di Samuele Bebber: ‘exotic and chocolate sensation’.
passione su stroiser alla nocciola.
VITA ASSOCIATIVA
L’uovo, l’ingrediente
che non può mai mancare Quante volte ci siamo chiesti: è nato prima l’uovo o la gallina? Da una ricerca del Professore Colin Freeman dell’Università di Warwick, in Inghilterra, per prima è nata la gallina da una proteina responsabile della formazione del guscio delle uova.
Cenni storici Popolazioni e civiltà del passato credevano che il mondo fosse nato da un uovo e alcuni antichi testi descrivono
bolo di resurrezione che si ritrova an-
centro della conchiglia che rappresen-
la nascita del mondo “il caos”, una
che in molte raffigurazioni riportate
ta l’universo, collegato con l’altissimo,
forza vitale dove l’embrione della vita
sui monumenti.
dal quale discende sottoforma di uovo
era appunto rappresentato dall’uovo.
In Russia sono state ritrovate uova di
simbolo di vita e resurrezione, come ri-
Una leggenda sulla creazione parla
argilla in alcuni luoghi di sepoltura e
corre spesso nell’ambito della simboli-
di una dea della notte (nera ed ala-
sono state interpretate come simbolo
stica cristiana.
ta) che depose un uovo color argento
di immortalità; alcuni monumenti se-
Nel dipinto “Giardino delle delizie” di
dopo essere stata fecondata dal ven-
polcrali buddisti hanno forma di uovo
Hieronimus Bosch, l’uovo rappresenta i
to di Eros. Da qui il primo nato Proto-
e quest’ultimo è il simbolo che viene
tre momenti della creazione.
gonos, dallo stesso uovo nacque il
maggiormente rappresentato nella
Possiamo affermare che l’uovo ha sem-
cielo (parte del guscio superiore) ed
religione egiziana come ciclo della
pre rappresentato diversi aspetti della
il resto del creato (parte del guscio
vita.
vita e tutt’oggi rappresenta un vero e proprio mistero della natura.
inferiore). Altri testi associano all’albume l’ele-
Uovo e arte
Peter Carl Fabergé, nel 1872 realizzò per
mento acqua, al tuorlo quello del
Nel susseguirsi del tempo, in diverse
la moglie dello zar Alessandro III il pri-
fuoco e alla pellicina la simbologia
civiltà l’uovo è stato punto di partenza
mo prezioso uovo, a cui seguì una pro-
della terra.
per interessanti ed antiche raffigura-
duzione esclusiva di gioielli sempre a
L’uovo è un alimento carico di simbo-
zioni artistiche soprattutto sacrificali,
forma di uova impreziosite d’oro e dia-
li e nella mitologia, molte divinità ed
matrimoniali, ove più persone sono
manti, zaffiri e smeraldi, famose in tutto
eroi vengono rappresentati nell’at-
state dipinte nell’atto di offrire dolci
il mondo.
to della nascita proprio dalle uova
guarniti con uova alla sposa, o alle
Peter Breugel, nel suo dipinto “il Paese di
(es: Brahma il creatore del mondo,
divinità funerarie.
Cuccagna” raffigura tre ubriaconi ad-
nacque dallo schiudersi di un uovo
Piero della Francesca nel suo dipinto
dormentati e alcune uova sono sparse
d’oro).
“Madonna col Bambino e i Santi” di-
ai loro piedi, ciò simboleggia la perita
L’uovo pasquale è anche antico sim-
pinse un uovo di struzzo sospeso al
di sobrietà.
11
VITA ASSOCIATIVA
Proprietà dell’uovo L’uovo degli uccelli è composto da
1. Guscio 2. Membrana testacea esterna 3. Membrana testacea interna 4. Calaza 5. Albume liquido esterno 6. Albume denso 7. Membrana vitellina 8. Tuorlo 9. Blastodisco 10. Tuorlo scuro 11. Tuorlo chiaro 12. Albume liquido interno 13. Calaza 14. Camera d’aria 15. Cuticola
un’unica grande cellula e contiene tutti i composti necessari per dare origine ad una nuova vita. Prodotta dalle ghiandole dell’ovidotto, se fecondata e in condizioni ambientali favorevoli, può dare origine ad un nuovo organismo animale. L’uovo è considerato un alimento povero (dal costo relativamente basso), ma è ricco di principi nutritivi che lo rendono un cibo completo, utilizzato dall’uomo fin dall’antichità. Tipi di uova Quello usato più comunemente è l’uo-
ZZ Uova di faraona, (sui 40-45 gr.), dal
vo di gallina, ma vengono consuma-
guscio dai punti marroni, vengono
La forma caratteristica dell’uovo è
te anche uova di altri volatili:
normalmente consumate sode o
tondeggiante da una parte (polo ottu-
ZZ Uova di tacchina, quasi simili a
bazzotte.
so) e più acuta dall’altra (polo acuto)
Composizione dell’uovo
quelle di gallina, leggermente più
ZZ Uova di pavone, dal sapore dolcia-
grandi (dai 70-90 gr.), con guscio di
stro, erano molto apprezzate dagli
racchiusi dal guscio.
colore rosso-giallastro maculato da
antichi romani.
Guscio:
piccole macchie marroni. ZZ Uova d’oca, più grosse (peso ca. 165 gr.), dal guscio opaco bianco, con
ZZ Uova di fagiano, piccole, dal guscio rosato e dal sapore che ricorda il salmì.
che contiene un tuorlo e un albume
Il guscio è formato da tre strati: ZZ Cuticola esterna, detta mucina, limita la permeabilità ai gas ed ai
ZZ Uova di struzzo, di grandi dimen-
piccoli corpuscoli e microbi, scom-
ZZ Uova di quaglia, piccole e dal gu-
sioni, dal peso che varia da gr. 800
pare poco a poco all’invecchiare
scio pieno di puntini scuri, dal gusto
a gr. 1500, dal guscio granuloso e
dell’uovo e si elimina con il lavag-
delicato, vengono principalmente
duro da rompere. Uno uovo di struz-
gio.
usate sode o bazzotte, per insalate
zo equivale a circa 25 uova di galli-
ed antipasti.
na.
un sapore leggermente oleoso.
ZZ Strato calcareo, è la parte esterna dell’uovo, ha una funzione protet-
ZZ Uova d’anatra, più grosse di quelle
Secondo l’uso corrente, con la de-
tiva. Lo strato è poroso (da 6.000 a
di gallina (sui 65-80 gr.), sono mol-
nominazione “uovo” si intende sola-
11.000 pori) e sottile, e secondo le
to saporite perché ricche di protei-
mente quello di gallina, in caso ci si
diverse razze di gallina, può avere
ne e grassi e con tuorlo maggiore
riferisca a uova di altri animali deve
un colore biancastro, rosa o mar-
dell’albume.
seguire la specie di appartenenza.
roncino. I pori in superficie permettono uno scambio con l’esterno, permettono all’acqua di evaporare e all’aria di entrare, ma insieme all’aria possono far entrare anche i germi. Il guscio costituisce il 10% del peso dell’uovo e la sua composizione è per il 96% carbonato di calcio, l’1-1,5.% carbonato di magnesio e l’1% fosfato di calcio. Vi sono anche da “tracce di sostanze organiche”. ZZ Membrana testacea, separa il guscio dall’albume ed è costituita da
12
VITA ASSOCIATIVA
due strati sottilissimi che si dividono
(secondo il metodo di allevamento)
Queste uova non rispondono ai re-
al polo ottuso, formando una came-
mediante nastri trasportatori. Viene
quisiti delle categorie A e B e ven-
ra d’aria, che si presenta più ampia
poi selezionato in base al contenuto
gono normalmente utilizzate dalle
quanto più vecchio è l’uovo.
e al diametro.
industrie alimentari.
La legislatura e le norme comunitarie Albume
prevedono la classificazione, il peso
Le uova possono essere classificate
La consistenza dell’albume è ac-
e la qualità dell’uovo, e con il D.L. n°
anche in base al peso:
quosa e gelatinosa. È infatti formato
267 del 29 luglio 2003, in vigore dal
ZZ XL dal peso superiore di gr. 73
dall’85% di acqua e per il 12% da pro-
1/01/2004, anche la loro tracciabilità
ZZ L tra un peso di gr. 63-73
teine, soprattutto albumine, e un 2-3%
di filiera che vengono riportate sul
ZZ M dal peso tra gr. 53-63
da grassi, zuccheri, sostanze mine-
timbro impresso sul guscio:
ZZ S peso inferiore ai gr. 53
rali e anidride carbonica. L’albume 0=biologico 1= allevato all’aperto 2= allevate a terra 3= allevate in gabbia
pesa di media gr. 30 ed avvolge tutto il tuorlo con una membrana detta vitellina. È collegato da spessi filamenti elastici dette calaze, che fanno anco-
Paese di produzione Provincia N° registrazione allevamento Termine di scadenza
rare il tuorlo tenendolo sollevato in posizione centrale, proteggendolo da eventuali vibrazioni.
ASL addetta certificazione e controllo
Tuorlo È la parte interna dell’uovo ed è circondato dall’albume. È formato dal 51% di acqua, dal 16% proteine, dal 31% di grassi e dal 2% di zuccheri, mi-
In base alla qualità dell’uovo la clas-
Conservazione dell’uovo
nerali, carotenoidi, vitamina A – B1-
sificazione avviene in 3 categorie:
Le uova si conservano in frigorifero
B2- D- E – K – PP. Il suo peso è di ca.
ZZ Categoria A
ad una temperatura di 2-4 C° (normal-
15/18 gr. Il suo colore varia dal giallo
- Guscio e cuticola puliti ed intatti.
mente nei ripiani più bassi) all’inter-
all’arancio, a seconda dell’alimenta-
- Albume chiaro gelatinoso e sen-
no delle loro confezioni per non per-
zione della gallina. I suoi grassi sono
za corpi estranei con camera
dere le indicazioni poste in etichetta.
costituiti principalmente da trigliceri-
d’aria tra guscio ed albume non
Le uova non vanno mai lavate prima
di e da fosfolipidi (lecitine), ed ha un
superiore ai 6 mm. Se inferiore e
di metterle in frigo poiché, come detto
contenuto abbastanza alto di coleste-
non supera i 4 mm. si possono de-
sopra, potrebbero perdere la pellico-
rolo.
finire “extra”.
la impermeabile che le protegge da
- Il tuorlo deve essere visibile alla In questi ultimi anni è avvenuta una
speratura (fascio di luce).
eventuali contaminazioni. È consigliato lavarle solo prima del loro utilizzo.
particolare selezione genetica che
- Normale odore.
Nonostante la naturale protezione
ha condotto alla ricerca di razze di
Le uova “extra fresche” vengono
offerta dal guscio, l’uovo può subire
galline in grado di deporre uova di
immesse sul mercato solamente en-
delle alterazioni:
elevata qualità, con la con¬seguente
tro 7 giorni dal confezionamento, 9
ZZ Origini enzimatiche, modifica degli
modifica delle caratteristiche chimi-
gg. dalla deposizione (per legge);
enzimi contenuti nell’albume e nel
che dell’uovo.
trascorsi tali giorni la dicitura deve
tuorlo se le uova non sono conser-
essere rimossa.
vate correttamente e al di sopra dei
Ad esempio si è verificato un abbassamento del contenuto in lipidi (da
ZZ Categoria B
7°C, possono provocare attacchi
11.1 a 8.7 g su 100 g) e, nota positiva,
Camera d’aria non superiore ai 9
anche nel colesterolo.
mm. A differenza di quelle di Cate-
ZZ Contaminazione endogena, quan-
goria A, queste uova possono aver
do l’uovo passa attraverso l’ovidotto
subito trattamenti di conservazione.
della gallina, arriva nella cloaca
Da sapere Negli allevamenti, l’uovo deposto dalle galline viene subito allontanato
ZZ Categoria C Camera d’aria superiore ai 9 mm.
anafilattici in soggetti sensibili.
che termina nell’intestino, dove intestino e cloaca contengono nume-
13
VITA ASSOCIATIVA
re l’uovo o per via linfatica o per via
Commercializzazione delle uova ”gli ovoprodotti”
sanguinea. La salmonella si può
In commercio vengono adottati diver-
selezionate e lavorate le proteine
trovare anche nell’ovaio della gal-
si sistemi per mantenere la freschez-
(albumine) per ottenere un’alta ca-
lina e si possono sviluppare all’in-
za alle uova il più lungo possibile:
pacità montante. Di solito questo
terno del tuorlo o da una infezione
ZZ Refrigerazione, ad una temperatu-
prodotto ha una maggiore capacità
ra di 2-4°C, con l’umidità controllata
di creare una schiuma stabile (nor-
ZZ Contaminazione esogena, la poro-
o in atmosfera protetta che evita la
malmente si usa una piccola dose
sità del guscio può essere traversa-
formazione di muffe e l’evaporazio-
nelle montate di albume fresco).
rosi batteri che possono contamina-
esterna della cloaca.
ta da muffe e batteri che possono contaminare l’uovo.
ne dell’acqua. ZZ Pastorizzazione, dove il prodotto
NB: quando si utilizzano le uova è un
viene frullato e omogeneizzato a
obbligo lavare e disinfettare le mani
65°C. per 3-4 minuti nell’uovo intero
prima di continuare il lavoro.
e nel tuorlo. Mentre nell’albume a
Come valutare la freschezza dell’uovo ZZ Se l’uovo è freschissimo il guscio dovrà essere opaco e quasi vellutato, mentre con l’invecchiamento diventa lucido e levigato. ZZ Scuotendo l’uovo non dobbiamo sentire alcun movimento. ZZ Attraverso la speratura (fascio di luce) la distanza della camera d’aria e la posizione del tuorlo delimitata dalla compattezza dell’albume. ZZ Preparare una soluzione al 10% di sale con l’acqua in un contenitore: se l’uovo rimane sul fondo è fresco, più galleggia verso l’alto più l’uovo è vecchio. ZZ Quando lo rompiamo il tuorlo deve rimanere intatto con un bel rilievo e l’albume compatto, non fluidificato.
58°C. per 2 minuti, poi confezionato in contenitori ermetici (brick)che poi vengono conservati a +4°C.
ZZ Albume in polvere, in questo prodotto costituito da albume, vengono
Pro e contro Questi prodotti, in certi casi molto comodi, pratici e pronti all’uso, consentono sprechi di tempo nella sgusciatura e separazione del prodotto e sono più sicuri dal punto di vista igenico-sanitario (vedi creme pasticcere, gelati ecc..). Talvolta, però,
ZZ Zuccherato e pastorizzato, ideato
questi problemi determinano modi-
dai francesi circa venti anni fa. Si
ficazioni nell’uso tecnologico delle
aggiunge il 50-55% di zucchero sul
uova, esempio i trattamenti di omoge-
tuorlo (da togliere nella costruzione
neizzazione in certi impasti lievitati, o
delle ricette, controllare sulla con-
i bignè che hanno una riduzione di
fezione), viene poi pastorizzato e
volume in cottura.
conservato. Normalmente ha una durata di 6 mesi a temperatura am-
L’uovo in cucina e pasticceria
biente, ma una volta aperto, il pro-
Grazie alle sue proprietà, e in modo
dotto va conservato in frigo a +4°C.
specifico, alla capacità di legarsi con
ZZ Tuorlo d’uovo criogenato in granuli, tuorlo d’uovo surgelato a -18°C. Le uova vengono raccolte e separate, poi i tuorli vengono pastorizzati e spruzzati in camere a -70°C ottenendo così dei microgranuli surgelati che mantengono inalterate le caratteristiche del prodotto iniziale. ZZ Tuorlo d’uovo in polvere, prima di
Nb: l’uovo mantenuto in temperatu-
essere essiccato a spruzzo o spray-
ra ambiente conserva le caratteristi-
dry, dall’uovo viene tolto il glucosio
che sopra elencate per circa 5 giorni
poiché con il tempo può deteriorare
l’estate e 10 giorni l’inverno.
per reazione con le proteine.
altri ingredienti, l’uovo viene usato in numerose preparazioni in cucina, pasticceria, gelateria e per la produzione di diversi prodotti da forno. L’albume è preferibile consumarlo montato a neve o cotto, in quanto crudo risulta poco digeribile. Al contrario, il tuorlo è preferibile mangiarlo crudo o poco cotto, poiché cuocendosi perde parte delle sue sostanze nutritive. L’uovo non si può considerare un alimento completo poiché risulta carente di glucidi, ma ha di certo un alto valore nutritivo, fornito dalle sue proteine. La sua digeribilità varia secondo i tipi di cottura: ZZ Uovo alla coque circa 1 ora e 45 minuti ZZ Uovo crudo circa 2 ore e 15 minuti ZZ Uovo in tegame con gr. 25 di burro circa 2 ore e 30 minuti ZZ Uovo sodo e frittata circa 3 ore.
14
VITA ASSOCIATIVA
meringhe, soufflé, ecc...). La schiuma dell’albume data dalle sue proteine, ovalbumine e globuline, contribuiscono alla vischiosità del prodotto e le ovomucine stabilizzano la schiuma grazie alla formazione di una pellicola insolubile. L’albume ha la capacità di inglobare cinque volte il suo volume d’aria dando così volume, sofficità e struttura agli impasti, mentre non sbattuto, aiuta a solidificare un composto. Come ottenere un perfetto albume montato ZZ Usare albumi freschi e senza tracce di grasso (tuorlo). ZZ Usare utensili, compresa la frusta, ben puliti e possibilmente passati con aceto o limoni poi asciugati. Nelle preparazioni va posta attenzio-
delle uova non più a numero bensì
ne alla denaturazione delle proteine,
espresse in grammature. È importan-
sale e zucchero, come elementi igro-
te per avere una bilanciatura e pro-
scopici (assorbono acqua), al loro
dotto costante e la quantità sì basa
contatto con il tuorlo provocano un
sul peso medio di un uovo, che è di
effetto di solidificazione, in special
circa 55 grammi così distribuiti:
modo la parte esterna, mentre nell’al-
ZZ albume 30 gr.
mento della frusta per incorporare
bume distrugge la parte gelatinosa,
ZZ tuorlo 20 gr.
più aria.
provocando più acqua che rende in-
ZZ guscio 5 gr.
stabile la montata.
L’uovo crudo, sottoposto al calore del-
non formare “fiocchi” ed avere una
Ecco perché quando aggiungiamo
la cottura si denatura e perde la for-
parziale rottura della struttura.
queste sostanze, dobbiamo mescola-
ma iniziale detta coagulazione.
Il tuorlo ricco di lecitina, se montato
re il composto così da evitare “la bru-
La coagulazione del tuorlo avviene
aumenta di tre volte il suo volume,
ciatura” fenomeno esotermico dalla
fra i 65-70°C., mentre l’albume coa-
aiuta nel favorire l’emulsione con i
reazione tra appartenenti al tuorlo e
gula fra i 60-64°C. L’aggiunta di in-
grassi e l’acqua presente negli impa-
lo zucchero o il sale.
gredienti tipo zuccheri o liquidi ritar-
sti. Conferisce al prodotto lievitato uno
Ciò può verificarsi anche con aggiun-
dano la coagulazione, mentre sale e
sviluppo migliore, favorisce anche
te di alcool o acidi e alcalini, conge-
sostanze acide la favoriscono.
una durata di conservazione, porta
lamento, raggi ultravioletti, onde so-
Creme preparate con albume tende-
il suo caratteristico colore e sapore
nore, pressione.
ranno a coagulare prima che quelle
creando compattezza agli impasti,
ZZ Non inserire sale poichè riduce le proprietà schiumogene. ZZ Iniziare la montata dolcemente, aggiungendo
gradualmente
lo
zucchero. ZZ Aumentare poco alla volta il movi-
ZZ Non montare eccessivamente per
preparate con uova intere, mentre
maggiore elasticità, plasticità ed ele-
L’uovo è praticamente indispensabile
creme preparate con più tuorli, ric-
ganza strutturale durante la cottura e
in quasi tutte le preparazioni alimen-
chi di grassi e lecitina, richiederanno
più friabilità in certi prodotti.
tari e, in particolare, in pasticceria.
meno addensanti nella ricetta.
Le uova intere nelle ricette apportano
Non ha solo funzione di “insaporente”
Un’importante caratteristica dell’uovo
un 75% di acqua e un 25% di grasso
o “colorante”, ma ha un grande pote-
è data anche dalla capacità schiu-
e proteine. Sostituendo l’uovo intero
re legante, coagulante ed emulsio-
mogena del suo albume, usata so-
con il tuorlo si avrà un 50% di acqua
nante (la lecitina presente nel tuorlo
prattutto in pasticceria, consentendo
e un 50% tra grasso e proteine. Sosti-
è fondamentale per la preparazione
il principio di lievitazione fisica in
tuendo invece l’uovo con l’albume si
di salse tipo maionese).
molti prodotti a base di impasti mon-
avrà un aumento dell’acqua 88% ma
Nei nuovi ricettari troviamo le dosi
tati (Pan di Spagna, biscotti savoiardi,
minor proteine 12%. Variano allo stes-
15
VITA ASSOCIATIVA
so modo le consistenze degli impasti
schioso con bollicine d’aria piccole,
ZZ In una crema inglese lasciate ripo-
o masse, per questo è importante la
più regolari e stabili. Con una tempe-
sare i tuorli e lo zucchero mescolati
conoscenza delle materie prime per
ratura al di sopra dei 12°C. otterremo
bene insieme per qualche ora (pro-
potersi districare nella sostituzione di
masse più leggere e lisce con alveo-
cesso di cottura dei tuorli dato dallo
alcuni ingredienti. Sono competenze
lature più grandi.
zucchero) con la possibile aggiunta
che rientrano nel bagaglio tecnico di
di aromi. La successiva cottura del-
un professionista.
Alcuni consigli
la crema con l’unione di un liquido
Anche le temperature delle uova
ZZ Non cuocere troppo l’uovo, il pro-
bollente sarà quasi istantanea.
sono importanti negli impasti. Se trop-
dotto avrà un profumo sgradevole
po fredde 2-4°C. rendono l’uovo più vi-
di zolfo.
ZZ Albumi troppo montati non si distribuiscono bene nelle masse e talvolta compromettono la stabilità della massa. ZZ Se abbiamo bisogno di tuorli sodi in qualche ricetta, prendiamo i tuorli uniamo parte dello zucchero di quello indicato nella ricetta, copriamolo con pellicola trasparente adatta per alimenti e cuociamo nel microonde per qualche minuto sino alla loro coagulazione, poi passiamoli al mixer.
Meringa Svizzera per decorazioni
Crema inglese base
Albume gr. 100
Tuorlo gr. 100 mescolati con
Zucchero gr. 375
Zucchero gr. 50 lasciati coperti per un’ora.
Scaldare fino a 60°C.
Panna gr. 250 bollire con
Montare fino a raffreddamento, fare i
Latte gr. 250 poi versare sui tuorli prece-
vari soggetti, cottura 80/90° a V.A.
dentemente lasciati coperti, portare a 85°C e passare al colino.
Meringa alla Francese
Meringa all’italiana
Pate à bombe (ricetta base)
Albume gr. 250 Zucchero gr. 250
Zucchero gr. 750
Zucchero a velo gr. 125
Acqua gr. 250
Zucchero gr. 180 Acqua gr. 120
Dividere in due parti lo zucchero, inizia-
Cuocere a 121°C.
re la montata con una parte di zucche-
Quando
ro. Quando l’albume è a metà montata
110/112°C. avviare la planetaria con:
lo
zucchero
raggiungerà
Fare uno sciroppo che andrà versato su Tuorlo gr. 240 Uova gr. 100
unire gli altri gr. 125 di zucchero. Quando la meringa è montata continuare la
Albume gr. 500
Sbattuti insieme e portare a cottura
lavorazione in planetaria a bassa velo-
Zucchero gr. 150
85°C. Versare in una planetaria a velocità media fermandosi prima del raffred-
cità per 10 min. Questa tecnica rende il prodotto più stabile e friabilissimo, uni-
Montare a neve e versare lo zucchero a
re poi a mano gr. 125 di zucchero a velo.
filo 121° C. fino a raffreddamento (possi-
Cottura a 130°C per 90’ a valvola aperta.
bile conservare in congelatore).
16
damento completo.
le RICETTE dell’associazione con i piccoli frutti
Le Code di gamberi avvolte in pasta fillo servite su carpaccio di finocchi marinati alle fragole, accompagnati con panna acida e piccoli frutti di bosco di Sant’Orsola di Stefano Goller RICETTA PER 4 PERSONE
PROCEDIMENTO
Pulire le code dei gamberi e condirle
ZZ Code di gamberi nr. 16
In un pentolino mettervi l’aceto di vino
con dell’olio, sale e pepe, stendere la
ZZ Finocchi gr.100
e portarlo ad ebollizione con l’ag-
pasta fillo e spennellarla con del bur-
giunta delle fragole tagliate a pezzi,
ro sciolto, tagliare dei quadrati di tre
togliere dalla fonte di calore e lasciar
centimetri e avvolgere i gamberi.
ZZ Aceto bianco di vino gr. 50
macerare per almeno 5 ore così che
Portare a temperatura l’olio e immer-
ZZ Fragole gr. 30
l’aceto prenda il gusto delle fragole,
gervi le code di gamberi cosi da cuo-
ZZ Olio Uliva q.b.
dopodichè filtrare il tutto.
cerli correttamente rendendoli croc-
ZZ Olio per friggere q.b.
Pulire e tagliare i finocchi di uno spes-
canti.
sore molto fine con l’ausilio di un affet-
Posizionare nei piatti prescelti con
tatrice metterli a marinare nell’agretto
l’ausilio di un copa pasta il carpac-
di fragole fatto in precedenza e lasciar
cio di finocchio, adagiarvi le code di
macerare per almeno venti minuti,
gamberi.
quando i finocchi si saranno colorati
Cospargere di piccoli frutti di bosco
scolarli e condirli con l’olio Uliva, del
di Sant’Orsola il piatto e decorare con
sale e del pepe di macinino.
della panna acida.
ZZ Piccoli frutti di bosco di Sant’Orsola gr. 60 ZZ Panna acida gr.50
ZZ Sale e pepe di macinino q.b.
17
L’INTERVISTA
Cari cuochi,
valorizzate i piatti della nostra tradizione be’, vuol dire che abbiamo lavorato bene. E lo stiamo facendo puntando sia sulla valorizzazione della figura Foto Romano Magrone. Archivio Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento
del docente, sia dotando le scuole di servizi e strutture all’altezza, sia aprendo gli orizzonti dei curricula sulla realtà europea di cui il Trentino, assieme all’Alto Adige e al Tirolo, è una pedina importante nell’ambito dell’Euroregione. Ma anche sul versante del sostegno all’economia stiamo facendo cose importanti, supportando le imprese, tutte le imprese nel loro sforzo di uscire finalmente dal buio del tunnel della crisi. Con la collaborazione di tutti i soggetti coin-
Intervista al Presidente
cietà con un welfare che valorizzi la
della Provincia Autonoma
famiglia, il volontariato, ma anche la
di Trento, dott. Ugo Rossi
professionalità degli operatori; fare
volti, che vanno dagli imprenditori ai sindacati, siamo indirizzati nella giusta direzione.
della cultura un volano di crescita; alleggerire il peso della burocrazia,
Parliamo di obiettivi. Quali sono quel-
perché diventi cemento di coesione
li del suo “mandato”
sociale…
Un argomento che sta a cuore ai trentini è la nostra autonomia. Come proseguono i rapporti tra autonomia speciale e governo? Dobbiamo aspet-
Governare la Provincia autonoma di Trento è un compito assai complesso
Quali, tra i molti traguardi raggiunti
e delicato, quindi molti e diversificati
ad oggi, nell’ambito della sua legi-
sono gli obiettivi che come coalizio-
slatura, ritiene il più importante?
ne ci siamo posti. Tra i più importanti,
Sono molto soddisfatto del lavoro del-
cito il nostro impegno a far crescere
la Giunta di cui sono presidente: la-
i giovani in un mondo che offra op-
voro spesso difficile, ma che riesce a
portunità per realizzare i loro progetti
trovare sintesi in decisioni condivise.
attraverso anche una scuola aper-
Per quel che mi riguarda, devo dirmi
ta al mondo; investire sulle imprese
soddisfatto per il lavoro che stiamo
e sul lavoro per irrobustire la nostra
facendo nella e per la scuola, che
autonomia; rilanciare l’industria ma
considero il centro nevralgico e pul-
anche le piccole e medie imprese,
sante di ogni attività pubblica. Se la
l’artigianato, le attività legate all’ospi-
formazione dei nostri giovani riesce a
talità e al turismo; tutelare l’ambiente
incidere positivamente sul loro svilup-
come bene prezioso, nel quale le atti-
po, facendone donne e uomini adulti
vità dell’Uomo si svolgano nel rispetto
in grado di gestire gli strumenti della
dell’ecosostenibilità; proteggere e tu-
comunicazione anche plurilingue, di
telare i diritti dei più fragili, delle fa-
programmare i propri traguardi e di
sce deboli e sofferenti della nostra so-
lavorare seriamente per perseguirli,
tarci imposizioni o “interventi discrezionali” da Roma? Con il Patto di Garanzia firmato nell’autunno del 2014 abbiamo definito gli ambiti e i paletti di una collaborazione tra Stato e Provincia autonoma di Trento, in cui viene riconosciuta piena titolarità all’autonomia speciale e, fatti salvi gli obblighi nei confronti del Paese, introducendo il concetto di piena e completa autosufficienza e completa responsabilità nella gestione delle risorse prodotte sul nostro territorio. Nessuno ha la palla di vetro per prevedere quel che avverrà tra uno, tre o dieci anni: allo stato dei fatti, comunque, il patto siglato col governo ci rende più consapevoli delle nostre responsabilità, ma anche più forti nei confronti di quan-
18
L’INTERVISTA
ti – e non sono pochi – continuano a tendere tranelli alle autonomie periferiche. In altre parole, oggi più di ieri la salvaguardia della nostra autonomia dipende in primo luogo da noi, dalla nostra convinzione, dalla nostra capacità di creare coesione soco. È arrivato il tempo che, pur in una contrazione di risorse a disposizione, tutti noi trentini sappiamo dimostrare di che pasta siam fatti… e se io mi guardo indietro e penso alla nostra storia, ai valori dell’autogoverno, della cooperazione, dell’inclusione, della corresponsabilità di cui siamo stati e siamo ancor oggi protagonisti, mi
Istituto Alberghiero di Levico Terme – Foto di Daniele Mosna
ciale e sviluppo integrato ed armoni-
vien da dire che vale proprio la pena di essere ottimisti. Il Programma di Sviluppo Provinciale approvato dalla Giunta per il 2015 delinea sei azioni strategiche verso le quali saranno rivolti i principali interventi ed azioni: capitale umano, lavoro, economia, società, identità territoriale ed ambientale, autonomia e istituzioni. Un suo sintetico pensiero per ogni area? Sarò molto sintetico, anche se questa risposta meriterebbe un’illustrazione più esaustiva. Comunque, per quel che riguarda il capitale umano il nostro obiettivo è quello di far convergere progressivamente la formazione professionale e mondo del lavoro in un intreccio sempre più stretto e positivo, capace – nel vicendevole scambio – di far sbocciare i talenti e le potenzialità delle giovani generazioni e di innervare di progettualità e di innovazione le imprese trentine. E tutti voi potete comprendere che questo processo di reciproca integra-
zione tra scuola e mondo del lavoro
provinciale, per farne uno strumento
interessa da vicino anche le imprese
che da un lato continui a proteggere
della ricettività, della ristorazione e
i più deboli, senza però disincentiva-
dell’ospitalità.
re e indebolire l’impegno individuale;
Nel campo del lavoro, vogliamo sem-
aiuto quindi alle famiglie, creazione
plificare il mercato, alleggerire la
di spazi, strutture e percorsi virtuosi
presenza della burocrazia e fare del-
che coinvolgano l’intera comunità.
la Provincia uno strumento di regia e
Identità
di coordinamento, non un ostacolo
qui il lavoro è molto variegato, come
allo sviluppo.
variegato è l’ambiente del nostro
Economia: noi pensiamo che sia
Trentino. Comunque, punteremo a
giunto il momento di trasformare
sviluppare reti tra le comunità con
gli interventi a pioggia da parte del
un impianto istituzionale che sappia
pubblico in azioni di sostegno che
valorizzare chi lavora in forma con-
si concentrino laddove l’impatto e la
divisa; difenderemo l’ambiente con
risposta economica siano maggiori,
una riforma del Piano urbanistico che
più efficaci e più efficienti passando
ci porti a risparmiare territorio, a re-
dalle logica del contributo a quella
cuperare strutture e siti dismessi, per
che utilizza la leva fiscale, più sem-
creare un paesaggio il più possibile
plice e veloce.
pulito e accogliente.
Società: è urgente rivedere il welfare
Autonomia e istituzioni: il compito che
territoriale
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e
ambientale:
L’INTERVISTA
attende il. Trentino del prossimo futu-
lità significa ragionare con un abito
sapevole delle proprie potenzialità,
ro sarà quello di rafforzare il proprio
mentale che, nelle grandi così come
veramente orgoglioso delle proprie
autogoverno e di valorizzare le comu-
nelle piccole cose, pone l’ambien-
bellezze, giustamente apprezzato da
nità e gli enti locali, per mettere sul
te al centro della nostra attenzione.
quanti – e io spero siano sempre mol-
piatto della bilancia dello sviluppo
L’urbanistica, l’infrastrutturazione del
tissimi, in tutte e quattro le stagioni
un maggior senso di responsabilità,
territorio, la creazione di aree produt-
– scelgono la nostra terra per ritem-
una maggior convinzione delle pro-
tive, la tutela delle porzioni di natura
prarsi e ricrearsi.
prie possibilità e una coesione che
particolarmente delicate, ma anche
sia stimolo a una crescita equilibrata
la scuola come sede di educazione
Quali suggerimenti si sente di dare a
perché meglio distribuita.
e di formazione, pure il volontariato
noi cuochi?
diffuso in tutta la provincia, la rete
Ai cuochi trentini, ma anche ai cuochi
portante
delle eccellenze in campo culturale,
che lavorano in Trentino, ben sapendo
dell’economia provinciale, nel quale
storico, artistico… tutto ciò che una
che con la vostra Associazione sfondo
s’inserisce a pieno titolo la nostra pro-
comunità è capace di pensare, pro-
una porta aperta, chiedo una cosa
fessione. Qual è secondo lei la chiave
gettare, realizzare deve avere un or-
molto semplice: valorizzate i piatti del-
di svolta per restare una destinazione
dine di priorità ben definito, un pro-
la nostra tradizione, fatene un vanto
turistica vincente?
getto complessivo condiviso, discusso
per i vostri menù e, soprattutto, usate
Non esiste una ricetta del turismo vin-
e accettato da tutti. È anche così che
prodotti trentini per confezionare le
cente, ma esiste un percorso virtuoso
riusciremo a far tesoro della lezione
vostre specialità. Io penso sia giusto
che una comunità deve saper im-
impartitaci dalla crisi economica: ne
che un turista che vuol assaggiare
boccare per creare le condizioni che
usciremo rafforzati perché più coesi,
piatti trentini, debba avere la possibi-
portino il territorio di riferimento ad
più convinti, più mentalmente aperti
lità di gustare questi piatti preparati –
essere attrattivo anche da un punto
alle novità, meno chiusi nei vecchi
laddove possibile – con prodotti della
di vista turistico. E tutto ciò nasce da
egoismi. Da tutto ciò nascerà un turi-
nostra terra. Avete in mano non solo ot-
un cambio di mentalità: ecosostenibi-
smo trentino diverso, perché più con-
timi mestoli, ma anche la formidabile
Il
turismo
è
un
settore
chance di far dire ai buongustai “non immaginavo che in Trentino si potesse mangiare e bere così bene!” E lei, presidente Rossi, come se la cava in cucina? Non sono certo un “professionista” o un appassionato evoluto, ma diciamo che – all’occorrenza o quanIstituto Alberghiero di Levico Terme – Foto di Daniele Mosna
do sono solo in casa – se posso e ho tempo vedo di prepararmi qualcosa di più del solito panino. Dopo di che, in occasione di qualche grigliata o di pranzi comunitari con amici, non mi tiro indietro e mi metto volentieri ai fornelli, naturalmente con una predilezione per i piatti della tradizione trentina realizzati con prodotti rigorosamente locali.
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le RICETTE dell’associazione con i piccoli frutti
Il non carpaccio estivo
meringa ai frutti di bosco, crema all’uovo e tartufo scorzone estivo di Luca Agostini INGREDIENTI
PROCEDIMENTO
Crema all’uovo e tartufo scorzone:
Per il non carpaccio:
Il non carpaccio:
Aggiungere l’uovo, la panna e il tar-
ZZ Anguria senza semi 250 g
Tagliare una fetta d’anguria dello
tufo grattugiato in un pentolino, con
spessore di 4 cm per il senso orizzon-
l’ausilio di una frusta tenere mescolato
tale, togliere la buccia, tagliarla in
e cuocere a fiamma bassa finchè non
quattro pezzi e semi esiccare in forno
risulti un composto cremoso.
Per la meringa ai frutti di bosco: ZZ Frutti di bosco 50 g ZZ Albume 100 g ZZ Zucchero 150 g
a 75°C per circa 6-7 ore oppure nell’es-
ZZ Acqua 10 g
siccatore per 9-10 ore.
Presentazione
Una volta semi esiccata scaloppare a
Disporre le fette di anguria sul piatto,
modo di carpaccio.
condire con noci, frutti di bosco e sale
Per la crema all’uovo e tartufo scorzone: ZZ Uovo intero 1 pz
maldon. Meringa ai frutti di bosco:
Formare una spirale con lo yogurt e il
Frullare il composto di frutti di bosco
coulis di frutti di bosco, adagiare so-
con l’acqua.
pra la meringa e i frutti di bosco.
Altri ingredienti:
Aggiungere l’uovo, la panna e il tartu-
I infine nfine disporre la crema all’uo-
ZZ Nocciole 4 g
fo grattugiato in un pentolino,
vo e tartufo.
ZZ Sale maldon qb.
Cuocere a 95°c per 3-4 ore.
ZZ Frutti di bosco qb.
Cubettare la meringa.
ZZ Tartufo grattugiato 3 g ZZ Panna fresca 40 g
ZZ Yogurt 3 g ZZ Coulis di frutti di bosco 3 g
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IL PERSONAGGIO
Organizzazione, complicità e passione.
Tre elementi che non devono mancare nella gestione del proprio ristorante. Antonino Cannavacciuolo, chef pluristellato, dal 2013 si cimenta in una nuova missione: aiutare i gestori dei ristoranti in difficoltà a ritrovare organizzazione, complicità e passione nel lavoro. Da tre stagioni è infatti il volto di Cucine da Incubo la famosa trasmissione di Sky che lo vede impegnato ad insegnare ai ristoratori in crisi a collaborare insieme per raggiungere nuovi successi. Nasce nel 1975 a Vico Equense dove ha frequentato la Scuola Alberghiera nel 1989 per poi compiere varie esperienze lavorative nelle cucine il ruolo di Chef patron del Ristorante
Nel 2013, esce il suo libro di ricette, In
cesi, quali l’Auberge dell’Ill di Illha-
Relais & Chateaux Villa Crespi, che
cucina comando io pubblicato da Mon-
eusern e il Buerehiesel di Strasburgo.
tutt’oggi gestisce insieme alla moglie
dadori, al quale seguirà nel 2014 sempre
In Italia è nella brigata del ristoran-
Cinzia Primatesta. Nel 2003 Antonino
per Mondadori Pure tu vuoi fare lo chef.
te del Grand Hotel Quisisana di Ca-
Cannavacciuolo riceve la prima Stel-
pri, quando la cucina era tenuta da
la Michelin e nel 2006 gli viene confe-
Gualtiero Marchesi. Nel 1999 assume
rita la seconda.
Al di là delle critiche mosse da vari
può essere anche d’aiuto per le nostre
colleghi, crediamo che le tante tra-
aziende. Quali i cambiamenti interve-
smissioni televisive di cucina nate
nuti nella sua attività dopo Cucine da
negli ultimi anni abbiano contribuito
Incubo e dopo le tante presenze televi“A me basta
a diffondere nelle persone maggior
una chance o meno Mi piacciono quell . i gioiosi, vivi, grint sive a cui partecipa? osi, che mordono la vita. L’entusias mo è quell’arma
consapevolezza ed attenzione ver-
Durante le mie visite ai ristoranti in dif-
so l’alimentazione e la gastronomia.
ficoltà, ho cercato di trasmettere le mie
Per chi volesse davve ro provarci, Antonino ha prepa rato appositamente per questo libro un programma di apprendimento in 30 ricette. “Proprio come in palestra: si parte dalle basi, a modo mio, fino ad arriva re a un vero e propr io pranzetto gourm et. Allenatevi ogni giorno e capirete se avete davvero la stoffa dello chef. E se non ce l’avet e almeno avrete imparato a cucin are un po’ meglio.”
ANT ONI NO CAN NAVACC IUO
di grandi ristoranti pluristellati fran-
LO
ISBN 978-88-918-0014-5
Art Director: Dario Tagliabue Graphic Design: Heartfel t Foto di copertina: Francesca Martino
E considerato il non facile momento per la ristorazione italiana, questo
9 788891 800 145 Euro 12,90
Cannavacciuolo_
ideologie riguardo all’organizzazione di
fare lo chef?
che ti permette fermarti dopo dieci di ore conto che sono passa di lavoro ininterrotte e renderti te in un lampo.”
PURE tu vuoI
uno sguardo. Non mi serve un curri per capire che tipo culum sei, se posso darti
PURE TU VUO FA R E LO C H E FI ? AN TO NI NO CA NN AVAC CI UO
LO
La prima volta che ha messo in una cucina profes sionale avr otto anni: era la cucin a di un gr albergo di Caserta dove lavorav padre. “La cucina era al piano t aveva immense vetrat e ed era i di una luce accec ante. C’erano enormi pentoloni da cui fuorius profumi deliziosi e tanto vapore che intiepidiva l’amb iente.” La passione di Anton ino Canna per la cucina – quella stessa che portato negli anni ai vertici dell’ gastronomia italian a – è impregn di memorie della sua terra di orig la Campania. Figlio d’arte, insegu giovanissimo il suo sogno con la determinazione che tuttora lo contraddistingue, superando i du del padre e il timor e di una vita di sacrifici. Arriv a giovanissimo n nebbioso Nord, sradic andosi da ca Il percorso profes sionale e perso intrapreso da Anton ino è esemplar Ecco perché quest o libro andrebbe da tutti coloro che sognano di fare chef. Ha costruito il suo successo su poche ma significative regole di vit che con generosità condivide con i lettori: imparare da un maestro; pun a un obiettivo chiaro ; imporsi una disciplina ferrea; lavorare sodo, anc a costo di sacrificare la vita personal riporre fiducia nella squadra, alterna autorevolezza e capac ità di ascolto; avere sempre l’amb izione di crescere ma anche l’umiltà di rimettersi costantemente in gioco.
una cucina e alla gestione di un risto-
COP_140 x 210_Ro.
indd 1
23/10
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IL PERSONAGGIO
LINGUINE DI GRAGNANO CALAMARETTI SPILLO E SALSA AL PANE di Antonino Cannavacciuolo
PER LE LINGUINE 500 gr linguine di gragnano PER i calamaretti 10 calamari medi 1l fumetto di pesce olio extra vergine di oliva 2 spicchi d’aglio sale pepe pomodori pachino prezzemolo PER LA SALSA 200 gr pane di segale 2 scalogni 6 rametti di timo 1l brodo di pollo 30 gr uvetta 30 gr noci olio extra vergine di oliva vino bianco sale pepe
Procedimento: Far rosolare due spicchi d’aglio, ag-
Tagliare a cubetti il pane e tostarlo in
giungere calamari tagliate a rondelle
forno. Rosolare lo scalogno tagliato a
e spadellarli velocemente.
filange con olio e timo.
Aggiungere il fumetto l’olio extra vergi-
Aggiungere il pane sfumare con del
ne d’oliva, sale e pepe.
vino bianco e bagnare con del brodo
Cuocere le linguine in acqua salata e
di pollo.
finire la cottura in padella.
A cottura ultimata frullare il tutto e
A cottura ultimata aggiungere i cala-
passarla al passino fine.
mari il prezzemolo e i pomodorini. Con l’aiuto di un colapasta e di una pinza fare un nido e posizionarlo al centro del piatto. Aggiungere la salsa di pane attorno alle linguine e infine posizionare calamari sopra le linguine.
23
IL PERSONAGGIO
rante. Ho in qualche modo proposto e
Oggi è Chef Cannavacciuolo a fare
Quanto è importante il rispetto delle
presentato la mia filosofia di pensiero
da maestro. Quali devono essere le
regole base in cucina e quanto inve-
e dalle persone che ho conosciuto,
prime doti di un buon allievo?
ce la creatività, la sperimentazione?
analizzando le situazioni “dall’ester-
Essere umile e saper ascoltare. Ascol-
L’ideale sarebbe trovare la giusta re-
no”, ho avuto modo di testare quanto
tando si è già a metà dell’opera.
lazione tra il rispetto delle regole di
sia fondamentale mantenere stabili
base e la volontà di voler sperimen-
gli equilibri tra i componenti di un’at-
Villa Crespi, Laqua Spa & Terrace Su-
tare le proprie idee trasmettendo le
tività.
ites, Il Boscareto Resort & Spa, Villa
proprie emozioni.
Cordevigo Wine Relais, la prossima Nella sua formazione è stato accanto
apertura sarà all’estero?
Quale il piatto/ingrediente che non
a grandi della cucina. Chi è stato il
A breve, questione di settimane, apri-
ama proprio cucinare?
suo maestro e quale principale inse-
remo un locale a Novara. Abbiamo
Io amo tutti gli ingredienti, non cono-
gnamento ha ricevuto?
ristrutturato il Ristorante del Teatro
sco pregiudizi. Se proprio devo indi-
Mio maestro, è stato mio padre (lui
Coccia. Per l’estero si vedrà…..
carne uno che non amo particolar-
cuoco e insegnante dell’Istituto Al-
mente indicherei il wasabi.
berghiero), e tra i vari insegnamenti,
Della cucina italiana oggi che cosa
non dimenticherò mai le sue parole
pensa?
È già da qualche anno che la via
di quando decisi di intraprendere
L’adoro…abbiamo la fortuna di poter
della nuova cucina va nella direzio-
questo percorso professionale (di cui
scegliere tra le migliori materie pri-
ne dell’autenticità, dell’attenzione ai
inizialmente non era proprio convin-
me, con una varietà di prodotti che ci
prodotti e ai produttori. C’è ancora
to): “Se vuoi fare questo lavoro, fallo
contraddistinguono a livello mondia-
spazio per l’alta cucina?
bene. Impegnati cerca di apprende-
le. Una tradizione enogastronomica
Credo che per l’alta cucina e la vo-
re il massimo da ogni momento”.
bellissima, che ci rende unici.
lontà di andare “avanti” ci sia sempre
La cucina italiana mi piace tantissi-
spazio…e per fortuna.
mo, per me sinonimo di ispirazione. Cannavacciuolo ce l’ha un incubo? Sì, uno ce l’ho anche io…”Antonino www.villacrespi.it/antonino-cannavacciuolo.html
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Cannavacciuolo”.
testimonianze suL TERRITORIO
L’apericena,
un appuntamento ancora irrinunciabile per molti. Ma le nuove tendenze vanno verso la qualità! Sono quasi 3 giovani su 4,
però. I consumatori sono sempre più
nale di mixology, l’arte di miscelare un
sotto i 35 anni, appartenenti
esigenti ed esperti in materia di spi-
cocktail. È ideatore e propositore di in-
a diverse categorie sociali,
rit e, come avviene per la cucina,
teressanti e seguitissimi appuntamenti
a partecipare al rito
sono in molti a ricercare sempre più
formativi, insegna teoria e pratica alla
dell’apericena, soprattutto
la qualità e il “bere bene”. Per queste
Scuola Alberghiera di Riva, è consulen-
persone l’apericena ormai è out e già
te presso importanti locali, organizza
da tempo hanno detto basta al buffet
corsi e dimostrazioni presso la fiera al-
di vassoi stracolmi di prodotti di vario
berghiera di Riva del Garda. Ma la for-
genere, davanti ai quali la gente si
mazione più importante, sostiene Leo,
nel fine settimana. Sono dati emersi dal recente rapporto Coldiretti/Censis sul tema ‘Gli effetti della crisi: spendo meno, mangio meglio’.
ammassa come se non ci fosse un domani. Ultimamente i locali stanno tornando sempre di più al buon vecchio aperitivo che ti prepara alla cena,
Dal nord al sud, l’apericena è da tempo diventato un appuntamento fisso per milioni di persone, dai giovani ai meno giovani, ed è considerato come il momento a più alto tasso di socializzazione della giornata. È un rito iniziato già da tempo nelle regioni del nord, Lombardia, Piemonte e Triveneto con la moda del “classico” aperitivo, che ben presto si è esteso a tutta la Penisola, a partire dall’orario di cena
fatto di poche cose, ma di qualità. Dello stesso avviso è Leonardo Veronesi, titolare di Rivabar di Riva del Garda, che fino a poche settimane fa ha rivestito per anni la carica di fiduciario AIBES per il Trentino Alto Adige, l’Associazione Italiana dei Barmen. È stato tra i quattro finalisti della Diageo Reserve World Class 2014, la più importante competizione internazio-
è quella che continuo a fare verso me stesso, studiando e tenendomi costantemente aggiornato. Il nostro è un settore in continua evoluzione, afferma, e non devi mai pensare di essere arrivato. Qual è l’andamento nella nostra Provincia e quali le prossime tendenze in arrivo in Italia? Le più importanti novità nel nostro settore arrivano dagli States e dall’Inghilterra. In Trentino arrivano solitamente dopo dieci anni. La tendenza del momento è quella che deriva dal foodpairing, che è stata anche definita la nuova allean-
fino a tarda sera.
za chef-mixologist (sul sito foodpairing.
Con il neologismo dell’apericena si
com vi è una banca dati della rete dalla
intende in pratica «Si beve e si man-
quale si ha accesso al profilo organolet-
gia anche qualcosa in piedi così si
tico di oltre mille ingredienti per ispirare
risparmia sul ristorante» per la gioia
nuove combinazioni di alimenti e quin-
dei bar e la preoccupazione dei risto-
di l’abbinamento alle bevande). Dal
ratori.
connubio cucina e bar può nascere una
A prezzi alla portata di tutti, special-
grande intesa e delle incredibili prepa-
mente se confrontati con quelli di una
razioni. Alla base c’è ovviamente molta
cena tradizionale, si può accedere a
preparazione e competenza, perché
ricchi buffet che comprendono piatti
se è vero che non ci si improvvisa chef,
caldi e freddi, dagli antipasti ai dol-
ancor meno ci si improvvisa barman. Ci
ci. Non c’è da stupirsi se, soprattutto i
sono locali (ancora pochi in Italia) che
più giovani, trascorrono intere serate
hanno superato il vecchio antagonismo
nei locali dell’apericena anche nei
provinciale tra sala bar e cucina con ri-
giorni feriali. Ma non tutti i locali sono
sultati straordinari.
gremiti di gente allo stesso modo
Sono ovviamente contrario all’aperice-
25
testimonianze suL TERRITORIO
na che ben poco ha a che vedere
ne, se fatta seriamente, dove non si fi-
nica. Offriamo circa novanta tipi di Gin
con l’aperitivo che, nel suo signifi-
nisce mai di studiare e di aggiornarsi,
e venti di Tonica, oltre al Gin “Luz” che
cato, intende una bevanda alcolica
anzi bisognerebbe riuscire ad antici-
produco direttamente con prodotti au-
o analcolica che si beve prima dei
pare i gusti e le tendenze per evitare
toctoni del nostro territorio. Seguendo la
pasti per stimolare l’appetito. Non è
di copiare quello che fanno gli altri.
tendenza, poi, vendiamo tanti cocktail
quindi un’abbuffata di tutto e di più,
Ai giovani dico di andare all’estero,
“intramontabili” che richiamano i drink
ma ben poca gente capisce quel-
di fare esperienze, di conoscere le al-
consumati prima del 1920 con il proi-
lo che sta bevendo e che sta man-
tre genti e di imparare le loro lingue.
bizionismo americano. Vanno anche i
giando. I gestori dei locali dove si fa
cocktail homemade che prepariamo
l’apericena devono fare bene i conti
Barman e barlady. Come affrontano i
con frutta freschissima e non con polpe
per stare dentro i costi e questo va a
diversi sessi la professione?
pronte. E i clienti lo apprezzano.
discapito della qualità. Sono contra-
A livello di professionisti non vi è al-
rio ai tanti locali che propongono di
cuna differenza tra i due sessi nell’af-
Dall’aperitivo all’afterdinner, come si
tutto, dalla colazione al gelato, dal
frontare la professione. Lo si fa sem-
differenziano i due momenti e i rispettivi
pranzo all’aperitivo. Per offrire qualità
pre mossi da una grande passione.
consumatori?
bisognerebbe specializzarsi, evviva
Certo le donne che lavorano nei loca-
Beh, uno è pre-cena e l’altro è dopo-ce-
quindi quei locali che hanno appeso
li che stanno aperti fino a tarda notte
na, quindi vi sono differenze nei prodotti
cartelli: NO Spritz, NO Hugo.
devono forse faticare più degli uomi-
che offri ai clienti. A Rivabar un 30/35%
ni per mantenere un giusto equilibrio
del lavoro viene fatto con l’aperitivo e il
Quanto conta la formazione profes-
verso quei clienti che possono diven-
70% con il dopo pasto, ma dipende an-
sionale per il mondo del bar e che
tare inopportuni.
che dai periodi. Il consumatore dell’ape-
consigli daresti ai giovani che voglio-
ritivo è di fascia di età media, mentre nel
no entrare in questo settore?
Si ordina tanto per, o c’è attenzione a
La formazione è tutto, l’improvvisazio-
quello che si ordina? Se dovessi fare
ne lascia il tempo che trova, ma ahi-
una classifica delle preparazioni più
Da Facebook ai messaggi in chat, oggi
mè, una larga parte dei locali oggi è
richieste...
si sa in tempo reale come sta andando
fatta di gente improvvisata con perso-
La gente segue generalmente quello
la serata con pressoché immediati spo-
nale per niente preparato. Faccio un
che impone la moda, la bravura sta
stamenti di clienti. Quanto influiscono i
esempio, nel mio locale non faccio
nel fare ordinare al cliente quello che
social network nell’ascesa di un locale?
nè caffè, nè panini, come invece fan-
spingi tu, in basse alle proposte del
Purtroppo influiscono negativamente,
no molti altri locali, ma i miei collabo-
tuo locale. Al Rivabar già da quattro
nel senso che questi strumenti li ritengo
ratori sono tutti preparati. Ai giovani
anni proponiamo il Gin, e larga parte
anti-social. Anziché favorire la comuni-
insegno che la nostra è una professio-
della mia clientela ci ordina Gin e To-
cazione fra le persone la limitano. Mi
dopocena l’età del target si abbassa.
spiego: mi capita ad esempio di vedere quattro persone sedute allo stesso tavolo
Velvet Mountain ZZ
ZZ 6 cl Grappa Riserva Amarone ZZ 2 cl. sciroppo homemade alle prugne con miele e vaniglia ZZ 4 cl. spremuta di arance ZZ 10 chicchi di caffè ZZ radice di zenzero
ognuna impegnata ad armeggiare con il proprio mobile o smartphone e che magari mandano un sms alla ragazza del tavolo vicino perché impacciati nell’approccio. È proprio triste! Qual è il segreto di ‘Leo’ per il successo di Rivabar? Tanta passione e amore per il mio lavoro, non fermarsi mai e mai pensare di essere arrivato. La tua prossima sfida ? Farmi ricrescere i capelli!!!
26
testimonianze suL TERRITORIO
Conta più la sala o la cucina?
È più facile “perdonare” un piatto poco riuscito rispetto ad un servizio scadente Quanto contano maître,
considerata come punto centrale
personale di sala
dell’attività ristorativa. Complimenti,
e sommelier all’interno
allora, a quei pochi ristoratori e al-
di un ristorante?
bergatori che, pur assillati dai costi
Contano moltissimo, alla pari del-
razione di personale specializzato
lo chef e del personale di cucina.
che abbia competenze in materia di
La formula magica sta nella stretta
cibo e che dovrebbe cavarsela con le
collaborazione che deve instaurarsi
lingue. Tuttavia c’è anche l’altro lato
tra sala e cucina, dove il maitre o il
della medaglia da considerare: si tro-
cameriere deve saper trasferire allo
vano sempre meno cameriere quali-
chef l’esigenza del cliente e, al tempo
ficati, che lavorano con vocazione e
stesso, deve saper trasmettere l’atmo-
passione, e sempre più persone che
sfera del locale e raccontare al clien-
accettano questa attività come una
te i piatti che andrà a proporre.
professione di ripiego e di passaggio,
Anche se da qualche tempo, tele-
quindi con scarse motivazioni.
visione, stampa, web e rete, hanno
ALMA, la Scuola Internazionale di Cu-
contribuito ad esaltare la figura dello
cina Italiana, ha presentato il 6 luglio
chef, con il risultato di un incremento
scorso, il Corso Superiore di Sala&Bar,
esponenziale delle iscrizioni di giovani nelle scuole alberghiere, il cameriere rimane la prima persona con cui generalmente ha a che fare il cliente all’interno di un ristorante. È lui che deve percepire la personalità e le esigenze del cliente per riuscire a servirlo al meglio, quasi con un servizio tagliato su misura per ognuno di loro. Sono sempre più i pubblici esercizi che investono sulla formazione dei loro camerieri, a prescindere dal livello del locale, affinché imparino a
del lavoro, preferiscono la collabo-
grande servizio vale il 52 percento dell’esperienza di un cliente”, e ricordava come nei locali di Londra, Tokyo o New York, dove il servizio è il migliore del mondo, il personale di sala italiano sia il più richiesto e retribuito (ndr). Non la pensano però allo stesso modo molti maitre, nè sul fatto che gli italiani siano i più bravi, nè sulla dichiarazione che la loro retribuzione sia alta. Anzi, a parità di ruolo per responsabilità, tra cucina e sala è il
un percorso di alta formazione della durata di sei mesi, che partirà i primi giorni di settembre. L’obiettivo è quello di ridare identità e valore al ruolo del “Professionista di Sala” e di rispondere in modo concreto a quanto richiesto dal mercato del lavoro. È certo che per qualificarsi come responsabile di sala servono tanta gavetta e formazione ma, soprattutto, serve una continua dose di curiosità, la voglia di approfondire molti argomenti anche non strettamente legati
captare quei segnali – verbali e para-
professionista in cucina a guadagna-
verbali – lanciati dal cliente (sguardi,
re di più. E ancora, in Italia, che con-
continuo processo di apprendimento
gestualità, parole usate). Un ospite
tinua a perdere competitività nell’of-
e miglioramento. Vedremo se i nostri
vuole essere servito bene e vuole
ferta turistica e che rileva parecchie
imprenditori dell’ospitalità, sempre
sentirsi accolto, per questo sono fon-
carenze nel settore dell’ospitalità, c’è
alla ricerca di valide figure da assu-
damentali i sorrisi e la passione che
sia il problema di trovare dei bravi
mere, vorranno investire assicuran-
trasmettono le persone che ci accol-
camerieri, sia di trovare complessiva-
dosi la collaborazione di un bravo
gono e che ci fanno accomodare.
mente del personale qualificato.
professionista piuttosto che di un nor-
Una dichiarazione dello chef Massi-
Quello del cameriere non è un mestie-
male portapiatti che non porta alcun
mo Bottura di inzio anno citava: “Un
re ma una professione che andrebbe
valore aggiunto al servizio offerto.
alla professione, che alimentino un
27
testimonianze suL TERRITORIO
Estetica nel piatto.
Creatività e stile senza esagerare Secondo il parere dei nove Chef stellati che avevamo intervistato al Mart di Rovereto in occasione dell’evento ‘Progetto Cibo. La Forma del Gusto’ (Marchesi, Cedroni, Valbuzzi, Barbieri, Taglienti, Lo Basso, Scabin, Sadler, Corelli, vedi ns. rivista ottobre 2014), l’importanza dell’estetica del piatto viene subito dopo il suo gusto.
Antonino Sanna
Una bella presentazione coinvolge il
dopo poco i piatti finiscono per asso-
primo dei sensi, la vista, e predispone
migliarsi un po’ tutti e mentre all’ini-
favorevolmente il cliente verso la de-
zio può emergere uno stile, alla fine
gustazione del piatto.
subentra un déjà vu. Ecco allora le
L’importante è che il cibo non si tra-
salse impiattate a forma di goccia,
proprio di cucina sarda,
sformi in altro, evitando di cadere
ciuffetti di erbe e foglioline varie che
dal 2010 è lo chef executive
negli eccessi, come alcuni ritengono,
si ergono sulla pietanza, le forme ar-
dell’hotel Excelsior del Lido
ad esempio, paragonare l’alta cuci-
rotondate lanciate da Ferran Adrià o
di Venezia. La sua cucina
na all’arte. Se è senz’altro vero che
il rito ideato da Alain Ducasse di ag-
è enorme: 300 metri quadri
cucinare è un’arte, è altrettanto vero
giungere come finale del piatto una
e guida una squadra di ol-
che un piatto lo si può facilmente
materia liquida.
tre 40 persone. È chiamato
replicare più volte, mentre un’opera
Ci sono poi cuochi che nello scopiaz-
lo chef dei Vip poiché ogni
d’arte no.
zare i grandi chef si lasciano prende-
Bisogna anche giustamente eviden-
re la mano. E i risultati non sono certo
ziare le differenze di attese tra chi si
dei migliori, come proporre le schiu-
appresta a consumare una cena in
me nel ristorante pizzeria, decorare
un ristorante stellato, dalla quale si
ogni piatto con la glassa al balsami-
aspetta esperienze sorprendenti e
co, finire sempre un piatto con un filo
indimenticabili, rispetto ai molti che
di olio crudo, per non parlare dell’uso
ne valorizza qualsiasi preparazione.
stanno riscoprendo il cibo come mo-
smisurato dei topping e delle salse
E ancora, la presentazione di una
mento per stare in compagnia dei
nella preparazione dei dolci. Andreb-
preparazione e la cura della dispo-
propri amici, come si faceva una vol-
be poi aperta una parentesi sulla
sizione dei cibi nel piatto mettono in
ta. In ogni caso la trascuratezza nel
scelta della forma o del colore del
evidenza la creatività, la ricerca dello
piatto non è ammessa; ne deriva che
piatto. Ultimamente si è visto di tutto.
chef, la sua abilità e la sua creatività
l’estetica è certamente una parte fon-
I piatti vanno scelti con cura, e se un
in cucina. E la presentazione rappre-
damentale del piatto. Come la moda,
piatto è bianco esalta sempre il cibo
senta il 50% del lavoro, percentuale
anche il cibo segue le tendenze; così
che contiene e una bella presentazio-
ancora più sensibile nei ristoranti
28
49 anni, è sardo di Oristano, ha girato mezzo mondo. Docente all’Alma di Parma
anno, in occasione della Mostra del cinema, prepara sontuosi piatti e banchetti per le molte star internazionali.
testimonianze suL TERRITORIO
stellati dove i piatti vengono preventivamente studiati. Se la sensazione visiva di un piatto è importante quanto il suo sapore, ciò non significa che ci si debba sentire obbligati a creare fantasie nel piatto con il rischio di comprometterne il gusto. La semplicità è sempre apprezzata e il principale proposito di ogni chef dovrebbe rimanere la qualità degli ingredienti e la padronanza di una buona tecnica di esecuzione. Abbiamo chiesto il parere autorevole su questo argomento ad Antonino Sanna, Executive Chef dell’Hotel Excelsior di Venezia.
Il mio lavoro in un hotel così partico-
servizio svolto. In questo albergo Il
quello del grande buffet), ma pochi
lare come l’Excelsior con la sua clien-
cliente è sempre e comunque molto
fronzoli, cura della cromaticità senza
tela così variegata, internazionale e
esigente e stimolato da questo am-
sminuire il gusto o cadere in ecces-
così diversamente predisposta nelle
biente che trasuda in ogni angolo la
si che sarebbero probabilmente in-
sue aspettative dell’esperienza risto-
sua storia centenaria di grandi fasti.
comprensibili e ridondanti in questo
rativa, mi ha posto davanti ad una
Dunque occorre coniugare tradizio-
particolare contesto.
sfida importante riguardo la presen-
ne e funzionalità nel rispetto della
L’arte della presentazione qui deve
tazione del piatto.
semplicità della presentazione. Il
essere mediata e concordante con
Certamente questo ha richiesto uno
piatto deve proporsi essenziale ma
le molteplici esperienze emozionali
studio particolare che parte dalla ri-
elegante. Questo significa cura delle
che senza dubbio riguardano ogni
cerca della materia prima per poter
materie prime, ricerca di una sem-
nostro ospite. Senza per questo non
arrivare alla presentazione del cibo
plicità che non scada nella banali-
ammirare la presentazione avan-
nelle diverse situazioni in cui viene
tà, attenzione alle forme e alla loro
guardista di certi bravissimi colleghi.
consumato: dal ristorante a la carte
armoniosità, tecnica nei tagli e nella
Tuttavia credo che ognuno di noi,
ai grandi buffet con, alle volte, mi-
composizione degli ingredienti, per
che dedica la quasi totalità del tem-
gliaia di ospiti. Perché non si deve
arrivare ad un prodotto finale che in-
po a soddisfare gli occhi e il palato
mai cadere nell’errore di credere
contri l’aspettativa del cliente e che
delle persone, debba trovare una
che in questo ultimo caso la presen-
lo coinvolga, in questo contesto ve-
sua via per presentare i propri piatti
tazione possa essere meno curata o
neziano già così coinvolgente e pe-
e che non si possano seguire mode o
di “effetto”. Ecco perché occorre uno
culiare, per la sua arte e il senso del
tendenze del momento. Proprio per-
studio ad hoc che principia dalla
bello che esprime in ogni dove.
ché ogni storia ha una sua origine,
grande tradizione della cucina ita-
Ampio spazio dunque alla disposi-
una sua evoluzione e una sua ragion
liana d’albergo per evolvere in una
zione del cibo su un supporto che lo
d’essere che non può essere confusa
modernità funzionale al particolare
elevi agli occhi del cliente (anche a
con nessun’altra.
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le RICETTE dell’associazione con i piccoli frutti
Crostatina con crema di ricotta e mousse frutti di bosco di Loris Oss Emer Pasta frolla sabbiata
Mousse ai frutti di bosco
Gelatina trasparente
ZZ 250 g Farina debole
ZZ 200 g purea frutti di bosco
alla fragola
ZZ 150 g Burro
ZZ 100 g meringa all’italiana
ZZ 250g gelatina neutra
ZZ 115 g Zucchero
ZZ 200 g panna fresca 35%
ZZ 25 g polpa di fragole
semi-montata
ZZ N 3 Tuorlo
ZZ 80 g confettura passata di fragole
ZZ 8 g colla di pesce
ZZ Pizzico si sale ZZ Purea di vaniglia in bacche ZZ Buccia di limone grattugiato
Procedimento Procedimento
Riscaldare un pochino la gelatina
Mettere in ammollo la colla di pesce Procedimento
neutra, aggiungere la polpa di frago-
in acqua fredda, montare la panna.
Spezzettare il burro, impastare con la
le e la passata.
Riscaldare una parte della purea ed
farina in planetaria con l’ausilio della
Temperatura di utilizzo circa 30°c.
aggiungere la colla di pesce strizzata
frusta a foglia finchè diventa di consi-
ed ammorbidita, unire alla rimanente
Gelatina neutra
stenza “simile alla sabbia”, aggiunge-
purea. Aggiungere la meringa all’ita-
ZZ 25g di zucchero
re lo zucchero, i tuorli, gli aromi ed il
liana fredda, la panna semi-montata
ZZ 225 g di zucchero
sale. Impastare il meno possibile.
e versare sopra lo strato della crema
ZZ 150 g di acqua
Stendere la pasta frolla dello spessore
alla ricotta precedentemente solidifi-
di circa 3 mm, bucare, foderare una
cata creando un’ulteriore strato di cir-
tortiera. Cuocere per circa 10 min a
ca 2 cm. Abbattere.
190° c. Meringa all’italiana
ZZ 70 g di glucosio ZZ 6 g di pectina ZZ Qualche goccia di succo di limone Procedimento Miscelare 25 g di zucchero con la pec-
Crema di ricotta
ZZ 100 g albume
ZZ n 2 uova
ZZ 30 g zucchero
ZZ 85 g zucchero
ZZ 200 g zucchero
55°c e portare a bollore, versare il resto
ZZ 10 g colla di pesce
ZZ 60 g acqua
dello zucchero, il glucosio e riscaldare
tina, versarla nell’acqua calda a circa
fino a 95°c, infine aggiungere il succo
ZZ 160 g g ricotta grassa ZZ 170 g panna fresca 35% semi-montata ZZ Buccia di limone grattugiata ZZ Vaniglia
Procedimento
di limone.
Mettere a bollire i 200 g di zucchero
Raffreddare velocemente e conserva-
con l’acqua, preparare gli albumi in
re in frigo.
planetaria. Quando lo sciroppo sarà
Procedimento Mettere in ammollo in acqua fredda la colla di pesce. Montare le uova con lo zucchero, aggiungere la colla di pesce strizzata e sciolta in microonde, la ricotta passata al setaccio e la panna montata. Versare in uno stampo di acciaio foderato con dell’acetato, creando uno strato di circa 2 cm di altezza. Abbattere per circa 30 minuti.
30
in giro ai 112°c cominciare a montare
Montaggio del dolce
gli albumi con i 30 g di zucchero. Non
Togliere dallo stampo la crema di ri-
appena lo sciroppo avrà raggiunto
cotta con la mousse ai frutti di bosco,
i 121° c versare a filo negli albumi e
rimuovere l’acetato, mettere il dolce
montare fino a raffreddamento.
su una griglia e glassare con gelatina alla fragola. Disporre il dolce glassato sul fondo di frolla preparato in precedenza, decorare i bordi con meringa all’italiana e fiammeggiare. Decorare la superficie con frutti di bosco e decori di zucchero.
TENDENZE
La cucina di montagna ha una forte identità Grandi interpreti della cucina di alta quota presenti alla prima
Antonio Borruso Tartara di manzo con quattro formaggi tipici della Valtellina
edizione milanese di Identità Montagna Domenica 8 febbraio è stata la prima giornata di Identità Golose, il congresso della ristorazione giunto alla sua undicesima edizione a Milano, che quest’anno aveva per tema ‘una sana intelligenza’ e che conta la partecipazione di famosi chef del panorama internazionale. Tra le novità della manifestazione, la prima edizione di Identità Montagna, con la presenza di otto chef-relatori provenienti dalle Alpi agli Appennini. È stato il fondatore della manifestazione e famoso giornalista enogastronomico, Paolo Marchi, ad aprire i
Ha aperto i lavori di Identità Monta-
qua con all’interno formaggio Casera
lavori, raccontando quanto la cucina
gna lo chef Antonio Borruso, di origini
e, per finire il piatto, delle perline di
di montagna sia sempre stata un suo
napoletane, e gestore dal dicembre
formaggio Scimudin, ottenute dalla
pallino, dovuto anche alle sue origini
2013 del ristorante Umami di Bormio
cagliata del formaggio con l’aggiun-
cortinesi. Da tempo mi sono occupa-
all’interno dell’Eden Hotel. Dall’Apri-
ta di agar agar per solidificare.
to di questa cucina, ha affermato, di
ca, dove è stato sette anni conqui-
Ha poi preparato il “risotto gambero
quella ristorazione che mantiene i più
stando una stella Michelin, si è sta-
rosso al pascolo” a cui ha aggiunto
stretti legami col territorio, in grado di
bilito con l’intera famiglia a Bormio,
una crema al Bitto. Questo piatto mi
esprimere culture differenti e autenti-
una località molto dipendente dalla
ricorda le mie radici, dice Antonio, e
ci valori. Gli stessi che poi ritroviamo
cadenza dei flussi turistici regiona-
nel mio menù non manca mai il pe-
nei piatti arricchiti dalle diverse espe-
li. Antonio dichiara che lavorare in
sce, poiché è richiesto dalla nostra
rienze di ogni chef.
montagna gli ha dato grandi sod-
tipologia di clientela.
disfazioni ma non nasconde che gli
Al risotto viene aggiunta una polvere
manca un po’ il mare.
di erbe di grano locale che si ottiene
Ha proposto una tartara di manzo
dalle prime foglie del grano fatte es-
con quattro formaggi tipici della Val-
siccare. Particolarità di questo piatto
tellina. Si condisce la tartara con olio,
è il gambero presente sottoforma di
sale e una grattugiata di lime per
cialdine ottenute dalle teste del mol-
dare freschezza. Si realizzano poi: un
lusco triturate e ridotte. L’intensità e
piccolo flan con il formaggio Bitto, un
l’aroma sprigionati sono davvero no-
cannolo di pasta fillo che viene riem-
tevoli. Sul riso si aggiunge poi una
pito con una spuma di grana, lo Sciatt
spolverata di polline, qualche goccia
valtellinese fatto con una pastella di
di crema al Bitto e dei fiori di monta-
grano saraceno, birra, grappa e ac-
gna per dare ulteriore colore.
31
TENDENZE
È stata poi la volta di Alessandro Gil-
te e croccanti vegetali”. Un 50% di ri-
viene fatta una leggera marinatura.
mozzi del ristorante El Molin di Cava-
stretto di un “classico” consommé fat-
Dopo la cottura in sottovuoto si separa
lese. Alessandro ha una vera e propria
to con sette tipi di carne dal piccione
la guancia dalle foglie di betulla che
passione per scoprire e sperimentare
all’agnello, dalla pernice allo stinco
vengono essiccate per la millefoglie.
materie prime insolite, come i licheni
di vitello, ecc, e un 50% di essenza di
La parte liquida viene ridotta con l’ag-
(che ha assaggiato per la prima volta
tuberi (un brodo fatto solo con le buc-
giunta dello scalogno, porro, polvere
a sei anni) e altri prodotti naturali del
ce delle patate rosse della Valle e to-
di porcino, aglio, qualche goccia di
bosco. Da venticinque anni testa e rivi-
pinambur selvatici). Viene poi fatta
acqua di pepe distillato, resa a crema
sita ricette antiche della Val di Fiemme
una falsa maionese, ottenuta con le
e posizionata sul fondo del piatto. Si
con le nuove tecniche di cucina, molta
carote del contadino conservate nella
procede poi con gli stati di guancia di
creatività e inserendo sempre prodotti
sabbia, cotte nel braciere e poi centri-
cervo e foglie di betulla, un filo di olio
naturali della sua montagna (licheni,
fugate e, per finire, una spolverata di
di canapa e piccoli mirtilli essiccati. Il
erbe, fiori, legni), che raccoglie perso-
croccanti vegetali. Il piatto viene ser-
burro forest si ottiene lavorando burro
nalmente seguendo le stagioni e scan-
vito accompagnato da un’infusione
di malga con foglie di betulla, liche-
dagliando il bosco trentino.
fatta con le erbe e con i fiori raccolti
ni di pino e tartufo dei monti Lessini.
Come afferma Alessandro ‘la monta-
nei boschi (muschio, foglie di betulla,
Gli altri due piatti erano due dessert.
gna in estate offre molti prodotti ma
licheni, menta, camomilla selvatica,
Il primo, un gioco tra il dolce, l’acido,
in inverno molto meno, così nella bel-
geranio) che vengono essiccati negli
l’amaro e il fresco, si ottiene riducendo
la stagione dobbiamo lavorare molto
essiccatoi a 36° e poi passati in freezer
a crema dell’aceto di sorbo e dell’ace-
per conservare i prodotti che poi pro-
per ammazzare i batteri.
to di mielata d’abete, con l’aggiunta
porremo nei piatti anche in inverno.
“Guancia di cervo con millefoglie di
di vari fiori dei nostri monti e altri ele-
Nella nostra Valle abbiamo la fortuna
betulla e burro forest” è il nome dell’al-
menti: lichene bianco, germogli di re-
di lavorare tanto con bravi contadini,
tro piatto presentato, tutto made in
sina, asteria, ecc. La freschezza viene
botanici, macellai e cacciatori, che ci
mountain: la guancia di cervo viene
data dall’aggiunta di un sorbetto fatto
forniscono ottime materie prime.’
fornita dagli amici cacciatori della Val
con mele della Val di Non e sedano
Ad Identità Montagna ha presentato
di Fiemme, con una rintracciabilità ga-
dei nostri campi, mentre la nota gra-
ben 4 piatti dove l’essenza del bosco
rantita dai veterinari della zona. Vie-
devole è data dall’aggiunta di yogurt
ha regnato sovrana. Ha preparato
ne fatto un piccolo court bouillon con
fatto in casa, alcune gocce di succo
un piatto che ha definito “essenza di
pepe, aghi di pino, foglie di betulla es-
di prugnola selvatica, di succo di mir-
terra, patate rosse, maionese di caro-
siccate, ginepro, sale, e con il lagrein
tillo, di succo di sambuco e di succo di more, tutti frutti ottenuti dall’ultimo raccolto. Il secondo dessert si chiama
Alessandro Gilmozzi
“Eis corteccia” che si ottiene selezio-
Essenza di terra, patate rosse, maionese di carote e croccanti vegetali
nando, spezzettando ed essiccando a 250°, uno strato interno della corteccia, passata poi in azoto liquido ed in freezer per togliere i batteri. Le scagliette di corteccia vengono poi messe in infusione con la panna per tre giorni alla temperatura di 4°, con l’aggiunta di lichene che è un gelificante naturale. La parte filtrata viene poi aggiunta ad un normale gelato alla crema. Per dare croccantezza abbiamo fatto tre diversi tipi di crumble: con nocciole selvatiche e betulla, con il muschio e con il mirtillo essiccato, sui quali metto piccole bacche di sambuco e di ribes e foglie di falsa liquirizia o erba dolce come dicono in Trentino.
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TENDENZE
Dalla Val di Fiemme alla Val di Fassa il percorso è breve. Stefano Ghetta è
Stefano Ghetta
lo chef del ristorante L’Chimpl dell’Ho-
Profumi e sapori del bosco
tel Gran Mugon, ubicato nella panoramica località di Tamion, in quel di Vigo di Fassa. L’ingresso del ristorante è a fianco dell’entrata dell’hotel, con il quale condivide solo gli ambienti della cucina. Stefano, classe 1974, si occupa, sia dei menù più tradizionali dell’hotel, sia di quelli più innovativi del suo L’Chimpl. È ovvio immaginare, quindi, quanto la cucina rappresenti uno dei punti di forza di questo hotel tutto a conduzione famigliare. Ghetta è profondo conoscitore del territorio, dei suoi boschi e dei suoi prodotti, oltre che dei bravi produttori che gli forniscono un’ottima materia prima a km zero. Un vantaggio che per certi versi considera un limite, nel senso che come afferma Stefano “il cliente turista desidera gustare i nostri prodotti tutto l’anno, così i migliori porcini raccolti nella stagione estiva vengono congelati per la stagione invernale. Al contrario, il cliente locale richiede preparazioni con il pesce e quindi propongo anche quello”. La cucina de L’Chimpl raccoglie tutti i profumi della montagna e del bosco della Val di Fassa, dal quale provengono anche i particolari contenitori in legno di pino intagliato realizzati dallo chef e che caratterizzano ulteriormente i piatti con il territorio. A Identità Montagna Ghetta ha presentato un “Raviolo di rapa con pa-
della creme fraiche e si monta con
beri nel bosco dove la lascia per 15
una frusta fino ad ottenere una mous-
giorni così da assorbire tutti gli aromi
se. Questa viene messa all’interno di
e profumi del bosco. La polenta viene
fettine di rape dell’Alto Adige tagliate
poi cotta in un brodo ottenuto da aghi
fini fini e ripiegate come un fazzolet-
di pino, timo, licheni, muschio e gine-
to.
pro lasciati in infusione.
Per guarnire si fanno delle chips di
Si soffrigge poi del burro fino a farlo
patate viola, uova di salmerino e una
diventare color nocciola, si aggiunge
grattugiata di pane di aghi di cirmo-
un po’ di farina di polenta, la si lascia
lo. Questo pane si ottiene con aghi di
gonfiare e allo stesso tempo diven-
cirmolo frullati con acqua, si cuoce a
tare croccante. Si preparano poi le
vapore l’impasto di pane, si taglia poi
crocchette di formaggio Puzzone di
a pezzetti, si grattugiano e si essicca-
Moena, che viene sciolto con un po’
no le briciole.
di panna, alla quale si aggiungono
L’altro piatto presentato è stato “Profu-
2 gocce di aceto affinché non si for-
mi e sapori del bosco” per realizzare
mino grumi.
il quale Stefano aromatizza natural-
Si versa poi il composto negli stampi-
mente la farina di polenta. La mette
ni e si lascia raffreddare, dopodiché
in sacchi di juta, la appende su al-
si impana per due volte e si friggono
tate affumicate e finta maionese di
le crocchette. Si prepara un caramel-
salmerino”. Per la finta maionese si
lo ottenuto da un “decotto della non-
parte da un fumetto fatto con lische e
na” con resina e germogli raccolti
carcasse di pesce salmerino, al qua-
in primavera. Per montare il piatto si
le si aggiunge olio di vinacciolo, olio
parte da una base di polenta, sopra
di mais spremuto a crudo e si fa re-
si aggiunge la parte nocciola del
stringere fino ad ottenere un’emulsio-
burro con la polenta fritta, si aggiun-
ne quasi come fosse una maionese.
gono le crocchette di formaggio Puz-
Per il ripieno vengono usate patate piccole che, dopo cotte, vengono affumicate, si aggiungono sale e pepe,
zone ed infine il caramello. Nella staRaviolo di rapa con patate affumicate
gione estiva completa il piatto poca
e finta maionese di salmerino
erba acetosella.
33
TENDENZE
la. Ed ecco una zuppa tipica che un tempo, nella tradizione popolare, la
Nadia Moscardi Coregone, pastinaca ed erbe spontanee
nuora preparava alla futura suocera. Richiama invece l’elemento acqua il piatto “Coregone, pastinaca ed erbe spontanee”. Lontana parente del sedano rapa, la pastinaca è una carota bianca tipica della zona che stava scomparendo ma che negli ultimi tempi si sta ricoltivando nel Parco del Gran Sasso. Ha un gusto particolarmente dolce che la chef presenta in questo piatto come crema. Si mette a marinare il coregone con le erbe spontanee (rosolaccio, veccia, piantaggine, crescione di sorgente), con olio di limone, di arancio, di mandarino e con del finocchietto. Si cuoce poi a vapore a 70° per un’ora, un’ora e mezza. Con
Ha riaperto i lavori pomeridiani Na-
gine di oliva, poco agar agar e poi
lo zafferano, tipico della zona, si fa
dia Moscardi, 38 anni, chef del risto-
viene frullata nuovamente.
un pane dal quale si ottengono del-
rante Elodia, a 10 km dall ‘Aquila, a
A parte si cuociono i legumi della
le sfoglie croccanti, mentre dall’erba
800 metri di altitudine nel Parco del
zona: fagioli bianchi di Paganica,
rosolaccio si estrae un succo che vie-
Gran Sasso.
lenticchie di Santo Stefano di Sessa-
ne gelificato in un velo con dell’agar
Tutta la famiglia di Nadia ha dedica-
nio, ceci di Navelli.
agar che va posizionato a copertura
to una vita nel ristorante, ma è solo
Si friggono poi delle zucchine in olio
del filetto di coregone.
Nadia che da otto anni traccia la li-
extravergine di oliva. Si preparano
Per finire Nadia ha presentato un ge-
nea della cucina che ama definire a
delle chips con delle verdure disidra-
lato fatto con sedano d’acqua dolce,
cm. zero, poiché è attorno a casa che
tate a 40° per 12 ore: spinacino, cavo-
mela verde e anice stellato. Si ot-
la chef riesce a trovare molti dei pro-
lo viola, rapa rossa, cavolo verza.
tengono due creme che si lavorano
dotti che ispirano i suoi piatti.
Per montare il piatto si mette sul fondo
separatamente nel paco jet e si ag-
A Identità Montagna ha presentato
la crema di bucce di patate, sopra i
giungono ad una crema inglese ar-
tre piatti. “Le consistenze dell’orto”,
legumi, poco olio, le zucchine fritte, le
ricchita con panna. Su tutto si mette
una ricetta che richiama la terra del
chips di verdure e, per terminare, del-
uno sciroppo frizzante di agrumi, li-
Gran Sasso. Si utilizza una patata vio-
le scagliette di tartufo nero dell’Aqui-
mone – lime, miscelati con il frizzy.
lacea della zona che si cuoce con la buccia in pentola pressione per mantenerla inalterata. La buccia viene poi frullata insieme alla poca acqua che rimane dalla cottura, viene aggiunto olio extraver-
Una preparazione di Alessandro Dal Degan
34
TENDENZE
Alessandro Dal Degan della Tana di Asiago (VI), 24 anni, è un altro chef con la passione ed una profonda conoscenza dei prodotti che si trovano
Christian Milone Risotto rosa al sangue
nei boschi dell’Altopiano e che utilizza sapientemente nelle sue incredibili preparazioni. Cortecce, licheni, fieno, funghi, pino mugo, aghi, resina, sono alcuni degli elementi centrali della sua personalissima cucina. Tutta la famiglia di Alessandro si è sempre mossa nel mondo della ristorazione anche se lui, dopo la scuola alberghiera, non ha mai girato nelle grandi cucine, l’ultima tappa è stata in Toscana. Non si direbbe proprio, ma lui afferma che quello che sa fare deriva dalle molte ore passate in cucina. La sua cucina non è strettamente legata alla montagna ma è intrinseca della cul-
na. Un continuo connubio della mon-
Dal Veneto al Piemonte, nello specifi-
tura del territorio, quella tramandata
tagna e del mare con l’utilizzo di un
co a Pinerolo (To) con Christian Milo-
dai cimbri ai veneziani.
po’ di formaggio Asiago nella mante-
ne chef della Trattoria Zappatori.
Ed è proprio l’influenza veneziana
catura della trippa e l’uso delle cozze
Classe 1979, cresce nella tradiziona-
che viene richiamata nel piatto pre-
per completare il piatto. Servirsi delle
le trattoria della famiglia e compie
sentato con la trippa, cotta in bianco
tecniche in cucina per ottenere deter-
gli studi alberghieri. Tuttavia prima
per circa 5 ore. Un piatto che ricor-
minati risultati, come ad esempio per
di decidere di prendere in mano la
da anche la transumanza sui mon-
trattare i licheni, significa secondo
gestione del locale e della cucina
ti, quindi ecco l’utilizzo del lichene
Alessandro, uscire da quella che tal-
si dedica al ciclismo da professioni-
islandico trattato, scottato e filtrato in
volta può sembrare una gabbia del
sta. Nel 2006 decide per la svolta e
un brodo dashi trattato con alga mari-
km zero.
comincia una serie di ristrutturazioni degli ambienti del locale, l’ultima
Alessandro Dal Degan Trippa di vitello in fricassea, lichene di terra e cozze
delle quali è tuttora in corso. La mia
cucina, dichiara Christian, esce fuori dagli stereotipi della classica cucina di montagna di selvaggina e polenta, io cerco di dare un significato agli ingredienti. Ha presentato una ricetta legata ad uno dei suoi primi ricordi della montagna, “Risotto rosa al sangue”, come quando da piccolo si pungeva con le spine nel giardino della mamma. Si procede con una cottura in bianco del riso con un brodo di bollito che viene aromatizzato a freddo con petali di rosa precedentemente sterilizzati. Per rendere di colore rosa il risotto si utilizza il succo della barbabietola. Mentre per rendere la goccia
35
TENDENZE
del sangue si utilizza una salsa civet
Quella di Norbert Niederkofler, chef
nostra cultura, tutto quello che è ac-
fatta con sangue della selvaggina,
due stelle Michelin, al St. Hubertus
caduto negli anni, e dall’altro è giu-
ginepro e pepe verde e una parte
di San Cassiano in Val Badia, è sen-
sto conoscere e rimettere tutto quanto
alcolica con Armagnac e Crème di
za ombra di dubbio la cucina di alta
in ordine con la natura. Bisogna riag-
Cassis. Ha proposto, poi, una piatto
quota per eccellenza.
giustare i concetti della cucina e uti-
di cervo e polenta, un classico della
È lui il fondatore del progetto Cook
lizzare tutti i prodotti; la carne non è
cucina di montagna. Del cervo viene
the Mountain, che presenterà all’Ex-
ad esempio solo filetto o carrè, e con
utilizzata una parte insolita, i tendini,
po 2015, per valorizzare e promuovere
le restanti parti cosa ne facciamo?
una parte dell’animale generalmen-
la gastronomia di montagna di tutto
Un concetto esteso anche al pesce.
te scartata. I tendini vengono prima
il mondo.
È compito del cuoco pensare a come
sbollentati, poi essiccati, si lasciano
Come afferma Norbert: d’estate non è
ottenere il meglio da un prodotto uti-
a bagno per tre giorni, gli si dà una
un problema con i tanti prodotti che
lizzando le tecniche ideali e appro-
leggera imbianchitura prima di rige-
la montagna mette a disposizione,
priate.
nerarli con il classico fondo di selvag-
ma d’inverno come si fa? È importan-
Norbert ha portato come esempio la
gina.
te, quindi, da un lato ricordarsi della
cottura della trota, nella quale sono stati utilizzati gli scarti (testa e lisca) per ottenere il condimento, la pelle
Norbert Niederkofler
per dare la croccantezza e, ovvia-
Il Fiume d’Inverno
mente la polpa del pesce. Il piatto che lo chef ha presentato ben identifica il concetto di Cook the Mountain: Il Fiume d’Inverno, che ha raccontato come descrivendo un quadro. Il piatto è composto da una tartara di lavarello condito solo con olio e sale. L’effetto della neve si ottiene mescolando la maltodestrina con olio di vinacciolo e olio di rafano mantenendo comunque la sua forma in polvere. Le patate sono state cotte con la buccia, poi immerse, infilzate in uno spiedino, in una bagna di caolino, acqua, lattosio, per rendere il colore grigio dei sassi, mentre per rendere l’idea dell’erba del fiume è stata fatta una salsa con la foglia di ostrica. Il ghiaccio si ottiene con il frizzy e al tutto si aggiungono alcune foglioline come decorazione. Ma sul fiume d’inverno si forma un leggero vapore che viene reso nel piatto inserendo un po’ di fumo all’interno della cloche.
Eis corteccia e Guancia di cervo con millefoglie di betulla e burro forest di Alessandro Gilmozzi
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TENDENZE
Risotto gambero rosso al pascolo di Antonio Borruso
Quattro anni fa è stato fondamentale l’incontro con Massimo Bottura di cui
Riccardo Gaspari
per un periodo è stato allievo, acqui-
Tartare di speck
sendo l’arte di creare piatti e accostamenti esaltando i prodotti del territorio. E lui dei prodotti ne dispone molti, tutti a km zero. Viene prodotto direttamente lo speck usato per la tartara che ha presentato a Identità Golose. Stagionato secondo la tradizione, si usa uno speck di sei mesi, quindi ancora morbido, viene tritato al coltello e condito con olio e pepe. Messo in un coppa pasta, viene accompagnato da una crema acidula realizzata con cetriolo cucinato a fuoco lento, da un crostino con sopra una spuma di rafano. Un gelato al burro, posto sullo speck, completa la Ha chiuso la giornata Riccardo Ga-
tartara. Si ispirata ai classici casun-
spari, chef e patron dell’agriturismo
zei cortinesi, la ricetta dei canederli
El Brite de Larieto di Cortina d’Am-
con la rapa rossa che viene bollita,
pezzo (Bl), che con la famiglia alleva
frullata, cotta con cipolla e un po’ di
animali e coltiva terra dall’età di ado-
patata, un po’ di cannella e un po’ di
lescente.
zucchero.
La sua formazione non ha nulla a che
Il pane per l’impasto viene ammorbi-
fare con la cucina, si è infatti diplo-
dito nel liquido di cottura della rapa,
mato falegname. Riccardo otto anni
con l’aggiunta di uova ma non di fa-
fa ha deciso di lavorare nella cucina
rina. Si servono su una salsa fatta con
dell’agriturismo; una scelta fatta per
panna e rafano e per completare il
stare vicino alla donna che allora
piatto si mettono dei cubettini di rapa
collaboratrice, è diventata poi sua
sciroppata, una spolverata di polvere
moglie e che oggi si occupa del ca-
di rapa essiccata e una grattugiata
seificio di famiglia.
di rafano.
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le RICETTE dell’associazione con i piccoli frutti
Tartare di salmerino di Preore
e fragole di Sant’Orsola, con zucchine marinate al sale di Cervia, cubetti di pane al latte profumato alla liquirizia di Stefano Goller RICETTA PER 4 PERSONE
PROCEDIMENTO
ZZ Salmerino marinato di Preore gr. 140
Pulire e lavare le zucchine, tagliare le
denza con l’olio Uliva, cuocerli in forno
ZZ Zucchine in fiore gr.80
quattro facciate e poi tagliare delle
preriscaldato a 190° gradi per circa 4
piccole losanghe e marinarle per ven-
minuti così da renderli croccanti.
ti minuti con dell’olio Uliva, del sale di
Posizionare al centro del piatto pre-
Cervia macinato e del pepe di maci-
scelto lo stampo quadrato e come pri-
nino. Tagliare a cubetti il salmerino
mo strato posizionarvi le zucchine, poi
marinato, tagliare della stessa gran-
sopra mettervi la tartare di salmerino
dezza le fragole e mescolarle assieme
e fragole di Sant’Orsola.
al salmerino.
Spargere nel piatto i cubetti di pane
Togliere la parte esterna del pane e ta-
profumato alla liquirizia, e condire
gliare dei piccoli cubetti, grattugiare
con l’olio Uliva con l’aggiunta di pol-
la radice di liquirizia e spolverarla so-
vere di liquirizia.
ZZ Pane al latte gr. 50 ZZ Fragole di Sant’Orsola gr.40 ZZ Radice di liquirizia q.b. ZZ Sale di Cervia e pepe di macinino q.b. ZZ Olio Uliva q.b.
pra i cubetti di pane conditi in prece-
Carpaccio di cervo marinato al Teroldego aceto balsamico e mirtillo nero su crudite d’insalatine con croccantini di Trentingrana e piccole brioches salate al burro di Christian Venturini Per la marinatura:
PROCEDIMENTO
ZZ 20 gr scalogno
impastare tutto assieme per almeno 10
ZZ 200 gr di teroldego
minuti e far riposare per almeno 1 ora
ZZ 150 gr di aceto balsamico
in cella frigo. Poi tirare allo spessore di
ZZ 70 gr di mirtilli
3 millimetri, tagliare piccoli triangoli e
ZZ 100 gr di zucchero
arrotolare facendo una brioches.
ZZ 20 gr fra alloro, timo, rosmarino, pepe nero, ginepro, coriandolo
COTTURA
ZZ 20 gr di sale
4 min metà vapore a 170 gradi valvola
Procedimento Far rosolare lo scalogno con un po’ d’olio e poi bagnare con il vino. Bruciare l’alcol e poi aggiungere tutti gli altri ingredienti. Far ridurre per qual-
giungere la marinatura, fare il sotto-
chiusa e poi 6-7 minuti valvola aperta
vuoto e cuocere a bassa temperatura
a 160 gradi.
per 2 ore a 66-68 gradi. Abbattere il tutto e mettere in cella per almeno 3-4 giorni.
che minuto e raffreddare. A parte in un soutè rosolare 600 gr di lombata di cervo ben salata con dell’olio extravergine d’oliva e raffred-
PER IL PANE AL BURRO ZZ 1 kg di farina ZZ 300 gr di burro
PRESENTAZIONE Mettere dei germogli misti d’insalatine sul piatto, tagliare con l’affettatrice delle fettine di lombata sottili, mettere dei croccantini di Trentingrana soffiato, dei lamponi, mirtilli e more sopra
ZZ 50 gr di malto
e condire il tutto con un po’della sua
dare in abbattitore.
ZZ 20 gr di sale
marinatura emulsionata con dell’olio
Mettere la carne precedentemente ro-
ZZ 40 gr di lievito
extravergine. Per finire gli si mettono le
solata in un sacchetto sottovuoto, ag-
ZZ 425 gr circa di acqua
piccole brioscine al burro calde
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formazione
Insegnare la passione per un duro mestiere Non è sempre facile motivare
in relazione al ruolo che essi ricopro-
Così, frequentando un Istituto Pro-
gli alunni che frequentano
no e rispetto alla formazione di colo-
fessionale per i Servizi alberghieri e
gli Istituti Alberghieri
ro che saranno il futuro della nostra
della ristorazione, al termine dei tre
società.
anni si ottiene il diploma di qualifi-
Fortunatamente non è il caso degli
ca professionale che già permette di
Istituti Professionali alberghieri tren-
accedere al mondo del lavoro. Se poi
tini, nei quali la professionalità dei
si proseguono gli studi altri due anni,
docenti tecnico pratici ne ha fatto dei
si arriva al diploma di maturità ed
poli di formazione di eccellenza rico-
alla qualifica professionale. Quanti
Difficoltà che si acuisce poi in presen-
nosciuti in tutta Italia.
raggiungono questo traguardo sono
za di studenti che vivono il loro trovar-
Ogni anno sono sempre di più gli stu-
generalmente ragazzi motivati, con
si a scuola come una vera e propria
denti che scelgono, per i propri studi,
la passione per la professione, che
costrizione, rendendo spesso la vita
l’istruzione alberghiera, addirittura
sanno che per arrivare bisogna ini-
scolastica impossibile, sia ai loro
uno su dieci, secondo i dati pubblica-
zialmente fare tanta gavetta e molte
compagni, sia a quei docenti che si
ti dal servizio statistico del ministero
rinunce.
trovano disarmati di fronte a situazio-
dell’Istruzione, relativi alle iscrizioni
Beber Michele, Bertini Eliseo, Collini
ni talvolta eccessive per un contesto
alle superiori per questo anno scola-
Corrado e Raso Ciro, sono docenti dei
scolastico. Si contano ahimè molti
stico.
quarti anni del percorso di gastrono-
giovani del tutto disinteressati che
Alcuni l’hanno definito “effetto Master-
mia e/o arte bianca della Formazione
considerano la scuola alberghiera
chef”, dovuto al tam tam mediatico e
Professionale Alberghiera di Rovereto
come una strada facile per ottenere
al prestigio che ha assunto la cucina
e Levico Terme e del Centro di Forma-
un diploma. In questi casi l’insegnare
in questi anni, grazie ai vari mezzi di
zione Professionale Enaip di Riva del
diventa sempre più spesso un impe-
comunicazione. Ma, più in genera-
Garda.
gno sfiancante sia fisicamente che
le, sono aumentate le preferenze per
Ogni anno vedono uscire dalle loro
psicologicamente.
altri tipi di istruzione “tecniche” che
scuole un discreto numero di ragazzi
Va detto anche, con molta onestà,
permettano di acquisire capacità re-
preparati e motivati che devono inse-
che vi è una minoranza di docenti
ali e spendibili immediatamente sul
rirsi nel mondo del lavoro. Abbiamo
che lavorano poco o male e che non
mercato del lavoro, come agraria e
chiesto il loro punto di vista sulla For-
sentono alcun senso di responsabilità
meccanica e, appunto, l’alberghiero.
mazione professionale oggi.
verso l’apprendimento di una professione che, come primo impatto, riduce la libertà dei ragazzi e il loro tempo libero.
39
formazione
Collini Corrado
Bertini Eliseo
classe 1972, da 11 anni insegna Tecnologia processi operativi di cucina presso l’Istituto di Formazione Professionale Alberghiero di Rovereto e Levico Terme.
classe 1957, dal 2001 è docente di Pasticceria e Panificazione all’Istituto di Formazione Professionale Alberghiero di Rovereto Levico. Dal 2005 insegna ai quarti anni nel settore specifico di arte bianca, pasticceria e da questo anno anche pizzeria presso l’IFPA di Rovereto.
Come conquista i suoi studenti e cosa cerca di trasmetterE LORO? Mi piace ripetere la frase che Gualtiero Marchesi ha scritto come fondamento della sua scuola, e credo valesse anche nel suo modo d’essere quando faceva lo Chef: “L’esempio è la più alta forma di insegnamento”. Trasferendo il concetto nella mia e nella nostra realtà lavorativa, significa che noi insegnanti possiamo verbalmente spacciare ai nostri ragazzi quanto siamo bravi o quanto lo siamo stati, possiamo vantarci con loro di esperienze lavorative stratosferiche. I nostri allievi, che sono molto svegli, certamente più di quanto lo eravamo noi alla loro età, non si lasciano incantare dai racconti ma ti pesano da quando scendi in campo. Quando si scende nel laboratorio e si comincia a fare sul serio, o ti stimano, o ti snobbano. Nel primo caso vedono in te una persona capace, autorevole, che non fa preferenze tra un allievo ed un altro, che rimane imparziale sia negli atteggiamenti, sia nel dividere le mansioni. Una cosa che ho notato e che continua a valere in questi 11 anni di insegnamento, è il bisogno di dare delle regole ben definite, coerenti, e sempre motivate ai nostri allievi. Dobbiamo essere onesti con loro, sempre, e pretendere da loro sempre il massimo facendogli capire che ciò che gli stiamo chiedendo alla fine andrà a loro beneficio. Se i ragazzi ti snobbano è perché ti identificano come persona autoritaria e non autorevole. Le affermazioni del tipo: “si fa così perché lo dico io” portano inevitabilmente al tuo declino di insegnante stimato. Una cosa che cerco di trasmettere ai miei allievi è l’importanza delle gerarchie e della disciplina, come elementi fondamentali da conoscere quando si lavora in brigata. In definitiva, ai miei ragazzi cerco di trasmettergli la passione per un lavoro che a parer mio non è certo uno dei più semplici, anzi. Quella del cuoco è una professione molto impegnativa che porta sicuramente delle grandissime soddisfazioni, sia professionali, sia economiche (il che non guasta!). Rimane importante creare una solida base professionale di partenza che si costruisce solo con sacrificio e abnegazione.
40
Un messaggio che non manco mai di trasmettere ai miei allievi è l’atteggiamento di umiltà e la capacità di relazionarsi con le persone che ci stanno vicino quando si entra nel mondo del lavoro. Già nei primi giorni di scuola provo ad insegnargli che l’essere uniti e fare squadra è importantissimo e, se all’interno del gruppo ho allievi un pochino deboli, li affianco a quelli che emergono di più, così il livello del gruppo viene equiparato. Insegnare in una scuola professionale talvolta non è molto gratificante, ci sono alcuni alunni che sono parcheggiati senza nessuna ambizione solo per finire l’obbligo scolastico, in special modo nelle prime e seconde classi. Poi, per fortuna, nei terzi e, ancor più nei quarti anni, si comincia a intravedere quanto un alunno abbia veramente la stoffa per la professione che ha scelto. Da qualche anno, per accedere al corso di arte bianca (come negli altri percorsi di formazione sparsi sul territorio), bisogna passare una selezione, così da poter preventivamente esaminare e scegliere gli allievi altamente motivati. Il quarto anno non fa parte dell’obbligo scolastico e l’allievo, selezionato prima di iniziare l’anno scolastico, è sottoposto alla firma di un ”patto formativo”, una specie di contratto in cui si impegna a rispettare svariati obblighi e doveri, sia nei confronti dell’Istituto, sia verso le Aziende presso le quali andrà a svolgere i suoi periodi di alternanza formativa. Sono solito, poi, rincuorare i miei ragazzi con un aforisma di Albert Einstein “Non hai mai commesso un errore se non hai tentato qualcosa di nuovo”.
formazione
Quanto contano gli stage nei percorsi di formazione dei ragazzi? Lo stage che viene svolto in classe terza e che nel mio Istituto viene definito orientativo, dovrebbe servire a far capire all’allievo il tipo di lavoro che andrà a svolgere una volta diplomato. È molto importante per un ragazzo l’esperienza dello stage e, io che mi reputo abbastanza “pratico”, prevedrei una simile esperienza già a partire dal secondo anno scolastico. L’allievo avrebbe un’occasione per capire subito se la scelta fatta è giusta oppure, finita la scuola dell’obbligo dopo i primi due anni, dargli la possibilità di essere ri-orientato e di poter scegliere un’altra strada per la propria formazione. Per quanto riguarda gli stage del terzo anno, li pianificherei durante le vacanze di Natale o di Pasqua. La mia potrebbe sembrare una cattiveria nei confronti degli alunni; al contrario, considerato che lo scopo dello stage orientativo è fornire al ragazzo l’idea di quella che può essere la professione che andrà ad intraprendere, perché non approfittare di periodi intensi come quelli delle Festività per far capire agli allievi fin da subito a quali sacrifici un cuoco dovrà abituarsi? Allo stesso tempo avrebbe modo di valutare anche le soddisfazioni professionali che deriveranno dal dover preparare eventi e banchetti di una certa rilevanza. Si potrebbe anche più facilmente capire se l’allievo è veramente motivato a perseguire questa strada professionale.
Ho sempre in testa un aforisma di Montagne “Insegnare, non è riempire un vaso ma è accendere un fuoco”, far accendere passione e amore di una professione ad altre persone, in particolar modo ai giovani allievi non è cosa facile. Gli stage aiutano ad accendere la passione e anche le altre iniziative nelle quali ci si confronta e ci si mette in discussione. Da quando abbiamo iniziato il percorso dei quarti anni partecipiamo solitamente a varie competizioni, o meglio concorsi, che permettono sia a me, sia agli allievi di equiparare il rispettivi livelli di preparazione, per socializzare, per migliorarsi e acquisire quella dose in più di perfezione che è intrinseca all’arte della pasticceria. Il nostro quarto anno prevede una discreta quantità di ore di pratica (350 a scuola e 440 in alternanza aziendale, a dire il vero mai troppe) in cui si cerca di impartire la professionalità e il necessario livello imprenditoriale richiesti oggi a chi vuole intraprendere questo mestiere. Una cosa che gli allievi prendono un po’ con leggerezza è l’apprendimento della lingua straniera. Le offerte di lavoro in Italia risentono del momento di stagnazione dell’economia, mentre dall’estero arrivano costantemente opportunità per i giovani. Per questo parlare almeno una lingua straniera ed essere professionalmente preparati sono d’obbligo.
Cosa risponde ad un suo alunno che le chiede consigli sul cosa fare dopo la scuola alberghiera? Credo non ci sia una risposta uguale per tutti; come dicevo prima bisogna essere onesti sempre con i ragazzi. Intendo che bisogna analizzare caso per caso. Ci sono dei ragazzi molto capaci manualmente e operativamente, ma che magari dal punto di vista dello studio sono “negati”; sarei ingiusto nel consigliare loro di proseguire gli studi per ambire ad un eventuale maturità. Sono sempre stato convinto, e lo sono tutt’ora, che per fare i cuochi non occorra conseguire la maturità, ma sono anche convinto che tra una decina d’anni, se si vorrà ambire ad un impiego pubblico tipo ospedale, o ricovero, o mensa scolastica, o addirittura insegnare in una scuola alberghiera, il diploma sarà un requisito fondamentale. Credo anche che il nostro tipo di scuola, che si chiama proprio Istituto “di formazione professionale”, sia il luogo dove imparare una professione per poter poi accedere al mondo del lavoro. Agli allievi dico che se vogliono fare questo lavoro con successo e soddisfazione devono fare le valigie e girare in Italia e, se possibile, in Europa, lavorando il più possibile e “rubando” professionalità in ogni posto dove andranno, fino ad acquisire un bagaglio professionale tale da permettere loro di gestire una propria cucina.
Di continuare ad essere curiosi di ciò che ci gira intorno, di essere interattivi, di porsi e fare domande. (I giovani spesso si chiudono in se stessi e/o pensano già di saper tutto). Le capacità pratiche possono risultare limitanti senza la padronanza del sapere, della conoscenza delle materie prima, della capacità di perfezionare le ricette di base attraverso l’acquisizione della tecnica. È indispensabile aver chiaro dove si vuole arrivare, con rigore scientifico e logica. Questa logica provo a trasmetterla ai giovani (io questa fortuna l’ho dovuta pagare), spiegando loro l’importanza di come divenire interessanti per il mercato del lavoro. Anch’io quando ho iniziato avevo determinate convinzioni nei confronti dell’innovazione. Dopo anni di esperienza mi sono iscritto ad un corso di formazione “Università delle Scienze Culinarie”, ramo pasticceria, durato tre anni fino al raggiungimento del Diploma all’Università Jean Monnet a Bruxelles. Come insegnante ho avuto uno dei migliori Maestri italiani, Iginio Massari, che ha rivoluzionato il mio modo d’insegnare, il mio trattare l’innovazione non come arte ma come scienza.
41
formazione
L’Associazione Cuochi coinvolge in varie occasioni i ragazzi degli Istituti alberghieri trentini, cercando di trasmettere loro i fondamentali della nostra bella professione. Quale il suo punto di vista? Penso che sia importantissimo far parte di un’associazione che raccoglie come nel nostro caso tanti cuochi. Il fatto che ogni anno si organizzino dei momenti formativi, come dei corsi con stimati professionisti è importante per far capire agli allievi che bisogna sempre essere aggiornati e che non si finisce mai d’imparare. Le manifestazioni, oltre ad essere un modo per mettersi in mostra come associazione, sono anche un modo per conoscersi tra soci di diverse età, la vecchia guardia e le nuove leve si scambiano punti di vista, informazioni, ci si confronta e si crea gruppo. Sì, credo che sia fondamentale anche per la crescita professionale e umana far parte di questo gruppo.
Continuo a ripetere ai miei ragazzi che far parte di una o più associazioni è molto importante. Ma che non serve a niente partecipare in modo passivo, bensì bisogna essere partecipi alle iniziative proposte e ai momenti sociali proposti, poiché assieme si continua a crescere, a formarsi e a perfezionare i processi.
L’istruzione alberghiera dovrebbe avere un posto d’onore in una nazione a forte vocazione turistica come la nostra che dovrebbe impegnarsi nel formare figure professionali sempre più specializzate, prevedendo anche specifici corsi di aggiornamento per gli insegnanti. Se potesse passare un po’ di tempo con l’attuale ministro dell’istruzione quali suggerimenti di possibili cambiamenti le darebbe? Dopo aver affiancato il mio collega per diversi anni, quest’anno ho avuto il IV anno in completa gestione. Proprio per il fatto che, come dicevo prima, bisogna sempre essere aggiornati, ho sentito la necessità di frequentare io stesso un corso d’aggiornamento sulla cucina mediterranea moderna. Ho sostenuto volentieri questo investimento e sono stati tre giorni molto interessanti dai quali ho recuperato spunti e tecniche che ho potuto poi trasferire ai miei ragazzi. Lavoriamo in una scuola e non formiamo degli Chef ma degli aiuto cuochi e a loro dobbiamo insegnare le tecniche base; questa cosa ci limita moltissimo e tende ad appiattire, anziché fare emergere, quelle che secondo me sono delle caratteristiche fondamentali di un bravo cuoco: la curiosità e la creatività. Allora perché, una volta ogni due anni, non pensare ad un corso di formazione per tutti gli insegnanti di laboratorio per osare un po’ di più oltre le “solite”tecniche? Personalmente farei fare un periodo di stage lavorativo in qualche ristorante stellato.
Cercherei di convincerla nell’adottare e mettere a sistema, senza alcun condizionamento, le seguenti prerogative per il buon funzionamento di ogni Istituto Professionale. La presenza di un buon Dirigente scolastico: ZZ capace di scegliere i suoi collaboratori ZZ competente nella professione di indirizzo dell’Istituto, anche per quanto riguarda gli aspetti pratici ZZ capace di intrattenere rapporti di collaborazione con le varie associazioni di categoria ZZ che sappia ascoltare e dialogare con il corpo docente ZZ capace di motivare i Docenti. La presenza di buoni Docenti che: ZZ non guardino solo la fine del mese ZZ sappiano trasmettere emozioni agli allievi ZZ collaborino per costruire e non per sfasciare ZZ impongano rispetto ed educazione ai propri allievi ZZ stiano al passo con i tempi, alla ricerca sempre del nuovo e del meglio.
Come la definiscono i suoi alunni? Mi dicono tutti che sono un “dittatore” però io sento di essere molto stimato da loro, perché credo di essere giusto o per lo meno ci provo.
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Non lo so, ma mi piacerebbe che mi vedessero come diceva Socrate e come mi ha recentemente augurato Leonardo Di Carlo: “L’insegnante mediocre racconta, Il bravo insegnante spiega, L’insegnante eccellente dimostra, Il Maestro ispira!”
formazione
Beber Michele
Raso Ciro
classe 1969, da sei anni insegna Tecniche e processi operativi di gastronomia e arte bianca presso l’Istituto di Formazione Professionale Alberghiero di Rovereto e Levico Terme.
classe 1976, da dieci anni insegna Tecniche e tecnologie, laboratorio professionale gastronomia e arte bianca, presso il Centro di Formazione Professionale Enaip di Riva del Garda.
Come conquista i suoi studenti e cosa cerca di trasmetterE LORO? Cerco di conquistare i miei allievi trasmettendo loro le mie esperienze professionali fatte in 25 anni di carriera al fianco di grandi maestri portando loro esempi ed aneddoti concreti. Cerco di insegnare e spiegare cosa significa fare questo mestiere; un mestiere duro!! Che ti lascia poco tempo libero, per hobby, famiglia, amici, ma che se lo si fa con passione e motivazione è ricco di soddisfazioni.
Gli studenti sono attratti da quello che producono e soprattutto dall’esito finale delle loro lavorazioni. Principalmente si cerca di trasmettere competenze di cittadinanza, che richiamano aspetti che tengono conto della cura della persona, della predisposizione alla comunicazione, al dialogo, alla collaborazione, al cambiamento, alla disponibilità, flessibilità ed adattabilità, associati alla passione e dedizione.
Quanto contano gli stage nei percorsi di formazione dei ragazzi? Lo stage, o alternanza scuola lavoro, è una parte molto importante per i ragazzi che intraprendono il 4° anno; questo momento mette i ragazzi a confronto con realtà lavorative in ristoranti ed hotel di prestigio dove hanno la possibilità di imparare e vedere realmente cosa significa fare questo mestiere. Fare il cuoco non è sicuramente semplice e, dalle mie esperienze, vedo che quando rientrano a scuola hanno una maggiore motivazione e una crescita professionale maggiore.
Gli stage sono fondamentali per i ragazzi. Una delle motivazioni più importanti dello stage è far provare la realtà lavorativa dell’ambiente alberghiero in modo da permettere loro di maturare quella consapevolezza professionale indispensabili per il proseguo della professione. Quindi i ragazzi devono essere aiutati a sviluppare il proprio potenziale per potersi inserire al meglio in questo mondo sempre più versatile e creativo. L’azienda, in questo caso, ricopre un ruolo importante, un esperienza più o meno positiva può precludere la scelta e l’orientamento professionale del ragazzo.
Cosa risponde ad un suo alunno che le chiede consigli sul cosa fare dopo la scuola alberghiera? Il mio consiglio è sempre quello di prendere la valigia e partire sia in Europa che nel resto del mondo in modo da poter fare esperienze diverse. Andando in altri Paesi ci si deve confrontare con usi e costumi diversi dai propri, arricchendo quindi, sia il proprio bagaglio personale, sia professionale. Consiglio sempre di non sottovalutare l’importanza di imparare una o più lingue straniere perché le opportunità ci sono ma senza la conoscenza, ad esempio, della lingua inglese, le possibilità di lavoro si limitano di molto in quanto in questo lavoro siamo sempre più a contatto con il cliente di ogni nazionalità.
Consiglio vivamente di proseguire negli studi o, in alternativa, di investire sulla propria persona cioè facendo esperienze lavorative importanti in Italia e all’estero per accrescere il proprio curriculum, anche se talvolta non sono o sono poco retribuite.
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TITOLO CAPITOLO
L’Associazione Cuochi coinvolge in varie occasioni i ragazzi degli Istituti alberghieri trentini, cercando di trasmettere loro i fondamentali della nostra bella professione. Quale il suo punto di vista? L’Associazione Cuochi gioca, secondo il mio punto di vista, un ruolo molto importante per i ragazzi degli Istituti alberghieri trentini; li coinvolge sia in attività pratiche sia trasmettendo i valori fondamentali di questo mestiere. È come una mamma che spiega loro che la strada intrapresa sarà certamente dura ma sicuramente ricca di grandi soddisfazioni. Se questi discorsi vengono fatti da noi docenti non hanno la stessa influenza che invece hanno quando gli studenti ascoltano o leggono le esperienze di vita degli Chef.
L’associazione cuochi crede molto nella formazione delle scuole alberghiere. Il fatto che punti tanto sulle giovani leve è importante, in quanto crede che saranno i futuri chef e futuri membri dell’associazione.
L’istruzione alberghiera dovrebbe avere un posto d’onore in una nazione a forte vocazione turistica come la nostra che dovrebbe impegnarsi nel formare figure professionali sempre più specializzate, prevedendo anche specifici corsi di aggiornamento per gli insegnanti. Se potesse passare un po’ di tempo con l’attuale ministro dell’istruzione quali suggerimenti di possibili cambiamenti le darebbe? Se potessi suggerire cambiamenti Le direi che ci vorrebbero maggiori corsi di aggiornamento per i docenti che si occupano di pratica alberghiera. Mi vengono in mente, ad esempio, corsi sulle nuove tecnologie, tecniche di cottura moderne, nuove tendenze alimentari. Potersi aggiornare serve si al docente ma credo fortemente che si debba lavorare al meglio pensando solo ed esclusivamente al futuro dei nostri ragazzi…futuri cuochi. Il mio sogno sarebbe avere dei laboratori dotati di nuove attrezzature in uso attualmente nelle cucine così da poter insegnare il loro utilizzo, pratico – teorico.
Credo che per il microclima e la diversità il nostro territorio nazionale abbia il più grande potenziale agroalimentare del mondo. Penso che sia opportuno dare ai docenti la possibilità di confrontarsi con le realtà alberghiere, anche attraverso dei periodi lavorativi extrascolastici.
Come la definiscono i suoi alunni? Severo, simpatico, autorevole, preparato, preciso.
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Non so, dovreste chiederlo a loro.
il parere dell’esperto
Parliamo di salse 2° capitolo
Prosegue il 2° capitolo
amido ( dai 60 ai 65° C per la farina
sull’argomento delle
di grano, dai 62 ai 70 °C per l’amido
salse, proposto dal Rettore
di mais) i granuli perdono improv-
dell’Ordine dei Maestri di
visamente qualsiasi struttura orga-
Cucina ed Executive Chef Giorgio Nardelli, rifacendosi al “De Re Coquinaria” di Apicio Marco Gavio, il più ampio trattato gastronomico
nizzata e diventano ammassi amorfi di amido misto ad acqua. Questo è chiamato intervallo di gelatinizzazione i granuli diventano piccoli gel, cioè intrecci di lunghe molecole contenenti un liquido. Questo intervallo
giunto fino a noi dalla Roma
lo si può riconoscere dal fatto che la
imperiale, e “Il Cibo e la
sospensione di granuli, che prima
Cucina – Scienza e Cultura
era torbida, all’improvviso diviene
degli Alimenti” di HAROLD
più translucida. Le singole molecole
McGEE, considerato un must
di amido non sono più così vicine fra
have per ogni chef che
loro da deflettere i raggi luminosi e
desideri capire cosa
quindi sembra che la miscela diventi
disciolte in acqua, ma mantengono
limpida. (La farina che contiene an-
la loro forma sostanzialmente line-
che proteine non diventa così limpi-
are. Le spirali allungate immobiliz-
da come l’amido di mais).
zano una gran quantità di molecole
A seconda della concentrazione dei
d’acqua, che finiscono per circon-
granuli nell’acqua, la mistura comin-
darle per mezzo di legami a ponte di
cia a legarsi, cioè a diventare più vi-
idrogeno; questo fenomeno riduce la
scosa, prima, durante o dopo la gela-
quantità di acqua che si muove libe-
tinizzazione, quando cioè i granuli si
ramente fra le catene di amilosio. La
gonfiano a sufficienza per impedirsi
forma allungata e lineare aumenta
a vicenda il movimento. La maggior
le probabilità che una catena venga
rina o amido di mais con acqua fred-
parte delle salse sono alquanto dilui-
in contatto con un‘altra catena o con
da non succede gran che: i granuli
te e si legano dopo che la miscela ha
un granulo, perché ogni catena attra-
scendono lentamente verso il fondo.
cominciato a diventare limpida.
versa una grande quantità di volume
Ma quando l’acqua diventa abba-
Una miscela di amido ed acqua rag-
di liquido. Invece la forma ramificata
stanza calda, l’energia delle sue mo-
giunge la massima viscosità fra gli 80
dell’amilo-pectina rende la sua mo-
lecole è sufficiente per distruggere le
e i 95°C, cioè molto al di sopra delle
lecola molto compatta, riducendo le
ragioni più deboli del granulo, che
temperature indicate per l’interval-
probabilità che collida con un’altra
sono quelle amorfe, permettendo la
lo di gelatinizzazione. In questa fa-
molecola. E anche se la collisione
formazione di legami a ponte di idro-
scia di temperature i granuli rigonfi
avvenisse, è più difficile che la mo-
geno fra molecole di amido e quelle
d’acqua cominciano a perdere mo-
lecola rimanga incastrata fra le altre
dell’acqua. A questo punto i granuli
lecole di amilosio e di amilopectina
molecole. Quindi un numero di mole-
assorbono acqua e si gonfiano, eser-
che sfuggono nell’acqua circostante.
cole di amilosio produce lo stesso ef-
citando una pressione sempre cre-
Sono le molecole meno numerose a
fetto di un numero molto maggiore di
scente sulle ragioni cristalline.
legare il composto. Le catene sem-
molecole di amilopectina. Per questo
Entro un certo intervallo di temperatu-
plici di amilosio si avvolgono in lun-
motivo le varietà cosiddette “cerose”
re, caratteristico di ciascuna fonte di
ghe strutture elicoidali quando sono
di granoturco e di riso, che contengo-
succede dentro la pentola, la migliore ricerca mai compiuta sulla chimica e sulla cucina del cibo. Effetti della gelatinizzazione Ciò che rende l’amido tanto utile in cucina come adesivo, è il suo comportamento quando va a contatto con l’acqua calda. Infatti, mescolando fa-
Giorgio Nardelli, Rettore dell’Ordine dei Maestri di Cucina
45
il parere dell’esperto
no molta amilopectina, si ammassano di meno durante la cottura. Basta invece una piccola quantità di normale farina per ottenere un effetto apprezzabile. Una salsa liquida che richiede un cucchiaio da tavola di farina per ogni quarto di litro contiene meno del 5 % in peso di amido. In che senso si può dire che la farina è una liaison, cioè un agente legante o di connessione? Le molecole di amido tolgono dalla circolazione una certa quantità d’acqua, e rallentano il resto compenetrandosi intrinsecamente. I legami chimici, o più esattamente, i legami a ponte di idrogeno fra l’amido e le altre molecole, sono agenti leganti in
legante si lega a sé stesso, e interpo-
mento vigoroso. Probabilmente cia-
entrambi i casi. Nel caso della strut-
nendosi fra le aree di liquido, l’amido
scuna delle tre cause ha lo stesso
tura intricata, che è la più significa-
non le collega l’una all’altra ma piut-
effetto immediato: rompere i fragili
tosto le separa e ne impedi-
granuli gonfi d’acqua in molti piccoli
tiva, l’agente
sce i movimenti. Ma l’idea
frammenti.
della liaison rimane, per-
Questo significa non solo che una
ché quando la farina viene
quantità ancora maggiore di ami-
aggiunta al liquido diventa
losio viene liberata nell’acqua, ma
una parte integrante della
anche una forte diminuzione nel
salsa. Pertanto anche se
numero delle particelle di grandi di-
l’azione è confinata soprat-
mensioni che possono rimanere im-
tutto alle molecole di ami-
prigionate nel groviglio delle moleco-
do, queste fanno davvero
le di amilosio. In altre parole è come
in modo che la salsa ac-
se ci fossero delle reti, la maglia delle
quisti una coesione interna e che stia insieme. Una volta raggiunta la sua massima viscosità intorno a 95°C il fluido amidoacqua torna a diventare lentamente più liquido. Le condizioni che effettivamente
favoriscono
questo processo sono tre: il riscaldamento prolungato dopo che la salsa sia è legata; il riscaldamento fino al punto di ebollizione; il mescola-
reti diventa più piccola e allo stesso tempo le balene diventano pesciolini. Questo effetto è particolarmente notevole nel caso di paste dense, fatte con cinque cucchiai di farina per ogni quarto di litro d’acqua ed è molto meno evidente nelle normali salse, che ne richiedono un cucchiaio o due. Le salse classiche Nella
classificazione
stabilita
da
Escoffier nel 1902, tre delle salse fondamentali o salse madri sono legate con la farina: la spagnola, la veloutè e la bèchamel. (In realtà Escoffier in-
1891, Guglielmo II Kaiser di Germania a Berlino. Un tripudio di colori per il menu più stupefacente degli Hohenzollern, con le immagini di quattro palazzi reali incorniciate da fiori, frutti e “nature morte”. L’ospite d’onore è il principe regnante di Anhalt che sarà rimasto sorpreso quanto noi. Il consommé iniziale è con “nidi d’uccelli indiani”.
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cluse anche una salsa di pomodoro, che però nel suo sistema non ha dato origine a nessuna altra salsa). Ognu-
il parere dell’esperto
na delle tre salse ha una sua tipica
Il pomodoro con le sue salse derivanti
combinazione di roux e di liquido.
Utilizzate nel mio percoso professionale
La spagnola: consiste di un fondo fatto con carne, verdure e ossa rosolate in precedenza, legate con un roux che è stato cotto finché anche la farina è rosolata. La veloutè usa un fondo fatto con carne, verdure, ossa non rosolate, legate con un roux giallo pallido. La bèchamel è una combinazione di latte con un roux a cui non si è fatto cambiare nulla. Da queste tre salse madri si possono produrre dozzine di derivanti con il semplice espediente di cambiare gli aromi. Dice Escoffier che una salsa deve avere tre caratteristiche: ZZ un gusto “deciso” ZZ una consistenza morbida e leggera senza essere liquida ZZ una superficie liscia e lucente. La prima condizione si soddisfa facendo un fondo di buona qualità e usando i condimenti con giudizio, mentre per la seconda e la terza dipende da come viene legata la salsa. In genere occorre una lunga e paziente cottura a fuoco lento, in modo che l’amido perda qualsiasi traccia di struttura granulare e le proteine insolubili del glutine si raccolgano nella schiuma che sale alla superficie e si possano così eliminare dalla salsa. Bibliografia – Capitolo tratto da: Il cibo e la Cucina SCIENZA E CULTURA DEGLI ALIMENTI HAROLD McGEE - FRANCO MUZZIO EDITORE
AMATRICIANA ANACAPRI ARRABBIATA BABY BIZZARRA CAMPIDANESE* CARRETTIERA CARDINALE* CARUSO CAPRICCIO CASTELLANA CERTOSINA CIOCIARA CORTE D’ASSISE CIOCIARA II CORSARA* DIAVOLA DOLCE VERASCA FARNESE FAVIGNANA FORESTALE GASTRONOMA* GRAZZINI GRECA GROSSETTANA HOTELIER LAZIALE MAREMMANA* MESSALINA* MODA I NAPOLETANA NORMA PALERMITANA PATERNO’ PRINC. UMBERTO PIETRO PUTANESCA ROBERTO* RUSTICA I RUSTICA II SCARPARA I SCARPARA II SICILIANA I SICILIANA II SANTO TETRAZZINI TIROLESE TOSCANA* TREVISANA I* TREVISANA II TRASTEVERINA* TURIDDU VALLIGIANA VITTORINO WODKA
:Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom. :Pom.
cipolla pancetta peperoncino peperoni basilico cipolla aglio pepe aglio prezzemolo olive peperoncino prosciutto panna ragout pancetta peperoni acciughe salsiccia basilico comino panna aglio prezz. peperoncino acciughe gamberi panna dragoncello fegatini marsala fondo bruno melanzane peperoni basilico funghi carciofi peperoni gamberetti piselli finocchietto a dadi aglio peperoncino peperoni arrostiti concassea aglio olio basilico pepe aromi misti caprino e ricotta stagionata a dadi pesto gamberetti panna prosciutto cotto crudo peperoni panna pesto e salsiccia a falde e scaglie di grana tonno fresco piselli fondo bruno funghi misti legumi crudo peperoni a falde e panna passato a crudo aglio e basilico pate’ di oliva e panna ragout di maiale piccante aglio e origano pancetta panna caciotta mozzarella basilico panna funghi prosciutto lingua prezzemolo panna funghi prosciutto piselli panna (uguale Hotelier) melanzane fritte basilico parmigiano aglio aglio cipolla zucchine peperoni, melanzane olive ragout e basilico prosciutto piselli panna aglio olio prosciutto origano pancetta acciughe olive cipolla aglio peperoncino bouquet garnì prezzemolo basilico panna aglio pancetta prezzemolo peperoni arrostiti pancetta cipolle olive verdi prosciutto cotto prezzemolo aglio peperoncino zucchine capperi basilico peperoncino melanzane mozzarella basilico origano melanzane peperoni arrostiti peperoncino panna origano parmigiano zucchini speck porcini wurstel prosciutto crudo origano panna (come Principe Umberto ) piselli cipolla alloro ricotta pecorino panna prezzemolo aglio olive nere capperi pepe prosciutto funghi formaggio a dadi pesto parmigiano pancetta wodka aglio
*con crema di latte
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PRODOTTO DEL TERRITORIO
fiore all’occhiello della produzione enologica trentina Il Trentino, con una superficie vitata pari a circa 10.000 ettari, con una percentuale di uva base Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. - Foto di Ronny Kiaulehn
spumante dell’8 %, è un territorio riconosciuto per la sua vocazione spumantistica. Nel 1993 è stata riconosciuta la Doc, prima denominazione italiana e seconda nel mondo, dopo lo Champagne, riservata al metodo classico, ovvero allo spumante In Italia altre importanti zone di pro-
autonoma di Trento, che spaziano dal
rifermentazione in bottiglia.
duzione con questo metodo sono il
Garda alle Dolomiti ma per un 90% in
Franciacorta e l’Oltrepò Pavese. In
un territorio montano. Il vino spuman-
particolare la nostra provincia, con
te bianco – millesimato e riserva - o
il 35% della produzione nazionale,
rosato, è dato dalle uve Chardonnay,
è il secondo produttore di spuman-
Pinot bianco, Pinot nero e Pinot meu-
te dopo la Franciacorta ma con la
nier, che hanno una resa massima di
significativa differenza di produrre
15 tonnellate per ettaro.
spumanti più leggeri e con note più
Gli zuccheri e i lieviti selezionati ag-
fruttate. In realtà, uno studio durato
giunti al vino ne inducono la fermen-
tre anni, che ha visto il coordinamen-
tazione, per almeno 24 mesi, come
to dell’Università degli Studi di Mo-
previsto dal disciplinare di produzio-
dena e Reggio Emilia, la partnership
ne, tranne che per la tipologia “Riser-
con la Fondazione Edmund Mach e
va”, per la quale si prevede un perio-
il Ministero delle Politiche Agricole e
do di affinamento sui lieviti di minimo
Forestali, ha permesso di dimostra-
36 mesi. Alla vista il Trento DOC si
re oggettivamente il legame tra vino
presenta di colore giallo intenso e
e territorio di origine, in questo caso
dal fine perlage, mentre al naso ha
la montagna, utilizzando diversi pos-
un profumo di chiari sentori di lieviti
sibili marcatori che conferiscono al
e crosta di pane, di frutta matura, di
Trentodoc caratteristiche uniche. Le
frutti esotici e di frutta secca.
bollicine Trentodoc sono le uniche
Lo spumante Trento doc si presta ad
a poter essere definite “bollicine di
essere servito come aperitivo, ma
montagna”. Il Trentodoc è ottenuto
anche in abbinamento ad un intero
esclusivamente da uve provenienti
pasto, ancor meglio se a base di pe-
dai vigneti situati su pendici a media
sce e con crostacei. Si abbina bene ai
altitudine nei territori della provincia
piatti locali come i canederli, la car-
Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. - Foto di Carlo Baroni
ottenuto con il metodo della
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PRODOTTO DEL TERRITORIO
I Fusilli al farro "Selezione Felicetti" spadellati con zucchine in fiore, bacche di goji e cialde di Trentingrana, serviti con fonduta al TrentoDoc (di Stefano Goller)
Sabrina Schench, è la Responsabile Promozione dell’Istituto del Trentodoc. Quali sono i più importanti obiettivi che si intendono raggiungere nel breve periodo? E nel lungo quali traguardi vi prefiggete? L’Istituto sta concentrando le attività soprattutto sul territorio trentino ed italiano, per aumentare la conoscenza del marchio collettivo Trentodoc, con particolare attenzione verso gli operatori del settore. Si ne salada, i formaggi freschi come la
piamente apprezzato e riconosciuto
sta inoltre incrementando la
toséla o mediamente stagionati e ai
per la sua offerta turistica. Al Tren-
comunicazione on line, attra-
salumi affumicati.
todoc viene dedicato un appunta-
verso il sito trentodoc.com e i
La storia di Trentodoc inizia con Giu-
mento annuale: “Trentodoc Bollicine
diversi canali social (facebook,
lio Ferrari, che nel 1902 ha prodotto
in Città”, giunto alla nona edizione e
twitter, etc).
le sue prime 200 bottiglie e che è di-
che richiama in città diverse miglia-
Trentodoc, il cui payoff è “bol-
ventato un simbolo per il mondo del-
ia di appassionati. Presso Palazzo
licine di montagna”, presenta
le bollicine a livello internazionale.
Roccabruna, in pieno centro storico
caratteristiche uniche nel pa-
Gli spumanti Ferrari sono anche stati
a Trento, è possibile degustare tutte
norama spumantistico nazio-
scelti per i brindisi ufficiali del Padi-
le etichette prodotte dalle cantine
nale: si avvantaggia di un ter-
glione Italia all’Expo di Milano.
aderenti al marchio, mentre quali-
ritorio, il Trentino, che permette
Il marchio Trentodoc, creato nel 2007,
tà, origine, metodo e diffusione dello
la produzione di uve partico-
è presente da tempo in importanti
spumante trentino vengono garantiti
larmente adatte per la produ-
eventi di riferimento del settore, sia
e protetti dall’Istituto Trento Doc sup-
zione di un metodo classico
come espressione di un prodotto di
portato dalla Fondazione Mach, im-
con risultati ai vertici dell’ec-
qualità, sia come comunicatore di
portante istituzione che si occupa di
cellenza qualitativa. Questo è
un intero territorio, da sempre am-
ricerca e formazione.
anche il frutto del lavoro di 41 case spumantistiche che sanno riunire esperienza, tradi-
Zugna, Cantina Rotaliana di Mezzo-
ne che aderiscono al marchio col-
lombardo, Cantina Sociale di Tren-
lettivo Trentodoc e che producono
to, Cantina Toblino, Cantine Mon-
annualmente circa 8 milioni di
fort, Cembra Cantina di Montagna,
bottiglie suddivise per 130 etichet-
Cesarini Sforza Spumanti, Concilio,
te, destinate per il 90% al mercato
Conti Bossi Fedrigotti, Conti Wallen-
italiano e il restante 10% all’estero.
burg, Endrizzi, Fondazione Edmund
Ferrari (Fratelli Lunelli), Zanotelli
Mach-Istituto Agrario San Michele,
Elio & F.lli, Zeni Giorgio, Zeni Rober-
Gaierhof, Letrari, Madonna delle
to, Abate Nero, Accademia del Vino
Vittorie, Maso Martis, Metius, Moser,
Cadelaghet, Agraria Riva del Gar-
Opera Vitivinicola in Valdicembra,
da, Altemasi, Balter, Bellaveder, Bor-
Pedrotti Spumanti, Pisoni F.lli, Revì,
go dei Posseri, Cantina di Aldeno,
Rotari, San Michael, Simoncelli Ar-
Cantina d’Isera, Cantina Mori Colli
mando, Viticoltori in Avio, Vivallis.
zione e tecnologia in un unico vino.
Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. - Foto di Ronny Kiaulehn
Sono quarantuno le cantine trenti-
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le RICETTE dell’associazione con i piccoli frutti
Millefoglie di patate Montagnine del Lomaso
Casolet della Val di Sole e insalatine con yogurt agrodolce ai piccoli frutti di S.Orsola e noci del Bleggio di Michele Bavuso RICETTA PER 4 PERSONE
gliare il Casolet in piccoli cubetti.
ZZ 200 g piccoli frutti di S.Orsola
Sciogliere il miele in 5 cl di aceto di
ZZ 400 g patate Montagnine
mele ed emulsionare con yogurt, olio
ZZ 300 g Casolet della Val di Sole ZZ 50 g insalatine novelle ZZ 2oo g yogurt
EVO del Garda e un pizzico di sale. Aggiungere infine una manciata di
ZZ 5 cl aceto di mele “Dolcemela”
piccoli frutti. Disporre le fette di patate
ZZ 20 g melata d’abete
nel piatto in un anello a forma di cer-
ZZ olio EVO del Garda
chio sormontando con l’insalatina e il Casolet. Formare un altro strato con un
Lessare le patate con la buccia. Pelar-
anello di diametro più piccolo. Guarni-
le e tagliarle a fette. Condirle con sale,
re con insalatine, piccoli frutti freschi e
aceto di mele e olio EVO del Garda. Ta-
la salsa allo yogurt e noci del Bleggio.
Misticanza d’insalatine novelle
con chenelle di formaggio cremoso alle erbette spontanee, con cips di pane rustico e sinfonia di piccoli frutti di bosco conditi con ristretto di balsamico alle fragole di Stefano Goller RICETTA PER 4 PERSONE
PROCEDIMENTO
pepe di macinino, mescolare energi-
ZZ Formaggio cremoso gr. 160
Per prima cosa tagliare il pane rustico
camente cosi da creare una spuma
ZZ Misticanza d’insalatine novelle
a fette sottili e posizionarle sopra una
liscia e morbida. A questo punto po-
placca appoggiate a qualche cosa di
sizionare la misticanza d’insalatine
rotondo cosi da prendere la forma di
nei piatti prescelti, adagiarvi le cips
ZZ Erbette spontanee gr. 10
mezzaluna, mettere in forno ventilato
di pane rustico e inserire una chenelle
ZZ Cips di pane rustico n° 20
a 60° gradi per almeno 2 ore.
in ogni cips, posizionare i piccoli frut-
ZZ Ristretto di balsamico alle fragole
Mettere la crema di formaggio in una
ti di bosco sparsi nel piatto e condire
bastardella e aggiungervi le erbette
con un ristretto di aceto balsamico
spontanee tritate in precedenza e del
alle fragole.
gr.100 ZZ Piccoli frutti di bosco di Sant’orsola gr. 60
q.b. ZZ Sale e pepe di macinino q.b.
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le RICETTE dell’associazione con i piccoli frutti
Mousse di ricotta nostrana profumata al limone, con piccoli frutti di Sant’Orsola e meringhette di Stefano Goller RICETTA PER 4 PERSONE
parte della buccia di limone grattu-
ZZ Ricotta nostrana gr. 240
giata, mescolare fino a creare una
ZZ Piccoli frutti di bosco di Sant’Orsola
crema liscia. Posizionare sul fondo dei
gr.120 ZZ Purea di piccoli frutti gr. 80 ZZ Zucchero a velo gr. 60
bicchieri prescelti la purea di piccoli frutti e abbattere per 10 minuti in ab-
ZZ Meringhette gr. 40
battitore negativo a meno 30 gradi
ZZ Sigarette di cioccolato n°8
così da rassodare la parte superiore
Prima di servirla finire la mousse cre-
ZZ Limoni n°1
della purea. Trascorsi i dieci minuti
ando uno strato con le piccole merin-
ZZ Foglie di menta q.b.
togliere dall’abbattitore e aggiungervi
ghette e poi per ultimo creare lo strato
la mousse di ricotta con l’ausilio di un
con i piccoli frutti di bosco di Sant’Or-
PROCEDIMENTO
sacco di pasticceria senza beccuccio,
sola, decorare con le sigarette di cioc-
Mettere la ricotta in una bastardella,
mettere in frigorifero per almeno due
colato, delle foglioline di menta e del-
aggiungervi lo zucchero a velo e una
ore prima di servirla.
le scorzette di limone.
Tortelloni ai mirtilli
ripieni con ragù di cinghiale, serviti con fonduta di Trentingrana e funghi porcini di Enrico Paccagnella RICETTA PER 4 PERSONE
Ingredienti per il ripieno:
Ingredienti per salsa Trentingrana:
Per la pasta alimentare:
ZZ 400 gr di polpa di cinghiale
ZZ 250 gr di latte
ZZ 250 gr di semola rimacinata
ZZ 1 carota
ZZ 100 gr di Trentingrana grattugiato
ZZ 250 gr di farina 00
ZZ 1 cipolla rossa
ZZ 30 gr di burro
ZZ 3 uova
ZZ 1 costa di sedano
ZZ 30 gr di farina
ZZ 250 gr di mirtilli
ZZ 200 gr di polpa di pomodoro,
ZZ q.b. sale
ZZ q.b. sale
ZZ un bicchiere di vino Teroldego
ZZ q.b. pepe
ZZ 30 gr di cioccolato fondente PROCEDIMENTO Fare una purea di mirtilli e passarla al setaccio fine. Nel frattempo su una spianatoia fare una fontana con le due farine; introdurre le uova, il sale e la purea di mirtilli. Impastare il tutto e far riposare per mezz’ora la pasta ottenuta per poi stenderla dello spessore desiderato.
ZZ q.b. sale ZZ q.b. pepe ZZ q.b. olio extravergine d’oliva.
PROCEDIMENTO Fare un roux con il burro e la farina e portare il latte ad ebollizione. Legare
PROCEDIMENTO
con il roux precedentemente fatto e
Passare nel tritacarne con piastra fine
incorporarvi il grana.
la polpa di cinghiale. Fare un battuto di sedano carota e cipolla e farlo roso-
Preparazione del piatto
lare con olio extravergine. Mettere la
Cuocere i ravioli in acqua bollente sa-
carne e bagnare con il Teroldego; una
lata per alcuni minuti.
volta evaporato aggiungere la polpa
Nel frattempo adagiare sul piatto scel-
di pomodoro.
to per la presentazione la salsa Tren-
Insaporire e lasciare cuocere per
tingrana. Porvi i tortelloni e decorare
un’ora e mezza. Con il composto otte-
con i funghi porcini trifolati con scalo-
nuto farcire i tortelloni.
gno, prezzemolo e mirtilli freschi.
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le RICETTE dell’associazione con i piccoli frutti
Sorbetto ai lamponi
con crumble al cioccolato, piccoli frutti e croccante sfogliato di Michele Nardelli RICETTA PER 6 PERSONE Per il sorbetto al Pacojet ZZ g. 500 lamponi di montagna ZZ g. 150 zucchero ZZ g. 12 pectina ZZ g. 2 colla di pesce Miscelare i lamponi con lo zucchero la pectina di mele e la colla di pesce. Lasciare per 20 minuti in infusione. Passare al setaccio e mettere nel contenitore per Pacojet. Abbattere in negativo per 2 ore. Per i frutti di bosco ZZ g. 400 frutti di bosco misti Per la presentazione Disporre al piatto del crumble al cioccolato sormontato dai frutti di bosco misti. Pacossare il sorbetto e formare una quenelles. Decorare con fiori di rododendro e sambuco congelati. Completare con un croccante sfogliato e della menta.
Muffin ai frutti di bosco RICETTA PER CELIACI di Giuseppe Ceci RICETTA PER 4 PERSONE
Procedimento
ZZ 150 gr di farina di riso
Montare le uova con lo zucchero fino
ZZ 150 gr di fecola di patate
ad ottenere un composto spumoso,
ZZ 140 gr di zucchero
unire la farina di riso, la fecola di pa-
ZZ 2 uova
tate ed il lievito setacciati, quindi il
ZZ 100 gr di burro ZZ 150 gr di frutti di bosco
burro sciolto e per ultimo i frutti di bo-
ZZ 100 gr di banana frullata
sco e la banana frullata.
ZZ 10 gr di lievito in polvere
Distribuire il composto negli appositi
(consentito)
stampini per muffin imburrati e infarinati (con farina senza glutine) e cuocere a 180°C per 20/25 minuti.
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