La Voce dell'Aquila n° 0

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EDITORE

LA VOCE

ASSOCIAZIONE CULTURALE “DAL CIELO ALLA TERRA “ CT

DELL’AQUILA

Via Roma,97 – 95135 Belpasso (CT)

BIMESTRALE A CURA DELL’ASSOCIAZIONE

Email:

CULTURALE “DAL CIELO ALLA TERRA” CATANIA

dalcieloallaterra.catania@gmail.com

EDITORIALE

WEB:

Il presente giornalino “LA VOCE DELL’AQUILA”, non è altro che il risultato di una ricerca fatta da alcuni giovani, che ad un certo punto della loro vita, hanno sviluppato alcuni quesiti cercando delle risposte sulla loro esistenza. Ragionando e riflettendo su alcuni argomenti ci siamo resi conto che le nostre idee erano uguali, e nella certezza che queste siano anche le uniche, abbiamo predisposto positivamente i nostri pensieri al fine di elaborare questo giornalino Speriamo soltanto che la qualità di voi lettori ci dia man forte incoraggiandoci a continuare.

In questo numero In questo numero pilota, andremo subito a parlare del Contattista Eugenio Siragusa, pubblicando una riflessione di Saro Pavone, già pubblicata sul sito di Giorgio Bongiovanni, dal titolo: “Eugenio Siragusa, la memoria che vale”. Sempre dal sito www.giorgiobongiovanni.it, periodicamente inseriremo dei messaggi “Dal Cielo alla Terra“ dello stesso Giorgio, accostandoli a quelli che a suo tempo furono resi noti dal suo e Nostro Padre Spirituale Eugenio, in riferimento a notizie dal Mondo che ne avallano le Profezie. Abbiamo realizzato delle rubriche relative alle Cronache di Arca1, dentro la quale andremo a pubblicare informazioni ed esperienze fatte dai fratelli dell’Arca dell’Aquila. La seconda sezione sarà dedicata ai pensieri dei fratelli, che con tanta amorevole dilezione vogliono condividere. SEZIONE GEOFISIOBIOPSICOTERAPIA La terza ed ultima rubrica ma non per importanza è dedicata a quella fantastica e incomprensibile Scienza Medica Extraterrestre che ad Eugenio è stata trasmessa dai Nostri Fratelli di Volumetrica Coscienza e che loro chiamano: “Geofisiobiopsicoterapia”, scienza che studia come sono fatti i nostri Corpi e a quali leggi sono sottoposti e andremo ad analizzare le Terapie Vibrazionali ed alimentari che sin dagli anni ’70 ci esortavano a porre in essere.

lagalileadeigentili@yahoo.it

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DIRETTORE Giorgio Barbagallo

REDAZIONE Rosario Pavone,Enzo Ranieri, Carmela Stagnitta, Antonio D’Agata, Angelo Aiello, Claudio Boccafoschi. Federica Scribano, Maria Stella Marcoccio,Michele Puglisi.

PROGETTO GRAFICO Giorgio Barbagallo Il Materiale qui trattato è frutto di un’accurata ricerca. Le fonti dalla quale attingiamo, provengono dagli Spazi Siderali, preziosi concetti dal profondo Valore Universale che i Contattisti Eugenio Siragusa Ieri e Giorgio Bongiovanni oggi con solerzia ed Amore ci offrono. Le Informazioni relative alla Geofisiobiopsicoterapia, sono rilasciate per offrirvi una via di liberazione e guarigione interiore unitamente a sistemi terapeutici di cura ma sopratutto di prevenzione che, dagli operatori della Geofisiobiopsicoterapia, sono realizzati, sperimentati e usati terapeuticamente.

Giorgio Barbagallo

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- Eugenio Siragusa: LA MEMORIA CHE VALE ____________ 5. - MESSAGGI DAL CIELO ALLA TERRA _______________ 8. - CRONACHE DI ARCA1 ___________________________ 11. - I PENSIERI DEI FRATELLI ________________________14.

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Eugenio Siragusa: La memoria che vale

Cosa ardua tentare di tradurre al grande pubblico, “la massa”, cosa abbia rappresentato, o potuto rappresentare, l’opera di Eugenio Siragusa. E questo poiché essa, “il mondo dei più”, mal si adatta a percorrere sentieri che esulano dalla canonica quotidianità…

EUGENIO SIRAGUSA: LA MEMORIA CHE VALE Facile dire che fosse un ufologo, così come per decenni lo definì la stampa paesana incapace di contenere ma prodiga di sarcasmo: Eugenio non si identificava neppur lontanamente con il modello dello studioso ufo sebbene a lui si deve il merito di aver, in qualche maniera, portato alto il vessillo della sensibilizzazione al fenomeno per molti e difficili anni. Poi venne trovato per lui un attributo che calzava meglio, il neologismo “contattista”, un titolo che lo differenziava (in Italia addirittura lo contrapponeva!) da quello dell’ufologo: ma anche contattista, mi si permetta, appare insufficiente a descriverne la personalità. Infine, considerato il suo indefesso impegno nella censura dei mali del nostro tempo, alcuni gli diedero l’investitura di profeta: e qui forse iniziamo ad avvicinarci alla reale dimensione se magari volgiamo lo sguardo all’immediato significato che ci consegna l’etimologia della parola, ovvero annunciatore. Nel corso degli oltre 50 anni di attività missionaria sono state migliaia le persone, dal circondario etneo sino alle Alpi, che lo hanno incontrato, tenuto frequentazioni anche assidue e maturato nei suoi confronti una stima ed un affetto che, forse, appare un peccato non chiamare con il proprio vero nome: amore e devozione. Lo stesso dicasi per le altrettanto migliaia che Eugenio incontrò nei suoi diversi viaggi all’estero e/o con le quali la sua segreteria ha intrattenuto continui rapporti epistolari e telefonici. E la cosa che oggi più sconvolge è il fatto che moltissimi, forse la maggior parte, pur senza aver avuto mai la possibilità di conoscerlo, erano affascinati da lui ma soprattutto pienamente coinvolti nella condivisione del “messaggio” che attraverso di lui filtrava. “Personaggio magnetico”, quasi dovesse passare per un ipnotizzatore, soleva definirlo lo sbiadito colore della stampa, sempre quella provinciale, nel tentativo quasi di esorcizzare la paura ed i limiti della propria incapacità a penetrare l’interiorità della bellezza di uno spirito straordinario: però cosa spingeva tanti verso di lui? Non credo sia cosa facile spiegarlo in parole, anche perché con queste sfideremmo …l’ordinario razionale, quantunque a volte quest’ultimo sia materialistico e superficiale. La sua incredibile esperienza, oggi abbondantemente conosciuta, di contatti a vari livelli e di profondi stravolgimenti interiori lo portò sin da subito ad assumere una personalità ed una coscienza che non erano più quelle di prima, insieme a delle conoscenze che affondavano le loro radici nel tempo perduto, e che potremmo definire di carattere iniziatico. Con ciò anche l’eccezionale dote del “verbo”, la parola, con cui, modulata in suoni o scritta in fogli, riusciva a stimolare e a risvegliare il ricordo e

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la coscienza di essere parte di un grande ed antico progetto per il cui epilogo si è chiamati a concorrere. Non certo a suscitare il tribunalesco assenso dei predicatori di folle, ma una “taumaturgica” capacità mirata a suscitare il “risveglio”, insisto, di coloro che evidentemente portavano dentro di sé una particolare predisposizione. Per i quali, da lì a poco, sarebbe seguito un vero e proprio ridimensionamento cognitivo: rigetto dei normali valori del vivere a favore di quelli evangelici, forte sensazione di fratellanza con chi condivide la tua esperienza, predisposizione all’amore verso il prossimo, sentirsi fortemente parte del creato e del cosmo, desiderio insopprimibile di comunicare agli altri ciò che stai vivendo, grande considerazione dei passi dell’escatologia evangelica, desiderio di rileggere il vangelo e percepirlo con più profondità verso lo spirito e non la lettera, considerazione dei fatti e degli eventi religiosi in maniera più consona e “compatibile” alla logica moderna del XX° secolo, ed altro ancora… Cosicché si intuisce repentinamente anche che l’attuale parentesi ufo è chiaramente collegata a quella degli eventi prodigiosi della Bibbia ed anche di altri contesti storici, che riguardano altre epoche ed altre civiltà, che gli angeli del passato sono oggi quelli che chiamiamo, forse con termine meno appropriato di ieri, extraterrestri, e che se oggi sono qui è perché devono “mettere in atto” la Parusia, preparare il tutto per il ritorno del Maestro… Era questo il “succo”, la finalità, che Eugenio Siragusa non mancava mai di evidenziare, senza remore e senza compromesso alcuno, a rischio, sovente, di essere deriso ed apostrofato anche come eretico. Per quanto incredibile possa sembrare egli riteneva, e le circostanze concordano, di essere lui il biblico “profeta” che avrebbe avuto il compito di iniziare a radunare, come sostiene l’Apocalisse, i “viventi”, cioè vivi nello spirito. Il tutto accompagnato anche da una miriade di scritti, spesso firmati in forma impersonale “Dal cielo alla Terra”, che in se costituivano ammaestramento, consolazione, avvertimenti ed ammonimenti verso il popolo dei “risvegliati”, con un linguaggio ed uno stile quasi sempre dall’inconfondibile dialettica cristica, pagine sublimi di lirica altissima che rimangono scolpite nei nostri cuori e, nel documentabile, accessibili a chiunque. E come non ricordare la grande ed incessante attività pubblica di “messaggero” verso i potenti, i responsabili del governo del nostro pianeta? Latore, come egli si definiva, di avvertimenti, ammonimenti e consigli che provenivano da una dimensione superiore e filtrati attraverso la sua ridimensionata coscienza, che hanno tracciato spesso una diagnosi quasi profetica dei problemi che avrebbero condizionato lo sviluppo delle nostre società, primi tra tutti, come si ricorderà, quelli relativi ai pericoli derivanti dalla scissione atomica: la sperimentazione e l’utilizzo dell’energia nucleare, argomento, come si vede, ancor oggi di scottante e polemica attualità. Di contro, portavoce dei “desiderati” di coloro che egli definiva “maestri cosmici”, la grande esortazione ad attivarsi fattivamente e collettivamente per l’energia solare, alla realizzazione di un grande satellite orbitante capace di convogliare l’energia del sole e distribuirla gratuitamente a tutto il pianeta, facendoci così uscire definitivamente dall’era della carburazione: e se oggi, 2008, si paventa ancora lo scoppio di un conflitto dove verrebbe utilizzato il micidiale potenziale bellico nucleare, non possiamo non notare che la causa di ciò sarebbe per il controllo e l’accaparramento delle residue risorse energetiche del pianeta, ovvero il petrolio e/o il gas che sia. Quindi un’attenzione, quella espressa da Eugenio, sacrosanta e profetica. Nel percorso operativo segnato dalla sua attività furono, e sono ancora, tanti i gruppi di amici studiosi, o meglio “figli spirituali” come amano definirsi, che iniziarono a prestare collaborazione alla sua opera soprattutto con il lavoro di divulgazione e di sensibilizzazione, dall’ufologia con le sue implicazioni storiche e spirituali alla denuncia di quelle che Eugenio definiva la deleterie “forze condizionanti” che minano la stabilità ed il sereno sviluppo del pianeta e dei suoi abitanti. Molti, anche diversi per ceto, razza o credo, quanti hanno abbracciato con profonda convinzione interiore la sua “missione”.

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Tra costoro mancheremmo di onestà intellettuale e renderemmo un torto alla verità se non annoverassimo Giorgio Bongiovanni, oggi stimmatizzato e personaggio che non abbisogna di ulteriori presentazioni. Da sempre in “prima linea” nei rapporti con Eugenio Siragusa, sul finire degli anni ’80 Giorgio inizia a vivere una esperienza che lo porterà a Fatima nel 1989 a “ricevere” le stigmate ed a sconvolgere la propria esistenza oltreché quella dello stesso Eugenio. “Il grande segno”, quello delle stigmate, inatteso, inaspettato, era arrivato, dirà Eugenio. Erano gli anni quelli in cui l’aspetto fenomenico legato, più o meno, ai “contatti”, si era esaurito per lasciare il posto ad una “amara consapevolezza” che lo portava spesso ad inveire contro un’umanità “cieca e sorda” ai richiami del cielo, incapace di frenare la “folle corsa degenerativa” e che sarebbe presto stata posta al pesante giudizio di Dio…Fu in quegli anni che Eugenio avvertì l’esigenza di passare il testimone della sua “opera” a colui che con perentoria coscienza spirituale additò come “il calice vivente della comunione cristica”, un’immagine molto forte per rimarcare chiaramente la continuità logica e fisiologica della sua missione nella figura del “figlio spirituale” Giorgio: in diversi scritti ed in vari, documentati, ed affollati incontri pubblici, primi anni ’90, ribadì la sua ferma convinzione del passaggio delle consegne. E’ pur vero, le cronache lo hanno consegnato alla storia e non saremmo onesti ad ometterlo, che alcuni anni dopo Eugenio, con altrettanta determinazione prese le distanze ufficialmente da Giorgio: un’amara ed improvvisa separazione che si consumò per motivi che a tutt’oggi non appaiono ben spiegati e che, mi si permetta, non sono per niente quelli sciorinati in qualche pagina di internet o in qualche pessimo video della “rete”, ma verosimilmente, come pretendono di conoscere i “bene informati”, attinenti i comportamenti della sfera privata di terzi.Ad ogni modo quello di cui siamo certi è che Giorgio non ha mai, anche nei momenti di crisi più acuta, tradito il rispetto e l’amore verso il “suo padre spirituale” e tantomeno oggi la memoria: anzi né ha sempre esaltato l’aspetto messianico e lo spessore di “grande messaggero”; il suo operato e le sue attività, anche di notevole impegno sociale, rispondono chiaramente al “sacrificio” ed alla “donazione” sempre sollecitati nelle esortazioni di Eugenio in armonia con la chiosa che spiega che “il vangelo non è un invito alla rassegnazione, bensì all’azione”; la divulgazione sui pressanti ed attuali segni di carattere ufologico e non, collegati anche con l’annuncio dell’imminente ritorno del Cristo per il varo di una nuova era per l’umanità, la denuncia contro i poteri nefasti che imbrigliano ed imbrogliano le coscienze degli uomini e la salvezza dai molteplici mali dell’indigenza di tanti bambini, anche se pur “goccia nell’oceano”, con attività umanitarie costituiscono il proseguo ideale e concreto al “periodo di ammaestramento” della missione che ha svolto Eugenio Siragusa. Di Eugenio si è detto di tutto: ignorante, pazzo, illuminato, mitomane, Dio, demonio, truffatore, maestro, mago, la “potenza”, paranoico, il “Padre, etcc. Detrattori e “cortigiani” non lesinarono di certo i loro epiteti e le loro adulazioni. Probabilmente anche questo il normale prezzo della notorietà sebbene la sua, di notorietà, fu certamente “anomala” e scomoda per molti versi. Egli, seppur in simbiosi con una esperienza fuori dall’ordinario, fu e visse da uomo, coabitando con l’umana natura, cosa che per alcuni sarà difficile…metabolizzare, che esprimeva pregi e difetti, capace di grandi slanci e di grandi contraddizioni… Egli non era né perfetto né infallibile. Ma di lui Qualcuno si è servito, in una maniera che ritengo la scienza del prossimo domani ci dirà più chiaramente, per risvegliare gli spiriti che dormivano il sonno della materia. E’ non è poco. Se di prove testimoniali sulle sue esperienze, come per il caso di altri illustri “colleghi” tipo George Adamsky o Billi Mejer, egli non ci ha lasciato quasi niente, rimane però la “prova” più grande, quella che…vive: migliaia e migliaia di anime, in tutto il mondo, che dietro i suoi input sono “rinate” ai valori della vera vita iniziando a lavorare e portare “buoni frutti” così come il Padrone della vigna desidera. Grazie Eugenio: alla tua memoria infinitamente grati! Saro Pavone

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MESSAGGI “DAL CIELO ALLA TERRA” DAL CIELO ALLA TERRA

L'UOMO ASSASSINO, L'AQUILA DI FUOCO E GLI ELETTI HO SCRITTO IL 20 OTTOBRE 2015: L’UOMO CONTINUA AD ESSERE UN MOSTRO ASSASSINO DI SE STESSO E DEI SUOI FRATELLI MINORI: GLI ANIMALI. L’OMICIDIO DELL’AQUILA IMPERIALE PER NOI HA UN SIGNIFICATO TRAGICO E GLORIOSO. TRAGICO PERCHÉ L’UMANITÀ HA RIFIUTATO LA REDENZIONE OFFERTA DAL MESSIA GESUCRISTO TRAMITE, ANCHE E SOPRATTUTTO, L’APOSTOLO PREDILETTO GIOVANNI L’EVANGELISTA. GLORIOSO PERCHÉ L’AQUILA DI FUOCO RISORGERÀ E, NEL NOME DI CRISTO, PRESENTERÀ AI PIEDI DEL FIGLIO DI DIO I 144.000 ELETTI E TUTTI GLI ESSERI DI BUONA VOLONTÀ CHE HANNO VOLUTO SEGUIRE LORO. SIATENE CERTI! PACE! HO RINGRAZIATO GLI ESSERI DI LUCE. LEGGETE! MEDITATE E DEDUCETE. IN FEDE G.B. Palermo (Italia) 20 Ottobre 2015 Dipinto di Bruce Pennington

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Messaggi allegati di Eugenio Siragusa:


DA UN EXTRATERRESTRE IN SERVIZIO SUL PIANETA TERRA HO AVUTO TRA LE MANI UNA TORTORELLA FERITA A MORTE DALLA FURIA OMICIDA DEGLI UOMINI GLI UOMINI PROVANO PIACERE AD UCCIDERE CIÒ CHE DOVREBBE VIVERE PER LA LETIZIA DELLE ANIME E PER LA FELICITÀ DELLA CREAZIONE. ESSI UCCIDONO, UCCIDONO PER IL CINICO PIACERE DI VEDER MORIRE LA BELLEZZA E IL BENE CHE IL CREATORE DISPENSA PER RENDERE GIOIOSA LA VITA PER TUTELARE L'ARMONIA E L'EQUILIBRIO DELLE COSE CREATE ED UTILI NELL'OPERA EVOLUTIVA DELLE SPECIE VIVENTI SULLA TERRA. GLI UOMINI DOVREBBERO SENTIRE RIBREZZO E ORRORE PER QUELLO CHE FANNO IN NOME DI QUELLA CIVILTÀ CHE CREDONO DI POSSEDERE. GLI ABITANTI DI QUESTO MONDO SANNO IL MALE CHE FANNO E SI OSTINANO A PERSEVERARE, PUR SAPENDO DI TOGLIERE PER SEMPRE DAI LORO OCCHI TUTTO CIÒ CHE LO SPIRITO ACCAREZZA E IL CUORE AMA. LA LORO INDISCRIMINATA FOLLIA OMICIDA SI SCARICA VIOLENTEMENTE SULLE CREATURE CHE NON SANNO OFFENDERE, MA SOLO AMARE, PERPETUARE LA SPECIE ED UBBIDIRE ALL'ISTINTO DELLE LEGGI ETERNE DEL CREATO, PER RENDERSI UTILI NEL PROCESSO EVOLUTIVO DI TUTTO CIÒ CHE È, CHE NASCE, CRESCE E SI TRASFORMA EDIFICANDO BELLEZZA ED ARMONIA, EQUILIBRIO E GIOIA PER LO SPIRITO VIVENTE. UOMO! UOMO DELLA TERRA, QUANTO, QUANTO MALE FAI! RAVVEDITI, NON FARE SCEMPIO DELLE COSE CHE DOVRESTI AMARE E TUTELARE. NON UCCIDERE PER IL PIACERE DI UCCIDERE E NON ESSERE VIOLENTO CON COSE CHE TI SONO STATE AFFIDATE DALL'INFALLIBILE INTELLIGENZA CREATIVA. NON RENDERE DESERTO IL SENTIERO DELLA TUA VITA E DELLA VITA DEI FUTURI. TUTTO SI OFFRE A TE CON AMORE NEL GIUSTO MOMENTO DEI TUOI INDISPENSABILI BISOGNI. LASCIA, O UOMO, CHE OGNI COSA ABBIA IL TEMPO DI RIPRODURSI E DI RIPOPOLARE IL CIELO, LA TERRA E LE ACQUE, AFFINCHÈ SIA COPIOSA LA PROVVIDENZA NELL'ORA DEL BISOGNO. FAI TU CIÒ CHE TI NECESSITA, MA CON AMORE E SANTITÀ, CON DEVOZIONE E CON RISPETTO ALLA LEGGE DEL SACRIFICIO. NON

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DISTRUGGERE SE NON VUOI ESSERE DISTRUTTO; FAI SOPRAVVIVERE SE VUOI SOPRAVVIVERE. NOI TI INVITIAMO A BANDIRE LA CACCIA E A PROVVEDERE AFFINCHÈ GLI ANIMALI ABBIANO RISTORO E PACE NELL'AMBITO DELLE LORO LEGGI ED AFFINCHÈ L'UOMO RITORNI AD ESSERE IL LORO BENEFATTORE E LO STRUMENTO EFFICACE PER LA SAGGIA EVOLUZIONE DELLA SPECIE DELL'EDIFICIO CREATIVO DI QUESTO MONDO. UOMO, NON UCCIDERE PER IL PIACERE DI UCCIDERE, MA SOLO PER ESTREMO BISOGNO DI SOPRAVVIVERE! QUESTA È LA LEGGE CHE DEVI RISPETTARE SE REALMENTE SEI PIÙ EVOLUTO DEGLI ANIMALI. DA UN EXTRATERRESTRE IN SERVIZIO SUL PIANETA TERRA. EUGENIO SIRAGUSA Catania, 28 Aprile 1970. Ore 08:00

DAL CIELO ALLA TERRA DA EXTRATERRESTRI IN SERVIZIO SULLA TERRA ABBIAMO SENTITO ED ABBIAMO VISTO! ABBIAMO SENTITO CHE UN MILIONE E OTTOCENTOMILA CACCIATORI HANNO ABBRACCIATO LO STRUMENTO DELLO STERMINIO ED ABBIAMO VISTO LA DISTRUZIONE INDISCRIMINATA DEI POCHI VOLATILI CHE LOTTANO PER SOPRAVVIVERE PER CONSERVARE LE SPECIE SUL VOSTRO PIANETA. ABBIAMO VISTO COMPETERE I PROTAGONISTI DI QUESTO "SPORT", COME VOI LO CHIAMATE, ED ABBIAMO NOTATO IL CINICO ACCANIMENTO DI CHI GODE UCCIDENDO CIÒ CHE DEVE VIVERE PER FARVI SOPRAVVIVERE. COSA CREDETE CHE PENSIAMO DI VOI? COSA DOVREMMO PENSARE? CHE COSA DOVREMMO DEDURRE DA QUESTO VOSTRO IRRESPONSABILE AGIRE? CONOSCIAMO GIÀ LE VOSTRE RISPOSTE: SONO VECCHIE E NON SONO MUTATE, NON SIETE DISPOSTI A MUTARLE, NON SIETE DISPOSTI NEMMENO A PREVEDERE L'IMMEDIATO FUTURO DELLE VOSTRE FOLLIE, MA VI ASSICURIAMO CHE NON TARDERANNO GLI EFFETTI E ALLORA, NON AVRETE PIÙ IL TEMPO DI DISPORVI NEMMENO AL PENTIMENTO, PERCHÉ SARÀ TROPPO TARDI PER EVITARE LA VOSTRA ATROCE E LUNGA AGONIA. VOI TERRESTRI VI STATE, DELIBERATAMENTE, SUICIDANDO. DAL CIELO ALLA TERRA EXTRATERRESTRI IN SERVIZIO SUL VOSTRO PIANETA EUGENIO SIRAGUSA Valverde, 25 Agosto 1974 Ore 16:00

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CRONACHE DI ARCA 1 La Domenica passata del 20 Dicembre, fredda e uggiosa, ci ha visti tornare a Piazza Armerina. Eravamo parecchi e da tre province siciliane, Messina, Catania e Siracusa. Gioacchino e Lina Distefano, Filippo Rando, Enzo Favano, Minòu Pittari, Antonella, io, Angelo, Stella, Giorgio Barbagallo, Enzo Ranieri, Carmela e Daniele. Riccardo si trovava già in città e ci ha guidato. Insomma, una piccola truppa! Motivo di questo viaggio era fare un sopralluogo alla sala hotel dove si sarebbe svolto il Convegno del 3 Gennaio prossimo e contestualmente dare la possibilità di visitare la casa della famosa statuina della Madonna dai fratelli Cosenza a chi di noi lo desiderasse e ancora non aveva avuto possibilità di farlo. Visionato l'hotel e la sala, e dopo aver mangiato un boccone in un bar del centro, ci siamo diretti tutti quanti in via Montalto, borgo storico dove ha sede la umile dimora di Giuseppe e Crocifissa.

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Ci siamo sistemati nella piccola stanzetta dove vi è la statuina ed il letto dove passa i suoi giorni la stessa Crocifissa. Abbiamo avuto modo di vedere e rivedere i tanti segni prodigiosi rimasti dopo tante manifestazioni ed anche la possibilità di parlare con i due nostri ospiti di alcune tappe di questo sensazionale caso, esperienze vissute, guarigioni e manifestazioni continue. Crocifissa ci racconta anche di quando lei, che faceva oltre alle pillole ben 5 fiale di insulina al giorno per la pesante problematica diabetica, in seguito ad una particolare evento razionalmente inspiegabile, guarisce praticamente da questa grave malattia. Giuseppe, che tra l'altro avverte assieme alla sorella la necessità di far conoscere il caso a quanta più gente possibile, ci racconta anche di quando, anni fa, vide un globo di luce intensissima entrare dentro la stanza e riuscì anche ad immortalarlo in una foto. Egli è abbastanza tonico, ci esprime, come sopra accennato, la sua disillusione per quanto riguarda le autorità ecclesiastiche del luogo che "non ne vogliono sapere" di quanto avviene a casa sua e parimenti il desiderio pressante che la storia venga fatta conoscere al grande pubblico. Nonostante la "metodica" suggerita dalla stessa Madonna sia impermeata, per lo meno nell'apparenza, ad un rispetto aderente la pratica religiosa. Ricordiamo che lui ogni 13 del mese ha un'apparizione cui conseguono, almeno sinora, messaggi molto semplici di esortazione. Una logica ed una "strategia" già osservata che mira al recupero di quanto di buono possa esservi ancora nella istituzione religiosa, ivi comprese le "numerose energie spirituali" che in seno ad essa vogliono e pretendono di viverlo il Vangelo


Crocifissa al solito sembra essere molto contenta e confortata dalla nostra compagnia. La sua dinamicità emotiva si esprime in battute, racconti, osservazioni con la "sospetta" capacità di voler e saper quasi leggere dentro ognuno di noi. Senza mai tralasciare l'attenzione verso la statuina posizionata su un mobiletto vicino al suo letto. Ed è così che vedendoci avvicinare verso la Madonnina, toccandola e prendendola anche nelle mani, mi chiede di porgiergliela. Sotto i miei attenti occhi la prende in mano e le accarezza il viso toccandole con il polpastrello gli occhi... Me la ridà ed io la rimetto a posto, tutto come prima. Senonchè dopo alcuni secondi mi dice: "Guarda, guarda...vedi? Non vedi che sta lacrimando?" Avvicino lo sguardo e noto che dalla base dell'occhio destro in effetti pare sia sgorgata una piccolissima lacrima. Tutti vediamo e rapidamente sembra colare verso la corrispondente guancia tracciando un piccolo ma chiaro e visibile rivolo che tende ad esaurirsi. Poi ho l'impulso di prendere in mano la statuina e prendendola mi accorgo, e ci accorgiamo, che il fenomeno pare avere una precisa ed altrettanto chiara replica.

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Credo di poter interpretare bene la meraviglia, lo stupore, la commozione ed anche la gioia dei tanti che eravamo, soprattutto di coloro che per la prima volta erano venuti. Un segno ancora per noi tutti. Che se volessimo interpretarlo secondo quanto sappiamo in materia non può che essere che di conforto e di buon auspicio per la salute e la crescita spirituale nostra. Un segno della benevolenza e della commozione dell'anima Mater verso le nostre anime, piccole, fragili, ma nello stesso tempo unite che cercano e vogliono essere veicoli e testimoni dell'Amore Cristico e della sua Comune Unione. E se vogliamo, senza tante riserve, anche un segno di avallo e "consolazione" alla nostra "opera" sempre tracciata nel solco del cristico impegno. Ma non finì lì. Poco dopo qualcuno chiede a Crocifissa di poter mettere un fazzolettino di carta dentro la tasca della sua vestaglia, ed è una cosa che faremo quasi tutti. E puntualmente dopo alcuni secondi i fazzolettini di ognuno di noi escono con impresse delle macchie rosse, sangue, in cada uno di essi. Una in particolare, di queste macchie, ci ha colpito: "disegnata" sul fazzolettino posto da Angelo appare quello che secondo l'interpretazione di tutti sembra essere un calice. Un segno ed un simbolo, a mio parere caro Angelo, significativo ed impegnativo... E bello! Dopo l'esortazione di Giuseppe ai rituali, e di ringraziamento, Padre Nostro e Ave Maria, abbracciamo Crocifissa e prima di uscire facciamo sosta nella cappelletta al piano terra. Ci si sofferma a parlare un poco e scambiare qualche parola con Giuseppe, leggiamo anche l'ultimo messaggio della sua apparizione del 13 ed io non resisto a dare uno sguardo alle pagine in cui è aperto il solito messale sull'altarino. Vedo di cosa si tratta, da Luca, e desidero leggere a tutti: Gesù racconta ai suoi di un signore che parte per un lungo viaggio ed affida ai suoi servi e sudditi delle monete d'oro, a chi una, a chi tre, a chi cinque.


Si, la cosiddetta parabola dei Talenti, un ulteriore sprone e altrettanta motivazione a dare quanto sappiamo di dover dare. Chiudo la sintesi di questa giornata esternando anche che è stato veramente bello vedersi tutti insieme, convenuti da più parti, conoscersi, riconoscersi, rinsaldare e coltivare il legame che deve inevitabilmente creare unione delle anime. La cristica comune unione è basilare per i Figli di Dio, specie in questo Tempo. Amarsi, rispettarsi, riprendersi, consolarsi, aiutarsi, operare. "State uniti! Uniti sopravvivrete!" ci ripeteva sempre qualcuno. Penso avesse ragione il nostro caro Eugenio, così come Giorgio che si è sempre prodigato per ciò Da soli si, si può camminare ma non si arriva molto più in là Il Cielo lo indica chiaramente. Saro Pavone Foto: Giorgio Barbagallo

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Piazza Armerina è una città situata al centro della Sicilia, ricca e famosa per storia, arte e cultura millenarie. Forse non fu un caso che venne da noi visitata il 18 Maggio 2014 in un Convegno con Giorgio Bongiovanni cui parteciparono, ben ricordo, persone provenienti da ogni provincia siciliana ed anche venute persino dalla Calabria. Beneficiammo anche della presenza in sala del Vice Sindaco Giuseppe Mattia e della preziosa collaborazione anche della Dott.ssa Raffaella Motta che ci affiancò con successo anche nel ruolo di relatore. Non so se sarà un caso, ma diversi mesi dopo proprio attraverso Raffaella siamo venuti a conoscenza di un avvenimento che di per se non possiamo catalogare che prodigioso: nella umile casa di altrettanto umili e semplici persone, i germani Giuseppe e Crocifissa Cosenza, una statuina di circa mezzo metro raffigurante la Vergine di Lourdes inizia a trasudare “sangue” o comunque “materiale di colore sanguigno” nonché “materia liquida”, trasparente e oleosa. Immaginarsi quindi il via vai di fedeli soprattutto e di persone varie tanto da indurre le autorità ecclesiastiche ad interessarsi seriamente del caso con la creazione di una commissione di indagine ad hoc. Inoltre il particolare rapporto che la sofferente Crocifissa vive con la Madonna attraverso la statua e le voci di miracoli di guarigione confortate da testimonianze non fanno altro che alimentare devozione, preghiere e come ci fa notare la Motta financo una certa comprensione del supposto dolore Mariano. I fatti proseguono nel tempo con costanza sino al 1° Maggio allorché una famiglia del luogo con una bambina di 4 anni si reca nell’abitazione dei Cosenza e inaspettatamente la bimba, Marisol è il suo nome, inizia come ad esser rapita dalla visione della statuetta facendo persino denotare movimenti e atteggiamenti tipici che ben conosciamo per averli descritti negli stati estatici dei tanti veggenti... "ho visto la madonnina che mi diceva che mi vuole bene, cambiava colori nel vestito e aveva una corona in testa" dirà sorridente e con la spontaneità che solo i bambini riescono ad avere. Alimentando così un fenomeno che in gergo siamo sempre stati soliti definire di carattere mariano, ma che a mio modesto modo di vedere può riuscire anche ad essere di autentica spiritualità e sincero ravvedimento per tanti...


I PENSIERI DEI FRATELLI “In questo numero pilota, vorrei riproporvi un Pensiero di un Fratello che oggi non è più con noi ma si trova nella Patria Celeste, per anni è stato il pilastro portante dell’Arca di Nicolosi Ct, al quale sono infinitamente legato e grato per tutto quello che mi ha insegnato in 25 anni di Cammino nell’Opera di Eugenio e Giorgio, il suo nome era ed è Gino Pierno”. Giorgio Barbagallo

LA FORZA DELL’AMORE Energie lontane che ci investono, vibrazioni intense mai conosciute, emotività struggenti, un cuore palpita d’amore…… Da dove arriva tanto amore? ….. Chi ci fornisce questa energia sublime? …. Il Padre nostro è amore, l’amore suo è creatività. Gli Universi interi sono energie d’amore. Gli Astri tutti, trasmettono amore. Il Padre Sole, con la sua Luce Deificante, ci investe d’amore in ogni sua manifestazione è Amore, Amore per tutte le creature. Anche la Madre Terra ci da amore e noi? Investiti da tanto sublime amore, perché non ne permettiamo il normale scambio fra di noi? Perché non lo facciamo fluire, ai nostri simili, alla natura e a tutto il creato? Perché non ne permettiamo lo scambio reciproco di vitale importanza, affinchè non inaridisca? Se questa stupenda forza d’Amore non filtra nel nostro essere, saremo condannati a perire. A nulla sarà valso il sacrificio dell’Amore più grande di tutti gli Amori;

GESU’ “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni e gli altri, come IO ho amato voi”. Giov. 15,12 Come possiamo essere così insensibili e freddi a questo suo umile ed imperioso richiamo? “Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama, e chi mi ama sarà amato dal Padre mio e io l’amerò e mi manifesterò a lui”. Giov. 14,21 Come non ci si può commuovere al Verbo che ci investe? Prego il Padre mio che mi aiuti a trasmettere ai miei fratelli, che amo e che stimo, tanta forza d’amore e far si che ne fuoriesca tanto dai loro animi da favorirne il reciproco e mutuo scambio. “Nessuno ha amore più grande che quello di dare la propria vita per i suoi fratelli”. Giov. 15,13

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Mi ripeto sempre: “Come posso amare il Padre mio se non amo il fratello vicino a me”? Gino


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