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Cos’è Boiler Room Intervista a Giorgia Angiuli
Coyu
due chiacchiere con
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Numero 5 Marzo 2017
Redazione: deephouse.it Via Filippo Juvara 12 20129 Milano (ITALY) info@deephouse.it Hanno collaborato: Francesca Proni Liam McGlynn Lorenzo Delfino Simona Salerno
In copertina Coyu
Questo magazine non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene pubblicato senza alcuna periodicità. Non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della Legge n. 62 del 7 Marzo 2001.
indice
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recensioni
10 intervista a Giorgia Angiuli 16 intervista a Coyu 30 cos’è Boiler Room 40 wishlist
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Impaginazione e grafica: Tommaso Mirabella Cecilia Parenti
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recensioni Rampa The Touch EP
Kevin Knapp Find Me EP
L’etichetta Keinemusik giunge al 35esimo numero di catalogo con “The Touch”, il nuovo lavoro del berlinese Rampa. Due track che combinano tutte le qualità riflessive del sound più nuovo di Rampa con un mantra che presto sarà cantato collettivamente in tutte le discoteche in giro per il mondo.
Dopo numerose uscite su Hot Creations, Viva Music, Material e Dirtybird Records e svariati anni di collaborazione con Damian Lazarus, Kevin Knapp fa il suo debutto sulla sublabel di Crosstown Rebels la Rebellion, pubblicando Find Me Ep. Quattro tracce eleganti e al tempo stesso dinamiche che riaffermano il suo talento sulla scena dance.
Tommy Vercetti
JP Lantieri Riesling EP
Dj Dav1d Alien EP
Yousef Pleasure Defined
Mai più azzeccato fu il paragone tra etichetta musicale e vinicola. Infatti, come ogni buon francese, anche Lantieri ama il vino. Quando tutti in discoteca sono soliti bere drinks vari, vodka Red Bull o birra, lui si distingue con un calice di vino in mano. Così ha deciso di pubblicare alcune tracks ispirandosi al bianco fruttato, il risultato è Riesling EP. Accompagnano l’uscita sulla sua etichetta (è il caso di dirlo) Flemcy Music due gustosi remix di Sue La Vie e Ornery.
Suoni scuri e ipnotici sono quelli che Dj Dav1d ha messo a punto per la Love Beat Records, presentato due tracks intitolate Alien e Essence. Una tech house che strizza l’occhio alla techno, rigorosamente calibrata ed efficace, pulita e senza troppi fronzoli, ideale per la pista.
Yousef torna su Circus Recordings con un nuovo approccio alla musica dancefloor e si avvale della collaborazione di Erica Thompson, cantante jazz e artista di LA, che fa il suo primo passo nella musica elettronica. Acid house con vocals caldi più tre noti remix, ESS aka Scuba, The Waze & Odyssey e Krankbrother, fanno di questa release un successo assicurato.
Keinemusik
The Blue Submarine EP Do Not Sleep Quasi ad un anno dalla sua fondazione Do Not Sleep sta guadagnando velocemente un’ottima reputazione come vetrina per la musica house di qualità. La settima release della label è Tommy Vercetti, una stella emergente supporta da djs del calibro di Paco Osuna, Sidnay Charles e Santé. Vercetti crea un’atmosfera carnevalesca con battiti tribali, synth crescenti, e una bass line molto groovy che farà muovere chiunque la ascolti!
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Rebellion
Flemcy Music
Groove Squared The Ground Gravity Groove
Oltre ad essere dj e produttore, Groove Squared conduce un negozio di dischi, un club, un programma radiofonico, scrive testi, ed è cultore di cinema e nozionismo storico tra dischi e pellicole. Dopo numerose relesse su etichette come Traum, Engrave Ltd e Trapez Ltd rilascia per la sua Gravity Groove un Ep da ascolto ma con una giusta carica per il dancefloor intitolato The Ground. In aggiunta all’ original mix l’EP include il remix di Darren Price, parte della famosa band Underworld, noto anche per la colonna sonora Born Slippy di Trainspotting, ed un secondo remix curato da Sam Pauli dalla 24 Records.
Love Beat Records
Circus Recordings
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The Mekanism Breath Play It Say it
Tracklist: A1. Breath A2. Journey B1. Da Beat B2. Traverse C1. Get It C2. What D1. Follow Me D2. Time To Party Seth Troxler non sbaglia un colpo, con la sua label Play It Say It, continua a sfornare release molto interessanti. Questa volta è il turno del parigino Damien Roussel meglio noto come The Mekanism. Dj e producer da oltre un decennio, dopo aver rilasciato su diverse label tra cui spiccano la 2020 Vision, Exploited, Madhouse Records seleziona su Play It Say It tutto il suo carisma, otto tracks, tutte ideali per la pista e piacevolmente ispirate dal lato old school della house music, per intenditori.
Andrea Oliva The Music Lovers Rejected
Andrea Oliva continua il suo percorso musicale con una nuova release, questa volta per la Rejected, label di Joris Voorn e Edwin Oosterwals. Due accattivanti e funky tech tracks come “The Music Lovers”, con linea di basso preponderante che si evolve in un arpeggio di un elettrizzante synth e “Intruder” con sample vocali ed echi di sirene su una linea di basso garagey pulsante. Da ascoltare.
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Various Artists Synthesized Ep.1 Les Folies Digitales
La label svizzera Les Folies Digitales è sempre pronta a stupirci, questa volta con le quattro tracks presenti in Synthesized Episode 1 esplora l’universo dei synths facendo incontrare il lato analogico con quello digitale, il risultato è sorprendente. Buon viaggio.
Between Strangers Groovy Familia Recordings
Marck D dalla Colombia e Buitrago dal Chile formano i ‘Between Strangers’. Il duo debutta su Familia Recordings con un energico Ep intitolato ‘Groovy’. Nel package troviamo, oltre alla Original Mix, due notevoli remix, uno ad opera dell’Ucraino Skober l’altro del Francese Matt Sassari.
Jube Space Diving Biotop
Origini Portoghesi e base operativa nel cuore di Berlino, nella leggendaria zona Kreuzberg, il dj producer Jepe ritorna sull’etichetta tedesca Biotop con “Space Diving”. Questo viaggio musicale riflette la sua personalità, la sua grande passione per le melodie malinconiche e un amore sconfinato per ritmiche raw e ipnotiche.
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DJ W!LD Techno City W
TrackList: 01. The Hike (Intro) 02. Love On The Beat 03. Time To Say Goodbye 04. Street Religion 05. Americana 06. Aimer et C’est Tout 07. Techno City 08. All Night 09. Talking With Hoffman 10. King Hit 11. Mon Cote Obscur (Outro) Il dj/producer Francese DJ W!ld ha appena annunciato l’uscita del nuovo album ‘Techno City’. L’artista ha commentato: ”L’album è stato ispirato dal lungo inverno trascorso a suonare nei club di mezzo mondo, è nato perché volevo mostrare un lato più oscuro e più tecnologico di me, nella sua totalità è una miscela di classic, acid, New York beats, Detroit techno e naturalmente, un tocco wild”.
Ray Okpara Sashimi Drum EP
Emi Iron Exit Remixes
Pirupa These Beats EP
Fran&Co Zaubergarten EP
La label messicana Tenampa è orgogliosa di presentare il nuovo Ep di Ray Okpara, Ray è ormai un veterano della scena techno house tedesca, ormai da anni in casa Mobilee e all’attivo con numerose release su Cecille, Saved, Get Physical per citarne qualcuna. L’Ep contiene tre original in perfetto stile Okpara, percussioni, beats ipnotici e basso dub più un remix di Basti Grub, che aggiunge freschezza e un tocco funk a questa gustosa release.
Musicista, dj, producer versatile, attivo sulla scena dalla fine degli anni 90. Ha suonato con artisti del calibro di Zucchero, Mike Stern, Mel Gaynor e collaborato con Bob Sinclar, Sugababes, Fabri Fibra, Cube Guys, Sheila Brodi, Kym Mazelle per citarne qualcuno. Dopo decine di produzioni su label come Ministry Of Sound, Ultra, Time, Universal, Kult, fonda la sua personale etichetta VISION Digital/Mahjong Music sulla quale presenta ben cinque remix della sua ”Exit” .
Pirupa è uno dei producers più versatili degli ultimi dieci anni. Da una produzione tech-house può passare a canzoni melodiche o anche a beats minimali, questo sempre raggiungendo grandi successi. Questa volta, per il debutto su Suara, presenta il suo lato più techno, “Back To Bass” è sicuramente da ritenersi un tools dancefloor killer.
Ispirato da una fantastica giornata estiva ai magici giardini di Club A.R.M. in Kassel, Germania fran & co produce “Zaubergarten” in uscita su BluFin Records. Due original sorprendenti e tre remix mozzafiato, dove respirare la magica atmosfera e l’energia dei giardini, fateci un salto quest’estate.
Tenampa Recordings
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VISION Digital
Suara
BluFin Records
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parlando con la musica:
Giorgia
Angiuli Giorgia Angiuli è un'artista; non é un tormentone, né un fenomeno circense che ogni anno cambia trick preferito o un prodotto costruito a tavolino. Giorgia Angiuli é semplicemente un'artista che poco alla volta ma con grande coerenza e lucidità si sta guadagnando stima e traguardi importanti come il debutto su "Stil Vor Talent" di Oliver Koletzki. Ho avuto la fortuna di conoscerla di persona grazie alla mia attività di promoter nella mia città Asti, e quindi mi sono preparato le domande approfittando anche dei suoi punti deboli e segreti. A parte gli scherzi, buona lettura!
di Lorenzo Delfino
L: Ciao Giorgia, ho avuto la fortuna di conoscerti sia come persona che musicalmente quindi per prepare questa intervista mi è bastato ripassare un pò le cene e varie chiacchierate che abbiamo fatto prima o dopo le serate ad Asti e non solo. Mi piacerebbe partire proprio dalla prima volta che ci siamo conosciuti, ovvero marzo 2015. In questi "quasi" 2 anni come è cambiata, se è cambiata, la tua musica, e come si è evoluta la tua carriera? G: Ho avuto la fortuna di fare molte date e questo mi ha sicuramente dato una maggiore sicurezza sul palco e in studio! Il mio percorso comincia con l’indie… ma questi ultimi anni li ho trascorsi nei clubs dove ho compreso molte più cose sulla musica dance e affinato la mia empatia con il pubblico. Fare live ti avvicina moltissimo alla gente e ho iniziato davvero ad amare il mondo del dancefloor! Credo di essere maturata non solo artisticamente ma anche umanamente, ho capito che l’ansia non porta nulla di buono e bisogna armarsi di pazienza e concentrazione, trascurando le logiche di mercato … Il mercato attualmente va velocissimo e c’è sempre meno spazio per le emozioni quindi ho capito di voler vivere in un mio microcosmo sonoro per non sentire la
pressione esterna, una mia campana di vetro ricoperta da note! Ho avuto la fortuna di entrare in Laterra, l’agenzia di dj Ralf e consolidare il mio rapporto con Liveismore, la mia agenzia estera; sono davvero soddisfatta del mio team di lavoro e questo è fondamentale! L: Leggevo poco che Stil Vor Talent è una delle prima labels a livello di vendita su Beatport, terza dopo Drumcode e Tronic. So che è appena uscito un tuo EP e so che a Marzo parteciperai a uno showcase della label. Che effetto fa? G: Sono contentissima perché è nato tutto in modo naturale ed è bello far parte di una label che segui e stimi da anni. Non ho mai seguito le classifiche su Beatport ma ovviamente la notizia mi ha reso felice e non vedo l’ora che arrivi marzo per suonare al Watergate con la crew di Stil Vor Talent. L: Berlino è per te ormai una tappa mensile; Sisyphos, Sucide Circus, Katerblau.... non voglio chiederti che differenza c'è con il nostro pubblico perchè già lo so e l'ho sentito dire da tanti artisti e forse anche da te (ride). Mi piaceva sapere da te invece qual'è il locale dove più ti sei divertita? G: Il mio club preferito è il Katerblau, poiché mi ha regalato
tantissime emozioni ed è il luogo in cui ho suonato più spesso. I clubs che hai menzionato sono molto simili tra loro: sono posti caratterizzati da un’atmosfera unica, magica e senza tempo. Trovi gente estrosa e soprattutto libera che è lì solo per la musica e per la voglia di lasciarsi andare. L: Tornando a parlare strettamente della tua musica e della scena Italiana. Con chi ti piacerebbe collaborare in studio in questo momento? G: Con mio fratello, Francesco Angiuli o comunque con musicisti con una formazione classica, adoro gli strumenti ad arco e cerco gente che possa contaminare il mio suono. L: So che sei una "maniaca" dell'esercizio e che sul provare allo sfinimento fondi la tua performance live. Ti eserciti parecchio anche nel canto e nella scrittura dei testi? G: Maniaca no aahha ma ho suonato per anni nelle band e so cosa significhi fare le prove…Mi piace provare ed esercitarmi e lo faccio con costanza, ma senza esagerare perché bisogna sempre conservare una buona dose di spontaneità e libera interpretazione. Circa la voce, non sono una cantante ma uso le mie corde vocali come uno strumento musicale, per creare
idelle atmosfere…mi piace scrivere per immagini, poche parole che si ripetono ossessivamente come in un cerchio! L: Sia nelle interviste che ho visto su Youtube sia dal vivo mi sei sempre sembrata un' artista con le idee molte chiara sulla tua musica e su cosa ti sta intorno. Mai pensato di utilizzare la tua visione e le tue energie nell'aprire una label tutta tua? G: Forse in futuro lo farò ma adesso non credo sia un buon momento…E’ un lavoro che richiede davvero molto tempo e vorrei farlo nel migliore dei modi! L: So che sei fan della scena nu metal e crossover degli anni 90/inizio 2000. Personalmente sono fermamente convinto che la "neotrance" (così
ha iniziato a chiamarla decks.de dal 2006 in avanti) che ha sfornato artisti come Stephan Bodzin, Ame, Dixon, Tale of Us, Recondite e Mind Against derivi proprio dall'ala più sentimentale di quel periodo, sotto la quale sono esplosi Deftones, Tool, a Perfect Circle e tanti altri. Sei d'accordo? Ti senti ancora influenzata da quel background musicale? G: Mi piace moltissimo questo tuo confronto! Quando sento i Deftones continuo ad avere la pelle d’oca e sono sonorità che fanno ormai parte del mio dna!! Parlo spesso con il cantante della mia vecchia band Crossover e non immagini quanto ci piacerebbe ritornare in sala prove e far tremare i muri con un bel caldo distorsore marshall!
L: Cosa ascolti oggi nel tuo tempo libero? G: Ascolto roba diversissima , poca musica attuale a dire il vero, ma non ho un genere preferito … Oggi ho ascoltato un po’ di canti tibetani, per esempio, e domani chissà… L: Hai mai pensato a una performance più vicina a quella di un dj, che mischi ad esempio live e djset o qualcosa di simile? G: Non ho mai fatto un dj set e per ora non sono interessata a quel mondo. Mi piacerebbe moltissimo imparare la tecnica dello scratch, quello si…ma mixare dischi non è una cosa che mi attrae molto.
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di Liam McGlynn photo credit: Sandra Blanquez
Coyu
L: Ciao Ivan, prima di tutto voglio dire che noi di deephouse.it siamo grandi fan del tuo lavoro. Abbiamo ascoltato il tuo remix di Moby ed e’ proprio un lavoro degno di lode. Moby e’ sempre un grandissimo artista dal quale trarre ispirazione. C: Si, devo dire che sono molto onorato che qualcuno come Moby mi abbia chiesto di fare un remix di una sua traccia. Ho avuto l’occasione di scegliere uno tra i suoi classici su cui lavorare e ho scelto Natural Blues. Probabilmente non e’ il suo disco più famoso ma e’ quello che si sentiva quindici o sedici anni fa quando ho iniziato ad ascoltare musica elettronica. E’ stata veramente una bella esperienza anche perché quella è una traccia che amo veramente tanto. E' incredibile che abbia già ricevuto così tanti feedback positivi, tante belle parole per il remix. Non me l’aspettavo a essere sincero. Sta vendendo molto bene: e’ numero quattro su Beatport per la categoria Tech-house e numero 8 complessivamente in solo quattro giorni di vendite. L: Sono risultati incredibili, sei sorpreso? C: Si, non ho avuto una vecchia traccia remixata nei top 10 complessivi negli ultimi 4 anni e dopo soli 4 giorni mi ritrovo alla posizione numero 8. Non me l’aspettavo per niente pero' non sai mai mentre lavori quando arriverà la grande hit. Ho rilasciato una traccia un paio di mesi fa e pensavamo che sarebbe stata una super hit e alla fine lo fu, abbiamo avuto ottimi feedback. Nelle folle la gente la conosceva e
batteva le mani nel momento giusto, era molto partecipe. Tuttavia non ha venduto così bene mentre la traccia di Moby ha avuto una risposta immediata e soddisfacente quindi non si può mai sapere. L: Data la risposta molto positiva che hai ricevuto con questo remix una domanda sorge spontanea: qual’e la tua strategia nell’usare i social network? Hai molti feedback su varie piattaforme di questo genere, specialmente Facebook. Come e’ avvenuto questo successo sulle piattaforme social? C: Cerco di essere me stesso, di essere il più naturale possibile. Posto quel che mi piace e che amo: techno, gatti, a volte cibo, a volte dei meme divertenti… Non ho una vera e propria strategia, cerco solo di caricare online cose alle quali le persone possono essere interessate. Che siano cose che vogliono leggere o ascoltare ripeto non c’e’ una strategia. Ho delle persone che mi aiutano con i social, ma qualunque cosa venga postata con il mio Facebook, il mio Instagram o il mio Twitter lo trovo io. Le persone che mi aiutano non postano nulla senza il mio permesso, prendo le decisioni personalmente per tutto quello che riguarda la gestione dei miei profili sui social. Solo quando sono in tour o lontano da casa, per esempio quando so di avere un volo molto lungo per andare negli Stati Uniti o da qualche altra parte così distante, se voglio postare qualcosa chiedo a qualcuno del mio team di postarlo per me. E’ importante specificare che tutte le parole che si pos-
“E’ bello poter andare in Guatemala, Corea del Sud e vedere la felicita del pubblico nel vederti e ascoltare la tua musica.”
sono leggere sui miei social provengono da me. L: Per cui la tua ricetta vincente e’: rimanere originale e mantenere la propria veridicità? C: Si penso questo funzioni per me. Funziona come con la musica, a volte posti una foto o qualcosa che provi pensando esploderà, avrà milioni di likes e poi non succede niente. Anche qui non si può mai sapere davvero come andrà. L: Hai iniziato a scrivere come critico per dei magazine quando eri più giovane, è stato quello il tuo primo approccio con l’industria musicale? C: Professionalmente si, quando avevo diciott’anni ho iniziato a lavorare come giornalista di musica nella rivista di musica Dance più importante in Spagna ai tempi. Si chiamava Tracks. Ho avuto l’opportunità di intervistare molti artisti interessanti e lavoravo per altri magazine nel frattempo. Penso mi abbia aiutato ad avere un’altra prospettiva del business della musica e a conoscere tantissime persone. Ai tempi ho intervistato Chris Liebing, David Guetta e Loco Dice. Ero molto giovane e penso sia stato un approccio significativo per la mia carriera perché mi ha spinto allo stesso tempo a suonare dischi, fare musica e rilasciarla con la mia etichetta. Avevo un’etichetta appena prima di Suara nel 2007 chiamata Atypical Farm. Fu la mia prima esperienza nei panni di proprietario di un’etichetta. Ho sempre cercato di essere coinvolto con diversi lati del business musicale, ho
avuto anche il mio spettacolo radio in Spagna e penso proprio che tutto ciò che ho fatto nel passato in diversi momenti e situazioni mi ha aiutato a capire come funziona veramente questo mercato e mi ha portato dove sono oggi. E’ stato tutto molto naturale, nulla e’ stato forzato. Ho avuto la possibilità di lavorare come giornalista di musica e poco prima ero un clubber che andava ai party e ai rave, scrivevo su forum musicali ed ero l’editor di questo magazine dove scrivevo le review delle serate. Nel passato i blog e i forum musicali erano molto popolari e in molti cercavamo di farci un nome scrivendo ogni genere di review. Successivamente fui invitato a uno spettacolo radio da una radio in Spagna, lavoravo anche come booking agent, facevo da runner e guidatore per i DJ. Una sera ho dovuto portare John Dill a una serata e era interessante perché in quei momenti avevo l’occasione di parlare con persone che nell’industria sono considerate leggende. Penso che quei momenti speciali mi hanno aiutato a crescere come mente che e’ coinvolta con la scena elettronica. L: Il processo che ti ha portato a relazionarti con l‘industria musicale e’ nato con Atypical Farm? Che ruolo ha avuto la sister label Suara, label per la quale produci attualmente, all’inizio della tua carriera? C: Suara era in realta' una sub label di Atypical Farm. Il fatto e’ che Suara ebbe grande successo per cui decisi di smettere di produrre dischi con Atypi-
cal Farm perché ritengo sia meglio fare una cosa come si deve piuttosto che portarne avanti due meno bene. Penso di aver fatto la scelta giusta perché Suara sta andando incredibilmente bene ora. L: Il passaggio a Suara ti ha permesso di sviluppare un tuo brand che e’ in costante crescita, hai un negozio a Barcelona vicino al museo di Picasso, un immagine ben definita, come e’ avvenuta questa crescita così significativa? Ci sono stati degli studi di mercato per portare la tua label dove si trova oggi? C: Tutto e’ stato molto naturale come dicevo prima. Al momento ho un negozio perché avevamo uno store online da tre anni che funzionava molto bene e abbiamo deciso di fare il passo successivo. Questa decisione e’ stata mossa dal fatto che abbiamo del artwork incredibile e sarebbe stata un’ottima idea produrre magliette e felpe con quel artwork. Tutto e’ stato quindi inevitabilmente naturale, un processo molto facile e comprensibile. Sono una persona che ritiene che tutto debba seguire il flusso, non penso a quale deve essere il prossimo passo. Cerco di vivere nel momento e non saprò cosa avverra’ in futuro. Magari fra un paio d’anni avrò un altro negozio qui a Londra, un ristorante a Barcellona per cui non si sa mai. Deve essere un processo naturale, non ci devono essere forzature. L: Se il tuo futuro dovesse essere così luminoso, come ci auguriamo tutti noi di
Deephouse.it, prenderesti in considerazione l’aprire un tuo club come fanno molti DJ di successo? C: Non posso negare l’interesse, ma come ho detto non si sa mai. Penso che sarebbe più facile se aprissi un ristorante piuttosto che un club perché mi piace fare molte cose diverse e sfidare la sorte. So abbastanza bene come funziona un club, ma il ristorante per me rimane ancora un mistero e lo stesso vale per il negozio. Sto imparando come gestirlo mentre lo vivo. Mi piace accettare nuove sfide e relazionarmi con cio' che mi e’ sconosciuto. E’ per questo che non abbiamo solo il negozio: abbiamo due piani nel negozio, al piano terra abbiamo la sezione della moda con tutti i nostri articoli in esposizione. Al piano di sopra invece abbiamo la nostra fondazione che soccorre gatti di strada. Abbiamo infatti dei gatti che vivono nel negozio e in un futuro non molto distante la gente potrà venire al negozio, comprare una maglietta e adottare un gatto allo stesso tempo per esempio. Questa e’ l’idea più innovativa del nostro negozio, non e’ solo un negozio destinato alla vendita di merce. La gente potrà anche venire a prendersi un caffe’, un the o un succo d’arancia e passare del tempo con i gatti e se uno gli piace particolarmente, lo potranno adottare. L: Per le grafiche degli album e tutto quello che riguarda i visual hai lavorato con un’artista di nome Gas. Da quanto dura la vostra relazione lavorativa?
Ce ne potresti parlare? C: Abbiamo iniziato a lavorare insieme verso il 2009, un paio di dischi più tardi e’ stata lanciata Suara. Penso che Suara number 11 fosse il primo artwork di cui si e’ occupato, la prima cover. Poi gli ho chiesto di dipingere un gatto semplicemente perché lo desideravo. I primi dischi erano stati fatti da un altro designer e non avevamo alcuna idea di usare i gatti come immagine in quel momento. I design delle cover erano random e non specifici. Poi decisi di far dipingere un gatto ed e’ piaciuto a me, a Gas e a molti altri. Gas ha quindi iniziato a dipingere gatti e ora distribuiamo tanti gatti. Conosco Gas da quasi dieci anni: andai in un club nel nord della Spagna per organizzare uno showcase per Atypical Farm e lui era il Visual Director per la serata. Lo conobbi li e iniziammo a comunicare via e-mail. Io stavo cercando un nuovo designer grafico e gli ho chiesto se voleva lavorare assieme e dopo dieci anni di lavoro siamo ancora in ottimi rapporti lavorativi e grandi amici. Devo dire che è veramente fantastico avere la possibilità di lavorare con qualcuno così creativo come lui, ha una mente molto artistica e sono fiero di lavorarci insieme. L: Sei conosciuto anche come Big Cat. C’e qualche allusione al brand o al tuo amore per i gatti? C: L’unica ragione per cui mi chiamino così credo sia che essendo il proprietario della label del gatto vengo chiamato Big Cat. Un’altra conseguenza molto naturale di tutto quello
“A volte alcune persone non realizzano che anche noi siamo umani”
che sta accadendo nella mia carriera. L: Sei in tour da parecchio tempo, viaggiando per il mondo e muovendoti da un continente a un altro nel giro di pochi giorni. Come vedi la vita on the road? Qual’è il tuo punto di vista a riguardo? C: E’ incredibile poter suonare in così tanti paesi, conoscere diverse persone di così tante culture differenti e avere la possibilità di assaggiare cucine così diverse tra loro e bere birre di ogni genere e provenienza. E’ un’esperienza unica. E’ bello poter andare in Guatemala, Corea del Sud e vedere le reazioni delle folle, la felicita del pubblico nel vederti e ascoltare la tua musica. Anche solo nel salutarti. A volte faccio così tante cose nel mentre che mi dimentico di essere un DJ ma e’ comunque una sensazione stupenda! C’e’ da dire che molte persone credono che tutto giri intorno alla fama, che noi DJ siamo sempre felici e che siamo sempre di buon umore. Questo pero’ non vero: a volte bisogna prendere dei voli prestissimo al mattino dopo aver suonato la sera prima senza potersi riposare fino all’evento la sera dopo, mangiando fast-food terribile per giorni. A volte puoi essere malato ma vai al club perché ci sono comunque tante persone felici di vederti, desiderosi di sentire la tua musica. A volte alcune persone non realizzano che anche noi siamo umani e che non tutto quello che fanno i DJ e' meraviglioso e luccicante come credono che sia. Detto questo io penso sia uno dei lavori bbbb
migliori che ci siano e voglio continuare a farlo per molto tempo. Un tempo nelle interviste avrei detto che volevo fare il DJ per tutta la mia vita. Ora che sto diventando un po più maturo non sono così sicuro di voler fare il DJ per sempre. Sicuramente suonerò dischi fino al ultimo dei miei giorni, ma non sono sicuro che sarò in tour per i prossimi quattro anni. Come ho detto non tutti gli aspetti del tour sono piacevoli. Sono anche un businessman e per questa ragione mi devo svegliare alle 9 del mattino perché devo gestire molte altre cose oltre a suonare nei locali. Quando ero giovane avevo meno lavoro, meno persone con cui lavorare e che dipendono da me. Era tutto più facile, più leggero. Ero un party master, ora pero’ le cose non sono così semplici. L: Quali sono le differenze principali che noti viaggiando da un paese a un altro? Come varia il tuo pubblico nello specifico? C: Ogni paese e’ diverso ma alla fine siamo tutti esseri umani, vogliamo tutti la stessa cosa: ballare, essere felici e rimanere sulla dance floor con la gioia in viso. Ho un particolare affetto per il pubblico italiano. Quando suono in Italia di solito comunico con il pubblico tramite un miscuglio di spagnolo e italiano. Ora pero’ sto imparando l’italiano perché penso sia una lingua meravigliosa e non molti italiani che conosco vogliono parlare inglese, per questo la mia ragazza mi ha regalato un dizionario spagnolo-italiano per il mio compleanno questo Agosto.
Amo suonare in Italia: le persone sono molto in gamba e la cucina e’ incredibile. Il mio piatto preferito al mondo e’ una bella mozzarella di bufala, la amo! L: Com’e’ vivere a Barcellona? Come ti trovi a ritornare a casa dopo i lunghi viaggi? C: Al momento non vivo in città a Barcellona. Abito a 15 minuti dalla città, sulla costa. Posso sentire le onde del mare dal mio letto. E’ un posto molto bello dove posso rilassarmi dopo le follie dei viaggi e delle serate. Barcellona e’ un luogo molto vivace e turistico e il centro può essere stressante, per questa ragione ho scelto di vivere fuori.
L: Ci sono state alcune esperienze anche a Ibiza al Boom e al Sankey, cos’e successo esattamente, vuoi parlacene? C: Il Boom e’ stato positivo, ottimo per il profilo della label e penso abbiamo fatto molto bene. Sankey e’ stato l’opposto, molto diverso dal Boom: abbiamo avuto diversi problemi con il proprietario del club quindi quello non e’ stato affatto positivo e ora ho un’altra visione di quello che è Ibiza. In ogni caso questo anno abbiamo fatto un party allo Space e una serata all’Amnesia. Abbiamo quindi deciso di fare un passo indietro e abbiamo organizzato un paio di party importanti in ottime location. Vedre-
mo in futuro se partecipare a altri eventi a Ibiza, dipenderà dalle offerte che ci verranno fatte. Dopo l’esperienza di quest’anno a Ibiza, dove abbiamo suonato in due locali importanti senza fare party settimanali ho realizzato che Ibiza non e’ tutto: se non fai i party settimanali a Ibiza non e’ di certo la fine del mondo. Il brand infatti e’ cresciuto molto nell'ultimo anno e non abbiamo avuto i party settimanali in Ibiza. Sicuramente può aiutare suonare regolarmente in Ibiza ma non e’ necessario, non rappresenta la chiave per il successo in questo business.
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SUARA’ SUNI VERSEOPENSI T SDOORST OI T SFI RSTSPACEI NBARCEL ONA.ACAREFUL SEL ECT I ONOFGARMENT SANDACCESSORI ES, RECORDVI NYL SFROM T HELABELAND ARTARESHOWEDI NAL I VI NGSPACEFUL LOFACT I VI T I ESAROUNDT HEMUSI C&ART . APARTOFTHEBENEFI TSGOEST OSUARAFOUNDATI ON, L OCATEDONTHET OPFL OOR WHEREYOUCANVI SI TOURCATSANDADOPTONEI FYOUWANT . SUARAST ORE CARRERDELAFUSI NA, 6 BARCEL ONA
...well I need your
love
don’t make me wait
too long
Ooh I need your touch don’t make me wait
for your love 26
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Frankie Knuckles (1955-2014)
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iniziava tutto da una caldaia, ora è un impero.
di
Cos’é Boiler Room? E’ una piattaforma musicale che invita sia i migliori artisti in circolazione che gli emergenti già ben conosciuti a fare una sessione di musica live con un pubblico che può accedere all’evento solo tramite invito (solo per pochi). Le performance si svolgono principalmente in locali privati, e soprattutto caratteristici, creando un ambiente ancora più studiato e consono all’evento.
Perché Boiler Room è diventato così importante? La particolarità di Boiler Room è lo streaming. Gli artisti vengono filmati in live e trasmessi sia sul sito ufficiale di Boiler Room, sia su altri portali che offrono il video streaming come Youtube e Dailymotion. Oggi che l’era dello streaming è per lo più social – Facebook, le dirette sono diventate ancor più accessibili, visibili da cellulare, ed è questa oggi la vera ricchezza del progetto. L’artista si trova di fronte alla telecamera, il pubblico si trova subito dietro di lui, così vicino, alcune volte troppo, da poter toccare persino la consolle. Gli eventi una volta finiti vengono salvati nell’archivio del sito ufficiale, quindi nel caso non sia stato visualizzato in live si ha la possibilità di gustarlo on demand, le piattaforme già le conoscete, Youtube trovate tutte, per alcuni diritti Dailymotion. All’attivo Boiler Room ha più di 1.5 milioni di iscritti su Facebook. Su Youtube possiede 5 mila dirette, +300 milioni di visualizzazioni, 1M gli iscritti al singolo canale. Valore di mercato? Non ne siamo a conoscenza, ma questi sono i progetti nati con un budget di trenta mila euro e ad oggi, beh, sicuramente il valore ha assunto più di due zeri.
Quando nasce l’idea di Boiler Room? Nel Marzo del 2010, il fondatore di Boiler Room, Blaise Bellville, invitò Thristan Richards per esibirsi in una performance live streaming per il magazine di Bellville, chiamato The Platform. L’esibizione ebbe un riscontro eccellente sul pubblico e il progetto venne supportato fin da subito, per cui le esibizioni continuarono e acquisirono grande popolarità. Il nome Boiler Room venne col tempo, prende questo titolo in onore al posto in cui è stato effettuato il primo live streaming (in Inghilterra, nel locale caldaie della sede del magazi-
ne, in inglese, appunto, Boiler Room). Cinque anni dopo, Boiler Room diventerà un must per gli amanti del genere, e gira il mondo con un solo credo: la musica da club. Il vero punto forte di questo progetto è la ricerca artistica che propone grandissima creatività nella scelta della musica suonata e le indiscutibili capacità tecniche dei djs. Boiler Room ha effettuato serate in più di 50 città diverse con basi per lo più situate a Los Angeles, New York, Berlino e Londra (dove l’idea è nata). Produce circa 50 nuovi video
ogni mese, ad oggi più di uno al giorno, ed è indubbiamente il broadcaster di musica “underground” più importante del mondo. Pur essendo il progetto incentrato sui nuovi talenti dell’ambiente (scoprendo oltretutto moltissimi talenti), Boiler Room ha ospitato ormai tutti i più grandi nomi della scena; Sven Väth, Richie Hawtin, Carl Cox, Jamie XX, Ben Klock, Kerri Chandler, Laurent Garnier, Jamie Jones e moltissimi altri ancora che garantiscono la pergamena, e lo storico, di tutto quanto il progetto.
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