SCREAMMACHINE CLAIM
CLAUDIOZIROTTI
Rivendicare, con una rivolta spontanea, di natura insieme sociale, politica e anche filosofica. Nel Maggio del ‘68 la rivolta della gioventù studentesca di Parigi si estese al mondo operaio e praticamente a tutte le categorie della popolazione sull’intero territorio nazionale, e gli eventi del ‘68 restano il più importante movimento sociale della storia di Francia del XX secolo. Nel corso degli eventi si mischiarono un movimento studentesco e un movimento operaio, entrambi di eccezionale ampiezza. Al di là delle rivendicazioni materiali o salariale, si trattò di una contestazione multiforme di tutti i tipi di autorità. Una parte del movimento degli studenti delle scuole superiori e delle università rivendicò particolarmente la «liberalizzazione dei costumi», e al di là di questo contestò la «vecchia università», la società dei consumi, il capitalismo e la maggior parte delle istituzioni e dei valori tradizionali.
Il maggio francese s’iscrive d’altra parte in un più vasto insieme di avvenimenti che attraversarono i movimenti operai e studenteschi di un gran numero di paesi, in un contesto di fermento sociale generale sorto da una parte e dall’altra della “Cortina di ferro” - dalla Germania all’Italia agli Stati Uniti, Giappone, Messico, Brasile, fino alla Cecoslovacchia della Primavera di Praga e alla Cina della Rivoluzione culturale. Si trattò di un’esplosione sociale, spesso confusa e complessa, a volte anche violenta, ma ancor più spesso ludica e festosa: il maggio ‘68 apparve come un momento di illusione rivoluzionaria lirica, di fede ardente e utopistica nella possibilità di una trasformazione radicale della vita e del mondo. Un riflesso di questo clima fu la proliferazione di graffiti e slogan fantasiosi: «Sous les pavés, la plage» (Sotto i sampietrini c’è la spiaggia), «Il est interdit d’interdire» (Vietato vietare), «Jouissez sans entraves» (Godetevela senza freni), «Cours camarade, le vieux monde est derrière toi» (Corri compagno, il vecchio mondo ti sta dietro), «La vie est ailleurs» (La vita è altrove), e così via. Questo segundo “block” del “ GRIDO” vuole essere un omaggio alla lotta di classe. Una lotta che al giorno d’oggi é di piena attualità. É il “GRIDO” di una società che vuole ancora credere e non accetta una classe sociale corrotta come esempio. Il “GRIDO” é un diritto che oggi é un dovere.
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