Denunciando le generiche e deliranti teorizzazioni di Koolhaas sulla via intrapresa da architettura e pianificazione contemporanea, verso uno sviluppo frenetico quanto disperso della città come sintomo di una crisi percettiva tipica della post-modernità, la tesi è un tentativo di ricomposizione della struttura fondante la disciplina attraverso l'analisi della città globale, oggetto della recente esposizione della Biennale di Venezia con come tema Città, architettura e società. A tal scopo risulta necessario reindirizzare l'operato dell'architetto contemporaneo, per un rifiuto della diffusa pratica di star-operatore di mercato e studio-impresa vincolata al sistema economico del capitalismo avanzato, verso una nuova dimensione intellettuale strategica, riconsiderante l'identità urbana e la sua naturale necessità di spazio pubblico, che sappia rivoluzionare la disciplina attraverso una reinterpretazione dell'evoluzione attuale, evidentemente distorta.