X Marcia della penitenza

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Impaginazione: Albamaria Frontino, Editoriale Progetto 2000, Cosenza - Stampa: tip. Perri, Lamezia Terme

Da dieci anni la città di Paola ospita la Marcia della penitenza nella prima domenica di Quaresima. Il Santo della carità sociale ci ricorda che amare la pace vuol dire lavorare concretamente per il Bene Comune. L’Ordine dei Minimi convoca annualmente i giovani per riflettere insieme sulla «dolce pedagogia» che è «la penitenza evangelica per apprendere il vero segreto della pace» come ci ha scritto nel 2003 Giovanni Paolo II. Quest’anno l’appuntamento riveste anche un carattere celebrativo in quanto ricorre il cinquantesimo anniversario della proclamazione del nostro Santo quale patrono dell’intera Calabria. In queste pagine alcuni spunti di riflessione per prepararsi alla Marcia del 2012.


San Francesco di Paola: Lumen Calabriae Mi hanno sempre commosso le parole attribuite a San Francesco di Paola quando lascia la Calabria: «Figli miei che tanto v’amo in Cristo, già mi parto da voi per la Francia, perché me lo comanda Iddio ed il Pontefice Romano… Scrivetemi spesso di voi… e sempre avvisatemi del tutto con lettere». Quanto amore ha avuto il nostro Santo per la sua Calabria e come sono emozionanti i suoi tentativi di ritornare nella sua amata terra, quando avendo terminato, secondo lui, la missione in Francia, si metteva in cammino per ritornare nel Sud Italia, ma veniva fermato, perché i progetti di Dio erano altri. Quanto gli è costato lasciare la Calabria, la bellezza dei campi, il soffio del vento, il profumo del mare, il caldo sole: in fondo, Francesco sapeva che l’emigrante di questa dolce e amara terra, non torna mai. Per questo Francesco di Paola è il figlio più luminoso della Calabria, perché, essendo lui stesso calabrese, ne capisce i problemi, aiuta tutti a vivere sereni e a debellare anche i mali che turbano la sua e nostra terra. San Francesco di Paola non ha mai dimenticato la sua gente, che ha amato in modo singolare, esaltandone le doti e le virtù che fanno il patrimonio di questo popolo generoso e diffuse ora in tutto il mondo ove palpita il cuore di un calabrese. San Francesco di Paola è cittadino di ogni città e di tutta la Calabria, entra nelle famiglie per condividere la nostra tavola, portare conforto all’anziano, salute all’infermo, lavoro e speranza ai giovani: lui accarezza e benedice i bambini, infonde coraggio a chi vive solo ed emarginato, ascolta ognuno con pazienza e distribuisce gioia e pace a tutti.

Con Francesco di Paola la Calabria è presentata come la terra che ha diffuso nel mondo, con i suoi emigranti, i valori di una civiltà cristiana plurisecolare: e ogni calabrese, in qualsiasi parte del mondo si trovi, lo invoca e San Francesco risponde intercedendo presso il Signore, perché ogni calabrese sa che può contare su di lui, sempre. A San Francesco di Paola, la Chiesa ha riconosciuto il patronato sulla Calabria perché ne è il figlio più glorioso e il padre più amato. E tu Francesco illumina la Calabria con la tua luce, riscaldala con il tuo cuore, accarezzela con il tuo vento, dissetela con la tua pioggia, baciala con il tuo amore e noi ti scriveremo lettere di amore e di lacrime e dalle colline fino al mare voleremo fra gli alberi per amare, come te, la nostra amata Calabria. padre Giovanni Cozzolino


«Amate la pace... amate il bene comune» (San Francesco di Paola)

VIAGGIO ALLA RICERCA DEL BENE COMUNE LEGENDA

a cura dei Giovani Minimi Un caleidoscopio è uno strumento che si serve di specchi e pezzetti di vetro o di plastica colorati per creare infinite strutture simmetriche, che sanno di mondo fantastico, fiabesco. Una goduria guardarci attraverso! Non a caso la parola deriva dal greco e significa letteralmente vedere bello. A giudicare da quanto scrivono i giornali e da quanto dicono in TV, non ci sarebbe un granchè di bello da guardare. Se la sono persa la bellezza, loro. Noi non voglio che succeda. È andata in mille pezzi? Beh, ricomponiamola! Bastano una fiaccola (non una torcia elettrica che sa di artificioso) e un caleidoscopio. Ecco, io ho deciso che il mondo lo guarderò così: con un caleidoscopio. Voglio vedere e vedere bello intorno. E non mi vengano a dire che non vedrei realtà, perchè se la vedo c’è! Il primo pezzo da cercare?! Ha un nome che sa di vecchio, sa di complicato, sa di distante,

Caleidoscopio: che ora vi starete chiedendo «Dove caspiterina lo trovo io un caleido.. coso?». Beh, abbiam detto o no di portare occhi nuovi? Ecco, indossando il nuovissimo paio di occhi offerto dalla nostra agenzia la vostra fede, quel sentimento strano che sentite nel cuore e che vi fa dire: «Dio mio fammi passà l’esame!», diventerà un meraviglioso caleidoscopio! Fiaccola: ecco, anche per questo strumento obsoleto sarete lì con la faccia perplessa a pensare «Ma santo cielo, le fiaccole nel duemila non le usano solo alle Olimpiadi?!». Anche qui c’è un trucchetto. Sempre indossando il suddetto paio di occhi nuovi, la Bibbia, il librone che probabilmente tenete sulla mensola a prendere polvere, potrà diventare una fiaccola speciale, più potente di mille fari da stadio! Provare per credere! di astratto eppure è più giovane, necessario e attuabile di quanto sembri: messere il Bene Comune! Non cominciate a sbadigliare nè a fare le facce scioccate! Non lasciatevi ingannare dal brutto aspetto, andate oltre. Spogliatelo, aggiustatelo un po’, lasciatevi incuriosire. Sarà un viaggio più emozionante di quanto possiate

immaginare. Altro che Costa crociere! Bisogna, però, lasciare a casa luoghi comuni e preconfezionamenti. Occhi nuovi, ecco quello che serve. A questo punto, armati un po’ all’Indiana jones, direi che siamo pronti a partire alla ricerca. Chi ama, ci segua;). Buon viaggio belli!


Il Bene Comune

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LE COORDINATE

secondo la Dottrina Sociale della Chiesa

«Won’t you help to sing this song of freedom?» Erano gli anni ’80, quelli che hanno visto nascere la maggior parte di noi. Erano gli anni di Ritorno al futuro, gli anni dei jeans e delle Converse ai piedi come un segno di riconoscimento. Gli anni dell’America, della Coca-Cola. C’era un tipo, un rastone lo chiameranno poi, che se ne andava in giro cantando Africa unite! e robe di questo tipo. Una colonna sonora per il viaggio bisognava pur trovarla e così mi è tornato in mente il rastone e la sua voce un po’ rauca, un po’ malinconica, la sua chitarra semplice e dolcissima ad accompagnare parole dure, ma di speranza, di sogni e di realtà: «Won’t you help to sing this song of freedom?...», «Mi aiuterai a cantare questa canzone che parla di libertà?!». Come a dire: «Non ha senso che io canti da solo! Cantiamo, e cantiamo insieme!». Se Bene Comune fosse questo: cantare insieme un canto di libertà? Insieme, in comune. Di libertà: libertà dalle paure, dagli egoismi, dalla schiavitù

di Antonella Torchiaro dell’ignoranza e della disillusione. «Ma attenzione – mi sono detta – da soli non si va lontano. E non si può giudicare ciò che non si conosce». Quindi ci toccherà anche studiare un po’, chiedere delucidazioni, dritte a qualche vecchio saggio incontrato lungo la strada durante questo nostro cammino.

VECCHIO SAGGIO 1

IL CATECHISMO E LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA «Per Bene Comune si deve intendere l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi, come ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente. Il Bene Comune interessa la vita di tutti» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1905). «Non vivete isolati, ripiegandovi su voi stessi come se già fosse confermati nella giustizia: invece riunitevi insieme, per ricercare ciò che giova al bene di tutti» (Lettera dello Pseudo Barnaba, 4.10)

«In particolare il Bene Comune consiste nelle condizioni d’esercizio delle libertà naturali che sono indispensabili al pieno sviluppo della vocazione umana: tali il diritto alla possibilità di agire secondo il retto dettato della propria coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso» (Gaudium et spes, 26). «Il Bene Comune implica la pace, cioè la stabilità e la sicurezza di un ordine giusto. Suppone quindi che l’autorità garantisca, con mezzi onesti, la sicurezza della società e quella dei suoi membri. Esso fonda il diritto alla legittima difesa personale e collettiva» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1909). «Il Bene Comune impegna tutti i membri della società: nessuno è esentato dal collaborare, a seconda delle proprie capacità, al suo raggiungimento e al suo sviluppo» (CEI, nota L’impegno dei cattolici nella vita politica). «Il Bene Comune esige di essere servito pienamente, non secondo visioni riduttive subordinate ai vantaggi di parte che se


ne possono ricavare, ma in base a una logica che tende alla più larga assunzione di responsabilità. Il Bene Comune è conseguente alle più elevate inclinazioni dell’uomo ma è un bene arduo da raggiungere, perché richiede la capacità e la ricerca costante del bene altrui come se fosse proprio» (Ibidem). Beh, beh, beh... i paroloni sono volati come coriandoli a carnevale. Direi di fermarsi a raccogliere le idee per fare il punto della situazione. PAROLA ALLA PAROLA: Dal Vangelo secondo Matteo (22,34-40) «Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: “Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?”. Gli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”». PENSIAMOCI SU: 1. Prova a rileggere con particolare attenzione le frasi tratte

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LE COORDINATE

Il logo del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa svolto a Verona

dal Catechismo della Chiesa Cattolica e dal Vangelo. Troverai le parole chiave per iniziare a delineare il profilo del concetto di Bene Comune. 2. Bene Comune sembra strettamente legato a comunione, corresponsabilità. Che significa questo? 3. È giusto che i giovani cristiani si impegnino in politica?

VECCHIO SAGGIO 2 ENCICLICHE

«Si ama tanto più efficacemente il prossimo, quanto più ci si adopera per il Bene Comune» (Benedetto XVI). «La Chiesa stima degna di lode e di considerazione l’opera di coloro che per servire gli uomini si dedicano al bene della cosa pubblica e assumono il peso delle relative responsabilità» (Concilio Vaticano II).

«Uno stile di vita coerente con i valori affermati è fondamentale per dare fiducia e speranza alle nuove generazioni che hanno il diritto di vedersi presentare ideali alti e nobili, come di vedere modelli di comportamento coerenti» (Card. Angelo Bagnasco). «La solidarietà è la determinazione ferma e perseverante ad impegnarsi per il Bene Comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti» (Sollicitudo rei socialis). PAROLA ALLA PAROLA: Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-29) «Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e


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LE COORDINATE

sei mai chiesto quali talenti hai? 3. Cristo ti chiede di investire (nonostante la crisi!!!) le tue capacità nella società. Hai mai pensato al fatto che non impegnarti nell’ambiente in cui vivi possa significare non far crescere nè te stesso, nè la società?

PROFILO FINALE:

volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone - sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele - gli rispose il padrone sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;

per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”». PENSIAMOCI SU: 1. Prova ad entrare nell’ottica di Gesù. Perchè il padrone se l’è presa con il servo che ha nascosto i talenti affidatigli? 2. Ancora una volta, prova ad entrare nell’ottica di Gesù. I talenti di cui parla sono anche i tuoi talenti, le tue capacità. Ti

IL BENE COMUNE SEI TU Che fatica! Abbiamo fatto un bel po’ di strada e probabilmente abbiamo iniziato a prendere coscienza di una novità straordinaria: siamo parte di qualcosa di grande! E non solo: siamo tutti indispensabili! Cristo ci chiede di metterci in moto, in attività, all’opera insomma. Forse la fede non va chiusa solo nelle Chiese, nelle preghierine, ma va anche portata in giro, nella realtà della nostra quotidianità, perchè è lì che costruisce e costruisce bellezza. La politica, allora, non sarà più solo una faccenda dei politici, ma uno strumento di costruzione della bellezza, di attenzione al Bene Comune. Niente di quello che sta nel mondo è tanto distante da noi da non riguardarci da vicino. Nessuno di noi è incapace di impegnarsi per migliorare e migliorarsi. Ecco cos’è il Bene Comune.


San Francesco di Paola

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I VIAGGIATORI

la testimonianza, l’esempio, l’impegno Il nostro viaggio continua. Ed è strano, affascinante, consolatorio e stimolante trovare per strada le tracce di chi questi sentieri li ha battuti prima di noi. È affascinante incontrare le orme, i percorsi tracciati dai viaggiatori del passato, di un passato che scopri essere tale per una questione temporale, non per altro. Perché per il resto, per i bisogni, per le insicurezze, gli interrogativi sono sempre gli stessi: quelli dell’uomo che cerca se stesso e Dio. E la storia si ripete, o ripete?

TESTIMONIANZA «Venne frate Francesco a Corigliano per ultimare il convento ancora senza acqua, distante questa parecchio da dove si lavorava. Egli senza alcuna industria o umana capacità ve la portò miracolosamente, benché la sorgente fosse lontano ben quattro miglia» (Processo cosentino 101). Questo miracolo insegna molto a tutti noi, perchè Francesco di Paola porta l’acqua non solo per le necessità del convento, ma per tutti: in fondo, così sta insegnando l’amore al Bene Comune, del quale parla anche nella lettera

di padre Giovanni Cozzolino indirizzata nel 1486 alla città di Corigliano Calabro e scritta pochi giorni dopo l’arrivo in Francia. Il Bene Comune interessa la vita di tutti: esige la prudenza da parte di ciascuno e più ancora di coloro che esercitano l’ufficio dell’autorità. Esso comporta tre elementi essenziali: in primo luogo, suppone il rispetto della persona in quanto tale. In secondo luogo, il Bene Comune è la sintesi di tutti i doveri sociali. Il Bene Comune implica, infine, la pace, cioè la stabilità e la sicurezza di un ordine giusto. «Francesco, quando dimorava nel convento di Corigliano, vide una donna che da 18 anni non si confessava: aveva fatto morire molti bambini, e aveva deciso di ucciderne ancora. Il buon Padre, appena la vide, quantunque non l’avesse mai vista prima e non avesse mai sentito parlare di lei, disse al religioso che lo accompagnava, frate Francesco da Sant’Agata: “Sappi che quella donna ha commesso molti delitti”. Poco dopo la donna venne a parlare col buon Padre, il quale le disse severamente: “Non vi bastano

i delitti, già da voi commessi; ma ne volete commettere ancora più di prima”. E riprendendola severamente, le disse: “Per carità, andate a confessarvi. Quella sciagurata confessò dinanzi a lui, pubblicamente, i suoi peccati e la volontà di non volerne commettere ancora, come le aveva rivelato il buon Padre. Dopo, la donna si rimise sulla buona via» (Vita anonima). Questo miracolo che Francesco di Paola ci insegna ci porta dentro l’essenza sia dell’umanità che del cristianesimo: qualsiasi nostro fratello o sorella perduta è un fratello o sorella da ritrovare, nessuna indifferenza, nessuna apatia, nessuna complicità con i nostri silenzi sono concepibili. È necessario farsi prossimo con parole e sguardo che salvano e convertono ad una pienezza di vita. Per Francesco di Paola, imitatore penitente del Cristo, la qualità essenziale di una comunità è l’essere fratelli: vengono abolite le distanze, le disuguaglianze e si ristabilisce, convertìti, un’uguaglianza fondamentale e una pari dignità, perché le differenze sono differenze di ruoli, di funzioni e non di valore delle persone. Dobbiamo comprendere che non siamo perfetti, non sia-


mo esenti da difetti e mancanze, siamo peccatori in stato di conversione. Ed ecco, allora, la necessità del perdono e della correzione fraterna, che Francesco di Paola mette a fondamento della vita fraterna: ciò che conta è il recupero del fratello o della sorella che ha sbagliato e non quella di dimostrare il torto, o punire, o di riportare l’ordine. Come il Signore Gesù, Francesco di Paola ci fa comprendere che c’è un valore infinito anche in una singola persona, che anche un solo uomo o donna conta, è importante e prezioso e bisogna fare di tutto per non perderlo. Francesco di Paola è maestro nell’annunciare e vivere il Vangelo della misericordia di Dio e riesce a trasmettere i tempi della pazienza di Dio: ognuno è responsabile della vita vera e realizzata dei fratelli e, ispirandosi all’episodio del romitorio con questa donna peccatrice, come Francesco di Paola, bisogna usare discrezione, severità unita a misericordia, delicatezza, tatto e rispetto. Ci vuole insegnare che il peccatore va ammonito, avvicinato a tu per tu e segretamente, mentre, sappiamo come in realtà, succede spesso il contrario: di fronte alla mancanza di un uomo o di una donna, se ne parla immediatamente con tutti, la si pubblicizza, la si divulga e, poi, magari, alla fine anche colui che ha sbagliato viene informato di ciò che da tempo conoscono tutti.

Ragazzi! Notate anche voi quello che noto io?! C’è stato un nuovo accostamento: Bene Comune-Pace! Il quadro inizia a prendere sempre più forma e si arricchisce di particolari a quanto pare. Se Bene Comune era insieme impegno, attenzione ed interesse per se stessi e per gli altri, ora emerge come tutto questo abbia effetti nella nostra vita e nella società. L’opera di bellezza che la cura nei confronti del Bene Comune costruisce è grande, maestosa ma semplice e tra le sue sfaccettature ve ne è una di valore inestimabile: la pace.

ESEMPIO «[...] Fratelli, vi esorto e vi prego, quanto posso, di esser prudenti e diligenti circa la salvezza dell’anima vostra, pensando che la morte è sicura per tutti, che la vita è breve e altro non è che fumo che presto svanisce. [...] Deponete ogni odio e ogni inimicizia, guardatevi diligentemente dalle parole più aspre e, se ne uscissero dalla vostra bocca, non vi rincresca trarne il rimedio dalla stessa bocca da cui vennero inferte quelle ferite. E così perdonatevi a vicenda e poi non pensate più all’ingiuria arrecatavi. Il ricordo della malvagità è, infatti, ingiuria, colmo di follia, custodia del peccato, odio della giustizia, freccia rugginosa, veleno dell’anima, dispersione della virtù, tarlo della mente, confusione dell’orazione, lacerazione delle preghiere fat-

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I VIAGGIATORI

te a Dio, abbandono della carità, chiodo infisso nelle nostre anime, peccato che non viene mai meno e morte quotidiana. Amate la pace, perché è molto meglio di qualsiasi tesoro che i popoli possano avere. Sappiate certo che i nostri peccati muovono Dio all’ira. Per questo correggetevi e pentitevi dei vostri peccati passati, poiché Dio vi aspetta a braccia aperte. Amate il Bene Comune, aiutate i poveri, gli orfani, le vedove [...]. Ciò che nascondiamo al mondo, non si può nascondere a Dio: convertitevi sinceramente» (dalle Lettere di San Francesco di Paola).

PENSIAMOCI SU: 1. Cosa vuol dire oggi il miracolo di San Francesco di Paola che porta l’acqua alla comunità di Corigliano Calabro? 2. Il Bene Comune è anche la condivisione dei beni spirituali, San Francesco di Paola l’ha vissuto convertendo la peccatrice alla vita buona del Vangelo: tu condividi le tue esperienze spirituali? 3. San Francesco di Paola è maestro nell’annunciare e trasmettere i tempi della misericordia di Dio: tu fai tesoro del tempo liturgico della quaresima per sperimentare la misericordia di Dio?


Il Bene Comune

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GLI STRUMENTI

e l’impegno dei giovani per la pace

Siamo quasi giunti alla mèta di questa prima parte del nostro viaggio. Abbiamo imparato a conoscere il Bene Comune; abbiamo scoperto che è bravissimo a costruire: la giustizia, la pace; soprattutto, poi, ci siamo accorti di quanto non sia per niente un tipo solitario! Ama la compagnia il Bene Comune, pos-

di Silvana Carnevale siamo dire che non vive senza, che non vive senza di noi. Siamo noi tutti e noi giovani in particolare, con la nostra freschezza, il nostro entusiasmo, la nostra sana inconsapevolezza, dunque, gli strumenti

preferiti di questo messere il Bene Comune prima così astratto ed ora, speriamo, così straordinariamente reale, tangibile, attuale. Abbiamo una grande responsabilità, è vero, ma un tipo che ci conosceva davvero nel profondo aveva capito che «i giovani hanno più bisogno d’esempi che di critiche» e

Dal Messaggio per la XXI Giornata Mondiale della Pace di Giovanni Paolo II «La giustizia cammina con la pace e sta con essa in relazione costante e dinamica. Giustizia e pace mirano al bene di ciascuno e di tutti, per questo esigono ordine e verità [...]. Giustizia e pace non sono concetti astratti o ideali lontani; sono valori insiti, come patrimonio comune, nel cuore di ogni persona [...]. La giustizia è virtù dinamica e viva: difende e promuove l’inestimabile dignità della persona e si fa carico del Bene Comune, essendo custode delle relazioni tra le persone ed i popoli. L’uomo non vive da solo, ma fin dal primo momento della sua esistenza è in rapporto con gli altri, così che il bene suo, come individuo, e quello della società procedono di pari passo: tra i due aspetti sussiste un delicato equilibrio [...]. Per una società più equa, per una pace più stabile in un mondo in cammino sulla strada della globalizzazione, è compito urgente delle organizzazioni internazionali contribuire a promuovere il senso di responsabilità per il bene comune. Ma per

giungere a ciò è necessario non perdere mai di vista la persona umana, che deve essere posta al centro di ogni progetto sociale [...]. La pace per tutti nasce dalla giustizia di ciascuno. Nessuno può sottrarsi ad un impegno di così decisiva importanza per l’umanità. Esso chiama in causa ogni uomo ed ogni donna, secondo le proprie competenze e responsabilità [...]. A voi infine, giovani del mondo intero, che spontaneamente aspirate alla giustizia ed alla pace, dico: tenete sempre viva la tensione verso questi ideali, ed abbiate la pazienza e la tenacia di perseguirli nelle concrete condizioni in cui vi trovate a vivere. Siate pronti a respingere le tentazioni di scorciatoie illegali verso falsi miraggi di successo o di ricchezza; abbiate invece il gusto di ciò che è giusto e vero, anche quando attenersi a questa linea richiede sacrificio ed impegna ad andare controcorrente. È in questo modo che “dalla giustizia di ciascuno nasce la pace per tutti”».


che «gli ideali alti ed esigenti, sono questi che attirano i giovani» (Giovanni Paolo II). Io sento un richiamo... tante voci, per un unico messaggio... E voi?! Ascoltate un po’... ascoltate con il cuore!

COSA DIREBBE SAN FRANCESCO DI PAOLA AI GIOVANI DI OGGI

Non abbiate paura, di camminare controcorrente. La vita richiede sacrifici, rinunzie; è una continua ginnastica dei desideri. Non abbiate paura di camminare in salita, solo i veri scalatori conquistano le vette! Non abbiate paura di resistere ad ogni compromesso, di rifiutare di scendere a patti con chi vuole asservire il bene più prezioso: la libertà! Non fatevi omologare dal pensiero debole, che relativizza i valori più belli e più veri della vita. Non cedete alla tentazione del denaro e del potere che non vi renderà mai liberi. Non cedete alla tentazione di conquistare le prime pagine con facilità. Opponetevi con tutte le forze ad ogni ingiustizia. Resistete al clientelismo, dove il diritto diventa favore. Io sono stato indicato come l’uomo della penitenza. Non spaventatevi e non fuggite questa realtà, tanto dura da accettare ed ostica per essere compresa. Essa, infatti, richiede dominio, autodisciplina, sobrietà, silenzio. Realtà, lontane dalla nostra vita ma necessarie se volete prendere le distanze dalle logiche

in cui siete immersi, per verificarle con un coraggioso discernimento. Proprio per questo ho lasciato scritto ai miei religiosi: “il digiuno corporale purifica la mente, sublima i sensi, sottomette la carne allo spirito, rende contrito ed umiliato il cuore, disperde i focolai della concupiscenza, estingue gli arbori della libidine e accende la fiaccola della castità”.

LE PAROLE DELLA PAROLA: Gv 15,1-17; Lc 5,1-11; Mt 5,1-2.13-16 Beh, che altro c’è da aggiungere? Sono davvero tante le sirene che cantano e devo ammettere che non ho nessuna voglia di farmi legare ad un palo per resistere loro, come fece Ulisse. Queste sirene voglio seguirle. Voglio continuare il mio viaggio, voglio construire bellezza. Il cammino è lungo e sicuramente non facile. Questo vuol dire rinunciare? No, vuol dire prepararsi. E allora, all’opera! E... ci si vede a Paola domenica 26 febbraio 2012.

PENSIAMOCI SU: Dobbiamo costruire ed essere un’unica comunità: cos’è veramente per te la comunità? Quali sono per te le cose necessarie della vita? Quali, invece, quelle che ti fanno sorridere per il bene degli altri? Mi lascio interrogare dalla vita e dalle persone che incontro? Il secondo passo da fare è conoscere: hai il coraggio di conoscere veramente per costruire la Pace e il Bene Comune? Ami e rispetti l’altro

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GLI STRUMENTI

per quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti? Credi che tu possa essere luogo accogliente per l’altro? Il terzo passo è buttarsi: quali sono i doni che posso mettere a disposizione degli altri? Ti senti attivo nel cercare di risolvere tensioni e conflitti che ti circondano? Dove sei chiamato concretamente a dare testimonianza della tua vita? L’ultimo passo è aprirsi: sei disposto a lasciarti contagiare dalla freschezza del Vangelo? A coltivare buoni valori per costruire insieme quel futuro che appartiene a tutti? Quali sono i tuoi sogni? Sono gli stessi sogni che Dio ha su di te? Dove poggiano i tuoi progetti? Hanno come fondamenta il Signore oppure…? Qual è l’impegno che oggi è richiesto ai giovani per il Bene Comune? Un impegno da protagonisti, cosi come quello degli adulti, chiamati anch’essi forse a ringiovanirsi un po’: la gioventù, infatti, non è un dato puramente anagrafico, ma la gioventù è guardare lontano ed è questo guardare lontano che deve essere la linea che ispira l’impegno di tutti per la Pace e il Bene Comune. Ti senti veramente giovane e vivi da progonista la tua vita? Ti dai da fare per dare ragioni di vita e di speranza, ovunque tu vivi? Ti senti chiamato a custodire e vivere la speranza cristiana?


Un grande progetto educativo per i giovani

Le speranze della Marcia della penitenza del 2012 di padre GIOVANNI COZZOLINO Delegato generale per la Pastorale Giovanile dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola La Marcia della penitenza non è una marcia contro qualcuno, ma una marcia per un progetto di vita, che, se accolto, trasformerà le coscienze e ci renderà veri costruttori di vita felice, come ci insegna San Francesco di Paola. Le speranze della marcia di quest’anno sono incentrate sullo slogan Amate la Pace… Amate il Bene Comune (San Francesco di Paola) e il tema vuole contribuire a mobilitare le coscienze sull’amore sempre incessante alla pace per diffondere una cultura di riconciliazione ed un effettivo amore al Bene Comune da parte di tutti, in questo momento di grave crisi che sta vivendo la nostra società. Per amare la pace e la riconciliazione bisogna impegnarsi tutti per essere liberi da: • una criminalità organizzata: libertà e verità, e giustizia e moralità, sono tra le condizioni ne-

PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA PAOLA (CS) 26 FEBBRAIO 2012 Programma della giornata

ore 16,00 raduno in Piazza Garibaldi a Paola ore 16,30 partenza della X edizione Marcia della penitenza ore 17,30 arrivo nella nuova chiesa del Santuario ore 18,00 veglia di preghiera ore 19,30 conclusione e mandato a vivere una quaresima di carità.


Paola 13 marzo 2011, neanche la pioggia ha fermato la Marcia 2011.

cessarie di una vera democrazia, fondata sull’affermazione della dignità della persona e della soggettività della società civile e la criminalità organizzata, rappresentata soprattutto dalle mafie che avvelenano la vita sociale, pervertono la mente e il cuore di tanti giovani, soffocano l’economia, deformano il volto autentico del Sud; • un’economia illegale, che non si identifica totalmente con il fenomeno mafioso, essendo purtroppo diffuse attività illecite non sempre collegate alle organizzazioni criminali, ma ugualmente deleterie come l’usura, l’estorsione, l’evasione fiscale, il lavoro nero, ecc.; • una vita povera: accanto alla risposta diretta della carità, è necessario aumentare la via istituzionale della ricerca del Bene Comune, inteso come esigenza di

giustizia e di carità; • la disoccupazione: che tocca in modo preoccupante i giovani e si riflette pesantemente sulla famiglia, cellula fondamentale della società e il problema del lavoro, soprattutto giovanile, è attraversato da una zona grigia che si dibatte tra il non lavoro, il lavoro nero e quello precario e ciò è causa di delusione, frustrazione e allontana ancora di più il mercato del lavoro del Sud dagli standard delle altre aree europee; • l’emigrazione dei giovani: il flusso migratorio dei giovani, soprattutto fra i 20 e i 35 anni, verso il Centro-Nord e l’estero, è la risultante delle emergenze sopra accennate e ai giovani bisogna far comprendere che loro sono i protagonisti di un Sud e di una Calabria migliore e che tutto ciò è questione di cultura e di una nuo-

va mentalità e che non bisogna andare a cercare lontano un pezzo di terra pulita su cui mettere i piedi, ma produrla dove ci troviamo. Per amare il Bene Comune bisogna impegnarsi tutti nel: • favorire una cultura della cittadinanza, del diritto, della buona amministrazione e della sana impresa nel rifiuto dell’illegalità, della criminalità organizzata, del lavoro nero, ecc.; • puntare in un rinnovato impegno serio e coerente nei diversi settori dell’agire sociale e nella politica, soprattutto come servizio al Bene Comune; • essere tutti veri protagonisti e testimoni di libertà: i giovani del Sud sanno bene che cosa significhino omertà, favori illegali consolidati, gruppi di pressione criminale, territori controllati, paure diffuse, itinerari privilegiati e protetti, ma sanno anche che le idee, quando sono forti e vengono accompagnate da un cambiamento di mentalità e di cultura, possono vincere i fantasmi della paura e della rassegnazione e favorire una maturazione collettiva in una prospettiva di impegno per il cambiamento per testimoniare la libertà nel e del Mezzogiorno; • l’esigenza di investire in legalità, fiducia e rettitudine: lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l’appello del Bene Comune.


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