La Voce dell'Aquila_ANNO V° N° 30 Gennaio - Febbraio 2021

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LA VOCE DELL’AQUILA

ANNO VI° N°30

Bimestrale Anno VI – N° 30 – Gennaio- Febbraio 2021 – spedizione gratuita in formato Pdf

MAGAZINE DI CULTURA EXTRATERRESTRE E FILOSOFIA COSMICA A CURA DELL’ARCA DI CATANIA

Il sempre giovane Popolo dello Spazio

MESSAGGI DI GIORGIO BONGIOVANNI PILLOLE DI “AMICIZIA” MESSAGGI DI EUGENIO SIRAGUSA DOSSIER LA MORTE NON ESISTE


A mio padre, che mi ha instradato Nell’Opera della Verità tempo di tutti i tempi.


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"IL SALVABILE SARA’ SALVATO PRIMA CHE TUTTO AFFONDI NELLA MELMA DELLA TOTALE PERDIZIONE DI QUESTA GENERAZIONE". Eugenio Siragusa



LA VOCE DELL’AQUILA

Magazine di Cultura Extraterrestre e Filosofia Cosmica A cura dell’Associazione Culturale Dal Cielo alla Terra Catania

DAL CIELO ALLA TERRA ATTENTI AI FACILI GIUDIZI NON SIATE TEMPESTIVI NEL GIUDICARE, VOI NON CONOSCETE I MISTERI DELLA VITA; NON CONOSCETE, SOPRATUTTO, LE LEGGI CHE GOVERNANO L'EVOLUZIONE DEGLI STRUMENTI DIVINI… E' MOLTO FACILE GIUDICARE GLI ALTRI: DIFFICILE GIUDICARE SE’ STESSI. IL MALE CHE SPESSO CREDETE SIA NEGLI ALTRI, E' SOLO IN VOI, CHE VI ARROGATE IL DIRITTO DI GIUDICARE CON GLI OCCHI SERRATI, CON LE ORECCHIE SORDE E CON I DENTI STRETTI DI RABBIA. ATTENTI! (ADONIESIS) tramite Eugenio Siragusa


Editoriale

LA VOCE DELL’AQUILA Il. presente giornalino “LA VOCE DELL’AQUILA”, non è altro che il risultato di una ricerca fatta da alcuni giovani, che ad un certo punto della loro vita, hanno sviluppato alcuni quesiti cercando delle risposte sulla loro esistenza. Ragionando e riflettendo su alcuni argomenti ci siamo resi conto che le nostre idee erano uguali, e nella certezza che queste siano anche le uniche, abbiamo predisposto positivamente i nostri pensieri al fine di elaborare questo giornalino Speriamo soltanto che la qualità di voi lettori ci dia man forte incoraggiandoci a continuare. IN QUESTO NUMERO: Benvenuti gentili lettori, iniziamo il nuovo anno continuando le nostre consuete rubriche. Seguono i canti XIII° e XIV° dell’”inferno” della Divina Commedia in chiave Extraterrestre nel libero commento di Giovanna Viva, parleremo del popolo W56 nella storia, meglio conosciuti come Akrij. Di recente avrete sicuramente sentito alla televisione dell’annuncio che ha fatto l’87enne, Haim Eshed, ex capo della Direzione Spaziale del Ministero della Difesa israeliano, al quotidiano Yedioth Ahron circa la visita extraterrestre, e puntualmente il Cielo ha risposto attraverso messaggi e articoli, quello che presentiamo è del nostro ricercatore internazionale e documentarista, Pier Giorgio Caria con un’appendice di messaggi extraterrestri ricevuti da Eugenio Siragusa e Giorgio Bongiovanni. Segue la Rubrica “Messaggi dal Cosmo”. Prortiamo a conoscenza di un bellissimo articolo scritto dal nostro amico e collaboratore “S.E.” sul giovane popolo del cosmo, chiudiamo questo primo numero dell’anno con un Dossier sulla Morte, ispirato da una recente perdita di un congiunto e avendo piena coscienza che la Morte non esiste, con questo dossier vorrei dare sollievo e conforto a quanti da recente hanno perso qualche caro. Questo Dossier è ricco di informazioni da più fonti contattistiche, da Eugenio Siragusa, Eufemio Del Buono, i W56, Giorgio Dibitonto e Chico Xavier, da quest’ultimo abbiamo preso un estratto dal Best Seller “Nosso Lar” e una Città nell’Aldilà. Siamo sicuri che sarà un numero ricco di informazioni che accresceranno alcuni valori spirituali. Con dilezione fraterna. giorgio barbagallo e tutta la redazione de LA VOCE DELL’AQUILA

Crediti Editore DAL CIELO ALLA TERRA CATANIA Progetto grafico giorgio barbagallo E-mail dalcieloallaterra.catania@gmail.com centrostudi.gfbpt@gmail.com Redazione Spagnola – Gran Canaria Silvia Sorrentino missatine@yahoo.it

Hanno Collaborato Eugenio Siragusa + Giorgio Bongiovanni Giovanna Viva + Ing.Stefano Breccia + Pier Giorgio Caria Chico Xavier + Giorgio Dibitonto Eufemio Del Buono + Ashtar Sheran e Aredos

Håkan Blomqvist E.S.


SOMMARIO Messaggi di Giorgio Bongiovanni La Divina Commedia in chiave extraterrestre canto XIII°-XIV° Pillole di “Amicizia”

pag. 8 pag. 10 pag. 24

Messaggio di Giorgio Bongiovanni Ufo: La Tragicomica faccia di bronzo del potere Appendice: Messaggi di Eugenio Siragusa Appendice: Messaggio di Giorgio Bongiovanni Rubrica Messaggi dal Cosmo

pag. 27 pag. 28 pag. 30 pag. 33 pag. 36

Il sempre giovane Popolo del Cosmo Messaggio di Giorgio Bongiovanni Dossier: La Morte non esiste Abbiamo letto per voi: “Una Città nell’Aldilà” Appendice: Riguardo la Morte -tratto dal libro Angeli in Astronave Appendice: Messaggi di Eugenio Siragusa Appendice: Dal Libro “La Vostra Terra” di Ashtar Sheran Appendice: Dal Libro di Eufemio del Buono ULTIM’ORA

pag. 53 pag. 58 pag. 59 pag. 60 pag. 65 pag. 67 pag. 76 pag. 81 pag. 84

I NOSTRI CONTATTI: Redazione LA VOCE DELL’AQUILA – dalcieloallaterra.catania@gmail.com Centro Studi Geofisiobiopsicoterapia Italia– centrostudi.gfbpt@gmail.com


HO SCRITTO IL 25 DICEMBRE 2020: AUGURI, BUON NATALE AL BAMBINO GESÙ, FIGLIO DELL'UOMO, FIGLIO DI DIO E UOMO DIO. AUGURI A NOI, SUOI SEMPLICI DEVOTI, PER AVERLO AMATO, SERVITO, RICONOSCIUTO. AUGURI AI GIOVANI CHE SONO E SARANNO IL SALE E IL LIEVITO DELLA TERRA. AUGURI AGLI ANGELI DI IERI, GLI EXTRATERRESTRI DI SEMPRE. AUGURI AGLI ULTIMI DEL MONDO CHE SONO E SARANNO I PRIMI NEL REGNO DI DIO IN TERRA. AUGURI, BUON NATALE! LEGGETE LA PAROLA DI CRISTO. N FEDE VOSTRO G.B. PIANETA TERRA 25 Dicembre 2020


NUOVA POSEIDONIA E LA VOCE DELL’AQUILA TESTIMONI DI VERITÀ HO SCRITTO IL 10 NOVEMBRE 2020: ASCOLTO LA VOCE DEL GENIO SOLARE. NUOVA POSEIDONIA E LA VOCE DELL'AQUILA SONO TESTIMONI DI VERITÀ E DI LUCE COSMICA. I GIOVANI EDITORI DI QUESTI GIORNALI, GIORGIO E MARCO, CHE TRACCIANO IL CAMMINO DI NUOVI INIZIATI E DI NUOVI PROFETI, SONO PROGRAMMATI E DIRETTI DALLA NOSTRA CONFEDERAZIONE CHE DESIDERA ILLUMINARE E RISVEGLIARE I GIOVANI DEL VOSTRO MONDO ALLA CONOSCENZA DELLA VERITÀ, CHE I NOSTRI PIÙ IMPORTANTI MESSAGGERI (EUGENIO SIRAGUSA E LO SCRIVENTE) HANNO DIFFUSO AI 4 ANGOLI DEL MONDO. LEGGETE! LEGGETE TUTTI E IMPARATE A SERVIRE IL SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA. HO RINGRAZIATO IL GENIO COSMICO ADONIESIS. IN FEDE G.B. PIANETA TERRA 10 NOVEMBRE 2020


La Commedia di Dante Alighieri

alla luce della Filosofia Cosmica in chiave parapsicologica

INFERNO - Canto XIII nel libero commento di Giovanna Viva Cerchio settimo: violenti Girone secondo: violenti contro se stessi (suicidi) e contro le proprie cose (scialacquatori) - la selva dei suicidi - le Arpie - Pier della Vigna - gli scialacquatori - Lano da Siena e Giacomo da Sant'Andrea un fiorentino suicida

Non era ancor di là Nesso arrivato,

quando noi ci mettemmo per un bosco 3 che da ne un sentiero era segnato. Non fronda verde, ma di color fosco; non rami schietti, ma nodosi e 'nvolti; 6 non pomi v'eran, ma stecchi con tòsco. Non han sì aspri sterpi né sì folti quelle fiere selvagge che 'n odio hanno 9 tra Cecina e Corneto i luoghi cólti. Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno, che cacciar de le Strofade i Troiani 12 con tristo annunzio di futuro danno.

Poco dopo la partenza di Nesso, ci incamminammo per un bosco che non aveva traccia alcuna di vita umana. Le foglie non erano verdi, ma di colore tetro. Non vi erano frutti, ma solo rami nodosi, intossicati e contorti su sé stessi come se rifiutassero il distendersi al sole della vita. Neanche le fiere selvagge che vivono nei boschi fra Cecina e Corneto e che odiano i luoghi colti, hanno simili spine ritorte e velenose. Ed ecco che "Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno," Dante raffigura nelle Arpie, artefici potenti di malìe, tutti i mali che imperversano nel mondo. Quelle anime suicide espianti nei tronchi recavano in loro il male umano ed è pertanto che le Arpie, negativo del mondo, si annidano in quelle anime. Esse, quali malefici impulsi umani, spinsero i Troiani ad agire tanto crudelmente nelle isole Srofadi, da essere scacciati dagli abitanti di quel posto, attraverso lunghe guerre di liberazione. Ai Troiani furono profetizzati danni, fame e pestilenza, quale punizione degli "Dei" per la loro malvagità. Infatti Virgilio narra che Celeno predisse ai Troiani che una terribile fame li avrebbe in seguito tormentati. Celeno è una delle Arpie. "Celeno" celeste baleno, folgorante profezia.


Ali hanno late, e colli e visi umani,

piè con artigli, e pennuto 'l gran ventre; 15 fanno lamenti in su li alberi strani. E 'l buon maestro «Prima che più entre, sappi che se' nel secondo girone», 18 mi cominciò a dire, «e sarai mentre che tu verrai ne l'orribil sabbione. Però riguarda ben; sì vederai 21 cose che torrien fede al mio sermone». Io sentia d'ogne parte trarre guai, e non vedea persona che 'l facesse; 24 per ch'io tutto smarrito m'arrestai. Cred'ïo ch'ei credette ch'io credesse che tante voci uscisser, tra quei bronchi, 27 da gente che per noi si nascondesse. Però disse 'l maestro: «Se tu tronchi qualche fraschetta d'una d'este piante, 30 li pensier c'hai si faran tutti monchi». Allor porsi la mano un poco avante, e colsi un ramicel da un gran pruno; 33 e 'l tronco suo gridò: «Perché mi schiante?» Da che fatto fu poi di sangue bruno, ricominciò a dir: «Perché mi scerpi? 36 non hai tu spirto di pietade alcuno? Uomini fummo, e or siam fatti sterpi: ben dovrebb'esser la tua man più pia, 39 se state fossimo anime di serpi». Come d'un stizzo verde ch'arso sia da l'un de' capi, che da l'altro geme 42 e cigola per vento che va via, sì de la scheggia rotta usciva insieme parole e sangue; ond'io lasciai la cima 45 cadere, e stetti come l'uom che teme. «S'elli avesse potuto creder prima», rispuose 'l savio mio, «anima lesa, 48 ciò c'ha veduto pur con la mia rima,

Le Arpie, mali del mondo dalle grandi ali, percorrono per lungo e per largo tutto il pianeta ed è appunto perché il male appartiene all'umanità che esse hanno "colli e visi umani". I "piedi con artigli" sono il simbolo della rapacità dell'uomo e il "gran ventre pennuto" simboleggia l'insaziabilità umana distorta in una deformazione della natura. I "lor lamenti sugli alberi strani" rispecchiano la sofferenza di quelle piante le cui anime, preda della melliflua carezza del maligno, caddero in quelle sottili reti ammaliatrici tese agli uomini dalle Arpie. Il buon maestro: «Prima che ancor di più ti inoltri sappi che sei nel secondo girone», cominciò a dire «e ci sarai quando tu arriverai nell'orribile sabbione, dove sono immerse le assetate radici, tu vedrai incredibili cose che se ora io ti dicessi, non presteresti più fede alle mie parole». Sentivo da ogni parte venire lamenti e non vedevo persona che gemesse, per cui tutto smarrito mi arrestai. Io credetti che Virgilio credesse che io credessi che tante voci uscissero da gente che, fra quei tronchi respiranti come bronchi, piangesse e che per noi si nascondesse. Le piante piangevano. Virgilio aveva sintonizzato l'udito di Dante sulla lunghezza d'onda energetica del Regno Vegetale. Il Maestro disse: «Se tu spezzi un rametto di una di queste piante, le conoscenze che tu hai ti si dimostreranno tutte errate». Allora porsi la mano un pò in avanti e colsi un ramicello da un gran pruno e il suo tronco gridò: «Perché mi schianti?» E poi che da esso uscì la linfa di sangue bruno, ricominciò a dire: «Perché mi strappi? non hai tu senso di pietà alcuno? Uomini fummo ed ora siamo sterpi, ben dovrebbe essere la tua mano più pietosa anche se fossimo anime di serpi». Come da un tizzone verde che brucia da un lato mentre dall'altro geme cigolando quasi come per vento che va via, così da quella scheggia rotta uscivano insieme parole e sangue per cui io lasciai cadere la cima e restai immobile come terrorizzato. «Se egli avesse potuto credere prima», rispose Virgilio, «a ciò che ha veduto attraverso i miei versi,


non averebbe in te la man distesa;

ma la cosa incredibile mi fece 51 indurlo ad ovra ch'a me stesso pesa. Ma dilli chi tu fosti, sì che 'n vece d'alcun'ammenda tua fama rinfreschi 54 nel mondo sù, dove tornar li lece». E 'l tronco: «Sì col dolce dir m'adeschi, ch'i' non posso tacere; e voi non gravi 57 perch'io un poco a ragionar m'inveschi. Io son colui che tenni ambo le chiavi del cor di Federigo, e che le volsi, 60 serrando e diserrando, sì soavi, che dal secreto suo quasi ogn'uom tolsi: fede portai al glorïoso offizio, 63 tanto ch'i' ne perde' li sonni e ' polsi. La meretrice che mai da l'ospizio di Cesare non torse li occhi putti, 66 morte comune e de le corti vizio,

non avrebbe su di te la mano distesa, ma la cosa per lui incredibile mi spronò ad indurlo all'opera che a me stesso dispiace. Ma digli chi fosti, così che invece di un tuo rimprovero per il gesto spiacente da lui fattoti, egli rinfreschi il ricordo di te nel mondo di Lassù dove tornare a lui è lecito». E il tronco: «Col tuo cortese discorso mi alletti in modo tale che non posso tacere e non vi dispiaccia che io mi attardi ancora un poco a conversare con voi. Io son colui che tenne nelle mani il cuore di Federico II, il grande imperatore svevo. Io lo indussi ad operare secondo il mio volere e tenni le chiavi del suo cuore portandolo nell'errore, facendo e disfacendo a mio piacere, con saper fare "soave", subdolo, mellifluo, tanto che dal segreto del suo cuore, dal profondo cioé dei suoi sentimenti affettivi ogni uomo tolsi e lui rimase solo, in balìa del mio volere che seguiva fedelmente il pensiero della Chiesa. In tal modo io "fede portai al glorioso offizio" di quella religione, così che ne perdetti "li sonni e ' polsi" la pace e la vita. Ed eccomi ora qui a penare in questo tronco amaro. La meretrice che mai distolse gli occhi disonesti dalla corte imperiale, la morte comune nelle sacre inquisizioni, il rafforzarsi nelle corti del vizio abituale che dominava in scelleratezza e crudeltà.

La meretrice - v. 64 La meretrice, secondo molti commentatori, sarebbe l'invidia. Secondo le sacre scritture la "grande Meretrice" è Roma, infatti nell'Apocalisse di Giovanni è scritto: "La grande meretrice che siede sopra le sette teste della bestia", che risiede, cioè, sopra i sette colli. Nell'Apocalisse (18:3) è scritto: "dal vino delle fornicazioni di lei bevvero tutte le genti e i re della Terra prevaricarono con essa e i mercanti del Tempio si arricchirono dell'abbondanza delle sue dovizie". Nell'Apocalisse (17:15-18) è scritto: "E le acque che tu hai vedute sono i popoli e le genti e le lingue, ed io farotti vedere la condannazione della grande meretrice, la donna che vedesti. Costei è la città grande (il Vaticano) che regna sopra i re della Terra".


infiammò contra me li animi

tutti; e li 'nfiammati infiammar sì Augusto, 69 che ' lieti onor tornaro in tristi lutti. L'animo mio, per disdegnoso gusto, credendo col morir fuggir disdegno, 72 ingiusto fece me contra me giusto. Per le nove radici d'esto legno vi giuro che già mai non ruppi fede 75 al mio segnor, che fu d'onor sì degno. E se di voi alcun nel mondo riede, conforti la memoria mia, che giace 78 ancor del colpo che 'nvidia le diede». Un poco attese, e poi «Da ch'el si tace», disse 'l poeta a me, «non perder l'ora; 81 ma parla, e chiedi a lui, se più ti piace». Ond'io a lui: «Domandal tu ancora di quel che credi ch'a me satisfaccia; 84 ch'i' non potrei, tanta pietà m'accora». Perciò ricominciò: «Se l'om ti faccia liberamente ciò che 'l tuo dir priega, 87 spirito incarcerato, ancor ti piaccia di dirne come l'anima si lega in questi nocchi; e dinne, se tu puoi, 90 s'alcuna mai di tai membra si spiega».

accesero d'odio tutti gli animi e questi, colmi d'odio, adirarono tanto l'imperatore contro di me (per la grandezza del glorioso ufficio ecclesiastico avevo condotto l'impero di Federico sulla scia delle torture e dei delitti della Chiesa), che i miei lieti onori si mutarono in tristi lutti. Per l'amaro desiderio di sfuggire all'ira e al disprezzo mi tolsi la vita. Operai contro di me quando giusto sarebbe stato per me soffrire l'altrui disprezzo, perciò "feci ingiusto" ciò che "a me giusto" sarebbe stato. Per le radici di questo mio nuovo corpo di legno vi giuro che mai ruppi fede al mio Signore (Iddio) tanto degno d'onore. Fu per Lui che erroneamente io assecondai il glorioso ufficio ecclesiastico e sospinsi Federico a compiere i miei stessi errori. Il santo ufficio in quel tempo rafforzò le inquisizioni, mentre Federico, affermando che Iddio condanna ogni forma di violenza e che Gesù non obbligava nessuno ad accettare la Sua Fede, si opponeva ai massacri. Ma il fiorentino riuscì a convincere Federico che, come la Chiesa affermava, si doveva liberare il mondo dagli eretici. Fu costui che lo spinse ad accettare tali eresìe e a dare la sua approvazione per le torture e i delitti. Ecco che ora entrambi penavano tra gli eretici. Se alcuno di voi ritorna nel mondo migliore, ravvivi Lassù il ricordo di me, affinché mi giunga l'aiuto Celeste. Io giaccio ancora per la Karmica percossa che il peccato d'invidia mi procurò». Ciò mi spinse all'altrui male allo scopo di prevalere sugli altri e raggiungere nel mondo i più alti traguardi. La continua richiesta delle anime in pena, di rinnovare il loro ricordo "nel mondo", non proviene, secondo quanto in genere si afferma, dal senso d'onore, dal desiderio di essere riscattati dal malevolo giudizio dell'umanità. Il "mondo felice", "il dolce mondo", "lassù nel mondo", ecc., non va inteso come il mondo umano, bensì come l'Aldilà, il mondo migliore, le Celesti sfere. È lassù che le anime espianti desiderano essere ricordate. La loro richiesta è una continua preghiera d'aiuto Celeste per l'alleggerimento della propria espiazione, nel desiderio di pace. L'albero, per un po' silenzioso attese, e poi «Ora che egli tace», disse Virgilio, «cogli il momento propizio per chiedere a lui ciò che sapere ti piace». Io gli risposi: «Domandagli tu ancora ciò che credi a me giovi sapere, che io non potrei, tanta pietà mi stringe il cuore». Così Virgilio ricominciò a parlare al tronco: «Affinché quest'uomo possa di te LIBERAMENTE parlare al mondo Celeste, secondo quanto il tuo dire prega, ti piaccia dirgli, o spirito in questo tronco di legno incarcerato, in qual modo l'anima si lega in questi tronchi nodosi e se mai alcun'anima da questi tronchi si slega».


Virgilio dice "liberamente" perché, dopo tale insegnamento di Verità Divina, l'anima del cespuglio sarebbe stata meritevole di quell'aiuto Celeste che Dante avrebbe potuto chiedere appunto liberamente senza pertanto violare la Legge di Equilibrio. Allor soffiò il tronco forte, e poi si convertì quel vento in cotal voce: 93 «Brievemente sarà risposto a voi.

Allora il tronco soffiò forte e poi quel fiato si convertì in voce: «Brevemente sarà risposto a voi.

si convertì quel vento in cotal voce - v. 92 Il soffio si convertì in voce ESATTAMENTE COME AVVIENE NEL CORPO UMANO. Anche l'uomo emana soffi di energia come tutte le creature viventi. È l'energia "soffiata" dal corpo che, urtando sui piani energetici, produce il suono, la voce. Neanche l'uomo ha voce in sé, infatti nessun essere creatro potrebbe mai parlare verso l'interno, nel suo corpo. Per avere maggiore chiarezza di questo, basti osservare la differenza esistente tra l'abbaiare di un cane che emette scatti di energia e il muggito di un bue che soffia una prolungata vibrazione che lentamente si smorza. Soffiando forte, perché Dante potesse ben capire, l'albero parlò, e Dante lo udì, poiché l'extraterrestre Virgilio aveva, con la sua alta Scienza messo in sintonia sulla lunghezza d'onda vibratoria del Regno Vegetale, il suo udito . A tal punto ci sovviene alla mente l'affermazione di Ernest Hemingway, che se le piante parlassero, la loro saggezza ci farebbe arrossire e ci vergogneremmo allora di averne abbattute tante per produrre inutili, cattivi libri che nulla di costruttivo insegnano all'umanità. Quando si parte l'anima feroce

dal corpo ond'ella stessa s'è disvelta, 96 Minòs la manda a la settima foce. Cade in la selva, e non l'è parte scelta; ma là dove fortuna la balestra, 99 quivi germoglia come gran di spelta. Surge in vermena e in pianta silvestra: l'Arpie, pascendo poi de le sue foglie, 102 fanno dolore, e al dolor fenestra. Come l'altre verrem per nostre spoglie, ma non però ch'alcuna sen rivesta, 105 ché non è giusto aver ciò ch'om si toglie.

Quando l'anima suicida si diparte dal corpo, il giustiziere Minosse, la manda alla fonte di maggior dolore. Essa cade sulla Terra, triste selva, a reincarnarsi, ma non in un luogo scelto dal suo spirito cosciente, secondo quanto l'Equilibrio d'Amore alle anime consente, bensì dove la Divina mano di Giustizia, che l'uomo considera "fortuna", la indirizza, qui essa germoglia come seme di frumento. Spunta in fili d'erba o in pianta selvatica: le Arpie, artefici di potenti malìe, quali dolori del mondo, fan che gli insetti si alimentino delle sue foglie procurando dolore e le corrodano perforandole, sfinestrandole. Esse, polo negativo della Creazione, essendo valori negativi necessitano di negativo ed è l'impulso vitale esistente nell'atto del suicidio, che come tutti i malefici impulsi emanati dall'uomo, accende il negativo che "pasce" il male umano, cioè le Arpie, energia malefica che irradia nel mondo.


Qui le trascineremo, e per la mesta selva saranno i nostri corpi appesi, 108 ciascuno al prun de l'ombra sua molesta». Noi eravamo ancora al tronco attesi, credendo ch'altro ne volesse dire, 111 quando noi fummo d'un romor sorpresi, similemente a colui che venire sente 'l porco e la caccia a la sua posta, 114 ch'ode le bestie, e le frasche stormire. Ed ecco due da la sinistra costa, nudi e graffiati, fuggendo sì forte, 117 che de la selva rompieno ogni rosta. Quel dinanzi: «Or accorri, accorri, morte!» E l'altro, cui pareva tardar troppo, 120 gridava: «Lano, sì non furo accorte le gambe tue a le giostre dal Toppo!» E poi che forse li fallia la lena, 123 di sé e d'un cespuglio fece un groppo. Di rietro a loro era la selva piena di nere cagne, bramose e correnti 126 come veltri ch'uscisser di catena.

Come le altre anime, noi suicidi, verremo alla vita attraverso le nostre spoglie, torneremo cioè a reincarnarci in dimensione umana, dopo l'esperienza dolorosa di pianta silvestre, ma non perché ciascun'anima suicida delle proprie spoglie si rivesta, ché non è giusto avere ciò che si rifiuta Sarà così che noi trascineremo la nostra esistenza in questo mondo che altro non è che una mesta selva in cui vegeta l'albero della vita, irto di spine. Ogni suicida, quindi, tornerà a vivere in quello stesso luogo del suicidio e l'ombra di quell'albero spinoso precedente lo coinvolgerà ancora portandolo di nuovo nel ripudio del gran dono della vita. Ed ecco che "saranno i nostri corpi appesi, ciascuno al prun de l'ombra sua molesta"». In tal modo si svolge la Legge del Karma nella perfezione paurosa della Suprema Giustizia. Noi eravamo in attesa credendo che il tronco ci volesse ancora parlare, quando fummo sorpresi da un rumore, sentimmo, così come sentirebbe un cacciatore in agguato, avanzare il cinghiale, la schiera dei cacciatori, le bestie del bosco scappare e le frasche stormire. Questa scena di caccia ricorda quella del Canto XII - v. : "in traccia corrien centauri, armati di saette, come solien nel mondo andare a caccia". Due scene queste che ricordano la crudeltà umana durante "lo sport" della caccia. Vedemmo due, nudi e graffiati dai rovi del bosco, fuggire terrorizzati, rompendo ogni rovo spinoso con il loro corpo. Si tratterebbe di Ercolano Maconi da Siena e di Jacopo di Sant'Andrea, i quali, si afferma, furono dei violenti. Però questa descrizione ci fa pensare che oltretutto furono dei cacciatori che ora bruciavano il loro Karma soffrendo le stesse pene da loro inflitte alle bestie durante le battute di caccia.


Essi correvano "da la sinistra costa", come già altre volte si è affermato, il lato sinistro è pervaso dal negativo. I due erano nudi e graffiati come le bestie indifese che, inseguite dai cacciatori, sanguinano ferite dai cespugli spinosi. E come gli animali inseguiti dai cani inferociti, e che in cuor loro invocano la morte liberatrice, così quello dinanzi gridava: «Ora accorri, accorri, o morte!» E l'altro, al quale pareva troppo tardi per salvarsi, gridava al primo: «Lano (Ercolano Maconi), così non furono le gambe tue veloci alle giostre di Pieve del Toppo! (Quando tu eri il feritore e non la preda)» (Giostre del Toppo: le giostre sono giochi di armati a cavallo in uso nel tempo antico). E poi gli mancarono le forze e, incespicando fra gli sterpi, di sé e del cespuglio fece un groviglio. La selva dietro i due era piena di cagne nere, bramose di catturarli, che correvano come veltri usciti da catene. I veltri, bestie feroci che si cibano di bestie feroci, sono il simbolo del male che altro male annienta, ed ecco che le nere cagne, simili a veltri, liberavano dal male le anime dei cacciatori facendo loro soffrire le stesse pene da essi inflitte alle bestie indifese durante le battute di caccia. È questo lo svolgimento della cosmica Legge del Karma che fa in tal modo riacquistare all'anima l'equilibrio perduto con il maleoperato. In quel che s'appiattò miser li denti, e quel dilaceraro a brano a brano; 129 poi sen portar quelle membra dolenti. Presemi allor la mia scorta per mano, e menommi al cespuglio che piangea, 132 per le rotture sanguinenti in vano. «O Iacopo», dicea, «da Santo Andrea, che t'è giovato di me fare schermo? 135 che colpa ho io de la tua vita rea?» Quando 'l maestro fu sovr'esso fermo, disse «Chi fosti, che per tante punte 138 soffi con sangue doloroso sermo?» Ed elli a noi: «O anime che giunte siete a veder lo strazio disonesto 141 c'ha le mie fronde sì da me disgiunte, raccoglietele al piè del tristo cesto. I' fui de la città che nel Batista 144 mutò il primo padrone; ond'ei per questo sempre con l'arte sua la farà trista; e se non fosse che 'n sul passo d'Arno

La selva dietro i due era piena di cagne nere, bramose di catturarli, che correvano come veltri usciti da catene. I veltri, bestie feroci che si cibano di bestie feroci, sono il simbolo del male che altro male annienta, ed ecco che le nere cagne, simili a veltri, liberavano dal male le anime dei cacciatori facendo loro soffrire le stesse pene da essi inflitte alle bestie indifese durante le battute di caccia. È questo lo svolgimento della cosmica Legge del Karma che fa in tal modo riacquistare all'anima l'equilibrio perduto con il maleoperato. L'uomo che cercò di nascondersi nel cespuglio fu azzannato e lacerato nelle carni a brano a brano e le cagne si portarono via quelle membra dolenti. Esattamente come avviene agli animali inseguiti e azzannati dai cani da caccia. Virgilio mi prese per mano avvicinandomi al cespuglio che piangeva per le inutili rotture dei suoi rami che sanguinavano invano non essendo riusciti a nascondere l'uomo inseguito. «O Iacopo», diceva il cespuglio, piangendo, «di Sant' Andrea, cosa ti è giovato farti schermo di me? Quale colpa ho io della tua trascorsa vita rea che a questa espiazione ti porta?» Il Maestro, sostando ad esso vicino, disse: «Chi sei tu che attraverso tante punte di ramoscelli spezzati versi assieme al sangue un così doloroso discorso?» Egli rispose: «O anime che siete giunte a vedere lo strazio crudele e ingiusto delle mie fronde così duramente a me strappate, raccoglietele ai piedi del mio dolorante cespuglio. Io fui di Firenze, città che per volontà della Chiesa mutò Marte, suo primo Patrono, in Giovanni Battista, trasformando il Tempio di Marte nel Battistero e gettando nell'Arno la statua di Marte, rifiutando in tal modo la protezione Marziana. Dopodiché, la mancanza di quell'arte d'amare la rese infelice. Le guerre intestine e la distruzione di Firenze operata da Attila furono dai Fiorentini attribuite alla mancanza di protezione degli "dei",


147 rimane ancor di lui alcuna vista, que' cittadin che poi la rifondarno sovra 'l cener che d'Attila rimase, avrebber fatto lavorare indarno. 151 Io fei gibbetto a me de le mie case».

quei cittadini che poi rifondarono la città sopra le ceneri rimaste, avrebbero lavorato invano se non avessero richiesto l'aiuto Marziano ripescando la statua di Marte e rimettendola al suo posto sull'Arno al Ponte Vecchio.

Io, in quel tempo, feci delle mie proprietà "gibetto" cioè patibolo, luogo di tortura per coloro che contro la volontà della Chiesa avevano rimesso al suo posto la statua di Marte e adoravano gli "dei" (cioè quelle creature Celesti discese sulla terra con "i carri di fuoco" da pianeti superiori e definite "Dei" dagli uomini che in quel tempo non conoscevano il volo nello spazio, né potevano immaginare l'esistenza di altri pianeti abitati). In quelle mie proprietà di cui feci "patibolo", luogo di supplizio, io stesso mi impiccai: "Io fei gibbetto a me de le mie case"». La storia di Firenze narra che i Fiorentini attribuirono la distruzione della città e il suo successivo sprofondamento nell'Arno alla mancanza di protezione degli "Dei", poiché ciò avvenne subito dopo che la Chiesa mutò nel Battistero il tempio di Marte e la statua, di Marte che dal Ponte Vecchio dominava l'Arno, fu gettata nel fiume. Fu così che essi ripescarono la statua e la rimisero al suo posto.


La Commedia di Dante Alighieri

alla luce della Filosofia Cosmica in chiave parapsicologica

INFERNO - Canto XIV nel libero commento di Giovanna Viva Cerchio settimo: violenti Girone terzo: violenti contro Dio nella persona (bestemmiatori) - il sabbione infuocato e la pioggia di fuoco - Capaneo - il veglio di Creta - i fiumi infernali I bestemmiatori giacciono distesi sotto la pioggia di fuoco

Poi che la carità del natio loco

mi strinse, raunai le fronde sparte 3 e rende'le a colui, ch'era già fioco. Indi venimmo al fine ove si parte lo secondo giron dal terzo, e dove 6 si vede di giustizia orribil arte. A ben manifestar le cose nove, dico che arrivammo ad una landa 9 che dal suo letto ogne pianta rimove. La dolorosa selva l'è ghirlanda intorno, come 'l fosso tristo ad essa: 12 quivi fermammo i passi a randa a randa. Lo spazzo era una rena arida e spessa, non d'altra foggia fatta che colei 15 che fu da' piè di Caton già soppressa. O vendetta di Dio, quanto tu dei esser temuta da ciascun che legge 18 ciò che fu manifesto a li occhi miei! D'anime nude vidi molte gregge che piangean tutte assai miseramente, 21 e parea posta lor diversa legge. Supin giacea in terra alcuna gente, alcuna si sedea tutta raccolta, 24 e altra andava continüamente.

L'amore e la carità per la mia città natale, comune a me e all'anima che compenetrava il cespuglio, mi strinse il cuore. Radunai le fronde sparse e le resi a colui che era già silenzioso e affranto. Quindi venimmo al confine che divide il secondo girone dal terzo dove si evidenzia ancor più l'orribile perfezione dell'arte di Giustizia. Per ben descrivere quel nuovo luogo, dico che arrivammo in una pianura sterile che dal suo letto ogni pianta respinge. La dolorosa selva è ghirlanda che circonda il fosso così come il fosso tristo è ghirlanda ad essa: qui fermammo i nostri passi rasentando il margine. Lo spiazzo era una rena arida e spessa non d'altra forma fatta che di quella sabbia Libica che da Catone Uticenze e dal suo esercito Pompeiano fu già calpestata. O Divina Giustizia vendicatrice, quanto tu devi esser temuta da ciascuno che conosce ciò che agli occhi miei fu manifesto! Vidi molte schiere di anime nude di ogni protezione al cospetto della Potenza della Divina Giustizia, che piangevano miseramente e pareva posta a loro una diversa Legge espiativa. Alcuni giacevano supini, più esposti al cielo, che col loro male avevano offeso, alcuni sedevano raccolti insieme così come avevano operato nascostamente nei loro traffici illeciti, e altri andavano continuamente così come continuamente avevano corso nel cercare di raggiungere i grandi traguardi della gloria .


Quella che giva 'ntorno era più molta, e quella men che giacea al tormento, 27 ma più al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto 'l sabbion, d'un cader lento, piovean di foco dilatate falde, 30 come di neve in alpe sanza vento. Quali Alessandro in quelle parti calde d'Indïa vide sopra 'l süo stuolo 33 fiamme cadere infino a terra salde, per ch'ei provide a scalpitar lo suolo con le sue schiere, acciò che lo vapore 36 mei si stingueva mentre ch'era solo: tale scendeva l'etternale ardore; onde la rena s'accendea, com'esca 39 sotto focile, a doppiar lo dolore. Sanza riposo mai era la tresca de le misere mani, or quindi or quinci 42 escotendo da sé l'arsura fresca. I' cominciai: «Maestro, tu che vinci tutte le cose, fuor che ' demon duri 45 ch'a l'intrar de la porta incontra uscinci, chi è quel grande che non par che curi lo 'ncendio e giace dispettoso e torto, 48 sì che la pioggia non par che 'l marturi?» E quel medesmo, che si fu accorto ch'io domandava il mio duca di lui, 51 gridò: «Qual io fui vivo, tal son morto. Se Giove stanchi 'l suo fabbro da cui crucciato prese la folgore aguta 54 onde l'ultimo dì percosso fui; o s'elli stanchi li altri a muta a muta in Mongibello a la focina negra, 57 chiamando "Buon Vulcano, aiuta, aiuta!", sì com'el fece a la pugna di Flegra, e me saetti con tutta sua forza, 60 non ne potrebbe aver vendetta allegra».

Quelli che giravano intorno erano più numerosi e quelli che meno accettavano il tormento più degli altri avevano la lingua sciolta. Sopra tutto il sabbione lentamente cadeva una pioggia di fuoco a larghe falde come neve sulle alpi senza vento. Ciò si riferisce alla punizione della "pioggia di fuoco" della profezia Biblica: Genesi (19:24), Ezechiele (38:22). Le fiamme erano come quelle che Alessandro Magno vide cadere nell'India sopra il suo esercito. Fu quello un ammonimento del Cielo. Fu per questo che vano fu il suo tentativo di smorzare il fuoco col passaggio dei suoi soldati nella speranza di poter egli passare per ultimo sul fuoco spento: ma le fiamme raddoppiarono, si addensò il calore e si accese la rena, come lo stoppino sotto l'acciarino, a raddoppiare il dolore. Vano fu il tentar di ripararsi, il loro andar qua e là fu simile a "tresca", danza rusticana che porta i ballerini un po' qua e un po' là velocemente, "le misere mani" il misero difendersi umano, a nulla valsero per cercare il fresco scuotendo l'arsura infuocata che si riproduceva sempre di nuovo. Io dissi al Maestro: «Tu che vinci tutte le cose, tranne il diabolico male che nell'animo umano testardamente si annida (quel male che non puoi vincere per non violare la Legge di Equilibrio che consente all'uomo di infangarsene liberamente), tu che pertanto, nell'entrare nella città di Dite, a me di ritorno incontro venisti, dimmi, chi è quel grande che par non si curi del fuoco e giace sprezzante e rabbioso così che la pioggia infuocata par non lo maturi?» Dante paragona la cocciutaggine malefica di costui con quella degli abitanti della città di Dite (della Chiesa), di coloro cioè che avevano impedito l'ingresso di Virgilio nella città "di Dio". Ed egli che si accorse della mia domanda gridò: «Quale io fui da vivo tale sono da morto. Da una all'altra vita egli portava con sé io suo male testardo, infatti egli soggiunse. Se Giove stancasse il suo fabbro Vulcano dal quale prese la folgore aguzza con la quale fui percosso l'ultimo giorno della mia vita, e se egli stancasse gli altri punitori a turno sul Mongibello nella fucina caliginosa dell'Etna gridando:"Buon Vulcano, aiuta, aiuta!", chiamandolo in soccorso come fece in Tessaglia nella valle di Flegra alla battaglia di Giove contro i Ciclopi che tentarono di scalare l'Olimpo, se contro di me scagliasse saette con tutta la sua forza, non potrebbe mai avere soddisfazione alcuna». Il comportamento di Capaneo ricorda la testardaggine umana.


Non vi è leggenda che non abbia storia

Non vi è leggenda che non abbia storia e non vi è storia che non sia un po' leggenda. I "giganti" della Scienza terrestre si possono ben paragonare ai giganteschi ciclopi con un occhio solo al centro della fronte: il grande occhio dei moderni telescopi. Anche gli scienziati, come i ciclopi, guardano al cielo con un occhio solo. E ora il grande Giove di un tempo - l'Equilibrio Divino di oggi - dardeggia la Terra con lo stesso male con cui i "giganti della Scienza" hanno inquinato l'Olimpo degli Dei, il Cosmo infinito. La terra riceve di rimando le sostanze velenose che la Scienza ha proiettato nel Cosmo. Dalle macchie solari, che altro non sono che lo specchio delle nostre stesse calamità che si riversano sulla Terra, come da Giove ai ciclopi, giunge a noi di rimando, l'inquinamento mortale. E poiché le sostanze velenose contenute nell'interno del pianeta, liberate dalle esplosioni atomiche aumenteranno l'inquinamento di tutti i regni della natura, la profetizzata pioggia di fuoco cadrà sopra la Terra. La "pioggia di fuoco" sarà causata da elio e idrogeno che, fra gli elementi della natura sconvolti dalla Scienza, fondendosi in pezzi di materia incandescente saranno attratti dalla forza di gravità terrestre. La forza di gravità sarà notevolmente potenziata, poiché lo spazio intercapedinale esistente tra gli strati del pianeta, impoverito dagli esperimenti scientifici, non potrà più preservare gli strati sovrastanti del pianeta dal "Magma-Igneo" e questo impasto infuocato, vulcanico eruttivo, si sprigionerà attraverso le bocche dei vulcani e dalle falle che i terremoti apriranno sulla Terra. Ed ecco l'opera distruttiva dei grandi Ciclopi della Scienza. Essi sono stati più volte avvertiti dagli Extraterrestri, gli "Dei" di un tempo remoto, ed hanno ridicolizzato i loro fraterni avvertimenti. E come Capaneo, ...quel grande che non par che curi lo 'ncendio e giace dispettoso e torto, sì che la pioggia non par che 'l marturi? sembra che dicano anch'essi: Se Giove stanchi 'l suo fabbro... ...in Mongibello a la focina negra, chiamando "Buon Vulcano, aiuta, aiuta!"... ...non ne potrebbe aver vendetta allegra».


Allora il duca mio parlò di forza

tanto, ch'i' non l'avea sì forte udito: 63 «O Capaneo, in ciò che non s'ammorza la tua superbia, se' tu più punito: nullo martiro, fuor che la tua rabbia, 66 sarebbe al tuo furor dolor compito». Poi si rivolse a me con miglior labbia dicendo: «Quei fu l'un d'i sette regi 69 ch'assiser Tebe; ed ebbe e par ch'elli abbia Dio in disdegno, e poco par che 'l pregi; ma, com'io dissi lui, li suoi dispetti 72 sono al suo petto assai debiti fregi. Or mi vien dietro, e guarda che non metti, ancor, li piedi ne la rena arsiccia; 75 ma sempre al bosco tien li piedi stretti». Tacendo divenimmo là 've spiccia fuor de la selva un picciol fiumicello, 78 lo cui rossore ancor mi raccapriccia. Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici, 81 tal per la rena giù sen giva quello. Lo fondo suo e ambo le pendici fatt'era 'n pietra, e ' margini dallato; 84 per ch'io m'accorsi che 'l passo era lici. «Tra tutto l'altro ch'i' t'ho dimostrato, poscia che noi intrammo per la porta 87 lo cui sogliare a nessuno è negato, cosa non fu da li tuoi occhi scorta notabile com'è 'l presente rio, 90 che sovra sé tutte fiammelle ammorta». Queste parole fuor del duca mio; per ch'io 'l pregai che mi largisse 'l pasto 93 di cui largito m'avea il disio. «In mezzo mar siede un paese guasto», diss'elli allora, «che s'appella Creta, 96 sotto 'l cui rege fu già 'l mondo casto. Una montagna v'è che già fu lieta d'acqua e di fronde, che si chiamò Ida; 99 or è diserta come cosa vieta. Rea la scelse già per cuna fida del suo figliuolo, e per celarlo meglio, 102 quando piangea, vi facea far le grida.

Allora il mio maestro parlò con tanta forza quanto io così parlare non l'avevo mai udito: «O Capaneo, in ciò che non si smorza la tua superbia, tu sarai maggiormente punito. Nessun martirio sarebbe più forte della tua rabbia perché nel tuo furore tu possa trovare la maggiore punizione in cui si compirà il tuo Karma». Poi rivolto a me con migliore espressione, egli disse: «Quello fu uno dei sette reggenti che assediarono Tebe ed egli ebbe, e par che abbia ancora, disprezzo per Dio, ma, come io a lui già dissi, i suoi dispetti di cui egli si adorna, sono al suo petto debiti ornamento che pesano sulla sua Coscienza come nere macchie di peccato. Ora seguimi e bada a non mettere i piedi nella rena bruciacchiata, ma tienili vicini al limite del bosco». In silenzio giungemmo lì dove fuori dalla selva finisce il fiumicello il cui rossore ancor mi terrorizza. Così come dal "Bulicame" (laghetto di acqua sulfurea bollente presso Viterbo) dal quale con dentellati rastrelli partono poi le "peccatrici" per dividere in solchi il letto dal fango solforoso da mettere nelle ampolle, così dentellato finiva quel ruscello di sangue, dividendosi dappertutto giù per la rena infuocata di tutte le strade del mondo. Il fondo, le due sponde e i margini laterali del ruscello (le strade del mondo) erano di pietra per cui io mi accorsi che passare era possibile. «Tra tutto l'altro che io ti ho dimostrato, dopo che entrammo per la porta del pianeta infernale il cui ingresso a nessuno è negato, i tuoi occhi non hanno scorto una cosa da essere notata, è il presente ruscello che smorza tutte le fiammelle che vi cadono sopra». Queste parole disse il mio maestro per cui lo pregai che mi elargisse l'insegnamento così come elargito mi aveva il gusto di sapere. «In mezzo mar è un paese guasto», disse egli allora, «che si chiama Creta, sotto il cui reggente, fu nel passato un paese incontaminato. Una splendida montagna vi è che già fu lieta, d'acqua e di fronde come un Paradiso. Quella montagna ch'ebbe nome Ida, ora è triste, deserta e abbandonata così come se fosse stata vietata. Rea, scelse il monte Ida per nascondere il figlioletto Giove e per celarlo meglio al padre Saturno, quando il piccolo vagiva, ordinava ai suoi ministri di fare frastuono con armi, suoni e canti.


quando piangea, vi facea far le grida - v. 102

Nella Mitologia, Rea, detta anche Cibele, moglie di Saturno e madre di Giove, Nettuno e Plutone, nascose Giove sul monte Ida, perché il padre, avendo saputo che sarebbe stato spodestato dai figli, voleva divorarlo come gli altri figli. Cibele, per celarlo meglio quando Giove vagiva, ordinava ai Coribandi (o Cureti), suoi ministri, di fare frastuono con armi, suoni e canti. A tal punto sorge spontanea una domanda: "Come mai questo padre, che divorava i figli come polpettine per paura di essere spodestato, non si domandava perché i suoi austeri ministri impazzivano, scattando insieme all'improvviso con fracassi di armi, canti e strepiti?!..." Forse ci sarà anche qui qualcosa di vero? Ma soffermandoci su questo triste racconto, ci sovviene alla mente il tradizionale politico sbraitare che appunto con "rumor di armi" (rumor di guerre) e relativi canti e suoni di fanfare copre quella voce innocente che, da tutte le parti del mondo, eternamente si eleva nella ricerca d'aiuto contro la crudeltà, l'ingiustizia e la fame. Il piccolo Giove, infatti, piangeva per fame e l'amore materno aveva cercato di metterlo in salvo da chi, più potente e più forte di lui, voleva divorarlo per non perdere appunto il suo posto di comando. Non è forse così che và il mondo umano? E, come a colorire tutto ciò, proprio su questa montagna, dove il succitato pensiero mitologico aleggia, si erge una statua raffigurante l'Umanità. Dentro dal monte sta

dritto un gran veglio, che tien volte le spalle inver' Dammiata 105 e Roma guarda come süo speglio. La sua testa è di fin oro formata, e puro argento son le braccia e 'l petto, 108 poi è di rame infino a la forcata; da indi in giuso è tutto ferro eletto, salvo che 'l destro piede è terra cotta; 111 e sta 'n su quel, più che 'n su l'altro, eretto. Ciascuna parte, fuor che l'oro, è rotta d'una fessura che lagrime goccia, 114 le quali, accolte, fòran quella grotta. Lor corso in questa valle si diroccia: fanno Acheronte, Stige e Flegetonta;

La statua rappresenta un vecchio con le spalle volte verso Damietta, città d'Egitto e guarda Roma, sede dell'Impero e del Papato, così come se in Roma si specchiasse. La statua gigantesca dimostra il decadimento dell'Unmanità sin dal suo principio radioso. Infatti la testa è d'oro massiccio; essa ricorda che Iddio mise l'uomo sulla Terra e la natura a sua disposizione. Ma l'uomo non seppe amare e rispettare la natura, né considerare la Terra come un "paradiso terrestre". Man mano, nel tempo, l'umanità iniziò il suo decadimento, la statua nel petto e nelle braccia è puro argento e poi è di rame fino al punto in cui l'argento si biforca nelle gambe dove il materialismo senza Spirito prende forma; le gambe sono di ferro eletto, salvo il piede destro che (come Ovidio afferma rappresenta la Chiesa corrotta) è di terracotta. E la statua poggia più sul piede di terracotta che sull'altro. Ecco il decadimento dell'Umanità nella sua corruzione. Ciascuna parte della statua è rotta all'infuori dell'oro. All'infuori della prima Era felice, ogni altra Età della vita ha una ferita che lacrima gocce. Sono gocce di pianto che così insieme riunite nella potenza del dolore, scavano a pietra e formano quella grotta. Il corso di questo pianto in questa "valle di lacrime", di dismonta e, cadendo di roccia in roccia, forma l'Acheronte, lo Stige e il Flegetonte e con essi, lacrime, morte e sangue vanno giù per lo stretto canale (assorbiti dall'interno del pianeta che, avvelenato da tale distonico impulso energetico, agonizza e muore... andando verso l'Apocalisse causata dalle convulsioni della "cellula-Terra" in agonia), infine, la dove più non si va oltre, i fiumi infernali si fermano, il male si arresta e forma uno stagno, ma in questo inferno di ciò non se ne parla».


117 poi sen van giù per questa stretta doccia, infin, là ove più non si dismonta, fanno Cocito; e qual sia quello stagno 120 tu lo vedrai, però qui non si conta». E io a lui: «Se 'l presente rigagno si diriva così dal nostro mondo, 123 perché ci appar pur a questo vivagno?» Ed elli a me: «Tu sai che 'l loco è tondo; e tutto che tu sie venuto molto, 126 pur a sinistra, giù calando al fondo, non se' ancor per tutto 'l cerchio vòlto;

per che, se cosa n'apparisce nova, 129 non de' addur maraviglia al tuo volto». E io ancor: «Maestro, ove si trova Flegetonta e Letè? ché de l'un taci, 132 e l'altro di' che si fa d'esta piova?» «In tutte tue question certo mi piaci», rispuose; «ma 'l bollor de l'acqua rossa 135 dovea ben solver l'una che tu faci. Letè vedrai, ma fuor di questa fossa, là dove vanno l'anime a lavarsi 138 quando la colpa pentuta è rimossa». Poi disse: «Omai è tempo da scostarsi dal bosco; fa che di retro a me vegne: li margini fan via, che non son arsi, 142 e sopra loro ogne vapor si spegne».

Lo stagno è d'acqua pura, Cocito, dove il Karma finisce il suo compito purificatore. Il fuoco ha finito di "cuocere" e lo Spirito "cotto" "cocito" è già maturo, consapevole della sua origine Divina e di essere precipitato nel baratro in un tempo lontano. Ed io a lui: «Se questo rigagno deriva dal nostro mondo, perché se ne parla solo ora, alla fine di questo selvatico vivaio?» Ed egli a me: «Tu sai che il luogo è tondo ed è già tanto che tu sia venuto fin qui, pur se dalla parte sinistra negativa e giù calando a fondo fin nei Regni inferiori della Vita, ma non hai ancora percorso tutto il cerchio, perciò se appaiono cose strane non devi meravigliartene». Ed io ancora: «Maestro, dove si trova Flegetonte e Lete? Perché di Lete tu taci e del Flegetonte invece tu dici che si forma da questa pioggia malefica del mondo?» «In questi tuoi ragionamenti di certo tu mi piaci», rispose «ma del bollor dell'acqua rossa del Flegetonte che significa "corso di sangue bollente", potevi ben risolvere da solo la risposta, capire che il Flegetonte dilaga in tutto il pianeta Terra e che il suo letto è questo mondo intero. Tu il Lete vedrai, ma fuori da questa fossa infernale, poiché alla sua acqua lieta vanno le anime a lavarsi quando dal pentimento la colpa è cancellata». Poi disse: «È tempo ormai di scostarsi dal bosco, tu seguimi; i margini dell'acqua lieta del Lete, che non sono arsi dal dolore, ci indicano la via e sopra di loro ogni vapore infernale si spegne nella purezza dell'acqua della vita».


PILLOLE DI “AMICIZIA”

IL NOME AKRIJ (un excursus etimologico) dell' Ing. STEFANO Breccia L’amico Fabio Siciliano, su un numero di “Area 51” nel quale commentava “Contattismi di massa”, aveva lanciato l’idea che il nome “Akrij” potesse avere un qualche significato in sanscrito; una rapida visita dei miei vocabolari sanscriti mi ha fatto trovare subito la parola: si legge “Akhrij” (la “j” è una “i” breve), è un nominativo plurale neutro – come si usava per gli dei – e significa “i saggi”. Interessante, isn’t it? Era quindi abbastanza scontato il passare dal sanscrito ad un’altra importante lingua dell’antichità, l’egizio.

Il voluminoso “Egyptian Hieroglyphic Dictionary” di Sir Wallis Budge (I vol.) riporta il nome proprio “Akrijw” (la “w” – pronuncia “u” – è la desinenza del plurale); secondo il vocabolario, si tratterebbe di un gruppo di nove divinità (una delle tante “enneadi” egizie) maschili terrestri, che sarebbero stati addirittura gli antenati di Ra, il dio-sole, nonché degli dèi Akhabiw. Con la grafia testé riportata, il vocabolario cita anche nove divinità femminili, non meglio definite, il che è strano, in quanto nulla, in questi geroglifici, rimanda al femminile. In effetti, leggendoli, la scrittura è alfabetica: “a”, “k”, “r”, “ij” (le due piume affiancate), “w”, poi il determinativo del serpente, che generalmente significa “saggezza”, infine il simbolo del plurale, che rafforza foneticamente la “w” finale. Il neutro, in egizio, era reso al femminile, quindi può darsi che questa grafia si riferisca ad un concetto astratto o collettivo (neutro) e quindi sia femminile “per definizione”, indipendentemente dai dettami grammaticali. E quindi, anche questo nome potrebbe riferirsi ai “saggi” per antonomasia.


Il libro “The Gods of the Egyptians” di Budge (Vol. II, pag. 98) parla degli Akriw come di due dèi, entrambi simboleggiati da un leone, che custodivano la porta di ingresso e quella di uscita del sole durante la notte. La cosa è fortemente strana, perché in egizio si distingueva fra singolare, duale e plurale, e sia nella prima grafia che in quella sottostante la scrittura indica decisamente un plurale (le tre barre verticali, od il determinativo ripetuto tre volte). Poi, evidentemente, il parlare di “due” contrasta con i “nove” citati nel vocabolario.

Parrebbe che queste divinità siano citate nel cap. 153 del Libro dei Morti, versione tebana, mentre la loro controparte femminile sarebbe citata nel precedente capitolo 108. Purtroppo la mia versione di questo testo in geroglifico (al solito, quella di Budge) non contiene questi particolari capitoli. Una traduzione italiana (a cura di Kolpaktchy – Ed. Ceschina, Milano) del capitolo CLIII parla degli “Spiriti pescatori” (in quanto “pescavano” con le loro reti le anime dei defunti), e contiene i versi:

Io conosco gli Spiriti pescatori che tendono le loro reti. “Gli dei Akeru, progenitori degli dei Akhabiu” è il loro nome. … Io conosco il nome di questi Spiriti cacciatori e pescatori: “Gli dei Akeru antenati di Ra” Il nome “Akeru” è quasi un omofono di Akriw; la “e” è normalmente inserita fra le consonanti, in quanto in egizio le vocali erano raramente indicate esplicitamente; la “u” è sostanzialmente la “w” che uso io. In compenso è scomparso il gruppo “ij”; non avendo dinanzi il testo geroglifico, è difficile fare ulteriori commenti. Il capitolo 108, invece, banalmente non fa menzione delle dee, con buona pace di Budge, che ho sempre stimato come il migliore degli egittologi teorici. “A Concise Dictionary of Middle Egyptian” di Faulkner, a proposito di “aker” (quindi al singolare) riporta: “neutro, nome di divinità, la terra stessa; al plurale: divinità della terra”. Con grafia diversa (e con geroglifici appena scarabocchiati), Faulkner attribuisce a questa parola il significato di “persona degna di fiducia”.


Nel breve vocabolario in fondo alla notevole “Grammaire de l’Égyptien Classique” di G. Lefebvre, compare la parola aker, con il significato di “eccellenza”. Questi geroglifici, e quelli immediatamente precedenti, sono evidentemente la stessa cosa, in quelli superiori compare in più il determinativo di “uomo”.

Sempre “The Gods of the Egyptians” di Budge (Vol. I, pag. 201), a proposito degli Akabiw, dice che si trattava di quattro dèi barbuti, che accompagnavano la barca di Ra. Anche in questo caso la scrittura è praticamente alfabetica: “a”, “k” (la seconda “a” non si sa da dove diavolo sia venuta fuori), “b”, determinativo, e segno del plurale, da cui deriva la terminazione “w”. Anche la “i” non si capisce bene dove si nasconda.

Invece il nome “Akhrijw” ha il più prosaico significato di “nemici”! In questo caso la scrittura è solo parzialmente alfabetica: “a”, “kh”, “r”, “ij”, quindi il determinativo di un animale sconosciuto, il determinativo di “lotta”, il determinativo di “nemici”, e poi il segno del plurale. Va notato che in egizio c’era una netta differenziazione fra i fonemi “k” e “kh”, mentre in sanscrito la cosa era assai più sfumata.

Passando all’arabo, nella sura 14,5 del Corano compare la parola (kamu[lk]) keluarkanlah (kt perintah) , Akhrij.

Purtroppo non riesco più a trovare la mia vecchia grammatica di arabo, e quindi non sono in grado di cercarne una traduzione; in base al testo, si direbbe “popolo”. Da un’altra citazione, invece, parrebbe che significhi “pace” (il che però contrasta con quel poco che ricordo di arabo: “pace” dovrebbe sempre essere qualcosa di simile a “Salam”) Stefano Breccia


Haim Eshed DAL CIELO ALLA TERRA HO SCRITTO IL 15 DICEMBRE 2020: L’AMICO E FRATELLO PIER GIORGIO CARIA HA SCRITTO L’ARTICOLO CHE SEGUE DENUNCIANDO LE FALSE DICHIARAZIONI DEI POTENTI PER QUANTO RIGUARDA LA VERITÀ DELLA PRESENZA EXTRATERRESTRE SUL NOSTRO PIANETA. ORAMAI LA REALTÀ DELLA VISITA EXTRATERRESTRE NON È PIÙ OCCULTABILE E NON SI PUÒ PIÙ NASCONDERE. QUINDI I POTENTI RIPROPONGONO IL LORO MISERO PIANO DI NEGAZIONISTA: SCREDITARE LA PRESENZA DI QUESTI ESSERI CELESTI.

EMERGENZA

LA VERITÀ È UN’ALTRA: NOI SAPPIAMO CHI SONO QUESTI ESSERI, PERCHÉ VENGONO E CHE COSA VOGLIONO. IL MESSAGGIO CELESTE CRISTICO È CHIARO. LEGGETE ATTENTAMENTE E RILEGGETE, SE VOLETE, I MESSAGGI CHE IN TUTTI QUESTI ANNI ABBIAMO RICEVUTO DAGLI ANGELI DI IERI, EXTRATERRESTRI OGGI. IN FEDE G. B. PIANETA TERRA 15 Dicembre 2020


Ufo: L'ineffabile e tragicomica faccia di bronzo del potere di P.G. Caria

Una notizia inusuale è rimbalzata ai quattro angoli del pianeta alcuni giorni fa, esattamente tra l’8 e il 9 Dicembre 2020, su una incredibile dichiarazione rilasciata da un rispettato Professore e generale in pensione, oggi 87enne, tale Haim Eshed, ex capo della Direzione Spaziale del Ministero della Difesa israeliano, al quotidiano Yedioth Ahronoth, periodico pubblicato in lingua ebraica in formato Tabloid. Il giornale è stato per molti anni il quotidiano israeliano più venduto e in cui lavorano alcuni dei giornalisti israeliani tra i più famosi. Le “rivelazioni” di Haim Eshed sono state riprese e diffuse in inglese dal Jerusalem Post e da li hanno riverberato in tutto il pianeta. Eshed ha dichiarato ai cronisti del Yedioth Ahronoth: “Gli alieni esistono e sono in contatto da anni con Stati Uniti e Israele. Gli Extraterrestri hanno chiesto di non rendere pubblico che sono tra noi, l'umanità non è ancora pronta. Come noi, anche gli alieni sono curiosi dell'umanità e stanno cercando di capire l'universo”. Secondo le rivelazioni di Eshed esisterebbe una "federazione galattica" che comunicherebbe con l’umanità della Terra ma solo con rappresentanti di Israele e USA. Ma non è tutto, Eshed ha aggiunto che sarebbero stati firmati accordi di cooperazione tra le specie, inclusa una "base sotterranea nelle profondità di Marte" dove si troverebbero a lavorare congiuntamente astronauti americani e rappresentanti alieni. Secondo l’ex capo della Direzione Spaziale del Ministero della Difesa israeliano ci sarebbe “un accordo tra il governo degli Stati Uniti e gli alieni” per fare esperimenti sulla Terra e il Presidente Donald Trump ne sarebbe al corrente. Anzi, Trump avrebbe avuto intenzione di rivelare queste rivoluzionarie informazioni, ma sarebbe stato consigliato dagli stessi Alieni (sic) di non farlo per evitare reazioni isteriche e panico da parte delle masse… e qui siamo davvero all’assurdo. La “Federazione Galattica”, sempre secondo Eshed, per rivelarsi al mondo sarebbe in attesa che l'umanità si sviluppi e raggiunga un sufficiente livello di maturità e consapevolezza necessario per comprendere e accettare l’idea della vita nel Cosmo e della realtà della loro presenza in mezzo a noi. Ora, in base a quale miracoloso evento la società umana possa diventare consapevole e preparata ad una tale rivelazione epocale e al contatto, il buon Haim Eshed non lo spiega, il che è perlomeno strano visto che sono proprio gli USA ad essere uno dei governi che più ha manipolato, tergiversato, occultato e combattuto la verità dell’esistenza di avanzatissime civiltà extraterrestri operative nel nostro mondo. Insomma, una vergognosa e tragicomica sequela di vere e proprie menzogne date in pasto ai media che vi si sono precipitati sopra senza alcun senso critico e con la voracità con cui gli avvoltoi si precipitano sulla carcassa di un cadavere. Una vera offesa all’intelligenza umana e a chi da anni, si batte proprio per sollevare il decennale, criminale e scandaloso muro di censura attuato dal potere su queste verità.


La ciliegina della base sotterranea nelle profondità di Marte con soli americani ed alieni a collaborare, è quanto di più assurdo, ridicolo e stupido ci si possa inventare ma è l’esatta versione elitaria dell’impero che si erge arrogantemente e in modo autocelebrativo, sempre a solo ed unico rappresentante del genere umano, senza che nessuno gli abbia mai dato il mandato di farlo! Nessuna comunicazione ufficiale a queste dichiarazioni di Eshed, sono state fatte dalla Casa Bianca e dal governo di Israele che hanno reagito con un “No Comment” alle domande dei media. Alla fine l’ex Generale ha detto: "Se avessi detto cinque anni fa quello che sto dicendo ora mi avrebbero ricoverato. Oggi non ho niente da perdere: ho avuto i miei riconoscimenti, i miei meriti sono riconosciuti anche all'estero in ambito accademico". L'intervista è stata rilasciata proprio in occasione dell’uscita del nuovo libro scritto dal Professor “L'universo oltre l'orizzonte”, nel quale, secondo quanto riportato dal The Jerusal Post, vi sarebbero altri dettagli come, ad esempio, il modo in cui gli Extraterrestri avrebbero evitato una Apocalisse nucleare. A parer mio, comunque, dubito che tale iniziativa di un personaggio di alto lignaggio istituzionale, come lo è l’ex Generale Haim Eshed, sia il frutto di una sola e semplice volontà personale al contrario, ritengo sia parte di una manovra dei centri di potere per generare le solite e confusionarie reazioni da parte dell’opinione pubblica che, bombardata e frastornata da informazioni contradditorie, lascia cadere il tema nella solita sfera delle tematiche dubbie e poco serie. Certo la lettura del libro del Professore aiuterebbe molto a capire meglio tutta la situazione ma quanto sinora emerso è molto sospetto e fuorviante. Fortunatamente le cose non stanno così come le ha raccontate l’emerito professore ai media e i veri Extraterrestri si sono espressi chiaramente decenni orsono proprio in merito al discorso di una possibile collaborazione da parte loro con una qualsiasi fazione dei poteri che dominano il nostro mondo con la manipolazione e la violenza criminale in cui, spesso e volentieri, Israele e USA sono feroci protagonisti. Vi riposto alcuni di questi messaggi Extraterrestri che con semplicità e chiarezza, spiegano la loro posizione in merito, sono messaggi la cui fonte è certa e non in conflitto di interessi come quella del Prof. Haim Eshed. In intestazione e sopra Pier Giorgio Caria Ph: giorgio barbagallo

I messaggi che seguono furono ricevuti da Eugenio Siragusa negli anni ’80 e il terzo fu ricevuto da Giorgio Bongiovanni nel 2014.


WOODOK E I FRATELLI DALLA CRISTAL-BELL NON SIAMO NÉ CON L'OCCIDENTE NÉ CON L'ORIENTE. PARTECIPIAMO, PER QUANTO CI È PERMESSO, AL CONSOLIDAMENTO DELLE IDEE E DELLE FORZE CHE EVOLVONO VERSO METE DI STABILITÀ MORALI, SPIRITUALI, SOCIALI E POLITICHE MIRANTI AD ISTRUIRE UNA FRATELLANZA UMANA SORRETTA E VIVIFICATA DA UNA GIUSTIZIA INCORRUTTIBILE E DA UNA PACE SALDA E CARICA D'AMORE. SIAMO SOLIDALI E DISPONIBILI PER IL PROGRESSO DI UNA SCIENZA POSITIVA E COSCIENTE DISPOSTA A RIGENERARE LA GIÀ PRECARIA DEGENERAZIONE DELLE STRUTTURE PORTANTI ESISTENZIALI E DEGLI ELEMENTI BASILARI FISICI E DINAMICI COINVOLTI IN UN PROCESSO TURBOLENTO E DISGREGANTE. SIAMO SEMPRE VIGILANTI E PRONTI AD INTERVENIRE QUALORA SI VERIFICASSE UNA SVOLTA IRRESPONSABILE DEL POTERE DISTRUTTIVO DELL'UNA O DELL'ALTRA PARTE. LA NOSTRA PRESENZA VUOLE SIGNIFICARE LA SICUREZZA DI CHI HA IL DIRITTO E IL DOVERE DI PRESIEDERE E GOVERNARE L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE VIVENTE SUL VOSTRO PIANETA. PACE. WOODOK E I FRATELLI 18 Luglio 1980. Ore 10:45


WOODOK E I FRATELLI DALLA CRISTAL – BELL IL 19-9-1981 ALLE ORE 13:00. COME VI ABBIAMO GIÀ AFFERMATO, NON SIAMO NÉ CON L’ORIENTE NÉ CON L’OCCIDENTE. NON SIAMO PARTIGIANI DI COLORO CHE INVECE DI UNIRE GLI UOMINI LI DIVIDONO E LI METTONO GLI UNI CONTRO GLI ALTRI: “I FRATELLI CONTRO I FRATELLI”. LA NOSTRA COSCIENZA NON CI CONCEDE DI DISPENSARE PRIVILEGI ALLE POTENZE DEDITE A RENDERE L’UOMO SCHIAVO, SUCCUBE DI UNA TIRANNIA SOTTILE E INSIDIOSA. LA NOSTRA PRESENZA SUL VOSTRO PIANETA HA UN PRECISO E INDEROGABILE PROGRAMMA, IN VIA DI TOTALE COMPIMENTO: “LA REDENZIONE DEGLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ E L’INSTAURAZIONE DI UN REGNO CHE VI È STATO PROMESSO”. LA NOSTRA ALTA, IMPENSABILE SCIENZA, UNITAMENTE ALLA SAPIENTE SAGGEZZA CHE CI GUIDA E CI SORREGGE, EDIFICHERÀ SULLA TERRA IL TRIONFO DELLA GIUSTIZIA UNIVERSALE, DELL’AMORE E DELLA PACE COSÌ COME È NELLA SUPREMA LEGGE DEL CREATORE E DEL CREATO. INEVITABILMENTE, QUANTO È STATO DETTO, SCRITTO E TRAMANDATO, SI DOVRÀ AVVERARE, SECONDO UN PROGRAMMA CHE SEPPURE ACCENNATO, NON È STATO RECEPITO O È STATO DIMENTICATO. IL TEMPO È PROSSIMO. PACE DA WOODOK E I FRATELLI DALLA CRISTAL-BELL Già da questi messaggi se rapportati alle politiche belligeranti, aggressive e imperialiste portate avanti da Israele e dagli USA, sostenitori di feroci dittature e colpi di stato in tutte le parti del mondo, Italia compresa, vedi il caso Moro, ci possiamo rendere conto di quanto siano assurde e senza fondamento le informazioni sin qui rivelate a nome di Haim Eshed, per completezza aggiungiamo l’annunciato terzo messaggio ricevuto da Giorgio Bongiovanni:


VENTI DI GUERRA SULLA TERRA, ARMAGHEDON SEMPRE PIÙ VICINA SETUN SHENAR COMUNICA: AVETE DIMENTICATO? LA BESTIA CHE VIENE DAL MARE E QUELLA CHE VIENE DALLA TERRA (Apocalisse 13). L'UNA DIABOLICA E SANGUINARIA. L'ALTRA PURE. VI ABBIAMO DETTO, NUMEROSE VOLTE E PER TANTO TEMPO, CON PAZIENZA E INFINITO AMORE, CHE NOI ESSERI DI LUCE, NON SIAMO CON L'OCCIDENTE NÈ CON L'ORIENTE. DOBBIAMO RISCONTRARE PERÒ, OBBIETTIVAMENTE, NEI PADRONI DELL'OCCIDENTE IL DESIDERIO SANGUINARIO E VIOLENTO DELL'ODIO E DELL'ARROGANZA RISPETTO AI POTENTI DELLA RUSSIA I QUALI, NEL CASO SPECIFICO DELLA CRISI CHE COINVOLGE LA NAZIONE DELL'UCRAINA, AGISCONO DIFENDENDOSI DALLA MENZOGNA E DALL'INGANNO. CIÒ NON ASSOLVE I POTENTI DELLA RUSSIA ED IL LORO PRESIDENTE DA PORRE IN ESSERE UNA POLITICA CON AZIONI MILITARI VIOLENTE PER NIENTE A FAVORE DELLA PACE. NOI “ALIENI”, COME VOI CI DEFINITE, IN OGNI CASO NON SAREMO MAI ALLEATI E COMPLICI DI NESSUNA DELLE DUE FAZIONI IN LOTTA. VOGLIAMO RICORDARVI INOLTRE CHE I MEZZI SCIENTIFICI CHE NOI POSSEDIAMO POTREBBERO NEUTRALIZZARE IN OTTO MINUTI DEL VOSTRO TEMPO OGNI TIPO DI ATTIVITÀ BELLICA (ANCHE NUCLEARE) POSTA IN ESSERE SULLA TERRA SE DOVESSE ESPLODERE UN CONFLITTO MONDIALE. NOI, ANCHE QUESTA VOLTA, CI PERMETTIAMO DI INTERVENIRE SOLO CON IL VERBO CHE SI FA PAROLA, ATTRAVERSO LO SCRIVENTE, SOLO PER RICORDARE AGLI ABITANTI DELLA TERRA CHE LA NOSTRA MISSIONE IN CASO DI CONFLITTO ATOMICO È QUELLA DI PORRE IN SALVO ALCUNI MILIONI DI PERSONE, UOMINI, DONNE E CENTINAIA DI MILIONI DI BAMBINI CON LE NOSTRE COSMICHE ASTRONAVI. QUESTO INTERVENTO AVVERREBBE PER VOLONTÀ DI COLUI CHE VOI CHIAMATE DIO E CHE NOI ADORIAMO COME INTELLIGENZA SUPREMA DEL COSMO. NON È LA PRIMA VOLTA CHE DIVULGHIAMO QUESTO TIPO DI COMUNICATI ALL'UMANITÀ, LO ABBIAMO GIÀ FATTO NEL VOSTRO RECENTE PASSATO QUANDO ALTRE CRISI MONDIALI HANNO MINACCIATO UNA GUERRA ATOMICA SUL VOSTRO PIANETA. LO FACCIAMO ANCORA UNA VOLTA CON LA CONSAPEVOLEZZA CHE RICORDARE QUESTA PROMESSA SIA UNA CONSOLAZIONE PER I GIUSTI E I BUONI. NOI NON MINACCIAMO RAPPRESAGLIE CONTRO DI VOI SE NON CREDETE AL NOSTRO DISCORSO E AI NOSTRI MESSAGGI. SIETE LIBERI DI ACCETTARE O RIFIUTARE, CIÒ CHE PER NOI È FONDAMENTALE CHE VOI SAPPIATE È CHE LA SALVEZZA DELLO SPIRITO, DELL'ANIMA E IN QUESTO CASO ANCHE DEL CORPO, LA CONQUISTERANNO TUTTI COLORO CHE SI IMPEGNANO CON TUTTO LORO STESSI NEL MIGLIORARE LA VOSTRA SOCIETÀ, CIOÈ TUTTA L'UMANITA CHE IN QUESTO TEMPO ATTRAVERSA LA PIÙ GRAVE CRISI ESISTENZIALE DELLA VOSTRA STORIA. UNA SOCIETÀ UMANA AMMALATA GRAVEMENTE NELLO SPIRITO, PRIVA D'AMORE, DI PACE E GIUSTIZIA. IL NOSTRO MESSAGGERO E FRATELLO,


LO SCRIVENTE, RECENTEMENTE HA DETTO E SCRITTO: “UNA MISSIONE SPIRITUALE DIVINA È TALE, SE C’È L’IMPEGNO NELLA SOCIETÀ CIVILE A FAVORE DELLA PACE E DELLA GIUSTIZIA IN TUTTI I SENSI". NOI, CONDIVIDIAMO TOTALMENTE QUESTO CONCETTO E VOGLIAMO RICORDARLO A TUTTI I FRATELLI DELLA TERRA CHE SEGUONO IL CAMMINO SPIRITUALE E A TUTTI COLORO CHE DA NOI SONO STATI CONTATTATI. IL SERVIZIO, L'AMORE, L'UBBIDIENZA, L'UMILTÀ E IL SENSO DELLA GIUSTIZIA DEVONO PERSONIFICARE IL VOSTRO SPIRITO E LA VOSTRA VITA, SENZA LE QUALI NON POTRETE EREDITARE IL REGNO DI DIO CHE IL NOSTRO E VOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO PRESTO INSTAURERÀ ANCHE SULLA TERRA. NOI PREGHIAMO L'ALTISSIMO CHE QUESTO GIORNO ARRIVI PRESTO PER GIOIRE, ESULTARE DI GIOIA E VEDERE CON I NOSTRI OCCHI IL VOSTRO MERAVIGLIOSO MONDO FINALMENTE ENTRARE ED ESSERE PARTE DELLA GRANDE FAMIGLIA COSMICA DELL'ETERNO PADRE CREATORE. PACE! SETUN SHENAR E I FRATELLI SALUTANO AUGURANDO LA PACE AL DI SOPRA DI TUTTE LE FRONTIERE PIANETA TERRA 2 Marzo 2014. Ore 21:15 G.B.


Ritengo che le parole dei Signori dello Spazio lascino poco adito a interpretazioni e che la loro cristallina chiarezza basti a bollare come Fake News le dichiarazioni dell’Ex Generale. Forse le rivelazioni fatte a partire dal 2017 dal Pentagono sulla realtà di una evolutissima aviazione, che viola impunemente il teatro delle loro esercitazioni militari, non stanno portando acqua al mulino del potere così come si sarebbero aspettati, ma è da chiedersi: gli si stanno ritorcendo contro? Potrebbe essere, e allora tali sconnesse e deliranti dichiarazioni non sarebbero altro che un maldestro tentativo di correzione per buttare tutto nuovamente nel pentolone delle assurdità e del paradossale per screditare tutto, anche le loro stesse rivelazioni. Pier Giorgio Caria Ph: giorgio barbagallo

Non ne abbiamo la certezza, ma che non sia un caso mi sento di affermarlo. Sappiamo che gli israeliani sono gente molto seria che non fa esternazioni di tale portata a casaccio e con leggerezza. Sia quel che sia, i loro giochini di guerra verso le Potenze Celesti falliranno miseramente e in molti avranno da versare lacrime amare quando le profetiche parole dell’Apostolo si compiranno. Matteo 24, 27-29: 27 Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 28 Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno le aquile. 29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Mi auguro che la maggior parte di coloro che hanno letto la notizia sulle dichiarazioni del Prof. Haim Eshed sappiano ben discernere e difendersi con la lente e la spada della verità, da tali tragicomiche e sfacciate manipolazioni. Certo è che la “verità del tempo di tutti i tempi” non potrà essere fermata da nessuno. P. G. Caria, 14 dicembre 2020 Fonti: https://www.jpost.com/omg/former-israeli-space-security-chief-says-aliens-exist-humanity-not-read y-651405 https://www.timesofisrael.com/israeli-space-chief-says-aliens-may-well-exist-but-they-havent-methumans/ https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2020/12/09/gli-alieni-esistono-accordo-con-usa-trump-tutto _J2UUhj3tA8hcsALWPvyEOO.html




HO SCRITTO IL 21 NOVEMBRE 2020: COME HA DETTO NELL'ULTIMO COMUNICATO SETUN SHENAR, SCIENZIATO E COMANDANTE DI UNA SQUADRA EXTRATERRESTRE CHE GUIDA LA MIA PERSONA, GLI ESSERI DI LUCE SONO PRESENTI E OPERANTI SULLA TERRA E IL PROGRAMMA “CONTATTO PLANETARIO” È IN CORSO. L'EVENTO ACCADUTO A CITTÀ DEL MESSICO (SFERA DI LUCE E AEREO DI LINEA TERRESTRE) È UN ULTERIORE SEGNO DI QUESTO TEMPO. LEGGETE E VEDETE IL SERVIZIO DEL GRANDE RICERCATORE JAIME MAUSSAN. IN FEDE G.B. PIANETA TERRA 21 Novembre 2020


SFERA SFIORA AEREO DI LINEA IN MESSICO

Jaime Maussan, il noto ricercatore messicano, ha dato notizia, nel suo programma Tv Tercer Milenio 360, di un pericoloso incidente che avrebbe interessato la città di Messico. Il 2 novembre del 2020, un aereo della linea Commerciale Volaris che sorvolava la città del Messico, già nella fase di discesa sulla pista dell’aeroporto, si è visto passare una sfera a pochi centimetri dall’ala sinistra. “Un incontro pericoloso” lo definisce Carlos Clemente nel video proiettato in esclusiva da Tercer Milenio 360 che mostra le fasi di questo insolito incontro ravvicinato. Le immagini sono uniche. L'oggetto passa ad alcuni centimetri dall'ala sinistra dell'aeronave che in quel momento, essendo in fase di discesa, era a velocità rallentata. Se avesse urtato la sfera, l’aereo avrebbe perso stabilità precipitando nella zona urbana della città di Messico. Una tragedia inimmaginabile! Il video è stato ripreso da Guglielmo Conia che viaggiava da Merida alla città del Messico e mostra chiaramente l’aereo in fase di manovra di atterraggio e la sfera ben visibile vicino all’ala sinistra. Carlos Clemente aggiunge che frequentemente aeronavi che decollano o atterrano nella città del Messico riferiscono la presenza di strane sfere che interferiscono con le loro operazioni. E sono anche rilevate dai radar. Ha ricordato anche un precedente accaduto il 14 gennaio del 2015, quando alcuni marinai a bordo di un aereo da turismo che sorvolava la zona di Metepec hanno registrato il passaggio di diverse sfere che sorvolavano in senso contrario e in modo pericoloso. Situazioni da considerare di alto rischio. È importante che le autorità aeronautiche ammettano l'esistenza di questi fenomeni nei cieli e in Messico. Maria José Lastra 21 Novembre 2020


ASTRONAVE EXTRATERRESTRE FOTOGRAFATA E FILMATA DA ANTONIO URZI DOMENICA 13 NOVEMBRE A MILANO. (ITALIA) SETUN SHENAR E I FRATELLI DELLA LUCE COMUNICANO: LA NOSTRA SCIENZA COSMICA È IN GRADO DI COSTRUIRE ASTRONAVI CHE HANNO LA CAPACITÀ DI USCIRE ED ENTRARE DAL VOSTRO CAMPO VISIVO UMANO E DA QUELLO DEI VOSTRI VISORI E SENSORI ARTIFICIALI (SMATERIALIZZAZIONE E MATERIALIZZAZIONE). SE PER VOI QUESTI CONCETTI SONO FANTASCIENZA, NON LO SONO PER NOI CHE SIAMO NATI 15 MILIARDI DI ANNI OR SONO DEL VOSTRO TEMPO. MANIFESTIAMO QUESTI SEGNI PER INDURRE I VOSTRI SPIRITI AD UN SERIO DISCERNIMENTO E STIMOLARE NELLE VOSTRE ANIME STUPORE E MERAVIGLIA. DISCERNIMENTO PER REALIZZARE CHE NOI SIAMO UNA CIVILTÀ SUPERIORE ALLA VOSTRA IN SCIENZA E COSCIENZA, STUPORE E MERAVIGLIA PER INFONDERE NEI VOSTRI CERVELLI E NELLE VOSTRE COSCIENZE IL SEGUENTE UNIVERSALE INSEGNAMENTO: NOI POSSEDIAMO DELLE ARMI E UNA TECNOLOGIA CHE IN SOLO OTTO MINUTI DEL VOSTRO TEMPO POTREBBE ANNIENTARE LA VOSTRA CIVILTÀ MA LA REDENZIONE CHE ABBIAMO ACQUISITO DAL CRISTO, RE DELL'UNIVERSO, CI IMPONE LA NON VIOLENZA COME BASE DELLA VITA, IL NON INTERFERIRE NELLE SCELTE DELLE ALTRE CIVILTÀ E TRASMETTERE CONTINUAMENTE A TUTTI IL TRIPODE DEI SENTIMENTI SUL QUALE POGGIA LA STRUTTURA DELL'EDIFICIO COSMICO: GIUSTIZIA, PACE E AMORE. NOI USIAMO LE NOSTRE ARMI SOLO PER DIFESA ESTREMA E PER UN ALTRO MOVENTE CHE TRA POCO VI ILLUSTREREMO. SUL VOSTRO PIANETA SIAMO PRESENTI PER MISSIONE E NON PER MOTIVI PROFESSIONALI LEGATI ALLA RICERCA DELLA VITA SU ALTRI PIANETI. QUESTO PREZIOSO LAVORO LO PONIAMO IN ESSERE IN ALTRE CIRCOSTANZE, MA NON RIGUARDANO IL VOSTRO MONDO PERCHÈ LO CONOSCIAMO DA MILIONI DI ANNI. LA NOSTRA MISSIONE SUL VOSTRO PIANETA È PREPARARE IL RITORNO DI COLUI CHE CI HA REDENTI, CHE HA GIÀ REDENTO MILIARDI DI ALTRE CIVILTÀ SPARSE NELL'INTERO UNIVERSO E CHE REDIMERÀ, SIATENE CERTI, ANCHE LA VOSTRA CIVILTÀ, O CIÒ CHE RIMARRÀ DI ESSA, CIOÈ DI QUELLA PARTE DELLA VOSTRA UMANITÀ CHE SFUGGIRÀ ALLA MORTE SECONDA. A LUI, A GESÙ CRISTO, NOI SIAMO DEVOTI E QUINDI APPARTENIAMO PER DIRITTO ALLE SUE CELESTI LEGIONI. PIÙ VOLTE VI ABBIAMO DETTO CHE NOI SIAMO GLI ANGELI DI BIBLICA MEMORIA, GLI EXTRATERRESTRI DEL VOSTRO TEMPO.


SOLO SU SUO ORDINE POSSIAMO INTERVENIRE CON SEVERA GIUSTIZIA CONTRO LA VOSTRA CIVILTÀ USANDO TUTTI MEZZI CHE ABBIAMO A NOSTRA DISPOSIZIONE. CIÒ ACCADREBBE, COME GIÀ VI ABBIAMO DETTO IN ALTRI COMUNICATI, SE SUL VOSTRO MONDO DOVESSE SCATENARSI UNA GUERRA NUCLEARE TRA DUE O PIÙ NAZIONI. IL NOSTRO INTERVENTO QUINDI SAREBBE DI AIUTO PER TUTTI GLI UOMINI, DONNE E BAMBINI CHE NOI DEFINIAMO IN CODICE IL “SALVABILE”, E DI PREVENZIONE NEL CASO L'UOMO AVESSE INTENZIONE DI DISTRUGGERE IL PIANETA TERRA. A TAL PROPOSITO VOGLIAMO RICORDARVI CHE ALCUNE NAZIONI POTENTI DEL VOSTRO GLOBO POSSIEDONO UN ARSENALE DI BOMBE NUCLEARI PARI A 20.000 TESTATE ATOMICHE, SOLO UNA TERZA PARTE DI QUESTE POTREBBE DISTRUGGERE L'INTERO PIANETA CHE ABITATE. STATE ATTENTI DUNQUE! LA NOSTRA SPERANZA È QUELLA DI OSSERVARE SEMPRE DI PIÙ IL RISVEGLIO DI MOLTE ANIME AI VALORI UNIVERSALI E LA NOSTRA CERTEZZA È QUELLA CHE IL PADRE CREATORE INSTAURERÀ ANCHE SUL VOSTRO MERAVIGLIOSO E DIVINO PIANETA UNA STANZA DEL SUO REGNO. ABBIATE LA NOSTRA PACE E QUELLA DI CRISTO. SETUN SHENAR E I FRATELLI SALUTANO Pianeta Terra 17 novembre 2011. Ore 13:20 G.B.

P. S. L'ASTRONAVE FILMATA E FOTOGRAFATA DAL NOSTRO AMICO E FRATELLO URZI È UN TRACCIATORE MAGNETICO CHE STA EFFETTUANDO UNA MANOVRA DALLA FASE SOLIDA MATERIALE A QUELLA DINAMICA ASTRALE. IN PRATICA USANDO IL VOSTRO LINGUAGGIO TRATTASI DI SMATERIALIZZAZIONE E MATERIALIZZAZIONE DI AERONAVI SPAZIALI DURANTE IL VOLO, CIOÈ IL PASSAGGIO DALLA TERZA ALLA QUARTA DIMENSIONE. PACE A VOI DA SETUN SHENAR.


AVVERTIMENTO DEI PILOTI EXTRATERRESTRI AI PILOTI CIVILI E MILITARI DI TUTTE LE NAZIONI DELLA TERRA CREDIAMO OPPORTUNO COMUNICARVI CHE I NOSTRI VEICOLO SPAZIALI, CHE VOI TERRESTRI CHIAMATE DISCHI VOLANTI, SONO MOSSI DA UNA POTENTE ENERGIA FLUTTUANTE, SCONOSCIUTA DA VOI E DAGLI SCIENZIATI DEL VOSTRO PIANETA. VI ESORTIAMO, FRATERNAMENTE, PER LA VOSTRA INCOLUMITÀ E PER LA SICUREZZA DEI PASSEGGERI CHE TRASPORTATE CON I VOSTRI AEREI, DI NON ECCEDERE NELLA CURIOSITÀ, E DI EVITARE ASSOLUTAMENTE DI INSEGUIRCI E DI METTERVI SULLA NOSTRA SCIA DI VOLO. PRINCIPALMENTE CI RIVOLGIAMO AL CIECO SENSO DI IRRESPONSABILITÀ DEGLI UOMINI PREPOSTI AL COMANDO DEGLI AEREI MILITARI INCARICATI DI INTERCETTARE I NOSTRI MEZZI SPAZIALI, DI AVVICINARLI IL PIÙ POSSIBILE PER FOTOGRAFARLI O ABBATTERLI. ESORTIAMO ANCHE VOI, CARI FRATELLI, A NON FARLO PER IL VOSTRO BENE E PER LA NOSTRA TRANQUILLITÀ DI COSCIENZA. NOI CI FACCIAMO NOTARE BEN VOLENTIERI E CON TUTTE LE NECESSARIE PRECAUZIONI, MA VOI NON FATE ALTRETTANTO, E SPESSO, LA VOSTRA ASSURDA ZELANTERIA VI PROCURA GRAVI E MORTALI INCIDENTI. A PARTE IL FATTO CHE I NOSTRI MEZZI SPAZIALI POSSONO RAGGIUNGERE VELOCITÀ PER VOI IMPOSSIBILI ED INCONCEPIBILI, LE VOSTRE ARMI, QUALUNQUE ESSE SIANO, NON POTRANNO MAI INCIDERE SULL’ASSOLUTA SICUREZZA DEI NOSTRI MEZZI, NÉ POSSONO METTERE IN PERICOLO LE NOSTRE ESISTENZE. È INVECE ESTREMAMENTE PERICOLOSO PER VOI E PER I VOSTRI AEREI, INCANALARVI NELLA SCIA DEI NOSTRI MEZZI SPAZIALI IN NAVIGAZIONE. SAPPIATE VOI, E LO SAPPIANO PURE I VOSTRI SCIENZIATI, CHE I NOSTRI MEZZI VIAGGIANO NEL VUOTO ASSOLUTO E ALLA VELOCITÀ DELLA LUCE, USANDO LA STESSA ENERGIA CHE CONSENTE AI CORPI CELESTI, COMPRESI I PIANETI DEL SISTEMA SOLARE, DI RIMANERE NELLO SPAZIO COSMICO IN UN PERFETTO STATO ANTIGRAVITAZIONALE RISPETTO AGLI ALTRI PIANETI. ANCORA VOI, ED IN MODO PARTICOLARE I VOSTRI SCIENZIATI, NON CONOSCETE LA TITANICA ENERGIA CHE SOVRASTA LE ZONE SINO AD OGGI ESPLORATE DAI VOSTRI SATELLITI ARTIFICIALI. L’IMPRIGIONAMENTO E L’ASSERVIMENTO DI TALE ENERGIA È PER NOI POSSIBILE FACILMENTE ATTUABILE, GRAZIE A SPECIALI APPARECCHI CHE CI CONSENTONO TALE OPERAZIONE, GIÀ DA MOLTI MILLENNI. INOLTRE, QUESTA ENERGIA VIENE DA NOI CONDENSATA A NOSTRO PIACIMENTO E A SECONDA DEL POTENZIALE DI PROIEZIONE RICHIESTO DALLA CIRCOSTANZA. LA SPINTA DI PROIEZIONE DEI NOSTRI MEZZI SPAZIALI È QUINDI REGOLABILE, E NOI LA PORTIAMO AGLI ESTREMI LIMITI QUANDO CI INCONTRIAMO CON I VOSTRI APPARECCHI PER QUESTI DUE PRINCIPALI MOTIVI: A) CONSENTIRE AL VOSTRO POTERE VISIVO DI OSSERVARCI E ALLA VOSTRA INTELLIGENZA DI DEDURRE; B) EVITARE IL PIÙ POSSIBILE L’ALLARGAMENTO DELL’ALONE ENERGETICO AL FINE DI ANNULLARE UN EVENTUALE SCONTRO DI ESSO CON I VOSTRI AEREI.


PERÒ SPESSO SUCCEDE CHE INDIRIZZATE I VOSTRI AEREI SUI NOSTRI MEZZI, COSTRINGENDOCI AD ACCELERARE LA SPINTA DI PROIEZIONE E QUINDI, IL CONSEGUENTE ALLARGAMENTO DELL’ALONE DELL’ENERGIA FLUTTUANTE. DA CIÒ NASCONO GRAVI EVENIENZE CHE POSSONO INDURVI IN SITUAZIONI ESTREMAMENTE PERICOLOSE, ED ANCHE MORTALI. INVESTIRE ANCHE IL RESIDUO DI ENERGIA ANCORA IN UN RELATIVO STATO DI CONDENSAZIONE, CHE VIENE LASCIATA DAI NOSTRI MEZZI, COMPORTA PER I VOSTRI AEREI LA COMPLETA DISINTEGRAZIONE, E QUINDI LA VOSTRA SICURA MORTE. PERCIÒ VI INVITIAMO, CON FRATERNO AMORE, A NON AVVENTURARVI CON INCOSCIENZA IN TALI IMPRESE, E VI ESORTIAMO, CON SPIRITUALE AFFETTO, A RALLEGRARVI DEI NOSTRI INCONTRI, COSÌ COME CE NE RALLEGRIAMO NOI, CON SERENITÀ E PACE NEL CUORE. NOI VOGLIAMO SOLO AIUTARVI A SPRONARVI A FARVI INTENDERE LA NOSTRA COSCIENZA E LA NOSTRA SANTA MISSIONE DI BENE UNIVERSALE E DI VERITÀ DIVINA. NOI EDIFICHIAMO I PRESUPPOSTI IDEALI PER IL SANTO AVVENTO DELLA GIUSTIZIA CELESTE PER VOLONTÀ SANTA DI DIO. NOI VENIAMO DA VOI, SULLA TERRA, ANIMATI DA SUO SANTO AMORE E DALLE SUE SACRE LEGGI. RAVVEDETEVI! STATE ATTENTI E CONSIGLIATI. QUESTO VI ABBIAMO COMUNICATO TRAMITE LA NOSTRA MENTE SULLA TERRA PER AVVERTIRVI E RENDERVI CONSAPEVOLI. LA PACE E LA SERENITÀ SIANO SU VOI E SU TUTTA L’UMANITÀ. DAGLI EXTRATERRESTI IN FEDE EUGENIO SIRAGUSA


News: All’uomo una sola Terra non basta più. Già sfruttate le risorse di quest’anno In otto mesi abbiamo esaurito cibo, acqua e spazio che la natura ci offre. Il lockdown per il Covid ha ritardato la scadenza solo di tre settimane. All’uomo una sola Terra non basta più. Già sfruttate le risorse di quest’anno. Mario Tozzi Fonte: https://www.lastampa.it SETUN SHENAR E LA FRATELLANZA DI ADONIESIS COMUNICANO: ENTRO IL 2050 DEL VOSTRO TEMPO LA FINE DELLA VITA SUL VOSTRO PIANETA NON SIAMO NOI, GLI “ALIENI CATASTROFISTI”, AD ANNUNCIARLO, MA VOI STESSI, CARI TERRESTRI. LEGGETE L'ARTICOLO ALLEGATO, FONTE DI NOTIZIE AUTENTICHE E ALLARMANTI, E VI RENDERETE CONTO DI QUANTO AFFERMIAMO. NOTIAMO, CON NON POCO RAMMARICO, CHE I NOSTRI REITERATI AVVERTIMENTI AVEVANO RAGIONI FONDATE, CARICHE DI SOMMA PREOCCUPAZIONE PER LA VOSTRA SOPRAVVIVENZA. NON AVETE VOLUTO ASCOLTARE E CI AVETE IGNORATI! LA VOSTRA CIVILTÀ UMANA, RAPPRESENTATA DALL'HOMO SAPIENS, È UN VIRUS PERICOLOSO E DEVASTANTE PER L'ANIMA E IL CORPO DELLA TERRA MADRE.


ELLA E IL MONARCA SOLARE, IL GESÙ CRISTO CHE NOI SERVIAMO, NON PERMETTERANNO LA MORTE DEL VOSTRO PIANETA E QUINDI, ENTRO E NON OLTRE L'ANNO 2050 DEL VOSTRO TEMPO, PORRANNO IN ESSERE UNA RAPPRESAGLIA DI DIFESA NATURALE CHE PROVOCHERÀ LA MORTE DI MILIARDI DI ESSERI UMANI CHE SONO INFETTI DAL VIRUS DELL'HARBAR: LA PESTE DEI NEURONI DEL CERVELLO. TUTTAVIA È NEI PROGETTI DEI MAESTRI COSMICI, COLORO CHE DIRIGONO LA NOSTRA CONFEDERAZIONE, DI TENTARE IL TUTTO PER TUTTO PRIMA CHE LA VOSTRA SOCIETÀ UMANA SPROFONDI NELL'ABISSO DI UNA CRISI SENZA RITORNO. UN TENTATIVO DI CONTATTO PLANETARIO TRA LA NOSTRA CIVILTÀ EVOLUTA CON LA RAZZA UMANA. IL PROGETTO IN CORSO CON IL SUO PROGRAMMA SPECIFICO VI È GIÀ STATO ILLUSTRATO DALLO SCRIVENTE, NOSTRO MESSAGGERO, IN ALTRI COMUNICATI E IN PLURIMI DISCORSI IN CONFERENZE PUBBLICHE. SE VOLETE, CONSULTATE LO STESSO PER APPROFONDIMENTI. ANCORA VOGLIAMO DIRVI CHE NON TUTTI GLI HOMO SAPIENS SONO UNA MINACCIA PER LA TERRA, COSTORO SONO SOTTO NOSTRA OSSERVAZIONE COSTANTE E IN UN QUALSIASI MOMENTO SIAMO IN GRADO DI PRELEVARLI CON LE NOSTRE ASTRONAVI E METTERE AL SICURO LA LORO VITA FISICA E ANCHE SPIRITUALE. SIAMO DELUSI E AMAREGGIATI PER LA VOSTRA SCELTA SUICIDA, MA CI CONSOLA CHE L'IDDIO CHE VI HA CREATI E CI HA CREATI DARÀ A NOI IL CONSENSO DI SALVARE IL SALVABILE. PACE A TUTTI. SETUN SHENAR E LA FRATELLANZA DI ADONIESIS SALUTANO PIANETA TERRA 2 Dicembre 2020. Ore 15:00 G.B.


HO SCRITTO II 1 DI NOVEMBRE 2020: ELLA, LA SANTISSIMA MADRE MARIA, È PRESENTE ED OPERANTE NELLA NOSTRA OPERA, NELLE NOSTRE COMUNITÀ-ARCHE, NELLA NOSTRA FAMIGLIA. LA MEMORIA DEI VIVI. LEGGETE E MEDITATE. IN FEDE VOSTRO G.B. 1 Novembre 2020

PIANETA TERRA

UNA LUCE, UNA SFERA BIANCO MERCURIALE PROVENIENTE DALL’EST DEL MARE ADRIATICO, SI ELEVA VERSO IL CIELO PER POI VOLARE VERSO IL NORD NEI PRESSI DI UN COLLINA E APPOGGIARSI IN UNO DEI RAMI DEI DUE PINI POSTI IN CIMA ALLA STESSA. UN GIOVANE UOMO IN GINOCCHIO, SOSTENUTO DAL PROPRIO FRATELLO E DA SUA MADRE, ALLA PRESENZA DI CENTINAIA DI PERSONE, È TESTIMONE DELL'APPARIZIONE DELLA SANTA MADRE. IL MESSAGGIO È, COME SEMPRE, UN INVITO ALLA CONVERSIONE, AL RAVVEDIMENTO E, SOPRATUTTO, L'ANNUNCIO DELLA SECONDA VENUTA DI CRISTO NEL MONDO. GESÙ, ATTRAVERSO IL VEGGENTE, FA SENTIRE LA SUA VOCE, IL VERBO CHE SI FA PAROLA. INIZIA COSÌ, IL CAMMINO PER IL MONDO DI UNA VOCE CHE GRIDA NEL DESERTO. OGGI, 1 NOVEMBRE DELL'ANNO DOMINI 2015, LA VOCE È PIÙ CHE MAI FORTE E GRIDA: RESISTENZA PER LA DIFESA DEI GIUSTI! RESISTENZA PER COLORO CHE SOFFRONO! RESISTENZA PER ESSERE SERVI DEI SERVI DI DIO. IL TEMPO È VENUTO, RAVVEDETEVI, DISSE EUGENIO SIRAGUSA, MENTORE DEL GIOVANE VEGGENTE, CHI HA POSTO IL PROPRIO CUORE NELLA LUCE DELLA GIUSTIZIA, DELLA VERITÀ E DELLA SAGGEZZA, COSTORO SONO GIÀ SULLA SOGLIA DEL REGNO DI DIO. PACE! 1 Novembre 2020 G. B. DAL CIELO ALLA TERRA


1° NOVEMBRE: GIORNO DI TUTTI I SANTI LA COMUNIONE DEI VIVI, DI COLORO CHE HANNO FERMAMENTE CREDUTO E SERVITO L’AMORE PIÙ GRANDE DI TUTTI GLI AMORI, UNA SPECIALE VISITAZIONE DI COLEI CHE HA VERSATO LACRIME DI SANGUE NELLA SPERANZA DI UN SERIO RAVVEDIMENTO DELL’UMANITÀ. UN GIORNO PARTICOLARE PER NOI, PER NOI CHE NON ABBIAMO AVUTO SEGRETI NEL DIFFONDERE IL MESSAGGIO CHE DAL CIELO È ARRIVATO SULLA TERRA. NON SIAMO STATI COMPRESI, NON IMPORTA, LE POTENZE CELESTI CI HANNO CONCESSO LE DIVINE CONSOLAZIONI E I SEGNI PALESI DELLA LORO BENEVOLENZA. I TEMPI SI SONO ACCORCIATI E POICHÈ È VENUTO MENO IL RICHIESTO RAVVEDIMENTO E L’IMPELLENTE NECESSITÀ DI FRENARE LE FOLLIE DEGENERATIVE E DISTRUTTIVE DI QUESTA GENERAZIONE, IL MESSAGGIO SEGRETO, NON PIÙ SEGRETO DI FATIMA, ENTRA NEL SUO TEMPO REALIZZATIVO. I SEGNI GIÀ CI SONO E I GUAI PURE, ANCHE SE IL PEGGIO È PROSSIMO AD ARRIVARE. LA STORIA DI SODOMA E GOMORRA POTREBBE RIPETERSI CON UNA VASTISSIMA CARICA PURIFICATRICE. SPERATE TANTO CHE CIÒ NON AVVENGA ANCHE SE LA IRREVERSIBILITÀ DELLA DEGENERAZIONE IN ATTO INDUCONO A DISPERARE. L’ANGOSCIA DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO È GRANDE MA LA GIUSTIZIA DELLA POTENZA ONNICREANTE DEVE TRIONFARE. LA STORIA BIBLICA DI SODOMA E DI GOMORRA SI RIPETERÀ AFFINCHÈ IL SALVABILE SIA SALVATO. EUGENIO SIRAGUSA 1 Novembre 1989


LA CHIAMATA QUANTI SONO STATI I SEGNATI CHE HANNO RISPOSTO ALLA CHIAMATA? QUANTI SARANNO GLI ELETTI NEL GIORNO DEL GIUDIZIO? BEATI COLORO CHE SI SONO LASCIATI TRAINARE DALL’UBBIDIENZA E DALLA FEDE, BEATI. COSTORO SARANNO GLI ARTEFICI DEL REGNO PROMESSO. LA LORO PROGENIE GODRÀ DEL PARADISO CHE VERRÀ INSTAURATO DAI FIGLI DELLA LUCE, DAI GENI DI COLUI CHE IMPERA SOVRANO IN CIELO E IN TERRA. A QUANTI SI SONO ACCOSTATI AL CALICE VIVENTE DELLA COMUNIONE SARÀ CONCESSA L’ETERNA GIOIA DELLO SPIRITO, LA SOAVE FELICITÀ DELL’ANIMA E IL BENE FECONDO E DURATURO DELL’AMORE CHE LA MADRE TERRA CONCEDE A CHI LA DIFENDE E LA AMA. A COSTORO VADA LA TENEREZZA DI CHI SI È PREMURATO A TOCCARLI CON IL SANTO SPIRITO PER ESSERE DEGNI FIGLI DEL PADRE GLORIOSO; AGLI ASSENTI, A COLORO CHE HANNO PREFERITO IL RIPOSO ALLA FATICA, IL SILENZIO AL RICHIAMO, L’INDIFFERENZA ALLE SOLLECITAZIONI ALL’AMORE PIÙ GRANDE DI TUTTI GLI AMORI, SARANNO RICHIAMATI CON SEVERITÀ E SARANNO SEMPRE LORO A DIRE: “SI, SI”, “NO, NO”. DAL CIELO ALLA TERRA Eugenio Siragusa 5 novembre 1989 Ore 9:00


HO SCRITTO L'8 DICEMBRE 2020: L'IMMACOLATA CONCEZIONE! LO SPIRITO SANTO CHE PERSONIFICA LA BEATA MADRE DELL'UOMO DIO GESÙ-CRISTO. DEVOZIONE E AMORE SENZA FINE PER TE MADRE SANTISSIMA. IN FEDE TUOI SERVI. PIANETA TERRA 8 Dicembre 2020 G.B. P. S.: AUGURI ALLA SANTA MADRE DEL SIGNORE GESÙ. SPERIAMO, CON IL NOSTRO SERVIZIO, DI ASCIUGARE LE SUE LACRIME DI SANGUE PROVOCATE DALL'ODIO UMANO. In fede G. B.


8 DICEMBRE 1993: IMMACOLATA CONCEZIONE SEI TU, MADRE, CHE GEMI DI DOLORE; SEI TU CHE PIANGI LACRIME DI SANGUE, CHE TI DISPERI PER LA SORTE DEI NUMEROSI TUOI FIGLI; SEI TU, MADRE, SPIRITO DELLA TERRA, CHE TUTTO DAI SENZA CHIEDERE NULLA IN CAMBIO, CHE DALLA LUCE DEL PADRE GLORIOSO GENERI MILLE E MILLE FORME, MILLE E MILLE SOSTANZE PER IL MATERNO TUO BISOGNO DI AMORE VERSO I FIGLI DELLA TUA STESSA GENITURA. SEI TU, MADRE DOLCISSIMA, CHE INSTANCABILMENTE SCENDI A NOI PER CONCEDERCI IL TUO MESSAGGIO CARICO D'ANGOSCIA E DI DOLORE. SÌ, MADRE DOLCISSIMA, MADRE DEL MATERNO AMORE, SEI TU CHE CI DAI LA GRAZIA DI TESTIMONIARE DI TE E DEL TUO LUMINOSO ESEMPIO DI SACRIFICIO E DI SOFFERENZA. SEI TU, DONNA E MADRE, CHE NUTRI DI MATERNA DOLCEZZA LA NOSTRA VITA E LA FAI DEGNA D'ESSERE VISSUTA. MADRE, SE GLI UOMINI TI CAPISSERO E TI ADORASSERO COSÌ COME DOVRESTI ESSERE CAPITA E ADORATA, QUALE BENE SUPREMO NE TRARREBBE LA LORO ESISTENZA; QUALE DIVINO AMORE SUSCITEREBBERO GLI UNI VERSO GLI ALTRI. SÌ, TENERISSIMO E LUCENTE AMORE, IL NOSTRO CUORE È FERITO DAL TUO SANGUE, MA NON SI FERMA DI BATTERE FINO A CHE IL TUO DESIDERIO DI SOPRAVVIVENZA DEL GENERE UMANO NON VENGA ESAUDITO CON LA SALVEZZA DEL SALVABILE. NOI TI ADORIAMO, MADRE, PERCHÈ VOGLIAMO ESSERE SEMPRE TUOI FIGLI Giorgio e Eugenio ricordandoti oggi, domani e sempre, per l'eternità


LA TILMA DELLA VERGINE DI GUADALUPE È VIVA. LA NOSTRA SCIENZA, 15 MILIARDI DI ANNI PIÙ EVOLUTA DELLA VOSTRA, PUÒ FARE QUESTO E ALTRI MIRACOLI NELLA VOSTRA DIMENSIONE. LEGGETE, IMPARATE E SERVITE IL SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA. PACE! DAGLI ESSERI DI LUCE CON AMORE. PIANETA TERRA 12 Dicembre 2020. Ore 10:12 G. B. DAL CIELO ALLA TERRA EL AYATE, LA TILMA SACRA DIVINA DELLA VERGINE DI GUADALUPE, CHE APPARVE A JUAN DIEGO NEL 1531, È LÌ ANCORA, A CITTÀ DEL MESSICO, SEMPRE VIVO, SEMPRE PRESENTE, SEMPRE MIRACOLOSO. I GENI COSMICI SI SONO DEGNATI NEL PASSATO PROSSIMO DI DONARMI DELLE PERLE DI CONOSCENZA SU QUESTO MIRACOLO. REPETITA IUVANT. LEGGIAMO E REALIZZIAMO LA VERITÀ DEL TEMPO DI TUTTI I TEMPI. IN FEDE G. B. Pianeta Terra 12 Dicembre 2019 G. B.


IL GENIO COSMICO DELLA VERGINE DI GUADALUPE ASCOLTAMI FIGLIOLO, VEGLIA CON ME E SCRIVI. GUARDAMI! PRENDO FORMA E SOSTANZA NELLA DIMENSIONE NELLA QUALE TEMPORANEAMENTE TI TROVI. GUARDAMI! SCRIVI! SONO UN GENIO SOLARE, ASCOLTATEMI: SE AVESTE AVUTO LA POSSIBILITÀ, IL 12 DICEMBRE DEL 1531 DEL VOSTRO TEMPO, DI ESSERE PRESENTI AL CONTATTO TRA LA MADRE DELL'UNIVERSO MIRIAM E UN SUO DEVOTO DI NOME JUAN DIEGO, AVRESTE CERTAMENTE FILMATO, O FOTOGRAFATO, IL MOMENTO DELL'APPARIZIONE DELL'ESSERE CELESTE PENTADIMENSIONALE CHE PRENDE FORMA E SOSTANZA NELLA VOSTRA MODESTA MA MERAVIGLIOSA TERZA DIMENSIONE. AVRESTE AVUTO LA PROVA SCIENTIFICA E VISIBILE DELLA CAPACITÀ CHE NOI ABBIAMO DI MANIPOLARE LA LUCE COSÌ COME VOI MANIPOLATE L'ARGILLA. QUESTI PRODIGI DA NOI CREATI SI SONO RIPETUTI NEL TEMPO DURANTE TUTTA LA VOSTRA STORIA, SOPRATTUTTO NEGLI ULTIMI DUEMILA ANNI DEL VOSTRO TEMPO. PURTROPPO, SOLO POCHI ESSERI APPARTENENTI ALLA VOSTRA CIVILTÀ HANNO REALIZZATO NEI LORO SPIRITI, DURANTE LE LORO NUMEROSE INCARNAZIONI UMANE, TALI PRODIGI. GLI ESSERI CHE VOI CHIAMATE ALIENI UMANOIDI, ABITANTI DI INNUMEREVOLI PIANETI SPARSI NELL'UNIVERSO, CHE VIAGGIANO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO DELLA VOSTRA DIMENSIONE, SONO DA NOI COORDINATI E HANNO, SPESSO, QUASI SEMPRE, COLLABORATO ED ESEGUITO LE NOSTRE DIRETTIVE PER AIUTARE LA VOSTRA SPECIE UMANA CREATA, MILIONI E MILIONI DI ANNI OR SONO DEL VOSTRO TEMPO, DAL SANTO SPIRITO ATTRAVERSO LA GENIA DEI NOSTRI ESSERI CHE ESPRIMONO LA GENETICA CREANTE DEI SOLI SPARSI NEL COSMO DA VOI CONOSCIUTO E SCONOSCIUTO. L'ESIGENZA DI COMUNICARE CON VOI NASCE DALL'UNIVERSALE AMORE CHE DA VITA ALLE NOSTRE ETERNE ESISTENZE. AMORE CRISTICO CHE VOI AVETE CONOSCIUTO, QUANDO UNO DI NOI, IL NOSTRO SUPREMO MAESTRO, IL GENIO SOLARE CRISTO, HA PRESO FORMA E SOSTANZA NEL CORPO PURISSIMO DI GESÙ DI NAZARETH. AMORE CHE VOI PURTROPPO, PER FORTUNA NON TUTTI, NON AVETE APPREZZATO E CHE AVETE RIFIUTATO CON VIOLENZA. LO STESSO AMORE SPINGE LA MADRE SANTISSIMA, IERI E OGGI, NELLE SUE INNUMEREVOLI APPARIZIONI NEL MONDO, A INSISTERE NEL CHIEDERVI CONVERSIONE E PENTIMENTO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI. LA TILMA VIVENTE APPARTENENTE ALLA CELESTE MADRE DI GUADALUPE, QUESTA VIVA PRESENZA SOLARE NELLA VOSTRA DIMENSIONE, STA PER SCIOGLIERSI E QUEL GIORNO INIZIERÀ IL GIUDIZIO UNIVERSALE PER LA VOSTRA GENERAZIONE, LA QUALE SUBIRÀ UNA GIUSTA SEPARAZIONE DEL GRANO DALLA GRAMIGNA AFFINCHÉ I GIUSTI, I PACIFICI E I BUONI POSSANO EREDITARE IL REGNO PROMESSO DAL GENIO SOLARE CRISTO.


GIUDIZIO CHE AVRÀ UNA SENTENZA CHE SARÀ PRONUNCIATA DA GESÙ NAZARENO, IL QUALE TUTTI VOI, ABITANTI DEL MONDO, VEDRETE DISCENDERE CON POTENZA E GLORIA DAL CIELO (Matteo, cap. 24). IN QUEI GIORNI INIZIERÀ, PER VOI ABITANTI DEL PIANETA TERRA, UNA DIRETTA COMUNICAZIONE VISIBILE E TANGIBILE CON GLI UOMINI E LE DONNE EXTRATERRESTRI CHE FORMANO LA GRANDE CONFEDERAZIONE INTERSTELLARE DEI PIANETI RIUNITI E, SOPRATTUTTO, INIZIERÀ UNA GIOIOSA E PIACEVOLE SINTONIA CON NOI, GENI SOLARI CREANTI, ABITANTI DELLE STELLE AL SERVIZIO DELLA GRANDE INTELLIGENZA COSMICA DA VOI E DA GESÙ CRISTO DEFINITA CON ESATTEZZA: SANTO SPIRITO. PACE! CON UNIVERSALE AMORE UN GENIO SOLARE. AD PIANETA TERRA 13 dicembre 2018. Ore 4:14 G. B.


Il sempre giovane Popolo dello Spazio di Håkan Blomqvist (Presidente e co-fondatore dell’Archives For the Unexplained)

(ufoarchives.blogspot.com – post del 12-11-2019)

Traduzione in italiano di “S.E” "Erano vestiti allo stesso modo, con uniformi blu-grigie tipo da sci ... Vedevo che avevano la pelle chiara ed erano di statura media ... Attraverso la grande apertura dell’astronave entrò una bellissima donna. Aveva lunghi capelli biondi ed indossava un vestito simile a quello degli altri ... Ma mano che si avvicinava, vidi che sembrava essere la stessa donna che avevo incontrato 14 anni fa ... L’aspetto di questa adorabile creatura non era cambiato affatto durante quei 14 anni. Dimostrava ancora solo 25 anni". I conoscitori della letteratura dei contattisti avranno probabilmente individuato questa citazione, presa dal classico di Howard Menger, From Outer Space to You (pag. 51), pubblicato nel 1959. Molti altri contattisti hanno descritto in termini simili questo gruppo di benevoli visitatori alieni, incuriositi dalla loro giovinezza e dal loro aspetto fisico "senza età". Generalmente si tratta di giovani uomini e donne, di età apparente compresa tra i 20 ei 30 anni. Gli ufologi e gli esoteristi che hanno studiato i vari casi di contattismo hanno formulato varie teorie per spiegare questo mistero. Una domanda che spesso viene posta è la seguente: questi visitatori hanno gli stessi nostri corpi fisici organici?

Il 30 gennaio 1965, verso le 2 del mattino, il tecnico radiofonico e televisivo Sid Padrick stava passeggiando lungo la costa del Pacifico dalle parti di Watsonville, in California, quando sentì un suono simile al fragore di un jet. Quando alzò lo sguardo, vide il profilo indistinto di un enorme UFO a forma di disco e in preda al panico iniziò a correre lungo la spiaggia. Poi udì una voce proveniente dall'UFO che gli assicurò che gli occupanti non intendevano fargli del male. Lo invitarono quindi a bordo. L'equipaggio dell'UFO era composto da otto uomini e una donna, di aspetto sostanzialmente umano.


Un occupante disse a Padrick che poteva chiamarlo "Xeno", che in greco significa "straniero", e gli fece da guida all’interno della nave, la quale presentava aveva due piani con sette stanze ciascuno. Xeno fu l'unico a parlare con Padrick, "senza accento di sorta". Disse di essere il solo dell'equipaggio in grado di parlare l’inglese. Sid Padrick disse che gli uomini dello spazio erano in missione di esplorazione e di rilevamento; per due mesi erano stati in contatto con un gruppo di persone in Nuova Zelanda, e non avevano interesse ad incontrare i governi. Dopo un po' l'astronauta disse a Padrick che avevano percorso una certa ed erano atterrati in un'area deserta, che successive indagini rivelarono essere dalle parti di Leggett, in California, 175 miglia a nord-ovest di Watsonville: "Dopo essere atterrati sulla collina, mi ha detto di uscire in modo che in seguito sarei potuto ritornare sul posto, per avere la conferma che era tutto reale e non stavo sognando. Sono uscito da solo ed ho camminato all'esterno della nave. Ho sentito lo scafo. Sembrava molto duro ma non metallico: non avevo mai sentito niente di simile prima. Ciò che più si potrebbe avvicinare ad una cosa del genere è un parabrezza; il plexiglass. Aveva una superba finitura, molto lucida. Non mi disse che toccare questo velivolo mi avrebbe fatto del male, e infatti non riportai assolutamente alcun effetto negativo. Sono stato fuori per non più di tre minuti. Mi sono chinato e ho guardato le zampe di atterraggio su cui la nave poggiava al suolo; mi sono messo alla ricerca di segni su di esso, ma non ne ho trovati da nessuna parte".

Padrick fu poi riportato al punto in cui era stato prelevato due ore prima, scese dal velivolo e fece ritorno a casa. Parlò della sua esperienza all'Air Force, e per tre ore fu messo sotto torchio da una squadra guidata dal maggiore Damon B. Reeder della base aeronautica di Hamilton, il quartier generale della Western Air Defense Force, vicino a Sacramento. Sid Padrick venne intervistato da diversi ufologi e giornalisti. Ho rinvenuto una di queste dettagliate interviste nell'archivio di Wendelle Stevens, che attualmente sto riordinando. Nell’articolo “ A Probing Conversation With a Contactee” di Harold D.Salkin, apprendiamo alcuni ulteriori dettagli sull'aspetto fisico dei visitatori:


"Domanda: che aspetto avevano le persone con cui hai parlato? Erano di aspetto umano? Padrick: Le persone erano tutte alte circa un metro e settantacinque, sui settanta chili di peso. Avevano tutti la stessa pettinatura corta, tranne la donna, che portava i capelli lunghi fino alla schiena, sotto i vestiti. Non siamo entrati nella stanza in cui si trovava – siamo giusto passati accanto alla porta – quindi non l'ho vista da vicino; ma ho notato che era molto carina. Per i nostri standard, direi che sembravano avere tutti tra i 20 ei 25 anni, molto giovani, vivaci, energici e intelligenti". (Official UFO, gennaio 1978, pagg. 33-34) Riguardo al venusiano "Orthon", George Adamski scrive: "La pelle della sua mano era delicatissima, come quella di un bimbo appena nato, ma ferma e calma. Le sue mani erano sottili, e avevano le dita affusolate: sembravano le mani di una pianista. Anzi, se avesse indossati abiti diversi, avrebbe potuto passare facilmente per una donna di bellezza eccezionale: eppure era un uomo, senza possibilità di dubbio. Era alto all'incirca uno e settanta e pesava (secondo il nostro sistema di misura) all'incirca sessantacinque chili. Dimostrava più o meno ventotto anni (…) La sua pelle aveva una colorazione simile a quella di una media abbronzatura. Ebbi l'impressione che non dovesse mai avere bisogno di radersi, perché sulle sue guance non vi erano peli di barba più di quanti ve ne siano sulle guance di un bambino". (Desmond Leslie, George Adamski, Flying Saucers Have Landed, edizione Werner Laurie, Londra 1959, pag. 195).

Sul Daily Times Advocate del 23 dicembre 1973 la collega di Adamski, Charlotte Blob, raccontò della visita di quella che ritenne essere gente dello spazio: "... una volta la donna stava tenendo una conferenza sugli UFO in una casa di una remota zona del Wisconsin, il cui indirizzo venne trasmesso soltanto a scienziati ed insegnanti. Stava per cominciare, quando bussarono alla porta e due giovani uomini, “con un'abbronzatura dorata che non si può prendere d’inverno nel Wisconsin”, chiesero di poter entrare. Credendo che fossero studenti ai quali era stato detto del meeting da uno dei professori invitati, li lasciò entrare. Solo dopo una lunga conversazione che portarono avanti con un accento insolito e un tono cantilenante, e dopo aver constatato l'intensità con cui seguivano ogni oratore e le informazioni fornite da ciascuno di essi, iniziò a credere potessero essere visitatori da una nave spaziale". Come ho documentato in un precedente post sul blog, il mio amico e collega ricercatore danese Rene Erik Olsen ebbe diversi incontri nel 1990-1992 con due persone affascinanti e di bell'aspetto, che dimostravano di possedere conoscenze e tecnologie insolite. L'uomo disse di avere 28 anni e la donna ne dimostrava 30. Il risultato di questi incontri è stato il libro The Alien Visitors.


"Nel periodo in cui conducevo ricerche sia negli Stati Uniti che sul caso di Eduard Meier (viaggi in Svizzera nel 19881990) sono stato contattato da molte persone, e tra queste se ne sono distinte due: sapevano della mia ricerca in Svizzera e del mio viaggio programmato negli Stati Uniti e volevano condividere alcune informazioni sull'argomento. Successivamente ho avuto quattro incontri con queste due persone, le quali mi hanno fornito dettagli complessi sui principi di propulsione ... Quei due individui (una donna e un uomo, che si conoscevano) erano in possesso di informazioni che non potevo mettere in discussione. La donna lavorava in un laboratorio di ricerca (a Copenaghen) mentre non so dove lavorasse l'uomo (o se avesse un lavoro). Entrambi si conoscevano (l'ho capito nel corso di un incontro congiunto con tutti e due) ed hanno esposto cose che non avevo modo di provare o confutare: fotografie attaccate a superfici metalliche (mai viste prima) che ritraevano delle navi (sia grandi che piccole); ed hanno anche mostrato alcuni filmati su quello che al meglio può essere descritto come un piccolo "iPad"; che però allora non esisteva (gli iPad sono usciti nel 2010). Non mi hanno detto che cosa fare di quelle informazioni, ma solo che volevano darle; quindi ho fatto la cosa più prudente (all'epoca) e le ho tenute nascoste". (E-mail di Rene Erik Olsen, 5 aprile 2019). Il 18 ottobre 2018 Glenn Steckling, direttore della George Adamski Foundation, ha tenuto una conferenza al seminario per gli inquirenti ufologi della Svezia. Durante una conversazione privata Glenn mi ha mostrato una fotografia scattata durante un convegno sugli UFO, sostenendo che una delle persone ritratte nella foto era un uomo dello spazio. Mi è sembrato essere un uomo molto giovane. Ancora una volta, un caso di gente dello spazio di aspetto giovane. Gli incontri che ho menzionato sono soltanto alcuni dei molteplici casi simili documentati nella letteratura sugli UFO.

Una caratteristica peculiare di questi visitatori è la loro capacità di scomparire di fronte ai testimoni, sia che ciò si realizzi mediante tecnologia avanzata, o materializzazione o una qualche forma di ipnosi. Nei casi di contatto si annoverano tutte e tre le opzioni. Un esempio interessante è l'incontro tra il giornalista ed esoterista Paul M. Vest e il giovane visitatore alieno "Bill" nel 1953. Bill apparve improvvisamente dal nulla allo stupito Paul:

"Ci siamo stretti la mano e ricordo la sensazione provata, come se la sua mano fosse priva di struttura ossea sottostante (...) Era alto circa un metro e ottanta, o poco più, dimostrava circa ventotto anni (...) Un osservatore casuale non sarebbe certo rimasto sorpreso dal suo aspetto. In mezzo alla folla sarebbe passato per una persona dall'apparenza piuttosto insolita. Tuttavia studiandolo più da vicino, mentre parlava, mi rendevo conto di alcune strane caratteristiche del suo aspetto fisico. La sua pelle era eccezionalmente bianca, così bianca che pareva avere una strana sfumatura bluastra. Gli zigomi erano insolitamente alti e gli occhi e le sopracciglia avevano un caratteristico aspetto orientale. Eppure non assomigliava affatto a un vero orientale.


Le orecchie erano stranamente appuntite e sembravano essere più delicate e complesse di tutte quelle che avessi mai visto prima. Ricordai quanto fosse strana la sua mano nella mia presa. Guardando le sue mani, notai che le sue dita erano lunghe, affusolate e così lisce che parevano mancare di articolazioni o di struttura ossea sottostante. Parlava lentamente e con chiarezza, senza traccia di accento, e sembrava scegliere le parole con grande accuratezza. Ho anche notato che la sua voce aveva una peculiare qualità di risonanza". Casi come questi sono spesso ignorati a priori dagli ufologi di orientamento scientifico, ma credo sia tempo di riconsiderare molti dei vecchi contattisti degli anni '50 e '60 e seguire un approccio alternativo nella ricerca, cercando conferma del contatto da testimoni indipendenti e più tipi di prove circostanziali. Alcuni anni fa chiesi allo psichiatra Dr. Berthold E. Schwarz di questo problema a proposito delle sue indagini su Howard Menger. Schwarz parlò dei molti testimoni che avevano realmente sperimentato strani fenomeni, inclusi gli alieni alla fattoria di Menger. In una lettera indirizzata a me il 29 maggio 1986, Schwarz conclude: "Sì, il caso di contatto di Howard Menger è ben lungi dall'essere una questione aperta e chiusa o in bianco e nero". Questo si potrebbe dire anche al riguardo di molte delle esperienze di contatto sia classiche che recenti.


Astronave con il simbolo dell’atomo di idrogeno fotografata nel 1967 a San José de Valdeiras (Madrid)

TUTTO È VITA E LA VITA È TUTTO OGNI COSA CHE ESISTE SUL PIANO SENSORIALE E SUL PIANO EMOZIONALE È MANIFESTAZIONE DI VITA NELL'UNIVERSO CHE OCCUPA SPAZIO GENERATO DALLO SPIRITO ONNICREANTE (SPIRITO SANTO). TUTTO CIÒ CHE SCATURISCE DALL'ATOMO PRIMORDIALE DELLA MATERIA (ATOMO DI IDROGENO) ) + ( COSTITUISCE FORMA DI VITA ANIMATA. NON ESISTE NEL COSMO CIÒ CHE VOI CHIAMATE NATURA MORTA. OGNI OGGETTO, QUALSIASI ESSO SIA, DAL PIÙ BANALE COME PUÒ ESSERE UN CALICE DI LEGNO AL PIÙ COMPLESSO ED EVOLUTO COME IL CORPO DI UN ANIMALE, CIOÈ QUELLO UMANO, È MANIFESTAZIONE DI VITA CREATA DAL SANTO SPIRITO CHE MANIFESTA IL TUTTO TRAMITE LE METAMORFOSI DELL'ATOMO DI IDROGENO IN SOLI-STELLE, GALASSIE, PIANETI, COSMI, ECC. LO SPIRITO INTELLIGENZA QUINDI COMPENETRA TUTTE LE COSE E L'UOMO, ESSENDO A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DEL SUO CREATORE (SANTO SPIRITO) HA IN SÈ IL TALENTO DI PORRE IN ESSERE LE IDEE CREATIVE. SE AVESTE POSTO IN PRATICA GLI INSEGNAMENTI DI CRISTO OGGI, VOI UMANI, SARESTE PARTE DELLA GRANDE CONFEDERAZIONE UNIVERSALE-INTERSTELLARE. AVRESTE LA DIVINA CAPACITÀ DI COMUNICARE CON TUTTE LE COSE CHE ESISTONO E VIVONO NELLA MATERIA, CIOÈ, CON I VARI REGNI: MINERALE, VEGETALE E ANIMALEUMANO. POTRESTE SENTIRE LA VOCE E LA VIBRAZIONE DELLE COSE CHE VOI STESSI AVETE CREATO (AUTOMOBILI, EDIFICI, ELABORATORI), OGGETTI APPARENTEMENTE INANIMATI, CIOÈ TUTTE LE COSE DI MATERIA ORGANICA E INORGANICA. IL GIORNO IN CUI REALIZZERETE CHE TUTTO È VITA E LA VITA È TUTTO ALLORA VI AMERETE COME MAI VI SIETE AMATI E VIVRETE GODENDO DELLA VOSTRA ETERNITÀ E, FINALMENTE, ADORERETE GLI ESSERI COSMICI (SOLI-STELLE) CHE OSPITANO I GENI CREANTI INTERPRETI PERFETTI DELLA VOLONTÀ DEL CREATORE: CRISTO È UNO DI QUESTI. PACE A TUTTI. UN GENIO SOLARE PIANETA TERRA 23 luglio 2018. Ore 14:10 G. B.


DOSSIER:

LA MORTE NON ESISTE

UN EXCURSUS DI INFORMAZIONI FORNITE AI CONTATTISTI DAI NOSTRI FRATELLI SUPERIORI


ABBIAMO LETTO PER VOI

UNA CITTA’ NELL’ALDILA’ Questo testo svela come la fede spiritista si fondi su una visione celeste, che è andata rappresentandosi nel tempo attraverso la collaborazione tra Spiriti che agiscono – nei vari piani del percorso umano – allo scopo della salvezza finale. Francisco Cândido Xavier e Heigorina Cunha, con la guida degli Spiriti di Lucius e di André Luiz, ci offrono una descrizione del mondo spirituale ultraterreno che sembra, per suggestione, un’antica cosmogonia, quella descrizione, cioè, del mondo divino che dobbiamo ai classici. Inoltre, per la certezza che comunica, sembra la descrizione della Terra resaci dai primi grandi navigatori dell’Umanità o quella dell’aldilà cristiano, data da Dante nella sua Commedia. Qui, tuttavia, la descrizione non è scientifica o poetica, ma reale. La topografia dei numerosi mondi spirituali viene presentata con ricchezza di particolari edificanti che, oltre a offrirci un quadro della sua perfetta organizzazione, ci rassicura sulla verità del nostro destino spirituale.

Quanto pubblichiamo è il primo capitolo del libro nella sua interezza. Ci riserveremo in futuro di pubblicare degli estratti. Chico Xavier (Pedro Leopoldo, 2 aprile 1910 – Uberaba, 30 giugno 2002) è stato un medium brasiliano, riconosciuto come il più grande psicografo di tutti i tempi. Ha prodotto più di 450 libri che sono stati scritti tramite la psicografia.


LA "NOSTRA DIMORA" 1 - Il fratello Lucius ha fatto quello che ha potuto per fare conoscere agli amici che vivono nel Piano Fisico alcuni aspetti della "Nostra Dimora", la colonia di lavoro e di rieducazione alla quale siamo vincolati nella Spiritualità, soprattutto il piano pilota che la riguarda. Per fare questo, ha trovato la dedizione della medium Heigorina Cunha, di Sacramento, città del stato di Minas Gerais, in Brasile. 2 - Sarà egli riuscito a trasmettere, dettagliatamente , tutta l'immagine del vasto ambiente residenziale cui fa riferimento' Di sicuro no, ma siamo di fronte a una valida realizzazione per ciò che riguarda le forme e le idee fondamentali che l'amico sopracitato ha tracciato, con cura, attraverso lo scambio spirituale. 3 - È giusto ricordare qui le mappe che Cristoforo Colombo disegnò, influenzato da Mentori e da Amici Spirituali, prima della scoperta dell'America, Tali abbozzi non rispecchiavano tutta la realtà, ma comunque ci mostrano, ancora oggi, che il valoroso navigatore presentò la configurazione del Nuovo Continente almeno nelle sue linee essenziali. 4- Conviene chiarire che la "Nostra Dimora" è una colonia città, abitata da uomini e donne, giovani e adulti, non più legati al corpo fisico. Esistono però centinaia di altre colonie-città spirituali intorno alla Terra , che obbediscono alle leggi che regolano i loro movimenti di rotazione e traslazione. 5 - Ovunque, dopo la culla, l'uomo, al centro della Natura, si confronta con i principi di sequenza. Anche dopo la morte. 6 - Come risposta alle regole della reincarnazione e della disincarnazione, nascono nell'esperienza fisica, e da questa si liberano, migliaia di creature umane, nello stato mentale di cui si compiacciono

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7 - Quelli che si avvicinano al mondo materiale, attraverso la rinascita, si manifestano nella condizione in cui si trovavano nel Piano Spirituale. Di conseguenza, coloro i quali dal mondo fisico ritornano al Piano Spirituale, là si rivelano nella condizione in cui si trovano, sia in materia d'evoluzione,sia di fronte al resoconto della legge di causa ed effetto.


8 - Nessuno è costretto a pensare in questo o quel modo, per forza dei principi universali che ci governano. Ogni coscienza, incarnata o disincarnata, è libera, nel pensiero, di scegliere il cammino che più le si confà, anche nel caso in cui si trovi transitoriamente a fare i conti con le conseguenze infelici di scelte fatte in passato. In questo caso la creatura può alleviare oppure rendere più grave la propria situazione, secondo la condotta che decide di adottare. 9 - È comprensibile che, una volta avvenuta la disincarnazione, gli esseri umani trasferiscano nella Vita Spirituale i loro nobili ideali o le passioni deprimenti, le tristezze e le gioie, la convinzione e l'incredulità, i valori del discernimento e l'indisciplina dell'intelligenza, la scarsa conoscenza e l'ansia d'elevazione che si sentono di possedere . 10 - La personalità spirituale, quando rinasce sulla Terra , rimane all’interno del veicolo fisico, circondata dalle prove che danno conferma del valore che essa ha raggiunto, con le fondamenta nell’assimilazione di ciò che ha realizzato di meglio in se stessa. AI momento della disincarnazione questa stessa personalità dimostra chiaramente ciò che è, come sta e in quale grado evolutivo si trova, irradiando da se stessa il clima spirituale in cui ha piacere di vivere e convivere. 11 - Nella culla terrena, la persona si riassume nella famiglia o nel gruppo sociale in cui è chiamata a imparare di nuovo le lezioni e le conclusioni del passato, per riscattare i debiti che può aver contratto, oppure per portare avanti i compiti d’amore e cooperazione per i quali si è liberamente impegnata. 12 - Nella disincarnazione questa stessa persona ritorna a vivere con il gruppo spirituale che le è affine. In questo modo può mantenere una posizione mentale stazionaria, se lo desidera, oppure può cogliere felici risultati dallo sforzo dell'auto sublimazione che ha svolto sul Piano Fisico, sia attraverso il perfezionamento realizzato in se stessa, sia attraverso i compiti nobilitanti che abbia iniziato a svolgere tra gli uomini, entrando naturalmente nel gruppo d'elevazione per il quale si è promossa. 13 - Ogni Spirito è libero, nel pensiero, di migliorare se stesso, migliorando l'ambiente di vita in cui si trova o di complicare la propria esistenza, complicando il campo delle esperienze cui è vincolato. 14 - Nelle colonie-città, o colonie-parchi, che gravitano intorno al Piano Fisico, che sono residenza transitoria delle intelligenze disincarnate, è naturale che la lotta del bene contro il male, o contro la mancanza d’equilibrio della mente, continui ad avere le caratteristiche che abbiamo conosciuto esserle proprie sulla crosta terrestre. 15 - La morte non opera miracoli. L'essere umano, oltre la morte, prosegue il lavoro di perfezionamento o rimane in una situazione stazionaria se non accetta l'obbligo di rinnovarsi ed evolvere. 16 - Le religioni, la filosofia e la scienza continuano, per una necessità delle creature disincarnate, a credere, a studiare e sperimentare per sostenere il progresso e il miglioramento dell'uomo. Esse offrono vasti campi d'azione, rendono nobili i propri interpreti, cultori ed esponenti. 17 - Tenendo in considerazione i moltissimi Spiriti disincarnati, disorientati, vittime di passioni provocate da loro stessi, analfabeti dell'anima, resi folli da sentimenti possessivi, portatori d'infermità e di conflitti che loro stessi attirano e alimentano, Spiriti immaturi e disinformati che provengono da tutte le parti, è necessario che la casa delle affinità, il tempio della fede, la scuola e la predicazione, la preghiera e il conforto, il dialogo e l'istruzione, l'ospedale e l'assistenza, il soccorso e il trattamento di segregazione funzionino, nelle comunità dell'Aldilà, con estrema comprensione verso quelli che sposano compiti salvifici.


18 - Per un chiarimento graduale degli Spiriti disincarnati, che si rivelano bisognosi d'appoggio e d'istruzione (se ne contano a milioni), la parola, orale o scritta trasmessa attraverso la radio o la televisione, è ancora il procedimento di comunicazione più veloce, benché la telepatia e la sublimazione siano presenti, oltre la morte , grazie ai circoli di iniziati sempre più numerosi, ad alti livelli di comprensione. 19 - È giusto che la didattica, nell'Aldilà, utilizzi la lezione, l'esame, l'esposizione pratica, i vari corsi d'introduzione per la conoscenza superiore , la disciplina, l'apologo, gli esempi della storia e tutte le altre risorse , delle arti e della letteratura, che possano essere d'aiuto ai compagni che necessitano di conoscenza e di motivazioni per il loro bene. 20 - Nei piani più vicini all'esperienza fisica, le creature felici sono sempre disponibili a lavorare a favore degli infelici, i più forti a beneficio dei più deboli, i buoni in soccorso di quelli che non trovano l'equilibrio e i più saggi in appoggio degli esseri privi d 'orientamento e degli ignoranti. 21 - Nelle comunità delle creature disincarnate, l'affinità è il clima ideale per l'unione degli esseri, l'interesse per l'ascesa dello Spirito a i Piani Superiori rappresenta il segno di tutti quelli che già si sono risvegliati nel rispetto di Dio e nell'amore verso il prossimo, il lavoro del bene è incessante, la religione non ha dogmatismi, la filosofia accoglie le più alte forme di pensiero ovunque si manifestino, la scienza è umanitaria e lo sforzo per il proprio perfezionamento intimo è un impulso instancabile in tutte le creature di buona volontà. 22 - Oltre la morte, la vita continua e si vede con maggiore chiarezza la realtà della teologia semplice che regge l'evoluzione , in tutto ciò che l'evoluzione possiede in comune con la Natura : "A ognuno secondo le sue stesse opere". ANDRÉ LUIZ Uberaba, 17 giugno 1983 (Note ricevute dal medium Francisco Cànelido Xavier, Uberaba , Minas Gcrais)


“Alla morte fisica si viene portati in altri mondi. Il sollevamento da terra senza il corpo materiale avviene o su mezzi, quali il disco e l'astronave, o per effetto di forza cosmica o mistica, a seconda del grado di evoluzione della coscienza del trapassato .” I fratelli dello Spazio

“Essi chiamano il nostro pianeta il “Centro universale per la redenzione”, in quanto sostengono che le anime che si incarnano qui da noi sono quelle che ancora devono concludere la loro evoluzione. Per questo motivo qui ci sono tante sofferenze, ma al tempo stesso tanti successi possono avere luogo. Per di più, la Terra è uno dei pianeti più belli e più completi. La sua storia è assai più lunga di quella che noi conosciamo, ci sono state molto più civiltà di quanto raccontino i nostri libri”. Confederazione W56 - Akrij


TRATTO DAL LIBRO BEST SELLERS

RIGUARDO LA MORTE FISICA Di Giorgio Dibitonto

“….riguardo quell'evento che voi chiamate morte e che noi chiamiamo passaggio”. ...Dalla solita nube colorata, si formarono delle figure come avevamo già visto la volta precedente. Apparve l'immagine di un uomo molto ammalato in un letto di una camera. Respirava molto faticosamente, e alcune persone, certamente i familiari, erano accanto al suo capezzale. «È una scena terrestre », disse Kalna, «quella che vi mostriamo. Essa sta realmente avvenendo in questo momento sul vostro pianeta. Noi abbiamo la possibilità di mostrarvi scene del passato, del presente e talvolta del futuro. Osservate ora quanto sta per accadere». Guardai con curiosità, e d'un tratto mi sembrò come se l'uomo si stesse sdoppiando. Un'immagine del tutto simile alla sua, ma molto leggera, si alzò orizzontalmente dal letto, volteggiò nell'aria della stanza e si posò dolcemente in piedi sul pavimento. Nello stesso tempo, l'altra figura, quella che giaceva nel letto, si quietò, smise di respirare faticosamente,e i familiari gli chiusero gli occhi e cominciarono a piangere e a lamentarsi ad alta voce. Il corpo dell'uomo sul letto, immobile e senza vita, aveva ora gli occhi chiusi, mentre il suo doppio guardava, con un'espressione di sorpresa, sia il suo corpo sul letto, sia i familiari piangenti. Egli tentava di consolare i suoi, di far capire loro che egli non era veramente definitivamente «morto», ma essi non lo notavano e proseguivano le loro lamentazioni intorno al corpo sul letto. «Quest'uomo, questo fratello della Terra, ha finito la sua esistenza di terrestre», commentò Kalna. «Ora egli vive col nuovo corpo in un nuovo ritmo vibratorio vitale. Egli è stupito di vedere il suo corpo materiale morto sul letto, e ha impiegato alcuni minuti a realizzare la verità delle cose. Vorrebbe comunicare coi parenti che piangono la sua morte fisica, ma non ha ancora compreso che egli vive in una dimensione diversa da quella materiale. Questo fratello sta ora vivendo due realtà in se stesso: la meravigliosa sorpresa di avere scoperto che si vive anche dopo morte e senza piú la sofferenza fisica che lo aveva afflitto fino al passaggio, e la tristezza di non poter comunicare con coloro che sono ancora in vita materiale. Egli ora ha compreso che a lui è dato di vederli e sentirli, mentre non è più dato ad essi di accorgersi della sua realtà». Kalna si interruppe e ci diede modo di seguire la scena che mostrava i suoi inutili sforzi per dire a quelle persone che lui era ancora vivo e che la morte fisica non toglie la vita. «Ora vedrete un'altra fase», annunciò Kalna; «cioè il primo contatto coi Fratelli di altre dimensioni che sono stati portati da altri mondi fin là ad accogliere il fratello passato dalla dimensione materiale ad altra forma di vita. Già ve lo dicemmo: nessuno è mai lasciato abbandonato in tutto il creato». Vedemmo giungere in quel luogo, come venuti attraverso le pareti, alcuni uomini e donne, la cui età sembrava compresa tra i quindici e i quarant'anni, almeno in apparenza. Il piú giovane, un ragazzo appunto che mostrava la minore età, si accostò all'uomo appena trapassato, il quale dimostrava ora un'età sui quarant'anni, mentre il suo corpo era molto più vecchio, e lo abbracciò. Lo chiamava «papà», e l'uomo buttò le braccia al collo del ragazzo dicendogli: «Figlio mio, che gioia rivederti! Quanto mi sei mancato! Da dove vieni?». Il ragazzo gli disse che stava molto bene e che lo aspettava da tempo. Vi furono abbracci e parole di commozione fra l'uomo e tutti coloro che erano venuti a riceverlo.


L'uomo guardò ancora il suo corpo e voleva parlare ai parenti che lo circondavano in lacrime, ma gli altri gli spiegarono che non era possibile, aggiungendo che gli avrebbero insegnato in seguito come comunicare col pensiero e l'amore con i suoi cari rimasti sulla Terra. Ero sorpreso, e sentivo anche la voce di Tina che ripeteva: «È incredibile, ma è una cosa meravigliosa». Paolo disse qualche parola che esprimeva commozione per quella verità. «E pensare », aggiunse, «che gli uomini della Terra attendono con terrore la morte e piangono per anni le persone care trapassate». Mentre la scena era ancora in quello stadio, chiesi a Kalna perché una simile verità non venisse in qualche modo resa nota agli uomini della Terra. «Vi sono ragioni», rispose, «per cui gli uomini della Terra non possono venire informati di queste realtà. Essi, attraverso il dolore e l'ignoranza causati dalla loro coscienza oscurata e decaduta recuperano valori e acquistano la coscienza necessaria per inserirsi poi energeticamente in quelle realtà vitali». Intanto, i Fratelli che erano venuti ad accogliere il terrestre trapassato, erano usciti di là con lui e si avviavano verso un luogo che non corrispondeva più alla realtà della casa e dell'ambiente in cui era avvenuto il trapasso. «State vedendo già la realtà astrale», spiegò ancora Kalna. «Cioè, voi vedete ora la realtà energeticovitale relativa a quel luogo su un ritmo vibratorio più sottile». Fecero poca strada, e mi parve che non camminassero, ma procedessero appena sollevati da terra. L'uomo dapprima camminò, ma poi, osservando gli altri, riuscì anch'egli a procedere senza muovere le gambe, appena sollevato sopra il suolo. Il gruppo arrivò ad un piccolo ricognitore che aveva il portello aperto. «Ora entreremo in quello», disse il ragazzo all'uomo, «e andremo dove noi viviamo». Entrarono, e il disco si sollevò da terra velocemente fino a scomparire nello Spazio. La scena era terminata, e la luce tornò in quell'ambiente, che sembrava fatto di un morbido legno dai tenui colori, che andavano dal noce al faggio. Firkon riprese la parola: «Noi portiamo a voi i familiari, gli amici e i conoscenti che vi attendono in mondi più evoluti. Se questi già abitano i pianeti oltre la Celeste Barriera, sono in grado di venire per loro volontà dallo Spazio. Se si trovano su pianeti ancora non molto evoluti, per solcare lo Spazio hanno bisogno del nostro aiuto e dei nostri mezzi spaziali. Alla morte fisica si viene portati in altri mondi. Il sollevamento da terra senza il corpo materiale avviene o su mezzi, quali il disco e l'astronave, o per effetto di forza cosmica o mistica, a seconda del grado di evoluzione della coscienza del trapassato. In questo secondo caso si può essere trasportati nello Spazio fino a destinazione per una legge di affinità; perché ciò avvenga, si crea intorno al nuovo corpo astrale e spirituale un involucro energetico vitale che conduce il fratello fino a destinazione. Questo mezzo di trasporto può essere agevolmente usato anche da noi, quando lo desideriamo. Alcune apparizioni si realizzano, infatti, proprio perché il visitatore di altri mondi si conduce fino alla persona della Terra da contattare in questo modo. Normalmente, però, quando ci si sposta in un numero di persone maggiore di due, allora è indispensabile il mezzo spaziale: esso offre maggiori garanzie e possibilità di inserimento nelle leggi cosmiche dell'energia vitale».


News: “È SUCCESSO A S. BARBARA - CALIFORNIA (U.S.A.)” “Mamma, ferma l’ossigeno: non ne ho più bisogno”.

26 gennaio 1978 - Eduardo De Moura Castro, un bambino di 7 anni, affetto da leucemia, disse ancora: “La morte è una vita, un cammino verso un’altra galassia. Voglio tornare in vita da ragazzo pieno di salute - aggiunse il piccolo Eduardo che credeva nella reincarnazione - non so perché ho scelto di tornare in questa vita da malato, ma quando si torna non si ricordano i motivi della scelta”. “Ferma l’ossigeno. Non ne ho più bisogno”, e prendendo nelle sue la mano della mamma, ha aggiunto con un sorriso: “È l’ora”. Poi è morto.

In verità vi dico: egli è vivo, è ritornato nella sua vera patria dopo aver portato a termine la sua missione in un mondo agonizzante, dove molti altri bambini come Eduardo vengono inesorabilmente colpiti da un morbo che la perversa opera umana alimenta per ingigantire il dolore e per far sorridere la morte. La scienza umana, tutta dedita a sconvolgere il naturale processo della vita, continua ad innalzare lo stendardo della delirante e pazzesca distruzione, mettendo in libertà le vibrazioni che odiano la vita, invece di amarla, sostenerla e renderla sana e feconda. Il potere del dominio, corroborato dalla scienza senza coscienza, procede, con gli ordigni mortali, a seminare lo spettro distruttore dell’amore verso, la vita e dei valori indispensabili naturali capaci di renderla sana, radiosa di bene e di profitti ascensionali spirituali e materiali. Il messaggio di questo spirito galattico è carico d’amore e di ammonimento per tutti gli uomini di buona volontà. Per tutti coloro che, con le loro opere benefiche e con una scienza positiva ed edificante possano far rinascere nei cuori l’amore alla vita, debellando il crescente male che tenta di distruggerla, facendola odiare. “Il mondo potrebbe divenire un giardino di fiori, con gli odori della vita e non della morte. Solo se lo volete sarà così”. Dal Cielo alla Terra


La vita va verso la morte, la morte va verso la vita... Tutto cambia, tranne la Legge che istruisce l'eternità del creato, attraverso il mutamento che determina l'evoluzione di tutto ciò che serve l'immortalità dello Spirito creativo. Tutto è oggi e tutto sarà domani. Il domani sarà diverso, ma sarà sempre il tutto di ieri con nuove forme, nuovi colori, nuova linfa, nuova coscienza, nuova vita, nuova opera. La morte ha spinto la vita su nuovi e più luminosi sentieri, per essere più consapevole di essere soffio di eterna verità nella Luce di Dio. La vera vita emerge dalla morte; spogliandola dagli abiti materiali, diviene reale ed esiste, consapevole di essere una sola cosa con la grande vita del Cosmo. La morte è una grande e generosa amica. La morte è la genitrice della vera vita. Eugenio Siragusa


LA MORTE “L'Uomo non può morire, nemmeno se lo desidera:la sua Patria è l'Eternità” Chi è illuminato dall'Eterna Verità, questo lo sa e non teme la morte. Vi ingannate quando credete che l'uomo sia l'involucro fisico; vi ingannate, perché non è verità. L'uomo, l'Io Eterno è dentro il suo mezzo, il suo strumento fisico-sensoriale. Il corpo altro non è che servitore, collaboratore di colui che spazia nel tempo e nello spazio, fuori del tempo e dello spazio. Il corpo è il temporaneo abitacolo dello spirito vivente ed operante nella dimensione fisica. Il vero uomo, quello reale ed eterno non potrà mai, mai morire,mai. La morte del corpo è la causa del suo trasferimento in altra sede, in un altro piano operativo sperimentale, in un altro abitacolo idoneo a migliorare le conoscenze, a riabilitare gli errori,ad ampliare la capacità evolutiva, a comprendere sempre più la funzione dei valori complementari che istruiscono il Divenire continuo e la crescita dell'essere macro-cosmico. Tanti i sentieri e tante le sperimentazioni che lo spirito percorre ed attua. L'Intelligenza e lo spirito sono una sola cosa. Con Fraterno Amore. Hoara Nicolosi, 30 Luglio 1978 ore 10,35


Nella vita e nella morte non vi è nessun mistero

Hoara spiega: Se vi attardate ancora a scrutare attentamente la vostra Reale Natura, continuerete a subire gli effetti delle cause che nascono con voi per Programmazioni stabilite a priori, per l'inevitabile Legge di Causa-Effetto. La sperimentazione della conoscenza è una forzata esigenza dello Spirito incarnato in una dimensione atta ad una determinata esperienza o ad una particolare Missione Operativa. Conoscere se stessi significa anche conoscere il tutto, perché in realtà la Hoara, Scienziato Medico Extraterrestre complessa struttura del macro-cosmo è riflessa nell'uomo e non soltanto nell'uomo. La vita o la morte non sono che due diversi aspetti di un'unica realtà sempre presente. È quest'unica realtà che gode dell'immortalità, che rimane integra, indistruttibile anche se notabile nel Processo Evolutivo. Nella vita e nella morte non vi è nessun mistero, anche se apparentemente non sembra così. Scrutare attentamente se stesso vuol dire scrutare l'immensamente grande per poter così penetrare nei segreti nascosti all'intelligenza pigra, incapace di auto illuminarsi, di auto realizzarsi ed essere l'uno con il tutto, il piccolo con il grande, una goccia d'acqua con l'oceano, un granello di sabbia con il deserto. Solo attraverso questo valido impegno si possono mutare le cause e gli effetti che rendono l'uomo privo di sofferenza e di disquilibri psicofisici. La Legge Evolutiva di ogni specie incarnata nella dimensione fisica-sensoriale, traina con programmazioni ben definite il destino di ognuno di voi verso una meta sempre più alta e più cosciente. Pace a tutti DAL CIELO ALLA TERRA . Hoara dall’Astronave Cristall-Bell 12 Marzo 1980 ore 11,35


Dopo la morte "Ascoltate quello che vi dico": Dopo la morte comincerete a pagare, realmente, i vostri debiti. Dopo la morte comincerete a riscuotere, realmente, i vostri crediti. Non vi illudete che la partita sia chiusa col finire della vita fisica. È con il finire della vita che ha inizio l'impatto con la Verità. Una Verità che non è possibile rifiutare, non è possibile ignorare. Sapete lì, dinanzi a tutti i vostri dare ed avere e con tutti i bagagli di tutte le emozioni negative o positive, infernali o paradisiache, brutte o belle, tetre o luminose. Troverete tutto ciò che avete seminato e raccoglierete l'amaro o il dolce, la tristezza o la Felicità, l'odio o l'Amore, il dolore o la Gioia, lo sconforto o il Conforto, il pianto o il Sorriso, la compagnia o la solitudine. Dopo la morte ha inizio il Giudizio che ti condanna o ti assolve, che ti farà vivo o morto. Se avrai vissuto con Saggezza e Sapienza, con Umiltà, Pazienza e Amore, troverai questo dopo la morte. Allora avrai vinto ed il Paradiso sarà la tua Eterna Patria. Eugenio Siragusa Nicolosi, 19 Febbraio 1981


La Terra non è un luogo di Vita Eterna Sulla Terra, la Vita si coniuga con la morte. Molti si dimenticano di questa Realtà! Molti vogliono ignorare che, nell'atto in cui si arriva, c'è anche il visto partire. Basterebbe avere piena Coscienza di questa Verità per riuscire ad essere più Buoni e Virtuosi, più Amanti della Pace, più Solerti ad Amarsi, ad essere Giusti e a competere, nel modo migliore, nel Realizzare le Sperimentazioni utili alla Felicità dello Spirito e al Processo Evolutivo della carne. In questo Globo, l'Eterno Cavaliere si allena, impara, acquisisce Conoscenza e si prepara per un Nuovo Balzo Evolutivo. Nell'Infinito Essere, non esiste sosta e non esiste inoperosità. Oggi il vento mi ha portato qui dove Temporaneamente sono; domani, mi porterà altrove, in un posto che intuisco ma non conosco. Bisogna Desiderare, intensamente Desiderare di non ri-morire. Eugenio Siragusa Nicolosi, 5 Settembre 1982


La Morte e l'Ignoto Cosa rispondete a questa domanda: Vi spaventa la morte o l'Ignoto? La morte non dovrebbe spaventarvi, perché è Verità che si deve morire. Certamente quello che spesso disturba il vostro pensiero e vi rende tristi, è ignorare che cosa sarete, dove andrete, subito dopo il trapasso. Cosa, in Realtà, rimarrà di voi, dei vostri legami affettivi terreni, dei vostri possessi materiali, della vostra cultura, dei vostri piaceri. La morte, in Verità, provoca un Risveglio inaspettato, doloroso o meno, piacevole o no, triste o felice. Tutto dipende da ciò che si è seminato durante la Vita. Se avrete seminato Amore, raccoglierete Amore, e la Luce che avvolgerà la vostra Reale Identità godrà di Pace e di Felicità. Sarete veramente Liberi e privi di seconda morte, se la Verità che esprime la Legge dei Giusti, dei Mansueti, dei Pacifici e dei Puri di Cuore l'avete Realizzata e messa in pratica. Se avete Realizzato nulla o poco, il Risveglio dalla morte vi renderà l'Ignoto noto e carico di amarezza e di colpa. È la mia risposta! Eugenio Siragusa Nicolosi, 30 Settembre 1982


Dopo tre giorni dalla morte, farò un nuovo Tempio È stato detto, scritto e tramandato, ma voi, infedeli e miscredenti, non credete, perseverando nell'erronea idea che i trapassati abitino i cimiteri. Stolti! I morti sono più vivi di voi in luoghi diversi che solo nei sogni vi è data, a volte, l'immagine. Nei cimiteri altro non rimane se non la polvere di ciò che fu il mezzo dell'immortale cavaliere Spirituale. Ciò che credete morto muore nei vostri cuori se tale lo credete. La Vita continua in una diversa dimensione, con programmi sperimentativi validi a proporre un purgatorio o una meta realizzata dalle opere espletate positivamente durante la breve permanenza terrena. Dove Sono? Sono nell'aria, nel vento, nella luce, nei nostri pensieri, nel passato, nel presente e nel futuro. Sono anche nel buio in attesa di vedere la Luce della Verità. Eugenio Siragusa Nicolosi, 1 Novembre 1982


Lasciate che i morti sotterrino i morti Voi, Pargoletti miei, che dalla morte siete resuscitati a Vita Eterna per Volontà del santo Spirito che amate e Servite, secondo la Luce della Verità che si è rivelata in voi per essere lievito e sale del Mondo. L'Amore del Cielo vi precede nel Tempo che il Padre Santo e Giusto si è riservato per fare ogni cosa nuova. Non temete né per la vostra carne né per i vostri Spiriti perché, in Verità, siete stati francati dalle tentazioni del maligno. La vostra Opera è la medesima di ieri quando vi siete risvegliati, dando voi stessi con Devozione e Fede alla causa di Cristo e della Sua Missione in Terra. Gioite e rallegratevi e percorrete il Sentiero che vi è stato tracciato con la certezza di rendere Gloria al vostro Signore e di dimorare in Eterno nel seno suo per la Felicità dei vostri Spiriti incoronati dal suo Amore Divino. Io che vi Amo, ho dettato per vostra Consolazione. Dal Cielo alla Terra 12 Marzo 1980 ore 4,40


LA PAURA DELLA MORTE Tratto dal Libro del Comandante in Capo della Confederazione Interstellare, Ashtar Sheran: LA VOSTRA TERRA Dell’ALAYA Soc. Coop “Morire è per ogni uomo un sinistro avvenimento, perché non ne sa quasi nulla. Purtroppo nessuno si cura di procurarsi delle vere cognizioni riguardo la morte. Nessuna religione della Terra dà le giuste informazioni. L’unica cosa di cui il terrestre è sicuro è che il corpo non dà più alcun segno di vita e che si decompone. Quello che succede dopo è completamente ignorato. Solo alcuni illuminati ne sono a conoscenza, ma non vengono creduti. Poiché noi siamo più avanti di voi di alcuni millenni nell’evoluzione, la morte per noi non ha più segreti. Se l’umanità disponesse delle nostre stesse cognizioni riguardo alla morte, la situazione sulla Terra sarebbe completamente cambiata e non ci sarebbero più guerre. La paura della morte è la più abietta speculazione che l’avversario di Dio poteva mai escogitare e mettere in pratica. Prima di intraprendere qualche cosa sulla Terra dobbiamo innanzitutto rendervi edotti riguardo alla morte, perché dobbiamo finalmente fare piazza pulita di questa terribile diavoleria. Il terrore della morte, dell’incertezza, dell’oscurità e del sonno eterno rovina il contegno spirituale di tutta l’umanità terrestre. L’errore filosofico e psicologico consiste purtroppo nella supposizione che sia il corpo fisico a procurare l’energia per il funzionamento dell’anima. L’anima, riguardo all’energia, è autonoma, e anzi fornisce essa stessa la forza necessaria al corpo fisico per il suo mantenimento. E’ molto importante per l’intera umanità sapere che l’anima può funzionare completamente senza la materia. L’energia del corpo fisico non ha nulla a che vedere con l’energia dell’anima. L’uomo è per questo fatto un’importante parte del cosmo. La morte concerne solo il corpo fisico e mai l’anima. Inoltre l’anima possiede un corpo spirituale che provvede all’energia necessaria per il suo funzionamento. A causa dei rapporti tra l’anima ed il corpo la scienza terrestre cade facilmente in inganno. Purtroppo sulla Terra esiste una tale confusione invidia tra gli scienziati, che annienta immediatamente ogni vera cognizione. Su questo pianeta vive un’umanità che ha il diritto di venire orientata su se stessa per poter vivere in un modo ragionevole e sano, e non come finora, con un sacro terrore della morte. La sua vita non viene solo minacciata da guerre ed assassinii, man anche da questa paura della morte, perché si ignorando del tutto le conseguenze del trapasso. L’uomo lavora non solo con il corpo, ma principalmente con tutto il suo spirito. Malgrado ciò, quasi tutti si interessano solo dell’universo fisico.” Gliscienziati, nell’URSS, hanno già riconosciuto che l’uomo possiede un’anima immateriale, che non soggiace alla morte. Ma il loro materialismo dialettico, tanto diffuso, non permette di usare la parola anima. Per tale ragione, la definiscono come “corpo di energie”, e con ciò affermano dunque che l’anima possiede una energia propria. E’ deplorevole che, malgrado tutta la brama per le ricerche, la verità ce la debbano insegnare uomini di altri pianeti. “La ricerca delle funzioni spirituali dell’uomo e di tutte le sue possibilità di esistere è il più alto dovere dell’umanità.”


Il dolore della morte Messaggi dalle sfere della luce divina – Mene Tekel Aredos: “Se una persona muore con molta sofferenza, questa perdura anche per molto tempo dopo la morte, e svanisce solo poco a poco. Per que sta ragione è molto meglio liberare il moribondo dal dolore, perché così gliene viene risparmiata la continuazione.”

Domanda: “Ci puoi dire qualcosa riguardo all’aiuto che si dovrebbe dare ai moribondi?” Aredos: “La cosa migliore è lasciare in pace il moribondo e non tentare di disturbare il processo della morte o di prolungare l’agonia, perché questo è contrario alle leggi della natura. Ognuno ha bisogno di una certa preparazione alla vita dopo la morte. L’incredibile ignoranza su questo argomento è un gravissimo peccato. Nel Regno spirituale esistono delle sfere dove le anime malate possono riprendersi, ma sarebbero veramente superflue se su questa Terra non si combinassero tanti quai. Domanda: “Ci puoi dire perché le anime sentono dolore anche nell’aldilà?” Aredos: “Si tratta di una immaginazione suggestiva. Nell’aldilà ogni nuovo arrivato deve prima ambientarsi, e non è facile! I medici potrebbero imparare molte cose da noi, se solo lo volessero. La morte, per loro, è ancora un enigma insolubile.” NEL MONDO SPIRITUALE Messaggi dalle sfere della luce divina – Mene Tekel Aredos: “Oggi vi voglio comunicare qualche cosa di speciale: quasi tutta l’umanità di questo pianeta non riesce a farsi una giusta idea della morte in se stessa, né dello stato della personalità dopo la morte. Per tale ragione vi vorrei adesso raccontare come muore un terrestre, cioè come muore la sua personalità nella materia. S’intende che esistono molti modi di morire, per incidente, per suicidio, per vecchiaia o per malattia. Io vi spiego ora una morte naturale, perché l’uscita dell’anima, cioè della parte immateriale del corpo, avviene sempre nello stesso modo. Quando stavo per morire ero a letto. Ad un tratto seppi con sicurezza che la mia vita terrestre stava per finire. Questa sensazione sorge all’improvviso e non si ha alcun dubbio che possa essere un’illusione. Anche se il fisico non sta bene, e si sente come se stesse per svenire, la coscienza rimane molto calma e rassegnata. Un gran senso di solennità si impadronisce di tutta l’anima, come se stesse per accadere qualche cosa di meraviglioso.


Allo stesso tempo il corpo perde la sua pesantezza ed un senso di freddo comincia a salire dalla punta dei piedi su per le gambe. In 30 secondi esso ha percorso tutto il corpo fino alla testa. Nel momento in cui la testa percepisce il freddo, si comincia a udire e a vedere spiritualmente, ma la volontà non ha più alcun potere sul corpo. L’anima si rende conto che il cuore ha cessato di battere e che la respirazione si è fermata. Malgrado ciò, la coscienza è rimasta immutata. Tutti i pensieri rimangono completamente intatti. Quello che accade ora dipende esclusivamente dall’amore e dalla fede, dal carattere e da tutte le azioni terrestri. Da voi si dice che la vita trascorsa sulla Terra passa dinanzi al morente in pochi secondi. Questo non è vero, benché si rivedano frammenti di cose vissute, da tempo dimenticate. Se si tratta, per esempio, di grossi peccati non espiati, il morente si spaventa perché constata che la morte non è così come l’aveva sempre immaginata. Egli ora sa che dovrà rispondere di tutto. Tutt’altro accade quando si tratta di una persona buona, che vede che la vita continua, e gioisce di andare con forze rinnovate in un altro mondo. L’occhio spirituale vede una debole luce, che gli viene offerta da quell’altra forma di vita; non riesce ancora a vedere bene, ma l’anima riconosce le figure degli amici che la vengono a trovare, ricevendola con gioia. Ahimè! Gli amici atei e materialisti, che non hanno vissuto in modo giusto, sono orribili da vedere. Vi si aggiungono i terribili odori, che sono difficili da sopportare. Tutto ciò vi sembrerà una favola, invece nessuno può evitare questo avvenimento. Chi si è sforzato di vivere secondo gli insegnamenti di Cristo, sente un profumo meraviglioso di fiori che avvolge tutta la sua anima sensibile. Egli vede uomini belli e luminosi che gli vanno incontro con gentilezza. Dopo questo avvenimento si subisce qualcosa di simile a uno svenimento passeggero, perché si compie l’ultima separazione dal corpo. Ma poi l’anima si sveglia con inimmaginabili poteri dei sensi ad una nuova vita adeguata al valore dello spirito. Ognuno prepara da sé il proprio modo di morire, a seconda del suo comportamento spirituale. Tutto dipende dall’individuo: ricordatelo.” Domanda: “Una lettrice ci ha scritto: Non ho paura dell’aldilà, ma della morte. Che ne dici?” Elias: “Questo posso capire, perché, come ho detto, si può morire in modi diversi. Una vita positiva, comunque, agisce sul momento della morte. Anche lo spirito protettore può alleggerire molto il dolore del trapasso. Chi, però, ha vissuto negativamente, si sentirà molto solo, anche se sarà osservato a distanza.”


Domanda: “La Chiesa Cattolica insegna che tutti abbiamo un Patrono, un Santo, ma non fa riferimento ad alcuno spirito protettore personale. E’ un errore?” Elias: “Questo è un dogma. In verità si tratta sempre di uno spirito protettore personale, che può essere anche sostituito da un altro. Comunque ogni spirito si occupa soltanto di un nuovo arrivato. Un protettore collettivo non potrebbe assolvere un compito tanto importante.”

Domanda: “Molti non riescono a immaginare la vita nell’aldilà, e credono che si vada in giro nudi. Che ne dici?” Elias: “Nei primi tempi i morti indossano quello che avevano al momento del trapasso, ma il loro aspetto cambia molto presto. Essi ringiovaniscono a vista d’occhio, e le loro vesti divengono come le desiderano. E’ come una magia: i vestiti del disincarnato fanno parte della sua pelle. Vengono creati dal corpo astrale e dal pensiero. L’uomo, dunque, ha una forza creativa.” Elias: “Il modo di morire degli uomini presenta differenze da persona a persona. Innanzitutto dipende da come l’uomo muore, se all’improvviso, senza accorgersene (per esempio in un incidente stradale), o lentamente, con piena coscienza (per esempio a causa di una malattia). Nella maggior parte dei casi è come se ci si risvegliasse da un sogno. Ora ci si trova nell’aldilà. La situazione dell’individuo dipende ora da come ha vissuto sulla Terra. Se la sua vita ha avuto qualche aspetto positivo, non si troverà da solo: il suo spirito custode personale lo sta aspettando.” Domanda: “E’ vero che le anime positive hanno vesti di colore chiaro e quelle negative di colore scuro?” Elias: “E’ vero, perché è bene che si riconoscano subito i tipi di entità. Le anime negative possono avere anche dei visi spaventosi, e ciò fa loro quasi piacere, proprio come anche in Terra si può avere piacere della bruttezza.” Domanda: “Può capitare che un’entità influisca sulla materia. Come è possibile, so lo spirito è separato dal mondo fisico?” Elias: “Questo può capitare qualche volta, ma è molto difficile. Se un’entità muove un oggetto materiale, questo diviene molto caldo, perché i suoi atomi stanno subendo una trasformazione. Cominciano a vibrare intensamente. Il calore dilata le molecole. Questo accade perché l’entità vuol far divenire l’oggetto una parte di se stesso. La materia usata dall’entità viene penetrata dal suo spirito ed egli sente attraverso essa. Se riscaldate un pezzo di metallo, le molecole cominciano a vibrare, e si allontanano sempre più, fino a che il metallo si liquefa ed infine evapora.


Lo stesso succede se un’entità vuole spostare un oggetto. Lo potrebbe anche far sparire completamente, causando, cioè, una materializzazione.” Domanda: “Cosa succede se un oggetto viene di nuovo materializzato?” Elias: “C’è una legge, che voi ignorate, per cui gli atomi si compongono di nuovo secondo il piano originario. Non importa dove accade questa ri-materializzazione.

Gli atomi, inoltre, possono eccezionalmente venire accelerati oltre la velocità della luce. L’occhio umano può vedere questo procedimento come un lampo. Gli UFO sono stati visti e segnalati sui radar proprio in questo modo. I vostri scienziati non lo hanno ancora capito.”

Estratto interamente dal Volume:

“LA VOSTRA TERRA” ALAYA Soc. Coop 1973

Immagine fisica dell’Extraterrestre Ashtar Sheran Comandante in capo della Confederazione Interstellare.


Nel suo libro “Noi e gli Extraterrestri” (Ed. Mediterranee, 1993), Eufemio Del Buono dedica uno dei numerosi brevi capitoli (il sedicesimo) alle esperienze di pre-morte. Il capitolo si intitola “Il mondo del dopo-morte: l'esperienza di Stefan von Jankovich. I viaggi extracorporei”. Ve ne riportiamo la trascrizione integrale, di seguito.

“In una trasmissione televisiva molto seguita è stata resa testimonianza che «la morte non esiste». A raccontare questa verità, per averla sperimentata di persona, seduto al tavolo del bar nella «piazza» di un programma condotto da Fabrizio Frizzi, è stato l'architetto ungherese Stefan von Jankovich, che in seguito ad un tragico incidente automobilistico, dopo un volo di alcuni metri, finito sull'asfalto ed avendo riportato ben 18 fratture è rimasto senza vita, cioè clinicamente morto per 5 minuti e mezzo - 6 minuti e poi, essendogli stata praticata un'iniezione di adrenalina nel muscolo cardiaco, è stato riportato in vita, cioè «risuscitato». Kahlil Gibran, poeta libanese e uomo pervenuto ad una grande realizzazione spirituale, ha lasciato scritto nella sua opera «Il Profeta», che tanto più profondamente il dolore scava nell'anima umana, tanta più gioia potrà essere contenuta in essa. Ciò, però, se si considera la sofferenza che il pensiero della nostra morte ha sempre procurato all'uomo, parrebbe una affermazione gratuita e priva di fondamento, poiché mai la più piccola gioia, nei riguardi di questo grande mistero, è scesa nell'anima degli esseri umani. Gibran, però, ha ragione. Se finora per l’evento della morte non si è mai verificato quanto da lui sostenuto, ciò è dipeso dal fatto che l’uomo, sollecitato dai 5 sensi, preferisce il materialismo alle puntualizzazioni spirituali. Ma non solo questo. Coloro che sul pianeta hanno la responsabilità dell’ascesa spirituale dell’Umanità, non hanno fatto nulla per sconfiggere il timore della morte nell’uomo, ma, al contrario, hanno esasperato questo inevitabile evento, suggestionando le masse con questa paura, per poterle dominare meglio. Latitando le religioni, la scienza avrebbe potuto aiutare l’uomo a chiarire e comprendere alcune grandi verità, facilitandone l’ascesa spirituale, ma, sfortunatamente, il materialismo ha conquistato la maggior parte degli scienziati, che si limitano a negare ogni fenomeno paranormale, costringendo ugualmente l'Umanità a restare forzatamente nell'ignoranza e nella paura. Stefan von Jankovich, dopo aver superato un tunnel, rivisto il film della sua vita, incontrato una gran luce, raggiunto un mondo di luci e colori meravigliosi ed essendo ritornato sul luogo dell’incidente – constatata la maggiore funzionalità delle sue facoltà mentali e di percezione, al punto di conoscere i pensieri, oltre che ascoltare i discorsi di quanti si erano fermati ad osservare il suo corpo senza vita sull'asfalto – ha detto che, non solo non lo spaventava lo stato della morte nel quale aveva realizzato di trovarsi, ma sentiva fortissimo il senso di una grande liberazione, non trovandosi più costretto nel guscio rappresentato dal corpo fisico. Ha aggiunto che ciò viene chiamata tristemente morte, non è altro che la nascita a nuova vita, che viene vissuta con un corpo di energie più sottili (corpo astrale) ed in un più consapevole stato di coscienza. Ecco, quindi, come sostenuto da Gibran, che anche nei riguardi della morte, la gioia riempie la nostra anima perché si acquisisce la consapevolezza, come ho sempre ripetuto che l'uomo non può morire nemmeno se lo vuole, perché la vita è «una», quella dello Spirito che è immortale. Grazie a Stefan von Jankovich è stato possibile, con il racconto della sua esperienza, registrata subito dopo che è stato riportato in vita, squarciare il velo dietro il quale è stata celata la « vita», chiamata da sempre con il nome macabro di «morte».


Sicuramente a causa dei concetti, divenuti col tempo schemi mentali irremovibili, immessi nel cerebro dell'uomo fin dalla fanciullezza, molte menti rimarranno chiuse di fronte a tale verità. Solo chi ha avuto modo di sperimentare un viaggio fuori dal corpo non dubita e accetta. Poiché tale esperienza è difficilissimo che capiti, avendola sperimentata più di una volta, tenterò di spiegare come avviene, narrando brevemente come io stesso l’ho vissuta. Devo premettere che ho avuto il dono di essere stato iniziato al Kriya Yoga, un’alta tecnica di meditazione trascendentale. Dopo alcuni anni di fedele e costante pratica di questa tecnica, portata in occidente dal Maestro Yogananda Paramahansa, dopo essermi abituato a vedere dal soffitto del mio studio il mio corpo fisico seduto in posizione meditativa e avendone acquisite le capacità fisiche e psichiche, ho potuto sperimentare l’uscita dal corpo in maniera più incisiva, che mi ha permesso di raggiungere liberamente ogni luogo della Terra e, in una occasione, un pianeta della costellazione di Berenice, chiamato Metaria. I miei incontri con i Fratelli dello Spazio e ciò che vidi sul pianeta Metaria sono noti. In futuro parlerò più dettagliatamente di tali esperienze. Della mia uscita dal corpo nello spazio aperto, ricordo il senso di stupore che provai quando sentii la mia coscienza espandersi all’infinito, percependo di essere tutt’uno con le galassie e il filo d’erba, con il cosmo intero e il granello di sabbia, sebbene mi sentissi sempre un'unità individuale, cioè, sempre lo stesso essere pensante e raziocinante. La possibilità di muoversi in piena libertà le sensazioni ed i minimi particolari di ciò che si vive in tale stato, restano per sempre nitidi nella mente e nel cuore. Il professore Emilio Tiberi, senese, già insegnante di psicologia all'Università di Pisa e alla statale di Milano, nonché presidente dell'Istituto di Psicologia di Verona, ha avviato la ricerca scientifica sui misteri delle morti apparenti e sulle esperienze extracorporali. Egli è consapevole che sono numerosissimi i casi di viaggi fuori dal corpo e sostiene che a tale proposito esiste una letteratura scientifica copiosa. Esistono anche molti rapporti e testimonianze, sebbene la gente non ami parlare delle proprie esperienze per timore che vengano ridicolizzate. Ormai non sono solo gli studiosi come l'elvetica Kleber Ross, che fu la prima a studiare simili fenomeni, ma anche i giornalisti se ne interessano. Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, ha narrato gli esperimenti a cui si è sottoposto l'industriale americano Robert Monroe per provare la possibilità che aveva di uscire fuori dal corpo. Monroe chiuso in una cella, sapeva rispondere a domande ed individuare oggetti posti appositamente in luoghi diversi e a rilevanti distanze. Al professor Tiberi è stato chiesto se non si tratti in simili casi di autosuggestione oppure di divinazione. La sua risposta è stata un deciso no, ricordando che ha avuto testimonianze di individui che andando in bicicletta uscivano dal corpo e vedevano se stessi pedalare, come se assistessero alla scena da un elicottero. Il professor Tiberi ha chiarito che agendo fuori da quello fisico, lo spirito si riveste di un altro corpo più sottile e le esperienze vissute in tale condizione rimangono indelebili nella memoria del soggetto. Ed è stato nelle affermazioni di questo studioso che ho potuto trovare conferma di ciò che io stesso ho sperimentato. Le mie esperienze, e quelle di tanti altri in questo campo, differiscono da quella sperimentata dall’architetto Stefan von Jankovich, unicamente perché egli l’ha vissuta in seguito ad un grave trauma, mentre la meditazione oppure la capacità spontanea negli altri casi, permettono che ciò si verifichi con semplicità.


Per il resto non cambia nulla. La prova l’hanno fornita Anne e Daniel Givaudan, due giovani francesi che viaggiando fuori dal corpo hanno potuto visitare il mondo della dopo morte, dal quale è stato tolto Stefan von Jankovich, in seguito all’iniezione di adrenalina. Il compito di questi due giovani è di condurre gli esseri umani, che possono raggiungere coni loro scritti e le loro conferenze, verso orizzonti sconfinati. I loro racconti non sono altro che la spiegazione di quanto il cielo ha donato all’uomo che allora non comprese. Infatti Gesù con la nascita sulla Terra, la morte sulla Croce e la Resurrezione, già 2.000 anni fa, volle dimostrare praticamente che la morte non esiste. Ma, come ho detto, l'uomo non comprese e fissò tutta la sua attenzione sulla crocefissione anziché sulla Resurrezione, intristendo così la sua esistenza sul piano materiale e avvilendo il suo spirito. L'uomo non può non puntualizzare, ormai, che lo Spirito vive nell'Eternità e che riveste alternativamente vari corpi di energia più o meno densa in rapporto all'ascesa dimensionale dell'essere, finché libero dai gravami karmici rientra nel tutto. Per cui lasciare un corpo per vestirne un altro non significa morire. Stefan von Jankovich ne ha fornito il supporto diretto delle prove.”


ANNO DOMINI 2021. AUGURI AGLI AMICI E AI NEMICI! AUGURI AI PARGOLETTI DELLA VITA CHE SOFFRONO LA TIRANNIA DEI POTENTI. AUGURI A LORO CON LA CERTEZZA CHE GIUSTIZIA SARÀ FATTA DA COLUI CHE RITORNERÀ CON POTENZA E GLORIA: IL MESSIA GESÙ CRISTO. AUGURI AI GIUSTI CHE DANNO SPERANZA E CERTEZZA DI VERITÀ E LIBERTÀ. AUGURI A VOI AMICI E FRATELLI, POSSA LA VOSTRA UNIONE INNALZARE LA VOSTRA FEDE ALLA VERITÀ PER SERVIRE IL SIGNORE NOSTRO DIO. AUGURI AI MIEI FIGLI E A TUTTI COLORO CHE LORO AMANO. IDDIO MI HA DONATO LA GIOIA DI VEDERVI NASCERE ED ESSERE MAESTRI DI VITA E VERITÀ. AUGURI ANCHE A VOI NEMICI DI DIO E DELLA VITA. VOI CHE UCCIDETE, AFFAMATE E ANNIENTATE OGNI COSA CREATA. AUGURO AI VOSTRI SPIRITI DI SCOMPARIRE AL PIÙ PRESTO DALLA FACCIA DI QUESTO MONDO. AUGURI AL SOLE CHE OGNI GIORNO SORGE E TRAMONTA PER ACCAREZZARE E DARE LA VITA AD OGNI COSA CHE ESISTE IN QUESTO MERAVIGLIOSO PIANETA. AUGURI! LA GIOIA DI ESISTERE VI CONDURRÀ TUTTI VERSO LA META. CON AMORE UNIVERSALE VOSTRO AD. PIANETA TERRA 1 Gennaio 2021 G.B.


ANNO DOMINI 2021 SONO ADONIESIS, ASCOLTATEMI! LO SPIRITO SANTO, MIO TRAMITE, DISPENSA GRAZIE AGLI SPIRITI SERVITORI E AI GIUSTI! I FRUTTI CELESTI DELLA COMUNITÀ GIOVANNEA AL SERVIZIO DEL CRISTO REDENTORE SONO ABBONDANTI E RENDONO LA DISPENSA DEL SIGNORE, IDDIO, DIO, RICCA E PROSPEROSA. STATE ATTENTI! NON PERMETTERÒ AD ALCUNO DI TORCERE UN SOLO CAPELLO DAL CAPO DI COLORO CHE AMO E CHE HO SCELTO PER ESSERE SALE E LIEVITO DELLA TERRA. ANCORA È IN CORSO LO SPARGIMENTO DELLA GENETICA SOLARE G.N.A. SULLA TERRA. IL NUMERO DEI CHIAMATI NON SI È COMPIUTO. A TUTTI VOI CHE SIETE RADUNATI INTORNO AL CALICE DELLA CRISTICA COMUNIONE RACCOMANDO, CON FORZA E SOLERZIA: SIATE UNITI NELL'AMORE, NELLA PACE E NELLA FRATELLANZA. AMATEVI COME GESÙ VI HA AMATI E VI AMA! A TE FIGLIOLO LE GRAZIE E I DONI DEL MIO ESSERE, ELARGITI DALL'AMORE DEI MIEI ANGELI, PER CONSOLARE IL TUO SPIRITO SEMPRE A ME FEDELE E DEVOTO NEI SECOLI DEI SECOLI. PACE! ADONIESIS VI HA PARLATO! PIANETA TERRA 1 Gennaio 2021. Ore 12:34. G.B.



LA VOCE DELL’AQUILA Magazine di Cultura Extraterrestre e Filosofia Cosmica A cura dell’Arca di Catania

Spedizione gratuita via mail in formato pdf Per richiedere gli arretrati scrivere a: dalcieloallaterra.catania@gmail.com Con causale “arretrati La Voce dell’Aquila” oppure scaricarli dal seguente sito internet http://www.lagalileadeigentili.wixsite.com/dalcieloallaterract

Foto realizzata dal Contattista Statunitense, Daniel Fry


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