Città d’Italia :
MARSALA Foto by Roberto Digirolamo
Come arrivare
Dove ci troviamo Marsala, piccola icona di sole e salsedine resa celebre dalla produzione del suo vino ad origine controllata, è il comune più occidentale della Sicilia e si colloca sotto la provincia di Trapani, al confine tra l’incontro del Mar Mediterraneo e del Tirreno, nel Canale omonimo dell’isola. Posta sulla sommità di Capo Lilibeo, dirimpetto le isole Egadi e la Tunisia, la cittadina non solo è conosciuta per il suo mare cristallino, che gli è valso la bandiera blu, o gli scorci di un’Italia verace, ancora legata ad una qualità della vita che richiama il turismo di mezza Europa, ma è anche patria di tradizioni, storia e leggende. Sorge inoltre sulle rovine dell’antica città punica di Lilibeo, dal quale i suoi abitanti prendono l’appellativo di lilibetani. Non paga, Marsala diventa un istituzione dal momento dello sbarco di Giuseppe Garibaldi con la spedizione dei Mille, punto strategico dell’Unità d’Italia, fregiandosi ulteriormente di una multiculturalità tutta sua che affonda le radici addirittura nel suo nome. Gli arabi, alla conquista dell’isola, la vollero chiamare Mars-Allah: “Porto di Allah”, e ancora a distanza di secoli e secoli, c’è qualcosa nelle belle spiagge di Marsala che ricorda il vento caldo che soffia nel deserto.
Via terra: Marsala, lo abbiamo detto, nasce su un isola. Ne va che tutta rete di strade percorribili in auto si riferiscono esclusivamente al territorio siculo. Viene percorsa nel tratto nord-sud dalla SS 115 che la collega a nord con Trapani, allacciamento A29, ed a sud con Mazara del Vallo. Dalla Strada Statale 118 e nel senso ovest-est si collega invece con Salemi. La SP21 e la cosiddetta Scorrimento Veloce Marsala-Birgi la collegano al vicino aeroporto Vincenzo Florio. Esiste anche la possibilità di prenotare online il viaggio in autobus avvalendosi di Autoservizi Salemi, con partenze dai maggiori capoluoghi italiani, Milano, Parma, Firenze e Roma su tutte, che garantiscono, se non un viaggio breve, per lo meno comodo. La linea ferroviaria, attiva e via via migliorata già dall’epoca fascista, nasceva per garantire un transito agevolato ai prodotti commerciati. Oggi, con un gran numero di fermate limitrofe (Mozia-Birgi, Spagnuola, Marsala, Terrenove, Petrosino-Strasatti), garantisce un allacciamento rapido ai paesi che si affacciano nel tratto di costa e a tutta la regione coperta dall’esercente. La stazione non ha un parcheggio dedicato ma prevede la fermata del bus. Via aerea: La città è servita dall’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani-Birgi con collegamenti da e per le maggiori città europee. L’aeroporto dista appena quindici chilometri dal centro di Marsala e ha ben due compagnie di volo all’attivo. Sono garantiti bus navette di linea extraurbana dall’aeroporto collegano la cittadina. In alternativa, ad un’oretta di strada sulla A29, ci si può appoggiare all’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo. Via mare: Dal Porto di Marsala gli unici collegamenti di linea sono i traghetti per le isole Egadi. Il suo porticciolo turistico, con più di 500 posti barca, garantisce un viaggio sereno anche per la navigazione da diporto o privata. Inevitabil-
mente, se la vostra tratta non prevede l’arrivo in aereo, farete scalo nel porto di Palermo che annovera nella sua flotta molte tra le linee di ferry più attive di tutto lo stivale, dalla Tirrenia alla Grimaldi per Palermo a Salerno due volte a settimana, alla società GNV che collega l’isola addirittura con Genova e Civitavecchia. Per tutte le informazioni del caso su orari e partenze, ognuna delle compagnie ha un sito internet aggiornato facilmente consultabile.
Un po’ di storia Tutto qui ha un suo fascino unico, e anche la storia ha inizio assieme agli albori della civiltà, risalendo addirittura alle popolazioni del Paleolitico Inferiore. Le prime vere testimonianze di un insediamento concreto e dei suoi commerci con Cartagine si hanno con l’antichissima colonia di Mozia, fiorita una decina di secoli prima di Cristo sull’isola di San Pantaleo, ad opera dei fenici. Situata a poche miglia dalla costa della Sicilia, viene invasa e distrutta dal tiranno di Siracusa, e i superstiti, stremati, proprio sulla stessa costa che vedevano da lontano decidono di costruire il nuovo insediamento, a cui daranno il nome di Lilibeo, “la città che guarda la Libia”. Nel 241 a.C. è già corteggiata dai romani e dalle popolazioni africane nomadi, divenendo culla di scambi e commerci, arricchita di ville ed edifici pubblici, guadagnandosi l’appellativo di “splendidissima urbs” da Cicerone in persona, nonché diventando sede del pretore e del questore romani. Lilibeo ha infatti già servito la causa dell’impero durante le guerre puniche , concedendo un vantaggio eccezionale con la sua posizione strategica sul mare e i fondali insidiosi. Nel V secolo d.C viene annessa all’impero di Giustiniano e visse i suoi bravi secoli bui con le
invasioni dei vandali, segnati dal disinteresse di Bisanzio. Nel settecento arriva lo sbarco vero e proprio, il più famoso, degli arabo-berberi sotto il contiguo monte Granitola, che da il via alla rinascita della città e, cosa più importante, al suo nuovo battesimo di Marsa Allāh. A partire dal mille e duecento seguono le dominazioni di natura normanna, sveva, angioina e nel 1282, anno dei Vespri Siciliani, quella aragonese. La dominazione spagnola rappresenta il periodo più difficile della storia della città, che si sviluppa sotto la bandiera di grandi sfarzi ma viene lasciata alla mercè di banditi e pirati. E’ altresì vero che nel 1500, Marsala riesce pian piano a tornare l’antico porto di meraviglie, divenendo meta della fiorente attività economica fondata sulla cerealicoltura, l’allevamento e la produzione del sale, con i suoi stabilimenti ancora oggi funzionanti nella zona dello Stagnone. L’11 maggio 1860 si da vita all’unificazione del Regno d’Italia grazie allo sbarco di Giuseppe Garibaldi con i suoi Mille. Esiste anche un altro 11 maggio tuttavia, a poca distanza nel tempo, quello del 1943: un bombardamento britannico sul centro che causa vittime sia nei civili che nelle architetture splendide del centro storico, irrimediabilmente perdute. Proprio per il sacrificio di numerose vite umane, Marsala sfoggia con orgoglio la medaglia d’oro assegnata al valor civile.
Come spostarsi Col fatto che in ogni dove c’è qualcosa da guardare, qualcosa da scoprire o da assaggiare, come si suol dire racchiuso in un così piccolo spazio vitale, viene da pensare che ci vorrebbe la bacchetta magica per fare proprio ogni elemento della vacanza a Marsala. C’è da dire anche che, fortunatamente, pure restando nella circoscrizione della città non si ha modo di annoiarsi. Marsala ha una costruzione urbanistica di chiaro stampo medievale, sviluppandosi dal centro storico, racchiuso nel perimetro della città “vecchia”, quella con i monumenti e la parte amministrativa, al centro urbano più recente che si estende sulla strada per Mazara del Vallo fino alla contrada Casabianca, Santa Venera e San Silvestro. Tali contrade, circa un centinaio, non sono altro che nuclei abitativi di antiche case affacciate su un piazzale comune, stilisticamente aggrappate al pozzo che dava l’acqua ad ogni dimora e curate nel tempo dai gruppi di famiglie che vi abitavano. Con un minimo di allenamento, anche a piedi è possibile visitare le più vicine al centro storico. Se siete sprovvisti di mezzo proprio, l’azienda che garantisce i percorsi in autobus è la Autoservizi Salemi. La società collega Marsala ai principali capoluoghi e alle città confinanti, garantendovi anche il servizio urbano. E’ possibile richiedere l’abbonamento mensile o settimanale a seconda delle vostre esigenze a cifre irrisorie. La stazione degli autobus principale è in Piazza del Popolo, a pochi passi dal Duomo. Il noleggio auto con conducente è coperto dalla
Sunshine Tours & Transfers, su tutte. Nave e aliscafo possono essere valide alternative rivolgendovi alla Ustica lines, con destinazioni per i porti di Trapani, Palermo, Messina, Reggio Calabria o Napoli. Ricordiamo inoltre che la linea ferroviaria si allaccia sia a Trapani che a Palermo; i treni regionali a cadenza giornaliera partono da e per queste destinazioni ogni due ore, interrompendosi prima di sera.
Natura Prima di dedicarci della moltitudine colorata degli ecosistemi presenti nella circoscrizione di Marsala, occorre fare una panoramica generale di tutta l’isola, entrando nel mood e nella cultura tipica. A primo sguardo la parte orientale della Sicilia, quella della costa ionica, si circonda di callette strette e anse di ghiaia e pietrisco fino a Taormina. Nella parte che concorre a sud, in vista dell’Africa, il territorio frastagliato si addolcisce, gettandosi in lembi sabbiosi degni dei più assolati Caraibi, in prossimità di Ragusa, Agrigento e Trapani. Ed è qui che Marsala, proprio grazie alla sabbia dorata delle sue spiagge, incontra il favore dei turisti. L’attività dei suoi vulcani ha generato inoltre un infinito numero di arcipelaghi e isole minori, tra i quali quello delle Eolie, dell’isola di Ustica, davanti a Capo Boeo, o l’arcipelago delle Egadi. Le isole Eolie, altrimenti conosciute come isole Lipari, sono sette e meglio si associano all’idea
di isolotto di origine vulcanica. Affiorano di fronte alla costa della provincia di Messina, all’altezza di Capo Milazzo da cui distano meno di dodici miglia nautiche. Rubano il nome del dio dei venti greco, e indoviniamo perché: quando lo scirocco spinge via le nuvole, non c’è mare più pulito che tenga! Al largo, tanta è la limpidezza dell’acqua, si possono avvistare i delfini, le focene e anche qualche balena di passaggio. Senza contare che all’interno degli isolotti il mezzo di locomozione più quotato è il dorso d’asino, escursione gradite per tutti quelli che non solo amano bearsi di una vista che comprende l’azzurro rarefatto di un’orizzonte che non ha confini, ma amano investire nel retaggio a tutto tondo che il viaggio ha da offrire. Una spaghettata di bottarga o un trancio di cernia affumicata direttamente su un falò in spiaggia, da mangiare a mani nude stando attenti che l’asinello non vi scappi,vi faranno sentire come i berberi del deserto sulla via dell’ascetismo. Le Egadi, già abitate in età antichissima, constano in un gruppo sempre più soleggiato di tre isole e due isolotti, Favegnana, Levanzo e Marettimo le maggiori, più una serie di scogli e faraglioni tutti facenti parte della relativa riserva naturale marina, dove è assolutamente vietata la pesca subacquea e in generale qualsiasi attività di frodo. I viaggi in barca a vela, al largo di panorami suggestivi, o le camminate nella macchia di alberi cresciuti spesso incontaminati sulla costa, offrono il diversivo migliore per tutti gli amanti della natura selvaggia. O, per i più esperti, sessioni ininterrotte di wind surf. Quindi rieccoci a Marsala e ai suoi tesori. La riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone si sviluppa nel tratto di mare compreso tra capo San Teodoro e capo Boeo , la più vicina alla no-
stra località preferita e forse, anche la più caratteristica. Il nome si rifà alle acque basse e stagnanti della laguna, la più vasta della Sicilia, formatasi dal movimento smottante delle correnti sottomarine sulla sabbia dell’arcipelago, che negli anni ha intrappolato una parte consistente di mare aperto, ormai priva di ricambio. L’Isola Grande o Isola Lunga è l’affioramento sabbioso più importante dello Stagnone, ed è raggiungibile a piedi dal promontorio di Birgi, in prossimità dall’antica torre d’avvistamento di San Teodoro. Diventata riserva naturale e habitat riproduttivo per molte specie di uccelli introvabili altrove, nel cuore dello Stagnone sorge l’isola di San Pantaleo, meglio conosciuta per insediamento fenicio di Mothia, che mantiene intatte le mura e le porte vecchie alla città, parentesi un po’ vetusta ma sicuramente ricca di fascino per gli amanti delle rovine. All’interno delle mura, a poca distanza dalla Porta Nord, visitate il santuario di Cappiddazzu e la necropoli con il suo corredo di ceramiche, non dimenticandovi di spendere una preghiera per i morti.Tra pomeriggi che sanno di correnti balsamiche, the alla menta di chiara provenienza araba e affollamenti di lunghe zampe da trampolieri di uccelli usciti dai documentari del National Geographic, i fenicotteri rosa, l’abbozzo surreale del paesaggio si da un tono con il magico disegno degli specchi d’acqua illuminati a motivi a scacchi: si tratta delle saline. Il pigro roteare delle pale dei mulini, la raccolta del sale che avviene ancora manualmente, la risorsa, che è rappresentata da questo sale, oggi inserito nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, fanno dell’area protetta marsalese un patrimonio da difendere con i denti e gustarsi ad ogni stagione dell’anno con gli occhi bene aperti.
La Cucina di Marsala A Marsala, ancora una volta, la fanno da padrona i piatti della tradizione culinaria trapanese. Che come già è stato per il clima e i panorami, risentono di echi arabeggianti e che in nessun caso, e basti pensare alla pesca dei tonni tramandata secondo tacite usanze magrebine, una buona forchetta disdegnerà! Quindi si al pesce, freschissimo, e agli ingredienti poveri ma spadellati con gusto. Menole e ricciole, cicerelli, assieme agli ortaggi più veraci, rientrano a pieno titolo nella famiglia degli antipasti, nelle varianti fritte o sotto sale: ci sono dunque il tonno rosso, la ventresca e il musciame, le sarde e le acciughe fritte o, tanto per gradire, salate, i carciofi imburrati e la caponata di melanzane, da intenditori la torta salata di ricotta. Se sentirete parlare di salamoreci, non spaventatevi, si tratta di un insalata di riciclo a base di pomodoro, condita con olio, basilico e pane raffermo, con o senza la presenza di uno spicchio d’aglio. Tutte queste ricette, non proprio light ma di assoluta bandiera slow food, non sono che il primo “candido” invito a lasciarsi andare per la pasta fatta a mano e le paste casalinghe come se piovesse, nate dalle mani sapienti delle massaie isolane. Entrate in taverna e ordinate le busiate, maccheroni fatti in casa con salsa di pomodoro fresco accompagnati da melanzane o pesce fritto. Oppure i Frascatuli, palline di semola da servire in brodo di ceci o verdure, esigete mezzo chilo della già citata spaghettata con la bottarga o col ragù di scorfano. Curioso rimando alle ricette che meglio conosciamo nel Levantee Ligure, aspettatevi il il pesto alla trapanese, che si discosta da quello di Genova per l’aggiunta di mandorle crude invece dei pinoli, pomodoro e pecorino grattugiato. Si prosegue con il tonno proposto in carpaccio, in ragù accompagnato da spicchi d’aglio e foglie di menta, in agrodolce o cotto nel sugo in polpette gustose. Torna dai percorsi nel deserto il “Cuscus alla trapanese” , preparato con semola e cotto a vapore in una speciale pentola di terracotta smaltata. Il condimento viene aggiunto in seguito, un guazzetto di pesce misto di nuovo similare al caciucco ligure. Ma chi sia venuto prima e chi dopo, fra i due, è presto scoperto: il mar Tirreno offre un menù univoco, sia nella sua parte più a nord che in quella a ridosso della Sicilia, e popolazioni diverse hanno approfittato dello stesso pescato. Con la carne, ci si addentra via via in fette scelte, pestate o condite grossolanalmente con i soliti ingredienti di una terra avara se non è l’uomo ad ammansirla: gli involtini di vitello con pecorino, prezzemolo aglio e pangrattato, i cosiddetti ‘nvultina a trapanisa; il temibile falso magro, braciola ripiena di carne trita, uova e formaggio, o i più semplici animali da cortile macellati secondo stagione, i conigli, i maiali e le galline ruspanti dell’aia, serviti con pane fatto in casa, il cabbuccio, una sorta di panino ottenuto dalla pasta della pizza, o insaporiti delle erbe di campo, basilico, origano alloro e prezzemolo. In questo caso, gli spiedini di fegato di maiale, le cotiche abbrustolite o il castrato al forno, saranno i piatti forti del menù. E quale miglior dessert nella terra di Sicilia se non i cannoli farciti, o le cascatelle ripiene di zucchero ricotta di pecora, spruzzate di cannella o aromatizzate al vino di Marsala. Si lascia guardare la cassata, a base di pan di spagna e frutta candita, sublimi i bocconcini di Erice, palline di pasta di mandorla con un cuore di marmellata di centro al liquore. Si conclude il viaggio in cucina con una star, il dolce nettare liquoroso a Denominazione di Origine Controllata che prende il nome della città. Vuole la leggenda che il vino di Marsala, da sempre noto ai viaggiatori italiani dell’ottocento, sia sbarcato oltre oceano come lo conosciamo oggi, assieme al commerciante inglese John Woodhouse, nel 1773. Secondo le cronache, durante la sosta sull’isola, John gustò il vino della zona, che veniva invecchiato in botti di legno assumendo un gusto analogo ai vini
spagnoli e portoghesi, ugualmente molto diffusi nel periodo. Il vino così trattato fu molto apprezzato dallo straniero, a tal punto che decise di imbarcarne una cinquantina di barili, addizionandolo però con acquavite di vino, in maniera da preservarne le caratteristiche durante il viaggio in mare aperto. Di nuovo, il Marsala testimonia il passaggio di testimone tra la cultura locale e un’oncia di multiculturalità europea, e Woodhouse potè fregiarsi di avere tra i suoi clienti persino l’ammiraglio Nelson e la sua flotta. E oggi? Come si produce? Tutt’ora, durante la sua fermentazione, si effettuano particolari procedure di travaso che favoriscono l’ossidazione del mosto, al quale poi viene aggiunto l’etilene e la stessa acquavite di vino di Woodhouse, il tutto rigorosamente controllato e prodotto nella zona d’origine. Il vino si accompagna infine ad ogni tipo di dolce, e si distingue nelle varianti del vitigno per il Marsala oro, prodotto dalle uve Grillo e Catarratto, e il più scuro e corposo Marsala rubino, che si ottiene dal Perricone o dal Nerello mascalese. Il vino Marsala è stato il primo vino DOC della storia vinicola italiana; un grande orgoglio per quanti lo producono e per tutto il territorio.
Luoghi di interesse Nella parte ovest di Marsala, nel quartiere dell’Annunziata, ci si imbatte nel convento dell’antico ordine dei frati venuti dal Monte Carmelo di Palestina, il Convento del Carmine. Del complesso architettonico fa parte, naturalmente, anche l’adiacente chiesa dedicata all’Annunziata, piuttosto povera nel suo immacolato marmo bianco e gli scarsi affreschi – sacrificata ai bombardamenti di due guerre, assieme alla sua torre campanaria, che ridà in splendore e magnificienza svettando imponente sul chiostro in stile roccocò, a base ottagonale e costruita in tufo giallo. La struttura è il frutto di molte trasformazioni , ma solo nel 1650 il convento verrà rimodernato e ingrandito, accostandosi ad uno stile tardo ma-
nierista. Il convento è oggi sede dell’Ente Mostra di Pittura Contemporanea e Pinacoteca Comunale, nonché Archivio Storico Comunale. Un altro monumento degno di nota è la Chiesa di San Giovanni Battista, già compatrono della città, vicinissima al mare e con un gusto architettonico di stampo classicista. Non lasciatevi ingannare dall’austerità della chiesetta e dalle sue dimensioni raccolte: essa infatti sorge esattamente nel punto in cui una grotta, scavata nella roccia e identificata come dimora della Sibilla Cumana, luogo di misteri e profezie, ne compone le fondamenta. Il luogo, ispirato all’adorazione delle acque, diviene nel tempo fonte battesimale e tuttora, al centro di questa cavità, sgorga la sorgente alla quale viene dedicato un altare in pietra con l’immagine in marmo del santo patrono. Si tratta essenzialmente di un vano centrale interrato, coperto da una cupola bassa in muratura, un lucernario e una vasca. Vuole la leggenda che qui, Ulisse, fosse venuto a dissetarsi dal lungo viaggio, alla presenza della sacerdotessa di Apollo… Dall’altra parte della città, in posizione sopraelevata, sorge il castello medievale di Marsala, d’origine normanna e in età sveva rafforzato nell’impianto difensivo. Si allunga al cielo nel punto in cui s’incontrano i due bracci del fossato punico, elevandosi in una forma quadrangolare e con torri rotonde a culminare. Il castello ospita la casa circondariale di Marsala, perdendo molto del fascino dei modelli svevi ma nulla togliendo alla vista imponente di una costruzione che sembra refrattaria al trascorrere dei secoli.
Ricettività, turismo ed eventi Marsala eccelle in due cose parallelamente: l’industria del vino, con le sue cantine e le file ordinate di vitigni sulla terra riarsa, e il turismo balneare, il più apprezzato della Sicilia occidentale. Con una storia ricca spesso di anacronismi – è passata sotto i musulmani, poi sono arrivati i
Normanni e infine gli Svevi, ha però sviluppato una mente molto aperta alle novità, incentrata quasi sulla ricerca di una perfezione multiculturale, che si adatti da una parte, sia alle grandi navi da crociera e ad un turismo tutto elitario, che dall’altra, agevoli i campeggiatori della mitteleuropa e tutti coloro che preferiscono una tenda in riva al mare come i veri vichinghi. Nell’ultimo decennio la ricettività e la crescita esponenziale (ma a basso impatto ambientale) delle strutture designate, ha fatto si che un numero sempre crescente di agriturismi e affittacamere accogliesse un pubblico di curiosi disparato. Da allora, il litorale Nord di Marsala è diventato l’avamposto per eccellenza degli amanti del kitesurf; numerosi sono infatti gli sportivi provenienti da ogni parte del pianeta che hanno trovato a Marsala un mix di felice posizione geografica, particolari condizioni climatiche e basso fondale per godersi il mare anche in questa forma. Taverne, ristoranti i semplici spizzicherie si affacciano sul lungomare curato, con le sue palme ordinate e le spiagge libere o attrezzate a misura di bambini. Selinunte e Marsala, giusto per restare in tema, con i loro litorali sabbiosi, trascinano in un atmosfera magica. Il tratto balneabile interessa anche le frazioni di Tre Fontane e Torretta Granitola, perdendosi in spettacolari anfratti naturali e scogliere coperte per intero da macchia mediterranea. Facilmente raggiungibile è Mazara del
Vallo, con un lungomare tra i più distintivi e un intrattenimento, in estate, sempre costante. Punta Tramontana, che circoscrive la zona a nord dello Stagnone, si distingue per la calma e la sabbia bianchissima, aprendosi sia sul mare aperto per chi vuole tuffarsi in compagnia dei delfini, che intervallandosi alle ultime propaggini rigogliose della laguna. I nomi da ricordare sono troppi, San Vito lo Capo, conosciuta in tutto il mondo come la spiaggia più bella d’Italia, Lido Signorino, Lido Torrazza, San Teodoro scaldato dal solleone per gli amanti della tintarella, Favignana con la sua Cala azzurra o il tratto di mare, se avete modo di arrivarci, più vicino alle Egadi, da mozzare il fiato. Ma Marsala è anche terra di sapere, non ne fa segreto. Il Museo archeologico Baglio Anselmi, il più in auge rispetto alla serie ininterrotta di musei, primo solo a quello degli arazzi fiamminghi, si occupa di mantenere e diffondere la cultura navale fenicia e il corso storico in generale della città, che testimonia anche un pizzico di Roma Imperiale; al suo interno è conservata la nave punica di Marsala, utilizzata nella battaglia delle isole Egadi, che concluse la prima della lunga serie di conflitti marittimi. La nave è un pezzo unico, irreperibile altrove. Marsala, in onore dei Mille, rievoca ogni anno lo sbarco di Garibaldi con manifestazioni che si susseguono per un intero week end. L’undici di maggio si ricorda inoltre il bombardamento anglo-americano del 1943, che ha valso alla città la medaglia d’oro al valore civile. Sulla Via del Sale, dagli specchi d’acqua dello Stagnone a Trapani, da giugno a settembre c’è la possibilità di osservare con quanta pazienza venga raccolto e conservato per il successivo utilizzo l’”oro bianco”. Il Giovedì Santo la popolazione locale si raccoglie per una rappresentazione itinerante con nove gruppi di figuranti sulla passione di Cristo, la Processione dei Misteri viventi, il diciannove di gennaio si festeggia la patrona Madonna della Cava.
Dintorni
Metà pianura e metà declivi collinari, facilmente raggiungibile da due dei porti dei capoluoghi che collegano la Sicilia al nord Italia, a un passo dalle isole di Ustica, Pantelleria e alle Pelagie, senza contare le Egadi e le Eolie che fanno da cornice ad un mare che nulla ha da invidiare alla Sardegna o alla Tunisia, Marsala è come il suo vino: dolce e da assumere in quantità generose, ma dallo spirito antico. Nobile di natali, eppure sempre pronta a conoscere il nuovo, a sperimentare e a mettersi in discussione. Con Catania e le sue bellezze architettoniche, l’età romantica e barocca che lascia segni indelebili e molto graditi nelle case e nella città vecchia, i suoi mercati rionali e la pescheria ad un tiro di schioppo, o Palermo con piazza Pretoria con i suoi nudi, i siti archeologici e le ville, a cementare la storia di “poeti e navigatori” che trova il suo massimo nell’azzurro limpido dei cieli estivi sempre più blu, Marsala, almeno una volta nella vita, merita di essere vista. Un pò come la Mecca. Non a caso, è il porto di Allah.