INDICE VALLI DEL VERBANO
pag. 2
DUMENZA
pag. 32
AGRA
pag. 4
FERRERA DI VARESE
pag. 34
AZZIO
pag. 6
GAVIRATE
pag. 36
BRENTA
pag. 8
GEMONIO
pag. 38
BREZZO DI BEDERO
pag. 10
GERMIGNAGA
pag. 40
BRISSAGO VALTRAVAGLIA
pag. 12
GRANTOLA
pag. 42
BRINZIO
pag. 14
LAVENO MOMBELLO
pag. 44
CASALZUIGNO
pag. 15
LUINO
pag. 46
CASSANO VALCUVIA
pag. 16
MACCAGNO CON PINO E VEDDASCA
pag. 50
CASTELVECCANA
pag. 18
ORINO
pag. 53
CITTIGLIO
pag. 20
MASCIAGO PRIMO
pag. 54
COCQUIO TREVISAGO
pag. 22
MESENZANA
pag. 56
CURIGLIA CON MONTEVIASCO
pag. 24
MONTEGRINO VALTRAVAGLIA
pag. 58
CUVEGLIO
pag. 26
PORTO VALTRAVAGLIA
pag. 60
CUVIO
pag. 28
RANCIO VALCUVIA
pag. 62
CASTELLO CABIAGLIO
pag. 30
TRONZANO LAGO MAGGIORE
pag. 64
DUNO
pag. 31
MARKETING & PUBBLICITÀ TERRITORIALE: Publierre Communication Art s.a.s. di Romano & C. Via XXV Aprile, 25/b Luino (VA) Tel. +39 0332 51 08 80 - Fax +39 0332 50 13 58 info@publi-erre.it - www.publi-erre.it
Questa rivista è stata interamente finanziata dagli inserzionisti dei Comuni aderenti. Le copie saranno distribuite gratuitamente nei vari Comuni. Opuscolo pubblicitario a distribuzione gratuita. Tutti i diritti sono riservati. Realizzazione grafica e pubblicità: Publierre Communication Art di Romano Consulenza pubblicitaria: Angelo Romano (+39 339 76 96 702) e Maria Huminiuc - Grafica: Santina Corea Fonti: www.wikipedia.org - www.italiapedia.it - www.comuni-italiani.it L’allestimento di questa guida è avvenuto con la massima cura. Ciononostante alcune delle sue informazioni potrebbero risultare errate o superate. A questo proposito non siamo in grado di assumerci nessuna responsabilità.
Statuto Comunità Montana Valli del Verbano Lo statuto della Comunità Montana delle Valli del Verbano è stato approvato nella seduta Assembleare del 26 marzo 2010 con deliberazione nr. 11. La Comunità Montana Valli del Verbano trae la propria origine dalla fusione tra la Comunità Montana Valli del Luinese e la Comunità Montana della Valcuvia, in attuazione dell’art. 27 del Decreto Legislativo 18/08/2000 n. 267, della legge regionale 27 giugno 2008 n. 19 e del decreto del Presidente della Giunta Re-
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gionale n. 64797 del 26 giugno 2009. La Comunità Montana è Unione dei Comuni, Ente Locale con autonomia statutaria nell’ambito dei principi fissati dalla Costituzione, dalle leggi nazionali e regionali. La Comunità Montana si estende per 30 chilometri lungo la sponda orientale del Verbano, dal confine elvetico fino al massiccio del Campo dei Fiori. Comprende 32 Comuni, conta circa 78 mila abitanti.
SETTORI DI COMPETENZA
Ecologia e Territorio
Agricoltura e foreste
Interventi e opere pubbliche, gestione rifiuti, antincendio boschivo
Il settore Agricoltura e foreste si occupa della tutela del patrimonio ambientale compreso nel territorio di Comunità montana Valli del Verbano. Le azioni sono finalizzate alla difesa della biodiversità, del suolo e delle foreste tramite appositi Piani di gestione e Progetti realizzati con Bandi di finanziamenti.
Settore di Staff Settore tecnico
ISTITUZIONE Servizi alla persona
L’ufficio ha inoltre la funzione di mettere in campo le misure a sostegno dell’agricoltura, come presidio e valorizzazione del paesaggio.
Comunità Montana Valli del Verbano si avvale di I.S.Pe. Valli del Verbano, Istituzione Servizi alla Persona, per la gestione di molteplici attività e servizi alla persona per conto dei comuni afferenti al suo territorio.
Amministrativo finanziario Cultura e marketing
I servizi gestiti in forma associata su delega dei Comuni sono:
Il settore cultura e marketing si occupa dell’assegnazione di patrocini e contributi alle associazioni culturali e sportive che ne fanno richiesta, presentando una domanda con obiettivi rispondenti alle scelte di Comunità Montana Valli del Verbano nel campo della promozione del territorio.
Asilo Nido Servizio Sociale Associato InFormaLavoro
Oltre all’attività ordinaria, l’Ufficio porta avanti progetti specifici in collaborazione con associazioni del territorio ed altri enti locali. Le iniziative vengono per la maggior parte co-finanziate da isitiuzioni, quali ad esempio Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, su appositi bandi per l’assegnazione di fondi.
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Comunità Montana Valli del Verbano SEDE LEGALE: via Collodi 4, 21016 Luino SEDE OPERATIVA: via Provinciale 1140 - 21030 Cassano Valcuvia tel. 0332 991001 fax 0332 624209 posta elettronica protocollo@vallidelverbano.va.it posta certificata protocollo@pec.vallidelverbano.va.it www.vallidelverbano.va.it/
AGRA
Altitudine: 650 m s.l.m. Superficie: 3,04 km² Abitanti: 379 (31-12-2011) Densità: 124,67 ab./km² Frazioni: Bedorè, Gaggio, Madonna della Lupera Cod. postale: 21010 Nome abitanti: agresi Patrono: Sant’Eusebio di Vercelli (2 agosto)
“AGRA” si riferisce al termine lombardo agra, acero, dal latino acer che al femminile diventa acra. Piccola comunità di montagna, di origine medievale, la cui economia è basata sulle attività commerciali legate soprattutto al settore turistico. La comunità degli agresi si distribuisce, oltre che nel capoluogo comunale, nella località di Gaggio, posta poco più a valle, e in una cinquantina di case sparse. La vegetazione tipica è il bosco ceduo, costituito per lo più da betulle bianche, che fanno da gradevole cornice all’intero paesaggio. L’abitato gode di una posizione panoramica tra le più privilegiate, affacciandosi sullo splendido lago Maggiore. Una sensibile espansione edilizia sta gradualmente modificando la fisionomia del nucleo urbano, grazie alla realizzazione di case più moderne e confortevoli. Posta alle pendici del monte Motto dei Ronchetti, sovrasta la Val Dumentina, a poca distanza dal confine svizzero. Il suo territorio è compreso tra quelli dei comuni di Dumenza, Maccagno e Luino. Inserita nella Comunità montana “Valli del Verbano”, gravita su Luino e Varese per il commercio, i servizi e le esigenze di ordine burocratico.
Comune Agra
Tel. 0332 517038
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Questa piccola comunità, che è meta di piacevoli e rilassanti soggiorni, avendo fatto registrare negli ultimi anni un consistente aumento della presenza turistica stagionale, ha intensificato anche i suoi rapporti con l’esterno, basati prevalentemente sui contatti di ordine socio-economico che la legano ai centri meglio dotati del circondario. Tra gli appuntamenti del folclore e della tradizione capaci di attirare l’attenzione degli appassionati si ricordano la “sagra della castagna”, in autunno, e le “feste campestri popolari”, che si svolgono nel periodo estivo.
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AZZIO
Altitudine: 399 m s.l.m. Superficie: 2,25 km² Abitanti: 808 (31-12-2010) Densità: 359,11 ab./km² Località: Mara, Oro, Torcino, Molino Dolza, Molinazzo, Convento, Umbera Cod. postale: 21030 Nome abitanti: azziesi Patrono: Maria SS. Annunziata (25 marzo)
Comune Azzio
Tel. 0332 631432
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Il nome Azzio deriva da Actium secondo alcuni, per altri da Anzium, per altri ancora dal nome di un comandante romano che si chiamava Accium. Azzio è un paese molto antico. Si dice che sia stato fondato dai Romani nell’anno 16 a.C. Le tombe trovate poco fuori dal paese, le monete ed altri reperti archeologici, testimoniano le sue origini romane. Azzio è un paesino situato nei pressi del Lago Maggiore e non lontano dal confine svizzero. è incastonato tra le Prealpi Lombarde e sorge a un’altitudine di circa 400 m s.l.m., sul fianco del massiccio del Campo dei Fiori. Offre ai visitatori ampi spazi naturali, dove i cosiddetti “percorsi verdi” conducono fin dentro il Parco del Campo dei Fiori, in luoghi di una notevole bellezza paesaggistica quali: il Pian delle Noci, il Forte di Orino, il Bivacco del Cerro, la Fonte Gesiola. L’economia è caratterizzata dalla piccola industria, dall’agricoltura e dall’artigianato: queste attività sono tutte svolte nella salvaguardia dell’ambiente naturale. Azzio presenta caratteristiche di tipo architettonico - religioso che le sono proprie. Lungo la strada principale, che conduce a Gemonio, si può osservare il più antico esempio architettonico del paese: l’ex convento dei frati francescani minori riformati la cui chiesa ora è diventata Monumento Nazionale. L’edificio, nato nel 1608, ha una particolare architettura tipica umbra denominata ad archi trasversi. La chiesa, ad un’unica navata, con cappelle laterali solo a sinistra, presenta all’esterno un sagrato organizzato architettonicamente con VIA CRUCIS in edicole quadrate e, all’ingresso, un portichetto con due colonne in pietra. All’interno sono di notevole pregio gli affreschi posti a lato dell’altare, un busto ligneo raffigurante S. Eusebio, due statue di legno dorato rappresentanti la Vergine e S. Antonio e, pure lignei, l’ altare maggiore e il coro. La Cappella delle Grazie è situata in Piazza IV Novembre. La chiesa principale, che si trova in centro al paese, è un edificio religioso di gradevole semplicità dedicata a S. Maria Annunciata. http://www.comune.azzio.va.it
BRENTA
Altitudine: 276 m s.l.m. Superficie: 4,25 km² Abitanti: 1 811 (31-12-2010) Densità: 426,12 ab./km² Frazioni: loc. S. Quirico Cod. postale: 21030 Nome abitanti: brentesi Patrono: Santi Vito e Modesto (15 giugno)
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Il nome è legato al termine prelatino brenta, vasca, che assume anche un significato esteso di “luogo avvallato”. Comune di montagna, di antiche origini, che mostra un’economia di tipo industriale, anche se le tradizionali attività di agricoltura e allevamento non sono state del tutto abbandonate e costituiscono una voce sufficientemente importante nell’attuale assetto economico locale. Il territorio, benché caratterizzato da un profilo dolce e sfumato anche nei tratti collinari, presenta notevoli variazioni plano-altimetriche. L’abitato è interessato dal fenomeno di espansione edilizia e appare piacevolmente distribuito dal punto di vista urbanistico: accanto all’antica parte rurale è sorto gradualmente un più moderno complesso abitativo. Brenta sorge in vicinanza del torrente Boesio, nella parte iniziale della strada provinciale che conduce a Luino, al bivio che dalla parte opposta porta a Laveno. Il polo d’attrazione per i servizi, il commercio e le strutture burocratico-amministrative è Varese. Il tessuto sociale richiama una parte poco rilevante della popolazione attiva della zona limitrofa, mentre la carenza di alcuni servizi, fanno gravitare il comune verso quelli maggiormente dotati e naturalmente verso il capoluogo di provincia. Benché proiettata verso una dimensione di sviluppo, custodisce un saldo senso della tradizione e una spiccata vocazione culturale. L’iniziativa locale è capace di creare occasioni di incontro e di divertimento; fra gli eventi speciali ricorrenti si segnala la festa della Natività di Maria: in un’atmosfera di evocazione si svolge il caratteristico Palio delle Contrade. Altre manifestazioni da segnalare sono i concerti musicali e soprattutto le mostre d’arte di antichi mobili e oggetti diversi, d’uso quotidiano o di semplice decoro, testimonianze delle consuetudini dei brentesi. Brenta possiede un centro storico ben conservato che presenta la Chiesa di San Quirico con il suo campanile ed un interessante affresco quattrocentesco.
Brenta ha raggiunto l’autonomia amministrativa solo nel 1953; precedentemente dipendeva dal comune di Cittiglio. Abitata probabilmente dalle popolazioni celtiche e da quelle romane, senza dubbio avrà vissuto il periodo della cristianizzazione tra IV e V secolo nonché gli scontri fra longobardi e franchi. Con certezza vi erano insediamenti medievali il che significa che avrà vissuto l’atmosfera del borgo e sarà stata feudo di qualche signorotto locale. La sua storia s’intreccia con quella del territorio della Valcuvia. Dopo il rinnovo della Lega Lombarda, Como riconobbe questo territorio come sottomesso al capitolo della Chiesa Metropolitana milanese. Alla fine del Trecento la Valcuvia venne svincolata, ad opera di Venceslao IV di Lussemburgo, dalla diocesi di Milano, alla quale era stata affidata, e venne data a Gian Galeazzo Visconti duca di Milano, che ricompose il comitato di Angera, cui vennero aggregate anche Cittiglio e Brenta. Non tutti gli studiosi concordano con questa ricostruzione ed è per questo che più approfondite ricerche storiche sono ancora in corso. Il monumento più antico è il santuario della Beata Vergine dedicato ai Santi Quirico e Giuditta. Eretto intorno al 1100 è stato ristrutturato nel secolo XVIII.
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BREZZO DI BEDERO
Altitudine: 352 m s.l.m. Superficie: 8,22 km² Abitanti: 1 185 (31-12-2010) Densità: 144,16 ab./km² Frazioni: Alcio, Bedero, Brezzo, Cà Bianca, Casa Fioroli, Casa Passera, Casa Sirpo, Casa Spozio, La Canonica, Nonedo, Pralongo, Trigo, Villaggio Olandese Cod. postale: 21010 Nome abitanti: bederesi Patrono: S. Vittore (8 maggio)
Comune Brezzo di Bedero
Tel. 0332 511707
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La prima parte di “BREZZO DI BEDERO” deriva dal nome germanico di persona Berizzo. La specifica indica la vicinanza al paese di Bedero Valcuvia. “Comune sparso” di montagna con sede a Bedero. Forse di antica origine, ha un’economia sostenuta da un felice connubio fra le attività tradizionali di agricoltura e allevamento e un impulso allo sviluppo industriale soprattutto nel comparto tessile. La comunità dei bederesi, si distribuisce, oltre che nel capoluogo comunale, nelle località di Brezzo, Sirpo Ameno, Villaggio Belmonte e Villaggio Olandese, quest’ultimo situato ad un’altitudine superiore rispetto a quella delle altre località. Il territorio, che ha origine dall’accumulo del materiale roccioso disgregato dagli antichi ghiacciai delle pendici montuose circostanti, si caratterizza per una morfologia piuttosto irregolare. Il comune attraversa una fase di espansione edilizia già da qualche anno e le numerose costruzioni realizzate non hanno deturpato l’ambiente, come spesso è accaduto altrove, ma si sono integrate con l’abitato e con il paesaggio. Brezzo di Bedero è situata all’imbocco della Valtravaglia ed è collegata abbastanza agevolmente dalla strada lacuale che unisce Laveno e Luino. L’ambito di appartenenza è quello della Comunità montana “Valli del Verbano”. I punti di riferimento per i servizi, il commercio, le strutture burocratico-amministrative sono Luino e naturalmente Varese. Intensi sono i rapporti con la Svizzera, causati dalla vicinanza del confine. Il comune è divenuto sede di intenso turismo per i milanesi, che in questo luogo hanno costruito le loro ville, attirati dall’aria salubre e dai ritmi di vita tranquilli, ma anche per gli svizzeri, che amano soggiornare in questo piacevole centro turistico per le bellezze naturali e paesaggistiche e per le numerose attività sportive. Elemento di richiamo nel comune è la stagione annuale di musica classica, che testimonia l’attaccamento dei residenti alla cultura musicale.
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BRISSAGO VALTRAVAGLIA
Altitudine: 429 m s.l.m. Superficie: 6,32 km² Abitanti: 1 253 (31-12-2010) Densità: 198,26 ab./km² Frazioni: Monte San Michele, Motto Inferiore, Motto Superiore, Novello, Roggiano Cod. postale: 21030 Nome abitanti: brissaghesi Patrono: S. Giorgio Martire (23 aprile)
Comune Brissago Valtravaglia
Tel. 0332 575103
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“BRISSAGO VALTRAVAGLIA” deriva dal nome latino di persona Briccius con l’aggiunta del suffisso -acus. La seconda parte deriva da valle e dal nome di un castello detto Trevali, (forse dall’unione di transvalles ed il monte Travalie). Comune di montagna, di origine medievale, che mostra un’economia fondata essenzialmente sull’attività industriale, essendo meno proficue invece le attività agricole. La comunità dei brissaghesi si concentra oltre che nel capoluogo anche in numerose località, quali: Piano, Roggiano, Educandato Agricolo (scarsamente abitato), Mirandola, Motto Inferiore, Motto Superiore e Novello. Accanto al centro storico, peraltro molto caratteristico per le piccole strade che dividono le tipiche case raccolte in maniera compatta attorno alla chiesa, che rappresenta il cuore dell’abitato, si sono costruite nuove abitazioni, frutto dello sviluppo edilizio che attualmente interessa il comune. Il territorio si dispiega fra il versante medio-occidentale della Valtravaglia e la parte settentrionale del vallone inciso dal fiume Chiesone. L’agglomerato urbano sorge a metà strada fra Roggiano e Mesenzana. È inserita nella Comunità montana “Valli del Verbano”. I comuni su i quali gravita per i servizi, il commercio, le strutture burocratico-amministrative sono Luino e naturalmente Varese. La vicinanza al confine svizzero alimenta un rilevante traffico con le località oltre frontiera, soprattutto per esigenze lavorative. Particolarmente intensa è la spinta verso i comuni vicini, a causa dell’assenza di alcuni servizi e strutture di base, mentre la presenza di scuole anche di grado più elevato rende il comune punto di riferimento per il completamento del corso di studi. Di particolare interesse la Chiesa di San Giorgio, che oltre ai suoi affreschi permette la visione di un bellissimo panorama.
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BRINZIO
Comune Brinzio
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Altitudine: 510 m s.l.m. Superficie: 6,40 km² Abitanti: 885 (31-12-2011) Densità: 138,28 ab./km² Cod. postale: 21030 Nome abitanti: brinziesi Patrono: Santi Pietro e Paolo (29 giugno)
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“Brinzio” deriva dal nome di persona Berentius che si confronta con il nome germanico di persona Berinza. Comune di montagna, di origine antica, il cui assetto economico comprende una rilevante risorsa economica rappresentata dal turismo, particolarmente di tipo invernale. Il paesaggio è quello tipico della zona di montagna, con vaste distese di boschi soprattutto nella zona detta dei “Vallicci”, meta abituale per la raccolta di funghi e castagne, ed estese vallate, ideali per praticare gli sport invernali. Fra le sue peculiarità geografiche va segnalata la presenza di un laghetto. Situata sul fianco nord-est del monte Campo dei Fiori, a pochi chilometri dal capoluogo di provincia, è circondata dalle montagne del Legnone e della Martica. I rapporti con i comuni vicini sono abbastanza intensi e frequenti soprattutto per le particolari bellezze naturali, per la sua privilegiata posizione e perché è inserita nel Parco naturale Campo dei Fiori. Per i visitatori la località ha in serbo i tesori di una gastronomia antica, che si ha modo di gustare ogni giorno ma che viene sensibilmente valorizzata all’interno di specifiche occasioni di incontro e di festeggiamento. Fra i piatti tipici va segnalata la “polenta con i funghi”. Nel periodo autunnale il calendario degli incontri speciali e ricorrenti ricorda lo svolgimento della “sagra del fungo” e la “festa della castagna”. Durante il periodo estivo invece si segnala la “festa del pescatore”, in omaggio alla pesca nel piccolo lago ai margini dell’abitato, particolarmente quella del luccio, che rappresenta una delle attività tradizionali della località. Ulteriore occasione di incontro e di festeggiamento, sempre legata alle tradizioni più sentite e autentiche, è la “festa degli alpini”. Nel suo piccolo cimitero giace, dal 1980, la salma del generale Enrico Riziero Galvaligi, ucciso dai terroristi durante il sequestro D’Urso. Monumenti e luoghi d’interesse sono la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, la Cappelletta dell’Addolorata e il “Museo della Cultura Rurale Prealpina”, inaugurato nell’anno 2008 che contiene una raccolta degli usi e dei costumi dei contadini nelle nostre prealpi.
CASALZUIGNO
Altitudine: 350 m s.l.m. Superficie: 7,29 km² Abitanti: 1 360 (31-12-2010) Densità: 186,56 ab./km² Frazioni: Arcumeggia Cod. postale: 21030 Nome abitanti: casalzuignesi Patrono: San Vittore (8 maggio)
Comune Casalzuigno
Tel. 0332 624122
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“CASALZUIGNO” è un composto di “casale” e del termine Zuigno che corrisponde al medioevale Sovinnum e deriva dal nome romano di persona Sivinius. Comune di montagna, di antica origine, che ha affiancato un discreto sviluppo industriale alle attività turistiche, che costituiscono una voce importante nel bilancio economico locale. I casalzuignesi abitano, oltre che nel capoluogo comunale, nelle località di Arcumeggia e Ronco di Casale. In posizione panoramica rispetto al lago Maggiore, il territorio comunale, di natura morenica, è immerso in una vegetazione costituita da faggi, abeti e castagni ed è caratterizzato da un profilo geometrico tipicamente montano, che si riflette anche nell’andamento plano-altimetrico dell’abitato, le cui variazioni sono più accentuate nella località di Arcumeggia. Casalzuigno Sorge quasi nella parte centrale della Valcuvia, tra il Monte Nudo e il Monte della Colonna, ed è compresa tra i comuni di Porto Valtravaglia, Duno, Cuveglio, Cuvio, Azzio, Brenta e Castelveccana. Inserita nell’ambito territoriale della Comunità montana “Valli del Verbano”, gravita su Varese per il commercio, i servizi e le necessità di ordine burocratico-amministrativo. Il comune è meta degli amanti della natura che amano avventurarsi in percorsi escursionistici ricalcanti vecchi tracciati storici. Per i cultori dell’arte, invece, c’è la galleria d’arte all’aperto di Arcumeggia. Il centro ospita annualmente manifestazioni artistiche di particolare importanza. A Casalzuigno si trova la splendida Villa Della Porta Bozzolo, una villa di campagna del XVI secolo appartenente al Fondo per l’Ambiente Italiano, donata dagli eredi del senatore e patologo italiano Camillo Bozzolo. La Villa è contornata da un fantastico giardino all’italiana, con scale, fontane, percorsi d’acqua e una particolare edicola affrescata. Nel corso dell’anno all’interno della Villa vi sono numerose manifestazioni ed esposizioni naturali.
Foto: Fazio
CASSANO VALCUVIA
Altitudine: 296 m s.l.m. Superficie: 4,1 km² Abitanti: 663 (31-12-2010) Densità: 161,71 ab./km² Frazioni: Noga, Sotto il Sasso, Via Provinciale Cod. postale: 21030 Nome abitanti: cassanesi Patrono: Santi Ippolito e Cassiano (13 agosto)
“CASSANO VALCUVIA” deriva dal nome latino di persona Cassius, a cui si aggiunge il suffisso -anus che indica appartenenza. La specifica indica la posizione geografica. Piccola comunità di montagna, di origine medievale, che unisce alle tradizionali attività agricole un modesto sviluppo del settore secondario. I cassanesi, sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale, che fa registrare forti segni di espansione edilizia, dovuta anche alla costruzione di seconde case per coloro che lo scelgono come luogo dove trascorrere la villeggiatura estiva ed invernale. Il territorio comunale è caratterizzato da un profilo geometrico irregolare con consistenti variazioni altimetriche, che vanno dai 240 ai 1.087 metri di altitudine; tale conformazione morfologica conferisce al nucleo abitato un andamento plano-altimetrico che presenta i tratti tipici dei centri montani. Adagiata sulle pendici del monte S. Martino, nella zona centro-settentrionale della provincia, è circondata dai comuni di Grantola, Ferrera di Varese, Rancio Valcuvia, Cuveglio, Duno e Mesenzana. Fa capo per i servizi, il commercio, le strutture burocratico-amministrative al capoluogo provinciale e a Luino. Questa piccola comunità di montagna non è nota per la sua vocazione turistica, anche se non le manca qualche elemento di interesse per gli amanti della natura, che possono avventurarsi tra i sentieri del monte S. Martino; altra attrattiva per coloro che rimpiangono i vecchi tempi sono le stazioni ferroviarie in stile liberty, immerse nel verde lungo una linea ferroviaria attiva fino agli anni ‘50. Le relazioni con i centri del circondario la vedono dipendere da questi per l’istruzione, il lavoro, il commercio e per usufruire di altri servizi. I cassanesi annualmente organizzano nel periodo natalizio un suggestivo presepe vivente.
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CASTELVECCANA
Altitudine: 257 m s.l.m. Superficie: 20,95 km² Abitanti: 2 032 (31-12-2010) Densità: 96,99 ab./km² Frazioni: Bissaga, Caldé, Castello, Nasca, Orile, Pessina, Pira, Rasate, Ronchiano, Saltirana, San Pietro, Sarigo, Veccana Cod. postale: 21010 Nome abitanti: castelveccanesi Patrono: SS. Pietro e Paolo (29 giugno)
Comune Castelveccana
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Si deve sicuramente alla presenza di un castello longobardo, ubicato nella frazione di Caldé, la prima parte del nome, mentre Veccana, già “Vecano”, ha origine da “vetus”, ‘vecchio’. “Comune sparso” di montagna con sede a Pessina. Di antica origine, presenta un’economia incentrata sulle attività industriali cui si affiancano le attività turistiche. La comunità dei castelveccanesi presenta un indice di vecchiaia piuttosto alto e si distribuisce anche nelle numerose località di Castello, Nasca, San Pietro-Ronchiano, Sarigo e Saltirana. Il territorio comunale, che non fa registrare segni di espansione edilizia, è immerso in un paesaggio ricco di corsi d’acqua e di vegetazione tipicamente prealpina, gode di clima favorevole ed è caratterizzato da un profilo geometrico irregolare con variazioni altimetriche rilevanti. È posta in posizione panoramica, in un’insenatura del lago Maggiore, tra i comuni di Porto Valtravaglia, Casalzuigno, Brenta, Cittiglio e Laveno Mombello. Inserita nell’ambito territoriale della Comunità montana “Valli del Verbano”, gravita su Varese e Luino per il commercio, i servizi e le necessità di ordine burocratico-amministrativo. Castelveccana è un’apprezzata stazione balneare, che richiama un cospicuo numero di turisti. La sua felice posizione geografica, sul lago Maggiore, offre un clima mite e permette di praticare sport acquatici, per i quali il comune è molto attrezzato; è inoltre dotata di un porto turistico. Tra le iniziative della organizzazione turistica locale va menzionata la tradizionale “sagra del pesce”, che si tiene il primo fine settimana di agosto, mentre un altro appuntamento gastronomico è fissato per la chiusura della stagione estiva, cui si accompagna della buona musica. Fra le specialità locali sono i “filetti dorati di pesce persico e lavarello” e il “mac”, budino a base di riso, latte e castagne. A fine estate è possibile ammirare anche mostre collettive d’arte all’aperto.
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CITTIGLIO
Altitudine: 254 m s.l.m. Superficie: 11,49 km² Abitanti: 4 012 (31-12-2010) Densità: 349,17 ab./km² Località: Alpe Pirla, Chiosi, Cascate di San Giulio, Ghetto, Cereda, La Fontanaccia, Sasso del Ferro, Mulini, Cormeta, Passo del Cuvignone, Monte La Tegia, Pizzoni di Laveno, Passo Barbè Cod. postale: 21030 Nome abitanti: cittigliesi Patrono: San Giulio (31 gennaio)
Comune Cittiglio
Tel. 0332/601467
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“CITTIGLIO” in dialetto è denominato Sti e potrebbe derivare dal nome romano di persona Septilius o dal diminutivo della voce lombarda sit, luogo, o diminutivo di siticulus, dal latino situs, luogo. Centro di montagna, di antica origine, che fonda la sua economia prevalentemente sulle attività industriali. La comunità dei cittigliesi presenta un indice di vecchiaia piuttosto alto e si distribuisce, oltre che nel capoluogo comunale, nelle località di Vararo e Pianazza; il comune fa registrare segni di espansione edilizia che stanno gradualmente modificando i tratti tipici del centro urbano. Il territorio, ricco di corsi dacqua, è caratterizzato da un profilo geometrico irregolare con variazioni altimetriche rilevanti, oscillanti fra i 218 ed i 1.125 metri, che risultano più accentuate nella località di Vararo. L’andamento plano-altimetrico del centro abitato è decisamente montano. Situata sul versante della bassa Valcuvia, alle pendici del Monte Sasso del Ferro, in prossimità del lago Maggiore, si colloca nella zona nord-occidentale della provincia, è compresa tra i comuni di Castelveccana, Brenta, Gemonio, Caravate e Laveno Mombello. Gravita sul capoluogo di provincia per le necessità di ordine burocratico-amministrativo e le esigenze che non trovano soddisfazione sul posto, mentre è a sua volta centro di gravitazione per i comuni limitrofi, grazie alla presenza del presidio ospedaliero. La zona è nota per la sua vocazione turistica: la vicinanza al lago Maggiore e la piacevolezza del clima la rendono meta di rilassanti soggiorni. Diventa inoltre, polo di attrazione per visitatori e curiosi, soprattutto in estate, grazie alle serate musicali del “luglio cittigliese” o in occasione della sagra dei “puzzitt”, con stand gastronomici di specialità locali. Viva e coinvolgente è la festa annuale degli Alpini.
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COCQUIO TREVISAGO
Altitudine: 291 m s.l.m. Superficie: 9,56 km² Abitanti: 4 813 (31-12-2010) Densità: 503,45 ab./km² Frazioni: Cocquio, Torre, Sant’Andrea, Caldana e Cerro Cod. postale: 21034 Nome abitanti: cocquiesi Patrono: Sant’Andrea (30 novembre)
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Si ritiene che il toponimo derivi dalle iniziali dell’appellativo latino “comes comentium” da cui “Coco”, mentre la seconda parte del nome deriverebbe dall’espressione latina “tres vias agere”, per indicare la sua ubicazione in prossimità di un crocevia da cui avevano origine tre importanti nodi stradali. Centro collinare, di antica origine, classificato “comune sparso” con sede a Cocquio; la sua economia si basa sulla positiva coesistenza delle attività agricole con quelle industriali. I cocquiesi si distribuiscono, oltre che nel capoluogo comunale, nelle località di Caldana e Med; il comune non fa registrare significativi segni di espansione edilizia. Il profilo geometrico del territorio comunale, immerso in una tipica vegetazione prealpina, mostra variazioni altimetriche consistenti e conferisce un andamento tipicamente collinare al centro abitato. Sorge nelle vicinanze del lago Maggiore, nella zona centro-occidentale della provincia, tra i comuni di Azzio, Orino, Cuvio, Gavirate, Besozzo e Gemonio. Il comune, compreso nel Parco naturale regionale Campo dei Fiori è inserito nell’ambito territoriale della Comunità “Valli del Verbano” e fa capo, per i servizi, il commercio e le strutture burocratico-amministrative, al capoluogo di provincia. L’individuazione di “percorsi ecologici” e l’appartenenza al Parco naturale “Campo dei Fiori” determinano un certo flusso turistico di passaggio, anche se di modeste dimensioni. Fra le manifestazioni culturali si ricordano le mostre d’arte (che si tengono nel museo) e qualche rappresentazione teatrale dialettale. I rapporti con i comuni limitrofi sono poco rilevanti, sebbene il centro dipenda fortemente da alcuni più dotati di essi, per l’assenza sul posto di importanti servizi e di istituti per l’istruzione secondaria di secondo grado. La festa patronale, che celebra la Presentazione di Ges, ricorre il 2 febbraio. Il centro ha dato i natali al pittore Innocente Salvini, esponente dell’espressionismo novecentesco, cui è peraltro intitolato il locale museo.
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CURIGLIA CON MONTEVIASCO
Altitudine: 670 m s.l.m. Superficie: 11,3 km² Abitanti: 189 (31-12-2010) Densità: 16,73 ab./km² Frazioni: Alpe Cà del Sasso, Alpe Corte, Alpe Cortetti, Alpe Fontanella, Alpe Merigetto, Alpe Pian Cavurico, Alpe Polusa, Alpe Rattaiola, Alpe Rivo, Alpone, Curiglia, Madonna della Guardia, Monte Lema, Monteviasco, Mulini, Piero, Ponte di Piero, Sarona, Viasco Cod. postale: 21010 Nome abitanti: curigliesi Patrono: San Vittore (prima domenica di maggio) Comune Curiglia con Monteviasco
Tel. 0332/568427
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La prima parte deriva dal nome latino di persona Corel(l)ius o Currelius. La seconda deriva dal latino mons Viascus ed è un composto del termine mons (monte) e viasco, riduzione di -vedasco. In quest’ultima definizione, qualche studioso ha ravvisato un avvicinamento con il termine latino abies, abetis, abete con l’aggiunta del suffisso -ascus. Piccola comunità di montagna, di incerta origine, classificata “comune sparso” con sede in Curiglia. È caratterizzata da un assetto economico in cui alle tradizionali attività silvo-pastorali non si è affiancato un apprezzabile sviluppo del settore industriale. I curigliesi e montini si distribuiscono, oltre che nel capoluogo comunale, anche nelle località di Monteviasco e Piero. Il suo territorio, lambito dal torrente Giona, tributario del lago Maggiore, si caratterizza per il profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche assai rilevanti; ne risente l’andamento plano-altimetrico del centro abitato, che presenta i tratti tipici dei centri montani. Sorge al confine con la Svizzera, tra i comuni di Veddasca e Dumenza. Inserita nell’ambito territoriale della Comunità montana “Valli del Verbano”, gravita verso Luino e Varese per il commercio, i servizi e le esigenze di ordine burocratico-amministrativo che non possono essere soddisfatte sul posto. La vicinanza alla Svizzera, il patrimonio naturalistico, la struttura interna: sono questi gli elementi che caratterizzano le sue relazioni esterne. L’ambiente naturale presenta elementi di notevole attrattiva che, uniti alla possibilità di praticare lo sci di fondo, determinano una presenza turistica non disprezzabile, considerate le dimensioni della comunità. Per il resto risulta marginalmente interessata dal traffico che scorre lungo il fondovalle Veddasca, che conduce al confine italo-elvetico; i suoi rapporti con i centri vicini sono determinati dalla necessità di spostarsi per usufruire dell’assistenza sanitaria, per completare l’istruzione obbligatoria, per lavorare nelle aziende industriali e terziarie dei comuni più dotati. Durante l’anno si svolgono sul posto diverse feste religiose.
CUVEGLIO
Altitudine: 294 m s.l.m. Superficie: 7,7 km² Abitanti: 3 443 (31-12-2010)
“CUVEGLIO” deriva da covo, cavità geografica, avvallamento.
Densità: 447,14 ab./km²
Comune di montagna, di antichissime origini, la cui economia ha fatto registrare negli ultimi anni un discreto sviluppo industriale. La comunità dei cuvegliesi si distribuisce, oltre che nel capoluogo comunale, nella vicina località di Cavona. Il territorio mostra i tratti tipici dei paesaggi montani, con un profilo geometrico irregolare, dovuto a variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato si adagia in una zona non molto elevata e mette in evidenza i chiari segni di una forte espansione edilizia, frutto del recente slancio economico. Cuveglio si estende nella parte centrale della Valcuvia tra i comuni di Cassano Valcuvia, Rancio Valcuvia, Castello Cabiaglio, Cuvio, Casalzuigno e Duno. Inserita nell’ambito territoriale della Comunità montana “Valli del Verbano”, per i servizi, per le scuole e per ogni altra necessità si rivolge normalmente a Cittiglio, a Gavirate, a Luino o al capoluogo di provincia. Nonostante la bellezza del paesaggio e la presenza del “laghetto d’oro”, dove gli appassionati possono praticare la pesca sportiva, il comune non rappresenta ancora una meta turistica particolarmente ambita. Molto accentuato risulta il pendolarismo verso la vicina Svizzera, causato da motivi socio-economici.
Frazioni: Canonica di Cuveglio, Cavona, Vergobbio Cod. postale: 21030 Nome abitanti: cuvegliesi Patrono: San Lorenzo (10 agosto)
Il calendario delle manifestazioni ricreative è abbastanza nutrito: oltre al caratteristico “carnevale cuvegliese”, si svolgono la “sagra dell’uva e del vino” e la “sagra della polenta”. Cuveglio è caratterizzato dalla romanica torre campanaria della Collegiata di San Lorenzo, ben visibile anche da lontano. Altre peculiarità artistiche che meritano citazione sono la chiesa di Santa Maria dell’XI secolo, l’Oratorio di Sant’Anna e la Santa Casa di Cavona, esatta copia seicentesca di quella di Loreto.
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CUVIO
Altitudine: 309 m s.l.m. Superficie: 5,93 km² Abitanti: 1 688 (31-12-2010) Densità: 284,65 ab./km² Frazioni: Comacchio Cod. postale: 21030 Nome abitanti: cuviesi Patrono: SS. Pietro e Paolo (29 giugno)
Il toponimo di “CUVIO” deriva dal latino “covus”, cavità, in riferimento alla sua collocazione geografica. Comune di montagna, di antica origine, la cui economia si basa su un apprezzabile sviluppo del settore industriale. La comunità dei cuviesi si distribuisce, oltre che nel capoluogo comunale, nella località di Comacchio; l’abitato non fa registrare significativi segni di espansione edilizia, che sembra essersi ridimensionata dopo il costante sviluppo urbanistico che ha interessato il comune negli ultimi decenni. Il suo territorio comunale, è attraversato dal fiume Boesio e si caratterizza per il profilo geometrico vario, con consistenti variazioni altimetriche che conferiscono al centro abitato un andamento plano-altimetrico irregolare. Sorge tra i comuni di Castello Cabiaglio, Barasso, Comerio, Gavirate, Cocquio Trevisago, Orino, Azzio, Casalzuigno e Cuveglio. Inserita nell’ambito territoriale della Comunità montana “Valli del Verbano” e compresa nel Parco naturale regionale “Campo dei Fiori”, gravita sul capoluogo di provincia o su Cittiglio, Gavirate e Luino per il commercio, i servizi e le strutture burocratico-amministrative.
Comune Cuvio
Tel. 0332 650143
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Le relazioni con i centri del circondario la vedono dipendere da questi per l’istruzione di secondo grado, il commercio e le necessità che non trovano soddisfazione sul posto. La località vanta molte attrattive ambientali, data l’appartenenza al Parco naturale “Campo dei Fiori” non mancano, infatti, gli appassionati della natura che trovano piacevole un’escursione lungo i sentieri naturalistici e non di rado si incontrano sportivi attratti dalla possibilità di praticare la pesca nel “laghetto d’oro” e di cimentarsi nei tornei di basket e tennis presso il Centro Turistico Valcuviano. Tra gli speciali eventi ricorrenti : la “festa del villeggiante” e le “castagnate” in autunno.
Cuvio è il capoluogo storico della Valcuvia. Piero Chiara, nel suo romanzo Il pretore di Cuvio ne ha esaltato le bellezze nascoste. Il centro infatti è antico, ricco di angoli suggestivi raccolti attorno alla Parrocchiale. Dell’antica supremazia politico - amministrativa su tutta la valle, a Cuvio restano solo le vestigia dell’imponente palazzo Litta - Arese. Costruito intorno alla metà del XVIII secolo esso conserva ancora sul portone dell’ingresso principale lo stemma visconteo con il caratteristico biscione. L’ala signorile è quella settentrionale, organizzata, probabilmente nel XVII secolo, secondo il comune schema della villa: con il portico a tre arcate, lo scalone e la grande sala alle spalle, che si affaccia su un giardino di non grandi proporzioni. Suggestivi ed estremamente interessanti per i cultori di archeologia industriale sono i mulini posti lungo il torrente Broveda. Attorno al nucleo antico c’è la Cuvio vacanziera e residenziale. Zone Archeologiche: rinvenimento reperti (armille e vasetti) dell’Età del Bronzo e “spadoni gallici” dell’Età del Ferro, in località Corte. http://www.comune.cuvio.va.it
CASTELLO CABIAGLIO
Altitudine: 514 m s.l.m. Superficie: 7,14 km² Abitanti: 548 (31-12-2010) Densità: 76,75 ab./km² Cod. postale: 21030 Nome abitanti: cabiagliesi Patrono: Sant’Appiano (ultima domenica di agosto)
Comune Castello Cabiaglio
Tel. 0332 435813
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Castello Cabiaglio deriva il suo toponimo dal latino medievale “Castrum Vallis”, questa denominazione era determinata dalla posizione geografica del Comune, posto quasi a guardia della Valcuvia. Lo stemma , scelto a metà del 1800, quando Cabiaglio divenne Comune, deriva da quello dell’importante famiglia di notai Leoni. Castello Cabiaglio è un paese molto antico, la sua esistenza all’epoca dei romani è documentata dal ritrovamento, avvenuto nel 1889, di una decina di tombe a cremazione, del tipo a cassetta di beole, contenenti suppellettile fittile, vetro, ferro e monete imperiali di bronzo, risalenti molto probabilmente al I secolo d.C.. Il nucleo storico è abbastanza conservato: si trovano case in pietra spesso collegate da androni coperti, strette vie porticate e pavimentazioni selciate. Il territorio comunale è rappresentato in prevalenza da boschi; numerose sono anche le aree terrazzate a ciglioni, storicamente utilizzate per le coltivazioni agricole a ronco e per i vigneti. Il paese è arroccato su una collina, immerso in una splendida cornice naturale ai piedi del Monte Campo dei Fiori e dista una quindicina di chilometri da Varese. Tra gli edifici di maggiore pregio si possono ricordare: la chiesa parrocchiale, dedicata a S. Appiano, che risale nel suo aspetto attuale, al diciottesimo secolo; all’interno si possono ammirare affreschi di Giovanni Battista Ronchelli, illustre pittore nativo di Castello Cabiaglio, e un antico organo dei primi anni del 1800; la chiesa di S. Carlo; l’oratorio della Beata Vergine, detto Madonna del Ronchetto; due cappelle in pietra lungo la strada che porta al Martinello, che servivano oltre che alla devozione dei viandanti, a rifugio per i contadini quando venivano colti dal maltempo lontano da casa; una cappella dedicata a san Rocco appena restaurata; la filanda; tra le ville dell’ottocento con parchi nei quali sono presenti soggetti arborei di notevole valore botanico e paesaggistico sono da ricordare l’ex Villa Gili, la Villa Cattaneo, La Villa Brioschi e la Villa De Giorgi. Tra le località di particolare interesse naturalistico vanno ricordate: la torbiera in località Carecc, ambiente ottimale per la vita di numerosi anfibi; le cascate del torrente Caprera con le marmitte dei giganti.
DUNO
Altitudine: 530 m s.l.m. Superficie: 2,51 km² Abitanti: 162 (31-12-2010) Densità: 64,54 ab./km² Cod. postale: 21030 Nome abitanti: dunesi Patrono: San Giuliano e Basilissa (9 gennaio)
“DUNO” deriva dal termine gallico dunum o dunon, piccola collina, altura. A partire dal 1954 ottenne l’autonomia comunale, distaccandosi da Cuvio, da cui dipendeva amministrativamente. Piccola comunità di montagna, di incerta origine, caratterizzata da un assetto economico in cui alle tradizionali, seppur modeste, attività agricole non si è affiancato lo sviluppo del settore industriale. La comunità dei dunesi presenta un indice di vecchiaia alto ed è quasi tutta concentrata nel capoluogo comunale. Il suo territorio, ricco di vegetazione, si caratterizza per il profilo geometrico irregolare: ne risente l’andamento plano-altimetrico del centro abitato, che presenta i tratti tipici dei centri montani. Posta su un pianoro del monte S. Martino, è compresa tra i comuni di Brissago Valtravaglia, Mesenzana, Cassano Valcuvia, Rancio Valcuvia, Cuveglio, Casalzuigno e Porto Valtravaglia. Inserita nell’ambito territoriale della Comunità montana “Valli del Verbano”, gravita sul capoluogo di provincia nonché su Cuveglio e Cuvio per i servizi, il commercio, il lavoro e le strutture burocratico-amministrative. La località offre, grazie alla sua posizione geografica, rilassanti soggiorni per chi desidera pace e tranquillità e una serie di itinerari e affascinanti escursioni nel verde, per gli amanti della natura. In futuro, la moltiplicazione e diversificazione dei servizi, incentivando lo sviluppo del turismo, potrebbe rappresentare una voce importante nel bilancio del comune, costituendo altresì un’occasione lavorativa per quanti desiderano rimanere sul posto.
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DUMENZA
Altitudine: 411 m s.l.m. Superficie: 18,49 km² Abitanti: 1 463 (31-12-2010) Densità: 79,12 ab./km² Frazioni: Due Cossani, Runo, Stivigliano, Trezzino, Vignone, Torbera Cod. postale: 21010 Nome abitanti: dumentini Patrono: San Giorgio (23 aprile)
“DUMENZA” deriva dal nome latino di persona Decumentia, da Decumus, Decimo. Comune “sparso” di montagna, di origine medievale, con sede in Runo. É caratterizzata da un assetto economico in cui alle tradizionali attività agricole si è affiancato un modesto sviluppo del settore industriale. La comunità dei dumentini abita, oltre che nel capoluogo comunale, nelle località di Due Cossani, Torbera e Vignone. Il suo territorio si estende nella Val Dumentina e mostra un profilo geometrico decisamente irregolare, con variazioni altimetriche assai rilevanti che vanno da un minimo di 300 metri di altitudine ad un massimo di 1.575 metri sul livello del mare. L’ambiente circostante è caratterizzato dalla presenza di rilievi coperti di una ricca vegetazione boschiva. Sorge al confine con la Svizzera (nella zona settentrionale della provincia) tra i comuni di Luino, Agra, Maccagno, Veddasca e Curiglia con Monteviasco. Inserita nell’ambito territoriale della Comunità montana “Valli del Verbano”, gravita su Varese per il commercio, i servizi e le esigenze di ordine burocratico-amministrativo, mentre verso Luino si svolge pendolarismo per motivi di lavoro.
Comune Dumenza
Tel. 0332 517239
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La vicinanza alla Svizzera, il patrimonio naturalistico, la struttura interna: sono questi gli elementi che influenzano le relazioni esterne del comune. Vive un rapporto intenso con i centri del circondario, ai quali la comunità si rivolge per l’istruzione di secondo grado, il commercio, il lavoro o per l’espletamento di pratiche burocratiche; il pendolarismo per motivi di lavoro riguarda anche la vicina Svizzera. L’ambiente naturale presenta elementi di notevole attrattiva per gli amanti della natura, che possono avventurarsi nei vari percorsi escursionistici sui monti circostanti.
FERRERA DI VARESE
Altitudine: 299 m s.l.m. Superficie: 1,48 km² Abitanti: 696 (31-12-2010) Densità: 470,27 ab./km² Cod. postale: 21030 Nome abitanti: ferreresi Patrono: Santa Maria Maddalena (22 luglio)
Comune Ferrera di Varese
Tel. 0332 716450
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“FERRERA” deriva dal latino ferraria, miniera di ferro, in riferimento alle miniere del monte Brinzio. La specifica si riferisce alla sua collocazione geografica. Comune di montagna, dalle antiche origini, che ha affiancato un modesto sviluppo industriale alle tradizionali attività agricole. I ferreresi sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale, che fa registrare significativi segni di espansione edilizia. Tutt’intorno all’abitato, che si adagia soprattutto per quanto riguarda la sua parte più antica sopra un altopiano di origine morenica, si sviluppa una folta e verdeggiante vegetazione boschiva, tipica delle zone montane, che rende ancora più gradevole l’intero paesaggio, arricchito, tra l’altro, dalla suggestiva cascata “Fermona”, formatasi dal fiume Margorabbia. Il suo territorio, attraversato a nord-ovest dal fiume Margorabbia e ad ovest dal torrente Rancina, si estende nella Valcuvia, tra i comuni di Grantola, Cunardo, Masciago Primo, Rancio Valcuvia e Cassano Valcuvia. Per il commercio, i servizi e le necessità di ordine burocratico-amministrativo ci si rivolge normalmente al capoluogo provinciale e a Luino. Cascata di Ferrera (La cascata Fermona) Si trova nell’omonimo comune e si raggiunge in pochi minuti scendendo a piedi dalla strada, verso il laghetto posto ai piedi della cascata. La cascata di Ferrera è nota agli abitanti del paese come cascata Fermona. È un salto di circa 30 metri posto poco sotto il paese e rappresenta il “tuffo” che il torrente Margorabbia compie dopo essere uscito dalle grotte dell’orrido di Cunardo per raggiungere la Valtravaglia. Alla base della cascata si è formato un piccolo laghetto dall’acqua limpidissima; tutto l’ambiente circostante richiama la calma e la serenità di ambienti incontaminati, anche se si trova a pochi minuti dalle principali vie di comunicazione.
Il centro storico conserva qualche rara struttura risalente ai secoli XIV-XV, tra le quali il cosi detto castello, le cui possenti mura sono ancora ben visibili nelle cantine. Per le epoche successive è degno di nota il prospetto di un edificio di via Mazzini 6, databile al XV-XVI secolo, a tre piani, con l’abitazione al piano terra, affiancata da un arco a tutto sesto. Il primo piano è scandito da cinque archi, il secondo da semplici pilastri; il portale di via Castello, con spalle in pietra viva e motivi decorativi a stemma, è del XVIII secolo. La chiesa parrocchiale, dedicata a S. Maria Maddalena, in stile barocco è databile al primo quarto del XVIII secolo, è sorta sull’area di una chiesetta precedente del tutto scomparsa. L’attuale chiesa fu eretta in parrocchia nel 1886 e fu consacrata il 14 agosto 1939 dal vescovo di Como Alessandro Macchi. Degno di nota l’Altar maggiore in stile barocco, con balaustre, in marmo variegato e databile alla seconda metà del secolo XVIII. Nelle vicinanze merita un cenno la località Rocca, dove la tradizione vuole che esistesse una cappelletta, costruita con le pietre della torre diroccata e dedicata all’Assunta; demolita nel 1923, ha lasciato il posto all’attuale Monumento ai Caduti. http://www.comune.ferreradivarese.va.it
GAVIRATE
Altitudine: 261 m s.l.m. Superficie: 13,34 km² Abitanti: 9 174 (1-1-2013) Densità: 687,71 ab./km² Cod. postale: 21026 Frazioni: Groppello, Oltrona al Lago, Voltorre Nome abitanti: gaviratesi Patrono: San Giovanni Evangelista (27 dicembre)
Comune Gavirate
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Non è chiaro se il toponimo derivi dal nome latino “Gaberius” o “Gabius” o dal vocabolo latino “glarea” o “glareatum”, ‘ghiaia’, ‘ghiaioso’; non manca però chi, rifacendosi all’antico nome di Gavirate, si richiama alla radice “uir”, con cui si descriveva il rumore dell’acqua, e alle voci celtiche “gau”, ‘territorio’, e “raudas”, ‘strada’, per cui esso indicherebbe un luogo di strade poste su specchi d’acqua. Centro collinare, di antichissime origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e incrementato i servizi. I gaviratesi sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale, che fa registrare significativi segni di espansione edilizia. Il suo territorio, comprendente anche parte del lago di Varese, ha un profilo irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. Il comune, attraversato ad est dal fiume Bardello, si estende sulla sponda nord-occidentale del lago di Varese, tra i comuni di Cuvio, Comerio, Barasso, Casciago, Varese, Bardello, Besozzo e Cocquio Trevisago. Alla buona affluenza di turisti, diretti soprattutto al lago di Varese e alle pendici del Monte del Campo dei Fiori, fanno riscontro le molte presenze esterne nel mondo del lavoro. Al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini, anche perché assicura l’istruzione secondaria di secondo grado, attira numerosi visitatori anche con i suoi tradizionali appuntamenti del folclore; tra questi meritano di essere citati: la “befana in piazza”; la “festa delle ciliegie” a giugno, la “festa degli alpini”, la “mostra del libro” presso la biblioteca comunale, la “stagione musicale” e la “festa del lago”, ad agosto; poi la “festa dei fiori”, a settembre, e la “festa dell’anziano” presso la casa di riposo. Luoghi d’interesse sono la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista che conserva un artistico organo del 1901, opera di Vincenzo Mascioni di Azzio, il Chiostro di Voltorre, la Villa De Ambrosis e Parco Morselli con la sua “casina rosa” appartenuta allo scultore.
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“GEMONIO” denominato come Zemonio, probabilmente deriva dal nome latino di persona Gemonius. Comune collinare, dalle antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. I gemoniesi sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale, che fa registrare significativi segni di espansione edilizia. Il suo territorio presenta un profilo irregolare, con variazioni altimetriche anche piuttosto accentuate in alcuni tratti. Il comune, attraversato dai torrenti Boesio e Viganella, si estende nella Valcuvia, a confine con Brenta, Azzio, Cocquio-Trevisago, Besozzo, Cavarate e Cittiglio. Inserita nell’ambito territoriale della Comunità montana “Valli del verbano”, per il commercio, i servizi e le necessità di ordine burocratico-amministrativo si rivolge normalmente a Gavirate e al capoluogo provinciale. Alla buona affluenza di turisti, attratti dalla sua rilevanza storico-artistica, legata al ricordo di Garibaldi e del pittore Innocente Salvini, si accompagna una notevole presenza esterna nel mondo del lavoro, grazie alle varie industrie che consentono l’assorbimento di un apprezzabile flusso di manodopera. I suoi rapporti con i centri vicini, causati soprattutto dall’indotto turistico, di solito non sono particolarmente rilevanti ma si intensificano in occasione di alcuni tradizionali appuntamenti del folclore, tra i quali gli spettacoli teatrali e i concerti nelle corti all’aperto, in piena estate, la rassegna “canto delle pietre”, la “sagra dell’asparago” e i concerti di musica classica in S. Pietro, a settembre.
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Affacciata sulla sponda Lombarda del Lago Maggiore, a pochi chilometri dal confine elvetico Germignaga ben si presta per una sosta rilassante con opportunità di svago e divertimento, grazie al suo territorio che offre scenari naturali di grande qualità, ideali per svolgere innumerevoli attività sportive ma anche interessanti escursioni. Quella che in passato fu una zona con una forte presenza industriale, oggi, assume sempre più un’identità turistica, grazie agli splendidi parchi e all’area camper comunale costantemente frequentata da turisti. Il centro storico del paese con le sue caratteristiche strade in pavè, arretrato rispetto l’attuale riva sul lago, testimonia l’antichità del borgo, infatti essendo ubicata alla foce del fiume Tresa, nel corso degli anni il territorio si è via via “allungato” a causa dei riporti alluvionali del fiume. Cose da vedere: La Colonia Elioterapica Il Parco “Boschetto”. Il Parco “Le Fontanelle”. Il Parco “Primo Maggio”. La Pista Ciclabile “Silvio Fiorini”
Comune Germignaga
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GRANTOLA
Altitudine: 250 m s.l.m. Superficie: 2,07 km² Abitanti: 1 289 (31-12-2010) Densità: 622,71 ab./km² Frazioni: Bellaria, Montebello, Motta, Vicema Cod. postale: 21030 Nome abitanti: grantolesi Patrono: SS. Pietro e Paolo (29 giugno)
Comune Grantola
Tel. 0332 575134
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La provenienza del nome “GRANTOLA” è incerta. Potrebbe riferirsi al nome medioevale di persona (Alle)grante o G(a)rante. Comune di montagna, di origine medievale, che unisce alle tradizionali attività agricole i segni di un discreto sviluppo industriale. Il comune fa registrare una fase di forte espansione edilizia. Il territorio comunale, dal profilo geometrico irregolare tipico del paesaggio pre-montano e montano, mostra variazioni altimetriche abbastanza accentuate ed è circondato da boschi e splendidi prati. Posta al margine orientale della valle del fiume Margorabbia, è circondata dai comuni di Montegrino Valtravaglia, Cugliate Fabiasco, Cunardo, Ferrera di Varese, Cassano Valcuvia e Mesenzana. Il comune fa parte dell’ambito territoriale della Comunità montana “Valli del Verbano”; per il commercio, il lavoro, i servizi e tutte le esigenze che non trovano soddisfazione sul posto, gravita verso Luino e Varese. Il paesaggio ameno e la vicinanza del lago Maggiore rendono incantevole questo piccolo comune di montagna che, negli ultimi anni, sta incrementando timidamente le proprie potenzialità turistiche. Gli splendidi sentieri che si aprono tra la fitta vegetazione delle montagne circostanti costituiscono un richiamo irresistibile per gli appassionati della montagna. Nel corso dei mesi estivi, il calendario delle manifestazioni religiose e tradizionali offre un discreto numero di iniziative: il “ferragosto grantolese”, la “festa dei fiori” e la “mostra degli hobby” rappresentano piacevoli occasioni di intrattenimento e richiamano visitatori dai comuni vicini. Vive un rapporto intenso con i centri del circondario, cui la comunità si rivolge per accedere alle infrastrutture non presenti sul posto.
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LAVENO MOMBELLO
Altitudine: 205 m s.l.m. Superficie: 25,92 km² Abitanti: 8 906 (31-12-2012) Densità: 343,6 ab./km² Frazioni: Casere, Cerro, Mombello, Ponte Cod. postale: 21014 Nome abitanti: lavenesi Patrono: Santi Filippo e Giacomo (3 maggio)
Comune Laveno Mombello
Tel. 0332-625511
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La prima parte del nome deriva dal latino labes, frana, con l’aggiunta del suffisso -ena oppure dal nome latino di persona Labienus. La seconda parte è un composto di “Monte” e “bello”. Centro collinare, di origine medievale, classificato “comune sparso” con sede in Laveno. La sua economia si caratterizza per la positiva coesistenza di attività agricole, industriali e commerciali. I lavenesi presentano un indice di vecchiaia molto alto e si distribuiscono, oltre che in Mombello e Cerro (che, insieme col capoluogo comunale, sono i tre nuclei abitativi originari), nelle località di Acquanegra, Brenna, Casere, Monteggia e Roccolo. Il territorio, attraversato da torrenti e rogge, si caratterizza per la presenza di alture intermoreniche; mentre i centri abitati di Cerro e Laveno presentano un andamento pianeggiante e si affacciano sulle verdi sponde del lago Maggiore. Sorge ai piedi del massiccio Sasso del Ferro, ai limiti della Valcuvia, e si estende in posizione panoramica sulle sponde del lago Maggiore. Il capoluogo provinciale, insieme con Gavirate, costituisce il principale punto di riferimento per tutte le necessità che non trovano soddisfazione sul posto. La favorevole posizione panoramica sul lago Maggiore e le attrezzate strutture ricettive e sportive di cui è dotata, rendono il posto meta di numerosi turisti e visitatori. Il calendario delle manifestazioni tradizionali, religiose e non, comprende, oltre alla realizzazione del presepe sommerso nel corso del periodo natalizio, molti appuntamenti soprattutto nei mesi di luglio e agosto: e la suggestiva “festa di ferragosto sul lago”, che prevede un magnifico spettacolo pirotecnico. Una nota di merito al Museo della Ceramica -www.midec.orgche mantiene viva la tradizione ceramica lavenese con una preziosa esposizione di opere d’ arte, realizzando molteplici eventi culturali.
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ORARI D’APERTURA
Lunedì............................ chiuso dal Martedì al Sabato..... 9.30-12.30 Domenica..................... 10.30-12.30
15.30-19.30 15.30-19.30
Via Labiena, 82 - LAVENO MOMBELLO (VA) Tel. 0332 667 912 - Cell. 338 531 8995 cometticristiana@gmail.com
LUINO
Altitudine: 202 m s.l.m. Superficie: 20,95 km² Abitanti: 14 244 (1-1-2013) Densità: 679,9 ab./km² Frazioni: Baggiolina, Biviglione, Bonga, Casa Colombaro, Casa Demenech, Casa Donato, Casa Ferrario, Casa Ferrattina, Casa Pozzi, Cascina Pastore, Case Mirabello, Colmegna, Creva, Fornasette, Girasole, Il Gaggio, Il Valdo, La Brughiera, La Speranza, Longhirolo, Molino, Monte Bedea, Motte, Pezza, Pezzalunga, Pezze, Pianazzo, Poppino, Roggiolo, Ronchi, San Pietro, Tecco, Torretta, Trebedora, Vignone, Voldomino
Luino è tra i paesi più antichi del Verbano, diverse sono le interpretazioni circa l’origine del nome; la più antica è “Luvino”, rimasta ufficialmente in vita sino alla fine dell’Ottocento; c’è chi pensa all’aggettivo “lupino” derivato, più che dal nome d’animale, da nome di persona o di un vegetale. Più plausibile risalire al nome “Luina” dato al piccolo corso d’acqua che delimitava l’abitato, facilmente collegabile con il termine “luina” (valanga, frana) ricorrente nelle espressioni dialettali locali. Qualche cenno di storia. Luino nasce come villaggio di pescatori e deve il suo sviluppo alla particolare posizione geografica che lo vede punto d’incontro e di passaggio tra i principali centri del Verbano e Varese. Nel passato questo paese fece parte della Contea di Angera, subì per un breve periodo il dominio degli Sforza passando poi agli Elvetici. Successivamente, re Filippo II concesse il dominio ai Conti Marliani a cui succedettero i Conti Crivelli. Luino vanta i natali di celebri personaggi del passato, tra cui: Anselmo Luini Arcivescovo di Milano (XII sec.), Giacomo Eluterio Luini Carmelitano fondatore di una Chiesa e di un Cenobio (1477), Bernardino Luini (1460-1550) pittore della scuola di Leonardo, Giovanni Luini Confalonieri (benefattore), Giacomo Luini (Conte). In epoca contemporanea Luino ostenta i nomi di due illustri scrittori, Piero Chiara e Vittorio Sereni che tanto ebbero da dire e da scrivere sulla loro città natale. Personalità legate a Luino. Piero Chiara e Vittorio Sereni, due apprezzati letterati del Novecento italiano. Francesco Carnisi, valente organaro attivo attorno alla metà del XIX secolo; Alcuni comici come Francesco Salvi, Massimo Boldi; inoltre, da sempre vivono in questo Comune anche Enzo Iacchetti e Maria Teresa Ruta. Ha vissuto a Luino nella sua giovinezza anche il noto regista Aurelio Grimaldi, oltre all’attrice Sarah Maestri e Eliana Miglio. Il premio Nobel Dario Fo ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza.
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Da non dimenticare, inoltre, un altro celebre luinese, Adriano Sala, figlio secondogenito di una storica famiglia della ridente Luino, uno dei più accreditati esperti d’armi antiche d’Europa e il maestro scacchista, giurista e scrittore Luciano Lilloni. Lo psicologo Guido Petter è nato a Luino. Il sacerdote antifascista don Piero Folli è stato parroco di Voldomino, frazione di Luino, dal 1923 al 1948 e fu qui arrestato dai fascisti il 3 dicembre 1943 per aver aiutato un gruppo di ebrei ad espatriare in Svizzera. CHIESA DI S. PIETRO. In campagna, presso il cimitero. È la parrocchiale antica, trasferita poi nel cuore del nucleo abitato, per ordine di S. Carlo. Di severa bellezza il campanile romanico dell’XI secolo, ancora conservatore degli affreschi interni attribuiti a Bernardino Luini. È sepolto in questa chiesa il carmelitano ´Beato Jacopino´, che fondò il Convento del Carmine, nel 1477. CHIESA DI S. GIUSEPPE. L’oratorio seicentesco, ubicato anch’esso in riva al lago è opera di Gerolamo Quadrio, all’epoca architetto capo della Fabbrica del Duomo di Milano. All’interno, notevole è una coeva pala d’altare e interessanti il pulpito, la cantoria e l’organo del 1685, recuperato in un recente restauro, mentre all’esterno due pregevoli statue, di S. Giuseppe e S. Dionigi, abbelliscono la facciata. CHIESA DEL CARMINE. Chiesa quattrocentesca, posta a metà del viale dei platani, conserva, in una cappella aggiunta agli inizi del ’500, un considerevole ciclo di affreschi ed una crocefissione di epoca anteriore. Pregevoli risultano l’altare, con un simulacro ligneo dell’Addolorata e una pala raffigurante la Madonna ed i Santi Carmelitani. IL MERCATO. Grande motivo d’attrazione per il turista è il mercato del mercoledì che attira visitatori da tutta Europa. Pullman organizzati arrivano da Lugano, Locarno e persino da alcune città della Germania. Occupa le vie e piazze centrali di Luino, sottratte al traffico e ricolme di folla vociante e con bancarelle di ogni genere.
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MACCAGNO CON PINO E VEDDASCA
Altitudine: 210 m s.l.m. Superficie: 41,96 km² Abitanti: 2 516 (30-11-2013) Densità: 59,96 ab./km² Cod. postale: 21061
Benarreda SIAMO LA NUOVA IDEA PER LA TUA CASA Consulenza direttamente a casa vostra basta una telefonata Un Architetto sempre a tua disposizione per disegnare e creare ciò che desideri Con noi lo spazio diventa casa Via Garibaldi, 13 - 21010 Maccagno Tel. 0332.560820 - Fax 0332.562710 email: info@benarreda.it Comune Maccagno con Pino e Veddasca
Tel. 0332 562011 (Municipio di Maccagno)
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Maccagno con Pino e Veddasca (Maccàgn cun Pin e Vedàsca in dialetto varesotto), è stato istituito il 4 febbraio 2014 dalla fusione dei comuni di Maccagno, Pino sulla Sponda del Lago Maggiore e Veddasca, avvenuta in seguito al referendum consultivo del 1° dicembre 2013. MACCAGNO. Comune turistico lacuale, dalle antichissime origini, che alle tradizionali attività agricole ha affiancato un modesto sviluppo industriale. Stazione balneare arricchita dalle attrattive della montagna, registra una grande affluenza turistica. Il borgo, sino a qualche decennio fa, era diviso in Inferiore e Superiore dal torrente Giona: i due paesini avevano vita amministrativa autonoma. Caratteristica la Contrada Maggiore, il nucleo antico del borgo, dominata da una Torre imperiale e dal piccolo Santuario della Madonnina della Punta (sec. XVI): da qui si scorgono i Castelli di Cannero, posti su di un isolotto poco discosto dalla riva piemontese. Ciò che conquista di Maccagno è il panorama mozzafiato, che consente di spaziare su quasi tutto il Verbano: dalle vette del Canton Ticino, al golfo Borromeo. La spiaggia, creata dal Giona, è introvabile altrove, per la lunghezza e la profondità: è un luogo privilegiato, tra i molti splendidi centri turistici del Verbano. Per ammirare tali bellezze, ogni anno, migliaia di turisti arrivano a Maccagno. A partire dal 1979 in un avveniristico edificio-ponte gettato sul Giona è stato realizzato il Civico Museo Parisi Valle, che ospita la collezione d’arte moderna donata dal suo ideatore: Giuseppe Vittorio Parisi. Fra le manifestazioni ricorrenti, il “risotto con luganega” che si può gustare ogni Carnevale. Attirano visitatori anche alcuni tradizionali appuntamenti del folclore, che si svolgono nel corso dell’anno: le sfilate e i cortei mascherati, che si svolgono a carnevale; la festa del santuario della Madonna, che ha luogo la prima domenica di luglio, e la festa di Santa Maria Assunta. La festa del Patrono, S. Materno, si celebra il 17 luglio.
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MACCAGNO CON PINO E VEDDASCA
Frazioni: Armio, Biegno, Cadero, Campagnano, Caviggia, Entiglio, Garabiolo, Graglio, Lozzo, Maccagno (sede comunale), Monte Venere, Musignano, Monti di Pino, Orascio, Pianca, Piantonazzo, Pino sulla Sponda del Lago Maggiore, Ronchi, Sarangio, Veddo, Zenna
Comune Maccagno con Pino e Veddasca
Tel. 0332 566233 (Municipio di Pino) Tel. 0332 558032 (Municipio di Veddasca)
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PINO SULLA SPONDA DEL LAGO MAGGIORE. Piccola comunità di montagna, dalle origini molto antiche, con un’economia basata essenzialmente sul terziario e in particolare sul turismo. L’bitato sorge su un picco roccioso da cui sovrasta le acque dello splendido lago, offrendo un suggestivo effetto panoramico. Oltre ad essere una meta molto ricercata dal turismo sia di soggiorno che di frontiera, è abbastanza frequentata per lavoro, grazie proprio allo sviluppo del settore turistico, che consente un considerevole flusso di manodopera. La vicinanza alla frontiera svizzera la pone al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini e con la stessa Svizzera, verso la quale si svolge il pendolarismo per motivi di lavoro di buona parte della sua popolazione. Attira visitatori anche un tradizionale appuntamento del folclore, quale la “sagra dell’al””, caratterizzata dalla cottura allo spiedo di un vitello intero. La festa del Patrono, S. Quirico, si celebra il 15 agosto. VEDDASCA. Piccola comunità di montagna, di origine medievale, basa la propria economia essenzialmente sulle attività di tipo rurale. I vari nuclei abitati sparsi sul territorio presentano le caratteristiche dei piccoli villaggi di montagna, con le tipiche abitazioni in pietra ben lavorata e con i classici tetti a spiovente formati da grandi lastre di pietra. Si registra una forte espansione edilizia che ha prodotto la nascita di residenze per la villeggiatura, nel rispetto dell’architettura rustica del luogo. Questa località di montagna è rinomata per le sue piste di sci, che richiamano molti turisti appassionati di questo sport, attratti anche dalle bellezze naturali offerte dal paesaggio. Tra le manifestazioni ricreative vi sono la rassegna concertistica “antichi organi”, che si svolge ad agosto, e le diverse sagre organizzate nel corso dell’anno. Alle tradizioni rurali è legata la gastronomia locale, che si caratterizza per la tipica polenta, per la grande abbondanza di funghi e soprattutto per i piatti a base di selvaggina. Il Patrono, S. Lorenzo, si festeggia il 10 agosto.
ORINO
Altitudine: 456 m s.l.m. Superficie: 3,83 km² Abitanti: 866 (31-12-2010) Densità: 226,11 ab./km² Cod. postale: 21030 Nome abitanti: orinesi Patrono: S. Lorenzo (10 agosto)
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Alcuni studiosi vedono nel nome Orino una derivazione celtica, quale diminutivo di Oeur (Orum) che sta ad indicare un “margine”. Secondo questa ipotesi il nome avrebbe preso origine dalla posizione della località, posta a margine della montagna. Molto più plausibile e aderente alla realtà l’ipotesi che vede l’origine del nome Orino nel verbo latino “haurire” che significa sgorgare, essendo, da sempre, la località, ricca di sorgenti e ruscelli. Orino fu nei secoli scorsi terra d’emigranti, in genere qualificati artigiani, che con il loro lavoro resero illustre il nome del loro paese all’estero. LA ROCCA DI ORINO è un’antica fortezza posta a nord-est dell’omonimo comune, a quota 537 m.slm., su di uno sperone roccioso che domina gran parte della Valcuvia. Attualmente la Rocca di Orino è proprietà della Sig.ra Piera Vedani Mascioni che ha avviato un nuovo ciclo di lavori volti a preservare e valorizzare ciò che resta dell’antica fortificazione. In questa località sorge la piccola chiesa di San Lorenzo. La chiesa è stata costruita verso oriente. è antichissima con le pareti spoglie e rovinate dall’antichità. La facciata della chiesa è dipinta. Ci sono due tombe comuni con una sola copertura. Vi è la torre campanaria con una campana benedetta. Di quella antica chiesetta oggi rimane purtroppo solo il campanile, poichè il resto è stato riedificato intorno al 1635. La Chiesa Parrocchiale della Beata Vergine Immacolata. L’attuale Chiesa Parrocchiale, dedicata alla B.V. Immacolata, è stata edificata, ampliando la precedente, dedicata più genericamente a S.Maria, in fasi successive dalla seconda metà del 1600. Il coro dietro l’Altare maggiore è stato aggiunto nel 1878. La Chiesa divenne parrocchiale nel 1645, ma una contestazione del Prevosto di Canonica ne rimandò il riconoscimento ufficiale al 1651. Il fonte battesimale, già rilevato nelle prime visite pastorali sul finire del 1500, attesta la natura di vice parrocchia anche quando vi era solo il cappellano. Il corpo della torre del campanile è stato aggiunto verso la fine del 1700. http://www.comune.orino.va.it
MASCIAGO PRIMO
Altitudine: 347 m s.l.m. Superficie: 1,95 km² Abitanti: 289 (31-12-2010) Densità: 148,21 ab./km² Frazioni: Località Mondada, Località Muniscione Cod. postale: 21030 Nome abitanti: masciaghesi Patrono: Sant’Agnese (prima domenica di settembre)
Comune Masciago Primo
Tel. 0332 724597
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“MASCIAGO PRIMO” deriva dal nome latino di persona Maccius con l’aggiunta del suffisso -acus che indica appartenenza. Piccola comunità di montagna, dalle antiche origini, che alle tradizionali attività agricole ha affiancato modestissime iniziative industriali e commerciali. I masciaghesi sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale, che non fa registrare significativi segni di espansione edilizia. Il territorio comunale, comprendente anche la località di Mondada e diversi casolari sparsi, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche anche abbastanza accentuate. Tale caratteristica orografica si rispecchia nell’andamento plano-altimetrico dell’abitato, che conserva praticamente intatto il suo antico impianto urbanistico. Si estende nella Valcuvia, tra i comuni di Ferrera di Varese, Cunardo, Bedero Valcuvia e Rancio Valcuvia. Per il commercio, i servizi e le necessità di ordine burocratico-amministrativo si rivolge solitamente al capoluogo provinciale, oltre che a Gavirate e Luino, mentre verso i centri vicini maggiormente industrializzati si svolge il pendolarismo di gran parte dei suoi abitanti, per motivi di lavoro. Alla scarsa affluenza turistica, limitata al solo periodo estivo, fanno riscontro le poche presenze esterne nel mondo del lavoro, a causa del suo modesto livello economico, che non consente l’assorbimento di un flusso rilevante di manodopera. Tipico prodotto della gastronomia locale è la “polenta con formaggi, funghi e selvaggina”. L’evento di un certo rilievo che coinvolge l’intera comunità, oltre a rappresentare un richiamo per gli abitanti delle località vicine, è la festa patronale dedicata a Sant’Agnese, che ricorre il 21 gennaio ma si celebra la prima domenica di settembre, con una sagra e una mostra di pittura relativa ai luoghi più caratteristici.
MESENZANA
Altitudine: 305 m s.l.m. Superficie: 4,91 km² Abitanti: 1 473 (31-12-2010) Densità: 300 ab./km² Frazioni: Alpe Cavoglio, Cà Bianca Nuova, Gesiola del Monte San Martino, Le Cascine, Malpensata, Maro, Molino d’Anna, Pezza, Pianazzo, Piatta Cod. postale: 21030 Nome abitanti: mesenzanesi Patrono: Purificazione della Beata Vergine Maria (2 febbraio)
Comune Mesenzana
Tel. 0332 575116
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“MESENZANA” deriva dal nome latino di persona Mezentius con l’aggiunta del suffisso -anus che indica appartenenza. Comune di montagna, dalle origini medievali, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e incrementato il settore commerciale. La comunità dei mesenzanesi, che presenta un indice di vecchiaia nella media, è concentrata soprattutto nel capoluogo comunale, che fa registrare significativi segni di espansione edilizia, pur conservando qualche testimonianza architettonica del passato. Tra le altre località presenti sul territorio comunale, le più popolose sono: Piano e Molino d’Anna. Si estende alla confluenza della Valtravaglia e della Valcuvia, tra i comuni di Montegrino Valtravaglia, Grantola, Cassano Valcuvia, Duno e Brissago Valtravaglia. Inserita nell’ambito territoriale della Comunità montana “Valli del Verbano”, per il commercio, i servizi e le necessità di ordine burocratico-amministrativo si rivolge solitamente al capoluogo provinciale e a Luino. All’assenza di movimento turistico, legata alla mancanza di attrattive particolari, fanno riscontro le molte presenze esterne nel mondo del lavoro, dovute all’assorbimento di manodopera anche esterna per le numerose aziende che hanno determinato il suo apprezzabile sviluppo economico. I suoi rapporti con i centri vicini, si intensificano in occasione della ricorrenza festiva religiosa annuale. La festa patronale si celebra in onore della Purificazione di Maria Vergine e ricorre il 2 febbraio.
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MONTEGRINO VALTRAVAGLIA
Altitudine: 525 m s.l.m. Superficie: 10,26 km² Abitanti: 1 416 (31-12-2010) Densità: 138,01 ab./km² Frazioni: Alpe del Campegino, Bonera, Bosco Valtravaglia, Casa Briccoli, Casa Compagnoni, Casa De Andrea, Case Sciarè, Castendallo, Cucco, Monte Sette Termini (I Bedroni), Ostino, Piana, Pianco, Pivetta, Porscì, Riviera, San Martino, Sciorbagno, Segrada, Sorti Cod. postale: 21010 Nome abitanti: montegrinesi Patrono: Sant’Ambrogio (7 dicembre) Comune Montegrino Valtravaglia
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La prima parte di “MONTEGRINO VALTRAVAGLIA” è un composto di “monte” e del nome germanico di persona Agrimo. La specifica deriva da valle e dal nome di un castello detto Trevali (forse dall’unione di transvalles ed il monte Travalie). Appena spostato verso l’entroterra, a sud di Luino, Montegrino si presenta in primo luogo per escursioni naturalistiche nelle sue due pinete: quella bassa ricopre una serie di piccoli monticelli e, in certi punti gode di una bella vista lago. La pineta alta invece, è raggiungibile imboccando poco prima del centro via Cadorna, seguendo le indicazioni “Paradiso”, e offre un bel laghetto montano e soprattutto il cosiddetto “Altare Pagano”. Si tratta di un grande masso striato da venature bianche di quarzo decorato con incisioni rupestri, raffiguranti figure simboliche risalenti all’età del bronzo, il cui ritrovamento ha fatto pensare che la zona fosse utilizzata come centro religioso preistorico. L’altare si trova appena sopra la piazzetta antistante il lago; il sito è recintato, dunque per visite è consigliabile avvertire il Comune. Nel cuore del borgo, sorge il monumento bronzeo a Giovanni Carnovali, pittore meglio noto come “Il Piccio” (1804 - 1874), opera dello scultore Robbiati. Tante le chiese sparse sul territorio di Montegrino: tra queste si possono ricordare San Martino, d’impianto romanico, ma restaurata nel 1640, che domina la valle della Margorabbia ed è raggiungibile esclusivamente a piedi. All’interno, begli affreschi di Guglielmo da Montegrino e un raro ritratto del ‘400 di San Bernardino da Siena. Ancora, la chiesa di Sant’Ambrogio, a tre navate con colonne di pietra e campanile romanico rimaneggiato e, nei dintorni, San Rocco, San Gallo e Castendallo, San Sabastiano a Bonera, San Provino a Riviera. Nei pressi, a Bosco Valtravaglia, sorge il colossale complesso della chiesa di Santa Maria Annunciata, tra rigorosi prati e alberi di nocciolo.
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Altitudine: 199 m s.l.m. Superficie: 16 km² Abitanti: 2 440 (31-12-2010) Densità: 152,5 ab./km² Frazioni: Domo, Ligurno, Muceno, Musadino, San Michele, Ticinallo, Torre Cod. postale: 21010 Nome abitanti: portovaltravagliesi Patrono: San Rocco (16 agosto)
La prima parte del nome è di chiaro significato. La specifica deriva da valle e del nome di un castello detto Trevali (forse dall’unione di transvalles ed il monte Travalie). Come indicano il nome stesso, e i numerosi esempi d’arte e civiltà, rivela la sua origine come porto più importante dell’Alto Verbano. Il Comune si dispiega in diverse frazioni (Ticinallo, Muceno, Musadino, Domo, Ligurno, Torre e San Michele) posizionate tra il lago e le colline, dove è possibile praticare sia sport acquatici che andar per boschi lungo i numerosi sentieri che conducono sulle montagne circostanti ed arrivare così in luoghi ameni dove contemplare dall’alto la meraviglia del lago. Gli abitanti non nascondono le loro lontane radici: le case con i loro portali austeri che si aprono su cortili lastricati; le ville con i loro meravigliosi giardini; nuclei urbani in cui si riconoscono le antiche “masserie”, o le “corti medioevali”. Nell’abitato di Porto Valtravaglia (210m) ad esempio, la via principale presenta edifici che risalgono al Seicento; gradevoli sono inoltre il vecchio porticciolo ed il lungolago, recentemente ristrutturato e delimitato da una cortina di vecchie case alle spalle del municipio.
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Di rilevante importanza è la Chiesa di S. Maria Assunta, in Via Roma; sulla stessa via si affaccia anche la Chiesa di San Rocco, mentre la Chiesa Immacolata al Fiume, è situata sulla strada statale in direzione Luino.
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Via Roma 53 - Porto Valtravaglia (VA) Tel. 0332 549 090 www.holidayrentalslakemaggiore.it paola@holidayrentalslakemaggiore.it
Ristorante MONTESOLE di Mark Saredi & C. Sas
Ampia sala per banchettie cerimonie fino a 300 posti a sedere Grossen saal (300 plaetze) SpecialitĂ carne e pesce alla griglia - Spezialitaten vom Grill Terrazza sul lago - Terrasse mit Seeblick Viale della Repubblica, 85 - Porto Valtravaglia (VA) - Tel. +39 0332 54 95 42 - Cell. +39 339 85 71 036
Foto: Fazio
RANCIO VALCUVIA
Altitudine: 296 m s.l.m. Superficie: 4,48 km² Abitanti: 940 (31-12-2010) Densità: 209,82 ab./km² Frazioni: Cantevria Cod. postale: 21030 Nome abitanti: rancesi Patrono: SS. Sebastiano e Fabiano (20 gennaio)
Comune Rancio Valcuvia
Tel. 0332 995806
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“RANCIO VALCUVIA” aggiunge la seconda parte del toponimo dal 1863. La sua prima parte viene ricondotta all’aggettivo “ransc”, che significa ‘rancido’, con una chiara allusione all’umidità del luogo. La seconda parte di esso è da ricondurre a “Cuvium”, da ‘”covo”, nel senso di “cavità”, come luogo geografico. Comune di montagna, dalle antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato un discreto tessuto industriale. La comunità dei rancesi si distribuisce fra il capoluogo comunale, che fa registrare una notevole crescita edilizia, e vari altri nuclei abitati, dei quali il più popoloso è quello di Cantevria. Il suo territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche abbastanza accentuate, e di questa caratteristica orografica risente l’abitato, che si caratterizza per l’andamento plano-altimetrico collinare. Vi si possono ammirare alcuni esempi di architettura spontanea, come le caratteristiche “lobie” in legno e le vecchie cascine che si distribuiscono tra le anguste viuzze del centro storico. Situata nella zona centro-settentrionale della provincia, si estende tra i comuni di Ferrera di Varese, Masciago Primo, Bedero Valcuvia, Brinzio, Castello Cabiaglio, Cuveglio e Cassano Valcuvia. Fa parte della Comunità Montana “Valli del Verbano” e si trova nelle vicinanze del Parco naturale del Campo dei Fiori. Per il commercio, i servizi e le necessità di ordine burocratico-amministrativo ci si rivolge normalmente al capoluogo provinciale, oltre che a Gavirate e Luino. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate, pur offrendo ai suoi visitatori la possibilità di recarsi presso il Parco naturale del Campo dei Fiori, registra un buon numero di presenze esterne nel mondo del lavoro, grazie alle sue industrie, che consentono l’assorbimento di un flusso di manodopera.
FILIPPO SCACCABAROZZI
-Parquet-
Fornitura - Posa Levigatura Ripristino antiche pavimentazioni Trattamenti biologici
Brinzio Cell. 348 2291635 filippo.scaccabarozzi@hotmail.it p.iva. 03136460122 La storia del Comune Tracce documentali su Rancio Valcuvia se ne trovano intorno all’anno mille, in atti notarili, oppure citato in riferimento a fatti ecclesiastici, ma non abbiamo notizie dirette sull’origine, sulla vita e neppure sulla forma dell’abitato. La frazione di Cantevria, che volle aggregarsi a Rancio nel 1730, nasce un po’ più tardi, e di fatto se ne parla dal 1140. In epoca medioevale Rancio aderì al Comitato del Seprio, passò poi al vescovo di Como per finire assoggettata ai milanesi dal 1196. Nel 1450 vi fu il passaggio sotto il feudo dei Cotta e trecento anni dopo divenne proprietà dei Visconti Borromeo e dei Litta. Nel 1592 Rancio contava ben quattro chiese: la parrocchiale dei SS. Fabiano e Sebastiano, l’oratorio di S. Pietro in Cantevria, la cappella di S. Materno, la chiesa del Rossignolo. Il centro storico è ingentilito dalla presenza di alcuni edifici che potremmo definire “signorili” per la presenza di portali lavorati, corti regolari, porticati e piccoli giardini interni. Alcuni storici indicano la presenza nel XIV° secolo di un chiostro retto dall’ordine degli Umiliati. L’edificio mostra delle belle colonne monolitiche e alcuni affreschi che rappresentano stemmi nobiliari di famiglie del varesotto. http://www.comune.ranciovalcuvia.va.it
TRONZANO LAGO MAGGIORE
Altitudine: 342 m s.l.m. Superficie: 11,04 km² Abitanti: 257 (30-06-2011) Densità: 23,82 ab./km² Frazioni: Bassano Località: Il Bersagliere, La Costa, La Crocetta, La Mora, Lanterna, Monti di Bassano, Poggio, Porto, Provezzano, Riva, Ronco Scigolino Cod. postale: 21010 Nome abitanti: tronzanesi Patrono: San Rocco (16 agosto)
Comune Tronzano Lago Maggiore
Tel. 0332 566240
Il Comune di Tronzano Lago Maggiore è situato sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, disteso su di un poggio che domina il Verbano a circa 350 m s/m, sotto le pendici del Monte Borgna, su una vasta superficie di circa 11 km quadrati con un dislivello di circa 1000 m. Le sue antichi origini sono testimoniate dai ritrovamenti archeologici e dai segni che l’uomo ha lasciato sul territorio per le sue attività. È probabile l’origine celtica dei primi insediamenti in un territorio “sulla via delle genti” che, costeggiando il lago lungo i terrazzi di origine glaciale, congiungeva l’area alpina a quella prealpina. Il nucleo di Tronzano che, come la frazione di Bassano, situata a 530 m s/m, ha mantenuto la sua fisionomia originaria, ha una struttura semplice, raccolta intorno a un unico asse viario, interrotto da strette viuzze. L’area a lago è caratterizzata dalle piccole località Ronco Scigolino, Poggio e Canovi, la parte montana dalla località Monti di Bassano. A Tronzano tutti i vicoli sono stati lastricati con le vecchie piode che ricoprivano i tetti delle case prima di sostituirle, dopo gli anni cinquanta, con tegole. Sui muri bassi che delimitano gli orti sono ancora visibili le “tavole a mulino” per i giochi all’aperto; altre testimonianze sono le pile dell’orzo, blocchi di pietra squadrati o arrotondati che servivano per la brillatura dell’orzo, molto coltivato nel Gambarogno e nel Locarnese. Numerose le meridiane con le diciture in parte cancellate e i resti di vecchi mulini lungo i torrenti maggiori (“Valegion” e “Molinera”), e delle opere di canalizzazione. Orzo, segale e granoturco erano i cereali più coltivati. Il territorio boscoso di Tronzano è il paradiso del trekking e della MTB per tutti, per gli edonisti che si lasciano stregare da scenari di emozionante beltà, che si aprono improvvisamente tra un castagneto, o per chi ricerca storici ruderi, per ricostruire la fiaba del tempo, o per quanti amano stare all’aperto in tutta semplicità, tra colori e profumi selvatici. http://www.comune.tronzanolagomaggiore.va.it
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