mani
mani
a sinistra L’architettura pensata con le mani. Nei miei progetti ci sono le mani. Sono il mezzo più veloce che ho per liberare un’idea rinchiusa nel cervello. L’idea, tramite le mani, diventa grafite, taglio e incisione. L’idea tramite le mani forma la massa, la raccoglie, la scava, la leviga, la taglia, la muove. Questo è il mio credo di architettura pensata, disegnata e modellata. Sui fogli non creiamo un disegno, ma incidiamo, tracciamo un limite, riempiamo i casseri di terra o calcestruzzo, facciamo ombra; con la gomma ricaviamo aperture, passaggi di luce e d’aria, con i fogli lucidi attraversiamo i piani, saliamo le scale. Il modello d’architettura non è un’ipotesi ricreativa ma un cantiere, dove si scava, taglia, plasma la materia, dove si costruisce una struttura fisica che sta o non sta. Disegno e modello sono generatori di spazi, spazi per l’uomo; non esistono metri o centimetri in sé, ma la misura è l’uomo. Non una figura per la quale ci basterebbe costruire scatole, ma un uomo che si muove, vive questi spazi e il trasforma. I lavori proposti vogliono rappresentare questo.