VITTORIO NECCHI (1898 - 1975) - "The Man" Agostino Faravelli
Già dal 1835 i Necchi figurano nelle cronache pavesi legati ad una azienda commerciale e artigiana di ferramenta. Questa azienda era del bisnonno Ambrogio (1802 – 1874), passata poi nel 1874 al nonno Giuseppe (1832 – 1900) e poi ad Ambrogio (1860 – 1916, Cav. del Lavoro dal 1 dicembre 1912). Agli inizi del secolo la fabbrica era situata in corso Cairoli 3 ed occupava 150 operai. Eseguiva costruzioni meccaniche, macchine agricole e aveva una fonderia di ghisa.
As early as 1835, Necchi Pavia appear in the news related to a trading and craft of hardware. This company was the great-grandfather Ambrose (1802 - 1874), he moved in 1874 to his grandfather Giuseppe (1832-1900) and then to Ambrose (1860 - 1916, Cav. Labour since December 1, 1912). At the beginning of the century the factory was located in corso Cairoli 3 and employs 150 workers. Performed mechanical engineering, agricultural machinery and had an iron foundry. Nel 1904 l’attività della fabbrica si trasferisce nel nuovo stabilimento costruito dietro la stazione ferroviaria (luogo dove resterà anche quando diventerà NECA).
In 1904 the activities of the factory moved to a new facility built behind the train station (the place where it will remain even when it becomes NECA). Qui cominciò la produzione di radiatori per termosifoni che durerà quanto la vita dell’azienda.
Si produssero anche vasche da bagno in ghisa e fu allestita di conseguenza una smalteria a caldo in una nuova area adiacente a Via Trieste.
Here began the production of radiators radiator that will last the life of the company. He also produced and cast iron bathtubs was prepared accordingly enamelling a hot new area adjacent to Via Trieste. L’industriale La grinta dell’industriale di razza l’aveva già dimostrata lanciando la sua fabbrica di macchine per cucire (I.R.I., Industrie Riunite Italiane) contro l’idea della famiglia di gestire e sviluppare la fonderia del padre, che già dava ottimi risultati, anziché imbarcarsi in un’avventura assai rischiosa, considerando il mercato nel quale sarebbe andato ad inserirsi. Sostenuto anche dalla moglie, nel 1925 arriva ad un compromesso con la famiglia: alle sorelle, con Angelo Campiglio, marito di Gigina, vanno le fonderie di ghisa e le smalterie, Vittorio si tiene la sua fabbrica, la Necchi Vittorio Macchine per cucire. Libero da ogni necessità di discutere e di mediare con altri ogni sua decisione, può così scatenare tutta la sua voglia di fare. Riuscirà a smentire i suoi famigliari, non solo conquistando il mercato italiano ma sviluppando un’azienda di valore mondiale. Il 27 ottobre 1935 ebbe, per nomina reale, il titolo di Cavaliere del Lavoro per i meriti acquisiti nel campo dell’industria meccanica. Quando i suoi uomini migliori cominciarono a capire che la macchina per cucire non avrebbe potuto avere un futuro e prospettarono la necessità di avviare produzioni alternative, Vittorio Necchi, già stanco e non più in salute si trovò in disaccordo con loro. E’ di quei tempi la sua frase: “ La Necchi è nata con le macchine per cucire e con le macchine per cucire morirà!” Acconsentirà, tuttavia, agli accordi con gli americani della Kelvinator per produrre i compressori ermetici per frigoriferi.
The industrial The determination of the industrialist's race had already been demonstrated by running his factory sewing machine (IRI, Industrie Riunite Italian) against the idea of the family to manage and develop the foundry of his father, who already gave good results, rather than embark in very risky adventure, considering the market where he would go to join. Also supported by his wife in 1925 to reach a compromise with his family: sisters, with Angelo di Campiglio, the husband of Gigina, are the iron foundries and enamelling, Vittorio takes his factory, Vittorio Necchi sewing machines. Free from any need to discuss and negotiate with each other its decision, may well unleash his desire to do. Will he deny his family, not only winning the Italian market but developing a company of global significance. On October 27, 1935 was for real appointment, the title of Cavaliere del Lavoro for achievements in the field of mechanical engineering. When his men began to realize that the best sewing machine could not have a future and realized the need to initiate alternative productions, Vittorio Necchi, already tired and healthier than he found himself in disagreement with them. E 'of the time his sentence: "The Necchi was born with sewing machines and sewing machines will die!" Will agree, however, the agreements with Kelvinator of Americans to produce hermetic compressors for refrigerators.
Le Benemerenze
Vari sono stati i riconoscimenti ufficiali dei quali è stato insignito Vittorio Necchi: citiamo i più importanti: si è già accennato, parlando dell’industriale, al titolo di Cavaliere del lavoro il 27 ottobre1935 per i meriti nello sviluppo dell’industria meccanica: nell’aprile del 1940 fu insignito, per nomina reale, del titolo di Grand’Ufficiale della Corona d’Italia . Ma certamente il riconoscimento che più apprezzò, perché veniva da un’istituzione della sua città, è stato il conferimento da parte dell’Università di Pavia e del Rettore Magnifico Plinio Fraccaro della Laurea in Fisica honoris causa nel 1955. La città di Pavia, nel 1962 lo proclamò “Cittadino benemerito, fondatore della grande azienda che porta il suo nome, nota e apprezzata in tutto il mondo, per aver contribuito in modo determinante allo sviluppo economico e al progresso della Città” Nel 1963 Vittorio Necchi ha ricevuto dall’Università di Pavia una Medaglia di benemerenza “Per la sua liberalità che ha consentito la creazione di un Corso di Ingegneria elettrotecnica. Vittorio era Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana ed è stato insignito della Medaglia d’Oro dei benemeriti della Scuola della Cultura e dell’Arte dal Ministero della Pubblica Istruzione
The merits Various were the official recognition of which he was awarded Vittorio Necchi They include the most important: we have already mentioned, speaking of the industrialist, the title of Knight of the work on 27 ottobre1935 the merits in the development of mechanics: in 'April 1940 he was awarded the nomination for the real title of Grand Officer of the Crown of Italy. But of course the recognition that the most appreciated, because it was an institution in his city, was the contribution by the University of Pavia and the Rector Plinio Fraccaro honorary degree in Physics in 1955. The city of Pavia in 1962 proclaimed him "worthy citizen, founder of the great company that bears his name known and appreciated throughout the world, for having contributed significantly to economic development and progress of the City" In 1963 Vittorio Necchi University of Pavia received a medal of merit "for his generosity that has enabled the creation of a Bachelor of Electrical Engineering. Vittorio was Knight Grand Cross of Merit of the Italian Republic and was awarded the Gold Medal for meritorious in the School of Art and Culture by the Ministry of Education
La malattia e la morte. Già nel corso del 1972 cominciarono a manifestarsi dei sintomi agli arti inferiori, rendendogli difficoltosa la deambulazione. La sua presenza in azienda andò pian piano diradandosi. Non così invece per le abituali battute di caccia: si era fatto allestire un sedile girevole nella parte posteriore della Campagnola Fiat, il fuori strada di allora, e con quel mezzo continuò ancora per qualche tempo a frequentare la riserva. La malattia progrediva: si trattò all’inizio di artrosi, aggravata dal sovrappeso, poi si aggiunsero complicanze flebitiche e infine il diabete. Il quadro clinico era aggravato dalla difficoltà respiratoria per essere stato Vittorio un accanito fumatore. Fu ricoverato in varie riprese nella clinica San Raffaele di Milano, dove l’ultima degenza si protrasse per quasi un anno I medici, per un ultimo tentativo di prolungargli la vita avevano programmato l’amputazione di una gamba, ma alla vigilia dell’intervento il 17 novembre 1975 Vittorio Necchi morì. Avrebbe compiuto 77 anni quattro giorni dopo. Si potrebbero chiudere così queste note non certo esaustive sull’uomo: Vittorio Necchi era uno di noi, era un pavese autentico che, disponendo di mezzi
economici notevoli ha fatto molto per la sua Pavia, la sua città che lo ha dimenticato, la sua città che, pur nel suo espandersi non ha trovato il modo di onorarlo con una via nella toponomastica pavese. A suo ricordo rimangono i resti di un grande stabilimento abbandonato e destinato a diventare certamente un immenso centro residenziale, il villaggio Necchi ancora abitato da una ottantina di famiglie, una clinica dell’ospedale San Matteo dedicata a Lui e una scuola che ha tanto voluta e che è stata fucina di tecnici e di specialisti.
The illness and death. Already in 1972, began to manifest symptoms in the legs, making walking difficult. Its presence in the company went slowly passing away. Not so for the usual hunting: it was made to set up a rotating seat in the back of the Fiat Campagnola, the off-road then, and with the half went on for some time to go to the reserve. The disease progressed: it was the beginning of arthritis, aggravated by excess weight, then added complications of phlebitis, and finally diabetes. The clinical picture was compounded by difficulty in breathing for Victor was a chain smoker. He was hospitalized on several occasions in the San Raffaele clinic in Milan, where the last hospital stay lasted for almost a year Physicians, for one last attempt to prolong his life had planned amputation of a leg, but on the eve of November 17, 1975 Vittorio Necchi died. He would have been 77 years after four days. You might as well close this note is certainly not complete man: Vittorio Necchi was one of us was solid authentic, having considerable financial resources did much for its Pavia, his city that has forgotten his hometown that, even in its expansion has not found a way to honor him with a street bunting in place names. In his memory are the remains of a large disused building and surely destined to become a huge residential area, the village still inhabited by Necchi about eighty families, a San Mateo hospital clinic and a school dedicated to Him who so desired and which was the forge of technicians and specialists.