Editoriale
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a mia prima volta è stato sulla Mendola. Ma arrivai tardi. Mi accostai alla strada quando i campioni erano già passati e vidi solo il ‘gruppetto’ dei velocisti che andava su a passo da cicloturista, un po’ derisi un po’ no. Quello fu il mio primo Giro d’Italia da spettatore. Ce ne sarebbero stati altri e non mi sarebbe importato nulla se tutto durava poco, un baleno, un fiato, e se non riuscivo mai a distinguere un corridore dall’altro. L’importante era esserci, lì a bordo strada, anche dopo aver atteso ore. Si chiama incredibile attrazione del Giro. Non me la toglierà nessuno. Dal 1909 questa gara rinnova un appuntamento che trasforma l’Italia in un grande velodromo, che unisce la geografia bislacca di un Paese lungo, stretto e anche largo, un Paese piatto come il Tavoliere delle Puglie e dritto all’insù come le Tre Cime di Lavaredo. Un tempo la gente cavalcava idealmente col gruppo le strade del Giro, oggi un po’ meno perché i tempi sono cambiati e anche il Giro è cambiato. Oggi la carovana è uno strumento di immagine e di marketing commerciale e i corridori sono i protagonisti di un ‘reality’ quotidiano di 23 puntate, riposi compresi. Col Giro la televisione ci porta l’Italia in casa e ci mette sotto gli occhi un mistero inspiegabile: com’è, che pur così tanto offesa dal cemento, la nostra penisola sia ancora bellissima? Sono le maglie colorate dei ciclisti che la fanno bella o è solo l'effetto dell’elicottero? Cycle! ha seguito il Giro con i suoi mezzi, che non sono da cronista ma da investigatori. Abbiamo indagato luoghi e persone. Siamo stati a Napoli a sfatare il mito della città meno ciclabile d’Italia, a Erto e Casso a cogliere l’impronta indelebile di una tragedia, sul Galibier seduti su un paracarro col freddo che faceva, a Brescia ad aspettare il vincitore e a veder pedalare la città. Abbiamo interrogato Gianni Mura e Riccardo Guasco, Vito Liverani e Vincenzo Nibali, personaggi sospetti e vittime di una sola insana passione: il Giro! Albano Marcarini
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PORTFOLIO
Alessandro Trovati
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cycle! / SOMMARIO 3. EDITORIALE di Albano Marcarini 4. PORTFOLIO di Alessandro Trovati 18. VEDI NAPOLI E PEDALI! La bicirivoluzione partenopea 21. BICI E COSE ’E PAZZ La ciclabile del lungomare, la partenza del Giro d’Italia e una sorprendente voglia di biciclette a Napoli di Lorenzo Franzetti, foto di Guido P. Rubino e Nicola Ianuale 30. «NAPOLI, TI PORTO IN BICI!» di Lorenzo Franzetti, foto di Guido P. Rubino 33. LA PISTA CICLABILE A NAPOLI
34. MARIO SCHIANO, IL CICLO NAPOLETANO Da novant’anni biciclette e passione di Guido P. Rubino, foto di Guido P. Rubino e Archivio Schiano 40. LA FABBRICA ADDORMENTATA Il vecchio stabilimento Schiano a Frattaminore di Lorenzo Franzetti, foto di Salvatore Di Vilio 42. SALVATORE DI VILIO: FERMARE LA MEMORIA
44. LA VERSIONE DI VITO Lo scatto giusto al momento giusto: vita e carriera di Vito Liverani, decano del fotogiornalismo italiano di Luciana Rota, foto di Lorenzo De Simone 52. VITO E L’ITALIA: I GIRI DEL DOPOGUERRA
56. TUTTE LE STRADE PORTANO AL GIRO La Corsa Rosa fa lezione di geografia di Gino Cervi 62. C.SAN: L’UOMO CHE DISEGNAVA IL GIRO
64. ERTO E CASSO Vajont: cinquant’anni dopo arriva il Giro testo e foto di Umberto Isman 81. DA BUCHENWALD AL VAJONT: LA RESISTENZA DI GEREMIA
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cycle!
82. NEL SEGNO DI RIK Riccardo Guasco dipinge il ciclismo di Gino Cervi, foto di Lorenzo De Simone 90. LA MITICA. SULLE STRADE DEL CAMPIONISSIMO
92. IL GIRO DEL BERSAGLIERE PUCIA La vera storia di Carlo Oriani, vincitore del Giro d’Italia di cento anni fa e caduto sul fronte della Grande Guerra di Angelo De Lorenzi 96. LA PRIMA SALITA La tappa di Chieti e il primo arrivo in salita al Giro del 1909 di Albano Marcarini 98. IL GIRO DEL GIORNO PRIMA Storie e bellezze dell’Italia di maggio dal sellino di un ciclocurioso di Alberto Fiorin 102. ISCHIA È UNA LUCERTOLA Intervista a Gianni Mura di Claudio Sanfilippo 108. MELE E MARZAIOLI Gigi e Alberto: ciclisti campani, ciclisti per campare di Marco Pastonesi 112. GALIBIER La storia e le istruzioni per l’uso di una salita che ha trasformato il ciclismo in leggenda testi e foto di Albano Marcarini 122. COL DU GALIBIER: VERSANTE NORD 124. COL DU GALIBIER: VERSANTE SUD 126. SEI TAPPE DA LEGGENDA
128. TRAGUARDO E PARTENZA: CAMPAGNOLO 1933-2013 Storia, passione, tecnica, innovazione Testo e foto di Guido P. Rubino 138. NIBALI E LA CAMPAGNA D’ITALIA Da Messina alle Alpi: l’Italia in salita di Vincenzo Nibal di Lorenzo Franzetti, foto di Lorenzo De Simone 148. LA LEONESSA E LE DUE RUOTE Brescia: scene da una città ciclabile di Elena Panzera, foto di Viorel Uritu 154. LA RETE CICLABILE DELLA PROVINCIA DI BRESCIA testo e foto di Albano Marcarini
In queste pagine: Foto di Alessandro Trovati
156. BRESCIA CHE PEDALA: TRE MICROSTORIE
Il disegno di copertina è di Riccardo Guasco
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VEDI NAPOLI
E PEDALA! La bicirivoluzione partenopea
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LA VERSIONE
DI VITO di Luciana Rota, foto di Lorenzo De Simone
Lo scatto giusto al momento giusto: vita e carriera di Vito Liverani, decano del fotogiornalismo italiano
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ERTO E CASSO Vajont: cinquant'anni dopo arriva il Giro testo e foto di Umberto Isman 65
NEL SEGNO DI RIK Riccardo Guasco dipinge il ciclismo di Gino Cervi, foto di Lorenzo De Simone
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GALIBIER testo e foto di Albano Marcarini
Il Col du Galibier è stato scalato per 59 volte nelle 99 edizioni del Tour. Domenica 19 maggio 2013 ci arriverà il Giro d’Italia, per la prima volta, fissando lo striscione d’arrivo a 2642 metri d’altezza al termine della quindicesima tappa che scatterà da Cesana Torinese. Ecco la storia e le istruzioni per l’uso di una salita che ha trasformato il ciclismo in leggenda. 113
TRAGUARDO E PARTENZA: CAMPAGNOLO 1933-2013 Storia, passione, tecnica, innovazione testo e foto di Guido P. Rubino
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NIBALI E LA CAMPAGNA D’ITALIA Da Messina alle Alpi: l’Italia in salita di Vincenzo Nibali di Lorenzo Franzetti, foto di Lorenzo De Simone
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cycle! magazine numero tre – maggio 2013 In attesa di registrazione presso il Tribunale di Milano www.cyclemagazine.it
© Albano Marcarini, pp. 59 (a sinistra), 112-125, 126 (a sinistra e al centro), 127, 154-155 © Alessandro Trovati, pp. 4-17 © Guido P. Rubino, pp. 18-26, 28-32, 34, 36 (in alto), 37, 42 (in alto), 128-136 © Archivio storico Schiano pp. 36 (in basso), 38-39 © Nicola Ianuale, p. 27 © Salvatore Di Vilio, pp. 41-42 © Lorenzo De Simone, pp. 42-51, 82-85, 88-89, 138-139, 143-145 © Omega Fotocronache di Vito Liverani, pp. 52-55, 105, 126 (a destra) © Paolo Gandolfi, pp. 56 © Gian Alberto Cigolini, p. 58 © Paolo Facchinetti, p. 59 (a destra) © Cesare Sangalli, p. 62, 97 © Umberto Isman, pp. 64-80 © Geremia Della Putta, p. 81 © Riccardo Guasco, p. 87 © La Mitica, p. 90 © Archivio Carlo Oriani, p. 93 © Gino Cervi, pp. 61, 96, 106 © Alberto Fiorin e Franco Angiolin, pp. 99-100 © Massimiliano Teodori, p. 102 © Feltrinelli Editore, p. 107 (a sinistra) © Il Saggiatore Editore, p. 107 (a destra) © Gigi Mele, p. 109 (a sinistra) © Alberto Marzaioli, p. 109 (a destra) © Archivio Campagnolo, p. 137 © Photoianuale/Bettini, p. 140 © Famiglia Nibali, pp. 146-147 © Viorel Uritu, pp. 148-151, 152 (in alto), 156 © FIAB Brescia, p. 152 (in basso)
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Il testo di p. 62 è tratto da Pino Lazzaro, In punta di pennino. Cesare Sangalli, 50 anni di ciclismo disegnato e raccontato, edicicloeditore, 2005; il testo di p. 81 è tratto da Geremia Della Putta e Francesca Bearzatto, Sopravvissuto a Buchenwald e al Vajont, nuovadimensione 2013; il testo di p. 154-155 è tratto da Albano Marcarini, Piste ciclabili e greenways in Lombardia, edicicloeditore, 2010. I testi in inglese delle pp. 158-159 sono di Kathryn Lake. Ringraziamenti Grazie a: Alex Carera, Pietro Cordelli, Valentina Morassutti, Salvatore Nibali, Gianni Rossi, Mario Schiano, Marco Tonon; e a tutti i collaboratori.
Tutti i diritti riservati. Testi, fotografi e, disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione di cycle! magazine cycle! magazine è a disposizione degli eventuali aventi diritto per crediti fotografici non reperiti o non correttamente segnalati.