Terra e laghi 2013 web2

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Info Marketing e Comunicazione: Publierre sas - Via XXV Aprile, 25/B - Luino (VA) Tel. +39.0332.51.08.80 - Fax +39.0332.50.13.58 email: info@publi-erre.it - www.publi-erre.it Raccolta pubblicitaria: Angelo Romano - Maria Huminiuc Grafica: Santina Corea Consulente grafico: Paolo Caspani Direttore responsabile: Angelo Romano Distribuzione gratuita. Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Varese al n. 5812 del 21/10/2004 Legge 8 febbraio 1984, n. 47 (1). Aggiornata alla GU 27/02/01

STAFF Direttore Artistico e Organizzativo: Silvia Priori Direttori di Produzione: Silvia Priori e Roberto Gerbolès Relazioni Esterne: Patrizia Rigamonti Daniele Besozzi TEATRO BLU Centro di Sperimentazione Teatrale via Monico, 16 - 21031 Cadegliano (VA) Italia tel e fax +39 0332 590592 cell. +39 345 5828597 info@teatroblu.it www.teatroblu.it www.terraelaghifestival.com skype name: teatro-blu

Con il contributo dei Comuni aderenti

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Indice Teatro Blu - Il Festival Terra e Laghi

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Cremenaga (VA) 45

Programma 5

Daverio (VA) 48

Teatro Blu - La Storia

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Germignaga (VA) 49

Teatro Blu - Direzione Artistica

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Locate varesino (CO) 50

Teatro Blu - Produzioni 2013-2014

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Lugano (CH) 51

Insubria - La Regione Italo-Svizzera

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Luino (VA)

Le Province del Festival

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Maccagno (VA) 65

57

Comunità montana - Valli del Verbano 20

Malesco (VB)

66

Comunità Montana - Piambello

Marchirolo (VA)

67

21

Isola Bella 22

Mesenzana (VA) 70

Isola Madre 24

Montegrino (VA) 71

Rocca d’Angera

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Novara

74

Armeno (NO)

29

Oggiono (Lc)

75

Bardello (VA)

30

Orino (VA)

77

Belgirate (VB)

31

Porto Valtravaglia (VA) 79

Bellinzona (CH) 32

Santa Maria Maggiore (Vb) 84

Cannobio (VB) 36

Somma Lombardo (VA)

Canzo (CO) 37

Stabio (CH) 86

Casalbeltrame (NO) 39

Turate (CO) 87

Caslano (CH) 40

Varese

Civate (LC) 42

Vezio (CH) 93

Cocquio trevisago (VA) 43

Viggiù (VA) 94

Craveggia (VB) 44

Villette (VB) 95

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Terra e Laghi Festival di teatro nell’insubria VII edizione

L’idea TERRA E LAGHI - FESTIVAL DI TEATRO NELL’INSUBRIA - PROGETTO ITALO SVIZZERO A CARATTERE ITINERANTE PER LA PROMOZIONE CULTURALE E TURISTICA DEI TERRITORI DI CONFINE TEATRO - TERRITORIO - TURISMO UN GRANDE FESTIVAL DI TEATRO CHE ABBRACCIANDO UN’ AREA GEOGRAFICA TANTO AMPIA VUOLE CONTRIBUIRE A CREARE UNIONE, RELAZIONE E UNA FORTE IDENTITÀ CULTURALE NELL’ INSUBRIA Progetto culturale di eccellenza promosso e sostenuto dalla Regio Insubrica Stati coinvolti: Italia e Svizzera Regioni coinvolte: Regione Lombardia e Regione Piemonte Province coinvolte: Varese - Como - Lecco - Novara- Verbano Cusio Ossol - Canton Ticino Giunto quest’anno alla VII edizione grazie anche all’ appoggio di Regio Insubrica, delle sue Province, delle Agenzie del Turismo, delle Comunità Montane e dei numerosi Comuni dell’ Insubria che costituiscono una solida rete, prevede una serie di eventi teatrali nei suoi diversi stili e linguaggi artistici per promuovere la cultura e il turismo nei territori di confine.

Finalità È nostra convinzione che solo attraverso l’intensificarsi del dialogo fra gli enti pubblici residenti nel territorio si giunga più facilmente al riconoscimento reciproco delle singole risorse e all’espressione delle capacità intellettuali e artistiche potenziali; siamo certi che creando forti sinergie si possa più facilmente giungere ad una maggiore coscienza del nostro patrimonio artistico e culturale, ricchezza che ci sostiene e ci contraddistingue. Attraverso una attenta mappatura del territorio si sono individuati quei luoghi, corti, parchi, giardini e ville che per loro caratteristica storica o architettonica fungono da ideale cornice agli spettacoli scelti. Il Festival vuole essere un contenitore artistico-culturale all’interno del quale le realtà locali possano confrontarsi con gruppi teatrali di rilevanza nazionale e internazionale. Pertanto il festival vuole essere un ventaglio di proposte variegate e prestigiose capace di portare arte e cultura nelle nostre zone di confine.

Promozione turistica del territorio Considerato che il turismo costituisce uno dei motori portanti dell’economia del nostro territorio, capace di influire positivamente con una ricaduta importante sulla qualità della vita del cittadino transfrontaliero, abbiamo immaginato un Festival che, basato su un insieme di importanti sinergie, costituisce un’occasione d’interscambio di flussi turistici tra i comuni della Regio insubrica per riscoprire e porre in evidenza le affinità storiche, ambientali e culturali dei Comuni stessi.

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Programmazione 1 LUGLIO - VARESE

5 LUGLIO - LUGANO (Svizzera)

EVENTO DI APERTURA con il contributo della Provincia di Varese

ORE 20.30 PIAZZETTA SAN ROCCO Longlake Family Festival Lugano Spettacolo comico di attore, mimo e clown

“ALLEGRIA - PINOCCHIO”

ORE 21:00 VILLA RECALCATI Spettacolo d’attore

Prod. Teatro Blu (Varese) con Roberto Gerbolès e Massimo Zatta Testo e regia di Silvia Priori In caso di pioggia: Cinema Iride o Teatro Foce

GIULIETTA E ROMEO

Prod. Teatro Blu (VA) con Silvia Priori e Roberto Gerbolès Testo e regia di Silvia Priori In caso di pioggia: Salone Villa Recalcati

6 LUGLIO NOVARA

2 LUGLIO - LUGANO (Svizzera) ORE 20.30 PIAZZETTA SAN ROCCO Longlake Family Festival Lugano Spettacolo d’attore e musica per bambini

“FIABE PER UN ATTORE E UN MUSICISTA”

ORE 21.00 CORTILE PROVINCIA Teatro/tango

Prod. Il Reatto (La Spezia) Di e con Riccardo Monopoli e Marco Sani In caso di pioggia: Cinema Iride o Teatro Foce

“TANGO DI PERIFERIA”

Prod. Teatro Blu (Varese) Di e con Silvia Priori e Roberto Gerbolès Ballerini: Angela Quacquarella e Mauro Rossi Musicisti: Davide Vendramin In caso di pioggia: vedi www.terraelaghifestival.com

3 LUGLIO - LUGANO (Svizzera)

7 LUGLIO - LUGANO (Svizzera) ORE 20.30 PIAZZETTA SAN ROCCO Longlake Family Festival Lugano Spettacolo d’attore per bambini

ORE 20.30 PIAZZETTA SAN ROCCO Longlake Family Festival Lugano Spettacolo d’attore per bambini

“MIMÌ E LA FELICITÀ”

Prod. La Piccionaia - I Carrara (Vicenza) Con Ketti Grunchi Testo e regia di Ketti Grunchi, Valter Rado, Elisabetta Mazzullo In caso di pioggia: Cinema Iride o Teatro Foce

“LA BELLA E LA BESTIA”

Prod. Teatro Blu (Varese) Con Laura Zeolla - Testo e Regia di Silvia Priori In caso di pioggia: Cinema Iride o Teatro Foce

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Programmazione 7 LUGLIO - SOMMA LOMBARDO (VA)

1 AGOSTO - ARMENO (NO)

ORE 21.00 CASTELLO VISCONTI DI SAN VITO Teatro/concerto con musiche brasiliane in collaborazione con Cesar Brie

“ALMAS”

Prod. Teatro Blu (Varese) Attori: Silvia Priori, Roberto Gerbolès testo e regia di Silvia Priori e Roberto Gerbolès in caso di pioggia: Salone Castello Visconti

ORE 21.00 SAGRATO CHIESA DI ARMENO Spettacolo comico di mimo-clown

“COFFEE SCIOC”

Prod. Città del Teatro (RC) Di e con Mirco Gennari, Alex Gabellini e Francesco Tonti Regia di Andrea Lupo In caso di pioggia: Teatro parrocchiale

14 LUGLIO - BELLINZONA (Svizzera) ORE 20.30 CASTELLO DI MONTEBELLO Commedia brillante

IL MALATO IMMAGINARIO

Prod. Teatro del Sangro (Chieti) Con Tommaso Bernabeo, Rossella Gesini, Stefano Angelucci Marino Progetto scenico, testo e regia Stefano Angelucci Marino In caso di pioggia: Sala dell’ Arsenale di Castelgrande

2 AGOSTO - CRAVEGGIA (VB) ORE 21 SAGRATO ANTISTANTE SAN GIACOMO Spettacolo di teatro di figura per bambini

“RASHID”

Prod. Teatrino dell’Es (Bologna) Di e con Rita Pasqualini e Vittorio Zanella In caso di pioggia: Salone Villa Guglielmi

31 LUGLIO - STABIO (Svizzera)

3 AGOSTO - OGGIONO (LC)

ORE 21.00 PIAZZA MAGGIORE Teatro/concerto con musiche yiddish in collaborazione con Moni Ovadia

ORE 21.00 PIAZZA MANZONI Teatro/Tango

“ALMAS”

“TANGO DI PERIFERIA”

Teatro Blu (Varese) Di e con Silvia Priori e Roberto Gerbolès Cantante: Francesca Galante Musicisti: Ciro Radice, Nicola Zuccalà, Giuseppe Lapalorcia, Norberto Cutillo Direzione musicale e arrangiamenti: Ciro Radice In caso di pioggia: aula magna scuola media Di e con Rita Pasqualini e Vittorio Zanella In caso di pioggia: Salone Villa Guglielmi

Prod. Teatro Blu (Varese) Con Attori: Silvia Priori e Roberto Gerbolès Ballerini: Angela Quacquarella e Mauro Rossi In caso di pioggia: PalaBachelet

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Programmazione 6 AGOSTO - VILLETTE (VB)

25 AGOSTO - VEZIO (Svizzera)

ORE 21.00 PIAZZA BRINDICCI BONZANI Spettacolo di figura per bambini

ORE 16 CENTRO BUEGEN Spettacolo di narrazione con musica dal vivo

LE MONETINE DI FATA TECLA

“FAGIOLINO SERVITORE DI DUE PADRONI”

Teatro dei Fauni (Svizzera) Testo e regia di Santuzza Oberholzer con Vicky De Stefanis

Prod. Compagnia Corniani (MN) con Maurizio Corniani e Elisa Gemelli Testo e regia di Maurizio Corniani In caso di pioggia: Salone scuole elementari

28 AGOSTO - CANNOBIO (VB) ORE 21 PIAZZA LUNGOLAGO Spettacolo di strada

11 AGOSTO - BELGIRATE (VB)

“IN CHIAVE DI CLOWN ”

Comp. Clown Orit (Svizzera) di e con Orit Guttman In caso di pioggia: Sala consiliare

31 AGOSTO - MACCAGNO (VA)

ORE 21.00 LUNGOLAGO LUIGI PRINI Spettacolo di teatro di strada

IL DOMATORE

Di e con Roberto Gerbolès (Argentina) In caso di pioggia: www.terraelaghifestival.com

21 AGOSTO

ORE 21 AUDITORIUM COMUNALE Spettacolo tragicomico

SANTA MARIA MAGGIORE (VB)

“SALTO & MORTALE”

Théâtre Frenesí (Svizzera) in coproduzione con Theatre du Pommier (Svizzera), il Centro Dramàtico de Aragon (Spagna) e l’ Associazine Longuel (Italia) Adattamento e regia di Antonio Vergamini. Dall’opera di Jean Paul Denizon, Sabiene Zieser e Michael Schramm. Con Teresa Larraga e Antonio Vergamini.

ORE 21 CENTRO STORICO Teatro Cabaret

EROI A TAVOLA

Comp. La Bottega del Buonumore (Bologna) Di e con Davide Dal Fiume In caso di pioggia: Teatro cinema comunale

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Programmazione 6 SETTEMBRE - VIGGIÙ (VA)

14 SETTEMBRE - MARCHIROLO (VA)

ORE 21.00 PARCO BUTTI Spettacolo d’ attore, musica e canto

ORE 21.00 TEATRO CAMILLIANI Spettacolo comico per bambini

EMIGRANTI

“LA BELLA E LA BESTIA”

Prod. Faber Teater (Torino) Con Francesco Micca, Lodovico Bordignon, Lucia Giordano, Marco Andorno, Paola Bordignon, Sebastiano Amadio regia di Aldo Pasquero Giuseppe Morrone In caso di pioggia: Museo Butti

Prod. Teatro Blu ( Varese) Con Laura Zeolla Testo e regia Silvia Priori

15 SETTEMBRE - CADEGLIANO (VA) ORE 16.00 PIAZZA DEL MUNICIPIO Spettacolo per bambini

6 SETTEMBRE - MALESCO (VB)

ALLEGRIA - PINOCCHIO

spettacolo comico di attore, mimo e clown con Roberto Gerbolès e Massimo Zatta regia di Silvia Priori In caso di pioggia: Teatro parrocchiale di Viconago

15 SETTEMBRE LOCATE VARESINO (CO)

ORE 21 TEATRO COMUNALE Spettacolo comico d’attore mimo e clown

“ALLEGRIA – PINOCCHIO”

con Roberto Gerboles e Massimo Zatta testo e regia di Silvia Priori

13 SETTEMBRE GERMIGNAGA (VA) ORE 17.00 PIAZZA SANT’ANNA Spettacolo d’ attore con canto e musica dal vivo

PAISAN

Prod. Teatro degli Acerbi in collaborazione con Faber Teater (Torino) Con Marco Adorno, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano Testi e regia di: Fabio Fasso, Giuseppe Morrone, Aldo Pasquero In caso di pioggia: Sala consiliare

ORE 20.30 IL BOSCHETTO Spettacolo di teatro di strada

“IL CIRCO DELLO SPORT”

Prod. Teatrino dell’ Es (Bologna) Di e con Rita Pasqualini e Vittorio Zanella In caso di pioggia: palestra comunale

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Programmazione 21 SETTEMBRE COCQUIO TREVISAGO (VA)

29 SETTEMBRE - CASALBELTRAME h 21.00 PARCO DI MATERIMA Recital e canzoni

I MIEI ANNI ‘70

Prod. Teatro del Cerchio (Parma) Con Mario Mascitelli Canzoni eseguite dal vivo da Pier Marra e Alessandra Ruggeri Drammaturgia e regia Mario Mascitelli In caso di pioggia: Spazio museale Materima

ORE 21.00 SALONE SOMS

BUON VINO - FAVOLA LUNGA

Teatro delle Selve (NO) Testo di Laura pariani Con Anna Olivero, Elisabetta Locatelli, Franco Acquaviva Drammaturgia e regia di Franco Acquaviva

5 OTTOBRE - BARDELLO (VA) ORE 16.00 TEATRO PARROCCHIALE Teatro di narrazione per bambini

LUCCIOLE

Prod. Ditta Gioco Fiaba (Milano) Con Luca Ciancia e Massimiliano Zanellati Testo tratto dalle fiabe popolari Regia di Luna Pizzo Greco

22 SETTEMBRE - LUINO (VA)

ORE 16.30 PALAZZO VERBANIA Spettacolo comico per bambini e famiglie

RAPERONZOLA

Prod. Rosaspina.Un Teatro (Bologna) Di e con Aurelia Camporesi, Angelo Generali e Giampiero Bartolini - Testo Gianpiero Pizzol Regia e scene di Angelo Generali

5 OTTOBRE - TURATE (CO)

28 SETTEMBRE MONTEGRINO (VA)

ORE 21.00 SALA POLIVALENTE Spettacolo di commedia dell’arte

LA COMMEDIA DELLE DONNE

Prod. Arti e Mestieri (Pordenone) con Bruna Braidotti e Bianca Manzari regia di Bruna Braidotti ORE 21.00 TEATRO SOCIALE Spettacolo d’attore comico poetico

6 OTTOBRE - ORINO (VA)

PETER PAN / UN SORRISO …UNA FATA

ORE 16.00 CENTRO SOCIO ASSISTENZIALE Lettura teatralizzata

Prod. Teatro Blu (Varese) Da uno studio su “PETER PAN” di J. M. Barrie e “ CAPITAN HOOK” di S. Spielberg Con Simone Belli e Laura Zeolla Testo e regia di Silvia Priori

IL GATTO CON GLI STIVALI Con Simone Belli

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Programmazione 11 OTTOBRE - CREMENAGA (VA)

25 OTTOBRE - CIVATE (LC)

ORE 10.00 Salone Scuola materna Lettura teatralizzata

I TRE PORCELLINI

Con Laura Zeolla (Svizzera)

11 OTTOBRE - DAVERIO (VA)

ORE 21.00 TEATRO PARROCCHIALE Spettacolo d’attore e musica per bambini

ORE 16.00 Palazzina della Cultura Lettura teatralizzata

I QUATTRO MUSICANTI DI BREMA

I TRE PORCELLINI

Con Laura Zeolla (Svizzera)

Prod. Il Reatto (La Spezia) Di e con Riccardo Monopoli e Marco Sani

12 OTTOBRE - MACCAGNO (VA)

26 OTTOBRE - DAVERIO (VA)

ORE 21.00 AUDITORIUM COMUNALE Teatro concerto con musiche yiddish in collaborazione con Moni Ovadia

ORE 16.00 Palazzina della Cultura Spettacolo comico per bambini

LA BELLA E LA BESTIA

SHABBES GOY

Prod. Teatro Blu (Varese) Con Laura Zeolla (Svizzera) Testo e regia di Silvia Priori

Prod. Teatro Blu (Varese) Con attori: Silvia Priori e Roberto Gerbolès Cantante: Francesca Galante Musicista: Ciro Radice Testo e Regia di Silvia Priori e Roberto Gerbolès

9 NOVEMBRE - CANZO (CO)

13 OTTOBRE - PORTO VALTR. (VA)

ORE 21.00 TEATRO SOCIALE Commedia brillante

ORE 17.00 Salone Colombo Spettacolo comico per bambini

IL MALATO IMMAGINARIO

Prod. Teatro del Sangro (Chieti) Con Tommaso Bernabeo, Rossella Gesini, Stefano Angelucci Marino Progetto scenico, testo e regia Stefano Angelucci Marino

ACQUA IN BOCCA

Prod. Teatro Periferico (Varese) Drammaturgia Loredana Troschel Con Giorgio Branca, Laura Montanari Regia Paola Manfredi

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Teatro blu

La storia Il Teatro Blu nasce come gruppo di lavoro nel 1989 a Brescia dall’ incontro tra Silvia Priori, attrice regista e drammaturga diplomata alla Scuola “Paolo Grassi” di Milano e Daniele Finzi Pasca, direttore artistico del Teatro Sunil di Lugano. Nel 1993 diventa Associazione Culturale con sede a Cadegliano (VA) allo scopo di creare e sviluppare una collaborazione artistica culturale tra Italia e Svizzera. Si avvale della collaborazione di artisti provenienti da diverse scuole e tradizioni differenti: Civica Scuola D’ Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, Accademia dei Filodrammatici di Milano, Scuola Teatro Dimitri di Verscio-Svizzera, Civica Accademia D’ Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine, Scuola “Quelli di Grock” di Milano, Accademia delle Belle Arti di

Brera. E’ riconosciuto dalla Presidenza della Repubblica italiana, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dalla Regione Lombardia, dalla Regio Insubrica e dalla Provincia di Varese. Il Teatro Blu è impegnato in un’ intensa attività di produzione, di organizzazione e di formazione. Ha prodotto negli ultimi venti anni diciotto spettacoli, indirizzati ad un spubblico di bambini, ragazzi e adulti, che hanno circuitato in Rassegne e Festival internazionali in Italia, Svizzera, Austria, Germania, Cina, Giappone, Sud America. Attualmente circuita con 12 produzioni indirizzate ad un pubblico trasversale abbracciando le diverse generazioni. Tutta l’ attività di produzione è caratterizzata dalla ricerca e sperimentazione di linguaggi e stili innova-

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tivi e da scelte tematiche ben precise che toccano aspetti legati al sociale e all’ umanitario. La compagnia pur essendo da un lato fortemente radicata al territorio per il quale organizza Rassegne e Festival invitando un centinaio di compagnie ospiti da Italia e Svizzera, si contraddistingue anche come compagnia di giro. In particolare in questo ultimo triennio ha infatti replicato le sue produzioni in tutto il circuito italiano e svizzero effettuando circa un centinaio di repliche all’ anno. Accanto all’ attività di produzione e organizzazione la compagnia è fortemente impegnata nella formazione presso Istituti scolastici di ogni ordine e grado in Italia, Svizzera, Sud America e presso l’ Università di Berlino dove è invitata ogni anno a tenere laboratori


intensivi ad attori della Bethanien Kultur House. Il Teatro Blu è dotato di uffici e magazzini di proprietà e da circa una decina d’anni, sancito da una convenzione, gestisce insieme al Comune di Marchirolo, in comodato gratuito, il Teatro Camilliani, una sala polivalente di un centinaio di posti in cui ha sede la Scuola del Teatro Blu e parte degli spettacoli inseriti nelle Rassegne e Festival che organizza. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito una medaglia di merito a CADEGLIANO FESTIVAL – PICCOLA SPOLETO ed. 2011 e ed. 2012 Festival Internazionale delle Arti sceniche e figurative per commemorare il centenario della nascita del Maestro Gian Carlo Menotti, nato a Cadegliano il 7 luglio 2011. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito una medaglia di merito a TERRA E LAGHI – FESTIVAL DI TEATRO NELL’INSUBRIA ed. 2012

REGIONE LOMBARDIA con Decreto n. 2886 del 4 aprile 2013 ha attribuito a teatro Blu il RICONOSCIMENTO DI RILEVANZA REGIONALE per la nostra attività di promozione dello spettacolo sul territorio lombardo Nel 2012 Silvia Priori ha vinto il premio come migliore attrice nel Puppet International Festival di Torino la premiazione si svolgerà il 23 giugno 2013.

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Direzione Artistica SILVIA PRIORI - Attrice, regista, drammaturga a Berlino. E’ chiamata dall’ Organizzazione Internazionale “ Clown senza Confini” per dirigere corsi di teatro all’ Università di San Salvador. Insieme a Roberto Gerbolès scrive, dirige e interpreta “Giulietta e Romeo”, per il quale è segnalata come miglior attrice nel Festival Premio Ribalta di Aprilia; “Memorias de Tango” spettacolo di tango – teatro; “Sinfonia di pace per voce sola” presentato al Teatro Litta di Milano nell’ ambito di Next 2007; “Tango di periferia” – spettacolo di teatro tango, presentato al Teatro Litta di Milano nell’ ambito di Next 2008 ed in tournée internazionale; “ Shabbes Goy” concerto teatro con musiche yiddish, allestito in collaborazione con Moni Ovadia e presentato nell’ ambito di Next a Vigevano – Festival Segnali 2010. Nel 2011 ha creato un grande evento internazionale Cadegliano Festival – Piccola Spoleto per commemorare il centenario della nascita del Maestro Gian Carlo Menotti al quale ha dedicato la sua ultima produzione “Una vita per due mondi”, in collaborazione con il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, che ha debuttato al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti nell’ ambito del Festival dei Due Mondi a Spoleto e ora in tournèe nazionale. Per questo progetto ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano una medaglia di rappresentanza per il merito. Nel 2012 Riceve due medaglie di merito per la 2° ed. di Cadegliano Festival - Piccola Spoleto e per la 6° ed. di Terra e Laghi - Festival di Teatro dell’ Insubria eletti entrambe Progetti culturali di eccellenza per la Provincia di Varese e per la Regio Insubrica. Interpreta, scrive e dirige insieme a Roberto Gerbolès “LA FESTA DEI CAPULETI” che vede 100 artisti in scena in collaborazione con la Brass Band del Conservatorio G.Verdi di Milano e il Coro degli Amici del Loggione del Teatro alla Scala di Milano. Presenta al Teatro dell’ Elfo a Milano per Next 2012 la nuova produzione ALMAS in collaborazione con Cesar Brie.

Nel 1987 si diploma attrice presso la Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano – ex Piccolo Teatro. Lavora presso Teatri Stabili italiani e Gruppi di ricerca teatrale confrontandosi con numerosi registi: Massimo Castri, Caporossi e Remondi, Marcello Bartoli, Gianfranco Mauri, Gianpiero Solari, Yves Lebreton, Bolek Polivka, Tadeuz Kantor, Daniele Finzi Pasca del Teatro Sunil, David Haugton della Lyndsay Kamp Company, Henrik Baranowky della Kunstlerhaus Bethanien di Berlino, Gigi Tapella del Nautai Teatro di Parma, Sandro Sequi, Cesare Lievi del Centro Teatrale Bresciano, Moni Ovadia, Cesar Brie, Gabriele Vacis. Lavora a Canale 5 e in RAI. Nel 1989 fonda con Daniele Finzi Pasca il Teatro Blu all’interno del quale lavora come attrice, drammaturga, regista e creatrice di eventi internazionali. Dal 1989 interpreta “Arianna” e “Naufragando” spettacoli scritti e diretti da Daniele Finzi Pasca replicati in Italia, Svizzera, Austria e Germania. E’ interprete nel film “Terra bruciata” regia di Andreas Pfeffly presentato al Festival di Locarno e nei cinema europei. Dal 1994 ha scritto diretto, interpretato numerose opere teatrali. E’ chiamata nell’ ambito di un progetto europeo per la regia di Henrik Baranowky, alla Casa degli Artisti Kunstlerhaus Bethanien

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Direzione Artistica ROBERTO GERBOLÈS - Attore, regista, drammaturgo le. Nel 2000 viene chiamato dalla associazione internazionale Clown Senza Confini con la quale collabora presentando il suo spettacolo “Besos” e tenendo corsi d’ acrobazia e teatro in EI Salvador. Nel 2001 scrive, dirige e interpreta “Universi paralleli”, una produzione del Teatro Blu. Nel 2002 lavora come Clown nel Circo di Lugano.Nel 2003 lavora come Clown al Gourmet Circus di Klosters con la direzione artistica di David Dimitri. E’ protagonista della pubblicità televisiva della Posta svizzera.Nel 2004 debutta come ballerino, attore e regista nello spettacolo di tango “La Yumba” Comp. Los Malos. Nel 2005 collabora al nuovo allestimento di “Giulietta e Romeo”, curandone la regia insieme a Silvia Priori. Frequenta il Master di scrittura teatrale diretto da Cesare Lievi, organizzato dall’ OUTIS al CRT di Milano. Nel 2006 scrive e dirige per il Teatro Blu “OZ - LA MAGIA”. Attualmente è impegnato come attore nel Teatro Blu diverse produzioni che circuitano prevalentemente in Italia e Svizzera e come insegnante di teatro alla Scuola Teatro Dimitri di Verscio in Svizzera nel ambito del programma estivo. Nel 2008 lavora per la CCTV (Central China Television) in Cina al “Festival Internazionale di Commedianti”. Scrive, dirige ed interpreta con Silvia Priori le ultime produzioni di Teatro Blu: “Sinfonia di pace per voce sola” presentato al Teatro Litta di Milano nell’ ambito di Next 2007; “Tango di periferia” – spettacolo di teatro tango, presentato al Teatro Litta di Milano nell’ ambito di Next 2008 ed in tournée internazionale; “ Shabbes Goy” concerto teatro con musiche yiddish, allestito nel 2010 in collaborazione con Moni Ovadia e presentato nell’ ambito di Next a Vigevano – Festival Segnali. Nel 2011 scrive e dirige insieme a Silvia Priori “Una vita per due mondi”, in collaborazione con il Conservatorio G. Verdi di Milano, che ha debuttato al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti nell’ ambito del Festival dei due Mondi a Spoleto e ora in tournèe nazionale.

A sedici anni, inizia a lavorare come mimo e clown in Argentina, Cile, Brasile, Uruguay e Paraguay. Dopo aver lavorato per un periodo alla televisione di Buenos Aires, nell’ ambito di un programma culturale, lascia il Sud America per partecipare a numerosi Festival internazionali in Italia, Austria, Svizzera, Spagna, Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda e Germania. Nel 1993 inizia la sua ricerca artistica nella Scuola Teatro Dimitri a Verscio in Svizzera, dove ha modo di confrontarsi con svariati insegnamenti come la clownerie, l’ acrobazia, la danza, il teatro, il ritmo, la pantomima ed tecniche di improvvisazione. Rappresenta la Svizzera come clown in Giappone e in Francia al Festival internazionale della gioventù. Nel 1996 si diploma e inizia una collaborazione con il Teatro Blu di Cadegliano (VA - Italia). E’ chiamato come attore per la produzione di un cortometraggio, con la regia di Ettore Imparato, che parteciperà al Festival di Venezia insieme a E. Beruschi. Nel 1997 è in tournée a Cipro con “Besos” un a solo di mimo-clown. Nel 1998 partecipa come attore e regista allo spettacolo teatrale “Atlantide 2012” prodotto dal Teatro Blu. Nel 1999 lavora con l’ Associazione Soccorso Clown a Firenze, con il compito di assistere i bambini in ospeda-

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Produzioni 2013 - 2014 Spettacoli serali

SHABBES GOY Teatro-concerto con musiche Yiddish in collaborazione con Moni Ovadia. Contro l’intolleranza etnica e religiosa.

TANGO DI PERIFERIA Teatro tango con orchestra, canto e ballo. con: Silvia Priori, Roberto Carlos Gerbolès Regia: Silvia Priori e Roberto C. Gerbolés Ballerini: Angela Quaquarella, Mauro Rossi Musicisti: Tamàs Major (violino), Ciro Radice (bandoneòn, fisarmonica e pianoforte) Virgilio Monti (contrabbasso), Norberto Cutillo (percussioni) Progetto: Progetto Next 2008. Laboratorio delle idee per oltre il Palcoscenico promosso dalla Regione Lombardia

con: Silvia Priori e Roberto C. Gerbolés Regia: Silvia Priori e Roberto C. Gerbolés Musicisti: Tamas Major, violino Corrado Giuffredi, clarinetto Nicola Zuccalà, contrabbasso Ciro Radice, fisarmonica Francesca Galante, voce - Musiche: Direzione ed arrangiamenti Ciro Radice - Progetto: Progetto Next 2009. Laboratorio delle idee per oltre il Palcoscenico promosso dalla Regione Lombardia

GIULIETTA E ROMEO Riadattamento dal classico “Romeo e Giuliette” di William Shakespeare

ARIANNA Spettacolo tragicomico in compagnia di un Clown Per la pace nel mondo con: Silvia Priori - Regia: Daniele Finzi Pasca Progetto scenografico: Daniele Finzipasca Musiche: Saint Saens Scenografia: Daniele Finzi Pasca Costumi: Vittoria Papaleo

con: Silvia Priori e Roberto C. Gerbolés Testo e regia: Silvia Priori e Roberto C. Gerbolés - Musiche: Robert Gorick Scenografia: Roberto C. Gerbolès Costumi: Primavera Ferrari e Vittoria Papaleo

ALMAS Teatro concerto con musiche brasiliane in collaborazione con Cesar Brie con: Silvia Priori e Roberto Carlos Gerboles Regia: Silvia Priori e Roberto Gerboles con la supervisione di César BrieMusicisti: cantante Francesca Galante Orchestra: fisarmonica Ciro Radice, clarinetto Nicola Zuccalà, contrabbasso Giuseppe La Palorcia, percussioni Norberto Cutillo Direttore musicale e arrangiamenti: Ciro Radice - Progetto: Next 2012

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Produzioni 2013 - 2014 Spettacoli per ragazzi e famiglie

PETER PAN Da uno studio su “Peter Pan” di J. M. Barrie e “Capitan Hook” di S. Spielberg. Con: Laura Zeolla e Simone Belli Regia: Silvia Priori Musiche: Robert Gorick Scenografia: Teatro Blu Costumi: Primavera Ferrari Fascia d’età consigliata: da 4 a 11 anni

ALLEGRIA PINOCCHIO da uno studio su “Pinocchio” di Collodi. Spettacolo d’attore, mimo, clown sulle tappe della crescita. Con: Roberto Gerbolès e Massimo Zatta - Regia: Silvia Priori Musiche: Le Cirque du Soleil Scenografia: Ines Capellari Costumi: Primavera Ferrari Fascia d’età consigliata: da 5 a 11 anni

NENA Spettacolo comico sulla salvaguardia dei diritti dell’infanzia.

UNIVERSI PARALLELI Teatro scienza. Spettacolo comico sulla creazione e la formazione dell’universo. con: Roberto C. Gerbolès e Massimo Zatta Regia: Roberto Carlos Gerbolès Musiche: Carlo Ferrari Scenografia: Ines Capellari Costumi: Teatro Blu Fascia d’età consigliata: da 10 a 18 anni

RICORDI DI VIAGGIO Spettacolo comico e poetico sul valore degli affetti e dell’amicizia. Da uno studio su “Il Piccolo Principe” di Saint - Exupéry con: Silvia Priori e Francesca Brusa Pasquè Regia: Silvia Priori Musiche: Carlo Ferrari Scenografia: Teatro Blu Costumi: Primavera Ferrari Fascia d’età consigliata: da 4 a 10 anni

LA BELLA E LA BESTIA con: Laura Zeolla Regia: Silvia Priori

con: Silvia Priori Regia: Silvia Priori Musiche: Robert Gorick Scenografia: Ines Capellari Costumi: Primavera Ferrari Fascia d’età consigliata: da 3 a 10 anni

Scenografia: Teatro Blu Fascia d’età consigliata: dai 3 ai 10 anni

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Insubria La regione italo svizzera LA COMUNITÀ DI LAVORO REGIO INSUBRICA È STATA COSTITUITA NEL 1995 A VARESE, DAL CANTON TICINO E DALLE PROVINCE DI COMO, DI VARESE E DEL VERBANO-CUSIO-OSSOLA (ITALIA), QUALE ASSOCIAZIONE DI DIRITTO PRIVATO, CONFORME ALLA DICHIARAZIONE DI MADRID DEL 1980 SULLA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA; DAL 2006 LA COMUNITÀ DI LAVORO ACCOGLIE IN QUALITÀ DI MEMBRI DI DIRITTO ANCHE LE PROVINCE DI LECCO E NOVARA.

La Comunità di lavoro Regio Insubrica è stata costituita nel 1995 a Varese, dal Canton Ticino e dalle Province di Como, di Varese e del Verbano-Cusio-Ossola (Italia), quale associazione di diritto privato, conforme alla dichiarazione di Madrid del 1980 sulla cooperazione transfrontaliera; dal 2006 la Comunità di Lavoro accoglie in qualità di membri di diritto anche le Province di Lecco e Novara.Si romuove la cooperazione VCO transfrontaliera nella regione italo-svizzera dei Laghi Prealpini e favorisce la presa di coscienza dell’appartenenza ad un territoNO rio che è iscritto, al di là dei confini istituzio-nali, nella geografia, nella storia, nella cultura e nella lingua. E’ una delle regioni più belle, laboriose e ricche d’Europa e sancisce una fusione tra italicità - matrice comune di tutto il suo territorio - ed elveticità, creando un connubio unico di valori, modi di sentire, pensare e operare simili o altrimenti fortemente complementari e con un potenziale altissimo ancora inespresso. Nel segno di un confine che

unisce, la Regio Insubrica si offre, nel rispetto delle competenze istituzionali dei suoi membri, come uno strumento giovane e flessibile di management strategico del territorio. Essa invita i suoi attori a superare le logiche localistiche, senza misconoscere le differenze che sono fonte di arricchimento, e a cooperare nel nome di quanto unisce questo territorio. TI La Regio Insubrica opera nella convinzione che l’integrazione, attraCO verso la cooperazione, LC delle grandi risorse VA del territorio insubrico e la sua evoluzione in uno spazio funzionale, potranno liberare nuove risorse e nuove energie e dare nuove prospettive di crescita a chi vive, lavora e trascorre il suo tempo libero in questa regione. Nell’era della globalizzazione, la Regio individua nello sviluppo di una realtà locale forte e interconnessa e di una mentalità transnazionale moderna e aperta, una risposta atta ad assicurare alla Regione Insubrica anche nel futuro, l’importante ruolo di ponte tra il Nord ed il Sud dell’Europa.

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Le province Il palcoscenico del Festival VARESE

NOVARA

La provincia di Varese, soprattutto il territorio dei laghi, è da sempre una terra ospitale e operosa. Il felice connubio tra la qualità paesaggistica e la capacità di fare impresa dei suoi abitanti ci ha permesso di raggiungere ragguardevoli primati in tutti i campi. La vicinanza con Milano, la Svizzera, i più importanti snodi automobilistici, ferroviari e aeroportuali del Nord Italia, la ricettività alberghiera e un’efficiente rete di servizi fanno della provincia di Varese la meta ideale e facilmente raggiungibile per il business, le competizioni sportive o l’elegante turismo immersi in un paesaggio unico.

Il territorio del novarese vanta un lungo percorso che ha visto diverse popolazioni calpestarne il suolo, lavorare, amare, soffrire e lasciare tracce di sé alle generazioni e ai popoli che sono venuti dopo. Esistono molte tracce di insediamenti fin dall’inizio della storia dell’uomo sul pianeta: segni che arrivano dal Paleolitico e tracce consistenti della civiltà di Golasecca, soprattutto nella zona dei laghi. La Provincia di Novara è la settima provincia del Piemonte per estensione. Il territorio comprende due importanti bacini lacustri: il Lago Maggiore e il lago d’Orta.

VCO

COMO

La Provincia del Verbano Cusio Ossola è una delle province “giovani” del Piemonte. Zona interes-sante dal punto di vista naturalistico, comprende il Lago Maggiore con le famose Isole Borromee ed anche i piú piccoli laghi di Mergozzo e d’Orta. Uno scenario naturale unico, splendidi giardini e una cultura enogastronomica ricca di tradizioni. Si fondono in un disegno armonioso laghi, castelli, ville e una flora infinita. Il territorio è attraversato da innumerevoli corsi d’acqua dei quali il maggiore è il Toce che sfocia nel lago Maggiore tra Pallanza e Stresa.

Territorio prevalentemente montuoso e collinare e solo in piccola parte pianeggiante. Da nord a sud si susseguono paesaggi diversi a seconda delle zone: alpina, prealpina, collinare e di pianura. Conosciutissimo e apprezzato sia in Italia che all’estero, il Lario rappresenta il vero è proprio fulcro del settore turistico comasco. Negli ultimi anni la presenza di turisti è salita enormemente attirati sia dalle bellezze naturalistiche, che lo rendono uno dei più suggestivi paesaggi italiani che dalle residenze storiche e dai borghi rivieraschi, costituiti da antiche case arroccate tra lago e montagna e caratterizzati da ripide scalinate.

LECCO

TICINO (CH)

La Provincia di Lecco ha una popolazione in continua crescita, distribuita per lo più in piccoli Comuni: sono infatti solo 6 i Comuni che, compreso il capoluogo, contano una popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Il territorio lecchese giace “su quel ramo del lago di Como”, di manzoniana memoria, protetto dai suoi monti “sorgenti delle acque”. Il Lario, costeggiato da ville storiche con mera-vigliosi parchi e giardini botanici, originato dal fiume Adda si divide a Bellagio in due rami: il ramo di Como a ponente e il ramo di Lecco a levante ed è protagonista e testimone delle vicende di queste terre.

Situato interamente a sud della catena delle Alpi, il Ticino è uno dei ventisei Cantoni che compongono la Confederazione elvetica ed è l’unico di lingua italiana. Un angolo svizzero di paradiso fra incantevoli paesaggi, dolci colline e verdi alture dipinte dai colori di una natura che varia di continuo. Una terra ricca di contrasti. Il Ticino è terra latina: in Ticino i Romani portarono la vite, lasciarono importanti opere civili (città, ponti, passi alpini). Le tradizioni e la cultura ticinese sono il risultato di un insieme di influssi diversi che rendono questo Cantone unico.

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Valli del Verbano Comunità montana

È nata nel 2009 dalla fusione delle Valli del Luinese e della Valcuvia.

Il territorio ........................... Valli del Verbano (Foto: Yulia Repchinskaya)

Il territorio comprende 34 Comuni su una superficie di oltre 300 chilometri quadrati che si estende dal confine svizzero fino al versante nord - occidentale del Campo dei Fiori, costeggiando il Lago Maggiore per metà della sua lunghezza.

floristiche e insetti difficilmente riscontrabili altrove.

Tra le finalità dell’ente vi è la promozione del territorio e la salvaguardia dell’ambiente naturale. Attraverso progetti specifici e la gestione dei Siti di Interesse Comunitario, Comunità Montana si è posta a difesa della biodiversità dalla valorizzazione della razza caprina autoctona a limitata diffusione Nera di Verzasca alle iniziative per lo studio e il ripristino dei prati magri, ricchi di specie

locali: la prima privilegia l’aspetto enogastronomico proponendo sofisticati accostamenti a base di sapori della tradizione locale.

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Corni e pecc e MIPAM sono le annuali manifestazioni organizzate dall’ente. Entrambe hanno come finalità la promozione dei prodotti

La seconda, Mostra dell’agricoltura e dei prodotti di montagna, si caratterizza come una fiera dove poter ammirare i migliori capi allevati sul territorio e, ovviamente, gustare le specialità delle Valli del Verbano.


Piambello

Comunità montana

Il territorio gravita su quattro valli: Valceresio, Valganna, Valmarchirolo e Valle del fiume Tresa.

Cenni ambientali ........................... Porto Ceresio

grafica che dall’esposizione solare.

La comunità montana del Piambello, è costituita da una compagine di 20 comuni, per una superficie territoriale complessiva di circa kmq. 142,07, di cui kmq. 81,07, soggetti a vincolo idrogeologico, che si estende prevalentemente da nord a sud con uno sviluppo di circa 20 km di lunghezza e circa 10 di larghezza, nel punto di massima estensione.

Le Valli denominate Valganna e Valmarchirolo occupano una posizione nord-orientale nell’ambito della Provincia di Varese. Confinano a nord e a nord-est con il fiume Tresa, cioè con limite del territorio elvetico, ad est con lago di Lugano e col territorio della Valceresio, a sud, ridotta ad una larghezza di circa un chilometro, con il territorio del Comune di Induno Olona, ad ovest quasi completamente con il territorio della C.M. della Valli del Verbano.

Il territorio gravita su quattro valli, Valceresio, Valganna, Valmarchirolo e Valle del fiume Tresa, che lo chiude a Nord e confina con la Svizzera, ed è un “campionario” di paesaggi, tipologie insediative ed aspetti naturalistici della provincia di Varese.

La Valceresio si estende per circa otto chilometri da Induno Olona a Porto Ceresio, sul Lago di Lugano, chiamato dai romani Ceresio. Dapprima aperta, poi via via sempre più chiusa, è da sempre la via di collegamento più diretta per il Canton Ticino. Modellata nel corso dei secoli dai ghiacciai, è circondata dal monte Minisfredo (m 1012), dal Poncione di Ganna ( m 993), dal monte Piambello (m 1129), dal monte S. Elia (m 665), dal monte Orsa (m 993) e dal monte Pravello (m 1045).

Un fondovalle sempre caratterizzato dalla presenza di corsi d’acqua; versanti collinari e montuosi da cui cogliere, in punti panoramici di estrema bellezza, l’ampiezza della valle prealpina e le vedute del Lago Ceresio verso la Svizzera e verso il territorio nazionale; insediamenti di antichissima origine che conservano in diversa misura le vestigia del loro passato, anche solo nella disposizione degli abitati, influenzati sia dalla morfologia oro-

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Isola Bella Lago Maggiore

Lo straordinario complesso monumentale dell’isola Bella appare come un vascello gigantesco che affiora dal lago, con la parte di poppa a sud fatta di terrazze degradanti e la prua rivolta a nord, segnata dal molo e dalla punta dell’isola.

Il fasto barocco Palazzo Borromeo, realizzato in stile barocco, domina il piccolo borgo un tempo abitato da pescatori; il palazzo, completato dopo la seconda guerra mondiale, con la costruzione del salone grande, è il risultato di una lunga serie di lavori iniziati nel 1632 per volere del Conte Vitaliano Borromeo. All’interno del Palazzo si succedono ambienti raffinati ed eleganti arricchiti da mobili ed arredi preziosi e alle cui pareti trovano posto dipinti di celebri artisti come il pittore Luca Giordano Francesco Zuccarelli e il fiammingo Pieter Mulier detto il Tempesta. La bellezza delle sale, decorate da marmi, stucchi neoclassici, sculture e arazzi di manifattura fiamminga, si è amplificata di recente con l’apertura di una nuova ala del palazzo, la galleria dei quadri

o del General Berthier, che racchiude il cuore delle collezioni d’arte della nobile casate. A corollario della pinacoteca, la sala del Trono e quella delle Regine, dove, con un gusto per la meraviglia ereditato dalla cultura manieristica ma tradotto con un fasto tipicamente barocco, Vitaliano VI, fondatore dell’isola, ideò giochi ottici e cromatici sulle pareti a specchi, intervallandole con cristalli e pietre dure per stupire i propri visitatori. Al piano inferiore del Palazzo è possibile accedere alle grotte, sei vani appartati, commissionati da Vitaliano Borromeo a Filippo Cagnola come luogo di frescura e di svago. Ricavate da ambienti situati al livello dell’acqua ed esposte a nord, le grotte garantivano il giusto refrigerio e riparo dalla calura estiva, intrattenendo gli ospi-

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ti con divertenti e sofisticati giochi d’acqua. Le pareti e i soffitti delle stanze sono ricoperti da ciottoli, frammenti di tufo, stucco e “pietre lustre”, per ricreare l’effetto di un antro marino naturale. Splendidi i giardini: un monumento fiorito sviluppato


........................... Veduta dall’alto Isola Bella

a terrazze ornate e sovrapposte, inimitabile esempio di “giardino all’italiana” seicentesco. La spettacolare fioritura di questo giardino di Babilonia, è progettata per offrire colori e profumi da marzo a ottobre. Benché costruito in tempi diversi, l’insieme è coerente e culmina nella grande statua dell’unicorno cavalcato da Amore. Il grande animale fantastico è l’emblema del giardino attorno al quale si raccontano ancora leggende e storie: “Sulla cima dell’isola Bella, non lontana da questo nuovo e grazioso palazzino, sta ritto in mezzo a trofei un enorme cavallo di pietra; e tra i pescatori e le vecchierelle di quell’isola vive una tradizione antica: che quel cavallo ogni notte del venerdì sia condannato ad interrompere i sani riposi, e scenda a ber l’acque del lago per qualche misteriosa volontà del destino”. (Giovanni Prati, 1851 Ispirazioni del Verbano - Raccolta di Canti). Sono dieci le terrazze che dolcemente degradano fino al lago, abbellite qua e là da vasche, fontane, prospettive architettoniche e da una moltitudine di statue risalenti alla seconda metà del Seicento rappresentanti personificazioni di fiumi, stagioni e venti. Il clima, particolarmente mite, permette la crescita di

........................... Giardino Isola Bella

una vegetazione ricca di varietà e specie: fra azalee e rododendri, spalliere di pompelmi e arance amare, orchidee e piante carnivore, spicca la sagoma di un grosso canforo di più di duecento anni. A corollario di queste meravigliose piante lungo i viali si ammirano circa 350 i vasi in cotto dove crescono rigogliosi gli agrumi. info@borromeoturismo.it www.borromeoturismo.it Per informazioni e visite guidate: Tel. 0323 30556 Fax 0323 30046

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Isola Madre Lago Maggiore

In posizione più defilata rispetto all’Isola Bella e a quella dei Pescatori sorge l’Isola Madre, la più grande del golfo Borromeo con una superficie di circa 8 ettari e la più caratteristica, in virtù dell’atmosfera raccolta e dell’aura incantata da cui è avvolta.

L’isola giardino Il segreto di quest’isola e della sua piacevolezza sta nel microclima di cui beneficia che la rende un luogo protetto dal gelo e dal freddo. L’isola, proprietà della famiglia Borromeo dal 1500, nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni: quello che in origine era un nudo scoglio divenne prima un frutteto, poi un agrumeto fino ad arrivare all’attuale parco botanico all’Inglese realizzato nei primi dell’ottocento. A quell’epoca infatti, per volere del conte Giberto V Borromeo Arese e del figlio Vitaliano IX fu intrapresa una grossa opera di estirpazione di gelsi e viti per lasciare spazio a piante di tipo ornamentale. Quello dell’isola Madre divenne così il primo giardino di acclimatazione del lago Maggiore e uno tra i primi in Italia. Sulla sponda

meridionale, nel punto più alto dell’isola, sorge il bel Palazzo dalla forma squadrata e tutt’intorno, quasi ad incorniciarlo, il rigoglioso giardino romantico. Alla fine del XVIII secolo l’isola assunse l’aspet-

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to che tutt’oggi conserva; nel 1826 vennero costruite le serre e nel 1858, per volere di Vitaliano IX Borromeo, la Cappella di famiglia, edificata sul lato orientale del piazzale a cui ha dato il nome. Il


........................... Veduta Isola Madre

percorso di visita all’interno del Palazzo si sviluppa attraverso ambienti che sono stati allestiti a partire dal 1978 con arredi provenienti da varie dimore della Famiglia Borromeo. Le sale sono abbellite da lampadari in vetro di murano finemente lavorati, maioliche, arredi antichi, tele, sculture. Si segnalano per raffinatezza delle decorazioni e degli arredi la Stanza del Collezionista, di gusto francese a cavallo tra rococò e tardo impero ed il Salotto Veneziano; quest’ultimo trae il proprio nome dalla decorazione parietale ispirata al gusto rococò lagunare che simula un grande padiglione sorretto da colonne su cui si intrecciano piante e fiori, quasi a creare un tutt’uno col meraviglioso giardino che circonda il Palazzo. Terminata la visita al palazzo si accede al giardino botanico. Esso si annuncia con il Cipresso del Kashmir, simbolo dell’isola, noto per essere stato salvato dopo la violenta tromba d’aria che lo sradicò nel giugno 2006. Il giardino è rinomato in tutto il mondo per la spettacolare fioritura delle azalee, rododendri e camelie e più in generale per la flora sorprendente e difficilmente reperibile in altri luoghi: palme, spalliere di agrumi, pergolati di glicini, radure di gelsomini

e rose, copiose fioriture di magnolie e bougainvilee. Il giardino dell’isola Madre è un luogo di grande suggestione, dove, lontani dalla calca e dal trambusto, passeggiare e godere del verde, dei profumi, dei colori di una flora preziosa, dove di anno in anno si acclimatano piante difficili da vedere altrove. info@borromeoturismo.it www.borromeoturismo.it Per informazioni e visite guidate: Tel. 0323 30556 Fax 0323 30046

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Rocca di Angera Varese

Appuntamenti 2013 La Rocca di Angera ed il suo splendido Giardino Medievale ospiteranno durante il corso della stagione 2013 una serie di imperdibili appuntamenti. Si parte il 14 aprile con una “domenica in costume” prima delle tre manifestazioni pensate per la gioia dei più giovani. Seguiranno incontri-laboratori sui segreti della cucina naturale, protagoniste le erbe aromatiche e le piante spontanee, e delle composizioni floreali.

SABATO 14 SETTEMBRE 2013

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013

LE ERBE AROMATICHE E IL LORO USO IN CUCINA II incontro sulla cucina naturale Utilizzare le erbe aromatiche in cucina è sempre più un’arte. Durante questo incontrolaboratorio i partecipanti impareranno ad usare queste preziose erbe scoprendone le proprietà organolettiche e apprendendo come accostarle in abbinamenti davvero unici. Attraverso un percorso sul riconoscimento, gli assaggi e la tecnica dell’enfleurage, ai partecipanti verrà data una nuova chiave per preparare quotidianamente ricette uniche e sfiziose. L’appuntamento si articola su un’intera mattinata: ad una visita guidata al Giardino Medievale seguirà la fase laboratoriale. La prenotazione è obbligatoria.

LA ROCCA INCANTATA (domenica in costume) Nel giorno della grande incoronazione dei regnanti vengono reclutati tutti i popoli del regno: elfi e fate, streghe e stregoni, maghi e umani. Essi sono giunti a corte per celebrare i nuovi regnanti e per presentare degli spettacoli in suo onore. Ma durante i preparativi una terribile scoperta viene fatta dalle fate del regno: lo scettro della nuova regina è sparito dal trono... L’esercito, diviso nelle varie razze, scoprirà che il furto è opera del terribile stregone Moebius e si troverà coinvolto in una avventura dove il bene prevale sul male e dove le varie razze a colpi di magia e incantesimi affronteranno una dopo l’altra le più impensabili avventure. La manifestazione inizia con la

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........................... Veduta Rocca di Angera

grande adunata di bambini e ragazzi che vestiranno i panni dei loro eroi e verrà realizzata anche in caso di brutto tempo negli spazi interni della Rocca. DOMENICA 13 OTTOBRE 2013 I PIRATI E I TESORI DIMENTICATI (domenica in costume) Siete pronti a vivere un’avventura fra i pirati più pericolosi di tutti i sette mari? Fra prove di abilità e scontri all’ultimo respiro, solo l’equipaggio più coraggioso potrà scovare il leggendario tesoro del Capitano Gold Roger. La manifestazione inizia con la grande adunata di bambini e ragazzi che vestiranno i panni dei loro eroi e verrà realizzata anche in caso di brutto tempo negli spazi interni della Rocca.

........................... Museo delle bambole

SABATO 19 OTTOBRE 2013

dunque utilizzate da ciascun partecipante per la realizzazione di composizioni artistiche da ricreare in ogni occasione. L’incontro si articolerà su un’intera mattinata: da una breve visita al Giardino Medievale seguirà un laboratorio di composizione floreale. Ogni partecipante realizzerà la propria creazione che porterà a casa. La prenotazione è obbligatoria.

LE CREAZIONI D’AUTUNNO II incontro sulla composizione floreale L’appuntamento autunnale di composizione floreale sarà un’esplosione di caldi colori e diversi materiali: bellissimi fiori, foglie rossastre, bacche vermiglie e splendide zucche verranno

PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: Rocca di Angera Via Rocca Castello, 2 21021 Angera VA - Tel. 0331 931300 roccaborromeo@isoleborromee.it borromeoturismo.it facebook.com/IsoleBorromee

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Armeno Novara

Località di villeggiatura ........................... Chiesa di S. Maria Assunta di Armeno

Il lago d’Orta (anticamente “Cusius” e “lago di S. Giulio” nel Medioevo) si estende a un’altitudine di 290 metri sul livello del mare, tra la Valsesia e il lago Maggiore, poco a sud dell’imbocco della Val d’Ossola. Ha un perimetro di 33,5 km e una profondità media di 71,3 metri. È alimentato dalle acque di numerosi torrenti e da forti sorgenti sotterranee, con un unico emissario a nord che confluisce nel fiume Strona, il quale si divide poi in due rami, l’uno verso il fiume Toce, l’altro verso il lago Maggiore. La riva nord-occidentale è ripida e scoscesa, mentre quella orientale è delineata dai dolci rilievi collinari che scendono verso sud dal Mottarone, separando il Cusio dal lago Maggiore. Lungo la strada che da Orta San Giulio conduce al Mottarone si trova Armeno, località di villeggiatura nota in tutta Italia e nel mondo per due mestieri : quelli di cuoco e di cameriere. Personale qualificato nel settore alberghiero e della ristorazione ha dato vita a una forma di curiosa “emigrazione”: chefs famosi e maîtres d’hotel nei migliori alberghi di tutto il mondo. La Chiesa di Santa Maria Assunta è uno splendido esempio di romanico nel Novarese ed è citata già come appartenente alla pieve di San

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Giulio in un documento che risale al 1217. La splendida facciata, dalle linee essenziali, è costruita in blocchi squadrati di sasso e arricchita da un portale decorato da capitelli e colonne, le cui decorazioni rimandano alla più classica simbologia medioevale. Importante risorsa di Armeno furono gli alpeggi e numerose ancor oggi sono le “Alpi” presenti nel territorio. Composte da fabbricati a varia destinazione, erano abitate da famiglie intere durante il periodo estivo: da maggio a settembre. A ognuno il proprio compito: le donne dedite alla casa, i bambini e i ragazzi alla vigilanza delle bestie al pascolo, gli uomini ai lavori pesanti. Non mancavano i vecchi e gli anziani che collaborano, svolgendo piccoli lavoretti.


Bardello Varese

Sulle sponde del lago di Varese ........................... La Ghiacciaia di Bardello

Bardello sorge sulle sponde del lago di Varese, il nome trae la sua origine, secondo Dante Olivieri, dal latino ecclesiastico “Bardellum” forse dal nome personale “Bardo”. Di diverso avviso è Luigi Brambilla che fa derivare il toponimo dal celtico bar (monte) e del (piccolo), quindi piccolo monte. Le prime tracce dell’esistenza del nostro paese risalgono al periodo del Neolitico Inferiore (seconda metà del V millennio a.C. fino al 1200900 a.C.); lo attestano le stazioni palafitticole ritrovate nel secolo scorso. Più vicini a noi i reperti del periodo romano: urne cinerarie, una tomba di cremato, alcuni oggetti bronzei di arte funeraria. Di particolare interesse: La ghiacciaia: costruita nella seconda metà del settecento in applicazione della legge dell’Imperatrice Maria Teresa D’Austria è rimasta in funzione sino al 1920 circa. II suo utilizzo era principalmente legato alla conservazione del pesce pescato nel lago e nel fiume Bardello. II fiume collega il Lago di Varese con il Lago Maggiore ed era utilizzato nei secoli scorsi

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come via di comunicazione per il trasporto delle merci. Il convento: descritto nei catasti storici come “casa a corte” destinato alla residenza, con annessi rustici e giardino, probabilmente nato come castello fortificato, nel 1700 apparteneva alla famiglia Besozzi divenuto poi sede del Municipio e delle scuole. Ora casa delle Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli (proprietarie dal 1922). Chiesa di Santo Stefano: esistente già dal 1200 circa, ha subito ristrutturazioni (nella seconda metà del 700) che contribuirono alla sua valorizzazione: altare marmoreo di Giovanni Buzzi di Viggiù su disegno dell’Arch. Gerolamo Bavossio. Manifestazioni: la seconda domenica di settembre Sagra de ur Marusee. Segnaliamo il particolare tratto panoramico della pista ciclo-pedonabile in riva al lago di Varese.


Belgirate

Verbano Cusio Ossola

Il nostro gioiello ........................... Chiesa Vecchia di Belgirate

Il piccolo delizioso paese di Belgirate è collocato ai piedi del promontorio che segna il passaggio dal Basso Verbano al Golfo Borromeo. La felice posizione naturale gli assicura il microclima più gradevole tra i centri della costa piemontese del Lago Maggiore, mite d’inverno e fresco d’estate. Di origine antichissima, se ne spiega variamente il nome, collegandolo ora con un insediamento di Bulgari qui giunti al seguito dei Longobardi, ora a un toponimo leponzio dal significato “piega del sacco”, che allude alla curva del lago. Il buon senso popolare l’ha invece interpretato come il paese dalle “belle girate”, riferendosi agli scorci panoramici che si aprono numerosi agli occhi di chi ne percorre le stradine romantiche o gli stretti sentieri collinari. Il suo fascino fu avvertito da molti illustri personaggi italiani e stranieri, tra i quali il Manzoni, che passeggiava per l’angusta strada prenapoleonica che ancora l’attraversa, Pietro Borsieri, Stendhal, gli scrittori che visitavano il loro editore Treves nella sua sontuosa villa, il crepuscolare Gozzano. Oltre alle splendide ville e ai parchi lussureggianti che costeggiano la sponda del lago Belgirate vanta i ricordi risorgimentali dei fratelli Cairoli, ai quali ha dedicato un bel monumento. Molto più indietro nel tempo risalgono

gli edifici romanici della “Chiesa Vecchia” e di San Paolo, isolato sulla collina. A Belgirate appartiene un primato storico nell’affermarsi delle discipline sportive naturalistiche in genere e in particolare veliche: la fondazione nel 1858 della “Società delle regate”, la prima in Italia. Le ragioni di tale evento permangono tuttora e sono sperimentabili affidandosi alle regolari e vitali brezze che vi attirano velisti e surfisti da ogni dove. Buoni alberghi, affidabili ristoranti e bar dai pittoreschi déhors renderanno il vostro soggiorno confortevole e gradito. Per informazioni: www.turismo-belgirate.it

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Bellinzona Svizzera

Città dalla storia millenaria, Bellinzona esibisce i segni di un’evoluzione territoriale tutta da scoprire e apprezzare. Fra aree pianeggianti e possenti montagne, è piacevole addentrarsi in un luogo nel quale antico e moderno convivono alla perfezione.

Un centro ricco di storia Le origini di Bellinzona risalgono al Neolitico. Sopra una dorsale granitica dove si erge Castelgrande, s’insediarono i primi abitanti in cerca di un luogo sicuro e difendibile. L’intuizione di questa primitiva popolazione, nel trovare questa località una regione interessante dal punto di vista difensivo, risulta ai nostri giorni illuminante. Il borgo diventa presto tappa obbligata per merci e genti, una chiave delle Alpi e al contempo una porta verso la Lombardia. È in particolare dal Medioevo in poi che la posizione geografica di Bellinzona richiama l’attenzione dei potenti: Como, Milano e i Confederati se la contendono a suon di battaglie. Testimoni illustri di questi accadimenti storici sono mura, torri e tre magnifici castelli che sovrastano il centro storico, entrati a far parte a pieno titolo dei patrimoni culturali dell’UNE-

SCO nel 2000. Visitare il centro di Bellinzona significa addentrarsi in un mondo medievale. Quale punto di partenza migliore possiamo trovare se non il cuore della Turrita: Piazza Nosetto. Oggi caratteristico luogo d’incontro durante il consueto mercato del sabato, un tempo importante crocevia che si apriva a ventaglio verso le tre porte del borgo: Porta Nuova in direzione di Locarno, Porta Codeborgo a Nord e Porta Camminata, verso Sud. Percorrendo come un tempo queste antiche vie, ci si può soffermare ad ammirare splendidi edifici, quali, ad esempio Palazzo Civico, con i suoi graffiti che raccontano egregiamente la storia della città; le facciate dei palazzi patrizi del Settecento che delimitano con rigore Piazza Collegiata; il Teatro Sociale, singolare dimostrazione di teatro all’italiana in Svizzera realizzato dal 1847. Raggiungere a

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piedi i castelli di Bellinzona regala l’impagabile soddisfazione di ammirare dall’alto la città e i suoi dintorni da prospettive inconsuete. La torre di vedetta dell’angolo sud-occidentale di Sasso Corbaro, il più giovane dei tre castelli (costruito in brevissimo tempo dal 1478), offre una vista unica. Lo sguardo giunge sino al Lago Verbano, così come all’imbocco della Mesolcina e Riviera. Scendendo verso Montebello (menzionato indirettamente già nel 1313) e attraversando l’imponente ponte levatoio, sembra di compiere un salto indietro nel tempo. Spetta però a Castelgrande il ruolo di fratello maggiore, il castello più antico di Bellinzona mostra con orgoglio un lungo e laborioso restauro (iniziato nel 1982 è terminato dieci anni dopo) diretto dall’architetto Aurelio Galfetti. Di notevole effetto sono gli elementi di moderna ar-


........................... Piazza Collegiata

chitettura amalgamati sapientemente con le possenti mura del castello levigate dal tempo. Uno fra questi è l’ascensore scavato nella roccia viva, la via più semplice per raggiungere in breve tempo il castello. Un tortuoso percorso all’interno della Torre Bianca consente poi, giunti in cima, di contemplare anche da Castelgrande il paesaggio dall’alto, così come un’opera muraria, un tempo completamente fortificata che chiudeva l’intera vallata. I tre castelli, con il sistema di fortificazione (con la murata che secondo alcuni esperti potrebbe essere opera di Leonardo Da Vinci) e lo splendido borgo di origini medievali fanno insomma parte di un patrimonio storico e artistico proveniente da un passato lontano che ha saputo intersecarsi con esigenze architettoniche (ma non solo) del presente, creando un mix di intensi contrasti. A town rich in history A city from ancient history, Bellinzona proudly exhibits the signs of a territorial evolution to be discovered and appreciated. Between flatlands and high hills, it’s delightful to enter this location where old and new coexist perfectly. The origins of Bellinzona date back to the Neolithic Age. The first inhabitants settled on a granite outcrop in search

........................... Piazza Nosetto

of a safe and defensible site, now the location of Castelgrande. Even today, the intuition of this primitive population in finding this place a desirable region, from defensive point of view, is still inspiring. The village soon became an obligatory stop for goods and people; a key to the Alps and, at the same time, a door into Lombardy. In particular, in the Middle Ages the geographical location of Bellinzona drew the attention of the powerful: Como, Milan and the Swiss Confederates battled for control of it repeatedly. Illustrious witnesses to these historical events are the walls, towers and three magnificent castles overlooking the old town, which became full part of the cultural heritage of UNESCO in 2000. A visit to the center of Bellinzona is to enter

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Bellinzona a medieval world. As a starting point we find the best, if not the heart, of the Turrita: Piazza Nosetto. Today it’s the characteristic meeting place during the customary Saturday market, once an important crossroads that fanned out to the three town gates: Porta Nuova toward Locarno, Porta Codeborgo toward the north and Porta Camminata toward the south. Walking these ancient streets, one can stop to admire magnificent buildings such as the Town Hall, with its beautiful graffiti recounting the history of the city; the facades of the patrician homes from the 18th century that rigorously define the Piazza Collegiata; the Teatro Sociale, a unique example of Italian theater in Switzerland since 1847. Walking to the castles of Bellinzona offers the priceless satisfaction of admiring the city and its surroundings from an unusually high perspective. The lookout tower at the south-west corner of Sasso Corbaro, the youngest of the three castles (built in a very short time from 1478), offers a unique view. The panorama reaches Lake Verbano as well as the beginning of the Mesolcina and Riviera regions. Descending to Montebello (indirectly mentioned as early as 1313) and through an impressive drawbridge, one seems to take a step back in time. But the role of the big brother is up to Castelgrande, the oldest castle in Bellinzona proudly displaying a long and laborious restoration (which began in 1982 and finished ten years later) under the direction of architect Aurelio Galfetti. Making a considerable impression, the elements of modern architecture blend skillfully with the mighty castle walls smoothed by time. One of these is the elevator carved into the rock, the easiest way to quickly reach the castle. Then, by a circuitous climb within the White Tower, one can reach the top of Castelgrande to contemplate the landscape and the building project which at one time, when fully fortified, closed off the entire valley. The three castles, with their system of fortifications (along with the Murata that some experts say could be the work of Leonardo Da Vinci), and the beautiful village of medieval origins are, in fact, part of a historical and artistic heritage from the distant past that has been able to intersect with architectural requirements (but not only) of the present, creating a mix of intense contrasts. Ein Brennpunkt der Geschichte Bellinzona, eine Stadt mit mehrtausendjähri-

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ger Vergangenheit, zeigt stolz die Zeugen ihrer wenig bekannten Geschichte, deren Bedeutung noch zu entdecken und zu schätzen ist. Die weite Ebene zu Füssen der Stadt und die eindrücklichen Berge bieten die Kulisse, in der man sich auf angenehme Weise auf einen Ort einlassen kann, in welchem Alt und Neu aufs beste zusammenleben. Die Ursprünge von Bellionzona gehen auf die Neusteinzeit zurück. Auf der Suche nach einem sicheren Ort, den sie leicht verteidigen konnten, liessen die ersten Siedler sich auf dem Granitkegel nieder, auf dem heute die Burg Castelgrande steht. Bis heute ist es bewundernswert, wie jene urzeitliche Bevölkerung intuitiv einen strategisch derart vorteilhaften Hort gefunden hat. Bald wurde die Siedlung zur unverzichtbaren Etappe für Handel und Verkehr, ein Schlüssel zu den Alpen und gleichzeitig Tor zur Lombardei. Vor allem seit dem Mittelalter forderte die geografische Lage von Bellinzona das Interesse der Mächtigen heraus: Como, Mailand und die Eidgenossen kämpften mit tosenden Waffen um den Ort. Die Stadtmauer, die Türme und die drei herrlichen Burgen über dem historischen Zentrum sind berühmte Zeugen dieser Ereignisse. Seit dem Jahr 2000 gehören sie zum UNESCO-Weltkulturerbe. Wer das Zentrum von Bellinzona besucht, tritt in eine mittelalterliche Welt. Gibt es einen besseren Ausgangspunkt für die Entdeckungstour als das Herz der „Turrita“ (Stadt der Türme), die Piazza Nosetto? Heute ist dies der typische Ort, wo man sich während dem allwöchentlichen Samstagsmarkt trifft, einst war hier die Wegscheide der Routen durch die drei Stadttore: Die Porta Nuova in Richtung Locarno, die Porta Codeborgo in Richtung Norden und die Porta Camminata nach Süden. Wer wie einst durch die alten Gassen schlendert, wird vor prächtigen Gebäuden stehenbleiben. Da ist zum Beispiel das städtische Rathaus mit seinen Grafitti, die im Innenhof auf hervorragende Weise die Geschichte der Stadt erzählen; da sind die Fassaden der Patrizierhäuser aus dem 18.Jahrhundert, die majestätisch die Piazza Collegiate umgeben; da ist das Teatro Sociale, ein einzigartiges Beispiel italienischer Theaterarchitektur, erbaut im Jahr 1847. Ein Spaziergang zu Fuss, hinauf zu den Burgen, wird aus aussergewöhnlichen Perspektiven mit faszinierenden Aussichten auf die Stadt und ihre Umgebung belohnt. Der Wachtturm in der südwestlichen Ecke von Sasso Corbaro, der jüngsten der drei Burgen (1478


in Rekordzeit erbaut) bietet eine einmalige Aussicht. Das Auge reicht bis hinunter zum Lago Maggiore und hinauf zur Riviera, der Talebene des Flusses Ticino, und zum untersten Teil des Misox. Wenn man über die mächtige Zugbrücke die tiefer gelegene Burg Montebello betritt, könnte man meinen, einen Sprung in dunkle Vergangenheit zu tun. Der grössere Bruder dieser Festung ist allerdings Castelgrande, die älteste Burg von Bellinzona. Nach einer aufwendigen Restaurierung in den Jahren 1982 bis 1991, geleitet von dem berühmten Tessiner Architekten Aurelio Galfetti, prangt sie in neuer Herrlichkeit. Eine Besonderheit sind dabei die Elemente moderner Architektur, die sich auf geniale Weise mit dem von den Jahrhunderten geglätteten Gemäuer verbinden. Eines dieser neuen Elemente ist der Lift, der einen in kürzester Zeit durch den gewachsenen Fels zur Burg hinaufbefördert. Eine verschlungene Treppe im Innern der Torre Bianca (des sogenannten Weissen Turms) führt einen auf der Plattform zu einer weiteren Aussicht auf die Landschaft und die Reste der Befestigungsmauer der einst lückenlosen Talsperre. Die drei Burgen, der Festungskomplex (den nach Ansicht verschiedener Experten Leonardo da Vinci konzipiert haben könnte) und der wunderbare Stadtkern auf mittelalterlichen Fundamenten vereinen ein geschichtliches und künstlerisches Erbe aus längst vergangenen Zeiten mit den architektonischen und anderen Erfordernissen der Gegenwart und schaffen so eine Mischung intensiver Kontraste.

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Cannobio

Verbano - Cusio - Ossola

“Cannobio on the road” ........................... Cannobio lago

Sulla strada: Cannobio è l’ultimo Paese del lago prima di lasciare l’Italia, il primo che i turisti incontrano arrivando dalla Svizzera e dal Nord Europa. “On the road”, lungo la litoranea del Lago Maggiore, all’imbocco della Valle Cannobina, crocevia di genti. L’odore del lago, i profumi dei fiori, i colori della vegetazione che esplodono a primavera, le case del borgo medioevale, gli antichi nuclei storici, la grande piazza caratterizzano Cannobio come una delle più importanti e apprezzate località turistiche del Verbano Cusio Ossola e del Lago Maggiore. Nel centro storico numerose le testimonianze architettoniche: dal nucleo trecentesco della torre campanaria e del Palazzo della Ragione (1291), attuale sede di mostre ed esposizioni, a “Casa Pironi” elegante edificio medioevale in Via Umberto I, alle facciate di Palazzo Omacini sul lungolago. Diverse le chiese: il Santuario sul lungolago, che racchiude la storia del miracolo della SS. Pietà (1522), la Collegiata di S. Vittore, chiesa austera della metà del settecento (1749) e nascosta nel borgo, la chiesa di S. Marta con l’altare interamente dorato. Nella frazione di Traffiume, la chiesa di Santa Maria Purificatrice dai loggiati lignei e l’oratorio

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di Sant’Anna. Luogo naturale per manifestazioni, incontri, vacanze, per la qualità delle spiagge e per le caratteristiche ambientali ha ottenuto negli anni scorsi la prestigiosa Bandiera Blu e nel 2011 si è aggiunta anche la Bandiera Arancione. Clima mite d’inverno e ventilato d’estate, è particolarmente adatto per gli sport della vela, dal Kitesurf al windsurf; quando cala il vento, è l’ora invece dello Wakeboard e dello sci nautico. Sul posto scuole e servizi di noleggio. Il “Parco Lido”, con una grande spiaggia incorniciata da pioppi, è il luogo principale delle attività sportive lacustri e del divertimento serale. Con campi da tennis (di cui uno anche per il calcetto), minigolf a 18 buche, un campo da calcio. Dal Parco Lido parte la pista ciclabile fino all’Orrido di S. Anna: una passeggiata di 5 km. Uno solo dei tanti percorsi possibili. Il “Parco Cartiera”, lungo il fiume tra il Parco Lido ed il Ponte Ballerino, vi offre un campo da calcio, calcetto, basket, due campi da bocce ed un’area per il pattinaggio a rotelle. Caratteristico il grande mercato che si sviluppa sul lungolago in tutte le domeniche dell’anno. Ogni giovedì mattina mercatino di prodotti alimentari a ridosso del Borgo. D’estate ogni venerdì sera i mercatini ravvivano le vie del Centro storico.


Canzo

Como

Cittadina dell’Alta Brianza ........................... Villa Rizzoli - Canzo

L’Associazione NonSoloTurismo è senza scopi di lucro e apolitica. Agisce prevalentemente sul territorio del Triangolo Lariano ha nei suoi fini statutari la promozione turistica del territorio e svolge in particolare attività culturali e ricreative. Ha la propria sede a Canzo dove gestisce un’ufficio turistico. Il territorio Comunale di Canzo, insediato allo sbocco della Valassina, è un caratteristico paese con la presenza sia di rilievi prealpini, sia da acque lacustri (Lago del Segrino) e sia da acque fluviali (Fiume Lambro). Canzo, insieme al Comune di Asso, funge da bacino di raccolta dei bisogni della popolazione di tutta la vallata. Nel territorio canzese ha la propria sede anche la Comunità Montana del Triangolo Lariano che pone in essere interventi di tutela, conservazione, valorizzazione e potenziamento del territorio e delle sue peculiarità. Canzo è una moderna e graziosa cittadina dell’Alta Brianza. E’ circondata da montagne e solcata dal Torrente Ravella che scende dalla verdissima Valle di San Miro. I caratteristici Corni di Canzo ed il Monte Cornizzolo sono le due cime più note, meta di escursionisti in ogni stagione. All’ingresso

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........................... Panoramica Canzo

del paese si è accolti dall’incantevole Lago del Segrino, un suggestivo ambiente naturale cantato dai poeti del periodo romantico. Rinomate le due pasticcerie che producono artigianalmente “I Nocciolini di Canzo”. NonSoloTurismo Piazza Garibaldi 5 - 22035 Canzo (CO) tel 031 684563 - Cell: 331 99 39 726 email: info@nonsoloturismo.net www.nonsoloturismo.net


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Casalbeltrame Novara

Il territorio ........................... Casalbeltrame

Casalbeltrame è un centro situato nelle campagne a ovest di Novara, inserito nella riserva naturale denominata Palude di Casalbeltrame. Questo particolare habitat, unico nel suo genere, è gestito dal Parco lame del Sesia ed è luogo molto importante per lo studio delle migrazioni e delle soste di moltissime specie di uccelli e anatidi. L’economia agricola è molto qualificata e specializzata nella coltivazione del riso. La certificazione cittaslow per Casalbeltrame è dimostrata anche dall’impegno nella qualificazione del luogo dalla ripresa di vecchi Cascinali nonché realizzazione del Museo Etnografico dell’attrezzo agricolo “Storie di terra e di fatica”, cittadella dell’arte e dei valori del territorio e dei prodotti autoctoni: il riso nero Venere nato a Casalbeltrame nel 1995. Materima, oltre 20.000 mq, è un centro internazionale per la progettazione, la realizzazione e l’esposizione di arte plastica: una cittadella per la scultura. Qui gli artisti possono trovare tutto ciò che occorre per l’esecuzione delle loro opere – laboratori di marmo, fonderia, calcografie, studi, foresteria – e collaborare tra loro, nello spirito delle botteghe rinascimentali. Con questo proget-

........................... Materima - spazio espositivo

to si salvaguardano mestieri ormai rarissimi, come il marmista scalpellino, il ritoccatore di cere o il cesellatore del bronzo. Le opere di dimensioni maggiori sono collocate nel parco e nel cortile, che ospita lavori di Bodini, Manzù, Maraniello, Messina, Perez, Arnaldo e Giò Pomodoro. Durante l’anno si organizzano inoltre mostre temporanee di artisti di fama mondiale.

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Caslano Svizzera

Borgo lacustre situato in prossimità della città di Lugano, è uno dei Comuni piú importanti di tutta la regione del Malcantone.

Borgo lacustre Punto di riferimento è il monte a forma di penisola - monte di Caslano o Sassalto - che domina il villaggio ed è conosciuto per le sue caretteristiche geologiche, botaniche e faunistiche, che ne fanno un luogo naturale protetto dalla Confederazione Svizzera. Il territorio offre, grazie alla situazione privilegiata, una vasta gamma di attività: dal turismo pedestre attraverso i suoi sentieri panoramici tra le montagne e il lago, al turismo culturale sul filo della storia presente sotto forma di monumenti religiosi e di costruzioni antiche. Vasta è pure l’offerta di attività sportive. Le offerte

culturali comprendono il museo della pesca - uno dei 3 presenti in Svizzera, il museo del cioccolato, l’esposizione di apparecchi fotografici della fondazione Vincenzo Vicari, nonchè le numerose manifestazioni organizzate dal Comune stesso e dall’ente per il turismo. Il turismo è una delle componenti principali per l’economia di Caslano, come pure l’industria di precisione, il commercio e le attività imprenditoriali di cui una buona parte nel campo dell’edilizia e dell’artigianato. Fonte (www.caslano.ch)

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Civate Lecco

Cenni storici ........................... Civate

Il comune di Civate, che conta una popolazione di circa 4000 abitanti, è situato sulla sponda settentrionale del Lago di Annone e racchiude all’interno del suo territorio diversi luoghi di notevole interesse storico, artistico e ambientale. Le più antiche tracce umane sul territorio civatese risalgono all’età del rame, con la presenza di insediamenti umani presso il cosiddetto Buco della sabbia, caverna funeraria con resti d’ossa, utensili e graffiti. In ogni caso il vero e proprio inizio dell’insediamento di Civate è da attribuire a un gruppo di guerrieri-agricoltori Celti, che ai piedi del Cornizzolo, nella zona odierna della frazione Tozio, pose lo stanziamento primitivo. Successivamente, quando i romani si impadronirono della Gallia Cisalpina (196 a.C.), anche il territorio civatese fu soggetto all’opera di riorganizzazione militare-difensiva a cui furono sottoposti i territori collinari e della pianura, per creare una protezione in previsione di eventuali incursioni o invasioni provenienti dalle Alpi. Il passaggio obbligato all’incrocio con la via proveniente da Aquileia, assegnò la denominazione di Clavis (chiave) alla località, per indicarne la necessità del transito. Furono, poi, i Longobardi a variare la voce latina in

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Clavate (col suffisso –ate già presente in epoca etrusca), da cui Ciavate o Ciauate per arrivare all’odierna Civate. Ciò che importa, comunque, è che i romani, presenti con forze massicce nel castello di Lecco, fossero anche stanziati nel punto chiave di passaggio, laddove sorgevano il ponte sul Rio Torto e un piccolo luogo di culto, denominato la Santa, dove oggi sorge l’oratorio dei Santi Nazaro e Celso. Nel 456, alla caduta dell’Impero romano, i Goti assunsero il dominio sui territori della penisola italica: anche sul nostro territorio sono rimaste tracce (Buco della sabbia) visibili del loro passaggio, in particolare sul monte Barro, dove oggi i resti di una fortezza testimoniano la volontà di aumentare il controllo sulla zona del passaggio obbligato della Santa. In seguito, i Longobardi ebbero un ruolo decisivo nella storia di Civate, non solo a livello militare, ma anche per fattori di carattere religioso e culturale, dal momento che, durante l’ultima parte del loro regno, sorgerà il monastero di San Pietro al Monte. Tutti i documenti che ricordano la fondazione del monastero pedemontano rimarcano la sua origine longobarda, affidandone l’idea della realizzazione a Desiderio, l’ultimo re dei Longobardi.


Cocquio Trevisago Varese

Il teatro si racconta ........................... Salone Soms - Cocquio Trevisago

È difficile raccontare la mia storia senza legarla all’attività dell’ing. Carlo Malgarini, nato a Trevisago 14 Ottobre 1860, socio fondatore della Soc. Operaia nel 1878, laureato ingegnere nel 1884. D’ora in poi lo chiamerò l’ingegnere. La mia storia inizia nel 1906, l’apertura del traforo del Sempione e l’organizzazione dell’Esposizione Internazionale a Milano con i suoi 300mila metri quadri di padiglioni portano l’ingegnere, che allora dirigeva una importante impresa di costruzioni a Milano, a elaborare il primo progetto per la mia realizzazione e in seguito a recuperare le capriate di uno dei padiglioni per il mio tetto. Dopo che alla fine del 1906 l’ingegnere aveva acquistato, a sue spese, un lotto di terreno necessario per la mia costruzione e tramite una permuta trovato il modo per darmi l’accesso sulla strada, iniziò con la manodopera volontaria dei caldanesi la mia costruzione. Il 1907 è l’anno dei grandi lavori e in meno di 12 mesi sono arrivati al tetto, anche se con numerosi tagli rispetto al progetto originale. Non mi hanno fatto la cantina con soffitto a volte sotto la platea, non mi hanno fatto la balconata sorretta da colonne sul lato della sala, non mi hanno fatto il lucernario e non mi hanno fatto nemmeno il portichetto con colonne all’ingresso. Per farmi bello,

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in facciata rimane però quella bella trifora, che l’ingegnere aveva recuperato anni prima nella ristrutturazione di casa Visconti a Milano. Vi chiederete, ma alla fine quanto sono costato? La cifra, per gli inizi del ‘900 astronomica, e di 16.700 £, di questi l’ingegnere aveva anticipato quasi 8.000£ e il signor De Maddalena 2.000£. In seguito l’ingegnere con vari provvedimenti ha condonato tutta la somma, e altrettanto fece il De Maddalena. Sempre in questi anni un iniziativa dell’ingegnere è quella di dotarmi della splendida tela allegorica del costo di ben 265,60£ che riproduce le scene di avvio dei lavori per la mia costruzione con lo sfondo che richiama il paesaggio del traforo del Sempione. Negli anni successivi alla fine dei lavori edili la SOMS si è dedicata a completarmi nelle finiture, nel frattempo ho ospitato feste sociali, feste dei coscritti e veglioni di carnevale. Nel 1916 i miei amministratori decidono di affittarmi al sig. Clivio, non si rivelerà un grande affare, già alla fine di quell’ano il sig. Clivio ha fatto a sue spese l’impianto della luce elettrica, non ha pagato l’affitto, sono spariti alcuni tavoli e ha addirittura rotto il restello; ne nasce una vertenza che durerà ben 3 anni, fino a quando i rispettivi crediti verranno compensati.


Craveggia

Verbano - Cusio - Ossola

Cenni storici ........................... Craveggia

Rimangono pochi angoli magici e segreti nelle nostre Alpi, luoghi nei quali si riesce ancora a respirare il sapore misterioso del passato, dove sembra di avvertire presenze sfuggenti ed impalpabili. In Valle Vigezzo il tempo e la Starla sembrano uno scorrere immutabile, il ripetersi di situazioni, di visioni, di profumi e di suoni altrove perduti. Tutto questo in particolare nello splendido borgo di Craveggia, simbolo dell’architettura vigezzina e testimonianza della fortunata emigrazione in Francia e nel resto d’Europa, e, tra I’altro, primo nucleo abitativo della Valle e, con l’abbandono delle sette famiglie, a seguito delle lone tra Guelfi e Ghibellini, fondatori dell’abitato di Santa Maria Maggiore. Il fascino che emana dai suoi vicoli con il suono dei passi, le case di pietra sobrie ed eleganti, i loro muri possenti, le piccole finestre con i colletti variopinti, gli innumerevoli svettanti camini di svariate fogge, le eleganti inferriate, i tetti in beola antichi di anni e di fatica e... il magico silenzio delle notti stellate sono solo una piccola parte di Craveggia che siete invitati a scoprire. È sorprendente la quantità di opere di eccellente fattura, tranquillamente esibite su facciate di umili baite o prestigiosi palazzi settecenteschi. Si trovano affreschi che resistono alle

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intemperie già dal lontano 300 come quello realizzato nella cappella votiva di S. Bernardino, e molte altre preziose opere che sono visibili nelle cappellette votive della Via Cruels che sale dall’Oratorio del Piaggio in paese, o in vicini e lontani alpeggi, un tempo serviti da sentieri o mulaniere ed ora percorribili anche in automobile. Da ricordare, nel centro storico, l’eccezionale complesso della “piazza” con la Parrocchiale dedicata ai Santi Giacomo e Cristoforo dove si possono ammirare notevoli dipinti di Giuseppe Mania Borgnis e Lorenzo Peretti oltre al Tesoro dei Re di Francia, preziosissimo insieme di oreficerie, di stoffe, quadri e statue; l’elegante e prezioso Oratorio di Santa Marta opera dell’architetto craveggese Ferino che la costruì nel 1746, con la lantema barocca e con all’interno le pitture di Lorenzo Peretti di Buttogno; il grazioso Battistero e la ridente Casa Parrocchiale con i suoi loggiati domina su tutto lo svettante campanile in pietra e le eleganti scalinate che collegano la Via Roma con la Piazza offrono un fantastico “teatro all’aperto.” Tutto questo ha incantato personalità ed artisti che dal ‘900 in poi hanno scelto Craveggia quale meta di villeggiatura e dimora estiva arricchendo il paese di eleganti ville, giardini e parchi.


Cremenaga Varese

Il territorio ........................... Cremenaga e Monte Sette Termini

Cremenaga è situato nei pressi della strada provinciale, dove si trova la Dogana con la Svizzera, che unisce Ponte Tresa con Luino. Il toponimo è probabilmente composto da due voci e da un suffisso tardo-germanico, e perció scomponíbíle in Kair, che significa pietra, roccia, dal quale deriva la prima parte del nome, cre, poi da men che starebbe per montagna, e quindi da ago, databile nell’alto Medioevo; il tutto dá origine a un nome diffuso per esempio in Canton Ticino (Cremena), in Valsassína (Cremeno), e nella locale Crana, e si presta molto bene per descrivere la natura montuosa e rocciosa del territorio comunale. Visitando il paese si ricava immediatamente l’impressione di una grande tranquillitá, dovuta soprattutto al silenzio nel quale si trova immerso. Ma anche altri fattori spiegano questa condizione: la vicinanza con Ponte Tresa, molto piú conosciuto e con un passaggio doganale infinitamente piú utilizzato, e la mancanza di infrastrutture per accogliere eventuali turisti nel periodo invernale o estivo.

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IL FIUME TRESA. Peraltro la storia del paese è assai antica, in quanto il centro storico e il primo nucleo abitativo di Cremenaga risalgono almeno al XIV secolo, quando l’abitato faceva parte del feudo delle Quattro Valli, prima dipendente dalla Valtravaglia mentre poi, nel 1439, diventerá parte dei possedimenti della famiglia Rusca. Nel 1690, con la Valmarchirolo, entrerá a far parte del feudo di Angera. Ma con ogni probabilità, il paese è stato quanto meno una zona di transito giá in epoca preistorica, come sembra potersi rilevare dalla scoperta di alcune coppelle - piccoli vasi usati per raffinare metalli preziosi - attribuibili alla tarda etá del ferro. La chiesa parrocchiale di Cremenaga, dedicata a Santa Maria Annunciata, risale al 1854 ed è costruita in stile neoclassico, ma ne esistono due precedenti, quella di San Quirico, del 1352, e quella di Santa Maria, del 1670. Le risorse economiche di Cremenaga appaiono modeste e quasi tutte provenienti dal frontalierato, anche se sono presenti alcune índustríe manifatturiere e alcune attività legate all’edilizia e al commercio. Fonte: www.itinerariesapori.it


“the kings’s chair”

“night disco” “column”


“Vogue”

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“White night”


Daverio Varese

Centro storico di pregio ........................... Centro storico e Chiesa di Santa Maria - Daverio

Daverio è un paesino di poco più di 3.000 abitanti adagiato tra le colline moreniche dell’antico ghiacciaio del Verbano. Metà del suo territorio si sviluppa in aree boschive e agricole con numerosi sentieri percorribili a piedi e in bicicletta. Un centro storico di pregio, con ville nobiliari e una chiesetta risalente al 1200. Molte frazioni, in particolare Dobbiate che ha un’origine romana e mantiene l’antica struttura medievale che accoglieva i pellegrini sulla via per Roma. Reperti di epoca romana di una certa importanza sono raccolti presso il civico Museo di Varese. Nel suo territorio permangono reminiscenze di paludi preistoriche con insediamenti palafitticoli. Vivace anche l’attività artigianale e industriale. Nel paese operano molte associazioni che lo rendono vivo. Molte sono le attività sportive e culturali. Una Palestra e una Palazzina della Cultura di

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........................... Centro storico - Daverio

recente costruzione offrono gli spazi per accogliere le tante iniziative. Molti anche i concerti estivi che si tengono nelle ville storiche. Laboratori d’arte per bambini e rassegne teatrali sono organizzate dalla locale Biblioteca che è punto di riferimento per l’interprestito anche dei paesi confinanti


Germignaga Varese

Cenni storici ........................... Parco Le Fontanelle - Germignaga (foto: Fazio)

Il toponimo “Germiniaca” viene citato per la prima volta in un documento che risale all’anno 807. Le fonti più antiche riportano dell’esistenza di un mercato presente nella zona fin dal XII secolo. Durante l’impero di Carlo Magno divenne possedimento di un certo Alpicario, un nobile alemanno che fu successivamente chiamato alla corte imperiale. L’episodio storico più rilevante vide il territorio comunale protagonista di un’importante battaglia svoltasi nel 1276: in quell’occasione le truppe di Ottone Visconti, arcivescovo di Milano, sconfissero i feudatari del posto, arroccati all’interno di una fortificazione difensiva lungo le sponde del fiume Tresa. Tale vittoria decretò l’ascesa al potere di Ottone e la distruzione dell’importante struttura difensiva che era stata costruita fin dal VI secolo d.C. come “limes” arretrato. Fanno parte del patrimonio storico e architettonico le splendide ville ottocentesche disposte sul lungolago: conservate in ottimo stato, rendono particolarmente gradevole il paesaggio. Dove sorgeva il castello fu edificata nel Duecento la parrocchiale dedicata a S. Giovanni Battista ma gli ampliamenti del XVII secolo hanno quasi completamente distrutto

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......................... Parco Boschetto - Germignaga (foto: Fazio)

l’antica costruzione, di cui rimane soltanto lo splendido campanile romanico. L’attuale parrocchiale, situata nella parte centrale del nucleo urbano, è la risultante di un ampliamento della cappella di S. Rocco, effettuato nel “500, e delle modifiche apportate nell’Ottocento in occasione della ricostruzione del campanile. Fonte (www.italiapedia.it)


Locate Varesino Como

Cenni storici ........................... Veduta dall’alto - Locate Varesino

È ancora avvolta nel mistero l’origine del toponimo: per taluni deriverebbe dalla voce lombarda “loeugh” (appezzamento di terreno coltivabile), per altri dal latino “lucus” (bosco) e nel suffisso “ate” l’origine celtica della popolazione. Ciò che è invece sicuro è l’appartenenza del territorio comunale al contado del Seprio, che fu rifugio dei Torriani fino al 1287. Una testimonianza di quel periodo è rappresentata dalla torre in località “Trionfina”. Locate, come gli altri paesi del circondario, subì il saccheggio nel 1510 quando le truppe svizzere calarono in Italia chiamate da Papa Giulio II per liberare la Lombardia dai Francesi. Tra gli eventi più significativi della storia del paese va ricordata, nel marzo 1468, la sosta di Lodovico il Moro, giovane pellegrino diretto al santuario di Varese. Locate Varesino fu annesso in due occasioni alle vicine Carbonate e Mozzate. La prima volta nel periodo napoleonico (annullata nel 1815) e la seconda nel 1928 (revocata nel 1950 dopo il pronunciamento in tale senso della popolazione locale).

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La curva demografica del paese, a partire dal XVII secolo, subì vari “scossoni” a causa di pestilenze, carestie ed emigrazioni negli Stati Uniti. Nel corso del Novecento la crescente industrializzazione - fabbriche e imprese nel settore della carta, dei cartoni, dei generi alimentari, delle materie plastiche e dei prodotti per l’edilizia - fecero passare in secondo piano l’agricoltura (viti, gelsi per l’allevamento dei bachi da seta e cereali). Questo Comune ha dato i natali a Filippo e Agostino Comerio, due importanti esponenti del Neoclassicismo nelle arti figurative. I due ottennero incarichi di rilievo a Bergamo, Milano, Mantova e Verona. Favorito dalle eclettiche esperienze del padre, Agostino fu agli inizi dell’Ottocento uno dei più contesi autori di affreschi, tele e disegni. Lavorò per il Duomo di Milano e altre basiliche del capoluogo lombardo (San Satiro e San Sebastiano), per la basilica di Sant’Andrea a Mantova e nella Certosa di Pavia. A Locate restano alcuni suoi dipinti nell’abside della Chiesa parrocchiale.


Lugano Svizzera

Cittadina a misura d’uomo ........................... Lungolago Lugano

Circondata dai monti e da uno splendido lago, con la sua atmosfera tipicamente mediterranea, Lugano offre tutti i vantaggi di una città cosmopolita mantenendo però il suo spirito di cittadina a misura d’uomo. Oltre ad essere il terzo polo finanziario e un importante centro di congressi, di banche e d’affari della Svizzera, è anche la città dei parchi e dei giardini fioriti, delle ville e degli edifici religiosi.. Molto particolare e affascinante è il centro storico: una suggestiva e ampia zona pedonale, accessibile e ricca di splendidi edifici storici.

quella del lago, insolita e affascinante. (Fonte: Ticino Turismo e Lugano Turismo). Tantissimi gli eventi, organizzati in città per accontentare i diversi gusti di cittadini e turisti. Tra questi, nel periodo estivo, troviamo il LongLake Festival Lugano, festival internazionale, alla sua seconda edizione, che offre una programmazione più ricca e condensata di eventi: oltre 180 manifestazioni in 25 giorni. Un evento imperdibile che muove le vie e le piazze cittadine proponendo animazioni, spettacoli di teatro e danza, concerti e attività per bambini.

Se cercate arte, cultura, shopping e relax, Lugano saprà offrirvi momenti indimenticabili. I parchi e le passeggiate affacciati sul lago, le vie dei piccoli commerci, i musei e tanto altro sono pronti ad accogliervi e regalarvi un piacevole soggiorno. Nei dintorni della città sono inoltre numerose le offerte di svago accessibili: non perdetevi la cima del Monte San Salvatore, dalla quale potrete ammirare lo splendido paesaggio del golfo di Lugano e dell’intera regione. Grazie al servizio di navigazione, potrete inoltre scoprire angoli di rara bellezza da una prospettiva,

Sei i festival creati per meglio orientare la scelta. Quello più ricco è Lugano International Festival che offre un ampio e variegato programma con proposte che vanno dalla musica pop a quella classica, dal teatro al cinema, al cabaret, fino ai corsi intensivi offerti dalle masterclass. Inoltre si arricchisce della presenza di ospiti di fama internazionale. Urban Art Lugano Festival è un cantiere di iniziative artistiche diverse che spaziano in ambiti sperimentali, tramite i quali mette i cittadini in relazione con il contesto urbano.

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Lugano Svizzera

to al teatro, dalle marionette alle performance artistiche più originali e innovative. Lugano Words Festival, il filone dedicato alle “parole”, dà voce a scrittori e letterati proponendo recital e incontri nella magnifica cornice del Parco Ciani e nei suggestivi spazi dell’ExMacello Pubblico. Infine, Lugano Family Festival, prevede eventi di vario genere pensate per le famiglie e i più piccini.

........................... Lugano (foto: Yulia Repchinskaya)

Estival Jazz Lugano, il terzo Festival presente, propone il meglio della musica contemporanea del genere con artisti e complessi di fama mondiale. Mentre il Lugano Buskers Festival rende omaggio alla prestazione artistica di strada che, pur nell’essenzialità dei mezzi, dà vita a performance di qualità. Nella musica si spazia tra folk, rock, jazz, classica e altri generi; tra le espressioni artistiche, si va dal concer-

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Luino

Varese

Notizie storiche ........................... Porto Nuovo - Luino

Non risulta affatto chiara l’origine del toponimo, che si suppone provenga da etimi derivanti o dal sostantivo animale “lupo” o dal vegetale “lupino” o ancora, più verosimilmente, dalle caratteristiche del terreno. Il primo nucleo abitato sorse alle estremità della pianura alluvionale e risale all’età romana, mentre le prime fortificazioni furono costruite nell’alto Medioevo. Prima di essere sottomesso ai Visconti, il feudo fu oggetto di molte lotte fra importanti famiglie; alla morte di Gian Gale-

azzo Visconti, nella prima metà del ‘400, la signoria passò ai Rusca ma successivamente essi furono costretti a frammentarlo in seguito alla loro inevitabile decadenza. Fra il 1583 e il 1600, il feudo venne assegnato ai Merlani, dei quali non sempre fu pacifico il governo: infatti nel 1773 il feudo fu ceduto ai Crivelli, che ne persero i privilegi feudali alla fine dello stesso secolo. Nel 1848 Garibaldi sbarcò sul territorio comunale per intraprendere la sfortunata marcia verso Mazzone.


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Luino Varese Nel nuovo parlamento l’entità comunale fu rappresentata dal filosofo Giuseppe Ferrari. Di particolare rilievo architettonico sono l’oratorio di S. Pietro, che fonde linee barocche e romantiche, e la chiesa della Madonna del Carmine, del’400, è anch’essa molto importante perché conserva diversi affreschi di scuola del Luini. Negli ultimi anni del secolo scorso si verificò un rapido sviluppo demografico ed economico, decretato inizialmente dall’affermarsi di alcune strutture alberghiere e, in seguito, dalla nascita di numerose industrie. Cittadina turistica e commerciale lacuale, di origini antichissime, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e incrementato i servizi, soprattutto quelli legati al turismo, che ne fanno una rinomata stazione balneare. I luinesi presentano un indice di vecchiaia poco più alto della media e sono maggiormente concentrati nel capoluogo comunale, che non fa registrare segni di crescita edilizia. Tra le altre numerose località presenti sul territorio comunale, classificato montano, le più popolose sono: Colmegna, Longhirolo, Poppino e Pianazzo. L’orografia del posto presenta un profilo irregolare, con variazioni altimetriche anche abbastanza accentuate. Lo stemma comuna-

le, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, su fondo azzurro, un castello d’argento merlato alla guelfa e affiancato da un cigno. Sul capo d’oro dello scudo campeggia un’aquila nera coronata. Oltre agli uffici deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali, è sede del distretto scolastico n. 1, della Comunità montana, dell’ufficio dell’Apt e dell’Iat. L’economia locale non ha abbandonato l’agricoltura: si coltivano cereali, ortaggi e frutta; molto sviluppato risulta l’allevamento di avicoli, seguito da quello di caprini, ovini e bovini.

........................... Stazione di Luino (foto: F. Marmino)

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Luino Varese L’industria è rappresentata da fabbriche alimentari, manifatturiere, soprattutto mobilifici e oreficerie, meccaniche, metallurgiche, tessili e dell’abbigliamento; a queste si affiancano imprese edili, falegnamerie e stabilimenti per la produzione di gas ed energia elettrica. Il terziario si compone di una buona rete commerciale e dell’insieme dei servizi, tra i quali, accanto ad assicurazioni e fondi pensione, compaiono forniture di software e consulenza informatica e per l’installazione di elaboratori elettronici; va segnalato l’esercizio del credito e dell’intermediazione monetaria, pratica-

to attraverso numerosi sportelli bancari. Pur senza far segnalare servizi pubblici particolari, presenta tra le strutture sociali un asilo nido e una casa di riposo. Le strutture scolastiche garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo e includono numerosi istituti di istruzione secondaria di secondo grado, mentre quelle culturali sono rappresentate da una biblioteca e dal museo civico; il compito di salvaguardare e diffondere la cultura e l’informazione è inoltre svolto dal locale periodico “Il Corriere”. Le strutture ricettive consentono anche il soggiorno dei

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........................... Veduta di Luino

visitatori e quelle sanitarie garantiscono sia il servizio farmaceutico che quello ospedaliero. Grazie alla sua spiccata vocazione turistica, registra una grande affluenza di ospiti, alla quale si aggiungono le numerose presenze esterne nel mondo del lavoro, grazie allo sviluppo del commercio e della stessa industria turistica, che consente l’assorbimento di un considerevole flusso di manodopera. D’altra parte, se l’indotto turistico è alla base di rapporti particolarmente intensi con i centri vicini, il pendolarismo consta di rapporti, altrettanto intensi, con la Svizzera. Attirano numerosi visitatori anche i tradizio-

nali appuntamenti folcloristici, che si svolgono nel corso dell’anno. Tra questi, oltre al centenario “mercato del mercoledì”, che si svolge nel centro del paese, con concessione rilasciata da Carlo V nel 1541, meritano di essere citate: la “festa di primavera” e la “mostramercato del libro”. Una specialità gastronomica locale è il “lavarello carpionato”. La festa dei Patroni, i Ss. Pietro e Paolo, ricorre il 29 giugno. La cittadina ha dato i natali allo scrittore contemporaneo e a Piero Chiara. Fonte: www.italiapedia.it



Maccagno Varese

Sul fiume Giona ........................... Museo Parisi Valle

Maccagno è situato alla conflenza del fiume Giona nel Lago Maggiore. Proprio in questo suggestivo paesaggio i coniugi Parisi-Valle trovarono la sede ideale per il loro Centro dell’Arte, un luogo lontano dai grandi centri urbani, che con la tranquillità e la serenità trasmessa dall’unione dei monti al lago potesse ospitare la loro vasta collezione di oltre duemila opere, sia appartenenti alla produzione artistica dello stesso Parisi sia ad altre opere italiane. Così nacque il Museo Civico Parisi-Valle, progettato da Maurizio Sacripanti in una curiosa struttura “a pon-

Eventi

Torte per tutti i gusti

te” sul torrente Giona, che espone a rotazione opere d’arte contemporanea. Va accennata la storia di questo paese: nasce come villaggio di pescatori e artigiani che nella metà del 900 diede ospitalità e protezione all’Imperatore Ottone I che in segno di riconoscenza gli concesse l’indipendenza e il privilegio di coniare monete. Maccagno riuscì a conservare la sua indipendenza per secoli fino all’avvento dei Borromeo. Infine ricordiamo i natali illustri come l’umanista Della Bella, detto “il Macaneo”. www.museoparisivalle.it

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Malesco

Verbano Cusio Ossola

Cenni storici ........................... Panorama di Malesco

Malesco é stato nei secoli il più popoloso paese della Valle Vigezzo. Le sue origini risalgono probabilmente alla preistoria; di epoca romana si sono rinvenute: tombe, suppellettili e il lastricato di una antica via, mentre la toponomastica indica la presenza longobarda, nella cui epoca il paese dovette essere importante avamposto, a guardia degli sbocchi di Finero e delle Centovalli, verso il lago Maggiore. Nei primi decenni del ‘900 il paese si aprì al turismo ed ebbe la ventura di ospitare l’illustre letterato Ettore Romagnoli, per opera del quale, per alcune estati, poté godere di una raffinata “stagione teatrale”. Durante l’ultima guerra Malesco fu particolarmente legata alla Resistenza. Oggi il fiorente paese vigezzino offre anche facile accesso, attraverso la Valle Loana, al grande Parco Nazionale della Val Grande, su cui si estendono molti suoi territori e che costituisce la più grande riserva naturale d’Europa. Qui il turista sensibile all’ambiente, fra incredibili scenari alpini, fra folta vegetazione e ricca fauna, può scoprire le deboli vestigia dell’antica civiltà dell’alpeggio e lasciarsi conquistare dal fascino di una natura incontaminata.

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........................... Fontana del Basilisco - Malesco

Malesco è inoltre sede dell’Ecomuseo Regionale “Ed Leuzerie e di Scherpelitt” (della Pietra Ollare e degli Scalpellini) che si occupa della valorizzazione della cultura e dei saperi locali. Nel mese di agosto a Malesco in Val Vigezzo si tiene il Festival del Cortometraggio “Malescorto”, un appuntamento imperdibile per tutti i videomakers e gli appassionati di cortometraggi.


Marchirolo Varese

Dà il nome a tutta la valle ........................... Veduta di Marchirolo

Questa località, che dà il nome a tutta la valle, ha origini etimologiche medievali: si presume che il toponimo derivi dalla radice germanica “marka” cioè ‘confine’, con chiaro riferimento ad una vasta area dell’altopiano occupata ancora oggi da un prato detto “marchirolo”; sul territorio comunale sono stati recuperati reperti archeologici risalenti all’età romana. Nel Medioevo il borgo dipese dalla diocesi di Como; nel secolo XII fu conteso tra Como e Milano e a quest’ultima fu poi ceduto nel 1796. Successivamente il duca Filippo Maria Visconti concesse il feudo ai Rusca; passò poi ai Marliani e, dal 1784 fino al 1797, ai Crivelli. Fu molte volte sconvolta da invasioni, saccheggi ed incendi da parte dei mercenari svizzeri. Ciò fu causato dalla sua posizione di confine che permetteva l’ingresso e il passaggio di soldatesche straniere, come si verificò in occasione del transito delle truppe austro-russe comandate dal generale Souwarow, episodio riportato anche dalle cronache locali. Il centro storico è in gran parte caratterizzato dai canoni dell’architettura medievale. Numerosi sono gli affreschi votivi religiosi che decorano i muri delle vie; la chiesa parrocchiale, in forme barocche, fu costruita tra il 1698

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ed il 1732; all’interno vi sono conservate molte opere di notevole pregio databili tra il ‘400 e il ‘700; altra chiesa barocca è quella dedicata a S. Pietro, edificata intorno al 1670 sul luogo di una precedente chiesetta di impianto romanico; molto importante e suggestiva, infine, è la chiesa di S. Paolo, costruita nei primi anni del ‘700 e immersa in un conteso ambientale incantevole. Comune di montagna, dalle origini medievali, che fa registrare un modesto sviluppo industriale, avendo praticamente abbandonato l’attività agricola. I marchirolesi presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media e sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale, con una sporadica presenza nella vicina località di Colonia Bolchini. Il territorio comunale, che ha conosciuto una forte crescita edilizia in concomitanza con il recente sviluppo economico, presenta un profilo irregolare, con variazioni altimetriche anche molto accentuate. Di tale caratteristica orografica risente anche l’abitato, che mostra un andamento plano-altimetrico abbastanza movimentato e si sviluppa alle pendici di un’altura morenica. Fonte (www.italiapedia.it)


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Mesenzana Varese

Festa medievale ........................... Festa medievale di Mesenzana

È una manifestazione che si svolge annualmente e coinvolge tutta la popolazione nella sua organizzazione, così che i cittadini diventano il motore trainante dell’opera, trasformandosi in fabbri, sarti, pittori, falegnami, guerrieri e figuranti...”, che fanno rivivere ai visitatori le gesta dei cavalieri. In quel giorno particolare è come se per opera di una macchina “fantastica”, Mesenzana facesse un salto indietro nel tempo di almeno 1000 anni. Tutto è reso reale dall’allestimento di un vero e proprio accampamento medioevale, animato da figuranti del posto, e da alcuni momenti emozionanti come quello del lancio dei falchi dal campanile della chiesa, o del corteo con i gonfaloni delle 5 contrade. A chiudere la manifestazione è l’evento forse più spettacolare ed emozionante del combattimento tra gli 8 cavalieri della compagnia di S. Giorgio. Una storia passata, certo, ma sempre presente a permeare con un alone di magia e rapimento, la vita di questa comunità della Valtravaglia. Ne è la prova tangibile la presenza di scudi, stendardi, spade e gonfaloni esposti in bella mostra nei locali comunali, sempre pronti a ricordare storie di assalti, battaglie e momenti di vita quotidiana, nel feudo della pieve di Travalia e di

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........................... Veduta panoramica - Mesenzana

Mesenzana, ai tempi soggetta ai locali domini, vassalli dell’arcivescovo di Milano. Altra importantissima testimonianza storica è la presenza della torre sulla sommità della collina che domina Mesenzana. www.mesenzana.com


Montegrino Varese

La storia ........................... Montegrino

La storia di Montegrino inizia nell’VIII sec. a.C., allorché nella Valtravaglia si insediano i Celti; questo popolo, che viveva di pastorizia e di commercio grazie alla presenza del lago, venne sconfitto dai Romani. L’occupazione romana cominciò alla metà del III a.C. L’Alto Medioevo fu caratterizzato dalla presenza del sistema feudale; nella Valtravaglia si ebbe la nascita della Pieve della Valtravaglia, che come feudo appartenne dapprima al monastero di S. Pietro in Ciel d’Oro di Pavia quindi agli arcivescovi di Milano ai Visconti ai conti Rusca di Como, ai conti Marliani e, infine, ai conti Crivelli, gli ultimi feudatari. Nel corso di questo succedersi di feudatari, vi fu comunque un periodo convulso, dal 1513 al 1573, nel corso del quale il feudo passò varie volte di mano.Inoltre, nel 1513 la Valtravaglia venne occupata dagli Svizzeri, che la resero all’imperatore Carlo V in cambio di Mendrisio con la pieve di Balerna. La storia della Valtravaglia, dal XVI secolo, finirà con l’identificarsi con quella della Lombardia. Nel 1559, per la pace di CateauCambresis, la Valtravaglia passò sotto la dominazione spagnola, che durò fino al 1714, quando agli Spagnoli successero gli Austriaci. Il ciclone rivoluzionario prima, napoleonico poi, squassò i vecchi equilibri politici: con i territori tolti agli Austriaci

........................... Laghetto delle Ninfee - Montegrino

venne creata nel 1797 la Repubblica Cisalpina, nel 1802 nacque la Repubblica Italiana, che lascerà posto nel 1805 al Regno d’Italia. In quest’ultimo stato, la Valtravaglia venne inserita nel dipartimento del Lario, con capoluogo Como. Dopo la sconfitta di Napoleone, il Congresso di Vienna (1814-1815) assegnò la Lombardia all’Austria, unitamente al Veneto; le due regioni diedero origine al Regno Lombardo-Veneto, sostanzialmente un’appendice dell’impero asburgico. Nel 1859, dopo la Seconda Guerra d’Indipendenza, entrò a far parte del Regno d’Italia, dapprima facendo parte della provincia di Como, quindi, dal 1927, di quella di Varese.

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Novara

Cenni storici ........................... Palazzo Natta - Novara

Il Novecento vede Novara avviarsi verso un notevole sviluppo economico, con il fiorire della grande industria tessile, meccanica, chimica, poligrafica e alimentare, legata soprattutto alla lavorazione di latticini, di livello internazionale. La rilevanza di Novara, da un punto di vista agricolo, riso, cereali e mais, è testimoniata dalla presenza di una importante Borsa Merci, specializzata nella trattazione di cereali, latticini e fieni. Palazzo Natta, affacciato su Piazza Matteotti, è sede della Provincia di Novara e ospita la Prefettura. L’edificio fu costruito per desiderio dei Conti Caccia di Mandello e Castellazzo, nobile e antica famiglia novarese, per poi venire acquisito dalle famiglie Natta d’Alfiano e Natta Isola di Casale. Il nucleo più antico del Palazzo è la Torre dell’Orologio, nota nel passato come “torre grande”, della quale si ha notizia a partire dal 1268: la torre medievale è ciò che resta della “contrada delle torri lunghe”, l’antico quartiere nobiliare della città. Attorno, nel tempo si aggiunsero altre costruzioni, fra le quali quella di maggior pregio, datata attorno al 1580 e attribuita all’architetto rinascimentale Pellegrino Pellegrini, detto il TibaldI, presenta una planimetria, per alcuni simile a quelle delle antiche ville romane, con l’allineamento sullo stesso asse dell’ingresso principale, del cortile d’o-

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........................... Giardino Palazzo Natta - Novara

nore e del giardino privato. L’edificio fu ulteriormente ampliato nel corso del Settecento. Il cortile d’onore è per i quattro lati delimitato da un sottoportico con volta a botte; il disegno della pavimentazione, realizzata con ciottoli di fiume e beole, riproduce la rosa dei venti e si trova ripetuto anche nel giardino interno. Simbolicamente posto all’incrocio fra il cardo e il decumano dell’antica pianta cittadina, il giardino, il cui restauro conservativo è stato ultimato nel 1998, costituisce un piccolo polmone verde per il centro cittadino.


Oggiono Lecco

Le testimonianze archeologiche fanno risalire l’origine di Oggiono all’epoca romana.

Cenni storici ........................... Veduta di Oggiono

Il nome Oggiono deriva da Augionus (luogo ricco di acqua). Anche toponimi come Laguccio, Peslago (post lacum= dopo il lago) e Imberido (Imber = acquazzone) segnalano che il territorio oggionese, anticamente, era paludoso e lagunare. Le testimonianze archeologiche - dai massi avelli all’Ara a Mercurio in località Peslago - fanno risalire l’origine di Oggiono all’epoca romana. I Romani, sconfitti i Galli che si erano stanziati in Lombardia, iniziarono un’opera di colonizzazione e di pianificazione culminanta, nel Isec. d.C., nella costituzione del pagus - forma di organizzazione politica e insieme sacra con propri magistrati eletti o imposti da Roma, che integrò le preesistenti tribù galliche con militari e veterani. Questo nuovo centro, negli anni successivi, ebbe un considerevole sviluppo commerciale (ne è la prova l’Ara dedicata al dio Mercurio, protettore anche dei commercianti). All’epoca della dominazione longobarda (584774) risale, con molta probabilità, l’origine della pieve di Oggiono, che faceva parte del Ducato di Milano, articolazione del regno dei Longobardi. La pieve (da plebs=gente, cioè massa indifferenziata, di condizione, costume e culture diverse), istituzione religiosa e civile insieme, fu garante

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dell’integrazione fra i conquistatori e la popolazione indigena. Nel VI secolo sorse ad Oggiono un Battistero, sui ruderi del quale sarà edificato, nell’XI sec., l’attuale Battistero di Giovanni Battista; nel VII sec. si diffuse anche ad Oggiono il culto di S. Eufemia. Dalla presenza dei Longobardi ad Oggiono resta traccia evidente nel toponimo Stolegarda (dal germanico Stodigard = recinto dei cavalli), com’è chiamata la collina oltre la stazione ferroviaria. Oggiono, all’epoca dei Franchi, faceva parte del contado di Milano ed era governata da un feudatario, vassallo minore, uno dei “Capitanei”, luogotenente del conte e poi del vescovo. Allora e nella successiva età feudale, i Capitani si fecero costruire un Castello, sopra Imberido, nella località che ne porta ancora il nome, mentre di un Castellazzo restano tracce sopra il Laguccio, dove sorge Villa Sironi. Nell’età comunale (XII sec.) gli Oggionesi combatterono, al fianco dei Milanesi e degli altri Comuni lombardi, contro il Barbarossa a Legnano. Dopo la pace di Costanza (1183), nei due secoli di lotta fra i Comuni e fra opposte fazioni, guelfi e ghibellini, anche all’interno di ogni villaggio e di ogni Comune, gli Oggionesi si schierarono con i Visconti, Signori ghibellini di Milano.



Orino

Varese

Il territorio ........................... Rocca - Orino

Orino è un piccolo comune situato alle pendici del Parco Regionale Campo dei Fiori. Camminando lungo le strette vie del centro storico si possono scorgere i segni del passato che rendono caratteristico questo piccolo borgo. I lavatoi, le fontane, i cortili offrono scorci suggestivi e unici a un osservatore attento. Allontanandosi dal centro si nota che il paese è circondato da un macchia diverde che regala tranquillità a tutto l’abitato. Una delle principali attrattive del paese è la Rocca di Orino, una fortificazione dell’età romana (XIV - XV sec.), posta a pochi minuti dal paese, nella zona occidentale del Campo dei Fiori. La struttura, di proprietà privata, è stata sottoposta ad opere di restauro. Vale la pena addentrarsi nei boschi anche solo per vedere le imponenti mura e la torre angolare. Dopo la camminata è possibile recarsi presso la località fonte Gesiola, dove si trova l’antica Fonte e il caratteristico “crotto” adibito oggi a bar-ristorante. Da qui si può godere di una meravigliosa vista su tutta la valle. La chiesa medioevale di San Lorenzo e la chiesa parrocchiale di Orino, edificata nel 1685, situata di fronte al municipio nella piazza del paese, rappresentano altri due luoghi di interesse

........................... Comune di Orino

culturale. Per chi poi volesse scoprire i sentieri del parco, ci sono numerose proposte: uno fra tutti il sentiero che conduce al Pian delle noci, un ampio pianoro con un’area attrezzata, che prosegue fino al forte di Orino.

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Porto Valtravaglia Varese

Come indicano il nome stesso, e i numerosi esempi d’arte e civiltà, rivela la sua origine come porto più importante dell’Alto Verbano.

Notizie storiche ........................... Il Porto (Foto: Marmino)

Il Comune si dispiega in diverse frazioni, (Ticinallo, Muceno, Musadino, Domo, Ligurno, Torre e San Michele) posizionate tra il lago e le colline, dove è possibile praticare sia sport acquatici che andar per boschi lungo i numerosi sentieri che conducono sulle montagne circostanti ed arrivare così in luoghi ameni dove contemplare dall’alto la meraviglia del lago. Gli abitanti non nascondono le loro lontane radici: le case con i loro portali austeri che si aprono su cortili lastricati; le ville con i loro meravigliosi giardini; nuclei urbani in cui si riconosco-

no le antiche “masserie”, o le “corti medioevali”. Nell’abitato di Porto Valtravaglia (210m) ad esempio, la via principale presenta edifici che risalgono al Seicento; gradevoli sono inoltre il vecchio porticciolo ed il lungolago, recentemente ristrutturato e delimitato da una cortina di vecchie case alle spalle del municipio. Di rilevante importanza è la Chiesa di S. Maria Assunta, in Via Roma; sulla stessa via si affaccia anche la Chiesa di San Rocco, mentre la Chiesa Immacolata al Fiume, è situata sulla strada statale in direzione Luino.

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Porto Valtravaglia Varese

UN PO’ DI STORIA… L’origine del nome è data dall’importanza che il paese ha avuto nei tempi in cui il lago era l’unica via di comunicazione e di commercio, essendo situato a Porto Valtravaglia il principale porto della costa. Intenso era il traffico di imbarcazioni che collegavano i centri della valle con Luino, Laveno, e altre località costiere lombarde e piemontesi. Le prime notizie storiche riguardanti il borgo, risalgono al sorgere delle chiese attorno all’anno Mille. Per molti secoli Porto fece parte di un feudo ecclesiastico; dopo le lotte per le investiture, seguì la sorte di tutte le terre del lago Maggiore. Durante il dominio austriaco appartenne alla provincia di Como; fu inclusa alla provincia di Varese nel 1927. L’economia del comune è alquanto eterogenea. Abbandonati l’agricoltura e l’artigianato, la maggior parte

della popolazione svolge il proprio lavoro nella vicina Svizzera, invertendo così la corrente di lavoratori, che un tempo dalla Svizzera e da tutta Europa si riversavano a Porto per cercare impiego presso l’antica vetreria Lucchini considerata la più importante soffieria di vetro italiana. L’attività industriale imperniata negli anni passati su complessi di media grandezza, sta vivendo in quest’ultimo periodo un momento di crisi con l’andamento nazionale. Per questo e per altri motivi, non da ultimi la varietà e la bellezza del paesaggio, già da alcuni anni il paese si sta muovendo verso il settore del turismo che richiama villeggianti dalle vicine città e soprattutto turisti d’oltralpe come numerosi Tedeschi, Francesi ed Olandesi. www.comune-portovaltravaglia.it

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Santa Maria Maggiore Verbano - Cusio - Ossola

Valle Vigezzo ........................... Scorcio della Val Vigezzo

La Valle Vigezzo è situata nelle Alpi Lepontine, nell’estremo lembo orientale del Piemonte, a pochi chilometri dal confine italo-svizzero. Essa, con la dolce morfologia del suo altopiano di origine glaciale, costituisce un accesso privilegiato alla più aspra Val Grande, l’area wilderness più vasta d’Italia. La Valle Vigezzo è conosciuta come “Valle dei Pittori” sia per la storica presenza di ritrattisti e paesaggisti sia per la bellezza della natura. Ognuno dei sette comuni ha proprie piccole frazioni che conservano intatta l’atmosfera della passata vita rurale. La peculiarità della Valle Vigezzo deriva dal percorso della sua storia; essa è stata una valle di grande e fortunata emigrazione verso le città italiane e transalpine. Santa Maria Maggiore è da sempre il centro politico e religioso della Valle. Fu sede del Mandamento, cioè sede dell’area sulla quale il Pretore di Valle esercitava la propria giurisdizione, e della Chiesa matrice dalla quale, poco alla volta, si staccarono gli altri paesi, erigendo parrocchie locali. Santa Maria Maggiore è la sede di due importanti strutture museali: il Museo dello Spazzacamino e la Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini. Il Museo dello Spazzacamino si trova all’interno del par-

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........................... Scorcio della Val Vigezzo

co di Villa Antonia; è il luogo in cui sono raccolti oggetti e attrezzi di lavoro, abiti e immagini che raccontano la storia dei vigezzini che, dopo aver abbandonato casa e famiglia, andavano all’estero a praticare il duro mestiere dello spazzacamino fumista. La Scuola di Belle Arti (Via Rossetti Valentini 1) è stata invece fondata da uno dei numerosi pittori ritrattisti emigrati dalla Valle dei Pittori, Giovanni Maria Rossetti Valentini, che, come tanti altri, aveva soggiornato in Francia dove aveva lavorato e insegnato. Ritornato in patria, aveva aperto una scuola gratuita per insegnare ai ragazzi le basi del disegno, della pittura e dell’ornato.


Somma Lombardo Varese

Un po’ di storia ........................... Castello Visconti di S. Vito

Popolata già nell’età del bronzo e poi in età romana, il suo nome ha sicuramente origini latine e indica il punto più alto della strada romana che conduceva a Milano dal lago Maggiore. Il testamento di Guilzone, signore del posto nel IX secolo, è il documento in cui per la prima volta si parla della località “Summa”. In età gallica vi era un insediamento della tribù dei “Votrodones”, come risulta da un’incisione ritrovata su un’ara votiva e rinvenuta nel castello visconteo. Nel 1141 fu di proprietà di Guidone Visconti per donazione dell’abate Venerio di San Gallo. Furono poi i Della Torre che nel 1270 divennero proprietari di gran parte del territorio comunale ma nel 1288 Uberto Visconti fu insignito del titolo di signore di Somma e Massino. Tuttavia il potere dei Visconti su questa zona ebbe inizio nel 1448, quando i due fratelli Francesco e Guido si divisero il territorio fra la parte bassa e quella alta. Il borgo rimase proprietà dei Castelbarco-Visconti fino al 1735, quando venne occupato da Carlo IV, imperatore d’Austria. Notevole il contributo dei sommesi durante la prima e la seconda guerra mondiale; molti furono infatti i caduti e i dispersi. Simbolo della storia locale il castello visconteo, notevole

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........................... Castello Visconti di S. Vito

costruzione che risale al XII secolo e che conserva al suo interno notevoli affreschi del XVI e XVII secolo. Si segnalano inoltre la chiesa prepositurale di Sant’Agnese fatta costruire dai Visconti, la chiesetta di S. Vito ricca di opere d’arte, la chiesa di S. Bernardino eretta nel 1523, la chiesa di S. Rocco che sorse come oratorio di campagna nel 1529 e il santuario della Madonna della Ghianda.


Stabio

Svizzera

Il territorio ........................... Stabio

Un arco di colline boscose a meridione e a ponente, contornato dalle ultime montagne delle Prealpi ad est e a nord, chiude la pianura del Mendrisiotto. Là dove i campi un tempo erano i più fertili e la pianura lascia il posto alle colline che segnano il confine con l’Italia, si trova Stabio. Un angolo di terra che si incunea nel territorio italiano e che confina con i comuni di Genestrerio e Ligornetto. Due i valichi doganali, rispettivamente nelle frazioni di Gaggiolo e San Pietro.

Stabio, 612 ettari di superficie, circa 355 metri sul livello del mare, è situato tra vaste pianure, spesso coltivate come a Santa Margherita, ed alcune piccole e dolci colline ricoperte da boschi e prati, come sono per esempio Montalbano e Bella Cima. La borgata ha le stesse caratteristiche delle tante sparse nella pianura lombarda, ed alcune particolarità, come la collina del Castello, al centro del paese, quasi un osservatorio naturale sul territorio circostante.

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Turate

Como

Origini ........................... Comune di Turate

I primi documenti che la menzionano e ne attestano l’esistenza risalgono al XIII secolo ma non si può escludere che le sue origini vadano riportate al periodo in cui la Lombardia era occupata dai celti: infatti, i toponimi che terminano in -ate indicano solitamente la presenza di insediamenti di questa popolazione. Nel Trecento faceva parte della pieve di Appiano Gentile. Le fonti, per questo periodo, attestano l’esistenza di sette chiese, la cui costruzione era stata, in parte, finanziata dalla nobile famiglia Cojmi (poi Caimi), di origine germanica. Quest’ultima, stabilitasi a Milano all’inizio dell’undicesimo secolo, accrebbe il proprio prestigio al servizio dapprima dei Visconti, impegnati nell’assedio di Pavia, e, nel XV secolo, degli Sforza: da Francesco e Bianca Maria Sforza ottenne l’esenzione dal pagamento dei tributi. Infeudata nuovamente ai Caimi da Filippo IV, re di Spagna, nella prima metà del Seicento, fu in seguito elevata al rango di contea. Nel 1785, con la morte dell’ultimo esponente della casata Caimi, il conte Ignazio, iniziò un periodo di autonomia, nel corso del quale si cercò di stimolare la ripresa delle attività agricole: il tentativo ebbe buon fine, tanto

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........................... Comune di Turate

che, nel XIX secolo, la località riforniva di cereali Milano e il dipartimento dell’Olona. Nel patrimonio storico-architettonico spiccano: il palazzo Pollini, in stile barocco, fatto costruire dai Caimi sui resti di una precedente struttura quattrocentesca; la casa militare Umberto I, ente morale fondato nel 1898 dall’industriale Giuseppe Candiani; la chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, la cui struttura originaria risale all’undicesimo secolo. Fonte: www.italiapedia.it


Dal Lunedì al Giovedì: 15:00 - 18:00 Venerdì, Sabato e Domenica: 10:00 - 12:00 e 15:00 - 18:00


VINCENZINO VANETTI Vincenzino Vanetti é nato il 2 aprile 1944 a Luino (Varese). Artista poliedrico è di formazione autodidatta. Si esprime nelle diverse discipline artistiche come la grafica, l’incisione, la pittura, la scultura e la ceramica, che sono caratterizzate da forti propensioni e accenti espressionisti. La sua indagine artistica subisce l’influenza delle grande scuola espressionista nordica e si indirizza fin dai suoi esordi, con lo sguardo teso a maestri come Ensor, Kirchner, Nolde, Van Gogh, ma è soprattutto Chaime Soutine che lo ha affascinato e attratto di più. Nell’ambito della figurazione di tendenza, l’artista di Voldomino, ha raggiunto oggi una sua maturità artistica che giustamente lo porta ad essere considerato uno fra gli esponenti più rappresentativi dell’espressionismo esistenziale contemporaneo. Studio e lavora a Voldomino di Luino. Sito: www.vanettiv.it

JUDITH VERGA-ZIGERLIG Nata in Svizzera a Sachseln OW e cresciuta nel Ticino, ora vive e “crea” a Tenero, abbracciando così due culture a lei tanto care. La pittura è per Judith il pretesto per fermare le immagini di ciò che la circonda, così, grazie ai suoi viaggi e ad una appassionata ricerca si riappropria delle radici agresti del suo Ticino, riproponendo le atmosfere Ankeriane che tanto l’hanno affascinata. Judith rimane sempre stupita nel vedersi così diversa in ogni sua sperimentazione. Ama il cambiamento e tutto quanto le procura una sfida. Il suo coraggio le fa usare senza mezze misure i colori forti, tanto quanto la sua delicatezza si sofferma sul più piccolo dettaglio. Le opere esposte non sono a scopo di lucro, una dedizione che ha solo l’intento di “svegliare” nella gente i valori che in parte sono andati persi. Ha esposto in Svizzera, Germania e Italia. Sito: www.judithverga.ch 89


Judith matura attraverso un percorso artistico plastico e pittorico regalandoci con le sue molteplici maschere una vivida teatralità e con lo stesso entusiasmo si dedica a varie forme scultoree.

Sull’attività di Judith sono stati realizzati articoli di stampa e trasmissioni televisive. Il ricavato della vendita delle sue Maschere è stato devoluto ad associazioni che si prodigano per l’infanzia. 90


Immensa teatralità, dimensione fantastica, passioni e culture. Stagioni di vita vissute nel ripetersi dell’immaginario.

Su questo palcoscenico si muove con spontaneità Judith, plasmando e colorando con accorta e sottile sensibilità frammenti di sogno e di reale, nati da pulsioni emotive e razionali, in una squisita sintesi di forme, colori, sentimenti. 91


Varese

Cenni storici ........................... Villa Recalcati

Le prime tracce di un insediamento abitativo ritrovate sul territorio risalgono alla preistoria, infatti i numerosi reperti esposti nel museo di Villa Mirabello e i ritrovamenti di insediamenti palafitticoli sull’isolino Virginia dimostrano che il territorio era abitato già nel 3000 a.C.[5]. Su questo isolotto al largo di Biandronno nel 1863 l’abate Stoppani con due archeologi svizzeri rinvennero infatti dei resti palafitticoli. Successive ricerche portarono al ritrovamento sul lago di un’altra decina di insediamenti sparsi tra gli attuali comuni di Bardello, Cazzago Brabbia e Bodio Lomnago, datati tra il neolitico inferiore e la prima età del ferro. Tuttavia non si hanno notizie precise del borgo fino allo sviluppo della cultura di Golasecca, estesa a tutta l’area lombarda-piemontese, e la cui evoluzione sarebbe continuata ben oltre la fondazione dell’Impero Romano. Le importanti vie di comunicazione utilizzate soprattutto da mercanti e militari che collegavano Milano con l’attuale Svizzera attraverso la Valganna, Ponte Tresa e il Canton Ticino, avrebbero presto accentuato l’importanza di Varese come luogo di transito. Nell’Alto Medioevo Varese partecipò alle vicende storiche del Seprio e alle lotte intestine tra

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Como e Milano. Con la caduta di Castelseprio nel 1287 e l’ascesa dei Visconti il legame di Varese con Milano diventò ancora più stretto e duraturo. Investita nell’XI secolo dalla costruzione di numerosi presìdi difensivi destinati a controllare l’accesso in Pianura Padana da settentrione, nel corso del Trecento Varese si dotò dei primi statuti che avrebbero regolato la vita cittadina, fondata su una sostanziale e privilegiata autonomia di governo che durò fino alla seconda metà del Settecento. Dopo i disordini scoppiati con la morte di Gian Galeazzo Visconti, nel 1407 il condottiero Facino Cane, conte di Biandrate si proclamò signore di Varese, usurpando quei privilegi che sarebbero stati restituiti al borgo tre anni dopo da Giovanni Maria Visconti. Il successivo periodo sforzesco assicurò a Varese un certo sviluppo economico, con il potenziamento del locale mercato, scelto come sede di un’importante fiera per la vendita di cavalli provenienti da oltralpe. Con la successiva invasione di mercenari svizzeri, l’inizio della dominazione spagnola e lo scoppio di numerose epidemie, la località scivolò in un’epoca di decadenza, da cui si sarebbe ripresa solo con il passaggio al nuovo secolo.


Vezio

Malcantone

La località Vezio (Vesc in dialetto ticinese) è un ex comune svizzero del Canton Ticino. Dal 13 marzo 2005 fa parte del nuovo comune di Alto Malcantone, insieme ad Arosio, Breno, Fescoggia e Mugena. Il Malcantone è una regione del Canton Ticino a Sud del Monte Ceneri e a pochi km da Lugano. È situato tra un braccio del lago Ceresio, il golfo di Agno, il fiume Tresa e la catena di monti che divide la Svizzera dall’Italia sul lago Maggiore. Questa regione è amata perché presenta il maggior numero di angoli caratteristici e la più grande varietà di paesaggi, dovuta al fatto che, seguendo il corso

del fiume Magliasina (25km), si sale dalla zona del lago a 270m fino al Monte Lema a 1600m di altitudine. Chi cerca riposo, nel Malcantone troverà il verde e la tranquillità dei piccoli insediamenti montani (Astano, Cademario, Miglieglia), nonché un clima mite leggermente stimolante di Caslano ed Agno sulle sponde del Lago Ceresio. Il Malcantone è senz’altro una delle regioni più tipiche del Sottoceneri: allo splendore della natura si integra un ricco patrimonio culturale ed artistico, nonché gastronomico. È una regione ideale per vacanze all’insegna del relax come pure dello sport.


Viggiù Varese

La sua storia inizia in tempi assai lontani: reperti di età romana ne sono testimonianza.

Cenni storici ........................... Panorama Viggiù

Viggiù è un’amena località nel Nord-Est della provincia di Varese, più precisamente nella Valceresio, ai piedi del Monte Orsa. La sua storia inizia in tempi assai lontani: reperti di età romana ne sono testimonianza. Dalle sue colline veniva estratta la famosa è la “Pietra di Viggiù”, materiale da costruzione e da decorazione impiegata dai Picasass e da famiglie di artisti quali: gli Argenti, i Bottinelli, Butti, i Buzzi Leone, i Galli, i Giudici, i Longhi e i Piatti, che con la diffusione delle loro opere in tutto il mondo diedero fama a Viggiù di “Terra d’Artisti”. Numerosi sono i tesori di Viggiù, fra i quali si ricorda il centro storico, unico nel suo genere caratterizzato dalle tipiche case a corte in cui trovavano spazio i laboratori degli scalpellini con gli ingressi ornati dagli artistici portali in pietra. All’ingresso del paese il Museo Enrico Butti che raccoglie le opere dell’insigne scultore viggiutese, uno tra i massimi protagonisti della scultura italiana tra ‘800 e ‘900. Posta su una collina, all’interno di uno splendido parco la

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gipsoteca fu voluta dallo stesso Butti. Nello stesso contesto si trovano oltre alla Casa-Studio dello scultore, il Museo Artisti viggiutesi del Novecento. Nel cuore del paese si trova Villa Borromeo, elegante edificio tardo-neoclassico, inserito in una graziosa cornice di verde, che la rende meta ideale per le escursioni quotidiane. Nel giardino hanno collocazione la scuderia oggi sede del museo dei Picasass e l’orangerie, adibita a sede del Museo della scultura viggiutese dell’Ottocento. I Pompieri di Viggiù L’idea di formare un corpo di pompieri volontari a Viggiù nacque nel 1881, ma si concretizzò soltanto nel 1912, quando in una pubblica assemblea, si approvarono lo statuto e il regolamento. L’associazione di idee tra Viggiù e i Pompieri trae spunto dalla canzone “Viva i Pompieri di Viggiù” composta dal maestro Armando Fragna, nel 1948, e dall’omonimo film-rivista del 1949 con Totò. Il gruppo viggiutese dei pompieri rimase attivo fino al 1962.


Villette

Verbano - Cusio - Ossola

Il territorio ........................... Villette

Villette è un piccolo Comune della Valle Vigezzo completamente immerso nella natura, situato tra Malesco e Re sulla strada che conduce in Canton Ticino nella vicina Svizzera. Nel piccolo borgo al centro del paese si può passeggiare con tranquillità, lasciandosi conquistare dalla bellezza di piccole piazze, balconi fioriti, orti ancora coltivati, case, vie e e fontane in pietra ed ammirando gli affreschi e le meridiane dipinti sulle pareti degli edifici. Meritano sicuramente una visita la Parrocchiale di San Bartolomeo, l’Oratorio di San Rocco, i ruderi del Castello di Vallaro ed il Museo “La Cà di Feman Da’ la Piaza” ricostruzione di un ambiente famigliare di altri tempi, con la camera da letto arredata con pezzi d’epoca, gli strumenti della vita contadina disposti attorno ad un grande camino, il telaio e la piccola aula scolastica con i banchi e i calamai dove ancora sembra di vedere piccoli alunni intenti ad imparare a leggere e scrivere. La stagione estiva villettese ospita accanto alla tradizionale festa patronale di San Rocco dal 14 al 16 agosto, manifestazioni sempre nuove. L’estate 2013 in particolare sarà dedicata ai più piccoli con i laboratori di “Alla scoperta della natura”, il

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........................... Le Meridiane

martedi ed il giovedi per l’intera giornata i bambini potranno divertirsi insieme e scoprire tante cose nuove. La Mostra dei Burattini di Emanuele Antenori, tra luglio ed agosto, si affaccerà sulla piazza del paese e permetterà agli appassionati e non solo di scoprire come nasce un burattino. E poi ancora piccoli Concerti ed altri avvenimenti che potrete conoscere visitando il sito della Pro Loco. info@provillette.com


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