In relazione all’analisi del contesto, per tanto dovranno essere esaminati le specifiche e certamente le regole in uso, le abitudini, le certezze e i processi che hanno portato a queste situazioni, il nostro ruolo, le intenzioni trasformative e infine le nostre possibilità. La contestualizzazione non deve comprendere un ritiro dal “noi contro loro”, ma una relazione costruttiva tra queste entità che ci connettono e le specifiche storiche, politiche, culturali, sociali e geologiche (creando l’eccezione). Questo approccio ci permetterà di reinventare questo sereno “tu” che la modernità ha fatto dimenticare. L’approccio contestuale è così costruito sulla relazione tra un complesso che si rifà a questo “human-species we” e questo condiviso fragile pianeta.
La trasformazione è concepita esaminando la relazione tra un passato, un presente e le specifiche contestuali di un possibile futuro. ... tenendo conto di una standardizzazione generale, il design, se non si vuole sostituirlo, non può continuare a cercare ispirazioni seguendo un percorso decontestualizzato, nel quale in assoluto conta solo il modello visivo. Questo non va in contraddizione con la costruzione di questo desiderio “we, the human species”. Personalmente, nei miei progetti, per me è importante non solo inscrivere correttemente un elemento esteriore, rispettandolo comunque tutto il tempo, ma far emergere il soggetto di una particolare espressione visiva contemporanea da una specifica cosa esistente. Due qualità apparentemente contrastanti sembrano essere necessarie: prima, il superamento della funzione primaria dell’iscrizione; dopo, la precisione della relazione tra ciò che si dice, il modo in cui lo si formula e la qualità grafica dell’iscrizione, così come la connesione di ciò che è iscritto nel contesto spaziale e simbolico nel quale è inserito. La caratterizzazione del “branding” è a farla, non la creazione di basilari distinzioni e di riconoscimenti, ma piuttosto la costruzione di identità, la loro valorizzazione e tutto ciò che tutela e in qualche modo protegge queste stesse identità. Oggi, se dimenticassimo il concetto del valore economico dell’immagine il quale turba la nostra prospettiva, noi saremmo in grado di affermare che l’identificazione è situata alla base di tutta l’interazione e la comunicazione. Ritornando a quei produttori di segni dell’ identificazione quali noi siamo; codesto approccio ci permette più facilmente di identificare gli elementi presenti, per rendere... ... in breve, a singolarizzare, per rendere le cose più distinguibili, per dinstiguere, per rendere le cose più leggibili. Pensare, ideare, voler costruire o creare un’identità, per cambiarne una, per migliorarla, e più ampiamente, per considerare l’identificazione e, ancora più ampiamente, la comunicazione come soggetto indipendente dal fare, essere e pensare.
Parking Garage at the terminal spa Merano, Italy 2003-2004
Cologne-Bonn Airport, Germany, 2002-2005
Bionergie Balance, Leipzig, Germany, 2009
Uvek, Administrative center, Ittingen, Switzerland, 2004-2006
Palais des Nations, United Nations Office Geneva, Switzerland, 2008
CitĂŠ internationale universitaire, Paris, France, 2000-2004
Parc de la Villette, Paris, France, 2004-2005
Busabri, Paris, France, 2009
Quartier des spectacles Montreal, Canada, 2005-2009