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Borghi d’Italia:

Seborga


Dove ci troviamo Seborga, in provincia di Imperia, è un comune situato nell’entroterra tra Ospedaletti e Bordighera, piccolo gioiello della Riviera dei Fiori, tratto di costa della Liguria che si estende dalla parte occidentale di Genova fino a Ventimiglia, al confine con la Francia. Unico nel suo genere, diviso tra un fascino da borgo castellare per opera dei monaci benedettini, e quello di un paesaggio a terrazze dove le mimose, le ginestre ma anche piante meno tipiche come agavi ed eucalipti si gettano verso il mare, dai suoi portici e nelle giornate limpide si possono vedere persino le spiagge di Monaco, Nizza e Saint-Tropez, subito dopo la frontiera di Ventimiglia. E proprio dei conti di Ventimiglia era, in origine, il borgo, fino a che dopo vicende alterne venne ceduto nel XVIII al Casato di Savoia; con esso Seborga entrò a far parte del Regno di Sardegna e della Repubblica Italiana poi, ma da quest’ultima, tutt’oggi, rivendica l’indipendenza in virtù di un antico status di principato, di cui la cittadina molto tempo prima godeva. La rivendicata indipendenza non è però riconosciuta da alcuno stato, né

organismo internazionale, e con buona pace dei “patri”, il comune è a tutti gli effetti parte integrante della Repubblica, amministrato ufficialmente secondo le leggi vigenti in Italia. Ciò nonostante, in via ufficiosa i cittadini di Seborga eleggono il loro “principe”, coniano una “moneta”, chiamata Luigino, senza alcun valore ma utilizzata come “buono” spendibile in città, la polizia si chiama “guardia” e le automobili hanno delle proprie targhe a latere, oltre ad una ricca gamma di attestati e documentazione dal valore quasi puramente folcloristico. Caratterizzato ulteriormente da un’ottima posizione geografica e da un clima eccezionale, l’entroterra protetto dalle montagne che garantisce estati fresche e inverni miti si ammanta di coltivazioni en plein air di fiori, di vitigni e di uliveti, esportato in tutto mondo l’olio extravergine di olive taggiasche. Come nella riviera di Levante, le spiagge del borgo si alternano tra dune sabbiose della grandezza di una baia e tratti rocciosi che digradano dalle colline direttamente al mare, con fondali puliti di un azzurro vivo.


C ome arrivare

Via terra: Seborga è servita da due importanti arterie autostradali, la Genova-Ventimiglia A10 e la Torino-Savona A6. Il casello autostradale di Bordighera, sulla Nizza-Genova, è quello più vicino al paese. Seguite le indicazioni per Sasso e Seborga, lungo la strada provinciale 57, o, per chi viene dalla Riviera di Levante, ci si riallaccia facilmente anche dalla via Aurelia. Bordighera è inoltre la fermata ferroviaria di destinazione se doveste scegliere il treno. Tutta la Riviera di Ponente è servita dalla linea Genova-Ventimiglia, sia da regionali che da treni a percorrenza veloce, che la collegano con la Costa Azzura, con il capoluogo e con il resto del nord Italia. E’ inoltre presente una linea panoramica che attraversa le Alpi Marittime, da Ventimiglia raggiunge la località sciistica di Limone Piemonte. Via aerea: L’aeroporto internazionale Cristoforo Colombo di Genova, ad un’ora di auto da Imperia, è il più vicino, per chi arriva dall’estero, seguito dal Nice Côte d’Azur di Nizza. In alternativa, ci si può appoggiare all’hub aeroportuale di Milano Malpensa, a 281 km da Imperia, o a quello di Bergamo-Orio al Serio, a 296 km dalla medesima, da cui poi inevitabilmente si proseguirà in treno o con auto a noleggio. Via mare: Genova è lo scalo principale, porta di accesso per i traffici marittimi da e per l’Europa, esteso per più di venti chilometri fino a Voltri. Il porto turistico Cala del Forte a Ventimiglia e il Porto di Imperia sono altre soluzioni valide per le vostre imbarcazioni da diporto fino a 20 mt. Il PalaCrociere di Savona è un altro dei principali scali, seguito da quello di Savona, ideale per chi arriva da e per la Corsica, la Spagna e il nord Africa.


C ome spostarsi

Muoversi nel territorio di Seborga è un gioco da ragazzi. Il principato è adagiato su una superficie di 14 Km2, con una popolazione totale di 2.000 abitanti. I Seborghesi considerano il loro centro storico il nucleo che si concentra intorno alla chiesa parrocchiale di San Martino e al palazzo dei Monaci con il relativo loggiato, percorrendo i vicoli tortuosi e gli acciottolati fino alle terrazze della periferia, dove hanno luogo le coltivazioni. La zona costiera, il centro della movida e gli stabilimenti balneari più importanti si fanno risalire a Bordighera e a San Remo, non a caso, la prima, conosciuta come “città delle palme”, e poi, via via, alle altre Imperia e Savona. Se avete un mezzo vostro, in 45 minuti potete arrivare a Nizza e in 30 a Monaco, scegliendo se fare tappa a Mentone e a Montecarlo per una gita al casinò o ai famosi ristoranti di pesce, godendovi il clima e i divertimenti della Costa Azzurra. Il servizio di autobus di linea tra Bordighera e Seborga parte da Piazza Martiri Patrioti e arriva alla stazione ferroviaria di Bordighera, da cui potrete approfittare dei collegamenti via treno o autobus per Sanremo e il confine con la Francia. A piedi o in mountain bike potete esplorare le colline che vi separano sempre da Bordighera e Sanremo, alla scoperta delle meraviglie floristiche e dei piccoli poggi che guardano al mare. Verso est vi aspettano i caratteristici Borghi di tutta la Riviera Ligure di Ponente compresi nelle province di Imperia, Savona e Genova con al massimo 1 ora di auto di distanza da percorrere.


Luoghi di interesse Tra i principali monumenti di interesse storico legati a Seborga, il primo si trova proprio all’entrata del paese: si fa notare l’oratorio, del XIII secolo, dedicata a San Bernardo di Chiaravalle, co-patrono del borgo. Il sagrato di questa piccola chiesetta è caratterizzato da una pavimentazione decorata da aiuole fiorite, dove solitamente si tengono le cerimonie più importanti di carattere religioso e politico, alla presenza delle autorità cittadine, del Principe e della cittadinanza. Sulla facciata, l’oculo riproduce la forma planimetrica della chiesa, al suo interno, in un sobrio vano unico e senza sacrestia, uno dei quadri raffiguranti San Bernardo con San Rocco, San Mauro e Santa Lucia, attribuito ai Carrega di Porto Maurizio. Accanto, la statua di san Bernardo. Salendo verso il borgo vero e proprio, tra i carruggi e i muri in pietra, ammirando la pianta urbanistica medievale, caratterizzata da un intreccio di vicoli in saliscendi, dalle porte e dell’antica fortezza, si arriva al cuore del paese e alla centrale piazza San Martino. Lì si erge una chiesa seicentesca che porta lo stesso nome, intitolata a San Martino di Tours, con una facciata barocca a tinte chiare, ben più imponente dell’oratorio e recentemente restaurata. Sul timpano si nota l’effige del secondo patrono di Seborga, per l’appunto Martino, mentre il prospetto centrale è occupato da una vetrata ai cui lati sono rappresentati l’arcangelo Michele e San Giovanni Battista. Dietro l’altare maggiore, al suo interno, la statua lignea della

Madonna con Bambino, in stile borgognone del XV secolo. Il campanile è di epoca successiva, costruito nella seconda metà del Settecento. Sempre centralissima è l’antica residenza dei Monaci, identificata come il “Palazzo” e contenente i resti della vecchia zecca, priva dei suoi connotati religiosi essendo ormai posseduta da privati. Due lati del sagrato sono occupati da una sequenza di archi a tutto sesto, in uno dei quali è posta una fontana in pietra. Al piano terra, la residenza presenta un vasto salone con un bel camino in ardesia, sulla cui trave si trova ancora una lastra con lo stemma del Cardinale di Vendôme e i gigli di Francia, con la frase in francese “Sebourge sois assurée que je quitte sans regret”. Le monete venivano prodotte proprio nel locale al pian terreno, fondendo l’argento con la tecnica della battitura a martello e successivamente anche con quella meccanica a pressa. Dal punto di vista numismatico i Luigini, così chiamati per l’effige del sovrano francese Luigi che riproducevano, hanno un grandissimo valore, legato allo scarso numero di esemplari esistenti e classificati nei cataloghi specializzati con la sigla convenzionale RRRR, cioè rarissime. Il loro valore venale assurge oggi ad alcune migliaia di euro ciascuna. Imboccando una stradina laterale si arriva all’antica prigione, una stanza buia con una rustica panca in legno, dove Il Principe-Abate di Seborga decideva della pena imputabile ai colpevoli di gravi reati.


Un po’ di storia

Le prime testimonianze di abitatori stanziali nell’entroterra della fascia costiera di Ponente si fanno risalire al V secolo a.C., in concomitanza con le scorrerie piratesche che li spinsero a cercare riparo. Nel periodo della Gallia Celtica i romani, da che colonizzarono i gruppi locali, ne fecero degli insediamenti ordinati, detti “burga”, donando loro una struttura comune, una istituzione, e col tempo, la cittadinanza stessa. La Liguria poi subì l’invasione di Ostrogoti e Bizantini, e nei primi anni dell’VIII secolo, visto anche l’intensificarsi delle successive incursioni saracene, verranno finalmente edificate le mura del borgo. Divenuto “Castrum Sepulcri”, nel X secolo faceva già parte della Contea di Ventimiglia, modificandosi in Castrum de Sepulchro poiché eletto luogo di sepoltura dei nobili in questione e della loro discendenza, del 954 invece l’atto di donazione che Guido, altro importante esponente del Contado, ne fece ai Monaci benedettini del Monastero di Lerin, rafforzando le mire di ambizione della Repubblica di Genova che solo nel 1030 ingloba la tanto agognata e preesistente Contea di Ventimiglia. A partire dal 1079, con l’autorizzazione del Papa Gregorio VII, i monaci, ancora i legittimi proprietari del luogo, possono nel frattempo fregiarsi del titolo di PrincipiAbati di Seborga, godendo della relativa sovranità. Perciò, anche se dal 1476 tutta la Liguria risulta essere dominio della Repubblica Genovese, indefessa fino a Nizza, pur forgiandosi di avere finalmente incluso anche l’enclave che fino ad allora era sfuggita al suo controllo, Seborga continuerà imperterrita a dipendere di fatto e amministrativamente dalla vicina Contea di Provenza. Incuranti di Genova e delle sue ambizioni, dal 1666 al


1687 i soliti Monaci Benedettini, il cui Abate Priore aveva, lo ricordiamo, il titolo di principe ecclesiale, stabiliranno definitiva residenza nel paese, cominciando a coniare monete d’argento, a valore legale, per arrotondare le spese e pagare le decime: i cosiddetti “luigini”. La zecca per la battitura darà loro i frutti sperati e i religiosi prenderanno a smerciare in tutta Europa e nel vicino Oriente, pensando dunque all’opportunità di vendere il feudo di Seborga. Nel 1697, malgrado dei ritardi dovuti alle pressioni di una irritatissima Repubblica Genovese, si stila un primo preliminare di vendita con il Duca di Savoia Vittorio Amedeo II, ma solo nel 1729, si ufficializza il passaggio del feudo alla casa Savoia, laddove nel mentre, Vittorio era divenuto Re di Sardegna. L’atto in sé, tuttavia, non prevederà esplicitamente che Vittorio avrebbe acquisito la sovranità su Seborga, comprata tra l’altro con le finanze personali e non con le casse del regno, ma semplicemente che il territorio sarebbe diventato suo possedimento personale, sul quale avrebbe esercitato il ruolo di ius patronatus. Ed è su questa tesi che il Principato di Seborga si proclamerà in futuro, e tutt’ora, indipendente. Con la caduta della Monarchia in Italia e l’esilio dei Savoia, automaticamente tutti i possedimenti non personali dei reali passeranno allo Stato Repubblicano, ma l’annessione al Regno d’Italia nel 1861 e alla Repubblica Italiana definitiva nel 1946, sarebbero da considerarsi atti unilaterali e illegittimi, perché violano la legittima sovranità del popolo seborghino. Ciò nonostante, da allora, Seborga rientra nella Regione Liguria, come comune della provincia di Imperia. La prima concreta rivendicazione si avrà, nuovamente, nel 1963, quando i Seborghini eleggono liberamente e spontaneamente il loro Principe Giorgio I° , con funzioni prettamente simboliche, proprio come in passato i monaci eleggevano il loro prescelto. Il 23 aprile 1995 , approvano con 304 voti favorevoli e 4 contrari una Costituzione del Principato e le sue Norme Generali. Il principe Giorgio è tale fino al 25 novembre 2009, e dal 25 aprile 2010 verrà seguito da Marcello Menegatto, ancora su elezione popolare. L’indipendenza di Seborga, secondo molti, sarebbe soltanto una trovata pubblicitaria, e secondo il diritto amministrativo, non viene riconosciuta dall’Italia, che ha de iure e de facto la reale giurisdizione sul territorio, ma ad ogni modo, come già disse Giorgione, Seborga ribadisce e decreta che la sovranità territoriale, giuridica, religiosa, civile, morale e materiale del Principato di Seborga appartiene solo ai relativi abitanti, che sempre democraticamente agiscono secondo il bene comune.


Natura Il principato di Seborga sorge sulle alture vicine a Bordighera, Vallecrosia e Vallebona, a cavallo con quella lingua di terra che collega le Alpi e gli Appennini Liguri col Mar Mediterraneo. Indicativamente è ricondotta alla Riviera dei Fiori, non distanziandosi comunque eccessivamente dalla Riviera delle Palme che coincide con tutta la provincia di Savona, Varazze e Spotorno, roccaforte di oltre 1500 chilometri quadrati di coste frastagliate, passeggiate ed eleganti bistrot su stampo provenzale, fino al centro storico di Ventimiglia e alla vera e successiva joie de vivre francese. Seborga è, forte della sua appartenenza alla riva omonima, il borgo dei fiori. Ulivi, viti e alberi da frutto ne dominano le colline, accanto a serre di floricoltori, specializzati in particolare nella coltivazione della ginestra nella varietà chiamata seborghina, e della mimosa di specie Gaulois, esportata in tutto il mondo. L’olio d’oliva è l’altra grande risorsa agricola della zona, dove abbondano i laboratori artigianali. L’area protetta del Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri, compreso nella provincia di Imperia, copre la superficie dei comuni di Cosio di Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pigna, Rezzo, Rocchetta Nervina, Triora , regalando paesaggi spesso diversi tra loro. Come quello del comprensorio del torrente Nervia, nell’entroterra imperiese, vicino al mare, che si estende per circa 20 chilometri dal litorale, con le famose coltivazioni floricole, fino


alle pendici di uno scenario tipicamente montano, ornato da quercete e boschi di faggio. Dalla valle del Nervia si accede al pittoresco villaggio di Isolabona, che conserva una bella fontana del Cinquecento e le rovine del castello duecentesco dei Doria, assieme agli altrettanto caratteristici borghi liguri di Dolceacqua, Apricale, Perinaldo, Baiardo e Ceriana. Nei dintorni di Sanremo e Ospedaletti non mancano i sentieri per le escursioni e le incantevoli strade panoramiche, da percorrere quello che sale all’antico borgo di Coldirodi, considerato il paese più caldo di tutta la Riviera. In egual modo, l’Alta Valle Argentina, nei pressi di Arma di Taggia, si circonda di selvaggi panorami naturalistici cresciuti irti sugli speroni rocciosi dei faraglioni. Altrettanto importanti come patrimonio di un ecosistema che si autoalimenta, sono gli ambienti rupestri del Monte Toraggio e del Monte Pietravecchia, quest’ultimo a 2038 m sul livello del mare, oltre alla Riserva Transfrontaliera di Testa d’Alpe, che ospita la foresta di Gouta, la più estesa di tutta la Liguria, all’estremità Nord-Ovest del crinale di Ponente della Val Nervia, affacciato sulla Val Roia francese. Al suo interno, i bellissimi abeti bianchi e le caratteristiche cavità ipogée proprie dei fenomeni carsici, di particolare interesse speleologico. Per le spiagge dovrete scendere sino a Bordighera, che è un luogo di vacanza impeccabile, già meta preferita della Regina Margherita, insignito della

Bandiera Blu d’Europa per la pulizia delle sue acque; a dieci minuti da Seborga, si completa di bar, stabilimenti e ristoranti per tutti i gusti, fornendo baie sabbiose e di ciottoli, nei periodi estivi frequentate, di notte, dai ragazzi usciti dalle discoteche di Sanremo e Mentone. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, diversi reperti di epoca paleolitica sono stati ritrovati nelle grotte del sito archeologico dei Balzi Rossi, nei pressi della frazione Grimaldi di Ventimiglia, a poca distanza dalla frontiera con la Francia. Le grotte si trovano proprio sotto il paese, arroccato a picco sul mare, il loro nome deriva dal colore tipico della roccia meteorizzata, che comprende, oltre alla quindicina di cavità interessate, una falesia alta circa 100 m formata da calcare dolomitico ricco di minerali ferrosi. Completa lo scenario un museo, fondato sir Thomas Hanbury dopo il ritrovamento dei reperti, dove potrete ammirare alcuni gli utensili dell’ Età della Pietra, ornamenti e animali fossili. I giardini botanici, invece, sempre ad opera di Hanbury e alla sua passione naturalistica, si trovano sul promontorio di Mortola, una collina rocciosa sopra il borgo di Latte di Ventimiglia, dove la vegetazione peculiare del Mediterraneo convive insieme a specie esotiche in una collezione unica di 5800 specie di piante ornamentali, officinali e da frutto, con fioriture particolari durante tutto l’anno.


La Cucina di Seborga Magra ma saporita, la cucina del Ponente Ligure non ha grosse pretese, potendo contare su una ricca gamma di ingredienti locali, selezionati da secoli o coltivati nei tanti orti sui terrazzamenti in pietra. Negli antipasti spiccano le torte salate, la torta di zucca a quella di carciofi, i formaggi di montagna e il pane cotto a legna, stuzzicanti le frittelle di baccalà e le frittelle con lattuga. I piatti sono soliti essere distinti in portate di mare e di terra, essendo la cacciagione una componente fondamentale tanto quella del pesce. Nei primi spicca la salsa che qui ha avuto i natali, il pesto, con cui vengono condite le trofie, sorta di piccola pasta mal tagliata, fatta a mano, o le trenette, indimenticabili i ravioli di stoccafisso, di funghi porcini o quelli alla genovese, non mancano le minestre e gli intingoli: il preboggion alla genovese, la zuppa di pesce detta buiabesa, che ricalca quella francese, due dei piatti tipici della tradizione di Imperia. Sempre di mare il baccalà in agliata e lo stoccafisso alla genovese o alla marinara, nell’entroterra chiedete i famosi funghi al funghetto, lo stufato di trippe e il tacchino alla storiona. Da assaggiare il coniglio alla seborghina, cucinato coi profumi delle erbe aromatiche di Cosio


d’Arroscia, l’acidulo delle Olive Taggiasche e i sentori fruttati del vino, su tutti l’Ormeasco DOC. Nota di colore con l’accompagnamento del trito di fegato di coniglio rosolato. Re indiscusso di questa cucina da gourmet è l’olio extravergine a bassa acidità, prodotto con la rinomata oliva di cui sopra. Non mancano i dolci a base di farina di castagne, con miele e nocciole; i canestrelli, il pandolce genovese e le pesche ripiene da Imperia a Genova sono un must. I boschi delle Alpi Liguri forniscono frutti del sottobosco, nelle arnie disposte sulle terrazze abbonda il miele, i cereali, le leguminose e gli ortaggi ortaggi sono invece coltivati sui versanti più soleggiati. Il fagiolo bianco di Pigna è tutelato da uno specifico Consorzio, divenendo presidio Slow Food, così come l’aglio di Vessalico e la toma di pecora brigasca, col suo gusto saporito del foraggio naturale dei pascoli d’altura. Da ultimo, Il pomodoro nero di Seborga, una varietà coltivata da almeno 90 anni nelle valli dell’estremo ponente, ha ricevuto un riconoscimento importante attraverso l’azienda promotrice, in quanto valore aggiunto nella conservazione dei prodotti naturali del territorio.


R

icettività, turismo ed eventi A metà luglio, tra i vicoli e le piazzette, si festeggia la Notte Biancazzurra (i colori dello stemma di Seborga). Tutta la città si trasfigura, riempiendosi di migliaia di visitatori accorsi per un grandioso momento di festa nel centro storico. Ogni via ospita palchi per la musica live e postazioni enogastronomiche, scorrerà ottimo vino, buona birra e si susseguiranno le degustazioni dei piatti tipici negli stand a loro dedicati. Il 20 agosto, solennità di San Bernardo e Festa Nazionale di Seborga, i cittadini del principato celebrano la giornata con una maestosa processione, durante la quale potrete approfittare delle deliziose ricette seborghine a base di coniglio, capra e pesce, proposte dai ristoranti di zona. Per chi volesse mantenere un ricordo indelebile di Seborga, la Cassa dei Cavalieri di San Bernardo puo’ effettuare le proprie operazioni di cambio valuta, unitamente alla vendita dei francobolli del Principato.


Dintorni La millenaria Seborga si tuffa dall’alto nell’azzurro della Riviera dei Fiori, la più occidentale della costa di Ponente, che come già abbiamo visto è casa di pietre miliari quali Sanremo, nota per il Festival della Canzone Italiana, Taggia, famosa per le olive e i panorami lunari del torrente Argentina col suo ponte romano, Imperia, con la sua storia e i monumenti, assieme alla casa natale dell’ammiraglio Andrea Doria, e poi ancora Riva Ligure e Bordighera tra le molte. Contigua la Riviera delle Palme, caratterizzata da spiagge ampie che sono un sogno e dall’entroterra collinoso che si estende fino da poche centinaia di metri dal mare, toccando la bellissima Varazze, compresa nel Parco Naturale Regionale del Beigua, fino a quello di Andora, al confine amministrativo con la provincia di Imperia e circondata dai suoi soleggiati promontori. Pietra Ligure, cittadina marinara per eccellenza, Alassio, dal celebre muretto con le firme di tante celebrità che hanno soggiornato in paese, i fondali dell’Isola della Gallinara ad Albenga, fanno tutte dei dintorni di Seborga una meta estiva non solo di nicchia, ma assolutamente imperdibile.


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