DAMP_Spring18

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damp magazine

ACRUX

ADELMO MASSOLA

LOW EXPECTATIONS

L’invisibile linea del Sud

L’arte oscura

PALMERINI Portfolio

Riabilitare l’anima a Fuerteventura

NAUSICAA

Attraverso il Mediterraneo

www.dampmag.com








I N T R O

#STAYDAMP Nero è il colore delle tenebre, del dolore e del mistero, si parla del vuoto attorno a noi, del caos e delle origini che ci hanno portato fino a qui, il suo opposto è il bianco, simbolo di luce. Il dualismo luce/oscurità non si presenta in forma simbolica morale fino a quando le tenebre primordiali non si sono divise in luce e buio, quindi, all’inizio dell’esistenza, il nero ha preceduto ogni altro colore. A livello universale, si può immaginare che lo spazio vuoto antecedente al Big Bang fosse nero. I pigmenti che assorbono la luce piuttosto che rifletterla danno luogo al colore nero, il tono che solitamente viene usato con una connotazione negativa, spesso simboleggia ambiguità, segretezza, ciò che non si conosce. Ma per noi di Damp ha portato ad una nuova visione, ad un nuovo focus su alcuni dei migliori fotografi della scena, là in mezzo al mare un’onda immortalata segretamente da Adelmo Massola fa rivivere in noi il rapporto primordiale tra uomo e natura dove la natura prevale nettamente sulla presenza umana, che pure c’è, un’emozione che compare brevemente in una distesa senza fine di buio. Vorremmo così inaugurare un nuovo capitolo, una nuova prospettiva, un nuovo modo di custodire gelosamente alcuni sentimenti primordiali immortalati nella scura pellicola. Cosa saremmo noi senza i fotografi che ci nutrono di immagini di cui facciamo scorpacciata quando non siamo in mare? A loro dedicheremo più spazio su Damp e su questo numero troverete già due articoli dedicati a due grandi fotografi nostrani, Adelmo Massola, che ha firmato anche la copertina, e Fabio Palmerini, sulla scena da vent’anni e ancora carico della stessa passione originale. Una passione senza compromessi, come quella che ci spinge a fare Damp, andando contro corrente o più semplicemente contro le leggi del mercato. Perché con la carta stampata non si guadagna e allora è meglio inventarsi qualcosa di più redditizio. Probabilmente saremo dei pazzi che continuano a dare il sangue solo per condividere una passione o per non farla morire, ma finché avremo sangue nelle vene non ci fermeremo e, anzi, ringraziamo tutti voi che ci supportate e le aziende che tengono in vita questo progetto. #STAYDAMP

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C O N T E N U T I #staydamp

8 EDITORIALE 12 INSTAPORN 14 EPIC DAYS 16 COUNTDOWN

26 ADELMO MASSOLA 40 PERU’

58 LOW EXPECTATIONS

72 FABIO PALMERINI

COVER FOTO DI

ADELMO MASSOLA

DAMP MAGAZINE SPRING 2018 Hanno collaborato: Adelmo Massola, Fabio Palmerini, Luke Gartside, Jonathan Escopeta, Wilson Florence, Federico Squadrito, Roberto Montanari, Stefano Brugnola, Tommaso Pardini, Filippo Maffei, Luca Merli, Mirko Delcaldo. Finito di stampare: Aprile 2018 Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio S.r.l. Via Dell’Artigianato, 23 v 47826 Villa Verucchio (RN) Tutti i diritti riservati

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COOL STUFF SURF ART

Per info, pubblicità e abbonamenti: info@dampmag.com FOLLOW US web: www.dampmag.com • instagram: @dampmagazine Progetto grafico a cura di Roberto Montanari e Yari Cava

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MONYCA ELEOGRAM

KAUAI


I N S T A P O R N #staydamp

Sul nostro feed di Instagram ogni giorno si riversa una marea di post e immagini ma solo alcune di queste contengono la poesia strutturale e il dono di farci soffermare per alcuni instanti. La selezione che vi proponiamo in questo numero si sofferma sui profili di fotografi che ci hanno incuriosito, facendoci riflettere e capire come si stanno evolvendo le nuove generazioni. Ce ne sono tanti altri lĂ fuori che per ovvi motivi di spazio non siamo riusciti a includere in questo numero, che aspettate? Andate a cercarli e seguiteli, con le loro visioni nutriranno la vostra anima.

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Distribuito in Italia da Holy Sport www.holysport.com


E P I C

D A Y S

FOTO NICOLA TREVISIOL

#staydamp

VARAZZE 11.12.2017 Ci sono giorni in cui, in realtà, tutto va ben oltre il semplice surf. Quei giorni in cui l’aria è elettrica, il mare sbatte con forza e l’adrenalina si mescola alla paura e ad un profondo rispetto verso qualcosa di potente davvero. Quei giorni che vuoi assaporare a pieno perchè senti che così non ce ne sono tanti. Di là danno vento da terra. Ostentando una falsa tranquillità, andiamo a vedere. Potrebbe essere un marasma, potrebbe essere fuori misura... potrebbe essere EPICO. Per la cronaca, il surfista nella foto di fronte al lip che sta per esplodere è Filippo Piacentini. Vi posso assicurare che questo è stato l’unico frangente in cui si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, perchè fino a poco prima stava macinando tubi su tubi, trovandosi sempre nel posto giusto al momento giusto.

Sentivo il rumore di queste onde potentissimo dalla mia camera da letto e nella mia testa ho pensato - testuali parole - “che c...o di onde sta facendo!”. Ho preso la macchina fotografica, sono uscito in terrazza e sono rimasto a bocca aperta. Stava arrivando quel set, ho acceso la macchina e ho scattato quella foto. Attraverso l’obiettivo ho riconosciuto Filippo, mentre potevo udire distintamente il rumore dell’esplosione del lip.

La cosa incredibile di quel giorno è che non si è presentato nessuno all’appello perchè le previsioni davano mare attivo tutto il giorno. Invece, all’alba non era nè grosso nè attivo. Sono entrato con il mio amico Paolino Cerruti, che è sempre il mio compagno di avventure nelle giornate epiche. All’inizio c’era un bel metro solido, ma da quel momento in poi ha cominciato ad aumentare continuamente e sempre senza vento. Una perfezione incredibile e, devo dire la verità, era anche facile a livello di tubi. L’onda era bella aperta e gestibile. In acqua eravamo in pochi, non ricordo nemmeno chi fossero, ma mandava onde a raffica e ce n’erano tante e per tutti. Ho inaugurato il mio Mini Driver 6’1’’ proprio quel giorno lì. Siamo entrati alle 7.30 e dopo tre ore e mezza ero davvero stanco. L’onda della foto mi ha dato il cartellino rosso e mandato fuori dall’acqua definitivamente. Ha rotto due metri avanti, ho mollato la tavola e mi sono buttato sotto, non è stata nemmeno devastante come può sembrare, ho sentito giusto tirare il leash, però quando sono riemerso avevo solo la poppa della tavola ancora attaccata. Ne è valsa comunque la pena, è stata una giornata memorabile. Dopo mezz’ora è entrato vento da mare, si è accorciato il periodo, ed era pressochè insurfabile. Un inverno così non lo ricordo, non si vedeva da una vita.

- Nicola Trevisiol

- Filippo Piacentini

- Andrea Lamorte


L E T T Y I S

U N I T E D

B Y

S T O K E

M O R T E N S E N

W E A R I N G

T H E

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05 FOTO LUKE GARTSIDE Se le basse aspettative si tramutassero sempre in giornate come questa, allora ben vengano! (leggi l’articolo a pag. 56)



04 FOTO FABIO PALMERINI “Quando mi preparo per uno shooting con Gianmarco Pollacchi, sono già sicuro di tirare fuori qualcosa. Il suo surf esplosivo emerge sempre. Abbiamo girato per un inverno intero a caccia di onde tra Liguria e Toscana. La nostra amicizia si è consolidata ancor di più e non vedo l’ora di ricominciare a fine estate le nostre nuove missioni.” (articolo da pag. 70)




03 FOTO ADELMO MASSOLA Atmosfere cupe, riflessi dorati e alzatacce all’alba, benvenuti nel chiaroscuro mondo di Adelmo Massola! (leggi il suo articolo da pag. 24)


02 FOTO STEFANO BRUGNOLA Un inverno generoso di onde, la conoscenza degli angoli piĂš segreti della costa ligure e il ricordo di una giornata incredibile tra pochi intimi. Quando il libeccio spinge, Filippo Orso sa quale sentiero imboccare per trovare belle onde.




01 FOTO TOMMASO PARDINI Tirate fuori short john e tavola volumata e preparatevi a quelle giornate di onde inaspettate e metrini lisci da fuori, l’estate sta arrivando! Surfer Marco Morini


L’ A R T E O S C U R A D I

GUARDA IL VIDEO

ADELMO MASSOLA

TESTO ROBERTO MONTANARI FOTO ADELMO MASSOLA

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Conosco Adelmo Massola da qualche anno ormai, ma più che altro superficialmente, lo incontravo a Levanto ogni tanto durante le trasferte per calmare le crisi d’astinenza, effettivamente nemmeno tanto spesso. Levanto è una località piccola e raccolta, bene o male gli amici li incontri sempre se ci sono. Adelmo appare e scompare secondo i suoi orari, lo puoi trovare molto presto all’alba per poi sparire tutto il giorno, oppure al tramonto, sono le sue fasce orarie preferite. Nel mezzo, solo se ne vale la pena. Ogni buon fotografo sa che le ore centrali non sono il massimo per fotografare, deve quindi trattarsi di momenti notevoli che richiamino la sua attenzione. Comunque, dicevo, fino ad ora lo conoscevo più che altro superficialmente, lo incontravo velocemente per pochi attimi e qualche rapido scambio di parola. Ho avuto modo di conoscerlo più approfonditamente durante un viaggio a Hossegor insieme ad Alessandro Dotti e Brando Giovannoni, eravamo tutti accampati alla Facciosnao Surfhouse di Erika e Poldo, durante il Quiksilver Pro France. Ho cercato di cogliere l’occasione di questo tempo insieme a stretto contatto per intervistarlo e tirare fuori l’articolo che state leggendo, ma ho scoperto subito che le interviste classiche non gli piacciono, non lo mettono a suo agio, non rappresentano la situazione ideale per esprimere i suoi pensieri, e siamo arrivati a un compromesso. Mi ha dato carta bianca per raccontare senza filtri tutto quello che ho visto di lui durante la settimana passata insieme, in modo da far emergere la sua vera personalità senza veli. La cosa si era volta a mio favore, mi aspettavo lo scoop, in realtà non è successo niente che possa essere vietato ai minori di quattordici anni. Onestamente speravo di beccare qualche lato oscuro della sua personalità, qualcosa che mi immaginavo avendo visto i suoi scatti più cupi, ma a parte confermare quel lato schivo di lui che era già evidente, non è successo niente di scabroso. Adelmo è uno di quelli che puoi incontrare più facilmente in una mattina buia e fredda d’inverno, molto presto, quando la nebbia non si è ancora alzata e non ha ancora cominciato a schiarire. Lo immagino camminare per i vicoli di Levanto avvolto dal suo felpone imbottito di pelo, con la sigarettina custom in bocca e lo scafandro nella mano destra, mente si avvia verso la spiaggia durante una giornata di onde solide, pronto a catturare quel brevissimo momento in cui il sole spunta da dietro il monte e spara i suoi raggi sulla parete delle onde. Quello è l’esatto momento in cui Adelmo, dopo anni di esperienza e di batoste, sa dove deve trovarsi per non sprecare nemmeno un secondo di quell‘attimo che vale oro, fotograficamente parlando, e creare così quei chiaroscuri che lo contraddistinguono.

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Può anche succedere che quel giorno ci sia troppa foschia e il raggio non riesca a colpire come dovrebbe la faccia dell’onda, oppure che nel momento in cui il raggio arriva nitido sulla superficie del mare, nessun set si presenti all’appello e tutto è rimandato alla prossima mareggiata. Ci vuole dedizione e testardaggine per fare quello che fanno i fotografi come Adelmo, che riescono a produrre scatti unici e pieni di poesia. In Francia non aveva perso la sua abitudine di alzarsi prima dell’alba per andare in spiaggia a fare un sopralluogo e vedere se ci fosse qualcosa di interessante, approfittandone per espellere finalmente i residui solidi dell’intestino nel bagno pubblico di fianco a La Cabanne, godendoselo in santa pace e tutto per sé, appena ripulito poco prima dai zelanti operatori ecologici della Cote des Basque. Rigorosamente con la sua sigarettina custom. Per ottimizzare i tempi, l’ho visto più di una volta sgattaiolare fuori dalle coperte al chiarore del lampione esterno già completamente vestito dalla sera prima con pantaloni e maglietta. Aggiungeva solo il suo felpone sopra la tshirt cercando di non svegliare nessuno e via verso la spiaggia. Quello era forse il momento che preferiva della giornata, perchè si faceva completamente i fatti suoi, e ogni giorno se lo ritagliava per goderselo tutto a pieno, lontano dal casino che di lì a qualche ora si sarebbe riversato sulla costa. Dopo, tornava alla surfhouse e preparava un caffè collettivo nella mega moka da otto. Nessuno sa cosa facesse in quell’oretta scarsa che si prendeva tutte le mattine, se sono qui a raccontarvelo è perchè una mattina sono uscito pochi secondi dopo di lui senza che se ne accorgesse e l’ho seguito a sua insaputa nel giretto pre mattutino. Adelmo non è uno che aspetta che lo scatto gli arrivi dal cielo, è un vero artista della fotografia che lo scatto se lo va a cercare e lo costruisce, provando e affinando. Predilige la fotografia dall’acqua, quella in prima linea, sebbene non faccia niente per tenersi allenato, cosa che spesso i fotografi d’acqua fanno, eppure è capace di buttarsi a Levanto centro baia con tre metri di scoppioni e corrente senza indugiare. Come quella volta che c’era Slater a Supertubos con le bombe e non ci ha pensato un secondo, ma questo me l’hanno raccontato e non posso garantire.



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Comunque, il suo look per tutta la settimana è rimasto invariato. Credo che per ottimizzare il bagaglio non avesse portato altri indumenti, e questa cosa in realtà è comune a molti altri fotografi che ho conosciuto in questi anni, costretti a sfruttare tutto lo spazio disponibile a favore dell’attrezzatura. Adelmo ama il mare in tutte le sue sfaccettature, non è necessario che il soggetto sia un surfista, l’importante è il mare e le sue forme. E’ socievole ma anche asociale, ogni tanto sparisce per isolarsi, poi riappare. E’ gentile e schietto, se deve dirti una cosa che potrebbe contrariarti lo fa comunque con la tipica schiettezza ligure, che non risulta offensiva. E’ lunatico e imprevedibile, come quell’ultimo giorno che eravamo in Francia e la sera prima di partire stavamo impacchettando le nostre cose. Di punto in bianco decide di rimanere a Hossegor per altri due o tre giorni e poi andare in Portogallo. Il mattino dopo, all’alba, sale in macchina e si fa lasciare all’Hotel della Centrale. Non siamo partiti da nemmeno tre ore che comincia a massaggiare, mettere like e cose simili, dando i primi segni di nostalgia. Non sono passate nemmeno dieci ore e non siamo ancora arrivati in Italia che Adelmo ha già cambiato i suoi piani e vuole tornare a casa. Dopo essersi pentito di non essere partito con noi, vuole prenotare un volo ma non può pagare online con il bancomat e gli serve una carta di credito, che Ale Dotti da buon amico gli presta. Non passa nemmeno un’altra mezz’ora che richiama. Si è accorto di aver prenotato il volo per una data sbagliata di due settimane più avanti e deve anticipare. Ancora numero di carta più penale. Se non se ne fosse accorto Poldo al momento di stampare il biglietto, lui sarebbe andato il giorno dopo in aeroporto per scoprire di non avere un volo. Insomma, come ogni vero artista lunatico segue più il suo istinto e la sua ispirazione, ma io in realtà sospetto che tutto questo sia stato soltanto il suo ultimo atto, una sorta di dichiarazione sostitutiva della sua intervista, il suo modo di raccontarsi in sintesi e concludere la storia, niente me lo toglie dalla testa. Ecco, Adelmo è così.

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Acrux L’invisibile linea del sud

TESTO E FOTO FEDERICO SQUADRITO WATER PHOTOGRAPHY JONATHAN ESCOPETA LINEUP WILSON FLORENCE


A C R U X #staydamp

Nel cielo buio, a sud dell’ equatore, quattro stelle disposte a forma di croce indicano a chi viaggia la direzione del sud e gli permettono di orientarsi di notte, a colpo sicuro.

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A C R U X #staydamp

Nell’emisfero meridionale, dove la Stella Polare non è visibile, si fa riferimento alla Croce del Sud, formata da quattro stelle che costituiscono i vertici di una croce. Il punto di intersezione dei bracci della croce indica sempre il Sud.

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Acrux L’invisibile linea del sud


A C R U X #staydamp

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A C R U X #staydamp

Non più giorni Non più notti Solo luce

La Cordigliera delle Ande corre parallela all’Oceano Pacifico, separando la terra dal cielo, i profumi si annidano nei miei meandri più nascosti, chiudendo gli occhi apprendo le origini di una terra che ha visto l’alba di un nuovo mondo e la disfatta di un altro, mi affascina e mi trasmette quella sensazione di casa.

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A C R U X #staydamp


A C R U X #staydamp


A C R U X #staydamp

Ho viaggiato fino ad ora in molti paesi conoscendo molte culture, ma il PerĂš, terra della croce del sud, rimane un paese dalle mille sfumature, una terra considerata da molti un luogo di criminalitĂ e corruzione, ma dietro a tutte queste dicerie si nasconde una realtĂ differente di un paese pieno di culture e usanze affascinanti, un paese con una grande storia, voglia di riscattarsi e di farsi spazio nel mondo tecnologico di oggi.

Ho avuto la fortuna di conoscere le persone del luogo e di apprendere molto dei loro usi e costumi, della loro fiducia e benevolenza nel prossimo, ma soprattutto ho avuto la fortuna di trovare quella adrenalina che sempre cercavo, quell’oceano e quelle onde che sapessero accettarmi per come sono, e quel clima che mi faccesse rilassare per poi farmi aprire gli occhi per ammirare quei paesaggi che ti lasciano senza fiato.

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A C R U X #staydamp

In questi miei viaggi mi sono concentrato nel nord del Perù, nei pressi di un piccolo paese chiamato Puerto Malabrigo, un luogo dove la terra è nuda, dove non cresce neanche un fiore, dove le sue aspre montagne a picco sull’oceano abbracciano il mare per accogliere l’onda più lunga del mondo chiamata “Chicama”. Un’onda che non conosce la fine, un’onda che arriva da molto lontano e che saluta tutta la costa

portando con sè il sorriso per ogni surfista, per poi andarsene e proseguire nella notte, sprigionando nel mare il riflesso delle stelle del cosmo, che molti antichi marinai hanno conosciuto. La prima volta che entrai con la mia tavola non sapevo perché ero arrivato così lontano da casa ma qualcosa mi aveva portato fino a quel luogo. Una sensazione misteriosa mi avvolse, strana fu l’adrenalina che cresceva sempre più dentro me.

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Il mare, che con le sue onde mi dava il benvenuto, si faceva sempre più maestoso, il suo moto ondoso cresceva, e io lì che aspettavo quell’onda che mi avrebbe fatto sorridere e innamorare di questo luogo. Alla fine, così è stato, ogni giorno che passa la voglio di tornare aumenta sempre di più, quei luoghi così duri e aspri e quell’onda così lunga e interminabile fa crescere in me il desiderio di tornare puntuale come al primo appuntamento. Il mare è così imprevedibile e difficile da conquistare, una filosofia di vita nell’inseguire quelle onde che sempre sognavo, ma il Peru non è solo surf. Sulle Ande peruviane, il Machu Picchu testimonia la grandezza di uno degli imperi più importanti del continente latino-americano. Le famose linee di Nazca o le bellissime città coloniali di Cuzco e Arequipa. Solo in questo paese potrete vedere le dune del deserto e ritrovarvi il giorno dopo con le vette innevate e passi di montagna a 5000 metri sospesi tra le Ande. Prima di tornare a casa verrete catturati dal fascino del Titicaca e dei suoi colorati abitanti, se non avrete già lasciato il cuore nella foresta amazzonica. Le risorse naturali di questo stupendo paese non hanno praticamente rivali nel continente, basti pensare anche alle belle isole Galàpagos. La vista dei paesaggi peruviani sembrerà un sogno incredibile, tanto da lasciarti senza fiato. Non è uno scenario che si vede tutti i giorni. O meglio, per osservarlo bisogna viaggiare lontano. Gli antichi navigatori impiegavano mesi e settimane. Al giorno d’oggi basta una dozzina di ore d’aereo.


Acrux L’invisibile linea del sud


Acrux L’invisibile linea del sud


Nessuno può mettere in dubbio la bellezza e la fascinazione della Croce del Sud. La costellazione che ricorda una croce, ancorché imperfetta, è la più famosa dell’emisfero australe. Lo spettacolo della Via Lattea in una notte senza luna è semplicemente sbalorditivo. Molti mi chiedono il perchè ogni anno continuo a tornare in quella spiaggia, l’unica risposta è che devi provarla su te stesso, solo così potrai capire la mia felicità. Alcuni non capiscono la mia passione, stanno ad ascoltarmi senza provare nessuna sensazione verso ciò che per me invece è diventato un vero e proprio bisogno, di cui non posso fare più a meno, un mix unico di sensazioni che mi spinge a ritornare su quella spiaggia ed a entrare in quel mare pieno di insidie. Tutto ciò che cerco lo sto trovando e provando in questi viaggi che vorrei che non finissero mai, in quei paesaggi infinti e desertici che nascondono la loro vera interiorità assoluta, quelle strade infinite che portano chi sa dove.


A C R U X #staydamp

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A C R U X #staydamp

La Croce del Sud: proseguĂŹ, proseguĂŹ il suo viaggio spazzata dal vento. Lasciai la lira allora da una parte, sulla strada, e abbracciai la mia amata; e mentre avvicinavo i miei occhi ai suoi occhi, vidi in essi, nel loro cielo, quattro punte di diamante infuocato. La notte e la sua nave nel suo amore palpitavano e baciai ad una ad una le sue stelle. Pablo Neruda

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B A J A #staydamp

Low Expectations

TESTO E FOTO LUKE GARTSIDE


B A J A #staydamp


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Low Expectations Mentre l’Europa era in gran parte coperta dalla neve, mi sono imbattuto in Roberto D’Amico in un ritiro invernale a Fuerteventura. Era lÏ in una sorta di missione di riabilitazione, dopo essersi rotto i legamenti del piede tre mesi prima in Africa. Questo viaggio doveva essere il suo primo rientro in acqua. Il dottore gli aveva spiegato che i legamenti si erano rinsaldati troppi vicini tra loro e quindi aveva due possibilità , operarsi o provare a surfare con il rischio di romperli di nuovo. Ovviamente lui aveva optato per la seconda, e una gita di due settimane alle Canarie sembrava proprio il biglietto vincente. Quale luogo migliore per metterli alla prova se non le onde pesanti e potenti di Fuerteventura?

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Low Expectations Roby aveva deciso di partire da solo per cercare di trarre il massimo dal suo soggiorno, dedicando quelle due settimane tutte a se stesso e alla riabilitazione. Era arrivato sull’isola con poche aspettative e un twin fin per provare a surfare. All’inizio il dolore era tanto, ma dopo qualche giorno di allenamento su onde piccole e divertenti, e sentendo un miglioramento, è arrivata una nuova mareggiata. Alla vista delle onde tubolari mi confessa di avere molta paura, perchè è stato così che si è infortunato. Il pensiero torna inevitabilmente a quei momenti in Africa, quando il piede davanti è scivolato via dalla tavola e quello dietro è rimasto fermo provocando la torsione che gli è stata fatale.

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Low Expectations



L O W

E X P E C T A T I O N S #staydamp

In realtà, guardandolo da fuori non si percepiva assolutamente questo suo turbamento interiore. Sembrava il solito Roberto spumeggiante, mentre scuoteva la muta resa croccante dal sole delle Canarie e si avviava con entusiasmo verso la lineup, dove onde turchesi scoppiavano su un fondale poco profondo. “Quando sono arrivato là fuori sapevo che dovevo tirarmi, perchè è la cosa che amo di più fare.” mi ha poi raccontato, “Ho messo da parte la paura e sono tornato da quella session di nuovo innamorato.”

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Sembra che Roby costruisca relazioni solide in qualsiasi posto del mondo si trovi a viaggiare. Una volta, guidando attraverso l’Africa aveva incontrato un coraggioso bodyboarder delle Canarie che viaggiava da solo. Roby l’aveva aiutato, conducendolo attraverso il deserto della Namibia, dove insieme hanno condiviso i tubi profondi di Skeleton Bay. Quando Roberto è arrivato a Fuerte, il bodyboarder lo ha incontrato in un bar e ha subito colto l’occasione per contraccambiare il favore, mostrandogli la sua bellissima isola e dando credito al vecchio detto secondo cui “l’ospite di oggi è colui che ospiterà domani.” Un altro amico di Roberto gli aveva invece prestato il suo 4x4 mentre era via e lui sembrava trovarsi perfettamente a suo agio dietro il volante, sorpassando i locali in una nuvola di polvere mentre correva per recuperare uno spinotto caduto dell’iphone. Le storie che spesso si sentono raccontare a proposito dei bodyboarder canari incazzati ben presto

sono sembrate esagerate, dato che la banda più core lo aveva accolto al suo interno, invitandolo nelle loro missioni e accompagnandolo negli angoli più belli della loro tortuosa linea costiera. Una mattina, mentre andavamo verso nord, ho realizzato come, senza una buona guida, l’isola potrebbe facilmente riservare nient’altro che giorni pieni di strade sterrate ricoperte di buche che portano a onde rovinate dal vento nel momento sbagliato di marea. Così, mentre i nostri feed di instagram si riempivano di immagini innevate provenienti da casa, sembrava che lo stesso schema meteorologico avesse illuminato l’Atlantico, inviando un secondo round di onde solide verso di noi. Venti occidentali ululavano spazzando le pianure rocciose dell’isola e aprendo la strada dell’esplorazione alle bianche spiagge sabbiose della costa orientale. Ne seguì una seconda settimana di onde.


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E X P E C T A T I O N S #staydamp

Le spiagge solitamente affollate si erano improvvisamente svuotate, mentre i turisti si nascondevano nei loro hotel al riparo dai venti feroci che sferzavano la sabbia come tanti piccoli pugnali su ogni pelle nuda che incontrassero. D’altro canto, il surf era esattamente ciò per cui eravamo venuti, con i suoi forti venti offshore che pettinavano una successione infinita di linee ondulate man mano che queste entravano nella baia. Per Roberto è stato un viaggio di surf del tipo più puro e catartico, totalmente dedicato a surfare e pescare. Ogni giorno a letto alle 8 per svegliarsi alle 6. “Sono stato davvero fortunato con tutto” mi ha detto nel momento in cui ci siamo salutati, “i bodyboarders locali sono stati mitici, e così anche la casa di Surftolive che mi ha ospitato. E’ stato tutto semplicemente fantastico” Del resto il nome Fuerteventura può significare allo stesso tempo fortuna o venti forti, in base a chi lo chiedi, e nel corso della missione non c’è dubbio che abbiamo sperimentato entrambi in egual misura.

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FABIO PALMERINI


PORTFOLIO


F A B I O

P A L M E R I N I #staydamp

“Hossegor è uno dei posti che preferisco in Francia, regala sempre onde di ottima qualità e surfer di altissimo livello. Impossibile rinunciare a una missione ogni anno tra settembre e ottobre. In questo scatto mi sono goduto un tramonto con Leon Glatzer.”

Nel corso dell’ultimo ventennio, Fabio Palmerini ha documentato la scena surf italiana con alcune delle più belle immagini, condividendo con noi surfisti le atmosfere di albe e tramonti che a lui tanto piacciono. Era naturale per Palmerini dedicarsi alla produzione di immagini surf che sarebbero diventate parte integrante e ben riconoscibile dell’immaginario surfistico nostrano, cos’altro avrebbe dovuto fare uno con un’insana passione per la fotografia come la sua e con una folta schiera di amici surfisti tra i più noti e di alto livello nel panorama italiano? Come Taylor Steele, grazie alle amicizie che spaziavano da Slater a Machado, passando per Knox e O’Connell, aveva inaugurato una nuova era della cinematografia surf a partire da Momentum, così Fabio Palmerini non

poteva fare altrimenti nell’ambito della fotografia surf italica, contando tra gli amici talenti come Marco Urtis, Andrea Orrico, Jacopo Conti, Nicola Bresciani, Alessandro Ponzanelli, tanto per menzionarne alcuni, passando di generazione in generazione attraverso surfisti come Gianmarco Pollacchi, Angelo Bonomelli, Roberto D’Amico, Giovanni Evangelisti, Leonardo Fioravanti, fino a Edoardo Papa e Brando Giovannoni. Per gli ultimi vent’anni, Palmerini ha nutrito e nutre tutt’ora per la fotografia la stessa passione che un surfista ha per la tavola, sperimentando tecniche e giochi di luce che trasferiscono la realtà a un nuovo livello facendoci sognare la prossima session. Era inevitabile che le sue immagini si ritagliassero un posto di primo piano diventando un marchio di fabbrica ben distinto nel nostro immaginario.

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F A B I O

P A L M E R I N I #staydamp

“Il Ponza, Ale Ponzanelli, in una delle tantissime albe estive trascorse in Versilia. E’ incredibile quante uscite mattutine si possono fare in estate, basta soltanto aver voglia di alzarsi all’alba. Poi colazione, due chiacchiere e via al lavoro.”

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“Non si contano le giornate di onde perfette che l’Indonesia regala in estate. Al tramonto la luce è magica e con un pò di attenzione alle maree è possibile realizzare ottimi scatti.”


“Non sempre si riesce a realizzare quello che si ha in mente, ma questa volta sono stato fortunato.�



F A B I O

P A L M E R I N I #staydamp

“Le onde dell’Indonesia mi lasciano sempre senza parole, e giornate come questa a Balangan ancora di più...”

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F A B I O

P A L M E R I N I #staydamp

“Mundaka, anche se non sembra... Quest’onda ha una potenza incredibile “

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“Andrea Nacci è stata una piacevole riscoperta. Dopo tanti anni che non lo vedevo, ci siamo ritrovati in giro tra Liguria e Toscana quest’inverno. Credo che Andrea sia tra i migliori interpreti di onda grossa in Italia. Questo scatto è stato fatto a Levanto.”


F A B I O

P A L M E R I N I #staydamp

“Alessio Poli in un’epica giornata a Varazze. E’ passato del tempo e ora Alessio vive in California con la sua bella famiglia. Ricordo che era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via dal Pontile di Forte dei Marmi.”

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F A B I O

P A L M E R I N I #staydamp

“Che giornata! Non ricordo quanti anni sono passati da questo scatto, ma ricordo perfettamente questa bellissima giornata Toscana. Marco Urtis, amico e ottimo surfer, è stato assieme a Iacopo Conti tra i primi che ho fotografato.“

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F A B I O

P A L M E R I N I #staydamp

“Andrea Orrico è un amico con cui ho passato mille avventure. Il suo stile riflette la sua ironia e simpatia, come in questo backwash in un’onda di risacca al Cinquale. “

“Mi piace immaginare gli scatti e poi provare a realizzarli. Avevo in mente questo scatto già da tempo, ma poi non mi si era presentata l’occasione. Improvvisamente e nel luogo meno probabile l’occasione è arrivata. Toscana vicino casa.”

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PAROLE LUCA MERLI FOTO FILIPPO MAFFEI

Nausicaa è un viaggio per mare in cerca di avventure, di coste inesplorate, di onde deserte nei luoghi più remoti del Mediterraneo vivendo nel rispetto totale della natura. E’ un film che ha come protagonista il nostro piccolo Oceano, la culla della civiltà, e una riflessione sul vivere uno stile di vita semplice in simbiosi con la natura. Nausicaa è il nome di una barca che solca il Mediterraneo seguendo le orme di Ulisse, con a bordo surfisti, marinai, nuotatori, musicisti, ambientalisti e artisti. Nausicaa è anche il nome di un personaggio dell’Odissea di Ulisse, il cui viaggio è all’origine di tutti i viaggi per mare, parte della nostra storia e cultura.

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N A U S I C A A #staydamp

Sopra Ale Ponzanelli in un angolo remoto della costa est Sarda. Ovunque sia, la sua surfata ha sempre un trimming impeccabile. Foto apertura Nausicaa, la barca che ha dato il nome al progetto, un catch Inglese degli anni sessanta, durante una delle traversate ha subito un danno grosso allo scafo che l’ha messa fuori uso e al momento è in riparazione da diversi mesi. Destra Mele Saili, probabilmente la longobarder piĂš forte al mondo.

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“L’idea del film è nata dal desiderio di raccontare il mare da dentro il mare, mi piaceva l’idea di fare un viaggio senza usare strade ma solo acqua. Imprevisti legati alla barca, alle onde e alla navigazione ci hanno portato a un compromesso. Abbiamo viaggiato per mare ma anche un pò via terra, specialmente durante l’inverno.”

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Mele Saili in Sardegna, sullo sfondo Maona una delle due barche protagoniste


N A U S I C A A #staydamp

Mele Saili e Makala Smith in una spiaggia sarda. Sebastiano Concas, grande apneista, longboarder carismatico e capitano di Maona, una delle due barche che hanno percorso il viaggio.

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N A U S I C A A #staydamp

Incontri durante una traversata. Andy Nieblas, un longboarder strepitoso e dallo stile unico della nuova scuola californiana. Qui in un secret spot al sud della Sardegna.

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N A U S I C A A #staydamp

“L’itinerario è un giro della Sardegna, inseguendo le mareggiate e cercando gli spot meno frequentati. Lungo la costa est abbiamo trovato onde deserte, non saprei dire se fossero vergini, ma sicuramente erano poco o per niente affollate. Siamo stati anche fortunati a poter surfare onde che non lavoravano da anni.”

“Il percorso ci ha portato a riflettere su come sia bello viaggiare a impatto zero nel mare più bello del mondo e con una crew di ospiti incredibili. Abbiamo guardato le stelle, osservato i delfini, sentito solo il rumore del vento e del mare. Un fantastico ritorno alle cose più semplici.”

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STUFF cool

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1. ION Onyx Element Semidry 3/2 frontzip Euro 169,95 | 2. QUIKSILVER Zaino stagno Sea Stash Euro 59,99 | 3. ROXY Bikini Pt Beach Classics Tiki Euro 55,99 | 4. OCEAN&EARTH 6’0’’ Sacca triple compact extra thick Euro 199,95 | 5. Quiksilver Highline Pop Arch Euro 65,99 | 6. Gorilla Grip Tres Soft Dust Euro 40,00

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STUFF cool

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6 1. Softech Flash Eric Geiselmann FCSII Fins vda Euro 269,00 | 2. ROXY Pop Surf LS Cheeky Front zip 1mm Euro 139,99 | 3. AFTER Poncho spugna in diverse colorazioni Euro 59,99 | 4. QUIKSILVER Cappellino Sets Coming EURO 25,99 | 5. SHAPERS Fins Reef Heazlewood Pro Thruster Euro 100,00 | 6. OCEAN&EARTH Leash XT One Piece Comp Euro 39,00

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STUFF cool

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1. QUIKSILVER Muta Syncro Series 3/2 Frontzip Euro 219,99 | 2. ION Corpetto Neo Zip Top 2/1 Euro 129,95 | 3. ROXY Surfboards Fish 5’10’’ Thruster Euro 549,99 | 4. QUIKSILVER infradito Molokai Euro 19,99 | 5. ROXY Canotta Liquid Sunshine Euro 35,99 |6. OCEAN&EARTH Tri Fold Locker Euro 44,95

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STUFF cool

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1. Torq Tec Summer 5 Surfboard Euro 589,00 | 2. OCEAN&EARTH Quick Dry Wetsuit Hange Euro 14,95 | 3. SHAPERS Fins 7’’ Longboard Classic Blue Euro 72,00 | 4. QUIKSILVER cappello Pierside Slimbot Euro 29,99 | 5. OCEAN&EARTH Poncho Spugna Strike Hooded Euro 59,90 | 6. OCEAN&EARTH Indo Stiff Peak Surf Hat Euro 39,95

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S U R F A R T #staydamp

Grafico, illustratore, surfista e appassionato in generale del mare, visto come elemento leggendario e mitologico, popolato da pesci, mostri marini e velieri alla deriva. La visione di Mirko Delcaldo è un retaggio dei documentari di Jacques Cousteau e Bruno Vailati di cui si è nutrito fin dall’infanzia e che lo hanno portato a esplorare con la maschera, prima che con la tavola, i fondali della costa pisana e livornese. Seguitelo su Instagram @delcaldo

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