Deep House Magazine #4

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Speciale BPM In Studio con Berkson and What Interviste a: Gunnar Stiller , Tommy Vercetti

Larry due chiacchiere con

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Cadge

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Numero 4 Dicembre 2016

indice

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In copertina il dj, producer Larry Cadge

recensioni

10 16 intervista a Larry Cadge in studio con Berkson and 28 What 34 intervista a Gunnar Stiller 36 speciale BPM Festival 48 intervista a Tommy Vercetti 52 wishlist 54 This is Next Synth Therapy: La vetta più alta del monte suono

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Redazione: deephouse.it Via Filippo Juvara 12 20129 Milano (ITALY) info@deephouse.it Hanno collaborato: Francesco Ciro Rossi Simona Salerno Raffaele D’Ascanio Matteo Mazzieri Lorenzo Delfino Francesca Proni Liam McGlynn Cristina Salvi Alin Pacemaker Impaginazione e grafica:

artworkstudio4@gmail.com Milano Questo magazine non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene pubblicato senza alcuna periodicità. Non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della Legge n. 62 del 7 Marzo 2001. Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari; marchi di terzi, nomi di prodotti, nomi commerciali, nomi corporativi e società citati ossono essere marchi di proprietà dei rispettivi titolari o marchi registrati d’altre società e sono stati utilizzati a puro scopo esplicativo ed a beneficio del possessore, senza alcun fine di violazione dei diritti di Copyright vigente Seguici su: Facebook Instagram Soundcloud Spotify

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recensioni Nick Curly Helter Skelter

Jay Lumen Lost Tales

Un lavoro, questo di Nick Curly per Truesoul, che si presenta come una tipica rappresentazione di buona techno. Due tracce concentrate sulle basse frequenze, con drum e basso che la fanno da padrone. Un Ep corposo, energico, dal ritmo intenso e dal carattere forte. Un Ep che può dare tanto in un grande evento come in un club affollato a centro serata.

Jay Lumen tira fuori i muscoli in questa olbum in uscita per la sua label Footwork, presentando un lavoro intenso, deciso, e veloce. Undici tracce di pura techno in original mix, in cui l’artista si esprime in favore dei dancefloor più esigenti e più bisognosi di potenza. Un concentrato di ritmo per dar forza alla pista nelle ore centrali della notte! Da ascoltare!

Guti Swing Ep

Pezzner Harada

Mik Kartl Tunnels

Desolat

Trapez Ltd

Adriatique Patterns Of Eternity

Con Guti è impossibile non sentire il bisogno di muoversi e di ballare. In questo lavoro in uscita per Desolat, composto da cinque tracce, abbiamo un concentrato di drum ricche e ritmate, bassline grooveggianti, e parti melodiche leggere ma ricche di colore. L’australiano Morgan mette mano a due tracce in collaborazione con Guti, arricchendo il bagaglio musicale di questa uscita.

Pezzner prende la sua vena Deep, quella Tech, e ci regala un Ep di due tracce che vedono la loro forza nel mix delle caratteristiche dei due generi con la capacità del producer di disegnare una linea melodica ricca ed armonica. Due tracce a diversa velocità ma non troppo dissimili, che hanno come comune denomintatore la caratteristica di avere un buon ritmo senza diventare mai eccessivamente energiche.

Adriatique si mettono a lavoro con i loro Synth e ci regalano un’uscita davvero notevole. La linea sonora dell’ep si forma da una continua contrapposizione tra synth pizzicati e pattern lunghe, combinate ad una cassa veloce e secca ed a una bassline corposa. Un prodotto con un lato vivace ed un più dark che può rappresentare una buona risorsa per le vostre playlist.

Anche se è solo alle quinta release, la label russa Hidden Vibes, si sta facendo notare per le ottime release. Questa volta è il turno di un talentuoso Mik Kartl, wincitore del contest #fromrussiawithsound che ci consegna un atmosferica “Tunnel” Alla original mix si aggiunge un remix di tutto rispetto ad opera del tedesco Helmut Dubnitzky.

Truesoul

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Footwork

GNTN Revolve Familia

Direttamente dal dancefloor londinese dell’ Egg, l’etichetta “Familia Music” ci presenta GNTN. Marcel e Jan, sono cresciuti vicino Düsseldorf, entrambi con la passione per la produzione musicale e per la musica elettronica in particolare la Techno melodica. Con “Revolve” fanno centro, e mettono a punto una traccia mentale ed ipnotica. Alberto Ruiz (Bedrock, Terminal M) arricchisce la release con suo caratteristico remix di pura techno. Una release da non farsi sfuggire.

Siamese

Hidden Vibes

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Ricardo Villalobos, Umho Melo De Melo Drumma Records

Entrambi cileni, Villalobos e Luis Ordenes (Umho) hanno un’amicizia ventennale e per celebrare i cinque anni di Drumma Records ci fanno questo regalo. Le tracce sono state prodotte lo scorso inverno a Berlino durante il loro tour insieme e questa è la prima volta che loro insieme pubblicano su vinile. In entrambe le tracce emerge il legame che Ricardo e Umho hanno per musica latinoamericana, si tratta ritmiche sincopate senza pari e melodie evocative che guardavano i tratti fondamentali della loro cultura.

Alex Niggermann Balance Balance Music

Alex Niggermann presenta sotto la prestigiosissima insegna di Balance la sua raccolta di tracce. Venti brani selezionati dall’artista in cui si passa dall’electronica più ambientale e distesa arrivando ad una techno di buona intensità. Una selezione fortemente personale che segue un filo musicale fatto di panorami ampi e lunghi riverberi.

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Intr0beatz March Down

Dj Dav1d Pluton

Un lavoro che rende onore ai canoni della musica deep house, con una cassa ben ritmata ma sobria, una bassline grooveggiante e non invasiva, ed una parte melodica in cui il piano elettrico si sposa con i cut vocali. Con 4 tracce, di cui due original mix ed i remix di Nicholas Meyer e Kian T, ci troviamo davanti ad un ep ben fatto, con le carte in regola per non sfigurare in un dancefloor affollato.

Ventitreesima release per First Planet, questa firmata da Dj Dav1d. Un singolo che strizza l’occhio agli amanti delle basse frequenze e della techno melodica. Un continuo rincorresi di groove e melodie in un alternarsi di groove e break. Una release musicalmente molto densa e corposa, a cui dare un ascolto per valutarne l’inserimento in playlist.

Kaleido

First Planet

Mendo, Yvan Genkings Side To Side Ep Clarisse

Una bella accoppiata, quella composta da Mendo e Yvan Genkings, che mette a segno un’uscita davvero di gran livello. Due tracce tech house sicuramente efficaci, caratterizzate da un ottimo groove, un curato uso dei vocali e delle percussioni. Due tracce semplici, energiche, create apposta per rubare il cuore del pubblico da club.

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AFFKT

Son Of a Thousand Sounds’ LP Sincopat

Finalmente è uscito il secondo album di Affkt. Negli ultimi 9 anni, Affkt, vero nome, Marc Martinez Nadal, ha accumulato un curriculum di tutto rispetto, pubblicando lavori su etichette come Suara, NM2, Exploited, Kitball, Kling Klong oltre, alla sua Sincopat. In queste 12 tracks il talentuoso produttore spagnolo fonde differenti generi tra loro. Infatti predilige una composizione non solo rivolta verso i clubber ma anche agli appassionati , di musica elettronica, pop, indie. Da non perdere.

Ash Roy, Calm Chor New Toys

Andhim Tosch Ep

Metodi Hristov Anomaly

Various Artists Anniversary Album

Ash Roy e Calm Chor inaugurano i loro nuoi giocattoli. Come da loro comunicazione, il loro nuovo Ep nasce proprio sperimentando col la loro nuova strumentazione in studio, appunto “New Toys” Accompagnano la release due validi remix uno ad opera di Ambivalent e un altro dal duo DJ Lion & Tommy Wahl Un ep interessante, sopra tutto per gli appassionati del genere.

Superfriends è la nuova etichetta del duo tedesco Andhim che gia dalla prima release non scherzano affatto. Quattro traccie in cui Deep House e Tech House si alternano dando vita ad un Ep ricco di qualità. La cassa è sempre ben bilanciata ed articolata, il groove di sottofondo mantiene una buona ritmatura anche nei momenti di tregua, e le parti melodiche ed i vocali sono ben calibrati in tutto il panorama sonoro. Un nome da tenere sott’occhio per il futuro.

Anomaly è la nuova uscita dell’arcinota Noir Music a firma di Metodi Hristov, Il talento bulgaro ci presenta un Ep di due tracce di una tech house veloce, tonica, in cui una cassa potente e ritmata fa il paio con una bassline grooveggiante e votata alle basse frequenze e ed una parte melodica semplice ma dallo spirito vivace. Le due produzioni, dalla linea musicale simile e coerente, sono due ottimi esempi di tracce da avere all’interno delle proprie playlist per tutte le situazioni.

Se la musica è il cibo dell’amore, allora Flemcy ha la ricetta. Questo lo slogan della label inglese che festeggia il suo primo compleanno con una ricca compilation. JP Lantieri, Mystik Vybe, JunoJuno, Ornery, Andrew Consoli, Jay Maguire, Peter Pavlov, SmoKINGhouse, Paul Alexander (AUS), Adonis Rivera, Esotera, Gautam Khaw sono gli artisti selezionati in aggiunta un mix di un ora by Andrew Consoli.

Soupherb

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Superfriends Records

Noir Music

Flemcy Music

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Synth Therapy by Raffaele D’Ascanio

Nel precedente numero vi accennai del Torino Synth Meeting: un evento a cadenza annuale dove produttori, artisti e appassionati di musica elettronica hanno modo di conoscersi, confrontarsi, esibirsi, presentare le proprie novità e testare strumenti per i propri studi e progetti musicali.

Proprio in quest’ultima edizione 2016 dove conobbi anche Marco e la sua etichetta Analogic Density a cui ho dedicato il mio “Synth Therapy” di Ottobre, venni a scoprire che a poche decine di chilometri da casa mia, più precisamente a Sanfrè, viene prodotto uno dei filtri più fighi che io abbia mai visto e sentito. Loro sono Stefano e Mirella, una giovane coppia super appassionata di circuiti elettronici, musica, design, impianti industriali e fabbriche abbandonate del 20° secolo. Nel nostro mondo, quello più nerd di questo “ambiente musicale”, sono conosciuti come “Euterpe Synthesizers Laboratories” (euterpesynth.com). Loro sono come il piccolo genio che ognuno di noi ha avuto come compagno di classe alle elementari. Con appena 2 anni di vita han fin da subito dimostrato un certo feeling ed una certa attitudine al mondo dell’elettronica analogica facendosi notari fin da subito da esperti del settore come Enrico Cosimi, esperto di synth e modulari ed autore dell’ormai famoso “Manuale di musica elettronica”, il quale li ha recensiti per Audio Central Magazine. D’accordo sulla vitalità e sulla biologica plasticità dei suoni che queste macchine producono, Mirella e Stefano hanno deciso di provare sulla loro pelle la più antica forma d’arte, l’artigianato. Così i loro prodotti assomigliano molto a cosa loro stessi vorrebbero trovare nei negozi: roba grossa e pesante che se si rompe la puoi aggiustare. Qualcosa di vivo, dotato d’anima, con “qualcosa” che si muove tra le piste d’argento chimico. Forte anch’io di questa visione e spinto dalla mia curiosità decido di andare a trovarli nel loro laboratorio. Dietro a prodotti simili a Vertice, di cui vi parlerò tra poco, è facile immaginare cosa si può presentare d’avanti ai propri occhi curiosando nelle stanze “segrete” dove questi vengono progettati e realizzati, ma vi assicuro che ciò che ho visto va ben oltre. 10

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Ecco perché Vertice è qualcosa di unico. Una fredda sera di novembre, dopo essermi sentito con Stefano, esco dal mio ufficio dove già vengo sommerso da prodotti elettronici, circuiti e manuali tecnici e mi avvio in direzione Sanfrè destinazione Euterpe Synthesizers Laboratories. Quel “super filtro” che vidi al Torino Synth Meeting doveva essere raccontato al più presto! Dopo esserci presentati, Stefano e Mirella mi accolgono nel miglior dei modi offrendomi una bella birra artigianale e invitandomi a salire in laboratorio. Arrivato al fondo delle scale la mia espressione è stata… Wow! Quello non era un semplice laboratorio ma lo studio di un artista. Si, perché Stefano oltre ad essere un insegnante ed ingegnere del suono è anche un produttore palesemente attratto dal vintage, dall’analogico, dai sistemi modulari e dalle groovebox. MiniMoog Vojager Voyager XL, Moog SlimPhatty, Moog Etherwave Theremin, DSI MonoEvolver, DSI PolyEvolver Rack, Korg MS-20 Mini, Korg MX-1, Korg EM-1, Binson Echorec EC-10, Kinetik Laboratories Gort e Protean, Little Bits Synthesizers System (sistema modulare didattico), MFOS MiniSynth clone by FT Elettronica, Grendel Dronecommander, Yamaha S70XS, Yamaha RM1X, Waldorf Blofeld, Roland MC909, Roland MC-808, Sistema Modulare Synthesizers.com, Sistema Modulare Oackley, Sistema Modulare E.S.L, Korg MS-10, Korg Poly 800, Formanta Polivoks, Davolisint, SIEL Orchestra I, MRL Lord of the Ring, MRL Polivok VCF, Scribble Audio GSSL clone + custom buffered summing patchbay, Sherman Filterbank, Rogi-b CV-Analog Summing Amplifier, Focusrite ISA-220 … Potrei andare avanti per ore. Quello che vi ho appena elencato è parte dell’armamentario di Stefano escludendo però ciò che ha progettato e costruito insieme a Mirella: il Vertice Analog Filterbank. Quello che vi presenterò ora è la seconda versione il quale deve ancora entrare in produzione. Ho avuto infatti la fortuna di vedere e sentire il prototipo di Vertice Analog Filterbank Seconda Serie. Avete presente il famoso Sherman? Bene, il vertice è secondo me qualcosa di ancora più potente: •3 filtri Sallen-Key ricavati dallo schema di Steiner del 1974 con Cutoff, Resonance, Audio Level, CV level, LP, BP, HP •2 differenti percorsi di Resonance per ciascun filtro. La prima è la classica retroazione passiva dello Steiner del ’74: [...] www.deephouse.it

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[...] molto dinamica, passa da attenuazioni dolci (circa 10dB/oct) a tagli molto più netti (14-18dB/oct) introducendo forti instabilità a ridosso del cutoff. La seconda è una retroazione attiva di loro progettazione in cui la dinamica del percorso è fortemente ridotta grazie ad un distorsore. I timbri, inizialmente classici, tendono a mostrare una forte caratteristica di saturazione all’aumentare del livello di resonance. • Interessanti possibilità timbriche dalla mescola delle due differenti modalità a ridosso del percorso del segnale • 3 preamplificatori indipendenti, molto silenziosi e dal guadagno massimo di 16/17dB (1970 Cambridge Audio) • 3 ingressi di CV separati • Master Cutoff con CV input dedicato • VCA ricavato da circuiti utilizzati in famose unità di compressione (GSSL, Dbx 160A) con funzione Staccato (classica performance tastieristica) e Continuo (drone) •1 distorsione a transistor molto potente inseribile prima del primo filtro •AM input •A e B filter con uscite separate e dedicate (posteriori) •2 main out: SERIAL e PARALLEL •2 main out posteriori •possibilità di true mono, false stereo e true stereo mode •ottimizzato per V/Oct standard Moog •Amphenol 1/4” TRS jacks •headphone out •EG di loro progettazione con funzionamento non del tutto classico. Possibilità di Loop ed inversione di fase. Triggerabile da standard CV e push-button. Uscita separata posteriore •fusibile di ricambio per eventuali sbalzi di tensione in situazioni difficili (live sessions) •alimentatore interno universale (da 90 a 240VAC) Vertice è studiato per non legare le mani dell’utilizzatore, lasciandogli la possibilità di interagire a 360° con lo strumento, questo perché, come sappiamo, nella musica la cosa più importante è la possibilità di poter sperimentare. Una visita di tre ore intense che hanno alimentato ancora di più la mia curiosità verso questo mondo ancora non del tutto da me conosciuto. Un incontro che ci siamo promessi di ripetere anche per una simpatia direi reciproca e che mi ha aiutato a far si di scegliere i ragazzi di Euterpe come miei futuri insegnanti di sintesi. Dimenticavo, cercateli su Facebook perché le novità non sono finite qui: Stefano e Mirella stanno già lavorando alla loro prossima “arma” teutonica di origine Cuneese.

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di Liam McGlynn, foto Alin Pacemaker

Larry Cadge Che siamo fan di Smiley Fingers non è un mistero, visto che ci capita spesso di recensirla, ma oggi siamo a Shoreditch, quartiere vibrante Londinese a bere un caffe con il boss della label, Larry Cadge. Ciao Larry, è un vero piacere incontrarti, iniziamo proprio da Smiley Fingers, sta vivendo un ottimo periodo, è continuamente supportata da big dj come Claptone, Maceo Plex, Pan Pot, Carl Cox, Solomun, Marco Carola, Joris Voorn giusto per citare qualcuno, quali sono gli ultimi artisti che hai pubblicato e quali pubblicherai? Negli ultimi mesi abbiamo pubblicato KlangKuenstler, Marko Nastic, Ray Okpara, Rick Sanders, Lars Moston, Saeed Younan, Pablo Say, Elio Riso, Gunnar Stiller con remix di DJ Le Roi e Alexander Aurel, David Herrero, Rashid Ajami, Haze-M strasuonato da Maceo Plex, poi avremo Di Chiara Brothers con Rich Wakley e come ultima dell’anno Danny Serrano. A che numero di catalogo siete arrivati? Con “Moon Radio”, il mio ultimo singolo, siamo alla release numero SFN177

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Caspita… ma raccontaci cosa che ti ha spinto a fondare un etichetta, come è nato il logo e tutto il resto? Avevo già avuto una label di solo vinile dal 1999 al 2004, poi nel 2009 ero in un periodo particolare della mia vita, ero in una fase di cambiamento, selezionare musica per una nuova label avrebbe potuto intrigarmi, ma ero un po’ perplesso, attendevo un segno, un qualcosa… Un giorno giocando con mio figlio che, all’epoca aveva 5 anni, disegnammo sulle dita degli smile… è stato incredibile, era quello che cercavo, ho subito fatto una bozza del logo ed è nata Smiley Fingers, era nell’ Ottobre del 2009, e tra preparazione e tutto il resto, la prima uscita ha visto la luce il 15 Marzo 2010. Le cose belle e brutte del tuo lavoro. Viaggiare, incontrare tanta gente, ascoltare musica, i demo che arrivano per la label, i promo. Oggi con un laptop e una discreta connessione wi-fi il mio lavoro lo puoi fare ovunque. Lo svantaggio e che ci devi essere sempre, non ti fermi mai. Come riesci a far convivere il tuo lavoro, i viaggi, gli spostamenti con la tua vita privata. Tanta organizzazione, ma credo che ciò sia possibile soprattutto grazie alla donna magnifica che è al mio fianco. Dj, producer, label manager, c’è una parte dominante? Bella domanda … mmmm .. prevale il dj, quando suono in club o ad un festival e la gente balla e si diverte, ricevo un energia indescrivibile ed è molto appagante. Non è lo stesso quando ti ascolti alla radio, mi è capitato di sentire le tue tracks anche su BBC Radio 1? E’ un altro tipo di emozione, è piacevole, ti rende soddisfatto, ma è una cosa più statica, molto diversa da essere in un luogo dove le persone vengono avvolte dalle vibrazioni che rilascia la tua musica. Qual’è un tuo pregio e un tuo difetto? (ride) non dovrei dirlo io, chiedilo a chi mi sta intorno … sono un gran rompiscatole, a volte un pò troppo pignolo, metto sempre l’anima in quello che faccio, anche nelle piccole cose. Per il resto, sono un tranquillone mi piace ritagliarmi momenti per stare con la mia famiglia. In che città vivi? come ti trovi? Vivo qui dietro, a Shoreditch, Londra è fantastica, mi trovo benone, è una città in continua evoluzione, ha un alto tasso di creatività e lo si respira in molti quartieri. Invece per rilassarti, dove vai? Ho due posti uno vicino e uno lontano. Uno è Regent’s Canal, ci vado molto spesso, a me piace molto camminare e lì faccio delle lunghe passeggiate, a parte qualche ciclista fuori di testa, lo trovo ideale per riordinare le idee. [...]

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[...] L’altro ci vado una volta l’anno o quando posso, è un posto unico al mondo in Italia, in Puglia a pochi chilometri da Manfredonia, sul Gargano, e qui voglio citare il grande Lucio Dalla, che lì ci andava spesso: “se è notte, che il cielo è così pieno di stelle da doversi vergognare, ti trovi davanti a uno degli spettacoli più unici da vivere e più difficili da dimenticare, lì puoi ascoltare il buio e vedere il silenzio”. Tu ha iniziato che eri molto giovane, quando ha capito che ciò che stavi facendo è diventato un lavoro. Puoi dirci quando e come sei giunto a questa consapevolezza, e che emozioni hai provato? Quando ho iniziato, per lo più facevo feste di compleanno per gli amici del liceo, ne avrò fatte oltre 100. Poi mi sono trasferito, e credo sia stato quando ho fondato la mia prima label, le cose hanno iniziato a girare, non so dirti che emozione ho provato, è stato tutto molto graduale e naturale. Cosa noti di differente da quando ha iniziato, cosa trovi sia migliorato o peggiorato? Quando ho iniziato io, i demo li ricevevi per posta, ti mandavano le cassette, cd o i dat, i promo in vinile o acetato e per produrre andavi in studio dove c’erano dei mixer enormi e ti sedevi affianco ai musicisti. Oggi c’è internet, i social network, Ableton, Spotify, ecc. trovo che tutto questo sia positivo, è incredibile, mi ritengo fortunato di aver vissuto quest’evoluzione. L’unica cosa che mi spiace e che spesso nascono delle polemiche, i giovani con i vecchi, i digitali con l’analogici, il sync ecc ecc… ognuno è libero di fare le proprie scelte, per esempio vuoi suonare solo i vinili? suonali e non rombere i cogl…., e la musica che racconta ciò che fai. Qual è stata la tua prima release, raccontaci come è andata? Ero a Miami, Marzo del 1997, in occasione del Winter Music Conference che si teneva al Hilton Fontainebleau lo stesso posto dove hanno girato il film The Bodyguard con Kevin Costner e Whitney Houston. Lì ti trovavi a bordo piscina a ridere e bere una birra con affianco gente come Thomas Bangalter (Daft Punk), Little Louie Vega, Mousse T, Tony Humphries, Todd Terry, Franky Knukles era molto diverso da quello che è ora, proprio in quell’occasione un ragazzo di una label di New York mi parlò di un lavoro fatto con Victor Calderone, io gli ho fatto sentire alcune miei cose è lui mi ha subito proposto di fare un remix, in realtà poi ne ho fatti due, è la label pubblico nel 98 il vinile con “Dance With Me” Larry Cadge’s Deep Mix più Larry Cadge’s Dub Mix sul lato B. E’ di poche settimane fa la notizia della scomparsa di David Mancuso, hai avuto modo di conoscerlo? Purtroppo no, ma ho seguito la sua musica, mi ha influenzato molto. Lui, Siano, DePino, Levan sono stati i pionieri. Ho avuto la fortuna di conoscere qui a Londra, Larry Levan, qualche anno prima che morisse, suonava al Ministry of Sound, è stato uno degli eventi che ha cambiato la mia vita. Hai citato i pionieri della disco ma ci sono altre influenze che hai portato nella tua musica? Si da piccolo, i miei genitori ascoltavano tantissima musica, da Miles Davis, Quincy Jones, Marvin Gaye, Charlie Parker, Steve Wonder, Curtis Mayfield, Herbie Hancock, Manuel Göttsching, Pink Floyd, Santana … quanto spazio ho? Ok, ok, abbiamo capito E’ difficile sceglierne solo alcuni, le influenze arrivano da ogni dove, ad esempio, uno dei miei ultimi ep “Vivian Kiss” è influenzato dalla visione del film Pretty Woman, dove Julia Roberts, che nel film si chiama Vivian canta nella vasca da bagno la canzone di Prince “Kiss” Mi passeresti l’iphone per farmi vedere l’ultime 3 tracks che hai ascoltato? Ok, ma tieni conto che dipende dal mood del giorno, oggi mi hai beccato cosi… Bonobo - Cirrus The Cinematic Orchestra - Arrival of the birds Depeche Mode - Enjoy The Silence www.deephouse.it

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Cos’ è per te la musica? Per me la musica è amore puro, armonia… (ci pensa un pò) altresì è ricerca. Se non ci fosse la musica, chi sarebbe Larry Cadge? .. mmm, sono nato in un luogo di mare, forse avrei lavorato nel settore nautico, come skypper, chi lo sà. Per qualche tempo, insieme ad un amico, ho avuto un piccolo catamarano, è inspiegabile la sensazione di libertà che ti da il mare e la natura in genere, non dovremmo dimenticarlo e rispettare un pò di più

Principali

Larry Cadge

Vicious Circle Smiley Fingers 20

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release

Larry Cadge

The African Awakening Kling Klong

Copyright, Larry Cadge

Larry Cadge

Noir Music

Smiley Fingers

DUAL III

Moon Radio www.deephouse.it


Photo By Alin Pacemaker

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Music

is the

answer

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Danny Tenaglia

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in studio con

Berkson What and

by

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t a h w d n a n o s erk B e h t N O c O I D IN STU anni di brano 10 le e c s t’ a h ilation s W blime comp n e Jame u o s s rk la e o B d n n Da iuti tra lascia lat. Conosc musicale ri F ip r h e k rs o e P n rt pa gati in e’ su n sono rele etrospectiv o R n r o a d e n Y a u n , q ‘Te locali tech house sibirsi live in e lla e o d ic ti m ri a o v in od i fa stival. trovare il du il Sonar Fe te e r te a o B p , a io m d stu nora tracce sta da 14 il Fabric, Pa o e p m m o o c c ti a a v stim di un brati pilation cele morabili tracce e remix m o c ro lo La me ne delle piu include alcu

Focal SM9 SSL Xdesk + Xpanda Lynx Aurora 16 2 x emagic amt8 Kenton Pro 2000 Cartec Compere 2 x Neve 1073LB Radial DIs Moog Minimoog Model D Roland Sh-101 Roland Juno 60 Roland MKS-80 + MPG80 Roland Jupiter 4 Ladyada x0xb0x Fender Rhodes MK1 Korg Triton * Studio Electronics SE-1 ARP Solina 30

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od . diche e mo lettrizzante ssiture melo te i, decennio e n to i d na serie o Rivelando u mate, siam ase program ta di dare le re i molto vari. d ta ti possibili nde quan n Con una gra nati ad avere avuto la , entrando ‘I u rt fo produzione i d o ri stati molto to ra o al loro lab d What. un’occhiata Berkson an n o c ’ io d tu The S

Roland TR-808 Roland TR-909 Roland CR-8000 Roland CR-78 Jomox 999 Ibanez AD-202 2x Roland RE-201 Space Echo Lexicon PCM70, Lexicon PCM42 6 x Moogerfooger: MF-104M, MF-102, MF101, MF-108M, MF-103, MF-105M Electro-Harmonix Small Stone Phaser DBX 160 Technics MK2 Radial J33 DI Shure M97xE Livid Alias 8 Arturia The Factory Keyboard www.deephouse.it


Avete qualche tipo di equipaggiamento preferito in studio? Se si, per quale motivo? E’ difficlie scegliere un pezzo di equipaggiamento, ma probabilmente il Jupiter 4 e il Roland Space Echo sono quasi a parimerito. Il JP4 è semplicemente un sintetizzatore imprevedibile, sembra sempre riuscire a stupirci. E’ molto meno commercializzato di alcuni degli altri synth della Roland per cui di questi tempi difficilmente si sente nell’industria se comparati a Junos o SH101. Lo Space Echo è stato uno tra i preferiti sin dall’inizio, quando le uniche cose che usavamo erano un Minimoog, uno Space Echo e un computer. Non esiste un FX che suoni meglio e puo essere usato per qualsiasi cosa e suona meravigliosamente. Dacci un quadro del tuo processo produttivo. Come inizi a costruire una traccia solitamente? Per noi non c’e un modo impostato per iniziare a creare una traccia, ma molto spesso iniziamo a lavorarci su insieme dall’inizio. Potrebbe essere ispirata da qualche sample che abbiamo ricercato, una voce o un FX che vogliamo usare, o un nuovo macchinario nello studio, come una drum machine per esempio. A volte potrebbe essere che vogliamo un vibe dal vivo e particolare, quindi cerchiamo di ricrearlo. Sperimentiamo cercando tra vari suoni e mettendo da parte idee finche non troviamo qualcosa che ci smuova nel profondo o finche non troviamo modi per combinare le varie idee in un modo interessante.

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C’e qualche equipaggiamento nello studio o un processo di produzione che potete definire vostro? Che vi appartenga e definisca il vostro suono? In termini di equipaggiamento penso questo tenda sempre a cambiare perchè viaggiamo molto e questo ci permette di favorire certi componenti di produzione per un tempo limitato e successivamente smuovere un po le cose. Probabilmente è il processo che ci definisce maggiormente, non l’equipaggiamento. Ciò che è stato abbastanza consistente per noi nei nostri processi produttivi è una combinazione di sperimentazione live, registrazione e postproduzione. Quale componente di hardware o software ha elevato la vostra produzione a un livello piu professionale e in che modo? Prendersi dei preamp decenti (Neve) è stato di grande aiuto nel registrare tutti i synth e le drum le drum machine. Se si usa molto equipaggiamento esterno, trovare il gain iniziale giusto farà la differenza. Inoltre, passare ad Ableton a migliorato le cose enormemente per quanto riguarda impostare un flusso lavorativo. Tendiamo a non chiudere progetti e terminarli a meno che non sia strettamente necessario ma con Ableton siamo soddisfatti anche per via della qualità del suono, se comparata a quella delle altre piattaforme.

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Quale equipaggiamento avete aggiunto al lab recentemente? La nostra ultima aggiunta è stata la collezione di pedali moogerfooger della Moog, che usiamo parecchio nell’album. L’idea era di ottenere il più possibile da i nostri strumenti esistenti facendoli passare attraverso alcuni FX analogici esterni, e i foogersi sono fantastici per quello. E’ divertente giocare con i vari modi di modificarli e si possono ottenere risultati molto diversi fra loro. Da quando sono arrivati li stiamo usando in ogni singola traccia. I vostri rifornimenti essenziali per lo studio sono… Acqua e anacardi. Quali artisti hanno influenzato il vostro suono maggiormente? Carl Craig, Ame, Tyrant (Craig Richards e Lee Burridge) e Fred P.

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Avete consigli utili da dare ai produttori la fuori? Io dico sempre che cercare di imparare un paio di cose molto bene è la miglior ricetta. Si ottiene molto di piu imparando davvero tutti i trucchi di uno strumento solo, invece di cercare sempre nuovi gadget e strumentazioni da usare, soprattutto nel mondo dei plug-in e dei sodftware synth. Troppe persone diventano ossessionate nel cercare nuove cose da usare invece di esplorare veramente ciò che già possiedono. Senza dubbio è meglio andare nel profondo delle cose e iniziare a trovare i propri suoni prima di spostarsi alla prossima strumentazione. In fine, qual’è la nuova musica di Traxsource a cui i vostri fan dovrebbero porgere la loro attenzione prossimamente? La nostra nuova uscita su Modelmaker: Berkson & What – Energy systems feat JoJo de Freq, con i remix, di Franck Roger, Cesar Merveille e Qzen.

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Parlando con la musica:

Gunnar Stiller

Ciao a tutti, sono Lorenzo Delfino, ho 29 anni e sono un dj/promoter di Asti, una piccola cittadina vicino Torino. Questa è la prima intervista per la mia rubrica “Parlando con la musica”. Come ogni organizzatore e dj che si rispetti, sono anche un clubber ed esisto prima di tutto nel dancefloor, amo partecipare a eventi e concerti musicali. Con questa rubrica voglio unire l’utile al dilettevole, individuo un evento che mi interessa, un artista, un promoter, un dj, un label manager o un addetto ai lavori in genere, lo intervisto e poi mi butto in pista per divertirmi. Quello che succede durante la serata diventa un mio bagaglio di esperienza personale, il resto lo scrivo in questa rubrica. Il primo artista è il dj e producer Berlinese Gunnar Stillar, un grande talento, una persona molto disponibile e un mio buon amico. Buon divertimento!

L: Ciao Gunnar, come ben sai io vivo ad Asti, una piccola città Italiana vicino Torino. Nella nostra scena purtroppo c’è un po’ di invidia tra i diversi staff e le diverse organizzazioni e questo spesso non è positivo per la scena stessa. Quando pensiamo a Berlino, invece, vediamo una realtà diversa dove la vita notturna è vissuta con una competizione più sana tra artisti, promoters e label e spesso anzi nascono buone collaborazioni e progetti. Puoi affermare questo oppure qualcosa è cambiato 34

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negli ultimi anni? G: Berlino è una delle città più importanti per la musica elettronica, una di quelle dove tutto è cominciato. Abbiamo alcuni dei club più importanti al mondo ed è possibile organizzare ogni tipo di evento; negli ultimi anni sempre più artisti e promoters si stanno trasferendo nella nostra città e questo sta rendendo sempre più facile e anche stimolante stringere relazioni tra artisti e addetti ai lavori per creare nuove idee e progetti. www.deephouse.it


L: Questa notte suonerai per lo showcase di Upon You, un’etichetta che io rispetto tantissimo per il suo modo innovativo di interpretare il genere che passa tra l’house e la techno. Ho dato un’occhiata alla tua pagina Facebook, come a quella di R.Hagelstein e Marco Resmann e sembrate una label molto autentica nello spirito, nonostante il grande profilo che Upon You ha nel music business. E’ così? G: Assolutamente si, ci conosciamo da più di 14 anni e siamo grandi amici. Questo aspetto si sta rivelando molto importante per lo sviluppo e il successo della label nel corso del tempo. Sono molto felice di far parte di questa famiglia. L: Hai in progetto una release per Upon You? Se non mi sbaglio una delle ultime è stata “Way More”, una traccia che io suono spesso nei miei djset…. G: Si, sto lavorando su nuovo materiale anche per Upon You e spero di tornare per la label con una release a Febbraio-Marzo 2017 L: Quando ti abbiamo ospitato ad Asti per lo showcase di Smiley Fingers, abbiamo parlato del tuo approccio alla produzione musicale e tu mi hai risposto “I’m not a nerd, i like producing but i’m a dj”. Mi è sembrata molto sincera come risposta, e mi trova d’accordo perché credo che ci siano troppi djs che producono forzatamente senza essere realmente ispirati. Ti va di approfondire il discorso? G: Si, mi ricordo bene! Sinceramente mi sento al 100% un dj con una grande passione per la selezione musicale. La produzione musicale è entrata nella mia vita solamente in un secondo momento. Mi piace produrre musica, ma non sarò mai un musicista o uno che passa ore e ore in studio. Ho cominciato come dj e organizzatore di eventi e credo che questa sarà sempre la mia reale dimensione. L: Proprio Larry Cadge di Smiley Fingers mi raccontò gli aspetti vintage agli albori della produzione musicale: il musicista componeva e affianco il dj lo indirizzava su quello che era il giro di piano giusto o la ritmica più adatta al dancefloor. Ora la stessa cosa accade nello schermo di un computer davanti a Ableton o Logic. La prima cosa che mi venne in mente fu “Forse dj e producer non sono la stessa cosa”. G: Mi trovi d’accordo. Quando ho cominciato a produrre musica feci lo stesso cercando di imparare i trucchi del mestiere affianco al mio amico di vecchia data Andreas Henneberg. Oggi la tecnologia rende le cose più semplici per chi vuole comporre musica e credo sia un’ottima cosa. www.deephouse.it

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Photo credit: Coen van Tartwijk deephouse.it 36

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Bpm festival 2016

10 anni a Playa del Carmen

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L’inverno è arrivato, e BPM Festival si prepara a festeggiare il suo decimo anniversario. Dal 06 al 15 gennaio 2017 a Playa del Carmen, in Messico. Anche quest’ anno ci sarà YA’AH Muul si svolge sia in apertura che in chiusura nei fine settimana durante il festival. YA’AH Muul è stato introdotto lo scorso anno, come il “festival nel festival” evento inaugurale nella giungla ed è stato uno dei più grandi party fino ad oggi nella storia BPM. La celebrazione del decimo anniversario promette di essere l’evento più sensazionale, BPM è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi dieci anni da 5.000 partecipanti e 30 artisti nel 2008 a oltre 70.000 partecipanti e 430 artisti nel 2016. Ospitando appassionati di musica, DJ, produttori e professionisti del settore, provenienti da ogni parte del mondo, che fuggono dal freddo l’inverno e si godono le calde feste in spiaggia di giorno e nei club di notte, godendo di ogni aspetto che la Riviera Maya ha da offrire. 38

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Photo credit: BPM Festival deephouse.it

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Photo credit: BPM Festival 40

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Photo credit: Fatty M Photo deephouse.it 42 BPM Festival Pets Recordings @ Canibal Royal

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La storia di BPM Festival è una di quelle che sembrano uscite da un libro di favole: nasce come evento con lo scopo di radunare gli operatori locali del settore turistico, e nessuno dei partecipanti poteva immaginare sarebbe diventato il festival più atteso dell’anno a livello mondiale. Il Bpm apre, seguendo il calendario solare, l’anno dei festival di tutto il mondo. La posizione geografica favorevole, ed il contorno naturale e storico in cui si svolge il festival completano un quadro di circostanze favorevoli che hanno portato questo evento alla sua decima edizione, ed al suo massimo livello di splendore. Playa del Carmen è il centro nevralgico dell’evento: divisa tra le incantevoli spiagge e le piramidi maya per dieci giorni questa spiaggia diventa il cuore pulsante della musica elettronica mondiale. Dieci giorni di eventi a ciclo continuo, con i più forti rappresentanti del movimento e le organizzazioni più influenti a livello globale. La trasferta dall’Italia è impegnativa, ma crediamo sia una di quelle esperienze da vivere almeno una volta nella vita. I tickets sono in vendita su: www.TheBPMFestival.com/ www.deephouse.it

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Photo credit: BPM Festival deephouse.it

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Tommy Vercetti

by Francesca Proni

I primi di Novembre abbiamo avuto l’occasione di incontrare a Farringdon, energica e viva zona di Londra, il dj emergente inglese Tommy Vercetti. Ha avuto modo di raccontarci riguardo la sua esperienza quale giovanissimo artista e i suoi progetti per il futuro, troverete tutto qualche riga più avanti. Bene, iniziamo con qualche domanda che abbiamo preparato, cosa ci racconti riguardo alla tua educazione e crescita musicale nella tua città di nascita Walsaal? Come si pronuncia? Walsaal, si pronuncia come in polacco. Beh sì, ho sempre vissuto vicino alla musica, mio padre era un dj e quando io avevo tredici/quattordici anni cantavo in un coro; tutti i miei amici tutt’ora mi prendono in giro per quello, ma essenzialmente non era il mio talento, diciamo. Così mi sono lasciato coinvolgere dalla musica in modo diverso, e poiché mio padre era un dj, ti lascio immaginare... Che tipo di coro era? Era un coro grande, un coro nazionale di giovani. Cantavamo solitamente componimenti classici e ci trovavamo spesso a cantare a Londra. Dato che vengo da una zona industriale vicino a Burmingham andare in giro e cantare per quei cori importanti era davvero incredibile. Come vivevi questa passione per la musica nella tua vita quotidiana? A scuola, con gli amici? Che cosa ti ha dato la possibilità di fare quello che fai ora e di crederci? Ho avuto molto supporto da parte dei miei amici e da mio padre. Non avevo nessun amico che faceva il dj, c’ero solo io e mio padre davvero è stato di incoraggiamento. Capitava che andassimo a suonare a feste private come matrimoni, compleanni di venerdì o di sabato e mi occupavo di questo finché ho compiuto sedici anni. Mio 48

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padre rinunciava sempre ai suoi weekend in modo tale da potermi far andare a suonare a queste feste. Che tipo di musica suonava tuo padre quando era dj? E che genere di musica suonavi tu agli inizi? Non suonava sicuramente musica house, suonava piuttosto musica anni ’40, old folk o musica dance. Nemmeno io producevo ancora musica house, suonavo quella musica che non avrei proprio dovuto suonare, sono sempre stato molto influenzato dalla musica del passato e penso che questo alla fine abbiamo avuto un’impronta piuttosto forte sul lavoro che faccio adesso. Alcuni artisti del passato hanno avuto una grande influenza su di me. Puoi fare qualche nome? Luther Van Dross, amo la musica di Elvis Presley, Abba, musica assurda che non va assolutamente d’accordo con ciò che faccio adesso, ma sicuramente ne subisco molto le influenze. Poi ho iniziato ad avvicinarmi al cuore della musica dance anni ’90 e in generale alla musica dance, musicisti quali Faithless, Prodigy. Abbiamo ascoltato una delle tue tracce intitolata “I miss you”, conosci per caso Giorgio Moroder? Sembra che la sua famosa “I feel love” abbia avuto una forte influenza su questa tua traccia in particolare. Beh sicuramente sono stato fortemente influenzato dai Daft Punk e so che hanno anche lavorato con Giorgio Moroder per il loro nuovo album. Devo ancora vederli esibirsi con Moroder, ho sentito che faranno un tour il prossimo anno, farò qualsiasi cosa per avere i biglietti!

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Quali sono stati i passaggi che ti hanno portato dal suonare a Birmingham a Londra? Suono da quando ho undici anni. Ho iniziato con i vinili e poi sono passato al cd deck(?). I miei genitori non avrebbero mai potuto permettersi un intero equipaggiamento di alta gamma, quindi ho sempre imparato con un equipaggiamento di bassa qualità: solo successivamente quando ho iniziato ad avere amici che erano anche loro dj ho avuto occasione di utilizzare quell’equipaggiamento. Quello che ho sempre fatto è stato esercitarmi durante le serate per le quali lavoravo. Ancora adesso non possiedo il mio proprio deck quindi quando devo suonare ad una serata mi esercito lì. Ho ventitré anni adesso e oramai sono dodici/tredici anni di esperienza e le cose sembrano andare avanti un po’ lentamente ma so che ho ancora molta strada da fare. La tua etichetta musicale si chiama Love Not Money Records. Come sono i rapporti con loro? In questo momento non sto lavorando con loro. Ho appena firmato un contratto con un’etichetta che si chiama Do Not Sleep ed è l’etichetta di Darius Syrossian. Sono loro che avevano ad esempio la Space Terrace ad Ibiza per la Space Night. Sono un’etichetta molto forte, quindi per adesso sono l’etichetta principale per cui lavoro. Non ho prodotto nulla con la Love Not Money Records ultimamente perché è tutto concentrato sulla promozione e poiché Do Not Sleep è un’etichetta migliore, quindi anche una migliore visibilità per me e per il mio lavoro. Vivi a Londra? Quali sono I tuoi posti preferiti per andare in giro e uscire a Londra? Io vivo a Birmingham in questo momento, è la seconda capitale. Amo molto Camden, adoro andare in giro per mercati soprattutto la domenica, si trovano a suonare in giro per le strade sassofonisti e si incontrano piccole festicciole jazz ad ogni angolo. La domenica pomeriggio verso le 4 del pomeriggio è davvero piacevole. Hai mai pensato di trasferirti a Londra? Sì, ma Londra è davvero troppo costosa. Sto aspettando che la mia carriera prenda l’inclinazione giusta così che io possa guadagnare un po’ di più. Sicuramente a quel punto l’obiettivo sarebbe trasferirmi qui o ad Amsterdam. Quale consigli daresti ad altri artisti emergenti e produttori per riuscire ad avere buoni rapporti con le proprie www.deephouse.it

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etichette e per ottenere adeguata protezione per i propri lavori? Proprio qualche settimana fa ho avuto un problema con alcuni copyright. Ho rilasciato sul web un download gratis di una mia traccia due o tre anni fa e qualche produttore ha scaricato la traccia e l’ha modificata aggiungendo qualche linea melodica in più e l’ha pubblicata a sua volta come se fosse stata sua. Non potevo fare nulla a riguardo, poiché io stesso l’avevo pubblicata gratuitamente. Uno dei miei manager ha cercato di togliere quella traccia e finalmente è stata rimossa, ma ci sono volute ben tre settimane per riuscire a farlo. Quindi in termini di copyright penso che le persone in generale non si rendano conto di quanto possa essere una cosa seria: puoi finire per avere dei grandi problemi, se non proteggi la tua musica chiunque può rubarla e tu potresti non avere la possibilità di fare nulla a riguardo, poiché tu stesso non hai preso le precauzioni del caso per proteggere il tuo lavoro. E posso dire ciò avendolo sperimentato in prima persona. Quindi come proteggi la tua musica? Fortunatamente i miei agenti si occupano di questo e sanno gestire la protezione del copyright della mia musica. Io mi occupo solo di farla. Come dj, che tipo di musica ti piace ascoltare? Non ascolto spesso la musica che produco io o che metto alle serate. Per esempio di lunedì ascolto reggae o nothern soul. Ascolto qualsiasi cosa in verità. Penso che dipenda, lunedì è più giorno da musica lenta e con lo scorrere dei giorni inizio a velocizzare un po’, di venerdì sicuramente starò ascoltando qualcosa di totalmente diverso. Dipende da quanto pesante è stato il weekend, se mi sento un po’ triste di lunedì dal weekend ascolterò sicuramente qualcosa di non pesante. Hai suonato con un gruppo italiano che si chiama Tale of Us, è giusto? Sì, ho suonato con loro in Germania. Sono davvero molto bravi, è musica techno ma allo stesso tempo è musica molto melodica e questo è proprio quello che mi piace. E’ il modo in cui vorrei produrre la mia musica, vorrei che la mia musica facesse quel passo indietro e che avesse vibrazioni melodiche rilassate. Immagino che tutto maturi con l’età, posso già vedere, tornando indietro di tre anni, che sono maturato molto musicalmente in quel lasso di tempo. Un’altra cosa, se tu non fai la musica che ti piace stai solo perdendo il tuo tempo, davvero. Io produco solo la musica che mi piace nel momento in cui mi piace, ma chissà se il prossimo anno forse starò facendo qualcosa di totalmente differente. 50

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Ti capita mai di collaborare con cantanti o vocalist? No, ma mi piacerebbe. Sarebbe molto più semplice trovare cantanti se vivessi a Londra ma nella città da cui vengo io è molto difficile. Mi è capitato di avere qualche collaborazione ma in genere prendo sample e sono stato un po’ pigro per lavorare con cantanti. I Daft Punk per esempio tendono a samplare molte tracce in termini di linee vocali e penso che sia una cosa positiva per l’evoluzione della musica dance. Quali sono I tuoi piani per il futuro? Quale stile musicale vorresti sviluppare o raggiungere? Ho parlato molto recentemente con Do Not Sleep e loro organizzano tour ovunque per il mondo, quindi il mio piano sarebbe quello di seguirli; mi hanno detto che hanno intenzione di portarmi ad Ibiza per la stagione del prossimo anno. Hanno questi posti in giro per Ibiza per tutta l’estate e spero che avrò l’occasione di suonare in qualche evento là. Vorrei davvero poter iniziare a suonare in posti migliori, costruire un repertorio musicale più vasto, avere a che fare con altre etichette musicali e incontrare tante persone positive lungo il mio cammino. Si parla in maggior parte del poter vivere delle esperienze positive. Hai mai pensato di andare ad Ibiza per un’intera stagione? Se facessi una cosa del genere, probabilmente non tornerei più indietro. Finirei probabilmente fare festa tutto il giorno. Per questi ultimi due anni tutti i miei amici sono stati là ad Ibiza per un’intera stagione, ma ho sempre deciso di rimanere a casa perché sapevo che non avrei mai proseguito nel fare musica se ad Ibiza si passa tutto il tempo a fare festa e a divertirsi, tutto qui. Viaggi molto? Sì, con questo lavoro mi capita molto spesso. Per quanto riguarda il viaggiare da solo, lontano dal lavoro, faccio ciò che posso. Ma purtroppo trovo raramente il tempo perché sono sempre a fare musica. Come ti trovi a viaggiare per lavoro? Lo adoro. Il più del tempo ora viaggio da solo perché se avessi con me i miei amici perderei la concentrazione di cui ho bisogno per fare il www.deephouse.it

mio lavoro. Ma quando sono solo posso lavorare per ampliare le conoscenze che ho e interagire con persone nuove. Preferisco viaggiare da solo adesso perché in questo modo posso imparare di più riguardo a me stesso. Ho scoperto questo, viaggiando da solo si impara moltissimo riguardo se stessi. Quali sono I tuoi piani per il futuro? Quale stile musicale vorresti sviluppare o raggiungere? Ho parlato molto recentemente con Do Not Sleep e loro organizzano tour ovunque per il mondo, quindi il mio piano sarebbe quello di seguirli; mi hanno detto che hanno intenzione di portarmi ad Ibiza per la stagione del prossimo anno. Hanno questi posti in giro per Ibiza per tutta l’estate e spero che avrò l’occasione di suonare in qualche evento là. Vorrei davvero poter iniziare a suonare in posti migliori, costruire un repertorio musicale più vasto, avere a che fare con altre etichette musicali e incontrare tante persone positive lungo il mio cammino. Si parla in maggior parte del poter vivere delle esperienze positive. Hai mai pensato di andare ad Ibiza per un’intera stagione? Se facessi una cosa del genere, probabilmente non tornerei più indietro. Finirei probabilmente fare festa tutto il giorno. Per questi ultimi due anni tutti i miei amici sono stati là ad Ibiza per un’intera stagione, ma ho sempre deciso di rimanere a casa perché sapevo che non avrei mai proseguito nel fare musica se ad Ibiza si passa tutto il tempo a fare festa e a divertirsi, tutto qui. Viaggi molto? Sì, con questo lavoro mi capita molto spesso. Per quanto riguarda il viaggiare da solo, lontano dal lavoro, faccio ciò che posso. Ma purtroppo trovo raramente il tempo perché sono sempre a fare musica. Come ti trovi a viaggiare per lavoro? Lo adoro. Il più del tempo ora viaggio da solo perché se avessi con me i miei amici perderei la concentrazione di cui ho bisogno per fare il mio lavoro. Ma quando sono solo posso lavorare per ampliare le conoscenze che ho e interagire con persone nuove. Preferisco viaggiare da solo adesso perché in questo modo posso imparare di più riguardo a me stesso. Ho scoperto questo, viaggiando da solo si impara moltissimo riguardo se stessi.

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wishlist

1. Cuscini CDJ e MPC200XL. 2. Nintendo Classic Mini. 3. Borsa dsquared 2 Holdall. 4. Tappi per orecchie Long Stem DownBeats high-fidelity. 52

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5. Piccolo sintetizzatore MeeBlip triode. 6. Orologio digitale G-SHOCK Casio Bluetooth 7. Giubbotto Playboy x Supreme 8. Sintetizzatore Arturia MatrixBrute www.deephouse.it

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This is Next

by Francesca Proni, Liam McGlynn

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I primi di Novembre Nick Murphy (aka Chet Faker), si è esibito alla O2 Academy di Brixton, ex teatro che adesso ospita importanti artisti del panorama musicale non solo europeo ma anche mondiale, che vanta nella sua programmazione nomi di musicisti quali Bonobo, Moderat, Snarky Puppy, Skunk Anansie, the XX, Neyo e molti altri. La curiosità di vedere esibirsi nuovamente questo artista era grandissima, montata soprattutto dal fatto che a inizio settembre aveva annunciato che le sue prossime produzioni sarebbero state rilasciate con il suo vero nome, Nick Murphy, abbandonando quello con cui per gli ultimi cinque anni aveva rilasciato musica e con il quale era riuscito ad essere conosciuto su base mondiale. Il suo annuncio si concludeva così” This is next” ed era stato accompagnato dalla pubblicazione di due nuove tracce, “Fear Less” e poco dopo “Stop Me”. Il cambiamento era già evidente dall’ascolto di queste due tracce, ma cosa ci aspettava? Quale miglior occasione del tour europeo? Infatti il concerto, che era andato in sold out poche settimane dopo l’uscita dei biglietti, non ha deluso nessuna aspettativa, e penso di poter parlare per coloro che lo incontravano per la prima volta e per coloro che invece lo avevano già sentito e sapevano cosa aspettarsi. La performance dell’artista è stata fluente, energica, meticolosa in ogni nota. I musicisti che accompagnano Nick Murphy nel suo tour era affiatata e si percepiva un’ottima intesa tra i vari componenti. Nick era sempre in movimento, correva da una parte all’altra del palco, si destreggiava senza sforzo con morbidi passi ed era molto abile anche con il microfono, che rimbalzava da una mano all’altra come una palla da tennis. I microfoni che venivano utilizzati erano di due tipi, il primo un comune microfono dinamico. Il secondo subiva l’effetto impresso tramite un pedale loop, generando una ripetizione della voce, e un riverbero, il quale a sua volta genera echi e una sensazione di ampliamento dello spazio in cui si diffondono i suoni. Il posizionamento del microfono era perfetto, la voce dell’artista suonava precisa e intonata senza l’utilizzo di strategie moderne quali playback o autotune. La voce arrivava nella sua purezza e nella sua più cruda natura. Alcune delle sue tracce tratte dall’Ep “Work” con Marcus Marr sono state eseguite con Marr sul palco che con la chitarra elettrica ha eseguito inconfondibili fraseggi, passando dall’improvvisazione a un’esecuzione fedele delle tracce registrate insieme. I brani finali hanno ben mostrato il percorso che Nick ha intrapreso, si è infatti avvicinato ad una musicalità acustica, allontanandosi da quelle tecniche vocali e musicali per le quali era più conosciuto, di carattere sicuramente elettronici. Il silenzio del teatro era rotto dalla sua voce piena e gonfia, dalle sue dita sicure che scivolavano sul pianoforte o sulla chitarra e da sottili lame di luce che tagliavano il palco. In questi brani finali la band lascia il centro della scena a Nick che attira tutta l’attenzione su di se, dedicando inoltre una canzone inedita e non ancora terminata chiamata “Drive Fast” dai toni emozionanti ed intimi e come al solito che si regge su un testo molto vero e mai banale. www.deephouse.it

Photo By Francesca Proni deephouse.it

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