2009 Sem.1 R/S Antievoluzionismo

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ANTIEVOLUZIONISMO

nel 2009 (1’ sem.)


[Prof.Daniele Formenti] NB: Articoli disposti in ordine cronologico inverso: in alto i più recenti Darwin 1809-2009 – Gli appuntamenti previsti in Italia HAPPY DARWIN YEAR

L’ANTI-EVOLUZIONISMO IN ITALIA. (Wallace e C.Darwin fanno ancora paura? Anche la nuova sintesi? O semplicemente sopravvivono ignoranze e confusioni?)

RASSEGNA STAMPA del 2009 [I testi originali sono linkati, se disponibili, per una verifica del testo originale e dei commenti]

Rassegne stampa precedenti (2003/2004 - 2005 – 2006 – 2007 – 2008) e successive (2009 2’semestre) -

Gennaio Febbraio

Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre novembre dicembre

GIUGNO 30/6/09-SA

[da NCSE] Sul sito del NCSE si racconta (“Paleontologists dismayed by Creation Museum") di una visita effettuata al vicino Creation Museum dai partecipanti al Ninth North American Paleontological Convention tenutosi a Cincinnati. I ricercatori hanno potuto apprezzare … quanto venisse valutato il loro lavoro. Un’uguale impressione la si puo’ avere seguendo le conferenze organizzate dai creazionisti biblici italiani, dove si criticano gli scienziati … anche se si dimostra che non potrebbero fare a meno di loro: si confonde infatti il carbonio con il silicio dell’argilla indeterminazione di Heisenberg

, si ignora il principio di

, si ridicolizza il ruolo del caso nell’evoluzione dopo

aver affermato erroneamente che ne sarebbe l’unico motore

, si sbaglia

clamorosamente (6 miliardi!) il numero di geni , confondendo gene con nucleotide, e si nega addirittura che il Papa possa avere una razionalità sufficiente per accettare e consigliare la cronologia fornita dalla scienza. Nonostante lo sconto offerto loro all’ingresso, non sono mancate le critiche (“I think they should rename the museum — not the Creation Museum, but the Confusion Museum", "This bothers me as a scientist and as a Christian, because it's just as much a distortion and misrepresentation of Christianity as it is of science"), amplificate dagli articoli dei giornalisti che hanno accompagnato la visita (Cincinnati Enquirer, The New York Times e Agence France-Presse)- Della visita si parla anche su Repubblica del 4/7 30/6/09-IT

Sul Manifesto un articolo (“Il gene egoista della Santa Trinità”) cerca di fare il punto sul rapporto fra iI Vaticano e la teoria dell’evoluzione, evidenziando “Il prudente rispetto del Papa nei confronti di Charles Darwin”. Nell’articolo si recensisce il libro di Pierre Sonigo E

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Jean-Jacques Kupiec “NÉ DIO NÉ GENOMA” Mentre almeno un ente locale italiano ritiene necessario patrocinare i creazionisti biblici (quelli dell’universo esistente da solo 6000 anni) e il CNR li ospita e li accoglie con dichiarazioni non evidence-based, chi fa e sa fare scienza alla fine deve arrendersi ed emigrare dopo aver cercato di resistere anche per decenni. Forse in Italia qualcuno deve ancora capire cosa si è sbagliato 400 anni fa con G.Galilei … Per fortuna a Genova il comune non patrocina, e l’ingegnere non racconterà le sue favole in un museo scientifico ma, come è corretto, in una cappella avventista. Non è facile decidere quale sia la più bella favola che racconta … una delle migliori è quella che - secondo gli evoluzionisti - dalla sala parto una donna potrebbe magari un


giorno uscire con una tartaruga … Questo è quello che un creazionista capisce (poco o nulla, evidentemente) sul ruolo del caso nell’evoluzione …. Non è l’unico … c’è anche chi tranquillizza le puerpere invitandole a non preoccuparsi troppo del caso, in quanto “La forza del caso viene imbrigliata in un piano di costruzione per cui dallo zigote umano esce sempre soltanto un uomo e dallo zigote di

un cavallo esce un cavallo“. Come si sa … il caso ha comunque un ruolo, tanto è vero che le ecografie sono consigliate. Chi insiste su interpretazioni alternative a quelle basate sul metodo scientifico sono gli evangelici italiani; probabilmente ignari dell’esistenza dei pastori evoluzionisti del Clergy Letter Project, pubblicizzano sul loro sito web un altro prodotto con un packaging un po‘ambiguo: si tratta di un film biografico su Darwin dal titolo “The voyage that shook the world”, finanziato dalla “Creation Ministries International” e prodotto dall’australiana Fathom Media. Sembra che alla CMI abbiano un progetto “intelligente”: nel loro sito c’è una sezione (Deconstructing Darwin) che si apre con uno slogan che invita al dialogo fra fede e scienza … (“Are you ready for 2009? Evolutionists are”) e con una definizione piuttosto riduttiva del libro che presenta una delle più grandi scoperte scientifiche umane: “a book that has caused millions to doubt the authority of Scripture”. Per fortuna nei paesi sviluppati ci sono religioni diverse, meno angosciate del progesso culturale umano, che non cercano di ostacolare con video creazionisti e siti web di geologia biblica.

26/6/09USA

Il Wall Street Journal pubblica oggi l’articolo (“God and Science Don't Mix”) scritto da un fisico, Lawrence Krauss, che da tempo partecipa attivamente alle discussioni sulle relazioni fra scienza e fede, con una posizione molto critica verso chi critica la scienza da posizioni integraliste religiose, come i sostenitori dell’ID. Il 12/7/2005 scrisse infatti, insieme ai cattolici Francisco Ayala e a Kenneth Miller, una lettera al Papa per chiedere urgenti spiegazioni sull’imprevisto e imbarazzante (per loro, che da 20 anni contrastavano l’Intelligent Design inventato dagli integralisti protestanti) appoggio del Card.Shönborn all’ID, con un’editoriale sul New York Times del 7/7/05 (“Finding Design in Nature”). L’articolo di Krauss inizia con una citazione di uno dei più grandi genetisti di popolazione del secolo scorso, J.S.B. Haldane (“My practice as a scientist is atheistic. That is to say, when I set up an experiment I assume that no god, angel or devil is going to interfere with its course; and this assumption has been justified by such success as I have achieved in my professional career. I should therefore be intellectually dishonest if I were not also

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atheistic in the affairs of the world.“) e Krauss conferma che almeno per la prima parte del ragionamento tutti gli scienziati non possono che concordare. Ritiene però che in una imbarazzante situazione di temporaneo ateismo relativo possano trovarsi anche i fedeli di qualsiasi religione quando devono valutare i dogmi di altre religioni. Forse nnon è corretto usare il termine ateismo in questo contesto di relativismo religioso, ma il risultato non cambia. Krauss ricorda poi che quel che sta avvenendo in Iran dimostra quanto sia difficile la gestione di un mondo in cui la ragione deve contrastare molte visioni dogmatiche originate millenni fa, in altre fasi, meno avanzate, dell’evoluzione culturale umana.. Questo articolo viene commentato anche nel blog “The Intersection” (“Lawrence Krauss on Science/Religion”), nel blog “Why evolution is true” (“Krauss attacks accommodationism in the Wall Street Journal”) e da PZ Myers di Pharyngula (“Christian faith is at odds with science”); nel suo ragionamento si inserisce un ulteriore punto; l’esperienza di una recente discussione su scienza e religione, che lo ha portato a verificare un’incompatibilità fra scienza e religione, ma ammette che è una situazione


contestabile verificandone la coesistenza in molti scienziati che pur non penserebbero di usare la fede in laboratorio.., Dopo aver ricordato il tentativo di S.J.Gould di tracciare dei confini fra le zone di influenza di scienza e religione (che riteneva non overlapping magisteria), non escluderebbe di lasciare alla religione alcune aree, come quelle che riguardano ad esempio il comportamento morale, anche se lo disturba lasciare qualsiasi cosa in mano a chi usa criteri faith-based e non evidence-based; conclude quindi che comunque preferirebbe consultare un filosofo o uno psicologo, piuttosto che un religioso, su problemi di moralità, spesso ritenuti gestibili da criteri faith-based. Questi ragionamenti di un laico molto critico verso la religione inducono a “domandarsi quanto l’assenza di indignazione sia strumentale” quando si incontrano cattolici con un forte senso etico e religioso che sostengono che sarebbe pericoloso che dei semplici peccati venissero anche considerati reati o che una religione potesse condannare una “condotta morale” che ritiene riprovevole… 26/6/09-IT

E’ disponibile il programma del XI Annual Congress - Federazione Italiana Scienze della Vita (FISV), Riva del Garda, 23-25 September 2009. Anche in questo caso, come già successo quest’anno con molti congressi di società

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scientifiche, si darà all’inizio molto spazio a tematiche che mettono in evidenza il bicentenario darwiniano, ben sapendo che ormai solo gli ignoranti contestano che (come disse Theodosius Dobzhansky) "Nulla ha senso in biologia se non alla luce dell'evoluzione". Per chi fosse a Riva del Garda il 23 settembre, questo sarà il programma del pomeriggio, dalle 15.30 in poi: Evolution: 200 years since Darwin Chairs: Giorgio Bertorelle (Ferrara), Rosaria Scozzari (Roma) The structure of evolutionary theory Telmo Pievani (Milano) Neutralism and selectionism Andreas Wagner (Zurich, Switzerland) The genetics of speciation Allen Orr (Rochester, USA) The expression of emotions in man and animals, a Darwinian Revolution Bernardino Fantini (Geneva, CH) E questo quello della sera: Round table: Understanding and perception of evolution in contemporary society. Coordinators: Gilberto Corbellini (Roma), Lucio Luzzatto (Firenze), Telmo Pievani (Milano) In realtà anche il 24/9 si continuerà a parlare di evoluzione; dopo aver discusso il 23 sera anche di cultura e di politica (magari qualcuno ricorderà i problemi che può talvolta creare chi dissente), il 24 si parlerà di sesso, di evoluzione della vita, dei microorganismi ma anche dell’uomo, con L.L.Cavalli Sforza (“Darwinian selection in human evolution”). Un appuntamento più vicino (il 10 luglio) sarà la lettura della preghiera darwinana di Michele Luzzatto da parte di Lella Costa; a Padova il 10 luglio alle 21.30 nei Giardini dell'Arena Romana Il 30 giugno a Verona (Polo Zanotto, V.le dell’Università 34 – Verona) il congresso della Società Italiana di Biologia Vegetale (Programma) si aprirà con una giornata di conferenze dedicate a Darwin e all’evoluzione: Plenary Lecture: • DARWIN AND EVOLUTION AULA MAGNA T3 Chairmen: Roberto Bassi and Rodolfo Costa • ON DARWIN'S FOOTSTEPS: HOT TOPICS IN ANIMAL PHYLOGENY AND EVOLUTIONARY DEVELOPMENTAL BIOLOGY A. Minelli. • THE ROLE OF GENOME DUPLICATION IN THE EVOLUTION OF DIVERSITY J.H. Postlethwait. • EVOLUTION OF CELL DEFENCE MECHANISMS G. Macino. • EVOLUTION OF THE HUMAN BRAIN G. Berlucchi. • LUNCH & POSTER VIEWING Plenary Session I: • PLANT EVOLUTION AULA MAGNA T3 Chairman: Rodolfo Costa and Roberto Bassi SALTATIONAL EVOLUTION IN PLANTS: STAY. G. Theissen. PHOTOSYNTHESIS, AN UNINTELLIGENT DESIGN. W. Nitschke. • ROUND TABLE: HOTSPOTS ON EVOLUTION R. Costa, R. Bassi, J. Barber, W. Nitschke, G. Macino G. Berlucchi G. Theissen. Mentre girano per l’Italia menestrelli locali o importati per imbrogliare la gente (si puo’ dire


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che non siamo più nel medio evo?) raccontando che l’universo ha 6000 anni o poco più, tutti i giorni compaiono le prove che la realtà è ben diversa e che non si dovrebbe dare né spazio né soldi (né soprattutto patrocini pubblici) a chi nega addirittura meccanismi evolutivi e cronologie da tempo comprovate, come già nel 1996 anche GP2 doveva ammettere: “È degno di nota il fatto che la teoria dell’evoluzione si sia progressivamente imposta all'attenzione dei ricercatori, a seguito di una serie di scoperte fatte nelle diverse discipline del sapere. La convergenza non ricercata né provocata, dei risultati dei lavori condotti indipendentemente gli uni dagli altri, costituisce di per sé un argomento significativo a favore di questa teoria”. Sull’ultimo numero di Nature un articolo (“New flutes document the earliest musical tradition in southwestern Germany”) racconta del primo strumento musicale completo, un flauto in osso, e di frammenti di altri flauti in avorio: “Excavations in the summer of 2008 at the sites of Hohle Fels and Vogelherd in Germany produced new evidence for Palaeolithic music in the form of the remains of one nearly complete bone flute and isolated small fragments of three ivory flutes”. Questi strumenti sono di circa 35.000 anni fa, di 5.000 anni più vecchi di altri strumenti musicali trovati precedentemente. Esiste in realtà anche il frammento di un flauto neandertaliano, più antico, ma non c’è la certezza della sua reale funzione, anche perché realizzato con un osso di orso e non con un più ragionevole radio di un avvoltoio. Nella grotta di Hohle Fels era stata recentemente trovata una statuina femminile in avorio (Conard, N. J. A female figurine from the basal Aurignacian of Hohle Fels Cave in southwestern Germany. Nature 459, 248–252) . Del flauto si parla anche sul Sole24Ore, su Galileo, e nel sito dell’agenzia AGI, L’Avvenire pubblica nelle lettere al direttore un paio di precisazioni di Odifreddi alla recensione dell’Avvenire al suo libro su Darwin (il 16/6). La più rilevante riguarda il fatto che le sue citazioni di dichiarazioni antievoluzioniste di autorevoli esponenti vaticani siano state presentate come posizioni di protestanti fondamentalisti antidarwiniani USA, cercando di negare la confusione presente sia nella chiesa che nei cattolici, dove spesso, come è facile dimostare, non si riesce a limitare o controllare le intemperanze dei creazionisti biblici. Nulla infatti si è detto dei due convegni di creazionisti biblici cattolici che si sono tenuti a Roma per contestare due convegni vaticani che li avevano intenzionalmente esclusi. E nulla si scrive a questo proposito nella risposta dell’autore dell’articolo. Sembra che la vecchia idea del cavallo di Troia sia utilizzata anche dagli antievoluzionisti, che cercano talvolta di impacchettare contenuti creazionisti in un contesto scientifico serio (come un museo scientifico, la sede centrale di un istituto di ricerca, o almeno un’aula universitaria…). La tecnica, già sperimentata in Italia, trova estimatori anche fra i creazionisti USA, tanto potenti e ricchi da non aver bisogno di questi trucchetti per farsi notare. Proprio oggi esce negli USA ad un prezzo stracciato (1$) un’edizione creazionista del libro di Darwin “On the origins of species” che sarà offerta dovunque “for use in schools, colleges, and prestigious learning institutions“. Contiene ovviamente, come si racconta nel sito web (“Special Origin of Species to be Given Away in Schools “), una prefazione rigorosamente antievoluzionista di 50 pagine, disponibile anche on line. Contano di venderne un milione di copie e sono certi che nessuno voglia ostacolarne la diffusione … Curioso il fatto che masochisticamente nel sito web del libro si fornisca uno dei primi commenti, pubblicato giusto oggi, quello ben poco lusinghiero del biologo evoluzionista PZ Myers, responsabile del blog scientifico Pharyngula: “It's like a book with multiple personality disorder — two parts that absolutely hate each other; an intro that is the inane product of one of the most stupid minds of our century, and a science text that is the product of one of the greatest minds of the author's century”. Per capire questa frase è necessario ricordare che la prefazione è di Ray Comfort, autore anche del famoso (e in-credibile) video in cui sembra felice di poter dimostrare agli increduli che la banana [quella attuale, coltivata e selezionata!] è conseguenza di un progetto divino [e forse l’anguria o il fico d’india no…] Nel volume non è inserita l’originale e recente “Bibbia di C.Darwin” … pubblicata dai creazionisti biblici di Answer in Genesis [ringrazio il dott.Georgiev per la segnalazione dell’errore. Controlli poi anche le slide dell’ingegnere, dovrebbe correggere almeno gli errori che ha ammesso]. Può essere acquistata aggiungendo altri 3,99$ (“The pocketsized New Testament covers: why there is suffering, who made God, the Big Bang, the origin of life, DNA, irreducible complexity, mutations, transitional forms, the Cambrian Explosion, peppered moths, vestigial organs, and "mistakes" in the Bible. Includes material from AiG's "Answers" magazine plus a concise topical concordance, and more “).


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Puo’ comunque succedere che questa versione “aggiornata” della Bibbia venga comunque regalata a chi si trova al momento giusto nel posto giusto (“One thousand copies of The Charles Darwin Bible will be freely handed out to public school teachers at their annual National Education Association convention in San Diego”). [da Pikaia] Nella annuale conferenza del 17 marzo 2009 per l’Open University, Richard Dawkins presenta Darwin come lo scienziato che con la selezione naturale ha cambiato il nostro modo di vedere la vita e tutta la natura. In particolare Dawkins spiega come il pensiero di Darwin fosse ad un passo dal mendelismo, e quindi abbia permesso il "passaggio al digitale" in biologia. Qui potete vedere l’intera conferenza Qualcuno si ricorderà che circa 3 mesi fa eravamo stati informati (Creazionismo in salsa turca) che in Turchia il vicepresidente del CNR turco (TUBITAK) aveva censurato un articolo su Darwin pubblicato sulla rivista scientifica (Bilim ve Teknik) del TUBITAK. In Italia la situazione sembra un po’ diversa; non abbiamo infatti una rivista del CNR che censurerebbe Darwin, ma abbiamo la rivista del vicepresidente del CNR che pubblica direttamente articoli critici non solo verso Darwin e la teoria attuale dell’evoluzione; alcuni articoli critici anche verso la chimica, la fisica e la geologia attuale, sono raccolti in un Dossier nel numero di giugno, il 45’, pubblicato in occasione del bicentenario. Molti degli articoli sembra facciano riferimento alle sciocchezze dette in un convegno tenutosi al CNR nella sala Marconi il 23/2/09, quando, 2 giorni dopo un convegno sul quaternario tenutosi nella stessa sala, si cercava di dimostrare che la terra sarebbe molto più giovane di quanto si pensasse. Purtoppo gli articoli non sono accessibili, ma il nome della rivista (“Radici cristiane”) fa seriamente sospettare che sia una delle prime occasioni in cui si manifestano pubblicamente i creazionisti biblici italiani, che finora avevano semplicemente ospitato un gruppo di creazionisti francesi in tour a Roma (il 3/11/08 e il 23/2/09) per contestare i due recenti convegni vaticani su Darwin e la teoria dell’evoluzione. Premettendo la buona notizia che la rivista è sconosciuta o introvabile nelle librerie cattoliche (Paoline e Ancora) della “capitale del creazionismo”, Brescia. Ecco gli sconcertanti titoli degli articoli, con temi ben noti a chi visita i siti web dei creazionisti biblici USA, e con titoli che corrispondono a quelli delle comunicazioni ai conegni creazionisti tenuti alla Sapienza e al CNR: • L'evoluzionismo contraddice la scienza • Evoluzionismo: un'ipotesi eticamente aberrante • Dalla scienza un secco rifiuto all'evoluzionismo • La termodinamica contraddice l'evoluzione (se ne parlava anche al convegno creazionista alla Sapienza in novembre) • Il tempo richiesto dalla sedimentazione contraddice l'ipotesi evoluzionista • Ma dove sono quei milioni di anni • Dinosauri: molto più "moderni" di quanto si creda ... (al convegno al CNR si raccontava di dinosauri vissuti 30/40.000 anni fa) • Le datazioni radiometriche non sono affidabili La rivista dimostra chiaramente la sfida non solo alla ragione, alla scienza e alla cultura occidentale, ma anche alla stessa Chiesa cattolica, portata da fedeli che evidentemente ignorano le posizioni attuali della Chiesa, che prevedono un maggior rispetto per la scienza, che qui viene invece “scomunicata” nel suo complesso (travolgendo anche la chimica, la fisica, e la geologia oltre alla biologia). Don TanzeIIa Nitti preferirebbe continuare a non credere che esista anche in Italia un imbarazzante creazionismo biblico cattolico che contesta addirittura il documento del card.Ratzinger del 2004 che accetta l’età della terra proposta dalla scienza. Questo Dossier dovrebbe stimolarlo ad intervenire, organizzando la partecipazione di queste pecorelle smarrite ai corsi di aggiornamento di buon livello (come quelli di primatologia che il progetto vaticano STOQ sta organizzando per il 6/11 luglio al monastero di Poblet in Catalogna). Dovrebbe farlo prima che qualche pregalileiano sopravvissuto (chi altri potrebbe pensare che venga addirittura “Dalla scienza un secco rifiuto all'evoluzionismo”?) o qualche sostenitore dell’idea assurda di una terra di soli 6000 anni pensi di poter mandare al rogo.qualche dipartimento di biologia evoluzionista per il sostegno a comportamenti che sembra vengano definiti addirittura “eticamente aberranti” ….[con quel che si legge sui giornali in questi giorni…non sarebbe bello scaricare le colpe sui biologi evoluzionisti]. Si potrebbe anche ricordare quanto disse mons.Ravasi nel 2005, quando ancora cercava di convincere i cattolici che, per non dire sciocchezze e fare brutte figure, sulla teoria dell’evoluzione bisognava fidarsi degli esperti. [da NCSE] Per dimostrare che non è necessario saper disegnare bene per creare vignette umoristiche, i Florida Citizens for Science hanno sponsorizzato un concorso


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per vignette sulla scienza che utilizzino schemi grafici estremamente semplici: lo “Stick Science cartoon contest”. Qui Ie 10 vignette più belle. Bella quella che ironizza su chi non crede all’evoluzione per motivi assurdi: perchè nessuno l’ha vista o perchè … non si può ripetere e verificare sperimentalmente. Prossime conferenze a Milano nell’ambito di Milano scienza: - domenica 21/6 alle 16 al museo di Storia Naturale: Giorgio Vallortigara su “Menti animali”; - lunedì 22/6 alle ore 18:30 | Palazzo Besana (piazza Belgioioso, Francesco Colotta: Darwin contro il cancro. Introduce Sylvie Coyaudiugno 2009 - mercoledì 24/6 alle ore 21:00 alla Rotonda della Besana (via Besana, 12) Emanuele Coco e Elio e Rocco Tanica in Consigli pratici per evoluzionisti spaesati - giovedì 25/6 ore 18:30 Rotonda della Besana: Edoardo Boncinelli, Darwinismo e genoma - martedì 30/6 alle 18 al museo di Storia Naturale l’anteprima della V Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza di Venezia Con Massimiliano Finazzer Flory e Umberto Veronesi Per chi invece fosse a Bergamo sabato 20/6, quel giorno prenderà il via «Musei Notti Aperte», manifestazione che vede protagonisti il museo di Scienze Naturali «E. Caffi», il museo Archeologico e l’Orto botanico «L. Rota». In particolare il 20 sera il ea sarà l’evoluzione: “dalle 21 in piazza Cittadella l’iniziativa “Graffiti in piazza - Il tema dell'evoluzione attraverso la street art”, alle 21.30 lo spettacolo teatrale "Quando Darwin incontrò il suo alter ego" (sala Curò, Piazza Cittadella) e dalle 22.30 all’Orto Botanico il concerto a cura dell'Istituto Musicale Donizetti “L'evoluzione del linguaggio musicale”. (Tutte le iniziative sono ad ingresso libero).” [da Pikaia] Consigli di lettura sulla teoria dell’evoluzione. [da Leucophea. “Darwin su PNAS”] Anche PNAS, dopo l’Am.J.of Botany, Scientific American, Lancet, Heredity, Genome Research (poster), Science e Nature, regala un intero numero dedicato a Darwin, con ben 19 articoli liberamente accessibili, presentati al Darwin Sackler Colloquium dal titolo: “In the light of evolution III: Two centuries of Darwin”. Molte fra le migliori riviste (fra cui anche una dedicata soprattutto alla ricerca medica che ha permesso di raddoppiare in pochi anni la durata media della vita, un obiettivo insperato fino a pochi decenni fa) si sentono in dovere di continuare a cercare di convincere del contrario chi, pur ricoprendo un ruolo determinante per lo sviluppo della cultura italiana, continua a credere che “L'evoluzionismo è una teoria che non ha ragioni che la sostengano”. Non deve essere facile rifiutarsi di aprire gli occhi di fronte a milioni di prove che dilagano sul mondo da tutte le riviste scientifiche. … L’editore di “Evolution: Education and Outreach” invece esagera: ogni numero del 2009 parla di Darwin ed ogni numero del 2009 è gratuito!. Fra le news delle Scienze (“Scimmie intellligenti... chi più, chi meno”) c’è l’invito a leggere un articolo del gruppo di M.Hauser, comparso su PlosOne (“General Intelligence in Another Primate: Individual Differences across Cognitive Task Performance in a New World Monkey (Saguinus oedipus)”; PDF). Come si vede, è una ricerca su un tema intrigante, con risultati che evidenziano come anche nella platirrina sudamericana Saguinus oedipus (cotton-top tamarin) un indicatore delle capacità di risolvere problemi sia fortemente influenzato da fattori individuali. Come avviene anche nell’uomo… Apre oggi la mostra “First Dutch Neanderthal” al Dutch National Museum of Aniquities. Verrà esposto al pubblico il primo reperto fossile neandertaliano (un frammento di frontale) trovato in Olanda, al largo della costa, in una zona fossilifera di circa 40.000 anni fa, quando il livello del mare era più basso rispetto a quello attuale. Il sito preciso del ritrovamento è sconosciuto, dato che il reperto è stato trovato da un dilettante in una zona in cui erano stati abbandonati i residui di dragaggi effettuati al largo. Se ne parla anche qui. Sul Washington Post un articolo (“West of Eden”) di Peter Hess, teologo e direttore del “Faith project” dell’NCSE (National Center for Science Education) in risposta all’articolo di John West, un esponente dei neocreazionisti afferenti al Discovery Institute che il 3/6/09 sullo stesso quotidiano [si] chiedeva "Is evolution compatible with God?", in occasione del lancio da parte loro di un sito web dedicato al rapporto fra fede ed evoluzione e dedicato in particolare ai biologi evoluzionisti, per cercare di tenerli lontano dal nuovo sito web creato da F.Collins, che cerca di attirare invece i credenti verso il neodarwinismo. Più o meno la stessa posizione di P.Hess, che però non chiarisce MAI se il discorso che fa sull’evoluzione vale anche per la teoria dell’evoluzione; Hess conclude il suo intervento scrivendo che “Science and faith are but two ways of searching for the same truths. Evolution can certainly be compatible with religious faith. Because the evidence for evolution is so overwhelming“. J.West invece aveva un’opinione diversa da quella di F.Collins e di P.Hess, ritenendo che


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“religious belief and scientific inquiry are mutually exclusive”. Ambedue gli articoli, come al solito, sono accompagnati da numerosissimi commenti. E’ disponibile in rete il video della conferenza (“The public understanding of evolution and the KISS principle“) tenuta al convegno Evolution 2009 (a Moscow all’Università dell’Idaho) da Eugenie Scott, presidente del National Center for Science Education, al momento di ricevere il “SJ Gould Award”. Per chi non si accontentasse del video, qui ci sono due recenti podcast, sempre di conferenze e sempre di Eugenie Scott Conferenza stampa di presentazione della nuova serie di Superquark, con M.Mazza contento di essere accanto all’evoluzionista Piero Angela, a cui attribuisce il merito di avergli fatto scegliere la professione di giornalista. C’è un netto miglioramento che dimostra l’influenza di P.Angela. Due anni fa infatti era contento di essere in mezzo ad antievoluzionisti … Sull’Avvenire in un articolo (“Odifreddi e Morandini su Darwin”) si commentano un paio di libri recenti sulla teoria dell’evoluzione, uno più laico e un altro invece scritto nell’ottica di non disturbare la fede. Sconcerta, nella critica ad Odifreddi, la frase “la fede cristiana nel Dio creatore non esclude un certo evoluzionismo, come egli sa”, dato che probabilmente Teilhard de Chardin se n’è accorto a sue spese quanto qualche decennio fa fosse stato pericoloso crederlo. Spiace anche che TdC sia successiamente citato come se “altri teologi e scienziati cristiani” fossero stati e fossero attualmente altrettanto audaci e masochisti nel dibattere temi che ai cardinali proprio non piacciono; non è anzi da escludere che la sua condanna abbia azzerato la discussione nella chiesa su questi temi centrali per la cultura umana attuale e in particolare sulla scienza, che ne ha un ruolo centrale. Incomprensibile è poi la critica a Odifreddi per il riferimento darwiniano a persone intelligenti mandate al rogo nel Medioevo: certamente si pensava a religiosi condannati come eretici, come G.Savonarola, G.Bruno o G.C.Vanini (il riferimento non era abbastanza chiaro?) più che a brave persone come S.Francesco o addirittura madre Teresa, che il medioevo … l’ha studiato a scuola a Skopje. Molto ambigua (onesta ma non troppo chiara) la frase in cui si parla di “riconoscimento” e non di “accettazione” da parte dei Papi recenti (in effetti su Leone XIII e la sua raffica di encicliche – 1884, 1887, 1888 - contro i naturalisti e i razionalisti sarebbe meglio sorvolare … anche perché nessuno ha ancora chiesto scusa), tanto è vero che si è costretti ad ammettere che la teoria scientifica dell’evoluzione è “fonte di una serie di problemi”… dando inevitabilmente ragione a Odifreddi! In realtà l’autore dell’articolo sembra poi dare ragione anche a Darwin: subito dopo aver pensato alla “provvidenza e alla bontà divina” gli scappa infatti quasi una bestemmia “(quanta violenza e morte nella natura da Lui creata!)”, come se si fosse dimenticato di quello che aveva imparato su un improbabile creato originariamente creato senza morte (?) – e quindi senza evoluzione - e sulla morte come conseguenza del peccato originale (!). Probabilmente Darwin era partito proprio da qui per arrivare a capire che questa “violenza e morte” è selettiva, agisce sulla variabilità, e costituisce quindi il meccanismo creativo che ha chiamato “selezione naturale”. Brutto il finale, con l’invito a provare a “leggere la Bibbia come se fosse un testo di scienze” (“affiora nella Bibbia e viene confermata dall’evoluzionismo”) ma soprattutto con la inattesa – per chi si rivolge ad un ampio pubblico su evoluzione e evoluzionismo confusione fra il fatto dell’evoluzione (che l’autore chiama “visione unitaria e pur differenziata della vita”) e la teoria dell’evoluzione (che invece propone quei meccanismi che nella Bibbia certamente non affiorano, essendo stati scoperti nel 1859); proprio F.Facchini che lui invoca, avrebbe molto da dire per contestare questa opinione pericolosa, umiliante per l’intelligenza e per l’evoluzione culturale umana, ormai da tempo superata (ma che viene mantenuta in vita artificialmente proprio come se l’accanimeno terapeutico fosse un’alternativa ai miracoli di cui si parla nell’articolo). Un po’ scorretta, come detto, anche la citazione di Teilhard de Chardin come se non si sapesse che anche recentemente (17/2/2007) è stato confermato che è ancora in vigore il “Monitum” del 1962 contro il gesuita paleontologo umano che, avendone le competenze, ha cercato di conciliare la religione cattolica con la teoria dell’evoluzione. [da Pikaia] Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo di Edoardo Boncinelli (L’altruismo evoluzionista. La provocazione biologica di Gabriele Milanesi) in cui si descrive l'ultimo libro di Gabriele Milanesi, "I geni altruisti" (Mondadori, pp. 216, euro 18,50). E’ uscito il trailer del prossimo film sulla vita di Charles Darwin. Si racconta la vita di uno scienziato che ha trovato la spiegazione dei meccanismi che hanno permesso e gestito in modo automatico il processo creativo dell’evoluzione delle specie animali e


vegetali DOPO un’eventuale “creazione divina” su cui Darwin non ha e non avrebbe comunque potuto dire nulla. Il titolo del film (“Creation”) sembra decisamente di buon auspicio: possiamo sperare che la creatività dei meccanismi intuiti da Darwin associ sempre più il termine “creazione” all’origine delle specie per meccanismi naturali, facendo dimenticare che “creazione” per molte religioni è un termine teologico che molti usano in modo scorrettoo vago. Lo sanno [dovrebbero sapere] tutti che “creazione divina” ed evoluzione sono eventi ben diversi: la “creazione divina” sempre più si rivela un mito o un simbolo non dimostrabile, mentre l’evoluzione biologica (di cui si è occupato Darwin e di cui si occupano oggi i biologi evoluzionisti) è un processo costituito da una sequenza infinita e complessa di eventi biologici ormai dimostrati, che inizia DOPO l’origine della vita, che a sua volta è iniziata molto DOPO l’origine dell’universo, su cui ancora ci sono, e non ci si deve meravigliare che rimarranno tali ancora per lungo tempo, ipotesi scientifiche non sempre convincenti. Associare Darwin al termine “creazione” è un invito ad attribuire alla natura quei meccanismi creativi ben dimostrati che sono in azione da centinaia di milioni di anni senza la necessità di ricorrere a ipotesi metafisiche o ad enti soprannaturali. Sulla Stampa un articolo (“Alle origini dell'altruismo”) che riferisce delle ricerche di S.Bowles, direttore del programma in Scienze comportamentali presso il Santa Fe Institute nel New Mexico, che hanno portato alla pubblicazione di un articolo su Science del 5/6/09 (“Did Warfare Among Ancestral Hunter-Gatherers Affect the Evolution of Human Social Behaviors?”) Il Giornale di Brescia pubblica un articolo (non liberamente accessibile) dal titolo “L'evoluzionismo non è incompatibile con il creazionismo”. Si tratta di ua critica all’ultimo libro di Odifreddi, sul darwinismo. Nell’articolo, oltre ad una strana e sospetta limitazione dell’evoluzione all’interno delle specie (“è possibile che … ci siano delle evoluzioni all’interno delle specie”), si fa parecchia confusione sui due contesti. Nella seconda parte dell’articolo si attribuisce alla biologia evoluzionista l’intenzione di contestare risposte che da millenni forniscono le migliaia di diverse religioni esistenti. La scienza non ha per ora risposte certe, e probabilmente non le avrà mai, sull’origine dell’universo, sul suo fine, sul perché della vita; ma ha molte altre risposte che non sembra siano apprezzate dalle religioni in quanto spesso ben diverse ma efficaci. E’ utile ricordare che non ci sono spiegazioni scientifiche che possano arrivare dalla Bibbia, ed è facile dimostrarlo: proprio sull’Avvenire del 9/6/09 c’è l’intervista (“Scienza e fede, il flop dei «nuovi atei»”) ad un teologo che riporta un giudizio negativo sui “cristiani fondamentalisti convinti che il racconto della Genesi sia un dato scientifico assodato” che “si approcciano ai testi religiosi antichi per provare la loro pertinenza in quanto fonti di informazioni scientifiche. Ma la Bibbia non ha mai voluto essere all’origine di verità scientifiche. Tali racconti si preoccupano di trasformazioni spirituali, non di informazioni scientifiche”. Tanto è vero che nei due recenti convegni in Vaticano sull’evoluzione, in novembre e in marzo, creazionisti e sostenitori dell’ID semplicemente NON sono stati invitati (“Rome meeting snubs intelligent design, creationism”, “Intelligent Design Theory Shut Out of Vatican Evolution Conference”), proprio perchè gli organizzatori, sia il prof.Cabibbo che mons.Ravasi, intendevano realizzare convegni “intellettualmente rigorosi”. I convegni inoltre sono stati finanziati in parte dalla Templeton Foundation, che, come ognuno può verificare nel loro sito web, sono allergici alle persone incompetenti ma che vogliono parlare con una presunzione che la JTF non accetta (“The John Templeton Foundation does not support research or programs that deny large areas of welldocumented scientific knowledge”); lo si legge molto chiaramente nel documento in cui spiegano la loro posizione contraria al creazionismo e all’Intelligent Design, dato che ambedue le ideologie non accettano la teoria dell’evoluzione, che secondo la JTF è ormai da considerare “conoscenza scientifica ben documentata”. Sembra strano che il comune di Brescia dia il suo appoggio a chi racconta fatti ben diversi da quelli che vengono raccontati in tutte le scuole della nazione, della provincia e della città. Proprio per questo stupisce che un comune appoggi la diffusione di idée che hanno una certa rilevanza solo negli ambienti integralisti protestanti statunitensi. Non dimentichiamo comunque che anche negli USA ci sono pastori protestanti evoluzionisti che festeggiano il Darwin Day in modo normale (Clergy Letter Project); sarebbe indispensabile che anche in Italia la si smettesse con le ambiguità e i pasticci e si formassero gruppi di religiosi che dimostrino davvero di credere che l'evoluzione e la biologia evoluzionistica siano scienza e che non abbiano alcuna relazione con la creazione. A quando il primo Darwin Day parrocchiale in Italia?


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Curioso il fatto che nel sito di Pikaia si citi proprio in questi giorni un documento (scritto da religiosi e scienziati protestanti USA) che cercano di chiarire quel che pensano i protestanti sulla creazione. E’ impressionante verificare in questo documento (“Dichiarazione Generale sulla Creazione”) come ci siano diverse ipotesi creazioniste che vengono ritenute ugualmente valide. Il problema è che sono incompatibili fra di loro! C’è chi crede che l’universo sia nato 6000 anni fa, altri che credono sia nato invece un bel po’ prima, 4.5 miliardi di anni fa …; sembra impossibile che si possa pensare che “L'evoluzionismo non è incompatibile con il creazionismo” … quando si promuovono le ipotesi creazioniste dei protestanti, incompatibili fra di loro ma anche con quelle cattoliche … A Caltagirone (CT) apre oggi una mostra collettiva d‘arte contemporanea (“Prova D’Autore 2009 - Darwin evolution (1809–2009)”) organizzata dal MACC, il museo d’arte moderna: “IL MACC, coglie l’occasione del bicentenario della nascita di Charles Darwin come stimolante opportunità per gli artisti invitati a questa edizione di Prova d’Autore, per confrontarsi in maniera personale non solo con una delle teorie fondative della nostra cultura ma anche con argomenti quali il “codice”, il “caso”, il “progetto”, l’“errore”, che nell’Arte contemporanea si presentano con una particolare carica di ricerca e di suggestione”. Prima giornata della conferenza Evolution 2009, che si tiene all’University of Idaho di Moscow. La conferenza è stata aperta dall’antropologa Eugenie Scott, presidente del National Center for Science Education, con la sua “SJ Gould Award Lecture”. Se ne parla nel blog Skeetersays, che segue il convegno giorno per giorno, promette di informare tutti quando sarà pronto il video della sua Lecture “focused on ways in which educators can clarify how they teach science to increase the public understanding of science”. Una delle interessanti proposte di E.Scott è di considerare sempre che “Word choice is important - we are not "darwinists" - we are evolutionary biologists. If you can attach 'ism' to a word it becomes an ideology. Evolution is not an ideology - it is science”. Bisognerebbe ritornare a S.J.Gould: Evolution as Fact and Theory! Da notare che il congresso offre nel suo sito web una pagina con links ai bloggers e ai twitters [da Pikaia] Come copiare la natura? Scopritelo su Ask Nature, un interessante sito prodotto dal The Biomimicky Institute. Sulla mostra “Darwin 1809-2009” a Milano, un articolo (“Darwin. Per il centenario mostra imponente alla rotonda della Besana”) oggi sul Giornale; purtroppo anche qui si sbaglia il titolo del suo principale libro, che è “L’origine DELLE specie”. Si riferisce anche del grande successo che ha avuto questa mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma, con 120 mila visitatori. Di “Brescia, capitale creazionista d’Italia” si parla anche nel blog di Oca Sapiens. Ora si evidenzia, dandogli ironicamente ragione nel non voler premiare un’eccessiva competenza, anche che l’assessore ha negato il patrocinio del comune alle iniziative della UAAR (patrocinate fino all’anno scorso: 2007, 2008), dato che vi partecipava come oratore anche T.Pievani. Il risultato della valutazione comparativa dei titoli degli oratori a questi due Darwin Days contrapposti e alternativi conferma le preoccupazioni pubblicate ieri da Repubblica (“UN MATEMATICO DEI LINCEI E I CONTI SBAGLIATI DELL'ITALIA LETTERA”). Sull’Avvenire un articolo (“Ma Ida non è l ’anello mancante“) di F.Facchini riferisce sul Darwinius masillae, spiegando perchè sia stato pericoloso l’uso scorretto del termine “anello mancante”, che attribuisce correttamente al tentativo di indurre ad una interpretazione lineare del processo evolutivo, che si incontra ancora solo in chi ha paura che i lettori si allontanino troppo dell’idea di un percorso lineare, di un progetto, caratteristica della visione ideologica dei creazionisti. Purtroppo questa volta lo stesso autore della scoperta di questo reperto fossile ha abusato di questo concetto, forse per sollecitare (e solleticare) la curiosità del pubblico. A proposito di solletico, una recente pubblicazione scientifica ha dimostra la somiglianze fra le antropomorfe e l’uomo per il riso stimolato dal solletico. Lo riferiva parlava Repubblica il 9/6/09 (“La scimmia sorrise prima dell’uomo”), il blog di Biondi/Rickards, Darwinpunk, il 10/6/09 (“Ridiamo come le scimmie”) e Nature il 4/6/09 (“Human-ape links heard in laughter”). Se l’Avvenire chiede la consulenza di un esperto, nel sito SRM in un articolo dal titolo sconcertante (“Casi mediatici o scoperte scientifiche ? Ida “) come esperto si sceglie invece un creazionista biblico, che per fortuna non contesta la datazione (“47 milioni di anni”) né che sia un reperto “unico ed eccezionale”, ma inserisce alcune frasi davvero originali, come quella che quasi contiene una nuova definizione di “anello mancante”. Sconcertante che nell’articolo su SRM si parli di “stazione eretta” Finalmente una trasmissione radio in cui si parla a lungo, bene e con competenza di


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Darwin! E’ “Alle 8 della sera” , su Radio2, e il merito è soprattutto di P.G.Odifreddi, che in breve tempo è diventato un ottimo conoscitore e divulgatore di Darwin e della sua genialità. Nel sito della trasmissione sono oggi disponibili i podcast delle prime 9 puntate. Buon ascolto …! la trasmissione durerà infatti fino al 26 giugno!! Per la bibliografia si potrebbe suggerire qualche altro testo. Oltre all’ultimo libro di Odifreddi, nel sito sono consigliati solo libri che non avrebbero potuto mancare … quelli di Charles Darwin. Forse è un po’ poco; molti altri hanno studiato Darwin in questi ultimi 150 anni … [da Leucophea] Sito web (Timetree) che, a ogni coppia di taxon, vi dice quanto siano distanti evolutivamente in milioni di anni. Sono gratuitamente dsponibili anche un volume e splendidi poster stampabili dell’albero della vita. Se un antievoluzionista se ne appendesse uno in camera ne trarrebbe grande giovamento: difficilmente si porrà poi il problema degli anelli (?) mancanti (!) (quelli esistenti e rappresentati sul poster sono anche troppi …!) … e dormirebbe sicuramente meglio, senza quell’incubo. Ovviamente il problema della serie di conferenze di biologia evoluzionistica che verranno tenute a Brescia da un ingegnere esperto in semiconduttori (ma in un ambiente che sembrerebbe garantire la serietà scientifica e con il patrocinio del comune di Brescia) è solo un sintomo di una situazione preoccupante: lo si dimostra (“la nostra società non capisce quali sono i fondamenti dell’eccellenza”) nella lettera scritta a Repubblica (“UN MATEMATICO DEI LINCEI E I CONTI SBAGLIATI DELL'ITALIA - LETTERA”) da un eccellente matematico. Triste la conclusione dell’articolo: dopo aver ricordato gli anni di “errori in cui si è messa in un angolo la classe scientifica per favorire la crescita di piccoli o grandi poteri accademicipolitici-sindacali” conclude con un triste “auguri a tutti i giovani scienziati italiani”. Sul blog Panda’s Thumb si presenta (“Fossilized Insects Revealed in 3-D Scans”) il risultato dell’applicazione una nuova tecnica che permette di ricostruire la struttura tridimensionale di organismi di piccole dimensioni imprigionati da decine di milioni di anni in blocchi di ambra opaca. Il blog cita un articolo sull’ultimo numero del Discover Magazine e mostra immagini decisamente impressionanti (realizzate all’ European Synchrotron Radiation Facility da ricercatori dell’Università di Rennes) di ricostruzioni tridimensionali di organismi di pochissimi millimetri, vissuti milioni di anni fa. E’ probabilmente solo l’inizio dell’applicazione di una tecnica che permette di vedere anche all’interno di resine fossili non trasparenti, l’inizio dell’archiviazione di queste immagini in un database (ESRF Paleontological Microtomographic DB) e della produzione di video (come questo) che presentano la impressionante ricostruzione tridimensionale di questi organismi. Che siano vissuti 100 milioni di anni fa, che ne abbiano già trovati 356 diversi e che solo per il 53% sia stata identificata la famiglia di appartenenza darà sicuramente dei seri problemi a chi sostiene che l’evoluzione non esiste (nemmeno per il virus dell’influenza..?) e le specie attuali sono identiche a quelle del passato. Se già hanno cercato di usare esche da pesca per dimostrarlo … in futuro probabilmente dovranno arrendersi di fronte al numero di specie diverse che queste nuove tecniche produrranno in numero sempre maggiore. Interessante anche la ricostruzione tridimensionale di frammenti di piume, anche loro incluse in ambra. Non è un problema che riguarda molto l’Italia, dove per fortuna il dibattito culturale sull’evoluzione difficilmente arricchisce (e non solo culturalmente) giudici e avvocati, ma gli USA: nel sito dell’NCSE hanno organizzato in un’unica pagina web "Creationism and the Law" tutto quello che riguarda i 17 processi fra creazionisti ed evoluzionisti, a partire dal primo, nel 1925 fino ad arrivare a quello del 205 che ha inferto un grosso colpo alla credibilità dell’ID. Puo’ essere utile per capire come siano quasi sempre i creazionisti, più o meno mascherati, ad essere da sempre in difficoltà e spennati dai costosi processi. La notizia che fra 10 giorni un ingegnere, grande esperto in semiconduttori, terrà 3 lezioni (una di biologia evoluzionistica, una di geologia evoluzionistica e una di paleoantropologia) al Museo di Scienze Naturali di Brescia in parte è divertente (Brescia si aggiudicherebbe una “prima” nazionale!) e in parte no. E’ infatti ora evidente che c’è dietro un Progetto Intelligente … [si fa per dire] E’ forse ancora possibile trovare il modo di alleggerire, con un po’ di ironia, quello che in realtà sembra un’iniziativa per umiliare la ragione, decidendo che in alcuna zone del territorio, per fortuna limitate, ipotesi teologiche da tempo superate e miti mesopotamici possano ancora prevalere sulla cultura e sulla scienza, quando ci sono le condizioni politiche (ma soprattutto intellettuali) favorevoli. Momenti di ritorno a fasi precedenti dell’evoluzione culturale su queste tematiche ci sono certo state anche 60 anni fa … ma solo in Russia, e sono state dannose. Per fortuna non siamo più ai tempi di Stalin, quando gli evoluzionisti neodarwiniani


venivano epurati da Lysenko (un agronomo, apprezzato da Stalin, che rifiutava la teoria “politicamente scorretta” di Darwin e applicava invece – anche se senza successo - la teoria di Lamarck che Darwin aveva dimostrato poco utile). Al massimo gli evoluzionisti bresciani avranno dovuto pagarsi di tasca loro una sala che fino all’anno scorso era (ovviamente) quella gratuita, prestigiosa e adeguata del Museo di Scienze Naturali (che fra l’altro proprio loro mantengono vivo con la loro attività di studio dei processi evolutivi in atto nel bresciano). Era tutto organizzato, c’era un progetto …: quest’anno gli organizzatori del Darwin Day hanno infatti ricevuto, come risposta alla loro richiesta che il comune patrocinasse la loro iniziativa (era previsto che parlassero un naturalista e un filosofo della scienza esperto di Darwin, persone sicuramente competenti) in occasione del bicentenario di Darwin, una lettera dal Comune che negava loro, a differenza degli anni precedenti, il patrocinio e quindi anche l’uso gratuito dell’auditorium del Museo di Scienze Naturali; per questo motivo quest’anno si sono dovuti quindi trasferire nella sala della Libreria Rinascita il 27/2 e il 5/3. I locali del Museo hanno comunque accolto in quei giorni, è importante precisarlo, ragazzi delle scuole per iniziative (organizzate dall’UAB) connesse al bicentenario darwiniano … anche se un po’ mimetizzate come “Laboratorio didattico di microscopia ed esperimenti di fisica divertente”. Di Darwin nel calendario di febbraio infatti non c’è traccia, mentre se ne parla esplicitamente solo nel sito dell’UAB. Controllando oggi il calendario dell’Auditorium si vede che in febbraio si sarebbe potuto organizzare addirittura un Darwin Month …: in molte serate di febbraio è rimasto infatti (apparentemente) inutilizzato (nei giorni 1, 2, 4, 7, 8, 9, 10, DODICI!, 13, 15, 16, 18, 19, 22, 23, 24). Quando invece la sala del Museo è stata chiesta da creazionisti biblici per tre conferenze antievoluzioniste in giugno, sembra non ci siano stati problemi: il comune ha perfino patrocinato l’iniziativa, mettendo a disposizione l’auditorium per poter contestare non solo la teoria dell’evoluzione ma anche l’evoluzione stessa; l’iniziativa è stata anche presentata come un’occasione per festeggiare del bicentenario di Darwin…! Questo sembra davvero una sciocchezza, se non è una provocazione o un tentativo di mimetizzarsi. Comunque una buona notizia c’è, per una città con una forte componente musulmana come Brescia: è probabile che anche creazionisti biblici musulmani avrebbero avuto e avrebbero in futuro la stessa risposta positiva, dato che le loro idee contro l’evoluzione non sono molto diverse da quelle dei creazionisti biblici protestanti che verranno ospitati il 19/20/21 giugno. Quello che comunque lascia più perplessi è il dubbio che in realtà al comune di Brescia non sapessero che i creazionisti biblici ormai non sono più benvoluti nemmeno dalle gerarchie cattoliche. Sicuramente non sanno che non sono stati invitati , intenzionalmente, ai recenti convegni vaticani sull’evoluzione biologica (“Organizers of the five-day conference at the Pontifical Gregorian University said Thursday that they barred intelligent design proponents because they wanted an intellectually rigorous conference. … In addition to intelligent design, creationism has come under disdain at the conference“); probabilmente non sanno che il card.Ratzinger stesso aveva firmato nel 2004 un documento (“Comunione e servizio” ) che confermava (ai paragrafi 63/69) che anche la Chiesa cattolica oggi è convinta che l’universo abbia 14 miliardi di anni (proprio come da qualche decennio dicono gli evoluzionisti) ma soprattutto che l’evoluzione biologica e l’origine comune degli esseri viventi siano un fatto indiscutibile (come da un paio di secoli pensano gli evoluzionisti). Come si è visto ai recenti convegni, il Vaticano pretende che chi parla su questo argomento sia intellectually rigorous; sarebbe forse consigliabile che anche al comune di Brescia fossero altrettanto intellectually rigorous e quindi più rispettosi se non della scienza almeno delle indicazioni del Papa; anche la diocesi potrebbe avvertire il comune di Brescia che ci sono novità: la Chiesa non contesta più come un tempo i fatti alla base della teoria dell’evoluzione. Si potrebbe inoltre far notare alla presidenza del consiglio che è dal 2005 che non viene assegnato il “Premio speciale per la Cultura dal sottosegretariato di Stato alla presidenza del Consiglio” ad un “contributo alla ricerca scientifica attraverso la critica al ‘darwinismo’”; forse finora non ci sono stati candidati, ma oggi a Brescia potrebbero trovare qualcuno da proporre per il premio del 2010: … non è facile, oggi che c’è anche Google, andare “contromano” nello scegliere chi ha più competenza quando c’è da festeggiare il bicentenario di Darwin … negli USA almeno i creazionisti hanno cambiato nome e non vogliono più essere chiamati creazionisti; in Italia invece, come si può verificare facilmente, non sanno se mimetizzarsi (www.origini.info) o chiamarsi ancora creazionisti


(www.creazionismo.org). Come si vede …. è un sito web unico … ma con due indirizzi … buoni per tutte le stagioni . Perchè un comune non verifica le competenze di chi si occupa, a suo nome, non solo delle strade e dei marciapiedi … ma anche dei cervelli dei cittadini? La cultura scientifica della gente è oggi limitata … almeno mettiamo la gente in buone mani …. E’ troppo chiedere che non raccomandino e finanzino chi non sarebbe accettato (per la sua incompetenza! non per le sue idee!) a parlare di evoluzione non solo in un ambiente scientifico, ma nemmeno in un convegno vaticano sull’evoluzione? 10/6/09-IT

Succede anche questo … e anche in Italia! Il museo di Scienze Naturali di Brescia ospita nel proprio auditorium una celebrazione piuttosto originale del bicentenario darwiniano; l’iniziativa, che avrebbe avuto il patrocinio del Comune di Brescia, è stata realizzata in occasione del “200^ anniversario della nascita di Darwin e al 150^ anniversario della pubblicazione de ‘L’origine delle specie’”, ed è stata organizzata … dai creazionisti biblici italiani … Proprio una bella festa a Darwin, ma sembra piuttosto difficile giustificare il patrocinio del comune di Brescia. Non è difficile dimostrarlo: giusto ieri si leggeva sull’Avvenire l'intervista a un teologo che sosteneva, per criticare la suscettibilità esagerata degli evoluzionisti, che “la Bibbia non ha mai voluto essere all'origine di verità scientifiche”. Oggi scopriamo invece che un Museo di Scienze Naturali ospiterà (a spese del comune3) conferenze in cui un ingegnere, creazionista biblico, si chiede se “Gli animali si evolvono?” o spiega quel che pensa su “La Terra e la sua età” (6000 anni? E’ possibile, dato che “L'Ing. Bertolini espone con passione l'importanza e l'integrità scientifica del racconto della creazione di Genesi” … proprio il contrario di quel che scrive l’Avvenire di ieri). La notizia, con le date e il programma delle tre conferenze, si trova nel sito web dei creazionisti biblici: http://www.creazionismo.org/articolo.asp?id=229. Il programma è pubblicato anche nel calendario mensile delle conferenze del Museo, con l’indicazione di chi ha richiesto la sale (l’ A.I.S.O.) . L’ing.Bertolini da tempo tiene questa serie di 3 conferenze; di solito ospita il pubblico nei locali di chiese avventiste, ma anche in biblioteche comunali (come a Pavia e a Vimodrone), per cui gli mancava solo un museo di scienze naturali; … se interessasse, la competenza di questo ingegnere, un grande esperto in semiconduttori, deriva proprio dalla Bibbia; spiega infatti che: “la lettura della Bibbia, unita alla passione per la scienza, lo ha spinto a meditare sulla creazione e sulle principali teorie evolutive e a condividere

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alcune eccezionali scoperte che ha fatto nel corso dei suoi studi”. Come si può facilmente verificare in un corso biblico on line scritto da un sacerdote cattolico – e certificato dal suo vescovo -, la Bibbia NON è un libro di scienze: “Genesi 111 parla dell’origine del mondo e dell’umanità, del diluvio universale: il genere letterario è quello poetico-mitologico e poetico-liturgico; mentre Genesi 12- 50 che parla della storia dei Patriarchi (Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe), si avvale, tra l’altro della genealogia, della narrazione epica, della leggenda, del racconto popolare e aneddotico”. Anche le meditazioni ovviamente hanno ben poco a che fare con la scienza. Spiace davvero che i biologi evoluzionisti debbano non solo studiare e spiegare la biologia evoluzionistica, ma siano costretti LORO a far notare che anche la chiesa cattolica oggi non solo crede anche all’evoluzione ma pretende anche competenza e rigore intellettuale, per cui non lascia più parlare ai suoi convegni né creazionisti nè esponenti dell’Intelligent Design. Sarebbe meglio se non si avesse paura di far sapere quel che pensa … ci sarebbero meno cattolici poco aggiornati anche fra gli asssessori. Alle conferenze dei creazionisti dovrebbe comunque partecipare chi non immagina quanta confusione si faccia spesso fra creazione ed evoluzione, fra Bibbia e scienza. Visto che non esistono tracce scritte delle idee di S.Bertolini in biologia e geologia evoluzionistica, sarebbe interessante che almeno rimanessero delle registrazioni audio, per i posteri ma soprattutto per gli assessori che volessero verificarne le competenze. Sulla rivisa neozelandese Scoop un’intervista al più dinamico creazionista biblico del mondo, H.Yahia; impressionante notare la concordanza di idee dei creazionisti, al di là delle differenze di religione. Un’altra novità riguardo alla saga del Darwinus masillae. Il giornalista scientifico Carl Zimmer, che gestisce il blog The Loom. Il 2/6/09 (“A Darwinius Carnival (Plus Some History of “Missing Links”)”) aveva messo in dubbio che gli autori dell’articolo fossero stati


9/6/09-IT

sinceri nel negare espressamente, nell’articolo, di avere conflitti di interesse (“The authors have declared that no competing interests exist”) . Aveva chiesto agli editori di PLOS di chiedere conferma agli autori dell’articolo. Oggi C.Zimmer si gusta un’altra vittoria: nel post “Darwinius: Science, Showbiz, and Conflicts of Interest” riporta infatti una rilevante modifica all’articolo originale, una lunga “Correction to the Competing Interest Statement”… In un’intervista all’Avvenire (“Galileo non è stato in carcere, né è morto sul rogo”) Mons.De Toca, vice di mons.Ravasi al dipartimento della cultura vaticano, dice o cita alcune frasi che potranno tornare utili fra un paio di giorni: “avrebbe potuto rompere la tradizione cattolica e che fosse loro dovere vietarne l'insegnamento. Questo errore soggettivo di giudizio, così chiaro per noi oggi, li ha condotti ad adottare una misura disciplinare “, “Una verità naturale, scientificamente dimostrata, ha una forza maggiore dell'interpretazione che io do del libro della Bibbia”, “Pensarono che permettere l'insegnamento di una dottrina scientifica che non era approvata poteva mettere in pericolo l'edificio della fede cattolica e soprattutto della gente più semplice. E credettero che fosse loro dovere vietare questo insegnamento”, “vietare l'insegnamento di una dottrina scientifica è un errore. Non è compito della Chiesa dire se è stata dimostrata scientificamente o meno. Tocca alla scienza”. Nell’intervista, se non fosse chiaro, si parla del processo a Galileo Galilei, ormai giunto alla valutazione definitiva. In un’intervista all’Avvenire del teologo J.Haught (“Scienza e fede, il flop dei «nuovi atei»”) si mescolano diversi problemi, intrecciando il recente (sono solo 150 anni...) dibattito sull’evoluzione (viene ampiamente citato Dawkins) con la secolare discussione sulle religioni e l’ateismo. Che si parli ancora oggi di Genesi o di uso della Bibbia come libro di scienze quando si parla di evoluzione dovrebbe chiarire molte cose, ma d’altronde lo stesso teologo deve ammettere che non si è fatto niente, né per i teologi, né per i fedeli, dopo il 1988: “Ma i cristiani devono essere più avveduti: la maggior parte non ha un'adeguata preparazione teologica e scientifica”; lo stesso GP2 nel 1988 era preoccupato della situazione, che costringeva molti cattolici a non sapere ancora che “la Bibbia non ha mai voluto essere all'origine di verità scientifiche”. Sappiamo però benissimo tutti che su molte questioni scientifiche si continua, nonostante tutto, a scomodare la Bibbia e a cercare di intervenire, come successe con il giallo dei due diversi documenti dei componenti della ”commissione Darwin”, nel 2004. Su quel MAI si potrebbe quindi discutere, dato che alcuni lo pensavano ancora, sicuramente ai tempi di G.Galilei, e i cattolici del “Kolbe Center for the study of creation” lo pensano tuttora senza problemi, tanto che hanno appena organizzato convegni anche a Roma e pure in presenza di responsabili della cultura vaticana (e anche italiana) . Coraggiosamente J.Haught ammette che la critica alle religioni può essere anche giustificata dal fatto che “gli scandali tra i preti o gli attentatori suicidi in nome di Dio sono fatti che capitano tutti i giorni”. Curiosa la frase finale in cui audacemente attribuisce a Dio perfino … la bontà degli atei. E’ un argomento che dovrebbe toccare con maggior prudenza: dovrebbe prima leggere almeno il libro “Naturalmente buoni” di Frans De Waal; potrebbe scoprire che gli studi recenti sui primati superiori hanno portato a sviluppare serie ipotesi su un’origine diversa, naturale e non soprannaturale, non solo della vita, come i biologi sostengono da tempo, ma perfino della bontà; J.Haught potrebbe ulteriormente riconsiderare l’importanza di una “preparazione scientifica” adeguata a quella teologica, almeno sui temi che riguardano aspetti del comportamento che troviamo perfino negli animali. Già GP2 lo raccomandava ai teologi nel 1988. Si riuscirebbe così a evitare di ripetere continuamente ipotesi non ottenute sperimentalmente e soprattutto non adeguatamente verificate; una situazione ottimamente illustrata e dimostrata si trova ad esempio in un post del blog Bioetica: (“Stato secolarizzato=stato pacifico”) in cui si citano ricerche che dimostrano che … “i paesi più pacifici hanno in media più atei e meno frequentanti funzioni religiose degli altri … questo è un altro colpo all’idea che la secolarizzazione porti al crollo delle strutture sociali”; sarebbe il caso anche di approfondire meglio e magari anche criticare queste ricerche che usano i dati dei “World Values”. Si cita anche un lavoro di Gregory S. Paul, «Cross-National Correlations of Quantifiable Societal Health with Popular Religiosity and Secularism in the Prosperous Democracies: A First Look», Journal of Religion & Society 7, 2005. D’altronde anche J.Haught induce a sospettare che senza preti che danno scandalo tutti i giorni e senza attentatori suicidi tutti i giorni .. un qualche miglioramento dovrebbe vedersi…!! [Molto curioso e sospetto il fatto che questi comportamenti (a differenza della citata e forse preocupante “bontà degli atei”) NON vengano attribuiti a Dio!]


8/6/09-IT

8/6/09-USA

7/6/09-IT

6/6/09-IT

Si è saputo oggi che il ministro Gelmini ha ecluso che la nota ministeriale 453 del 22 maggio, che richiedeva il codice fiscale di tutti i maturandi (altre circolari l’avevano già chiesto a chiunque si fosse iscritto in febbraio ad una qualsiasi scuola italiana per il prossimo anno) avessero come obiettivo l’esclusione dalla maturità degli studenti senza il permesso di soggiorno; Daria e tutti gli altri nella sua situazione potranno quindi sostenere l’esame di maturità. Avranno semplicemente una casella vuota: “verrebbe semplicemente escluso dalla base informativa del Ministero” … che presenta ancora parecchie “criticità” … E’ uscito il numero di giugno di Evolution: Education and Outreach. Nella loro sapienza hanno pubblicato un numero speciale per spiegare il meccanismo degli “anelli mancanti”. Nella loro grande (e forse eccessiva) cattiveria li hanno però chiamati, com’è giusto, “forme di transizione”. Nessun antievoluzionista quindi si accorgerà di questi articoli su argomenti che invece dovrebbero approfondire ... e rimarranno quindi ignoranti su un tema che credono tuttora sia il loro cavallo di battaglia. Chi avesse tempo può dare anche un’occhiata nella sezione Online First: si può trovare risposte alle curiosità sull’insegnamento dell’evoluzione in Tunisia o sull’utilità che di evoluzione non si parli solo in una lezione ad essa dedicata ma in ogni lezione di biologia. Forse c’è qualcosa da imparare sulla relazione fra evoluzione biologica e evoluzione culturale umana (oltre che sull’unicità della nostra specie) mettendo in relazione due notizie, una proveniente dagli USA e una dall’Italia, da un paese che sceglie il meglio e da un paese che, dimenticando il suo passato (anche lontanissimo) di migranti, si illude di poter usare solo i cervelli che ha in casa (e che non fuggono). Si spera che la ragione prevalga e che anche a Daria (e altre centinaia o migliaia nelle sue condizioni) sia offerta la possibilità di scoprire qualche formula o di diventare presidente di qualcosa. Se si diventa professori universitari anche senza la laurea, perché non permettere di sostenere l’esame di maturità anche senza … codice fiscale ...? Ancora un corsivo dell’Avvenire (“Fede e scienza, truffe giocherellone“) su Darwin! In realtà Darwin è citato solo per poter scrivere ancora una volta in modo errato il titolo del libro del 1859! Il corsivo infatti serve per far cambiare idea a chi il 29/5 aveva letto sul Foglio (invece che sull’Avvenire) l’intervento di P.G.Coyne al convegno di Firenze su G.Galilei. P.G.Coyne ha spiegato infatti molto bene perché GP2 nel 1992 non avesse affatto chiuso il caso; e l’archivista vaticano S.Pagano lo conferma, sulla base anche di 20 nuovi documenti scoperti successivamente. Non è quindi corretto oggi dire che il caso Galilei fu chiuso con le dichiarazioni di GP2 nel 1992 o nel 2000. Purtroppo chi come lui non ha sentito o letto l’intervento a Firenze di P.G.Coyne, non può raccogliere l’invito a chiudere in modo corretto, e urgentemente, anche il dibattito attuale sulla teoria dell’evoluzione, non accettabile per la Chiesa, Darwin o non Darwin… Un articolo pubblicato su The American Journal of Human Genetics fornisce una prima risposta alla domanda “quando la gente ha iniziato a emigrare dalla penisola italiana?”. Con il DNA mitocondriale un gruppo di ricerca coordinato da A.Torroni ha dimostrato (“Mitochondrial Haplogroup U5b3: A Distant Echo of the Epipaleolithic in Italy and the Legacy of the Early Sardinians”) che anche dalla penisola italiana è partita una corrente migratoria che ha contribuito a ripopolare le zone europee ricoperte dai ghiacci durante il Wurm. Finora era stato dimostrato solo il contributo genetico di popolazioni provenienti dai rifugi glaciali in Ucraina e nella zona franco-cantabrica. Probabilmente la barriera costituita dall’arco alpino ricoperto da ghiacci perenni aveva per più tempo ostacolato le migrazioni verso nord a partire dalla nostra penisola. Forse per questo le correnti migratorie si sono in realtà limitate alla Provenza e da qui si è preferito tornare ai mari del sud, verso la Sardegna. Se ne parla anche su Galileo (“Sulle tracce degli antichi italiani”). Mordace più che spiritoso il corsivo dell’Avvenire (“Darwin, tra "Creatore" e giochi furbacchioni“) che dimostra quanto Darwin sia quasi sconosciuto in certi ambienti dove pur lo criticano; qualcuno ancora sbaglia (e non è un errore da poco!) il titolo del principale libro di Darwin, che è (e non potrebbe essere diversamente) “Sull’origine delle specie”. Nel corsivo si confonde fra evoluzione e creazione, come se Darwin avesse detto qualcosa sulla creazione. Ad una prima lettura sembrerebbe che si cerchi di spostare l’interesse del lettore lontano dalla scoperta di Darwin, che è quella dei meccanismi che spiegano il processo evolutivo. Il dubbio atroce è però che, dopo 150 anni, non tutti abbiano ancora capito … qual è stata la vera scoperta di Darwin …!! Il dubbio è confermato da molte delle frasi a conclusione del corsivo (“allora ha ragione chi sostiene che la teoria darwiniana, in sé, non nega la creazione, e non implica di necessità l'ateismo”); difficile capire perché gioisca per il fatto che anche Darwin, come milioni di altri esseri umani, non neghi la creazione. Sarebbe invece il caso di gioire se si


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trovasse QUALCUNO che potesse confermare e dimostrare la creazione!!! C’è anche una frase che fa sospettare pure una certa dose di malafede: scrivere, subito dopo aver dato ragione a Pio XII, che Teilhard de Chardin è discusso e discutibile, è un’informazione un po’ troppo imprecisa … nessuno capirebbe che a condannarlo non sia stata proprio la Chiesa! Non sempre si riesce a dare un’idea della scala dei tempi dei processi evolutivi. Nemmeno è facile far capire come l’attività umana abbia modificato e tuttora modifichi l’ambiente, condizionando l’evoluzione biologica in gran parte del pianeta. Oggi è possibile e facile dimostrare come l’attività umana stia sterilizzando, cioè progressivamente espellendo la vita e quindi l’evoluzione biologica, da vastissime aree un tempo piene di vita. Qualcuno si preoccupa o si arrabbia se si diffonde il dubbio che la nostra specie sia una specie di “cancro per il pianeta”, e non è d’accordo; ma le immagini della NASA che dimostrano la scomparsa della vita da vaste aree dell’Amazzonia in soli 8 anni (“Così scompare la foresta”) non fanno riflettere sulla reale possibilità di poter usare un termine più ottimista di fronte ad un processo di desertificazione artificiale che coinvolge in modo così evidentemente massiccio una delle aree a maggiore biodiversità. Se si vuole passare a verificare quello che sta avvenendo nelle aree circostanti la Rondonia, basta sorvolare altre zone del Brasile con Google Map … Sul numero di Science di oggi gli abbonati possono leggere un lungo editoriale di C.Zimmer su un tema di cui tutti conoscono l’importanza e su cui magari credono di sapere tutto. C.Zimmer dimostra invece che nemmeno i biologi, che ben conoscono come funziona, hanno ben capito perché esistano meccanismi così complessi. L’articolo (“On the Origin of Sexual Reproduction”) inizia con una citazione di Darwin che non può che far contento chi crede che non sia stato molto utile all’umanità a che quindi sia un po’ troppo sopravvalutato: “We do not even in the least know the final cause of sexuality; why new beings should be produced by the union of the two sexual elements," he wrote in 1862, “the whole subject is as yet hidden in darkness”. Il corsivista dell’Avvenire il 23/5 aveva probabilmente messo in imbarazzo il quotidiano (ma anche mons.Ravasi, che nel 2005 cercava di convincere i cattolici che sulla teoria dell’evoluzione bisognava fidarsi degli evoluzionisti…) attribuendo a Darwin idee terribili che facevano invece parte della realtà quotidiana prima dei recenti progressi della scienza (“Darwin stesso teorizza più volte, in particolare nelle pagine successive alla 250, l’opportunità di eliminare, alla nascita o anche dopo, gli individui 'deboli'”, “Darwin lamenta certe scoperte mediche che ostacolano il progresso vero indebolendo "la specie"”, “ogni eugenetica, anche quella nazista … è partita proprio da quelle premesse”). Come si sa, ma spesso si dimentica, una percentuale di embrioni difettosi o “deboli”, non facilmente quantificabile (30%?) ma che si potrebbe ritenere piuttosto elevata, non arriva nemmeno alla nascita. Sembra che qualche lettore abbia protestato [grazie!], e il corsivista è costretto a smentirsi riportando oggi (“Idillio darwiniano? Ma con giudizio”) citazioni di Darwin … che non dimostrano affatto quanto aveva scritto, e che quindi … o non conosceva bene o non aveva capito. Solo così si spiegherebbe (escludendo che sia dolosa la confusione fra “selvaggi” e “uomini civili”) la sua sconcertante idea di accusare proprio Darwin di razzismo e financo di una influenza sul nazismo di cui è ben più facile (e documentabile) accusare invece alcune religioni cristiane (“as the Eugenics movement came to the United States, the churches, especially the Methodists, the Presbyterians, and the Episcopalians, embraced it”). Già ci aveva provato anche R.ButtigIione il 13/3/09, seguendo, anche lui senza verificarle, le ampie e battute piste tracciate dagli agguerriti ma poco furbi creazionisti USA. Spiace che il corsivista non evidenzi nemmeno oggi il motivo per cui Darwin ben giustificasse e approvasse il comportamento altruista verso gli individui “deboli” (dice infatti, e non è casuale, “invece noi uomini civili”) e che soprattutto non evidenzi che NON ci sono giudizi negativi di Darwin sull’evoluzione culturale che (anche questo ben sapeva Darwin) inevitabilmente un po’ intralcia la selezione naturale. Cioè proprio quel meccanismo che secondo alcuni cattolici, ma non certo il corsivista dell’Avvenire che non ne da una giudizio positivo, dovrebbe essere un intelligent design, cioè un progetto gestito a fin di bene in cui però gli individui “deboli” soccombono prima, dopo e perfino durante la nascita. Il corsivista cerca di indurre a guardare da un’altra parte, ma bisogna ricordare che invece l’opportunità di sterilizzare individui “deboli” è stata proposta ai primi del ‘900 da alcune religioni cristiane statunitensi (“as the Eugenics movement came to the United States, the churches, especially the Methodists, the Presbyterians, and the Episcopalians,


embraced it”): “The liberal Rev. Harry F. Ward, professor of Christian ethics and a founder of the Methodist Federation for Social Service, writing in Eugenics, the magazine of the American Eugenic Society, said that Christianity and Eugenics were compatible because both pursued the “challenge of removing the causes that produce the weak”. Molti più giornalisti dovrebbero sapere che recentemente (il 30/4/08) alcune di queste religioni hanno anmesso le loro colpe [che invece l’Avvenire attribuirebbe volentieri – lo si capisce - a Darwin] e si sono persino scusate (“An Apology for Support of Eugenics“) di avere introdotto negli USA leggi che poi davvero i nazisti hanno copiato e soprattutto utilizzato con maggiore vigore e disciplina. Fra l’altro queste leggi sulla sterilizzazione di alcune frange della popolazione hanno avuto, negli USA, una vita ben più lunga di quello che chiunque immaginerebbe. Sarebbe apprezzabile che i lettori [il silenzio dei biologi che leggono l’Avvenire su quel corsivo contro la biologia, è sconcertante…] facessero ora capire al corsivista che, come me, anche loro si sono accorti che quella che viene proposta come una conferma del corsivo precedente ne è invece una evidente smentita, forse foriera di ulteriori avvicinamenti all’evoluzionismo. Che ci sia una retromarcia lo conferma anche il fatto che si perde qualsiasi traccia dell’assurda connessione di Darwin al nazismo, evidenziato nella conclusione del

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precedente articolo … (“citi Charles, e ti appare Adolph”)! (notare l’uso eccessivo dell’inglese!!!) Certo che si vorrebbe capire per chi sono organizzati i convegni su Darwin. Non ci mandano i giornalisti dell’Avvenire? Almeno per far capire che gli evoluzionisti non solo non sono responsabili dell’esistenza di “individui deboli”, ma nemmeno sono responsabili dell’esistenza di leggi eugenetiche, al contrario di alcune religioni cristiane; è deprimente piuttosto che non si evidenzi come lo sviluppo della biologia e della medicina ne permette perfino la sopravvivenza contrariamente a quanto previsto da cosiddette “leggi di natura”; l’evoluzione culturale umana contribuisce al comportamento altruista apprezzato da Darwin, che fa di noi degli “uomini civili”. [Piuttosto imprevisto il risultato del confronto fra due corsivi antievoluzionisti successivi … ritrattazioni che sembrano conferme …] Su Science intervista alla direttrice dell’NCSE, l’antropologa Eugenie Scott, che racconta (“Eugenie Scott Toils in Defense of Evolution”) della sua vita al fronte, lungo la frontiera con i creazionisti USA di tipo diverso. Intervista integrale QUI. Nel blog Jack of Kent si comunica (“Libel Law Has No Place In Scientific Disputes”) che “Simon Singh is to apply to appeal against the recent adverse ruling by the English High Court”. La decisione di contestare la sentenza che lo ha condannato a pagare 100.000 sterline per aver sostenuto che “chiropractic treatments for asthma, ear infections and other infant conditions are not evidence-based” è stata anche conseguenza del grande supporto che ha ricevuto da ambienti scettici e scientifici inglesi. La sua condanna aveva finalmente suscitato reazioni stupite anche sulla grande stampa (The Times, The Independent, e The Times Higher Education Supplement) che si è accorta di come in UK sia facile che si giunga a discutere di scienza addirittura in tribunale. Sembra comunque che, se qualche volta S.Singh si diverte a scommettere 10.000 sterline, la posta per il processo d’appello sarebbe ben più alta … S.Singh ha scritto anche un libro sulla medicina alternative in generale, che è stato tradotto in italiano (“Aghi, pozioni e massaggi”) Anche sull’Avvenire si fa una buona pubblicità alla mostra “Darwin 1809-2009”: “Darwin 200 anni dopo” [Da Pikaia] L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell'Università di Cassino organizzano la SCUOLA ESTIVA DI ALTA FORMAZIONE IN FILOSOFIA ED ETOLOGIA UMANA: “L’ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI NEGLI ANIMALI E NELL’UOMO - Sviluppi della ricerca da Darwin alla Neuroetica”; a cura di Marco Celentano (Università di Cassino). Date: 8, 9, 10 giugno 2009, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Cassino Via Mazzaroppi, 6, aula 5. PROGRAMMA. Da domani apre alla Rotonda della Besana, a Milano, la mostra sul bicentenario della nascita di Darwin. Certo Milano ha già uno dei migliori musei italiani di storia naturale, per cui i milanesi sono già molto fortunati, avendo a disposizione uno strumento fondamentale per evitare di essere ignoranti in scienze naturali, come rischiano gli antievoluzionisti grandi e piccini che vivono in molte altre città d’Italia. In realtà sappiamo bene che la teoria dell’evoluzione, indispensabile per capire bene una parte importantissima del mondo in cui viviamo, richiede assolutamente una mostra tutta per se: capire bene i concetti che permettono di maneggiare con sicurezza la chiave di lettura della realtà biogica non è facile.


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Anzi, è quasi impossibile, soprattutto se ci si distrae o non si ricreano tutte insieme le condizioni che hanno permesso nella prima metà dell’800 a un giovane creazionista, sostenitore dell’intelligent design (quello originale però, quello dell’abate William Paley e della sua “Teologia Naturale”), di capire che tutto quello che insegnavano allora nelle scuole non corrispondeva affatto a quello che un giovane vivace e curioso come lui era riuscito a scoprire solo avendo avuto la fortuna di fare un giro fra le meraviglie naturali esistenti al di fuori delle isole britanniche. E’ incredibile quanto Paley piaccia anche ai “moderni” creazionisti, che non sentono l’odore di muffa che emana dalla ormai secolare “parabola” dell’orologio: “But suppose I had found a watch upon the ground, and it should be inquired how the watch happened to be in that place”. Poichè oggi basta una mostra o una TV per scoprire le meraviglie del mondo, non possiamo negare di essere ben più fortunati e avvantaggiati di Darwin; purtroppo , nonostante questo, molti continuano a credere a favole, tante e diverse, come quelle che raccontano la genesi, frutto di ignoranze millenarie. Una raccomandazione quindi: non solo vedere la mostra con calma e magari più volte ma soprattutto prendere nota di tutto ciò che personalmente sembra assurdo. Solo la scoperta e la correzione di tutto ciò che sembra assurdo (magari con l’aiuto delle numerose conferenze o dei libri in vendita nella stessa mostra) può portare ad identificare le idee assurde che sono presenti nella nostra mente magari dal secolo precedente. Questa autovalutazione è necessaria per invogliare anche alla partecipazone ai dibattiti previsti nei prossimi mesi. Nel caso comunque a qualcuno venissero dubbi terribili, come le classiche e comuni ridicole ossessioni degli antievoluzionisti (“come mai ci sono ancora le scimmie visto che c’è stata poi l’evoluzione?”, “come mai non si scoprono tutti gli anelli mancanti necessari almeno per convincermi?”, “l’evoluzione è solo una teoria”…) non rimane che affidarsi alle amorevoli cure dell’Associazione Didattica Museale che coordina visite guidate e laboratori didattici sull’evoluzione, capaci di convincere forse chiunque. Della mostra si racconta oggi in alcuni articoli, come sul Corriere (“Alla Besana un viaggio nell'evoluzione”); un invito a visitare le mostra viene anche da un video che si può vedere su Pikaia Channel di YouTube. Anche senza andare alla mostra si possono gustare alcune vignette molto spiritose, purtroppo in inglese. Ci sono poi fotografie e video. Da notare alcuni sconti per l’accesso alla mostra, fra cui uno dedicato a chi arriva a Milano da lontano (qualche ritardatario che si è perso la mostra a Roma?) con i treni AltaVelocità. In un video T.Pievani illustra il percorso della mostra. • Della mostra e di Darwin si parla in alcuni articolo sul Corriere di oggi: • “Darwin il Milanese”, dove si racconta dei legami fra Darwin e alcuni milanesi, un tema documentato nelal mostra.. • “«L’origine delle specie»? Emozionante come un albo di Tex” di G.Giorello. “La doppia vita del dottor Charles” “E il nonno Erasmus mi ha insegnato la polifonia culturale” • C.Zimmer ritorna a guardare il cielo dopo il Darwinius Day e un po’ si stupisce di vederlo ancora blu (“A Darwinius Carnival (Plus Some History of “Missing Links”)”); nel post cita alcuni altri post in cui si riflette sugli avvenimenti connessi con la gestione dei diversi prodotti commerciali connessi con la riscoperta (dopo 20 anni) del Darwinius. Riporta l’indirizzo del blog carnival di B.Switek (Laelaps), in cui si solleva un serio dubbio sulla reale inesistenza dei ”competing interests” che gli autori garantiscono espressamente nel loro lavoro (“The authors have declared that no competing interests exist”). H.Gee, editor di Nature, aiutato anche dai commentatori, propone una cronistoria dell’idea errata di “missing link”, un concetto che mette in difficoltà anche intelligenze che potrebbero essere brillanti se solo pensassero ai banali eventi (che Darwin stesso ovviamente conosceva bene e faceva notare anche a chi si limita a guardargli solo il dito) che possono rompere legami biologici che si pensano duraturi. Anche le competenze del fratello di C.Zimmer vengono utilizzate nella speranza che non ci siano più confusioni sui milioni di “missing link” che esistevano. Viene scovato anche un articolo di Mark Siddall su Nature (“The follies of ancestor worship”). C.Zimmer aggiunge del suo chiedendo conferma a PLOS dell’inesistenza dei citati ”competing interests”. C’è ancora qualcuno al mondo che non sopporta i conflitti di interesse? • E’ stato pubblicato oggi un rapporto di Greenpeace “Slaughtering the Amazon” (“Macellare l'Amazzonia”) che è costato tre anni di indagini e ricerche per poter fare i nomi delle ditte occidentali che in un modo o nell'altro sono legate all'espansione dell'allevamento bovino ai danni della foresta amazzonica. Una versione breve in italiano


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MAGGIO 2010

è disponibile sul sito italiano di Greenpeace. Su Repubblica un articolo di E.Bellone (“LE DUE CULTURE”) in occasione del cinquantenario della conferenza di C.P.Snow a Cambridge sulla separazione fra cultura umanistica e cultura scientifica. Oltre all’auspicio che conclude l’articolo (“per entrare nella società della conoscenza è urgente che si ponga fine al processo contro Galilei e che si recuperi l’unicità della cultura”) Bellone ricorda come il problema del confine fra culture diverse, e del rapporto fra il controllo di questo confine e il potere, fosse già ben chiaro a G.Galilei 400 anni fa. Anche allora il contrasto fra queste culture ostacolava l’evoluzione culturale. In un suo appunto (già citato in un libro del 1874 di D.Berti) lasciato (dopo la condanna e l’abiura) sul codice M.S.352 così descrive, rivolgendosi idealmente ai teologi suoi giudici, una situazione che è riconoscibile ancora oggi, 400 anni dopo: “Voi siete autori di novità che possono cagionare gran rovina nella religione estendendone la competenza e sopprimendo i limiti che distinguono e separano la sua giurisdizione da quella della scienza. Queste sono le novità potenti a rovinare le repubbliche e a sovvertire gli stati”. G.Galilei trova difficile infatti “ammettere che persone ignorantissime di una scienza o arte abbiano ad essere giudici sopra gli intelligenti e per l’autorità concedutagli siano potenti a volgergli a modo loro” e ritiene che “dottrine nuove che pregiudicano sono le vostre, quelle con le quali costringete l’intelletto e i sensi a non intendere e a non vedere … voi siete che cagionate l’eresia mentre senza ragione alcuna volete che i sapienti neghino i sensi propri e le dimostrazioni necessarie”. [sembra difficile che si possa credere che ci sia stato un semplice problema di incomprensione fra Galilei e la Chiesa … sembra che G.Galilei, almeno a posteriori, avesse ben capito cos’era successo]. L’ultima frase di G.Galilei non può che ricordare alcuni passi del discorso papale di Regensburg (12/9/06); in alcuni punti per esempio si auspica, motivandolo, che “superiamo la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell'esperimento”, raccomandando “un allargamento del nostro concetto di ragione e dell’uso di essa”). Esempi peggiori li possiamo trovare nei documenti dei neocreazionisti sostenitori dell’Intelligent Design USA; anche li’, come ai tempi di G.Galilei, tanti filosofi e matematici chiedono che anche i ragionamenti non dimostrati possano essere utili per contrastare e smentire le dimostrazioni sperimentali. Sul sito dell’ICN-NEWS (dell’International Christian Network, evangelico) una lunga recensione del numero speciale di Micromega sul bicentenario di Darwin (“LUNEDI' LETTERARIO. L'altro centenario”). Una valutazione nel complesso positiva (anche al primo articolo, in cui T.Pievani critica l’“atteggiamento di oscurantismo che rischia di lasciare indietro il Cattolicesimo rispetto al mondo contemporaneo”), anche se non mancano di sottolineare come al primo “seguono una serie di contributi che cercano di mostrare come la teologia non può essere assolutamente concordata con la teoria darwiniana, su come il progetto del Disegno intelligente sia debole da un punto di vista epistemologico”. Si apprezza anche il dialogo fra Pievani e Mancuso, anche se si tende a esagerare quando si attribuisce al primo un ruolo gerarchico certamente eccessivo (e non è certo un complimento in un contesto evangelico…). Non si capisce la valutazione negativa dell’articolo dell’altra filosofa della scienza, Barbara Forrest, che è riuscita a mettere in serie difficoltà i creazionisti evangelici USA, dei quali ha svelato, con un paziente lavoro di analisi dei testi (e non con magie da ateismo fondamentalista), il modo ingenuo con cui hanno cercato di mutare, nascondendola in modo infantile, la loro base culturale creazionista biblica. Non molto giustificata una conclusione negativa per la scienza “… religione e scienza sembrano non riuscire a dialogare per colpa di entrambi”; le critiche che esconio proprio in questi giorni dal convegno di Firenze su Galilei, al modo in cui la commissione Poupoard ha cercato di nascondere i gravi errori della Chiesa nel contrastare (proprio iniziando con G.Galilei) l’avanzata della scienza come strumento di conoscenza su basi razionali e sperimentali, rischia far dubitare di questo abituale tentativo di dare la colpa a tutti i contendenti, come se oggi non fosse chiaro chi usa meglio la ragione. Difficile pensare che si possa ancora dire “che ognuno ha il suo campo e che la scienza non può pretendere di dare all'essere umano tutte le risposte, perché altrimenti non sarebbe più scienza ma metafisica”. Ormai non sono più frasi finali accettabili per articoli in cui si mettono a confronto strumenti di conoscenza difficilmente comparabili in quanto basati su presupposi, ma soprattutto metodi e criteri di valutazione dei risultati, de tutto diversi.


31/5/09-UK

La notizia comparsa sul Guardian (“Why are they trying to gag a top British science writer?”) non riguarda tanto l’evoluzione biologica quanto quella culturale. In UK uno scrittore scientifico deve decidere se intende rischiare di perdere un milione di sterline dopo averne già perse 100.000 per essere stato condannato per diffamazione per aver scritto che “chiropractic treatments for asthma, ear infections and other infant conditions are not evidence-based”.

30/5/09-IT

Alla chiusura dell’assemblea della CEI sembra che, secondo un articolo della Stampa ci siano state preoccupazioni e lamentele sul fatto che "Potenti lobbies cercano di soffocare la voce del Papa". Secondo il card.Bagnasco ci sono “pressioni molto forti da parte di gruppi economici e finanziari”; si fa riferimento non solo alle polemiche sul fatto che il papa abbia sostenuto che meccanismi fisici di protezione (più efficienti delle mascherine comunque usate in Messico per altri tipi di virus) possano addirittura peggiorare la diffusione dell’HIV e quindi l’incidenza dell’AIDS in Africa, ma anche alla discussione in corso sul ruolo (positivo o negative) delle biotecnologie vegetali che hanno portato alla diffusione degli OGM, ormai coltivati da 13.5 milioni di agricoltori nel mondo. L’articolo riferisce che gli OGM “secondo le multinazionali dovrebbero garantire la sicurezza alimentare. «Invece - deplora Benedetto XVI - si tratta di una tecnica che rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società produttrici di Ogm»”. In realtà l’attribuzione della frase al Papa è errata: è infatti tratta da un documento pubblicato si’ nel sito web del vaticano, ma che è stato approvato il 19/3/09 a Yaoundè dal sinodo dei vescovi africani dopo una lunga consultazione locale. Non dimentichiamo che lo stesso documento prende una posizione molto chiara anche su un altro tema su cui in alcune università vaticane circolano spesso idee opposte, forse non sapendo cosa avviene in zone marginali e con economie di sopravvivenza estremamente sensibili (e quindi indifese) ai cambiamenti ambientali: “A ciò si aggiunge il problema del cambiamento climatico i cui effetti si fanno sentire nelle zone aride, compromettendo i modesti guadagni delle economie africane. I Padri sinodali possono restare insensibili a questi problemi che pesano sulle spalle dei contadini?”.

29/5/09-USA

Science ritorna sulla gestione mediatica della eccezionale scoperta del Darwinius di 47 milioni di anni fa, con un articolo di Ann Gibbons (“Celebrity Fossil Primate: Missing Link or Weak Link?”); si fa notare come lo scopritore sia abituato, molto più della maggior parte dei ricercatori, a far capire a chiunque il significato di quello che studia, in quanto svolgerebbe anche un ruolo di “star in a weekly children's science show on Norwegian television”. Per molti gruppi di ricerca sarebbe utile, oltre a quello di un bioinformatico e di uno statistico, riuscire ad aggiungere anche il suo nome a quello dei collaboratori…

29/5/09-IT

Si terrà ad Erice del 4 al 7 giugno un importante workshop sull’etologia e le capacità

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cognitive dei primati: “The primate mind: built to connect with other minds” . Qui il Program Schedule e qui la lista degli oratori. Organizzatori sono Pier Francesco Ferrari e F.De Waal. Frans De Waal sarà poi a Parma il 10 giugno a discutere dell’età dell’empatia. A Milano sta per iniziare un periodo in cui l’offerta culturale SCIENTIFICA risulta piuttosto ampia, a cominciare dall’inaugurazione della mostra su Darwin alla Besana, il 3 pomeriggio. Oggi ancora molti altri articoli sul processo a G.Galilei. Uno, dell’ Osservatore Romano, è un intervista (“Riga per riga tutto il processo a Galileo”) al curatore del volume che presenta ancora nuovi documenti sul processo. Preoccupano alcuni commenti del curatore, che fa capire quanto sia grave che vengano affrontati ancor oggi nello stesso modo anche il contrasto fra la scienza e la teologia che riguarda la teoria dell’evoluzione. Leggere che “a giudizio di monsignor Pagano l'atteggiamento dei teologi avrebbe potuto essere più comprensivo ed elastico” senza precisare se l’elasticità avrebbe dovuto riguardare la visione che nel 1600 i cardinali avevano della teologia o della scienza. Non è un dettaglio da poco; soprattutto se pensiamo all’ignoranza dei cardinali di allora sul sistema solare e all’impreparazione dei cardinali attuali sulla teoria dell’evoluzione. GP2 aveva certamente ragione quando nel 1988 osservò che prima di intervenire su questi problemi sarebbe stato necessario studiarli in modo da capirli, per evitare di mostrarsi ignoranti. Peccato che nessuno si fosse accorto che fosse un’idea ragionevole e da mettere in pratica al più presto. Avrebbe evitato di ripetere errori come quello, che quasi nessuno aveva probabilmente ancora capito, di condannare al silenzio Teilhard de Chardin. Basti pensare che una frase che quasi tutti gli antievoluzionisti mettono in bocca agli evoluzionisti, “la nostra specie è un prodotto del caso”, è del tutto assurda, ridicola in quanto sbagliata, e dimostra chiaramente l’impreparazione (come minimo, se non la malafede) da parte di chi si esprime in questo modo. Di alcuni interventi al convegno su G.Galilei, molti dei quali favorevoli all’idea di una reciproca incomprensione, si parla nell’articolo principale della pagina che


APRILE 2009 30/4/09-IT

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[da Pikaia] Giovedì 30 aprile alle ore 14:30 Luigi Luca Cavalli Sforza, professore Emerito della Stanford School of Medicine, terrà un seminario dal titolo "Evoluzione umana biologica e culturale: le interazioni" all'Università di Milano Bicocca. Sembra incredibile, ma l’Intelligent Design, che il Vaticano, nella persona di mons.Ravasi, “ministro della cultura”, ha intenzionalmente (e forse colpevolmente) tenuto fuori dalla porta del convegno organizzato all’Università Gregoriana in marzo, rientra dalla finestra … e che finestra! Nonostante le critiche di F.Facchini sull’Osservatore Romano (16/1/06 e 23/11/07) e la condanna dell’Intelligent Design USA, un fascicolo della rivista cattolica dedicata a insegnanti delle superiori (La Nuova Secondaria n.8, 2009, Anno XXVI, pag.45) pubblica la traduzione di un articolo contro l’evoluzionismo (“Come sopravvivono le falsità”) scritto da J.Wells, uno dei massimi esponenti della Chiesa di Moon e del Discovery Institute (che diffonde negli USA l’Intelligent Design). Questa rivista fa pubblicità all’Intelligent Design USA, che ormai (dopo il processo di Harrisburg/Dover) sappiamo bene come sia il buon vecchio creazionismo biblico, ridipinto in tutta fretta e malamente nel 1987 (“cdesign proponentsists” è l’anello mancante magicamente ritrovato). Mentre in Vaticano si continua a ripetere che non esiste incompatibilità fra scienza e teoogia, ai piani bassi tutto procede come prima, se non peggio. Saranno i piani alti a doversi adeguare? Il silenzio sul convegno alla Gregoriana lo fa sospettare … Sarebbe interessante che, se La Nuova Secondaria (con la consulenza dello zoologo L.Galleni) ha tradotto un vecchio articolo del 2001 di J.Wells, qualcun altro traducesse dal sito del NCSE l’articolo che lo critica e lo smonta: “Why much of what Jonathan Wells writes about evolution is wrong?”. Anzi, sarebbe meglio che fosse la stessa rivista, per completezza dell’informazione (e della ragione), a pubblicargli accanto la critica puntuale all’articolo (che sintetizza il libro “Icons of Evolution”, dello stesso autore). Sconcerta anche il fatto che la stessa rivista aggiunga nello stesso numero, a pag.45, un articolo simile (“Che testi usano i tuoi figli?”) critico verso i libri di testo di biologia italiani, scritto da un … dentista responsabile dell’Oss. Permanente sui libri di testo (qui il resoconto del convegno tenutosi al meeting di Rimini nel 2000, con i due rcercatori massimi esponenti dell’antievoluzionismo italiano). Curioso leggere chi raccomandi un nuovo libro di testo di biologia …; ma soprattutto fa venire i brividi (pensando a quel che invece si legge sulle vere riviste scientifiche) verificare che una rivista cattolica dedicata agli insegnanti abbia il coraggio di informarli che

“niente, in

paleontologia dimostra la macroevoluzione“ ma anche che “Con sicurezza al genere Homo appartengono due insiemi: Homo sapiens (100.000 anni fa) e Homo neanderthalensis che si pensa abbiano convissuto a lungo”. [Posso assicurare che i creazionisti biblici USA sono ben più aggiornati sui quel che si pubblica sulle riviste scientifiche serie; d’altronde sembra che a Milano e in Lombardia non siano necessari corsi universitari sull’evoluzione umana, forse per non disturbare questi “esperti” della casa editrice La Scuola di Brescia ]. Da notare che la Nuova Secondaria sta dedicando alcuni articoli degli ultimi numeri al problema dell’evoluzione, con editoriali del direttore (“L’evoluzionismo prima di Darwin” nel fascicolo 6, “L’evoluzionismo darwiniano” nel fascicolo 7 e “L’evoluzionismo dopo Darwin” nel fascicolo 8) e articoli di un esperto come l’antievoluzionista cattolico U.FasoI nel numero 7: “La mutazione e l’evoluzione. Un contributo al dibattito”). 28/4/09-IT

[da Pikaia] Dal 2 al 4 maggio prossimo si terrà a Palazzo Franchetti, Venezia, il "Simposio Darwin 200 - Basic Issues in Evolution" , risultato della collaborazione tra Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, IUBS (International Union of Biological Sciences) e UNESCO (United Nations Educational Scientific and Cultural Organization). I giornali sono pieni in questi giorni delle notizie sulla comparsa e diffusione di una infezione virale che si sta diffondendo molto velocemente a partire dal Messico. Sembra che ci sia una gran corsa, in quel paese e altrove, all’uso di mascherine per difendersi da questo nuovo virus. Sull’Avvenire si ricorda come l’uso delle mascherine non sia una soluzione adeguata; per fortuna nell’articolo (“Il virus scatena la corsa alle mascherine“) non si sostiene che con questo virus la mascherina possa peggiorare la


situazione, ma si ricorda che ci vuole materiale di qualità, che non bisogna badare a spese (“sono efficaci solo quelle di terza categoria: filtro al carbonio e costo da 30 a 60 euro per confezione, trattengono il 90 per cento delle particelle che potrebbero portare il virus”) e che comunque non sono sufficienti … l’articolo fa notare anche la presenza in Messico di “sciacalli”, che sarebbero coloro che vendono le mascherine a 25 volte il loro prezzo. Per chi volesse rileggersi la storia di una precedente infezione virale con origine dai maiali, comparsa nel 1976 negli USA, puo’ leggersi (gratuitamente on line) il libro “The Swine Flu Affair: Decision-Making on a Slippery Disease”. Il governo USA si organizzò per una battaglia che poi non avvenne ma che permise almeno di realizzare una realistica esercitazione, utile per il futuro. Per prepararsi individualmente possono essere utili anche questi due libri on line: “Reusability of Facemasks During an Influenza Pandemic: Facing the Flu” e “Preparing for an Influenza Pandemic: Personal Protective Equipment for Healthcare Workers”. Sempre sperando che la autorità sanitarie conoscano questi due altri libri: “The Threat of Pandemic Influenza: Are We Ready?: Workshop Summary” e “Learning from SARS: Preparing for the Next Disease Outbreak: Workshop Summary”. 27/4/09-USA

Sul blog Mercatornet, S.Liaugminas, presente al convegno alla Gregoriana ai primi di marzo, lo presenta ai suoi lettori (“Religion and science: “isolation is not an option”). Nell’articolo si cita il ruolo fondamentale della lettera di GP2 a P.Coyne del 1988, per vent’anni quasi dimenticata; si ricordano le parole iniziali del Card.Levada: “Pressed to comment on the debate over creationist theory, the prelate said the Church would not take a stand on a properly scientific issue. "The Vatican listens and learns," he said.”. Anche nel finale dell’articolo si cita la lettera di GP del 1988, che attribuiva una insolita importanza alla separazione dei ruoli fra scienza e teologia. [Forse è per questo motivo che nei due mesi successivi non si è più parlato molto del convegno su Darwin alla Gregoriana? Qualcuno non accetta l’autonomia che la scienza e in particolare la biologia e la biologia evoluzionistica si è guadagnata negli ultimi secoli (e che si cerca di negare, subordinandola alla teologia, nei documenti vaticani degli ultimi decenni)?]

24/4/09-CH

In concomitanza con l'esposizione "Ötzi, l'uomo venuto dal ghiaccio" (brochure)in cartellone al Castelgrande di Bellinzona dal 13 marzo al 28 giugno 2009, la Società ticinese di Scienze naturali propone oggi la conferenza “Antropologia forense: tra omicidi antichi e recenti” della dottoressa Cristina Cattaneo.

22/4/09-IT

E’ disponibile in internet il programma della serie di iniziative organizzate l’11 e 12 maggio dall’Università della Sapienza di Roma per festeggiare il bicentenario di Darwin: “La sapienza di Darwin; Incontri darwiniani dal divulgativo allo specialistico”. Programma. Sembra non sia prevista la trasmissione in streaming della iniziative, purtroppo. Altre iniziative associate: • La Bacheca del Beagle – 20 marzo, 11 maggio 2009. • Spettacolo teatrale darwiniano presso il teatro dell’Angelo: Io, Charles Darwin, tracce e voci della mia vita – l’infanzia, il viaggio sul Beagle, la teoria dell’evoluzione. Giorni 11-12-13-14 maggio • Conferenze didattiche presso le Scuole superiori: alcune delle relazioni tenute durante il convegno potranno essere tenute, su richiesta, nelle Scuole superiori durante l’anno scolastico 2009-2010.

22/4/09-USA

Un articolo dell’evoluzionista J.Coyne mette in evidenza quello che lui ritiene sia il comportamento ambiguo di alcune organizzazioni professionali USA, come l’NCSE (National Center for Science Education), l’AAAS (American Association for the Advancement of Sciences) e la NAS (National Academy of Sciences) che preferiscono non sottolineare il contrasto esistente fra scienza e teologia, ma prospettano che “Acceptance of the evidence for evolution can be compatible with religious faith” nonostante si rendano magari ben conto che “Religious faith does not depend only on empirical evidence, it is not necessarily modified in the face of conflicting evidence, and typically involves supernatural forces or entities” (NAS). Spesso queste organizzazioni accettano addirittura che “Attempts to pit science and religion against each other create controversy where none needs to exist” (NAS). Questo Post di J.Coyne viene ripreso e apprezzato da Pharyngula.

21/4/09-IT

Due conferenze dedicate al tema della biodiversità umana dal titolo “Tutti parenti, Tutti differenti”

avranno luogo a Roma il 21 e il 22 aprile 2009.


20/4/09-USA

L'iniziativa, che si svolge sotto il patrocinio del Comune di Roma, della Provincia di Roma e della Regione Lazio, si colloca idealmente nell'ambito delle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Charles Darwin. Nella sua opera sull'Origine dell'Uomo, Darwin avanzò l'idea della fondamentale unità della nostra specie, in quanto avente un'origine comune, contro quanti sostenevano origini e caratteristiche separate delle diverse popolazioni. Ad affrontare questi temi saranno due tra i massimi esperti italiani in materia: il professor Giorgio Manzi - paleoantropologo dell’Università La Sapienza di Roma - parlerà delle origini africane della specie Homo sapiens; e il professor Guido Barbujani - genetista dell’Università di Ferrara - parlerà della diversità genetica tra popolazioni umane.Luogo dell’evento: Piazza del Collegio Romano 4 – Roma (presso il Liceo Visconti) Sta per cominciare a Perugia il Perugia Science Fest, nell’ambito del quale ci sarà una parte dedicate anche a Darwin e alla teoria dell’evoluzione. In particolare la mostra dell’originalissima iniziativa Mini Darwin alle Galápagos Su Scientific American di maggio, oltre ad articoli un po’ più angoscianti (Our Planet's Leaky Atmosphere, Could Food Shortages Bring Down Civilization?, How Hackers Can Steal Secrets from Reflections), c’è un articolo (“What Makes Us Human?”) di Katherine S. Pollard che ci aggiorna sugli ultimi risultati dei confronti fra il genoma umano e quello dello scimpanzè, alla ricerca di quei rari frammenti di DNA (forse l’1% del genoma) che caratterizzano la nostra specie. Sempre sulla stessa rivista un breve articolo di Shermer, direttore di Skeptic magazine, mette in evidenza una situazione che dovrebbe essere inaccettabile: “The Contradictions between the Creationist Movements”; che ci sia una notevole confusione non è comunque una novità: da tempo esiste un manuale che permette di orientarsi. L’articolo dimostra come ci sono creazionisti che disprezzano chi crede che l’universo sia stato creato 6000 anni fa. Loro infatti credono che questo sia invece avvenuto ben prima, … circa 100.000 anni fa … [da NCSE] Sempre brutte notizie dagli stati del sud. Forse per fare un po’ di confusione e favorire l’approvazione di una legge che abolirebbe l’esigenza di queste certificazioni, l‘ICR (Institute of Creation Research) ha denunciato la Texas Higher Education Coordinating Board per non aver concesso l’autorizzazione a gestire un corso di laurea in … Creation Science. Se ne parla anche su un quotidiano on line (e se ne discute nei commenti…): “Local Creationists Create Mammoth Lawsuit Over State's Refusal to Allow Grad Degrees”. Pensare che l’ICR si era spostato dalla poco ospitale California progressista per poter fare in pace il loro mestiere di creazionisti … Per chi ha tempo da perdere, qui ci sono le 80 pagine della denuncia. Sul New York Times un’intervista (“From Studying Chimps, a Theory on Cooking”) al primatologo Richard Wrangham sul suo ultimo libro “Catching Fire: How Cooking Made Us Human”. Come si capisce dal titolo, l’evoluzione umana sarebbe merito soprattutto della cucina (“our large brain and the shape of our bodies are the product of a rich diet that was only available to us after we began cooking our foods. It was cooking that provided our bodies with more energy than we’d previously obtained as foraging animals eating raw food”). Il 4/2/09 il sito web The Pew Forum on religion and public life ha pubblicato un dossier sul dibattito sull’evoluzione. Alcuni articoli sono davvero interessanti: • Overview: The Conflict Between Religion and Evolution • The Social and Legal Dimensions of the Evolution Debate in the U.S. • Religious Groups' Views on Evolution • Graphic: Religious Differences on Evolution ( m o l t o • • •

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Nello stesso sito il 17/4/09 è stata pubblicata un’intervista a Francis Collins (“The 'Evidence for Belief': An Interview with Francis Collins”), direttore del Genome Project ma anche cristiano evangelico, sul rapporto fra scienza e religione, che sembra gestire in modo molto originale. 20/4/09-IT

Sul quotidiano online Il Sussidiario si commenta (“Il moscerino della frutta sfida Darwin. È davvero tutto scritto nel DNA?”) una notizia comparsa il 30/3/09 nel sito web dell’università politecnica di Zurigo, ETH-Life (“DNA isn’t everything”), e che dimostra l’esistenza di meccanismi ereditari di tipo epigenetico, cioè senza modifiche delll’informazione genetica contenuta nella sequenza del DNA trasmesso da una


generazione all’altra. Come si dice giustamente nella prima frase dell’articolo, “Non ci sono solo celebrazioni e dibattiti in questo anno darwiniano: ci sono anche scoperte, risultati di ricerche, nuove ipotesi esplicative del fenomeno dell’evoluzione”. Ovviamente questa scoperte scientifiche sono il prodotto di un lavoro di ricerca che deriva da una verifica continua e non ideologica del processo evolutivo che coinvolge tutti gli esseri viventi. In occasione del Natale di Roma, domani l‘ingresso alla mostra "Darwin 1809-2009" sarà gratuito!

19/4/09-USA

[da Pikaia] L'ultimo numero della rivista Evolution: Education & Outreach contiene un interessante saggio di Ryan Gregory sulla selezione naturale. La selezione naturale rappresenta uno degli elementi fondanti della teoria dell'evoluzione. A dispetto dell'importanza di questo concetto, spesso il ruolo della selezione naturale viene frainteso, così come il concetto stesso di selezione naturale. L'ultimo numero della rivista Evolution: Education & Outreach contiene un interessante saggio dal titolo Understanding Natural Selection: Essential Concepts and Common Misconceptions in cui Ryan Gregory evidenzia, avvalendosi anche di schemi che potrebbero essere utili anche da un punto di vista didattico, come la selezione agisce e perchè la selezione naturale è un concetto fondamentale in biologia evoluzionistica.

19/4/09-IT

Fa piacere leggere perfino su Libero dei complimenti alla genialità di Darwin. Non capita spesso … Non è bastato nemmeno il bicentenario di Darwin: il 30/3/09 l’hanno “festeggiato” recensendo il libro di un fisico (uno dei pochi creazionisti biblici italiani) che faceva notare come Darwin non avesse risolto 150 anni fa un problema che non si era posto e che ancor oggi non ha una soluzione nonostante il lavoro di qualche scienziato (“Né Darwin né 150 anni di ricerche riescono a spiegare l’origine della vita”). E’ bastata invece una centenaria, il premio Nobel Rita Levi Montalcini, per far sapere ai lettori di Libero che “La figura di Darwin diventa tutti i giorni più importante … È un genio che ha studiato e previsto tutto: dall’origine delle specie, alla genetica. Ai suoi tempi non si conoscevano ancora i geni ma la sua teoria sulle mutazioni dei caratteri è stata confermata dalla genetica moderna. Formidabile!”. D’altronde la domanda della giornalista era certo imprudente: “Quale ritiene sia stata l’influenza di Darwin sulla scienza?”. Ci saranno rimasti male i lettori del quotidiano che, dal 30/3/09, erano alle prese con il seguente dilemma “se l’origine della vita è il presupposto filosofico e scientifico della teoria dell’evoluzione, allora ci si deve chiedere se questa teoria non sia, in ultima analisi, un colosso dai piedi di argilla”. Quanti avranno in questi venti giorni capito che non era un presupposto… tanto che Darwin ne aveva fatto a meno?

18/4/08-IT

17/4/09-VA

Anche oggi si svolgono alcune iniziative in occasione del bicentenario darwiniano; • a Modena una conferenza “Evoluzione umana: problematiche filosofico-religiose” di F.Facchini (“autore di molti libri sul tema dell’evoluzionismo e creativismo” secondo il comunicato stampa dell’università di Modena) organizzata dall’Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena e dalla Società dei Naturalisti e Matematici di Modena. Sarà possible seguire la diretta alle 16 dal sito TV dell’università di Modena. Nel sito sono visibili alcune delle precedenti conferenze e si potranno vedere anche le successive (Torroni): Darwinismo e darwinismo sociale (A.La Vergata), Algoritmi evolutivi (S.Invernizzi) e Darwin geologo e paleontologo (C.Papazzoni), un’intera giornata con Darwin a Modena il 21/3/09 • a Cervia.(E.Alleva in "A proposito di Charles") dalle 16 alle 16.45 in diretta su Radio3 Scienza. • Domani, il 19/4 una giornata su Darwin anche a Lignano Sabbiadoro, al Parco Zoo Punta Verde, dove è stato ricostruito lo studio di Darwin. • Nei prossimi giorni anche ad Alghero (dal 20/4 al 15/6) e a Sassari (dal 23/4 al 22/5) saranno organizzate iniziative per ricordare il bicentenario di Darwin Dagli USA giunge una notizia che forse può spiegare almeno uno dei motivi per cui non si parli più molto del convegno sull’evoluzionismo (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”) organizzato nella sede della Gregoriana da alcune università pontificie nell’ambito del programma STOQ. Prenmessa: responsabile principale dell’iniziativa era stato il “ministro” vaticano della cultura, mons.Ravasi; ragionevolmente (niente di simile si poteva trovare in Italia) aveva coinvolto nella gestione dell’iniziativa l’università cattolica USA di Notre Dame, che si era già fatta “apprezzare” per una posizione decisamente favorevole alla teoria dell’evoluzione (era solita festeggiare anche il Darwin Day, mentre i cattolici italiani e le


università vaticane preferivano ostacolare l’evoluzione culturale festeggiando R.AIberoni) e ostile al creazionismo e al neocreazionismo dell’Intelligent Design; infatti sul loro sito web avevano subito pubblicato una forte critica (“Darwinism and Catholicism should be compatible”) contro l’intervento del Card.Schönborn sul NYT del 7/7/05 (“Finding Design in Nature”), molto favorevole alle idee neocreazioniste che caratterizzano l’ID USA; l’intervento del cardinale aveva stimolato anche un articolo molto critico di F.Facchini, pubblicato sull’autorevole Osservatore Romano del 16/1/06. Impressionante (pensando all’interesse delle università cattoliche italiane verso il dibattito sulla teoria dell’evoluzione) il modo con cui nel sito web dell’Università di Notre Dame si spiegava che il loro dipartimento di Biologia non avrebbe potuto competere con quelli di Harvard o di Stanford, se mai avessero accettato le idee del Cardinale, molto simili a quelle dei protestanti integralisti USA o dei cattolici del nostalgico “Kolbe Center for the study of creation”: “If Cardinal Schönborn’s perspective became doctrine, no Catholic university could maintain a reputable biology or science program, because the vast majority of scientists acknowledge that overwhelming evidence supports Neo-Darwinian evolution—Notre Dame could no longer stand with Harvard, Stanford and other world-class institutions of learning”.. La loro posizione era anche decisamente molto critica sull’autorevolezza del cardinale (“the depth of his misunderstanding of modern evolutionary science must be illustrated … Cardinal Schönborn would have us deny what we can observe”) e sicuramente concordavano (“Combining science and religion is dangerous, because science relies on observation and religion relies on faith. God’s existence cannot be scientifically proven, because God cannot be measured; individuals must personally accept God’s existence on faith. Intelligent Design resurrects the antiquated notion of biology as natural theology”.) con la posizione che mons. Ravasi manifestava pubblicamente proprio nel 2005 (“Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”). Come si intuisce da questa lunga premessa … l’Università di Notre Dame deve aver combinato qualche guaio ... Infatti, in un momento in cui sono evidenti le scintille che scoccano fra il Vaticano e il nuovo presidente USA (che ha idee un po‘diverse rispetto al presidente precedente e al Vaticano sulla religione, sull’aborto e sulle cellule staminali), l‘Università gesuita di Notre Dame ha invitato il presidente Obama per il “commencement speech”, il 17 maggio, in occasione del quale gli conferirà una laurea honoris causa in legge … I vescovi USA stanno attualmente chiedendo insistentemente che l‘università gesuita di Notre Dame rinunci all’invito ad Obama. Non è quindi il momento più opportuno per far notare a Roma che proprio questa Università aveva gestito un mese fa con mons.Ravasi il recente convegno su Darwin e sull’evoluzione …. né che il In attesa di spiegazioni più convincenti … forse ci si puo’ accontentare di questa ipotesi, anche se forse sembra un po’ originale e ardita … La notizia circola poco in Italia, ma non è nuova: ne parlava già La Stampa del 26/3/09 con un titolo ben poco coerente con l’articolo (“Notre Dame, l'ateneo cattolico che non vuole Obama”); proprio oggi se ne parla anche sul Sussidiario (“Quella laurea honoris causa che divide l'Università cattolica di Notre Dame”), mentre il Vaticano è impegnato anche su altri fronti (La Stampa: “Stop del Vaticano alla figlia di JFK”). Un quotidiano on line (Affari Italiani) propone improbabili simmetrie (“Obama come il Papa: non è gradito all'università”). Esiste anche un sito web (“Notre Dame Scandal”) che evidenzia l’esistenza di un “vivace” contrasto fra i 33 vescovi USA e i gesuiti USA, che gestiscono anche questa università, la maggiore università cattolica USA, con 8000 studenti. Qui, come esempio, si può leggere una lettera scritta da un vescovo al rettore, il gesuita P.Jenkins. Si puo’ ricordare che anche l’università Gregoriana, che ha ospitato il convegno, è dei gesuiti… Per chi si vuole mantenere aggiornato: news dai quotidiani USA. Qualcuno protesta anche per la richiesta mimetizzazione del monogramma HIS presente sul leggio che userà il presidente Obama … (“Religious Symbols Covered Up When President Obama Spoke at a Catholic University ”). 17/4/09-USA

Sembra che in Texas qualcuno si sia accorto del guaio che ha combinato la commissione nazionale che ha deciso di non ostacolare l’insegnamento dell’intelligent design nelle scuole dell’intero stato per i prossimi dieci anni. Una decina di integralisti religiosi, in maggioranza nella piccola commissione didattica che decide per tutti i


texani, ha aperto la strada all’ingresso di libri di testo creazionisti o neocreazionisti che potrebbero affiancare i libri di biologia. Prima di questa decisione sarebbe stato pericoloso, per un insegnante o una commissione didattica locale, invitare gli studenti a leggere libri creazionisti. In Pennsylvania la commissione scolastica distrettuale di Dover ci aveva provato, e il tribunale l’ha condannata (anche al pagamento di un milione di dollari di spese processuali…!) in un processo che ha anche svelato come l’ID fosse semplicemente una mimetizzazione del creazionismo biblico. Un articolo nel sito del NCSE (“Consequences of the flawed standards in Texas?”) racconta di come si stia cercando di riparare al guaio, togliendo a questa commissione nazionale quel potere che ha usato così male, mettendo a rischio la formazione scientifica di un’intera generazione di texani. Attualmente ci sono quindi ben 6 proposte di legge che intendono porre seri limiti al potere del “Texas state board of education”: “it is not only with respect to evolution that the board's actions have been controversial, but the recent decision about the state science standards seems to have been the last straw”. Il 14/4/09 Lauri Lebo, una giornalista che aveva scritto un libro (“The Devil in Dover”) sul processo di Harrisburg/Dover, ha evidenziato sulla rivista Religion dispatches

17/4/09-IT

(“As Goes Texas, So Goes the Nation “ - bella la fantasiosa immagine utilizzata …ben più familiare del famoso crocoduck che i creazionisti USA vorebbero un giorno vedere) l’importanza del Texas nell’editoria scolastica dell’intero paese, dato che questo stato sceglie e acquista direttamente un’enorma quantità di libri scolastici (“With the second largest textbook budget in the nation, publishers are paying close attention”). Per chi dubitasse della poca serietà del “Texas state board of education” (e del dentista che la presiede), può verificare alcuni dei suoi fantasiosi ragionamementi: Texas Board of Education Meeting: Chairman Don McLeroy (5 Video). Qualcuno ha comunque cercato di difendere la ragione e la scienza: Texas School Board Meeting Jan 09: NCSE (E.Scott) Testimony (10 Video). Contrariamente a quanto qualcuno potrebbe credere, c’è sempre qualche stato USA che fa di peggio rispetto al Texas … proprio oggi un quotidiano della Louisiana informa che al senato dello stato è stata depositata una folle proposta di legge (“Human-animal hybrid ban sought at Louisiana session”) che, il senaore proponente lo ammette, "The archbishop of New Orleans asked me to file it”. Scopo della legge è drastico: evitare “to mix human and animal cells in a Petri dish for scientific research purposes”; certamente ignorando che questo avviene da anni, come si ricorda in alcuni dei commenti all’articolo. [ASCA] Seminario di Elio e le Storie Tese all’università Kore di Enna. “Elio e le Storie Tese, in collaborazione con Emanuele Coco - docente della facolta' di Arti e Comunicazione - affrontano temi di storia della scienza celebrando il bicentenario della nascita di Darwin attraverso una lettura di classici di naturalisti vissuti tra il XVII e il XX secolo. Il podcast, oltre a essere disponibile gratuitamente su internet, erra' presentato nel corso di alcune importanti manifestazioni nazionali tra cui le iniziative culturali del Museo Regionale di Storia Naturale di Torino e la mostra su Darwin organizzata dall'American Museum of Natural History di New York presso la citta' di Milano, che si svolgeranno nel mese di giugno; il Festival della scienza di Genova che si terra' ad ottobre”. Il 20 aprile a Roma al Planetario si potrà incontrare un personaggio che era molto famoso nel lontano 1972 … 37 anni fa. E’ L'ultimo uomo sulla luna. Il tempo passa … l’evoluzione culturale ha lasciato alcune strade un tempo battute (per soli tre anni, dal 1969 al 1972) … [da Pikaia] Il 22 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, uscirà il nuovo film della Disney, dal titolo "Earth: la nostra terra" , per celebrare la bellezza del nostro pianeta ma anche la fragilità di questo luogo, l’unico in cui possiamo vivere. Qui invece il link al trailer del video.

16/4/09-IT

A Venezia oggi un piccolo convegno (“Una via mediterranea all'Evoluzione”) su un teilhardiano italiano, il geologo-paleontologo veneziano Piero Leonardi. Relazioni di Bernardi e Galleni.

15/4/09-IT

Nel sito web dell’ANISN si trovano aggiornamenti (“Evolution megaLab: si comincia!”) sul progetto, coordinato in Italia da G.Bertorelle dell’Università di Ferrara, dell’Evolution Megalab , che vede come protagonisti i giovani studenti invitati a contribuire a disegnare una mappa della variabilità (in Italia e in Europa) di una chiocciola, la Cepaea nemoralis. Attraverso un link (oggi sbagliato) al ministero si


giunge nel sito del progetto. Cliccando su dati attuali si giunge a una mappa dell’Europa che riporta, georeferenziati, tutti i dati finora raccolti. Una nuova dimensione nella raccolta di dati scientifici e la possibilità anche per ogni cittadino di partecipare, come un ricercatore, ad un progetto di ricerca scientifica. La continuazione della ricerca negli anni aggiungerà poi altre dimensioni, permettendo probabilmente di seguire e riconoscere anche gli effetti dei cambiamenti climatici sulla fauna. 15/4/09-USA

[da Pikaia] un sito web interattivo e interessante realizzato dalla NSF in occasione del 150° anno dalla pubblicazione de "L'origine della specie" (Evolution of evolution): notizie, interviste e video di biologia, geologia, antropologia ed altro ancora, tra cui la cronologia multimediale di tutte le scoperte che hanno contribuito a rafforzare la teoria dell'evoluzione dal 1770 ad oggi.

14/4/09-USA

Calendario delle iniziative per l’anno del gorilla (il 2009); una delle maggiori iniziative sarà un convegno: June 9-11, Year of the Gorilla Symposium in Frankfurt, Germany.

[da Pikaia] Imparare l'evoluzione con le animazioni. Ecco un interessante sito (in inglese) in cui potete trovare alcuni materiali didattici e video sulla teoria

dell'evoluzione. Bello un cartone sulla vita del curiosissimo Darwin (“Darwin on the evolution trail”). Nel sito del NCSE hanno aggiornato i loro strumenti di informazione rapida: oltre al RSS Feed ora c’è anche un Evolution Education Update che inviano ogni settimana a chi si iscrive per essere aggiornato sulla novità dell’antievoluzinismo (soprattutto battista) USA.

14/4/09-TR

[da Hurriyet Daily News] All’università Sabanci di Istabul è iniziata una serie di conferenze ("Darwin and Beyond") in occasione del bicentenario di Darwin. Programma. Poster. La prima lecture è stata fatta il 19/4 da Daniel Dennet (“Darwin’s Strange Inversion of Reasoning”). Come si legge in un precedente articolo (“Celebrating Darwin’s birthday”, del 23/3/09) sullo stesso quotidiano “The discussions over Darwin in Turkey call to mind the medieval period: scientific facts versus religious dogmas. The age of the world, its protection against the sun, modern physical laws and the evolution of human and animal species cleared the way for critical minds. Darwin should be discussed in this perspective”. Un altro articolo nella stessa data (“Monkey business”) ricorda la deprimente iniziativa antievoluzionista gestita addirittura dal vicepresidente del CNR turco.

13/4/09-IT

In occasione del bicentenario darwiniano l’università di Siena e la scuola superiore santa Chiara organizzeranno il 10/13 dicembre 2009 un convegno (“Evolution: Intersecting Natural and Social Sciences”) che pongono all’intersezione fra evoluzione organica e scienze sociali, con particolare interesse per: • bioeconomics and evolutionary mechanisms in social and natural sciences • behavioural evolution and comparative studies of animal societies • human nature and human culture: crossroads of evolution Fra gli oratori per ora previsti: E.Boncinelli, S.Bowles, L.L.Cavalli Sforza, M.Feldman, M.Ghiselin. Hanno dato il loro sostegno al convegno, oltre alla indispensabile banca locale, la SIBE, l’UZI, Pikaia e il J.of Bioeconomics.

12/4/09-IT

[da Pikaia] Nell’ambito delle iniziative dell’Ateneo di Tor Vergata in occasione del 2009, “anno darwiniano” nel quale ricorrono 200 anni dalla nascita di Charles Darwin e 150 anni dalla pubblicazione de L’origine delle specie, la Facoltà di Lettere e Filosofia ed il Centro Interuniversitario ResViva propongono una serie di conferenze (Biondi, Cassata, Galloni, Pollo, Caianello, Stanzione) che partiranno il 14 aprile, relative all’impatto della teoria darwiniana sul pensiero e la ricerca scientifica contemporanea, anche sulla base dell’evidenza che dalla teologia non arrivano contributi di conoscenza, tanto è vero che “alla teologia non rimane che aggiornare sé stessa sulla base delle nuove scoperte”.

11/4/09-IT

Qualche giorno fa (27/3/09) erano state pubblicate nel sito web La Scienza in Rete le sintetiche valutazione di un paio di antropologi (Biondi e Rickards) che erano intervenuti al convegno su Darwin organizzato dal Vaticano alla Gregoriana: “Evoluzione in Vaticano”. Molto chiara la loro valutazione sul contributo della teologia (nullo), rispetto a quello della scienza (“solo le scienze sono autorevoli”) alla


conoscenza e alla comprensione del funzionamento del mondo. Ricordano anche un dato spesso intenzionalmente trascurato da chi incontra molte difficoltà ad aggiornarsi continuando a non capire, dopo 150 anni, che solo la teoria dell’evoluzione permette di spiegare sempre più e sempre meglio ciò che riguarda la biologia: “l'etologia ha ormai dimostrato che anche la radice della nostra morale è di natura evolutiva, perché la ritroviamo nei primati non umani”. Alla breve (e un po’ schematica) valutazione fanno seguito alcuni commenti anonimi piuttosto critici e una risposta, un po’ più curata…, degli autori. Interessante l’ultimo commento di un lettore, che contesta l’opinione degli autori, escludendo che “Una spiegazione scientifica … possa … falsificare o dimostrare una considerazione teologica, spirituale”. La frase non può che evidenziare la difficoltà di dimostrare una “considerazione teologica” e quindi quasi si conferma l’opinione degli autori, secondo i quali la posizione della teologia è "assolutamente inconciliabile" con quella della scienza. Nel commento si preferirebbe comunque l’uso del termine “incommensurabile”.... 10/4/09-UK

Sul New Scientist un articolo (“The battle for Turkey's soul”) racconta della sconcertante censura che avrebbe colpito un articolo sul bicentenario darwiniano che avrebbe dovuto comparire nel numero di marzo della rivista (“Bilim ve Teknik “) del CNR turco (TÜBITAK). In realtà ci sono ricostruzioni diverse degli avvenimenti, e secondo quella ufficiale del 16/3 ("March Issue of Bilim ve Teknik”), che non corrisponde con le prime opinioni della direttrice della rivista, si sarebbe trattato di un errore della direttrice della rivista e non di una censura del vicepresidente del TÜBITAK. Anche se la ricostruzione ufficiale dimostra quanto il TÜBITAK abbia fatto per diffondere il pensiero di Darwin fra i turchi, è ben noto che solo il 25% dei turchi crede nell’evoluzione biologica, un valore che si pone in una zona fra le percentuali che troviamo nei paesi occidentali e i valori (ben più bassi) che si trovano nei paesi islamici (in Egitto siamo all’8%). La Turchia è l’unico paese europeo in cui si insegna il creazionismo nei libri di scienze delle superiori dal 1985. Ci sono comunque gruppi di biologi evoluzionisti che si stanno dando da fare nel gruppo Darwin 2009. Questa iniziativa censoria è stata comunque positiva in quanto ha spinto molti scienziati a protestare: : "The positive side was that it revealed the sensitivity of our scientific community to the autonomy of science". In Italia invece certi sconcertanti convegni di creazionisti biblici sembra passino (forse è meglio così, per vari motivi…) sotto silenzio nonostante il ruolo degli organizzatori e la sede in cui avvengono.

10/4/09-IT

[da Pikaia] E' da qualche giorno in edicola l'ultimo numero della rivista Le Scienze (Aprile 2009, n. 488). Interessanti articoli di numerosi autori, stranieri ed italiani; un articolo di T.Pievani ci ricorda le basi biologiche dell’altruismo.

9/4/09-IT

Darwin Day a Bari il 23/4 nell’Aula Magna “Aldo Cossu” – Palazzo Ateneo, Piazza Umberto I, 1, con i seguenti interventi: • Vittorio Pesce Delfino – Antropologo, Università di Bari: 5 viaggi e 3 processi per un intelligent design • Ferdinando Boero – Zoologo e biologo marino, Università del Salento: L’evoluzione dell’evoluzionismo • Francesco D’Alpa – Neurofisiologo clinico, Catania: La Chiesa contro Darwin

8/4/09-VA

Sembra che si riesca a capire perchè non si sa molto dei risultati del lungo convegno sulla teoria dell’evoluzione svoltosi un mese fa alla Gregoriana; ci si aspettava che questo convegno potesse/dovesse chiarire se anche la Chiesa cattolica, come quella anglicana, avesse finalmente ammesso di non aver capito molto della teoria dell’evoluzione. Anzi … a differenza degli anglicani … continua a confonderla con il fatto dell’evoluzione; quando si supera questa confusione, magari si crede che la teoria che oggi spiega meglio il fatto dell’evoluzione si basi principalmente sul caso (come dimostra la strana ma diffusa idea che “Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione”) [o magari sul caos come qualcuno molto autorevole in Vaticano sostiene da anni, facendo un bel po’ di confusione]. Sembra infatti che si intenda azzerare lo spazio finora dato agli esperti convocati da mons.Ravasi alla Gregoriana e pubblicizzare invece le iniziative organizzate dagli ultimi giapponesi, che ancora rifiutano di accettare un concetto forse troppo facile da capire: nessuna teoria scientifica può essere sostituita da una semplice critica; ce ne vuole una migliore. La nostra specie è sapiens, non è quindi stupida, e ha imparato ad avanzare con grande prudenza; l’origine da specie di primati arboricoli ha infatti insegnato ad evitare di tagliare il ramo a cui si è appesi prima di averne trovato uno migliore e più solido.


Chi non l’ha capito organizza una festa alla scienza in quel di Trento il 15/16 maggio … in un istituto di Salesiani. Qui il programma . Curiose le citazioni di un biologio molecolare esperto di biologia evoluzionistica come F.Collins negli abstract. Fra l’altro ben selezionate, se si ricorda che P.Cantalamessa, il predicatore del Papa, aveva invece preferito farne ascoltare al Papa (il 07/03/2008) un’altra, ben più ragionevole e preoccupante: “I giovani cresciuti in famiglie e in chiese che insistono in questa forma di creazionismo - ha scritto lo scienziato credente Francis Collins, direttore del progetto che ha portato alla scoperta del genoma umano - presto o tardi scoprono la schiacciante evidenza scientifica in favore di un universo assai più vecchio e la connessione tra loro di tutte le creature viventi per il processo di evoluzione e di selezione naturale. Quale terribile e inutile scelta si trovano davanti!...Non c’è da meravigliarsi se molti di questi giovani voltano le spalle alla fede, concludendo di non potere credere in un Dio che chiede loro di rigettare ciò che la scienza insegna loro con tanta evidenza intorno all’universo naturale”. Interessante affiancare questa preoccupazione con le statistiche (da USA ToDay) che indicano un aumento dell’agnosticismo negli USA. In queste poche parole F.Collins fa capire quanto sia assurda l’idea che sia invece la teoria dell’evoluzione ad essere ostile; secondo F.Collins è vero proprio il contrario. Stupisce, chi ancora si vuol stupire…, che sia proprio un’agenzia stampa vaticana (“Un festival della scienza sull’ipotesi del Creatore”) e un giornalista, che è anche “docente” in una delle università che partecipano al progetto che ha organizzato il convegno alla Gregoriana, a fare pubblicità ad un convegno che contesta quello organizzato solo un mese fa dal Vaticano. [ … forse è per quello che non se ne parla più? Da notare anche che non è il primo convegno che i creazionisti organizzano in questi mesi per tirare il Vaticano per la tonaca)]. Sembra anche strano che non sia stato invitato nessuno del Pontificio Consiglio della Cultura, come era avvenuto anche al convegno creazionista organizzato a Roma dal CNR [?] il 23/2/09. 8/4/09-IT

7/4/09-IT

Il Bioparco di Roma annuncia su La Repubblica di Roma che, in occasione dei festeggiamenti del bicentenario della nascita di Charles Darwin", 160 studenti di architettura e ingegneria provenienti da tutto il mondo hanno creato cinque installazioni architettoniche sul tema dell'evoluzione: "Le installazioni rappresentano le tappe di un ideale percorso sull'evoluzione e saranno visibili fino al 9 giugno 2009” Nel sito di TGCOM Libri viene presentato (“Darwin, l’evoluzione e il capitano”) un libro (“Peter Nichols, L'onda lunga dell'evoluzione, edito da Effemme”) che presenta sotto un punto di vista nuovo il viaggio di Darwin sulla Beagle, quello del capitano Fitzroy. In occasione del secondo centenario della nascita di Charles Darwin e del 150° anniversario della pubblicazione della prima edizione della sua opera più importante, "L'origine delle specie", l'Istituto Italiano di Antropologia organizza, in collaborazione con l'Università di Roma "La Sapienza", il convegno: "Darwin 2009: una prospettiva evolutiva sulle emozioni" Il convegno vuole mettere l'accento sull'importanza dei processi evolutivi della sfera emotiva ed espressiva, sia per l'ominazione (il nostro ieri) che per la comunicazione (l'oggi). Tra i relatori si notano: Bernardino Fantini (Presidente dell'Istituto Italiano di Antropologia, Université de Genève), Randolph M. Nesse (University of Michigan), Telmo Pievani (Università di Milano Bicocca), Alexander Rosenberg (Duke University), Michael Ruse (Florida State University), Klaus Scherrer (Université de Genève), Elliot Sober (University of Wisconsin). Il convegno avrà luogo nei giorni: o 27 Aprile- Aula Magna dell'università di Roma "La Sapienza" o 28 e 29 Aprile-Aula Gini, Facolta' di Statistica dell'Universita' di Roma "Sapienza"

6/4/09-USA

The Society for the Study of Evolution ha messo in You Tube un video realizzato in febbraio in cui si mostrano alcuni importanti ricercatori che festeggiano il compleanno di Darwin. Da notare con piacere (a 55” dalll’inizio del video) la presenza anche di un astronomo e sacerdote cattolico, P.Gorge Coyne, allontanato un paio di anni fa dalla direzione della Specola Vaticana per limiti di età e per motivi di salute. Qualcuno sospettava che l’allontanamento fosse dovuto al fatto che fosse uno dei pochi che in Vaticano aveva capito, e quindi apprezzava, la teoria dell’evoluzione; P.Coyne ha avuto occasione di confermare questa sua opinione favorevole in molti articoli, molte conferenze, molte interviste. Forse troppe (per qualcuno) … ma comunque sono state insufficienti (secondo altri) ... Nel video si nota anche F.Ayala,


un evoluzionista che ha partecipato al recente convegno alla Gregoriana. 5/4/09-FR

[da Pikaia] La rivista Comptes Rendus Biologies rende omaggio a Darwin con un numero speciale (Volume 332, Issues 2-3, February-March 2009): numerosi i temi affrontati, dalle idee di E. Haeckel al conflitto tra evoluzionismo e creazionismo negli USA, fino a moderni studi di filogenesi.

4/4/09-VA

Si è chiuso alla Gregoriana un convegno su “Endogenous Processes and Causation in Brain and Behavioral Sciences”. Nel sito SRM hanno promesso che in questo caso non staranno zitti, ma “Lunedi 6 aprile pubblichiamo un articolo sui tre giorni di studi, e una intervista ad SRM del Prof. Marc Jeannerod”. L’argomento forse imbarazza meno

4/4/09-IT

All’Università di Sassari dal 23/4 una serie di conferenze sulla teoria dell’evoluzione. Programma. A Modena continuano le iniziative per discutere dell’evoluzione biologica, ogni sabato alle 16 a partire da oggi (La Vergata, Facchini, Torroni, Mancuso, Ferraguti). Programma. Su Repubblica un articolo di Marta Nussbaum (“In cosa sbagliano i darwinisti”); tutto l’articolo riguarda la presunta impossibile separazione fra stato e chiesa e il fastidio che danno alla chiesa (e alle persone religiose) i fautori dell’antireligione di ispirazione scientifica. Forse M.Nussbaum si stupirebbe se vedesse la profondità culturale, scientifica e religiosa di questo intervento del card.Martino; sicuramente saprebbe trarne un altro interessante articolo, probabilmente molto diverso, ma forse contenente una frase simile: “una risposta simile è così svuotata di naturale curiosità che mortifica l’umanità e compromette il progetto di costruzione di uno stato fiorente e poliedrico fondato sul rispetto per ogni essere umano”.

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3/4/09-IT

Al Museo regionale di Scienze naturali di Torino, alle 17.30 inaugurazione della mostra ‘La scimmia nuda’ , che rimarrà aperta fino al gennaio 2010. La mostra sarà accompagnata da una serie di iniziative presentate in una brochure: programma del Darwin Year torinese. Da ricordare che Torino fu la culla dell’evoluzionismo italiano, grazie allo zoologo Filippo De Filippi e alla sua famosa conferenza “L'uomo e le scimie” (11/1/1864); il testo della conferenza permette di capire le idee che circolavano fra gli scienziati italiani 145 anni fa, che subito in gran parte accettarono con gioia la nuova interpretazione del processo evolutivo, che meglio spiegava le evidenti relazioni fra gli esseri viventi.

2/4/09-IT

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Inizia oggi presso l’Accademia delle scienze di Torino il convegno ‘Darwin e l’evoluzione dell’uomo’.. Sul Riformista si può leggere la recensione (“LIBERE CELLULE IN LIBERO STATO NO AI DOGMI DI DIO E DNA”) al libro “Nè Dio nè genoma” di Kupiec e Sonigo, scritta da Giulio Giorello. Sull’Avvenire un altro commento all’articolo di T.Pievani comparso sull’ultimo numero di Micromega (“L’evoluzione addomesticata ovvero come Ratzinger vuole annettersi Darwin”). Il primo era stato pubblicato il 4/3/09 (“DARWIN: CHI CHIUDE LE PORTE AL DIALOGO”), ma quello di oggi (“Darwinisti, maestri d’intolleranza”) è certamente più autorevole: essendo scritto da F.Facchini si presta poi ad ulteriori riflessioni, che si aggiungono a quelle già fatte il 4/3 sul precedente articolo. In particolare l’articolo sembra proprio confermare il cambiamento di opinione, nel corso degli ultimi anni, di alcune delle principali voci della Chiesa che conoscono questi temi. Tanto è vero che per commentare la frase “La teoria scientifica di Darwin viene piegata verso una concezione filosofica della natura che esclude la trascendenza” basta citare una frase, sempre di F.Facchini, che a suo tempo aveva fatto arrabbiare Dembski dell’ID e probabilmente anche qualcuno in Vaticano; era il 16/1/06 e F.Facchini scrisse sull’Oss.Romano un articolo (“Evoluzione e creazione”) per criticare l’articolo del card.Schönborn comparso sei mesi prima sul NYT del 7/7/05. Qui come antropologo e scienziato criticava la sbandata del cardinale verso l’Intelligent Design, spiegandone il pericoloso errore di fondo “… così non si fa scienza. Ci portiamo su un piano diverso da quello scientifico. Se il modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della scienza pretendendo di fare scienza”. E’ chiaro che nel 2006 non pensava che fosse da intolleranti, ma da esseri razionali, che la scienza escludesse la trascendenza. La frase scritta oggi fa quindi parte di un modo nuovo di vedere la scienza e soprattutto la teoria dell’evoluzione; oggi, dopo il discorso di Regensburg del 16/9/06, è diventato


invece normale criticare chi volesse “escludere a priori un allargamento della razionalità”. Spiace verificare che solo 3 anni fa anche F.Facchini distinguesse i due piani (“Ma così non si fa scienza. Ci portiamo su un piano diverso da quello scientifico”), mentre oggi ha altre priorità. Non diversamente da mons.Ravasi, che prima di Regensburg, nel 2005 pensava fosse ragionevole pensare che “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”. Questo concetto da tempo, da dopo Regensburg, non lo ha più ripetuto, purtroppo. Sconcertante comunque leggere la frase “Certe posizioni [quelle di chi “esclude a priori un allargamento della razionalità“] di fatto sono preclusive al dialogo”, e ricordare che la frase è davvero molto simile a quella detta dal direttore della conferenza, P.Leclerc, che aveva giustificato così, il 5/3/09 al giornalista dell’AP (“Vatican-backed Rome conference on evolution snubs intelligent-design and creationist groups”) l’esclusione a priori dei creazionisti dalla conferenza: la loro posizione "non scientifica, né filosofica, né teologica rende il dialogo molto difficile se non impossibile". Riguardo all’intolleranza di cui si lamenta fin dal titolo F.Facchini, si potrebbe anche ricordare ai lettori assidui di quel quotidiano una frase RECENTE, del 25/2/09, scritta dal direttore dell’Avvenire nella risposta ad un lettore antievoluzionista e proprio riguardo a Darwin e alle sue idee: “presunta «scientificità» dell’evoluzionismo darwiniano“, “La mentalità scientista, retaggio di un positivismo ottocentesco e massonico, sta facendo breccia nell’opinione pubblica grazie a una «cultura» in pillole, senza contraddittorio, riversata da giornali e tv, «cultura» più simile ad una subcultura che niente ha a che spartire con la vera formazione delle coscienze”. [Questa è l’”informazione” “tollerante” che è arrivata con il quotidiano della CEI nelle chiese e nelle case dai cattolici italiani 40 giorni fa, solo 10 giorni prima del convegno su Darwin organizzato dal Vaticano per “dialogare” con la scienza. Sembra proprio che il dialogo all’interno della Chiesa sia un’esigenza prioritaria … dato che i contrasti sembrano maggiori rispetto a quelli che si son visti al congresso; stupisce che nessuno ci provi, a cominciare dai laici esperti di biologia]. Fra l’altro si può notare che qui il direttore dell’Avvenire audacemente valuta negativamente (ma a posteriori, quando è quasi impossibile sbagliarsi!) proprio “il livello scientifico” di migliaia di biologi evoluzionist, mettendo un po’ in difficoltà F.Facchini, che forse si era dimenticato della vivacità del direttore dell’Avvenire.. Se è ben noto che da sempre l’obiettivo dell’ID è proprio un allargamento della razionalità per far spazio alla metafisica (come chiarisce bene la Wedge Strategy del Discovery Institute), oggi si sospetta che la Chiesa cattolica abbia problemi di dialogo … sia con i creazionisti che con gli scienziati, che semplicemente sanno che “non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della scienza pretendendo di fare scienza”. Se a F.Facchini dispiace che “il livello scientifico della conferenza della Gregoriana sia stato duramente criticato da Telmo Pievani prima ancora che la conferenza si svolgesse”, potrebbe sicuramente aiutarlo a capire perché mai negli ultimi anni ci sia stato un evidente cambiamento delle posizioni della Chiesa sul tema dell’evoluzione biologica; potrebbe anche aiutare, lui che era uno dei partecipanti, a capire perché nessuno dei responsabili della conferenza e nessuno dei partecipanti abbia ancora fatto capire se sia uscita qualche novità (positiva o negativa) da un’iniziativa che certamente è costata cara alla Templeton Foundation (che ha contribuito al 50% delle spese) ma soprattutto era nata per sfruttare l’occasione del centenario per un chiarimento. Sembra invece che non si sia data soddisfazione all’ottimismo di S.Magister del 9/3/09, né alle attese di G.AuIetta. Basta ricordare cosa si aspettava dal convegno G.AuIetta, uno degli organizzatori (“chiarire i punti problematici e i problemi fra la teoria scientifica e la filosofia e la teologia ) … e confrontarlo con quello che ha detto poi a un giornalista (che gli ha posto domande davvero da intollerante, tanto da far reagire l’intervistato!) sui risultati: “la teoria dell’evoluzione è essa stessa in evoluzione” (Tempi.it: “A Darwin ciò che è di Darwin”). L’unico ad esporsi (oltre alla breve intervista citata, a G.AuIetta il 16/3/09) è stato uno degli oratori, un collega paleoantropologo (Darwin in «Vaticano»), che ha anche messo in evidenza (come già aveva fatto l’8/10/08 il teologo V.Mancuso) l’evidente assurdità di un Teilhard de Chardin “quasi martire” dell’incertezza della Chiesa sulla teoria dell’evoluzione, una scoperta scientifica che ha risolto problemi enormi per


l’umanità, ma che sembra continui invece, incomprensibilmente, a crearli alla Chiesa cattolica (mentre quella anglicana il 16/9/08 aveva finalmente capito che da 150 anni non aveva capito bene .. e si è scusata). Nel sito SRM continuano a pubblicizzare (involontariamente?) l’attività di creazionisti biblici (“Né Darwin né 150 anni di ricerche riescono a spiegare l’origine della vita"). Oggi invitano a leggere (“La nascita e lo sviluppo di sistemi biologici complessi, come le cellule, partendo da situazioni di caos, spiega l'autore, non sono spiegabili, nè è stato possibile ricostruirli scientificamente in qualche modo in laboratorio. ... “) un articolo su Libero (“Né Darwin né 150 anni di ricerche riescono a spiegare l’origine della vita”) in cui si recensisce il libro di un fisico creazionista biblico. Egli approfitta del fatto che Darwin non avesse detto nulla sull’origine della vita (né avrebbe potuto, dato che era un ricercatore serio) per comunicare la sua grande scoperta: “Darwin non ha detto nulla sull’origine della vita”. Ovviamente non tutti capiscono quale effetto (nessuno) possa avere questa ovvietà sulla teoria dell’evoluzione (su cui Darwin ha invece scritto e dimostrato molto). L’articolo comunque dimostra che per criticare la teoria dell’evoluzione bisogna conoscere e criticare la teoria dell’evoluzione, e non l’origine della vita. Certo è probabile che un fisico preferisca lavorare sotto il lampione, scrivendo sugli argomenti che conosce meglio; se trova qualcuno che lo pubblica, poi il problema è di convincere qualcuno a leggere quel libro … Darwin comunque ha acceso un bel lampione … ma da un’altra parte … Forse nel sito SRM dovrebbero raccontare qualcosa di interessante sul convegno della Gregoriana. Oppure potrebbero intervistare l’inviato del Pontificio Consiglio della Cultura (e Coordinatore Esecutivo del Progetto STOQ), don Tomasz Trafny, che rappresentava mons.Ravasi al convegno antievoluzionista, alternativo a quello del Vaticano, organizzato proprio dieci giorni prima, il 23/2/09, addirittura al CNR [?] dai creazionisti biblici del cattolicissimo “Kolbe Center for the study of creation” (sono intolleranti anche questi o verranno perdonati?).

2/4/09-IN

[da Pikaia] Sono disponibili online tutti gli articoli del volume speciale del Journal of Genetics (Volume 87, Number 4), interamente dedicato alla teoria dell'evoluzione: Special issue - Evolutionary genetics: 150 years of natural selection

1/4/08-USA

[da Pikaia] Sono liberamente accessibili online tutti gli articoli dei numeri di febbraio, marzo e aprile della rivista Evolution

1/4/09-USA

[da NCSE] Si è conclusa con una sconfitta la serie di audizioni che ha portato alla decisione del Texas state board of education sui programmi e i testi di scienze per i prossimi 10 anni. Se anche non è stata accettata la frase che avrebbe dovuto dimostrare il successo dei neocreazionisti dell’Intelligent Design (che ricordano insistentemente la necessità di insegnare “weakness and strength”...), una frase ricorda che è necessario insegnare "all sides of scientific evidence". Qui una dichiarazione della presidente della NCSE, Eugenie Scott ("The final vote was a triumph of ideology and politics over science, The board majority chose to satisfy creationist constituents and ignore the expertise of highly qualified Texas scientists and scientists across the country. This is a setback for science education in Texas, not a draw, not a victory. The revised wording opens the door to creationism in the classroom and in the textbooks. The decisions will not only affect Texas students for the next ten years, but could result in watered-down science textbooks across the U.S. There's a reason creationists are claiming victory."”). In effetti molte società scientifiche si erano mobilitate in difesa della razionalità. Non essendo riusciti a imprimere il loro marchio, i creazionisti della commissione hanno insistito a modificare tanti punti particolari, aprendo comunque la strada a testi e ipotesi che non accettano il metodo scientifico. Da non dimenticare poi che “According to a 2008 study ["Evolution and Creationism in America's Classrooms: A National Portrait" from PLoS Biology 2008; 6 (5)], 16% of US science teachers believe humans were created by God in the last 10,000 years.". Ad esempio (“Universe's age erased from Texas school science standards ”) hanno fatto togliere la frase che ricordava di insegnare “il concetto di un universo in espansione che ha avuto origine circa 14 miliardi di anni fa”; come si sa in Italia frasi così esplicite contro il creazionismo non sono mai comparse nei programmi scolastici, dove ministri cattolici sono riusciti ad eliminare dai programmi perfino la teoria dell’evoluzione, introdotta per la prima volta solo nel 1979, 30 anni fa. Per avere un’idea di questa commissione, ci sono alcuni video in cui il dentista che la presiede mostra di contestare molti fatti dell’evoluzione, fra cui l’origine comune degli esseri viventi, un fatto oggi dimostrato ma già sospettato nel 1700; tanto è vero che


che non ha creato nessun problema al card.Ratzinger, che nel 2004 ha firmato un documento (“Comunione e servizio”) che l’accettava (al punto 63). Curioso notare una differenza importante: nel Texas i creazionisti cristiani nel dubbio evitano di credere a quei i fatti (come l’origine comune degli esseri viventi) che rendono poi quasi inevitabile l’accettazione della teoria dell’evoluzione; in Italia si assiste invece all’approvazione dei fatti … ma al rifiuto di accettarne le conseguenze (fra cui l’inevitabile stupore degli scienziati per l’incoerenza che consegue …). 1/4/08-IT

Un circolo futurista (?) romano (Casa Pound) organizza una breve contestazione alla mostra Darwin 2009 a Roma. Stupiscono alcune delle frasi del volantino (“Non farti condizionare da credenze popolari e superstizioni”, “Poniti le domande”, “Interrogati su ogni questione”, “Non dare nulla per scontato”, “La scienza e la cultura devono rifiutare ogni spiegazione irrazionale”) che sembrano indicare l’obettivo di modificare il significato delle parole che anche gli scienziati usano ogni giorno. Curioso quindi il fatto che si esalti un italiano che contesta … spiegazioni razionali. Fra l’altro è vero che ha scritto un libro disponibile in rete per contestare Darwin, ma … quasi nessuno l’aveva mai sentito nominare! Consola comunque pensare al grande successo della mostra, che ha il doppio dei visitatori rispetto al previsto. Speriamo che il successo continui poi anche a Milano del 4 giugno e a Bari, dove poi la mostra riaprirà. Inizia oggi ad Asti il XIX convegno nazionale di Primatologia, con una presentazione di G.Barsanti sulle conoscenze dei primati dal 1500 alla metà del 1800 (“The Man of the Woods: A little history of the Great Apes from Gesner to Darwin”).

MARZO 2009 30/3/09-IT

29/3/09-I

Sul Corriere un dialogo fra G.Giorello ed E.Boncinelli (“UN PIERCING CONTRO LA TIRANNIA DEI VALORI”) sulle relazioni fra biologia e arbitrio nella nostra specie, con un breve accenno al possibile ruolo del peccato, magari accompagnato dal successivo perdono, come giustificazione di ogni comportamento. Nell’articolo citano anche alcuni libri sull’evoluzionismo usciti da poco: “Lo scimmione intelligente”, “La scimmia pensante”, “Darwin e l’anima”, “Vita di Charles Darwin”. Qui altri libri su Darwin. [da Pikaia] Festival Internazionale del Video, del Film e del Documentario Scientifico, Milano 30/3/2009 - 5/4/2009, Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2. PROGRAMMA . Il 30 marzo sarà interamente dedicato a Darwin: Il bicentenario di Darwin, viaggio tra le specie viventi e nella storia dell’uomo. In occasione del secondo centenario della nascita di Charles Darwin e del 150° anniversario della pubblicazione della prima edizione della sua opera più importante, "L'origine delle specie", l'Istituto Italiano di Antropologia organizza a fine mese , in collaborazione con l'Università di Roma "La Sapienza", il convegno "Darwin 2009: una prospettiva evoluzionistica sulle emozioni". Programma. Abstracts. Il convegno avrà luogo nei giorni: 27 Aprile- Aula Magna dell'università di Roma "La Sapienza"; 28 e 29 Aprile-Aula Gini, Facolta' di Statistica dell'Universita' di Roma Libero news in un articolo (“Né Darwin né 150 anni di ricerche riescono a spiegare l’origine della vita”) riesce a dire bene (“lascia una traccia immortale nel cammino della scienza”) e male (“questa teoria non è in grado di raccontare l’evento più importante“) di Darwin in una breve recensione di un libro in cui un fisico creazionista spiega la chimica dell’abiogenesi pensando di smontare con argomenti che non sono pertinenti la teoria dell’evoluzione. Nel sito dell’ Almanacco della Scienza del CNR si può leggere una serie di articoli su ricerche attuali che fanno riferimento alle ricerche critiche stimlate dalla teoria dell’evoluzione di Darwin: • L’evoluzione, una rivoluzione! • Nelle rocce i segreti delle trasformazioni della Terra • Dai tecnosauri informatici ai computer quantistici • L’obesità? E’ scritta nel nostro Dna • Un pomodoro ogm più sicuro e salutare • Metti la semantica nel motore (di ricerca) • Come evolvono le religioni? [da Pikaia] Il Corriere dedica un'intera pagina (pag. 46) a Darwin e alla salute attuale (buona) della teoria dell’evoluzione: "Il vecchio Darwin è ancora in buona salute" e "Alla ricerca del «disegno intelligente»" di F.Porciani e "Solidali per selezione" di A.Carioti. Interessante verificare nell’ultimo articolo, che cita il prossimo libro di


O.Franceschelli (“Darwin e l' anima”), come sia invece scorretto presentare, come si legge in un articolo pubblicato proprio oggi dall’agenzia vaticana Zenit, in modo

ideologico e falso il comportamento dei primati, animali sociali (“se discendiamo dalle scimmie perché non dovrebbe essere valida anche per noi la "morale" delle scimmie (e qui, allora si scopre che molte specie animali hanno comportamenti omosessuali, sono poligame, infanticide, che uccidono o abbandonano gli esemplari più deboli o anziani...)?”. Non c’è poi da stupirsi se qualcuno poi crede che si possa confondere tutti i primati con altre “specie animali” e che la realtà sia così semplice e brutale. Anche il museo civico di Storia Naturale di Cremona inaugura una mostra sul bicentenario darwinianano, aperta fino al 14/6/09.

28/3/09-IT

E’ stato recentemente pubblicata (18/3/09) una versione rivista ed ampliata (Darwin in «Vaticano») di quello che sembra finora l’unico commento di G.Manzi, uno dei paleoantropologi partecipanti al convegno sul’evoluzione che si è svolto alla Gregoriana ai primi di marzo. Da allora infatti non se ne è più parlato, e anche mons.Ravasi, dopo aver “incrociato gli sguardi”, come suo desiderio, con i numerosi scienziati esperti che aveva invitato al convegno, oggi ha preferito non esprimersi e alzare gli occhi al cielo dedicandosi quindi all’astronomia approfittando delle celebrazioni galileiane. La prima versione di queste riflessioni, pubblicate l’11/3 su “Il Riformista” sono state commentate, ma solo dal corsivista dell’Avvenire (“Fede e ragione: Darwin il gesuita e il giocoliere”), che non ha apprezzato (come già era successo alle citazioni fatte da Galleni e Da P.Leclerc al convegno) la citazione di Teilhard de Chardin, censurato dalla Chiesa con un Monitum addirittura post-mortem e descritto come uno che voleva fare troppe cose insieme [troppo interdisciplinare? Avrebbe certo da insegnare molto a qualche teologo che parla di evoluzione senza capirla…].

28/3/08-VA

Ieri si è aperto il nono Forum del Progetto culturale promosso dalla Chiesa italiana. L’Osservatore Romano (“Chi orienta la scienza”) pubblica ampi stralci della prolusione del Card.Ruini, da cui si capisce come mai non si parli più del convegno sull’evoluzione organizzato da mons.Ravasi. Le opinioni sull’utilizzazione del metodo scientifico per la spiegazione del mondo reale infatti non concordano, e incredibilmente lo sviluppo delle conoscenze e la riduzione dello spazio che spesso veniva riempito con un Dio tappabuchi viene visto come una calamità. Sembra quasi che un’interpretazione scorretta e primitiva del mondo naturale fosse necessaria, e lo sia tuttora, per evitare guai all’umanità (o alla religione cattolica?): I segni e le cause di questa mutazione del concetto di uomo sono in realtà facili da individuare. Si tratta anzitutto di una certa interpretazione dell'evoluzione cosmica e biologica, per la quale il soggetto umano non sarebbe altro che un risultato dell'evoluzione stessa: certamente il suo risultato più alto, almeno per ora e nella piccola porzione dell'universo da noi meglio conosciuta, ma pur sempre un risultato omogeneo a tutti gli altri, in particolare agli animali superiori a noi più vicini nelle linee evolutive. All'interno di questa cornice, ma anche come sua in certo senso autonoma conferma, sta assumendo crescente rilievo un'interpretazione delle neuroscienze che, facendo leva sulla stretta connessione, che indubbiamente esiste e viene sempre meglio determinata e precisata, tra l'attivazione delle diverse aree, strutture e architetture del nostro cervello e le attività conoscitive e volitive, tende a ridurre la nostra intelligenza e la nostra libertà a funzioni dell'organo cerebrale, quindi in ultima analisi a funzioni della materia-energia di cui è composta tutta la natura….. sono anzitutto questi risultati quelli che assicurano l'attenzione della società e ormai una vera leadership culturale al mondo delle scienze. Sembra fondata la tesi che una nuova e ingente rivoluzione è da poco iniziata, in particolare con gli sviluppi delle biotecnologie, e che essa ci condurrà - anzi ci sta conducendo - in tempi sostanzialmente brevi a traguardi sconvolgenti e largamente imprevedibili. Curiosa e poco realistica invece la frase “l'evoluzione potrebbe essere sottratta ai ritmi lentissimi della natura e affidata invece a quelli rapidissimi della tecnologia”; come tutti sanno l’evoluzione della nostra specie da almeno due milioni di anni, ma soprattutto negli ultimi 10.000, è soprattutto guidata dall’evoluzione culturale; quelli che a volte sembrano lenti sono non i tempi della natura (non ci stiamo preoccupando per l’innalzamento del livello dei mari entro iporssimi 100 anni?), ma quelli dell’evoluzione culturale un po’ in tutte le religioni. Per quanto riguarda quella cattolica, sappiamo che l’accettazione di una ovvia spiegazione dei processi evolutivi (non è un obbligo…!) tarda ancora a venire dopo 150 anni di continue conferme.


27/3/09-IT

27/3/09-VA

Oggi alle 18 al Museo Civico di Paleontologia di Maglie nel Salento, ci sarà una conferenza su un poco noto martire … dell’evoluzionismo: “Giulio Cesare Vanini, Un filosofo-scienziato salentino nell’epoca di Galileo”; interverranno il prof. Francesco Paolo Raimondi e il prof. Franco Tommasi, Università del Salento. Vanini nacque a Taurisano, in Terra d’Otranto, presumibilmente nel gennaio del 1585, da una famiglia benestante e compì studi accademici di diritto civile e canonico a Napoli. Tra le sue opere va ricordato il "De admirandis naturae reginae deaeque mortalium arcanis libri quatuor" in cui nel dial. XXXVII del Liber III, affronta con spregiudicata modernità il tema su "De prima hominis generatione". Perseguitato dall'Inquisizione, fu scomunicato e condannato al rogo, dopo aver subito torture, nell'agosto del 1620. Qui un sito web (Giulio Cesare Vanini) con le informazioni necessarie per approfondire le conoscenze su uno dei primi che osò, a sue spese, ipotizzare che la specie umana avesse avuto origine da specie precedenti, un’idea che ancor oggi scandalizza qualcuno. Per fortuna, nonostante il Vaticano non rifiuti la pena di morte, ormai non la utilizza da un bel po’ di tempo. Il Museo regionale di Scienze naturali di Torino, organizza venerdì 3 aprile, ore 12.00, la conferenza stampa di presentazione della mostra di rilevanza internazionale ‘La scimmia nuda, che aprirà nel pomeriggio stesso alle 17.30. L’inaugurazione della mostra coincide con la chiusura del convegno ‘Darwin e l’evoluzione dell’uomo’ che si tiene a Torino il 2–3 aprile presso l’Accademia delle scienze. Sempre in Piemonte e quasi in contemporanea, ad ASTI dal 1’ al 3 aprile si terrà il XIX Convegno nazionale dell’ Associazione Primatologica Italiana. Il convegno si aprirà l‘1 aprile con una presentazione di Giulio Barsanti sulla storia della conoscenza dei primati prima di Darwin (“The Man of the Woods: A little history of the Great Apes from Gesner to Darwin”). L’agenzia Zenit informa che mons.Ravasi ha presentato il volume "Galileo e il Vaticano", che permette di avere un "giudizio obiettivo da parte degli storici" che fa sì che la Chiesa possa entrare "in un confronto vivace e più pacato con la scienza". MPe chi si occupa di evoluzione e vede impostazioni ed errori simili è abbastanza triste sentire che mons Ravasi ammette che “il lavoro svolto ha potuto porre fine all'"errore soggettivo dei giudici di Galileo, incapaci di distinguere tra il dato di fede, ossia 'le verità necessarie per la salute' spirituale", e la "cornice espressiva legata a una cosmologia contingente, allora vigente e di matrice tradizionale". Magari sarebbe anche una buona notizia sapere che l’astronomia allora (e forse anche la teoria dell’evoluzione oggi) disturbavano 'le verità necessarie per la salute' spirituale [?!]. Purtroppo è una brutta notizia pensare che bisognerà aspettare ancora secoli prima che anche per l’evoluzionismo si potrà dire (con GP2, di poter “lasciarsi alle spalle le macerie di un passato infelice, generatore di una "tragica e reciproca incomprensione e si aprisse un orizzonte libero da ogni "opposizione costitutiva tra scienza e fede"". [Il “reciproca” forse stona un po’, comunque. Soprattutto nel caso dell’evoluzionismo, dove è evidente che la confusione e la conseguente incomprensione su un problema, che riguarda comunque più la salute fisica che quella spirituale, sta soprattutto da una parte. Nulla di nuovo o strano: tanto è vero che lo aveva tranquillamente ammesso lo stesso mons.Ravasi nel 2005, quando aveva detto che la teoria dell’evoluzione non era affatto era un problema che riguardasse i teologi]. Sempre un articolo dell’agenzia Zenit riporta un ulteriore intervento (“Antropologia cristiana contro nichilismo e derive tecno-scientiste”) critico verso il convegno alla Gregoriana, evidenziando concetti che per qualcuno non sono stati adeguatamente affrontati e presentati durante un’iniziativa che non aveva saputo lanciare il messaggio corretto. Interviene così il card.Ruini, per cui “la causa prima dell’emergenza educativa va ricercata nella “mutazione del concetto di uomo”. Per molti infatti il soggetto umano non sarebbe altro che un risultato della mera evoluzione; mentre un’interpretazione delle neuroscienze ridurrebbe l’umanità a funzioni dell’organo cerebrale e le scienze empiriche considererebbero l’uomo solo come un ‘oggetto’ materiale”. [Sempre che il discorso sia stato riportato correttamente, data l’assenza di virgolette] L’Osservatore Romano pubblica l’introduzione di mons.Ravasi al libro su G.Galilei. Sembra che si ricordi del convegno di un mese fa (“un importante simposio sul tema dell'evoluzione biologica, convocando in un dialogo diretto scienziati di ogni estrazione ideologica, confessionale o agnostica, filosofi e teologi”) ma non ha nulla da dire sui risultati o le conseguenze. Ora rivolge, insieme a Galilei, gli occhi al cielo, nonostante la citazione di una frase di Galilei: “infinita è la turba degli sciocchi, cioè di quelli che non sanno nulla". Il Sussidiario diffonde anche in Italia una notizia, che già circolava nei primi giorni di


marzo, sulla possibile bancarotta della Chiesa cattolica USA (“USA - Pronta una legge che può mandare in bancarotta la Chiesa”) nel caso venisse approvata una legge che rende perseguibili comportamenti individuali riprovevoli ma spiegabili da impulsi provenienti dall’organo cerebrale, una dimostrazione della natura non solo spirituale degli impulsi che influenzano l’azione di quelli che si pensa siano i migliori esponenti della nostra specie (e di chi potrebbe controllare il loro operato). 26/3/09-USA

[da Pikaia] Finora poco era noto poco dei fondamenti neurali della religiosità. Dati nuovi vengono da un lavoro pubblicato su PNAS da un gruppo di neurologi e psicologi di vari istituti americani: Dimitrios Kapogiannis, Aron K. Babey, Michael Su, Giovanna Zamboni, Frank Krueger e Jordan Grafman. Cognitive and neural foundations of religious belief. PNAS, Vol. 106 no. 12: 4876-4881. Dell’importanza della mente fra I criteri di distinzione fra l’uomo e gli altri animali, il genetista gesuita P.Serra aveva recentemente (Civiltà Cattolica del 21/2/08) scritto un articolo (“A 150 anni dall'Origine delle specie di Darwin”), dove sembrava desse per già approvate le somiglianza con i primati superiori che gli scienziati hanno dimostrato negli ultimi 150 anni, riducendo l’imporanza di molte delle differenze che, secondo la Chiesa, avrebbero dovuto essere risolte ad un livello molto superiore a quello strettamente biologico. Nell’articolo di P.Serra sembrava di capire che ci si potesse adeguare alla situazione, per cui oggi, solo “L'enigma della mente e della coscienza, esclusivo della specie umana, deve essere risolto ad un livello molto superiore a quello strettamente biologico, che non potrà mai fornire una spiegazione convincente”.

25/3/09-VA

L’Avvenire cita un articolo dell’Osservatore Romano che accusa la stampa italiana di una rappresentazione errata e caricaturale della prolusione del card.Bagnasco, che non aveva parlato di scontro di civiltà o di culture, ma del “fronteggiarsi di due culture” (come se avesse parlato di dialogo o di “incontro fra due culture”); è sufficiente rileggere come le due culture venivano da lui presentate (tutto il bene da una parte e tutto il male dall’altra) per capire che c’è stata una manipolazione ma, non eccessiva. Soprattutto il contrasto con precedenti posizioni è evidente se si confronta questo discorso con quelli (perfino quelli più recenti) di mons.Ravasi, ma soprattutto se lo verifichiamo alla luce delle preoccupazioni di GP2 nel 1988.

24/3/09-USA

Un altro intervento interessante di Jerry Coyne sul suo blog “Why evolution is true”, dove si può leggere la sua risposta alla domanda “Must we always cater to the faithful when teaching science?”

24/3/09-IT

Su La Stampa un articolo (“La teoria dell’evoluzione non è farina del suo sacco. Così la copiò dalle lettere che gli inviava Wallace”) invita gli antievoluzionisti a immaginare una situazione in cui dovrebbero parlare male del wallacismo invece che del darwinismo (termine coniato da Wallace). Per fortuna ora abbiamo una versione più recente e aggiornata, che comprende anche il mendelismo e il contributo di tanti altri ricercatori. L’articolo cita un libro recente (di Roy Davies: “The Darwin Conspiracy”) in cui si sostiene che Darwin abbia utilizzato le idee contenute in un paio di lettere che ricevette da Wallace quando era in Indonesia. In realtà Darwin ebbe la prima intuizione della selezione naturale nel 1837/38 (quando Wallace aveva 14/15 anni), e lo dimostrano i suoi taccuini. Non c’è comunque alcun dubbio che “Se Alfred Russell Wallace nel marzo 1858 avesse inviato la lettera - contenente le quattromila parole del Ternate essay - alla Natural History Society anziché a Charles Darwin, oggi parleremmo di wallacismo e non di darwinismo”. Qualcuno forse oggi apprezzerebbe anche certi aspetti un po’ sconcertanti del comportamento e del pensiero di Wallace in tarda età, quando fu attratto dallo spiritismo, come si racconta in questo articolo (“Darwin, Wallace e il caso della Pensione Civile”), o quando in una pubblicazione del 1869 aveva sostenuto che “un´intelligenza superiore ha guidato lo sviluppo dell´uomo in una ben precisa direzione e per uno scopo speciale”, facendo arrabbiare Darwin (“Spero che non abbiate del tutto assassinato la vostra e mia creatura”). Il supposto plagio non è una novità, ogni tanto ritorna: se ne era già parlato su Repubblica del 29/12/08, ma il 7/1/09 la stessa Repubblica aveva pubblicato un articolo critico di PG Odifreddi ("Darwin, il plagio inventato")

23/3/09-VA

Da un articolo dell’AGI (“LAICITA’: BAGNASCO, IN ATTO SCONTRO TRA RAGIONE E PREGIUDIZI”) sembrerebbe di capire il motivo dell’improvviso silenzio su Darwin del Vaticano dopo il convegno alla Gregoriana. Sono uscite solo poche righe


antievoluzioniste dall’Avvenire, in risposta ad un articolo di G.Manzi. Secondo l’articolo di oggi (che ha un pessimo titolo, non supportato affatto dal testo scritto del cardinale, che non parla di “scontro fra ragione e pregiudizi”) sembra che oggi nella sua prolusione al Consiglio Episcopale Permanente il card.Bagnasco abbia chiarito che “la mancata condanna [?!] della Chiesa alle teorie di Darwin non puo’ essere letta come una benedizione a “un’interpretazione esasperata e unilaterale del paradigma evoluzionistico”. [?!] . Un articolo dell’agenzia ASCA sembra meno drastico (“Bagnasco: scontro non tra civilta' ma tra due concezioni ragione”). In realtà solo una parte della frase è virgolettata e sembra quindi che la prima parte sia solo un interpretazione giornalistica, anche se forse ragionevole, dato che in alcuni punti dell’intervento si presenta un contrasto con la teoria dell’evoluzione ben più forte del contrasto vissuto con G.Galilei; la versione integrale del discorso (“Prolusione card. Bagnasco al Consiglio permanente CEI” – doc.orig.fonte CEI) non parla infatti di una prevista condanna, anche se le sue parole non lasciano dubbi che “vari segnali ci rendano vieppiù avvertiti che il trapasso culturale dentro al quale ci troviamo vada assumendo il carattere di un vero e proprio spartiacque” . Ed ecco qui di seguito la scena da mezzogiorno di fuoco (o forse da crociata?) prospettata dal responsabile della CEI. Sembra un attacco a freddo, dato che non mi sembra che si siano stati motivi di contrasto al recente convegno alla Gregoriana, organizzato per “dialogare”. Non si giustificherebbe altrimenti una rappresentazione così drammatica, tipica di chi ha perso la pazienza e forse anche qualcos’altro: ”Chi, tempo addietro, paventava uno scontro di civiltà, facendolo magari derivare in parte da divaricanti matrici religiose, oggi si trova dinanzi agli occhi una situazione alquanto diversa, e non necessariamente più complessa da descrivere: Si fronteggiano sostanzialmente due culture riferibili all’uso della ragione. Al centro di entrambe c’è – come sempre – una specifica risposta alla domanda sull’uomo. Da cui discendono due diverse, per molti aspetti antitetiche, visioni antropologiche. • Su un versante c’è la cultura che considera l’uomo come una realtà che si differenzia dal resto della natura in forza di qualcosa di irriducibile rispetto alla •

materia. Nell’altro versante, invece, si esplica una cultura per la quale il soggetto umano è un mero [?] prodotto dell’evoluzione del cosmo, ivi inclusa la sua autocoscienza [?]. In quanto risultato di un processo evolutivo mai concluso, l’uomo sarebbe solamente un segmento di storia [?], sganciato cioè da qualunque fondamento ontologico permanente e comune a tutti gli

uomini, privo quindi di riferimenti etici certi e universali” [?] La “traduzione” che fa il Corriere di queste “belle” parole è un po’ cruda e “medioevale” ma forse rende il senso profondo del pensiero del cardinale, che in realtà aveva presentato un’immagine in bianco e nero (con tutto il nero da una parte sola) non adeguata a ua situazione di dialogo: “Secondo Bagnasco, quindi, il vero scontro di civiltà è quello fra credenti e non credenti. Non quindi un conflitto fra culture religiose diverse, ma tra chi fa discendere l'uomo da Dio, e da chi lo colloca nel mezzo di un'evoluzione ancora in corso «nell'esasperato paradigma evoluzionista». Questa sintesi un po’ troppo brutale, che sembra persino sconfessare i possibili contributi della Chiesa alla comparsa della scienza, può sembrare una semplice fotografia della realtà per chi è all’esterno della Chiesa (e in particolare di quella italiana); per chi è all’interno è invece un invito a schierarsi al più presto dalla parte giusta. Sembra comunque un po’ strano l’invito a contrastare Cavalli Sforza in un momento in cui si moltiplicano anche in Italia le occasioni di contatti e anche contrasti con altre religioni (si pensi all’incontro di Sibiu del 2007 o all’immigrazione da paesi musulmani). Anche un cattolico devoto come AccattoIi ha capito che sull’evoluzionismo c’è molto nervosismo e nel suo blog ritiene di dover dare “un consiglio al card.Bagnasco”: avrebbe fatto meglio a evitare “due passaggi – al paragrafo 3 – che hanno sapore polemico e nei quali gli interlocutori non potrebbero riconoscersi”. Impressionante comunque verificare ancora una volta quanto fosse stato preveggente GP2 nella sua preoccupazione che la Chiesa arrivasse a questo punto di rottura senza nemmeno un tentativo razionale per evitare questo disastro. Una tale sottovalutazione (“mero prodotto dell’evoluzione…”,?!]) di un processo evolutivo di 14


miliardi di anni, o il giudizio su persone ben diverse da altre che certo oggi rappresentano meglio il “nichilismo gaio e trionfante” è davvero originale e inconsueta. Nella lettera a P.Coyne del 1988 (un documento non ufficiale ma comunque frutto di una profonda riflessione) GP2 si mostrò molto preoccupato per l’inadeguatezza della preparazione culturale dei teologi di fronte alle grandi scoperte della scienza, che forse solo in GP2 (ma forse non nel card.Bagnasco) destavano stupore e ammirazione (“I biologi molecolari hanno studiato la struttura della materia vivente, le sue funzioni e i suoi processi di moltiplicazione. Essi hanno scoperto che tutti gli organismi della terra hanno alla base gli stessi costituenti i quali compongono sia i geni sia le proteine da essi codificate. E' un'altra impressionante manifestazione dell'unità della natura”). Di fronte a questi successi, che ammirava, GP2 aveva fiducia e rispetto per le competenze, l’affidabilità e la serietà degli scienziati, molti dei quali aveva accolto nell’accademia delle scienze pontificia. Fra questi scienziati ci sono tuttora esperti che potrebbero illustrare a mons.Bagnasco dove sbaglia, a partire dal fatto che l’Homo sapiens è DAVVERO un breve, anzi brevissimo segmento della storia dell’universo (200.000 anni su 15.000.000.000 anni sono lo 0,001% del tempo); lo sappiamo da poco, ma sono ormai 60 anni che lo sappiamo, per cui bisognerà farsene una ragione e prevedere una sedia o un trono per chi dovesse aspettare per quasi 14 miliardi di anni il momento adatto per creare l’uomo a sua immagine e somiglianza (se lo avesse fatto prima gli evoluzionisti un giorno si sarebbero accorti del trucco ….. Che ne è delle preoccupazioni di GP2 nel 1988? (“In questo processo dobbiamo superare ogni tendenza regressiva che porti verso forme di riduzionismo unilaterale, di paura e di autoisolamento”, “perché non potremmo sperare che le scienze di oggi, unitamente a tutte le forme del sapere umano, possano corroborare e dar forma a quelle parti della teologia riguardanti i rapporti tra natura, umanità e Dio?”, “I cristiani non potranno non assimilare le idee prevalenti riguardanti il mondo, idee che oggi vengono influenzate profondamente dalla scienza”, “Il problema è urgente. Gli sviluppi odierni della scienza provocano la teologia molto più profondamente di quanto fece nel XIII secolo l'introduzione di Aristotele nell'Europa occidentale”). Non si è fatto nulla e si sono persi 21 anni. Curioso ricordare che 2 anni fa il Papa era stato criticato per una sua vecchia citazione di Feyerabend, che sosteneva che ai tempi di G.Galilei sarebbe stata la Chiesa ad essere più rispettosa delle prove scientifiche allora disponibili. Sembra che il card.Bagnasco abbia invece creato una situazione imbarazzante, da cui difficilmente il Papa potrà uscire … rispettando sia gli attuali dati scientifici oggettivi che l’attività svolta dal suo ministro delle cultura (che nel 2005 aveva già detto che la teoria dell’evoluzione non era affatto era un problema che riguardasse i teologi). Certamente a mons.Ravasi devono essere fischiate le orecchie se ha letto, in alcuni siti cattolici, le accuse di “complesso di inferiorità nei confronti della cultura laica, caratteristico di chi non si sente sicuro delle proprie idee cattoliche” lanciate contro chi “in campo cattolico, rifiuta l’evoluzionismo filosofico, ma accetta sul piano scientifico la teoria dell’evoluzione” da un docente dell’Università Europea al convegno creazionista biblico da lui organizzato nella sede centrale del CNR il 23/2/09 (per contestare il convegno alla Gregoriana organizzato anche … dalla metà pontificia dalla sua stessa università …!?). Mons.Ravasi ha capito cosa stia succedendo? La spiegazione più ragionevole è che lo accusano forse di aver tenuto fuori i creazionisti e i neocreazionisti dell’ID dal suo convegno? Da allora non ha più aperto bocca su questo problema. Le dichiarazioni degli organizzatori del congresso contro l’ID sono chiare anche se non tutti le conoscono. P.Leclerc, direttore del convegno e professore di filosofia della natura alla Gregoriana ha detto, il 5/3/09 in un’intervista all’Associated Press, che gli esponenti dell’ID non sono stati invitati in quanto l’Intelligent Design non è una prospettiva scientifica, nè filosofica, né teologica, per cui il dialogo è molto difficile se non impossibile. Conoscendo questa premessa, è comprensibile che il card.Bagnasco abbia espresso in modo colorito il dissenso proprio e della CEI verso “l'esasperato paradigma evoluzionista”, anche perché il convegno ha dimostrato che parte della chiesa vede grossi rischi nel continuare a contrastare anche l’ovvio.


Solo così si capirebbe perchè, dal dialogo, le due culture riferibili all’uso della ragione sono passate a fronteggiarsi … dopo solo due settimane…?! Qui un’intervista alla radio Vaticana del 13/2/09 sul dialogo sui temi dell’evoluzione (“Padre Leclerc: non contrapporre creazione ed evoluzione”). Parole non autorizzate? Questi fatti (e altri citati qui sotto) dimostrano che il confronto nella Chiesa sembra aspro ma in realtà c’è chiaramente un bel po’ di ignoranza sui fatti, che porta a una inevitabile confusione sui termini. Forse per questo mons.Ravasi nel 2005 era convinto che il problema dovesse essere discusso e risolto dagli evoluzionisti, che di solito almeno capiscono di cosa parlano. Poi ha cambiato idea e ha cercato di discuterne … ma non dice ancora oggi come sia finita. Fa impressione rileggere oggi un corsivo dell’Avvenire dei primi del mese (5/3/09: “Darwin e la fede: creduloni e furbacchioni”), quando il corsivista rimprovera l’autore di un articolo su Repubblica del 3/3/09 su quelle che sembrano grandi novità nella Chiesa («Scoppia la pace tra Chiesa cattolica e Darwin»). Si può leggere una frase che farebbe rabbrividire l’editore del suo giornale, il presidente della CEI, card.Bagnasco, che oggi preferisce “fronteggiarsi”: “che il darwinismo come teoria scientifica dell'evoluzione non sia incompatibile con la fede, è ammesso di fatto da almeno un secolo; basterà citare l'opera dei due gesuiti Teilhard De Chardin e Vittorio Marcozzi”. L’editore dell’Avvenire sarebbe invece molto più contento della risposta data dal direttore dell’Avvenire il 25/2/09 ad un lettore che parlava male della teoria dell’evoluzione (citando la “presunta «scientificità» dell’evoluzionismo darwiniano” o l’ “eversione della logica a cui può condurre una superficialità di massa, pronta a digerire acriticamente le tesi intorno alle quali i mezzi d’informazione tendono a uniformarsi”). Sembra che sulla teoria dell’evoluzione non ci siano indicazioni chiare; ognuno è comunque certo che le sue idee siano quelle giuste … anche se non si capisce nemmeno se parla di evoluzione (un’ipotesi già presente nel 1700) o di teoria dell’evoluzione (un’idea e una teoria ancora piuttosto claudicante nel 1859 – i sostegni erano ancora scarsi e un po’ di fede era ancora necessaria … -, ma poi ripetutamente confermata nel secolo successivo). 23/3/09-USA

23/3/09-UK

Sul S.Francisco Chronile si racconta (“High court rejects evolution suit against Cal”) che si è conclusa alla Corte Suprema USA, dopo 4 anni, un’iniziativa legale intentata da una creazionista biblica al sito web “Understading evolution” gestito dall’università di Berkeley. La signora si sentiva danneggiata da una frase contenuta in una pagina del sito, dove si leggeva che il darwinismo non era incompatibile con la religione. I tribunali di livello inferiore avevano sentenziato che la signora non aveva ricevuto danni significativi da questa frase. La signora, prevedibilmente, è moglie di un avvocato. Se ne parla anche nel sito dell’NCSE. Su American Scientist un’interessante intervista a J.Coyne sul suo ultimo libro, “Why Evolution Is True”, in cui cerca di far scoprire che la teoria dell’evoluzione non mangia nessuno, per cui non bisogna averne paura (“people everywhere may share my wonder at the sheer explanatory power of Darwinian evolution, may face its implications without fear"). Il libro è anche conseguenza di una sua scoperta: “I realized when I started teaching that nobody ever taught the evidence for evolution, which is wide-ranging and cool”. Nella sua esperienza ha anche notato che “I don't know of any challenge to evolution that's ever come from a non-religious person … all creationists share four beliefs: that God exists, that he intervened in the development of life, that one of these interventions was the creation of humans, and that some traits or species are too complex to have evolved”. Il Clergy Letter Project, l’associazione di circa 1000 religiosi protestanti ed ebrei USA che difendono l’insegnamento della biologia evolutiva e della teoria dell’evoluzione, ha appena aperto un sito web (“Teach them science”) per collaborare nella difesa dell’insegnamento corretto delle scienze e della biologia nel Texas, dove un creazionista che dirige la commissione scolastica statale (a maggioranza creazionista) si sta preparando a modificare i programmi scolastici. Alcuni video con interventi del presidente della commissione, Don McLeroy, e della presidente del NCSE, Eugenie Scott, sono disponibili anche qui (cercare “Texas”). Un articolo della Reuters (“Darwin, vita dorata a Cambridge con lavapiatti e lustrascarpe”) riferisce che ci sono sempre nuovi documenti consultabili nel sito Darwin Online: ora sono saltate fuori anche alcune “newly re-discovered student bills from


Christ's College, Cambridge”. Dalle note delle spese quotidiane si riesce a scoprire qualcosa di nuovo sulla sua vita da studente a Cambridge. 23/3/09-IT

A Torino questa sera alle 21 si può assistere, nell’ambito del programma del Darwin Year torinese, alla proiezione del film “E l’uomo creò Satana” (“Inherit the wind” è il titolo originale) che racconta, con qualche libertà, l’ultimo processo (Processo Scopes, Scopes trial) contro un docente per il semplice fatto di insegnare l’evoluzione a scuola, avvenuto negli USA nel 1925. Come sappiamo gli ultimi processi che si sono svolti negli USA riguardano i tentativi di insegnare qualcos’altro in alternativa o oltre alla teoria dell’evoluzione (qui si trovano info sul recente processo di Harrisburg/Dover, conclusosi con una sentenza di condanna della commissione scolastica di Dover che aveva cercato semplicemente di invitare gli studenti ad andare a leggere un libro di cui i creazionisti avevano riempito la biblioteca scolastica). Il prossimo 3 aprile a Torino, culla dell’evoluzionismo italiano grazie allo zoologo Filippo De Filippi e alla sua famosa conferenza “L'uomo e le scimie” (11/1/1864), aprirà la mostra “La scimmia nuda”, inizialmente installata a Trento, dove ha avuto grande successo) e poi spostatasi a Udine.

22/3/09-IT

Sull’Avvenire un paio di articoli che riguardano anche l’evoluzione umana. Si parla di Biologia e di genetica e, inspiegabilmente, forse senza pensarci, si parla male, e parecchio, dei meccanismi che hanno prodotto la specie umana. Forse per questo si evita di parlare di Dio, ma si evita pure di parlare dell’evoluzione, e si forniscono quindi notizie importanti senza inquadrarle né nelle conoscenze attuali della biologia e nemmeno nel processo evolutivo. Nel primo articolo (“Genoma: Il mistero delle pagine bianche”) si parla sia del junk DNA che del DNA che si occupa del controllo dell’alltività o della repressione dell’informazione genetica, meccanismo alla base del differenziamento cellulare e di alcune riposte all’ambiente. Nel secondo (“DaIIapiccola: «Siamo solo agli inizi. Occhio allo screening facile») si presenta invece come drammatica la situazione del DNA di ogni essere umano: “Se mi facessi l’analisi genomica, troverei centinaia di migliaia di variazioni dalle quali emergerebbe la mia predisposizione verso le malattie più disparate. E siamo tutti, esattamente, nella stessa condizione. Perciò uno screen genomico di tutta la popolazione umana servirebbe in primo luogo a farci morire di paura, e le malattie psicosomatiche dilagherebbero, se qualcuno non ci spiegasse subito che tutte quelle variazioni sono per lo più innocue”. Sarebbe interessante che il genetista medico spiegasse se qualcuno ha qualche colpa per questa degenerazione di una specie che qualcuno crede sia stata creata perfetta e da poco tempo. E invece altre notizie angoscianti: “Chiunque di noi possiede, nel proprio imperfetto genoma, una specie di immondezzaio. Per fortuna, con un numero limitato di eccezioni, tutta questa 'robaccia' non si traduce in nessuna malattia”. A parte che non si capisce questa storia di una “predisposizione verso le malattie più disparate” che “non si traduce in nessuna malattia”; soprattutto se leggiamo più avanti che invece le malattie genetiche ci sono e non poche anche se rare: “le malattie semplici e rare sono circa 8.000 e conosciamo i fondamenti biologici di 2.000-2.500 di esse”; ma non è finite qui: a queste 8000 il genetista aggiunge “le malattie complesse, che riguardano molto più della metà della popolazione adulta”. Immagino che a questo punto uno si arrende, o chiede di sapere se c’è chi ha progettato tutto questo, o se non è una spiegazione più logica quella degli evoluzionisti …; chiunque dovrebbe a questo punto chiarire che ovviamente un progettista non c’è, ma che non è solo il caso a comandare. A questo punto però sarebbe meglio lasciare che l’evoluzione venga studiata a scuola appena possible … Ogni tanto si trova qualcuno che, pur non coinvolto professionalmente, ha il coraggio di protestare per come viene trattato Darwin dagli antievoluzionisti, sia come persona che per le sue geniali idee e teorie. L’articolo suggerisce però l’esigenza che anche in altri settori dell’evoluzione culturale si utilizzino sempre più le idee e gli strumenti che hanno favorito l’eccezionale successo della scienza: la verifica preventiva da parte dei colleghi, meglio se nascosti dietro all’anonimato. Qualcuno la può considerare un’intrusione nella propria libertà di espressione, ma il metodo della peer-review ha acquisito un ruolo sempre più importante nell’accompagnare e garantire il progresso scientifico; soprattutto perché evita che gli articoli contengano errori o incoerenze, o non siano aggiornati, con il rischio di creare problemi e imbarazzi agli stessi autori. L’articolo che avrebbe tratto un grande vantaggio da une verifica preventiva è quello con cui S.Tamaro sul Giornale (“Ma come hanno ridotto il mio Darwin”) cerca di difendere Darwin, evidenziando proprio una delle caratteristiche migliori della nostra


specie, che l’autrice dell’articolo ritrova in sé come in Darwin e in altri naturalisti, la curiosità, e in particolare quella giovanile (“Mi sono chiesta così le ragioni di questa grande serenità e della amabilità dei loro caratteri. Nessuno di loro era fanatico, perché lo studio delle scienze naturali esclude qualsiasi idea preconcetta, qualsiasi gabbia nella quale infilare la realtà trasformandola in ciò che noi desideriamo che sia. Il naturalista vive leggendo il mondo circostante e, nel leggerlo, il sentimento che più spesso lo assale è lo stupore. All’improvviso, prova qualcosa che non credeva di provare e questo qualcosa lo spinge a interrogarsi, a fare ipotesi, a cercare di scoprire le cause e di collegare le ragioni”). Spiace che nel finale dell’articolo anche lei dia la zappa sul piede anche a Darwin, attribuendogli responsabilità su tutta la scienza e pretendendo addirittura dalla biologia e dagli evoluzionisti la spiegazione di tutto (“La scienza, sicuramente, ci ha portato - e porta - straordinari benefici e progressi per l’uomo, ma credo non sarà mai in grado di risolvere il mistero della vita. Potrà anche farci vivere cento, centocinquanta, duecento anni ma la morte sarà sempre e comunque davanti a noi e non potrà mai spiegarci perché viviamo, il senso profondo dei nostri giorni. Come non riuscirà mai a spiegare l’origine delle leggi della natura. Da dove vengono le leggi della fisica, della matematica, della chimica? Quelle leggi che, interagendo tra di loro, hanno permesso alla materia di esistere e di evolversi nel tempo? Da dove viene questo straordinario e complessissimo ordine?”). Contribuisce così (involontariamente?) alla confusione fra la biologia e gli altri strumenti di conoscenza della realtà, che comunque hanno già fornire tante spiegazioni utili ed interessanti su questioni di cui però né Darwin né i biologi evoluzionisti si sono mai occupati. S.Tamaro non fa un buon servizio a Darwin anche successivamente, con un colpo i di zappa anche sull’altro piede, quando dall’esaltazione del processo evolutivo passa alla denigrazione di uno (uno solo) degli elementi della teoria dell’evoluzione. Il caso (il cui meccanismo di azione fra l’altro è stato dimostrato più dall’abate Mendel che da Darwin, che lo sospettava ma non lo poteva dimostrare) è infatti solo un elemento, importante ma assolutamente non fondamentale per poter capire il successo dell’evoluzione biologica. Molti, fra i critici di Darwin, non hanno ancora capito (e siamo già a un terzo del 2009! Ne rimangono solo 2/3!) che se l’evoluzione non è cieca lo dobbiamo non al caso ma alla selezione naturale, che ci vede benissimo… Comunque anche la redazione è stata creativa: nel sottotitolo si legge “non era estraneo a Dio” (che forse per un agnostico dichiarato non è una definizione corretta) ma anche “i suoi seguaci pretendono di trasformarlo in uno spauracchio da usare contro la fede”. Forse chi ha scritto questa frase, non essendo naturalista, aveva “idee preconcette“ e una “gabbia nella quale infilare la realtà trasformandola in ciò che noi desideriamo che sia”; non poteva quindi capire cosa volesse dire S.Tamaro quando nel suo testo citava i “dementi seguaci dei santoni, delle fattucchiere o dei preti” contrapponendoli alla “illuminata e carica di speranza visione della scienza”. S.Tamaro inoltre aveva appena scritto che se fosse stata contemporanea di Darwin anche lei sarebbe uscita dalla fede se avesse scoperto l’evoluzione e che tuttora, ma solo ogni tanto [e non spiega perché…], comunque vacilla. [Si sa che molti leggono solo i titoli … ma nessuno poteva sospettare che lo facesse anche … chi scrive i sottotitoli …] 21/3/09-IT

E’ arrivata la notizia, diffusa da ICN-News (“Non è tutto scienza”), che ha ricevuto un comunicato ufficiale dell’AISO, un’associazione certamente inquietante in quanto un gruppo di fedeli propone una dichiarazione di fede che prevede una lettura letterale della Bibbia (“Noi siamo convinti che il racconto biblico sulla creazione e le leggi della natura non siano in contrasto”), di cui non si può dubitare impunemente. [E’ davvero impressionante leggere che un astrofisico dell’AISO venga criticato: “è esegeticamente inammissibile giustificare, separando Genesi 1,1-2 dal resto della settimana creative, un’età dell’Universo di miliardi di anni: credo che contrasti chiaramente con Esodo 20,8-11”; non sembra nemmeno di essere ai tempi di G.Galilei, quando anche la Chiesa cercava di ragionare sui fatti] ICN-News annuncia il comunicato (non consultabile per una mutazione – caso o necessità? -nel link) apparentemente senza nemmeno correggere uno dei soliti errori di chi parla di evoluzionismo senza aver capito nemmeno il titolo del principale libro di Darwin: “si celebra il bicentenario della sua nascita e l'uscita del suo libro più importante "Origine DELLA specie tramite la selezione naturale". Per questo motivo e per il carattere simbolico che riveste questa data,anche AISO intende


organizzare un convegno con lo sopo [altra mutazione casuale] di far sentire una voce diversa, quella che non accetta "la teoria dell'evoluzione DELLA specie" perché non è scienza” [se uno accettasse la loro dichiarazione di fede, la scienza non sarebbe mai nata…] Speriamo che, prima che inizi (il 16 e il 17 ottobre 2009 a Milano) il terzo dei convegni organizzati in questi mesi in Italia dai creazionisti contro la teoria dell’evoluzione, qualcuno di loro abbia il tempo di leggere meglio Darwin; sarebbe comunque necessario affrontare anche i più moderni testi e le migliaia di pubblicazioni scientifiche che hanno confermato e utilizzano costantemente, a vantaggio della nostra specie, la teoria dell’evoluzione. I primi due convegni si sono svolti quasi clandestinamente alla Sapienza il 3/11/08 e al CNR il 23/2/09; vedremo quale sede almeno altrettanto prestigiosa sarà destinata ad accogliere a Milano questa iniziativa contro la scienza e l’evoluzione culturale umana, che ormai da quasi due secoli suggerisce che l’origine DELLE specie non si possa più cercare nella Bibbia. Speriamo solo che si eviti di dire (come è già stato detto a Roma al CNR) che 30.000 anni fa anche a Milano pascolavano pacifici dinosauri erbivori, come incredibilmente si legge tuttora sia nel sito degli organizzatori del convegno di Milano che in un sito creazionista probabilmente amico (“Crediamo che i dinosauri siano esistiti in abbondanza prima del Diluvio, dopo il quale si sono estinti a causa delle mutate condizioni ambientali. La convivenza dell'uomo con loro poteva comportare qualche problema, ma fino ad un certo punto, essendo essi quasi tutti erbivori”, “Il modello creazionista propone una creazione operata da Dio in sei giorni, poche migliaia di anni or sono”). [Nemmeno in Vaticano, giustamente, mons.Ravasi fa entrare qualcuno con queste idee; certo … forse non tutti sono contenti di questi importanti e reali cambiamenti rispetto al 2002…] Comunque ogni oratore dovrebbe iniziare dicendo quanto tempo fa, secondo lui, sia nato l’universo; nei due convegni a Roma erano tutti d’accordo sulle poche migliaia di anni. Erano comunque quasi sempre gli stessi, in tournee per due volte. A Milano sono prevedibili grosse novità (che dovranno giustificare) anche su questo punto. Si può dubitare quindi di vedere anche a MIlano i creazionisti che erano andati per due volte a Roma a contestare il Vaticano («Abbiamo chiesto di partecipare anche noi [ai convegni vaticani su Darwin], ma siamo stati lasciati fuori»). Se avessero voluto invece contestare la scienza dovrebbero sapere che è inaccettabile criticare “non dicendo quale idea bisogna mettere al posto del darwinismo”. [si consiglia di evitare il termine darwinismo per indicare l’evoluzione; ormai è un trucco noto …]. A Roma al CNR il convegno ha lasciato ai posteri questa riflessione: “Un società in ordine richiede l’esistenza di un’autorità intellettuale superiore, la quale ci avrebbe risparmiato questa ideologia evoluzionista che oggi invade tutti gli ambiti dell’azione e del pensiero” . Sembra un progetto che riporterebbe dritto al medioevo, dimenticando addirittura il ruolo che la stessa chiesa cattolica ha avuto inizialmente nella promozione della conoscenza scientifica; sapranno fare “meglio” a Milano, nella terra in cui hanno fatto scienza gli abati Stoppani e Spallanzani? Anche il Sussidiario partecipa (“Allargare la Ragione”: l’evoluzione è davvero senza senso?”) alla contestazione organizzata dalle frange cattoliche conservatrici al convegno su Darwin realizzato ai primi di marzo da molte università pontificie e di cui ancora incredibilmente si ignorano gli eventuali risultati e conseguenze. Contro le indicazioni e i suggerimenti forniti al convegno dai migliori biologi evoluzionisti cattolici si lancia eroicamente, schiantandosi, un biologo docente e dirigente in una scuola privata cattolica. E’ ricordato dai suoi studenti del corso di scienze naturali per un’idea che farebbe risparmiare i molti miliardi investiti nella ricerca e i milioni e i boschi usati per stampare molti libri (oltre a sconcertare chi credesse che i primati e l’uomo si distinguono dagli altri animali per la loro curiosità innata): “Dio non è solo la spiegazione per quello che non si conosce, ma è la spiegazione per quello che già si sa”. Nonostante l’articolo sia già stato pubblicato il 29/5/2007 ( preesitente … è anche il refuso), sembra vi sia una connessione con il congresso vaticano su Darwin, data l’evidenza data ad una frase - favorevole al ruolo del caso nel processo evolutivo - di Yves Coppens (paleoantropologo, uno dei principali esperti presenti al convegno alla Gregoriana, intervistato anche dall’Avvenire il 5/3/09). Per una visita al luogo del disastro si può farsi guidare dal blog Leucophea (“Chi gli ha dato la laurea?”). Spiace che, travolto dagli errori, M.Ferrari non abbia evidenziato in


modo particolare quello che dimostra chiaramente che idea incredibile dei processi evolutivi (o meglio creativi…) avesse in testa l’autore: secondo lui i cambiamenti devono avvenire “tutti nello stesso istante, altrimenti non ‘funziona’ nulla”. Gli antievoluzionisti non sempre permettono di capire cosa passi per la loro testa. [sì, davvero non c’è dubbio … il libro di testo di scienze usato nella sua scuola non può essere che la Bibbia, l’unico testo che racconta quale meraviglia (“tutto nello stesso istante, altrimenti non ‘funziona’ nulla”) si possa ottenere da una banale costola ! Per capire come non abbia capito nulla di un concetto forse troppo semplice ma fondamentale basta guardare un video in cui già nel 1987 R.Dawkins spiegava la differenza fra eventi casuali del tipo “tutto nello stesso momento” e eventi casuali cumulativi e verificati, che sono quelli che agiscono nei processi evolutivi]. Sconcerta anche la domanda “Perché qualcosa e non niente?”. Non è chiaro a che cosa stia pensando, ma se si riferisse al contenuto della scatola cranica, non c’è dubbio che già in quella delle scimmie antropomorfe, qualcosa (anzi molto) sia già presente, accumulatosi nel terziario grazie all’adattamento all’ambiente arboricolo. Da quasi due secoli è noto quasi a tutti che, nell’evoluzione biologica, solo la prima volta si è partiti da zero. E’ il semplice concetto che si insegna almeno ai biologi: la vita è iniziata solo la prima volta, 3 miliardi di anni fa, e poi la vita è proseguita come un flusso continuo a cui ognuno (batterio, pidocchio o uomo che sia) è caldamente stimolato a contribuire. Tutti quelli che per diversi motivi non partecipano, cercano di interromperlo, ma è un’impresa spesso difficile e di solito inutile: Darwin ha dimostrato che le potenzialità riproduttive sono comunque largamente superiori alle esigenze, anche nella nostra specie. Interessante e MOLTO istruttivo (e soprattutto pertinente e preoccupante) ricordare come F.Ayala, uno dei più importanti fra i biologi invitati al convegno alla Gregoriana, collabori con il NCSE nel contrastare gli antievoluzionisti USA. Qui si può leggere la sua relazione come esperto in un processo causato dalla decisione dell’Univ.California di impedire l’accesso all’università a studenti che provenivano da scuole superiori religiose dove si erano (mal) preparati sul testo antievoluzionista “Biology for Christian schools”; anche la sua testimonianza ha contribuito alla vittoria dell’Università della California. Come se non bastasse, Francisco Ayala è anche autore del libro “Darwin's Gift: to Science and Religion” (chiaro il concetto?) e perfino della lettera scritta al Papa nel luglio del 2005 per metterlo in guardia dalle iniziative antievoluzioniste del card.Schönborn, suggeritegli probabilmente dai sostenitori USA dell’ID, che lui conosceva. 20/3/09-IT

A Bergamo oggi alle 21 in piazza della Libertà T.Pievani e P.Roversi rievocano il viaggio di “Evoluti per caso” sulle tracce di Darwin, realizzato l’anno scorso. Un appuntamento che può sollevare l’umore anche di un antievoluzionista …

19/43/09-IT

Un articolo di Repubblica (“L'evoluzione è scritta sul guscio”) presenta Evolution Megalab, un’interessantissima iniziativa didattica che permetterà a ragazzi di tutta Europa di giocare al piccolo evoluzionista, per analizzare i processi evolutivi su una chiocciola con il guscio a strisce, la Cepaea nemoralis. Le osservazioni svolte localmente confluiranno in un unico archivio che permetterà di fotografare la situazione attuale in Europa. Logica vorrebbe che l’esperimento venga ripetuto nel 2109 … Tutte le persone interessate a partecipare possono collegarsi ai siti dell'iniziativa (internazionale e italiano). "Vogliamo che il pubblico veda l'evoluzione con i suoi occhi", spiega Jennifer Worthington, della Open University, "i partecipanti si sentiranno Darwin per un giorno". Evolution Megalab fa parte delle iniziative per festeggiare i 200 anni della nascita di Charles Darwin, il naturalista che gettò le basi della visione scientifica moderna della vita.

19/3/09-UK

Articolo su Nature sul declino del giornalismo scientifico e sul possibile ruolo dei blog scientifici: “Supplanting the old media”

19/3/09-VA

Interessante accenno, in un’intervista del Papa, ad un auspicio, quello dell’umanizzazione della sessualità, che sembra considerare importante che la nostra specie trovi il modo di distinguersi rispetto alle altre specie animali. E’ utile ricordare che la nostra specie già si distingue, in quanto è proprio caratterizzata da un modo diverso di vivere la sessualità: è infatti quasi l’unica che, anche grazie alla


notevole durata e al recente allungamento della vita media, non ha mai limitato la sessualità all’ambito e alla finalità riproduttiva. Probabilmente è avvenuto anche grazie all’instaurarsi di un circolo virtuoso, forse in una delle prime fasi dell’evoluzione; nel corso dell’evoluzione umana sono infatti misteriosamente scomparse le manifestazioni esterne dei periodi fertili (estro) che caratterizzano le femmine in tutte le altre specie animali, perfino quelle filogeneticamente a noi vicine come i bonobo o gli scimpanzé. Questo circolo virtuoso ha probabilmente ridotto nei gruppi umani le competizioni per le femmine, favorendo l’instaurazione di legami di coppia e garantendo in questo modo la cura dei neonati, ben più indifesi rispetto ai neonati dei primati non umani. Su quale sia il significato (adattativo?), l’origine (evoluzione o dono?) o la causa (materiale o metafisica?) di questa situazione davvero del tutto eccezionale nel mondo animale, si può ovviamente avere opinioni diverse, ma non si può negare che anche per questa “umanizzazione” l’uomo sia già da tempo, oggettivamente e indiscutibilmente, molto diverso dalle altre specie animali, dove la sessualità ha quasi esclusivamente scopi riproduttivi. 18/3/09-USA

Il National Evolutionary Synthesis Center ha messo in rete la prima della serie di conferenze organizzate per l’anno darwiniano. La prima è di Carl Zimmer su "Darwin and Beyond: How Evolution Is Evolving"

(qui una versione a bassa risoluzione)

17/3/09-IT

Oggi nell’auditorium della biblioteca di Cellatica (BS) G.Brunelli parlerà di “Evoluzione e creazione”

17/3/09-TR

[ANSA] Ritorna al lavoro la direttrice della rivista 'Scienza e Tecnica' che era stata licenziata per aver messo Darwin in copertina. Sembra che in Turchia il videpresidente creazionista del CNR turco (Tubitak) sia meglio che non decida più da solo. Il licenziamento della Atakuman aveva infatti provocato le proteste di numerosi scienziati turchi che, in un comunicato, avevano detto di 'star vivendo uno degli eventi piu' vergognosi' della storia del paese. A differenza dell’Italia, In Turchia sembra sia molto più forte la lobby degli studiosi islamisti. Passa anche dall’Avvenire la campagna “informativa” di un giornalista cattolico dell’agenzia Zenit, che contesta alcune frasi di F.Facchini che, in un articolo del 1’ marzo sull’Avvenire (“DARWIN, MEGLIO DEI SUOI NIPOTINI”) sosteneva che C.Darwin non potesse essere proprio responsabile di alcune degenerazione realizzatesi al di fuori della biologia, come il darwinismo sociale. La contestazione utilizza una pagina di Darwin che questo giornalista sta diffondendo in questi giorni su vari siti web e quotidiani (ora tocca appunto all’Avvenire, dopo La Stampa e addirittura il sito web di FI) per alzare una cortina fumogena che forse faccia passare in secondo piano il convegno su Darwin organizzato da mons.Ravasi alla Gregoriana. Che il giornalista sia un importante esponente di un’altra università pontificia romana (che collabora comunque al progetto STOQ che ha un ruolo importante nella gestione del convegno) forse non è un dettaglio da sottovalutare, soprattutto in una fase di espansione dell’entropia vaticana. Purtroppo, come gli fa notare F.Facchini nella risposta, il giornalista cerca di trovare queste responsabilità in alcune pagine de “l’Origine dell’uomo”; sono però le stesse in cui Darwin fa notare come anche nella nostra specie la selezione naturale, per fortuna, è sempre più temperata dal progresso della moralità umana, che appunto “costringe” ad impedire le conseguenze più estreme della selezione naturale. Lo stesso Darwin, poche pagine prima di quella citata, evidenziava infatti come la moralità caratterizzi soprattutto le popolazioni civilizzate, che tendono sempre più a limitare la selezione naturale; Darwin ben sapeva che la nostra specie traeva altri e maggiori vantaggi proprio dal rispetto dalla massima “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Certo non tutti i critici di Darwin l’hanno letto tutto nè hanno capito tutto, nonostante magari invitino gli altri a farlo. Nemmeno sembrano seguire la massima che lo stesso Darwin indica come vantaggiosa, e che caratterizza e stimola la cooperazione nelle popolazioni che hanno un livello morale più elevato.

Su un articolo simile dello stesso giornalista, pubblicato il 5/3 su Affari Italiani (“Darwin bocciato dalla storia”) è passato e ha lasciato un suggerimento T.Pievani: “anche Darwin in altri scritti riconosce che la medicina e la solidarietà per i più deboli sono conquiste importantissime dell'umanità e si guarda bene dal dire che la selezione naturale debba essere l'unico criterio da appplicare alla vita delle persone".


Un modo gentile per fargli capire che aveva trovato proprio una pagina in cui Darwin non difendeva affatto la selezione naturale … ma non se n’era proprio accorto … 16/3/09-IT

Su un sito web cattolico conservatore, (Tempi.it: ““A Darwin ciò che è di Darwin”) si trova una strana intervista al direttore del progetto STOQ, a cui finalmente qualcuno comincia a chiedere come sia andato il congresso. Certo l’intervistatore fin dall’inizio non nasconde affatto la propria allergia sia ai laicisti (“l’intellighentsia laicista torna a intonare vecchi ritornelli come quello secondo cui la teoria dell’evoluzione avrebbe sancito la non esistenza di Dio e dunque la sconfitta della Chiesa cattolica”) che alla teoria dell’evoluzione (“una teoria troppo idolatrata, poco studiata e molto sfruttata da un’industria che mortifica l’essere umano solo per poterlo usare a fini commerciali” [?!]), tanto da sconcertare anche G.AuIetta: D. “Secondo lei esiste un rapporto fra l’affermarsi della teoria dell’evoluzione e la deriva cui assistiamo in molte questioni di bioetica? Se tutto è affidato al caso, alla legge del più forte, dove andremo a finire? R. Non credo che la questione vada posta in questi termini Nemmeno il vicedirettore del convegno appena concluso ha comunque una risposta alla ovvia domanda: D. Cosa è emerso dal convegno di Roma? R. Che la teoria dell’evoluzione è essa stessa in evoluzione Interessanti invece alcune risposte (che sembrano accettare interpretazioni materialistiche perfino dell’evoluzione dell’intelligenza umana) ad un’altra domanda: D. Che rapporto c’è tra l’intelligenza dell’uomo e l’evoluzione? - L’evoluzione ha creato, in un modo che noi non siamo ancora in grado di capire perfettamente, l’essere umano, fondamentalmente diverso da tutti gli altri esseri viventi …. - È proprio l’evoluzione che ha creato le condizioni perché l’intelligenza emergesse ….. - lo scimpanzé si limita ad osservare un comportamento, mentre l’essere umano elabora un pensiero, cerca di indovinare le intenzioni dei propri simili, crea orizzonti e prodotti culturali [qui invece non va bene; come oggi sappiamo, la scoperta dei neuroni specchio e delle diverse culture degli scimpanzé sta facendo scomparire queste idee di qualche decennio fa]

15/3/09-UK

Sul blog Pharyngula (Come on, New Scientist) si racconta la strana storia di una articolo (How to spot a hidden religious agenda) che sembrerebbe scomparso dal sito di New Scientist a causa di una denuncia. L’articolo, secondo il sito Examiner.com, è recuperabile altrove, e non sembra offensivo vero nessuno, ma elenca alcuni trucchi per capire se un articolo o un libro sono scritti da creazionisti o antievoluzionisti. Trucchetti che sono abbastanza noti e non coperti da copyright, come il fatto che fra gli antievoluzionisti “darwinismo” indichi semplicemente l’evoluzione e “darwinista” sia di solito usato per indicare un biologo.

14/3/09-TR

Sembra che la questione stia diventando sempre più imbarazzante; adesso anche il Corriere pubblica un articolo per difendere gli evoluzionisti … TURCHI?! E’ certamente giusto difendere la teoria dell’evoluzione dovunque (“Turchia, Darwin non va in edicola e gli scienziati scendono in piazza”), ma ci si dovrebbe anche preoccupare di quanto avviene nel nostro paese … non sarebbe il caso di inviare qualche agente sergreto a scoprire che cosa impedisce di sapere quali siano state le conclusioni del convegno che il Vaticano ha organizzato ma che ora sembra voler nascondere, forse imbarazzato dal fatto che non ci sia nessuna delle novità che qualcuno magari attende … da 150 anni. Visto che gli organizzatori si stanno ora occupando di altri problemi … possibile che nessuno dei relatori si faccia avanti e racconti qualcosa? Perché se qualcuno lo fa … viene bacchettato (anche se comunque meno di Teilhard de Chardin…)? Anche un quotidiano locale di Messina (“IN TURCHIA UNA FOTO DI DARWIN COSTA IL POSTO DI LAVORO“) si occupa della storia che ha messo in evidenza l’insofferenza verso la teoria dell’evoluzione in un paese come la Turchia a causa dell’influenza del pensiero religioso. Alcune riflessioni: “Un provvedimento che nell’Occidente cattolico appare esagerato, nonostante il creazionismo sia alla base anche della Bibbia. Una vicenda del genere in Italia avrebbe destato scalpore e la Atakumansarebbe diventata subito una “martire” della censura politico-


religiosa”, “Evidentemente nel paese della Mezzaluna conta più la fede della scienza”. [Evidentemente non tutto quel che avviene nel CNR in Italia è noto…] 13/3/08-USA

Finalmente qualcuno è riuscito a trovare una strategia vincente per fermare la diffusione in diversi stati USA della nuova strategia del Discovery Institute, che prevede di convincere i parlamenti statali a lasciare entrare l’intelligent Design nelle scuole per penetrare nelle scuole ad insegnare senza rischi il neocreazionismo. Come si racconta nel blog Panda’s Thumb, nello Iowa (“Iowa Gives The Thumbs Down to the Discovery Institute”) si sono mosse le università, promuovendo raccolte di firme per mettere autorevolmente in guardia gli ignari rappresentati del popolo, ben meno esperti delle commissioni didattiche nazionali, il luogo in cui finora avvenivano le discussioni, di solito fra persone esperte.

13/3/09-VA

Ancora convegni sull’evoluzione in Vaticano: dal 15 al 19 maggio ci sarà un convegno sul ruolo delle piante OGM per risolvere i problemi dello sviluppo: “Transgenic plants for food security in the context of development” P.Cantalamessa ritorna a parlare di evoluzione, ma questa volta è meno incisivo e non sembra così deciso, come fece il 07/03/2008, nella difesa della teoria gdegiwell’evoluzione. (“Predicatore del Papa: perché la materia è capace di salvezza”, ma anche, per chi ha più tempo e magari sospetta che il giornalista aggiunga idee sue,

la versione integrale che è stata un po’ occultata: “Prima predica di p. Raniero Cantalamessa per la Quaresima 2009”). Sembra che nell’articolo sintetico ci sia anche un errore: è completamente sbagliata e un po’ cattivella la spiegazione della nascita dell’ID, che il processo di Harrisburg/Dover ha chiarito fin nei minimi dettagli (“Di fronte alla visione puramente materialista promossa dai sostenitori dell'evoluzionismo, la tesi dei credenti "ha finito per cristallizzarsi nella formula che in inglese suona Intelligent design, il disegno intelligente, s'intende del Creatore"); certamente non è stata una reazione, dato che di “intelligent design” si parlava anche ai tempi di Darwin (che si era inizialmente innamorato delle idee dell’abate Paley); l’ID poi era stata resuscitata artificialmente nel 1989. [Orrore: basta verificare la versione integrale per scoprire che la sintesi davvero poco sintetica, col rischio di far arrabbiare P.Cantalamessa o quei pochi “sostenitori dell’evoluzionismo” che leggono questo articolo; loro magari hanno una visione materialista, ma si dovrebbe chiedere il permesso a P.Cantalamessa prima di fargli dire una sciocchezza]. Poco chiaro il tentativo (che comunque c’è in ambedue le versioni) di spiegare che l’ID scientifico è sbagliato mentre quello teologico sarebbe una verità di fede, e come tale indiscutibile e quindi giusto. Visto che nell’ora di religione ai bambini italiani di 3 anni viene insegnata la creazione (immagino che corrisponda alla versione scientifica dell’ID, dato che per la teologia è un po’ presto), non si capisce però come si possa criticarlo. Non è chiaro nemmeno il ragionamento per cui se la scienza scopre come funziona qualcosa che prima era spiegato come intervento divino, la scienza intenderebbe negare Dio. La scarsa utilità e serietà dell’uso di Dio come tappabuchi è ben nota a P.Cantalamessa (lo ha fatto improvvisamente capire al Papa il 07/03/2008, citandogli un paragrafo del libro di F.Collins).

D’altronde appena sotto lo conferma: “Sappiamo tutto del mondo, eccetto perché e come è cominciato”. Sembra che per il Dio tappabuchi ormai non ci sia più molto spazio, sempre che ci sia qualcuno che pensa ancora di ricorrervi. Interessanti le successive citazioni sia di Teilhard de Chardin (che nel convegno alla Gregoriana è comparso quasi solo di sfuggita) e di un sostenitore di Teilhard. Teilhard. TdC durante il convegno è stato citato solo da Galleni (una cui citazione del punto omega ha provocato irritazione e un po’ di scompiglio) e da P.Leclerc che nella conclusione si è addirittura dispiaciuto – dicono - dell’assenza di una relazione su Teilhard de Chardin; inutile evidenziare che non è possibile trovare da nessuna parte il suo intervento conclusivo, apparentemente segretato … come pure quella di P.Ravasi di cui son comparse solo 2 frasi banali qui.). [Prima del convegno (il 14/2/09) il direttore P.Leclerc diceva che evoluzione e creazione vanno benissimo insieme … il problema allora dove starebbe? C’è qualcosa o qualcuno altro che non vanno bene insieme? Perchè si nascondono le conclusioni di un convegno così impegnativo e costoso? Forse non tutti si sentono di ammettere qualche errore recente o passato?] Che ci sia qualche problema nelle conclusioni del convegno lo si capisce anche dal sito vaticano SRM (scienza, religione, media), che sembra colpito da un improvviso


“congelamento globale”: nella pagina iniziale del sito web si legge infatti una frase decisamente sospetta: “Il convegno che si è svolto dal 3 al 7 marzo 2009 presso la Pontificia Università Gregoriana, come ha dichiarato nella sua relazione di apertura il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Mons. Gianfranco Ravasi, costituisce "un evento particolarmente importante nei rapporti tra scienza e fede”. Sembra probabile che ci sia un “anello mancante” nella frase. Cliccando per aprire la pagina risulta evidente che dalla fine del convegno (7 marzo) al 14 marzo l’unico cambiamento è stata la frase evidenziata in rosso; infatti nella pagina completa il ragionamento ritrova una sua logica, riacquistando miracolosamente la scorrevolezza originale: “Il convegno che si sta svolgendo in questi giorni …”. Ancora più fossile il blog, ormai fermo all’8 febbraio …, come pure il canale di You Tube, che invita a guardare nei buchi neri. Se qualcuno volesse spiegare la curiosa situazione … se ne può parlare qui … 12/3/09-VA-USA •

La rivista USA Catholic Culture riporta le parole di un esponente della chiesa cattolica newyorkese piuttosto preoccupato per una legge che potrebbe avere gravi conseguenze: “We believe this bill is designed to bankrupt the Catholic Church,” said Dennis Poust of the New York State Catholic Conference”.

12/3/09-VA

Intervista su Fuoritutto (!?!?) di mons.Ravasi che presenta le conclusioni del convegno alla Gregoriana (“La teoria della l’evoluzione: arcivescovo Ravasi a Fuoritutto, un confronto sereno”). Da notare che non risponde chiaramente alla domanda “Quindi, la Chiesa di oggi accetta la visione evoluzionistica di Darwin e dei suoi continuatori?”, anche se precisa che “una ricerca scientifica invece ha canoni e metodi d’indagine ben definiti, e deve restare sempre autonoma da “ipoteche” teologiche o ideologiche”. Peccato che sembra lo dica solo in questa intervista a “Fuoritutto” …

12/3/09-IT

Della brutta figura del vicepresidente del consiglio nazionale delle ricerche turco si parla anche sul blog di Le Scienze (Creazionismo in salsa turca). L’articolo si conclude con un’involontaria evocazione dei tempi antecedenti alla battaglia di Lepanto: “Mamma li turchi…”: Si sono aggiunti poi commenti preoccupati sul ruolo della religione in Turchia. Si cita Darwin sul Foglio, con un articolo (“POVERO CHARLES”) preoccupato per quelli che secondo BandineIIi sarebbero i risultati del recente convegno in Vaticano organizzato da mons.Ravasi: “epici scontri di idee fino a ieri, ma la banderuola gira altrove, ormai”. A parte che le idee prima erano solo da una parte, non sembra che iI convegno giustifichi questo sintetico giudizio. Divertente il fatto che nell’articolo si definisca (in modo originale ma poco correttamente) “creazionismo intelligente” (?!) l’’”intelligent design” che sempre nega e sempre negherà la base creazioista che comunque è ben nota e dimostrata. Non si capisce perchè si abbia nostalgia di una santa alleanza fra cattolici e creazionisti della Bible Belt USA; forse perchè “abbandona in mezzo alla strada” i creazionisti nostrani? La conclusione dell’articolo è davvero sconsolata (“neppure sulla Chiesa, ormai, si può più contare”), anche se appare poco giustificata dal convegno che si è recentemente concluso senza alcuna decisione. Sicuramente al Foglio sono bastate infatti le decisioni assunte nei mesi prima: creazionisti biblici e sostenitori dell’ID non sono stati accettati nè al convegno di novembre nè a questo. Effettivamente “la banderuola gira altrove, ormai” e almeno in Vaticano si è capito che con persone così “originali” è inutile continuare a “dialogare”; il CNR invece comincia proprio adesso, e li ha raccolti quasi tutti – per fortuna sembra che di italiani non ce ne siano - nel convegno creazionista biblico organizzato il 23/2 dal suo vicepresidente. Proprio tre giorni dopo la conclusione di un convegno (serio, bisogna precisare!) sul quaternario, nella stessa aula sono stati presentati dati che dimostrerebbero l’esistenza dei dinosauri fino a 40/20.000 anni fa e che dimostravano che un diluvio (ovviamente universale) possa creare un Gran Canyon in poche ore (… neppure sul CNR si può più contare?). [Bisogna comunque ricordare che anche in un’aula della Sapienza si sono sentite le stesse favole qualche mese fa, il 3/11/08].

12/3/09-TR

Mentre in Italia sembra che ci sia poco interesse per il fatto che ha coinvolto il vicepresidente del CNR turco (TUBITAK), che ha licenziato la direttrice della rivista del TUBITAK per un articolo e una foto in copertina su Darwin, nel resto del mondo invece se ne parla: numerosi sono infatti gli articoli in inglese e tedesco. Per fortuna ci sono anche molti articoli in turco; non sono comprensibili, ma si intuisce l’agitazione che ha preso in questi giorni il mondo scientifico turco, piuttosto turbato di trovarsi un antievoluzionista come viceopresidente del massimo organo di gestione della ricerca


scientifica, con rischi per l’auspicato inserimento della Turchia in Europa ma soprattutto per l’inserimento del paese nei massimi livelli della ricerca biologica. Sembra che questa protesta (ci sono state anche le dimissioni di uno dei componenti dell’editorial board della rivista) abbia ottenuto dei risultati, tanto è vero che la la procedura di licenziamento, secondo il quotidiano Hurriyet (“Council denies censorship”, sembra oggi sospesa (“Atakuman was removed by verbal order, but official procedures were suspended after the "Darwin scandal" was covered in the media”) e si cerchi perfino di cotruire una diversa spiegazione ai fatti (sembra che l’articolo non fosse stato scritto tanto bene …). 11/3/09-IT

Interessante articolo (“'Convergenze parallele tra Darwin e Vaticano'”) di G.Manzi, uno dei relatori al convegno su Darwin alla Gregoriana, sul Riformista. Qui (Darwin in «Vaticano») una versione rivista ed aggiornata pubblicata il 18/3/09 su ScienzaOnLine. Si racconta del dialogo intelligente avvenuto nell’ambito del recente convegno, quando teologi, filosofi e biologi esperti si sono guardati negli occhi.. Secondo Manzi ci sarebbero poche speranze di dialogo anche perchè «…una possibilità di sintesi delle diverse forme di conoscenza, scienza, filosofia e teologia è impossibile, come testimonia l’opera del gesuita Pierre Teilhard de Chardin, censurato dal Sant’Offizio». Non si può non essere d’accordo, ma il corsivista dell’Avvenire ci riesce (“Fede e ragione: Darwin il gesuita e il giocoliere”); sostiene infatti che le tesi evoluzioniste di Teilhard non sono starte censurate dalla Chiesa…; era TdC che era un po’ confusionario poiché voleva fare troppi mestieri tutti insieme, era anche troppo interdisciplinare e non riusciva a proporre una diversità sufficientemente chiara (“Nei testi di Teilhard, non lo sforzo di sintesi ha fatto e fa problema alla Chiesa – e anche a tanto mondo di scienza – ma la mancata chiarezza delle posizioni, che sono insieme di un paleontologo, di un filosofo, di un teologo, di un poeta e anche di un mistico”) . Da ricordare come in un articolo sul Corriere del 16/9/2008 si riportano opinioni ben diverse di un paio di storici cattolici: “Teilhard de Chardin merita di restare ai margini della Chiesa, perché la sua filosofia si risolve in un panteismo cosmico, incompatibile con la visione di un Dio trascendente”, “Considero molto interessante, anche se forse un po' troppo ottimista, il tentativo compiuto da Teilhard de Chardin per conciliare la teoria scientifica evoluzionista con una visione dell'universo religiosamente ispirata. Come tutti gli studiosi fortemente innovativi, suscitò diffidenze ed ebbe dei problemi con il Sant'Uffizio, ma oggi mi pare ampiamente recuperàto”. Si può poi ricordare anche il giudizio del teologo V.Mancuso: “cercò di conciliare la teoria dell'evoluzione con il cristianesimo e nel 1962 venne colpito da un Monitum, un richiamo del Sant'Uffizio che rilevava nelle sue opere gravi errori.” Che fossero noti i guai di TdC, non c’è dubbio: migliaia di esperti di questi evoluzione negli ultimi decenni si sono ben guardati dall’intervenire, con le loro competenze troppo interdisciplinari … Ora siamo arrivati al punto che l’Avvenire e Civiltà Cattolica (dei gesuiti) pubblicano, proprio in coincidenza del convegno di mons.Ravasi, contributi di persone che al convegno non sarebbero state invitate, proprio per problemi di competenza. Potremmo chiederci se, nel caso fosse stao disponibile, avrebbero invitato anche TdC al convegno alla Gregoriana? Non si può sapere … ai suoi tempi non gli era stato concesso di coesistere, tanto che lo mandarono in esilio per il resto dei suoi giorni, e in esilio morì, forse solo perchè non era riuscito ad essere abbastanza chiaro. A nessuno viene il dubbio che forse sia stata la stessa “mancata chiarezza delle posizioni” a far ignorare l’allarme sull’ignoranza e l’insofferenza della Chiesa verso la scienza lanciato da GP2 nella lettera a P.Coyne del 1988? Il dubbio viene anche dal fatto che sembra che qualcuno ritenga che giornalisti, medici, fisici e teologi siamo più indicati per orientare i cattolici sulla biologia evoluzionistica. Forse in quanto “per la fede cattolica è «dogma» che la ragione umana può conoscere la verità”. Sembra possibile che in questa situazione chi ha parlato al convegno prima o poi lascerà spazio a chi sbeffeggia non solo le convinzioni scientifiche altrui, ma soprattutto i fatti.

Interessante anche l’articolo di C.Mancina sempre sul Riformista (“La Chiesa cattolica l'evoluzionismo e le cellule staminali”) in cui si evidenziano alcuni dei diversi guadi in cui oggi si trova la Chiesa cattolica, nelle ampie zone di confine fra biologia, etica e spiegazione naturalistica della realtà. Sono zone dominate da riferimenti precisi


a un fenomeno (l’evoluzione) e ad un meccanismo esplicativo in realtà estremamente semplice lo capiva anche Darwin ben 150 anni fa…) ma apparentemente quasi impossibile da capire da parte di chi non lo studia e si illude di poterlo capire, conoscere e magari anche controllare. Nell’articolo si nota un errore, che ultimamente si è ripetuto anche altrove: credere che la Chiesa abbia cambiato idea su un quasi eretico e lo consideri oggi quasi un santo: la frase “Del resto la Chiesa cattolica non aveva mai formalmente condannato l'evoluzionismo, e anzi tra i suoi maestri annovera un teologo evoluzionista come Pierre Teilhard de Chardin” avrà fatto contento qualche ammiratore di TdC, ma altri si staranno chiedendo se è stato un errore non impedire che di TdC (ancora sottoposto al Monitum a ben 54 anni dalla morte!) si parlasse in numerosissimi convegni, anche in ambiti religiosi, negli ultimi anni … Su questo punto C.Mancina evidenzia la connessione fra la paura della scienza e il rifiuto di accettare sia la teoria dell’evoluzione che i suoi prodotti (che pur si utilizzano con grande soddisfazione personale). Questi prodotti hanno avuto infatti talmente successo che nell’ultimo secolo le nuove conoscenze della biologia e della medicina hanno favorito l’enorme incremento numerico della nostra specie (nel 1950 sulla terra eravamo in 2,5 miliardi, ora siamo 6,5, come non notarlo?). Questa posizione assurdamente critica vede spesso accomunati l’integralismo protestante USA e quello cattolico in Italia e in Europa, in un percorso che non può che essere perdente. •

Molto meno interessante invece un articolo su Liberal (“Darwin è scienza, non metafisica”) anche perchè l’autore, il filosofo ButtigIione, cerca di far capire agli antievoluzionisti (sono infatti quasi solo loro i fanatici estimatori del darwinismo) che il darwinismo non è scienza. Gli evoluzionisti infatti sanno bene che tutto quello che il filosofo racconta nel suo articolo è solo l’inizio di quello che la scienza ha messo a disposizione della cultura umana ma soprattutto di chi riesce davvero a mantenersi aggiornato e a utilizzare le conoscenze acquisite. Carino quando, dopo una frase che anche alcuni cattolici (ma non il vicepresidente del CNR) riterrebbero ovvia (“Come Darwin non costruisce la sua teoria per insegnarci qualcosa su Dio, così l’autore della bibbia non la scrive per insegnarci la biologia”) si legge una frase che lascia perplesso chi conosce la sua storia evolutiva, che negli ultimi milioni di anni lo ha visto primeggiare fra le specie più curiose: “l’uomo ha una dignità particolare che lo eleva al di sopra di tutte le cose create”; giusto ieri intatti proprio sull’Avvenire si ricorda che questa sete di conoscenza per i cattolici avrebbe invece procurato seri guai – trasmessi ai discendenti con un meccanismo ereditario alla nostra specie (“l’anima fu poi deturpata dalla colpa originale”). Piuttosto sospetti sono il giudizio positivo di BottigIione sul disegno intelligente. Lascia sconcertati anche il suo giudizio sul fatto che la teoria di Darwin oggi non crei problemi e sul fatto che i biologi la ritengano vera. Sembra non pensi nemmeno che una teoria scientifica possa essere migliorata e, come altri critici, ama ricordare e sottolineare che potrebbe essere dichiarata falsa. Dopo la sconcertante frase “è pericoloso, oltre che scorretto, per i credenti come per gli atei il tentativo di provare le proprie convinzioni con argomenti scientifici” credo pero’ sarebbe inutile proseguire nella lettura dell’articolo, soprattutto per chiunque viva nel mondo della ricerca e della scienza. Sembra non ci si renda conto che la sopravvivenza della nostra specie dipenda non tanto da “verità”, ma dall’UTILITA’ delle scoperte che vengano fatte e degli strumenti, anche culturali, che si utilizzano. In effetti anche lo sforzo di leggere ancora un’altra frase, la successiva, evidenzia che il ragionamento, anche grazie a quella premessa, prende il volo: “Darwin non è più considerato come uno scienziato ma come un filosofo” e non puo’ che arrivare dopo poche righe alla provocatoria connessione fra Darwin e il nazismo, solo temperato da un accenno (che un esperto come lui della chiesa e del mondo germanico non poteva non fare) al secolare antiebraismo cristiano che sembra qualcuno trovi necessario cercare di nascondere dietro a Darwin. Non dovremmo però dimenticare quel che scriveva Hitler, né che i libri del principale evoluzionista tedesco, E.Haeckel, erano nell’elenco dei libri proibiti dai nazisti. Inaccettabile che Bottiglione scriva “Per passare allo sterminio razzista era necessaria una base (pseudo)scientifica. Quella che i nazisti ritennero di trovare in Darwin”. Sembra grave che dimentichi (si sono persino scusati!) il ruolo determinante di gruppi religiosi cristiani nel movimento eugenetico USA (si sono persino scusati il


30/4/08! “An Apology for Support of Eugenics“), una ben nota fonte delle iniziative che poi si sono diffuse anche in Germania, come si legge nel documento che val la pena di riportare: Ironically, as the Eugenics movement came to the United States, the churches, especially the Methodists, the Presbyterians, and the Episcopalians, embraced it. In 1929, the Methodist Review published the sermon “Eugenics: A Lay Sermon” by George Huntington Donaldson. In the sermon, Donaldson argues, “the strongest and the best are selected for the task of propagating the likeness of God and carrying on his work of improving the race” Both the Methodist Episcopal Church and the Methodist Episcopal Church, South promoted eugenics. Most of the time, church advocates of eugenics supported positive eugenics—essentially careful selection of mates. Nevertheless, sterilization became an acceptable kind of eugenics along with marriage laws limiting marriage between whites and non-whites. Some annual conferences supported such laws and a few opposed them. Indiana passed the first forced sterilization law in 1907; eventually 33 states passed similar laws. Most used Harry Laughlin’s model law that provided for the sterilization of “feeble minded, insane, criminalistic, epileptic, diseased, blind, deaf, deformed, and dependent” including “orphans, ne’er do wells, tramps, homeless, and paupers.” Virginia passed in 1924 a sterilization law based on the Laughlin model and on the same day passed a law making marriage between a white person and a non-white person a felony. Thirty-three US States eventually passed laws authorizing sterilization of criminals, the mentally ill, the “feeble minded”, Sterilization of the allegedly mentally ill continued into the 1970s in several states, by which time about 60,000 Americans had been involuntarily sterilized. In 1933, Hitler’s Nazi government used Laughlin’s Model Law as the basis for their sterilization law that led to the sterilization of some 350,000 people. Anche Cesare sarà responsabile, ma non bisogna dimenticare di attribuire a Dio quello che è di Dio … come viene fatto in questa ammissione di responsabilità [Per chi volesse approfondire: Image archive on the American Eugenics Movement]: 11/3/09-TR

Sembra proprio che non si chiuda qui, con il licenziamento della giornalista che dirigeva la rivista del CNR, la campagna antievoluzionistia del vicepresidente del CNR turco. Forse se si fosse limitato a dire che quella di Darwin è solo un ”’ipotesi scientifica che non è mai stata dimostrata”, non sarebbe stato grave, dato che lo dicono anche altri vicepresidenti; in fondo, la Turchia non è un regime teocratico intollerante, né critica chi contesta quel che dice un papa. GP2 infatti aveva un opinione del tutto migliore: già nel 1996 non aveva problemi a parlare di “teoria dell’evoluzione”, sostenendo che era appunto “ben più che un’ipotesi”; gli si sarebbe potuto perdonare anche una dichiarazione come “l’evoluzionismo era nato come un movimento di rifiuto della Creazione“ in contrasto con dichiarazioni di mons.Ravasi che nel 2005 era favorevole a garantire una certa autonomia ai paleontologi, giustamente stanchi di essere criticati da chi non capisce nulla di questi problemi. La censura su una foto in copertina e la cancellazione dell’articolo su Darwin hanno spinto i radicali italiani a organizzare iniziative a livello europeo per contrastare “La feroce opposizione islamica alle teorie evoluzioniste”. “Pannella e Cappato chiedono alla Commissione Ue di intervenire presso le autorità turche affinché rettifichino la situazione, valutare le possibili conseguenze di questo caso sulla cooperazione scientifica tra Ue e Turchia” (Virgilio). E’ giusto far capire ai turchi che non ta bene entrare in Europa se gli antievoluzionisti sono cosi influenti in una struttura che si occupa di ricerca scientifica. Qui si legge il testo dell’interrogazione, che si conclude con alcune domande alla commissione europea, invitata a difendere la scienza occidentale: “La Commissione può valutare le conseguenze della violazione di alcuni diritti fondamentali come il diritto alla libertà di espressione e la libertà di ricerca scientifica sulla cooperazione UETurchia in materia di scienza? … La Commissione può spiegare quale impatto potrebbe avere l'atteggiamento anti-scientifico mostrato dal TÜBÝTAK nel caso in esame sulla cooperazione UE- TÜBÝTAK?” Se ne parla anche nel sito della UAAR, dove sono giustamente preoccupati del “condizionamento che la religione opera ormai sulla società turca”.

10/3/09-USA

Che si siano creazionisti e antievoluzionisti in centri di potere che possono


10/3/09-IT

10/3/09-UK

danneggiare il futuro culturale di un paese non avviene solo in Italia e in Turchia. Nel sito del NCSE si racconta del presidente creazionista della commisione che decide i programmi scolastici del Texas (“Creationist board chair profiled”). Comunque non c’è da stupirsi per quel che riguarda la Turchia (50% di creazionisti di vario tipo) e gli USA (40%), mentre la situazione italiana è ben diversa, anche se nella chiesa la confusione è davvero al massimo, con posizioni che vanno da un estremo all’altro e in assenza di qualsiasi indicazione seria. Se la situazione non appare del tutto chiara e omogenea nel mondo cattolici italiano anche dopo il convegno, non pensiamo che negli USA sia tutto rose e fiori, anche non mancano storie, come quella raccontata su The telegraph (“Evolution or bust”), di una coppia che gira gli states con un camper decorato con un’immagine originale che auspica una riappacificazione fra la religione cristiana (protestante) che il marito predica come pastore e la teoria dell’evoluzione che la moglie scienziata ritiene indispensabile per capire il mondo … e forse anche il marito. Hanno anche un sito web che propaganda il loro libro a quatto mani, che ha un titolo che richiama la valutazione positiva e non certo atea che anche un’ottimo biologo evoluzionista come F.Ayala dà della teoria dell’evoluzione (“Thank God for evolution”). Una reazione perplessa rispetto al convegno la vediamo invece in un sito web che non riesce a spiegarsi il motivo per cui i sostenitori dell’Intelligent Design siano rimasti chiusi fuori (“Intelligent Design Theory Shut Out of Vatican Evolution Conference: Discovery Institute”) e danno loro la parola. Poco chiari gli obiettivi di una simpatica lettera all’Avvenire di un sacerdote che non ha apprezzato la pubblicazione sull’Avvenire del francobollo italiano per il bicentenario di Darwin (“Non mi è piaciuto il francobollo per Darwin”).. Anche lui, come altri ben più qualificati, non ha apprezzato la rappresentazione della “marcia del progresso”, che suggerisce l’idea (falsa) che l’evoluzione umana sia stato un processo lineare, e finalizzato, come suggerisce l’immagine. In questo caso però l’obiezione è diversa e non troppo chiara: “noi cattolici sappiamo che l’eterno Padre ha creato l’uomo bello e aitante nel corpo, anche se l’anima fu poi deturpata dalla colpa originale”, nè si suggerisce come possa essere risolta se non aggiungendo anche una “Marcia verso la deturpazione” con l’immagine, amagari animata, di un’anima prima e dopo la colpevole deturpazione. Anche il direttore sembra non capisca nemmeno se la frase successiva e conclusiva (una valutazione critica del quotidiano?) sia o no logicamente connessa .. comunque ha pubblicato anche quella ... Non è ben chiaro, forse lo vedremo fra qualche giorno, quale possa essere stata la conclusione del convegno che si è concluso senza grandi novità né dichiarazioni di particolare interesse, ma nel blog Leucophea (“L’ultimo baluardo”) si cerca di capirlo attraverso la lettura degli abstract (purtroppo in inglese) delle comunicazioni fatte al congresso alla Gregoriana. Il video “Tree of Life”, inserito in un documentario su Darwin e l’evoluzione curato da David Attenborough (Charles Darwin and the Tree of Life) e citato qui sotto il 2/3/09, in realtà è un prodotto autonomo, sponsorizzato dalla Wellcome, che lo distribuisce in una forma migliore, e anche interattiva nel suo sito web. Il video è già stato visto da 55.000 visitatori.

10/3/09-TR

Una notizia dalla Turchia (Hurriyet Dail News, ANSA, R.Dawkins net - è il sito più informato) sta turbando un po’ tutto il mondo culturalmente avanzato, che teme il ritorno di tempi bui per la cultura: Cigdem Atakuman, la direttrice della rivista Bilim ve Teknik del CNR turco (Tubitak) è stata licenziata dal vicepresidente del Tubitak Omer Cebeci per aver messo addirittura una foto di Darwin sulla copertina del numero che conteneva un articolo sul bicentenario. Foto e articolo sono stati quindi sostituiti prima della stampa, e ora la foto in copertina, come si vede, riguarda … il cambiamento climatico. Sembra che anche in Turchia il vicepresidente del massimo centro di ricerca non ami molto Darwin. Se si sviluppassero delle collaborazioni difficilmente si incontrerebbero comunque nella sede del Centro Culturale Lepanto… si rischierebbe … un’ulteriore battaglia navale .. E’ sconcertante quello che succede nel 2009 in un paese che vorrebbe entrare in Europa; per fortuna sembrerebbe che non tutti in Turchia abbiamo accettato in silenzio questa iniziativa del vicepresidente del Tubitak, per cui la notizia è finita anche nei telegiornali.e in altri siti informativi (qui e anche qui) e probabilmente la conclusione della storia è ancora da scrivere. Probabilmente molti in Turchia hanno ora paura di non riuscire ad entrare in Europa (non dobbiamo dimenticare che in Turchia i creazionisti costituiscono una percentuale elevata della popolazione, il 50%, perfino


superiore alla percentuale, 40%, che si trova negli USA).: Per questo motivo non si sa ancora se almeno Bilim ve Teknik, la rivista del Tubitak, accetterebbe di pubblicare gli atti del convegno creazionista realizzato al CNR il 23 febbraio scorso … Di questo convegno organizzato, contro le posizioni vaticane, fra l’altro si parla, senza citarlo, in un sito cattolico che sembrava più accorto, dove un commentatore (che già aveva criticato il papa 6 mesi fa, mentre il 3/3/09 aveva appunto ripetuto le parole dette dal vicepresidente del CNR al convegno creazionista che aveva organizzato: “L'evoluzionismo è una teoria che non ha ragioni che la sostengano, frutto del pensiero laicista anticristiano”) si permette di criticare (per ora indisturbato) la posizione di F.Facchini e del Vaticano e di riportare le posizioni dei creazionisti che sono venuti 2 volte in 4 mesi a Roma, ma che il Vaticano non ha accettato ai suoi convegni. Ma chi lo capisce, chi se ne accorge che si stanno pubblicando opinoni di persone inesperte e fantasiose che il Vaticano aveva cercato di isolare?

9/3/09-IT

Ma soprattutto: chi ricorda la preoccupatissima lettera di GP2 a P.Coyne del 1988 sui pericoli dell’ignoranza scientifica (e della contemporanea presunzione) e del mostrare in pubblico la propria incompetenza? Sembra che la confusione sia grande, sotto il cupolone, tanto che alcuni cattolici non si accorgono nemmeno di NON fare il gioco della Chiesa. Sempre dalla Turchia abbiamo un’intervista al più noto antievoluzionista europeo (“Challenging Darwin”), che festeggia a suo modo i 150 anni della teoria dell’evoluzione. L’articolo sembra un po’ troppo elogiativo (“high-quality presentation”) e forse si dimentica che nel suo voluminoso (7 kg) volume creazionista regalato gratuitamente a mezzo mondo venivano presentati come fossili anche esche da pesca fatte da un artigiano USA.

E’ comparsa finalmente una relazione sul convegno creazionista organizzato il 23/2/09 al CNR di Roma: “EVOLUZIONISMO: bilancio critico e risposta a Darwin”. Spero che quello che si legge nella relazione del convegno tenutosi nell’aula Marconi del CNR non faccia scappare qualche altro cervello dall’Italia … Il convegno ha avuto l’onore di essere aperto … dal vicepresidente del CNR (come prevedeva un articolo del Foglio del 31/1/09), uno dei “troppi” presenti (fisici, chimici,geologi, medici … ma il CNR affitta le sale a chiunque?!) che non si occupa dell’argomento del convegno. Molti degli ospiti previsti sono componenti dell’”autorevole” comitato di controllo del gruppo creazionista USA riunito nel “Kolbe Center for the study of creation”. Ospite gradito (o imprevisto) un inviato del Pontificio Consiglio della Cultura (diretto da mons.Ravasi), don Tomasz Trafny, speriamo in visita di ispezione, per verificare se hanno fatto bene a non invitarli al convegno alla Gregoriana. Il Vice Presidente del CNR, ha fornito il suo contributo come storico, con una ricostruzione in buona parte originale di un capitolo importantissimo della storia della scienza moderna: “ha ricordato che l’evoluzionismo era nato come un movimento di rifiuto della Creazione[?]. Ha proseguito poi affermando che «quello che chiamiamo evoluzionismo è un insieme composto da una ipotesi scientifica, più propriamente definibile come “teoria dell’evoluzione” e da un sistema filosofico”, “«Teoria scientifica e teoria filosofica – ha continuato de Mattei – formano due aspetti distinti di un unico complesso, che hanno bisogno l’uno dell’altro per sopravvivere[?], e si sorreggono a vicenda[?].

L’ipotesi scientifica, che non

è mai stata dimostrata[?], si nutre[?] del sistema filosofico[?]; la tesi filosofica, per giustificarsi, si fonda a sua volta sulla presunta teoria scientifica. Tra gli evoluzionisti non manca chi ammette il fallimento della teoria scientifica»”; originale la sua valutazione sui partecipanti al convegno organizzato alla Gregoriana in alternative al suo: “«D’altra parte, nel campo antievoluzionista, e più precisamente in campo cattolico, non manca chi rifiuta l’evoluzionismo filosofico, ma accetta sul piano scientifico la teoria dell’evoluzione. Si tratta di un giro mentale analogo a quello di alcuni cattolici che fino al crollo del comunismo rifiutavano l’ateismo marxista, ma ne accettavano l’analisi socio-economica, giudicandola scientifica.

Tali posizioni, ieri ed oggi, nascono da un complesso di

inferiorità[?] nei confronti della cultura laica, caratteristico di chi non si sente sicuro delle proprie idee cattoliche[?]»”. Sarebbe importante conoscere la sua opinione anche sul motivo per cui Galilei


insisteva tanto per quella storia dell’eliocentrismo che era pure sbagliata, come sappiamo oggi; forse voleva far arrabbiare il card.Bellarmino? Se si fossero fermati un paio di giorni in più, i partecipanti al convegno sul quaternario che si è chiuso il 20/2 avrebbero potuto farsi quattro risate ascoltando “Un chimico americano, Hugh Miller, che ha presentato le misure del carbonio 14 [?] che ha appena realizzato sul collagene di ossa di dinosauri[?]. Le date vanno dai 20.000 [?!] ai 40.000 anni” [?!]. [Già dobbiamo chiarire il mistero dell’Homo floresiensis, ci mancava solo che convivesse con i dinosauri!!] F.Ayala invece avrebbe dovuto arrivare a Roma qualche giorno prima per sentire invece un medico di Montpellier che sosteneva che “è impossibile spiegare mediante una genesi spontanea [?!] la complessità e l’ammirevole inter-correlazione dei nostri organi e delle loro funzioni”. Giusto il contrario di quanto F.Ayala ha detto anche all’Avvenire il 3/3/09. Decisamente incredibile la conclusione dell’articolo, anche perchè si capisce che il vicepresidente del CNR non aveva avuto solo il ruolo di occuparsi del saluto iniziale come un bene educato padrone di casa! Con un discorso conclusivo che forse nemmeno mons.Ravasi o il papa potrebbero oggi fare, ha sostenuto “l’importanza di un dibattito in cui si manifestano chiaramente i limiti della scienza[?] e l’importanza di ristabilire una visione cristiana del mondo che ponga il concetto di Creazione al suo posto centrale[?] portatore di ordine, di finalità e di intelligibilità” [ma non siamo al CNR?]. La conclusione di D.Tassot (uno dei creazionisti francesi più dinamici, che da giovane aveva avuto anche la ventura di frequentare il card.Ratzinger, che aveva incontrato poi anche nel 2002 in Vaticano quando per lui il Vaticano era più accogliente), se riportata

correttamente, realmente sfiora pericolosamente i limiti della razionalità umana: “Una società in ordine richiede l’esistenza di un’autorità intellettuale superiore[?], la quale ci avrebbe risparmiato questa ideologia evoluzionista[?] che oggi invade tutti gli ambiti dell’azione e del pensiero”. Anche qui F.Ayala, autore del libro “Darwin's Gift: to Science and Religion” potrebbe spiegare perchè è di opinione opposta anche questa volta… e ritenga che la teoria dell’evoluzione sia appunto il regalo anche alla religione di un’autorità intellettuale superiore. [Questo articolo si sta diffondendo in rete, per cui si trova nei siti integralisti cattolici Exsurgat Deo e ComeDonChisciotte, e nel forum di Panorama] Se ne parla anche in inglese in forum tradizionalisti. Bib sembra che si riesca comunque a suscitare un minimo di dibattito. Questi creazionisti sono comunque ammirevoli e danarosi, dato che sono ritornati ancora una volta a Roma, e sempre a raccontarsi le stesse sciocchezze di 10 o 20 anni fa che si erano detti alla Sapienza poco tempo fa, il 3/11/08. Sembra strano, ma questa volta nessuno degli italiani presenti quel giorno è tornato a salutarli. Per fortuna il vicepresidente del CNR non li ha lasciati soli. Sul convegno alla Gregoriana interviene con una relazione anche S.Magister: “Date a Darwin quello che è di Darwin, ma la creazione è di Dio” . Sembra non sapere che Darwin (e i suoi eredi) ancora oggi devono litigare non solo per farsi attribuire quello che è suo, ma anche per NON farsi attribuire quello che invece è di suo nonno Erasmus, come l’evoluzione come fatto, che molti ingiustamente gli attribuiscono. Nell’articolo è inserito anche un estratto dell’articolo (“L'origine delle specie". Genesi 1 e la vocazione scientifica dell'uomo”) del gesuita P.Sonne, comparso il 7/2/09 su Civilità Cattolica e che tanto ha entusiasmato la redazione del sito italiano dei creazionisti biblici, che vi hanno visto con gioia una smentita alle timide aperture alla teoria dell’evoluzione da parte di un altro gesuita, P.De Rosa, in altri articoli comparsi qualche anno fa sempre su Civilità Cattolica. In effetti la gioia dei creazionisti la si capisce fina dalle prime righe, che distruggono secoli di evoluzione CULTURALE umana: “In questo saggio cercheremo di dimostrare che il riferimento ai primi capitoli della Genesi non implica affatto una resa dell’intelligenza”. Non si capisce perché si parli solo di Genesi 1 e perché ci si dimentichi di dire che non è un pezzo tratto da un libro di scienze, anche perché di solito i libri di scienze son molto grossi. Probabilmente nelle università vaticane i libri di scienze non si vede quanto sianto tanti e quanto siano grossi … perché non ci sono; e sembra ovvio: anche i professori di scienze si contano sulle dita di una mano! E’ davvero imbarazzante che tutta la lunga discussione su Genesi 1 secondo S.Magister sia “Una prova luminosa di come le due visioni del mondo possano convivere e integrarsi” e perfino una prova che “il racconto biblico della creazione non solo non è incompatibile con la razionalità moderna ma ha segnato "una


emancipazione del sapere scientifico", consegnando il creato alla responsabilità dell'uomo”. Una valutazione così positiva fa probabilmente riferimento a una definizione di cultura e di evoluzione culturale molto riduttiva e forse simile a quella che potremmo riconoscere in alcune specie animali, priva dell’esigenza di fornire soprattutto conoscenze utili per la sopravivenza di una specie, per la difesa dalla selezione naturale e dalle quotidiane minaccie alla sopravvivenza degli individui della nostra specie. Sembra che P.Sonne dimentichi che proprio la Genesi, più avanti, prospetti una vita molto dura per la nostra specie, per cui sembra evidente che sottovaluti l’enorme utilità e necessità di strumenti di conoscenza (ma soprattutto di azione) utili alla nostra sopravvivenza. E la teoria dell’evoluzione, a differenza della Genesi (1 o 2) è alla base della medicina moderna che garantisce un livello minore di masochismo e una migliore sopravvivenza agli appartenenti alla nostra specie. Dire che “il racconto biblico della creazione non è incompatibile con la razionalità moderna” sembra una grave sottovalutazione della razionalità moderna e soprattutto della sua utilità proprio grazie alla possibilità di creare nuovi strumenti culturali, fra cui quelli che hanno permesso il raddoppio della durata media della vita nell’ultimo secolo (… e spero che nessuno provi a dire che Matusalemme viveva ancora più a lungo… :-) ) Sembra che non vi sia più molta discussione nei quotidiani sul convegno che si è appena concluso alla Gregoriana. Bisogna quindi accontentarsi di siti web come ad esempio quello de Il sussidiario, dove è comparso un lungo e complesso articolo di valutazione del convegno (“La Chiesa alla tavola alta dell’evoluzione”). Nell’ambito della valutazione positiva che viene data al convegno, sembra comunque che nell’articolo si trovino le soilite frasi molto sospette, come quella che conferma la confusione (ormai poco credibile e quindi non accettabile) fra evoluzione e teoria dell’evoluzione,: “Nessun tentativo, quindi, di “intrusioni teologiche” ingiustificate nella scienza sperimentale: quello dell’evoluzione è un fatto ormai ampiamente accettato”. [tranne che dal card.Martino e da mons.Fisichella, rettore della Lateranense, due anni fa. Ormai nessuno più si stupisce del fatto che MAI nelle frasi “di approvazione” capiti di leggere “teoria dell’evoluzione”]. E’ assurdo che nel 2009 si presenti come una novità quello che era già un fatto noto agli esperti prima della nascita di Darwin; ripeterlo qui presentandolo come una grande concessione (per cui ormai e ampiamente sono davvero di troppo) … sembra quasi una provocazione, dato che sono ormai 200 anni che la scienza lo sa! Tanto più che frasi di questo tipo sono offensive verso lo stesso GP2 che già nel 1996 parlava chiaramente di “teoria dell’evoluzione”. Dopo una tale premessa, è evidente che sorga qualche dubbio quando si legge una frase come “La biologia evoluzionistica ci offre oggi una mole impressionante di dati a suo favore. La cornice classica, la famosa “sintesi moderna”, è quindi ancora il punto di riferimento per un’indagine seria, ma con alcune novità di tutto interesse”. Anche qui evidentemente si evita di citare la “teoria dell’evoluzione”, forse sperando che nessuno sappia associarla alla “sintesi moderna”, che comprende ovviamente le mutazioni casuali e la selezione naturale (non casuale nè cieca come qualcuno insiste a dire). L’asimmetria fra il metodo scientifico e i metodi usati dalla filosofia e dalla teologia sono ben dimostrati in vari punti dell’articolo; lascia davvero perplessi la frase “L’eliminazione della metafisica (e quindi della filosofia e della teologia) non è giustificabile scientificamente sulla base dei dati che ci confermano la realtà del processo evolutivo”; una simile frase sconcerta qualsiasi scienziato (per cui sarebbe più razionale scrivere “l’utilizzazione”), anche perchè apre a conclusioni non motivate e non giustificate ma che si pretende acquisiscano “razionalità”, come “In questo senso, è possibile accettare unitamente il concetto di creazione della realtà da parte di un Essere superiore”, e porta ad assurde subordinazioni non motivate di strumenti di conoscenza diversi (“La teoria evolutiva non può dunque avere la pretesa di delegittimare le indagini di tipo filosofico e teologico”), dimenticando adirittura il fatto fondamentale che il metodo scientifico è l’unico che ha fornito e fornisce continuamente strumenti efficaci di intervento sulla realtà che hanno garantito il successo della nostra specie.negli ultimi secoli. In una simile situazione asimmetrica, sembra difficile credere che sia sincera e nello “spirito di profondo rispetto reciproco e di onestà intellettuale“ la frase “La scienza può


evitare alla religione di ridursi a semplice superstizione; teologia e filosofia, dal canto loro, possono evitare alla scienza di diventare scientismo, cioè un falso idolo che si autoadora”. Anche perchè per evitare il rischio per le religioni di “ridursi a semplice superstizione“ non c’è bisogno di scomodare la scienza: basta la semplice verifica delle discordanze fra le mille diverse religioni, tanto più se ci si illude di credere che la scienza possa essera ascoltata da chi ritiene che “La teoria evolutiva non può … avere la pretesa di delegittimare le indagini di tipo filosofico e teologico”. Infatti … di solito avviene il contrario …. “Superior stabat agnus” 8/3/09-USA

A proposito dell’articolo sull’enigma della mente linkato nella notizia qui sotto e il riferimento al fatto che la nostra specie possa essere l’unica a “scegliere ed eseguire le proprie decisioni”, in un blog USA si dimostra l’enorme creatività e fantasia che la nostra mente ci mette a disposizione. Come sappiamo, l’evoluzione oggi è senza dubbio un fatto, almeno per tutti coloro che la stanno studiando e quindi la conoscono. Forse per loro sarebbe difficile elencare addirittura 50 motivi per accettare l’evoluzione. Chi la nega sembra invece possa scegliere fra ben “50 Reasons to Reject Evolution”. [a volte anche gli evoluzionisti apprezzano e usano la parodia…]

8/3/09-USA

[dal blog Bobbie-the-Jean] Molto spiritose le “50 Reasons I Reject Evolution”.

8/3/09-VA

L’agenzia Zenit pubblica un articolo (“ “L'Origine delle specie” di Darwin e l'enigma della mente ) che commenta l’articolo (“A 150 anni dall'Origine delle specie di Darwin”) del genetista gesuita P.Serra, comparso su Civiltà Cattolica il 21/2/08. Sembra di capire che finalmente vengano date per già approvate tutte quelle questioni sull’evoluzione umana che gli scienziati hanno chiarito negli ultimi 150 anni e che il convegno chiusosi ieri alla Gregoriana sembra abbia dimenticato di chiarire se vengano o meno accettate (e da quando) dalla Chiesa cattolica. Fino a qualche anno fa quasi tutte le differenze fra l’uomo e gli animali, secondo la Chiesa, dovevano essere risolte ad un livello molto superiore a quello strettamente biologico, che non potrà mai fornire una spiegazione convincente e quindi si ipotizzava un “salto ontologico” abbastanza impressionante. Ora sembra che ci si possa accontentare di un “saltino ontologico”: P.Serra infatti ormai si accontenterebbe di una differenza minore fral’uomo e le altre specie, anche se certamente molto importante: “L'enigma della mente e della coscienza, esclusivo della specie umana, deve essere risolto ad un livello molto superiore a quello strettamente biologico, che non potrà mai fornire una spiegazione convincente”. Mentre altri insistono a ignorare le somiglianze fra l’uomo e le altre specie, certamente P.Serra identifica un problema serio, ancora da risolvere, a differenza di altri che sono stati risolti, tappando dei buchi che prima venivano chiusi senza problemi ricorrendo ad un entità superiore. Probabilmente nell’articolo originale P.Serra deve aver fatto qualche esempio migliore di quello riportato qui, dato che la frase “le strutture del cervello umano si sviluppano quale strumento indispensabile per consentire alla persona umana di elaborare ed esprimere i prodotti della sua mente e di scegliere ed eseguire le proprie decisioni” non sembra distinguere fra la nostra e molte altre specie animali i cui individui devono costantemente “scegliere ed eseguire le proprie decisioni”. E’ infatti molto improbabile che P.Serra creda ancora che l’istinto distinguerebbe l’uomo dagli animali. Comunque fa piacere verificare l’enorme sviluppo che ha avuto la conoscenza unana grazie alla ricerca scientifica in questi ultimi secoli. Si sono chiariti aspetti che un tempo si spiegavano solo ricorrendo al caso o a interventi divini che potevano magari essere influenzati anche con sacrifici umani. Oggi per fortuna sembrano ormai poche le aree per le quali qualcuno pensa che la scienza “non potrà mai fornire una spiegazione convincente”. Fa piacere che P.Serra involontariamente confermi OGGI che ormai c’è sempre meno spazio per spiegazioni “ad un livello molto superiore a quello strettamente biologico”. Come sappiamo, soprattutto se abbiamo già sentito parlare dei “neuroni specchio” (video, intervista a Rizzolatti), in questo secolo appena iniziato si prevedono grandi miglioramenti nella conoscenza del funzionamento della mente umana; molte spiegazioni si otterranno grazie allo studio della mente dei primati, dato che è molto simile a quella umana.


Verificheremo fra qualche decennio se le spiegazioni saranno più o meno convincenti rispetto a quelle che purtroppo non convincono ancora i cattolici sulla teoria dell’evoluzione … dopo 150 anni. Un assaggio di comportamenti reali a cui probabilmente qualcuno non crederebbe, lo vediamo in questi giorni in uno scimpanzé chiuso in uno zoo, e di cui si parla nel blog Leucophea (“Previsione”) e nel blog Pharyngula (“On being human”) che riportano una storia presentata in un articolo del Guardian (“Chimp who threw stones at zoo visitors showed human trait, says scientist”).. 7/3/09-IT

Mi accorgo solo oggi di una lettera al direttore dell’Avvenire pubblicata il 3/3/09 (e che commento qui sotto in quella data); non sembra scritta da uno delle centinaia di biologi cattolici universitari che conoscono l’evoluzione e la teoria dell’evoluzione ma che hanno forse paura a dare consigli corretti sulla base delle loro competenze, come un tempo aveva provato a fare … Teilhard de Chardin. Probabilmente sono (giustamente) timorosi di mettersi in contrasto con la gerarchia (e il direttore dell’Avvenire) ma forse anche con i tanti medici che da tempo danno indicazioni vaghe e imprecise sul modo di gestire problemi che conoscono poco, citando più i documenti papali che quelli scientifici; proprio come è avvenuto in un articolo pubblicato dall’Avvenire giusto due giorni fa, il 5/3/09, forse come improbabile siluro contro l’intervista, molto chiara e precisa sul potere esplicativo della biologia attuale, all’autorevole evoluzionista F.Ayala pubblicata due giorni prima sempre sull’Avvenire. La lettera di Giampaolo Riva del 3/3/09 è una risposta ad una precedente lettera contro Darwin e la teoria dell’evoluzione pubblicata il 25/2/09. In quel caso il direttore aveva appoggiato la lettera, aggiungendo pure le sue (ulteriori e imbarazzanti) critiche. In questo caso invece la lettera non ha avuto (stranamente) commenti del direttore. Sarebbe stato davvero troppo imbarazzante, dato che lo stesso giorno veniva pubblicata un’intervista a F.Ayala (“Darwin e l’occhio del calamaro”), che aveva il “coraggio” di dire alcun verità spiacevoli, confermando quello che scrive il lettore. La lettera di G.Riva avrebbe potuto essere una buona traccia per la conclusione del convegno e una proposta di documento ufficiale sulla teoria dell’evoluzione, che sarebbe stato logico iniziasse con la sua frase molto razionale: “Basterebbe leggere un buon libro di biologia per trovare abbondanza di prove sulla teoria evolutiva verificate sulle più varie specie viventi, dai batteri all’uomo”. Certamente G.Riva rimarrebbe abbastanza sconvolto, come lettore dell’Avvenire, a scoprire che alcuni gruppi cattolici hanno addirittura organizzato, in collaborazione con i pochi antievoluzionisti italiani, iniziative contro quelli che lui chiama “i buoni libri di biologia”: l’iniziativa può essere considerata ridicola, ma è stata fatta, e pure in una sede autorevole: può verificarlo leggendo questo documento presentato al Meeting di Rimini nel 2000 e preparato in collaborazione antievoluzionisti che hanno [troppo] spesso facile accesso alla stampa cattolica italiana. Stanno comparendo alcune notizie d’agenzia sulle conclusioni del convegno alla Gregoriana (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”). L’APCOM sembra non riferisca alcunché di interessante come conclusione di un convegno che avrebbe dovuto dire finalmente (dopo ben/solo 150 anni) ai cattolici che la teoria dell’evoluzione attuale è non solo unica (anche se complessa e articolata, verificata e dimostrata, utile e utilizzata, non ideologica come una religione ma basata sui fatti e quindi scientifica, ecc.) ma soprattutto accettabile e quindi accettata anche dalla Chiesa Cattolica, arrivata buona seconda dopo la chiesa anglicana. Il convegno avrebbe anche potuto raccomandare le scuse, come ha fatto la chiesa anglicana il 16/9/08. Che non ci sia niente di nuovo lo si capisce subito anche dal titolo che sintetizza l’intervento conclusivo dell’organizzatore, il ministro della cultura del Vaticano: “Ravasi: Dottrina creazione e' diversa da creazionismo” [l’articolo è già scomparso; c’è ancora una copia qui]. Insomma un titolo che non riguarda il tema più caldo del convegno, ma che evidenzia un problema che angoscia solo i cattolici, … e quindi niente di nuovo per gli altri. Quindi nulla che giustificasse un convegno di 5 giorni. Strano che questo ulteriore rinvio dell’accettazione di una teoria scientifica che non tocca, né lo potrebbe, alcun dogma di fede (ma quale?!), si accompagni a un tentativo di rivitalizzare la confusione fra creazione e creazionismo, non fornendo una definizione chiara che permetta di decidere se si può continuare a insegnare la creazione come un fatto ai bambini dell’asilo statale dai tre anni in avanti. Pochissimi al mondo capiscono il significato di una frase conclusiva del convegno che suona così: "Da un punto di vista teologico, la dottrina della creazione è fondamentale


all'interno della visione teologica e cristiana. Diversa è l'applicazione scientifica del creazionismo, cioè inserendola materialmente all'interno di una ricerca di tipo strettamente scientifico che ha i suoi canoni". Se la frase indicasse veramente che il creazionismo scientifico è inaccettabile, non potrà che avere qualche effetto, e lo si potrà verificare subito, in pochi giorni. Sarebbe logico che questa dichiarazione comportasse infatti una immediata revisione dei programmi di religione per i bambini dell’asilo dai tre anni. Si avrebbe poi la chiusura immediata e l’apposizione di sigilli al “Kolbe Center for the study of creation” che da anni smentisce mons.Ravasi, cercando di far credere ai cattolici che il creazionismo sia una scienza … ma senza canoni. La pagina web del centro dovrebbe quindi essere sostituita da una pagina web con le chiavi di S.Pietro e l’elenco delle motivazione che hanno portato alla chiusura del sito, un po’ come le pagine che le questure mettono nei siti web pedofili. Nel sito dovrebbe essere soprattutto disattivato il link che hanno messo da poco ad un pessimo video pieno di sciocchezze (di origine francese, ma ormai tradotto in molte lingue, fra cui l’italiano) che cerca di dimostrare anche ai fedeli italiani il creazionismo scientifico. Non è chiaro se si provvederà ad aprire un procedimento presso il Santo Uffizio almeno contro i suoi principali esponenti religiosi (numerosi sono infatti i religiosi consulenti del centro, fra cui anche un vescovo cattolico, R.Danylak) e magari un controllo ulteriore potrebbe essere richiesto per verificare l’ipotesi di abuso di potere o abuso di titolo contro un certo G.Keane, che nella sua scheda informativa si definisce “Creation author” di professione. Tutti comunque arrivano subito a capire dall’articolo che di evoluzione e di Darwin in futuro bisognerà continuare a parlarne il meno possibile. Questo lo si capisce soprattutto dalla frase finale dell’articolo, in cui si dice che “L'auspicio di monsignor Ravasi è "far sì che i risultati di questi incontri possano essere diffusi a livello didattico, possano cioè avere un orizzonte molto più vasto

rispetto a quello degli studiosi"”. Prima sarebbe però necessario sapere quali sono stati i risultati e se riguardano solo un chiarimento sulla dottrina della creazione. Anche perché sarebbe masochista privarsi dell’esperienza del Kolbe Center nella didattica della creazione: fanno quasi concorrenza ai creazionisti protestanti e ai loro Creation Museum! Sono già pronti e attrezzatissimi, con “Free Creation Videos & DVDs”, e pagine web didattiche specifiche: “What does the Catholic Church Teach about Origins?”, The Importance of the Traditional Doctrine of Creation, “Special Creation Rediscovered Catholicism and the Origins Debate” (questa pagina è gestita personalmente dal citato, e sospetto, “Creation author”). Cattive notizie anche dall’articolo sulla chiusura del convegno alla Gregoriana (con un’intervista a mons. Sorondo) messa in rete dalla Radio Vaticana. Già è sbagliato (nel titolo) il titolo del principale libro di Darwin (“Chiuso alla Gregoriana il confronto sull"Origine DELLA specie" di Darwin”), come se in 5 giorni non si fosse arrivati a leggere fino alla fine nemmeno il titolo del libro che si festeggiava proprio quest’anno. Riguardo all’articolo … ormai ho scritto già di più: E’ LUNGO DUE (2) RIGHE!!!! Qualcuno deve essere rimasto senza parole! Per fortuna c’è l’audio dell’intervista. Poi non si capisce se faccia riferimento al convegno o a Darwin e cosa intenda il cancelliere dell’Accademia Pontificia delle Scienze [ma non era il responsabile del convegno di novembre? Cosa ci fa qui nel convegno del responsabile della cultura vaticana mons.Ravasi?] quando dice che “di fronte allo scientismo bisogna sfatare che noi siamo figli del caos”? Si dovrebbe tenere presente che anche esperti come F.Ayala potrebbero leggere l’articolo … e F.Ayala potrebbe riprendere carta e penna e scrivere una lettera al papa … come quella che scrisse nel luglio del 2005 per metterlo in guardia dagli errori e dalle ingenuità scritte dal card.Schönborn nel suo editoriale in favore dell’ID USA, pubblicato il 7/7/05 sul New York Times. Sembra di capire che mons.Sorondo (audio) confonde tuttora CAOS con CASO, come già fece in un’altra intervista (non più disponibile, ma che era archiviata qui) qualche anno fa. Comunque fa impressione sentire come questa ed altre critiche immotivate e ingiustificate alla teoria dell’evoluzione siano addirittura la risposta alla domanda più ragionevole che un giornalista possa fare dopo un convegno su Darwin tenuto in Vaticano: “Cosa accetta oggi la Chiesa dell’evoluzione?”. Non era stato mons.Ravasi a dire ripetutamente “no problem”? Perché vergognarsi di rispondere che dopo 150 anni si fa finta di confondere ancora fra “evoluzione” e “teoria dell’evoluzione”? Quanti anni sono che, anche senza


convegni, ci sono le stesse risposte? L’aspetto più sconcertante è che molti degli scienziati partecipanti al convegno sono credenti… lo stesso F.Ayala ha spiegato chiaramente (perfino sull’Avvenire, forse non se ne sono nemmeno accorti…) che ormai Dio non è più necessario per spiegare l’evoluzione dei viventi, proprio grazie alla teoria dell’evoluzione. Niente di nuovo: già lo aveva fatto con parole simili l’austriaco Peter Schuster, consulente del papa a Castelgandolfo nell’agosto del 2006. Ripetere sempre le stesse critiche anche dopo il passaggio di un esperto probabilmente cattolico come Ayala sembra a questo punto un comportamento oggettivamente masochista, visto che il rischio di inadeguatezza lamentato addirittura da P.Cantalamessa il 07/03/2008, aumenta ogni anno. Non si può certo aspettare altri 200 anni, come si è fatto con Galilei … Interessante articolo dell’Avvenire (“Un’anima per l’evoluzione“) con un sintesi degli interventi della giornata di ieri al convegno alla Gregoriana. Dall’articolo si scopre che per evitare di dare un giudizio positivo su Darwin non c’è niente di meglio che parlare di Darwin aiutandosi con S.Tommaso, S.Agostino, Aristotele o al massimo Abbagnano (succede anche questo). Non c’è davvero nessun rischio di sbagliare. Altri interventi sembravano più intermezzi ricreativi. Un probabile esempio della poco nota (… finora … e in Italia, ma un relatore arrivato dagli USA ce la fa conoscere ….) Legge di Poe lo troviamo nell’intervento di Numbers. Forse pochi conoscono questa legge proposta nel 2005: non è né solo una misera ipotesi, né solo una semplice teoria scientifica, ma è proprio una legge (forse un po’ particolare, dato che è l’unica finora nata in un blog…) che trova spesso applicazione nelle discussioni ai confini della fede e può quindi essere verificata soprattutto in ambienti frequentati da integralisti di qualsiasi religione : “Without a winking smiley or other blatant display of humor, it is utterly impossible to parody a Creationist in such a way that someone won't mistake for the genuine article”. Nel sito web linkato non solo ci sono esempi reali e verificati; ma vengono indicati anche alcuni corollari e formalizzazioni. Trattandosi di una legge e non di una teoria come quella dell’evoluzione (che non la prevede), non può mancare la formulazione matematica che qualche fisico potrebbe richiedere (parodisticamente o no…). Se il giornalista ha riportato bene quanto detto da Numbers durante il suo intervento, nel mondo ci sarebbero centinaia di milioni di persone che credono nel creazionismo e quindi nella comparsa improvvisa di personaggi simili ad Adamo ed Eva, magari proprio nel momento iniziale dell’universo e dell’evoluzione biologica. Che questi miti mesopotamici abbiano ancora un così grande successo sarebbe addirittura da attribuire, secondo Numbers, a quel “satanasso” di R.Dawkins, che da qualche anno dice in giro che i fossili sarebbero la prova dell’inesistenza di Dio e dell’anima (o delle anime?): “come possiamo meravigliarci di ciò, se gente come Richard Dawkins va affermando che i fossili sono la prova che non esistono nè Dio né l’anima?»” Sembra che l’oratore creda davvero che sia R.Dawkins il responsabile di un indottrinamento di massa in favore del creazionismo ma non si capisce se lo può provare e se può quindi provare che ci sia stato un qualche incremento significativo negli ultimi anni e se questo corrisponda al momento della nascita o della laurea, o delle prime predicazioni ... Che si trattasse di un intermezzo umoristico nel mezzo del lungo convegno sembra la spiegazione più probabile, dato che non si può ritenere Dawkins responsabile di situazioni precedenti (e anche di molti secoli) alla sua nascita. Ovviamente la spiegazione più razionale è che il comportamente di Dawkins sia semplicemente una reazione alla situazione che ha trovato già comunque esistente al momento della sua nascita. Si accenna poi al fatto che l’oratore non riesca a trattenere le lacrime («Mi viene da piangere», dice); ciò induce a sospettare che fossero lacrime di ilarità. Tanto più che non ricordo che qualcuno abbia mai sostenuto che l’esistenza, sia di Dio che dell’anima, sia dimostrabile con i fossili (sarebbe stato un altro caso in cui si applicherebbe immediatamente la Legge di Poe). Fra l’altro di fossili si parla solo da un paio di secoli …, per cui anche loro come Dawkins sono probabilmente innocenti. Se qualcuno, incuriosito per una nuova legge che ha dovuto imparare, volesse vedere uno dei migliori esempi della legge di Poe, eccolo qui: questo video davvero non si capisce se sia serio (e allora immaginiamo cosa potrebbe avvenire con un’anguria o una noce di cocco) o una parodia. Per fortuna sappiamo che quei


due sono dei famosi propagandisti del creazionismo protestante USA, per cui non c’è alcun dubbio che sia un video creazionista, anche se … sembra proprio una parodia … Per togliere ogni dubbio, ecco qui un articolo in cui uno dei due accusa il Vaticano di essere favorevole al darwinismo (“Comfort says Rome believing Darwin over Jesus”) . Probabilmente dagli USA non vedono bene quel che succede in Europa… 6/3/09-VA

Caso, caos, provvidenza, batterio o virus …? Non si sa. Comunque oggi al convegno della Gregoriana su Darwin e la teoria dell’evoluzione è saltato un intervento che probabilmente avrebbe potuto imbarazzare: “La visione teologica dell’evoluzione in Teilhard de Chardin” di Georges Chantraine. Teilhard de Chardin infatti non è stato ancora riabilitato, anche se spesso viene evocato in quanto paleoantropologo e religioso che ha cercato davvero di trovare una sintesi fra scienza e fede nel rispetto di ambedue gli srumenti di conoscenza. La condanna, tuttora attiva,.del suo tentativo di sintesi non può che confermare l‘impossibilità di questa sintesi, che d’altronde i pochi esperti successivi hanno prudentemente evitato di cercare e proporre, accettando che la linea antievoluzionista fosse nelle mani di persone spesso molto creative e poco rispettose dell’esigenza (ma soprattutto dell’utilità!) per la cultura umana di spiegazioni coerenti con i dati sperimentali.

6/3/09-USA

[da NCSE] Negli USA gli antievoluzionisti ultimamente hanno scopert o che conviene far passare qualsiasi cosa per le assemblee elettive, ben conoscendo il ruolo delle potenti e ricche lobbies religiose. Si è arrivati in questi gioni al ridicolo: “Two bills in the Oklahoma House of Representatives — House Resolution 1014 (document) and House Resolution 1015 (document), introduced on March 3, 2009 — attack Richard Dawkins's visit to the University of Oklahoma”.. Per ora non sono state ancora approvate. Quale sarebbe l’obbiettvo? “Both measures, if adopted, would express the strong opposition of the Oklahoma House of Representatives to "the invitation to speak on the campus of the University of Oklahoma to Richard Dawkins of Oxford University, whose published statements on the theory of evolution and opinion about those who do not believe in the theory are contrary and offensive to the views and opinions of most citizens of Oklahoma”

5/3/09-USA

Un articolo dell’AP racconta della protesta dei sostenitori dell’Intelligent Design che sono stati esclusi dalla conferenza vaticana (“Rome meeting snubs intelligent design, creationism”): “A Vatican-backed conference on evolution is under attack from people who weren't invited to participate: those espousing creationism and intelligent

design”. Interessante verificare la risposta della Templeton Foundation (che ha coperto il 50% delle spese del convegno) all’accusa di essere responsabile di questa esclusione (dato che nel suo sito web si specifica chiaramente che “the TF doesn't support any research or programs that deny large areas of well-documented scientific knowledge"): “They sent us the proposal after they had most of the speakers already. We decided to make the grant in part because it is a really good speakers' list"; la TF esclude quindi di aver condizionato la scelta dei relatori, e P.Leclerc, uno degli organizzatori, spiega che, per quanto riguarda l’ID "We think that it's not a scientific perspective, nor a theological or philosophical one. This makes a dialogue very difficult, maybe impossible". Purtroppo risulta evidente che nell’articolo si debba ricorrere a una citazione di GP2 (1996) per poter inserire una recente valutazione minimamente positiva della ”teoria dell’evoluzione” da parte del Vaticano: “theory of evolution is more than a hypothesis"; da notare che la citazione è corretta, per cui non si capisce proprio come abbia fatto il card.Schönborn a copiarla sbagliata nel suo articolo del 7/7/05. In diretta relazione con la notizia precedente, un articolo nel sito del Discovery Institute (“Templeton's Darwin Conference in Rome”) cerca di chiarire i rapporti fra DI, TF e Vaticano in relazione al grosso finanziamento della TF per l’organizzazione del convegno (“The Pontifical Council on Culture has little money of its own for science programs. The staff explained this to me and so, too, did others in the Vatican. How much money Templeton is providing has not yet been reported anywhere. What you have in Rome right now is largely a Templeton-directed conference.”). L’articolo fa notare come al DI non sembri che nè al convegno né in Vaticano siano tutti sfavorevoli al “progetto intelligente”; si cerca però di negare che nell’articolo del 2005 (dal titolo piuttosto chiaro, “Finding Design in Nature”, e dai retroscena ben noti e inequivocabili) il Card.Schönborn abbia sostenuto l’ID

(“The AP story reports


that Cardinal Schoenborn supports intelligent design. I don't know of any occasion when the cardinal has said that”). L’articolo ironizza anche sul fatto che a volte negli ambienti vaticani, ma è successo anche al convegno, si difenda solo l’”evoluzione” e non la “teoria dell’evoluzione” che non piace nemmeno al DI (“Reporters often point out that the pope and Church accept "evolution," as if that somehow repudiates criticism of Darwinian theory. But I don't know anyone at Discovery Institute who doubts that some form of evolution has taken place. The questions are whether Darwinian theory or any process of evolution that is inherently unguided, can adequately explain the origin of the universe or the development of life on Earth, let alone man's place in the world. That is a different set of issues, isn't it?”); sono decisamente “cattivelli”, ma sanno bene che anche in Vaticano di un progetto intelligente proprio non può dispiacere … come hanno scritto nel loro sito nel commento ironico all’articolo di F.Facchini del 16/1/06 (“Evoluzione e creazione”). 5/3/09-VA

4/3/09-IT

[ASCA] Un appartente al gruppo dei ricchi creazionisti turchi che ha invaso l’Europa di prezioni volumi in cui si spiegava che tutti gli esseri viventi erano stati creati da Allah nella forma attuale (chissà perché mancano le foto dei dinosauri … erano sfuocate? Che potessero essere utilizzati come esche da pesca è improbabile) è stato allontanato dal microfono al convegno sull’evoluzione dove aveva iniziato una relazione … sugli anelli mancanti invece di fare una domanda (“EVOLUZIONE: CREAZIONISTA 'CENSURATO' A CONFERENZA VATICANA”). E’ avvenuto durante una sessione presieduta dai genetisti F.Ayala e D.Futuyma. Il video dell’evento è già su You Tube, per cui si può capire che a questo convegno ci sono almeno due creazionisti fra i partecipanti, e gli altri, che rumoreggiano e applaudono F.Ayala, sembrano in gran parte evoluzionisti. Secondo quanto racconta (“Investigating Evolution in Rome”) il parlamentare europea e creazionista infliltrato grazie ad raccomandazione nel convegno di novembre sull’evoluzione dell’universo, lui era invece il solo creazionista in una platea di evoluzionisti. E’ rimasto quasi traumatizzato (forse non ha mai incontrato Zichichi, anche lui presente). Non si può negare che qualcosa in Vaticano stia in effetti cambiando anche se in mezzo a una notevole confusione; purtroppo la posizione ufficiale non c’è ancora, né mancano, come dimostra l’iniziativa del vivace docente dell’Università Europea, le provocazioni per mettere in difficoltà chi si sta rendendo conto che non si possono ripetere le conoscenze del 1700 e pretendere anche che la gente del 2000 ci creda. Purtroppo gli integralisti non si rendono conto che la corda rischia di spezzarsi … per eccesso di irrazionalità. Intervista alla Radio Vaticana di L.Galleni, zoologo alla statale di Pisa e Filosofo della scienza all’università Gregoriana: “Dialogo tra scienza e fede al Convegno sull'evoluzionismo alla Gregoriana”. Sul ruolo positivo del caso, come zoologo non può che essere d’accordo: “che ci siano anche meccanismi aleatori, all’interno dei meccanismi evolutivi, e degli strumenti che la scienza, con tutti i suoi vantaggi ed i suoi limiti, cerca di usare per descrivere questo evento ormai accertato che è l’evoluzione, va bene”. Non è chiaro come l’aleatorietà possa essere considerata uno spazio di libertà (“aleatorietà - questo è uno dei segni che il valore fondamentale dell’universo è la libertà, un universo creato per accogliere la creatura libera - questo mi sembra invece una cosa bellissima, un suggerimento importante che la scienza dà alla teologia ed alla filosofia”). Articolo di P.Greco sull’Unità (“Darwin in Vaticano: prove di dialogo tra scienza e fede) presenta (forse è più ottimista di T.Pievani) le attese e le speranze legate alla conferenza organizzata dal Vaticano sulla teoria dell’evoluzione (o sull’evoluzione … secondo qualcuno). Cita le perplessità di F.Ayala sul titolo della conferenza, dato che si parla di “teorie” e non di “teoria dell’evoluzione”; Greco ricorda poi la preoccupante sbandata del 2005 del card. Schönborn verso l’ID USA, che (ricordo) è stata confermata nel discorso fatto a da lui a Sydney il 16/7/08) (“Alcuni fenomeni particolarmente complessi non depongono nettamente a favore di un «disegno intelligente» nella natura?”). Articolo sul convegno alla Gregoriana anche su Liberazione (“In casa dei gesuiti si cerca la pace tra Darwin e la Chiesa”); si da credito ad alcuni degli organizzatori el convegno, ma si indicano alcuni esponenti vaticani vicini al Papa, e in particolare il card. Schönborn, come sospetti di intelligenza con il “nemico”, l’Intelligent Design, condannato anche. Si ricorda come si sia rischiato, nel 2005, di seguire il cardinale viennese nella sua cotta per l’ID USA. Si apprezza l’intervista di G.AuIetta


all’Osservatore Romano. Sull’Avvenire intervista (“è tutta questione di cranio”) a Y.Coppens che partecipa al convegno della Gregoriana, lo scopritore di Lucy inseme a D.Johanson. E’ ovviamente entusiasta della scoperta del passaggio dagli animali all’uomo, ma non riesce a posizionarlo nel tempo e nello spazio, né potrebbe, dato che per quei tempi abbiamo solo fossili, mentre questo passaggio sarebbe determinato dalla comparsa del pensiero, che possiamo ovviamente vedere solo nelle specie attuali. Che questo passaggio si chiami “salto ontologico”, glielo dice il giornalista dell’Avvenire, che cita GP2, e la redazione usa in modo poco corretto questo termine virgolettandolo nel sottotitolo, come se fosse una dichiarazione di Y.Coppens. Sarebbe stato più corretto usare le parole dette da Y.Coppens, a cui non sembrano piacere i salti e sembra preferire una spiegazione più naturalistica: “l’emergere naturale della specie Homo ha fatto nascere il primo essere vivente dotato di un pensiero spirituale, morale, estetico”. Alla fine Y.Coppens dice che «Si cerca l’incrocio tra scimmie prebonobo e ominidi preumani. Per trovare l’antenato comune bisogna risalire a due milioni di anni fa. E si è molto vicini al traguardo». Speriamo che arrivi un’errata corrige sulla data… ma soprattutto che il direttore dell’Avvenire legga un po’ tutti gli articoli che pubblica in questi giorni sull’evoluzione umana … Sempre sull’Avvenire un commento davvero imbarazzante anche per il tono (“Darwin e la fede: creduloni e furbacchioni”) di qualcuno che non è ben informato che un secolo sono sempre ben 100 anni e che non sa del Monitum che ha colpito Teilhard de Chardin addirittura nel 1962, quando era già morto da ben sette anni: “che il darwinismo come teoria scientifica dell’evoluzione non sia incompatibile con la fede, è ammesso di fatto da almeno un secolo – basterà citare l’opera dei due gesuiti Teilhard De Chardin e Vittorio Marcozzi – e ufficialmente dalla 'Humani Generis' di Pio XII (1951)! Ma da noi c’è chi, pur in perpetuo ritardo, si crede progressista e fa la figura del bimbo che sul treno che parte grida emozionato che «la stazione si muove». Spesso si sfiora anche il ridicolo”. Su Teilhard de Chardin ci sono oggi parecchie valutazioni nella Chiesa, ma questa è davvero nuova … (è poi molto imbarazzante toccare in questo modo un tasto delicato) Forse sarebbe meglio che sull’Avvenire lui non avesse citato affatto le opere di Teilhard de Chardin (che aveva proprio cercato, pagandola molto cara, di rendere compatibile la teoria dell’evoluzione con la fede!); nel Monitum si legge infatti che “le opere menzionate [anche … nel corsivo di oggi dell’Avvenire…] racchiudono tali ambiguità ed anche errori tanto gravi, che offendono la dottrina cattolica. Di conseguenza, gli Eccellentissimi e Reverendissimi Padri della Suprema Congregazione del Santo Ufficio esortano tutti gli Ordinari e i superiori di Istituti Religiosi, i Rettori di Seminari e i Direttori delle Università, a difendere gli spiriti, particolarmente dei giovani, dai pericoli delle opere di P.Theilard de Chardin e dei suoi discepoli”. Come confermato il 17/2/2007 (non è passato un secolo da allora…) il Monitum è tuttora valido: “A tale proposito padre Vincenzo D’Ascenzi ha letto ai presenti una lettera di risposta a un suo sollecito circa il problema del «monitum» della Chiesa ancora esistente nei confronti del pensiero di Teilhard de Chardin pervenutagli dal cardinal Paul Poupard, presidente dei Pontifici Consigli per la Cultura e per il Dialogo Interreligioso, che, sebbene non concretamente operativa, lascia sperare in una possibile risoluzione dell’annoso problema”. Come aggiornamento recente il giornalista si può leggere un intervento (“La parola del Darwin cattolico, di Vito Mancuso) che invita mons.Ravasi a riabilitare Teilhard e a concedere la parola al convegno a Carlo Molari, un teologo che giudica positivamente Teilhard … e ne paga le conseguenze: “In Italia abbiamo la fortuna di avere un insigne erede di Teilhard de Chardin, il teologo don Carlo Molari, ottantenne come Benedetto XVI e come lui in splendida forma. Molari è stato sospeso dall’insegnamento universitario alla fine degli anni ’70 a causa della sua vicinanza a Teilhard e del suo dialogo con Darwin. Il gesto di apertura che ho chiesto a mons. Ravasi è di invitarlo tra i relatori del convegno. Sarebbe come dare la parola a Teilhard de Chardin”. Il corsivista dell’Avvenire potrebbe protestare per l’assenza dal convegno di Carlo Molari, magari cercando di coinvolgere anche il direttore dell’Avvenire (prima però vada a leggersi – per la prima volta - le lettere al direttore del 25/2/09; si sorprenderà della risposta e del tempo che passa inutilmente: quell’attacco a Darwin del direttore era di 10 giorni fa, non di un secolo fa!!!). Sull’”Humani generis” il commento è davvero provocatorio: non si può dimenticare


quale valore e quale autonomia vengano date da quel papa alla ricerca scientifica, che va al di là di qualsiasi religione attuale e passata (“le ragioni delle due opinioni, cioè di quella favorevole e di quella contraria all'evoluzionismo, siano ponderate e giudicate con la necessaria serietà, moderazione e misura e purché tutti siano pronti a sottostare al giudizio della Chiesa”) . •

Sempre sull’Avvenire oggi l’intervento di un internista padovano (“Tra teorie scientifiche e metafisiche c’è di mezzo la «falsificazione»”); con tanti fra esperti e inesperti (da Ayala ad AuIetta) che al convegno ammettono che in realtà il titolo del convegno è sbagliato e oggi di teorie dell’evoluzione ce n’è una sola, qui leggiamo invece che “sembrerebbe opportuno parlare di teorie scientifiche dell’evoluzione invece che di teoria darwiniana dell’evoluzione” (ripete pari pari le parole di GP2 nel 1996); è strano leggere sui quotidiani cattolici (e sull’Avvenire in particolare) pensieri e riflessioni che contrastano con quanto si dice in questi giorni nella sala del convegno. Viene quasi il sospetto [certo] che ci sia una parte del mondo cattolico italiano che non sopporti che di evoluzione parlino soprattutto gli esperti. In questo articolo viene ad esempio dato uno spazio eccessivo al filosofo Abbagnano. Sembra poi un po’ masochistica l’insistenza di questo medico sui difetti della teoria dell’evoluzione: “Ebbene, la teoria scientifica proposta da Darwin, già incompleta alla nascita, ha dato luogo a molte discussioni e non si è mostrata in accordo con molti risultati osservativi”. Mi stupisco sempre di come molti uomini di fede, laici o religiosi, siano presi da una grande curiosità per la scienza, e non si accontentano mai delle risposte, sia quelle adeguate che quelle che magari per ora sono inadeguate. Si accontentano invece sempre e comunque di qualsiasi risposta, spesso insoddisfacente o immotivata, che porti il timbro della fede. Immagino che chiunque sarebbe interessato a chiedere la sua opinione sull’accordo dei dati di fede delle diverse religioni con “molti risultati osservativi” e sulle probabilità della loro sopravvivenza nel caso i miracoli previsti non arrivassero.

4/3/09-DE

Dalla Germania una lezioncina (“Susie Smartypants explains the evolution!”) decisamente carina (con sottotitoli in inglese). Belli anche i disegni sullo sfondo (da notare un dettaglio curioso a 1:31). Per gli argomenti trattati, ai tempi della Moratti l’avrebbero potuto vedere solo gli studenti dei licei.

4/3/09-VA

In un sito web cattolico è disponibile l’audio di 3 interviste della Radio Vaticana: TanzeIIa Nitti, L.GaIIeni, G.AuIetta. Si può sentire (TN) la ridefinizione di “teoria dell’evoluzione” … che acquisisce la definizione di “evoluzione” e G.AuIetta che racconta di un fascicolo speciale di Le Nouvel Observateur in cui si spiega che la teoria dell’evoluzione avrebbe dimostrato l’inesistenza di Dio. AuIetta dice anche che cosa si aspetta dal convegno: chiarire i punti problematici e i problemi fra la teoria scientifica e la filosofia e la teologia.

Articolo sull’Avvenire dal titolo e dal contenuto un po’ strano (“DARWIN: CHI CHIUDE LE PORTE AL DIALOGO”). Molte sono le stranezze di un commento critco all’articolo di T.Pievani sul convegno vaticano comparso su Micromega qualche giorno fa. Quasi nessuna di queste stranezze è purtroppo riconoscibile come tale dai lettori dell’Avvenire o di altri quotidiani italiani, e quindi probabilmente nemmeno da un giornalista che da queste fonti di solito trae le sue informazioni. Vediamole: • Strano perchè l’articolo, in fondo, conferma i dubbi di T.Pievani, che sono di almeno un mese fa, quando scrisse l’articolo: nessun alto espsibonente del Vaticano negli ultimi giorni o nel primo giorno del convegno si è espresso infatti chiaramente in favore nè della teoria dell’evoluzione nè della libertà dei biologi evoluzionisti di sostenere e difendere, senza essere importunati, una parte importante della cultura umana attuale. Il giornalista non può che citare, ma lo avrebbe potuto fare anche T.Pievani, solo ricercatori esterni, notoriamente favorevoli al darwinismo (non sono stati ammessi i creazionisti al convegno). Ovviamente sia F.Ayala che T.Pievani sarebbero contenti di verificare che le loro preoccupazioni stimolino una valutazione positiva, che davvero per ora non arriva nè sembra prevedibile. Sono passati solo 4 anni da quando, nel 2005, mons.Ravasi correttamente disse che “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”. [adesso invece don TanzelIa Nitti ci dice che “è compito della teologia parlarci della natura”, e le opinioni recenti di mons.Ravasi sono un po’ diverse (“Il Rubicone dell'uomo” dell’1/3/09)] • Strano innanzitutto che per difendere il Vaticano si utilizzi addirittura Francisco


Ayala, non ricordando che proprio F.Ayala è uno dei biologi evoluzionisti di origini cattoliche (da giovane è stato anche domenicano) che nel 2005 ha contestato, addirittura con una lettera al Papa (che l’Avvenire non ha mai citato), le posizioni (antievoluzioniste e favorevoli all’ID USA) del card.Schönborn espresse in un famoso articolo del 2005, che oggi viene citato ma su cui non fa chiarezza. Alla una lettera al Papa di F.Ayala, L.Krauss e K.Miller il Vaticano non sembra abbia mai risposto. - F.Ayala ha scritto il libro “Darwin's Gift: to Science and Religion”; già il titolo fa capire che probabilmente il dialogo sarebbe molto facile fra due come T.Pievani e F.Ayala, che hanno certamente apprezzato … il regalo di Darwin. - F.Ayala è uno dei principali esperti e sostenitori del NCSE (qui la sua scheda nel sito del National Center for Scienze Education); è anzi uno dei più attivi e partecipa da anni alle iniziative per impedire l’accesso dei creazionisti alle scuole USA (qui si può leggere la sua relazione come esperto in un processo causato dalla decisione dell’Univ.California di impedire l’accesso all’università a studenti che si erano (mal) preparati sul testo “Biology for Christian schools”; anche grazie alla perizia tecnica di F.Ayala, l’Univ:California ha vinto il processo). Strano perchè si cita (giustamente) l’autorevolezza dell’Università di Notre Dame, ma non si è mai ricordato in un qualche articolo dell’Avvenire che in quell’università, diversamente dall’università Lateranense che il 27/11/07 festeggiava R.AIberoni, ogni anno (“Happy belated birthday, Darwin”) si festeggia il Darwin Day (e quindi sono autorevoli anche perchè sanno bene quanto grandi siano i meriti della teoria dell’evoluzione … che al convegno qualcuno cerca perfino di nascondere). La stessa università aveva immediamente spiegato (“Darwinism and Catholicism should be compatible”) perchè l’articolo del Card.Schönborn del 7/7/05 (“Finding Design in Nature”, auspicato dal nuovo Papa, secondo il cardinale) fosse sbagliato e pericoloso. Ricordo che un’agenzia stampa vaticana nel 2005 segnalava il Darwin Day come un esempio di …“intolleranza anticattolica” Non so quali siano gli standard di riferimento per le università pontificie romane, ma è davvero istruttivo e impressionante leggere quali fossero nel 2005 quelli dell’Università cattolica di Notre Dame: “If Cardinal Schönborn’s perspective became doctrine, no Catholic university could maintain a reputable biology or science program, because the vast majority of scientists acknowledge that overwhelming evidence supports NeoDarwinian evolution—Notre Dame could no longer stand with Harvard, Stanford and other world-class institutions of learning” Strano è anche il pudore ad usare il termine “avversario”, che si puo’ leggere invece nero su bianco in un articolo (“Evolutionism’ is now an ideological weapon”) proprio nel sito web dell’università vaticana che organizza il convegno. Fra l’altro l’autore dell’articolo è fra gli organizzatori del convegno ma sembra abbia per fortuna cambiato profondamente le sue opinioni, come si capisce dall’intervista all’Osservatore Romano; nel 2006, due anni fa, comunque pensava agli evoluzionisti proprio come AVVERSARI: “Noi cattolici non dobbiamo fare l'errore gravissimo di prendere ciò che questi signori [?] ci dicono come se fosse “la teoria dell'evoluzione”. Questo è proprio l'errore che noi a volte compiamo, cioè prendere sostanzialmente per buono quello che i nostri avversari [?] ci dicono, come se fossero teorie definitive [?], e come se la loro interpretazione ideologica fosse “la teoria”. Strano anche che ci si dimentichi della risposta del direttore dell’Avvenire data solo 10 giorni fa, il 25/2, a un lettore che strapazzava Darwin e la teoria dell’evoluzione; troviamo frasi come queste : - “presunta «scientificità» dell’evoluzionismo darwiniano” - ”la dice lunga sull’eversione della logica a cui può condurre una superficialità di massa, pronta a digerire acriticamente le tesi intorno alle quali i mezzi d’informazione tendono a uniformarsi”. - ”La mentalità scientista, retaggio di un positivismo ottocentesco e massonico, sta facendo breccia nell’opinione pubblica” Strano anche che si dubiti sulla necessità di una ritrattazione del card. Schönborn. Certo una ritrattazione del suo pericoloso sostegno all’ID USA nel 2005, non è più necessaria … Praticamente tutti hanno confermato che non è scienza nè teologia, compresi la Templeton Foundation (che finanzia anche queste iniziative critiche ma pretende serietà e scientificità), F.Facchini, F.Ayala, l’università di


Notre Dame. Pure gli organizzatori del convegno il 16/9/08 e il 10/2/09 hanno chiarito che l’ID è un errore, tanto è vero che non è stato invitato nessuno dei sostenitori di un’ipotesi (anche se l’Avvenire e lo stesso F.Facchini sull’Osservatore Romano amano a volte chiamarla addirittura “teoria”) che è nata in un modo poco onesto e comunque non ha nulla di scientifico; questo lo ha appurato addirittura un processo che è costato un milione di dollari a chi ha perso, i neocreazionisti USA.

Una ritrattazione sarebbe invece necessaria per aver scorrettamente modificato una parola centrale in un testo di Giovanni Paolo II. Basta leggere il documento originale del 1996: si vede chiaramente che il card.Schönborn il 7/7/05 aveva sostituito “teoria dell’evoluzione” (il termine corretto usato da GP2) con “evoluzione”; non è chiaro se l’abbia fatto per contestare meglio quel documento definendolo “poco importante”, o per difficoltà a distinguere – capita purtroppo addirittura anche in questi giorni … – fra “evoluzione” e “teoria dell’evoluzione”.. Strano che nessuno finora abbia mai avuto il coraggio di notare questa modifica di un documento papale e che quindi nessuno abbia mai difeso la razionalità (che si è persa con la modifica del testo fatta dal cardinale) di quel coraggioso e razionale documento di GP2. Forse la stranezze sono troppe? Forse T.Pievani è stato troppo ottimista? Sicuramente questo articolo non smentisce il suo pessimismo. In un altro articolo dell’Avvenire si riporta l’intervista fatta il 3/3/09 dall’Osservatore Romano a G.AuIetta, vicedirettore del convegno in corso alla Pontificia Università Gregoriana (“La falsa contrapposizione tra darwinismo e Chiesa”). [E’ abbastanza interessante notare come il testo originale dell’intervista sia ben più avanzato della sintesi fatta ieri dall’agenzia ASCA. Occorre quindi prudenza a commentare interpretazioni giornalistiche, dato che su questi problemi scientifici il rischio di misunderstanding, o di qualcosa di peggio, è sempre in agguato]. Molto positivo iI fatto che, come F.Ayala, critichi subito il titolo del convegno, confermando anche lui che esiste un’unica teoria dell’evoluzione “Oggi direi che non è una teoria monolitica, ma parlare di più teorie dell'evoluzione mi sembrerebbe eccessivo. Credo si debba parlare di un'unica teoria, con una pluralità di approcci”; sembra voglia chiarire anche la differenza fra mutazioni casuali, fonti della variabilità, e selezione naturale (“se si tratta di mutazioni certamente casuali nel loro manifestarsi iniziale, i loro effetti non lo sono”); apprezzabile il giudizio sull’ID e la sua pericolosità: “bisogna stare molto attenti a evitare il discorso dell'Intelligent design, che non è una teoria scientifica, anche se si spaccia come tale”. Sembra addirittura che, come Darwin, si preoccupi di quello che gli passa per la testa: il dubbio che nell’evoluzione biologica non ci sia un progetto, non ci sia finalismo, “non essendo la stessa evoluzione, per quello che ne sappiamo sul piano scientifico, indirizzata a un fine determinato”. E cerca subito di scusarsi: “Non dico però che l'evoluzione sia qualcosa che procede in modo cieco. Anche se non ha un finalismo intrinseco, l'evoluzione va, nel tempo, nel senso di un maggior esercizio di controllo da parte degli organismi sull'informazione ambientale”.

Ma si pente subito anche delle scuse…: “sarebbe sciagurato far discendere dal discorso teologico sul disegno provvidenziale un finalismo forte”. Dimostrando di aver profondamente modificato le sue opinioni del 2006, conferma che “la teoria dell'evoluzione è sul piano scientifico una teoria vitale” (speriamo che anche il direttore dell’Avvenire legga l’intervista). Anche la conclusione sembra una confessione: cerca di far dimenticare le sue paure del 2006: “Magari, quello che accadrà, e sarebbe interessante che accadesse, è scoprire che i problemi sono molto diversi da quelli che abbiamo immaginato fino a ora. Si parla spesso d'incompatibilità tra cattolicesimo e teoria dell'evoluzione, del rischio di ridurre l'essere umano a un aggregato di cellule o alla pura dimensione animale, ma forse questi sono solo miti da sfatare e i problemi sono altrove”. Anche Repubblica dedica un articolo al convegno vaticano sull’evoluzione (“ORA ANCHE LA CHIESA ACCOGLIE DARWIN”), molto ottimista oltre che speranzoso. Si ricordano comunque i recenti problemi, tanto che F.Ayala nel 2005 aveva dovuto scrivere (con L.Krauss e K.Miller) una lettera al Papa per fermare la deriva del card.Schönborn verso l’ID. Lo stesso fece poi anche F.Facchini sull’Oss.Romano il 16/1/2006. Lo stesso fa Il Messaggero, con un articolo richiamato anche in prima pagina (“Ravasi:


sia pace fra Darwin e Adamo”) in cui si intervista mons.Ravasi. [L’articolo non si trova in rete!!!] Intervista di don TanzeIIa-Nitti alla Radio Vaticana sui temi della “Conferenza internazionale alla Gregoriana su “L’evoluzione biologica: fatti e teorie”: Impressionante come si possa modificare la definizione di teoria dell’evoluzione da una frase all’altra, tanto che nella seconda si riesce a dire: “Se evoluzione vuol dire questo, è pienamente compatibile con l’idea di creazione”. Purtroppo la frase precedente iniziava con una definizione falsa che serviva a preparare la conclusione “per teoria dell’evoluzione intendiamo il fatto che le specie biologiche si sono avvicendate sul nostro pianeta e la vita è stata il soggetto di uno sviluppo graduale che ha portato da forme di vita semplici, poco diversificate a forme di vita sempre più complesse, sempre più organizzate”. Che la definizione, già fornita da lui anche nella conferenza stampa del 10/2, sia falsa non bisogna andar troppo lontano dal Vaticano per verificarlo; basta andare a leggere il punto 63 di un documento vaticano forse poco noto (“Comunione e servizio”) firmato nel 2004 dal card.Ratzinger, in cui “evoluzione” (il fatto) e “teoria dell’evoluzione” (la spiegazione) appaiono ben distinte: “Poiché è stato dimostrato che tutti gli organismi viventi della Terra sono geneticamente connessi tra loro, è praticamente certo che essi discendono tutti da questo primo organismo, i risultati convergenti di numerosi studi nelle scienze fisiche e biologiche inducono sempre più a ricorrere a una qualche teoria dell’evoluzione per spiegare lo sviluppo e la diversificazione della vita sulla Terra”. [Chiaro, no?] Non è facile trovare un intervento in cui è così palese il gioco delle due carte fatto con “evoluzione” (è noto a quasi tutti che è un fatto ben noto già alla fine del 1700, tanto è vero che Lamarck già propose una teoria dell’evoluzione proprio nell’anno della nascita di Darwin, il 1809) e teoria dell’evoluzione di cui Darwin con Wallace propose nel 1859 alcuni meccanismi che furono confermati con certezza solo grazie alle scoperte successive. Certo mons.Ravasi aveva chiarito che al convegno non si sarebbe celebrato Darwin, ma attribuirgli “articoli poco profondi” sembra un po’ riduttivo. Il fatto che Darwin abbia contestato e abbia cercato di dimostrare quanto fossero false le ipotesi del rev. Paley allora dominanti e in cui lui stesso da iovane credeva significa evidentemente che contestava “l’idea che nell’universo o anche nello sviluppo della vita sulla terra ci sia una progettualità, un finalismo, una direzione verso cui la vita si manifesta per tendere poi all’uomo”. Dall’intervista proprio non è chiaro perché si sia fatto un convegno su Darwin, a meno che non sia per il fatto che lasciava aperti i discorsi. Sarebbe improbabile che si fosse organizzato il primo convegno per commorare Erasmus Darwin, che nella sua “Zoonomia” del 1794 così anticipa (nel SECT. XXXIX.) la definizione che ancor oggi qualcuno propone per la teoria evoluzione di suo nipote Charles: “millions of ages before the commencement of the history of mankind would it be too bold to imagine that all warm-blooded animals have arisen from one living filament, which THE GREAT FIRST CAUSE endued with animality, with the power of acquiring new parts; The cold-blooded animals, as the fish-tribes, which are furnished with but one ventricle of the heart, and with gills instead of lungs, and with fins instead of feet or wings, bear a great similarity to each other; but they differ, nevertheless, so much in their general structure from the warmblooded animals, that it may not seem probable at first view, that the same living filament could have given origin to this kingdom of animals, as to the former.” La “teoria dell’evoluzione di Darwin” è citata solo in una pericolosa domanda dell’intervistatore, che viene subito “disattivata”; nella risposta si è subito chiarito che la teoria dell’evoluzione sarebbe semplicemente il fatto dell’evoluzione e quindi qualcosa che già era ben noto quando Darwin non era ancora nato [Bisognerà ricominciare da capo a contare 350 anni? Qualcuno vuol contestare il documento vaticano del 2004? Perché non fare un convegno per festeggiare Erasmus Darwin che già nel 1794 disse che tutti gli esseri viventi avevano avuto origine da antichi vermicelli?]. Riguardo alla citazione di una frase di Dobzhansky (“la stessa evoluzione era il modo con cui Dio creava”), forse si può trovare qualcosa di ben più interessante e utile per questo convegno nel famoso articolo che Dobzhansky scrisse nel 1973 “Nothing in biology make sense except in the light of evolution”. Oltre a leggere ragionamenti ben diversi dalla frase citata, è interessante leggere una citazione fatta da Dobzhansky proprio alla fine dell’articolo:


“One of the great thinkers of our age, Pierre Teilhard de Chardin, wrote the following: "Is evolution a theory, a system, or a hypothesis? It is much more it is a general postulate to which all theories, all hypotheses, all systems much henceforward bow and which they must satisfy in order to be thinkable and true. Evolution is a light which illuminates all facts, a trajectory which all lines of though must follow this is what evolution is." Of course, some scientists, as well as some philosophers and theologians, disagree with some parts of Teilhard’s teachings; the acceptance of his worldview falls short of universal. But there is no doubt at all that Teilhard was a truly and deeply religious man and that Christianity was the cornerstone of his worldview. Moreover, in his worldview science and faith were not segregated in watertight compartments, as they are with so many people. They were harmoniously fitting parts of his worldview. Teilhard was a creationists [sic], but one who understood that the Creation is realized in this world by means of evolution”. Se qualcuno facesse un salto sulla sedia leggendo l’ultima frase … avrebbe ragione. L’intervistato, nella conferenza stampa del 10/2/09 aveva detto, senza citare l’autore, che “l'evoluzione è in fondo il modo con cui Dio crea” … allora non aveva precisato se l’avesse detto Dobzhansky o Teilhard de Chardin. 4/3/09-IT

Sul sito web Affari Italiani si può leggere un articolo che si riferisce (tranne … il titolo “Il professor Giorgio Manzi della Sapienza: "Darwin bocciato dalla storia"”) all’intervento di oggi del paleoantropologo G.Manzi al convegno sull’evoluzione alla Gregoriana. [PS: l’errore nel titolo è poi stato corretto, per cui manca qualsiasi accenno al convegno in cui sembra si cerchi di inserire il contributo di qualcuno che non era stato invvitaoa parlare.] Il titolo ha origine da una fastidiosa interferenza, probabilmente effetto di un progetto intelligente: l’articolo inserisce infatti nel convegno vaticano, affiancandolo all’intervento di G.Manzi, anche un intervento comparso oggi altrove … nel sito web di Forza Italia, Ragion Politica. Qui è in effetti stato pubblicato un articolo (“Ma l’avete mai letto Darwin?”) di un giornalista dell’agenzia vaticana Zenit che è anche direttore del Master vaticano in scienze ambientali. L’articolo riprende argomenti coltivati dalla destra integralista e antievoluzionista USA, che provano a ritenere responsabile del razzismo e dell’eugenetica del ‘900 un dichiarato antischiavista come Darwin. Forse il docente dell’università dei Legionari di Cristo ha voluto aggiungere in questo modo il suo contributo a quello delle altre università vaticane che stanno in questi giorni ragionando su Darwin? In effetti la pubblicazione dell’articolo anche in un blog legato al quotidiano la Stampa ha sviluppato una discussione di cui al convegno vaticano sarebbero magari invidiosi. PS: il 9/3 fra i commenti se ne legge uno di Odifreddi che conferma di aver letto tutto Darwin .. mentre il giornalista non ha letto il suo libro… J ”E lei ha mai letto il mio libro? Evidentemente no, perché altrimenti avrebbe trovato un intero capitolo su "L'origine dell'uomo", con citazioni che ha dovuto scomodarsi a cercare altrove. Dunque la risposta alla sua domanda è: sì, io ho letto Darwin. E la risposta alla mia è: no, lei non ha letto me.

3/3/09-VA

Iniziano a comparire alcune notizie di stampa sul convegno “EVOLUTION: FACTS and THEORIES” che si è aperto oggi in Vaticano: • AGI: Levada & Ravasi d'accordo: non c'è contraddizione tra la teoria di darwin e la dottrina cattolica • ASCA (“Vaticano: convegno evoluzione, in universo spazio per scienza e fede”). Splendida dimostrazione del fatto che proprio si vuole aspettare un altro centenario di Darwin prima di esprimersi sulla teoria dell’evoluzione. Le parole dette dal card.Levada (prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede), se riportate correttamente, sembrano indicare una nuova geniale strategia, basata su due punti: 1) “c'e' uno ''spazio sufficientemente ampio'' per credere tanto nell'evoluzione quanto nell'esistenza di Dio creatore”. 2) ''crediamo che, qualunque sia il modo in cui la creazione e' venuta in essere e si e' evoluta, alla fine sia comunque Dio il creatore di tutte le cose'' E’ evidente che sarebbe stato meglio se già ai tempi di Galilei si fosse scelto di dire che “qualunque sia il modo in cui la terra si è piazzata al centro dell’universo, alla fine sia comunque Dio il creatore di tutte le cose”. Incaponirsi contro il furbo Galilei è costato caro: la chiesa è stata costretta, dopo 350 anni, a chiedere scusa.


[Molto, troppo imbarazzante! Mai più!]. Ovviamente c’è anche un “piccolo” dettaglio: la frase indicata in rosso sembra abbastanza in contrasto con una delle premesse del convegno (“La condizione fondamentale è di operare una chiara distinzione dei piani di studio, la cui confusione ideologica rende ogni dialogo impossibile e genera solo sterili polemiche pseudo-scientifiche”), ancora leggibile in questa pagina web ma evidentemente sempre più dimenticata man mano si avvicinava l’inizio del convegno. Dire agli scienziati “dite pure quel che volete che tanto a noi non interessa” è certamente il modo migliore per evitare confusioni ideologiche, ma qualcuno potrebbe pensare che ci sia ancora qualcuno che, 350 anni dopo Galilei, non capisca per quale motivo sia utile avere fiducia nella scienza. Se la posizione rimanesse davvero questa, che ha preceduto di pochi minuti gli apprezzamenti degli evoluzionisti cattolici per la teoria attuale dell’evoluzione, sarebbe urgente, dopo aver congedato gli ospiti evoluzionisti, organizzare un convegno per il bicentenario della pubblicazione del libro di Lamarck … (in fretta, sarebbe meglio entro il bicentenario, e quindi entro il 2009! Certo ci vorrebbe qualcuno che racconta anche qualcosa sul contrasto fra Voronov e Lysenko). Si potrebbe poi far tornare una terza volta a Roma i 7 creazionisti biblici 7 che, a differenza del 2002, negli ultimi mesi sono stati tenuti lontano dalle mura vaticane e sono quindi scesi a Roma inutilmente già ben due volte in soli 4 mesi (il 3/11/08 alla Sapienza e il 23 febbraio 2009 al CNR nell’aula Manzoni che hanno affittato). In questi giorni non si sono presentati in quanto mons.Ravasi nella conferenza stampa del 16/9/08 era stato molto chiaro: i creazionisti e i discepoli dell’Intelligent Design intenzionalmente non sono stati invitati. Se infatti anche gli aspetti meno importanti, quello che si lasciava da scoprire alla scienza (il COME o forse anche solo il ruolo di fare domande intelligenti e razionali) non interessa più, perché si dovrebbe continuare a strapazzare i creazionisti, gli unici forse d’accordo che “qualunque sia il modo in cui la creazione e' venuta in essere e si e' evoluta, sia comunque Dio il creatore di tutte le cose”? C’era bisogno di aspettare fino ad oggi per dirlo? Dovrebbero comunque essere contenti anche gli evoluzionisti, che da questo momento dovrebbero trovare solo indifferenza verso le loro scoperte “materiali”. L’unico a rimetterci rimane quindi solo Teilhard de Chardin, che casualmente è vissuto in un periodo in cui per la Chiesa non era invece indifferente “il modo in cui la creazione e' venuta in essere e si e' evoluta”. …. Ora è però lui ad essere indifferente a questi dettagli. Con uno strano e fastidioso titolo “Con buona pace di atei e razionalisti anche la Chiesa celebra Darwin”, un articolo del Sussidiario riferisce del convegno alla Gregoriana. Se qualcuno avesse letto la risposta (25/2/08) del direttore dell’Avvenire ad un lettore antievoluzionista capirebbe quanto atei e razionalisti [razionalisti?! Sarebbe un’offesa o un complimento?] sarebbero contenti della diffusione della ragione anche in ambienti dove a volte se ne nota, con sorpresa ma soprattutto preoccupazione, la mancanza. Non si capisce nemmeno lo stupore (“un elemento che balza all’occhio è la frequenza con la quale ricorrono espressioni del tipo: “restano dei problemi”, “ha sollevato seri dubbi”, “molto resta da imparare” e simili”) di un fisico per i dubbi che normalmente caratterizzano qualsiasi scienza (e quindi anche la fisica…) e chiaramente la distinguono dalla teologia in cui i dubbi non esisterebbero o sono inutili: probabilmente non si sarà stupito per niente, né si sarà preoccupato (come alcuni) per la sorte di milioni di anime lì conservate ed ora raminghe, quando nel 2007 è stato abolito il limbo (e pure senza un adeguato preavviso …) Ma la frase più preoccupante è quella finale, in cui si mette in guardia dal pericolo “che una teoria scientifica si voglia erigere a spiegazione ultima della realtà …”; mai nessuna teoria scientifica si è mai proposta come una spiegazione ultima della realtà, dato che dovrebbe fornire la dimostrazione. Sarebbe strano che ci sia invece qualche teoria non scientifica che pretendesse di poterlo fare; nell’articolo sembra di intuire che si creda che questo sia invece l’obiettivo delle diverse religioni (“… ciò che ne farebbe o una pseudo-metafisica, o una pseudoreligione”), che non forniscono le prove approfittando dell’ampia copertura offerta dalla fede (o se necessario da altri strumenti coercitivi oggi ormai da tempo in disuso). Interessante anche la frase “teologi e biblisti, pure loro ben rappresentati nel programma romano, potranno mostrare la sterilità di tante contrapposizioni e proporre strumenti per evitare ogni opposizione frontale tra creazione ed


evoluzione, nonché le polemiche suscitate dall'Intelligent Design come se fosse una teoria scientifica alternativa al neodarwinismo”. [da ANSA] (SCIENZA E FEDE DIALOGANO SU DARWIN): si leggono molti interventi in favore della teoria dell’evoluzione … ma non si pensi di poterne trovare finora uno che esca dalla bocca di qualche religioso: sono addirittura entusiasti della teoria dell’evoluzione il biologo F.Ayala (“Darwin ha avuto il merito di dimostrare che esiste una spiegazione scientifica per le caratteristiche degli organismi"), il nobel W.Arber (“la teoria di Darwin è alla base della "moderna sintesi evoluzionista" alla base della biologia molecolare e dei futuri sviluppi della genetica, come la proteomica”), e il quasi nobel N.Cabibbo, che si fa notare in quanto fisico, ma concorda (“la teoria dell' Evoluzionismo gode di ottima salute, quella del disegno intelligente molto meno"). L’unico a non inserirsi nel coro è infatti mons.Ravasi ("l'analisi scientifica risponde a domande relative al modo in cui avviene l'evoluzione dei viventi, mentre compito della religione è interrogarsi sul valore che ha una creatura come l'uomo"), che forse ripensa alla poco educata frase citata nell’articolo scritto domenica 1/3: (“lo scienziato non è l'uomo che fornisce vere risposte, è invece colui che pone le vere domande”) o forse già sa che il COME non interessa più di tanto. D’altronde non vive immerso nel mondo di dubbi in cui vive ogni scienziato, tanto è vero che oggi avrebbe anche detto “noi non tanto abbiamo la verità, intesa come possesso oggettivo, ma siamo nella verità”. Sembra improbabile sperare che, dopo le dichiarazioni di mons.Ravasi e del Card.Levada, nei prossimi giorni qualche autorevole religioso abbia il coraggio di esprimere anche un giudizio positivo, oltre a critiche che derivano di solito dalla confusione fra piani diversi. ASCA: “EVOLUZIONE: OSS. ROMANO, DA CHIESA MAI CONDANNA, ID NON E' SCIENZA”: si riportano i punti salienti di un’intervista dell’Oss.Romano al direttore scientifico del progetto STOQ G.AuIetta, un filosofo che solo 2 anni fa, nel 2006, era preoccupato dalla teoria dell’evoluzione, che considerava … un’arma ideologica contro la religione.. Oggi probabilmente ha superato le sue preoccupazioni e la sua critica alla teoria dell’evoluzione, e scrive addirittura che “La teoria dell'evoluzione non soltanto non ha di per se' una carica anti-religiosa, ma nemmeno è una teoria che dal punto di vista epistemologico può provare che Dio non esiste'”, ma non il fatto che la Chiesa non ha mai accettato la teoria dell’evoluzione, tanto che può dire solo “'ne' la Chiesa cattolica, ne' suoi esponenti significativi, hanno mai condannato, ne' il darwinismo, ne' la teoria dell'evoluzione''. Prima di tutto qualcuno potrebbe chiedergli per quale motivo a Teilhard de Chardin sia stato impedito di pubblicare le sue opera finchè era in vita, perchè anche 7 anni dopo la sua morte sia stato confermato (Monitum del 1962) che le sue opere non potevano circolare nelle biblioteche degli istituti religiosi e perchè ancora oggi, a 54 anni dalla sua morte, non sia stato “riabilitato”. Anche perchè spesso viene citato e commentato…, come avviene anche in questo convegno APCOM: “Vaticano: Darwinismo non esclude credere che Dio ha creato terra”. E’ possibile che pochi strabuzzino gli occhi leggendo questo titolo. Ormai siamo a abituati a stravolgimenti dei fatti anche peggiori. La prima frase (“Il Vaticano ritiene che la teoria dell'evoluzione naturale di Charles Darwin non esclude credere che Dio abbia creato la Terra”) e il titolo dell’articolo fanno davvero cascare le braccia. Il fatto che sia stato il card. Levada a dirlo sarebbe la prova provata che non tutti sanno che Darwin non ha fatto proposte sulla creazione del nostro pianeta, essendosi occupato principalmente di evoluzione delle specie animali e vegetali, come si legge nel titolo della sua opera principale, “Sull’origine delle specie”. Mons.Levada è impreciso anche quando dice che l'evoluzione “prova l'inesistenza di Dio”, dato che, come anche dell’esistenza, non è possibile darne una dimostrazione. La teoria dell’evoluzione ci permette invece di dire con ragionevole sicurezza che Dio non è necessario per poter spiegare l’evoluzione biologica. Un concetto ben diverso, e di cui è facilmente dimostrabile l’importanza: da quando la medicina ha ridotto progressivamente il ruolo della preghiera come unica o principale terapia, la durata media della vita umana è almeno raddoppiata. Per qualcuno potrebbe essere la prova dell’inesistenza di Dio. Tutti potrebbero invece avere seri dubbi sulla sua possibilile utilità in assenza di una medicina su basi scientifiche, il che è una cosa diversa. Se si vuole essere autorevoli sarebbe bene invece pronunciarsi sull’attuale


versione della teoria dell’evoluzione; anche una valutazione della teoria originale proposta da Darwin 150 anni fa, oggi non avrebbe più molto senso … Sembra comunque che oggi mons.Ravasi sia più tranquillo: “Ravasi ha raccomandato "la nobiltà della distinzione, del riconoscimento della diversità degli approcci, del rispetto dei diversi statuti epistemologici". "Non dobbiamo cedere ha ammonito - alla miseria della 'hybris' integralistica, dell'arroganza esclusivistica. L'incrociare gli sguardi esclude la prepotenza, la prevaricazione, la prevalenza esclusiva". Anche se non ha rinuciato a far notare che non è possibile un confronto alla pari, ha spiegato perché si sente tranquillo: “occorre la consapevolezza che "noi non tanto abbiamo la verità, intesa come possesso oggettivo, ma siamo nella verità”. Possiamo solo sperare che questa tranquillità non lo porti a cercare di provare l’inesistenza della medicina moderna. Sembra evidente che al massimo potrebbe dimostrarne, suo malgrado, l’utilità. P.S. Qualcosa si potrebbe dire anche riguardo al titolo dell’articolo…: proprio oggi sull’Avvenire F.Ayala spiega all’inizio dell’intervista come sia completamente sbagliato parlare di “darwinismo”, un termine che non è corretto usare e che gli evoluzionisti non lo usano mai; lo usano spesso invece … gli antievoluzionisti, come dimostra il titolo dell’articolo… 3/3/09-IT

Grazie ai creazionisti dell’AISO che pubblicano una [soddisfatta] recensione su ICN_News (“Gesuiti creazionisti“) si riesce a scoprire qualcosa dell’articolo sulla teoria dell’evoluzione comparso il 17/2/09 sulla rivista dei gesuiti Civiltà Cattolica, a firma di Jean-Pierre Sonnet. Sembra di capire dalle poche frasi citate, che nella Genesi (ma solo nella Genesi 1) si avrebbe addirittura la dimostrazione [?!?] che “l'intervento divino non è rivolto a "classi" di animali, ma va diritto alle specie particolari … E queste specie appaiono "tali quali", cioè nello stato in cui le incontra lo sguardo dell'uomo. [...] Se le specie sono portate ognuna all'esistenza con un intervento immediato di Dio, sono pure create nella loro autonomia”. Nell’articolo dell’AISO sono citati altri articoli di Civiltà Cattolica sullo stesso tema, che arrivano a conclusioni diverse, scritti anni fa dal gesuita De Rosa. Non si può che concordare con il titolo dell’articolo originale: “RIVOLUZIONE A ROMA. Dalla Genesi a Darwin e ritorno: i gesuiti ora sono creazionisti”. Decisamente difficilmente credibile: meno di 10 giorni dopo la risposta (vedere qui sotto in data 25/2) del direttore dell’Avvenire che appoggia e addirittura rincara le critiche di un lettore a Dawin e alla teoria dell’evoluzione, oggi invece si puo’ leggere, sempre sull’Avvenire, un’intervista a F.Ayala in cui si spiega perché siano eccezionalmente importanti e utili le scoperte di Darwin … [Un’alternanza di docce fredde e calde, per i poveri lettori dell’Avvenire…!] Nell’intervista (“Darwin e l’occhio del calamaro”) F.Ayala cerca di far capire che solo la scienza può spiegare i meccanismi che hanno agito per creare l’immensa varrietà degli esseri viventi attuali, e lo fa con spiegazioni naturalistiche, le uniche che la scienza può fornire (“È possibile spiegare con leggi e processi naturali la forma e la struttura di organi e organismi viventi”, “Noi dimostriamo che [la selezione naturale] può spiegare benissimo [l’evoluzione dell’occhio]. Un organismo, quando trova beneficio a disporre di un occhio più completo, si migliora, riceve mutazioni favorevoli che vanno a vantaggio della specie”, “esempi chiari di come un organo da semplice diventi complesso”, “Anche oggi ci sono cose che la scienza non sa e che scopriremo in futuro”, “scienza e fede trattano di cose distinte. La scienza spiega i processi naturali con leggi naturali.”), e spiega come la religione si occupi invece di altro. Bisogna quindi che i cattolici capiscano che “Darwin e la teoria della selezione naturale non implicano materialismo metafisico, non negano l’esistenza di Dio, né i valori spirituali e morali”. Sconcertante una frase detta da F.Ayala nell’intervista, verso la fine, quando riferisce di un dato che ben difficilmente compare sulle pagine cattoliche, soprattutto perché smentisce uno dei punti centrali di qualsiasi ragionamento sull’inizio della vita e sull’inevitabilità del fatto che un embrione si trasformi in un bebè: “il sistema riproduttivo umano non è perfetto, al punto che il 20% delle gravidanze si conclude in un aborto spontaneo nei primi due mesi”. Forse il 20% è il limite inferiore di un dato che è indiscutibile ma difficilmente quantificabile, data l’impossibilità di verifica di aborti nelle fasi iniziali dello sviluppo. Comunque questo dato dimostra come sia ben difficile associare l’inizio della vita con lo zigote, dato che almeno il 20% degli zigoti sono bambini solo potenzialmente; questo perché,e i genetisti lo sanno bene, molti degli zigoti, essendo un prodotto dei meccanismi evolutivi casuali, sono difettati e quindi non vitali.


Da ricordare che F.Ayala è uno dei biologi universitari USA che si batte da anni per contrastare il neocreazionismo USA, e lo ha fatto anche quando il card.Schönborn ha pubblicato sul New York Times il 7/7/05 uno sconcertante articolo (“Finding Design in Nature”) a loro favore, criticato anche da F.Facchini il 16/1/06 sull’Osservatore Romano (“Evoluzione e creazione”) e dallo stesso F.Ayala che il 13/7/05 scrisse una una lettera per il papa insieme ad altri (Kenneth R. Miller e L.Krauss) per raccomandargli di smentirlo; la smentita non è ancora arrivata. Proposito delle docce fredde a cui il direttore sottopone i suoi lettori, oggi viene pubblicata sull’Avvenire la lettera di un lettore favorevole a Darwin e critico verso la lettera pubblicata qualche giorno fa (educatamente non cita il fatto che la risposta del direttore sarebbe stata per lui altrettanto inaccettabile) : “Ormai l’evoluzione più che una teoria è considerata un dato di fatto dagli scienziati e tutti i più recenti studi di genetica non fanno che confermarla. Chi continua a negarne l’evidenza è accecato da pregiudizi ideologici, gli stessi che condannarono Galilei poiché le sue scoperte si scontravano contro le ideologie del tempo (la terra immobile al centro dell’universo) e quindi furono liquidate come «prove inconcludenti », per usare gli stessi termini del lettore. Non cadiamo nello stesso errore, Darwin rappresenta uno dei più grandi scienziati al pari di Galilei, di Newton, di Einstein e il suo contributo alla conoscenza delle leggi naturali è altrettanto importante”. Per evitare la situazione assurda di una doccia mezza calda e mezza fredda, il direttore questa volta non risponde … anche perchè nelle stesse pagine troviamo una conferma nelle parole di F.Ayala, qualcuno sicuramente ben più autorevole di lui, che conferma le dichiarazioni del lettore e aggiunge altre informazioni sicuramente imbarazzanti per il direttore. L’aspetto curioso di questa lettera è che sembra un suggerimento per il discorso conclusivo di mons.Ravasi al convegno!!! Vedremo se accoglierà il suggerimento!

2/3/09-IT

Anche a Pavia inizia, proprio oggi, una serie di conferenze per il bicentenario darwiniano. Si terranno al Collegio Ghislieri, di solito al lunedi’. Ecco il Programma

2/3/09-UK

[da APCOM] E’ stato pubblicato oggi un sondaggio completo (finanziato dalla nota ricchissima fondazione religiosa USA Templeton Foundation) sulle opinioni degli inglesi sull’evoluzione biologica e le spiegazioni possibili. Interessante scoprire che, secondo il giornalista italiano che riporta la notizia traducendola, quasi la metà delle persone intervistate crede Darwin che sia stato autore della "Origine della Specie". La percentuale sembra troppo elevate: infatti egli scrisse “Sull’Origine DELLE specie”. Per quanto riguarda le spiegazioni fantasiose sull’evoluzione biologica, le percentuali sono davvero incoraggianti: “l'89% respinge il "progetto intelligente" e l'83% il creazionismo“. Qui l’articolo originale, nel sito web di chi ha realizzato li sondaggio: “What is Darwin's legacy?” (curiosa la citazione di versamenti annuali di Darwin a un ordine religioso missionario, e il riferimento al fatto che molti degli scienziati in contatto epistolare con lui fossero religiosi). Strane alcune incoerenze che sono emerse: “Some of the 37% who believe that 'humans evolved by a process of evolution which removes any need for God' also profess to believe in God elsewhere in the poll. It's possible that, philosophically, people think evolution removes the need for God, but continue to believe for other good reasons. Out of the 17% of people who are self-described creationists (the idea that God created the world some time within the last 10,000 years), only 11% believe it is either 'definitely' or 'probably' true. Thirdly, a significant number of people in the UK believe that you can't do both God and Darwin. Strangely, this is one issue (the only one perhaps) that 'fundamentalists', atheist and religious, are likely to agree on”. Altre info sintetiche sul sondaggio, qui nelle news, mentre i risultati completi sono qui:

“Rescuing Darwin: Faith and Darwin: Harmony, Conflict, or Confusion?” (2,060 UK adults between 14 October and 21 November 2008) e qui le Tabelle. Poco chiara la relazione fra questo sondaggio e una pubblicazione, sempre della “Theos”, pubblicata agli inizi di febbraio, che dovrebbe riferire su un sondaggio con risultati apparentemente molto diversi…: “Rescuing Darwin; God and evolution in Britain today” (è presentato qui nel sito della “Theos” in data 2/2 e una sintesi è: “Only half of the UK population consistently choose evolution over creationism or Intelligent Design, according to a major report published today by Theos”). In realtà sembra che il sondaggio sia lo stesso (finanziato dalla Templeton Foundation) ma che ai primi di febbraio sia stata fornita solo una sintesi che ha ricevuto numerose critiche, soprattutto per la presentazione tendenziosa di risultati che in realtà sembrano meno esaltanti per i siti antievoluzionisti (che erano stati ben contenti di pubblicarli):


commenti qui: blog Open Parachute, Daily Telegraph (“Poll reveals public doubts over Charles Darwin’s theory of evolution. Belief in creationism is widespread in Britain, according to a new survey”), LDV, British Humanist Ass.: (“The British Humanist Association has criticised research by the think-tank Theos as “an insult to the British public”). 1/3/09-IT

Sull’Avvenire oggi ben due articoli sul dibattito attuale sulla teoria dell’evoluzione, scritti da un esperto in neonatologia che si occupa di bioetica più che di evoluzione e da un antropologo esperto di evoluzione umana. •

Il primo articolo (“Altro che cieca, l'evoluzione ci vede benissimo”) è una copia (è stata eliminata una frase ripetuta ma è stato messo un titolo più battagliero) di un articolo già pubblicato dall’agenzia Zenit un mese fa, l’1/2/09 (“L’effetto dell’ambiente sull’evoluzione”) in cui si ipotizza che le caratteristiche epigenetiche non sorgano casualmente ma che si trasmettano “mutando l'espressione dei geni“ e quindi “ci vedano benissimo”. L’articolo è simile anche ad un altro pubblicato sul Sussidiario il 4/2/09 (“I conti (giusti) che Darwin fece senza l’oste”) dove si riprendono le stesse citazioni. In nessuno dei 3 articoli l’autore cita la sua esperienza professionale per far capire se almeno nella nostra specie (se davvero l’”evoluzione che ci vede benissimo”) le patologie ereditarie dovute a mutazioni casuali stiano o meno scomparendo. Chiaro invece che cerchi di criticare la teoria dell’evoluzione senza dire se le “creazioni separate” di cui parla all’inizio siano per lui la spiegazione migliore. Anche questi 3 articoli sono una dimostrazione dell’attesa, molto tranquilla in verità, verso un pronunciamento dell’autorità, che permetta di raccontare quello che certamente un neonatologo ben conosce: che i meccanismi ereditari scoperti dall’abate Mendel oltre a confermare i sospetti di Darwin sugli effetti dei meccanismi di trasmissione dei caratteri ereditari, confermano gli eventi casuali che (a partire dalla determinazione del sesso) vengono dimostrati ad ogni parto. Abbastanza diverso, ovviamente, l’articolo sull’Avvenire di mons.F.Facchini (“DARWIN, MEGLIO DEI SUOI NIPOTINI”) , dove al caso (ovviamente – ma dovrebbe essere ovvio anche per chi vede nascere maschi e e femmine al 50%!!) viene riconosciuto un ruolo importante. Non sembra comunque che il testo giustifichi il titolo, che non sembra certo un.cordiale “benvenuto” rivolto agli evoluzionisti scelti per essere invitati al convegno … Purtroppo anche nel suo articolo si presenta all’inizio l’inutile (o forse è utile ad uso interno) elenco delle distorsioni delle idee di Darwin applicate in contesti impropri. Fa quasi sorridere l’utile indicazione che “un certo concetto di creazione” è oggi superato (il neonatologo non era stato affatto chiaro, forse perché preferisce non chiarire la sua opinione sul creazionismo): “Darwin si distaccava da un certo concetto di creazione, quello che era comune al suo tempo e oggi superato”. Da apprezzare il giudizio positivo sull’intelligenza di Darwin e sul suo contributo a eliminare idee che almeno qualcuo nella chiesa oggi ritiene “superate” … che invece non è affatto apprezzata nell’altro articolo, dove si mescolano aspetti scientifici e aspetti politici con l’obiettivo evidente di negare o svalutare il contributo di Darwin all’evoluzione culturale umana (“La teoria sull'evoluzione è stata partorita da teorie nate a contatto del pensiero malthusiano, secondo cui il mondo è una continua e cieca lotta per la sopravvivenza tra cambiamenti casuali; ed è nata non a caso [?!] nell'epoca vittoriana, in cui l'Impero inglese cercava le basi filosofiche e scientifiche del suo diritto a conquistare e governare il mondo di cui doveva dimostrare di essere il frutto migliore e più adatto”) – possiamo immaginare che giudizio si darebbe di ideologie nate e diffuse sotto un altro impero, quello romano … magari solo grazie … alla conversione di un imperatore…). F.Facchini ha certamente ragione quando si preoccupa che “purtroppo in molte persone è passata l'equazione darwinismo=ateismo, evoluzione=ateismo, al punto che sembra si tolga qualcosa a Darwin o alla teoria dell'evoluzione se si sostiene una visione evoluzionistica aperta alla trascendenza” . Purtroppo non spiega CHI faccia passare questa equazione (qualche sospetto ovviamente c’è …sia fra autorevoli laici che fra autorevoli chierici), anche perché le stesse persone forse non gli perdonerebbero il paragrafo successivo, a partire dalla prima frase “l'evoluzione è un fatto, come oggi si ammette”, per arrivare alla conclusione “i fatti si conoscono, si accertano, si cerca di capire come sono avvenuti”. La successiva osservazione “E fin qui non dovrebbero esserci


differenze sostanziali tra credenti e non credenti” è discutibile e porta ad un “allarme” abbastanza originale ma soprattutto davvero angosciante e che richiederebbe un convegno tutto per sé: “Un secolo e mezzo di studi e ricerche non possono essere trascorsi invano”. L’allarme (molto serio anche perché per ben un terzo del periodo è probabile un riferimento all’esperienza personale di evoluzionista in tonaca) allude forse ai 350 anni passati prima che la Chiesa nel 1992 si scusasse per come aveva trattato Galilei, o al fatto che solo la chiesa anglicana si è scusata (il 16/9/08) non solo per non aver capito niente della teoria dell’evoluzione, ma soprattutto per aver trascinato milioni di suoi fedeli a difendere ideologie che erano “comuni al tempo di Darwin e oggi superate”. A questo punto sembra probabile che il pensiero nascosto di F.Facchini sia che 1) le differenze fra credenti e non credenti (nella teoria dell’evoluzione…?) ci sono e che 2) un secolo e mezzo - con entusiasmanti scoperte e conferme che cita - è trascorso invano (e il titolo che i redattori gli hanno dato all’articolo sembra proprio una conferma non richiesta … né motivata dall’articolo). Nella conclusione dell’articolo, F.Facchini usa però un concetto di creazione non superato né spiegato (e ben più ampio del concetto teologico, dato che fornirebbe spiegazioni di fatti materiali) riferendosi a “conciliabilità della evoluzione con la creazione”, a “novità che rappresentano una estensione della creazione”, a “una visione della creazione che lascia spazio alle cause seconde, compresi eventi aleatori” [è autorizzata l’ipotesi di accettare eventi aleatori fra le cause seconde?]; apprezzabile la definizione di “questione non scientifica” per “le differenze di vedute fra gli scienziati nella visione generale delle cose per quanto riguarda la dimensione trascendente”. Con l’avvicinarsi dell’apertura del convegno in Vaticano sull’evoluzione (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”), l’evento è presentato anche su alcuni quotidiani laici: •

Sul Sole 24 ore si può leggere un articolo di mons.Ravasi (“Il Rubicone dell'uomo”); l’incipit dell’articolo sembra invocare l’orgoglio - piuttosto che l’umiltà ma soprattutto la curiosità auspicata da GP2 nella lettera a P.Coyne del 1988 o la separazione di competenze ed obiettivi proposta dallo stesso mons.Ravasi solo 4 anni fa, nel 2005. Soprattutto in questa occasione, un convegno sull’evoluzione biologica e sulle spiegazioni “scientifiche” su cui la Chiesa indirizza soprattutto critiche (F.Facchini addirittura sospetta, e non si può dargli torto, che si disprezzi un secolo e mezzo di studi e ricerche!!) non sembra irrilevante premettere che “Si deve lasciare alle spalle l'orgogliosa autosufficienza dello scienziato che relegava la teologia nel deposito dei relitti di un paleolitico intellettuale” . Purtroppo il ragionamento di mons.Ravasi non sembra rispettare nemmeno le sue stesse premesse (tratte da M.Planck o da GP2) quando fa capire, citando Levi Strass, come valuti l’utilità della scienza (“lo scienziato non è l'uomo che fornisce vere risposte, è invece colui che pone le vere domande”) e quali strumenti intende utilizzare per ragionare sull’evoluzione biologica e che rispetto abbia per tre secoli di ricerche scientifiche: “la filosofia ci aiuta a individuare il trapasso dalla pura e semplice biologia, per cui l'organismo funziona secondo regole obbligatorie” ; la conclusione del ragionamento sarà poi una citazione del papa attuale che invita gli scienziati … a non accontentarsi del metodo scientifico, travalicando «la limitazione autoimposta alla ragione solo a ciò che è verificabile nell'esperimento» … Sembra di capire che un articolo iniziato con «Fede e scienza sono complementari e non opposte e incompatibili» si conclude con l’invito alla scienza a rinunciare al metodo che la rende complementare (o meglio alternativa) alla teologia. Si sa dai discorsi di Regensburg che questo invito a rinunciare al rigore del metodo scientifico devrebbe permettere alla teologia di disporsi, come avveniva nei secoli pregalileiani, su un piano superiore alla scienza ... E’ abbastanza interessante notare come mons.Ravasi pensi che l’evoluzione sia un fenomeno che riguarda solo la nostra specie e come eviti quindi un punto piuttosto delicato: accenna al fatto che per descrivere l’evoluzione umana “si è preferito puntare più sui "marcatori" culturali”, e cita il linguaggio, l’attività simbolica e la sensibilità estetica, ma sorvola sul fatto che anche la comparsa delle diverse religioni nel corso dell’evoluzione sia un evento sicuramente associabile a questo momento di “trapasso dalla pura e semplice biologia, per cui l'organismo funziona secondo regole obbligatorie”


FEBBRAIO 2009 28/2/09-IT •

27/2/09-IT

Possiamo sperare che qualcuno al convegno in Vaticano ricordi anche a mons.Ravasi che Darwin scrisse ad un amico prete del suo paese, J. Brodie Innes: "I hardly see how religion & science can be kept ... distinct. But... there is no reason why the disciples of either school should attack each other with bitterness". Una tale fredda accoglienza (“lo scienziato non è l'uomo che fornisce vere risposte“) sembra ingenerosa, tanto più che gli scienziati invitati al convegno sono stati scelti fra quelli che non si sono fatti notare per la difesa della biologia evoluzionista da assurde critiche di fonte religiosa. Sempre sul Sole 24 ore P.Leclerc (Né confusioni, né steccati”) presenta il convegno e le sue diverse sessioni; dopo che mons.Ravasi ci ha dato la brutta notizia che “lo scienziato non è l'uomo che fornisce vere risposte“, P.Leclerc ci lascia senza speranze: nemmeno la teologia (nè “una lettura scientifica dei testi della Bibbia”) ce le fornisce (“la Sacra Scrittura non indica come funziona il Cielo” in quanto serve solo per indicarci “la ‘via’ che ci può permettere di raggiungerlo”). E’ angosciante sospettare che la giusta preoccupazione di F.Facchini (“Un secolo e mezzo di studi e ricerche non possono essere trascorsi invano”) possa riguardare un periodo “di studi e ricerche” non limitato a un secolo e mezzo … Se qualcuno volesse contestare anche solo i 150 anni, basta la citazione di Teilhard de Chardin per smentirlo. Gentiloni sul Manifesto scrive un articolo su “La svolta della teologia dopo Darwin” che sembra contestare (“anche il Vaticano pian piano si convinse”, “Si inserisce la vicenda dell'uomo nel complesso dell'universo e della sua storia”) la visione più pessimista dello stesso F.Facchini.

Su Repubblica articolo di V.Mancuso sulla teoria dell’evoluzione. Il titolo fa sperare (“Così un teologo vede l'evoluzione”), ma la frase principale rimane “io francamente qui mi muovo su un terreno non mio”, tanto più che si sorregge alla “vulgata darwinista tradizionale” e a “quello che normalmente si legge sui giornali”. Nel caso passasse da queste parti anche chi segue molto malvolentieri le scoperte che dimostrano le diverse tappe dell’evoluzione, anche umana (prima di inventersi nuove critiche c’è comunque da studiare, e non è facile … se non si riesce per motivi ideologici né ad accettare, come tutti gli esperti, la teoria dell’evoluzione, né a proporne una alternativa), abbiamo in questi giorni un’ulteriore prova dell’evoluzione a mosaico che ha caratterizzato anche della nostra specie. Sono state scoperte a Ileret, nel nordest del Lago Turkana, impronte di piedi molto simili alle nostre in una periodo in cui la capacità cranica media era decisamente scarsa rispetto ai valori medi attuali, confermando il bipedismo come prima fondamentale acquisizione, prima di rilevanti modifiche nella struttura dell’encefalo. Le impronte fossili si aggiungono a quelle, decisamente più antiche (3.6 milioni di anni, attribuite all’Australopithecus afarensis) trovate a Laetoli in Tanzania. Articoli: Los Angeles Times, Corriere, Repubblica.

[da Pikaia] E' da oggi in edicola l'ultimo numero di Micromega interamente dedicato

al bicentenario della nascita di Charles Darwin (Almanacco di Scienze: Darwin, 1809-2009). Da notare l’articolo di T.Pievani (“L’evoluzione addomesticata ovvero come Ratzinger vuole annettersi Darwin”) e quelli di O.Franceschelli (“Darwinismo e finalismo: la teologia impossibile”), M.Luzzatto (“Darwin e Qohèlet“) e G.Barsanti (“Miseria del Disegno intelligente“) sulle ultime penose strategie di attacco alla teoria dell’evoluzione da parte di chi ancora non riesce a decidersi, col rischio, come raccontava anche il gesuita De Rosa (su Civiltà Cattolica, 19/11/05) che “Se poi questo cristiano ha raggiunto un livello culturale abbastanza alto e conosce, anche soltanto in maniera elementare, ciò che la scienza oggi insegna sull’origine dell’uomo con la teoria dell’evoluzione, rimarrà scandalizzato dall’atteggiamento della Chiesa che continua a insegnare quella che può apparire una favola per bambini e si convincerà che c’è opposizione tra quanto insegna la fede cristiana e quanto afferma la scienza”. Interessante anche la discussione fra V.Mancuso e T.Pievani e l’articolo della filosofa della scienza Barbara Forrest (“Intelligent Design: creazionismo col belletto”), una delle prime traduzioni in italiano di chi ha svelato la vera natura neocreazionista dei sostenitori dell’ID USA, che ora, dopo la bruciante sconfitta al processo di Harrisburg/Dover si muovono con una maggiore prudenza. [da Pikaia] Il Corriere ha pubblicato "Un saggio di Piergiorgio Odifreddi. Il pensiero


27/2/09-USA

26/2/09-IT

di Darwin: origini e evoluzione", in cui E.Boncinelli parla dell'ultimo libro di Piergiorgio Odifreddi, intitolato "In principio era Darwin". Da notare come Boncinelli apprezzi il percorso di un matematico che, con l’uso della ragione, “ha approfondito un argomento che prima probabilmente ignorava e che alla fine si è impadronito dei nodi essenziali dell’evoluzionismo, molto meglio a mio giudizio di tanti colleghi biologi”. La valutazione di “tanti colleghi biologi” non può che essere severa, dato che viene da un … fisico (che è comunque innegabilmente ben diverso da “tanti suoi colleghi fisici” che hanno qualche problema a capire l’evoluzione stessa). [Sarebbe interessante verificare cos’hanno in comune i fisici e i biologi che non capiscono –o preferiscono non raccontare in giro - i nodi essenziali dell’evoluzionismo … qualche sospetto comunque c’è]. [dal museo tridentino di scienze naturali] Oggi a Trento un’iniziativa importante, piuttosto rara in Italia e visibile in streaming sul proprio computer. Il MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI DI TRENTO e la FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO presentano, il 27 FEBBARIO 2009, “REASONS FOR HOPE”, l’unico intervento scientifico per l’anno in corso della famosa ricercatrice britannica JANE GOODALL, figura scientifica fra le più importanti nel campo dell''etologia e delle attività in difesa della natura. La conferenza si terrà presso l''Auditorium S. Chiara di Trento, alle ore 20.45. Per chi non potrà essere presente sarà inoltre possibile seguire l''intervento in diretta sul sito www.mtsn.tn.it. Sul corriere del Trentino del 22/2/09 un’intervista a Daniela De Donno, coordinatrice del Jane Goodall Institute, sezione italiana. Speriamo che l’iniziativa non faccia innervosire i creazionisti trentini … che comunque verrebbero stoppati ancora una volta dai teologi dell’Istituto Trentino di Scienze Religiose (“AUTIERO. Teoria dell'evoluzione e scienza. La paura è cattiva consigliera“) [Dal Jane Goodall Institute, sezione italiana] Jane Goodall si trasferirà poi a Roma. Comunicato stampa. Nel sito delle news del JGI-Italy leggiamo: Dieci Anni per la Natura. Dieci Anni per i Piccoli della Tanzania. “LA LUPA” A JANE GOODALL CERIMONIA IN CAMPIDOGLIO IL 1 MARZO e PREMIO JGI FATYNA 2009 AD ALESSIA MARCUZZI. Domenica primo marzo, in occasione del decennale del Jane Goodall Institute Italia il Presidente del Consiglio Comunale di Roma Marco Pomarici consegnerà “La Lupa” alla fondatrice Jane Goodall, DBE e Ambasciatrice di Pace per l’ONU per l’impegno ambientale e umanitario dell’Istituto italiano. La cerimonia (ingresso solo per invito) si terrà alle ore 10.30 nella prestigiosa sala Pietro da Cortona (Musei Capitolini in Campidoglio) e vedrà una conferenza stampa, un intervento della scienziata, la proiezione del video-documento (7 min) "Essere bambini a Kigoma" di Giuliana Palmiotta, già menzione speciale al Paola Biocca International Award 2008. In chiusura la violinista Masha Diatchenko (7 min). Interverranno, oltre a Goodall, il professore Ferdinando Boero, Daniela De Donno, presidente dell’Istituto Jane Goodall Italia, Massimo Di Forti, il Messaggero, Claudio Manicastri, direttore del Museo di Zoologia. Sul sito del NCSE un articolo con links a nuovi “Journals celebrating the Darwin anniversaries”. Tempo che gli antievoluzionisti hanno finito di leggere tutto quanto è disponibile gratuitamente on line… il 2009 sarà finito … non avranno avuto il tempo di dimostrare delle loro scoperte … e continueranno a dire solo “no, questo non mi piace”. Si parla di siti darwiniani organizzati da Science e da Nature, dello splendido numero speciale di Lancet in flash e di un numero speciale su Darwin dell’American Biology Teacher. Impressionante l’impatto del creazionismo sull’insegnamento della biologia nelle scuole superiori USA; in Italia non ci sono dati, ma il tradizionale insegnamento del creazionismo fin dai primi anni di scuola sembra meno efficace … in assenza di polemiche. Heredity dedica al bicentenario il numero di gennaio con articoli free sulla genetica dei meccanismi di speciazione. Il J.of Biology si chiede “What did Charles Darwin prove?”, ma l’articolo non è disponibile. Sulla rivista Science un articolo di A.Curry sul creazionismo in Europa. Purtroppo non ci chiarisce che si mettono insieme le iniziative di diversi gruppi di antievoluzionisti pure di religioni diverse. Si parla così del deputato europeo polacco, di un sondaggio fra insegnanti in UK e del voto al Consiglio d’Europa in difesa dell’evoluzionismo (dei appresntanti italiani, ben 3 su 4 hanno votato contro!!!) del Papa e dei cattolici ma anche di quello che succede in Turchia. Sconcertante ma interessante articolo su Europa (“Bioetica. Cresce in università il fronte anti-Cei. La rivolta dei filosofi cattolici”) che cerca di fotografare una situazione


molto dinamica e piuttosto confusa che coinvolgerebbe la bioetica cattolica nella zona di Milano e dintorni, e in particolare si evidenzierebbe un contrasto fra le due università cattoliche milanesi, il San Raffaele e la Cattolica; dopo la critica globale del teologo Hans Kung, ora il dissenso coinvolge problematiche che si avvicinano alla biologia e alla ormai secolare allergia della chiesa (nonostante i grandi meriti della curiosità degli abati Stoppani, Spallanzani e Mendel) per le spiegazioni naturalistiche della realtà biologica: “Ieri, per dire, il Foglio anticipava «a tradimento» l’appello di alcuni filosofi morali contro la linea ufficiale della Cei sul testamento biologico e il teologo Vito Mancuso chiedeva, su Repubblica, un Concilio Vaticano III per una nuova teologia della natura. «Se ai nostri giorni la Chiesa sembra talora tornata a quella della Controriforma – scrive Mancuso – questo lo si deve a un’antiquata teologia della natura che ancora governa la dottrina, incapace di assumere il principio di laicità introdotto dal Vaticano II a proposito della storia»”. Anche qui si evoca, come faceva il gesuita De Rosa (su Civiltà Cattolica, 19/11/05) il fatto che se si continuasse a leggere la Genesi come se fosse un libro di scienze, ci sarebbe “… la rivolta dei cattolici più colti, quelli che possono parlare sui giornali e farsi sentire”. Si scopre poi che “i filosofi cattolici meno ortodossi hanno deciso di rompere il fronte del silenzio”, e che “molti filosofi che insegnano in Cattolica hanno più difficoltà a parlare liberamente, a venire fuori, anche per ragioni “istituzionali”. Ormai là comandano Opus Dei e Comunione e liberazione» . «Sui temi della bioetica c’è paura di esporsi in pubblico, – aggiunge Mordacci – i cattolici non allineati preferiscono non esporsi, non per banali ragioni di carriera accademica, ma perché rischia di essere messa in dubbio la loro appartenenza alla famiglia cattolica»” . Proprio quello che si era potuto verificare dalle parole del filosofo cattolico romano Antiseri in un dibattito a Pavia il 4/2/09, dove aveva dato improvvisamente ragione alla tesi sostenuta da G.Giorello nel libro “Di nessuna chiesa. La libertà del laico”. 25/2/09-IT

Nell’inserto TuttoScienze della Stampa compare un’intervista fatta ai coniugi Grant sui fringuelli delle Galapagos, che furono osservati e studiati da Darwin durante e dopo il suo viaggio sul Beagle: "L'evoluzione? Qui è in diretta". Nello stesso inserto scientifico anche un’intervista a uno dei curatori della mostra «Al futuro di Galileo»: “C'è voluto Galileo per fare Darwin”. Visto che già fin nel titolo si cerca di sottolineare che Darwin non ci sarebbe stato senza Galilei (o meglio senza il microscopio…) può essere importante ricordare anche che senza Darwin [ma anche Wallace o qualcun altro, no?!] non ci sarebbe stato il grande successo della biologia e della medicina nel XX secolo. Davvero impressionante una lettera al direttore pubblicata oggi sull’Avvenire (“Mode culturali: Darwin «star» dei sondaggi”); un lettore si stupisce per il fatto che in un sondaggio fatto da un quotidiano prevalga Darwin su Lincoln: “Le teorie di Darwin , nella migliore delle ipotesi, sono da verificare (la loro riproducibilità 'galileiana' non è ancora dimostrata e gli esperimenti fatti sono inconcludenti ); peraltro penso che l’evoluzione possa essere una faccia della realtà, che però nel caso dell’Uomo è tutta da verificare; Non può sfuggire il fatto che le teorie evoluzioniste sono usate come 'arma' contro la Chiesa ”. [l’ultima frase ricorda tanto un articolo scritto nel 2005 - “A New Arms Race”, del 3/8/2006 - dal direttore scientifico del progetto STOQ, che coordina tutte le iniziative vaticane sul rapporto scienza-fede]. Uno si aspetterebbe a questo punto che, a pochi giorni da un convegno su Darwin organizzato in Vaticano, il lettore venga criticato per le sciocchezze che ha scritto. Nulla di tutto questo. Anzi, come se il convegno in Vaticano fosse un tentativo di sequestrare Darwin e i suoi “nipotini” per rinchiuderli a Castel S.Angelo il direttore aggiunge altre randellate, citando la “presunta «scientificità» dell’evoluzionismo darwiniano” e infierisce ulteriormente: “Contrapporvi e, anzi, sovrapporvi la figura di Darwin per «il maggior contributo all’umanità» la dice lunga sull’eversione della logica a cui può condurre una superficialità di massa, pronta a digerire acriticamente le tesi intorno alle quali i mezzi d’informazione tendono a uniformarsi. La mentalità scientista, retaggio di un positivismo ottocentesco e massonico, sta facendo breccia nell’opinione pubblica grazie a una «cultura» in pillole, senza contraddittorio, riversata da giornali e tv, «cultura»


più simile ad una subcultura che niente ha a che spartire con la vera formazione delle coscienze”. La paura della scienza di cui parlava GP2 nella lettera a P.Coyne del 1988 sembra essersi già trasformata in panico. D’altronde il diretore dell’Avvenire non è nuovo a queste sparate e a questo disprezzo delle competenze. 24/2/09-IT

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24/2/09-VA

Su Liberazione un’intervista a Francesco Cavalli Sforza (“FRANCESCO CAVALLI SFORZA: «LA RAZZA NON ESISTE, IL RAZZISMO SÌ»”) sul tema della razza e del razzismo. Si spiega perché per i biologi il massimo mescolamento delle caratteristiche genetiche, la massima biodiversità, è la migliore garanzia per la sopravvivenza della nostra specie . [da Pikaia] E’ disponibile il programma delle interessanti iniziative previste per il Darwin day a Parma, il 5 e 6 marzo prossimi. Si parlerà molto anche di primati (Visalberghi, De Marco, Ferrari) oltre che di Wallace (Focher). Brochure PDF [da Pikaia] Il 2 marzo prossimo Lynn Margulis sarà a Milano, per cui si parlerà certamente di simbiosi e degli sconcertanti meccanismi evolutivi, attuali e arcaici, ad essa connessi. Qui su Pikaia la notizia, e qui anche la Locandina. Un’interessante notizia, che però in Italia non è riuscita proprio a circolare, riguarda proprio due punti della biologia che sono sempre i primi ad essere contestati (senza prove) quando da ambienti religiosi si critica la teoria dell’evoluzione: il ruolo del caso e il fatto che la biologia e le spiegazioni “materialistiche” non sarebbero comunque mai sufficienti … ormai da 150 anni; ovviamente la biologia, come tutte le scienze, cerca solo quelle spiegazioni perché sono le uniche che poi possono fornire strumenti di diagnosi utili per interventi costruttivi sulla realtà. Purtroppo questa impostazione ideologica contro la biologia prova a negare le spiegazioni naturalistiche e cerca di far credere che ci sia invece un progetto che coprirebbe e gestirebbe tutto ciò che avviene. La notizia, che fra l’altro ha iniziato a “circolare” già da 20 giorni sulla stampa cattolica sia USA (3-15/2/09

National Catholic Review, 17/2/09 Beliefnet,

Renewamerica il 10/2/09) che italiana (Zenit il 5/2/09 , ASCA il 4/2/09, Agenzia Adista il 16/2/09) riguarda il sesso della figlia nata al fondatore dei Legionari di Cristo. Fr.Marcial Maciel Degollado, morto l’anno scorso, già aveva creato qualche problema che era stato analizzato però quasi solo dalla stampa cattolica USA (Archivio

della National Catholich Review, Video “Vows of Silence” nel sito

del NCR sul sistema giudiziario vaticano). La notizia ovviamente è interessante perché fa riflettere sulla possibilità di verificare appunto sia il ruolo del caso che quello delle forze “materiali” (ormoni e comportamenti, ovviamente molto naturali, da essi determinati) che spingono tutti gli esseri viventi, piante e animali, verso l’obiettivo vitale di riprodurre e conservare un bene sicuramente importante e “non negoziabile” come la vita sul pianeta. Certo esiste una spiegazione alternativa alla dimostrazione sperimentale data da Fr. Marcial Maciel Degollado dei meccanismi biologici (molti dei quali basati chiaramente sul caso, come la scelta del sesso) che guidano l’evoluzione biologica. Non è detto che questa spiegazione alternativa del fatto che sia nata, e che sia una femmina invece che un maschio, sia più accettabile. Secondo la Chiesa cattolica infatti noi “Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario”. [sembra di capire che in alcuni casi però è meglio non farlo sapere] Forse in questa frase possiamo trovare una giustificazione anche al funzionamento del sistema giudiziario vaticano in questo “increscioso” (secondo loro) caso, e della reazione brusca del Card.Ratzinger mostrata nel video citato e riferita ai precedenti comportamenti (“incresciosi” secondo tutti) che per anni erano stati “superati” col silenzio e si sono conclusi con una lieve pena (non farsi vedere troppo in giro). Si spiegherebbe invece solo con un ruolo rilevante dei fattori “naturali” e “materiali” la preoccupazione per il futuro dei Legionari, di cui si parla in un articolo ottimista della NCR (“'Difficult, not impossible' for Legionaires to recover”). 23/2/09-IT

Pochi sanno resistere quando si tratta di rispondere a dei quiz … anche se gratis …; su Galileo una decina di domande (con la soluzione) aspetta chi vuole verificare le proprie conoscenze sull’evoluzione biologica e sui suoi meccanismi. Non troppo difficili, tranne per chi non non riesce a decidere se gli evoluzionisti siano darwinisti


dogmatici o ex-darwinisti parricidi. 22/2/09-IT

Su Europa un interessante articolo (“DARWIN? FA PIU' PAURA DI MARX”) in cui si cerca di verificare se anche Darwin si aggiri come uno spetto non solo per l’Europa, pronta a spaventarla. Bella e realistica (purtroppo) la frase “Nessun profano oserebbe mettere in dubbio la teoria della relatività o la meccanica quantistica; tutt’al più direbbe di non essere qualificato a parlarne. Nel caso della teoria dell’evoluzione invece i profani non hanno mai smesso di vociferare la loro opinione”. In realtà la frase sottovaluta una situazione che è ben più pericolosa, in quanto si attenta alla ragione: infatti ogni volta che si cerca di far capire che le sciocchezze dei profani non possono comunque modificare una realtà che conferma la teoria dell’evoluzione, è subito pronta l’accusa di dogmatismo; ovviamente assurda e ridicola (soprattutto se riferita all’attuale teoria dell’evoluzione, molto modificata rispetto all’originale imposrtazione darwiniana, ma anche se lo scopo è difendere il dogmatismo religioso, indiscutibile e ben difeso), ma qualcuno ci potrebbe credere, con gravi danni per la ragione, come si vede in questa intervistata e in questo intervistatore. Sull’Occidentale un articolo (“Alla Chiesa piace Darwin ma non i darwinisti”) che dimostra i limiti che incontra la diffusione di informazione scientifica quando è mediata da persone esperte in campi diversi dalla biologia. Interessante comunque questo articolo, in difesa della posizione della Chiesa (quale? Proprio in questo periodo sembra che ce ne siano tante e anche posizioni di qualche anno fa, come quella di mons.Ravasi del 2005, si sono modificate), ma che mette in evidenza uno dei problemi che rende difficile una mediazione quando si incontra un problema, quello del peccato originale, su cui di solito si sorvola. Qui non solo non si sorvola, ma si fa credere che possa essere un problema politico (“Tutti i veri problemi teologici hanno anche formidabili risvolti politici, a cominciare da quello del peccato originale, che è implicato dall’evoluzionismo” ). L’articolo riprende un precedente articolo (del 9/1/09) dello stesso autore (“Il peccato originale e i suoi surrogati moderni secondo R.Spaemann”) comparso in un sito web cattolico, in cui si commentava un recente libro (“La diceria immortale”) di R.Spaemann. Commenti molto, forse troppo, simili sono stati pubblicati pochi giorni fa, il 19/2/09 da Mons.Crepaldi (“Aspetti politici del darwinismo a 200 anni dalla nascita di Darwin”) nel sito web dell’Osservatorio Van Thuan, che dirige. Un programma intelligente, grazie anche agli ingegneri informatici di Google, permette di scoprire che alcune frasi iniziali di Mons.Crepaldi si ritrovano anche nell’articolo di oggi (“Tutti i problemi teologici hanno anche formidabili risvolti politici”, “Il peccato originale presuppone una metafisica della creazione”), ma nella seconda metà dell’articolo forse si confida un po’ troppo nel fatto che mons.Crepaldi non abbia tempo di leggere anche l’Occidentale. Da notare comunque alcune curiose differenze fra i due testi: •

è stata aggiunta ex novo una frecciata contro E.Boncinelli (confermando il dubbio che siano spesso i cattolici “laici” a indicare nomi e cognomi … anche quando i chierici sono più discreti – si dice il peccato ma non il peccatore), ma soprattutto • è stata eliminata la frase, decisamente un po’ forte e poco dimostrabile, “La Chiesa ha sempre cercato di aiutare a distinguere la scienza dall’ideologia” (in realtà proprio sui problemi della biologia evolutiva, di cui tratta l’articolo, spesso si cerca di ricoprire il più possibile con il mantello dell’ideologia, anche dove l’ideologia proprio non c’è, come nel ruolo del caso … per giustificare gli interventi censori); • anche la originale (parecchio originale) distinzione fra evoluzionismo (che sarebbe buono) e darwinismo (che sarebbe invece cattivo) è stata eliminata, anche se • nel dubbio in un paio di frasi “evoluzionismo” è stato sostituito da un riferimento a Darwin. In realtà l’articolo del 19/2 sembra voler chiarire ed evidenziare, in maniera autonoma rispetto ad altri “chiarimenti”, alcuni punti che impedirebbero un passaggio importante e forse necessario l’accettazione della teoria dell’evoluzione (che forse altri, dopo 150 anni, auspicherebbero - anche per far prendere una boccata d’aria alla ragione troppo spesso citata senza motivo):. Si può cominciare da questa definizione, che non sembra però accettata da tutti:


“Evoluzionismo è una ipotesi / teoria scientifica la cui validità viene attestata dalla scienza. Si ha, invece, darwinismo quando si assegna alla teoria dell’evoluzione un significato superiore a quello strettamente scientifico, trasformando una tesi scientifica in una filosofia o addirittura in una religione”. [Il 10/2/09 mons.Ravasi aveva invece detto che l’evoluzionismo “si è trasformato progressivamente in un sistema ideologico interpretativo dell’intera realtà umana, passando oltre – perciò – il suo ambito specifico”]. Anche questa distinzione non è stata recepita nell’articolo di oggi, tanto è vero che in un punto si modifica una parte del testo originale di mons.Crepaldi. 21/2/09-VA

E’ uscito, nell’ultimo numero di Civiltà Cattolica, un articolo del gesuita P.Serra sull’evoluzione umana. Piuttosto “asettico” il titolo (“A 150 ANNI DALL'«ORIGINE DELLE SPECIE» DI DARWIN”), ma ben poco chiaro il riassunto: Viene affrontato il tema dell'origine biologica dell'Homo sapiens…. Tutta la struttura biologica di questo Homo sapiens è un evidente capolavoro -- è sufficiente ricordare le meravigliose strutture del cervello -- intrinsecamente associato a una componente non più di ordine materiale, ma strettamente spirituale: lo «spirito» o «anima». Anima che esercita la funzione «mente», radice comune delle due facoltà «intelletto» e «volontà». Bisogna attendere il testo completo, soprattutto per capire se questo giudizio entusiasta sulla struttura biologica si potrebbe estendere anche alle scimmie o magari almeno allo scimpanzé, bestie meravigliose quasi quanto l’uomo e con una mente che funziona probabilmente bene anche se (forse) senza anima.

21/2/09-VA

Sono stati messi in rete altri video della conferenza stampa di presentazione del convegno vaticano di marzo sull’evoluzione (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”), tenutasi il 10/2/09. • Don Giuseppe TanzeIIa Nitti parte 1 e Don Giuseppe TanzeIIa Nitti parte 2. Interessante e nuova la sua ammissione iniziale, quando dice che, parlando di evoluzione, quasi tutti oggi hanno in testa la spiegazione della Genesi: “Per la gente comune il racconto biblico della creazione rappresenta ancora in larga parte l’orizzonte di comprensione dell’origine naturale del mondo e della vita, uomo compreso”. Quel che dice non è del tutto vero, secondo alcuni recenti sondaggi anche comparativi, ma comunque sappiamo bene che bisogna capire il perchè; e si scoprirebbe che NON è solo la gente comune ad avere idee settecentesche … e quindi è spiegabile il motivo per cui molta “gente comune” è nella situazione di essere così poco attrezzata per capire il mondo attuale. Oltre ai cardinali, in Italia comunque ci sono alcuni filosofi, fisici, matematici e teologi che ancora oggi sono certi che sia proprio la Chiesa cattolica a pensare che “il racconto biblico della creazione rappresenta ancora in larga parte l’orizzonte di comprensione dell’origine naturale del mondo e della vita”, per cui si adeguano, cercando anche di contrastare la diffusione delle conoscenze scientifiche. Di solito le contestazioni all’evoluzione e alla teoria che la spiega fanno riferimento alla religione, e sono ben pochi i casi in cui le sciocchezze su dati oggettivi sono state contrastate da esponenti della Chiesa; si possono ricordare solo gli interventi di F.Facchini sull’Osservatore Romano (“Evoluzione e creazione”) verso il card.Schönborn (e la sua sbandata per l’ID USA) e quello di P.Autiero dell’ISR di Trento (“AUTIERO. Teoria dell'evoluzione e scienza. La paura è cattiva consigliera“) che ha spiazzato gli integralisti cattolici trentini che speravano di poter contestare impunemente una mostra sull’evoluzione umana. Nessuno sembra dire niente sull’incredibile Kolbe Center for the study of Creation (“Defending Genesis from a traditional catholic perspective)”, un centro culturale USA tuttora vivace, che nel 2002 ha organizzato un convegno di creazionisti biblici addirittura in Vaticano, e i cui consulenti il 23 hanno organizzato una riunione con gli amici romani e hanno ottenuto una sala in affitto (speriamo che abbiano la fattura per dimostrarlo) dnella sede nazionale del CNR a Roma … L’eliminazione dell’evoluzione dai programmi scolastici delle medie nel 2004 non è stata certo un evento casuale e richiede ancora spiegazioni e chiarimenti; se il ministro di allora ebbe il coraggio di dire che (Moratti 6/4/04) “i cosiddetti miti delle origini favoriscono l'approccio del bambino al dato


scientifico”, la chiesa dovrebbe essere orgogliosa dei risultati; comunque è certamente apprezzabile che finalmente qualcuno (non è dettto però che sia l’unico…) veda gli effetti dell’insegnamento dei miti delle origini anche ai bambini fin dall’età di 3 anni …; se ne traggano le conseguenze. Prima di fare le pulci alla teoria dell’evoluzione sarebbe indispensabile che si dicessero parole chiare, comprensibili sia dai filosofi che dalla gente comune, sull’evoluzione come fatto. Don TanzeIIa Nitti le ha dette (“è vero che l’evoluzione biologica è certamente un fatto”) ma frasi così dovrebbero essere ripetute fino a che diventa una posizione ufficiale. [Comunque è importante fare una precisazione, che potrebbe tranquillizzare anche Don TanzeIIa Nitti: forse non lo sa, ma gli adulti italiani che guardano il mondo attraverso il racconto biblico sono una minoranza: vari sondaggi fatti in diversi paesi del mondo mostrano che in Italia i creazionisti sono solo il 20%, mentre il 65% crede all’evoluzione, mentre negli USA le percentuali sono ben diverse (35% e 40%), simili a quelle della Turchia, le peggiori fra quelle dei paesi di cui si hanno i dati. La ricerca (“Public Acceptance of Evolution”) è del 2006 ed è stata pubblicata su Science] E’ preoccupante e minacciosa la seconda parte della frase, dove si ipotizza che “La gente comune desidera capire se e in quale misura l’idea di una evoluzione biologica sia compatibile con la visione trasmessa dalla Sacra Scrittura” , sia perché fa riferimento solo all’evoluzione come fatto (che non si preoccupa di compatibilità), ma soprattutto perché fa capire che lui non lo sa ancora … dopo 200 anni dalla prima teoria, quella di Lamarck. L’evoluzione è infatti un fatto, da accettare oltre che da spiegare, già nel 1809, quando ci provano per la prima volta. Non è chiaro poi perché dica, senza dimostrarlo, che “L’evoluzione in fondo è il modo in cui Dio crea”. Sembrano passati solo pochi giorni da quando un importante cardinale negava l’evoluzione come fatto… Chi s’è accorto per primo della novità? Quando è successo? Da cosa si è capito? Strano che novità così importanti e originali vengano comunicate improvvisamente in una conferenza stampa. La scienza, che invece ha dimostrato da tempo che l’evoluzione biologica potrebbe essere solo un processo automatico, sarebbe magari interessata ad una smentita di quello che ha scoperto, non ideologica ma documentata. Anche le conseguenze di questa frase potrebbero essere rilevanti. Significa che da ora in poi dall’asilo si insegnerà l’evoluzione biologica, invece che la creazione? Si potrà verificare sperimentalmente, in questo modo, se hanno comunque ragione gli autori del libro “Nati per credere” . Non approfondisce poi questo punto “Al teologo serve una conoscenza dei fatti scientifici recenti per saper distinguere … quali visioni della vita e dell’uomo rispondano a risultati acquisiti e quali possono essere facilmente preda di estrapolazioni e perfino di ideologie, che usano le scienze in modo strumentale e riduttivo, spesso contro il comune sentire di buona parte della stessa comunità scientifica”. Non si capisce l’interesse per dati che poi non sembrano molto apprezzati dai teologi (da 150 anni ormai sembra che troppe volte si risponda … che non c’è niente di nuovo … da Aristotele o da Agostino in poi …). E purtroppo non sono solo i teologi a non saper o voler usare i dati scientifici … lo stesso TanzeIIa Nitti, pur essendo anche un astronomo laureato in fisica non si sottrae a questo triste rito, dicendo che … : “Il Vescovo di Ippona non conosceva il termine evoluzione, ma sapeva che il pesce grande mangia il pesce più piccolo e che le forme della vita erano andate incontro a lente trasformazioni nel tempo”. Spero si sentisse in imbarazzo leggendo questa frase ... qualcuno potrebbe infatti chiedergli se c’è qualcosa di nuovo nell’astronomia dopo i re magi … e non potrebbe nemmeno offendersi … Come i dati scientifici vengano utilizzati e studiati lo dimostra la strana analogia con il materialismo storico da cui sembra uscire una critica alla scienza “non rispondente ai dati scientifici“ (“Proprio in merito alla prospettiva evolutiva, un simile impiego delle scienze è avvenuto in passato con il materialismo storico, che volle fondare una dialettica della natura su una visione del mondo fisico e della vita non rispondente ai dati scientifici, ma in linea con le proprie finalità di propaganda”). Se dire “è vero che l’evoluzione biologica è certamente un fatto” è una frase


che dovrebbe aiutare “La gente comune che desidera capire se e in quale misura l’idea di una evoluzione biologica sia compatibile con la visione trasmessa dalla Sacra Scrittura”, sarebbe molto utile spiegare il motivo della compatibilità, essendo passati 150 anni. Come l’evoluzione biologica, anche la compatibilità, senza una spiegazione razionale, non può convincere “la gente comune” Si potrebbe concordare sull’auspicio (“mi auguro che le scienze naturali siano impiegate sempre più dalla teologia come una risorsa positiva di conoscenze, e non viste solo come una fonte di guai”) se non fosse evidente come nemmeno un fisico si trattenga – trovandosi soprattutto nel ruolo di teologo . dal far credere, a chi gli vuol credere, che S.Agostino aveva qualcosa da spiegare a Darwin. [Qui ci sta bene una menzione (ulteriore) delle preoccupazioni di Francis Collins, un biologo molecolare credente, riportate al Papa dal suo predicatore, P.Cantalamessa il 07/03/2008]. Curioso che dica che non c’è dubbio che la nostra specie sia al vertice dell’evoluzione biologica. Concede che “il ricorso al caso resti una semplice lettura scientifica dei fenomeni” e giustamente sottolinea che nessuno possa dimostrare che Dio non stia guidando tutto (“nessuno dei meccanismi evolutivi si oppone all’affermazione che Dio abbia voluto, cioè creato, l’uomo”), anche se questa situazione è fin troppo frequente e si presta ad abusi e a grandi guadagni; purtroppo non dice quando e come, purtroppo con ragionamenti non molto diversi da quelli del rev.Paley nell’800 e già contrastati e contestati dal metodo scientifico che Darwin ha applicato proprio a quel problema (“Chi potrebbe negare, ad esempio, che anche ciò che ai nostri occhi appare come puro gioco d’azzardo non segua lo scopo nascosto di chi possiede tutte le regole del gioco, cioè di un Creatore?)”. Solo abbandonando domande impossibili (“lo scopo nascosto”) Darwin e i suoi successori hanno capito quali fossero le regole del gioco e questo ha permesso di fare scoperte eccezionalmente utili per la nostra specie. TanzeIIa Nitti comunque ammette l’importanza del lavoro di chi ha cercato e usato le regole del gioco, conosce queste scoperte eccezionali (“nel caso degli scimpanzé, oltre il 97% del nostro patrimonio genetico è in comune”) ma non capisce che queste scoperte si sono ottenute proprio utilizzando i meccanismi evolutivi che mette in discussione (“Non vi si oppone - all’affermazione che Dio abbia voluto, cioè creato, l’uomo - nemmeno l’aleatorietà di tanti eventi accaduti lungo il lento sviluppo della vita, purché il ricorso al caso resti una semplice lettura scientifica dei fenomeni, incapace di negare la sfera dei fini”). [Sarà mai convinto dal lavoro dei biologi evoluzionisti? ] Non si capisce invece quali sarebbero i vantaggi per l’umanità nel caso si fosse continuato solo a insistere sui fini, come se fosse utile per l’umanità che ogni religione difenda i propri dogmi, magari a qualsiasi costo. Una delle ultime frasi richiederebbe poi un ampio dibattito: “Non credo sia possibile un’evoluzione biologica in un mondo materialista, senza informazione, senza direzione, senza progetto. In un mondo creato, il compito della teologia è proprio parlarci della natura e del senso di questa informazione”, che sembra mescoli e rimescoli realtà che appartengono a mondi diversi (“è compito della teologia parlarci della natura”?). Sono passati solo 4 anni da quando, nel 2005, mons.Ravasi correttamente disse che “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”. [Cosa sta succedendo?Perché adesso invece “è compito della teologia parlarci della natura”? ] Inevitabile il confronto con i suoi interventi ben più apprezzabili (e apprezzati) in un dibattito in un ambiente meno “dogmatico”, con esperti di evoluzione, tenutosi solo due anni fa, il 6/11/07, dove comunque aveva dubbi su fatti che “rispondono a risultati acquisiti” e non poteva certo criticare (stava discutendo con Cavalli Sforza e Pievani!) “ideologie che usano le scienze in modo strumentale e riduttivo”. •

Qui la prima e la seconda parte dell’intervento di mons.Ravasi nel corso della stessa conferenza stampa; mancano ancora i video di P.Leclerc e di S.Forestiero, anche se i testi (tranne quelli di mons.Ravasi) sono disponibili QUI (nel sito vaticano) o qui (nel sito SRM).


La lettura dei tre interventi mette in evidenza un fatto abbastanza sconcertante (per chi criticava il titolo della conferenza): che solo don TanzeIIa Nitti, abbia intenzione di accettare o giustificare il fatto che nel titolo del convegno (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”) si accennasse a improbabili “teorie dell’evoluzione”. Forestiero in particolare, ma anche P.Leclerc, sanno dire solo “teoria dell’evoluzione”, pur ammettendo che è una teoria “in evoluzione”. Dall’intervento di S.Forestiero si evidenzia la sua posizione di laico non credente e il suo coordinamento con il filosofo della scienza M.Stanzione; ambedue si dichiarano preoccupati della situazione e dei rischi che intravedono [che anche i laici diventino fondamentalisti!?!]: “Giudichiamo un autentico pericolo per l’umanità il protrarsi del conflitto fra opposti fondamentalismi. Cosicché, pur essendo consapevoli che qualsiasi conoscenza obiettiva non possa bastare da sola a evitare un conflitto del genere, non vorremmo che, viceversa, esso trovasse giustificazioni di sorta sul terreno scientifico stesso. Tradizionalmente, per opposti fondamentalismi s’intendono quelli fra religioni rivelate. Ebbene, noi vorremmo scongiurare il rischio che queste inclinazioni, che nascono dal fideismo e si nutrono d’un malinteso senso di appartenenza, portatore d’intolleranza e di atteggiamenti illiberali, possano arrivare a contagiare la mentalità laica e il libero pensiero, contraddicendo così nei fatti le migliori intenzioni di progresso umano e civile”. [Sarà per evitare il contagio che nelle ultime sessioni,quelle conclusive, i laici non siano molti?]

20/2/09-IT

Si è conclusa la settimana dedicata da Radio3 Scienza a Darwin, per cui sono ora scaricabili dal sito web le cinque puntate, con le interviste e le discussioni gestite da P.G. Odifreddi (Veronesi, Giacobini, Fo, Nosengo, Focher, Luzzatto, Bozzoni)

19/2/09-USA

E oggi per l’anno di Darwin sono arrivati anche poster e magliette … Obama’s style.

19/2/09-IT

Non bisogna dimenticare le numerose iniziative teatrali che si accompagnano al bicentenario darwiniano: • a Roma al Teatro Eliseo, c’è perfino uno spettacolo (“NONNO CHARLIE E IL MISTERO DELL’ANELLO MANCANTE - magico viaggio nel mondo di DARWIN”) adatto a bambini dai tre fino a 11 anni, proprio il periodo di età che, secondo il consulente del ministro Moratti per i programmi scolastici, era più adatto per i miti, magari solo per quelli quelli biblici (Moratti 6/4/04: “Le Indicazioni nazionali privilegiano, quindi, le narrazioni fantastiche, i cosiddetti miti delle origini, che favoriscono l'approccio del bambino al dato scientifico") .

18/2/09-IT

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E appunto per questo motivo consigliava di non parlare di Darwin e dell’evoluzione almeno fino alle scuole superiori (dove non tutti arrivano…). A Milano fino al 1° marzo: Spettacolo di Giulio Giorello e Luca Boschi, regia Stefano de Luca produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa L’epistemologo Giulio Giorello e il professore di fumetto Luca Boschi propongono lo spettacolo ideale per tutti Darwin... tra le nuvole (info: Piccolo Teatro, tel. 848.800304; www.piccoloteatro.org). A Milano tra il 6 e il 10 aprile è previsto al Teatro Arsenale lo spettacolo “CHARLES DARWIN OVVERO COME UNA GITA IN BARCA INTORNO AL MONDO PUO' SPIEGARE L'ORIGINE DELLA SPECIE” di Gianluca Ranzini. Regia: Luca Ciancia A Roma dal 24/2 al 15/3: Il Teatro Stabile di Innovazione di Firenze presenta LUCIA POLI in IL DIARIO DI EVA O COME DARWIN CI CACCIO’ DALL’EDEN, spettacolo di A.Savelli liberamente ispirato agli scritti di Mark Twain e Charles Darwin con S.Gragnani e S.Faucci (info) Ad Asti il primo aprile alle ore 21 nell’ambito del XIX congresso dell’Associazione Primatologica Italiana ci sarà la prima dello spettacolo teatrale “La scoperta dell’orizzonte”.

Darwin Day perfino a Bergamo, al Caffè Letterario, dove, grazie alla UAAR che ha organizzato l’incontro, T.Pievani spiega che cosa Darwin ha tenuto anscosto per 20 anni: “È come confessare un delitto. I taccuini giovanili inediti di Charles Darwin”. Nel sito Affari Italiani si annuncia che “Ad aprile esce "Lo scimmione intelligente", il nuovo libro di Giulio Giorello ed Edoardo Boncinelli”. Nell’articolo breve intervista a


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G.Giorello.. National Geographic Channel (canale 402 di Sky) dedica una speciale programmazione a Charles Darwin, raccontando Il viaggio perduto di Darwin, in onda il 18 febbraio alle 22:00. Appena prima, alle 21, errà invece trasmesso in “L’evoluzione dele specie”. E’ disponibile anche un vivace sito web su questi e altri documentari sull’evoluzione.. In occasione del bicentenario darwiniano, il Bioparco di Roma, partner della mostra Darwin 1809-2009 propone un concorso nazionale (PAROLE IN EVOLUZIONE) sul tema dell’evoluzione biologica, dedicato ad aspiranti divulgatori di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Il concorso si svolge con il patrocinio di ANISN, di PIKAIA - il portale dell'evoluzione e della SIBE e con la collaborazione di Codice Edizioni, Sironi Editore e Zanichelli. Ci mancava proprio … il sondaggio del Corriere per verificare chi è più importante fra Lincoln e Darwin. L’unica relazione fra i due è solo la data di nascita..: e non lo dicono nemmeno!) Su Toscana Oggi un articolo (“Darwin, se l’evoluzione si trasforma in ideologia”) di E.Brovedani, direttore dell’Istituto Stensen di Firenze, che nel 2005 organizzò un settembre stenseniano sull’Evoluzionismo. Importante il riconoscimento dell’importanza delle scoperte di Darwin per la cultura (“Spesso e quasi unanimemente si attribuisce a Darwin il merito di aver operato non solo una rivoluzione scientifica, un nuovo modo di interpretare e spiegare l’origine delle «specie biologiche», ma anche una rivoluzione antropologica, in quanto ha modificato la visione del mondo, compresa la posizione dell’uomo nella natura.”) ma soprattutto per la scienza (“Benché tutt’ora sussistano svariate e ricorrenti critiche, la maggioranza dei biologi, come anche delle persone di cultura, sono unanimi nel riconoscere l’importanza e la validità della teoria dell’evoluzione biologica, la sua seria e complessa impalcatura logica e i considerevoli progressi che ha fatto compiere alla biologia”). Molto apprezzabile, almeno dagli scienziati, è il fatto che le critiche che spessoin Italia arrivano da ambienti e quotidiani cattolici sembrano indistinguibili dalle critiche che E.Brovedani attribuisce ai creazionisti USA: “Nel più ristretto ventaglio delle posizioni critiche e anti-evoluzionistiche, invece, particolare clamore ha suscitato il gruppo, in prevalenza nordamericano, dei «creazionisti», per i quali il darwinismo e l’attuale « teoria sintetica dell’evoluzione» sono falsi, e l’evoluzionismo un’ideologia, una «religione secolare» che non vuole lasciarsi smascherare come tale”. Una critica anche ad alcune opinioni di altri teologi viene dalla frase “Il modo in cui la Genesi (capp. 1-2) descrive la creazione delle piante e degli animali, non implica né la evoluzione delle specie, né la concezione opposta della loro immutabilità”. Non è quindi facile capire come si possa giustificare una frase come “L’evoluzione in fondo è il modo in cui Dio crea”, detta da don TanzeIIa Nitti l’11/2 ("MA NO ALL'EVOLUZIONISMO CHE SI FA SISTEMA IDEOLOGICO") insieme ad altri concetti criticati da E.Brovedani.

18/2/09-USA

[Da Paryngula] PZ Myers (“There is no one simple evolution story“) cerca di proporre nel suo blog una rappresentazione grafica dell’evoluzione che non sia la solita immagine di una scimmia che si trasforma in pochi passi in un Homo sapiens, camminando lungo un percorso senza bivi. Il grave errore di questa immagine, oltre a far credere ad un percorso già previsto e addirittura lineare (mentre in realtà sappiamo che molte specie diverse di ominidi bipedi hanno convissuto nella stessa zona anche per un milione di anni), è che non si vede nulla attorno … e qualcuno può illudersi che l’evoluzione sia solo un problema della nostra specie; si vuole forse nascondere che l’evoluzione sia un processo che coinvolge qualsiasi essere vivente e non solo la nostra specie. Se qualcuno pensasse che il processo sia gestito da qualche essere superiore, deve essere ben convinto che stia tuttora gestendo l’intero processo evolutivo, un percorso estremamente complesso e tuttora attivo, che è certo meglio rappresentato in questo schema. Sarebbe ben più difficile pensare che un essere superiore occupi il suo tempo a dirigere (in ogni secondo per ben 4 miliardi di anni) la riproduzione (in fondo è il meccanismo centrale del processo evolutivo) di tutte quelle bestiacce e di quei


bacherozzi. Chi ha un’idea dei tempi dell’evoluzione non può che convenire che la sua qualità più evidente sarebbe la pazienza, invece dell’onnipotenza … Non si capisce perché qualcuno insista a negare che la migliore spiegazione attuale sia il meccanismo scoperto da Darwin e confermato da tutti quelli che hanno studiato e studiano oggi il processo evolutivo. Nessun altro ha finora fatto proposte migliori, anche se tante sono state le integrazioni e i miglioramenti. Ovviamente ci si riferisce a spiegazioni scientifiche, dimostrabili e utilizzabili, altrimenti ci si puo’ accontentare della fantasiosa ipotesi di don G.Bortoluzzi, che sembra l’unica finora non condannata, ma nemmeno consigliata, dalla Chiesa. Questa immagine complessa dell’evoluzione biologica può avere l’effetto di ricreare i dubbi che erano via via sorti nella mente di Darwin quando, quasi due secoli fa, ha faticosamente ricostruito nella sua mente proprio questo schema evolutivo che permetteva di mettere in relazione tutte le specie viventi. Se l’immagine in sé non fornisce i meccanismi, sollecita comunque la curiosità … necessaria per scoprirli, verificarli ed apprezzarli. Ognuno può cercare di scoprire … il Darwin che è in sé … 17/2/09-IT

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[da Valdelsa.net] “Darwin Day 2009: il convegno 'Una didattica per Darwin' ai Fisiocritici di Siena martedì 17 febbraio ore 15.00 | L'annuale Darwin Day celebra nel 2009 i duecento anni della nascita di Charles Darwin e i centocinquanta della pubblicazione della sua grandiosa opera "L'Origine delle specie". Nell'occasione l'Accademia dei Fisiocritici insieme al Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti Sezione di Preistoria e a quello di Biologia Evolutiva dell'Università di Siena, organizza martedì 17 febbraio dalle ore 15 alle 18 l'iniziativa pubblica intitolata "Una didattica per Darwin. L'insegnamento della teoria dell'evoluzione ai ragazzi". Obiettivo dell'appuntamento è quello di stimolare una riflessione sulla didattica dell'evoluzione dato che le difficoltà che tale teoria incontra nelle scuole sono dovute probabilmente ai metodi didattici adottati! [Dal blog Sciencebackstage] Interessante la presentazione dell’ultimo libro di Odifreddi (“In principio era Darwin”) avvenuta ieri in una libreria Feltrinelli di Milano. Abituati ai pericoli che corre la teoria dell’evoluzione quando ne parlano persone professionalmente non direttamente coinvolte e probabilmente non esperte, fa piacere che un matematico e un attore e premio Nobel come Fo contribuiscano a interrompere o anche solo a migliorare questa tradizione, facendo dimenticare che altri matematici ci avevano abituati a ben altre riflessioni su Darwin e i suoi successori ... Odifreddi spiega comunque che da tempo lui si documenta sull'evoluzione, leggendo sia le opere di Darwin, su tutte L'origine della specie, Il diario del viaggio sul Beagle, L'origine dell'uomo. Anche sul sito web di Wuz c’è un’intervista a P.G. Odifreddi, autore di “In principio era Darwin. La vita, il pensiero, il dibattito sull'evoluzionismo”. Nell’intervista si racconta anche come sia avvenuto l’incontro con Darwin. Articolo su Il Sussidiario in cui si cerca di contestare la teoria dell’evoluzione sulla base di una simulazione matematica di un particolare tipo di dinamica evolutiva (“Quante sorprese nell’anno di Darwin: in alcuni casi sopravvive il più debole”); l’articolo citato (con un titolo diverso: “Zero-One Survival Behavior of Cyclically Competing Species”) evidenzia che il modello teorico è valido per alcune situazioni particolari di competizione fra specie.

17/2/09-USA

Anche oggi una novità sulla legislazione antievoluzionista in qualche stato USA. In realtà si tratta di una strategia recente dei creazionisti, che, per evitare i guai che sono avvenuti nel liceo di Dover, prevede di intervenire a livello statale per garantire prima la possibilià per i docenti di usare materiale didattico “alternativo” per alcuni argomenti “contestati”, come appunto avviene per l’evoluzione biologica e il “cambiamento climatico”. Oggi, ci aggiorna il sito del NCSE, è la volta del Missouri, mentre nei giorni scorsi era capitato in Alabama, Iowa, New Mexico. Una situazione di stallo si è riscontrata invece in Louisiana, mentre notizie positive per gli evoluzionisti vengono dal Texas, dal Mississippi e dall’Oklahoma. Queste iniziative possono scatenare reazioni, come lo spostamento di convegni scientifici da stati poco affidabili (“Major biology conference shuns Louisiana”).

16/2/09-IT

Ottime notizie dalla mostra di Roma su Darwin, un’occasione unica in Italia, importante per spiegare la teoria dell’evoluzione, indispensabile per capire la sua potenza nello spiegare l’evoluzione della vita sulla terra. Vedere i problemi, Darwin lo ha insegnato, è il fondamentale punto di partenza per cercare di risolverli. Ben 6000 persone l’hanno visitata nel primo weekend, immergendosi (come fece Darwin in un periodo certo un po’ più lungo, i 5 anni del viaggio intorno al mondo


sulla nave Beagle) in una realtà spesso sconosciuta e che deve essere compresa e poi spiegata: la varietà degli esseri viventi. Ripetere l’esperienza che un po’ alla volta entusiasmò e poi sconvolse Darwin e porsi le stesse domande (e magari arrivare alle stesse risposte) non può che essere un vaccino per capire perché sono ingiuste le opinioni di chi sostiene che • “La teoria dell’evoluzione si può trasformare in ideologia a causa di due elementi della sua teoria: il carattere aleatorio delle variazioni e il meccanismo della selezione naturale“ (13/2/09) La mostra cerca di far capire come questi due meccanismi non solo non sono oggi gli unici che agiscono, ma fanno comunque parte di una teoria scientificamente dimostrata e confermata che ha permesso le grandi conquiste della biologia e della medicina del novecento, di cui molti oggi (anche se non tutti) approfittano. •

Oppure che “La teoria scientifica da discutere secondo lo statuto scientifico si è trasformata progressivamente in un sistema ideologico interpretativo dell’intera realtà umana, passando oltre – perciò – il suo ambito specifico.” (11/2/09) La mostra evidenzia come la teoria scientifica sia rimasta quella che era, una teoria scientifica; anche se modificata, aggiornata, verificata e confermata ormai da 150 anni; non è diventata “un sistema ideologico interpretativo dell’intera realtà umana” … anche perchè è chiarissimo che l’uomo è solo una delle tante specie. Da questa spiegazione ovviamente deriva, e forse un po’ disturba qualcuno, anche una ricostruzione documentata e non mitica nè mitizzante della storia evolutiva della nostra specie. Una storia che è importante conoscere anche per capire se le nostre scelte politiche attuali, che possono distruggere o conservare la vita sulla terra per i nostri discendenti, sono scientificamente motivate. E’ sperabile che la visita alla mostra costituisca per molti solo la prima tappa di un percorso di approfondimento, necessario per eliminare le nebbie e le confusioni che hanno spesso circondato e nascosto un’idea così semplice e facile da capire come la teoria dell’evoluzione. A questo scopo sono certamente importanti i libri, ma anche internet può fornire qualche utile contributo. Per esempio è indispensabile per capire come evitare l’integralismo religioso che solo 2 anni fa (pochi lo sanno o lo ricordano) ha cercato di ostacolare, perfino organizzando assemblee pubbliche, un’altra mostra sull’evoluzione umana a cui ha collaborato anche T.Pievani. Per fortuna un teologo di Trento (che insegna teologia anche in Germania) ha autorevolmente bloccato (“AUTIERO. Teoria dell'evoluzione e scienza. La paura è cattiva consigliera“) gli integralisti cattolici, che si sono stupiti (qui una lettera del gruppo Mariano di Trento) di … essere già nel 2007, e di essere pubblicamente umiliati dall’intero Istituto di Scienze Religiose di Trento. Nel sito dei video di Repubblica si può riascoltare un dibattito sul bicentenario di Darwin registrato oggi. In studio, Gianfranco Biondi (dipartimento di Scienze Ambientali Università dell'Aquila), Giuseppe Sermonti (biologo e genetista), Marco Cattaneo (direttore Le Scienze). Anche qui si sente, da parte della giornalista, una traduzione scorretta del titolo del libro principale di Darwin (“L’origine DELLA specie”). Se è apprezzabile la posizione inizialmente ragionevole di G.Sermonti, favorevole a Darwin, non si capisce però l’accettazione del racconto della Genesi come spiegazione scientifica; addirittuta cita come corretta la sequenza di comparsa delle specie, ma sottolinea che si riferisce solo a una delle versione, Genesi1; peccato che la Chiesa, e in particolare recentemente mons.Ravasi, non sia d’accordo con l’uso della Bibbia come libro di scienze. Da notare poi che non si parla affatto qui di teoria dell’evoluzione, ma solo dei fatti dell’evoluzione, su cui non ci sono da tempo discussioni. Spiace che provenga da una persona che si presenta come esperta un’opinione a favore dell’uso della Bibbia come libro di scienze, dato che contribuisce a rafforzare le posizioni critiche sull’evouzione come fatto, tuttora presenti nella Chiesa cattolica nonostante il documento del 2004. Certo sono ben più apprezzabili gli interventi di G.F.Biondi a favore della spiegazione naturalistica sia degli aspetti fisici che di quelli comportamentali della nostra specie, ce ha avuto origine da specie di cui oggi conosciamo aspetti comportamentali affini a quelli umani. C’è anche una visita alla mostra di Roma in compagnia di T.Pievani, e un’intervista a Zucconi sul creazionismo negli USA, che indica come in gravi difficoltà, soprattutto


dopo l’elezione di Obama (che apprezza Darwin a differenza del creazionista Bush) e la sconfitta di una creazionista dichiarata come Sarah Palin. Repubblica mostra anche alcune foto della mostra su Darwin di Roma. E’ impressionante notare, nella foto dello studio, la povertà dei materiali a disposizione di una curiosità sempre insoddisfatta come quella di Darwin. Certamente aveva meno possibilità di distrazioni rispetto a quelle a nostra disposizione oggi, ma allora era molto più facile per i suoi contemporanei non credere alla sua teoria. Ai suoi tempi non era facile viaggiare per il mondo, per cui pochi allora potevano rendersi personalmente conto di quanto fosse enorme la varietà delle specie viventi. Oggi ci vogliono pochi secondi per rendersene conto e pochi minuti per porsi delle domande sulla origine di questa enorme biodiversità. Purtroppo manca quasi del tutto la curiosità, o meglio è orientate altrove. E ai curiosi mancano le risorse … E la biodiversità è a rischio. Sul Corriere un corsivo di G.Giorello (“Quell’etichetta che vale solo per il radicchio”) che, citando un intervento di G.Barbujani ad un convegno su Darwin in cui ricordava l‘origine africana degli europei e l’utilità delle migliaia di anni di meticciamento, ricorda che purtroppo (per qualcuno) le razze non ci sono più … ma purtroppo (per tutti) rimangono i razzisti. Abituati a distinguere fra i diversi radicchi, dalle parti di Treviso sembra pretendano di mettere l’etichetta (e magari anche il prezzo) perfino sugli umani.

15/2/09-IT

[da Comix.it] Recensione di G.Salati dello spettacolo teatrale “Darwin … fra le nuvole”, al Piccolo Teatro Studio di Milano. Video.

14/2/09-USA

Intervento in video di Barack Obama sul ruolo che deve avere la scienza per il progresso e il successo del suo paese. Cita anche il bicentenario di Darwin. Fra i commenti che si possono leggere, qualcuno non ricorda quando aveva sentito parlare così bene della scienza negli ultimi anni…

14/2/09-VA

Sembra ottimista il direttore dekl convegno che si aprirà alla Gregoriana ai primi di marzo: E lo manifesta nell’intervista alla Radio Vaticana (“evoluzione e creazione vanno benissimo insieme”) . SI parla dei rischi di interpretazione scorrette da parte degli scienziati, ma anche da parte deli teologi (“Troppo spesso gli avversari stessi del darwinismo cadono nella stessa trappola, cioè vedono non ciò che voleva Darwin, cioè una teoria scientifica, sempre perfettibile, sempre discutibile, come ogni teoria, ma invece uno strumento a volte contro la religione, contro il cristianesimo, uno strumento di ateismo militante a volte, e non era sicuramente l’intento di Darwin”)

14/2/09-IT

E’ disponibile in rete l’intervista di C.Augias a T.Pievani (27/1/09); durante l’intervista si parla sia dell’evoluzione biologica e di Darwin, che della difficoltà che abbiamo a capire in particolare proprio questa teoria, fondamentale per capire sia la posizione e il ruolo della nostra specie che l’enorme potenzialità delle nostre capacità intellettuali quando riescono a liberarsi da alcuni limiti che sembrano innati; è l’argomento dell’intrigante libro “Nati per credere”

(sottotitolo: “Perché il

nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin”), scritto da T.Pievani con V.Girotto e G.Vallortigara. Stupisce e un po’ commuove l’emozione di Augias di fronte a una banale rappresentazione di zampe di diversi animali, che dimostra un fenomeno ben noto, l’omologia, che da più di un secolo è solo una delle tante prove dell’evoluzione (per chi le conosce). (Qui un articolo recente di Nature su questo fenomeno che, prima di Augias, incuriosì – giustamente – anche Darwin). Forse bisognerà trovare il modo di far vedere questa e altre immagini con maggiore frequenza? Pochi ad esempio conoscono la ormai vecchia immagine del 1982 che mostra il confronto fra i cromosomi umani e quelli delle antropomorfe (scimpanzé, gorilla, orango); rendono immediatamente comprensibili e ragionevoli le percentuali di somiglianza del DNA, che spesso si citano senza troppa convinzione e senza riuscire ad associare un’immagine a questi dati. Qui anche una discussione. La curiosità di Augias è anche una prova di come sia già una mezza sconfitta per la scienza un incontro tra un antievoluzionista e un qualsiasi evoluzionista impossibilitato ad utilizzare immagini; l’uso delle sole parole richiede notevoli abilità per spiegare anche fatti che sarebbero immediatamente evidenti (e non facilmente contestabili) solo se si utilizzano le immagini.


C’è poi il vantaggio che gli antievoluzionisti, soprattutto se creazionisti, sono

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masochisti e ridicoli quando utilizzano immagini o video per chiarire le loro spiegazioni del mondo (spesso si dimostrano non tanto “sbagliate”, quanto basate su conoscenze non adeguate o non aggiornate). Questi video mostrano quanto sia probabile un ruolo importante dell’innata l’esigenza di accontentarsi di facili spiegazioni tranquillizzanti; certo anche l’educazione ha un ruolo importantissimo, soprattutto se si può verificare che già a tre anni, all’asilo, invece di stimolare la curiosità, vengono proposte facili spiegazioni della complessa realtà della natura (forse nessuno si ricorda più dopo qualche anno che addirittura l’acqua e i colori possono essere spiegati come un miracoloso risultato di un progetto di creazione). Queste spiegazioni per molti rimangono, per molti anni se non per sempre, anche le uniche che ricevono. [da Pikaia] Nel sito de Le scienze è liberamente disponibile l’articolo di T.Pievani (“Darwin l’Italia e gli italiani”) sui rapporti, molto intensi, di Darwin con l’Italia e con i ricercatori italiani, pubblicato sul numero di febbraio. Su Darwin si può anche ascoltare un’intervista a T.Pievani fatta da Radiocitta’fujiko di Bologna. [da Leucophea] E’ arrivato a 1000 il numero di ricercatori esperti di biologia e con PhD di nome Steve/Stephen (o qualcosa di simile, in memoria di Steven J.Gould) che hanno firmato una dichiarazione di appoggio verso la teoria dell’evoluzione (Project Steve). Se il caso (qualcuno preferisce chiamarlo contingenza, ed è una buona idea in quanto evita che gli inesperti confondano caso con caos) ha indubbiamente un ruolo importante nell’evoluzione biologica, non ne ha affatto quando ci sia sotto un progetto umano e quindi “intelligente”. Ne è una prova lampante il nome del 1000° ricercatore della lista, comunicato 6 anni dopo l’inizio del progetto da Eugene Scott (executive director del National Center for Science Education) al convegno annuale dell’American Association for the Advancement of Science e pubblicato oggi su Science News (“AAAS: Darwin is the 1000th Steve”). Il fatto che si chiami Steven P. Darwin (nomen omen?) e che sia (il dato è molto sospetto …) della stessa università (la Tulane University) di Barbara Forrest, la filosofa della scienza (sempre dell’NCSE) che ha scoperto il “progetto poco intelligente” archiviato nei computer del Discovery Institute, fa sospettare che anche qui sotto sotto ci sia un progetto intelligente…; se si può escludere, data l’età, che il progetto venga da lontano e che già la scelta del suo nome alla nascita fosse in previsione di questo show, almeno possiamo scommettere che fosse da tempo, se non dal 2003, parcheggiato in lista d’attesa. E’ probabile che questo evento non passi attraverso il complesso filtro che il matematico Dembski utilizza per distinguere gli eventi casuali da quelli progettati da un essere superiore intelligente [al dibattito del 12/2 a Milano un ingegnere ha infatti impiegato un sacco di tempo per spiegarlo tutto, ipnotizzando il moderatore e la platea, che però ha saputo approfittare di una pausa di riflessione per lanciare un grande applauso di commiato]. Quello che è certo è che una semplice proporzione fra i quasi 700 laureati di qualsiasi tipo (e quasi tutti incompetenti) che hanno firmato un documento in cui si rifiuta la teoria dell’evoluzione, e i 1000 PhD in biologia che si chiamano Steve o simile (sono solo l’1% della popolazione USA) porta a 100.000 la stima del numero di laureati con PhD in biologia che si dichiarano favorevoli alla teoria dell’evoluzione. Se al competenza è importante, i 172 competenti [da un documento pre-dibattito sugli standard scientifici in Texas] rispetto ai 100.000 fa una bella differenza …; non è casuale, e non serve un filtro matematico per capire che molti americani stiano puntando sul cavallo sbagliato (E.Scott: “the current signatories to Project Steve represent an estimated 100,000 scientists who accept evolution, she contends. And yes, this fete comes the day after Charles Darwin's 200th birthday”).

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Intervista (“Padre Leclerc: non contrapporre creazione ed evoluzione”) della Radio Vaticana a P.Leclerc, teologo e filosofo della natura, uno degli organizzatori del convegno vaticano su Darwin. Si conferma l’intenzione di provvedere ad una “valutazione critica”. Sembra che altre “valutazioni critiche” siano invece considerate con fastidio ("EVOLUZIONE, BASTA POLEMICHE") …; nell’intervista non si spiega perché gli organizzatori abbiano coinvolto un’università cattolica USA, quella di Notre Dame. Se qualcuno fosse interessato, qui sotto, in data 17/1/09 si capiscono alcuni dei principali motivi … a cominciare dal fatto che in quell’università ogni anno fanno festa a Darwin …

“la teoria scientifica in quanto tale non ha niente a che dire né sull'esistenza né sulla non esistenza di Dio perché siamo su un piano totalmente


diverso” P.Leclerc, 2009

organizzando un Darwin Day (“Happy belated birthday, Darwin!”) proprio come quelli che in Italia l’agenzia cattolica Zenit nel 2005 definiva con fastidio “segnali di intolleranza anticattolica” ... Speriamo che dall’anno prossimo, dopo questo convegno su Darwin, gli Evolution Days, magari anche grazie all’8 per mille, si possano moltiplicare … [Comunque fa piacere confrontare le opinioni che compaiono nell’intervista con le pagine web di quell’università cattolica, che contengono valutazioni positive sulla teoria dell’evoluzione … ] •

P.Leclerc viene intervistato oggi anche dall’agenzia Zenit (“Il darwinismo deve essere visto come teoria scientifica, non come ideologia”). Dopo aver riferito correttamente la semplice verità che “la teoria scientifica in quanto tale non ha niente a che dire né sull'esistenza né sulla non esistenza di Dio perché siamo su un piano totalmente diverso”, la giornalista lo riporta subito sulle previste “valutazioni critiche” con una domanda che rispecchia meglio l’obiettivo del convegno, che era in realtà quello di fare “un’attenta valutazione critica, rigorosa ed oggettiva”. La domanda è semplice ma forse parecchio tendenziosa: “Qual è il pericolo della possibilità che la teoria dell'evoluzione di Darwin si trasformi in un'ideologia?”. Si scopre così già adesso che i punti che al convegno verranno ritenuti a serio rischio ideologico … sono punti alla base della teoria dell’evoluzione: “il carattere aleatorio delle variazioni e il meccanismo della selezione naturale. Astrarre questi due elementi e farne la chiave per l'interpretazione di tutta la realtà è passare, forse senza neanche accorgersene, da un piano scientifico a un piano ideologico, che è una falsa filosofia, una falsa teologia, e si contrappone direttamente alla spiegazione religiosa della realtà”. [Non si capisce proprio come questi due meccanismi possano agire se non sulla realtà biologica! Né come siano utili per interpretare TUTTA la realtà! Mons.Ravasi accetta che un teologo critichi “settori che non lo riguardano”?] Forse P.Leclerc non conosce le indicazioni che si leggono nel sito web della Templeton Foundation che finanzia il convegno? “The John Templeton Foundation does not support research or programs that deny large areas of well-documented scientific knowledge … the Foundation does not generally support theologically-motivated critiques of evolutionary science” Non sembra invece che P.Leclerc abbia paura a navigare in mare aperto quando risponde ad una domanda che richiede una risposta precisa ma ancora ignota ai padri della Chiesa e della Teologia: “in quale momento è stata creata l'anima?”; e così scopriamo che c’è un ampio e probabilmente inutile dibattito: “Qualcuno dirà che “comincia con l'homo sapiens”, qualcun altro dirà: “comincia molto prima con l'homo erectus”, un altro dirà “comincia prima con l'homo habilis”. E' impossibile dirimere la questione. Abbiamo degli indizi ma nessuna prova formale.”

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P.Leclerc riesce a salvarsi poi da una domanda a rischio (“La Genesi deve essere considerata una teoria sulla creazione del mondo o una teoria teologica?”); il trabocchetto di mescolare teologia e scienza lo evita, ma purtroppo smentisce quanto appena detto prima: citando Galilei fa capire che Darwin avrebbe avuto il diritto di proporre quei meccanismi utili a spiegare “il COME”, di cui la Bibbia sappiamo che non si occupa … (“La Genesi dice com'è l'uomo creato dal pensiero di Dio, come si va a Dio e come ci si è allontanati da Dio. Non ci dice scientificamente perché.”). Da notare che si dimentica la strana distinzione fra il come e il perchè, lasciando quindi libera la scienza di spiegare “scientificamente” sia il come che il perchè. Peccato che poi non tutti stiano ad ascoltare; nè il come, nè il perchè. Non troppo coerente (e un po’ masochista) l’ultima risposta, in cui P.Leclerc esalta come esempio dell’evoluzione culturale e della differenza dell’uomo rispetto agli animali (insinuando inevitabili sospetti su chi non fosse d’accordo con Darwin) proprio … il libro di Darwin, “Sull’origine delle specie” … 13/2/09-IT

Il settimanale della chiesa umbra « La voce » riferisce oggi (“Homo informaticus e “mal” educato”) di una serie di incontri rivolti “ai dirigenti, agli insegnanti e a quanti operano nel campo dell’educazione. Il tema dei tre incontri di quest’anno riguarderà l’evoluzione biologica e culturale dell’umanità”. Un biologo cellulare dell’università, che è anche presidente del MEIC umbro presenterà l’evoluzione umana, mentre un filosofo e un pedagogista indagheranno sugli aspetti dell’evoluzione culturale.

“Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito” Mons.Ravasi, 2005 “La teoria dell’evoluzione si può trasformare in ideologia a causa di “due elementi della sua teoria: il carattere aleatorio delle variazioni e il meccanismo della selezione naturale. Astrarre questi due elementi e farne la chiave per l'interpretazione di tutta la realtà è passare, forse senza neanche accorgersene, da un piano scientifico a un piano ideologico, che è una falsa filosofia, una falsa teologia, e si contrappone direttamente alla spiegazione religiosa della realtà”. P.Leclerc, 2009


Curioso il concetto che l’uomo sia “l’unico essere vivente che abbia saputo affrancarsi dal meccanismo apparentemente casuale della evoluzione biologica”, smentito dalle numerose patologie di origine genetica che purtroppo colpiscono anche l’uomo. Deprimente il riferimento all’uomo come colui che ha “capovolto le dinamiche evoluzionistiche basate sull’adattamento all’ambiente e sulla lotta per la sopravvivenza, con il dominio del più forte”. Nonostante l’esaltazione dell’evoluzione culturale, non manca la preoccupazione per un problema serio come il fatto che “siamo forse per la prima volta nella nostra storia di fronte ad una generazione di adolescenti culturalmente più deboli dei propri genitori”. 12/2/09-DE

Svante Pääbo del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology ha comunicato oggi in una conferenza stampa (un’ora di video, per chi la volesse seguire!) di aver sequenziato il 63% del genoma (3.7 miliardi di basi del DNA nucleare) del Neandertal (a partire da materiale osseo trovato a Vindija in Croazia) e di confermare i dati già ottenuti con il DNA mitocondriale: è una specie diversa rispetto all’Homo sapiens e se c’è stato uno scambio di materiale genetico fra le due specie è stato minimo, per cui il Neandertal ha contribuito in una parte minima al patrimonio genetico della nostra specie. L’antenato comune di situerebbe circa 800 mila anni fa e l’Homo neandertalensis sarebbe comparso circa 300.000 anni fa, mentre l’Homo sapiens 250.000 anni fa. Se ne parla su ScienceNews, ma per avere una discussione seria dei principali problemi non ci può rivolere che ad un esperto, J.Hawks. C’è poi l’audio di un’intervista di Science a Svante Pääbo. Nessun articolo scientifico però, per ora.

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[da Nature 457 Pag.775] Brutte notizie sul previsto giro degli USA in sei anni da parte dello scheletro originale di Lucy, il primo reperto fossile di Australopithecus trovato nel 1974. Era previsto che toccasse 10 città in 6 anni, ma la scarsa affluenza nella seconda città, a Seattle (1/3 dei visitatori previsti), ha convinto a sospendere il giro e a parcheggiare il reperto a Huston. Sempre su Nature (Volume 457 Number 7231) numerosi articoli sul bicentenario darwiniano. In particolare l’articolo “Humanity and evolution” (free) che attribuisce un ruolo importante alla repulsione che Darwin aveva verso lo schiavismo. Anche un numero del supplemento Nature Insight è dedicato alla teoria dell’evoluzione. Preoccupante al notizia che in Olanda è stato smantellato il laboratorio dell’università di Leiden che si occupava di biologia evoluzionistica. Nella competizione con gli altri laboratori, e in particolare con quelli di biologia molecolare, i risultati di questo laboratorio non erano accettabili; viene il sospetto che si lasci il campo a filosofi e a teologi, che sanno occuparsi dei problemi dell’evoluzione … sicuramente in un modo più economico rispetto ai biologi. Non è solo Trento la città europea dove si ha il coraggio di organizzare una contestazione ad una mostra sulla teoria dell’evoluzione: da oggi sembra che a questo penoso elenco si possa aggiungere anche Belfast, una città che comunque non è sempre stata un esempio di pacifica convivenza (“Belfast museum faces legal battle over Darwin exhibition”).

12/2/09-USA

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Nel sito del NCSE una rassegna stampa aggiornata degli articoli che in questi giorni negli USA parlano dei 200 anni che avrebbe oggi Darwin. [dal NCSE] Sta per arrivare a mille il numero dei Steve/Sephen/Stefano che, dotati di PhD in biologia, dovrebbero controbilanciare i pochi esperti USA che hanno manifestato i loro dubbi generici contro la teoria dell’evoluzione. In realtà i firmatari erano circa 600, ma 1) non si chiamavano solo Steve, come Gould 2) non tutti erano esperti di biologia con PhD relativo. Non c’è competizione… Un articolo della Radio Vaticana incredibilmente deve citare esponenti della religione anglicana per trovare qualche religioso che ritenga necessario commentare in questi giorni in modo positivo i duecento anni dalla nascita di Darwin (“La scienza è amica della fede”: così i vescovi inglesi per il bicentenario di Darwin”). Non sembra che abbiano tutte le preoccupazioni che c’erano il 10/2 nelle parole dei partecipanti alla conferenza stampa di presentazione del convegno di marzo sull’evoluzione. Sull’Osservatore Romano un articolo di F.Facchini (“L'agnostico che guardava alla grandiosità della natura“) sul bicentenario di Darwin. Quello che sconcerta di più è che purtroppo finisce proprio quando sembra cominciare a diventare interessante; proprio nell’ultima riga infatti ci si chiede “Resta il problema: come si è sviluppato il processo evolutivo? come si sono formate le regolarità che si osservano in natura? Se la selezione naturale non basta (ed è molto probabile) il discorso è aperto, ma sta alla scienza affrontarlo”.


12/2/09-IT

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Se la conclusione (che sembra indicare correttamente come ben diversi siano i metodi e gli obiettivi della scienza rispetto alla teologia) sembra tranquillizzante, molte delle frasi precedenti confermano quello che i papi ripetono da tempo: l’ultima parola rimarrà pero’ alla Chiesa, che deciderà chi assolvere e chi condannare: “La sua teoria è stata usata ideologicamente in senso antireligioso da alcuni suoi seguaci. Le estensioni della selezione naturale per spiegare la sfera morale, costruita su supposte analogie del comportamento animale e umano, non hanno fondamento scientifico”, “Il tema dell'evoluzione ha stimolato la riflessione teologica sulla creazione” (anche se TanzeIIa Nitti sembrava preoccupato che “la gente comune” creda troppo al mito babilonese della Genesi), “Per quanto riguarda l'uomo, Darwin sostiene una derivazione analoga a quella delle altre specie, senza porsi il problema della dimensione spirituale”, “finisce per assumere una connotazione ideologica, quella che ha poi ispirato largamente il pensiero di molti etologi e il naturalismo, una posizione che va riemergendo, particolarmente nelle neuroscienze”. E’ strana l’insistenza sulla critica della teoria dell’evoluzione, che spesso si intreccia con l’approvazione di non si sa bene che cosa. E’ inevitabile che in questa situazione sia difficile abbandonare il mito della Genesi per qualcosa che evidentemente la Chiesa non sembra approvare. Da notare il fatto che F.Facchini abbia ora un sito web tutto suo Per dovere di cronaca si deve citare anche la festa che Zichichi fa oggi a Darwin ma soprattutto a un secolo e mezzo di biologia. Niente di nuovo, tanto è vero che l’articolo inizia con una delle sue frasi fanose “La teoria dell’evoluzione non spiega come sia avvenuto questo passaggio, dalla materia inerte alla materia vivente” (chiaramente dimostra di non sapere che la teoria dell’evoluzione NON si occupa di ciò) e finisce con la nota frase di cui ormai detiene il copyright: “la teoria dell’evoluzione non è una scienza esatta” (e che una teoria NON è una scienza); prima o poi potrebbe aggiungere, per far contenti i biologi, “ma ce la teniamo perché ci serve tantissimo”. [Gli intervistatori non dovrebbero stare così in ginocchio davanti ad un fisico che spiega la biologia! Non è nemmeno un teologo….] Un articolo della Reuters (“Darwin "difficile" per evoluzione nostra mente, dice studioso“) riferisce le parole di Vallortigara sulla difficoltà per la nostra mente di capire un idea in fondo abbastanza semplice come quella dell’evoluzione per selezione naturale. Dal sito delle Scienze gli auguri di compleanno a Darwin: “150 anni di Origine delle specie”, dove però si ricordano i suoi meriti (“Daniel Dennett scrive: "Se dovessi assegnare un premio per la migliore singola idea che qualcuno abbia mai avuto, lo darei a Darwin") ma anche che i problemi attuali devono essere risolti da noi: “La misura dell'importanza e della "pericolosità" delle idee darwiniane è data dal fatto che ancora oggi ci troviamo periodicamente di fronte a rigurgiti di vecchie concezioni creazioniste che vorrebbero far passare quella dell'evoluzione come una teoria controversa, a cui sarebbe giusto contrapporre, anche in sede di insegnamento, le concezioni che la negano”. Su Galileo intervista a Mary Jane West-Eberhard, biologa evoluzionista presente al convegno che si sta tenendo in questi giorni ai Lincei: “Ambiente alla riscossa”. In diretta sul web oggi alle 17.45: (RI)LEGGERE DARWIN 150 ANNI DOPO (a Torino con Piergiorgio Odifreddi). Su il Sussidiario un articolo sul bicentenario di Darwin (“I duecento anni "POP" di Charles Darwin”) Dal blog Darwin Safari (o meglio dal Dip.di Biologia umana dell’università di Stanford arriva un file kmz per seguire il viaggio del Beagle su Google Earth (a proposito, oggi c’è un logo speciale di Google dedicato alla biodiversità, in onore di Darwin che ci ha aiutato a spiegarla. Purtroppo c’è ancora in giro qualcuno che proprio non vuole capire con qual i meccanismi si siano originate le meraviglie del mondo. Né quelle che studiano i geologi, né quelle che studiano i naturalisti Questa sera alle 20.30 alla Casa della Cultura di Milano un frizzante incontro (“Evoluzione della specie e intelligent design tra etica, ricerca scientifica e fede religiosa”) di un primatologo, un medico e un autorevole giornalista scientifico con una pattuglia (un fisico, un sociologo e anche un ingegnere…) di rari creazionisti biblici … ormai in via di estinzione dopo che anche il Vaticano fa finta di non conoscerli più quando li incontra e anzi non li lascia nemmeno entrare ai suoi congressi per fornire le “prove” della creazione (prove a cui credono solo loro …). Forse sono gli unici che credono ancora a quello che ancor oggi la chiesa spiega ai


bambini di tre anni per non doverlo dimostrare. E, da grandi, cercano (inutilmente) di dimostrarlo … … [inutilmente si riferisce al fatto che nemmeno la Chiesa, oggi, glielo chiede…] Solo gli avventisti, che però preferiscono sostenere l’Intelligent Design USA, e i protestanti liberali italiani li sostengono ancora. Questi ultimi forse anche perchè non sembrano capire il problema e credono a qualsiasi cosa; anche la più assurda, come questa che leggiamo nella loro pagina: “la teoria darviniana, mantenuta in piedi per OLTRE 150 ANNI come IPOTESI DI LAVORO, dopo inutili ricerche della benché minima prova scientifica, è stata UFFICIALMENTE CHIUSA ed abbandonata a favore della teoria della SELEZIONE NATURALE, dimostrata scientificamente vera dai genetisti”. [??!!??] Come si vede la ragione non serve … proprio quando la fede è così confusa … anzi! se si va in fondo alla pagina web appena citata non si può che inorridire: addirittura Cavalli-Sforza (insieme a Zichichi e a G.Sermonti) viene inserito insieme ad uno degli oratori di questa sera fra gli improbabili “[in]Esperti creazionisti antievoluzionisti”. [Sarà un parente?] Comunque è stata una serata indimenticabile e da raccontare; che ci si trovasse alla Casa della Cultura era del tutto evidente: il pubblico faceva a gara nel suggerire le parole o correggere gli errori a un ingegnere creazionista biblico talvolta in difficoltà con i nomi e con la storia della truffa dell’ID ma abilissimo con la matematica (anche se la conferenza era di biologia evoluzionistica). Poco noto al sociologo era anche che Darwin non fosse un teologo, ma solo un “fuori corso” in teologia e che in democrazia col 51% non si possa proprio comandare su tutto. E’ stato davvero molto istruttivo … per alcuni oratori …; il pubblico avrebbe dovuto comunque capire che non si deve mai trattare male gli ospiti, per cui sarebbe stata auspicabile una maggiore pazienza e la concessione di tempi di apprendimento più rilassanti. Il dibattito, uno dei tanti previsti in Italia per il Darwin Day, era organizzato dalla UAAR (che dovrebbe selezionare meglio … o il pubblico o gli oratori). Ho scoperto solo dopo che si voleva invitare anche AgnoIi da Trento! Sarebbe stato troppo per una serata sola! Questo sarebbe stato il suo intervento, che troviamo sul Foglio e che la Rassegna stampa della Camera si premura di diffondere in tutto il mondo, favorendo ingiustamente lui rispetto agli oratori intervenuti a Milano. Per una relazione della serata (i TG incredibilmente non ne hanno quasi parlato; ma in fondo non si puo’ pretendere troppo: hanno parlato molto poco anche del bicentenario di Darwin …), dobbiamo accontentarci della frizzante relazione di S.Coyaud. Non può certo mancare in questa giornata anche l’articolo sul Foglio di F.AgnoIi (“GOOD BYE MR DARWIN”). Scrivendo quello che si vorrebbe che i lettori pensassero si rischia di suscitare il terrore del salto nel vuoto della ragione: “Darwin è meglio che non venga arruolato da nessuno. Coloro che lo hanno fatto, in passato, per darsi un’aura di scientificità, non gli hanno reso un grande servizio”. Forse non sa che è arrivato in ritardo, forse nessuno gli ha ancora detto quello che pensava Dobzhansky sul ruolo delle scoperte iniziate grazie a Darwin e a Wallace in biologia … [ma sa che esiste anche la biologia?]. Non sarebbe meglio, nel 2009, scrivere che “rimane indimostrabile l’esistenza di un salto ontologico”? Una differenza notevole certamente c’è, 7 milioni di anni di evoluzione indipendente su 650 milioni di anni sono certo tanti, circa 1/100 rispetto ai tempi complessivi dell’evoluzione biologica… ma il salto ontologico QUANDO è avvenuto? E’ dimostrabile? Fa sorridere che pretenda le spiegazioni solo dagli altri … o forse lui ha sempre la risposta. Non sarà magari simile, ma più lunga, rispetto a quella ben nota negli USA? “God did it!”. Splendida l’idea, incontestabile, che l’anima (immateriale, nessuno ha dubbi …) sia “irriducibile a meccanismi puramente materiali ed evolutivi, tanto più se casuali”; difficile invece capire se per l’evoluzione di oggetti materiali (Darwin si è occupato solo di quello) proponga (e dimostri) l’utilità dei “meccanismi puramente immateriali”. Spiace leggere nel finale che ad una negazione dell’evoluzione biologica si aggiunge anche una valutazione negativa addirittura dell’evoluzione culturale: “Bastava già Aristotele, senza bisogno di Darwin …, bastava la narrazione della Genesi …”. [Possibile che sia difficile proporre qualche cosa di nuovo che si possa dimostrare senza citare Aristotele? Magari anche verificabile?]


11/2/09-USA

Interessante articolo nel sito del blog di Roger Ebert sul sito del Chicago SunTimes (“Darwin survives as the fittest”). Si elencano le diverse tipologie di esperti e meno esperti che di solito hanno qualcosa da dire su Darwin. Come tanti l’autore non è un esperto di biologia evolutiva: “I'm not a scientist. No, but I am an intelligent, curious person who years ago became fascinated by the Theory of Evolution because of its magnificence, its beauty, and its self-evident truth. To study it is to see pieces falling into place. It appears to describe a process that takes place throughout the universe, in the struggles of molecules and the collisions of galaxies. As Darwin went on the voyage of the Beagle and produced journals of his observations of flora and fauna, so I have returned from my voyage through all of those comments, with my own notes”

11/2/09-UK

Un articolo sul Times On Line riferisce sulla conferenza stampa di ieri in Vaticano (“Vatican buries the hatchet with Charles Darwin”). La prima frase (“The Vatican has admitted that Charles Darwin was on the right track when he claimed that Man descended from apes”) lascia un po’ sconcertati perchè sembra che il Vaticano abbia finalmente ammesso l’evoluzione come fatto, mentre non è una novità. Certamente c’erano, ancora un anno e mezzo fa, cardinali che non accettavano nemmeno l’evoluzione come fatto (per cui per qualcuno è comunque una novità) ma il card.Ratzinger nel 2004 aveva confermato che l’origine comune degli esseri viventi (già sospettata da Erasmus Darwin nel 1794, era accettabile anche dalla chiesa cattolica, che quindi ammetteva che Erasmus Darwin, il nonno di Charles, era sulla strada giusta quando sospettava (nella sua “Zoonomia”) che anche l’uomo derivasse da un antichissimo “vermicello”. L’articolo riporta poi una frase molto chiara che verrebbe erroneamente attribuita a mons.Ravasi “In fact, what we mean by evolution is the world as created by God” [dalla registrazione audio dell’intervento non risulta che l’abbia detto; probabilmente è una frase di don TanzeIIa Nitti] che fa sospettare che il dialogo fra scienza e fede richieda prima un accordo sui termini da utilizzare e sul loro significato. Questa frase infatti mi sembra in contrasto netto con una delle frasi nella homepage del convegno: “Scienza e teologia rappresentano differenti campi di analisi e di interpretazione, sebbene essi vengano spesso ingiustamente sovrapposti, generando confusione e polemiche ideologiche”. L’articolo ha molti commenti, spesso molto critici; uno dei più brevi è “”In fact, what we mean by evolution is the world as created by God” Really? Are these guys serious?”, un altro altrettanto lapidario è “Vicars are certain of everything. That's why we should distrust what they say”. D’altronde bisogna capire gli inglesi; sappiamo che gli inglesi, o meglio gli anglicani, nel settembre scorso hanno ricevuto le scuse ufficiali dalla chiesa anglicana, che ammetteva (“Good religion needs good science”) di non aver capito Darwin e di aver trascinato anche i suoi fedeli nell’errore per 150 anni (Charles … “the Church of England owes you an apology for misunderstanding you and, by getting our first reaction wrong, encouraging others to misunderstand you still”). Anche per gli anglicani come per altre religioni, hanno dovuto aspettare con pazienza; i fedeli esperti dei problemi infatti preferiscono adeguarsi e aspettare in silenzio che le autorità religiose si esprimano. Un articolo del Times di ieri (“Church theory evolves to allow Darwin back into the congregation”) riferisce delle iniziative in corso nella chiesa anglicana riguardo al recupero di Darwin e della teoria dell’evoluzione. Il prossimo convegno in Vaticano invece dedicherà ancora molto tempo alla discussione dei miti della Genesi, e ciò avverrà soprattutto nella fase conclusiva, negli ultimi giorni. Purtroppo il peggior difetto del metodo scientifico è che non accetta che ci siano ragionamenti senza punti poco chiari …. ogni passaggio deve essere dimostrato.

11/2/09-IT

Sul Giorno un articolo di G.Acquaviva (“La Chiesa e Darwin, un dialogo in evoluzione”) sulla presentazione del prossimo convegno su Darwin in Vaticano, organizzato da mons.Ravasi. Anche il comune di Roma organizza una serie di iniziative in occasione del bicentenario darwiniano. “Darwiniana” inizia il 12 febbraio con una conferenza di O.Franceschelli. Qui il programma con le altre iniziative, che si concluderanno il 1’ aprile con una conferenza di B.Continenza e S.Forestiero. Qui il programma del Darwin Year a Ferrara. E’ un peccato che tutte queste iniziative siano e rimangano locali; se fossero registrate, potrebbero essere messe a disposizione in interet. La prossima occasione sarà infatti nel 2082 o nel 2109,


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quando forse … il teletrasporto renderà possibile una partecipazione di massa ad ogni iniziativa (sempre che la nostra specie sia ancora presente…) Articolo di L.L.Cavalli Sforza su Repubblica: “I duecento anni di Darwin, sfidò millenni di pregiudizi”. Errore (di battitura?) nel sottotitolo (“… l’origine DELLA specie”!) Sempre su Repubblica una pagina (“IL DISEGNO DIVINO CHE MISE IN DISCUSSIONE”) sul rapporto fra Darwin e la religione, tratta dall’ultimo libro di Odifreddi, che si occupa di Darwin (“In principio era Darwin”) Panorama nota che è prevista … Una valanga di eventi per i 200 anni della nascita di Darwin … e linka anche alcuni siti utili per informarsi sulla teoria dell’evoluzione; non manca il link al sito di Pikaia. Sul Riformista un articolo (“TRA TEISMO ED EVOLUZIONISMO LA CHIESA RISTUDIA DARWIN”) sul prossimo convegno alla Gregoriana La rivista Galileo pone (e cerca anche di rispondere) un’”angosciante” domanda: “L'evoluzione è di destra o di sinistra?” Il quindicinale del CNR “Almanacco della scienza” elenca in un articolo (“Tutti pazzi per Darwin”) alcune delle principali iniziative che si svolgono in Italia in occasione del bicentenario. Ci si può chiedere se quest’anno sarebbe altrettanto ricco di iniziative un po’ in tutti i comuni senza tutte le iniziative che già da alcuni anni si svolgono in Italia, sia grazie alla mobilitazione conseguente al tentativo del ministro Moratti di eliminare l’insegnamento dell’evoluzione dai programmi delle medie, ma soprattutto grazie al fatto che dal 2003 e, ovviamente, anche quest’anno l’UAAR organizza decine di iniziative un po’ in tutta Italia in occasione del Darwin Day. Qui l’elenco. Qui una tabella. Sulla Stampa un’intervista a Ian Tattersall, curatore dell’«AMERICAN MUSEUM OF NATURAL HISTORY» DI NEW YORK e della mostra che si aprirà domani a Roma: Ian Tattersall "Per noi l'evoluzione è finita" Sulla Stampa anche un articolo (“L'Evoluzione non è il Diavolo”) sulla conferenza stampa di ieri, in cui si sottolineano soprattutto gli aspetti negativi di tutto ciò che, a torto o ragione, qualcuno ha attribuito a Darwin; sarebbe stato ben difficile il contrario… questa conferenza stampa ha mostrato obiettivi diversi rispetto a quelli della conferenza stampa del 16/9/08 e di cui esistono sia i video che una trascrizione. Forse allora la presenza di un laico come A.Minelli aveva consigliato una maggiore prudenza? Anche sul Tempo un articolo favorevole alla teoria dell’evoluzione, di cui riconosce l’importanza: “Il darwinismo ha cambiato la nostra concezione della biologia e della storia della vita sulla terra ed è stato giustamente definito la più grande teoria unificatrice della biologia. Nella concezione darwiniana, tutto in natura, inclusa l'origine dei viventi, è il risultato di processi naturali governati da leggi naturali”. Spiace un po’ il titolo, che sembra far riferimento ad un altro Darwin, Erasmus; di lui si può davvero dire che nel 1794 "Darwin intuì l'origine comune dei viventi”; in Zoonomia scrisse infatti che tutti gli esseri viventi ebbero origine da “vermicelli” primitivi. Quel che Erasmus intuì come fatto, Charles lo spiegò, parecchi anni dopo, nel 1859, 150 anni fa. Sempre sul Tempo un’intervista a Telmo Pievani, che illustra gli obiettivi della mostra di Roma («La mostra a Roma non è ideologia»). Sottolinea in particolare come la mostra abbia approfondito sia l’evoluzione umana che l’interazione fra Darwin e i naturalisti italiani del tempo, che accolsero subito con favore le sue ipotesi. Ancora sul Tempo: un articolo di F.Papi sul convegno di oggi ai Lincei. Sull’Avvenire un articolo con un’intervista a don TanzeIIa Nitti, che sembra indispettito per il fatto che non riesca a convincere che fede e scienza sono su due piani diversi ma che possono lo stesso comunicare, meglio se in un’unica direzione ("EVOLUZIONE, BASTA POLEMICHE"); se uno non capisse quali sono le polemiche, il successivo articolo lo dimostra molto bene ("MA NO ALL'EVOLUZIONISMO CHE SI FA SISTEMA IDEOLOGICO"). Molto triste, davvero … comunque lo si capisce molto bene anche da una frase abbastanza “insolita” anche per la mescolanza (che forse mons.Ravasi chiamerebbe confusione?) fra un concetto scientifico e un concetto teologico che si legge nell’intervista: “L’evoluzione in fondo è il modo in cui Dio crea”; forse potrebbe essere d’accordo anche Teilhard de Chardin … se solo la Chiesa non l’avesse condannato e non l’abbia ancor perdonato a 54 anni dalla morte … proprio per aver sospettato qualcosa di molto simile …


[Sarà bene controllare che anche questa frase venga poi sottoposta, come si intende fare alla teoria dell’evoluzione, ad “un’attenta valutazione critica, rigorosa ed oggettiva”. La frase sembra infatti in netto contrasto con una delle frasi nella homepage del convegno: “Scienza e teologia rappresentano differenti campi di analisi e di interpretazione, sebbene essi vengano spesso ingiustamente sovrapposti, generando confusione e polemiche ideologiche”.]. Per esempio, se la frase fosse vera non si giustificherebbe che ai bambini di 3 anni, all’asilo, nell’ora di religione si spieghino miti babilonesi e non un prodotto dell’evoluzione culturale come la teoria dell’evoluzione,. Se Darwin e i suoi successori (fra cui l’abate Mendel) sono davvero stati così bravi da dimostrare COME “in fondo” Dio crea, con meccanismi casuali, sarebbe utile insegnarlo appena possibile ai bambini, che crescono più furbi; “In fondo” sappiamo che il ruolo del caso lo conoscono già: se si guardano intorno sanno già che c’è un 50% di probabilità di nascere maschio e un 50% di nascere femmina. Certo, basta polemiche … ma quanti mesi sono passati da queste dichiarazioni che Pievani e Cavalli Sforza hanno esplicitamente apprezzato il 6/11/07? Certo …. basta polemiche. Ma perché polemizzare con mons.Ravasi che non solo nella homepage ma anche ieri condannava l’uso scorretto del concetto teologico di creazione, che è avvenuto quando “creazione – dottrina teologica – è diventato creazionismo, cioè è diventato sistema di pensiero anche scientifico”. Nel secondo articolo si nota come non ci sia nessuna intenzione di discutere la teoria dell’evoluzione per quello che è, tanto che le viene applicata una maschera diabolica, attribuendole colpe che né Darwin né i suoi successori non hanno (perchè prendersela con il buon abate Mendel?). Che alla scienza non vengano nemmeno attribuiti i meriti che merita lo si capisce dalla frase “una sessione speciale studierà l’origine dell’uomo secondo la scienza”. Aggiungere “secondo la scienza” è infatti del tutto superfluo, non essendoci alternative … Altrettanto preoccupante la ripetuta affermazione che non si intende “celebrare Darwin”; sarebbe meglio invece “celebrarlo” se non si sanno proporre eventuali ipotesi alternative più valide. In caso contrario si da’ ragione a Padre Cantalamessa, che il 7/3/08, preoccupatissimo per le sorti della religione cattolica, durante la predica lesse al Papa queste preoccupate parole del genetista cristiano F.Collins: “… presto o tardi [i giovani cresciuti nel creazionismo] scoprono la schiacciante evidenza scientifica in favore di un universo assai più vecchio e la connessione tra loro di tutte le creature viventi per il processo di evoluzione e di selezione naturale. Quale terribile e inutile scelta si trovano davanti!...Non c’è da meravigliarsi se molti di questi giovani voltano le spalle alla fede, concludendo di non potere credere in un Dio che chiede loro di rigettare ciò che la scienza insegna loro con tanta evidenza intorno all’universo naturale”. Interessante affiancare questa preoccupazione con le statistiche (da USA ToDay) che indicano un aumento dell’agnosticismo negli USA. E’ evidente come P.Cantalamessa il 07/03/2008 prospetti un approccio MOLTO diverso, molto razionale e per niente polemico verso la scienza. [Quale sarà la strategia migliore per la scienza e quale la migliore per la Chiesa?] 11/2/09-VA

”Interessante” l’articolo dell’agenzia Zenit sulla conferenza stampa di ieri, quando mons.Ravasi ha presentato il prossimo convegno sull’evoluzione biologica: “Monsignor Ravasi sottolinea l’assurdità del darwinismo sociale”. Si usano alcune parole di mons.Ravasi per costruire un articolo in cui si riprendono frasi di Darwin estratte dal contesto (anche quello culturale del suo tempo), allo scopo di parlare solo di darwinismo sociale, eugenetica e razzismo, seguendo le tracce di noti interventi della destra integralista cattolica italiana ma anche USA (basti pensare al film “Expelled” …). Un bell’esempio e una splendida base di “dialogo”, senza dubbio … mons.Ravasi saprà apprezzare la collaborazione (e l’indicazione degli esperti) che viene data a chi in Vaticano dovrebbe essere il massimo responsabile della cultura … D’altronde non c’è da stupirsi: ci troviamo infatti proprio fra gli ammiratori dell’antievoluzionismo orgogliosamente ignorante (“non me ne importa niente [di Darwin] e non sono competente”) della prof.AIberoni, finora sostenuta proprio dalle stesse università pontificie che adesso invece si allineano a mons.Ravasi e improvvisamente organizzano questo convegno in cui si invita al “dialogo”… chi prima veniva sbeffeggiato … Ieri invece l’agenzia Zenit proponeva un articolo (“Un Congresso sulla teoria


dell'evoluzione alla luce della fede”) che riferiva, senza polemiche improprie, sulla conferenza stampa, anche se si giustificava lo spazio limitato dato alla scienza, tutta concentrata nelle prime sessioni: “Il punto centrale del Congresso sarà la quinta sessione, che cerca di dare uno sguardo interdisciplinare ai vari rami del sapere sull'evoluzione e le sue questioni antropologiche”. Curioso e interessante il fatto che proprio in questa sessione “centrale” parleranno 2 naturalisti cattolici, critici verso la moderna teoria dell’evoluzione e ben visti in Vaticano nonstante siano da anni ammiratori di Teilhard de Chardin che, secondo il card.Poupard, che lo comunica il 17/2/2007 al gruppo teilhardiano romano, non si prevedeva di riabilitare in tempi brevi, pur non escludendo una soluzione in futuro. Sarebbe stato proprio questo convegno il momento giusto per far ricomparire anche TdC …? [Ci sarà qualche sorpresa?] 10/2/09-VA

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Anche l’agenzia Zenit riferisce della conferenza stampa di oggi in Vaticano (“Un Congresso sulla teoria dell'evoluzione alla luce della fede”); si viene a sapere che “Il punto centrale del Congresso sarà la quinta sessione, che cerca di dare uno sguardo interdisciplinare ai vari rami del sapere sull'evoluzione e le sue questioni antropologiche. In seguito, due sessioni filosofiche cercheranno di analizzare le implicazioni razionali della teoria, sia in campo epistemologico che in quello metafisico o della filosofia della natura”. Forse pochi ormai si ricordano quando nel 2005 mons.Ravasi diceva che non era compito dei teologi valutare la teoria dell’evoluzione. Qui si dice che il momento principale del convegno è quello in cui, dopo che hanno parlato gli esperti, le “implicazioni razionali della teoria” verranno esaminate dai filosofi. Nel sito Vaticano di You Tube c’è il servizio giornalistico sulla conferenza stampa di presentazione del prossimo convegno vaticano sull’evoluzione in occasione del bicentenario di Darwin. Per ora su You Tube sono disponibili solo due video (1 e 2) con l’intervento completo di mons.Ravasi alla conferenza stampa di presentazione del prossimo convegno su Darwin. Come già si capiva dagli articoli pubblicati oggi slal conferenza stampa, grande spazio è stato dato alle interpretazioni e alle distorsioni che sono intervenute successivamente, al di fuori della responsabilità di Darwin e anche al di fuori della biologia. “Triste” soprattutto l’accenno al maggiore spazio dedicato a Darwin … nella “garzantina” di filosofia rispetto allo spazio dedicato a Darwin in quella di scienze. Forse sarebbe stato meglio entrare in una libreria scientifica e in una libreria filosofica o teologica, o in una facoltà di filosofia e in una di biologia, o consultare le riviste scientifiche più autorevoli nelle due discipline. Se davvero si ritenesse importante, solo in questo modo avrebbe ottenuto una valutazione quantitativa più razionale e soprattutto pesata sulle reali competenze di chi scrive (e di chi scrive le “garzantine”). Poco chiaro anche l’uso di termini (evoluzione, teoria dell’evoluzione, darwinismo, evoluzionismo, darwinismo sociale) talvolta accompagnati da segni di sconforto da parte dei vicini, che non sempre saranno stati correttamente interpretabili da parte dei giornalisti. Pochi quindi avrebbero capito a quale di questi termini si riferisse mons.Ravasi quando nel 2005 correttamente disse che “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”. Sembra quasi che obiettivo del convegno sia addirittura di contestare, evidenziando degenerazioni e dettagli magari non legati alla biologia, unico campo di applicazione della teoria dell’evoluzione, i 150 anni di conferme della capacità esplicativa e dell’utilità di una grande scoperta di cui la cultura umana non potrebbe fare a meno. Un articolo della Radio Vaticana riferisce sulla presentazione alla stampa del prossimo convegno vaticano sull’evoluzione biologica, riportando alcune dichiarazioni di Mons.Ravasi: “Mons. Ravasi ribadisce la necessità del dialogo tra scienza e fede”. Ancora una volta si ripete la frase “dialogo fra scienza e fede”, e questo non può che preoccupare, dato che non si chiariscono prima le basi e le rispettive conoscenze e competenze necessarie per poter impostare un dialogo utile. Spiace, ma non stupisce, che non si confermi più nemmeno se è tuttora valida la frase di GP2 che indicava un’accettazione della teoria dell’evoluzione; molti infatti in questi anni sembra se la siano dimenticata, anche ai livelli alti della gerarchia. Forse 150 anni sono pochi … nonostante oggi tutte le scienze della vita, a cominciare dalla medicina, ormai si basino proprio sulla teoria dell’evoluzione. E’ curioso notare che mentre nel documento del 1996 GP2 citava espressamente la


“teoria dell’evoluzione”, nelle citazioni successive di quel documento invece si preferiva riportare solo il punto iniziale del ragionamento, quello in cui la “teoria” viene definita solo “più che un’ipotesi”. E’ ovviamente sospetta tanta evidente paura di usare i termini usati allora da GP2. Già il card.Schönborn il 7/7/05 aveva sostituito “teoria dell’evoluzione” con “evoluzione”, per errore (o per contestare meglio quel documento) … Sconcerta un po’ la frase in cui Mons.Ravasi sostiene, senza spiegarlo, che “La creazione – dottrina teologica – è diventata creazionismo, cioè è diventata sistema di pensiero anche scientifico”. Non sembra che qualcuno abbia da allora presentato fatti nuovi che possano essere sottoposti ad una verifica richiesta dal metodo scientifico, per cui comunque il creazionismo non soddisfa le condizioni che lo rendano credibile in ambito scientifico, come ben sa chi ha notato (ed è certamente apprezzabile … se non ci si fermasse qui) che non si accettano più i creazionisti nei convegni vaticani. Non si capisce poi quali siano i motivi e l’attualità della diagnosi che “La teoria scientifica da discutere secondo lo statuto scientifico si è trasformata progressivamente in un sistema ideologico interpretativo dell’intera realtà umana, passando oltre – perciò – il suo ambito specifico. Ed ecco, per esempio, il sorgere di quella assurdità, a mio avviso, che è il darwinismo sociale”. Non si capisce quindi se questo darwinismo sociale rappresenti davvero un problema che riguarda la teoria dell’evoluzione e quindi un problema di cui qualcuno si dovrebbe preoccupare in un convegno nel 2009 [cosa ne dice la “garzantina”? Se ci accontentiamo della … wikipedia non sarebbe un problema attuale – nemmeno nella versione inglese]. Non si capisce se questa critica (che evidentemente non riguarda proprio chi si occupa davvero della teoria dell’evoluzione) sia una tappa di un percorso culturale orientato verso l‘accettazione, magari fra qualche secolo o decennio, dei meccanismi alla base della teoria dell’evoluzione [di questo obbiettivo non si parla mai …] o se è solo una riflessione che riguarda Spencer e i darwinisti sociali del passato. Esplicitare così, a pochi giorni dal convegno, una critica così globale ma anche errata alla teoria dell’evoluzione (come se non avesse un ambito di azione ben definito e davvero fosse in competizione con qualche altro ben più serio “sistema ideologico interpretativo dell’intera realtà umana”) sembra anche una contestazione verso lo scorso congresso di novembre, che un creazionista sconcertato (e infiltrato…) racconta fosse pieno solo di evoluzionisti. Possiamo sperare che anche in questo caso il congresso deluda i critici della teoria dell’evoluzione. Comunque non si può negare che l’opinione di mons.Ravasi (e in particolare la sconcertante critica appena citata, apparentemente condivisa e ritenuta attuale anche dallo zoologo e dal fisico presenti sul palco) sia stranamente in contrasto rispetto a quella che lui stesso aveva espresso nel 2005: “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”. [Dev’essere successo qualcosa …] Differenze si possono notare anche rispetto al documento di presentazione del convegno, che considerava in modo più corretto gli aspetti scientifici del problema, certo molto difficili da gestire per un teologo, che comunque non ha il compito di “criticare la teoria evoluzionistica”. Della presentazione del convegno vaticano in cui si farà la festa a Darwin si racconta anche in un articolo di Toscana Oggi, (“Scienza e fede, conferenza sull'evoluzionismo”) dove si chiarisce che un ricercatore di zoologia di Roma II ha sostituito il prof.Minelli (lui sì definibile come uno dei migliori esperti italiani di evoluzione biologica) che aveva partecipato alla presentazione precedente alla conferenza stampa del 16/9/08. Proprio S.Forestiero chiarisce la posizione assolutamente negativa verso l’ID: “non da discutere sul terreno scientifico, filosofico o teologico”, ma solo storico. Sembra però che TanzeIIa Nitti nel suo intervento abbia proposto che qualcuno di “intelligente” (un “progettista”?) sia comunque necessario (“un creatore che dall’interno guidi l’evoluzione”, “per la tradizione cristiana c’è un creatore intelligente, ma nel cuore del mondo c’è l’intenzione del creatore a creare il mondo e a dare un senso alla creazione nel suo insieme”. Come si capisce non c’è nulla di oggettivo che si possa discutere, quindi, nulla su cui dialogare, nulla da confrontare. La scienza non potrà che presentare al convegno le sue conoscenze, come al solito dimostrate da fatti, dati o applicazioni utili e funzionanti, ma, come al solito, circondate e riempite da tanti dubbi: una situazione inadeguata per fondare un “sistema ideologico” che possa superare le previste verifiche scientifiche (!),


10/2/09-IT

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filosofiche (?) e teologiche (?): “si tratterà di un’attenta valutazione critica, rigorosa ed oggettiva”. Un articolo del Velino (”Convegno del Vaticano a 150 da “Origine della specie” di Darwin”) preannuncia il convegno organizzato in Vaticano su Darwin. Come si vede, soprattutto se si fa un confronto con l’impostazione delle iniziative organizzate per il bicentenario alla Duquesne University citata qui sotto … sembra più un processo che una festa … e pensare che sono 150 anni che si aspetta che finiscano critiche inutili e sbagliate. Impressionante il dubbio che sia anche colpa degli evoluzionisti il fatto che si noterebbe “il ritorno di concezioni ‘creazioniste’ o di ciò che si presenta a volte come una teoria alternativa, il così detto ‘intelligent design”. Visti i “convegni” dei soliti 6/7 creazionisti “biblici”ospitati a Roma prima in Vaticano (il 27/10/02), poi alla Sapienza (il 3/11/08) e adesso addirittura al CNR (il 23/2/09) qualche dubbio viene, ma non dovrebbe essere difficile escludere che sia colpa di chi usa al meglio la ragione. In un altro articolo del Velino (“Darwin, TanzeIIa-Nitti: Nessun contrasto evoluzionecreazione”) si riporta quanto detto invece da don TanzeIIa Nitti, che svela, senza dare però una giustificazione ragionevole, uno dei tanti misteri della fede: come si poteva sospettare … le scienze naturali sarebbero per ora soprattutto … una fonte di guai per la teologia. Certo sembra sincero, ma ammette una situazione grave e non indica quanti secoli ancora serviranno per concludere questa traversata del deserto che, davvero non si capisce perchè, le scienze naturali dovrebbero fare. Auspica infatti “Che le scienze naturali siano impiegate sempre più dalla teologia come una risorsa positiva di conoscenze, e non viste solo come una fonte di guai. Come la teologia ha già imparato ad usare i risultati fornitigli dalla storia, dall’ermeneutica, dalla psicologia, crescendo in profondità e in rigore scientifico, così è chiamata a prendere sul serio anche i risultati certi delle scienze, giovandosene per il suo lavoro e il suo servizio alla verità”. L’allusione ai guai che ha avuto Teilhard de Chardin sorge spontanea, ma dimostra come siano stati ALTRI ad avere guai a causa delle scienze naturali, soprattutto se si muovevano senza i dovuti permessi nel terreno minato che circonda l’evoluzione biologica e soprattutto i suoi meccanismi (per alcuni dei quali dobbiamo perfino ringraziare alcuni intelligenti e soprattutto curiosi abati vissuti nei secoli scorsi). Ormai risuta troppo ripetuto il mantra “per la teologia cristiana, evoluzione biologica e creazione non si escludono affatto”, in quanto la compatibilità non esclude la costante ostilità verso una delle più importanti scoperte dell’uomo, che ovviamente non può confermare (né contestare) che sia “anche un fatto che l’essere umano si trovi alla sommità di questo lungo sviluppo, quasi a indicare che la nostra specie, proprio come ci insegna la Rivelazione biblica, giunge a coronare uno scopo inteso fin dall’inizio”. Non sembrano proprio le premesse per un dialogo. L’esclusione (che lui nega) deriva anche dall’impossibilità di accettare verità di fede che sembrano ovvie come un tempo era ovvio il fatto, chiaramente osservabile con i nostri occhi …, che il sole ruotasse quotidianamente attorno alla terra. Sembra piuttosto difficile commentare le frasi citate in un altro articolo (“Vaticano: Darwin, l'evoluzione è in fondo il modo con cui Dio crea“) che riporta un ipotesi (scientifica? teologica?) attribuita in questo articolo a don TanzeIIa Nitti (che è teologo ma anche astronomo). La frase, che per alcuni aspetti potrebbe essere risolutiva (ma solo se “facesse riferimento ad uno o più specifici meccanismi evolutivi”), non sembra a prima vista tratta da una versione autorizzata della Bibbia, né si indica l’autore, né si spiega in che occasione sia stata partorita né se sia giustificata o spiegata da qualche teologo … per cui è meglio aspettare che sia disponibile la trascrizione autorizzata del testo originale. Nel sito Korazym si parla del prossimo convegno alla Gregoriana (“Evoluzione e creazione non si escludono a vicenda, se ne parla a marzo alla Gregoriana”). Anche qui una elle solite frasi fatte per non dire che non si capisce, non piace e non la si accetta (“il Vaticano propone una “attenta valutazione critica, rigorosa e oggettiva sotto i vari piani implicati””) Ecco il programma delle Baxter Lectures che si tengono a Pisa l’11 febbraio, aprendo l’anno darwiniano. Si parlerà di “Medicina darwiniana”, iniziando con un intervento di G.Corbellini: "Un'introduzione storico-epistemologica alla medicina darwiniana". Su La Repubblica, edizione di Roma, si presenta la mostra che aprirà il 12 e il programma di iniziative che la accompagneranno. [da Radio 3 Scienza]: Oggi dalle 10.50 alle 11.30, Elisabetta Tola intervista Niles


Eldredge, paleontologo e biologo, Ian Tattersal, paleoantropologo, entrambi dell'American Museum of Natural History di New York. Qui l’audio della puntata. 10/2/09-UK

[da Galileo] Forse si deve sorridere, forse no, soprattutto dopo le proteste per l’articolo (1/2/09) del Giornale in cui si fa del sarcasmo sulla ricerca naturalistica. Negli EMBO Repors si può trovare una spassosa lettera (“A letter to Darwin“, di F.Gannon) in cui si nega il finanziamento alla ricerca naturalistia che si immagina proposta da … C.Darwin…

10/2/09-USA

Computerworld (“Ha 200 anni ma concede interviste: la tecnologia resuscita Darwin”) informa che al Carnegie Science Center di Pittsburgh un clone virtuale del padre dell'evoluzionismo interagisce con i visitatori grazie al sistema 'synthetic interview'. I visitatori possono scegliere tra 199 possibili domande su argomenti sia scientifici che personali, e rivolgerle al 'clone' di Darwin che risponde in maniera naturale e in tempo reale. Non si esclude che in futuro un Darwin virtuale sia disponibile anche sul web. Molto interessante scoprire che il progetto Charles Darwin Synthetic Interview è stato finanziato da un’università privata cattolica, la Duquesne University of the Holy Spirit di Pittsburgh, che intendeva “give visitors of the Carnegie Science Center the opportunity to virtually “converse” with Darwin about his life and theories”. Ottima l’idea dei cattolici USA di chiedere a Darwin di insegnare qualcosa sulla teoria dell’evoluzione! Qui ci sono le iniziative dell’università cattolica in occasione del Darwin Day (fra cui la visione del film “Flock of the Dodos”); ci sono anche tante iniziative per festeggiare il bicentenario darwiniano. Non si vede traccia di inutili discussioni scienza/fede; si lavora, c’è un dipartimento di Biologia, che ha le idee chiare su che cosa non sia scienza, come l’Intelligent Design, e lo fa sapere in un documento molto articolato: “Duquesne University Department of Biological Sciences Position Paper on Intelligent Design Creationism”.. Sono in linea gli articoli del nuovo fascicolo (Marzo) di Evolution: Education and Outreach, la rivista di N.Eldredge. Fra gli articoli: • Experimenting with Transmutation: Darwin, the Beagle , and Evolution di N.Eldredge • Charles Darwin and Human Evolution di Tattersall. • Don’t Call it “Darwinism” di E.C.Scott In linea ci sono anche altri articoli (OnLineFirst), come Darwin: Origin and Evolution of an Exhibition di C.Ceci, In the Wake of Charles Darwin and Beyond: A Tribute to Ernst Mayr e (forse per i bambini…), Evolution in Lego ®: A Physical Simulation of Adaptation by Natural Selection.

9/2/09-USA

• 9/2/09-CA

Il New York Times dedica oggi a Darwin una serie di interessanti articoli: • Darwin, Ahead of His Time, Is Still Influential • Darwinism Must Die So That Evolution May Live Interessante l’idea contenuta in questo articolo, che sottolinea il pericolo di trascurare il lavoro di tutti quelli che, pur con un nome diverso, hanno continuato e soprattutto perfezionato il suo lavoro. D’altronde è abbastanza noto che ormai quasi solo gli antievoluzionisti si accaniscono rabbiosi sul “darwinismo” (lo chiamano così). Gli evoluzionisti da tempo sono già più avanti … di 150 anni. • Genes Offer New Clues in Old Debate on Species’ Origins • Crunching the Data for the Tree of Life Carl Zimmer racconta della difficoltà di rappresentare correttamente l’albero evolutivo quando si cerca di mettere in relazione contemporaneamente tutte le specie attualmente viventi. Vengono presentati alcuni tentativi di creare alberi navigabili, come il programma Paleoverde, o rappresentazioni statiche ma dettagliate come questa (con la freccia per ritrovarsi…) • Seeing the Risks of Humanity’s Hand in Species Evolution • Darwin the Comedian. Now That’s Entertainment! Sempre il NYT mette anche a disposizione una versione on line sfogliabile di “On the origin of the species” Sul canadese National Post un articolo (“Evolution 2.0: From Darwin to dot-com”) racconta i meriti di Darwin e ricorda anche uno dei suoi giudizi, motivato, sulla religione cristiana “… this is a damnable doctrine”. Questo giudizio, presente nell’autobiografia, venne censurato dalla moglie Emma (“I should dislike the passage in brackets to be published. It seems to me raw. Nothing can be said too severe


upon the doctrine of everlasting punishment for disbelief”), e ricomparve solo nell’edizione del 1958. 9/2/09-IT

8/2/09-IT

Anche gli economisti della Bocconi discutono di Darwin, secondo quanto si legge sul loro quotidiano: “Darwin, un grande dell’economia?”. Sarà una battuta, ma nell’articolo si sospetta che ”Charles Darwin abbia fatto più successo in economia che in biologia”. Nell’articolo si consiglia “una interessante riflessione sui rapporti tra biologia evolutiva e teoria economica, quella proposta da Paul Krugman, premio Nobel per l’economia 2008, in un discorso tenuto all’European Association for Evolutionary Political Economy nel 1996: http://web.mit.edu/krugman/www/evolute.html”. Articolo forse un po’ ambiguo sul Secolo XIX, apparentemente ostile alla teoria dell’evoluzione dal secondo paragrafo fino all’ultima riga (forse non tutti a Genova apprezzano e partecipano al Festival della Scienza…): “Darwin la sfida continua”. Certo è imbarazzante se pensiamo alla confusione che c’è, e che continua, fra chi critica Darwin e la moderna teoria dell’evoluzione non solo senza conoscerli, ma senza nemmeno essere capaci di distinguerli. Spiace leggere che “A dispetto del consenso della comunità scientifica internazionale, le polemiche continuano infatti ad abbattersi sulle spalle di Darwin”. Perché non dare più importanza al consenso attuale? Per fortuna non si conclude che si stanno buttando via inutilmente nella ricerca scientifica un sacco di soldi che si potrebbero impiegare meglio, ma si immagina un Darwin travolto da un “fuoco di polemiche segnate da riduzionismi, indebite attribuzioni e palesi strumentalizzazioni politico-razziali”. Certo il giudizio positive su Darwin è chiaro (“palesi strumentalizzazioni”) … ma … forse non tutti i lettori capiscono. Sempre sul Secolo XIX anche un articolo di Michele Luzzatto (“Luzzatto: chi lo attacca si allontana da Dio”) Sul Sole 24 Ore una serie di articoli (“Ecce Homo, disse Charles”, “Domande dell’anello mancante”, “L’origine di tutti i best sellers scientifici”, “Navigazioni neodarwiniane”, “Alex pappagallo pensoso”, “Così cinguetta l’evoluzione”, “Progressi da manuale” sulla mostra (spot video) che si aprirà il 12 a Roma: “Darwin 18092009” Sulla Stampa F.Cassata (“Heil Darwin”) prova a chiudere definitivamente, citando i testi originali, il tentativo tuttora attivo in diversi paesi di distorcere il meccanismo della selezione naturale allo scopo di cercare di attribuire a Darwin almeno parte della responsabilità delle politiche razziste alla base dei genocidi dei nazisti. Esempi recenti di queste odiose mistificazioni li troviamo nel film “Expelled”, che per fortuna nessuno ha avuto finora il coraggio di distribuire in Europa, dopo il fallimento negli USA. Si parla di creazionismo anche su Panorama, in un articolo (“Chi sono i neocrociati alla destra del Papa”) in cui si presenta la variegata destra cattolica, tradizionalista e conservatrice. Peccato che per quanto riguarda il creazionismo, le idee siano ben poco chiare, sia per la (non facile) distinzione fra ID e creazionismo, ma soprattutto per il fatto che non solo i cattolici tradizionalisti preferiscano negare che il caso abbia un ruolo: “Discorso a parte meritano i creazionisti che nel bicentenario della nascita di Charles Darwin, contrappongono il disegno intelligente alla teoria evoluzionista. Secondo l’ipotesi creazionista, assai popolare nell’universo tradizionalista e lefebvriano, motore dell’evoluzione non sarebbe il caso bensì «il dito di Dio»”. Forse per farsi perdonare un precedente articolo sfortunato (pieno di ignoranza ed osilità verso il lavoro dei naturalisti), oggi il Giornale ha messo al lavoro qualcuno un po’ più competente e meno ossequioso verso il ministro della funzione pubblica. Ecco così un articolo (“«Charles Darwin? Ecco la verità sull’evoluzione» Peter e Rosemary Grant raccontano al Giornale il loro lavoro sulle orme del grande naturalista“) in cui si esalta la ricerca naturalistica svolta dai coniugi Grant, presenti ai Darwin Days milanesi: per 35 anni (l’altro giornalista avrebbe probabilmente pensato che due giorni sarebbero sicuramente bastati, e avrebbe criticato i loro ritmi di lavoro … e il tempo che hanno perso…) hanno analizzato i fringuelli delle Galapagos, studiati anche da Darwin quasi due secoli fa. Una buona metà dell’intervista riguarda comunque non il lavoro dei Grant e le loro scoperte, ma i dubbi del giornalista (o dei suoi lettori?). Un’occasione comunque per chiarire le idee dei coniugi Grant sul rapporto fra la scienza e le religioni. Sempre sul Giornale anche un articolo che elenca alcuni dei libri che stanno uscendo in coincidenza con il bicentanario di Darwin (“Bicentenario. Per la ricorrenza una pioggia di libri”). Sconcerta la citazione impropria di un libro che concederebbe


alla teoria dell’evoluzione solo lo status di ipotesi, una fra le altre (quali?). Probabilmente ci sarà qualcuno che ancora in occasione del tricentenario rimarrà ancora a questo livello? O fra 100 anni tutti avranno imparato almeno il significato di “teoria scientifica”? 7/2/09-IT

Sul Corriere un articolo di T.Pievani (“DARWIN A DOHRN: "PREZIOSA LA SUA IDEA SULLA FUNZIONE"”) sulla corrispondenza di Darwin con A.Dohrn (fondatore della stazione zoologica di Napoli) e altri scienziati italiani entusiasti delle idee di Darwin, come dimostrano alcune lettere da poco rese pubbliche. Criticando alcuni aspetti della teoria dell’evoluzione, hanno aiutato Darwin a verificare meglio e migliorare alcune sue ipotesi.

6/2/09-IT

Anche a Napoli, alla cittadella della Scienza, dall’8 febbraio iniziano a presentare sempre meglio e in modo più stimolante le conoscenze attuali sull’evoluzione biologica, a cominciare dalla scoperta da parte di Darwin della teoria dell’evoluzione per selezione naturale, giusto 150 anni fa Sull’Avvenire un articolo di N.Cabibbo (“DALLE STELLE AI GENI, FATTI NON TEORIE”); il titolo non è certo adatto per un’intervista ad uno scienziato che, pur presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, sa bene cosa sia una teoria. In realtà nell’intervista la parte sull’evoluzione non è per niente chiara: N.Cabibbo dice infatti che l’”evoluzione è un fatto e non una teoria”, e poi non dice nulla della teoria dell’evoluzione, fermandosi quindi alla biologia predarwiniana, quando l’evoluzione ea sempre un fatto ma non aveva ancora una spiegazione ragionevole; … e pensare che proprio lui ha organizzato in novembre un convegno sull’evoluzione, dove certamente qualcuno avrà parlato anche della teoria dell’evoluzione, cioè dei meccanismi che la spiegano, su cui qualcuno, e non solo i fisici da Nobel, ancora preferisce sorvolare …

6/2/09-USA

Questa settimana è il turno del numero speciale per Darwin di Science. Sul blog Laucophea una presentazione degli articoli (però non consultabili liberamente). Particolarmente interessanti, anche per chi non dubita né dell’evoluzione né delle spiegazioni naturalistiche, gli articoli che presentano esempi di speciazione. Nel caso incontrasse sotto casa uno degli ultimi creazionisti sarebbe ora capace di fargli cambiare idea; non vedono l’ora di abbandonare idee settecentesche … non aspettano altro che qualcuno gli racconti che su Science è stata dimostrata la formazione di una nuova specie.

5/2/09-IT

Il convegno creazionista biblico del 23/2/09 in aula Marconi al CNR, annunciato con numerosi dettagli preoccupanti in un articolo sul Foglio del 31/1/09, si farà e non viene più considerato un evento ufficiale ma privato, e la seguente scheda è stata quindi improvvisamente eliminata dalla pagina web del calendario delle iniziative: 23/02/2009 Workshop Internazionale sull’Evoluzionismo Roma CNR, Aula Marconi - P.le Aldo Moro, 7 - 00185 Roma - Orario: 9:00 D.G. – Uff. Paesi Industrializzati Organismi Internazionali

Non sembra altro che una ripetizione della riunione di creazionisti consulenti del cattolicissimo Kolbe Center for the study of Creation (“Defending Genesis from a traditional catholic perspective” ma nessuno in Vaticano li critica come avviene invece per i biologi evoluzionisti…), tenutasi il 3/11 in un’altra struttura romana dedicata alla scienza, l’università La Sapienza, e utilizzandone addirittura il logo. Al CNR lo sapevano? Sarebbe stato assurdo che il CNR appoggiasse, pubblicizzandola e inserendola nel suo calendario, una riunione di creazionisti biblici non accettati se non come uditori muti in un convegno vaticano sull’evoluzione, tenutosi a fine ottobre 2008. Da notare che sono stati anche poco riconoscenti: chi è riuscito ad infiltrarsi, grazie ad una autorevole ma incauta raccomandazione, ha preso appunti, distribuito libri pubblicitari sul creazionismo e raccontato a tutti i cattolici il suo sconcerto per l’assenza di qualsiasi critica verso la teoria dell’evoluzione in un convegno vaticano.. E’ anche facilmente dimostrabile che non sono stati contenti dell’esclusione e si sono lamentati: G.Berthault, esperto del famoso mito del diluvio universale di cui si parla nella Bibbia e in altri testi che sono diventati sacri, dice “siamo stati lasciati fuori”. Nel sito del convegno che si son fatti tra loro il 3/11/08 scrivono, davvero delusi: “The conference coincides with one being held by the Pontifical Academy of Sciences, which refused to allow the scientists with evidence against the theory of evolution to participate in their event”), per cui avevano dovuto riunirsi in una sede che garantiva loro più libertà … alla Sapienza (qui si possono leggere gli abstract di un convegno che sembra simile a quello previsto il 23 febbraio).


4/2/09-IT

• 4/2/09-USA

Forse non si rendono conto che dei pericoli che avrebbero fatto correre alla Chiesa cattolica: il convegno vaticano avrebbe forse rischiato di perdere i finanziamenti dalla Templeton Foundation, che non supporta iniziative in cui si critichi la teoria dell’evoluzione: “The John Templeton Foundation does not support research or programs that deny large areas of well-documented scientific knowledge”, “If your project takes an anti-evolutionist position scientifically, or seeks to engage in political advocacy concerning evolution or anti-evolution, it is unlikely to pass through the initial filters and external expert review process“, “the Foundation does not generally support theologically-motivated critiques of evolutionary science”, Sarebbe stato poi davvero imbarazzante presentare al CNR un esperimento del 1991 che non escluderebbe la possibilità della “terra giovane” e del diluvio universale nella stessa sala Marconi in cui solo tre giorni prima si discuteva delle ultime scoperte sul clima nel quaternario. Scheda dell’evento. Penosa iniziativa a Milano, dove un creazionista ha avuto l’idea di contestare una conferenza sull’evoluzione al liceo Parini. Non si rendono conto che non siamo più nel 2002, quando riucirono ad entrare al Vittorini, sempre a Milano, ma che ormai anche nei convegni vaticani quando si discute di fatti sull’evoluzione, parlano solo gli esperti e quindi i creazionisti (per evitare che si spaventino troppo o che raccontino in giro che in Vaticano i creazionisti non sono più applauditi come un tempo) non sono neanche invitati. Viste le sciocchezze che raccontano ormai sono costretti a ritrovarsi fra di loro ripetendo sempre le stesse cose e cercando inutilmente di farsi notare (sembra che del loro convegno del 3 novembre se ne sia accorto solo il quotidiano L’Adige di Trento!). Anche il Teatro Il Piccolo di Milano festeggia Darwin con uno spettacolo dall’8 al 27 febbraio. Lo spettacolo teatrale, 'Darwin ... tra le nuvole', è firmato dall'epistemiologo Giulio Giorello con la regia Stefano De Luca e la collaborazione in scena di Luca Boschi. Su La Stampa interessante articolo di Niles Eldredge, in questi giorni in Italia. Con tanti titoli che in questi giorni cercano di attirare lettori mettendo in evidenza gli errori o (certo è più corretto) le ignoranze di Darwin, proprio uno dei suoi eredi, citando alcuni appunti darwiniani da lui letti ma non ancora pubblicati, annuncia nell’articolo (“Darwin aveva capito tutto”) che ci saranno presto alcune interessanti sorprese; in particolare fa notare che da giovane Darwin anticipò, ma poi scartò, alcune ipotesi che ai suoi tempi non trovavano le giustificazioni rigorose che Darwin riteneva necessarie per convincere i suoi colleghi. Il giovane Darwin ebbe idee che solo dopo di lui ebbero maggiore successo: ragionò sui meccanismi di estinzione delle specie e sul ruolo dell’ambiente anche nel creare la variabilità, ma poi si concentrò soprattutto sulla selezione naturale. Sempre sulla Stampa, ma in Tuttoscienze, 2 pagine su Darwin: “Così abbiamo reinventato l’evoluzione” e “Charles & Emma” Il sito web The Pew Forum on religion and public life ha pubblicato un dossier sul dibattito sull’evoluzione. Alcuni articoli sono davvero interessanti: • Overview: The Conflict Between Religion and Evolution • The Social and Legal Dimensions of the Evolution Debate in the U.S. • Religious Groups' Views on Evolution • Graphic: Religious Differences on Evolution ( m o l t o • • •

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Giorno dopo giorno il dibattito sull’articolo di J.Coyne su New Republic del 26/1/09 (“Seeing and Believing”) si è allargato e si è arricchito di contributi, diventando sempre più interessante. Lo si trova in una pagina web nel sito di The Edge. Si ragiona e ci si confronta su domande come Does the empirical nature of science contradict the revelatory nature of faith? Are the gaps between them so great that the two institutions must be considered essentially antagonistic? Questa sera a Pavia al collegio S.Caterina un dibattito fra G.Giorello e D.Antiseri sul loro ultimo libro (“Libertà. Un manifesto per credenti e non...”), toccherà probabilmente tematiche molto vicine se non simili. E’ stato spiacevole sentire che Antiseri nel buco nero della preistoria precristiana veda solo clave e stridor di denti (“cosa c’era prima della società civile e del cristianesimo? La clava!”). Mi ha stupito la sua certezza. Non si capisce quali siano le sue fonti di informazione e se le ritenga


talmente affidabili da affidarle la sua credibilità. Molti primatologi sono ben più ottimisti di lui; si può ricordare F.De Waal, che ha scritto un libro di etologia dei primati, che fin dal titolo invece è ottimista “Naturalmente buoni”. Antiseri ha poi riferito che secondo il Card.Martini nel libro della Bibbia non si dice nulla di quelle “leggi naturali” che secondo il Papa devono essere scritte lì da qualche parte. Potrebbe chiedere a qualche esperto di verificare invece se qualcosa sia invece scritto nel libro della natura… Leggendo questo articolo del 15/4/08, non sembra (sempre che il giornalista abbia interpretato correttamente il suo pensiero) interessato a trovare eventuali soluzioni in quel libro, pur recentemente raccomandato anche dal Papa. Si è parlato anche di questioni che la Chiesa ritiene non negoziabili, come quelle che riguardano l’inizio e la fine della vita. Probabilmente per questo motivo il filosofo della scienza cattolico, che ha riferito la sua opinione accennando a dolorose esperienze familiari, ha onestamente ammesso di aver rifiutato di esprimere le sue opinioni sull’argomento in interviste che due quotidiani gli avevano richiesto, negando di inserire un suo contributo come cattolico in una questione su cui anche autorevoli non cattolici approfittano di un ruolo politico per fornire indicazioni ai cattolici. Sarebbe quindi necessario aggiungere un ulteriore capitolo al libro appena scritto con Giorello; era infatti nato da una contestazione di un precedente libro di G.Giorello: “Di nessuna chiesa. La libertà del laico”. Niente di nuovo: anche i biologi cattolici preferiscono non parlare di evoluzione; sono talmente riservati che mons.Ravasi, per organizzare il suo convegno in marzo, deve andare fino all’Università di Notre Dame negli USA, dove trova biologi evoluzionisti cattolici che festeggiano Darwin e sono disposti ad “ammettere” di sapere quello che hanno studiato sui libri. Non è difficile quindi non apprezzare la posizione di G.Giorello, che ha scritto il libro “Di nessuna chiesa. La libertà del laico” e può esprimere le sue opinioni ma soprattutto diffondere le sue conoscenze. 3/2/09-UK

Molto bello il video della BBC ( “Tree of Life”, tratto dal video 'Charles Darwin and the Tree of Life') con animazioni che accompagnano i sei minuti del racconto di Lord Attenborough dei 3 miliardi di ani di storia della vita sulla terra, su cui nessuno dovrebbe avere alcun dubbio … se non sul modo migliore per rappresentarla. Bella anche la frase finale che invece molti avrebbero bisogno di capire meglio: “noi condividiamo il mondo anche con gli organismi più semplici, i batteri, comparsi già 3 miliardi di anni fa”. Come sappiamo la condivisione non è affatto pacifica, e non è sempre l’uomo ad avere la meglio … nonostante i batteri non ricorrano a metodi che definiremmo violenti o che assoceremmo alla “lotta per la vita” Questo video sarebbe consigliabile come sfondo silenzioso ad ogni iniziativa pubblica in cui si parla di evoluzione. Sarebbe un semplice strumento per stimolare in un essere curioso per natura (come lo sono i primati e quindi anche e soprattutto l’uomo) il bisogno di conoscere e capire i meccanismi biologici che oggi permettono di spiegare il lunghissimo (a volte lo si dimentica…), improbabile e entusiasmante processo in cui siamo inseriti … Purtroppo anche noi umani siamo inseriti come comparse destinate a scomparire rapidamente dopo aver lanciato nel futuro, se interessati, i nostri messaggi di speranza e anche i nostri messaggi di vita, le nostre cellule ma solo con metà del nostro DNA, per garantire la varietà e per contribuire al successo della nostra specie … anche rispetto ai microbi … che saranno certo sempre presenti.

2/2/09-IT

Intervista («Darwin aveva ragione, Dawkins no») del presidente dell’Accademia Pontificia, N.Cabibbo, all’Eco di Bergamo, giustificata dalla sua presenza a Bergamo per una conferenza su un tema che, lo capisce anche lui, non è propriamente quello per il quale può essere ritenuto un esperto: “Creazione ed evoluzione”. La sua missione sembra però quella di portare un po’ di chiarezza su un tema che forse vede i cattolici bergamaschi un po’ confusi: la differenza fra evoluzione ed evoluzionismo. Purtroppo l’inizio non sembra molto chiaro per chi avesse davvero un po’ di confusione: “L'evoluzione è un'idea proposta da Darwin 150 anni fa, basata sull’esistenza delle mutazioni e della selezione naturale” … “oggi dunque quella dell'evoluzione non è più solo una teoria, ma un fatto”. Tranquillizza comunque che N.Cabibbo confermi ancora una volta, per la gioia degli evoluzionisti, che “l'ossatura della Teoria dell'evoluzione è ormai sicura … sull'evoluzione come tale ormai non ci sono più dubbi”. Meno chiara poi la definizione di “evoluzionismo” come “L'idea che, avendo scoperto


che c'è stata e c'è l'evoluzione, Dio sia diventato un'ipotesi inutile”; sarebbe infatti più corretto dire che non sia necessaria per spiegare l’evoluzione biologica, comunque questa opinione non scalfisce affatto la teoria dell’evoluzione; discutibile invece è la sua idea che non solo la condanna di G.Galilei, ma anche quella di Giordano Bruno, siano da considerare errori della chiesa. Dovrebbe magari proporre che se ne discutesse, ma attualmente l’idea non troverebbe certo sostenitori all’interno della Chiesa cattolica, che hanno una visione diversa dei motivi della condanna, che sarebbe in gran parte non conseguenza delle sue opinioni scientifiche. Interessante e insolito che metta in evidenza quanto sia problematico il rapporto della scienza con la religione; sottolinea infatti un fatto ovvio ma su cui spesso si evita di attirare l’attenzione: che la scienza è unica mentre le religioni sono tante e tutte con verità diverse: dire che “la scienza non appartiene ad una sola Chiesa” sembra un fatto ovvio, ma le conseguenze non sono facilmente gestibili; l’ammissione dell’esistenza di religioni diverse sarebbe una giustificazione della necessità del relativismo. 2/2/09-DE

Il prossimo 20 febbraio si aprirà a Dortmund, organizzato, dal Max Planck Institute for Molecular Physiology, il convegno europeo “Attitude and Knowledge concerning Evolution and Science in Europe (AKESE - EWEWE)”. Sembra però, leggendo il programma, che manchino molti, troppi paesi europei, mentre per fortuna è presente la Turchia, dove l’insegnamento del creazionismo nella scuola è più diffuso e più costante che in Italia, dove comunque inizia già a 3 anni anche nelle scuole pubbliche (visto che “L’educazione religiosa nell’eta’ dai 3 ai 6 anni risponde al bisogno del bambino di dare un significato alle leggi della natura” si organizza un “Ascolto del racconto della Creazione”). Si discuterà del problema della diffusione della conoscenza della teoria dell’evoluzione nella cultura europea attuale: “Despite its great importance and enormous explanatory power, evolution and the theory of evolution are still poorly understood and are actively rejected by many. While the evolutionary theory is supported by an overwhelming body of evidence, it remains the most controversial scientific theory in the history of man. This criticism is by no means a newly emerging phenomenon of the early 21st century, and it is not limited to highly religious people: Ever since Charles Darwin, critics of the evolutionary theory have been found in all countries and all social classes.”

2/2/09-UK

Non abbiamo ancora cominciato a commemorare il bicentenario di Darwin che già qualcuno (spesso abituato a stimolanti provocazioni, come il genetista Steve Jones) si alza in piedi (sulle pagine del Daily Telegraph) e si/ci chiede: “Can we please forget about Charles Darwin?”. Certo forse si potrebbe risparmiare un po’ di soldi (a cominciare da quelli impegnati nel convegno organizzato dal CNR il 23/2 a Roma per gli amici creazionisti biblici del Centro Kolbe, che invece il Vaticano oggi tiene giustamente a distanza a meno che … qualcuno li faccia passare di nascosto da mons.Ravasi), ma certo capita solo poche volte in ogni secolo l’occasione di provare ad aumentare la percentuale di cittadini che capisce qualcosa di più di una delle più grandi scoperte degli ultimi secoli, ancora in gran parte incompresa se non perfino temuta o aborrita. Certamente troppi (soprattutto gli antievoluzionisti che nella biologia evoluzionstica annaspano) preferiscono soffermarsi sugli inutili dettagli della sua vita privata (basti pensare a quanti ricamano sugli effetti della morte della figlia sulla biologia evoluzionistica … Appunto per questo S.Jones ci raccomanda: “In 2009 we should celebrate the science rather than the man – the fact rather than the anecdote”. S.Jones sembra poi piuttosto preoccupato dell’interesse dei filosofi e soprattutto dei teologi, in maggioranza del tutto incompetenti di biologia, soprattutto se postdarwiniana o contemporanea (“And when theologians try to explain what Darwin really thought, I roll my eyes in despair”) e della ripetitività e costanza nei decenni dei loro interventi esplicativi (“… human evolution happened in the accepted way – because it was meant to happen …”) indifferenti al progresso scientifico; in effetti è divertente ricordare che questa tranquilla ma poco convincente spiegazione, sempre la stessa da molti decenni nonostante le conoscenze siano profondamente cambiate, riesce a convincere anche molti biologi che dovrebbero conoscere anche i meccanismi dell’evoluzione. Sul Guardian oggi un commento ai risultati del sondaggio pubblicati ieri. In un articolo ( “Rescuing Darwin”) ci si chiede se non sia necessario un intervento per raddrizzare una situazione pericolante, per riportare sulla retta via milioni di poveretti che sono stati indottrinati male: “The public has been turned off evolutionary theory by its false association with reductionism, nihilism,


atheism, and amorality”; incredibilmente l’articolo non indica chi sia responsabile di questo “dirottamento intellettuale”. Forse si vuol dare la colpa al caso? O si pensa che siano scelte individuali, anche “at the popular level”? Visto che siamo in UK non si capisce proprio perchè il giornalista non ricordi semplicemente che solo qualche mese fa, in settembre, la Chiesa Anglicana aveva chiesto scusa proprio per questo: “Charles Darwin: 200 years from your birth, the Church of England owes you an apology for misunderstanding you and, by getting our first reaction wrong, encouraging others to misunderstand you still. We try to practice the old virtues of 'faith seeking understanding'”. Se il reo è confesso e ammette 150 anni di errori, perchè si ha paura di scriverlo? 1/2/09-UK

Un articolo sul Guardian (“Half of Britons do not believe in evolution, survey finds”) riferisce di un sondaggio (promosso da associazioni che analizzano il rapporto fra fede e scienza) che ha aggiornato i dati sulla percentuale di inglesi che credono alla teoria dell’evoluzione. Come è noto è un argomento su cui le percentuali sono molto influenzate dalle domande che vengono poste, anche perché è necessario ce non ci sia confusione fra evoluzione e teoria dell’evoluzione, che non tutti gli inesperti percepiscono come due facce della stessa medaglia. Purtroppo i risultati dell’indagine sono disponibili solo a pagamento. Sembra che il 50% siano in qualche modo convinti che un esser superiore abbia gestito l’evoluzione (ma non sanno come); solo il 25% degli inglesi sembra siano davvero convinti del fatto che la teoria dell’evoluzione sia corretta e convincente (il fatto che dall’articolo sembra di capire che la domanda riguardi solo il vecchio modello “darwiniano” non permette di capire quanto siano attendibili i risultati…). Il 25% sono invece contrari e confusi, per cui rimarrebbe solo l’ultimo 25% che è confuso ma tendenzialmente in favore della spiegazione naturalistica dell’evoluzione, che è alla base delle conoscenze mediche che probabilmente si usano ogni giorno. Non c’è molto da stare allegri… soprattutto per quanto riguarda la formazione scolastica, che sembra non riesca a verificare e modificare alcune delle informazioni errate che vengono trasmesse negli ambienti domestici fin dalla più giovane età. D’altronde in Italia abbiamo pure strutture di rierca che nel 2009 invitano ancora creazionisti biblici a parlare di evoluzione (se la notizia è vera). [Piuttosto deprimente notare che le notizie pubblicitarie che compaiono in fondo alla pagina web del Guardian rimandano tutte a ricchi siti creazionisti!!] La notizia è ripresa da alcuni siti giornalistici italiani, come quello dell’APCOM (dove non hanno nemmeno verificato la traduzione…).

1/2/09-VA

Proprio contemporaneamente ad un articolo dell’Osservatore Romano (in cui ci si preoccupa più della sua perdita della fede che delle eccezionali scoperte di Darwin) nel sito dell’agenzia vaticana Zenit troviamo invece un articolo con un titolo un po’ diverso dai soliti e con un contenuto che attribuisce termini come “fede” e “divinizzazione” a chi per mestiere non si occupa né di divinità né di fedi. Il titolo dell’articolo è “L’effetto dell’ambiente sull’evoluzione”; si parla quindi del ruolo dell’ambiente [e curiosamente non di Dio] come motore dell’evoluzione biologica. Forse anche per questo motivo è uno dei pochi articoli che compaiono nel sito di Zenit SENZA alcun “articolo correlato”. In tutto l’articolo in effetti si usano ripetutamente termini scientifici che probabilmente non sono abituali per il sito web di questa agenzia di stampa. Si cita perfino (e non è frequente …) l’importanza dell’abate Mendel nel fornire alla teoria dell’evoluzione quelle basi che ai tempi di Darwin si ignoravano. L’articolo poi si concentra però soprattutto sui meccanismi epigenetici, anche se gli esempi fatti sembrano riguardare lo sviluppo e il differenziamento individuale, e il controllo dell’espressione genica nel singolo individuo. Si citano anche E.Jablonka e M.Lamb che dicono che “Ogni singola mutazione è casuale, ma la risposta del genoma – l’aumentata velocità di mutazione – può essere adattativa, cioè influenzata dall’ambiente” . L’autore dell’articolo, medico neonatologo, sottolinea poi che “è rilevante umanamente riscontrare che l’ambiente non è solo un selezionatore ma anche un induttore di cambiamenti ereditabili”, come d’altronde ben sapeva non solo Darwin, che ne aveva avuto la prova studiando la speciazione nei fringuelli delle Galapagos, ma chiunque si occupi di biogeografia in relazione ai movimenti nel tempo di isole o zolle continentali.


Il contrasto evidenziato fra “la continua e cieca lotta per la sopravvivenza fra cambiamenti casuali” e la “capace di generare solidarietà” non è chiaro se solo si considera quanto siano ben più comodi oggi gli utili pacchetti sanguinolenti oggi impilati nei banchi di macelleria dei supermercati; a meno che non si riferisca invece ai violenti conflitti narrati dal vecchio testamento (e che angosciano anche un biblista come mons.Ravasi) o quelli tuttora in corso nei territori contestati dalle grandi religioni monoteistiche. La conclusione dell’articolo è molto brusca e allude, rimescolandoli senza giustificazione, a concetti e termini usati più frequentemente in testi teologici che in biologia e in medicina: “fideismo cieco”, “casuale lotta”, “termini assoluti e quasi divinizzati” e “termini ideologici”. Chiara comunque la confusione fra eventi casuali (le mutazioni, che anche E:Jabklonka nell’articolo conferma come eventi casuali) e la selezione naturale, che nessuno può proprio dire che sia cieca. Anche l’Osservatore Romano da’ inizio oggi ai festeggiamenti per il bicentenario di Darwin, con l’articolo (“Ma la biologia non spiega tutto l'uomo”) di una storica che da tempo si occupa di problemi di evoluzione e di bioetica. Di solito gli esponenti della Chiesa cercano di non citare Teilhard de Chardin negli interventi sull’evoluzione, per evitare di ricordare ai cattolici che si occupano professionalmente di evoluzione biologica quanto sia pericoloso utilizzare le proprie competenze per tentare di diffondere in ambito religioso la cultura scientifica “nella forma ormai contemporanea”. Nell’articolo invece “coraggiosamente” si ricorda (riprendendo l’intervento di mons.Ravasi alla conferenza stampa del 16/9/08) che Darwin non sarebbe mai stato messo all’indice [… a questo imprudente accenno … gli esperti di evoluzione subito pensano però all’enciclica contro i naturalisti del 1893 o al Monitum del Santo Uffizio (postumo, 1962!) che ha sigillato per anni le idee di Teilhard de Chardin, ed è tuttora valido … a 54 anni dalla sua morte]. Imbarazzante risulta quindi la successiva citazione proprio di Teilhard de Chardin, come se non si sapesse dell’incompatibilità tuttora esistente di TdC con la sua Chiesa; esalta infatti la “compatibilità fra scienza evoluzionista e fede in Dio, già difesa del resto dallo scienziato gesuita Pierre Teilhard de Chardin”. Se TdC è ancora da ripassare, si è per fortuna aggiornata sul fatto che il DNA non smentisca Darwin (come scrisse qualche anno fa, il 22/1/04: “il fatto che la scoperta del Dna costituisca un ostacolo consistente alla teoria dell'evoluzione naturale - il Dna delle diverse specie è composto da un numero diverso di cromosomi - non viene mai affrontato”): “sarà solo dopo la riscoperta delle ricerche del botanico Gregor

Mendel che la sintesi neodarwiniana comincerà a rispondere a queste domande, con teorie che le ricerche successive, soprattutto quelle sul DNA, confermeranno e arricchiranno”. [finalmente un’esaltazione dell’utilità della ricerca biologica] Spiace che però l’autrice non tragga qualche conseguenza da questa novità che ora ha capito quanto sia importante, che conferma quindi la bravura e l’intelligenza di Darwin … Nell’articolo ritorna infatti comunque a criticare la vecchia teoria darwiniana, sorvolando sul fatto che non sia stato smentito dal DNA, ma anche sui 150 anni di ricerca scientifica che sicuramente sono ben più importanti della posizione personale di Darwin verso la religione o della sua reazione alla morte della figlia. Sconcerta un po’ la frase finale, in cui sembra che si dia ancora molta importanza alla “contrapposizione fra scienza e Bibbia sulla storia dell'evoluzione”; in effetti non ci dovrebbero essere problemi: non si dovrebbe dimenticare che se Teilhard è stato condannato è perché il problema non era sulla storia, ma sui meccanismi dell’evoluzione! Comunque non può proprio dire che in Vaticano (o alla RAI) l’evoluzione (anche solo come fatto) sia ancor oggi accettata senza problemi … Stupisce quindi anche la frase “oggi la questione piu’ scottante e’ un’altra: non tanto la possibilita’ di far coesistere l’ipotesi scientifica dell’evoluzione delle specie viventi con un progetto divino, ma il modo stesso di concepire l’essere umano”. Non si capisce se per la Chiesa (o per l’autrice dell’articolo? o per i biologi evoluzionisti?) sono già risolti due problemi … e si può passare ad affrontarene un terzo… Sembra poi che si confonda l’evoluzione biologica, che è un fatto, e la teoria che la spiega (e che appunto la rende un fatto). Quanti secoli ancora bisognerà attendere per accettare la teoria dell’evoluzione?! [Curioso il fatto che Teilhard de Chardin, con la sua ipotesi della noosfera, sia uno dei candidati a patrono di internet . L’ipotesi è presente perfino in un sito cattolico, nonostante sia successo che “… nel tentativo di conciliare teologia cristiana e teoria dell’evoluzione, si sia sbilanciato a favore della seconda al


punto da sconfinare nell’eresia”] Proprio in questi giorni anche nel sito dell’agenzia cattolica Adista in un articolo (“IL FUTURO DI DIO STA ARRIVANDO”) si spiega il comportamento molto prudente, dopo il 1962, di molti che dovrebbero essere esperti di evoluzione: si cita infatti “Teilhard de Chardin, il cui peccato fu di accettare la teoria dell’evoluzione”. Come si vede molti sanno distinguere fra evoluzione e teoria dell’evoluzione, e non confondono i meccanismi con la storia! Non si capisce allora perché la sua condanna sia valida tuttora, né si capisce perché si continui a ripetere ipocritamente che non ci siano problemi solo perché Darwin non è stato messo all’indice come hanno fatto i nazisti.

GENNAIO 2009 31/1/09-IT

Articolo di G.Sermonti sul Foglio di oggi: “IL PROF. KAMMERER E IL CASO DEL ROSPO OSTETRICO. UNA STORIA ANTIDARWINISTA/ L'ANNO DI CHARLES”; viene raccontato quello che non sembra altro che lo smascheramento di un tentativo di truccare un esperimento scientifico, anche se secondo G.Sermonti sarebbe invece l’esempio di una “storia antidarwinista” (?) che purtroppo è finita con il suicidio di Kammerer. L’aspetto più “interessante” è però l’articolo successivo, non firmato; si annuncia infatti che il 23/1/09 in una sala del CNR si terrà un workshop internazionale sull’”evoluzionismo” invitando qualcuno dei pochi “studiosi di netta impostazione antievoluzionista” esistenti in Europa [in realtà alcuni di loro sono chiaramente creazionisti biblici aderenti al Kolbe Center!] … IL WORKSHOP il 5/2/09 E’ SCOMPARSO DAL PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE DI FEBBRAIO (dopo una telefonata da Milano) E NON C’E’ PIU’ LA SCHEDA. (Ritorna infatti un messaggio di errore quando si cerca la pagina http://www.cnr.it/cnr/events/CnrEventi?IDn=1779….) Nell’articolo si parla della prevista presenza di G.Berthault (ingegnere in pensione), P.Rabischong, N.Giertych (botanico e ora politico), J.de Pontcharra (fisico atomico), G.Sermonti (microbiologo in pensione) e T.Seiler. Il più noto è certamente G.Berthault, che ha già incontrato il papa nel 2002 ad un convegno creazionista biblico in Vaticano, ma che non è stato accettato a presentare le sue prove della creazione al convegno vaticano sull’evoluzione a fine ottobre, dovendosi accontentare di un convegno di creazionisti biblici ospitato alla Sapienza in quegli stessi giorni, il 3 novembre. [Qui un commento critico a un suo esperimento che dimostrerebbero che il Gran Canyon si è formato in un giorno: “Autopsie d’une imposture”]. Si scopre facilmente che ben quattro di loro, fra cui G.Berthault, sono persino consulenti ufficiali del “Kolbe Center for the Study of Creation”, il gruppo di creazionisti biblici cattolici USA che ha organizzato il convegno in Vaticano nel 2002 (e pensare che anche mons.Ravasi sembra voler negare che questi gruppi sono sopportati … se non supportati... ) Ben quattro su sei, come racconta N.Giertych (

“Investigating Evolution in

Rome ”), erano inoltre presenti al convegno creazionista tenutosi alla Sapienza. Curioso il fatto che N.Giertych era stato invitato personalmente da mons,.Sorondo, solo grazie a suo fratello teologo, anche al convegno in Vaticano, purchè non intervenisse: “I received a phone call from my brother Fr. Wojciech Giertych, Theologian of the Papal Household, with the information that Bishop Sánchez Sorondo had called him and told him that I would not receive a reply to my letter, but that I could come and sit in on the session as an observer, but without the right to speak. However, I used all the intervals for conversations with the participants and I made my booklet available in English to all who were interested. About 40 copies were picked up”. Interessantissima la relazione che fa di quel convegno e non dispiace notare la sua insoddisfazione: “ The conference lacked even a single paper that would be critical of the theory of evolution from the scientific point of view. Those present, primarily retirees,

had never heard of scientific research that


contradicted the theory of evolution. Because of the makeup of the group of speakers selected for the conference, the Church also did not hear about this research; All the academicians are scientists of the highest level and the papers presented were truly of top quality. However,

unfortunately many of the

academicians are atheists. The remainder are supporters of the theory of evolution but allow for the possibility of God’s influence on its course. The applause after the presentations of atheists was much more enthusiastic than after the speeches of believers. In all the discussions after the papers the main confrontation was between atheists and theists on whether God is necessary or redundant in explaining evolutionary processes. Among the speakers and polemists there was not a single critic of the theory of evolution”. L’articolo (“Our Lady and Evolution“) inserito pochi giorni fa nel sito del Kolbe Center) ruota attorno alla seguente curiosa domanda, che evidenzia una curiosa coincidenza: “Did Our Lady say anything at Lourdes (25 March 1858, only one year before Darwin’s theory was published) that could help us discern the truth of the theory that says the first human was conceived by an ape?” 31/1/09-VA

L’agenzia Zenit pubblica oggi una prefazione di mons.Ravasi ad una edizione della Bibbia con la nuova traduzione della Conferenza episcopale italiana (“La Scrittura tra eternità e tempo”). Occupandosi in questo periodo anche dei problemi dell’evoluzione biologica, e avendo già detto molto chiaramente nel 2005 che “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”, gli è sembrato naturale tornare a dare indicazioni sul comportamento assurdo (almeno secondo gli scienziati) di chi ama usare la Bibbia come un libro di scienze, per contestare il lavoro e le competenze dei ricercatori; e magari anche per condannarli, come è avvenuto a Teilhard de Chardin . In realtà in questa prefazione mons.Ravasi dopo aver detto che “la Bibbia non voleva rispondere a domande di scienza”, evidenzia un aspetto importante che di solito non viene rispettato: “Bisogna, dunque, interrogare la Bibbia in modo corretto, senza costringerla a risposte che non vuole offrire e che solo artificiosamente le possiamo strappare”. Sembra che finalmente mons.Ravasi si sia accorto che forse i suoi predecessori si erano sbagliati cercando per secoli di infilare una qualsiasi VERITA’ nelle 20 righe della Genesi in cui vengono riportati addirittura due racconti ben diversi di origine mesopotamica. Nella frase successiva il concetto viene ripetuto in modo più chiaro, pur sapendo come sia imbarazzante anche per lui ripetere ancora oggi quanto già avrebbe dovuto chiarire “in modo nitido il concilio Vaticano II”: “L'«inerranza» della Sacra Scrittura — come si era soliti dire in passato — non riguarda la scienza o la storiografia ma gli asserti religiosi. O meglio, la «verità» che la Bibbia ci vuole comunicare non è di tipo scientifico ma teologico”. Pur sapendo anche lui che il passato in realtà non sia ancora del tutto dietro alle nostre spalle (conosce sicuramente molti prelati che pretendono che le favole mesopotamiche vengano comunque raccontate anche ai bambini di tre anni), non arriva comunque al punto da chiarire ai lettori quali siano le caratteristiche delle “verità” [il termine è comunque scorretto in questo contesto] di tipo scientifico. Avrebbe dovuto infatti sottolineare come, a differenza delle verità teologiche, la verifica sperimentale o l’utilità pratica sono condizioni necessarie per le ipotesi e le teorie scientifiche. L’accusa di materialismo è a questo punto facile e possibile … e viene sempre lanciata …; come pure si “costringe” la scienza “a dare risposte che”, a differenza della teologia, non può “offrire”: la scienza non può certo rispondere a domande su problemi metafisici non verificabili, ma questo è un merito del metodo scientifico, non un difetto. Non è invece facile capire quando sia stata scritta una frase successiva, che non sembra del tutto coerente con quanto detto precedentemente: “La Bibbia è il «grande codice» di riferimento della cultura”. Si potrebbe infatti supporre che la prefazione sia precedente alla recente intervista del 26/1/09 (“Tra fede e scienza, occorre un incontro sulle frontiere”), quando


mons.Ravasi sembra suggerire che qualcuno pensi che solo da poco tempo la scienza faccia parte a pieno titolo della “forma ormai contemporanea” della cultura umana: “ Il Dicastero stesso [che presiedo] avendo come propria insegna la cultura, la considera nella forma ormai contemporanea. La cultura non è infatti solo la dimensione artistica intellettuale, umanistica, ma considera •

31/1/09-USA

molte discipline”. Oltre ad essere curioso di sapere da quando la scienza faccia finalmente parte della cultura umana “contemporanea”, mi sembra poi improbabile che consideri la Bibbia un “codice di riferimento” anche per la biologia evoluzionistica …; non avrebbe infatti potuto dire nel 2005 che “Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”. Nel sito della NAP (National Academy Press) non solo fanno notare con soddisfazione la novità che alcuni importanti scienziati (e anche autori di libri pubblicati dalla NAP) sono ora stati promossi a consiglieri scientifici o responsabili in alcuni settori strategici nella nuova amministrazione USA (nucleare, energia, cambiamento climatico) ma annunciano, in occasione del Darwin Day, sconti del 30% su alcuni libri sull’evoluzione. Gli sconti valgono per libri che possono essere acquistati on line, anche in formato PDF. Recente è una coppia di volumi (“In the Light of Evolution”) con contributi diversi, coordinati da John C. Avise, Stephen P. Hubbell, e Francisco J. Ayala. Ricordo che nel sito i libri si possono anche leggere on line gratuitamente anche se non in un modo facile e piacevole; a volte (ma bisogna cercarli e trovarli…) i PDF scaricabili sono addirittura gratuiti: qui alcuni esempi di libri sull’evoluzione • Science, Evolution, and Creationism (PDF free) • Teaching About Evolution and the Nature of Science (PDF free) • Evolution in Hawaii: A Supplement to Teaching About Evolution and the Nature of Science • Darwin's Gift to Science and Religion • In the Light of Evolution

30/1/09-UK

30/1/09-IT

Intervista di Nature su Darwin ad una delle persone che forse oggi ha la maggiore conoscenza diretta della enorma variabilità attuale degli esseri viventi prodotta dall’evoluzione biologica: David Attenborough (video in inglese). Scorretto comunque che usi il termine “verità” parlando di una pur importantissima teoria scientifica.

Nel sito di Dawkins è stata pubblicata oggi l’intervista integrale a Randolph Nesse, realizzata per il documentario 'The Genius of Charles Darwin'. Nesse è l’autore del volume 'Why We Get Sick: The New Science of Darwinian Medicine', per cui l’intervista riguarda un argomento che dovrebbe essere tenuto presente più spesso: l’importanza fondamentale della teoria dell’evoluzione per il progresso della medicina e quindi per il benessere umano nell’ultimo secolo.

Anche il Sole 24 ore pubblica un articolo di Stephen J. Gould. In questo caso una

30/1/09-USA

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riflessione sull’uso a volte ambiguo di Darwin da parte dei conservatori (“Darwin per ogni bandiera”). Gould fa notare che non si può sostenere ipotesi contrastanti come “pare che ormai sia giunto anche per Darwin il momento di subire una svalutazione” e ” una politica darwiniana è in larga misura una politica conservatrice”. Gould però invita ad una maggiore coerenza anche i “liberal”: “L'uso improprio di Darwin non è rimasto confinato alla destra politica. Anche i liberal hanno adottato entrambe le strategie di gioco, peraltro contraddittorie: negando Darwin quando trovavano sgradevoli le implicazioni della sua teoria, e invocandolo per poter considerare i loro principi politici avallati dalla natura.” Su Repubblica un articolo su: “TUTTE LE RISPOSTE CHE DARWIN NON HA TROVATO”; l’articolo riporta i risultati di un’indagine svolta dal New Scientist (“Evolution: The next 200 years”) per cercare di capire se ci sia ancora qualcosa da scoprire nei prossimi anni. Ci sono anche cattolici che festeggeranno presto, come molti protestanti USA (Clergy Letter Project), anche il Darwin Day. Questo sembra che accada solo negli USA (in Italia sembra proprio che anche alla base non ci sia molta serietà e interesse per la cultura contemporanea) ed è importante far notare che le iniziative


elencate nel programma siano organizzate dall’Università cattolica di Notre Dame, che mons.Ravasi ha coinvolto nell’organizzazione del convegno sull’Evoluzione previsto in Vaticano in marzo. 29/1/09-IT

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29/1/09-USA

Il titolo di un articolo comparso oggi sul Manifesto attira certamente l’attenzione: “Le radici dell’agressività umana”. Uno penserebbe che l’autore sia un antropologo o un primatologo, esperti delle probabili basi biologiche di questa aggressività umana che talvolta compare. E invece l’autore del preoccupato articolo è don Enzo Mazzi, che parla di scontri fra fondamentalismi religiosi invece che fra ragione “umana” e istinto “animale”. Se si pensa a quanto le culture del mondo si intreccino sempre più, sembra urgente proporre soluzioni razionali e quindi rendere desiderabile un po’ di sano relativismo. Il CNR organizza per il 23/2/09 un “Workshop Internazionale sull’Evoluzionismo” Su Repubblica un articolo (“UN ENIGMA TRA MARX E DARWIN”) in cui Stephen Jay Gould raccontava delle interazioni fra Darwin e Marx, e di come siano spesso state distorte per motivi ideologici. Guardando oggi le notizie riportate nel sito di Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione, non è ben chiaro se la disponibilità gratuita di tantissimi nuovi articoli su Darwin e la biologia evoluzionistica facciano arrabbiare più gli antievoluzionisti o chi ha dei problemi a leggere in inglese; sicuramente saranno molto in difficoltà soprattutto gl antievoluzionisti che magari sanno il latino ma non conoscono l’inglese, impossibilitati a replicare. Sicuramente sarebbe loro interesse provvedere alla traduzione (si spera corretta ..) di questi testi. Sarebbe certo utile anche a chi si fida delle scoperte della biologia evolutiva, ma anche loro potrebbero impararare qualcosa di nuovo rispetto alle scoperte si Darwin, ormai in gran parte migliorate … • [da Pikaia, con un bel commento di M.Mandrioli] Sulla rivista Evolution, Education & Outreach un interessante saggio di Eugenie C. Scott e Glenn Branch sul termine "Darwinismo": “Don’t call it Darwinism” [“Per favore non chiamatelo Darwinismo”]: L’articolo, molto interessante, mette in evidenza il fatto noto che solo gli antievoluzionisti usano spesso questo termine ormai superato, forse credendo che non si sia scopart niente di nuovo neghl ultimi 150 anni. Ovviamente è falso; correttamente compaiono ultimamente soprattutto articoli dal titolo “Quello che Darwin non conosceva” piuttosto che dal titolo “Quello che Darwin ha sbagliato”, come ha purtroppo fatto The New Scientist (“Darwin was wrong”), copiando titoli di articoli di antievoluzionisti islamici o evangelici; per fortuna il National Geographic aveva aggiunto un punto di domanda… Appunto per questo Scott e Branch raccomandano di evitare assolutamente il termine “darwinismo” per indicare invece la biologia evoluzionistica, che ogi è ovviamente ben diversa rispetto alla teoria di Darwin di un secolo e mezzo fa. •

29/1/09-UK

[da Pikaia] Segnalo questo numero speciale (Darwin turns 200) della rivista ScienceNews interamente dedicato al bicentenario della nascita di Darwin. Nei diversi articoli, tutti liberamente accessibili, sono trattati vari aspetti della teoria dell'evoluzione. Buona lettura! [da Pikaia] Sono disponibili in rete i primi due numeri del 2009 della rivista Journal of Evolutionary Biology. Tutti gli articoli sono liberamente accessibili: • Volume 22 Issue 2 - February 2009 (231-434) • Volume 22 Issue 1 - January 2009 (1-229)

[da Leucophea] Si cita uno stimolante articolo di Dawkins su Free Inquiry: “The power of Darwin” , che merita una visita o meglio una lettura. Abbastanza coinvolgente e sconvolgente (per qualcuno…) la frase “It is mainly its power to simulate the illusion of design that makes Darwin’s theory seem threatening to a certain kind of mind. The same power constitutes the most formidable barrier to understanding it. People are naturally incredulous that anything so simple could explain so much. To a naïve observer of the wondrous complexity of life, it seems self-evident that it must be intelligently designed. But intelligent design (ID) is the polar opposite of a powerful theory: its explanation ratio is pathetic”.

28/1/09-IT

Ancora un articolo sul francobollo commemorativo di Darwin … dove fanno notare ancora un errore…: manca, se non è nascosta dalla folta capigliatura di Darwin, la prima parola del titolo della sua opera principale “On the evolution of species”;


manca poi, se si vuole essere pignoli… , anche " … by means of Natural Selection”. Peccato che ci siano almeno un errore e mezzo anche nell’articolo … oltre al dubbio iniziale sulla filogenesi umana… 27/1/09-IT

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26/1/09-USA

Probabilmente nessuno si stupirà … ma il numero delle Scienze di febbraio (indice) è dedicato a Darwin. Se ne parla in un articolo nel sito della rivista (“La potenza di un'idea”). Belle la frase iniziale (“L'evoluzione è così semplice - dice David Lee Hull, filosofo della Northwestern University - che chiunque può fraintenderla”) ma soprattutto la citazione finale, poco nota, di comportamenti razionali di persone abbastanza autorevoli e coraggiose di 140 anni fa (“nel 1875 come racconta Telmo Pievani nell'articolo Darwin, l'Italia e gli italiani - Vittorio Emanuele II nominava Charles Darwin socio straniero dell'Accademia dei Lincei. Come cambiano i tempi...”). Certo la data evoca Porta Pia … ma comunque i tempi cambiano decisamente troppo … se qui, insieme a molti altri che non apprezzano l’importanza e la razionalità di Darwin, vediamo anche il direttore di un TG … con quelli che sembrano essere gli “editori di riferimento” che ogni giornalista deve frequentare e rispettare. Sarà utile che tutti loro leggano bene entro il 12 febbraio il libro allegato al fascicolo delle Scienze di febbraio: “Al di là di ogni ragionevole dubbio. La teoria dell'evoluzione alla prova dell'esperienza”, di Sean B.Carroll. Eviterebbero figure imbarazzanti per le istituzioni che rappresentano. Anche a Morbegno numerose iniziative, con la partecipazione di L.Pozzi e di M.Ferraguti, e anche una mostra dell’IDCDI su Darwin, oltre ai collegamenti con il museo di Storia Naturale di Milano per seguire le iniziative del Darwin Day. Impressionante l’elenco delle iniziative previste durante il Darwin Year a Ferrara e a Firenze. Incredibile è la qualità e la qualità del materiale informativo che potrebbe essere memorizzato e archiviato per essere messo a disposizione di chi avrà la possibilità o la necessità di ribattere agli antievoluzionisti o dialogare con loro senza perdere di vista le differenze che tuttora sono presenti ed evitando le trappole più comuni e i salti illogici fra il mondo reale e quello senza vincoli delle idee . I cento anni che ci separano dal prossimo centenario sono proprio tanti, e sarebbe una bella idea progettare un Darwin century e approfittare del 2009 per registarare ed archiviare i video delle conferenze previste: (basta una digitale con possibilità di registrarli). Lo stesso anniversario della morte (2082) non è per niente vicino. Sarebbe indispensabile poter creare anche in Italia un archivio di video imponente come quello che ormai è stato creato in inglese. Il Museo regionale di scienze naturali di Torino presenta alcune iniziative darwiniane che si svolgeranno in febbraio: • Lunedì 19/2: Conferenza "Chi ha paura di Darwin?" con C.A.Redi • Mercoledì 21/2: Convegno "Darwin oltre i confini"; con Paolo Bertinetti, Aldo Fasolo, Michele Luzzatto, Laura Mollea, Carlo Pagetti e Carlo Augusto Viano • Domenica 25/2: "L'uomo e le scimie. Lezione pubblica" Una rievocazione della conferenza tenuta a Torino nel 1864, in cui De Filippi, per primo in Italia, si espresse a favore del pensiero darwiniano. [da EvolutionBlog] Su The New Republic un ottimo articolo di Jerry Coyne (“Seeing and Believing”) con la recensione di due recenti libri di Karl Giberson (“Saving Darwin: How to be a Christian and Believe in Evolution”) e di Ken Miller (“Only A Theory: Evolution and the Battle for America's Soul”), biologi che cercano di conciliare la teoria dell’evoluzione con il soprannaturale. J.Coyne già dal sottotitolo sembra far capire le conclusioni: “The never-ending attempt to reconcile science and religion, and why it is doomed to fail”. ”A true harmony between science and religion requires either doing away with most people's religion and replacing it with a watered-down deism, or polluting science with unnecessary, untestable, and unreasonable spiritual claims”. La conclusione di J.Coyne è drastica : “This disharmony is a dirty little secret in scientific circles. It is in our personal and professional interest to proclaim that science and religion are perfectly harmonious. After all, we want our grants funded by the government, and our schoolchildren exposed to real science instead of creationism. Liberal religious


people have been important allies in our struggle against creationism, and it is not pleasant to alienate them by declaring how we feel. This is why, as a tactical matter, groups such as the National Academy of Sciences claim that religion and science do not conflict. But their main evidence--the existence of religious scientists--is wearing thin as scientists grow ever more vociferous about their lack of faith. ... Attempts to reconcile God and evolution keep rolling off the intellectual assembly line. It never stops, because the reconciliation never works”. Certo è difficile che il convegno in Vaticano possa portare a dimostrare invece che il dialogo sia utile ad ambedue. D’altronde lo stesso J.Coyne indica come distinguere fra i diversi evoluzionisti: “Although Giberson and Miller see themselves as opponents of creationism, in devising a compatibility between science and religion they finally converge with their opponents. In fact, they exhibit at least three of the four distinguishing traits of creationists: belief in God, the intervention of God in nature, and a special role for God in the evolution of humans. They may even show the fourth trait, a belief in irreducible complexity, by proposing that a soul could not have evolved, but was inserted by God”. Miller e Giberson hanno poi pubblicato i loro commenti alle critiche in una pagina web nel sito di The Edge, insieme ai commenti di altri interessati al problema, come D.Dennet e L.Krauss. Giorno dopo giorno il dibattito si è allargato e si è arricchito di contributi, diventando sempre più interessante. 26/1/09-VA

Intervista (“Tra fede e scienza, occorre un incontro sulle frontiere”) all’agenzia vaticana Zenit di mons.Ravasi sul convegno che si terrà in marzo sull’evoluzione biologica (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”). Si dovrebbe contestare uno dei due motivi che vengono proposti da mons.Ravasi come causa del convegno : “la dimensione scientifica ha provocato ripetutamente in questi ultimi tempi la dimensione religiosa”, dato che non ci sono motivi che lo giustifichino, a meno che con “ultimi tempi” non ci si riferisca a 150 anni: è difficile negare che l’impegno degli scienziati sia dedicato prevalentemente al loro lavoro, la ricerca scientifica, di cui si vedono (e si usano) i risultati. Non hanno molto tempo per provocare Certo non possono non difendere il loro lavoro e la razionalità di fronte a dichiarazioni critiche verso il metodo scientifico e le scoperte scientifiche che tutti oggi utilizzano per sopravvivere. Purtroppo non son eventi rari, anche se per fortuna raramente si raggiungono elevati livelli di emotività e di scarsa conoscenza del problema con critiche che, come questa molto autorevole, “si risolvono il più delle volte soltanto con delle battute e alcune volte persino con delle ironie”, come ammette mons.Ravasi.. Mons.Ravasi cerca perfino di giustificare questi comportamenti irrazionali spiegando che sono soprattutto problemi che dovrebbero risolvere senza aver bisogno di uno scienziato: ammette infatti che spesso un teologo o un filosofo vede i ricercatori come “persone che vogliono costruire dei nuovi mostri”; c’è quindi soprattutto il vecchio problema che già nel 1988 aveva inutilmente indicato GP2 nella lettera a P.Coyne, che mons.Ravasi ben conosce ma non sempre cita. La scarsa conoscenza e competenza nei problemi scientifici fa sorgere seri dubbi sul ruolo che mons.Ravasi vorrebbe attribuire OGGI alle università pontificie (si sa che fra tutte dispongono di un unico docente di scienze naturali, che fra l’altro non sembra nemmeno coinvolto in questo convegno). Dato che siamo in una situazione in cui accade che rettori di università pontificie sostengano anche discutibili iniziative critiche, è evidente che mons.Ravasi abbia dovuto coinvolgere nella preparazione del convegno addirittura la lontana Università Cattolica USA di Notre Dame, forse grazie al fatto che si era distinta con una immediata e ben motivata critica (“Darwinism and Catholicism should be compatible”) allo sconcertante intervento pro-Intelligent Design del card. Schönborn nel luglio del 2005. Sicuramente l’avrà colpito che in quell’università si festeggia … il Darwin Day (“Happy belated birthday, Darwin!”) proprio come fanno gli scienziati ma anche gli atei in Italia e altri cristiani in migliaia di chiese protestanti USA (no, negli USA non c’è solo l’Intelligent Design…ma anche il Clergy Letter Project). In Italia purtroppo quasi solo don TanzeIIa Nitti e F.Facchini (“Evoluzione e creazione” del 16/1/06) avevano ritenuto necessario intervenire criticamente e autorevolmente, magari perfino dalle pagine dell’Oss.Romano. Giustamente mons. Ravasi raccomanda quindi ai partecipanti al convegno di attivare soprattutto la capacità di ascolto e la verifica previa delle conoscenze (forse


per evitare i gravi – e imbarazzanti - errori di interpretazione basati proprio sull’ignoranza) ma ammette di partire comunque da una impostazione che tende a ridurre l’importanza dei meccanismi che spiegano la realtà biologica, negando che ciò sia necessario per rendere oggi credibile chi da secoli si accontenta di fornire spiegazioni sempre valide indipendentemente dai meccanismi che solo gli scienziati oggi cercano di scoprire. Desta qualche preoccupazione invece che, dopo che il prof.Leclerc aveva chiarito nella conferenza stampa del 16/9/08 che intenzionalmente non si invitavano al convegno i creazionisti USA dell’Intelligent Design (“A tali confusioni ha pure contribuito una posizione abbastanza recente come quella del cosiddetto "Intelligent Design"), nell’intervista di oggi si prospetta invece la possibilità di un ulteriore convegno solo con loro, e si fa capire che la Chiesa voglia porsi in una posizione intermedia fra due posizioni “estreme” che si intendono criticare (“Pensiamo ad esempio a tutta la corrente americana del cosiddetto “creazionismo” che ha certamente una sua visione e che in futuro potrebbe essere anche oggetto di un altro confronto serrato”)! Non è da escludere che il ripensamento sia in qualche modo obbligato, viste le diverse posizioni del Papa (sintetizzate il 23/9/08, forse senza il permesso dell’autore, da uno degli organizzatori del convegno: “La riflessione di Joseph Ratzinger sull’evoluzione”) e del direttore del progetto STOQ (sconcerta la lettura del suo articolo “A New Arms Race”, del 3/8/2006; anche qualche mese fa, il 12/7/08, G.AuIetta esprime chiaramente le sue idee sulla serietà, l’importanza e l’utilità della biologia evolutiva nel mondo attuale: “Noi cattolici non dobbiamo fare l'errore gravissimo di prendere ciò che questi signori [?!] ci dicono come se fosse “la teoria dell'evoluzione”. Questo è proprio l'errore che noi a volte compiamo, cioè prendere sostanzialmente per buono quello che i nostri avversari [?!] ci dicono, come se fossero teorie definitive, e come se la loro interpretazione ideologica fosse “la teoria” … Le cose che si possono effettivamente dimostrare in scienza sono molto poche [?!]”). E’ probabile che il “molto poche” sia una valutazione comparativa rispetto alle tantissime cose che le diverse teologie [umane] oggi riescono a spiegare … con grande fantasia e facilità. Interessante comunque e positivo il fatto che mons.Ravasi non abbia pensato di inserire Teilhard de Chardin fra la Chiesa e la scienza. La revisione del giudizio su TdC è ormai solo un problema della Chiesa, un brutto problema che conferma l’impossibilità di dialogo con “persone che vogliono costruire dei nuovi mostri” … o dei nuovi martiri; in questo caso è avvenuto con un gesuita, uno di famiglia quindi, con particolari competenze che cercava inutilmente di utilizzare per contribuire allo sviluppo culturale dei suoi confratelli. Lascia un po’ perplessi la parte iniziale dell’intervista, in cui si evidenzia qualche problema a ritenere che la scienza faccia parte della cultura umana; ormai sono 400 anni che G.Galilei ha aperto una strada che non è quindi certo nuova per l’evoluzione culturale umana, ma la Chiesa sembra sempre stupita: “Il Dicastero stesso [che presiedo] avendo come propria insegna la cultura, la considera nella forma ormai contemporanea. La cultura non è infatti solo la dimensione artistica intellettuale, umanistica, ma considera molte discipline che hanno ormai delle risonanze all'interno dell'esperienza sociale ed umana, come facenti parte dell'interesse stesso della cultura. Sappiamo d'altra parte che adesso la categoria cultura è diventata una categoria trasversale che quindi attraversa le esperienze fondamentali dell'uomo nella loro capacità di riflessione, quindi di un'interpretazione della realtà. La scienza è sicuramente sul podio, sulla tribuna all'interno della cultura contemporanea, quindi richiede un confronto, un'attenzione da parte di chi, appunto ha come referente la cultura”. Si rimane poi stupiti nel leggere che la realtà sia interpretabile anche solo con la capacità di riflessione … e che la scienza abbia un ruolo “all'interno della cultura contemporanea”. Triste come ci si dimentichi senza imbarazzo di abati e religiosi come Spallanzani, Stoppani, Mendel, ecc. che un tempo potevano senza paura [di ricevere un Monitum] partecipare all’evoluzione culturale umana pre-contemporanea. Per fortuna almeno gli scienziati apprezzano tuttora il fatto che questi religiosi non si accontentassero della “capacità di riflessione”, ma si sporcassero le mani con la sperimentazione.


25/1/09-IT

(ANSA) - ROMA, 25 GEN - Celebra i 200 anni dalla nascita di Charles Darwin la grande mostra che si apre a Palazzo delle Esposizioni il 12 febbraio. Intitolata 'Darwin 1809-2009', ricostruisce attraverso opere d'arte, materiale documentario, pubblicazioni, la biografia avventurosa del naturalista inglese, la cui teoria e' diventata pietra miliare del pensiero scientifico. La mostra si inaugurera' a chiusura del convegno 'Il mondo dopo Darwin', organizzato dall'Accademia dei Lincei per l'11 e il 12/2. Se ne parla anche nel sito on line di “La Tecnica della Scuola”

24/1/09-IT

Nel mondo stanno sorgendo ogni giorno nuove iniziative per permettere a chiunque di informarsi e mantenersi aggiornato sull’importanza del contributo di Darwin all’evoluzione culturale umana e in particolare alla biologia ed una spiegazione naturalistica dei meccanismi di funzionamento dell’unico mondo in cui viviamo. L’occasione del bicentenario rende sempre più difficile trovare giustificazioni per chi, senza una preparazione adeguata, incappasse in qualche errore nel cercare di criticare, correggere, approfondire e perfezionare le scoperte di Darwin, magari pensando di poterlo fare meglio di quanto già hanno fatto migliaia di scienziati negli ultimi 150 anni. Una scusante tuttora valida potrebbe però essere quella della lingua e dei costi. Effettivamente sono in inglese molti dei siti internet che permettono oggi di vedere documentari che spiegano i fatti e le idee sull’evoluzione biologica e umana o di leggere on line e gratuitamente quasi tutti i testi originali darwiniani. Testi che sono davvero tantissimi … una situazione ottimale per gli storici della scienza che possono ricostruire quasi ogni sua giornata e ogni suo pensiero, ma una spiacevole sorpresa per chi pensava che potesse rimanere la possibilità di non dire qualche sciocchezza sperando di non essere smentito da una qualche citazione tratta o dai libri o dalle lettere o dagli appunti scritti da Darwin. Puo’ essere utile sapere quindi che sono disponibili gratuitamente in italiano, nel sito Liber Liber, tutti i più importanti libri scritti da Charles Darwin. Per i suoi critici improvvisati (e squattrinati) è un’occasione importante per dedicare il 2009 ad un’attività culturalmente esaltante ma purtroppo oggi insufficiente e quindi inutile. Infatti prima di poter criticare Darwin (in modo credibile) è oggi necessario studiare soprattutto come sia avvenuto che nei successivi 150 anni i biologi abbiano poi approfondito e modificato le idee e le ipotesi a cui Darwin era arrivato sulla base delle conoscenze della biologia dell’ottocento. E’ interessante notare come molti di coloro che oggi cercano di criticarlo sembrino ignorare che ai suoi tempi queste conoscenze fossero molto limitate.

23/1/09-IT

Purtroppo sembra che, nonostante quanto stia avvenendo in Texas … e probabilmente in tutti gli USA (il nuovo presidente USA ha promesso un rilancio della ricerca scientifica: “riporteremo la scienza al rango che deve essere il suo” e una minore influenza politica dei battisti del sud, essendo gli USA “una nazione di cristiani e di musulmani, di ebrei, di indù e di non credenti”), un gruppo di evangelici italiani che gestisce il sito ICN-News sia cascato oggi nella trappola di un nuovo progetto ben poco intelligente gestito dal Discovery Institute. Probabilmente altri (i cattolici italiani sembrano vaccinati rispetto all’Intelligent Design USA, anche se molti di loro avrebbero bisogno di ulteriori e continui “richiami”) riprenderanno le astute (purtroppo così paiono … ma solo a chi non capisce molto di scienza) idee e parole d’ordine che ritroviamo, in italiano, in un loro articolo di oggi (“Giornata della libertà accademica 2009”) . E’ deprimente vedere che, seguendo proprio le ultime strategie del Discovery Institute (commentate qui in un blog), inconsapevolmente arrivano al punto di strumentalizzare addirittura una frase di Darwin (“Si può ottenere un risultato equo solo se illustriamo e confrontiamo i fatti e gli argomenti di tutt'e due le facce di ogni problema") estratta dal contesto che ne giustifica la razionalità, per poter addirittura attribuire a Darwin la confusione che loro fanno fra problemi che appartengono a piani diversi, fra realtà che devono essere affrontate con strumenti e metodi di indagine del tutto diversi. E’ impressionante verificare come la frase di Darwin che invita ragionevolmente a considerare sia i FATTI a favore che quelli contrari (come prevede il metodo scientifico) venga usata impropriamente per sostenere che gli studenti avrebbero il diritto di “di parlare contro la censura” e di “discutere a favore o contro la teoria dell’evoluzione”. Seguendo ciecamente i profeti dell’ID, si rischia di non accorgersi dei difetti e della poca serietà delle loro strategie; sembra incredibile, ma non si


accorgono che mai nessun FATTO potrebbe sostenere uno dei tanti miti creazionisti, per cui Darwin non poteva certo sostenerli. Apparentemente una strategia simile di confusione fra piani di conoscenza diversi sembrerebbe facilmente attuabile anche nel prossimo convegno di marzo in Vaticano (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”), che lascia poco spazio agli aspetti e al metodo scientifico, a differenza del convegno sull’evoluzione avvenuto nel 1984. Non so se ci si può ancora illudere che mons.Ravasi creda ancora nella separazione fra il “metodo scientifico” (che l’umanità ha scoperto da pochi secoli…) e il collaudato ma incerto “metodo teologico”, ambedue non applicabili in contesti non adeguati. Solo 3 anni fa (il 5/10/2005, in un’intervista) mons. Ravasi era stato fin troppo chiaro (“Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”), ma quel semplice concetto incomprensibilmente non era stato più da lui ripreso con tale chiarezza … Se anche in Italia qualcuno proverà a usare spudoratamente la frase di Darwin proprio per offenderlo e umiliarlo, sarà importante far sapere che la frase originale è chiaramente inserita in un contesto che non lascia assolutamente spazio alla possibilità assurda che Darwin pensasse al confronto fra dati scientifici e dati di fede, anche perché dai teologi non viene alcun dato, come ben sapeva (nel 2005) anche mons.Ravasi … e alcuni non hanno difficoltà a dimostrare spiritosamente come siano un po’ confusi e poco prudenti. Come viene spiegato in questa pagina web (“Academic Freedom Day and A Fair Result”), Darwin spiegava nell’introduzione di aver avuto poco tempo e di non aver messo molti dati critici nel suo libro del 1859 sull’origine delle specie, un veloce lavoro di sintesi che non utilizzava tutta l’enorme quantità di dati che aveva considerato, sia quelli pro che quelli contro le sue ipotesi. Incredibile anche verificare che non tutti sappiano che non siamo più nel 1859: l’uso di questa frase di Darwin sorvola infatti sui 150 anni di lavoro di migliaia di ricercatori che hanno raccolto soprattutto conferme delle principali idee di Darwin, che ovviamente erano a quel tempo insufficientemente supportate da prove. Bisogna essere almeno ciechi per non vedere che la situazione attuale è ben diversa … per cui sembra strano che qualcuno accetti di seguire le indicazioni di persone evidentemente incompetenti e tendenziose, come si è dimostrato il responsabile del poco fortunato film “Expelled”. E’ sconcertante e masochista che qualcuno cerchi di utilizzare conoscenze scientifiche ormai superate per difendere spiegazioni della realtà basate su preconcetti ideologici che difficilmente reggerebbero al confronto con le conoscenze scientifiche attuali. Sarebbe ancora più tragico se nel convegno di marzo, dopo aver ascolato, senza poterle contestarle né discutere, le scoperte fatte nell’ultimo secolo sull’evoluzione biologica, si cercasse di concludere che lo sviluppo di conoscenze che hanno rivoluzionato l’intera cultura umana non possono modificare tradizioni che notoriamente gli esperti dei sacri testi riconducono alla cosmogonia babilonese; è sufficiente consultare alcune tavolette, in biblioteca per dimostrarlo. A Ninive. Cosmogonia babilonese contro la scienza umana attuale! Marduk contro Darwin e le migliaia di esperti eredi! Un contrasto dall’esito incerto?! [Possiamo ritenere meritato un ulteriore diluvio universale…?!] “Tante grazie, non abbiamo alternative serie, ma non ci interessa” sarebbe una conclusione irrazionale ma anche sicuramente inadeguata al momento attuale dell’evoluzione culturale in occidente. Un primo tentativo di discutere di questi problemi in novembre nel convegno organizzato dall’Accademia delle Scienze non aveva prodotto risultati degni di nota. L’organizzatore aveva perfino - inutilmente - richiesto di presentare al convegno “un contributo scientifico che possa confermare o, al contrario, confutare le teorie sull’evoluzione”. Gli speranzosi creazionisti biblici della scuola francese si erano illusi di poter finalmente trovare qualcuno che avrebbe dato loro ascolto se avessero portato le loro prove … ma non avevano potuto partecipare … e han dovuto chiedere ospitalità per il loro convegno davvero creazionista al tempio del sapere scientifico romano (attuale)… l’università di Roma La Sapienza …. E così nessuno ha potuto confutare la teoria dell’evoluzione. Un grande successo, ma forse non era quello desiderato, per cui non si è fatta pubblicità alla conferma indiretta dell’unica teoria dell’evoluzione che oggi è utilizzata, studiata, e magari anche modificata, dagli esperti. Negli USA, al tentativo del Discovery Institute di organizzare, nell’ambito della sua


nuova strategia, un parodistico Academic Freedom Day, che qualche integralista protestante cerca acriticamente di proporre anche in Italia, si contrappone (ma solo come parodia) la proposta dell’Alliance for Science di sponsorizzare una commemorazione alternativa, l’Academic Free-for all Day; si prevede di rilanciare, sulla base di convizioni personali oggettive e facilmente dimostrabili [per dimostrare che è il sole che gira intorno alla terra basta aprire la finestra e verificare che la posizione del sole cambia dal mattino e alla sera!], le contestazioni a ipotesi – in questo caso anche errate - che hanno eliminato concezioni tradizionali ben consolidate: “Geocentrists Unite! Reject the stifling domination of the Copernican Worldview! Copernicanism is just a fancy cover-up for old-fashioned pagan Sun worship. From Sun worship, it's only a few more steps in the downward spiral leading to devil worship, cannibalism, and other social evils like talking loud in the movie theater.” Ovviamente è ancora più facile dimostrare che nella stessa giornata, mentre il sole girava tranquillamente intorno alla terra (no … ora non è più piatta…), nessuna nuova specie sia comparsa; questo dimostrerebbe che anche l’evoluzione sarebbe un’idea sciocca e magari pericolosa … speriamo che la sostituzione di Bush con Obama (che nei 20 minuti del discorso inaugurale ha trovato anche il tempo per dire “we will restore science to it’s rightful place”) contribuisca a suscitare … una salutare riflessione … 23/1/09-USA

[da Pikaia] La New York Academy of Sciences dedica l'ultimo fascicolo del NYAS Magazine alle celebrazioni darwiniane. Articoli interessantissimi; in particolare una selezione di alcune frasi Darwin sulla selezione naturale, l’editoriale del Presidente (Evolution in Thought & Deed) e un articolo (“Darwin's Descendants”), in cui by Janet Browne, Paul Ekman, Stuart Kauffman, Lord Robert May, Massimo Pigliucci e Charles Raison dimostrano come siano stati bravi e molto efficienti gli eredi di Darwin. La commissione didattica nazionale del Texas (Texas State Board of Education) ha eliminato dai nuovi programmi scolastici di scienze la provocatoria frase con cui si raccomandava agli insegnanti di insegnare “i punti di forza e di debolezza” della teoria dell’evoluzione. La frase, introdotta nella precedente revisione, serviva solo a garantire la possibilità di insegnare (senza rischi di licenziamento) ipotesi non scientifiche nelle ore di scienze. La notizia viene riferita nel sito web del NCSE ("Weaknesses" removed from Texas science standards). Il successo è stato ottenuto soprattutto grazie all’iniziativa della 21th Century Science Coalition di raccogliere 1365 firme di soli scienziati (di cui 588 sono docenti delle facoltà di scienze del Texas!) che raccomandano al Board of Education di non scherzare sui programmmi scolastici, un fattore determinante per il futuro della nazione (se ne parla nel blog Panda’s Thumb): Scientists for a Responsible Curriculum in Texas Public Schools

A strong science curriculum is an essential part of a 21st-century education and should be based on established peer-reviewed empirical research. In 2008-09 the State Board of Education is revising the Texas Essential Knowledge and Skills (TEKS) curriculum standards for the sciences. Scientifically sound curriculum standards must: • acknowledge that instruction on evolution is vital to understanding all the biological sciences; • make clear that evolution is an easily observable phenomenon that has been documented beyond any reasonable doubt; • be based on the latest, peer-reviewed scholarship; • encourage valid critical thinking and scientific reasoning by leaving out all references to “strengths and weaknesses,” which politicians have used to introduce supernatural explanations into science courses; and • recognize that all students are best served when matters of faith are left to families and houses of worship. We, therefore, call on the Texas State Board of Education to approve science curriculum standards that prepare Texas students to succeed in the 21st century.

Anche il National Geographic nel numerosi febbraio si è rcordato dell’anniversario della nascita di Darwin, con due articoli, uno di D.Quammen

(“Darwin's First

Clues”) e l’altro di Matt Ridley (“Modern Darwins”), in cui si immagina quanto sarebbe contento se potesse verificare il successo delle sue idee, oggi depurate dai limiti delle conoscenze scientifiche del suo tempo. In particolare si evidenzia l’importanza della scoperta (Watson e Crick, 1953) di come la struttura del DNA giustifichi i meccanismi genetici proposti da Mendel. Da notare come il numero speciale di Lancet su Darwin (citato il 24/12) sia ora integralmente disponibile liberamente on line e in un formato davvero accattivante (manca solo il fruscio e l’odore delle pagine stampate…). Altre riviste


con numeri speciali sull’anniversario sono linkate in una pagina dell’NCSE 22/1/09-UK

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Il documentario in tre parti di R.Dawkins “The Genius of Charls Darwin” ha vinto oggi il premio 'Best Documentary Series' al British Broadcast Awards 2009. Presto dovrebbe uscire la versione in DVD, ma già ora lo si può vedere come somma di spezzoni video di bassa qualità su You Tube. Qui un’intervista a R.Dawkins sul documentario. Sembra però che perfino nella patria di Darwin, in Gran Bretagna, gli esperti di francobolli (in questo caso si tratta di privati) non sospettino di quanto sia errata, come modello dell’evoluzione umana, l’immagine della “marcia del progresso”. E’ infatti rappresentata in questa cartolina commemorativa del bicentenario darwiniano creata da una ditta privata. A differenza degli esperti italiani, almeno hanno disegnato (per chi lo sa notare) un gibbone brachiatore e non un quadrupede come primo elemento della “marcia”. I francobolli inglesi invece preferiscono non dare indicazioni che potrebbero essere errate. Ed ora, secondo un articolo comparso oggi su Nature, sembra che anche l’Antartide si stia scaldando, anche se forse un po’ meno dell’Artico (“Warming of the Antarctic ice-sheet surface since the 1957 International Geophysical Year”). Sono sempre benvenuti i contributi di chi vuole dimostrare le evidenti e importanti relazioni fra i progressi della medicina (che interessa a tutti, anche ha chi non si fida della scienza) e la teoria che spiega i meccanismi dell’evoluzione biologica (che sembra interessino a pochi). Il 29/1, al Circolo della Stampa di Milano, verrà presentato “Darwin contro il cancro”, un libro di F.Colotta (direttore Ricerca e Sviluppo del Centro Ricerche di Nerviano del Nerviano Medical Sciences) che intende rispondere alla domanda: “Può la teoria dell'evoluzione biologica indicare la strada per migliorare la prevenzione e il trattamento del cancro?”.

22/1/09-DE

[da Leucophea] Un articolo di Der Spiegel (tradotto in inglese come “Has Darwin Failed?”) in cui si affrontano i problemi del rapporto fra scienza, evoluzione e religione. Anche qui appare (come succede sempre più spesso da un po’ di tempo,) l’idea della religione (o meglio delle religioni) come prodotto dell’evoluzione biologica e culturale umana, appoggiando qundi una visione naturalistica di un aspetto della cultura che si vorrebbe sfuggisse agli strumenti di analisi degli scienziati. All’articolo sono allegate alcune immagini e alcuni istogrammi che riportano i risultati di indagini svolte in diversi paesi europei e in USA e Messico. Interessante vedere come gli USA (70%) e il Messico (80%) risultino prima dell’Italia (51%) come fede incrollabile nell’esistenza di Dio. Interessante l’aumento dal 9 al 14% dei cittadini USA che (fra il 1982 e il 2008) credono che l’uomo si sia sviluppato da specie precedenti senza interventi divini. A questo proposito è importante ricordare che negli ultimi anni le principali prove dell’evoluzione, anche umana, vengono da laboratori USA …

22/1/09-US

Sta continuando nel Texas la discussione sulla riforma dei programmi scolastici di scienze per la parte che riguarda temi con una forte componente ideologica o religiosa. La discussione è ovviamente monitorata dal sito del NCSE (“What's next for Texas science standards?”) dove si cita un articolo del New York Times che aggiorna sulla situazione (“In Texas, a Line in the Curriculum Revives Evolution Debate”)

22/1/09-VA

In preparazione al prossimo convegno su Darwin, oggi conferenza all’Università Gregoriana di F.Giorgi di Pisa: “Sintesi Neo-darwiniana: radici storiche e problemi aperti”

22/1/09-IT

ll francobollo italiano per festeggiare il bicentenario darwiniano contesta … il modello di evoluzione delle specie proposto da Darwin. Nel nuovo francobollo, mostrato in questo articolo dell’ANSA (“ARRIVA IL FRANCOBOLLO ITALIANO PER DARWIN”) compare infatti una rappresentazione del processo evolutivo umano che sconfessa non solo l’attuale rappresentazione dell’evoluzione umana, ma addirittura il generico schema evolutivo “a corallo” che Darwin aveva intuito e che lui stesso aveva disegnato nel 1837 in un suo taccuino, accompagnato dalla prudente frase “I think”. Lo schema purtroppo è ben noto, è facile da trovare anche in internet, ed è spesso utilizzato di solito da chi, cercando di nascondere i tentativi di evoluzione falliti e le linee evolutive scomparse, cerca di appoggiare l’idea, del tutto non coerente con i dati scientifici, che l’evoluzione, e in particolare l’evoluzione umana, abbia seguito un percorso prestabilito per arrivare ad un obiettivo prestabilito.


Speriamo che il prof.Capanna nell’opuscolo (che purtroppo non verrà allegato ad ogni francobollo) chiarisca le pericolose conseguenze della diffusione nei neuroni degli italiani di questo modello errato di un processo evolutivo. Ecco qui il modello di evoluzione proposto da Darwin, ben diverso da quella che S.J.Gould definiva la “marcia del progresso” che vediamo nel francobollo, e qui possiamo controllare come siano diversi gli schemi “a cespuglio” che rappresentano oggi più correttamente il percorso che ha portato anche alla nostra specie; sono evidenti nei modelli attuali i percorsi evolutivi che non hanno avuto successo e la presenza a volte contemporanea di diverse specie. NON si è trattato, né per l’uomo né per altre specie animali e vegetali, di un processo lineare come quello raffigurato nel francobollo. Speriamo che un eventuale francobollo commemorativo vaticano eviti una rappresentazione del processo evolutivo che sarebbe accettabile forse solo da chi crede nell’Intelligent Design USA, una ipotesi che il Vaticano, anche con articoli sull’Osservatore Romano, ha sempre rifiutato. Qui, in un articolo tratto da Pikaia, una contestazione di M.Sala verso questa rappresentazione errata dei percorsi evolutivi. [Da anni cerco di far capire, spesso inutilmente, a studenti universitari (forse abituati fin da piccoli a questa false rappresentazione dell’evoluzione umana) che il bipedismo umano non può derivare da un precedente quadrupedismo ma da una precedente locomozione per brachiazione, l’unica modalità di locomozione che crea le precondizioni (exaptations) necessarie per la locomozione bipede. Dopo questo francobollo sarà sempre più difficile convincerli del motivo razionale per cui l’uomo oggi non ha la coda …] In fondo però non ci si dovrebbe arrabbiare troppo se si usano immagini errate ma “familiari”; è usata perfino dalla fondazione Leakey, che da decenni finanzia ricerche sulle diverse linee evolutive umane in Africa …. 21/1/09-IT

La Stampa dedica un’intera pagina al prossimo bicentenario della nascita di Darwin, con un’intervista ad Odifreddi (“Darwin, il nostro eroe”) e una utilissima (sono tanti i medici incoerentemente antievoluzionisti…) citazione (“Anche le scoperte dell’oncologia confermano la sua rivoluzione”) del libro di un oncologo, F.Calotta, direttore Ricerca e Sviluppo del Centro Ricerche di Nerviano del Nerviano Medical Sciences. Il 29/1, questo libro (“Darwin contro il cancro”) verrà presentato al Circolo della Stampa di Milano. Il libro ci ricorda come Darwin abbia solo dato inizio, con le sue ipotesi poi confermate e aggiornate, un progetto di ricerca che si è poi esteso fino a coprire tutto quanto riguarda gli esseri viventi, e quindi ovviamente le sue idee anno rivoluzionato anche la medicina, favorendo quell’allungamento della durata della vita che ha portato (purtroppo …) all’attuale enorme diffusione delle malattie degerative, molto meno diffuse, per ovvi motivi, anche solo 200 anni fa. Ormai si avvicina il momento dell’anniversario darwiniano e le iniziative culturali si moltiplicano in tutta Italia. Può essere importante programmare i propri impegni per tempo, consultando il calendario messo a disposizione nel sito web di PIKAIA. Da evitare putroppo il link ai Darwin Day nel sito della rivista Darwin. Sono rimasti un po’ indietro … Domani riprendono a Milano, al Museo di Storia Naturale, anche gli Happy Hours evoluzionistici.

20/1/09-USA

Oggi è fin troppo facile evidenziare che, oltre all’evoluzione biologica – tuttora in azione anche nella nostra specie – è soprattutto l’evoluzione culturale che ha avuto ed ha un ruolo fondamentale per il successo della nostra specie, e per creare le condizioni per un futuro migliore per le prossime generazioni. Cambiamenti che milioni di uomini ritenevano irrealizzabili fino a pochi decenni fa si sono realizzati quando l’evoluzione culturale umana è riuscita a seppellire dogmi e spezzare catene che alcune ideologie che negavano l’unicità della nostra specie e l’uguaglianza di tutti gli uomini presentavano come incrollabili e indistruttibili. Molti milioni di uomini sono morti prima di veder realizzate le loro speranze, ma hanno comunque contribuito a creare le condizioni affinché i loro figli riuscissero a realizzare anche dei loro sogni di un mondo di uomini con uguali diritti e uguali responsabilità. Il raggiungimento in pochi decenni di un obiettivo ritenuto prima improbabile se non impossibile è di buon auspicio per il superamento di ideologie o fedi che disegnano e difendono confini culturali anche dove ormai è dimostrato che non esistono barriere biologiche, o che cercano di imporre visioni ideologiche di una realtà che


ormai la nostra specie ha la capacità e gli strumenti migliori per conoscere meglio e per gestire nel modo più razionale; per noi, ma soprattutto per consegnare alle prossime generazioni un mondo vivibile. Possiamo ora essere più ottimisti sulla possibilità che siano superate anche le ideologie che negano la spiegazione naturalistica dell’evoluzione umana e la piena appartenenza della nostra specie ad un processo evolutivo di cui comunque siamo sempre più responsabili grazie alle conoscenze acquisite. 20/1/09-ITA

• 19/1/09-USA

Video di Repubblica con un’intervista a Elisabetta Visalberghi sull’importante scoperta che i cebi sudamericani, in natura, rompono le noci usando sassi trovati nell’ambiente. Ci sono anche alcune sequenze con i cebi al lavoro. L’uso di strumenti era noto da tempo negli scimpanzè, sia in laboratorio che in natura. Per i cebi già era stata dimostrata una notevole abilità nell’uso di strumenti ma solo in laboratorio. Da pochi anni questo è stato dimostrato anche in natura. Nell’articolo (“Tutti i trucchi della scimmia che inventò lo schiaccianoci”) si raccontano anche gli esperimenti con cui si è cercato di mettere alla prova l’abilità di questi cebi. Sul Corriere si accenna all’interesse per Darwin da parte del mondo dell’arte (“E ANCHE L'ARTE SI ACCORSE DI DARWIN”) Nel numerio di Scientific American uscito oggi ci sono un paio di articoli che girano intorno al dibattito sulla teoria dell’evoluzione. Uno (“Is Religion Adaptive? It's Complicated”) riferisce di un dibattito avvenuto a Edinburgo fra un gruppo di teorici dell’evoluzionismo interessati a sviluppare una nuova disciplina (“Evolutionary religious studies”) che intende sviluppare un’analisi naturalistica delle religioni per capire il loro significato adattativo). Il gruppo ha un sito web che “is funded by a TARP (Templeton Advanced Research Program) grant from the John Templeton Foundation, which is administred by the Metanexus Institute. It is directed by an evolutionist (David Sloan Wilson) and a religious scholar (William Scott Green), with the help of a diverse advisory board. Evolutionary theory includes a number of major hypotheses about religion that must be evaluated on a case-bycase basis. Our goal is for this website to reflect the full diversity of approaches within the field of evolutionary religious studies”.

17/1/09-USA

Il giornalista scientifico C.Zimmer racconta (“The Beeb and Darwin (and me)”) del suo contributo (“Evolution in action” sui lavori di R.Lenski) ad una serie di articoli sul bicentenario di Darwin pubblicati su una delle due nuove riviste digitali (“digimagazines”) della BBC (BBC Focus e BBC Knowledge). Purtroppo su BBC Focus è accessibile solo un breve articolo a pag 9 know”)

17/1/09-IT

(“What Darwin didn’t

[da Pikaia] Iniziative “darwiniane” molto interessanti sono ormai in corso in varie parti d’Italia, sia nelle grandi città (in arrivo i Darwin Days a Milano - dal 4 al 12 febbraio) e l’apertura della grande mostra a Roma il 12 febbraio) che in quelle piccole. E’ ad esempio in corso a Nettuno, vicino a Roma, un’iniziativa organizzata (dal 15/1 al 5/2) dalla locale ... Università civica … Anche la Chiesa cattolica si sta preparando ad organizzare un grande convegno in marzo (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”). Il convegno è stato organizzato con l’università cattolica USA di Notre Dame, i cui biologi subito avevano condannato (“Darwinism and Catholicism should be compatible”) l’improvvisa e imprevista sbandata del card.Schönborn per l’Intelligent Design nel luglio del 2005) e con la partecipazione di biologi evolutivi di ottimo livello. Spero che riusciranno a convincere uno dei principali organizzatori del convegno (il direttore del progetto STOQ) a scusarsi dell’idea negativa sul lavoro dei biologi evoluzionisti (“Noi cattolici non dobbiamo fare l'errore gravissimo di prendere ciò che questi signori ci dicono come se fosse “la teoria dell'evoluzione”. Questo è proprio l'errore che noi a volte compiamo, cioè prendere sostanzialmente per buono quello che i nostri avversari ci dicono, come se fossero teorie definitive, e come se la loro interpretazione ideologica fosse “la teoria”) e perfino sull’utilità e l’importanza del lavoro delle migliaia di scienziati (“Le cose che si possono effettivamente dimostrare in scienza sono molto poche”) che aveva manifestato solo 6 mesi fa, nel luglio del 2008 (“Poblet: ipotesi per un nuovo concetto di specie”) e a tranquillizzarsi rispetto alla paura degli “avversari” (!?!) che aveva solo 2 anni fa, il 3 agosto 2006, quando addirittura criticò il cardinal Poupard per non aver capito che

“Evolutionism is now an ideological weapon”. Come si vede qualche


16/1/09-VA

veloce miglioramento in due anni c’è stato … anche se non pare ritenere costruttivo un confronto con “avversari” che dispongono di “armi ideologiche”. Per fortuna non sembra questa l’opinione del principale organizzatore del convegno, mons.Ravasi, che ritiene invece tanto importante e necessario il lavoro (autonomo) di scienziati ed evoluzionisti da sostenere (il 5/10/2005 in un’intervista) che la verifica della teoria dell’evoluzione (e magari anche la proposta di nuovi concetti di specie …) non fossero certo problemi che riguardassero i teologi (“Le critiche alla teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. E‘ un settore che non li riguarda … Compito dei teologi è solo cercare la verità attraverso lo spirito”.). Certo che il direttore del progetto STOQ avrebbe forse fatto meglio a non mettere in dubbio, con un articolo del 26/9 (pubblicato solo sul sito SRM) che riporta alcune citazioni papali dal 1999, quanto insieme a mons.Ravasi aveva sostenuto solo pochi giorni prima, nella conferenza stampa di presentazione del convegno (testi e video). In particolare la indispensabile separazione fra il piano della teologia e quello della scienza quando si affronta un problema di questo tipo. Con queste premesse [una certa confusione, se si può dire … dopo averlo ben dimostrato…] si capisce quindi come possa essere pubblicato in un sito web ben collegato al Vaticano (SRM) un articolo che inizia addirittura con la sconcertante (ma soprattutto incomprensibile: quanti creazionisti biblici ci sono fra i frequentatori di questo sito vaticano!!?) frase “Alcuni lettori ci chiedono come conciliamo la cronologia biblica con la scoperta che la prima donna, dalla quale tutti discendiamo, sarebbe vissuta 150000 anni fa”. Questo avviene nonostante don TanzeIIa Nitti e mons.Ravasi neghino spesso che la chiesa cattolica dia oggi alcuno spazio ai creazionisti biblici, qui creazionisti che ancora oggi credono che l’universo abbia solo 6000 anni. Esiste anche il video del dibattito a Milano (il 6/11/2007), in cui don TanzeIIa Nitti conferma non solo la sua valutazione sui creazionisti biblici ma anche di conoscere bene – essendo anche un astronomo – i tempi dell’evoluzione dell’universo, ben diversi da quelli utilizzati nell’articolo. Purtroppo probabilmente ignora che i pensierini dei creazionisti siano oggi “certificati” dal bollino del progetto STOQ … e compaiano a fianco delle pagine del convegno di marzo e della foto di mons.Ravasi. La pagina di SRM con l’articolo creazionista mostra perfino (oltre al logo del Master in Scienza e Fede e di un’università pontificia) il logo del progetto STOQ … che, con i fondi della Templeton Foundation, dovrebbe gestire il “dialogo” SOLO con la scienza che rispetta i criteri internazionali di serietà … L’autore dell’articolo (pubblicato originariamente il 13/11/08 nel sito dei creazionisti biblici … dove scrivono “i lettori” che davvero vogliono “conciliare la cronologia biblica”) cerca arditamente di compattare i tempi dell’evoluzione di Homo sapiens (150.000 anni) nei microscopici “tempi biblici” (6000 anni), ma alla fine si distrae e si dimentica di recuperare tutti gli antenati di Homo sapiens che sono vissuti dopo che (lo scrive lui stesso!) “la linea evolutiva dell’uomo e quella dello scimpanzé si sono divise, 5 milioni di anni fa”. [Articoli con questi obiettivi (e quindi di questo livello) non erano mai comparsi recentemente sulla stampa o nei siti cattolici vicini al Vaticano. Cosa sta succedendo? Qualcuno sta remando contro mons.Ravasi proprio adesso che si avvicina la data del convegno?] Nel sito di SRM un’intervista a L.Galleni, che cerca di spiegare le differenze fra la posizione della Chiesa e quella della scienza sulla teoria dell’evoluzione “Ludovico Galleni: tra teorie evolutive e fede non c'è incompatibilità, solo la necessità di fare chiarezza”. Molto onestamente fa capire che “in realtà si tratta di due piani tra loro differenti” e conferma che “onestamente oggi è la teoria della selezione naturale quella che spiega il maggior numero di fatti”. Quello che si dimentica di spiegare, né lo potrebbe fare, è perché anche la Chiesa cattolica ammette l’evoluzione biologica (un documento firmato dal Card.Ratzinger del 2004 lo conferma) ma non accetta alcuna spiegazione scientifica, nemmeno quella che L.Galleni conferma come la migliore spiegazione attuale. Purtroppo non riesce quindi a fare chiarezza sul motivo per cui la Chiesa vede un’incompatibilità fra teorie evolutive e fede. Il motivo comunque è noto ma non a tutti piace raccontarlo: la scienza propone i meccanismi evolutivi automatici e casuali che è riuscita a dimostrare (anche con l’aiuto di religiosi come l’abate Mandel), mentre la Chiesa preferisce sospettare – ma non riesce a dimostrarlo - che i miliardi di atti riproduttivi che avvengono ogni giorno fra gli organismi viventi che brulicano nella biosfera siano gestiti da un’essere superiore intelligente che guiderebbe l’evoluzione biologica verso una direzione ben precisa che però nessuno conosce.


16/1/09-IT

[da Leucophea] Nel sito web di Dawkins sono disponibili 10 video sull’eredità di Darwin, prodotti dall’Università di Stanford (qui la loro Playlist di questi video).

16/1/09-USA

Nel sito dell’NCSE (National Center for Science Education) un articolo (“Teach Them Science “) racconta di una geniale iniziativa organizzata nel Texas, dove si stanno per approvare i nuovi programmi di scienze per le scuole statali. Due organizzazioni, una secolare (il Center for Inquiry of Austin) e una religiosa (il Clergy Letter Project che raccoglie pastori protestanti e rabbini favorevoli all’evoluzionismo) hanno unito le loro forze in difesa dell’insegnamento corretto della scienza e della teoria dell’evoluzione. Hanno infatti creato un sito web (Teach Them Science) in cui spiegano quanto sia importante che ai ragazzi a scuola vengano insegnate le nozioni scientifiche e il metodo scientifico, ma soprattutto fanno capire che l’evoluzione deve rimanere il punto centrale e unificante dell’intera biologia. Come può verificare chiunque faccia un giro nel loro sito web, i 12.000 pastori evangelici e rabbini che partecipano al Clergy Letter Project si preparano a festeggiare (Evolution weekend 2009) il mese prossimo il compleanno di Darwin (una data, il 12 febbraio, che viene festeggiata anche nell’università cattolica di Notre Dame, che collabora con mons.Ravasi nell’organizzazione del prossimo convegno in Vaticano sull’evoluzione (“EVOLUTION: FACTS and THEORIES”). Speriamo che qualcuno anche in Italia inizi da quest’anno a preparare qualche predica filodarwiniana, magari citando le preoccupazioni che P.Cantalamessa ha trasmesso al Papa il 07/03/2008. Mons.Ravasi per organizzare il convegno ha dovuto cercare cattolici evoluzionisti negli USA, dato che ai vertici della chiesa italiana e anche nelle università pontificie non sembrano intenzionati a capire perché dovrebbero chiedere scusa per i loro misunderstanding di 150 anni fa su Darwin …. E anche i biologi cattolici o sono prudenti sull’evoluzionismo (se infatti difendono l’Intelligent Design USA … le loro lettere poi vengono pubblicate sui quotidiani cattolici) o non sono apprezzati. Il sito web Teach Them Science intende anche informare i cittadini del Texas dei rischi che corrono i loro figli se si modificano i programmi, e intendono anche invitarli a far pressione sulla commissione scolastica statale, in modo che non danneggi la preparazione scientifica dei loro figli.

15/1/09-USA

Su Science un articolo molto intrigante (“Strong Release of Methane on Mars in Northern Summer 2003”) sulla probabile presenza di metano su Marte: se ne parla nel blog di Carl Zimmer (Live Blogging The Mars Methane Mystery: Aliens At Last?, che riporta la conferenza stampa dei ricercatori). Che sia la prova della presenza su quel pianeta di organismi viventi che producono metano (come sulla nostra terra fanno i batteri …. ma anche i bovini …) non è certo; si sa comunque che “Living systems produce more than 90% of Earth's atmospheric methane; the balance is of geochemical origin. On Mars, methane could be a signature of either origin”. Insomma … non si sa da dove venga … ma si sa come è meglio “spingere” per avere soldi …

15/1/09-IT

Venerdì, 6 febbraio 2009, dalle ore 9 alle 17.30 si terrà presso l’università di Firenze, in aula magna, piazza San Marco 4, il convegno “Il Tempo Profondo da Stenone a Darwin”. Interverranno Paolo Rossi, Alan Cutler, Stefano Dominici, Niles Eldredge, Emiliano Mutti. Sarà disponibile la connessione video in streaming per seguire il convegno anche dalle spiaggie o dalle piste da sci: basta collegarsi all'indirizzo http://www.csiaf.unifi.it/CMpro-v-p-30.html

Riprendono il 22 gennaio gli Happy Hour evoluzionistici al Museo di Storia Naturale di Milano. Qui il calendario delle iniziative dei prossimi mesi. Ingresso gratuito. Con consumazione: € 6. E' vivamente consigliata la prenotazione. Informazioni: 02/88463337. Per chi non si accontentasse, a Milano ci saranno presto i al 9 febbraio.

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Darwin Days, dal 6

Altre iniziativeorganizzate in Italia per il Darwin Day si trovano qui. Qui invece il calendario dei Darwin Day organizzati dalla UAAR; un calendario dettagliato delle prossime iniziative programmate a Treviso si trovano qui. Sul sito web di G.Galilei ci sono le informazioni sul Darwin Year di Trento. Fra le iniziative questa è certamente la più interessante: hope”, il 27 febbraio alle ore 20.45.

Jane Goodall – “Reason for


14/1/09-IT

Un articolo sull’ Avvenire (“Usare Darwin contro Dio, una logica che fa acqua”) critica l’articolo del 2/1/09 del Corriere (“Così Darwin spiega Dio”) in cui l’entusiasta E.Boncinelli recensisce il recente libro di Girotto, Pievani e Vallortigara “Nati per credere”. Non è chiaro quanto l’autore dell’articolo abbia capito quali novità siano state introdotte nella cultura umana negli ultimi due secoli. Discutere dei problemi di comprensione dell’evoluzione biologica citando Adamo ed Eva Evemero, Aristotele e Platone, non è detto che sia il modo più convincente Anche nel sito dei creazionisti biblici italiani si citano le numerose iniziative commemorative per i due centenari di Darwin. In questo sito ci si stupisce sempre del fatto che tanta gente pensi che abbia scoperto qualcosa di importante. E’ un peccato che non si chiedano se per caso abbiano capito qualcosa di più su Darwin; forse sarebbe utile un giro nel sito del Clergy Letter Project, che riunisce ben 12300 fra pastori protestanti (e quindi cristiani) e rabbini (500) che si preparano a festeggiare nelle loro chiese il 12 febbraio il bicentenario della nascita di Darwin con un bel Evolution weekend. Apprezzabile comunque che tutti i creazionisti biblici italiani abbiano capito che la teoria dell’evoluzione non è più quella originale di Darwin e che è stata “più volta [sic] rivista e rielaborata negli anni successivi da molti scienziati”, per cui l’uso del termine “dogma” può essere appropriato per la teologia ma non per quella che i creazionisti amano chiamare “darwinismo” invece che “teoria dell’evoluzione”. Da correggere anche la ripetuta citazione della UAAR, in modo che corrisponda al nome per esteso riportato nella nota. Finalmente anche un quotidiano nazionale (Repubblica: “La bufala del ghiaccio in ripresa. Ricercatore costretto a smentire”) spiega come sia avvenuto che quasi tutti i quotidiani italiani nei giorni scorsi abbiano presentato dati errati sull’estensione dei ghiacci artici, dimostrando la facilità con cui notizie false e tendenziose possano essere facilmente inserite nei neuroni degli italiani [senza che poi nessuno smentisca o chiarisca le notizie false diffuse nel paese!]. Fatti simili sono purtroppo abbastanza normali sulle tematiche ritenute “calde” [forse il termine non è il più adatto in questo caso…], come anche quella ben nota dell’evoluzione biologica. Spiace che sia difficile che i giornalisti e gli stessi lettori imparino da eventi così sconcertanti di manipolazione (magari in buona fede, ma sicuramente in presenza di preconcetti ideologici che trasformano miracolosamente dati “globali” in dati “artici”); le smentite e i chiarimenti, spesso non ripresi da chi ha dato notizie sbagliate… [e si sa che comunque non hanno la stessa diffusione e la stessa rilevanza della notizia iniziale]. Purtroppo lo stesso articolo di Repubblica non ha suggerimenti da dare per evitare questi comportamenti, anche se si sottolinea come la parte migliore e maggiore degli esperti sia preoccupato di un fatto che nemmeno gli scettici possono seriamente negare: che sia in atto un insieme di cambiamenti climatici: “Due fazioni non esattamente simmetriche visto che della prima fa parte la crema della ricerca internazionale sul clima e si esprime attraverso studi posti al vaglio della comunità scientifica. Nella seconda ci sono invece pochi ricercatori outsider e molti polemisti di professione”. [P.S.: Fra pochi giorni uscirà sulla rivista EOS un articolo sullo “Scientific consensus on climate change”] Quello che negano è che sia colpa dell’uomo e che quindi si possa e si debba fare qualcosa, magari urgentemente. Purtroppo molti dei loro lettori non sempre capiscono bene che cosa si debba … negare. Forse qualcuno sorriderà e/o si stupirà nel leggere questi quattro recenti articoli (“Dove vanno i ghiacci? Chiediamolo ai merluzzi”, “Un'oasi tra i ghiacci nella baia di Baffin”, “La disperata ricerca di una zattera di ghiaccio” e “I serbatoi del freddo sembrano in riserva”) scritti nel giugno/luglio scorso (il 28/6, il 3, il 10 e il 19 luglio) da una giornalista scientifica (M.Maggi, science editor del suo quotidiano) che racconta le preoccupazioni degli scienziati più esperti e competenti per il riscaldamento dell’Artico. La giornalista non scrive dalla sua scrivania, ma coraggiosamente (lo si vede dalla foto che prospetta un ritorno non facile al rompighiaccio…) invia i quattro articoli sul riscaldamento dell’artico (forse perfino finanziati dai cittadini con l’8x1000) dal rompighiaccio Amundsen in navigazione nel mar glaciale Artico. Dato il suo lavoro, intervista gli esperti sulle ricerche in corso, e racconta che: “Per studiare l'evoluzione del clima di Artide e Antartide cinquantamila scienziati di una sessantina di Paesi stanno lavorando in duecentoventotto progetti di ricerca mirati. Questa iniziativa, sotto l'egida dell'Onu, si chiama Anno Polare


Internazionale”. Certo le opinioni di due fisici italiani come Zichichi e Battaglia devono essere prese in considerazione, ma come dubitare che le centinaia di ricerche e le migliaia di ricercatori non siano ben più autorevoli e ben più importanti? Come avrà già verificato chi li ha letti, i quattro articoli sono stati pubblicati … sull’Osservatore Romano (il quotidiano del Vaticano) dalla loro science editor. E’ davvero interessante (ma un po’ triste) verificare che oggi si possano incontrare scienziati … che avrebbero qualcosa da imparare … dai giornalisti vaticani … che riportano il pensiero di esperti che confermano sia il riscaldamento dell’Artico come fatto (“Nelle foto satellitari di trent'anni fa si vedeva che l'estensione ghiacciata del tetto del mondo, ossia della banchisa sul Mar Glaciale Artico, era in estate di sette-nove milioni di chilometri quadrati. Nell'estate del 2007 la calotta si è ridotta alla metà ossia a circa quattro milioni di chilometri quadrati“) che le sue cause, in parte dovute all’attività umana: "Il riscaldamento del pianeta continua David Barber dell'Università del Manitoba che sta guidando la missione scientifica Circumpolar Flaw Lead - è dovuto alla dipendenza dell'uomo moderno dai combustibili fossili che sprigionano una gran quantità di gas serra durante la combustione…. Bisogna sviluppare fonti di energia alternative e ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili". “Uno dei gas serra è l'anidride carbonica (CO2), liberata principalmente nella combustione di petrolio, carbone e gas naturale. Si sa che gli oceani possono assorbirla, ma non al tasso con cui viene prodotta, dalle attività umane in larga misura o da fenomeni naturali come il vulcanismo”. Non è difficile per una giornalista scientifica dimostrare che l’attività umana abbia molti e diversi effetti negativi che raggiungono anche l’Oceano Artico: “Le ricerche svolte sulle balene beluga hanno rivelato che nel suo corpo il mercurio tossico aumenta e, in particolare, si deposita nel cervello”. E che si dire sui ghiacci artici? Che erano “ghiacci perenni fino a qualche tempo fa e che ormai si stanno sciogliendo inesorabilmente”. Purtroppo questa giornalista ha scritto, sembra, solo 4/5 articoli e solo sull’Osservatore Romano …trascurando altre pubblicazioni cattoliche [o forse sono le pubblicazioni cattoliche che trascurano lei…?] Interessante comunque scoprire sull’Osservatore Romano articoli che riportano tutte le notizie e le frasi demonizzate dai negazionisti del riscaldamento globale, molti dei quali stranamente si possono trovare fra cattolici che cercano di negare i danni prodotti dall’uomo ben più di quanto faccia il Papa. Utile e positivo anche che un sito cattolico vicino a CL diffonda questi articoli che possono interessare anche ai cattolici che non sono abbonati all’Osservatore Romano. • Nelle foto satellitari di trent'anni fa si vedeva che l'estensione della banchisa sul Mar Glaciale Artico, era in estate di sette-nove milioni di chilometri quadrati. Nell'estate del 2007 la calotta si è ridotta alla metà ossia a circa quattro milioni di chilometri quadrati. • Ciò sta portando a una diminuzione dei pesci e di conseguenza a una diminuzione di foche e trichechi, che si nutrono di pesci, fino ad arrivare all'orso polare, predatore di foche e pesci. Gli scienziati temono l'estinzione di questi animali. (c’è chi dissente) • Lo scioglimento della banchisa artica per l'aumento globale della temperatura provoca la diminuzione rilevante di orsi bianchi, foche e trichechi, che hanno bisogno di solide "zattere" di ghiaccio su cui fermarsi, figliare e far crescere i piccoli. (c’è chi dissente, e chi trova altre colpe … ma sempre umane!) • Nell'Artico si stanno aprendo, intanto, nuovi territori per la ricerca di petrolio e gas, e il famoso "Passaggio a Nord-Ovest" sempre più libero dai ghiacci, potrebbe diventare il percorso abituale per le navi tra l'Asia e l'Europa. Gli ambientalisti e i ricercatori tremano a queste prospettive, perché l'area polare, che il clima avverso aveva preservato a lungo da inquinamento e devastazioni, cambierà inesorabilmente. • è in questi giorni lanciato l'allarme sulla possibilità che già quest'estate il Polo Nord possa essere per la prima volta libero dai ghiacci. • il Ghiacciaio Morto della Groenlandia, che non si era mai mosso da quando fu scoperto nel 1750, nel 2000 si è messo improvvisamente in movimento rapido, disperdendo iceberg nell'oceano. • Accadono altri fenomeni preoccupanti nelle terre all'estremo nord: il permafrost si sta sciogliendo. Il permafrost è un terreno congelato, rimasto


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così anche per millenni. Avendo intrappolato enormi quantità di materiale organico e quindi di carbonio, il permafrost con il suo disgelo sprigionerà una gran quantità di gas serra (da cinquecento a mille miliardi di tonnellate) nella sua decomposizione. Sul terreno, una volta saldo perché gelato, le popolazioni native delle regioni polari hanno costruito le loro case. Ora, con l'aumento della temperatura, le case sprofondano nel fango e i villaggi stanno diventando paludi.

14/1/09-UK

[UNEP] Domani iniziativa di apertura per l’anno internazionale del gorilla (YoG 2009) al museo di Storia naturale di Londra: “As part of the 2009 international Year of the Gorilla (YoG), co-ordinated by the United Nations and to herald the Charles Darwin bicentenary celebrations next month, a troupe of skaters dressed as primates are to take to the rink at The Natural History Museum in London“. L’’iniziativa è presentata anche nel sito web YoG 2009: “The Year of the Gorilla (YoG) is a joint initiative of the UNEP-CMS, the UNEP/UN Educational, Scientific and Cultural Organization's Great Ape Survival Partnership (GRASP) and the World Association of Zoos and Aquariums (WAZA). CMS has 110 governments supporting as Parties. Renowned primatologist and Year of the Gorilla 2009 Patron Dr. Jane Goodall said: “It is time for us to pool all of our resources toward saving these magnificent creatures. I am pleased to lend my voice to the Year of the Gorilla 2009, a campaign aimed at ensuring a future for this close cousin of humankind”. Come racconta il conservazionista Karl Amman in questo video (No Hiding Place), la situazione attuale dei gorilla è precaria, e in alcune zone addirittura drammatica a causa della guerra che si è estesa alle zone dei Virunga in cui vivono gli ultimi 700 gorilla di montagna. Fra le recenti iniziative in difesa dei gorilla, un sito web informativo (Gorilla Wiki Home) e l’Agreement on the Conservation of Gorillas and Their Habitats fra I diversi paesi in cui vivono i gorilla. Piani di azione per la conservazione dei gorilla sono stati approvati recentemente al First Meeting of Parties to the Agreement on the Conservation of Gorillas and Their Habitats, tenutosi a Roma fra il 29 Novembre e il 4 dicembre 2008.

12/1/09-IT

Il giornale in rete Il Sussidiario intervista un glaciologo (“Maggi (glaciologo): "I ghiacciai tornati agli anni '70? Troppo presto per dirlo") per verificare se sia vero che i ghiacciai si ritirino o se “stando a quanto recentemente sostenuto da alcuni climatologi [?!] sembrerebbe che i ghiacciai siano ritornati alle dimensioni che avevano negli anni '70”. Il glaciologo non ci crede (e fa bene) e dimostra che la situazione è invece abbastanza preoccupante, anche perché, chiarisce, noi possiamo prevedere solo il clima fino alla prossima settimana. Parla comunque della possibilità che i livelli marini possano innalzarsi di 40 cm, con grossi rischi per l’Olanda e il Bangladesh, paesi in cui milioni di persone vivono a pochi decimetri o anche sotto il livello del mare. Si sa che l’Olanda sta pianificando il miglioramento del sistema di dighe che la protegge, e che negli USA hanno già pianificato gli interventi da realizzare nei prossimi anni lungo le coste del golfo del Messico, per garantire la sopravvivenza agli abitanti della zona, già sempre più colpiti dagli uragani. In molte zone del mondo GIA’ ORA cominciano ad accorgersi che ogni anno aumentano i danni dovuti a fattori climatici, e le compagnie di assicurazione ovviamente se ne preoccupano: “Climate change: the re/insurance perspective”. Anche Greenpeace ha fatto un’indagine (“Rischio climatico e assicurazioni”) e qualche preoccupazione c’è anche sulle Alpi. Non si capisce perché chi nega che i cambiamenti climatici siano colpa dell’uomo debba anche negare che i cambiamenti climatici siano una realtà … e che i danni sono incrementati negli ultimi decenni. Ancora un articolo sui ghiacci dell’Artico che si espandono (ma non vi si legge affatto che “tornano ai livelli del 1979” …) oggi sulla Stampa (“A fuoco lento”). E’ scritto infatti dal geologo M.Tozzi, che cita la notizia errata diffusa dagli altri quotidiani, ma si dimostra sospettoso e prudente (e cita quindi solo l’“espansione invernale”, del tutto ovvia); dimostra di conoscere infatti, a differenza di tutti i giornalisti che sono intervenuti in questi giorni, i dati di qualche mese prima, che ripete, confermando “un deficit di un milione di kmq rispetto alle medie consolidate”. Ieri si era anche aggiunto su questo tema un articolo per niente prudente sul Secolo XIX (“i ghiacci artici hanno avuto una crescita rapidissima negli ultimi mesi del 2008 e il loro livello è tornato ad essere pari a quello registrato nel 1979”). Anche in un sito web di meteorologia il 7/1 non si trattenevano (“Il livello dei ghiacci artici è tornato ai livelli del 1979, ebbene si. I dati parlano chiaro e di fronte a questi non ci


sono alibi che tengano. E' il centro di ricerca sul Clima Artico dell'Università dell'Illinois a renderli noti”). Spiace vedere che anche i 4 italiani che hanno firmato il recente (11/12/08) documento al senato americano (minority Report) dei 650 scienziati (pochi i climatologi esperti…) che non credono che l’uomo sia responsabile più del sole per i cambiamenti climatici, non si dissocino da questa diffusione di notizie errate apparentemente diffuse per far loro piacere. Sembra strano che si possa credere ad accuse di catastrofismo che provengono da parte di chi evidentemente non conosce nemmeno l’argomento su cui scrive.., 11/1/09-IT

Nel blog Resistenza laica si ricordano le prossime principali iniziative per commemorare il doppio anniversario darwiniano (e non dimentichiamo gli anniversari lamarchiano e wallaciano…): “E luce fu...”

10/1/09-IT

In un sito web, Pontediferro, si racconta qualcosa, in modo critico, del convegno vaticano su G.Galilei Galilei: “Quattrocento anni fa, G.Galilei umiliato e negato. Il moderno pentimento non basta”.

9/1/09-USA

Anche Science dedica parte del fascicolo e la copertina a C.Darwin. Per la copertina ha scelto una foto che allude alla sua curiosità e genialità giovanile, che contrasta certamente con le facce, quando sono note, degli antievoluzionisti, spesso avanti con l’età, e con curiosità mediamente minore anche solo per motivi biologici. Nel fascicolo, oltre all’articolo di Peter J. Boiler ("Darwin’s Originality") ce n’è uno scritto da Carl Zimmer “On the Origin of Life on Earth”. Nel sito web di Science invece si lancia un blog (Origins, a history of beginning) e si ricorda, nel primo post, che se allora ci fosse stata internet, Charles avrebbe volentieri ripreso a navigare da Down House: “Had Charles Robert Darwin had access to the Internet, he would have been a blogger. The prolific 19th century naturalist--and father of evolution--eagerly shared his ideas and observations with the world around him through 16 books and pamphlets and more than 5000 letters to the scientific and cultural luminaries of his day. He covered everything, from the formation of mold or the perception of ants, to the movement of leaves”.

9/1/09-IT

Si può ora fare un po’ una sintesi di come i quotidiani italiani hanno gestito, a cominciare dal Corriere del 5/1/09, la diffusione di una informazione errata su un tema molto caldo. Purtroppo è un altro grande tema che non solo è difficilmente gestibile dai singoli individui, di solito incompetenti, ma si presta bene, proprio come il tema dell’evoluzione/”teoria dell’evoluzione” a manipolazioni politiche e/o ideologiche. Si tratta della notizia, certamente … “agghiacciante”, di cui ha trattato per primo il Corriere del 5/1/09 nell’articolo «I ghiacci artici ai livelli del '79». Peccato che la notizia fosse falsa. E fosse tratta non da nuove scoperte di esperti del problema, ma addirittura da un semplice blog, ideologicamente scettico sui cambiamenti climatici, che in un articolo del 1’ gennaio (Sea Ice Ends Year at Same Level as 1979, citatissimo) aveva diffuso informazioni climatiche in modo tanto impreciso che il centro di ricerca coinvolto ha dovuto immediatamente precisare [ma non si trovano molti link alla precisazione, nonostante la localizzazione sia prevedibile e quindi facile da recuperare]. Nella precisazione il centro glaciologico dell’Illinois fa notare che i dati citati (male e ideologicamente distorti) riguardano tutto il mondo e non solo l’Artico, dove il ritiro dei ghiacci negli ultimi 30 anni è assolutamente indiscutibile. In Italia la notizia è circolata riferita solo all’Artico e, come si è visto dal titolo del Corriere, è stata purtoppo avvallata anche da autorevoli quotidiani, oltre che ripresa dal TG2 (il TG che ama diffondere notizie sbagliate se l’argomento è caldo, come già successe con l’evoluzione biologica, che il TG2 il 29/11/07 ha lasciato contestare da … un cardinale). Un ottimo esempio di come si cerchi di far crescere il numero di scettici verso un fenomeno che nessun esperto ormai nega. Che poi si discuta, e spesso non ci sia accordo, sulle cause è un altro discorso; ma negare o confondere i fatti è poco corretto e sospetto. Oltre a squalificare la professionalità di chi amplifica, senza verificare, le imposizioni ideologiche di altri, inesperti come loro. Per chi si vuole davvero informare su questi problemi, non è difficile: http://www.nsidc.org/ (il centro nazionale USA) e http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/ (il sito del centro di ricerche di cui vengono distorte le informazioni su molti quotidiani italiani). Nel loro sito web si può ben vedere che i dati simili del 1979 e quelli del 2008 sono riferiti alla situazione globale, senza distinguere fra l’emisfero più antropizzato (90 per cento delle industrie totali) e quello meno antropizzato; i due emisferi hanno ovviamente impianti di climatizzazione indipendenti (sono regolati in modo tale che adesso in Australia è


possibile fare il bagno …). Sconcerta un po’ che i pochi esperti critici verso il riscaldamento globale non protestino per l’assurdità della notizia [era già successo qualcosa di simile ai primi del ‘900 agli antropologi e agli anatomisti che non si erano accorti del falso di Piltdown, errore che viene loro tuttora rimproverato …], e non contestano né correggono quello che scrivono in questi giorni i giornalisti, sbeffeggiando gli scienziati e i governi preoccupati per il cambiamento climatico. Non è difficile verificare come un pifferaio magico abbia trascinato nella trappola quasi tutti i quotidiani italiani: lo si può verificare sul Foglio (si cita la ricerca e la si riferisce all’artico “che invece di sciogliersi aumenta” e si precisa anche che “i ghiacci dell’artico tornano ai livelli del 1979”), sul Giornale (il 6/1/09 si cita la ricerca e la si riferisce all’artico: “qualcuno aveva predetto lo scioglimento totale dei ghiacci artici entro l’anno… ma i territori ghiacciati sono invece aumentati velocemente riportando ai livelli di 30 anni fa”), sulla Stampa (il 6/1 si cita la ricerca e la si riferisce solo all’artico: “negli ultimi mesi la superficie dei ghiacci artici è tornata ai livelli del 1979”, “i territori ghiacciati sono aumentati velocementeriportando i livelli a quelli di 30 anni fa”, “l’orso polare potrà contare quest’anno sulle distese polari ai massimi livelli”!!), sul Corriere (qui invece il 6/1 si cita la ricerca come se riguardasse solo i ghiacciai: “si sono ricostruiti in breve tempo, tornando ai livelli del 1979, i ghiacciai perduti per eccesso di caldo negli anni passati”), sul Riformista (anche qui il 7/1 si cita la ricerca come se riguardasse solo i ghiacciai: “la maggior parte dei ghiacciai del mondo è tornata ai livelli di 30 anni fa”) o su Libero (l’8/1 si cita la ricerca e la si riferisce ai ghiacciai artici. “oggi i ghiacciai artici sono identici a quelli del 1979” ); l’unico articolo in cui non si parla di artico se non nel nome del centro di ricerche è quello pubblicato il 7/1 sul Giorno/Nazione, il più polemico di tutti contro Gore e gli “ecologisti eco-fascisti e/o eco-marxisti”,. Scopro che anche P.Greco (La neve a Milano e il cambiamento del clima del 9/1) sull’Unità, pur criticando un errore del Giornale, cita il “ritorno dell'estensione dei ghiacci sull'Oceano Artico ai livelli del 1979”. Sembra che giornalisti che verificano i dati originali si trovino solo nel sito di Greenreport (“Clima e informazione: tanto valeva nascere caproni?“ dell’8/1 e “La mezza bufala dei ghiacci del 2008” dell’8/1). Il secondo articolo fornisce comunque una spiegazione diversa da quella che si trova nel sito dell’UIUC, dove si chiarisce (smentendo comunque tutti gli articoli sui quotidiani italiani citati) non solo che che “observed N. Hemisphere sea ice area is almost one million sq. km below values seen in late 1979” ma anche che si deve considerare anche il volume dei ghiacci: “Arctic ice volume is now below its long-term average by an even greater amount than is ice extent or area”. Nello stesso articolo di Greenreport si cita un’articolo di P.Greco del giorno precedente in cui si fa riferimento all’importanza del volume del ghiaccio. Nel blog Indigo, oggi si fa riferimento sia all’articolo di Greenreport che alla correzione nel sito dell’UIUC. Ricordando che comunque il volume è più importante dell’area, si può lasciare a loro la traduzione della frase citata qui sopra: “Qualunque sia la verità, tra il 1979 ed il 2008 si è registrata una diminuzione dell’area coperta dai ghiacci al polo nord di un milione di chilometri quadrati, solo parzialmente compensata dall’aumento dell’area coperta dai ghiacci al polo sud - 0,5 milioni di chilometri quadrati”. [da Pikaia] E’ disponibile l’edizione italiana di una nuova biografia di Charles Darwin dal titolo "L'evoluzionista riluttante" scritta da David Quammen. Lo recensisce su Pikaia M.Mandrioli, che comunque preferisce “Casa Darwin” (Einaudi, 2007), “biografia scritta da Randal Keynes e divenuta una lettura obbligata per calarsi in modo appropriato nel mondo (e nel modo) in cui Darwin ha vissuto e lavorato”. Sull’Espresso, articolo di S.Magister (“Tutti i numeri della fede. Quando Ratzinger veste i panni di G.Galilei“) sull’omelia del Papa del 6/1/2009 sull’astronomia e la matematica in rapporto alla fede. Come al solito è difficile contestare la probabilità che “i re magi “erano con tutta probabilità degli astronomi" come lo fu G.Galilei Galilei”, ma anche la certezza che “avevano notato l’apparire di un nuovo astro, ed avevano interpretato questo fenomeno celeste come annuncio della nascita di un re” o che “le stelle, i pianeti, l’universo intero non sono governati da una forza cieca, non obbediscono alle dinamiche della sola materia”); certamente nessuno intende attribuire o negare loro il libero arbitrio (come si può invece fare per miliardi di esseri umani) ma le dinamiche di molti milioni di stelle e pianeti sono oggi comunque sconosciute, per cui sembra un’ipotesi non ancora facilmente dimostrabile né contestabile con i parametri della scienza. Si cita anche dell’accenno fatto alla matematica il 22/12 nell’incontro con la curia romana (“Auguri natalizi del Papa ai Cardinali e ai membri della Curia”), e poi S.Magister riferisce anche delle interviste su fede/scienza a matematici universitari


cattolici (o evangelici) italiani pubblicate da dicembre sul quotidiano Avvenire. 8/1/09-IT

[dal blog Leucophea, che aggiunge alcuni links utili per approfondire] A partire da un libro che si chiama The Rough Guide to Evolution, l'autore Mark Pallen ha elencato nel suo sito web omonimo una serie di miti (errati) sulla vita di Darwin. Molto interessante … anche il verificare come nascono questi miti e chi li diffonde; … e non sempre è colpa degli antievoluzionisti.

8/1/09-UK

Coming out … di un biologo evoluzionista, oggi scrittore scientifico freelance: ha ammesso di non aver ancora letto “Sull’origine delle specie” di C.Darwin e per “punizione” lo leggerà e poi lo commenterà nel suo blog, dal prevedibile nome “Blogging the Origins”… da domani inizia con l’introduzione. Per seguirlo con l’edizione italiana basta collegarsi con il sito di Liber liber, che mette gratuitamente a disposizione molti dei testi darwiniani in italiano. Un’occazione utile anche per i biologi italiani (e per chi sospetta di Darwin senza aver provato a leggere i suoi libri; alcune informazioni sulla biologia sono ormai superate, ma la curiosità per la natura e la ricerca meticolosa e soprattutto rigorosa di spiegazioni naturalistiche non sono facilmente superabili. Certo è consigliabile la lettura di qualche più recente libro di Gould, ma è comunque notevola la differenza e la distanza rispetto a certi ragionamenti degli antievoluzionisti, che spesso non cercano nemmeno di nascondere la loro scarsa curiosità per il funzionamento dei meccaninimi che controllano l’evoluzione biologica; tanto sono tranquilli … conoscono già la soluzione … “God did it”. Non si meravigliano nemmeno del fatto che l’Onnipotente, solo da poco lo sappiamo, avrebbe aspettato non 6000 ma 14 miliardi di anni la “prevista” comparsa dell’uomo. Questa aumento drastico dei tempi (moltiplicati per 2.5 milioni di volte) metterebbe in evidenza, come principale caratteristica, la pazienza. A questo proposito qualcuno ha creato e messo su You Tube questo angosciante video che prevede una durata dell’universo solo 2000 volte minore di quanto sostengano i creazionisti biblici … dieci minuti.

7/1/09-IT

Finalmente qualcuno chiarisce i veri termini della questione, dopo che un articolo di Repubblica del 29/12/08 aveva addirittura insinuato il sospetto che Darwin avesse copiato da A.Wallace e che quindi saltasse uno dei due anniversari darwiniani che ci apprestiamo a festeggiare. E’ Odifreddi ("Darwin, il plagio inventato") che chiarisce ai lettori di Repubblica (almeno quelli rimasti ancora confusi e dubbiosi dal 29/12) che nessuno può insidiare la primogenitura; non dimentichiamo che lo stesso A.Wallace l’aveva volentieri attribuita a Darwin, che da tempo conosceva ancge attraverso al letura dei diri di viaggio. Nel sito dell UAAR si pubblica l’elenco delle iniziative organizzate da loro nei prossimi mesi per festeggiare Darwin. Di particolare interesse sembra il convegno (Attualità di Darwin - giornate di studio e divulgazione scientifica) organizzato a Venezia il 13/14 febbraio, e a cui parteciperanno ospiti illustri.

6/1/09-IT

Sull’Avvenire una preoccupante intervista (“Matematica, il fascino della verità”) ad un preoccupato matematico universitario torinese di religione valdese; sembra non conoscere l’ex-collega matematico torinese Odifreddi, a cui probabilmente non ha mai chiesto di spiegargli bene il motivo per cui “se apre un giornale o una rivista, specie nelle pagine di scienza, genetica o medicina, come credente mi sento circondato da ostilità e rancore”. Odifreddi glielo avrebbe certamente spiegato; forse avrebbe cominciato un po’ da lontano, da G.Galilei e poi, sicuramente, passando attraverso Darwin, sarebbe arrivato a spiegargli il motivo di quello che a molti scienziati sembra solo una mania di persecuzione. Ci sono comunque, oltre ad Odifreddi, anche molti scienziati cattolici (pochi italiani, in verità) che potrebbero illuminarlo (anche se dice che l’illuminismo non gli piace proprio). Se fra i religiosi non possiamo dimenticare certo l’ex astronomo pontificio P.G.Coyne (interessante, per conoscerlo meglio, l’intervista nel recente libro di Chiaberge…), fra gli italiani c’è un fisico, che è addirittura il presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, N.Cabibbo; gli farebbe capire, come ha scritto ieri sul Sole 24 ore, che il problema è dovuto anche al fatto che la Chiesa cattolica non riesce a sopportare il metodo scientifico e ama contestare e sfidare, spesso aggiungendo “ostilità e rancore” all’ignoranza su questi temi, i limiti oggettivi della scienza, rifiutandosi di accettare quello che la scienza può dare alla cultura umana soprattutto su tematiche che un tempo la ragione non aveva gli strumenti per analizzare meglio.


Per quanto riguarda poi il sentirsi ”circondato da ostilità e rancore”, potrebbe rivedersi un’intervista illuminante, che dimostra un’evidente ostilità verso i fatti (!) ma anche verso il metodo scientifico. Non da meno è anche il corsivo dell’Avvenire del 3/1 (“False euforie: tra «pance» e dogmi laici”). PS: E’ comunque curioso che l’intervista a un “docente di probabilità” venga titolato “il fascino della verità” … potrebbe sicuramente suggerirne lui uno più adatto, che permetta di valutare l’ambito di variabilità in cui si può trovare questa verità, che anche lui ammette (sottolineando forse senza accorgersene l’universalità della scienza) è spesso MOLTO relativa: ”la matematica cinese e quella di Euclide sono la stessa cosa. Altri campi della cultura umana non hanno questa caratteristica”. Essendo di religione valdese, non potrebbe certo negare che la religione sia uno di quei “campi della cultura umana” che hanno (certamente con elevata probabilità … o meglio con elevata certezza) verità relative. Sì! Un titolo più adatto per l’intervista sarebbe stato “il fascino delle verità relative”, togliendo il riferimento alla matematica e magari aggiungendone uno al travagliato incontro di Sibiu del 2007, dove proprio “verità” diverse hanno impedito un accordo fra chi non ne accetta di relative. 6/1/09-USA

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[da NCSE] Oggi negli USA è stata proposta la prima legge antievoluzionista del 2009. E’ successo nell’Oklahoma, e si tratta della Senate Bill 320. [da Panda’s Thumb] E’ stata pubblicata negli USA la terza edizione del libro “But Is It Science?: The Philosophical Question in the Creation/Evolution Controversy” di Robert T. Pennock (Editor), Michael Ruse (Editor). [da Panda’s Thumb] Sullo stesso blog si informa dei confronti fatti sull’intera sequenza del DNA mitocondriale di un Neandertal di 28.000 anni fa (Vindja Cave): “A complete Neandertal mtDNA genome”. Conclusione? “Analysis of the assembled sequence unequivocally establishes that the Neandertal mtDNA falls outside the variation of extant human mtDNAs, and allows an estimate of the divergence date between the two mtDNA lineages of 660,000 ± 140,000 years. Non sembra che il caso meriti di essere connesso con il dibattito sull’evoluzione, ma è in corso un processo contro un’insegnante di scienze creazionista che avrebbe marcato una croce sul braccio di uno studente. Il processo sembra si stia avviando verso le conclusioni e se ne parla in un articolo (“Creationism Makes Its Mark”) della giornalista Lauri Lebo, che ha appena scritto un libro sul processo di Harrisburg/Dover. Se rilevante è l’aspetto della tortura allo studente, nel processo si sta discutendo anche del fatto che l’insegnante teneva libri religiosi in classe e insegnava il creazionismo invece dell’evoluzione biologica. [da Pharyngula] Un esempio di ignoranza creazionista in una lettera al direttore in un giornale USA dell’Alabama. Per fortuna qualche lettore risponde per le rime: “I have heard some spectacularly stupid, ill-informed, willfully ignorant arguments about the Theory of Evolution in my day, but you have managed to trump them all, hands-down. Simply put, you clearly don’t even know what the Theory of Evolution is in the first place”. In un altro blog si racconta di un altro esempio di presuntuosa ignoranza

6/1/09-UK

La BBC ha organizzato un ricco sito web su Charles Darwin. Non tutto il materiale è però consultabile al di fuori dell’UK

5/1/09-IT

Una prova della preparazione dei quotidiani italiani all’anniversario darwiniano. Sul Messaggero il titolo di un articolo è corretto (“La teoria di Darwin compie 150 anni”), ma il sottotitolo è davvero deprimente :”L'evoluzione della specie spiega il mondo”. L’errore è ripetuto nel testo dell’articolo una volta su due. Ancora più deprimenti i commenti sull’articolo, sconsigliabili ad un pubblico … competente. Effettivamente nei commenti si trova anche il suggerimento per una correzione da introdurre nel testo, ma nessuno suggerisce di correggere “della specie” in “delle specie”. Interessantissime (e in parte sconcertanti per il fatto che non ne tragga tutte le conseguenze, dando utili consigli al Vaticano su come superare una posizione che non risolve certo i problemi evidenziati da GOP2 nel 1988) le conclusioni dell’articolo di N.Cabibbo sul Sole 24 Ore (“Perché la Chiesa sbagliò”). Anche il presidente dell’accademia delle scienze pontificia, come molti altri

scienziati, “non riesce ad entusiasmarsi al dibattito scienza-fede”; purtroppo non è abbastanza chiaro nello spiegare perché lo ritenga inutile; chiarisce comunque il grave errore della chiesa, di non accettare il metodo scientifico, che è il modo con cui la scienza avanza, decisamente ben diverso dal rimuginare verità di fede (queste siì che si possono chiamare dogmi…):

“Il possibile imbarazzo

Quello


teologico di oggi verso alcune idee della scienza sembrerà domani del tutto irrilevante: le teorie scientifiche di oggi saranno forse rafforzate, e poi sopravanzate da teorie più complete e dettagliate. È quello che è successo alle teorie di Copernico, inglobate e completate da quelle di Newton e poi di Einstein. È così che la scienza procede, ed è bene abituarsi” . Sembra proprio di intravedere una citazione della lettera di GP2 a P.Coyne del1988 … in cui GP2 indicava una strategia per superare innanzitutto “l’imbarazzo teologico di oggi verso alcune idee della scienza”. Purtroppo si susseguono inutili confronti fra procedure incompatibili. E se lo sospetta il presidente dell’accademia delle scienze pontificia … forse dovremmo credergli … 5/1/09-USA

Nel blog Panda’s Thumb raccontano come si sia conclusa, nel sito del blog di Carl Zimmer, la serie di risposte (Part 1, Part 2 and Part 3) del ben noto biologo evoluzionista cattolico (sembra quasi che ci siano solo negli USA …) Ken Miller (uno dei più bravi a contrastare gli errori di biologia dei sostenitori dell’Intelligent Design) a C.Luskin su uno dei punti caldi sollevati dall’Intelligent Design: “l’irriducibile complessita”. Nelle risposte di K.Miller si parla soprattutto dei meccanismi di coagulazione del sangue. Nel blog di C.Zimmer si discuteva invece della differenza di complessità fra motocicli e bicicli, che in realtà sono prodotti dell’intelligenza umana e non della biologia. [da NCSE] Il Biochemical Journal inaugura la sua serie di articoli per commemorare il bicentenario di Darwin con un articolo di Kevin Padian and Nicholas Matzke: "Darwin, Dover, 'Intelligent Design' and textbooks" (PDF) (209; 417; 29-42). L’articolo racconta in particolare gli effetti del processo di Harrisburg/Dover e suggerisce le iniziative più adatte per contrastare l’inerzia collettiva che impedisce negli USA una migliore comprensione della scienza. K.Padian, un paleontologo oggi presidente dell’NCSE, è stato un importante testimone nel processo Kitzmiller v. Dover, che nel 2005 ha dimostrato l’inconstituzionalità dell’insegnamento dell’”intelligent design", un’ipotesi non scientifica, non dimostrata e non dimostrabile, nelle scuole pubbliche. [da NCSE] In un articolo sul New York Times (“Four Stakes in the Heart of Intelligent Design”) si passano in rassegna 4 libri recenti sull’evoluzione e il dibattito sulla teoria dell’evoluzione. Viene apprezzato il libro di Ken Miller (“Only a theory”), che fu uno dei migliori testimoni in favore della teoria dell’evoluzione al processo di Harrisburg/Dover.

3/1/09-IT

In un corsivo dell’Avvenire c’è posto anche per una ridicolizzazione dell’articolo di Boncinelli sul Corriere di ieri: “False euforie: tra «pance» e dogmi laici”, in cui recensisce “il libro "Nati per credere", ove tre allegri autori "spiegano" la religione, ogni religione, di ogni tempo e di ogni luogo, naturale o rivelata che sia: viene dalla «tendenza innata a trovare un senso a tutto», e quindi Dio come causa di ogni fenomeno è solo una falsa invenzione! Ma perché? Ecco, nero su bianco: perché «tutti e tre gli autori concordano comunque sul fatto che la spiegazione (di tutto) possa e debba essere cercata nelle pieghe del processo evolutivo che ha forgiato il nostro corpo e la nostra mente»”

2/1/09-IT

Ottimo articolo oggi sul Corriere (“Così Darwin spiega Dio”) in cui E.Boncinelli recensisce il recente libro di Girotto, Pievani e Vallortigara “Nati per credere”. Ottimo fin dall’incipit, che sottolinea il ruolo di una delle principali caratteristiche che la nostra specie ha ulteriormente sviluppato, ma già presente nei primati, la curiosità: “Tutto deve avere per noi una spiegazione. Ogni spiegazione che ci danno o che ci diamo, la accogliamo con una grande soddisfazione e un vero sollievo psicologico. Perché ne abbiamo bisogno. Non possiamo vivere senza spiegazioni. Che sono poi di due grandi tipi: che cosa ha causato o causerà un dato evento e con quale scopo ciò è accaduto o accadrà”. Bello e pure utile (anche se un po’ angosciante) l’auspicio di dover usare questo libro

come “un potente antidoto alle tonnellate di sciocchezze, più o meno intellettualmente raffinate e finemente argomentate, che ci toccherà di ascoltare in questo 2009, anno darwiniano per eccellenza, contro Darwin e le affermazioni del darwinismo nel suo complesso”. Sempre sul Corriere un altro articolo (“DOPPIO ANNIVERSARIO DI CELEBRAZIONI (E DI POLEMICHE) “) con informazioni sulle iniziative in corso in Italia durante il 2009. Si cita anche il sito web di Pikaia e le mostre in preparazione a Roma (dal 12 febbraio) e a Milano. Articolo di M.Luzzatto sul Riformista (“Darwin e fu dibattito”), in cui riflette sul doppio anniversario di Darwin che cade nel 2009. Forse sarebbe meglio non dimenticare che


è anche il 200’ anniversario della pubblicazione del libro con cui Lamarck fornì la prima ipotesi per spiegare i meccanismi dell’evoluzione – la coincidenza con la nascita di Darwin dovrebbe zittire chi continua ad attribuirgli addirittura la scoperta dell’evoluzione, che un altro Darwin, suo nonno Erasmus già sospettava nel 1794. Si confronta il diverso riverbero creato nel mondo dai 3 precedenti anniversari; le novità di oggi sono probabilmente dovute anche a fattori legati alla diversa velocità di diffusione dell’informazione nel mondo. Mai nei precedenti anniversari si riusciva a confrontare e coordinare in tempo reale iniziative e riflessioni che sorgevano nei diversi paesi. Non sembra che la frase “alcuni esponenti vaticani faticano ancora oggi ad accettare l’evoluzione” sia del tutto concorde con la precedente “Il cattolicesimo moderno ha assorbito il colpo e il racconto della Genesi è accettato nel suo significato metaforico e non in quello letterale”, anche perché è evidente dal contesto che ci si riferisce solo all’evoluzione come fatto e non alla teoria dell’evoluzione, non evidenziando un equivoco su cui alcuni continuano, magari inconsciamente, a giocare, evitando di risolvere il contrasto esistente. Sempre sul Riformista un altro articolo (“Dodici mesi di convegni”) fornisce alcune indicazioni utili per programmare gli impegni e i viaggi nel 2009. Se qualcuno si chiedesse perché mons.Ravasi abbia dovuto cercare oltreoceano dei biologi cattolici evoluzionisti, qui sotto si può trovare qualche indicazione utile. 2/1/09-USA

Secondo una ricerca citata oggi in un articolo di Pikaia (“L’evoluzione è tutto”), sembra quasi che l’insegnamento della biologia potrebbe forse essere appaltato agli antievoluzionisti…! L’articolo citato (“Does the Segregation of Evolution in Biology Textbooks and Introductory Courses Reinforce Students’ Faulty Mental Models of Biology and Evolution?”) risponde infatti in modo imprevisto alla domanda “Cosa succede se l’evoluzione non è il cardine dell’insegnamento della biologia, bensì una mera nota a margine, avulsa dal resto?”. Sembra infatti che i più diffusi libri di biologia USA tendano a concentrare l’impostazione “evolutiva” nel capitolo sull’evoluzione, dimenticando di sfruttare l’indicazione di Dobzhansky, utile anche nella didattica oltre che nella ricerca ("Nulla ha senso in biologia se non alla luce dell'evoluzione"). Sarebbe interessante verificare quali sarebbero i risultati se si utilizzasse un libro di biologia antievoluzionista che comincia a circolare anche in Italia. [stupisce parecchio il fatto che sia … sponsorizzato da chiese evangeliche poco note in Italia per cui almeno negli USA non potrebbe certamente entrare in nessuna scuola statale].

2/1/09-UK

Oggi troviamo articoli che cercano di mettere in evidenza alcune delle 150 risposte alla “domanda dell’anno 2009” proposta nel sito dell’Edge (World Question Center). Il Guardian oggi fa notare (“Richard Dawkins: How would you feel about a half-human half-chimp hybrid?”) come la risposta di R.Darwinks (“BREAKING THE SPECIES BARRIER”) tocchi temi delicati connessi con la nostra identità come specie ma soprattutto come specie autonoma (“Dawkins speculates about how a human-chimp hybrid or the discovery of a living Homo erectus would change the way we see the world”). Dawkins “ricama” sui dubbi che abbiamo oggi sui confini della nostra specie, nonostante i paleoantropologi ricordino continuamente come la nostra sia comunque solo una (l’ultima sopravvissuta) delle circa 15 specie che si sono succedute a partire dall’antenato, vissuto circa 6/8 milioni di anni fa, che abbiamo in comune con l’attuale scimpanzé.

1/1/09-USA

La fine dell’anno è sempre un momento di bilanci. Su un blog USA (Stranger fruit) si analizza (“The Year in ID – 2008 Edition”) l’attività svolta dal Discovery Institute, la ditta di Seattle che mantiene in vita l’Intelligent Design USA. Si osserva con sconcerto che dal 2006 fino a metà del 2008, e per loro ammissione, non è stato pubblicato nessun articolo riguardante l’Intelligent Design su una rivista scientifica seria. Sul blog viene fatto anche un confronto con l’attività del 2007 e del 2006. Soprattutto sconcerta lo scarso rispetto delle promesse fatte: negli anni scorsi si erano promessi contributi culturali e chiarimenti che vengono continuamente rinviati, dimostrando una difficoltà a rispettare tempi dei propri progetti, che chiaramente risultano più vaghi che intelligenti. Un esempio? Fra poco saranno ormai 5 anni che si attendono chiarimenti (promessi inizialmente in due giorni) sull’idea dell’ "ontogenetic depth", proposta da un biologo del DI nel 2004. Strano che sembra abbiano maggiori difficoltà ad interpretare i meccanismi biologici proprio coloro che partono da presupposti ideologici e che sono certi che sia tutto progettato da un essere intelligente … chi se lo sarebbe mai


aspettato …? Non meno disastrosa la valutazione comparativa del film di Ben Stein “Expelled”, che avrebbe dovuto diventare l’arma letale che gli amici dell’Intelligent Design avevano puntato contro la teoria dell’evoluzione. Il sito dell’NCSE (“Good news and bad news for Expelled”) informa che quel film è infatti inserito nella lista dei peggiori film del 2008, e lo dimostra raccogliendo tutti i commenti critici che ha ricevuto. Uno dei commenti più articolati non lascia vie di scampo agli autori del film:"There are terrible movies, and then there are terrible movies that cause harm to society by feeding into its ignorance. Nathan Frankowski's odious anti-evolution documentary belongs in the latter category. ... Few moments in cinema in 2008 were as shameless and disgusting as the Expelled sequence where Stein solemnly visits a Nazi death camp and unsubtly links 'survival of the fittest' theory to the Holocaust.". Sarebbe necessario che ogni sostenitore dell’Intelligent Design cercasse di capire il motivo della correttezza di questo ed altri giudizi così liquidatori. Oltre ai bilanci sull’attività del DI, all’inizio dell’anno vengono anche pubblicate, nel sito dell’Edge (World Question Center) le risposte di 150 autorevoli esseri umani, spesso scienziati e filosofi, alla domanda dell’anno. Quest’anno la domanda è “WHAT WILL CHANGE EVERYTHING? - What game-changing scientific ideas and developments do you expect to live to see?". Molte, interessanti e spesso originali le risposte, alcune delle quali coinvolgono problemi connessi con l’evoluzione e con i problemi biologici, psicologici, filosofici (e purtroppo anche teologici) connessi con una prospettiva che per centinaia di milioni di esseri umani ha e avrà difficoltà ad essere capita ancora per decenni. Troviamo per esempio fra gli autori delle riflessioni Richard Dawkins, Freeman Dyson, Daniel Dennett, Paul Davies (e questo solo per quanto riguarda la lettera D…).

1/1/09-UK

Proprio oggi Nature nel suo primo numero di gennaio offre la possibilità di una prima (e lunga) immersione in fatti che possono contribuire ad una visione più razionale dell’evoluzione biologica. Un articolo accessibile a tutti, “15 evolutionary gems”, elenca ben 15 fatti [perchè accontentarsi solo di uno o due…?] che dimostrano come l’evoluzione biologica per selezione naturale sia un fatto. L’articolo (purtroppo…) è anche un pressante appello a tutti i biologi: quasi nessuno di loro contesta l’evoluzione biologica come fatto, né i suoi meccanismi, per cui dovrebbero collaborare a diffondere le conoscenze di cui dispongono, aiutando altri ad aprire gli occhi sulle meraviglie del mondo per capire meglio una realtà che soprattutto loro ben conoscono e capiscono, ma soprattutto sanno fa capire come oggi vi siano convincenti spiegazioni naturalistiche. Oggi sono troppo pochi quelli che, come loro, hanno capito che sono oggi da considerare fatti non solo l’evoluzione biologica, ma anche la selezione naturale e gli altri meccanismi che la spiegano. Fatti non molto diversi da quelli che oggi sono ormai riconosciuti e accettati da tutti: pochi oggi si sognerebbero di mettere in discussione che la terra ruoti attorno al sole e non viceversa, nonostante le evidenze assolutamente contrarie. Non dovrebbe quindi essere difficile raggiungere gli stessi risultati, anche se si richiede un maggior contributo da parte di chi già ben conosce i fatti. L’articolo mette a disposizione informazioni utili per diffondere e consolidare le conoscenze necessarie per capire l’evoluzione biologica; l’articolo aiuta anche a capire come gli argomenti utilizzati dai diversi tipi di creazionisti tendano ormai a concentrarsi su problemi limitati, sempre che non si rifugino nel porto sicuro dei problemi assolutamente non affrontabili né risolvibili con gli strumenti della scienza.

HAPPY DARWIN YEAR


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