La Voce dell'Aquila n° 9

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DECALOGO DELLA FRATELLANZA 

LA FRATELLANZA DEVE ESSERE LA FONTE DALLA QUALE SGORGANO I SENTIMENTI PIU’ ELEVATI DEGLI ESSERI UMANI.

LAVORARE IN SINTONIA GLI UNI CON GLI ALTRI.

NON GIUDICARE GLI ALTRI SE VEDI CHE I FRATELLI COMMETTONO UN ERRORE INVOLONTARIO.

OPERARE D’ACCORDO SUL PIANO DELLA FRATELLANZA UNIVERSALE.

NON LASCIATEVI VINCERE DAL MALUMORE CHE A VOLTE NON FAVORISCE I VOSTRI COLLOQUI.

IMPARARE AD ESSERE UMILI.

NON LASCIARVI VINVCERE DALL’INVIDIA VERSO CHI SA CHIARIRE UN DUBBIO MEGLIO DI CHI NON E’ IN GRADO DI FARLO.

OPERARE ALL’UNISONO DANDO QUANTO UNO PUO’ DARE SENZA PENSARE AL VALORE IN COMPARAZIONE A QUELLO CHE DANNO GLI ALTRI.

AMARE SENZA DISCRIMINAZIONE, IL COMANDAMENTO E’ AMARE INCONDIZIONATAMENTE.

TENERE SEMPRE PRESENTE CHE LAVORATE PER DIO E SOLO PER LUI, PER QUESTO TUTTI I VOSTRI ATTI DEVONO ESSERE IMPREGNATI DALLA CIECA OBBEDIENZA ALLA SUA LEGGE.

ASHTAR SHERAN

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EDITORE ASSOCIAZIONE CULTURALE “DAL CIELO ALLA TERRA “ CT

LA VOCE

DELL’AQUILA BIMESTRALE A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE “DAL CIELO ALLA TERRA” CATANIA

Email: dalcieloallaterra.catania@gmail.com

lagalileadeigentili@yahoo.it

WEB: http://lagalileadeigentili.wix.com/ dalcieloallaterract

DIRETTORE Giorgio Barbagallo

EDITORIALE Il presente giornalino “LA VOCE DELL’AQUILA”, non è altro che il risultato di una ricerca fatta da alcuni giovani, che ad un certo punto della loro vita, hanno sviluppato alcuni quesiti cercando delle risposte sulla loro esistenza. Ragionando e riflettendo su alcuni argomenti ci siamo resi conto che le nostre idee erano uguali, e nella certezza che queste siano anche le uniche, abbiamo predisposto positivamente i nostri pensieri al fine di elaborare questo giornalino Speriamo soltanto che la qualità di voi lettori ci dia man forte incoraggiandoci a continuare.

In questo numero.

Redazione Sudamericana: Augustin Saiz; Pao Becco; Damian Becco; Yesica Nievas.

EMAIL: lavozdelaguila@yahoo.com.ar Hanno Collaborato Giorgio Bongiovanni Pasquale Lo Faro Saro Pavone

PROGETTO GRAFICO Giorgio Barbagallo

Gentili Lettori, giungono sempre più moniti da parte del Cielo, circa il suicidio per gioco da parte dei Giovani. Vi Parleremo del Caso Moro e le coincidenze con Nostradamus e le rivelazioni di Siragusa. Abbiamo aperto una sezione dedicata alle esperienze. Concluderemo con le Cronache di ARCA1. BUONA LETTURA!!! Giorgio Barbagallo

Il Materiale qui trattato è frutto di un’accurata ricerca. Le fonti dalla quale attingiamo, provengono dagli Spazi Siderali, preziosi concetti dal profondo Valore Universale che i Contattisti Eugenio Siragusa Ieri e Giorgio Bongiovanni oggi con solerzia ed Amore ci offrono.

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- IL SUICIDIO DEI BAMBINI PER GIOCO_____________________________5. - MESSAGGIO DI GIORGIO BONGIOVANNI Appendice__________________6. - MESSAGGIO DI EUGENIO SIRAGUSA______________________________ 7. -

IL CASO MORO, SIRAGUSA E NOSTRADAMUS __________________________8.

- ALDO MORO, LO STATISTA, L’INIZIATO, IL MARTIRE______________16. - MESSAGGI DI EUGENIO SIRAGUSA – Appendice all’articolo -____________13. - ESPERIENZE DI PASQUALE LO FARO_____________________________29. - MILAZZO: CRONACA DI UNA CONFERENZA______________________31.

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IL SUICIDIO DEI BAMBINI PER GIOCO.

DAL CIELO ALLA TERRA ASHTAR SHERAN COMUNICA: IL SUICIDIO DEI BAMBINI PER GIOCO. AVETE TOCCATO IL FONDO DEL POZZO NERO DOVE NEMMENO SATANA OSA DISCENDERE. VOI, GENITORI DELL‘UMANITA TERRESTRE AVETE FALLITO. LA SOCIETÀ E LE SCUOLE DEL MONDO PREPOSTE ALLA TUTELA E ALLA CRESCITA DEI GIOVANI HANNO FALLITO ANCHE LORO. I CAPI POLITICI, E, SOPRATTUTTO RELIGIOSI, NON HANNO SAPUTO PRESERVARE LA VITA SPIRITUALE DEI GIOVANI DEL PIANETA TERRA. SI, ABITANTI DEL MONDO, AVETE MISERABILMENTE FALLITO E ADESSO NON POTETE NEMMENO TORNARE INDIETRO. LA SANTA MADRE MARIA CHIEDE, CON ANSIA PROFONDA, L’ATTENZIONE AGLI ULTIMI GENITORI RIMASTI VIVI SULLA TERRA. LA SANTA MADRE MARIA CHIEDE ASSISTENZA, COMPRENSIONE, TOLLERANZA E SOPRATTUTTO AMORE, AMORE E SOLO AMORE AI PROPRI FIGLI. INSEGNARE LA VITA DI CRISTO, LA PACE, LA FRATELLANZA E LA GIUSTIZIA. AI DEMONI VESTITI DA UOMINI, SEGUACI DELL‘ANTICRISTO, CHE HANNO CREATO QUESTO MOSTRUOSO GIOCO E QUANT’ALTRO ANNIENTA LA VITA SUL VOSTRO PIANETA DICIAMO: LA VOSTRA FINE È PROSSIMA. CONTATE I VOSTRI GIORNI! SI, CONTATELI! PACE! ASHTAR SHERAN, ARCANGELO DI CRISTO Palermo (Italia) 15 Maggio 2017.

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G. B.


DAL CIELO ALLA TERRA: Giorgio Bongiovanni

HO SCRITTO IL 15 MAGGIO 2017: IL GIOCO DIABOLICO CHE ISTIGA AL SUICIDIO I BAMBINI ED I RAGAZZI È STATO CREATO DA MENTI DIABOLICHE E MOSTRUOSE AL SERVIZIO DELL’ANTICRISTO, FIGLIO DI SATANA. SECONDO SETUN SHENAR, SCIENZIATO COSMICO E FRATERNO AMICO DEL SOTTOSCRITTO, QUESTO GIOCO MACABRO E GENIALMENTE DIABOLICO È STATO IDEATO PER ANNIENTARE I GIOVANI, SOPRATTUTTO QUELLI CHE HANNO LA LUCE DI CRISTO NEL LORO SPIRITO. CIOÈ, GIOVANI DI TALENTO, PROMETTENTI, CHE AMANO L’ARTE, LA MUSICA, LA CULTURA, LA SCIENZA COSMICA, LA FRATELLANZA, LA PACE, LA GIUSTIZIA E CHE DESIDERANO UN MONDO MIGLIORE. QUESTE ANIME PURE VENGONO TENTATE DA GIOCHI DI QUESTO TIPO E DA ALTRE DIAVOLERIE CAPACI DI RENDERE LA LORO MENTE DEPRESSA, CONFUSA, TRISTE E SENZA SPERANZA PER UN FUTURO. LO SCOPO DI QUESTO GIOCO È INDURRE LORO AL SUICIDIO PER EVITARE CHE POSSANO RISVEGLIARSI, REALIZZARE LA LORO VERA IDENTITÀ SPIRITUALE, NON DI QUESTO MONDO, PROVENIENTE DA MONDI UNIVERSALI, DIMENSIONI SUPERIORI, E IN QUESTO MODO NEUTRALIZZARLI IMPEDENDO LORO DI SEMINARE NELLA SOCIETÀ IL SEME DEI VALORI CRISTICI. È UNA SFIDA, UNA BESTEMMIA CONTRO LO SPIRITO SANTO DA PARTE DELL’UOMO AL SERVIZIO DEL MALE CONTRO DIO. UN’ALTRA E ULTERIORE PROVOCAZIONE PER CONVINCERE I FIGLI DI CRISTO VENUTI IN QUESTO MONDO A RIFIUTARE LA VITA E QUINDI IMPEDIRE LORO DI INSEMINARE L’AMORE NEL CUORE DEGLI UOMINI. ECCO IL MOTIVO PER CUI È STATO POSTO IN ESSERE QUESTO GIOCO ED È PARTITO PROPRIO DALLA RUSSIA, PERCHÉ IN QUESTA NAZIONE, COME IN ALTRE PARTI DEL MONDO, SI SVILUPPANO GIOVANI TALENTI CHE POSSONO PORTARE LA PACE UNIVERSALE NEL VOSTRO MONDO. PER TALE RAGIONE, COME È SCRITTO NEL VANGELO, I GIORNI SI SONO ACCORCIATI, PERCHÉ ALTRIMENTI NEMMENO GLI ELETTI SI SALVEREBBERO (Matteo 24, 22). HO RINGRAZIATO SETUN SHENAR PER QUESTA ULTERIORE SPIEGAZIONE E CHIARIMENTO DELLE CAUSE CHE HANNO SPINTO MENTI SATANICHE A CREARE QUESTA MACCHINA DI MORTE: BLUE WHALE. Palermo (Italia) 15 Maggio 2017 G. B.

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IL SUICIDIO LA VITA E LA MORTE Quanti sono sul vostro Pianeta che conoscono l'enorme Valore della Vita e del suo reale Significato? Per voi terrestri può non aver nessun significato, e il sopprimerla è cosa lecita; ma per noi, che conosciamo questo immenso Dono dell'Intelligenza Creativa, diamo ad essa il Sacro Diritto di essere vissuta con piena Coscienza e con i reali Valori che essa stessa ci indica. La Vita, vissuta come deve essere vissuta, e non come voi la vivete, è Opera Meravigliosa del Dio Vivente. È Dio stesso che vive! Il suicidio è un delitto contro Dio! Non vi possono essere giustificazioni per Colui che rinuncia alla vita o che solo si predispone a perderla. Le ritorsioni della Legge sono pesantissime e gli effetti di questa assurda causa, dolorosissime. La Vita è un Sacro Dono che va rispettato sino a quando avrà la sua Naturale fine. Coercire la vita significa coercire Dio nel suo Diritto di essere per Operare nella sua Eterna Gloria. Ricordatevi: "L'uomo è l'Intelligenza e l'Intelligenza non è l'anima, ma lo Spirito, e lo Spirito è Luce, Verbo di Dio che si fa carne." Comprendete e vi convincerete che la Vita è Sacra e va vissuta, qualunque siano le prove cui è destinata ad andare incontro per la Suprema Gloria di Dio. Colui che si uccide sarà costretto a desiderare la Vita e a non poterla avere. Errerà per molto, molto tempo in costernazione e tribolazione. Questo è bene che lo sappiate. Per Adoniesis Eugenio Siragusa 31 Luglio 1973

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IL CASO MORO, SIRAGUSA E…NOSTRADAMUS!

Di Saro Pavone

Erano passate solo alcune settimane dai sanguinosi avvenimenti di via Fani del marzo 1978 che avevano prodotto un forte trauma emotivo in tutta la Nazione e si cercava disperatamente e senza sosta, o per lo meno così appariva…, il Presidente Aldo Moro rapito dalle famigerate ”Brigate Rosse”. Noi in gruppo, ragazzi dai quindici ai venti anni, andavamo spesso in quel periodo a trovare Eugenio Siragusa, personaggio della cui personalità spirituale eravamo sin da allora “follemente innamorati” così come responsabilmente coscienti, a dispetto della giovane età, del Messaggio che attraverso di lui fluiva incastonato sull’escatologico significato della manifestazione ufologica nel solco di quell’universale movimento di idee, pensieri e “contatti” che veniva definito Fratellanza Cosmica. Decine di persone ci trovavamo spesso accalcati in queste riunioni private che si svolgevano quasi sempre presso la sede del Centro che era anche la dimora dello stesso Eugenio. I suoi interventi e le sue spiegazioni, nel religioso silenzio degli astanti, toccavano tutti i punti e gli aspetti della “nuova” Rivelazione di cui egli si sentiva interprete e non di rado richiamavano anche temi di pressante attualità. E quest’ultima in quei giorni si chiamava Aldo Moro! “MORO E’ STATO RAPITO DALLA CIA E SI TROVA PRIGIONIERO IN UN SOMMERGIBILE AMERICANO AL LARGO DI OSTIA ! “

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Parole che risuonavano, perentorie, tra lo stupore e lo sbigottimento di tutti! E ripetute diverse volte in quei mesi, ed anche in quelli dopo il ritrovamento del corpo, all’ascolto di orecchie molto attente, anche se non tutte “fidate”… cosa che, sommata ad altre sue dichiarazioni, gli avrebbe procurato non poche tribolazioni nel tempo prossimo a venire. Ci disse che glielo avevano detto gli Esseri Extraterrestri con i quali era in costante comunicazione. E ci spiegò molto chiaramente il contesto in cui il fatto era maturato: il mantenimento della cosiddetta “logica di Yalta”! Da cui quindi avverso Moro si era scatenata una azione politico militare attraverso la quale gli Americani pretendevano di salvaguardare la sfera di influenza occidentale nella nostra Nazione in un mondo che allora si configurava ancora rigidamente diviso in due blocchi. Come l’eloquente dipinto di “Eschatus” a presentazione del presente articolo sapientemente illustra con il famoso “muro bastione”. A questo punto bisognerà ricordare che uno dei punti fondamentali perseguiti dal Presidente della Democrazia Cristiana in quei momenti politici, dopo le collaudate sperimentazioni di “Centro Sinistra”, era quello di dare dignità di governo, insieme al suo partito, anche all’allora glorioso e potente Partito Comunista, insomma ciò che, per chi ricorderà, veniva additato come il paventato o auspicato “Compromesso Storico”. Nella visione dello statista Moro questa era un’idea che nasceva dalle esigenze di una nuova e ritrovata unità nazionale che allontanasse i tanti conflitti che agitavano la società italiana e da quella di voler dare stabilità di durata ai governi partoriti dalle legislature, cosa che puntualmente veniva (e viene) disattesa con le continue cadute e riformazioni di nuovi esecutivi. Un progetto nobile quindi che mirava esclusivamente al bene del Paese. Ma che sicuramente non lo era per il potente alleato d’oltreoceano il quale era già anni che “borbottava” avverso la politica morotea sino a giungere a forme di vere e proprie minacce intimidatorie senza tanti veli, la più famosa delle quali rimane la telefonata ad Eleonora Moro da parte, o per commissione, si presume direttamente di quella sorta di “deus ex machina” ed eminenza grigia della politica estera americana che era la torbida figura di Henry Kissinger. Cosicché a soli tre giorni dal varo del IV° Governo Andreotti, con Ministro dell’Interno Cossiga, la mattina del 16 Marzo Aldo Moro mentre si apprestava a recarsi in Parlamento a camere riunite per partecipare al dibattito sulla fiducia del nuovo governo costituito con l’appoggio e l’ingresso del PCI nella maggioranza programmatica e parlamentare, viene rapito con una rocambolesca e sanguinaria azione ad opera delle spietate quanto “ provvidenziali” Brigate Rosse. Lo sgomento nazionale fu enorme, una immane emozione che io amo associare al concetto del termine “psico dramma” così come viene utilizzato da un certo giornalismo postumo d’inchiesta sulle tante stragi irrisolte della Repubblica.

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E nella piena logica anche di come Eugenio era solito spiegarci una fin metodologia di condizionamento che amava sintetizzare nella formula: “Vuoi colpire la Sinistra? Bene, colpisci la Destra e dici che è stata la Sinistra! E viceversa“. Evidenziando quindi chiaramente questa sorta di perversa strategia dell’inganno atta a creare “sensazione” nella cosiddetta pubblica opinione e in seno alla quale, sempre secondo Eugenio, le cosiddette Brigate Rosse erano elemento strumentale e funzionale al target mediatico da raggiungere. Incredibilmente oggi, dopo quattro decenni e quasi cinque processi, l’indagine giornalistica più attenta si chiede ancora quale fu l’effettivo ruolo dei “terroristi” nella vicenda Moro poiché diverse cose non combaciano con la versione ufficiale, oltre ad una ridda di stranezze varie, contraddizioni e fatti che non tornano in generale su tutto il caso. Ma lungi dal voler riesumare la storia e l’iter processuale, a questo punto vogliamo solamente porre all’attenzione qualcosa che ci riporta all’inciso perentorio di cui sopra. Si tratta di elementi importanti scoperti ed analizzati dopo il ritrovamento del corpo in via Caetani, esibiti in sede dibattimentale, ma che evidentemente non hanno goduto di molto interesse: granelli di sabbia marina del litorale ostiense sul telone cerato che accolse il corpo, sul risvolto dei pantaloni, sulle suole delle scarpe e sui parafanghi della R4, e ancora sul cappotto e la giacca; salsedine sui bossoli delle pallottole ritrovati nell’auto; durante l’autopsia, i cui risultati verranno resi noti inspiegabilmente 16 mesi dopo, vennero trovate tracce di sabbia su un calzino e fu riscontrata salsedine sul colletto della camicia e sui proiettili utilizzati per ucciderlo; e cosa ancor più intrigante il rilevamento di bitume “ marinaro” sulle suole, del tipo utilizzato per gli interni e gli scafi dei natanti atto a contrastare in genere la presenza della salsedine ma non solo. Da aggiungere che, durante il primo processo, le risposte dei brigasti circa la spiegazione di queste evidenze furono lacunose, più volte a domanda scena muta ed in qualche caso anche esilaranti, come quando sostennero di esser andati, per depistare, sulla spiaggia a prendere una bottiglia di acqua marina e…200 g. di sabbia..sic!

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Or in vero tutto ciò non pretende di essere una prova, ne può esserlo, a sostegno della tesi caldeggiata da Eugenio Siragusa sulla prigionia di Moro in un sottomarino americano, ma permetteteci di considerarlo come un elemento indiziario utile al proseguo della nostra speculazione storico politica, e…profetica! Profetica? Beh, vi spiego! Già in quegli anni, eravamo adolescenti sostanzialmente, io, Giorgio, Tino, Filippo, Aldo, Salvatore, Enzo, per citare tra i più intimi, avevamo anche la “passione” dei messaggi profetici biblici e di quelli sviluppatesi nel dopo Cristo, tra i quali non potevano mancare ovviamente quelli del “mio caro amico” Michel De Notredame, meglio conosciuto come Nostradamus.

Sinceramente sin da bambino ero stato sempre attratto dalle sue quartine divinatorie cosicché mi ero procurato un libro delle sue centurie ed a periodi febbrilmente lo consultavo alla spasmodica ricerca di individuare e interpretare qualcosa che avesse attinenza con quanto sapevo, le vicende storiche, un futuro immaginabile e magari l’attualità contingente. Leggendo e rileggendo andavo annotando qualche quartina che mi pareva interessante in quanto pensavo di aver individuato in essa quel “quid” alla portata delle mie potenzialità esegetiche. Una tra queste, a mio personal modo di vedere e quindi suscettibilissima di critica, riguardava il cosiddetto “Caso Moro”, e

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adesso a corollario di quanto in precedenza scritto desidero condividerla con voi tentandone anche una traduzione e una interpretazione sostenibili.

Centuria II, quartina 93 :

<< Vicinissimo al Tevere preme la Libitina, Un poco prima della grande inondazione: Il capo della nave preso, messo nella sentina, Castello, palazzo in conflagrazione >>

Vicinissimo al Tevere preme la Libitina: il primo verso della quartina ci descrive il luogo del rapimento, via Mario Fani all’incrocio con via Stresa, posto relativamente vicino, saranno poco più di una ventina di minuti a piedi, al Tevere appunto anche se mi si obietterà che il fiume attraversa tutta Roma, ma qui il riferimento ad esso vuol significare principalmente che il fatto avviene dentro l’Urbe. Libitina era la dea romana che presiedeva in genere a tutto quanto riguarda il “funereo”, da alcuni infatti definita anche come dea della Morte. E ben calza visto che vennero barbaramente trucidati cinque uomini della scorta.

Un poco prima della grande inondazione: qui invece abbiamo un evidente riferimento spazio temporale che ho individuato in un luttuoso avvenimento, tragedia nazionale accaduta alcune settimane dopo gli avvenimenti di via Fani. La notte tra il sette e l’otto Agosto dello stesso anno uno spaventoso evento di carattere alluvionale interessò tutta la zona della Val D’Ossola coinvolgendo comuni come Domodossola, Val Vigezzo e altri, e producendo 19 morti accertati, diversi dispersi e danni ingenti all’ambiente ed all’economia di tutto il circondario.

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Il capo della nave preso, messo nella sentina: una rima che esalta la straordinaria capacità del profeta di rendere con un sol termine più significati di genere complementare. “Capo della nave” doppiamente in quanto personaggio politico allora centrale dello Stato e Presidente della DC ovvero della navata centrale del…Transatlantico. Da notare anche che il vocabolo francese “nef” rende doppiamente come “nave” e come l’architettonico “navata”. “Preso” è lampante nel suo significato e renderlo anche con “prigioniero” nell’ambito delle lingue neolatine ci sta perfettamente. La “sentina” è di per se il luogo più basso ed infimo della nave, la parte posta più


in giù nello scafo di un’imbarcazione, dove si raccolgono i vari scoli e le infiltrazioni d’acqua. Al tempo di Nostradamus non esistevano certamente i sottomarini…ma se avesse voluto trasmettere per similitudine un immagine migliore dell’interno dello scafo di un sommergibile non avrebbe potuto trovare di meglio di “sentina”! Castello, palazzo in conflagrazione: questa ultima frase sembrerebbe non avere bisogno di particolari sforzi interpretativi. Il Castello e il Palazzo sono i centri del potere dello Stato, Governo, Presidenza della Repubblica, Parlamento, fortemente destabilizzati e in un clima tremendo di “veleni interni” determinati anche da una gestione opaca e a tratti equivoca dell’affaire Moro. Le vere conseguenze deflagranti per la Nazione furono lo stop definitivo alla prospettiva di una sana coesione democratica e politica della allora ancor giovane Repubblica Italiana. Oggi, a distanza di tanto tempo e a dispetto delle “verità” giudiziarie, tranne gli sprovveduti tutti sappiamo che a eliminare Aldo Moro furono gli interessi strategici dei nord americani ma, più che gli elementi probanti, manca risolutamente ancora il grande coraggio dello Stato ad ammetterlo. In ciò ci permettiamo di rendere merito a Eugenio Siragusa che quanto meno ebbe da subito chiari movente e mandanti del barbaro sacrificio alla cinica ragion di Stato. Parimenti tutti concordano che tetri personaggi del nostro passato politico e istituzionale come Giulio Andreotti e Francesco Cossiga, trasferitesi ad altra vita, abbiano portato con loro orribili e inconfessabili segreti. E senza voler in merito ripresentare la serie di ipotesi sciorinate o plausibili dietrologie, ricorderemo semplicemente del “ super consulente” Steve Pieczenik, funzionario della sezione antiterrorismo del Dipartimento di Stato Americano, inviato in Italia nei giorni del sequestro per una strettissima quanto misteriosa e segreta collaborazione con Cossiga.

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Ebbene costui, a partire dal 2005 e per diversi anni rilasciò con disinvoltura una serie di dichiarazioni, suffragate anche da pubblicazioni editoriali, in cui senza alcun patema o timore, in perfetto stile “yankee”, imputava chiaramente e totalmente la paternità del sequestro Moro agli Usa, per i motivi sopra abbondantemente spiegati. “Il mio compito, con Cossiga, era quello di controllare che Moro non venisse liberato, o almeno non subito. Oppure che morisse“. Sic et simpliciter! La ultima opzione come si sa alla fine fu quella preferita. Un’altra nota, che ci da spunto per altro, la vorremmo dedicare anche al giornalista Mino Pecorelli, assassinato nel 1979, del cui omicidio venne imputato assieme ad altri Andreotti che condannato in appello venne assolto in Cassazione. Pecorelli attraverso il suo “ Osservatorio Politico” sembrava sapesse tanto dei misteri del “caso” al punto di parlare di nuove “ Idi di Marzo” che Roma avrebbe rivissuto in cui un nuovo Cesare sarebbe stato pugnalato… E per chi conosce la storia in questione con le sue pubblicazioni coinvolse anche Carlo Alberto Dalla Chiesa che ci avrebbe anche lui lasciato la pelle qualche anno dopo in quel di Palermo, probabilmente anche, ma non solo, per via delle indagini condotte su Moro. Il richiamo a Pecorelli ci serve per un’ultima nota di carattere “profetico” che strada facendo ho deciso di inserire. Preceduta da questo ulteriore particolare dipinto ancora una volta di Pennington che sembra calzare al tema. Roman pueblo...

Con un’altra quartina senza particolari spiegazioni che lasciamo alle vostre considerazioni.

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Centuria X, quartina 20 :

<< (Da) Tutti gli amici che si saranno riuniti (e/o tenuto partito), Violento nelle lettere condannato a morte (e) rovinato, Del Bene pubblico sancita (così) grande distruzione, Ché mai il popolo Romano fu così oltraggiato.>> Dove per popolo Romano va a intendersi il popolo Italiano. Mentre la figura pare mostrarci un Cesare appunto grondante di sangue quando venne tradito dai sui e pugnalato alle Idi di Marzo, così come lo fu a tutti gli effetti con il complotto contro l’ex Presidente della DC.

L’Aquila in alto è un simbolo di annuncio e che sembra gridare. Che circostanza potrebbero invece rappresentare le varie persone, cane compreso, che fuggono dalla chiesa non saprei esattamente… Di impulso mi sovviene che in quell’anno, 1978, un altro grande personaggio veniva ucciso, era Papa Luciani, a distanza di pochissimi mesi da Moro. Ed alla luce di quanto oggi si conosce non è assurdo ipotizzare che vi possano essere state a monte logiche e/o interessi in qualche maniera “accomunati” che necessitavano il silenzio di questi due Martiri di Cristo. Saro Pavone. Fonte: https://eschatusblog.wordpress.com/2017/02/07/il-caso-moro-siragusa-e-nostradamus/

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ALDO MORO: lo statista, l'iniziato, il martire di G. Bongiovanni con la collaborazione di G. Andretta

Quanto riportiamo è un estratto di un articolo di Giorgio Bongiovanni pubblicato sul mensile TERZOMILLENNIO del 5 Novembre 1998.

Aldo Moro, martire e vittima sacrificale, scelta da coloro che tutto decidono, per scoraggiare chiunque abbia in mente, come lo statista, di ergersi contro il potere, in difesa del valore della verità. Una vittima di complicità ed intrighi. In questa sede, noi ci proponiamo di evidenziare l'aspetto spirituale della vicenda che condusse Aldo Moro a salire il suo "calvario", caricatosi la croce della solitudine, del sacrificio, del martirio, del tradimento, della disillusione, dell'abbandono e dell'inganno. Tutto ciò gli fu perpetrato dalle persone in cui aveva, fino allora, riposto la più totale fiducia, salvo ritirarla, dopo essere stato illuminato da uno dei maggiori esponenti cristiani di questo secolo. Cosa avrà spinto lo statista pugliese ad intraprendere l'iniziativa tanto avversata, da patire, prima, il rapimento in Via Fani a Roma e poi il tragico assassinio? Solo motivi spirituali possono averlo indotto ad accettare quel martirio il 16 marzo 1978 alle ore 9-9,30 del mattino, con il contemporaneo sterminio degli uomini della sua scorta, che tanto amava. In una società tutta impostata sul compromesso, il tornaconto, la violenza aperta o, peggio ancora, la subdola manipolazione; come resistere da soli se non con la forza della propria coscienza?

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Moro conosceva benissimo i suoi aguzzini, in quanto, essendo uno dei maggiorenti della Democrazia Cristiana, condivise fino a pochi anni prima, la filosofia, la conduzione politica e la gestione economico-finanziaria delle sorti del Pianeta, dettate ed assunte dalle superpotenze. Condotta che era scaturita dagli accordi di Yalta. Vi era un "intrallazzo" tra potenti; gli stessi usciti vittoriosi dal secondo conflitto mondiale e cioè: Stati Uniti d'America, Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche ed Inghilterra. Essi, si arrogarono, con quella spartizione, il diritto di governare e decidere la vita o la morte di quanti si fossero, rispettivamente, allineati od opposti alle loro insindacabili decisioni. Detto potere, derivò loro, anche, dal fatto di essere in possesso di tecnologie impensabili per quell'epoca, come "piovute dal cielo". In effetti, in seguito a crash di mezzi alieni, vedi il "caso Roswell", poterono accaparrarsi le sofisticate apparecchiature di cui quelle navicelle spaziali erano dotate. Ecco spiegata la disponibilità di "supercomputer", utilizzabili già da tempi molto lontani, fin dagli anni '50-'52, ma intuita attraverso altri contatti avuti all'inizio del secolo. Opportunità inimmaginabile per il resto dell'umanità e lo stesso notevole divario esiste tutt'oggi. Le superpotenze ebbero un vantaggio di una cinquantina d'anni per sfruttare quell'apertura. Il portavoce ufficiale, delle famose 13 famiglie composte da 666 personaggi, dell'epoca in questione, fu Henry Kissinger che svolgeva anche la funzione di segretario di Stato nordamericano. Attualmente, egli può disimpegnarsi molto più agevolmente ed occultamente nella gestione del potere, non rivestendo alcuna mansione pubblica, tranne quella di apparire recentemente negli stadi francesi, sedi del recente torneo mondiale di calcio, in compagnia dell'"amico", uomo per bene e di maniera che risponde al nome dell'avvocato Gianni Agnelli. Questi sarebbero i famosi "doppiopettisti", pronti, in ogni circostanza, a mostrare la loro facciata di rispettabilità con il vezzo da "primedonne". L'orologio indossato sopra il polsino della camicia, la cravatta adagiata sul pullover e gli occhiali da sole con le stanghette che premono sull'esterno del padiglione auricolare: look degli uomini " up level"; altrettanto solerti a nascondere tutte le nefandezze perpetrate in onore di quel totem chiamato "potere".

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Nello stesso giorno in cui fu rapito, Moro si stava recando in Parlamento, per varare il "Compromesso Storico" con l'ex Partito Comunista Italiano, retto, allora, dalla segreteria di Enrico Berlinguer. Il politico pugliese era determinato a condurre a compimento quella svolta radicale, in senso democratico, della politica italiana. Consapevole che il suo partito, la D.C. e tutto il vertice dirigenziale del medesimo, erano a conoscenza dell'esistenza dell'occulta organizzazione anticristica.


Già dal 1965, lo statista iniziò a realizzare la vera democrazia, aiutato in questo, dalla poderosa spinta, promossa dagl'incontri avuti con quel "sant'uomo" suo conterraneo. Dopo un ulteriore colloquio col frate da Pietralcina, essendogli particolarmente devoto, decise l'importante passo. Nel 1968 ricevette l'iniziazione cristiana e la profetizzazione del suo martirio, 10 o 15 anni prima che questo si verificasse. " ..Devi ergerti contro il mondo intero, anche se dovessi trovarti da solo.....ma testimonia gli ideali per i quali sei vissuto e per i quali devi morire" (M. Gandhi). Come queste, pensiamo, siano le parole che Padre Pio abbia sussurrato, all'orecchio di Aldo, quando il potente politico s'inchinò ad onorargli le stigmate. Il cappuccino, pur istintivamente avversando, in modo viscerale, i politici che lo irritavano profondamente accolse lo statista, ricevendolo con profondo amore e ne intuì la disponibilità al sacrificio a vantaggio dei propri simili. Il servizio verso gli altri richiede il meglio di sé, la totale abnegazione; altrimenti si è come i potenti che nella loro arroganza ed orgoglio intellettuale, spesso dimenticano Dio e ne mettono in dubbio perfino l'esistenza. Nel vertice dei G7 dell'anno seguente, siamo nel 1969, Moro ricevette un'inequivocabile avvisaglia attraverso l'esclusione dalla cena di gala successiva al meeting politico, dove, obbligatoriamente, partecipò essendo il presidente del consiglio di uno stato membro. Dall'accaduto subì una profonda delusione, ma fermo nei suoi intenti, perseverò nella decisione di emancipare la propria nazione, aprendo a tutte le forze politiche, purché portatrici d'iniziative positive ed evolutive in senso sociale. Dichiarò: ".. il nostro è un paese libero ed indipendente, nonostante i grandi alleati americani", e, come tale, in grado di gestirsi da solo, senza necessità d'alcun apporto esterno. Questa sua determinazione era supportata dal forte ascendente che godeva nell'elettorato italiano. Con tale scelta, Aldo Moro firmò la propria condanna a morte! Tuttavia non era facilmente eliminabile, essendo un grande leader politico.

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Dopo quel primo "segnale" inviatogli al vertice dei sette grandi, conseguente a quella sua dichiarazione, le superpotenze cercarono un "ravvedimento" dell'uomo politico, attraverso le


dichiarazioni pubbliche di Henry Kissinger che lo ammonì di stare molto attento. Il tentativo d'affrancarsi dall'ala protettrice degli Stati Uniti, i quali non potevano assecondarlo in tale decisione, non fu condivisa dagli stessi. Questi, arrivarono al punto di dire le cose senza peli sulla lingua, attraverso i loro portavoce. Nonostante ciò, egli imperterrito, proseguì nel conseguimento del suo scopo originario, fino al famoso compromesso storico, siglato con Enrico Berlinguer all'ultimo congresso del Partito Comunista Sovietico, svoltosi nel 1976, si dissociò dalla linea politica adottata in quella sede e di conseguenza dall'unione delle repubbliche bolsceviche. Berlinguer non era di fede occidentalista e pur rimanendo marxista-leninista appoggiò, inconsciamente, gli Stati Uniti d'America sul delitto Moro. Per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, la sinistra ebbe accesso al governo e, paradossalmente, andò contro i medesimi interessi dell'ispiratore della propria filosofia politica: il comunismo russo. Risulta perciò evidente che nemmeno l'U.R.S.S. potè essere d'accordo con lo statista cattolico, in quanto, il P.C.I. da loro considerato ribelle, non avrebbe dovuto avere la possibilità d'entrare nell'area di governo. La posizione strategica dell'Italia era tale, che le superpotenze di allora non potevano permettere l'ingresso dei comunisti nell'esecutivo, perché il territorio italiano era ritenuto unanimemente di stretta pertinenza americana, in forza degli accordi precedentemente stipulati. I potenti non temevano la situazione politica che si stava instaurando, ma piuttosto l'incontrollabilità dell'esponente democristiano, il quale, pregno dei suoi forti istinti spirituali, non fu disposto ad assoggettarsi ad alcun dettame esterno. Con l'affermazione che l'Italia era un paese libero, cosa voleva ottenere? Dove voleva arrivare? Non riuscendo a scorgere lo sbocco che avrebbe potuto avere questa situazione e data l'insistenza travalicante ogni loro controllo da parte di Moro, si sono visti obbligati ad agire nel modo che tutti conosciamo. Non potevano crearsi un increscioso precedente! Tutto concorreva ad essere contro il politico democristiano. Ecco quindi, che il "supercomputer" degli Stati Uniti e in questo specifico caso quello dell'Unione Sovietica, si sono trovati d'accordo nella soluzione. Fu messo macroscopicamente in evidenza quel famoso "programma particolare", che in modo minuzioso e dettagliato, indica come deve essere eliminato un capo di stato.

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Succede anche oggi. Il procedimento inizia attraverso la delegittimazione, continua con l'emarginazione, quindi l'isolamento ed infine l'eliminazione attraverso un attentato. Non potendolo uccidere istantaneamente sparandogli addosso, scelsero il sequestro, inviando un messaggio forte e chiaro a tutto il mondo, come successe con l'assassinio di Kennedy, usando però, in quest'occasione, una strategia più articolata. "Siamo noi che governiamo il Pianeta"! In Via Fani uccisero con una precisione millimetrica, sterminando tutta la scorta, arrivarono ad infliggere anche il colpo di grazia a quelli che non erano ancora morti; dimostrando così di riuscire facilmente in qualsiasi intento. Avrebbero potuto raggiungere lo scopo senza le conseguenti complicazioni determinate dalla gestione di un sequestro; invece la risposta fu eclatante ed inequivocabile. Volevano fornire al mondo il segno inconfondibile che le politiche di tutti i paesi, anche quelli più ricchi e potenti economicamente, come l'Italia, erano a loro esclusivo appannaggio. Ne avrebbero goduto dei suddetti vantaggi gli Stati Uniti d'America, l'Unione Sovietica e l'Inghilterra, quest'ultima come ispiratrice, nonché causa. La nostra nazione, in quel preciso periodo, stava attraversando una grave crisi sociale ed economica……. ……. L'assassinio di Moro segnò l'inizio del decadimento della sinistra mondiale con il conseguente fallimento nel versante spirituale. Essa si vendette al potere, pervasa da una sua esasperata bramosia! La logica economica, lo statalismo, l'assistenzialismo, emblemi materiali che si possono o meno condividere, non sono spiritualmente indicativi della disfatta. Il crollo del muro di Berlino, indica il travaso della quota di potere, dalla "bestia" orientale alle due occidentali, con il conseguente totale dissolvimento del marxismo mondiale, rappresentato dall'Unione Sovietica, che per assurdo, diede inizio al suo sfacelo, non opponendosi al rapimento Moro. Quest'accadimento mise in rilievo l'anticristianesimo dei vertici della D.C. e la mancanza di valori spirituali dei figli del "socialismo reale". Una forza politica che non si prefigga di realizzare un programma sociale ed economico di natura spirituale, è destinata a fallire e conseguentemente ad avviarsi all'autodistruzione o ad essere distrutta. Lo statista assassinato, nella profezia del suo memoriale più famoso, ritrovato in Via Montenevoso a Milano scrisse: "..il mio sangue ricadrà su di loro..".

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La prova che la sinistra avrebbe dovuto superare, era quella di difendere l'iniziativa spirituale a favore di una costruttiva, quanto evolutiva, politica mondiale e di conseguenza salvare la figura spirituale del politico democristiano. Questo è anche quanto Moro capì quando ricevette l'iniziazione da Padre Pio. Quasi tutti i particolari del feroce eccidio ed il conseguente rinvenimento del cadavere dello statista pugliese, in Via Caetani a Roma. Mario Moretti non fu e non è un brigatista rosso, bensì un infiltrato dei servizi segreti e tuttora vi appartiene interamente. …… Non è tollerabile, soprattutto per le famiglie dello statista e degli uomini della scorta, da parte nostra, come cittadini, che un "personaggio" del genere usufruisca in questo momento della semilibertà, quando tutti conosciamo la sua responsabilità di assassino e criminale, nonché quella di mercenario al servizio dei "potenti" che hanno ucciso Moro. Moretti non è affatto un terrorista, bensì un essere subdolo, verso il quale non si possono nutrire generosi sentimenti di pietà e compassione. La nostra condanna è rivolta anche a gente come Curcio, Franceschini ed altri, i quali, avendo un'idea politica più o meno condivisibile, impugnarono le armi cercando d'attuare una rivoluzione sociale. Analogamente non è possibile giustificare i "compagni" di Moretti, che rispondono ai nomi di Balzerini, Morucci, Faranda, Seghetti, Maccari ecc.- Si spacciano quali nemici giurati del "sedicente brigatista", ma tutti compirono azioni terroristiche e furono coinvolti nel caso Moro, mentendo spudoratamente, con la consapevolezza di farlo, ipocritamente lo appoggiano. Detti "signori" affermano una notevole quantità di menzogne, non ultima quella, per esempio, sulla prigione di Via Montalcini, 8. Infatti, è assolutamente falso che lo statista sia sempre stato lì, probabilmente c'è rimasto per qualche giorno. In questa sede, non potendo rivelare ogni cosa, ci limitiamo ad affermare che " forse" è stato portato nel suddetto sito.

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E' certo, invece, che la maggior parte dei 55 giorni di segregazione (il 55 è un numero molto importante perché è opposto al 666), Moro fu tenuto prigioniero in un "mezzo" appartenente ai servizi segreti americani. Probabilmente in un sottomarino al largo d'Ostia, o in un hangar


segreto, sempre nella zona del litorale laziale; oppure all'interno di un " veicolo non classificato" che gli americani possiedono già dagli anni quaranta. Le prove tangibili sul luogo di detenzione sono: (questo è dichiarato anche dal fratello dello statista nel suo libro) che nei calzini di Aldo Moro e nella pelle dei suoi talloni fu rinvenuta sabbia mista a bitume, del tipo che si trova solitamente nei litorali delle spiagge, come se ci avesse camminato sopra. Quest'arena era fresca, prova evidente ed inoppugnabile che non si trovava al centro di una città. La sabbia c'era anche nei risvolti dei pantaloni e se qualcuno obbietta, che ciò possa essere un depistaggio, deve dire com'è possibile rilevarla sulla pelle. Tracce della stessa c'erano anche nei pneumatici della Renault 4 rossa, dove venne trovato il corpo oltraggiato del martire politico. Un'altra complicità ingiustificabile, è che la magistratura non abbia mai voluto aprire un'inchiesta su tale fatto e nemmeno su come si siano potuti mettere dei fazzolettini per tappare perfettamente i fori, lasciati dalle pallottole, nel corpo di Moro. Fori curati, precisi, che cozzavano con l'affermazione di averlo ucciso nel garage di Via Montalcini e frettolosamente portato in Via Caetani. Per inserire quei fazzolettini nei buchi del ventre e del torace del poveretto, avranno dovuto perdere un po' di tempo e anche su ciò, la magistratura non volle indagare. A Moro, come a Mario Moretti, fu innestato un sensore all'interno del corpo e quindi, in qualunque momento od in qualsiasi posto fosse stato condotto, era facilmente rintracciabile. Perfettamente sotto controllo! Altro particolare rilevante, riguarda l'ambiente dove venne tenuto prigioniero il politico democristiano, che non fu certamente quello mostratoci, cioè il bugigattolo di Via Montalcini, bensì un posto, molto più ampio ed attrezzato dal punto di vista igienico. Chiediamo come mai la magistratura, che ebbe a disposizione il cadavere dello statista, non abbia mai cercato pervicacemente la verità, attraverso un approfondito esame autoptico. Perchè non si analizzò la sabbia rinvenuta addosso al corpo dello statista? Naturalmente i responsabili delle indagini, come nel caso Tortora, sono stati premiati invece di essere cacciati per manifesta inettitudine ed incapacità, a meno che non abbiano ubbidito ad ordini superiori! ........ Sapendo che la nostra nazione è diretta e manipolata da forze d'oltreoceano, abbiamo l'obbligo d'intervenire là, nella testa della piovra.

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Se l'originario progetto di Moro fosse andato in porto, come si sarebbe potuto impedire il "nefasto" evento che si stava delineando nella scena politica mondiale? Negli Stati Uniti la decisione della cupola maturò consequenzialmente all'analisi dettagliata e particolareggiata del quadro d'insieme, che i "supercomputer" avevano profilato. Essi fornirono la soluzione dando il via alla strategia risolutiva della questione italiana, con una risposta che doveva essere eclatante per tutto il mondo. A testimonianza di ciò possiamo addurre l'intervento famoso di Waldheim, all'epoca segretario generale dell'ONU. Egli chiese alle Brigate Rosse di rilasciare Moro, implorandole con queste parole: "Per favore liberatelo...". Ciò nonostante non successe! Abile mossa pilotata dai "capoccioni" per affermare, che sebbene una personalità di tale caratura si fosse adoperata, al fine d'ottenere la liberazione dello statista, la richiesta non venne soddisfatta. Al Papa, dal canto suo, fu imposto o per meglio dire "consigliato" di scrivere: "Uomini delle brigate rosse vi prego in ginocchio di liberare Aldo Moro senza condizioni". La più alta autorità spirituale del mondo occidentale chiese clemenza, ma non fu esaudita, anzi, il risultato è stato l'uccisione del politico. La richiesta del segretario generale dell'ONU e quella del Papa furono condizionate, pilotate e come tali, ricevettero una risposta negativa, cioè l'uccisione dell'ostaggio. …….. Il cadavere del politico cattolico venne fatto trovare in Via Caetani, tra la sede della D.C. e quella del P.C.I., per rendere palese a tutti, la loro supremazia sul mondo. Abbandonando la salma, in mezzo alle due vie, inviarono un messaggio ben preciso, alla cupola democristiana, a quella comunista e alla sinistra in genere. ……… Il caso Moro va considerato dal punto di vista spirituale. Dell'aspetto materiale ne hanno parlato tutti, in modo più che esaustivo, rendendo quasi impossibile l'aggiunta di qualsiasi locuzione. E' evidente che il collasso spirituale ha investito l'intero sistema, non ultimo quello della magistratura, la quale, accettò di gestire "l'affare", cercando di coprire, in qualsiasi modo, l'eccidio della scorta e l'assassinio dello statista.

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Quindi, tutti gli apparati e le istituzioni dello stato italiano, furono colpevoli di quest'associazione a delinquere, avendo la responsabilità della gestione tecnico-pratica del caso, vale a dire: la magistratura, la polizia di stato, i carabinieri, la guardia di finanza, i servizi segreti, i consiglieri esterni, l'esercito, con la supervisione "dell'intelligence" americana. Tutti i capi di queste strutture appartenevano alla loggia massonica P2 coordinata da Licio Gelli, loggia che fu, ed è ancora, paravento dei servizi segreti americani, nella gestione della politica italiana. Rimane comunque, come la mafia, ad operare solo nel ruolo esecutivo piuttosto che in quello decisionale. La loggia massonica segreta P2 fu creata dagli "yankee" con l'intento preciso d'appoggiare e mascherare tutte le azioni ed iniziative nate in seno al gran partito popolare che è la Democrazia Cristiana. …… La D.C., di fatto, gestì il comando! La superpotenza americana, che comunque la condusse e amministrò, creò un potere "ombra" rappresentato dalla P2, a garanzia e controllo. Quest'ultimo con lo specifico compito di vigilare sui politici già citati, evitando iniziative autonome da parte loro, possibili fonti di scomode, quanto sconvenienti e problematiche situazioni. Altro importante anello di quest'interminabile catena fu Giulio Andreotti che costituì il terminale di Gelli in Vaticano. Infatti, se il Papa Paolo VI fece la dichiarazione, più sopra citata, lo si dovette ai favori, alle pressioni ed ingerenze del cattolicissimo Giulio, nei confronti della Santa Sede. Si deduce, quindi, che tutta la cupola del malaffare fu gestita, all'epoca, dal "venerabile" aretino. Siamo sempre nel 1978. Il presidente del consiglio al momento del "fattaccio", guarda caso, risponde al nome di Andreotti, nemico dichiarato di Moro. Segretario del partito democristiano era il buon Benigno Zaccagnini, che pur professandosi amico fraterno del sodale pugliese, alla resa dei conti, l'abbandonò al suo terribile destino. Perché, se l'avesse voluto, in qualche modo avrebbe potuto interferire con la decisione già presa in altri luoghi, dalla criminale organizzazione che manovrava il delitto, magari non permettendole di "guidare" gli apparati dello stato.

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In tranquillità, possiamo affermare che il ministro degli Interni dell'epoca, Francesco Kossiga, gestì il potere come rappresentante ufficiale, avendone, di fatto nelle mani, la responsabilità democratica. Ufficiosamente, invece, l'amministrava il capo della P2 per conto degli americani, nel caso che il primo avesse avuto delle difficoltà o "tentennamenti" nella conduzione dello stesso. Quindi, Gelli occultamente e Kossiga ufficialmente, ebbero l'incarico di "coordinare" le indagini del caso Moro in Italia, mentre i registi vivevano oltre oceano.


……… Pur non avendo accesso diretto alla gestione del caso, contrariamente a Kossiga, essa, nello stesso tempo, avrebbe potuto, per costituzione, forzare la situazione, intervenendo con il potere che quest'ultima le attribuiva. Un esempio evidente di quanto affermiamo, lo potremmo riscontrare nel modo di procedere, prima di Giovanni Falcone ed ora in quello di Giancarlo Caselli, i quali, usando quanto è permesso dalle regole procedurali, pur subendo le accalorate proteste dei politici, non hanno avuto ostacoli. L'attentato all'Addaura, una scogliera bellissima nei dintorni di Palermo, per esempio, fu realizzato con la direzione dei servizi segreti americani ed italiani e la partecipazione dei politici stessi. Il giudice palermitano, avendo in affitto, all'epoca, una villa su quella zona di litorale, obiettivo del vile e criminoso gesto, dichiarò: " dietro questo attentato della mafia ci sono menti raffinatissime". Intuì chiaramente chi fossero gli esecutori esprimendo tutto il suo pensiero, con il pronunciamento di quella frase. Quindi la magistratura, in genere, tenne un atteggiamento prono nei confronti dei politici, sulla conduzione del sequestro Moro e l'eccidio della sua scorta. Perciò Kossiga e il suo seguito s'imposero con il tacito consenso della casta togata, permeata di debolezza e accidia, la quale, non intervenendo, ne fu complice. …….. Nonostante tutto, all'interno della D.C. qualche sodale di Moro si impietosì e cercò di contattare dei mafiosi ma, in quell'occasione, si sentì rispondere: " I tuoi amici non lo vogliono liberare, quindi è inutile che ci chiedi il favore". Con questa risposta manifestano inequivocabilmente la loro convinzione d'aver intuito l'impossibilità, conseguente, di riscuotere il credito. Ogni tanto, chi detiene "lo scettro " ricicla i mafiosi, onde evitare il verificarsi del fenomeno già citato. ………….. E' giunto il tempo di sconfiggere l'anticristo! Noi ci adoperiamo ed impegniamo a farlo, auspicandoci con tutto il cuore di essere assistiti in questo da quelle "forze celesti" che vogliono il bene del Pianeta e dell'Umanità.

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La violenza La violenza, un dinamismo psichico alimentato dalle forze del potere politico, militare, economico delle due superpotenze terrestri. Vi abbiamo già comunicato che esistono due istituti che coordinano l'andamento strategico della politica mondiale. Vi abbiamo anche detto che sono in loro possesso cervelli elettronici capaci di calcolare con esattezza la risultante di una qualsiasi operazione prima ancora che si compia. Non sono escluse le operazioni agenti nei cervelli umani tramite l'ipnosi e farmaci sofisticati condizionanti. Quando una delle superpotenze vuole raggiungere una meta politica, economica e militare, tutti i mezzi sono utili, anche quello di uccidere o di provocare guerre, rivoluzioni e quant'altro si ritiene necessario, tutto viene minuziosamente calcolato come un preciso quadro clinico con la relativa efficace cura. Non si bada a spese per fare lievitare la corruttibilità morale e spirituale, per fare fermare la violenza istigatrice, l'inganno e quant'altro può sconvolgere equilibri stabili e pacifici. Lo scopo deve essere raggiunto facendo credere una cosa al posto di un'altra, tutto deve svolgersi nel modo già stabilito ed essere prontissimi a coprire, con ogni mezzo, l'eventuale errore del condizionato. Questa è la realtà, e chi la vuole credere la creda. Woodok Nicolosi, 8/4/1978 ore 11,57

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I mostruosi cervelli che governano il mondo I supervisori o programmatori dei vostri delittuosi e dolorosi avvenimenti politici, economici, scientifici e bellici, sapete benissimo chi sono e dove stanno. Le tensioni e le violenze vengono suscitate da calcoli precisi scaturenti da cervelli supervisori o programmatori in possesso delle due maggiori potenze del vostro pianeta. Da questi istituti partono le forze corruttrici che coinvolgono uomini e popoli al servizio di una strategia i cui effetti sono stati, a priori, previsti. La corruzione è il denominatore comune che sviluppa il valore della forza desiderata per raggiungere una meta voluta. Abbiamo la possibilità di osservare da molto vicino i piani di questi istituti, con poteri assoluti e con disponibilità illimitata di mezzi. La conquista o meno di un potere politico, economico o scientifico, dipende dal benestare o meno di questi supervisori o programmatori. Una rivoluzione o una guerra fredda o calda che sia, viene da questi programmata, fermentata e sviluppata. Il loro potere di corruzione è, diabolicamente, corroborato da una enorme disponibilità di denaro o da privilegiate concessioni di forza e di dominio. Gli uomini corruttibili sono i loro migliori collaboratori a cui concedono assistenza, protezione e sicurezza di movimenti in ogni senso. Se il programmatore decide l’uccisione di un capo di stato, questo non può non avvenire. Sul vostro pianeta è uso dire: " il fine giustifica i mezzi". I supervisori conoscono, conoscono già il fine quando decidono di richiedere al programmatore il mezzo con cui si deve agire per raggiungere la meta, l'obiettivo che si sono prefissi.

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Abbiamo elementi e conoscenze sufficienti per poter agire nel giusto momento e scardinare dalle fondamenta questo pernicioso male. Come vi abbiamo più volte detto, le nostre forze sono vigili. Siamo in attesa che un certo processo si sviluppi secondo i piani dei divini maestri che ci guidano e ci sorreggono in quest' opera di amore e di giustizia universale. I nostri operatori sulla terra sono molti e fedeli nella loro missione. Cercate di predisporvi, perchè a nessuno sarà dato di sapere il giorno e l'ora del nostro intervento. La verità è che questo avverrà certissimamente, e la liberazione sarà sicura. Pace a tutti voi. Dalla Cristal-Bell Woodok Nicolosi, 20/04/1977 ore 10,55

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ESPERIENZE……. Con il presente articolo, voglio rendere pubbliche alcune esperienze vissute dai Fratelli Siciliani. In particolare, voglio Parlarvi di Pasquale Lo Faro, insignito da Eugenio Siragusa come Delegato per il C.S.F.C. di Torino prima e di Agrigento dopo il suo trasferimento in Sicilia. Pasquale è un Ex Carabiniere che dopo il Servizio nell’Arma, fu assunto come Guardia Particolare Giurata alla FIAT di Torino, dove una volta ebbe degli Avvistamenti di UFO e la Stampa Locale ne riportò Notizia, perfino il CUN. Nel 1962, vide in Edicola, la copertina dell’ormai nota “DOMENICA DEL CORRIERE” che recava la notizia dell’incontro di Eugenio Siragusa con gli Extraterrestri avvenuta in data 30 Aprile 1962 sul Monte Sona-Manfrè alle ore 21.00. Pasquale Lo Faro, vive a Palma di Montechiaro (AG) ormai in pensione, ricorda con emozione tutti i momenti vissuti con Eugenio ed è ancora oggi delegato dell’Opera Dal Cielo alla Terra. Quanto segue è una sua piccola testimonianza. in Fede. Giorgio Barbagallo

****************************** Al mio caro fratello spirituale giorgio barbagallo, racconto le mie esperienze di avvistamenti ufo, avute fin da piccolo. A me è sempre appassionata l'ufologia, nel 1962 vidi un giornale, la domenica del corriere di cui vi era una foto di Eugenio Siragusa con 2 fratelli extraterrestri, tra me e me chiedevo chissà se un giorno potrei incontrare questo personaggio…. Dopo pochi anni nel 1969 vidi un altro articolo su Eugenio Siragusa che narrava di contatti con esseri extraterrestri e di esseri di luce da quel momento ho scoperto la sede di Catania non ricordo se era Valverde o Nicolosi, un giorno gli scrissi una lettera per avere dei chiarimenti circa gli avvistamenti ufo, perché quando ero a Torino molto spesso vedevo queste sfere di luce. Dopo varie corrispondenze con la segreteria del C. S. F. C., Papà Eugenio mi affidò la delegazione del nord Italia, Torino nel 1973 nel mese di novembre non ricordo il giorno. Alle ore 24.00 della notte, finivo il mio servizio di lavoro che in quel periodo ero sorvegliante nei stabilimenti FIAT di Torino, rientrando a casa mi metto a letto e prima di addormentarmi, come di consueto, dico le mie preghiere, subito dopo, nella mia stanza dal tetto, vedo una sfera scintillante grande quando un piatto, lì per lì volevo chiamare mia moglie ma non potevo parlare ero totalmente paralizzato, potevo muovere solo la testa non nascondo che mi sentivo un pò

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impaurito e dicevo, se non posso parlare e non posso muovermi, la mia mente è libera di poterlo fare e cominciai a dire: “Gesù mio, Adoniesis, aiutatemi a dire quello che devo dire nel nome di Cristo Nostro Signore e figlio di Dio”, “Se sei di natura Divina scendi su di me, fai quel che voi, se invece sei di natura diabolica, nel nome di Cristo e Figlio di Dio, allontanati da me”, l’ho detto per 3 volte, la sfera di luce pian piano incomincia a scendere e a poco alla volta cominciavo a rilassarmi ed ero tranquillo, cosi ho capito che erano i nostri fratelli extraterrestri, la sfera di luce prima era sul mio petto, in corrispondenza della Stella a 7 punte che nel frattempo Papà Eugenio mi aveva dato e mi disse testualmente di non toglierla mia. Dopo, la sfera si sposta verso la mia testa, dopo ancora si sposta verso mia moglie, per poi ritornare da me e verso i miei figli. Infine, viene per pochi secondi sulla mia verticale e pian piano comincia a innalzarsi e il mio braccio destro si sblocca poiché era intorpidito, volevo toccare la sfera, ma tutto il corpo era bloccato. Quando la sfera di luce sparì, mi alzai di colpo e mi recai nel balcone e notai una luce nel cielo che sparì, come un interruttore che la spegne la luce. Il mattino Seguente, telefonai a Papà Eugenio e gli raccontai il fatto e lui mi disse: “Devi essere contento, fra non molto avrai un contatto con loro o fisicamente o un contatto indiretto…” poi mi disse ancora: “ti hanno registrato, sei stato posto sotto loro sondaggio per vedere se sei pronto a un eventuale contatto con loro, quella sfera e un sincronizzatore…” Con Dilezione,

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Pasquale Lo Faro


DALLE RADICI DELL’UFOLOGIA ALLA PROFEZIA DI FATIMA – Milazzo 04.06.2017 Cronaca di una Conferenza

Di Saro Pavone Era nata come una discussione tra amici e studiosi dei fenomeni del mistero, da svolgersi quasi a casa di qualcuno di noi, una maniera anche per confrontarsi su temi indubbiamente importanti. Ma poi si è trasformata in un evento aperto al pubblico essendo sopravvenute anche circostanze e condizioni propizie. Cosicché assieme agli amici del gruppo ufologico “Adam” ci diamo appuntamento il pomeriggio di domenica nella sala conferenze dell’Eolian Inn a Milazzo. Riccardo aveva curato la parte organizzativa ed anche tecnica con l’aiuto degli altri amici del luogo, ma ciò nonostante degli imprevisti non dovuti alla nostra volontà hanno fatto slittare l’inizio di una buona ora e annullare anche la diretta sperimentale che si era pensato di fare attraverso Facebook. Dopo le presentazioni prendo la parola per un brevissimo prologo che riporta al significato dei temi che tratteremo ivi spiegando anche sinteticamente la valutazione ufficiale che si da all’Ufologia ed il valore che la stessa di contro potrebbe assumere per tutta la storia planetaria, una storia che sicuramente disconosciamo nella gran parte del suo trascorso, giacché la “nostra” storia viene datata da solo qualche millennio a.c. Tematica quest’ultima che introduce il primo relatore, l’amico e professore Nino Abramo, che ci fa viaggiare lungo il tempo e lo spazio di questo Mondo: sono tanti i siti archeologici e le strutture megalitiche disseminate, secondo datazioni a metodo scientifico, in un arco temporale che arriva a toccare gli oltre 20.000 anni fa. Costruzioni e vestigia di civiltà di cui nulla o pochissimo immaginiamo, rimaste sufficientemente altere e compatte da dove tra le tante altre cose evinciamo delle tecniche murarie e di costruzione in genere, realmente sbalorditive, atti a far ritenere, senza ombra di dubbio, la esistenza di “perdute” civiltà con un corredo per lo meno tecnico scientifico realmente avanzatissimo, sia per i tempi supposti quanto anche per quelli attuali. “Solo ciò che è scolpito nella roccia è indelebile e non si può cancellare” chiosava il nostro professore alla fine della sua interessante esposizione supportata da eloquenti fotografie. Incisioni rupestri, disseminati in ogni continente del pianeta, completano questa tesi anche con l’indicazione specifica che raffigura esseri e mezzi che sembrano, alla luce delle nostre conoscenze, provenire dallo Spazio. E tantissimo altro esiste ovviamente.

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Riprendo la parola tuffandomi direttamente con immagini varie nella nostra storia sacra a cavallo tra Nuovo e Vecchio Testamento dove non sono sicuramente rari i riferimenti, alcuni evidentissimi, ad una presenza che terrestre non è ma che non risulta nemmeno collocabile nel mistico, etereo ed impalpabile angelico. Esseri “superiori” si, di “luce” a volte apparivano, che discendevano dalle loro “nuvole” o dai loro “cherubini”, ma uomini sostanzialmente e senza ali, ovvero quelli che abbiamo sintetizzato con “Angeli ieri, Extraterrestri oggi”. I cui interlocutori “privilegiati” sono stati nel corso dei secoli e in modo particolare da subito dopo Hiroshima e Nagasaki i cosiddetti “contattisti” dei quali scorrono le abbondanti foto nel mentre. Una sorta di nuovi profeti cui i Signori delle Stelle affidarono, con univocità di messaggio, un accorato appello per la salvezza dell’Umanità tutta stante il pericolo reale della sua autodistruzione. George Adamski, Howard Menger, Eugenio Siragusa e moltissimi altri, presentarono al mondo la realtà dei cosiddetti “dischi volanti” come una evidenza la cui caratteristica era prettamente messianica. Ribadisco al pubblico anche che nel caso di Eugenio vi fu un forte approfondimento di natura spirituale ed escatologico, con l’utilizzo diretto della semantica cristica e l’annuncio della imminente Parusia i cui eventi preparativi erano affidati alle legioni di coloro che definiamo Extraterrestri. Identico indirizzo quindi anche dello Stigmatizzato Giorgio Bongiovanni, anche egli “contattato”, di cui inizio a raccontare quando lo stesso interviene in collegamento Skype. Trascriviamo a tal fine quasi tutta la conversazione, e per la qualità delle domande postegli e per l’importanza delle risposte date: << Quale il senso della tua missione? G: Il senso della mia missione è quello di annunciare la Seconda Venuta di Cristo nel mondo e

mettere in relazione la logica spirituale antica dell’Antico e del Nuovo Testamento alla luce dell’Era Moderna. Negli ultimi cinque secoli abbiamo scoperto che l’universo è infinito, che ci sono miliardi e miliardi di galassie, un oceano sconfinato di vita, e che la vita non è solamente sul nostro mondo. Quindi Dio, che ha visitato il nostro pianeta tramite Cristo ed altri suoi messaggeri, ha visitato anche altri mondi. E vi assicuro che la rivelazione più grande e più bella, certamente dopo la visitazione di Dio tramite Gesù di Nazareth ed altri messaggeri, che ci dà gioia infinita, che ci fa credere nella eternità, è che noi siamo fratelli di altri esseri che vivono in altre galassie. Questo è il senso della mia missione.

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La relazione tra Ufologia e Spiritualità? G: La relazione tra l’ufologia e la spiritualità, cioè, testi sacri, Vangeli, Bibbia, ecc., è molto

semplice. Ormai, dopo quasi trent’anni, direi quasi banale. C’è un detto nazista che dice “la banalità del male” a me piace dire ‘la banalità del bene’, esiste anche quella. Negli ultimi secoli, da Giordano Bruno a Galileo, abbiamo scoperto una tecnologia super-avanzata per il nostro secolo, abbiamo scoperto che ci sono centinaia di miliardi di galassie esistenti nell’universo, un numero infinito. Tutti gli scienziati ammettono che c’è vita nell’universo, sono restii ad ammettere che siamo visitati, perché la logica umana è basata ancora oggi sull’arroganza, sull’ignoranza e sulla certezza di se stessi ed esclude che siamo visitati da esseri extraterrestri, proprio come nel 1485/86 escludeva che al di là dell’Oceano Atlantico ci fossero terra e vita. Quindi questi esseri esistono senz’altro e, se ci visitano, sono senza dubbio più evoluti di noi. È più facile mettere in relazione gli extraterrestri con Dio, piuttosto che noi con Dio. Per noi è molto difficile, in quanto non abbiamo nessuna relazione né conciliazione con Dio, perlomeno con quel Dio che si è presentato a Mosè, quel Dio che si è fatto vedere da Cristo, della non violenza; noi siamo esseri feroci, sanguinari, materialisti. Invece è molto facile che questi esseri possano relazionarsi con Dio, perché da un punto di vista laico, se i testi sacri ci parlano di scudi argentei, carri di fuoco, visite angeliche di questi esseri pacifici, è molto facile fare una connessione spirituale tra gli Ufo, l’ufologia e Gesù Cristo e tutto ciò che per noi rappresenta la dimensione soprannaturale, a meno che non vogliamo essere ortodossi o bigotti. Mi sembra logico che se un ufologo si apre alla possibilità della vita nell’universo, della vita extraterrestre, non può non relazionare le esperienze archeologiche, storiche, evangeliche, bibliche di contatto tra uomini ed esseri angelici fatti di carne ed ossa, con gli extraterrestri, perché sarebbe un falso ufologo e un falso studioso. Se lo vuoi sapere, io li ho visti personalmente. Non parlo dei dischi volanti, degli ufo: quelli li hai visti anche tu, soprattutto durante la frequentazione con un noto contattista che è stato la nostra guida, Eugenio Siragusa. Io ho visto personalmente questi esseri tante volte, perché nelle mie visioni mistiche con Gesù Cristo, che è l’esperienza spirituale che vivo, non c’è solo questo. Ho avuto dei contatti diretti con queste persone che sono venuti direttamente a presentarsi a me. Paradossalmente mi hanno chiesto aiuto, loro mi ritengono fortunato, graziato, per aver visto la coscienza cristica, per essere di aiuto nel sensibilizzare l’umanità alla loro presenza sulla Terra, perché sono un soggetto spirituale pacifico. Non ho cercato io il contatto, sono venuti loro da me e mi hanno detto ‘tu hai visto quello che per noi è anche il nostro Signore, ti chiediamo di aiutarci a divulgare la nostra presenza nel mondo” e non a caso sono stato cresciuto in quell’ambito ufologico spirituale che tu conosci benissimo, niente è successo a caso nella nostra vita.

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Dal pubblico una ragazza chiede: “Perché non tutti riescono ad essere svegli e sensibili a queste realtà?” G: Dipende dal nostro grado di ricezione e di sensibilità. La risposta più semplice, che può

sembrare arrogante ma non è sbagliata, è che è questione di evoluzione. Cercherò di spiegarmi senza arroganza. Diciamo che gli esseri che aprono la propria coscienza ai valori universali hanno un’evoluzione spirituale più avanzata rispetto ad altri che vivono solo pensando alla felicità materiale. D’altronde Gesù, che è la nostra guida suprema e facciamo riferimento a Lui tutta la nostra vita, nel Vangelo lo dice chiaramente ‘Molti i chiamati, pochi gli eletti’, oppure, Grazie Padre che permetti ai semplici, ai giusti, ai buoni di recepire il mio discorso, mentre ad altri no. Quindi Gesù separa, pur non facendo alcuna discriminazione, due soggetti: il soggetto sensibile, evoluto e il soggetto poco sensibile e meno evoluto. Quelli avranno la saracinesca chiusa, finché non realizzeranno, attraverso il processo di tante vite, cioè della reincarnazione, i valori spirituali. Ad un signore, padre di una bimba piccola, preoccupato per gli eventi, Giorgio risponde: G: Io ti posso rispondere per quello che ho realizzato io. Noi dobbiamo essere felici… tu hai

detto di essere cattolico, come me, e se questo è vero, altrimenti siamo ipocriti, noi dobbiamo essere le persone più felici del mondo, perché a noi è stata garantita la salvezza dell’anima eterna. Se noi crediamo a Gesù di Nazareth, il quale ci ha promesso di essere eterni, salvi, e di ereditare il Paradiso, nel momento in cui abbiamo paura siamo vigliacchi, ipocriti e stiamo mentendo a Gesù Cristo. La paura per noi è proibita, altrimenti siamo come Pietro, vigliacchi, rinneghiamo e tradiamo Cristo nel momento in cui abbiamo paura. La paura può essere temporanea, e Gesù ci perdona. Quindi, va bene avere paura, ma la dobbiamo vincere, ritornare alla felicità, alla gioia di esistere, a servire la verità, a cercare la giustizia dei giusti, la giustizia per chi è innocente, chiedere al Padre giustizia per gli altri, mai per noi stessi, e soprattutto avere la certezza assoluta che non ci sarà mai la fine del mondo. A noi potrà accadere qualsiasi cosa, anche la Terza guerra mondiale, ma il Padre, il Cristo e questi esseri che sono al servizio di Cristo, impediranno qualsiasi forma di distruzione totale sul pianeta Terra. Quindi io sono felice, l’uomo più felice sulla faccia della Terra. Grido come un pazzo, perché non voglio che i bambini muoiano di fame, non voglio che ci siano guerre, mi dispero, piango, ma non per me, io sono felice, non mi manca niente, perché Gesù mi ha dato la salvezza e nel momento in cui sei cosciente di essere salvo non devi più avere paura di niente e di nessuno, la tua bambina è nelle grazie di Dio se tu hai fede. Ma se noi facciamo finta di essere cattolici, facciamo finta di essere cristiani, perderemo l’anima, i nostri figli e perderemo tutto.

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Che ne pensi, alla luce della tua esperienza spirituale, dei postulati della dottrina cattolica che per essere salvati basti solo essere cattolici e credere? G: Sono d’accordo, basta essere cattolici, credenti, battezzati, cresimati… ma c’è un piccolo

dettaglio. Credere nel Vangelo significa agire, metterlo in pratica. Quindi, nel momento in cui questo credere noi lo realizziamo nel valore più profondo del significato della parola, cioè agire, mettere in pratica, allora saremo salvi. C’è un passo del Vangelo che dimostra quanto adesso sto dicendo: “Non chiunque dirà ‘Signore, Signore’ entrerà nel Regno dei Cieli, ma solo coloro che faranno la volontà del Padre Mio”. Quindi noi possiamo dire Si! Si! a Gesù, ma solo se mettiamo in pratica la volontà di Dio saremo salvi, Cristo ha detto tutto, non c’è niente che Lui non abbia detto. Ma cosa significa fare la Volontà del Padre mio? Per Gesù significa lasciare tutto, dare i propri averi al prossimo, sacrificare la propria vita per i fratelli, non possedere niente, testimoniare la verità di Cristo anche a costo della morte, rinnegare se stessi e annunciare la Venuta di Cristo e il Regno di Dio nel mondo. Questo significa fare la Volontà del Padre mio. A questo punto il numero dei cattolici nel mondo, da un miliardo si riduce a una decina di persone. Io penso anche meno. E se guardiamo noi cattolici, siamo le persone più ipocrite, più codarde di tutte le religioni. Io ammiro di più l’Islam nell’essenza, che non è la mia: io non sono musulmano, non sono nemmeno d’accordo con Maometto nella religione, lo rispetto ma non condivido l’Islam, ma ammiro di più i musulmani che sono coerenti con i loro insegnamenti, purtroppo a volte violenti, che noi ipocriti cattolici che diciamo di essere cristiani quando invece siamo mafiosi, criminali, politici corrotti, ipocriti, assassini, delinquenti, pedofili, ecc. ecc. ecc. Mi rendo conto che come Giordano Bruno scandalizzo un po’, ma penso di dire la verità. Se posso consigliare ai giovani in sala: Avvicinatevi a Gesù di Nazareth, ragazzi, perché è l’essere più bello, più grande, più dolce… Il Maestro di vita e di verità che ha letteralmente imposto, inculcato… quasi con violenza la non violenza, la pace, la fratellanza. Cioè, Gesù è un’istigazione continua, costante, ossessiva alla non violenza, quindi come si può non sposare questo essere… Sono i dati storici che dimostrano che Gesù di Nazareth, l’uomo che aveva un potere soprannaturale di fare qualsiasi cosa sugli uomini, ha usato l’amore, la non violenza, per lasciarci l’insegnamento. Nemmeno il Dio biblico che aveva potere di vita e di morte fu all’altezza di Gesù. Gesù è più grande del Dio biblico, è più grande del Dio di Mosè. E sul valore della preghiera e dell’azione? G: Sono la stessa cosa, perché se tu hai la certezza assoluta di ciò che pensi e che fai, lo ottieni.

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Se io ho la certezza assoluta che questa sera con il Padre Nostro realizzerò la pace nel mondo, questa ci sarà. Se io ho certezza assoluta che oggi pongo in essere un’iniziativa di protesta che


vuole la pace nel mondo, ci sarà. Il problema, sia nella preghiera che nell’azione, è che noi non abbiamo totalmente fede di realizzare ciò che crediamo, ecco perché non si avvera. Ci sforziamo, siamo nella strada, siamo nel sentiero. Il Signore ci perdona, ci aiuta, perché abbiamo la buona volontà, ma se le cose nel mondo non cambiano, è perché la preghiera e l’azione non sono fatte con quella fede che muove le montagne. Parlo anche a me stesso ovviamente. Infatti, quando Gesù dice: “quando il Figlio dell’Uomo tornerà sulla terra, troverà la Fede?”. Non la troverà, quindi nessuno di noi oggi sulla Terra, me compreso come stigmatizzato, ha fede. Abbiamo buona volontà, quando avremo la fede totale, la certezza assoluta che nel nome di Cristo, Lui cambia le cose, qualsiasi cosa chiederemo nel Suo nome con fede Lui ce la darà. Quindi, fino adesso, ciò che succede nel mondo, malgrado i nostri sforzi, i nostri sacrifici, e la nostra buona volontà che Dio guarda con misericordia e bontà, avviene perché malgrado ciò, non abbiamo Fede. Perché hai deciso di intraprendere la tua campagna di denuncia contro la criminalità, la mafia? G: La mia scelta non nasce da un’iniziativa laica; ho amici con i quali condivido

quotidianamente il lavoro antimafia che sono partiti da una scelta laica, umanistica e sociale, che io ammiro e rispetto tantissimo. La mia è una scelta mistica spirituale. Io identifico nella mafia l’anticristo, Satana, il male, e vedo nella mafia il braccio di Satana. Ma la mente non è la mafia, la mente sono i poteri occulti, i poteri della finanza mondiale che si servono della mafia, che agevolano la mafia, che sostengono la mafia, quindi la mia scelta parte dal fatto che io identifico il diavolo, il Satana biblico, evangelico che Gesù ci fa conoscere, nella mafia, in tutte le associazioni criminali del mondo che sono finanziate da chi vuole che questo mondo vada avanti negativamente, come sta andando. Parte da lì e poi questa scelta mistica viene trasformata in puro giornalismo di ricerca, per dare informazione giusta e veritiera alle persone che devono scegliere da che parte stare. La scelta non è mistica, è puramente umana. Fatima. Indubbiamente è parte della tua vita. E francamente riflettevo che quando negli anni ’80 pare che la stessa Lucia rinnegasse la importanza e l’urgenza, manifestate con “1960”, della rivelazione del famoso Segreto…non sia un caso che Qualcuno scelse di legare nel 1989 la tua esistenza a Fatima stessa…

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Io non mi sento un personaggio di fama mondiale, però, dal 1989 ad oggi il segreto di Fatima, il messaggio che secondo noi è il Segreto di Fatima, lo ha potuto leggere oltre un miliardo di persone, quindi ci credo anche io che quella visita della Madonna è stata molto speciale per me ed è stata una prosecuzione di quello che volevano far rimanere nel silenzio. Io mi sento di dire una frase che secondo me non è arrogante, ma basata sui fatti: secondo me la Chiesa Cattolica non avrebbe mai rivelato nulla se tutti noi non avessimo divulgato, con le stigmate, la missione di Fatima a miliardi di persone. Ancora oggi ci sarebbe il super segreto. Sono stati costretti a


rivelarlo, sebbene solo in parte, perché negli anni ’80, ’90 e 2000 era nata una comunità mondiale formata da centinaia di migliaia di persone, comprese anche associazione cattoliche non frequentatrici delle nostre comunità. Secondo me, lo dico umilmente, tutto scaturisce dal 2 settembre 1989 e dal fatto che io ho avuto acceso alla Russia, la Russia di Gorbaciov, e ho parlato a centinaia di milioni di persone, ma non in un solo programma. Io ho fatto almeno una cinquantina di programmi, ogni settimana. Ho praticamente vissuto quasi dieci anni in Russia, parlando di Fatima ossessivamente, quando ancora c’erano tre canali, non venti come ci sono adesso. La sera le persone avevano accesso ad un programma religioso, mai accaduto nella storia dell’Unione Sovietica, e le autorità del Vaticano si sono rese conto che questo piccolo uomo che parlava stava creando qualcosa ed era ormai inevitabile parlare del Segreto di Fatima. Lo hanno fatto solo in parte ma la Madonna apre sempre le strade. Due anni fa abbiamo incontrato la segretaria personale di Lucia Dos Santos la quale ha avuto il permesso, credo da Papa Francesco, perché dal Monastero non può uscire niente, se non c’è l’imprimatur del Papa. Sono state pubblicate le lettere segrete di Lucia dove lei parla del 1960, parla del castigo di Dio, parla addirittura di una cosa veramente incredibile di cui solo Eugenio e noi avevamo parlato fino a quel momento: lo spostamento dell’asse magnetico terrestre. Lucia Dos Santos, in una lettera nel 1940, ha una visione dove c’è un angelo che sposta l’asse magnetico terrestre, quindi lì abbiamo avuto delle conferme… Ringrazio il Signore che l’esperienza che abbiamo vissuto era ed è vera e Suor Sofia si è lasciata filmare, registrare, ci ha detto che ancora ci sono diecimila lettere di Lucia che nessuno conosce, da pubblicare nel prossimo futuro… sono tante… significa che questa donna fino agli anni 60 scriveva sicuramente tutto il giorno… scriveva 20, 30 lettere al giorno nel diario, mai pubblicate e se le pubblicheranno finalmente avremo tutta la vera storia di Fatima. Io penso che Lucia in quelle lettere – non ho le prove ma le avrò – parli anche degli extraterrestri, ne sono convinto. >>

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Veramente con grande proprietà e dense di significato ed ammaestramenti le dichiarazioni di Giorgio! Ma continuiamo volgendo al termine e presentando una scheda su Fatima e tutta la sua storia, i suoi gialli ed i suoi misteri. E’ il nostro Filippo Rando, al suo esordio, che si incarica di relazionarci. Con sicurezza degli argomenti e precisione degli avvenimenti Filippo ci racconta la complessa storia di questo evento quasi epocale, dagli albori nel 1917 al 2000 anno della…mezza rivelazione, passando ovviamente anche per la 7a apparizione che è quella che riguarda il nostro Giorgio. Mentre sullo schermo scorrono a rotazione sincronizzata una ventina di immagini di repertorio che avevo selezionato, nulla cercando di tralasciare. Come ad esempio una cosa che forse tutti non sapranno e che spieghiamo in sala, ovvero la descrizione fatta da Lucia prima e da Giacinta e Francesco dopo dell’aspetto della “Signora” che vedevano, e che potete apprezzare dalla foto sotto che presenta un identikit elaborato sulle precise indicazioni dei bambini.


La descrizione la si può ben reperire essendo contenuta nei documenti delle apparizioni conservati presso il Santuario di Fatima. Ma eccovela testualmente: “Aveva un mantello bianco che dalla testa arrivava fino al fondo della gonna, era dorato dalla vita in giù, da catenine che l’attraversavano. La gonna era tutta bianca e dorata da catene dall’alto al basso e oblique, ma arrivava solo al ginocchio; aveva una giacca bianca non dorata, e tra le mani solo due o tre collane. Non aveva scarpe, aveva calze bianche. Al collo aveva una catena d’oro con una medaglia sul petto. Aveva le mani giunte, portava alle orecchie dei bottoni molto piccoli. Aveva gli occhi neri, era di altezza media”. (Lucia, 14 giugno 1917) “Era vestita con calze bianche e un abito tutto dorato, non aveva scarpe, la gonna era bianca e tutta dorata e le arrivava al ginocchio: il dorato era nelle collane che la ricoprivano. Aveva una giacca bianca, anch’essa dorata, e un mantello bianco”. (Giacinta) Stessa cosa confermò Francisco, ma lo scandalo era tanto grande per i sacerdoti portoghesi, in particolar don Manuel Marques Ferreira, che costrinsero i bambini a parlare della Madonna così come appariva dalla iconografia ufficiale che crearono ad hoc. Ciò, seppur un apparente dettaglio, la dice lunga sulle manipolazioni che spesso intervengono in queste faccende come parimenti il clima di vera inquisizione che vessa molto spesso i tanti veggenti… Terminato l’intervento su Fatima, prima dei saluti, mi prendo una “licenza” particolare che ci presenta le famose 25 righe in un unico foglio scritto a mano del testo mancante nel famoso (mezzo) “Terzo Segreto”, il quale storicamente venne visionato da Roncalli, Capovilla, Tavarez che lo tradusse dal portoghese, Montini, Ottaviani, Luciani, Woytila e si suppone Pacelli e secondo i ben informati da altri ancora. Quello che leggerete dalla foto del manoscritto qui sotto non è certo invenzione mia*, ma la persona che lo ha reso noto mi ha assicurato che gli è stato consegnato da una “elemento addentro agli ambienti” di oltre Tevere che vuole rigorosamente rimanere in anonimato perché “non vuole fare la fine di Luciani”. A tal proposito annotiamo che tra i quattro/cinque punti programmatici del Papa, oltre al totale riordino dello Ior, vi era anche la rivelazione del Segreto. Giacché un anno prima, da Cardinale, era rimasto molto impressionato dal colloquio personale di due ore che ebbe con la Lucia in Portogallo…

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Questo scritto nella sua sconvolgente semplicità ci consegnerebbe una chiave di lettura chiara ed evidente del perché la Chiesa Cattolica sia stata e continui ad essere così riluttante alla rivelazione della terza profezia in integrale. Le parti in risalto in giallo sono in effetti i punti cardini che lo dimostrano: un’apostasia che dura da tempo immemore in quanto è stata mistificata e nascosta “la vera Parola del Cristo“ rendendo l’uomo schiavo del peccato e delle superstizioni; l’indicazione risoluta, della Madonna, della necessità del pentimento pubblico della Chiesa e che “tutti dovranno saperlo” e vederlo; l’accenno chiarissimo al Ritorno del Signore “accompagnato dai Fratelli Cosmici per guidare l’Umanità nel nuovo Eden e per proseguire il piano di evoluzione spirituale stabilito dal Padre nell’inizio dei Tempi“. E con questo chiudiamo l’incontro pubblico e totalmente gratuito in quanto persino la sala conferenze dell’Hotel ci era stata data gratuitamente, fatto insolito certamente ma possibile. I ringraziamenti a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo evento: Riccardo, anima organizzativa del tutto; Nella e Vladimiro per il loro preziosissimo apporto; Antonio, Massimo, Mariella, Stella, Filippo e Giorgino per la fattiva collaborazione; il gruppo Adam ed in particolare il simpaticissimo e caro professore Nino con i quali in futuro ci ripromettiamo altro. Quanto a me una cosa l’ho imparata da questa esperienza: l’esercizio della pazienza. Una virtù, almeno per me, basilare. Essere saldi e tranquilli, non impulsivi, anche quando pare che tutto ti crolli addosso poiché il Cielo, se i tuoi intenti sono puri, sa come rimettere ogni cosa al suo giusto posto! L’ultima desidero dedicarla a chi ci ha gentilmente ospitato: l’EOLIAN INN HOTEL è una splendida struttura a metà sospesa a terrazza sullo splendido mare e per l’altro verso radicata sull’adiacente “Borgo Antico” di una cittadina, Milazzo, che trasuda storia da millenni. Chi volesse in questa estate rilassarsi tra mare, Storia ed Eolie comprese…può benissimo verificare! * Il testo del messaggio di Fatima è stato pubblicato da Laura Fezia nel suo libro edito nel 2008 dal titolo: “Fatima: un segreto per il futuro prossimo”.

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