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INDICE…
PERIODI SENSIBILI Prenatale Neonatale Transizione Socializzazione/Inprinting I 4 elementi del periodo di socializzazione I SENSI DEL CANE L’olfatto L’udito Il tatto Il gusto La vista I 3 CAPITOLI FONDAMENTALI Conseguimento della leadership La figura del capobranco Le caratteristiche di un buon padrone La questione gerarchica Esercizi per il conseguimento della leadership Accentuazione delle gratificazioni TEORIE DI APPRENDIMENTO Sequenza classica Riflessi condizionati e incondizionati Le leggi dell’apprendimento Pavlov (condizionamento classico) Presupposti del modello Leggi Thorndike ( apprendimento strumentale) Presupposti del modello Skinner (condizionamento operante) Frequenza del comportamento Presupposti del modello Le leggi L’estinzione del comportamento TEORIE ASSOCIATIVE Bandura (apprendimento sociale) modello Le leggi TEORIE COGNITIVE Tolman Apprendimento latente - I ratti di Tolman ANALISI DELLE ESPRESSIONE E DEI COMPORTAMENTI DEI CANI Posture Rituali e segnali di pacificazione
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Durante i così detti “PERIODI SENSIBILI”, che andremo di seguito ad analizzare, è possibile trovare tutte le motivazioni dei comportamenti del cane. Già nel PERIODO PRENATALE:, che comincia 45 gg dopo l’accoppiamento, ovvero 15 gg prima della nascita del cucciolo, lo stesso è competente per sensibilità tattile e per stato emotivo; ciò significa che, benché il feto non sia ancora in grado di apprendere, sarà in grado di reagire attivamente agli stimoli emozionali trasmessi dalla madre. Quanto asserito è verificabile tramite l’osservazione della circolazione placentare attraverso l’ecografia. Esistono senza alcun dubbio, tra la madre e i feti, degli scambi di informazione in grado di provocare o meno stati di stress tali da interferire sul normale sviluppo dei comportamenti. Sarà opportuno pertanto gestire la femmina con molto garbo, attenzione ed affetto: sia lei che i suoi cuccioli trarranno beneficio da delicati massaggi al ventre materno.
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Sarà inoltre possibile indurre preferenze alimentari nutrendo la madre con lo stesso cibo che si intenderà somministrare ai cuccioli durante lo svezzamento, contribuendo così a semplificare questa fase che potrà a volte essere un po’ difficoltosa. Il PERIODO NEONATALE: va dal 1° al 10° giorno di vita. Questo periodo è anche detto “il grande deserto” in quanto l’attività principale dei cuccioli (il 98% del tempo) è il sonno (sonno paradosso). Durante il sonno REM (rapid
eyes
movements)
l’organismo
del
cucciolo
produce
l’ormone
somatotropo: per questo motivo è di fondamentale importanza non svegliare mai il cane poiché così facendo si bloccherebbe la SINAPTOGENESI, ovvero
la
formazione
delle
sinapsi
in
corrispondenza
delle
quali
i
neurotrasmettitori svolgono il ruolo di mediatori chimici delle trasmissioni nervose. Nel periodo neonatale la struttura neurofisiologica del cucciolo è incompleta Il cucciolo inoltre non dimostra alcuna dipendenza affettiva nei confronti della madre: è semplicemente attratto da qualunque corpo emanante calore e che dispensi cibo: per questo motivo il piccolo produrrà movimenti del corpo circolari di trascinamento detti “a pendolo” (entro il 5° giorno avviene lo sviluppo dei muscoli flessori) e rotolamento, tesi alla ricerca del contatto (orientamento tattile); la ricerca attiva del capezzolo (ROUTING
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REFLEX) e il riflesso di suzione, sono le attività che tengono in vita il cucciolo in questo periodo. Il riflesso perineale è indotto dalla madre tramite leccamenti e frizioni sugli organi
di
eliminazione
del
ventre
dei
piccoli.
Un
altro
aspetto
del
leccamento della zona perineale in posizione supina è la propedeuticità per il cucciolo all’ apprendimento delle posture di sottomissione.
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Al contrario dei piccoli la madre sviluppa immediatamente dipendenza affettiva
nei
loro
confronti;
ciò
avviane
grazie
al
FEROMONE
DI
ADOZIONE contenuto all’interno del liquido amniotico ed assunto dalla madre che dopo il parto ingurgita lembi di placenta. Questa contiene inoltre la prolattina, che è un ormone responsabile della produzione del latte. L’attaccamento della madre è molto importante perché le consente di elaborare comportamenti di difesa della prole nonché di curarla e di nutrirla adeguatamente. L’assunzione del latte materno avviene per mezzo della suzione del capezzolo e di movimenti di spinta che il cucciolo pratica sulla mammella con gli arti anteriori. Per mezzo del gusto il cucciolo riesce a riconoscere nel latte materno l’elemento nutritivo e quindi ad alimentarsi. Il primo latte dispensato dalla madre si chiama colostro ed è una sostanza liquida condensata anticorporale: la madre tramite il colostro trasferisce il proprio patrimonio immunitario. Questo naturale “vaccino” copre i cuccioli per 60 gg circa. Ecco perché sarà necessario procedere con la prima vaccinazione interno al mese d’età. La temperatura ideale del luogo che accoglie la femmina con la prole in questo periodo è di 23°/24° . Dal 10° al 21° giorno il cucciolo vive il PERIODO DI TRANSIZIONE durante il quale vi è la definizione di tutte le capacità percettivo – sensoriali.
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Di capitale importanza è il rilascio dell’ apaisina (feromone di appagamento) detta anche DAP (dog apaising pheromon - ); la DAP è un feromone prodotto dalle ghiandole intermammarie corresponsabile della dipendenza affettiva e dell’attaccamento dei cuccioli nei confronti della madre che diventa un punto di riferimento di importanza capitale: qualsiasi tentativo di allontanarne i cuccioli provoca in essi uno stato di agitazione e nervosismo che potrebbe influenzare lo sviluppo comportamentale futuro. Con
l’attaccamento
alla
madre
inizia
il
comportamento
esplorativo:è
estremamente importante in questa fase della vita del cucciolo offrirgli una giusta ed adeguata quantità di esperienze visive ed uditive che insieme ad una corretta sinaptogenesi produrranno l’omeostasi sensoriale. In questa fase diminuiscono inoltre le fasi di sonno, in particolare del sonno paradosso e si modificano i cicli di interpretazione del ritmo circadiano. Più specificatamente tra il 10° e il 16° giorno si rileva l’apertura degli occhi, cioè le commensure oftalmiche si aprono; tra il 15° al 18°giorno il cucciolo raggiunge lo stato di normotonia o autonomia motoria cioè comincia a reggersi sulle quattro zampe e a fare i primi passi ben articolati. Tra il 16° e il 21° giorno, come già detto, il cucciolo sviluppa attaccamento nei confronti della madre grazie all’apaisina: questo attaccamento è una condizione
fondamentale
perché
possa
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successivamente
svilupparsi
un
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corretto processo di socializzazione; tra il 16° e 18°giorno hanno inizio i vocalizzi complessi. Infine tra il 20° ed il 25° giorno ha inizio l’orientamento visivo, ovvero l’utilizzo del senso della vista per la ricerca della madre, anziché del tatto.
Il PERIODO DI SOCIALIZZAZIONE: che va dal 21° al 140° giorno è la fase ultima che completa lo sviluppo del cucciolo. L’inprinting è un processo di apprendimento diverso da quello convenzionale e, perché questo avvenga, è necessario che il cucciolo si trovi nel periodo sensibile di competenza. Ciò che il cane apprende per mezzo dell’imprinting viene assorbito in modo indelebile dal suo cervello e perdura per tutta la vita. Un imprinting errato è un danno irreversibile. Le conseguenze di un corretto inprintig sono essenziali in quanto
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questo tipo di apprendimento è la base per l’identificazione del partner sociale disponibile e del partner sessuale: se non c’è impregnazione ci sarà una dissociazione primaria. Il cucciolo potrà sperimentare la socializzazione intraspecifica (esperienze di relazione fra membri della stessa specie, quindi con altri cani) e quella interspecifica (relativa a rapporti con esemplari di specie diversa: caneuomo; cane-gatto). Di conseguenza, tutto ciò con cui il cane non entrerà in contatto durante il periodo di socializzazione non sarà identificato come partner sociale disponibile ma, al contrario, sarà identificato come preda. Relativamente allo sviluppo delle funzioni, dal 21° al 25° giorno avremo il conseguimento
dell’
udito
funzionale
ed
il
conseguente
“trasalimento
positivo; intorno al 28° giorno il cucciolo comincerà a muovere la coda in situazioni piacevoli; dal 21° al 28° giorno il cane comincerà a controllare le deiezioni e le minzioni, (riflesso perineale positivo); tra il 23° e il 25° giorno il cucciolo comincia a nutrirsi anche con il cibo secco (svezzamento); tra il 30° e il 35° giorno comincerà l’apprendimento orientato all’ inibizione del morso ed infine tra il 40°e il 45° giorno la ricerca con il fiuto delle proprie precedenti deiezioni. Dal 3° mese d’età all’anno in natura è previsto il distacco dei maschi, (esolamia) ovvero la ricerca della femmina con cui accoppiarsi e fare il proprio branco.
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I quattro elementi caratterizzano il periodo di socializzazione:
Autocontrolli Gli autocontrolli che si sviluppano durante l’inprinting sono due:
Problema evidente di autocontrollo da cibo!
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1. l’inibizione al morso, ad opera della madre e dei fratelli; l’esperienza sarà volta a capire fino a che punto possono esercitare pressione e ciò sarà comprensibilmente utile per tutta la sua vita, sia relativamente a rapporti cospecifici che interspecifici; in assenza di questa inibizione il cane proporrà un’esagerata ed intensa attività orale.
Qui sopra un esempio di inibizione del Morso.
2. la gerarchizzazione delle ciotola :
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Comunicazione: Durante questa fase cruciale il cucciolo apprende i rudimenti essenziali del linguaggio canino. La stessa madre è fonte di insegnamento in quanto gioca con la cucciolata e su questa vigila tollerando una certa irruenza ed insegnado quando è tempo di smettere. La conoscenza della comunicazione, del “linguaggio della propria specie” avviene soprattutto attraverso il gioco che va inteso per i cuccioli come una palestra di vita. Tramite le attività ludiche i piccoli imparano a conoscersi reciprocamente, a mettersi in relazione, a valutare possibilità e limiti propri e degli avversari. Un cane che sa comunicare con i propri cospecifici sarà più facilmente un animale equilibrato e socievole. La comunicazione può essere: 1. meccanica: a) posture; b) rituali; c) azioni correlate alla sfera dell’emotivo; 2. chimica: feromoni; 3. espressa tramite vocalizzi.
Gerarchizzazione: Un altro fattore importante che inizia in questo periodo è la
gerarchizzazione: Il cane è un animale sociale, destinato a vivere in un
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branco
con
una
struttura
gerarchica
ben
definita.
Nel
periodo
di
socializzazione, i cuccioli, giocando fra loro, assumono le prime posture corporee di dominanza e di sottomissione. Osservando i cuccioli durante questo tipo di relazione, sarà possibile individuare i soggetti predisposti a diventare maggiormente dominanti e quelli invece più sottomessi. E’ rilevante in questa fase il contributo dell’adulto regolatore.
Distacco: Durante la “socializzazione” di vita il cucciolo impara moltissime cose: le sue capacità di apprendimento sono molto più elevate che negli altri periodi della sua vita; ciò significa anche che in funzione di elevata capacità di apprendimento ci sarà elevata capacità di adattamento. E’ proprio in questo periodo che il cucciolo ha la massima capacità di adattamento a situazioni ambientali diverse. Per questa ragione, e per il fatto attorno al 58°/60° cessa da parte della madre la produzione dell’apaisina, è consigliabile che il cucciolo venga adottato in questo periodo di vita (8^/10^ settimana). Il cucciolo ha la possibilità di adattarsi a qualsiasi nuovo ambiente anche se molto diverso da quello in cui è stato fino a quel moment.
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La mancata fase di distacco porta ad un iperattaccamento che è alla base di una diffusa psicopatologia (ansia da separazione). E’ quindi fondamentale che il cane viva l’attaccamento affettivo seguito dallo sviluppo della fase di distacco e del successivo attaccamento secondario.
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I SENSI DEL CANE L’olfatto Il cane vive di psicologia olfattiva, nel senso che la capacità sensoriale che maggiormente lo condiziona è appunto l’olfatto ( per questo è detto “macrosmatico”). E’ fornito di circa 220 milioni di ricettori olfattivi, sicuramente molti rispetto ai circa 5 milioni di cui dispone l’uomo; è dotato di 7 metri circa di membrana olfattiva, contro il mezzo metro di cui dispone l’uomo. L’anatomia della canna nasale e le narici mobili favoriscono l’ingresso delle molecole che compongono l’odore le quali, stimolando il nervo olfattivo, consentono la trasformazione del segnale chimico in segnale elettrico condotto al cervello. Il cane ha inoltre una grande memoria olfattiva, tant’è che il ricordo di un odore può durare un’intera vita, influenzando il suo comportamento.
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Comparazione delle capacità olfattive UOMO-CANE: CANE
UOMO • L’uomo vive di “psicologia visiva”
• Il cane vive di “psicologia olfattiva” così
• Corteccia olfattiva: 1/10
detto mammifero Macrosmatico.
• Recettori olfattivi: 5 M.ni
• Corteccia olfattiva : 2/3
• Membrana olfattiva: 50 cm
• Recettori olfattivi : 125 M.ni i un
• Minor memoria olfattiva
Bassotto, 225 in un Pastore Tedesco
• Scarsa capacità di discernimento delle particelle di odore
• Membrana olfattiva : 7 mt. • Maggior memoria olfattiva
• La minor quantità di cellule olfattive,
•
Capacità
di
particelle
diluizioni di odori.
sdoppiamento degli etmoturbinanti.
va dai 3 ai 4 cm cubici.
odore
delle
non consentono di percepire grandi • L’estensione della superficie epiteliale
di
discernimento grazie
allo
• I cani possono identificare una sostanza pari
a
1/100
della
concentrazione,
arrivando fino a percepire diluizioni sino a 1/10.000.000. • L’estensione della superficie epiteliale va dai 18 ai 150 cubici, a seconda delle razze.
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L’udito: L’udito nel cane è molto più raffinato che nell’uomo e la sua capacità di sentire suoni e rumori è di gran lunga superiore a quella delle persone. L’uomo ha la capacità di sentire suoni compresi tra lo zero e i 20.000 Hertz, mentre il cane ha la possibilità di sentire suoni compresi tra lo zero e i 40.000 Hertz. La
costruzione
anatomica
dell’organo
uditivo
condiziona
le
capacità
percettive dei cani. Il padiglione auricolare di un Pastore Belga ad orecchie “erette”, favorisce la sensibilità uditiva del cane che è aiutato da questo “senso” a svolgere la sua attività di guardiano e sentinella. Il segugio, ad orecchie lunghe e pendenti, deve necessariamente praticare zone boschive fitte di vegetazione: il cane, in questo caso, è aiutato da questa particolarità morfologica dei padiglioni auricolari, che occludono il canale uditivo e lo proteggono dall’accidentale ingresso di materiale pericoloso. La forma delle orecchie del segugio lo condiziona positivamente anche durante l’attività di ricerca del selvatico: in essa il cane deve concentrarsi sull’odore da seguire, è quindi l’olfatto il senso che risulta più impegnato. La concentrazione del cane durante il lavoro di ricerca è favorita dalla “poca interferenza” che il senso dell’udito induce nelle fasi di lavoro.
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Una particolarità importante che caratterizza i cani è data dal fatto che questa specie ha la possibilità di orientare i padiglioni auricolari verso la fonte emittente del suono, aumentando così le capacità di percezione Il tatto: Questo è uno dei sensi che ha grande importanza per lo sviluppo caratteriale ed emotivo dei cani. Se il cucciolo vive con la giusta intensità il contatto con madre e fratelli prima, e con l’uomo poi, certamente avrà uno sviluppo mentale improntato sulla sicurezza e sensibilità. I cani che sono separati precocemente da madre e fratelli e privati del necessario contatto, crescendo potrebbero diventare sottomessi, timorosi e scostanti. E’ infatti importante considerare che è il contatto che tranquillizza i cuccioli e favorisce in essi una crescita serena in assenza di tensioni emotive. Al tatto è strettamente collegata la carezza che risulta essere un’ottima gratificazione.
Accarezzare
il
proprio
cane
significa
tranquillizzarlo,
abbassargli la soglia di veglia e ridurre lo stress. La carezza al cane dovrebbe essere dispensata sempre nel senso del pelo, per non creare spiacevoli effetti elettrostatici che normalmente non sono graditi ai nostri amici a quattro zampe. Anche le zone dove dispensare le carezze hanno la loro importanza: ad esempio non è corretto accarezzare il cane sulla testa, in quanto questo
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gesto può essere considerato un affronto e suscitare, in cani scostanti o dominanti, reazioni aggressive. Zone del corpo che se accarezzate normalmente suscitano nel cane piacere, sono rappresentate dalla zona sternale, la zona dell’attaccatura della coda e le commensure labiali. Il senso del tatto consente al cane di conoscere l’ambiente che lo circonda, infatti le cosiddette vibrisse (speciali peli sensori) posizionate sopra gli occhi, sul tartufo, sotto al muso, fungono da terminali nervosi che consentono al cane di determinare forma e consistenza degli oggetti e trarre indicazioni sull’ambiente. Il gusto;
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Esercizi per il conseguimento della leadership Regole sull’alimentazione: il cane deve intendere che il suo mantenimento dipende da noi. Siamo noi che decidiamo cosa, dove e soprattutto quando si mangia. Regole
per
passare
per
primo
attraverso
la
porta:
siamo
noi
che
attraversiamo per primi l’uscio perché siamo noi che “decidiamo”. Regole sulla condotta al guinzaglio: se il cane tira al guinzaglio vuol dire che non ci rispetta. Regole sul come comportarsi quando suonano alla porta: il cane deve stare tranquillo perché siamo noi che gestiamo le attività del nostro branco. Regole sul come comportarsi quando si incontrano altri cani: non va bene far annusare tutti i cani che si incontrano, bisogna proseguire il cammino. Regole sul come salutare le persone: è necessario far abbassare le persone per fare in modo che il cane non salti loro addosso. Regole per salire e scendere dall’auto: il cane non deve prendere l’iniziativa né di scendere né di salire sull’auto.
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L’attenzione: lo sguardo del cane rivolto al suo padrone è sintomo di confidenza, attenzione Non è un senso di particolare importanza o perlomeno non così importante come lo è nell’uomo. Comparando il senso del gusto del cane a quello dell’uomo, si è stabilito che il gusto del fedele amico è meno raffinato che non negli esseri umani. Questo senso consente al cane di poter dividere le sensazioni trasmesse al cervello in piacevoli, indifferenti e spiacevoli. I cani sono in grado di differenziare il dolce dal salato, l’amaro e l’acido; non hanno papille gustative raffinate come quelle umane e pertanto, se nutriti con un alimento ben equilibrato, possono mantenere lo stesso regime alimentare per tutta la vita. Normalmente i cani amano cibarsi con alimenti tiepidi (38°c) perché se liberi in natura, catturando animali a sangue caldo, traggono soddisfazione anche dalla temperatura. La vista: Il cane rispetto all’uomo, ha pessimo visione bifocale, cioè vede malamente oggetti che gli stanno sotto al naso, mentre vede meglio a distanza. La costruzione del muso del cane lo condiziona soprattutto per la posizione degli occhi: nel cane gli occhi sono posizionati lateralmente, mentre nell’uomo sono posizionati frontalmente. Il campo visivo del cane è quindi
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molto più ampio rispetto a quello dell’uomo. Il cane vede meglio a distanza, oggetti in movimento ed ha maggiori possibilità visive quando si è in presenza di poca luce, come ad esempio all’imbrunire o durante la notte. Questo perché il cane è un predatore notturno e la natura lo ha fornito di buona sensibilità visiva quale ausilio per la caccia. Le capacità visive del cane si differenziano rispetto a quelle dell’uomo anche per le diverse capacità prospettiche. Il cane, ad esempio, non ha il senso della profondità come ha l’uomo, ecco perché alcuni cani hanno il terrore di salire su passerelle e ponteggi. Il cane vede alcuni colori, ma non vede una gamma distinta e vasta come è consentito all’uomo. Per immaginare come il cane vede i colori, è necessario pensare di avere davanti agli occhi una velina di colore grigio. E’ curioso sapere che in Italia il cane è in grado di vedere le immagini in televisione in quanto il sistema di definizione di immagine televisiva è corredato da 625 linee al secondo; negli Stati Uniti invece il cane non riesce a vedere le immagini del video poiché il sistema di definizione statunitense è corredato da 525 linee al secondo.
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I 3 Capitoli fondamentali LEGGE DELLA
- entrare nella mente del cane
DOMINANZA
e suscitare in esso rispetto - ci sono esercizi speciali per
O
il conseguimento della leadership
LEADERSHIP
- quando ottengo rispetto, aumenta la sensibilità’ ascolto
E’ necessario riuscire ad incrementare la volitività del
ACCENTUAZIONE DELLE GRATIFICAZIONI
cane nei confronti di tutte e quattro le gratificazioni, in modo da creare in lui tante aspettative.
Le 4 gratificazioni che possono essere usate sono: - CAREZZE, PAROLE DI LODE, SGUARDI: sono gratificazioni sociali. Bisogna sapere toccare e parlare al proprio cane; è fondamentale il tono di voce, il contatto visivo ed un atteggiamento gentile. - CIBO: facciamo leva sull’istinto di mantenimento del cane - PALLINA: facciamo leva sull’istinto ludico e su quello predatorio - SALSICCIOTTO IN YUTA: facciamo leva sulla combattività del cane (combattimento amichevole)
Per l’insegnamento dei comandi si utilizzano
INSEGNAMENTO O LEARNING
tecniche che riguardano: - la comunicazione - il contatto visivo - la comunicazione garbata
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Il conseguimento della Leadership La leadership è un’insieme di regole dettate dal capo, che permettono al nostro cane di trovare la collocazione gerarchica all’interno del nostro branco famiglia e quindi di obbedirci, senza entrare in conflitto, ma solo in quanto ci riconosce il ruolo di capobranco e per questo motivo, meritevoli di ascolto e collaborazione. Molte volte il rapporto con il nostro cane rischia d’incrinarsi a causa dei diversi
errori
di
comportamento
che
commettiamo
transitando
dall’antropomorfizzazione all’autoritarismo. Passiamo infatti da atteggiamenti compassionevoli che confermano al cane la sua leadership, salvo poi renderci conto che non ci ubbidisce più, arrabbiarci entrando in conflitto e peggiorando ulteriormente la situazione. Per il cane è fondamentale leggere la relazione gerarchica del suo branco e, ove non riconosce il suo leader, si arroga il difficile compito di agire da se questo ruolo.
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La figura del capobranco Un buon capobranco è colui che detiene il potere di decisione all’interno del gruppo esercitando autorevolezza e non autoritarismo. E’ indispensabile per ogni cane avvertire la coerenza da parte del suo branco famiglia ed è altresì importante sottolineare che il rispetto del cane va raggiunto attraverso la nostra dimostrazione, nella sua lingua, di autorevolezza e non di autoritarismo; se osserviamo in natura, la violenza, fine a se stessa, non viene
praticamente
mai
agita.
I
cani
infatti
sono
ottimi
attori:
la
comunicazione è fortemente ritualizzata e molto espressiva, ma risponde all’esigenza naturale di evitare la belligeranza, in quanto un animale ferito è maggiormente a rischio di sopravvivenza. Inoltre spesso ai nostri cani chiediamo di agire comportamenti che vanno contro le loro ragioni d’essere, ed in più non leggiamo correttamente i segnali non verbali che ci mandano di continuo,e che basterebbero ad evitare molte incomprensioni. E’ bene ricordare infatti, che dietro ad ogni segnale inviato dal cane, c’è una motivazione, uno stato interno che lo porta ad esprimere quel determinato comportamento. Non esiste infatti una spiegazione unica ad esempio, per il cane che abbaia, che si agita o che non risponde al richiamo del proprietario:
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la ragione per cui agisce in quella maniera, va ricercata osservando e contestualizzando
l’evento
e
non
limitandosi
comportamento.
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ad
analizzare
il
singolo
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Le caratteristiche di un buon padrone Un buon padrone deve avere una serie di caratteristiche: La gentilezza: bisogna porsi con gentilezza nei confronti del cane altrimenti ridurremo la nostra confidenza con lui. Il potere di iniziativa: solo per il fatto di prendere l’iniziativa, il cane ci riserva un posto di rilevo. Dovremo prendere le decisioni per il branco ovvero mantenere nelle nostre mani il potere decisionale rispetto a tutte le attività. L’intraprendenza: il leader ha la prerogativa di decidere ma deve altresì essere foriero di iniziative. Ecco che allora è necessario e molto piacevole sperimentare con il proprio cane giochi nuovi, passeggiate in posti mai esplorati prima, dare dei piccoli problemi da risolvere come ad esempio nascondere del cibo o il gioco preferito sotto un birillo o dentro ad una scatola, ed osservare come il cane si attiva per trovare la soluzione. Tutte queste situazioni hanno molteplici risvolti positivi: 1)ci rendono interessanti agli occhi del nostro cane che ci vedrà sempre nelle vesti di qualcuno che porta situazioni divertenti. 2) attivano la mente del cane alla ricerca delle soluzioni possibili di fronte ad un problema, e questo gli servirà sia per mantenersi attivo mentalmente ma anche per rinforzare l’autostima
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3) permettono a noi di conoscere meglio il nostro cane e di farlo crescere equilibrato utilizzando risorse quali la curiosità La responsabilità: il padrone deve condurre il cane ad avere fiducia in lui, deve fargli fare cose alla sua portata, chiedere in modo responsabile e possibilmente facilitare gli esiti. La sicurezza: il padrone dovrà trasmettere al cane sicurezza tramite la movenza del corpo, la postura; non si deve muovere in modo convulso ma tranquillo; dovrà mostrarsi sempre coraggioso e fermo nelle decisioni. Quando un cane mostra paura e diventa insicuro, è sbagliato attuare atteggiamenti compassionevoli ; è invece opportuno mostrarsi risoluti nel voler risolvere il problema e incoraggiare il cane ad affrontarlo insieme a noi, affidandosi alla nostra tutela La determinazione: il padrone deve avere ben chiaro l’obiettivo e che desidera raggiungere e deve conseguirlo nel modo ottimale per il cane. La coerenza: il padrone deve garantire al cane regole e certezze sempre uguali e non dovrà confondergli le idee con informazioni discordanti che potranno innescare gravi incertezze.
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La risolutezza: una volta impostati gli esercizi e le regole per il rispetto del ruolo gerarchico, è fondamentale non mostrare mai tentennamenti; e’ infatti molto probabile che spesso, il nostro cane, ci metta alla prova ovvero cerchi di mettere in discussione il nostro ruolo ed è necessario mostrarsi sempre risoluti e fermi nel riprendendo il controllo della situazione, sempre con gentilezza. Lo start & finish: l’inizio e la fine delle azioni devono essere sempre in mano al proprietario; è lui che decide quando si esce, quando si gioca, quando si mangia.
La questione gerarchica L’ordinamento gerarchico dei cani è verticale cioè a piramide: in cima c’è il soggetto dominante che è il capo assoluto, sotto c’è il sottoposto e così via. Il capo branco è colui che ha la responsabilità del gruppo e delle attività che si svolgono all’interno di esso. Quando un cane entra nella nostra famiglia, pensa di entrare in un nuovo branco, in cui vigono le stesse regole. Interagisce con i membri del nuovo gruppo al fine di individuare e stabilire la propria posizione gerarchica all’interno del branco stesso.
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La definizione del ruolo gerarchico del cane è importantissima al fine di un buon sviluppo comportamentale, di un buon equilibrio psichico e di una buona solidità nervosa. E’ inoltre fondamentale ai fini della qualità del rapporto fra il cane e i suoi proprietari. Per tale scopo i proprietari dovranno interagire nella comunicazione col cane per raggiungere lo stato di superiori nella gerarchia del branco (leadership). In caso contrario, il cane si rifiuterà di obbedire ai proprietari e, non essendo in grado di gestire le attività del branco, potrà vivere in uno stato di stress e di nevrosi che può condurre, nei casi peggiori, anche a comportamenti aggressivi nei confronti dei proprietari (aggressività da dominanza). Un cane che ha trovato il suo posto in un branco umano e accettato il suo capo, è un cane volenteroso, obbediente e contento. Se il capo del branco dovesse per qualsiasi motivo mancare di autorità, il cane potrebbe essere pronto a mettere in discussione il proprio ruolo non soltanto cercando di diventare capo branco ma anche cooperando quando ne ha voglia o fare cose di propria iniziativa: diventerebbe disobbediente e difficile da gestire, il suo comportamento ci irriterebbe o addirittura ci farebbe arrabbiare. La dominanza è uno strumento di controllo, che però non prevede l’abuso di potere, l’umiliazione e l’autoritarismo.
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Esercizi per il conseguimento della leadership Regole sull’alimentazione: il cane deve intendere che il suo mantenimento dipende da noi. Siamo noi che decidiamo cosa, dove e soprattutto quando si mangia. Regole
per
passare
per
primo
attraverso
la
porta:
siamo
noi
che
attraversiamo per primi l’uscio perché siamo noi che “decidiamo”. Regole sulla condotta al guinzaglio: se il cane tira al guinzaglio vuol dire che non ci rispetta. Regole sul come comportarsi quando suonano alla porta: il cane deve stare tranquillo perché siamo noi che gestiamo le attività del nostro branco. Regole sul come comportarsi quando si incontrano altri cani: non va bene far annusare tutti i cani che si incontrano, bisogna proseguire il cammino. Regole sul come salutare le persone: è necessario far abbassare le persone per fare in modo che il cane non salti loro addosso. Regole per salire e scendere dall’auto: il cane non deve prendere l’iniziativa né di scendere né di salire sull’auto. L’attenzione: lo sguardo del cane rivolto al suo padrone è sintomo di confidenza, attenzione e comunicazione. Ricapitolando quindi possiamo individuare nei seguenti passaggi le fase indispensabili per la costruzione di un buon rapporto “cane-padrone”
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• Buone cure: cure ed attenzioni dispensate al cane; • Leadership: ovvero sviluppare all’interno di un gruppo sociale una scala gerarchica ben definita. Il leader è colui che è alla vetta di questa scala e come tale ha diritti e doveri; • Aspetti educativi: sono i processi di adattamento alla vita sociale dell’uomo che rendono il cane socialmente accettabile; • Addestramento: ovvero insegnare al cane a rispondere con un’espressione comportamentale ad un determinato comando dell’uomo • Attivazione mentale: ovvero attività che attivino cerebralmente il cane; ciò è possibile durante le attività olfattiva che lo aiutano altresì a scaricare eventuale stress.
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L’accentuazione delle GRATIFICAZIONI Le GRATIFICAZIONI sono premi, rinforzi positivi, cose piacevoli per il cane e devono essere concesse quando chiediamo ed otteniamo un determinato comportamento: i premi sono inneschi motivazionali, ovvero “spinte” a proseguire con costanza la ricerca di un obbiettivo. La gratificazione in cibo si concede all’alto in quanto in questo modo condizioniamo
fortemente
il
cane
a
volgere
l’attenzione
verso
di
noi
richiamandogli contestualmente l’istinto atavico della madre che rigurgita il cibo ai cuccioli. I giochi usati come gratificazioni non devono essere lasciati a disposizione del cane in quanto, diversamente, perderebbero il loro “appeal” ovvero il potere di suscitare forte interesse. Motivi che inducono il cane ad obbedire: - per cooperazione, ovvero perché si sente parte attiva del branco; - perché riconosce nel padrone il suo capobranco, ovvero colui che riveste un ruolo di dominanza; - perché il cane ambisce al piacere che la gratificazione comporta
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TEORIE DI APPRENDIMENTO L’apprendimento è un processo di origine o modificazione di un comportamento che si verifica in presenza di determinati stimoli e permane nel tempo. Ciò significa che in presenza della medesima situazione (stimolo) sarà espressa la stessa risposta comportamentale. Per far si che l’apprendimento si verifichi è necessario che l’ambiente propongo una situazione diversa da quella solita o precedente. Lo stimolo, inoltre, deve essere connesso in qualche modo alla soddisfazione che trae il soggetto che apprende. L’apprendimento,che può avvenire per:
• abitazione • assuefazione • sensibilizzazione
teorie associative fa capo a due principale teorie
teorie cognitive
Per le teorie associative,
la connessione tra stimolo
incondizionato e risposta è
automatico. Ciò significa che esiste un contiguità temporale tra il RINFORZO POSITIVO ed il COMPORTAMENTO (RISPOSTA) adeguato.
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FREQUENZA DEL COMPORTAMENTO “Costruzione del
“Estinzione del
Comportamento”
Comportamento”
RINFORZO!
PUNIZIONE!
Presentazione
Sospensione
Applicazione dello Omissione
Della
Dello stimolo Stimolo
Della
Ricompensa
Avversativo
Ricompensa
Avversativo
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Per Condizionare il Comportamento esistono due strategie; ad esempio se il comando è: “Tieni in Bocca l’ oggetto” Si potrà condizionare il comando con: 1. METODO GENTILE
QUINDI R+
Per L’Ambizione della
ricompensa.
2. METODO COERCITIVO
QUINDI R- Per Evitare la punizione.
Esempio di Metodo Coercitivo
Esempio di Metodo Gentile
In Questo corso impareremo ad usare i metodi gentile e non i Coercitivi: L’apprendimento avviene tramite la modifica di un comportamento oggettivamente osservabile ottenuta mediante adeguati rinforzi. Potremo definire un comportamento appreso quando verrà sempre espresso in risposta allo stesso stimolo.
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SEQUENZA CLASSICA (di insegnamento dei comandi) Quando ci si pone didatticamente nei confronti del cane, soprattutto all’inizio, è necessario farlo in un luogo tranquillo, privo di disturbi. E’ importante usare sempre la stessa parola di comando ( es.: non “siedi” o “seduto”). Al comando deve corrispondere una figura mentale, una fotografia che si apre nella mente del cane. Il condizionamento dei comportamenti, tramite l’utilizzo della sequenza classica, fa riferimento alle teorie sui riflessi condizionati ed incondizionati studiati da Pavlov.
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Come si dipinge una figura nella mente del cane: 1° CONTATTO: comunicazione, entrare in contatto con il cane. 2° IL CANE ASCOLTA IL COMANDO: sempre lo stesso comando pronunciato in modo chiaro. 3° IL CANE ASPETTA E CERCA DI CAPIRE : se il cane non fa niente perché non conosce il comando, dare un aiuto con il linguaggio del corpo (help). Quando il cane ha imparato il comando, posso bypassare l’help. 4° IL CANE ESEGUE 5° PRIMO PREMIO-LODE: la lode è la ricompensa che raggiunge subito il cane. La lode deve essere: - sempre la stessa parola (es: “bravo”) - neutrale: senza coinvolgimento emotivo - una figura mentale speciale (semaforo verde, OK).
Il cane capisce che la lode è una cosa positiva perché subito dopo riceve il premio. 6° SECONDO PREMIO-CIBO O PALLINA: il premio deve essere concesso con il giusto tempismo. 7° FINE: calma, tranquillità, silenzio, passività, cioè chiudo il contatto con il cane. Dopo aver “lavorato” è necessario che il cane abbia un momento di
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riflessione e quindi che resti tranquillo in un luogo che gli consenta di riflettere e fissare la sequenza di lavoro. SarĂ quindi assolutamente inappropriato concedere al nostro cane, per esempio, di giocare con altri cani, con noi o anche da solo.
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RIFLESSI CONDIZIONATI e INCONDIZIONATI Lo stimolo incondizionato è un’impulso che suscita nel cane una risposta o riflesso incondizionati. (es. la ciotola del cibo) Il riflesso incondizionato è un’azione pre-programmata che esula dalla volontà di compierla. (es. la sciallorea)
LE LEGGI DELL’APPRENDIMENTO
• condizionamento classico ( Pavloviano) • Le leggi di Thorndike (apprendimento strumentale) • condizionamento operante (Skinneriano) • apprendimento sociale (di Bandura) • teorie cognitive (Tolman)
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PAVLOV Il condizionamento classico Il condizionamento classico implica risposte involontarie, il cui controllo è affidato al sistema nervoso autonomo. Pavlov presentava il cibo ai suoi cani facendolo precedere dal suono di una campana.
Stimolo Neutro
Stimolo Incondizionato
Riflesso Incondizionato
Inizialmente per i cani il suono della campana non rappresentava nulla ed era quindi uno stimolo neutro. Dopo poche ripetizioni il suono della campana suscitava in essi un riflesso di orientamento. In seguito Pavlov notò che i cani associavano il suono della campana al momento del pasto ed esprimevano reazioni di tipo fisiologico. (la sciallorrea) prima della presentazione del pasto stesso.
Stimolo Condizionato
Stimolo Incondizionato
O Operante
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Riflesso Incondizionato
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A quel punto il suono della campana era diventato uno stimolo condizionato o stimolo operante, ovvero un’impulso suscitante nel cane una risposta condizionata:
infatti
la
sciallorrea,
evocata
dal
suono,
si
presentava
indipendentemente dalla presentazione del cibo.
Stimolo Condizionato
Riflesso Incondizionato Riflesso Condizionato
O Operante
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Metodo Classico – PAVLOV I presupposti del modello
- alcune risposte sono pre-programmate; - l’apprendimento è frutto di associazioni fortuite; - deve esserci continuità temporale tra stimolo incondizionato e stimolo condizionato affinché via sia l’associazione; - l’ambiente provoca la risposta, quindi la casualità è esterna; - non ci sono mediazioni tra stimolo e risposta; Ciò che è stato appreso in questo modo può essere disimparato nello stesso modo
LE LEGGI - continuità temporale; - ripetizione (il comportamento è meglio memorizzato se vi sarà un gran numero di ripetizioni) - estinzione (con le stesse sequenze con le quali ho condizionato un comportamento potrò anche estinguerlo) - generalizzazione (leggera variazione quantitativa e qualitativa dello stimolo)
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- discriminazione (stimolo simile ma non identico)
Ripetizione
Estinzione
Risposta condizionata meglio
SC presentato senza SI
memorizzata se ci sarà un gran numero di associazioni SC – SI
altrimenti dimenticata:
il cane disimpara l’associazione
attenuazione di una risposta appresa
Generalizzazione
Discriminazione
Leggera variazione qualitativa
Stimolo simile ma non identico
o quantitativa dello stimolo
persistenza della risposta
assenza di risposta
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THORNDIKE apprendimento strumentale • legge dell’effetto • legge dell’esercizio (numero di prove ripetute) • Prove ed errori (processo per tentativi)
Thorndike I presupposti del modello - L’animale produce un determinato comportamento e a seconda dell’esito (favorevole o sfavorevole) riprodurrà le risposte risultate efficaci mentre eviterà quelle che producono esiti negativi - Sono necessari diversi tentativi e perché il processo di apprendimento abbia effetto sono necessari diversi numeri di ripetizioni Secondo questo modello le risposte che risultano efficaci vengono selezionate, etichettate e conservate mentre le altre vengono cancellate. L’efficacia
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determina l’acquisizione dell’azione. Secondo questo principio psicologico conviene dunque prestare piÚ attenzione e premiare le risposte giuste piuttosto che sottolineare o punire quelle sbagliate.
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SKINNER Il condizionamento operante Il condizionamento operante è l’espressione di una risposta senza la necessità di uno stimolo che la possa attivare legata alla possibilità di ricevere una ricompensa tale da stimolare un comportamento volontario A differenza del condizionamento classico, che ha inizio con uno stimolo, nel condizionamento
operante
il
ciclo
di
rinforzo
comincia
con
un’azione
spontanea che parte dal cane. Il condizionamento operante è sempre dipendente dal comportamento, mentre quello classico non lo è perchè necessita di uno stimolo per innescare la risposta comportamentale. Il rinforzo aumenta le probabilità future che il comportamento espresso venga riproposto. Il rinforzo positivo produce nel cane una sensazione piacevole; al contrario il rinforzo negativo produce una sensazione che riduce o evita conseguenze indesiderabili. Relativamente al condizionamento operante, il condizionamento per rinforzo positivo
è
più
sensibile
all’estinzione
condizionamento per rinforzo negativo.
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del
comportamento
rispetto
al
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La punizione, nel contesto del condizionamento operante, diminuisce le probabilità future che il comportamento si esprima. La punizione positiva è l’applicazione di uno stimolo avversivo; la punizione negativa è l’omissione della ricompensa.
frequenza del comportamento Costruzione del comportamento
Estinzione del comportamento
“RINFORZO” R+
R-
Presentazione
concetti
chiave
P+
P-
Sospensione dello Applicazione dello
Della ricompensa
Dai
“PUNIZIONE”
Stimolo
Stimolo
avversativo
avversativo
elaborati
da
Skinner
nasce
Omissione della ricompensa
l’osservazione
al
modellaggio
dei
comportamenti che risultano essere la base dei concetti cruciali del CLICKER TRAINING Il
condizionamento
operante
è
applicabile
prevalentemente
a
risposte
del
sistema
muscolare e di quello scheletrico o a processi mentali superiori per i quali interviene il SISTEMA NERVOSO CENTRALE.
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Condizionamento operante I PRESUPPOSTI - la selezione di una risposta per rinforzo, ovvero l’apprendimento per prove ed errori; - il rinforzo (premio) aumenta le probabilità future che sia riproposto il comportamento: mentre il rinforzo positivo produce nel cane sensazioni piacevoli, quello negativo produce una sensazione che riduce o evita le conseguenze indesiderate; - il condizionamento per rinforzo positivo è più sensibile all’estinzione rispetto al condizionamento per rinforzo negativo - la punizione diminuisce le probabilità future che sia riproposto il comportamento espresso; la punizione positiva propone uno stimolo avversivo, la punizione negativa equivale all’omissione della ricompensa
LE LEGGI - è indispensabile la contiguità temporale tra risposta e rinforzo; la punizione deve fermare l’atto e diminuire la possibilità che questo si ripeta: deve quindi avvenire all’inizio dell’atto prodotto; - il rinforzo positivo deve essere presentato alla fine della sequenza;
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- è prevista l’intermittenza del rinforzo (della quantità) per mantenere viva la motivazione; - la casualità è esterna: è l’ambiente stesso che innesca il comportamento e seleziona quello più adatto. - Ripetizione; estinzione; generalizzazione; discriminazione.
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L’ESTINZIONE dei comportamenti L’estinzione è un processo che conduce alla sospensione della produzione di un determinato comportamento anche in presenza di uno stimolo che precedentemente lo evocava. L’estinzione si verifica quando viene prodotto uno stimolo avversativo diretto e tempestivo, oppure se viene omesso tutto ciò che per il cane rappresenta un rinforzo.
TEORIE ASSOCIATIVE Bandura - Apprendimento sociale
Soggetto non
Individuo modello
Operante I presupposti del modello
L’appredimento studiato da Bandura, detto anche apprendimento sociale, contrariamente ai modelli precedentemente osservati è bidirezionale e prevede quindi interazione tra l’individuo modello ed il soggetto non operante; l’apprendimento avviene per imitazione ed in quanto emulativo si definisce anche vicariale. Il soggetto non reagisce più all’ambiente ma
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alla sua percezione dell’ambiente, ad esempio rispetto alla sua posizione sociale ed alla gerarchia vigente nel suo branco. Inoltre l’apprendimento sociale è un modello, in quanto il soggetto “tratta” soggettivamente le informazioni, selettivo e non fortuito, e non necessita di contiguità temporale. Il
ruolo
dell’osservazione
è
fondamentale
operante.
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e
l’apprendimento
non
è
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LE LEGGI (di Bandura) - Attenzione, concentrazione, ricezione per osservazione ; - Memorizzazione; - Motivazione (il modello deve suscitare interesse); - Il rinforzo può essere dispensato prima che il comportamento sia espresso; - Il rinforzo diventa anticipazione positiva, quindi motivazione ; - Il comportamento è quindi in funzione non solo del rinforzo ma anche della motivazione.
Le teorie cognitive TOLMAN Secondo questa teoria l’organismo apprende nuove riposte in base a ciò che apprende a non in base al condizionamento meccanico. L’elemento importante risulta essere l’aspettativa. Il soggetto operante non impara “abitudini” ma si costituisce una vera e
propria
struttura
cognitiva.
L’apprendimento
non
avviene
per
tentativi ma grazie ad una ristrutturazione percettiva del problema che viene risolto per intuizione.
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Esiste un apprendimento latente che non risulta essere strettamente legato alla ricompensa e all’uso immediato di ciò che si è appreso. L’apprendimento
è
un
cambiamento
dovuto
al
comportamento
riconducibile alle esperienze possedute dal soggetto. L’apprendimento avviene grazie a processi cerebrali centrali come la MEMORIA (le evocazioni) e le ASPETTATIVE. L’organismo apprende nuove risposte in base alla comprensione e non al condizionamento meccanico, ovvero STIMOLO
ORGANISMO
RISPOSTA
E’ da tenere in seria considerazione l’elemento ASPETTATIVA.
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• Non si imparano abitudini, ma si costruiscono strutture cognitive. • L’apprendimento non avviene per tentativi ma grazie ad una ristrutturazione percettiva del problema che viene risolto per intuizioneù • L’apprendimento è dunque un cambiamento dovuto al comportamento (riflessi e risposte a stimoli) ma anche alle conoscenze possedute dal soggetto. • Tolman abbandona la meccanizzazione data da:
stimolo – risposta – rinforzo e considera stimolo – organismo – risposta L’organismo ha un ruolo fondamentale nell’apprendimento
APPRENDIMENTO LATENTE Questo tipo di apprendimento non è strettamente legato alla ricompensa ed all’uso immediato di ciò che si è appreso.
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I ratti di Tolman • L’apprendimento avviene senza rinforzo e rimane latente finchè non si rende necessario, proprio per la mancata risposta. • Le risposte non utili nell’immediato vengono immagazzinate (es. inibizione del morso nei cuccioli)
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Analisi delle ESPRESSIONI e dei COMPORTAMENTI dei cani L’ attività di comunicazione può essere di tipo meccanico, di tipo chimico
oppure
espressa
tramite
vocalizzi
.
Le
espressioni
della
comunicazione meccanica che si esplicano con : Posture - Rituali - Azioni La comunicazione meccanica prevede comunque l’analisi di “esibizioni” (display) rilevabili soprattutto tramite il senso della vista: quando si parla di segnali visivi nei cani ci si riferisce generalmente a movimenti del corpo quali lo stiramento, i salti, l’andatura, le espressioni del muso. LE POSTURE Si può riconoscere lo stato emotivo di un cane osservandone le orecchie, la bocca, l’espressione del muso, la coda, il pelo sulle spalle e sulla groppa e – soprattutto - la postura. Ogni movimento della coda, o posizione del corpo, fa capire sia a noi che ad altri cani qualcosa della situazione emotiva dell’animale.
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Postura Neutra:
Il Cane è rilassato, discretamente Soddisfatto, sereno e non si sente Minacciato da ciò che gli accade Intorno: le orecchie e coda sono Lasciate cadere verso il basso; le zampe Sono generalmente ben poggiate a Terra.
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Postura di Allerta:
Quando il cane si imbatte in qualcosa o qualcuno di interessante, con questi segnali comunica che è attento a ciò che succede e che è in stato di allerta: la coda è orizzontale e le orecchie sono portate in avanti (con movimenti a scatti come per cogliere un suono). Gli occhi sono ben aperti, la fronte è liscia e la bocca chiusa. Da questo momento, il cane è pronto ad assumere ognuna delle seguenti posizioni.
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Postura di Aggressività: Il cane che assume questa postura è dominante e sicuro di se e desidera comunicare sia la sua superiorità sociale che la possibilità di aggressione se sfidato. Il pelo sulle spalle e sulla groppa si solleva, le labbra si arricciano , la fronte può formare rughe verticali, le orecchie sono portate in avanti e la coda rigida potrà fremere o vibrare. Con l’aumentare dell’aggressività, poi, la bocca verrà aperta a C con angolo in avanti e i denti (e spesso anche le gengive) saranno mostrati in un ringhio, mentre il cane resterà eretto o leggermente inclinato in avanti.
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Il cane è rilassato, discretamente soddisfatto, sereno e non si sente minacciato da ciò che gli accade intorno: le orecchie e coda sono lasciate cadere verso il basso; le zampe sono generalmente ben poggiate a terra.
Quando il cane si imbatte in qualcosa o qualcuno di interessante, con questi segnali comunica che è attento a ciò che succede e che è in stato di allerta: la coda è orizzontale e le orecchie sono portate in avanti (con movimenti a scatti come per cogliere un suono). Gli occhi sono ben aperti, la fronte è liscia e la bocca chiusa. Da questo momento, il cane è pronto ad assumere ognuna delle seguenti posizioni.
33Il cane che assume questa postura è dominante e sicuro di se e desidera comunicare sia la sua superiorità sociale che la possibilità di aggressione se sfidato. Il pelo sulle spalle e sulla groppa si solleva, le labbra si arricciano , la fronte può formare rughe verticali, le orecchie sono portate in avanti e la coda rigida potrà fremere o vibrare. Con l’aumentare dell’aggressività, poi, la bocca verrà aperta a C con angolo in avanti e i denti (e spesso anche le gengive) saranno mostrati in un ringhio, mentre il cane resterà eretto o leggermente inclinato in avanti.
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Postura di Timore (sottomissione attiva): Quando assume questa postura, il cane abbassa lievemente il corpo ed evidenzia uno stato di timore e presenta gesti di sottomissione. Lo sguardo è rivolto al dominante ma i contatti visivi saranno brevi ed indiretti; le orecchie piegano verso l’indietro, la coda è posta fra le zampe e sarà possibile un lieve scodinzolio, la fronte è liscia e le commensure labiali sono appena tirate indietro anch’esse: molti di questi segnali servono a calmare il soggetto di rango superiore per evitare una possibile sfida. Postura Ambivalente dell’Aggressività da Difesa o da Paura: E’ una postura intermedia tra la segnalazione di uno stato di allerta e la postura tipica di un cane spaventato. L’animale si trova appunto in uno stato di transizione mostrandosi impaurito ma non remissivo per cui se incalzato attaccherà. Postura di paura estrema e sottomissione totale: Il cane assume una postura che indica chiaramente resa e sottomissione totale; manifesta la sua inferiorità e si prostra davanti al soggetto di rango più elevato per calmarlo ed evitare il confronto; in caso di panico è possibile il rilascio di urina o feci.
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Postura di giocosità o invito al gioco :
Il cane si mostra in una sorta di “inchino giocoso”,in cui gli arti anteriori sono abbassati e quelli posteriori alzati, seguito da una rapida mossa della coda; spesso l’animale alza una zampa e poi l’appoggia o la strofina sul muso. Le orecchie, invece, sono inclinate in avanti. La postura può essere accompagnata da un abbaio eccitato o da festosi attacchi e timide ritirate.
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I RITUALI Segnali di pacificazione Nel
contesto
della
comunicazione
animale
possiamo
affermare
che
ritualizzare un comportamento significhi imprimere un carattere rigido, rituale, ad un aspetto libero della comunicazione ovvero che serva principalmente a veicolare un messaggio significativo per chi lo riceve. I segnali di pacificazione sono comportamenti ritualizzati. Questi segnali sono posture che i cani assumono con il preciso scopo di evitare conflitti pi첫 o meno rilevanti sia verso altri cani sia verso il proprio conduttore o altri esseri umani. Sono utilizzati per prevenire che alcune cose accadano, come evitare minacce, abbassare la soglia di nervosismo, paura, o comunque situazioni spiacevoli. Vengono anche impiegati per calmare se stessi in situazioni di stress. I cani ben socializzati hanno la naturale tendenza ad evitare conflitti e impiegano diversi segnali di pacificazione per far capire allo sconosciuto, sia cane che persona, che non intendono essere una minaccia; tutti i cani usano i segnali calmanti come parte del loro bagaglio comunicativo, indipendentemente dalla razza, dimensione, sesso o colore.
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Durante la giornata il nostro cane ci rivolge parecchi segnali calmanti: specialmente
ogni
qualvolta
che
senza
accorgercene
ci
mostriamo
minacciosi, lui tenterà di calmarci per evitare conflitti con noi. Anche noi possiamo quindi usare alcuni segnali di pacificazione per far arrivare al cane un messaggio tranquillizzante, rilassante, fiducioso. Vi sono segnali calmanti dinamici e segnali statici, vale a dire che provocano un movimento del cane o invece una determinata posizione fissa. Ma quali sono esattamente questi segnali? E come sono usati?
Il cane si mostra in una sorta di “inchino giocoso”,in cui gli arti anteriori sono abbassati e quelli posteriori alzati, seguito da una rapida mossa della coda; spesso l’animale alza una zampa e poi l’appoggia o la strofina sul muso. Le orecchie, invece, sono inclinate in avanti. La postura può essere accompagnata da un abbaio eccitato o da festosi attacchi e timide ritirate.
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Bloccarsi (stop) Il cane interrompe ogni movimento, tutti i muscoli sono fermi quando un cane arriva vicino e comincia ad annusarlo dappertutto. E' il segnale calmante per eccellenza, non fare nessun movimento mostra l'intenzione voler evitare qualsiasi conflitto.
Girare lo sguardo e la testa (looking away & turning head ) Il cane volge lateralmente la testa quando per esempio un altro cane lo sta approcciando in modo troppo veloce o puntandolo direttamente e quindi necessita di calmare tanta irruenza; alcuni cani hanno la tendenza a mantenere ferma la testa ed invece a spostare lateralmente lo sguardo con il medesimo intento. Possiamo usare anche noi questo segnale avvicinandoci ad un cane timoroso o nel caso di un cane che ci ringhia.
Mostrare il fianco o voltarsi (curving) Rispetto al segnale precedente l'effetto è senza dubbio maggiore, ed è impiegato per calmare un gioco troppo duro o qualcosa di minaccioso come un altro cane ringhioso o anche un atteggiamento aggressivo da parte nostra. Se un cane mostra nervosismo o aggressività nei nostri confronti non scappiamo ma bensÏ giriamoci e restiamo fermi.
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Sedersi (sitting) Ha la stessa funzione di mostrare il fianco o voltarsi, e noi lo possiamo usare per incoraggiare un cane ad avvicinarsi senza timore o a conoscerci meglio.
Mettersi a terra (laying down) Sdraiarsi a terra pancia all'aria è sottomissione, sdraiarsi con la pancia a terra è un segnale calmante molto forte che tipicamente è dato dal leader per calmare l'attività del branco.
Sbadigliare (yawing) E' un tipico segnale di stress che indica disagio o preoccupazione. Per esempio in addestramento numerose ripetizioni di un esercizio possono indurre stress che il cane dimostra iniziando a sbadigliare; anche nella sala d'attesa del veterinario si osservano spesso cani che sbadigliano dopo esserci stati già altre volte a differenza di chi non vi è mai andato e che quindi si mostra tranquillo e rilassato.
Leccarsi il naso (licking) A volte questo avviene così velocemente che è difficile accorgersene, il cane cerca di dissipare stress che la situazione in cui si trova gli provoca.
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Annusare (sniffing) (nel senso di segnale calmante e non di esplorazione olfattiva): Il cane annusa con insistenza il terreno, senza una meta precisa, alla presenza di uno sconosciuto o di fronte ad una difficoltà; questo gesto è usato sia come segnale calmante, sia per dissipare stress.
Posizione di gioco (play bow) L’inchino giocoso, che tutti i proprietari conoscono, e che hanno visto esibire dal loro cane non solo nei confronti dei suoi simili, ma anche dell’essere umano, è una postura con cui l’animale finge di attaccare l’avversario, tenendo bassa la parte anteriore del corpo, e tirando su quella posteriore. Di solito sta fermo per qualche attimo, poi saltella verso il partner scodinzolando, oppure retrocede, sempre balzellando.
Scuotersi (shaking) Quando lo shaking è un segnale di pacificazione, viene proposto dal cane nei casi classici di tensione emotiva. E' uno dei segnali più "intensi", nel senso che viene proposto quando la situazione si fa davvero pesante … oppure dopo che c'è stato un grosso "problema" (visita dal veterinario, il lavaggio e l’asciugatura con il phon, una sgridata importante, ecc.) Alzare la zampa (lift paw)
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Alzare la zampa è un segnale che denota titubanza: viene espresso in situazioni di incertezza di indecisione rispetto all’atteggiamento da assumere nei confronti del soggetto a cui si fa riferimento.
Il taglio (splitting up) Il taglio è una frapposizione tra due cani ad opera di un terzo soggetto (sia un terzo cane che una persona) ed è un comportamento che riduce drasticamente l’aggressività tra i due contendenti.
Muoversi lentamente (slow movements) Se richiamiamo il cane con tono aggressivo …. arriverà sempre più lentamente; la stessa cosa succederà quando gli ordineremo in modo brusco di mettersi a terra, poiché cercherà , tramite la lentezza, di calmare la rabbia che gli stiamo mostrando. Pertanto, nel caso di un cane molto sospettoso e pronto a lanciarsi su di noi,. Sarà opportuno muoversi molto lentamente e con estrema scioltezza evitando qualsiasi scatto improvviso.
Fare qualcos’altro (do something else) Può accadere che il cane, in situazione di stress magari in fase di addestramento, proponga delle attività alternative a quelle richieste dal suo conduttore per scaricare la tensione oppure dissipare la “frustrazione” di non poter lavorare durante il “turno” di un altro
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cane. . Tra le più comuni espressione del “fare qualcos’altro c’è trovarsi un legnetto, mettersi a terra e cominciare a rosicchiarlo.
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