Europportunity n° 7

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Indice Editoriale

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Presidente Fabio Panchetti Reg. Tribunale di Pisa 32/07 del 21 settembre 2007

Il Caso del mese

Progetto EFFCOBUILD

Foto di Copertina Audiovisual Service [http://ec.europa.eu] Europportunity.eu Rivista mensile edita per Agroengineering srl

Conoscere l’Europa

Estonia

Collaboratori Daniele Fantechi Elisabetta Bressan Fotografie Audiovisual Service [http://ec.europa.eu] Regional Policy - Digital Library EPA PHOTO/NIPA/TIMUR NISAMETDINOV

Il Bando del mese

Energia Intelligente 2008

Coordinatore di redazione Nataniele Gennari nataniele.gennari@europportunity.eu Art director e impaginazione Sebastiano Cogoli/Daniele Bellesi

Approfondimenti

La politica di allargamento dell’UE

Direttore responsabile Carlo Baroni Segreteria di redazione info@europportunity.eu Tel: 329 35 35 387

di F. Panchetti, N. Gennari

Notizie dall’UE

Europportunity.eu Anno 2, n° 7 Maggio 2008

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www.europportunity.eu Stampa Grafiche Leonardo sas SAN MINIATO (PI)


editoriale

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l 10 aprile scorso la Corte Europea di Giustizia del Lussemburgo ha condannato l’Italia per la tardiva e quindi non corretta applicazione della direttiva volta a prevenire le ripercussioni negative sull’ambiente derivanti dalle discariche di rifiuti. Secondo la Commissione europea, il decreto legislativo di attuazione della norma comunitaria violava alcuni articoli della stessa direttiva che definisce la nozione di rifiuti e di discariche. La direttiva prevede infatti che gli Stati elaborino una strategia nazionale per la riduzione dei rifiuti, fissa le regole sui costi dello smaltimento, stabilisce la procedura di autorizzazione di nuove discariche e sottopone quelle preesistenti a misure particolari. La Commissione ha contestato all’Italia di aver dato attuazione alla direttiva con ritardo inficiandone la corretta applicazione. Chiamata a pronunciarsi sul caso, la Corte Europea di Giustizia ha riconosciuto valide le obiezioni sollevate dalla Commissione ed ha condannato l’Italia alle spese. Da Bruxelles non arrivano quindi buone notizie per l’Italia, che già non appare in grado di sfruttare al meglio tutte le risorse messe a di-

sposizione dall’Unione, ed ora si trova obbligata a dover pagare una multa salata per scorretta applicazione delle normative europee, perlopiù in un settore, quello della gestione e riciclo dei rifiuti, che si è dimostrato critico nel nostro Paese. Eppure l’ambiente, e tutti i settori collegati, sono chiaramente una priorità, in termini di salvaguardia e sfruttamento sostenibile delle risorse, non solo per l’Europa, ma per l’intera comunità internazionale. Lo dimostra il moltiplicarsi delle iniziative, dei progetti di ricerca, e delle opportunità legate al tema, che spaziano dalle campagne di sensibilizzazione dei movimenti della società civile, al recente Summit di Bali sul protocollo di Kyoto, per arrivare alla normativa comunitaria, sostenuta quest’ultima, da numerose opportunità finanziarie. Come abbiamo già sottolineato, l’ambiente è uno dei temi fondamentali su cui l’UE ha costruito la programmazione finanziaria 20072013, e si può considerare un leit-motiv di tutte le politiche implementate a livello comunitario, dall’agricoltura ai trasporti, dallo svi-

luppo d’impresa al governo del territorio. In questo numero della rivista europportunity. eu abbiamo perciò scelto di proporre il bando Intelligent Energy Europe 2008 - dedicato alla promozione dell’efficienza energetica, delle fonti di energia rinnovabili e della diversificazione energetica – dotato di uno stanziamento, per il solo 2008, pari a 46 milioni di euro. L’ammontare delle risorse destinate dall’Unione Europea a tale programma è rivelatore di quanto sia stretto, oltre che cruciale per il futuro, il legame tra approvvigionamento energetico, cambiamento climatico e sviluppo sostenibile. E’ pertanto auspicabile che la visione di uno sviluppo sostenibile, in termini di sfruttamento delle risorse, sia finalmente percepita come un’opportunità di benessere e di ricorso a nuove tecnologie/beni industriali capaci di migliorare realmente la qualità della vita delle persone, sia a livello locale che globale, piuttosto che vista - e in larga parte purtroppo è ancora così - come un ostacolo od un inutile costo aggiuntivo per la crescita economica dei territori europei.

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notizie dall’UE

Nuova direttiva sulla qualità dell’aria Il Consiglio Europeo ha adottato il 14 aprile scorso la direttiva della Commissione sulla qualità dell’aria. ll testo adottato riprende quasi integralmente la proposta che la Commissione aveva presentato nel settembre 2005 e dimostra il forte impegno dell’Unione Europea a migliorare la qualità dell’aria nell’UE attraverso la definizione di livelli di concentrazione vincolanti per le particelle sottili (PM2,5). Il testo adottato oggi riunisce in un’unica direttiva sulla qualità dell’aria quattro precedenti direttive e una decisione del Consiglio. Il nuovo testo istituisce standard che permetteranno di ridurre la concentrazione delle particelle sottili e fissa le date per la loro applicazione. Le particelle sottili sono considerate tra gli inquinanti più pericolosi per la salute umana assieme alle particelle più “grosse” note come PM10, già regolamentate da altre normative. La direttiva prevede che, nelle aree urbane, gli Stati membri riducano mediamente del

20% l’esposizione al PM2,5 entro il 2020 rispetto ai valori del 2010, obbligandoli a portare i livelli di esposizione in queste zone al di sotto di 20 microgrammi/m3 nel 2015. A livello dell’intero territorio nazionale, gli Stati membri dovranno rispettare il valore limite di 25 microgrammi di PM2,5/m3, da raggiungere obbligatoriamente entro il 2015 e, se possibile, già nel 2010. La nuova direttiva introduce nuovi obiettivi per il PM2,5 senza tuttavia modificare gli standard di qualità dell’aria esistenti. Gli Stati membri hanno però un maggiore margine di manovra per raggiungere alcuni dei valori fissati nelle zone in cui hanno difficoltà a rispettarli. La conformità ai valori limite fissati per il PM10 si rivela problematica per 25 dei 27 Stati membri dell’UE, nei quali tali limiti vengono superati almeno in una parte del territorio. Il termine ultimo per conformarsi ai valori limite per il PM10 può slittare di tre anni dopo l’entrata in vigore della direttiva (metà del 2011) o di cinque anni al massimo per il biossido di azoto e il benzene (2010-2015); tuttavia, ciò può avvenire soltanto se viene applicata integralmente la normativa UE del caso, come la

direttiva IPPC sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, e se sono in atto tutte le misure opportune di abbattimento dell’inquinamento. La direttiva fornisce un elenco delle misure da considerare. La nuova direttiva sulla qualità dell’aria è una delle misure principali proposte nella strategia tematica sull’inquinamento atmosferico adottata dalla Commissione nel settembre 2005. Lo strumento istituisce per il 2020 obiettivi ambiziosi per migliorare, in maniera economicamente efficace, la qualità dell’ambiente e la salute umana. La direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea corredata di una dichiarazione della Commissione sui risultati ottenuti nell’elaborazione e adozione di altri provvedimenti destinati a contenere le emissioni provenienti da varie fonti. La legislazione UE disciplina già le emissioni dei veicoli leggeri; nel dicembre 2007 la Commissione ha presentato una proposta legislativa finalizzata a migliorare l’efficacia della normativa UE sulle emissioni industriali e un’altra proposta destinata a limitare le emissioni di scarico dei veicoli pesanti. Fonte: Commissione Europea

INIZIATIVE Conferenza: Responding to Environmental Change – from Words to Deeds Portorozˇ, Slovenia, 14-16 maggio 2008 Conferenza sull’ambiente organizzata dall’Agenzia per l’Ambiente della Slovenia, Presidente di turno dell’UE http://www.bridgingthegap.si/ FTPC5 Conference - Growing towards the Future: Joint innovation for successful forest-based business in Europe Kranjska Gora, Slovenia, 19-21 Maggio 2008 V Conferenza del Forest-based Sector Technology Platform http://www.ftpc5.si/ Congresso del 60° Anniversario d’Europa - Building the Europe of the future together L’Aja, Olanda, 23-25 Maggio 2008 Congresso promosso dal Movimento Europeo. http://www.blastmedia.eu/emi-event/

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approfondimenti

ITEGRAZIONE EUROPEA: LA POLITICA DI ALLARGAMENTO Durante i 50 anni della sua esistenza, l’attuale Unione Europea ha realizzato un graduale processo di integrazione, aprendosi a nuovi Stati membri. Sin dall’inizio, l’integrazione europea è stata orientata all’adesione progressiva di nuovi Stati membri. Nel 1951, sei paesi – Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi – hanno fondato la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), cui sono seguite nel 1957 la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (EURATOM). Da allora vi sono stati cinque allargamenti: 1973: Danimarca, Irlanda e Regno Unito; 1981: Grecia; 1986: Portogallo e Spagna; 1995: Austria, Finlandia e Svezia; 2004: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria; 2007: Bulgaria e Romania. La strategia di allargamento attuale offre un nuovo consenso in materia di allargamento per garantire all’Unione Europea capacità sufficienti ad accogliere nuovi membri. Questo consenso si basa sulla strategia esistente e la arricchisce, integrando gli insegnamenti tratti dal quinto allargamento, per sostenere i paesi sulla via dell’adesione. Il consenso propone inoltre strumenti atti a rafforzare il sostegno della popolazione in previsione di futuri allargamenti. Tutti i paesi europei che ottemperano ai principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, e Stato di diritto possono presentare domanda di adesione all’Unione Europea. Il Trattato sull’Unione Europea definisce i requisiti essenziali (articolo 6, articolo 49). Il punto di partenza ufficiale coincide con la presentazione della domanda di adesione da parte del paese, anche se questo atto presuppone

ovviamente una relazione bilaterale con l’UE già consolidata. Una valida candidatura determina una serie di procedure di valutazione che possono, o meno, risultare nell’invito al paese che l’ha presentata a diventare Stato membro dell’Unione. I tempi necessari dipendono esclusivamente dai progressi compiuti dal paese verso la realizzazione degli obiettivi comuni. La candidatura del paese aspirante viene sottoposta al Consiglio. La Commissione Europea esprime parere formale sul paese candidato e il Consiglio decide se accettarne la candidatura. Non appena il Consiglio adotta all’unanimità un mandato negoziale, vengono ufficialmente avviati i negoziati tra il paese candidato e tutti gli Stati membri. Ma tale procedura non è automatica. Il paese richiedente deve soddisfare alcuni criteri fondamentali prima che siano avviati i negoziati: trattasi dei cosiddetti criteri di Copenaghen, fissati dal Consiglio europeo del dicembre 1993, che impongono al candidato: - la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela; - l’esistenza di un’economia di mercato funzionante e la capacità di far fronte alle forze di mercato e alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione; - la capacità di far fronte agli obblighi derivanti dall’adesione e, segnatamente, di realizzare gli obiettivi dell’unione politica, economica e monetaria. Nel 1995 il Consiglio Europeo di Madrid ha ulteriormente evidenziato la necessità che il paese candidato sia in grado di applicare la normativa comunitaria. L’adesione presuppone inoltre che il paese candidato abbia creato le condizioni d’integrazione nell’UE adattando le proprie strutture amministrative nazionali. Se è

importante recepire la normativa comunitaria nel diritto nazionale, è ancora più importante applicare efficacemente la normativa mediante adeguate strutture amministrative e giudiziarie. Ciò costituisce un requisito essenziale della fiducia reciproca cui è subordinata l’adesione all’Unione. Sono tre, al momento, i paesi candidati all’adesione: Croazia, Turchia e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia. I paesi candidati all’adesione devono dimostrare di poter assumere pienamente il futuro ruolo di Stati membri, il che – oltre a richiedere un largo consenso della popolazione – implica anche il rispetto degli standard e delle norme UE sul piano politico, giuridico e tecnico. L’Unione Europea mette in atto le procedure che consentono l’adesione di nuovi membri soltanto dopo che essi hanno soddisfatto tutti i requisiti e in virtù del consenso esplicito delle istituzioni, degli Stati membri e dei Paesi interessati. Nel corso della sua evoluzione, l’UE ha fissato requisiti di adesione sempre più specifici al fine di garantire chiarezza per i cittadini e fornire una guida ai paesi che intendono aderire, nonché preservare la continuità della propria integrazione. La strategia di allargamento è incentrata sui tre principi seguenti, definiti dalla strategia 2005: - consolidamento degli impegni; - condizioni di adesione rigorose e trasparenti, riguardanti i preparativi compiuti dai paesi candidati per poter adempiere ai loro obblighi di Stati membri al momento dell’adesione; - la comunicazione al grande pubblico per garantire il successo dell’allargamento, assicurando al processo il sostegno dei cittadini e la necessaria legittimità democratica. I negoziati di adesione si svolgono entro un quadro ben definito e secondo regole rigorose, ba-

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sate sull’adozione e sull’applicazione dell’acquis comunitario e sull’accettazione delle finalità politiche dei trattati. In quest’ottica, sono stati introdotti nuovi criteri di riferimento per il negoziato di ciascun capitolo dell’acquis che si avvalgono degli insegnamenti tratti dal quinto allargamento. Al rispetto di questi criteri, che dovrebbero motivare i paesi candidati ad avviare rapidamente le riforme, sono subordinate l’apertura e la chiusura dei negoziati di un capitolo, pena la sospensione dei negoziati o la loro riapertura per un capitolo chiuso in via provvisoria. Per consolidare il processo, si svolgono inoltre dialoghi politici ed economici fra l’UE e i paesi candidati i cui risultati vengono integrati nei negoziati. Il primo passo nei negoziati è il cosiddetto “screening”, ovvero l’esame analitico dell’acquis. Scopo dello screening è illustrare l’acquis ai paesi candidati e identificare congiuntamente eventuali lacune da colmare. Come base per l’avvio del processo negoziale tecnico ed effettivo, la Commissione fornisce una “relazione di screening” su ogni capitolo e per ogni paese. Il Paese candidato presenta una posizione di negoziato. La Commissione sottopone al Consiglio una bozza di posizione comune. Il Consiglio adotta una posizione comune e consente l’apertura dei negoziati sui capitoli. Le sessioni negoziali si tengono a livello di ministri o di delegati, ovvero i rappresentanti permanenti per gli Stati membri e gli ambasciatori o i capi negozia-

tori per i candidati. I paesi candidati possono passare da una tappa del processo di adesione alla successiva solo dopo aver soddisfatto i criteri previsti per ogni singola fase. La politica europea in materia di allargamento assicura un’accurata gestione del processo, che consente sia all’Unione Euro-

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pea che ai nuovi Stati membri di trarre vantaggi dall’adesione. La strategia di preadesione si basa in particolare sui partenariati di adesione e sui partenariati europei, che individuano i settori prioritari nei quali sarebbe opportuno realizzare progetti. La strategia di preadesione mira a preparare i paesi candidati all’ingresso nell’Unione Europea. Essa comprende i seguenti quadri e meccanismi: - accordi europei/accordi di associazione/ accordi di associazione e stabilizzazione - partenariati di adesione/partenariati europei - assistenza preadesione - cofinanziamento da parte delle istituzioni finanziarie internazionali - partecipazione a programmi, agenzie e commissioni UE - programma nazionale di adozione dell’acquis - relazioni regolari/di avanzamento - dialogo politico PROCESSO DI ASSOCIAZIONE E STABILIZZAZIONE Il processo di associazione e stabilizzazione (Stabilisation and Association Process, PAS) è il quadro politico UE per i paesi dei Balcani occidentali fino al completamento del processo di adesione. Il PAS persegue tre obiettivi: la stabilizzazione e una transizione morbida verso l’economia di mercato; la promozione della cooperazione regionale; e la prospettiva di adesione all’UE. A questo scopo, esso aiuta i paesi della regione a incrementare la propria capacità di adottare e applicare standard sia europei (compreso l’acquis comunitario) sia internazionali. Il PAS si basa su un partenariato progressivo, nel quale l’UE offre una combinazione di concessioni commerciali (Misure commerciali autonome), servizi di assistenza economica e finanziaria (Programma CARDS) e relazioni contrattuali (Accordi di associazione e stabilizzazione). Ogni paese procede secondo la propria capacità di ottemperare agli impegni assunti nel quadro del SAP. Alle relazioni di avanzamento annuali è assegnato il compito di valutare se i paesi dei Balcani occidentali siano più o meno pronti ad avvicinarsi ulteriormente all’UE. Grazie al PAS i paesi coinvolti possono già fruire del libero accesso al mercato unico per la quasi totalità delle loro esportazioni, come anche dei finanziamenti comunitari per le riforme in atto. Il fulcro di questo processo è l’accordo di stabilizzazione e di associazione, che sancisce il rapporto contrattuale tra l’UE e ogni singolo paese dei Balcani occidentali, da cui scaturiscono diritti e obblighi reciproci. Gli accordi di stabilizzazione e di associazione sono incentrati sul rispetto dei principi democratici fondamentali e sugli elementi essenziali che costituiscono i pilastri del mercato unico europeo. Attraverso il libero scambio con l’UE, le norme (regole in materia di concorrenza e aiuti di Sta-

to, proprietà intellettuale, ecc.) e i benefici ad esso associati (ad es. il diritto di stabilimento), nonché le riforme finalizzate all’adeguamento alle norme europee, questo processo permetterà alle economie della regione di iniziare ad integrarsi nell’UE. Gli strumenti relativi al processo di associazione e di stabilizzazione sono stati stabiliti al vertice di Zagabria nel novembre del 2000. Nel giugno 2003, il vertice di Salonicco ha arricchito il PAS di elementi attinenti al processo di allargamento, in modo da rispondere con più efficacia alle nuove sfide. L’ Agenda di Salonicco ha introdotto un assortimento di nuovi strumenti a sostegno del processo di riforme nei paesi dei Balcani occidentali, onde avvicinarli all’Unione Europea. Tutti i paesi dei Balcani occidentali hanno una prospettiva di adesione all’Unione Europea, un obiettivo sostenuto dal Consiglio Europeo di Feira nel giugno del 2000 e riconfermato al Consiglio Europeo di Salonicco nel giugno 2003. Il Consiglio europeo del giugno 2005 ha chiaramente ribadito gli impegni assunti. La Croazia e l’Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, a cui è stato riconosciuto lo status di paesi candidati, continuano a fare parte del SAP. Sono invece potenziali candidati gli altri paesi dei Balcani occidentali: Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia, compreso il Kosovo nel quadro della Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. STRUMENTO DI ASSISTENZA FINANZIARIA (IPA) I partenariati costituiscono il quadro dell’assistenza finanziaria: questa è destinata ad aiutare i paesi beneficiari ad intraprendere le riforme politiche, economiche ed istituzionali necessarie per conformarsi alla normativa dell’UE. Obiettivo fondamentale di tale assistenza è sostenere le riforme politiche, in particolare il consolidamento delle istituzioni, il rafforzamento dello Stato di diritto, la promozione dei diritti umani, la tutela delle minoranze e lo sviluppo della società civile. Inoltre, un paese deve dotarsi di un’economia di mercato funzionante ed essere in grado di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell’Unione. L’assistenza per l’adozione dell’acquis comunitario contribuisce a migliorare la qualità della vita nei paesi candidati e candidati potenziali, consentendo loro di allinearsi progressivamente alla normativa europea; infine, gli aiuti preadesione incoraggiano la cooperazione regionale e contribuiscono allo sviluppo sostenibile e alla riduzione della povertà. Il nuovo strumento di assistenza preadesione (IPA) 2007-2013 a favore dei paesi candidati e dei paesi candidati potenziali è stato razionalizzato per rendere l’erogazione di fondi comunitari più flessibile ed efficace, consentire un uso ottimale delle risorse e migliorare il coordinamento con le istituzioni finanziarie internazionali


(IFI). L’IPA sostituisce, a partire dal 1º gennaio 2007, i programmi per il periodo 2000-2006, nella fattispecie: - i programmi a favore dei paesi candidati effettivi, ovvero i programmi Phare, SAPARD, ISPA, programmi di cooperazione transfrontaliera (CBC) con Phare, e di coordinamento, assistenza finanziaria preadesione a favore della Turchia. - i programmi a favore dei paesi candidati potenziali, ovvero il programma CARDS. Essendo uno strumento tendenzialmente flessibile, l’IPA fornisce un’assistenza che dipende dai progressi compiuti dai paesi beneficiari e dalle loro esigenze, secondo quanto emerge dalle valutazioni e dai documenti di strategia annuali della Commissione. I paesi beneficiari sono suddivisi in due categorie, in base al loro status di paese candidato effettivo, che rientra nel processo di adesione, o di paese candidato potenziale, che rientra nel processo di stabilizzazione e di associazione, ossia: - i paesi candidati: ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Croazia e Turchia; - i paesi candidati potenziali, come definiti dal Consiglio europeo di Santa Maria da Feira del 20 giugno 2000: Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia, incluso il Kosovo quale definito dalla Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. L’IPA è stato concepito per rispondere nel miglior modo possibile alle esigenze dei paesi beneficiari in ambito di preadesione. Intende principalmente sostenere il rafforzamento delle istituzioni e lo Stato di diritto, i diritti umani, comprese le libertà fondamentali, i diritti delle minoranze, la parità fra uomo e donna e la non discriminazione, le riforme sia amministrative che economiche, lo sviluppo economico e sociale, la riconciliazione e la ricostruzione, la cooperazione regionale e transfrontaliera. Per consentire un’azione mirata, efficace e coerente, l’IPA è costituito da cinque componenti, ciascuna delle quali include delle priorità definite in base alle esigenze dei paesi beneficiari. Due componenti riguardano l’insieme dei paesi beneficiari, ossia: - l’«assistenza alla transizione e al rafforzamento delle istituzioni», che intende finanziare il rafforzamento delle capacità e delle istituzioni; - la «cooperazione transfrontaliera», il cui obiettivo è sostenere i paesi beneficiari nell’ambito della cooperazione transfrontaliera, tra di loro, con gli Stati membri, o nell’ambito delle azioni transnazionali o interregionali. Le altre tre componenti sono destinate esclusivamente ai paesi candidati: - lo “sviluppo regionale” mira a preparare il paese all’attuazione della politica comunitaria di coesione, e in modo particolare al Fondo europeo di sviluppo regionale e al Fondo di coesione; - lo “sviluppo delle risorse umane” riguarda la

preparazione alla politica di coesione e al Fondo sociale europeo; - lo “sviluppo rurale” concerne la preparazione alla politica agricola comune e alle relative politiche, nonché al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo (FEASR). In questo modo i paesi candidati si trovano preparati all’attuazione integrale dell’acquis comunitario al momento dell’adesione, mentre i paesi candidati potenziali vengono condotti gradualmente ad un allineamento all’acquis. Vista la natura delle misure dispensate ai due gruppi di paesi, i paesi candidati potenziali hanno accesso ad azioni analoghe a quelle previste dalle ultime tre componenti, ma sulla base delle prime due. La differenza sta nelle modalità di esecuzione di tali azioni, poiché si richiede la gestione decentralizzata dei fondi comunitari da parte del beneficiario per le componenti che preparano all’attuazione dei fondi strutturali e agricoli. L’IPA si basa su una pianificazione strategica pluriennale, fondata sulle grandi linee politiche definite dal «pacchetto allargamento» della Commissione, che include un quadro finanziario indicativo pluriennale (QFIP). Il QFIP si presenta sotto forma di una tabella che raccoglie, per i tre anni successivi, le somme che la Commissione propone di stanziare per ciascun beneficiario e per ciascuna componente dell’IPA, in base alle necessità, alle capacità amministrative e gestionali del paese interessato e al rispetto dei criteri di Copenaghen. La pianificazione strategica così introdotta si articola in documenti pluriennali indicativi di pianificazione, di cui il QFIP costituisce il quadro di riferimento. Tali documenti sono stabiliti per ciascun paese beneficiario e coprono i principali settori d’intervento previsti in quel dato paese. Infine, per quanto riguarda l’azione sul posto, la Commissione adotta i programmi annuali o pluriennali (a seconda della componente nella quale rientrano), basati sui documenti indicativi di pianificazione. Essi sono attuati in tre modi diversi: centralizzato, decentralizzato oppure in gestione condivisa. L’assistenza dell’IPA può assumere, tra le altre,

le seguenti forme: - investimenti, appalti o sovvenzioni; - cooperazione amministrativa, mediante l’invio di esperti provenienti dagli Stati membri; - azione della Comunità nell’interesse del paese beneficiario; - misure di sostegno al processo di attuazione e alla gestione dei programmi; - sostegno al bilancio (concesso a titolo eccezionale e secondo modalità ben definite). Le norme di partecipazione e di origine per l’attuazione dei diversi programmi lanciati nel quadro dell’IPA presentano altresì una certa flessibilità, in modo tale da assicurare l’efficacia dello strumento. Le persone fisiche e le persone giuridiche, così come le organizzazioni internazionali, possono partecipare alle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici o dei contratti di sovvenzione purché le persone fisiche possiedano la cittadinanza di uno Stato membro e le persone giuridiche siano stabilite in uno dei Paesi membri dell’UE o dello Spazio economico europeo (SEE), in un paese beneficiario dell’IPA o dello strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI). Anche le persone fisiche e le persone giuridiche di paesi diversi da quelli precedentemente citati possono partecipare, se tali paesi beneficiano dell’accesso reciproco all’assistenza esterna della Comunità, poiché l’accesso reciproco si basa sullo status di donatore di un paese o di un gruppo regionale di paesi ed è sottoposto ad una decisione della Commissione adottata dopo aver sentito il parere del comitato IPA. Parallelamente, i mezzi e il materiale necessari alla realizzazione di tali contratti devono rispondere alle norme di origine, ovvero devono essere originari dell’UE o di un paese ammissibile a norma del paragrafo precedente. Gli esperti invece non sono tenuti a soddisfare le condizioni di nazionalità. Tuttavia la Commissione può, in via eccezionale, discostarsi da tali norme. Inoltre, alcune azioni possono essere cofinanziate dall’UE o da organizzazioni internazionali, Stati membri o paesi terzi (a condizione di reciproco accesso), oppure possono essere finanziate

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dall’UE ed essere attuate tramite un’organizzazione internazionale. In questo caso, le persone fisiche o giuridiche ammissibili ai finanziamenti dei cofinanziatori possono altresì richiedere il finanziamento dell’IPA. La gestione dei finanziamenti concessi risponde alle condizioni generali di gestione delle finanze comunitarie come definite dal regolamento (CE, Euratom) n.1605/2002; la Commissione è responsabile della sua attuazione (gestione, verifica, valutazione, relazione). Inoltre, la gestione deve rispondere strettamente alle norme di tutela degli interessi finanziari della Comunità. In tale contesto, la Commissione e la Corte dei Conti dispongono di un potere di controllo su tutti i contraenti e subappaltatori, con verifiche sui documenti e sul posto, a priori e a posteriori. La Commissione è assistita da comitati. Il comitato IPA istituito dal regolamento ha il compito di garantire il coordinamento e la coerenza generali dell’assistenza fornita nell’ambito delle diverse componenti. Tuttavia, per l’attuazione delle tre componenti «sviluppo regionale», «sviluppo delle risorse umane» e «sviluppo rurale», la Commissione è assistita dai comitati istituiti nel quadro di ciascuno dei fondi strutturali. L’applicazione dell’IPA è soggetta a una clausola di sospensione. Tale clausola vale per tutti i paesi beneficiari che non rispettino i principi di democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle minoranze, o gli impegni previsti dal partenariato (partenariato per l’adesione o par-

le quadro finanziario (2007-2013) ammontano nel complesso a 11,5 miliardi di euro. ASSISTENZA TECNICA Lo strumento di assistenza tecnica sostiene i Paesi candidati e candidati potenziali per rafforzare la loro capacità amministrativa ed istituzionale; l’assistenza tecnica si costituisce in due aree d’azione: - assistenza concernente gli investimenti; - assistenza tecnica per il trasferimento di “know-how”. L’assistenza concernete gli investimenti si concentra nel sostegno all’allineamento con le norme e gli standard europei e prevede il sostegno agli investimenti nelle istituzioni preposte alla regolamentazione le cui infrastrutture o dotazioni necessitano di un aggiornamento al fine di monitorare ed attuare in modo effettivo l’aquis comunitario; tali investimenti devono rispondere ad una chiara strategia nazionale in materia di riforma dell’amministrazione, modernizzazione e governace, sostenuta, se necessario, dell’assistenza tecnica in materia di trasferimento di know-how. L’assistenza per il trasferimento di know-how viene definita quale processo di aiuto al Paese partner nello sviluppo di strutture, strategie, risorse umane e capacità di gestione necessarie al rafforzamento delle competenze economiche, sociali, normative e amministrative. L’assistenza viene fornita, specificamente, ai fini dell’acquisizione dell’acquis comunitario e alla

tenariato europeo), o che non compiano sufficienti progressi per quanto concerne i criteri di adesione oppure, nel caso dei paesi dei Balcani occidentali, sul piano del processo di riforme. Il Consiglio può allora adottare, a maggioranza qualificata, le misure necessarie su proposta della Commissione, informandone il Parlamento europeo. Gli stanziamenti preadesione previsti dall’attua-

preparazione alla partecipazione alle politiche comunitarie, e per soddisfare i requisiti di Copenhagen. Le risorse allocate a questo scopo sono notevoli e, di norma, vengono impiegate e sviluppate in collaborazione con gli Stati membri, attraverso gli strumenti TAIEX - Technical Assistance and Information Exchange Instrument (per l’assistenza tecnica di breve termine per l’acquisizio-

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ne, applicazione e l’attuazione della legislazione comunitaria), Twinning (coinvolgimento degli esperti europei detti “resident twinning advisors” per progetti mirati condotti nei paesi beneficiari) e SIGMA (in collaborazione con l’OCSE, per l’assistenza in aree orizzontali della gestione pubblica, come le iniziative anticorruzione o di controllo finanziario interno ed esterno). CAPACITÀ DI ACCOGLIERE NUOVI MEMBRI L’UE deve essere in grado di integrare nuovi membri: deve garantire che le istituzioni ed i processi decisionali mantengano efficacia, affidabilità e responsabilità; deve essere in condizione, allargandosi a nuovi Stati membri, di continuare ad elaborare ed attuare politiche comuni in tutti i settori; deve essere infine capace di continuare a finanziare le politiche in modo sostenibile. Come era stato chiesto dal Consiglio europeo del giugno 2006, la relazione speciale valuta, a medio e a lungo termine, la capacità dell’UE di accogliere nuovi membri. La capacità d’integrazione o di assorbimento dell’UE, la cui importanza era stata sottolineata nel 1993 dal Consiglio europeo di Copenaghen, va tenuta in considerazione per ciascun allargamento ai fini di un’integrazione agevole e armoniosa. La Commissione esege valutazioni d’impatto a tutti gli stadi del processo di adesione tenendo conto delle specificità di ciascun paese candidato. Tre sono gli elementi essenziali per i quali la Commissione definisce un metodo di valutazione: - capacità dell’UE di mantenere inalterato il ritmo dell’integrazione europea. Per un funzionamento efficace dell’UE occorrono adeguamenti a livello istituzionale (lingue, procedure decisionali, ecc.) e di bilancio. Si devono inoltre attuare politiche comuni ambiziose prevedendo, in particolare, periodi di transizione, deroghe e altre misure di salvaguardia per i nuovi Stati membri. Occorre valutare, in quest’ottica, l’incidenza dell’allargamento su politiche come la politica agricola comune e la politica di coesione o su settori strategici come l’energia o la politica estera e di sicurezza comune; - rispetto di condizioni rigorose da parte dei paesi candidati affinché possano svolgere il loro ruolo di Stati membri e partecipare all’attuazione delle politiche comunitarie. Il processo di preadesione intende realizzare questo obiettivo attraverso un miglioramento qualitativo costante dei preparativi. Si rafforzerà il nesso fra le riforme politiche e il ritmo globale dei negoziati, ma la data di adesione sarà determinata dal completamento dei negoziati; - una migliore comunicazione per garantire la legittimità democratica del processo e preparare i cittadini ai futuri allargamenti (vedi sopra). Contribuiscono a tale obiettivo anche il rispetto rigoroso delle condizioni e della capacità d’integrazione.


il bando del mese

PROGRAMMA EIE ENERGIA INTELLIGENTE EUROPA Il programma EIE II è uno dei sottoprogrammi del programma quadro per la competitività e l’innovazione (CIP). Per il periodo 20072013 continua ad essere il programma per il finanziamento di azioni volte a preparare il mercato a un uso “intelligente” dell’energia, sostenendo progetti catalizzatori di

innovazione e cambiamento attraverso il trasferimento di esperienze, la promozione di buone prassi, l’istruzione e formazione, la creazione di capacità istituzionali, la divulgazione di informazioni e lo sviluppo di nuovi standard europei. Il budget disponibile è di 46 milioni di euro

e la scadenza per la presentazione delle richieste è fissata al 26 giugno 2008. Il bando di finanziamento copre fino al 75% dei costi di progetti realizzati nei settori dell’efficienza energetica (SAVE), delle fonti rinnovabili di energia (ALTENER) e dei trasporti (STEER).


Programma EIE per la promozione dell’efficienza energetica, delle fonti di energia rinnovabili e della diversificazione energetica

BANDO 2008 Scadenza Settore Beneficiari Destinatari Ente erogatore Riferimenti normativi Obiettivi

Azioni

26 giugno 2008 Energetico nell’ambito del programma «Energia Intelligente-Europa» Qualsiasi persona giuridica, sia pubblica che privata, con sede nei paesi destinatari UE a 27, Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Croazia Commissione europea Decisione n. 1639/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio; COM (2008/C 68/08) SAVE - incoraggiare l’efficienza energetica e l’uso razionale delle risorse energetiche; ALTENER - promuovere le fonti d’energia nuove e rinnovabili e incoraggiare la diversificazione energetica; STEER - promuovere l’efficienza energetica e l’uso di fonti d’energia nuove e rinnovabili nei trasporti. 1. SAVE - Efficienza energetica e uso razionale delle risorse - energia efficiente negli edifici; - eccellenza industriale nell’energia; 2. ALTENER - Fonti d’energia nuove e rinnovabili - azioni collegate alla produzione elettrica da fonti rinnovabili (RES-e); - azioni collegate all’energia rinnovabile caldo/freddo (RES-H/C); - applicazioni domestiche e su piccola scala dell’energia rinnovabile (RE); - biocarburanti; 3. STEER - Energia e trasporti - azioni relative a carburanti alternativi e veicoli puliti; - azioni relative ai trasporti energeticamente efficienti; - azioni relative alla capacity-building nei trasporti per le agenzie locali e regionali già in essere. AZIONI INTEGRATE 2008: - azioni relative alla crezione di agenzie energetiche locali e regionali; - azioni concernenti il networking europeo per l’azione locale; - azioni relative al bio-business; azioni legate ai servizi energetici; - azioni per un’educazione all’energia intelligente; - azioni relative agli standards di prodotto; - azioni che mirano alla combinazione di calore ed energia (CHP).

Stanziamento Requisiti principali bando

Durata massima del progetto: 36 mesi; il progetto deve essere presentato da lameno tre enti indipendenti con sede in 3 diversi Paesi destinatari; i richiedenti devono dimostrare di avere capacità finanziaria (esclusi gli enti pubblici) e tecnica per portare avanti le azioni progettuali.

Costi Ammissibili

- Progetti: i contributi possono coprire fino al 75% dei costi totali eleggibili; - Agenzie di gestione energia: i contributi possono coprire fino al 75% dei costi totali eleggibili, per un massimo di 250.000 euro;.

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46 milioni di euro

http://ec.europa.eu/energy/intelligent/call_for_proposals/call_library_en.htm


conoscere l’Europa

27 Stati per una Unione Europea

L

’11 settembre del 2003 un’ampia maggioranza di Estoni si pronunciava a favore dell’adesione del loro paese all’Unione Europea. Il 1 maggio dell’anno seguente, dopo poco più di dieci anni dalla caduta del regime sovietico e dall’indipendenza ottenuta, l’Estonia diventava a tutti gli effetti uno Stato membro dell’Unione Europea. Vale la pena di ricordare che la Commissione, all’epoca presieduta da Romano Prodi, si congratulava con l’Estonia per il “ritorno all’Europa” dichiarandosi certa che l’esperienza, la qualità e i talenti unici dell’Estonia avrebbero contribuito al processo d’integrazione europea. A partire dal 22 dicembre 2007 l’Estonia è entrata a far parte anche dell’area di libera circolazione delle persone istituita con il Trattato di Schengen.

Estonia Prospettive di sviluppo economico Dopo l’importante crescita rilevata tra la metà del 2005 e l’inizio del 2007, il tasso di sviluppo del PIL estone nel secondo trimestre del 2007 è scivolato al 7,6%. Le recenti dinamiche economiche dell’Estonia confermano che la domanda interna è stata il principale traino della fase di rapida crescita del Paese, sebbene i più alti tassi di interesse e i più severi controlli sui prestiti bancari stiano attualmente conducendo verso una decelerazione del consumo privato e degli investimenti. Non è possibile fare delle previsioni attendibili per il 2009, ma il rischio di un rapido scivolone sta sicuramente aumentando. L’inarrestabile crescita dei salari spinge verso l’alto i costi delle imprese rendendo sempre meno conveniente l’export. Tale processo potrebbe portare a

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Capitale: Tallinn, 559.000 abitanti Popolazione: 1.342.509 abitanti Superficie: 45.266 Km2 Religione: Ortodossi (19,9%); Luterani (13,7%) Lingua ufficiale: Estone Moneta: Corona Estone (EEK). Il tasso di cambio ad aprile 2008 è fissato a 15,6466 Corone estoni per un Euro Forma di governo: Repubblica Parlamentare Per ulteriori approfondimenti: http://it.wikipedia.org/wiki/Estonia Fonti: Rapporto ICE 2007 una riconsiderazione dei piani di investimento delle aziende e anche a una diminuzione delle importazioni. La previsione del tasso di crescita è infatti del 5,8% nel 2008 e del 5,5% nel 2009. Malgrado le previsioni non ottimistiche, il Governo ha reiterato l’obiettivo di portare l’Estonia nella zona Euro, manifestando la concreta speranza di riuscire a allinearsi ai criteri di Maastricht entro il 2010-11, con la conseguente adozione dell’Euro nel 2012. Successivamente alla crescita molto rapida delle importazioni e delle esportazioni nel 2006, nella prima parte del 2007 il settore del commercio estero dell’Estonia è diminuito significativamente. Le esportazioni sono aumentate solo del 5%, laddove le importazioni hanno registrato un incremento del 7,3%, dilatando il deficit della bilancia commerciale,

Ciò è dovuto soprattutto all’aumento dei salari che fa scendere la competitività delle aziende nazionali. Fortunatamente la pressione fiscale in Estonia è tra le più basse dell’UE. L’aliquota impositiva, unica sia per le persone fisiche che giuridiche, è stata ridotta dal 1 gennaio 2007 al 22%. Il Governo ha deciso la riduzione progressiva dell’aliquota di 1 punto percentuale l’anno, così da arrivare al 18% nel 2011, mentre per i redditi personali saranno progressivamente aumentate anche le detrazioni. Il Governo si sta occupando inoltre della riforma del sistema di tassazione delle società per renderlo compatibile con le regole comunitarie ma, anche dopo tali cambiamenti, i profitti contenuti continueranno ad essere esentati dalla tassazione in quanto il Paese teme la perdita di


competitività. L’adeguamento alle normative comuni dopo l’ingresso nell’Unione Europea è ancora in corso e sono da sciogliere alcune riserve circa le conseguenze del recepimento di determinate regole in campo tecnico e di normativa commerciale. Per quanto riguarda l’inflazione, l’indice dei prezzi al consumo è stato del 5,7% nei primi 6 mesi del 2007, ma l’inflazione ha subito un’accelerazione nei mesi finali dell’anno a causa dell’aumento del costo del lavoro e dei costi amministrativi. La vivace dinamica economica degli ultimi anni che ha portato a un rapido aumento dei salari e dell’inflazione, ha, d’altro canto, contribuito a ridurre il tasso di disoccupazione che nel 2005 si è attestato sotto l’8% mentre, per la prima volta dopo 15 anni, nel 2006 è stato inferiore al 6%. OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE ITALIANE Negli ultimi 10 anni l’Estonia ha compiuto notevoli progressi, assicurando la stabilità macroeconomica e migliorando costantemente il clima degli investimenti. L’ingresso nell’Unione Europea ha facilitato l’azione degli operatori economici italiani già presenti su questo mercato e ne sta favorendo l’ingresso di nuovi. Il volume degli scambi commerciali con l’Italia ha registrato, a partire dall’acquisizione dell’indipendenza del Paese, un costante e progressivo aumento in termini di valore assoluto presentando un consistente surplus a nostro favore. I settori in cui si è manifestata l’iniziativa italiana sono piuttosto vari e vanno da attività tradizionali come quelle immobiliari, di intermediazione commerciale, di import ed export tra Italia ed Estonia, di ristorazione, delle calzature, del settore del legname, sino ad attività meno consuete, come scouting di modelle. Il “Made in Italy” raccoglie unanimi consensi e rappresenta un atout non trascurabile in una nazione dove la simpatia per il nostro Paese

è alta. I settori della meccanica ed attrezzature, dell’abbigliamento e delle calzature, oltre ai prodotti alimentari, sono quelli che in termini di qualità meglio rappresentano il “Made in Italy” in Estonia, vantando una diffusa presenza e notorietà. Va detto che la lontananza geografica del mercato estone e le sue ridotte dimensioni, sia in termini di popolazione che di potere d’acquisto, potrebbero sembrare poco incentivanti per le PMI italiane. Queste criticità sono però compensate dai vantaggi rappresentati dalla strategica posizione geografica dell’Estonia, quale ponte per l’Occidente verso un mercato più vasto, costituito dalle altre Repubbliche baltiche, dalle regioni nord-occidentali della Russia e dagli stretti legami con la vicina Finlandia. Dovendo stabilire delle priorità di investimento in Estonia, il settore delle telecomunicazioni, dello sviluppo di software, dell’immobiliare, della filiera del legno e di quella tessile sono sicuramente quelli di maggiore interesse. Appaiono inoltre molto promettenti anche tutti quei settori in cui sarà necessario adeguare infrastrutture, produzione e processi, e per cui si renderanno necessari adeguamenti alle

normative comunitarie come, per esempio, i settori dell’approvvigionamento idrico, della viabilità, dell’energia e della protezione dell’ambiente. Ambiente L’Estonia e’ un paese piccolo, strategicamente situato tra la Comunità di Stati Indipendenti, la Scandinavia e l’Europa occidentale. Ha 31 porti commerciali, fra cui Muuga che è il più profondo del golfo di Finlandia; le foreste, coprono quasi la metà del territorio e ne costituiscono la risorsa naturale principale. Il territorio è per la maggior parte piatto, con alcune zone che si trovano sotto il livello del mare. L’attivismo ambientale ha avuto subito dopo l’indipendenza un ruolo di spicco tra i movimenti, in conseguenza del danno ecologico inflitto dal regime sovietico. I piani quinquennali trascuravano l’ambiente, e il danno è stato ingigantito dall’inquinamento causato dalle installazioni militari. Tra le zone più inquinate abbiamo i fiumi, nei quali quasi la metà delle acque fognarie veniva gettata senza trattamento, e alcune zone dove ci sono lavorazioni chimiche. Peculiare problema estone è lo smaltimento dei residui della lavorazione dell’argillite petrolifera: il 70% della produzione mondiale di questo minerale si scava in Estonia. Purtroppo l’argillite petrolifera, sia nella fase di escavazione e raffinazione ed ancor più come combustibile, dà luogo ad emissioni inquinanti. Per combattere i danni all’ambiente, è stato istituito un programma per la protezione del Mar Baltico finalizzato alla tutela del mare e dei fiumi che si riversano nel Baltico, finanziato dall’UE. Viabilità Alcuni progetti già in programmazione sono: Autostrada Tallinn-Riga-Vilnius e il prolungamento verso la Germania, via Polonia. Altra arteria principale sarà la superstrada estovest che unirà le tre capitali a Mosca. Il sistema stradale si è sviluppato poco dal 1991 ad oggi, mentre il traffico di auto private è cresciuto a dismisura. Il trasporto interno di merci su strada è, negli ultimi anni, diminuito a seguito dello spostamento di una parte dei


trasporti su ferrovia, che ora realizza circa la metà dei trasporti interni. Il Governo estone ha completato nel gennaio 2007 la rinazionalizzazione delle Ferrovie, trattandosi di un’infrastruttura strategica per lo sviluppo del Paese. Vi sono programmi per unire i Paesi baltici alla Russia, e, attraverso la Polonia, al resto dell’UE, ma lo scartamento ferroviario non è compatibile con quello europeo. L’aeroporto di Tallin è di piccola dimensione, ma sono stati programmati interventi per ristrutturarlo ed ampliarlo. E’ attivo un volo diretto da Tallinn a Milano Malpensa, tre volte a settimana. Porti Il porto di Tallinn, suddiviso in quattro aree, è il secondo porto del Baltico orientale in termini di traffico di container, dopo San Pietroburgo, mentre e’ il terzo per movimentazione di cargo, dopo Primorsk e San Pietroburgo. In effetti il porto russo di Primorsk sta crescendo rapidamente nel traffico di petrolio e prodotti energetici, sottraendo movimento a Tallinn ed agli altri porti baltici. Tra i principali progetti di lavori pubblici già decisi in Estonia che saranno finanziati con fondi UE, è da menzionare quello relativo al potenziamento del porto di Tallinn. Industria Il settore industriale ha iniziato la ripresa nel 1996, crescendo ad una media annuale del 6% circa. Negli ultimi anni i governi centrali hanno cercato di facilitare la fondazione di nuove imprese e il miglioramento delle PMI. La forza del settore industriale sta ancora nell’intensità del lavoro e nei settori a basso valore aggiunto, ma la qualità tecnologica sta sempre più diventando un vantaggio competitivo per l’Estonia, Paese che vanta il maggior numero di accessi Internet per abitante in Europa. Edilizia Il settore edilizio ha avuto un declino nei primi anni ’90, ma si è ripreso insieme alle attività collegate di scavo ed estrazione. L’edilizia è stato uno dei settori più dinamici dell’economia negli ultimi anni, sebbene il boom edilizio sia concentrato nelle principali città. Vi è stata una crescita significativa di progetti per il miglioramento dei porti, riparazioni di strade e costruzioni di impianti di trattamento delle acque fognarie. L’edilizia residenziale sta vivendo un periodo di crescita impetuosa. La costruzione di edifici commerciali (vendita al dettaglio e all’ingrosso) è stata inizialmente più dinamica di quella degli edifici residenziali, grazie alla costruzione di numerosi centri commerciali. A partire dal 2003 si sta invece assistendo ad una crescita delle costruzioni residenziali che, secondo gli esperti, è destinata a durare per alcuni anni determinando una situazione che rende particolarmente appetibile l’investimento in edilizia residenziale. Turismo È uno dei settori destinato a forti interventi.

mancato un interesse precipuo da parte delle aziende italiane. Tale interesse potrebbe ricevere stimolo dai programmi di sviluppo delle tre Repubbliche Baltiche nel loro insieme, con particolare attenzione ai fondi strutturali messi a disposizione dall’Unione Europea.

Negli ultimi tre anni numerose sono state le strutture alberghiere costruite e ristrutturate ma nei prossimi anni, grazie all’aumento dei turisti, il numero di strutture alberghiere e i servizi collegati al settore dovrà incrementare e la qualità migliorare, in particolare fuori della capitale; attualmente meno di un terzo di tutti gli ospiti stranieri si avventura fuori da Tallinn. Tecnologie Nei settori tecnologicamente avanzati, ove le ditte italiane hanno raggiunto buoni livelli di specializzazione, sarebbero possibili sinergie ed interazioni con i più importanti comparti

L’ADESIONE ALL’UNIONE EUROPEA Nel periodo 2007-2013 l’Estonia beneficerà di fondi strutturali europei per un importo pari a 3,4 miliardi di euro, nei seguenti settori prioritari: Energia Il settore ha una dotazione complessiva pari a 144,7 milioni di euro. Peculiare problema estone è lo smaltimento dei residui della lavorazione dell’argillite petrolifera che è la fonte principale di risorsa energetica in Estonia. L’ impegno prioritario è quello della conservazione di energia e lo sviluppo di risorse di energia rinnovabili. Gli obiettivi principali sono: - aumentare la quota delle risorse energetiche rinnovabili sul totale del consumo energetico; - aumentare ogni anno l’utilizzo dei combustibili alternativi per il trasporto; - diminuire l’emissione delle sostanze nocive nell’aria provenienti dal sistema energetico; - migliorare l’efficienza del patrimonio abitativo dal punto di vista del consumo energetico Imprenditoria Il settore ha una dotazione complessiva pari a 593,7 milioni di euro. Negli ultimi sette anni la divisione fra diversi settori di attività è rima-

dell’industria locale, soprattutto nei settori dei beni strumentali, dell’impiantistica e dei software applicativi. Interventi andrebbero sviluppati non solo per fornire macchinari, impianti e componenti, ma soprattutto per incentivare investimenti e collaborazioni industriali. Le potenzialità sono rilevanti, anche se fino ad oggi è

sta stabile. Un terzo della forza lavorativa è impegnato nell’industria. Lo scopo generale è l’innovazione e la crescita dell’imprenditoria e l’applicazione delle conoscenze e delle competenze a favore dello sviluppo dell’imprenditoria innovativa. Gli obiettivi principali sono: - l’accesso delle imprese estoni al capitale ne-

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cessario per fare gli investimenti nella direzione dello sviluppo della produttività; - l’internazionalizzazione delle imprese estoni; - la promozione di nuove idee imprenditoriali innovative e la successiva realizzazione delle imprese; - l’applicazione di conoscenze e di tecnologia; - lo sviluppo dell’economia creativa; - lo sviluppo competitivo e continuativo del settore turistico estone. Tutela dell’ambiente Il settore ha una dotazione complessiva pari a 1,66 miliardi di euro. E’ previsto, in particolare, il miglioramento e lo sviluppo dell’infrastruttura delle acque e dello smaltimento di rifiuti; ci si propone anche di favorire l’educazione ambientale. Le attività più importanti sono: il miglioramento del sistema dell’acqua potabile e delle acque fognarie, la miglior gestione dello smaltimento di rifiuti, lo sviluppo della politica dell’uso ecologico dell’ambiente, lo sviluppo delle aree conservate, il monitoraggio dell’ambiente, il miglioramento della preparazione per far fronte alle catastrofi ambientali. Gli obiettivi principali sono: - aumentare il numero delle persone che usufruiscono del servizio di acqua potabile in base alle esigenze; - difendere l’ambiente contro i danni causati dalle acque fognarie provenienti dalle città e dai villaggi; - migliorare lo stato delle masse d’acque; - localizzare le zone principali sui vecchi territori militari e industriali; - ordinare tutti i depositi di rifiuti dell’industria di argillite petrolifera e dell’energia che non corrispondono alla sicurezza per l’ambente; - rilevare e chiudere tutte le discariche di rifiuti che non corrispondono ai criteri di sicurezza e salvaguardia dell’ambiente; - creare la rete di discariche regolari di rifiuti regionali; - organizzare lo smaltimento di rifiuti secondo

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le regole ambientali, aumentare il riciclo di rifiuti e diminuirne l’accumulo; - aumentare la capacità di controllare ed eliminare l’inquinamento del mare ecc. Trasporto Il settore ha una dotazione complessiva pari a 679,4 milioni di euro. Le attività che si intendono incrementare con questi fondi riguardano il miglioramento nel sistema dei trasporti in generale e del trasporto regionale, ampliare i collegamenti internazionali, sviluppare il trasporto ecologico. Gli obiettivi principali sono: - conservare l’importanza del trasporto pubblico; - aumentare l’uso dei trasporti ecologici; - migliorare la sicurezza della circolazione; - aumentare la multimodalità nel settore del trasporto; - migliorare l’infrastruttura del trasporto regionale; - garantire i collegamenti con le isole con le navi e gli aerei; - migliorare la sicurezza della circolazione di treni. Settore pubblico e associazioni senza fini di lucro Il settore ha una dotazione complessiva pari a 23,3 milioni di euro. Lo scopo principale è quello di rendere più efficiente la capacità amministrativa. Educazione Il settore ha una dotazione complessiva pari a 63,9 milioni di euro. Gli obiettivi principali sono favorire la formazione continua e lo sviluppo dell’infrastruttura dell’educazione (l’integrazione nelle scuole russe, la formazione professionale ecc.). Società dell’informazione Il settore ha una dotazione complessiva pari a 62,6 milioni di euro. Ci si propone di creare e migliorare le possibilità per i cittadini di partecipare attivamente nella società e nel settore pubblico, per esempio con l’ampliamento di collegamenti elettronici. Sviluppo regionale e locale Il settore ha una dotazione complessiva pari a 457,2 milioni di euro. Gli obiettivi principali – lo

sviluppo bilanciato e omogeneo delle regioni, gli investimenti nello sviluppo delle regioni, il miglioramento dell’infrastruttura e lo sviluppo del turismo. Scienza e ricerca Il settore ha una dotazione complessiva pari a 429 milioni di euro. La situazione nel campo delle scienze è critica. Il finanziamento pubblico nella ricerca è due volte più basso della media dei paesi europei. La competitività sul livello mondiale è possibile soltanto in alcuni settori. Gli obiettivi principali sono lo sviluppo delle risorse umane nel settore delle scienze e la creazione e il potenziamento di istituzioni scientifiche, delle università e dei programmi scientifici. Tutela della salute ed assistenza sociale Il settore ha una dotazione complessiva pari a 217,95 milioni di euro. Gli obiettivi principali sono: lo sviluppo delle infrastrutture per la tutela della salute e dell’assistenza sociale, migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari e di cura, migliorare il funzionamento degli ospedali, il miglioramento delle condizioni di vita, di studi e di lavoro dei minorenni e delle persone con bisogni psicologici particolari. Mercato del lavoro Il settore ha una dotazione complessiva pari a 153,9 milioni di euro. Gli obiettivi principali sono: il miglioramento delle condizioni della vita lavorativa, il suo prolungamento e l’aumento dell’offerta di manodopera qualificata. PUNTO DI CORRISPONDENZA ICE Talian Trade Commission Vene 2-4 Ee - 10123 Tallinn Estonia Tel: (00372) 6675147 Fax: (00372) 6675148 E-Mail: Ice.Estonia@Neti.Ee Altri indirizzi utili Ambasciata d’Italia in Estonia Vene, 2 - 15075 Tallinn Telefono (00372) 6276160 Fax (00372) 6311370 E-Mail: Ambasciata.Tallinn@Esteri.It


il caso del mese

PROGETTO “EFFCOBUILD”

Energy Efficiency Communities Establishing Pilot Communities for the Building Sector L’obiettivo ultimo del progetto EFFCOBUILD è la riduzione della domanda di energia degli edifici. Il progetto mira a superare le barriere esistenti per guadagnare potenziali di risparmio energetico nel settore delle costruzioni a livello di comunità. Coinvolgendo e mettendo in relazione i diversi stakeholders, quali i proprietari degli edifici, gli enti locali, gli istituti finanziari, imprese e politici regionali, vengono uniti anche i comuni interessi economici ed ambientali. Un concreto “obiettivo riduzione” per la comunità aiuta il singolo cittadino a rendersi conto delle dimensioni e dei cambiamenti delle misure di efficienza energetica. Il progetto vuole accrescere a livello di comunità la cognizione che l’approvvigionamento energetico sostenibile in Europa è fattibile,

e che l’efficienza energetica degli edifici è un passo in questa direzione. Il progetto si propone inoltre di dimostrare che la protezione dell’ambiente può apportare effettivi miglioramenti sull’economia locale, considerato che le misure di efficienza energetica permottono al valore aggiunto locale di rimanere quasi del tutto nella regione. Le comunità locali partecipanti al progetto si trovano ad affrontare le sfide sia del territorio rurale che del quadro post-industriale; in questo modo, viene presa in considerazione una varietà rappresentativa di strutture e categorie di edifici. In collaborazione con gli stakholders locali, vengono sviluppate e selezionate le idee per nuove misure verso l’efficienza energetica; le misure selezionate vengono poi applicate

Fonte: Commissione Europea

come progetti pilota nelle comunità locali. Il progetto, finora, ha dimostrato che: - perfino le comunità locali più ambiziose non sono a conoscenza delle grosse possibilità di risparmio energetico presenti nei propri insediamenti: tuttora necessitano di assistenza nell’identificare e realizzare queste potenzialità; - molte comunità sono aperte a forme di “tutoraggio” al fine di stabilire le misure nella loro sfera di attività, anche se sono necessari soggetti qualificati in grado di indirizzarle e convincerle; - se le comunità locali sono opportunamente indirizzate (ad esempio da consulenti o organizzazioni indipendenti), possono diventare dei partecipanti entusiasti.

DETTAGLI DEL PROGETTO Programma di finanziamento: EIE 2003-2006 Coordinatore: ÖGUT – Austrian Society for Environment and Technology Partners: - Community Thalgau, Austria - Salzburger Institut für Raumordnung und Wohnen, Austria

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- Berliner Energieagentur, Germany - Community Eggesin, Germany - Regional Energy Agency Šala, Slovakia - Community Šala, Slovakia - ZMRK Building and Civil Engineering Institute, Slovenia - Community Jesenice, Slovenia Durata del progetto: Gennaio 2006 – Giugno 2008

Budget: € 761,800 (contributo UE: 50%) Contatti: Alice Sedmidubsky E-mail: alice-sedmidubsky@oegut.at Tel +43 1 / 315 63 93 – 28 Website: www.oegut.at/en/themen/erweiterteseuropa/effcobuild.php



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