Anno III - Nr. 9 - marzo 2015

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editoriale

Lettera di benvenuto ai visitatori di EXPO MILANO 2015

LA PUGLIA VI ATTENDE di Giuseppe Albahari

aro lettore, La redazione che ha curato questa rivista coltiva un’ambizione all’accoglienza: raccontare, illustrare, discutere di Puglia facendoti invaghire di questa penisola che s’allunga accogliente verso sudest. Nel padiglione italiano e negli spazi riservati alla Puglia forse ti imbatterai in immagini, sapori e fragranze che ti incuriosiranno, o magari ciò è già successo. Queste nostre pagine potranno servire da promemoria, ricordandoti l’arte diffusa, la cultura inaspettata e l’ambiente abbacinante di questa penisola ricca di pianure a vista d’occhio, sorprendenti colline, lagune, isole e 865 chilometri di costa, tanto sabbiosa quanto ricca di splendide grotte ed anfratti nascosti. Tale diversità si riverbera sulle eccellenze gastronomiche pugliesi. Biodiversità e sostenibilità sono argomento principe della grande esposizione universale milanese, ed una visita in Puglia dimostrara che la “dieta” mediterranea non è un mero regime alimentare. È uno “stile di vita” da declinare, come ricorda l’etimologia greca del termine; con i doni del mare che fanno la differenza, magari abbinati ai nostri olii migliori. Mani e saperi antichi hanno saputo conciliare sapori di terra e di mare in maniera unica. Ciò che hanno tramandato è un valore aggiunto che merita d’essere ulteriormente riconosciuto, apprezzato e soprattutto vissuto di persona. La Puglia ti attende certa di non deluderti, perché saprà farti parlare di sè.

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R eminder pages in order to remember to guests of Expo the widespread art, the unexpected culture and the dazzling ambient of Puglia, a land rich in plains as far as the eye can see, amazing hills, lagoons, islands and 865 kilometers of coastline, both sandy and full of beautiful caves and hidden ravines. A diversity that is reflected on the culinary excellence and on the Mediterranean “diet” which here becomes “lifestyle” to appreciate and live in person, coming in Puglia. This invitation, in the certainty that Puglia will not disappoint its guests.

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editoriale

MISTERO DA SVELARE, suggestioni da raccontare

La Puglia ti piace a pelle!

Dal significato... In Puglia: puoi goderti la Natura per ritrovare suoni, profumi e colori autentici: scoprirai un’altra dimensione di fare sport all’aria aperta; la Poesia, il Teatro, la Danza, le vivi in scenari e ambientazioni uniche: vedrai che Arte non è solo gioia per gli occhi; l’Archeologia, la Pittura, la Scultura, l’Architettura sono eredità antiche, sono la vita di popoli ancora presenti: saprai che la Storia non è solo conoscenza; l’Enogastronomia, il Folklore, la Religiosità popolare non sono rappresentazioni ad uso e consumo degli ospiti: e sentirai che la Tradizione è autenticità; il Mare non è solo bellissima spiaggia: la vita è ancora più magica nel suo profondo e i colori e i silenzi sono incantevoli nei suoi scenari subacquei. Tutto questo e molto altro avrà il potere di sorprenderti, emozionarti, incuriosirti, tutto questo te lo sentirai addosso, ti lascerà un segno indelebile nell’animo come un tatuaggio. Ti lascerà addosso un segno, perché la Puglia ti piacerà a pelle!

...al concorso... Che tu sia in Puglia per vacanza o per lavoro, oppure perché ci sei nato o ci vivi, PUGLIA&MARE t’invita a tradurre la tua emozione in un’immagine fotografica su qualsivoglia scenario di Puglia e ad inviarcela, entro le ore 12:00 del 31 agosto 2015, con un messaggio privato sulla pagina Facebook ufficiale www.facebook.com/pugliaEmare, indicando il titolo dell’immagine e il mezzo che si è usato per lo scatto (telefono cellulare o macchina fotografica). Tutte le immagini che, a giudizio insindacabile della redazione fotografica della rivista saranno ritenute meritevoli, verranno, di volta in volta, inserite all’interno dell’album fotografico dedicato al Concorso #PugliaTiPiaceaPelle. Le prime 5 foto che, entro l’ora di chiusura del concorso, avranno ricevuto il maggior numero di “mi piace” saranno pubblicate sul numero di settembre della rivista.

...ai premi! • 1° premio - L’autore della foto che si classificherà al primo posto, e che quindi sarà risultata in assoluto più votata, riceverà in premio un soggiorno per un weekend in una struttura ricettiva pugliese per 2 persone. • 2° premio - Il secondo classificato riceverà in premio una ceramica riproducente uno dei visual della campagna promozionale di PugliaTiPiaceApelle, dipinta dall’artista Enzo De Giorgi. • 3° premio - Il terzo classificato potrà scegliere tra un tatuaggio (max cm 7*8) riproducente uno dei visual della campagna o una monografia sulla Puglia. Inoltre, gli autori degli scatti in alta qualità, che vorranno inviare la loro foto sull’indirizzo info@pugliaemare.com (dopo aver accettato la relativa liberatoria), potranno avere la possibilità di vederla pubblicata, insieme alle referenze personali, sulla copertina o nelle pagine interne dei successivi numeri di Puglia&Mare.

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SOMMARIO Marzo 2015

FOCUS

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TURISMO

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AMBIENTE

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NAUTICA & MARE

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pugliaemare.com Ingresso dal Quai d'Orsay all'Esposizione di Parigi del 1889. Nel prossimo fascicolo saranno pubblicate significative riproduzioni d'immagini d'epoca.

PUGLIA & MARE

EDITORE

LE IMMAGINI E I TESTI

Rivista trimestrale dell’Associazione

Associazione culturale

pubblicati possono essere riprodotti,

culturale PUGLIA & MARE onlus, iscrizione

PUGLIA & MARE no profit

al n.3/13 del Registro della Stampa del

GALLIPOLI, C.so Roma, 211

titolare del copyright.

Tribunale di Lecce del 27 febbraio 2013

C/o Mediamorfosi - tel. 0833.261038

La collaborazione alla rivista,

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con articoli, foto e in qualsiasi

Presidente: Alessandra Bray

forma e modo, è gratuita.

DISTRIBUZIONE GRATUITA Anno III - N. 9 - Marzo 2015 Direttore: Giuseppe Albahari

Il materiale inviato alla redazione IDEAZIONE GRAFICA

non sarà restituito, salvo specifico

E IMPAGINAZIONE:

accordo. Gli articoli rispecchiano

Redattore fotografia: Alessandro Magni

MEDIAMORFOSI Strategie di Comunicazione

Redattore musicale: Enrico Tricarico

www.mediamorfosi.net - GALLIPOLI

Redattore: Nunzio Pacella

a condizione che si citi la rivista,

il pensiero dei rispettivi autori e non impegnano la rivista. TRADUZIONI: Marco Alemanno

Redattore sportivo: Pasquale Marzotta STAMPA DIREZIONE E REDAZIONE

Grafica 080 Srl - MODUGNO

73014 Gallipoli - Tel./Fax 0833.263986 g_albahari@libero.it

IN COPERTINA: elaborazione su foto di: Fulvio Romano

c/o Albahari, Via Petrelli, 17 SITO RIVISTA ONLINE

www.pugliaemare.com


FOCUS

Speciale Expo Pesca & Expo....................................................................................................................................................................................................... 09 Giuseppe Coppola | Puglia: esperienze sensoriali senza eguali ................................................................ 10 Elio Pindinelli | L’esposizione di Torino del 1884..................................................................................................... 11 Rita de Bernart | L’albero della vita.......................................................................................................................................... 14 www.mediterraneofotografie.org.................................................................................................................................................. 15

GIUSEPPE COPPOLA Imprenditore agrituristico, presidente sezione turismo Confindustria Lecce

ELIO PINDINELLI Storico Socio Società Storia Patria per la Puglia e Centro Studi “Previtali”

RITA de BERNART Coltiva la passione per scrittura e giornalismo collaborando a diversi periodici su temi di cronaca e cultura

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RAFFAELE COPPOLA Docente universitario di diritto ecclesiastico, Promotore di Giustizia del Vaticano, studioso di dinamiche Mediterranee


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Raffaele Coppola | World exposition e debito ............................................................................................................ 16 La Carta di Milano........................................................................................................................................................................................ 18 Fabio Fiori | Italia paese di santi, poeti e soprattutto pescatori ................................................................ 20 Nei mesi con la erre.................................................................................................................................................................................... 22 Sebastiano Vilella | Pesce e Dieta Mediterranea.......................................................................................................... 25 Vincenzo Zonno | Rispettare il Welfare degli animali........................................................................................... 27 Pesci: memoria & dolore....................................................................................................................................................................... 28 Lamberto Coppola | L’effetto afrodisiaco delle ostriche: mito o realtà?......................................... 29 Viva i trabucchi................................................................................................................................................................................................. 30 Giovanni Nuzzo | I turisti diventano Lupi di mare................................................................................................... 32 Expo & ambiente............................................................................................................................................................................................ 33

FABIO FIORI Marinaio e scrittore, www.maregratis. blogspot.it

SEBASTIANO VILELLA Professore associato di fisiologia dipartimento di scienze biologiche ed ambientali Unisalento

VINCENZO ZONNO Responsabile tecnico del Centro di ricerche per la pesca e l’acquacoltura di Acquatina Unisalento

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LAMBERTO COPPOLA Docente universitario di diritto ecclesiastico, Promotore di Giustizia del Vaticano, studioso di dinamiche Mediterranee

GIOVANNI NUZZO Docente presso i licei scientifici, giornalista e appassionato di mare



focus

&EXPO

PESCA

Qualità della dieta mediterranea attenta ai sapori e agli apporti dei prodotti del mare; pesca sostenibile quale rientra tra gli obiettivi dei ricercatori del centro universitario di Acquatina; sistemi di pesca come il trabucco, da tutelare tra tradizione e rispetto del mare; attività turistiche legate alla pesca qual è praticata dai pescatori che a Castro alimentano l’ultima lampara; salutari molecole donate dalla fauna marina.

ono questi alcuni degli argomenti approfonditi in queste pagine, che offrono anche uno sguardo sull’affascinante storia delle esposizioni internazionali. Di fatto, questo “focus” riunisce molti degli argomenti sui quali tecnici e politici a livello europeo - e auspicabilmente in una prospettiva euromediterranea - si stanno confrontando, alla ricerca di un equilibrio giusto e sostenibile. Un obiettivo che potrà essere raggiunto dai governi (regionali, nazionali e sovranazionali), dal pianeta pesca, dal mondo accademico, dall’associazionismo ambientalista e dalle organizzazioni della cooperazione, se avranno la capacità e la volontà di definire una politica marittima centrata sulle buone pratiche. Una politica che non danneggi alcuna delle parti, basata sul presupposto del comune interesse alla salvaguardia e alla tutela del mare.

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Q uality of the Mediterranean diet careful to the tastes and the contributions of sea products; sustainable fisheries; fishing systems such as the trabucco, to protect tradition and respect for the sea; tourism activities related to fishing; healthy molecules donated by marine life. These are some of the topics detailed in the pages of this “focus”, which also offer a look at the fascinating history of international exhibitions, and in fact brings together many of the topics on which you are comparing technicians and politicians at the European level.


FOCUS

Da expo alla Puglia e al Salento: ph Alessandro Magni

METE PER ESPERIENZE SENSORIALI SENZA EGUALI

di Giuseppe Coppola Expo 2015 è un appuntamento mondiale di straordinario impatto. Un’occasione irripetibile per consolidare l’immagine turistica della Puglia e del Salento e concretizzare il lavoro svolto negli ultimi anni dalle aziende in termini di promozione e accoglienza.

l nostro territorio, come è noto, è in cima alla lista delle destinazioni più ambite soprattutto dai turisti stranieri e da quei viaggiatori che desiderano vivere la vacanza come un bagaglio di esperienze sensoriali da portare a casa. All’interesse per l’arte, per il mare e le spiagge, per i borghi, per le tradizioni si aggiunge quello per il buon cibo. Il gusto, l’autenticità dei sapori, la tracciabilità e la storia dei cibi che si consumano sono oggi uno dei criteri fondamentali per la scelta di una meta. La Puglia e il Salento rispondono positivamente a tali esigenze. La presenza delle imprese nel palcoscenico internazionale di Expo è una tappa eccezionale e fondamentale

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per promuovere le eccellenze locali ed anche un investimento in campo turistico. Non solo nell’ottica d’intercettazione dell’enorme flusso di visitatori previsto, ma come sfida per mettere in campo il grande potenziale ancora inespresso e porre basi solide per opportunità future. Più in generale, senza dubbio Expo sarà una

forte spinta per il rilancio dell’economia locale e della competitività delle aziende. Una vetrina nella quale valorizzare e dare visibilità alle produzioni tradizionali e al contempo mettere in risalto lo spirito di innovazione e la creatività che da sempre ci contraddistinguono. Per attuare ciò è imprescindibile la coesione tra le imprese e la sinergia tra pubblico e privato. In questo senso Expo diventa anche una piattaforma per mettere alla prova la capacità organizzativa di tutto il comparto e per testare la maturità del modello proposto e l’attrattività dell’offerta.

P uglia and the Salento are high on the list of the most popular destinations among tourists and travelers who wish to experience the holiday as a wealth of sensory experiences to take home. From the interest for art, for the sea and the beaches, to the villages, to the traditions also adds that to the good food. The taste, the authenticity of flavors, traceability and history of the foods that are consumed are today one of the basic criteria for choosing a destination. Puglia and Salento respond positively to these needs

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focus

ASPETTANDO EXPO 2015

Gallipoli e il Comizio Agrario

all’esposizione di Torino del 1884 di Elio Pindinelli ’esposizione Generale di Torino del 1884 ha rappresentato per l’Italia una grande occasione, in un periodo di significative trasformazioni economiche, sociali e politiche, per evidenziare processi in parte non ancora compiuti e promuovere l’immagine di una città nel suo trapasso da capitale politica a capitale industriale. Organizzata per l’iniziativa di un gruppo di industriali vide il coinvolgimento anche degli organismi periferici, tra cui “le Camere di Commercio, i Comizi agrari”, chiamati a cooperare al buon esito dell’Esposizione. I Comizi Agrari, costituiti nel 1866, avevano sede in ogni capoluogo di Circondario con il compito di sostenere l’agricoltura, diffondendo tecniche e innovazioni nel campo agricolo. A Gallipoli il Comizio agrario costituito in “Stabilimento di pubblica

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utilità e quindi come Ente Morale” il 3 gennaio 1870. Dal 1880 promosse la pubblicazione periodica del “Presta - Bullettino del Comizio Agrario del Circondario di Gallipoli”, dal 1884 “Rivista d’agricoltura pratica”. Tra i redattori, con Vallese, Comes, Castriota e Pellegrini, anche Donato Zocco, che divenuto Segretario del Comizio Agrario impegnato sul fronte dello studio delle tipicità agricole del territorio del basso Salento. A Lui l’Assemblea del Comizio Agrario gallipolino aveva affidato l’onere di allestire una collezione di prodotti del Circondario da presentare all’Esposizione Torinese, in programma per il 1884. Un incarico che Donato Zocco portò avanti con entusiasmo, selezionando più di 400 campioni, significativi della produzione e dell’ambiente agricolo locale, che è possibile ritrovare analiticamente descritti in una rarissima “Mostra collettiva del Comizio Agrario presentata all’Esposizione Generale di Torino del 1884. Catalogo e Schiarimenti”, suddivisi in 12 categorie e 36 sezioni, in applicazione delle direttive regolamentari del Comitato organizzatore. All’opuscolo di 31 pagine complessive, stampato a Lecce nel gennaio 1884 dalla lito-tipografia editrice salentina, doveva seguire, una Monografia Illustrativa della Collezione “corredata da notizie statistiche, prezzi e schiarimenti sui prodotti esposti e sull’agricoltura del Circondario”. Un prezioso documento, quest’ultimo, che non si rintraccia presso alcuna biblioteca pubblica e probabilmente mai dato alle stampe. Dedicato a Cosimo De Giorgi, l’opuscolo contiene una scar-

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na relazione sul lavoro compiuto, nella consapevolezza dichiarata di dover “mostrare non solo a tutti d’Italia, ma anche ai moltissimi stranieri, che in gran numero accorreranno a Torino, da ogni parte d’Europa, tutto quanto produce il nostro Circondario nelle Industrie agricole ed affini”. Per Donato Zocco la partecipazione all’Esposizione torinese rappresentava “quanto di meglio, di più efficace e più pratico” potesse farsi ” per aprire nuove vie di sbocco allo smercio delle produzioni locali”. Allestisce, perciò, una rassegna quasi completa delle produzioni del Circondario di Gallipoli, un “vero inventario dello stato presente dell’agricoltura locale”, ad inizia-


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re dai semi di cereali, di foraggio, di ortaggi, oleiferi, di alberi e arbusti, di piante tessili, fino a selezionati saggi delle principali terre coltivabili. Congrua appariva la rassegna di frutti secchi, di conserve, di prodotti delle api, di farinacei e derivati; interessanti le varietà della produzione di formaggi e burro, quelle di olio d’oliva fino e comune, oltre che di olio di sanze al solfuro di carbonio e di sanze residuali dell’olio al solfuro. Nell’ambito della vinificazione la rassegna presentava sintomatiche criticità produttive, ancora ancorate al mosto e ai vini da taglio di Maglie e di Alezio. I vini di “pospasto” erano rappresentati dallo Zacarese, dal Negro-amaro e dal Moscatone. Della zona di Alezio l’aceto vecchio, lo spirito di vinacce, il Cremore di tartaro greggio e i semi di vinaccioli.In campo tessile, i campioni vegetali comprendevano il cotone sgranato e battuto, con la varietà gialla detta barbaresca, quelli animali, invece, la seta e il setone di Montesano, oltre le lane. Erano presenti tessuti casalinghi, come coperte e stoffe per abiti e fazzoletti. Non mancava il bisso e una mantiglia per signora, lavorata con lo specialissimo filato ricavato dalla Pinna Nobilis. Ad illustrare l’industria dei cuoi, figuravano materiali da concia, pelli secche di ovini e caprini, di vitella conciata e di suole di Maglie. In questa rassegna di prodotti non potevano mancare le botti di legno senza cerchi (da cantina) e quelle per l’esportazione di vino e di olio, gli ordigni da pesca con nasse e modelli di reti per vari sistemi, oltre ad

una collezione di 20 specie di pesci dei mari del Circondario, classificati coi nomi comuni e scientifici, conservati in alcool. Infine venivano presentati i prodotti dell’artigianato figulo, con stoviglie di uso quotidiano (cofani, limmi, capasoni, piatti di creta bianchi e tubi per condotti d’acqua) e terrecotte di Torrepaduli (pentole, tegami, scodelle, piatti, zuppiere, lucerne e vasi da fiori). Una rassegna alla fine non esaltante, che mostrava tutti i limiti di una economia ancora arretrata e marginale rispetto ai processi industriali e commerciali, sviluppatisi in altre zone della penisola. Nonostante ciò il Comizio agrario di Gallipoli ottenne a Torino lusinghieri apprezzamenti. Ce ne rende conto la collezione del periodico “Torino e l’Esposizione italiana del 1884” edita da Treves sotto forma di Cronaca illustrata e in cui fu scritto: “fra le Camere di Commercio che più lavorarono per Torino vanno distinte quelle di Lecce e Napoli, fra le Giunte e i Comizi, quelli di Gallipoli e di Bari”. Aggiungendo ancora che “La Mostra del Circondario di Gallipoli è perfetta e il merito di averla ordinata spetta principalmente a Donato Zocco”, del quale veniva segnalata l’utile monografia a stampa. Anche Raffaele De Cesare, illustrando la partecipazione delle Province

T he Agricultural Committees were established in 1866 with the task of supporting the agriculture. Were established in the capitals of District, among which there was Gallipoli. The meeting resolved to participate in the General Exposition of Turin in 1884 and entrusted to the secretary of the association, Donato Zocco, the task of setting up a collection of products of the district. A pamphlet informs about the rich presence in Turin, among other products, seeds, dried fruits, preserves, farinaceous and derivatives, wines, textiles, leathers, wooden barrels, terracotta and a collection of 20 species of fishes of the District seas preserved in alcohol, along with models of nets and other fishing equipment. The exhibition had appreciations and rewards gratifying.

napoletane, aveva elogiato la Mostra collettiva del Comizio Agrario gallipolino, giudicata “tra le migliori dell’Esposizione, e forse a capo delle nostre del Mezzogiorno”. Ma occorreva pur misurarsi con le più importanti realtà del Paese, che alla fine faranno incetta di medaglie e diplomi. Anche per Gallipoli arrivarono, però, i riconoscimenti ufficiali, con una medaglia d’argento nella XII classe “Olii e accessori all’oleificio” e un Diploma d’onore nella sezione XXV “Prodotti del suolo-processi e materiali”. A completare la rassegna delle ricompense è da segnalare la medaglia di bronzo assegnata a Luigi Colosso nella classe XIV “Burro e formaggi”, la menzione onorevole per l’espositore Achille Zompì di Casarano nella sezione XXVI “Frutta e legumi”, e infine una menzione onorevole alla Società industriale Gallipolina nella sezione XVI “Arti chimiche”. A Donato Zocco, che era stato inserito dal Comitato organizzatore dell’Esposizione come giurato in sezioni in cui non aveva concorso il Comizio Agrario di Gallipoli, come segno distintivo dell’opera svolta presso l’Esposizione nazionale di Torino, toccò in premio l’insegna di Cavaliere dell’ordine della Corona, conferitagli con decreto reale del 25 dicembre 1884. Intervento in versione integrale su: www.pugliaemare.com

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Una rappresentazione dallE radici antiche

L’ALBERO DELLA VITA Tessere di sapienza in mostra a Milano di Rita de Bernart

L’albero della vita della Cattedrale di Otranto diviene un’icona italiana. L’opera è uno dei motivi concettuali a cui si è ispirato il direttore creativo di Padiglione Italia per Expo 2015, Marco Balich, per realizzare il grande albero di 35 metri al centro della Lake Arena, il lago artificiale che domina lo spazio aperto dell’area espositiva, circondato da gradinate.

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al Medioevo al Rinascimento, ad ispirare l’artista anche la struttura complessa della pavimentazione di Piazza del Campidoglio realizzata da Michelangelo.Così l’albero prende forma verso l’alto. Un’esplosione tridimensionale della vita. Nel mosaico del tempio di Otranto, capolavoro del monaco Pantaleone, si possono ammirare scene bibliche dell’Antico Testamento, dal peccato originale di Adamo ed Eva, alle vicende di Caino e Abele, dalla concezione dell’Inferno e del Paradiso al Giudizio Universale. Senza trascurare i riferimenti mitologici e storici come quelli a Re Artù e Alessandro Magno. Intrisa di simbologia anche la rappresentazione dei dodici mesi dell’anno e delle fatiche stagionali.

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Un percorso attraverso milioni di tesserine che racconta il travagliato cammino dell’uomo per purificarsi dal peccato e raggiungere la salvezza eterna.

L’albero secondo Balich è un simbolo “presente anche in altre culture e che lo rende quindi un’icona italiana e allo stesso tempo internazionale”. Uno slancio verso il futuro e l’innovazione ancorati a radici profonde. Il sindaco di Otranto, però, è voluto andare al di là del riferimento alle radici. In collaborazione con la Città di Ravenna e l’Accademia di belle arti e il Liceo artistico ravvenati è stato messo a punto il progetto “Le porte di Oriente, tessere di sapienza dell’Albero della Vita”. In forza di tale iniziativa, gli allievi e i loro maestri mosaicisti stanno riproducendo alcuni dei mosaici del ciclo dei “mesi”; molti dei quali si riferiscono a pratiche agricole e alimentazioneal tempo del monaco Pantaleone, in perfetta sintonia con il tema di Expo 2015. I tondi, di grandi dimensioni e ovviamente realizzati con tecnica musiva, saranno esposti nello spazio del Padiglione Italia riservato alla Puglia.

T he mosaic of the monk Pantaleone about the floor of the Cathedral of Otranto and the paving of the Piazza del Campidoglio by Michelangelo have inspired the creative director of the Italian Pavilion Marco Balich; for which the tree is a symbol also found in other cultures and that it makes an Italian and international icon together. Rounds that reproducing images of the mosaic of Otranto will anyway reproduced with mosaic technique and exposed at the Expo.

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WWW.MEDITERRANEOFOTOGRAFIE.ORG “Mediterraneo: fotografie tra terre e mare”. È questo il coinvolgente denominatore comune delle pagine web dell’associazione di promozione sociale “Lo Cunto” di Napoli, ma anche delle mostre che di anno in anno si susseguono con significative vaziazioni sul tema. Il progetto del sodalizio punta a favorire la comprensione tra le culture e le generazioni attraverso l’interazione e l’interscambio di esperienze e risorse di differenti nazionalità, in particolare negli ambiti della fotografia e dell’arte. Semplice il percorso per ammirare immagini belle e significative: dalla sezione “fotografi” dell’homepage, si accede agli autori, professionisti di livello internazionale, ciascuno con il suo portfolio. E ciascuna immagine, sempre attenta al valore sociale e umano, aiuta a scoprire le identità culturali dei Paesi del Mediterraneo; ricordando che le realtà d’oggi sono radicate anche nei viaggi tra le diverse sponde che, dai tempi remoti, sono peculiari del Mediterraneo. Una sorta di riprova viene dal tema scelto per il progetto di quest’anno che si rifà al cibo e ai mercati , luoghi sociali per eccellenza; tanto che la mostra di Milano (altre sono in programma a Napoli e Genova) è patrocinata da Expo in Città.

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FOCUS

Expo MILANO 2015: Occasione per rivedere su basi etiche il sistema della finanza globale

World Exposition e debito di Raffaele Coppola ’Expo 2015 di Milano, segnatamente per ciò che riguarda la mancanza di cibo in non poche aree del mondo ed il suo vettore principale, ossia il diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti del pianeta, con attenzione al rapporto fra dinamiche socioeconomiche e mercati globali, appare ai miei occhi a valle rispetto al grande tema del debito (pubblico – privato – internazionale); cioè al problema dei problemi, di cui mi occupo con altri autorevoli studiosi da circa vent’anni con speciale riguardo ai Paesi del Sud del Mondo, dove il prodotto interno lordo non è nemmeno in grado di assicurare il minimo di sopravvivenza e di dignità ai propri abitanti. Risale al 29 settembre 1997 la nostra Carta di Sant’Agata de’ Goti - Dichiarazione su usura e debito internazionale, che ha fatto praticamente il giro del mondo, ivi compreso il Parlamento latino-americano e lo Stato Città del Vaticano. Essa è approdata nel Parlamento italiano con la Legge 25 luglio 2000 n. 209, il cui articolo 7 (rimasto inattuato) statuisce che il Governo, nell›ambito delle istituzioni competenti, propone l’avvio delle procedure per la richiesta di parere alla Corte internazionale di Giustizia sulla coerenza tra le regole che discipli-

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nano il debito estero dei Paesi in via di sviluppo (ma oggi si potrebbe far riferimento al debito tout court) ed il quadro dei principi generali del diritto e dei diritti dell›uomo e dei popoli, tenuti presenti dagli autori della legge (On. Cherchi ed altri) secondo la versione consolidata della Carta di Sant›Agata de’ Goti. Essa, pertanto, è sempre più dolorosamente attuale e lo è ancor maggiormente ove si pensi alla necessità, da Papa France-

sco messa tante volte in evidenza e ribadita nel maggio 2013, parlando ad un gruppo di nuovi ambasciatori presso la Sede Apostolica, di rivedere su basi etiche il sistema della finanza globale a fronte di pericolose ideologie, “che promuovono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria, negando così il diritto di controllo agli Stati pur incaricati di provvedere al bene comune” (Lettieri - Raimondi).

Il professore Coppola, Promotore di Giustizia della Corte d›Appello Stato Città Vaticano, consegna a Papa Francesco un dossier sul debito. Per gentile concessione del Servizio fotografico de L›Osservatore Romano - 8 novembre 2013

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focus

La richiesta tramite l’ONU di un parere consultivo alla Corte di Giustizia dell’Aja, per la quale ci battiamo da tanti anni, potrebbe essere (e farò di tutto perché lo sia) il fulcro del previsto intervento del Santo Padre all’Assemblea Generale del settembre 2015 in New York, ove si prendano in considerazione i suoi punti di forza e di concretezza, che mirano a scongiurare milioni di morti, di cui l’umanità intera, a partire da chi scrive, non cessa di essere a diverso titolo responsabile. Più a monte, indicherei nella “crescita” e nello “sviluppo”, non imprigionati dai meccanismi finanziari, le opzioni fondamentali del “villaggio globale”, governato, come affermato

da Benedetto XVI nella Caritas in veritate, da un’autorità pubblica a competenza universale nel contesto di un processo di riforma che abbia come punto di riferimento l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Si tratta di obiettivi senza i quali nessun processo “secondario” di revisione sul piano interno degli Stati può assumere effettiva consistenza, mentre si delinea, sempre meno sullo sfondo, lesigenza di un organismo che svolga, eticamente (vorrei dire religiosamente), le funzionidi una sorta di Banca Centrale Mondiale,la quale regoli il flusso ed il sistema degli scambi monetari alla stregua delle Banche Centrali Nazionali, ma senza soppiantarle.

E xpo 2015 can be an opportunity to review on ethical basis the system of global finance, as evidenced by Pope Francis, in order to overcome the absolute autonomy of markets and financial speculation, the result of ideologies that effectively deny the right to control to the Member in charge of the common good; which could instead be favored by a public authority with universal competence in the context of a reform process that has as its benchmark the United Nations Organization.

Volevo che la mia Gallipoli e la mia Puglia, tramite questa bella rivista ed in previsione dell’Esposizione Universale sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, fossero al corrente di tali aspetti non laterali del servizio professionale, scientifico ed operativo che svolgo in favore della Sede Apostolica e direi anche dello Stato. Ciò in un’ottica che, in vista del bene comune, supera le tradizionali, obsolete forme di separazione fra Confessioni religiose (in primis la Chiesa cattolica) e Comunità politica, nonché congruente con i compiti propri del Pontefice, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, il quale secondo Margiotta Broglio “è la sola autorità religiosa che svolge un ruolo diretto nella politica mondiale”


FOCUS

LA CARTA di MILANO

È stato denominato “Carta di Milano” e condenserà la proposta italiana sui temi dell’alimentazione, filo conduttore di Expo Milano 2015, il documento che a conclusione della manifestazione sarà consegnato al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon. a sostenibilità e la lotta agli sprechi di cibo quale strumento per contrastare la malnutrizione, saranno le linee guida del documento, elaborato durante incontri denominati “Expo delle idee”, che si prevede sia sottoposto alla sottoscrizione dei visitatori dell’Esposizione Universale. Di seguito, si riportano due significative posizioni che è auspicabile trovino pieno accoglimento nella “Carta”. La prima è quella espressa dal Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. “L’aumento delle diseguaglianze tra Paesi ricchi e popolazioni povere, in costante lotta per sopravvivere alla denutrizione”, sostiene il Capo dello Stato, “rende indispensabile l’adozione di un nuovo modello di sviluppo che modifichi questa inaccettabile tendenza, nel rispetto dei fondamentali valori riconosciuti e sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Si tratta di una sfida globale che interessa l’intero pianeta e

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che richiede scelte politiche e azioni condivise per la gestione sostenibile delle risorse, la difesa delle biodiversità, la salvaguardia e valorizzazione dei territori, troppo spesso messi a rischio da comportamenti egoistici ed irresponsabili. Il confronto e lo scambio di conoscenze ed esperienze nazionali ed internazionali che si rinnova in questa sede, punto di partenza per la futura sottoscrizione della “Carta di Milano”, rappresentano una preziosa opportunità per promuovere lo sviluppo di un’autentica cultura del rispetto e della tutela del pianeta, fondata su una corretta educazione ambientale ed alimentare”. “Rinunciare all’autonomia assoluta dei mercati e delle speculazioni finanziarie, per superare il paradosso che c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi”.

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T he “Charter of Milan” is the document that will be signed by visitors of EXPO and that at the end of the event will be delivered to the UN Secretary General, Ban Ki-Moon. Among the most significant contributions in its elaboration, those of the President of Italian Republic Sergio Mattarella that advocates the development of an authentic culture of respect and protection of the planet and of Pope Francesco that hopes the political choices of integral development founded on the dignity of the human person and respect for Creation.

Così Papa Francesco, che ha esortato a riscoprire la dignità della persona umana e il bene comune come pilastri sui quali impostare una politica di vero sviluppo integrale, ed ha concluso: “La terra, che è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza o peggio ancora arroganza da padroni. Dobbiamo riportarla ai nostri figli migliorata, custodita, perché è stato un prestito che loro hanno fatto a noi. L’atteggiamento della custodia non è un impegno esclusivo dei cristiani, riguarda tutti”.


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FOCUS

ITALIA PAESE DI SANTI, POETI e soprattutto pescatori

ph Nunzio Pacella

di Fabio Fiori*

Se in tanti dubitano che gli italiani siano stati, almeno nel Novecento, un popolo di navigatori, nessuno può negare che siamo invece dei pescatori. lo siamo ancora, considerando che si contano 30.000 pescatori professionali a cui si aggiungono un milione di sportivi in mare e molti di più nelle acque interne. Del resto non potrebbe essere altrimenti per una penisola immersa nel Mediterraneo. La pesca è sempre stata e continua ad essere un’attività fondamentale, sia in termini economici che culturali.

E

Malgrado le tumultuose trasformazioni socio-economiche dell’ultimo mezzo secolo e le altrettanto significative criticità ambientali, in Italia i pescherecci sono 13.000 e sbarcano ogni anno 200.000 tonnellate di pesci, molluschi e crostacei. Tutti di prima qualità! È, e sarà sempre di più, proprio la qualità, in termini di freschezza e valore nutrizionale, l’aspetto fondamentale della produzione.

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I pesci mediterranei sono piccoli (per inciso molti non crescono di più), se paragonati a quelli oceanici, ma ottimi per caratteristiche organolettiche e soprattutto perché spesso si possono consumare in giornata, grazie a una capillare distribuzione della flotta lungo gli ottomila chilometri di costa e un’altrettanto diffusa rete di piccole pescherie, che sono i veri presidi della tipicità ittica italiana. L’eccellenza del prodotto trova poi nella fantasia gastronomica locale mille variabili, tutte ricchissime di sapori e di storie.


focus

Cos’è del resto la colatura di alici di Cetara se non un incredibile avventura culturale e gastronomica? Innanzitutto i pescatori che ogni notte da secoli escono nel periodo primaverile nelle acque della Costiera Amalfitana, accendono le lampare per attrarre le alici, calano il cianciolo, una lunga rete con cui circondano il pesce, per poi chiuderlo e salparlo in religioso silenzio. C’è poi il lavoro di preparazione, conservazione e filtrazione che viene fatto a terra, secondo un’arte che si tramanda da secoli di padre in figlio. O le pittule di calamaro di Gallipoli, frittelle che hanno un cuore saporito come il mare salentino. O ancora le moleche di Chioggia, granchi pescati per essere poi selezionati e mantenuti nei vieri in attesa della muta. Solo in quel preciso momento, quando il corpo è molle, possono venire fritti e diventare dei bocconi di insuperabile gusto. Ci sono poi pesci di cui non si butta niente, anzi dalla trasformazione di alcune loro parti meno nobili si ottengono vere e proprie leccornie.

Senza scomodare il tonno, il più nobile dei pesci mediterranei, basterà qui ricordare l’umile muggine di Oristano, dalle cui gonadi si ottiene però una bottarga altrettanto esclusiva. Anche in questo caso le arti della pesca si fondono con quelle alchemiche della conservazione, nel rispetto dei cicli naturali. In Italia non c’è borgo marinaro che con abbia la sua tipicità, il suo piatto capace di raccontare una storia di mare. Storie che hanno per protagonista un pesce e inevitabilmente un ambiente che va tutelato. Altrettanto inevitabilmente meritano la massima attenzioni le comunità di pescatori che, a prescindere dal luogo di nascita, con il loro lavoro rinnovano quella koiné peschereccia mediterranea di millenaria ascendenza.

Viva il pesce quindi! fresco, freschissimo, quello che ogni giorno sbarcano i nostri pescatori, produttori sì, ma anche custodi di culture, vigili di ambienti.

F ishing has always been and continues to be a fundamental activity in both economic and cultural terms. The excellence of the fish find also a thousand variables, all rich in flavor and stories, in the fantasy of the local gastronomy. In Italy each fishing village has its typicality, his dish able to tell a story of the sea. Stories whose protagonist is a fish and inevitably an environment that must be protected.

*Da diversi anni è impegnato nel progetto Mare gratis. Il mare come bene comune, a cui ha dedicato il blog http://maregratis.blogspot.com/

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FOCUS

Ricci di mare: golosità e non solo

Nei mesi con la erre...

Crude o cotte, le uova dei ricci di mare sono una delizia che i buongustai non si lasciano sfuggire. rude, si possono raccogliere dal guscio con un pezzetto di pane morbido (il cucchiaino proprio no) e donano un sapore unico se il colore esalta varie sfumature di giallo, straordinario se di colore rosso vivo. Cotte, sono utilizzate per condire preferibilmente la pasta, magari aderendo al suggerimento dei gastronomi di aggiungere uova crude dopo avere impiattato; in ogni caso, il sapore è particolare, unico. I ricci - per dirla con Linneo, Paracentrotus lividus della famiglia degli echinodermi - si catturano immergendosi in apnea, atteso che vivono su fondali bassi, privilegiando le praterie di posidonia. Secondo un detto popolare non privo di riscontro scientifico, i ricci sono più ricchi di uova nei “mesi con la r”.

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Va per altro ricordato che nel bimestre maggio-giugno vige il divieto di cattura a causa del fermo pesca biologico. Il rapporto tra la parte edibile commestibile del riccio e il suo guscio irto di aculei è molto basso, ma le uova, oltre che saporite, assicurano un apporto nutrizionale di proteine, grassi insaturi e sali minerali, ma anche di colesterolo. A ciò si aggiunge una buona notizia proveniente dalla Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, i cui ricer-

catori, in collaborazione con quelli dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr di Avellino e dell’università degli studi Federico II di Napoli, hanno scoperto le potenzialità di una molecola derivata dalle uova di riccio. Essa infatti protegge l’embrione umano dai radicali liberi che si formano all’atto della fecondazione e svolge un’azione antitumorale sulle cellule del carcinoma epatico. Insomma, molti doni e sorprese possono ancora giungere dal mare, soprattutto se si considera che è l’ambiente meno esplorato del globo, che pure ricopre per oltre il 70 per cento della superficie, e si conosce ben poco della biologia di molti degli organismi che lo abitano.

T he sea, the larger environment and least explored of the globe of which covers 70 percent of the area, always hold new surprises. Among these, the recent discovery of the quality of the sea urchins: not only their eggs are highly appreciated by gourmets, but contain a molecule that protects the human embryo by free radicals that are formed at the time of fertilization and carry out an anticancer action on the cells of Hepato Cellular Carcinoma.

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focus

Pesce e dieta mediterranea di Sebastiano Vilella

a cosiddetta “Western diet” è considerata un fattore di rischio per le malattie infiammatorie croniche ed il cancro: essa è caratterizzata da elevati livelli di carni rosse, carboidrati semplici (zuccheri), grassi, cereali “raffinati” e da bassi livelli di vegetali, frutta e pesce. L’utilizzo di questa dieta si correla con il drammatico aumento della incidenza delle malattie infiammatorie croniche nelle ultime sei decadi. Al contrario la dieta mediterranea (iscritta nel 2010 dall’UNESCO nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità) è considerata la dieta standard per la salute dell’uomo. Essa rappresenta un modello nutrizionale tipico di molte popolazioni del bacino del Mediterraneo, è ricca di olio di oliva, frutta, verdure, cereali integrali, frutta secca, pesce e pollame. Essendo povera di carni rosse e carboidrati semplici è molto più vicina alla dieta dei nostri antenati di quanto non lo sia la dieta attuale. Il suo utilizzo riduce il rischio di malattie cardiovascolari, cancro, Alzheimer, Parkinson e morte prematura in genere. Sarebbero proprio le caratteristiche nutrizionali del complesso degli alimenti, piuttosto che i singoli macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi) e micro-nutrienti (minerali e vitamine), a giocare un ruolo importante nell’effetto protettivo della dieta mediterranea. Non a caso la piramide alimentare, che riassume i consigli dietetici per una corretta alimentazione allo sco-

ph Nunzio Pacella

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po di prevenire l’obesità, è basata sulla dieta mediterranea. Tra i componenti della dieta mediterranea un ruolo importante è svolto dal pesce in quanto è un’eccellente fonte di proteine, un’ottima fonte di minerali (iodio, fosforo, selenio e fluoro) e di vitamine (in particolare A, B6 e D nei pesci grassi). Il pesce è più digeribile della carne, poiché ha un contenuto totale di grassi più basso ed un più basso contenuto di collagene. Inoltre il pesce ha un elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi (Omega-3 e Omega-6) che, assieme ai grassi mono-insaturi (acido oleico contenuto nell’olio di oliva), hanno la proprietà di ridurre i livelli del colesterolo “cattivo”. Il consumo di pesce fa bene alla salute ma, a livello globale il prodotto della pesca, non è in grado di soddisfare le necessità della popolazione. È per questo motivo che attualmente circa la metà del pesce che arriva sulle nostre tavole proviene dall’acquacoltura. La cosa può piacere o meno ma, come evidenziato dall’organizza-

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zione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), nella prospettiva del costante aumento della popolazione mondiale e della riduzione delle riserve naturali di pesce, l’acquacoltura sostenibile è l’unico modo per garantire il necessario approvvigionamento senza mettere a rischio il futuro degli stock selvatici. T he standard diet for human health, so UNESCO has evaluated the Mediterranean diet, which in 2010, it was included in intangible heritage of humanity. It represents a nutritional model typical of the Mediterranean countries, based on olive oil, fruits, vegetables, grains, nuts, poultry, and not least the fish; which is the major supply of protein, minerals, vitamins and polyunsaturated fatty acids. Fish is good and the sustainable aquaculture is the only way to dispose of it in sufficient quantities for the growing world population without jeopardizing the wild stocks.



focus

Il Centro di ricerche per la pesca e l’acquacoltura di Acquatina dell’Università del Salento

Rispettare il Welfare degli animali di Vincenzo Zonno

Il Centro di Ricerche per la Pesca e l’Acquacoltura di Acquatina, dell’Università del Salento riunisce in se una serie di competenze ed elevate professionalità tecniche mirate all’incremento delle conoscenze, alla creazione e al trasferimento di know-how e alla valorizzazione delle risorse umane nel settore dell’acquacoltura e della pesca, rappresentando un momento di aggregazione tra la fase di ricerca, di determinante importanza ma non in grado di attivare da sola le necessarie ricadute economiche, e quella produttiva stessa.

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FOCUS

l Centro, considerata la sua ubicazione e il contesto scientifico nel quale nasce, si candida a diventare un punto di riferimento per una vasta area del Mezzogiorno dell’Italia e dei Paesi vicini che si affacciano sul Mediterraneo, per lo svolgimento di ricerche sia di base sia applicate, che affrontino le reali problematiche dei produttori.

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La strategia del Centro è orientata all’ottenimento di prodotti ittici sicuri e di qualità, nel rispetto dell’ambiente e del welfare degli animali allevati. Alcuni tra i principali progetti di ricerca in corso riguardano la riproduzione e l’allevamento di nuove specie per l’acquacoltura e la pesca; la definizione di protocolli e metodologie per la completa tracciabilità dei prodotti della filiera ittica; lo sviluppo di applicazioni biotecnologiche per la crio-conservazione di gameti, il miglioramento dello stato di salute degli organismi allevati, la riduzione dei rischi dovuti a patologie e la mitigazione dell’impatto ambientale; la valutazione qualitativa e quantitativa delle risorse ittiche costiere ai fini della loro valorizzazione produttiva e lo sviluppo di sistemi di allevamento eco-compatibili e sostenibili; la sperimentazione di programmi di monitoraggio ambientale, compreso il bio-monitoraggio,

e lo sviluppo di modelli di gestione delle aree costiere. I principali benefici attesi sono legati allo sviluppo orizzontale e verticale del settore e possono essere riassunti in: aumento della capacità produttiva totale del settore; sviluppo di un’acquacoltura ad elevata compatibilità ambientale; tutela e aumento della biodiversità, con particolare riferimento alle specie autocto-

ne; riduzione dei costi di produzione attraverso la crescita tecnologica delle imprese; incremento dei livelli di sicurezza relativi alla produzione, agli addetti e all’ambiente; protezione, recupero e valorizzazione delle risorse naturali; formazione di tecnici specializzati e riqualificazione degli addetti; forte spinta occupazionale in aree a alto livello di disoccupazione.

O btain safe and quality fish products respecting the environment and the welfare of animals bred is the mission of the Research Centre for Fisheries and Aquaculture of Acquatina, of University of Salento, who among the benefits expected, lists an increased productive capacity of the sector, preservation and enhancement of biodiversity, reduction of production costs, increase security levels on production, operators and environment and training of specialized technicians.

PESCI: MEMORIA & DOLORE Da qualche tempo, la scienza sta smantellando alcune certezze sui pesci. Si è cominciato con l’appurare che non sono affatto muti, secondo il diffuso modo di dire, ma al pari di altri esseri viventi comunicano con suoni, addirittura da prima che lo facessero altre specie animali. Poi è stato assodato che sono dotati di sensibilità e consapevolezza, facoltà che autorizzano a pensare possano essere sensibili al dolore. Infine, altri scienziati hanno dimostrato che i pesci sono dotati di memoria. Insomma, una serie di studi suggerisce che il pesce è - a volere essere cauti si può aggiungere: molto probabilmente - un essere senziente; e da ciò deve scaturire la necessità di elevare ed estendere anche ai pesci, quella soglia di rispetto che deve essere comunque e sempre elevatissima nel trattare qualsiasi essere vivente.

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focus

L’effetto afrodisiaco delle ostriche: mito o realtà? di Lamberto Coppola

“Mangiando le ostriche con quel forte sapore di mare e quel leggero sapore metallico, bevendo il loro liquido freddo da ogni guscio, accompagnandolo con un gustoso vino frizzante, quella sensazione di vuoto sparì e cominciai ad essere felice”. Ernest Hemingway

Ma c’è di più! Le ostriche, come molti altri frutti di mare, contengono un’alta percentuale di Zinco il quale, oltre ad essere un ottimo antibiotico naturale a livello delle vie genito-urinarie e della prostata, aumenta in maniera sensibile la funzione riproduttiva e sessuale sia per l’uomo che per la donna. Lo zinco, infatti, ha un ruolo fondamentale nello stabilizzare il DNA dei gameti (spermatozoi e ovociti) ed entra a far parte di numerose reazioni biologiche che sono all’origine della vita. Questo non significa certo che per mantenere il proprio apparato riproduttivo in buona salute bisogna consumare ostriche in quantità ad ogni pasto. È sufficiente assicurarsi un congruo apporto di Zinco raccomandato nella dieta (10 mg al giorno per gli uomini e 7 mg per le donne), in quanto l’eccesso ha effetti dannosi sull’organismo. Inoltre le patologie prostatiche infiammatorie o il varicocele aumentano di per sé la quota di Zinco a livello genitale, per cui in questi casi aggiungerne altro nella dieta, magari abbondando con le ostriche o frutti di mare, potrebbe essere addirittura controproducente per la salute riproduttiva della coppia. Nostri studi hanno infatti dimostrato che la presenza di Zinco in eccesso negli spermatozoi può essere la causa di aborti precoci nella donna. Quindi est modus in rebus nel consumare questi molluschi, specie se si hanno affezioni prostatiche.

ià nell’antichità le ostriche venivano consumate in abbondante quantità sia crude, accompagnate da un po’ di limone, che cotte. I Romani addirittura trovarono il modo per creare degli allevamenti ed esaltavano sia il gusto che le proprietà curative, pur non descrivendo nei dettagli le proprietà benefiche di questi frutti di mare. Il medico umanista Michele Savonarola attribuiva il loro potere seducente e sensuale probabilmente a causa della “ventosità del loro guscio” e per la “forma del frutto”, simile agli organi genitali femminili, tanto che mise in guardia contro gli istinti lussuriosi scatenati da questi molluschi. Lo stesso Giacomo Casanova, come si legge nei suoi diari, era un grande consumatore di ostriche e nei suoi incontri amorosi queste rappresentavano un cibo da seduzione. Scrive, infatti:“Per puro caso un’ostrica che stavo per mettere in bocca ad Emilia sdrucciolò fuori dal guscio e le cadde sul seno. La ragazza fece il gesto di raccoglierla con le dita, ma io glielo impedì, reclamando il diritto di sbottonarle il corpetto per raccoglierla con le labbra nel fondo in cui era caduta...” Solo ai giorni nostri si è riusciti a capire il motivo di così tanto fervore quando si mangiano le ostriche. Un lavoro scientifico presentato a San Diego durante il congresso della American Chemical Society ha dimostrato che le ostriche sono ricche di Acido D-Aspartico, aminoacido notoriamente coinvolto nella secrezione degli ormoni della sessualità. Questa sostanza infatti aiuta l’organismo a rilasciare alcuni ormoni (GN-Rh e LH) che regolano la produzione di testosterone da parte del testicolo e di estrogeni e progesterone da parte delle ovaie. L’Acido D-Aspartico è normalmente presente nel liquido seminale, nei testicoli e negli spermatozoi di uomini adulti sani, ma nei casi di sterilità maschile o di impotenza questo si riduce dalle 3 alle 6 volte a seconda della gravità del quadro clinico.

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T he presence in the oysters of an amino acid involved in the secretion of hormones of sexuality as well as a high percentage of zinc which increases the reproductive and sexual function both for men and women, has recently explained why it was conferred to them, since the Roman times, a power “seductive and sensual.”

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FOCUS

VIVA I TRABUCCHI I trabucchi di Puglia sono un bene collettivo tutelato. Lo ha deciso nelle scorse settimane il consiglio della Regione Puglia, che a voti unanimi ha riconosciuto la valenza storica di questo antico sistema di pesca, presente soprattutto nella parte centro-meridionale dell’Adriatico.

a tecnica consiste nell’intercettare il pesce con grandi reti quadrangolari “a bilancia” che si protendono sul mare, spesso mediante palafitte. Sul Gargano, invece, ciò avviene grazie a strutture di legno posizionate ai vertici di promontori, così da allontanare più agevolmente la rete dalla terraferma mediante un sistema di pertiche e antenne. Un argano consente di sollevare tempestivamente la rete quando il pescatore valuta di potere catturare il pesce finito nel trabocchetto; ciò ha originato il nome dell’impianto, che sovente, soprattutto in Puglia, non si limita a piattaforme e antenne, ma è arricchito da ambienti talvolta ampi. La Regione Puglia ha deciso che i trabucchi, che hanno origini molto antiche e secondo alcuni addirittura

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Foto di Nunzio Pacella

fenicie, non possono essere rimossi, neppure parzialmente, né danneggiati, ma devono essere salvaguardati, tutelati e valorizzati. In realtà tali manufatti racchiudono valenze storiche, identitarie, paesaggistiche e ambientali che li rendono ben meritevoli d’essere tramandati.

Rappresentano un bene forse ormai poco funzionale al compito per cui è stato ideato, ma sicuramente suscettibile di valorizzazione culturale, un bene che ogni turista alla ricerca dell’intima essenza del territorio, del suo patrimonio culturale e della sua poesia, dovrebbe apprezzare da vicino.

T he trabucchi are fishing tools that allow to intercept the fish through quadrangular large nets called “dip-drop” that extend to the sea, often using stilts. For a few weeks, a regional law protect the trabucchi of the Apulian territory, which have ancient origins and perhaps even Phoenicians and can help unravel the inner essence and the poetry of the territory.

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FOCUS

Un’opportunità per i vacanzieri sul mare di Castro

I TURISTI DIVENTANO LUPI DI MARE e tengono accese le ultime lampare di Giovanni Nuzzo

In passato la costa del basso Adriatico, da Otranto a Santa Maria di Leuca, a tutti coloro che nelle calde sere d’estate volgevano lo sguardo da terra verso il mare, in attesa di una brezza refrigerante, offriva durante la notte lo spettacolo ammaliante delle lampare, sorgenti luminose montate su dei gozzi in legno atte ad attirare il pesce in superficie.

uesto tipo di pesca, nota con il nome di “cianciolo”, veniva effettuata dal tramonto all’alba, con la luce alimentata in tempi passati a carburo, poi a petrolio, quindi a gas e solo recentemente da gruppi elettrogeni. Una tradizione assai remota che per secoli ha permesso ai pescatori di Castro, Tricase, Novaglie , Leuca e Gallipoli di sfamare le proprie famiglie. Ma oggi, con la progressiva scomparsa degli antichi mestieri

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e con il calo vertiginoso di giovani disposti al duro lavoro di chi va per mare, la pesca con la lampara ha subito un duro colpo. Complice anche una recente normativa del Ministero delle politiche agricole che comporta ulteriori difficoltà per il settore, in quanto ha imposto che a bordo del motopeschereccio (“madre”) vi siano nove unità, aggiunte ad altre tre componenti sulle imbarcazioni più piccole (“figlie”).

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Una legge che non fa i conti con i cambiamenti del tempo, non tenendo in considerazione la riduzione del numero degli artigiani e le difficoltà economiche alle quali devono far fronte, mettendo a rischio questa pratica e la stupenda scenografia notturna a cui davano vita, sia in mare, sia in porto, quando al rientro dalla pesca donne laboriose lungo il molo rattoppavano le reti per il giorno successivo.


focus

Per fortuna, però, la passione e la tenacia di chi ha trascorso una vita in mare possono essere più forti delle difficoltà economiche e degli ostacoli legislativi e burocratici. Così a Castro ha preso piede l’attività di Pescaturismo”, sostenuta anche dalla lungimirante delibera dell’amministrazione comunale di qualche anno fa, varata per far sopravvivere l’unica lampara: la “Rosa dei venti” (motopesca di 12 metri) al comando di Luigi Schifano. I turisti possono così salire a bordo al fianco ai lupi di mare: Vincenzo Rizzo, Antonio Schifano (timoniere), Luigi e Pino Rizzo, Donato Carrozzo, Pasquale Schifano, Ludovico e Antonio Lazzari con il “nonno” Floriano Fersini ultraottantenne. Gli ospiti hanno anche la possibilità di ammirare dalla barca il panorama del parco costiero regionale e di dare una mano agli uomini veterani tirando la rete “chianci”, un tramaglio rettangolare a circuizione che una volta calata in uno specchio di acqua imbriglia i pesci tra le maglie.

Si pesca di tutto: sardine, vope, sgombri, cefali, orate, saraghi, fino al pesce di taglia grossa come tonni, palamite, lampughe. Una piacevole notte sotto le stelle anche per apprendere il duro mestiere dei pescatori e la tecnica di pesca. Mare, vacanza, gastronomia e tanto pesce per una nuova forma di svago. A mezzanotte, poco prima di

iniziare a tirare le reti a bordo si mangiano, taralli, frutta secca, frise con pomodoro, angurie accompagnato da vari bicchieri di negroamaro o birra. Dopo aver respirato tanta aria salmastra, si rientra in porto alle prime luci dell’alba, salutando i lupi di mare e ringraziandoli. Anche perché fanno ancora vivere le lampare.

W as powered by carbide, then by oil, then by gas and recently by electric generators: is the lampara, light source that allows fishing at night. This system is now little practiced, because a recent law imposes a substantial presence of people on board. In Castro, the survival of the last lampara is sustained by the recreational fishing, who allows tourists to participate in the fishing excursion beside the sea dogs.

EXPO & AMBIENTE Il prossimo 5 giugno, l’Italia ospiterà la Giornata mondiale dell’Ambiente, che si celebra dal 1972. L’UnepProgramma ambiente delle Nazioni Unite, ha scelto l’Italia in quanto sede dell’Expo 2015. Quella sull’Ambiente sarà una delle tre iniziative internazionali dell’ONU; le altre saranno la Giornata mondiale Umanitaria (19 agosto) e la Giornata mondiale dell’Alimentazione (16 ottobre). Comune denominatore delle iniziative, l’obiettivo “Fame zero”, una “sfida” per conseguire la gestione responsabile delle risorse naturali del pianeta e la sostenibilità dei sistemi alimentari, un tema perfettamente in linea con quello dell’Esposizione Universale di Milano. Ed eliminare gli sprechi diventa sempre più necessario ed urgente, essendo stato calcolato che ogni anno sono buttate 1,3 tonnellate di cibo, mentre un miliardo di persone sono sottonutrite. Il 5 giugno i Paesi e i partecipanti ufficiali all’EXPO si uniranno alle celebrazioni mostrando il loro impegno nelle sfide ambientali, ma l’ONU chiede a ciascuno di dare il proprio contributo per renderla sempre di più una “giornata popolare” in cui ciascuno faccia qualcosa di positivo per l’ambiente, trasformando le azioni individuali in una forza collettiva e generando così un impatto positivo esponenziale sul pianeta.

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TURISMO

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Turismo Nunzio Pacella | Discovering Puglia: Intervista a Stefania Mandurino.............................................. 36 Rita de Bernart | L’acquario del Salento............................................................................................................................. 39 Nunzio Pacella | Weekend a Trani.............................................................................................................................................. 41 Olio d’oliva volutamente vergine................................................................................................................................................. 43 Viaggi e miraggi............................................................................................................................................................................................... 43 Nunzio Pacella | La sporta: La Puritate................................................................................................................................. 44 Alfredo Albahari | Piano paesaggistico territoriale Pugliese.......................................................................... 46 Bandiere Verdi in Puglia........................................................................................................................................................................ 46

NUNZIO PACELLA Scrittore, giornalista, gastronomo e giornalista gastronomo

RITA de BERNART Coltiva la passione per scrittura e giornalismo collaborando a diversi periodici su temi di cronaca e cultura

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ALFREDO ALBAHARI Docente emerito di Navigazione negli istituti Nautici


TURISMO

Intervista a Stefania Mandurino, responsabile di DiscoveringPuglia

Scopri parchi, riserve e aree marine di Puglia

con Discovering Puglia natura e sport

Un’iniziativa di Puglia Promozione in collaborazione con Legambiente e WWF

Testo e foto di Nunzio Pacella

Che cos’è DiscoveringPuglia? a Puglia è bella per natura. DiscoveringPuglia - Natura e Sport è il progetto di valorizzazione e fruizione turistica degli attrattori ambientali di Puglia che concorre a promuovere il turismo naturalistico e attivo sul territorio pugliese attraverso la fruizione turistica dell’inestimabile patrimonio ambientale ed esplorare anche il rapporto tra natura ed enogastronomia perché i nostri parchi sono ricchi di produzioni vitivinicole, orti delle tipicità e di pascoli d’eccellenza. Fortemente voluto da Silvia Godelli, assessore regionale al Mediterraneo, Cultura e Turismo è promosso e organizzato da PugliaPromozione, Agenzia regionale del Turismo, diretta da Giancarlo Piccirillo in collaborazione col Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare, nell’ambito delle strategie nazionali della biodiversità.

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TURISMO

Stefania Mandurino con Giancarlo Piccirillo

Cosa motiva la volontà forte di attuare questo progetto? I parchi e le aree protette rappresentano un forte richiamo per i turisti che decidono di venire in Puglia. In un momento di grande crescita del turismo naturalistico e attivo, infatti, Discovering Puglia è un’occasione per far vivere la Puglia in maniera sostenibile e slow e soddisfare la voglia di evasione, la ricerca di benessere e di riappropriazione del rapporto con la natura, creando nuove occasioni di viaggio, diversificando le esperienze da vivere e da raccontare. Di questo patrimonio verde di Puglia, che cosa si potrà visitare? Parchi, riserve e aree marine di Puglia saranno fruiti dai visitatori nelle domeniche di maggio e giugno con attività messe a punto in collaborazione con Legambiente e Wwf di Puglia. Le attività sono gratuite? Tutte le attività sono gratuite con prenotazione da svolgersi direttamente presso i booking di Legambiente e Wwf Puglia indicati sui materiali di comunicazione prodotti da PugliaPromozione e distribuiti anche questi gratuitamente negli Iat di Puglia. Il programma delle attività si svolge nel periodo dal 3 maggio al 28 giugno 2015. Quali i luoghi fruibili? Dal Gargano al Salento i luoghi della natura resi fruibili gratuitamente sono 24: 13 parchi di cui 2 nazionali (Gargano e Alta Murgia) e 11 regionali (Bosco e Paludi di Rauccio-Sorgenti Idume, Isola di Sant’Andrea e

Litorale di Punta Pizzo, Litorale di Ugento, Bosco dell’Incoronata, Porto Selvaggio e Palude del Capitano, Saline di Punta della Contessa, Terra delle Gravine, Lama Balice, Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo, Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, Fiume Ofanto; 9 riserve (Bosco delle Pianelle, Bosco di Cerano, Palude del Conte e Duna Costiera-Porto Cesareo, Litorale Tarantino Orientale, Saline di Margherita di Savoia, Torre Guaceto, Monte Sant’Elia, Palude La Vela, Le Cesine) e 2 aree marine protette (Porto Cesareo e Torre Guaceto). Quanti gli appuntamenti domenicali? I parchi ospiteranno ben 200 appuntamenti messi in rete da associazioni, guide escursionistiche e rurali e operatori del settore ambientale. Le attività in calendario organizzate in collaborazione con Legambiente e WWF Puglia sono tante e per tutti i gusti. Si va dalle visite guidate tematiche alle passeggiate naturalistiche e ai percorsi in bicicletta e mountain bike, dal birdwatching allo snorkeling, dalla navigazione a vela alle escursioni in canoa, dall’orienteering ai tour fotografici, dai laboratori di educazione ambientale allo yoga e arti marziali, dal running al parapendio e agli spettacoli. Discovering Puglia, valorizza i sapori ed i prodotti enogastronomici del territorio, con degustazioni guidate, show cooking e laboratori del gusto nelle masserie didattiche, nei luoghi della produzione agricola e nelle comunità del cibo sostenibile.

Sono per tutti? Coerentemente con la programmazione di PugliaPromozione, attenta alle esigenze di tutti, con Discovering Puglia For All le attività sono fruibili anche dagli utenti con esigenze specifiche. Inoltre DiscoveringPuglia For Kids promuove laboratori ed escursioni dove si parla il linguaggio dei bambini. Nei parchi si potranno portare anche i nostri amici a quattro zampe? Certamente. DiscoveringPuglia Pet Friendly segnala attività da fare nei parchi di Puglia anche in compagnia del proprio animale d’affezione. Informazioni e prenotazioni sono disponibili presso la rete regionale dei 70 Uffici informazione ed accoglienza turistica e presso i parchi oppure consultando la cartoguida tematica del calendario delle attività e i booking di Legambiente e Wwf Puglia. Approfondimenti ed aggiornamenti sono sempre disponibili sul sito internet www.viaggiareinpuglia.it. Le sensazioni si potranno raccontare? È possibile raccontare le proprie esperienze nei parchi con immagini, video e post da condividere con #DiscoveringPuglia e sui profili dei principali social network di Puglia Promozione. Per il turista più esigente che ama fare attività a contatto con la natura, è disponibile anche la brochure informativa che racconta parchi, riserve, aree marine protette e le biodiversità pugliesi.

T he interview with the manager of DiscoveringPuglia, Stefania Mandurino, explains the project developed by Pugliapromozione with the collaboration of Legambiente and the WWF to promote 13 parks including 2 national parks, 9 natural reserves and two marine protected areas of Puglia. On the Sundays of May and June will take place initiatives, from birdwatching to photographic tours and tasting workshops - the calendar on www.viaggiareinpuglia.it - that the users will be able to tell with pictures, video and post to share with #DiscoveringPuglia and on the profiles of the leading social networks of Pugliapromozione.

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TURISMO

UNA STRUTTURA UNICA NEL SUD D’ITALIA

L’ACQUARIO

del SALENTO

di Rita de Bernart

Un viaggio nella profondità della costa jonica, nel tratto delle marine del territorio neretino, alla scoperta del patrimonio archeologico sommerso e della biologia dei fondali mediterranei. uesto il motivo conduttore del percorso allestito nell’Acquario del Salento, inaugurato nelle scorse settimane a Santa Maria al Bagno, frazione del Comune di Nardò, struttura unica nel suo genere nell’intero sud Italia, candidata a diventare un vero polo d’attrazione turistica durante tutto l’anno. Nasce da un progetto del Programma di cooperazione territoriale europea “Grecia-Italia” finanziato dall’Unione Europea, con il quale sono stati realizzati due acquari identici, uno a Nardò e uno in Grecia a Cefalonia, e ha come leader partner l’Università del Salento - con il professore Genuario Belmonte, il biologo Marcello Posi, i docenti Francesco Di Nitto e Rita Oriemma - e come partner la Provincia di Lecce e il Comune di Nardò; per il quale hanno speso particolare impegno gli assessori Carlo

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Falangone e Mino Natalizio e l’architetto Massimo Livieri. Novità assoluta del progetto, la partecipazione della popolazione locale. Nella fase di progettazione sono stati somministrati 1300 questionari ad utenti di tutte le età, tra scuole, associazioni, circoli culturali, per fare emergere esigenze, preferenze e idee. Da qui, fra l’altro, la scelta di evitare lunghe descrizioni tipiche dei musei e di preferire dei piccoli monitor interattivi accanto ad ogni vasca. Particolare originale l’aggiunta del nome dialettale degli esemplari insieme a quello scientifico e a quello italiano. L’idea è quella di una struttura educativa, che funga da centro di ricerca scientifica e formazione e che allo stesso tempo arricchisca l’offerta turistica territoriale. Le venti vasche sono dei diorami, insieme

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di reperti inseriti in una scenografia che riproduce un’area marina, e sono disposte nelle sale in ordine di profondità del fondale che riproducono. Tra i reperti riprodotti, i relitti esistenti nei fondali prossimi alla località e riconducibili alla seconda guerra mondiale: il Caterina Madre (piroscafo requisito e armato), il Quail (cacciatorpediniere della Royal Navy affondato nel 1944) e lo Junker 88 (bombardiere tedesco). Nell’acquario, il benvenuto agli ospiti è dato dal primo ospite delle vasche, il pesciolino Apreh, acronimo del nome inglese del progetto. I t was inaugurated in Santa Maria al Bagno, municipality’s hamlet of Nardò, an aquarium, equipped with interactive monitors for each of the twenty pools of which it’s composed and that, of each exemplar contained in the pools, offers the scientific name, in the Italian language and in the local dialect. In addition, the pools are dioramas reproducing the sea bottoms with consolidated external appearances, such as the wrecks, and they are arranged in the rooms in order of depth of the sea bottom reproduced.


TURISMO

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WEEKEND A

TRANI tra mare, arte e moscato Testo e foto di Nunzio Pacella Tirreno, figlio del re di Tracia Diomede, eroica figura della mitlogia greca, secondo la tradizione potrebbe essere il fondatore della città. Un tempo, infatti, Trani era chiamata Tirenum o Turenum ma questo nome non è attestato prima del IV sec. d.C. Nella Tavola Peutingeriana o Tabula Peutingeriana, copia del XII-XIII sec. d.C. di una vecchia carta dello stradario dell’antica Roma, è indicata con il nome di Turenum. Gli studiosi moderni, per niente convinti della tradizione orale, legano piuttosto il nome di Trani (forma ridotta di Traiano) all’Optimus princeps, Marco Ulpio Nerva Traiano, imperatore romano, regnante dal 98 al 117 d.C. o al termine medievale trana o traina, luogo di pesca.

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La città della pietra, la chiara pietra di Trani che al tramonto è avvolta dai rossi colori del sole calante che si riflettono nel porto e nelle mille pescose insenature (traine) lungo la costa, ha da sempre legato il suo sviluppo alle attività marinare e portuali. Il porto della città che vive sul mare è tra i più importanti di Puglia. È stato in passato crocevia di popoli e culture del Mediterraneo e porta per l’Oriente sotto il dominio dei bizantini e normanni, raggiungendo il suo primato commerciale sul mare con Federico II, l’imperatore svevo che oltre a concedere numerosi privilegi, promosse l’espansione urbanistica della città, protesse l’insenatura portuale e concesse libertà di culto alla prosperosa comunità ebraica insediata nella Giudecca, quartiere orientale del borgo antico collegato al porto da via Cambio, in memoria dei banchi di cambio della comunità ebraica ma anche di amalfitani e ravellesi. Chiese, monasteri, sinagoghe, palazzi, piazze storiche e lo splendido castello Svevo edificato nel 1233 sotto il regno di Federico II sono la ricchezza culturale dei tranesi e rappresentano la carta vincente per lo sviluppo turistico cittadino.

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TURISMO

Un weekend a Trani, aspettando il tramonto, è consigliato in ogni stagione dell’anno per meravigliarsi davanti a quella Cattedrale, conosciuta anche come Cattedrale di San Nicola Pellegrino. È l’edificio religioso più prestigioso della città in stile romanico pugliese costruito con l’uso della tipica pietra di Trani estratta in loco, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Poco distante dalla celebre Cattedrale c’è il Castello, importante caposaldo sulla costa pugliese del sistema castellare federiciano, nel XIII secolo il più moderno d’Europa, eretto dall’imperatore Federico II di Svevia a tutela del suo prediletto Regno di Sicilia, ereditato dalla madre, la principessa normanna Costanza d’Altavilla. Stupenda la facciata medievale di Casa de Agnete edificata nel 1283 ed i palazzi Caccetta e Antonacci Telesio per citarne alcuni. Prima di lasciare Trani, è consigliabile l’ultimo abbraccio alla città, dal Fortino sull’estrema punta orientale del porto da dove è possibile ammirare in tutto il suo splendore l’insenatura su cui si affaccia il borgo antico, distinguendo chiaramente la Cattedrale e le caratteristiche absidi della chiesa di Ognissanti o dei Templari, anche detta del Purgatorio.

Dulcis in fundo, il moscato di Trani “dolce” e “liquoroso” dal colore giallo fieno, brillante, profumo intenso caratteristico del vitigno moscato, sapore dolce e vellutato, che ben si accompagna a dolci delicati e pasticceria secca di mandorle ma anche a tartine salate e formaggi aromatizzati. La gradazione alcolica dei due è differente: nel dolce varia da 12,5° a 15°, nel liquoroso è 18°. Il vino che ha ottenuto la dicitura D.O.C. con D.P.R dell’11 settembre 1974, è prodotto a Trani, nell’area settentrionale della provincia di Bari e nei territori comunali di Cerignola e Trinitapoli in provincia di Foggia da Moscato bianco (Moscato di Trani o Moscato reale) e da limitate quantità (fino al 15%) di altri vitigni a frutto bianco. I primi a commercializzare grandi quantità di questo vino delizioso furono i veneziani intorno all’anno mille in forza di un accordo con la “Dogana di Trane”. Poi, il conte di Trani, Roberto d’Angiò (sec. XIV) pose un limite alle esportazioni del vino di qualità dai porti del Regno di Napoli. Questo vino è “tanto eccellente ch’è cosa molto delicata da gustare”. Così lo definì nel ‘500 lo storico, filosofo e teologo bolognese Fra’ Leandro Alberti che nel suo lungo peregrinare per l’Italia ne aveva apprezzato tanta bontà.

S ea, art and Moscato are the three words that summarize the peculiarities of Trani, a city that has always linked its development to maritime activities and port, that it is rich in churches, including the cathedral built with the typical local stone of light pink color, monasteries, synagogues, palaces from the beautiful facades, historic squares and the beautiful Swabian castle and is the capital of Moscato, sweet dessert wine with a velvety flavor.

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L’innovazione nel solco della tradizione

OLIO D’OLIVA volutamente vergine

Imbottigliare un olio d’oliva “volutamente” vergine è l’ultima scommessa dell’azienda Coppola. L’avverbio evidenzia il fatto che si tratta d’una scelta, compiuta, nel solco della storia del territorio e delle radici, dall’azienda Coppola che lo ha etichettato nel nome del compianto “Carlo Antonio Coppola”. uesti per anni ha fatto proseliti al “vergine”, sia spiegando, durante le visite agli oliveti, che gli alberi erano esentati da un uso sfrenato di prodotti chimici e che ha le medesime caratteristiche organolettiche dell’extra, con la sola differenza d’una maggiore acidità (fino a 0.8 per l’extra, da 0,9 a 1,6 per il vergine); sia facendolo degustare. Un olio di cellina e ogliarola come il neo-imbottigliato Coppola è molto più gustoso di un extravergine magari anonimo per varietà e provenienza. Ciò perché la maggiore maturazione della drupa necessaria per produrre l’olio vergine, ne fa aumentare il grado di acidità, ma ne esalta il sapore fruttato di mandorla fresca. Insomma, un’iniziativa, come ha detto Giuseppe Coppola presentandola, “che valorizza, con orgolio e senza alcun complesso d’inferiorità, un prodotto in grado di competere nel panorama delle eccellenze agroalimentari”.

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VIAGGI

e MIRAGGI

a primavera fa fiorire una nuova realtà nell’ambito del turismo responsabile in Puglia. È infatti nata ViaggieMiraggi Puglia, agenzia che fa entrare il Salento e la regione nella rete di VeM, la cooperativa sociale-tour operator che, dalla fine degli anni ’90, ha deciso di cambiare rotta ed opporsi a quello che si stava predefindendo come turismo di massa. Oggi, la rete VeM lavora in quattro continenti, collaborando con più di 100 comunità locali in 50 paesi del nord e del sud del mondo, sostenendo più di 200 progetti sociali e, di conseguenza, migliaia di persone. VeM Puglia è stata costituita da un team tutto al femminile, guidato da Betty Locane, che mira a sensibilizzare ed informare la comunità sull’importanza dell’impatto che ciascuno di noi ha quando viaggia; per questo funge da sportello informativo per i viaggi nel Sud del Mondo e per gli itinerari in Italia alla scoperta delle regioni coinvolte nella rete: Piemonte, Lombardia, Marche, Abbruzzo, Campania e ora Puglia. VeM Puglia organizza eventi di promozione e pacchetti in cui sono coinvolti produttori e realtà virtuose dei luoghi in cui il turista è inteso non come “sfruttatore” del territorio, ma come “viaggiatore” consapevole che entra in contatto con la comunità locale rispettandone cultura e valori.

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TURISMO

AL MERCATO DELLE GOLOSITÀ CON...

La Sporta Testi e foto Nunzio Pacella

Con la sporta sotto braccio scopriamo nel centro storico salentino di Gallipoli, la Trattoria “La

Puritate” di Paolo e Daniela Fedele, incastonata in un contesto panoramico invidiabile lungo la Riviera di Ponente, di fronte al Seno della Purità, dove la spiaggia di bianchissima sabbia è baciata da un mare color cobalto. Il grazioso ristorante che ha preso in prestito il nome dall’adiacente chiesa confraternale di Santa Maria della Purità, è tra i più ricercati in Puglia perché propone

piatti schietti,

lineari, raffinati e gustosi preparati con i prodotti della campagna e del mare gallipolino, dal pesce, ai ricci di mare alle ostriche rosse, dall’aragosta ai gamberi rossi e viola di Gallipoli, conditi con olio extravergine di prima scelta prodotto a Ugento da Congedi e accompagnati

da ottimi vini salentini.

I nostri piatti

ANTIPASTO DEL GOLFO DI GALLIPOLI

LINGUINE ALLA PURITATE

L’antipasto presenta su profumate ostie d’arancia un tris di crudo composto da tartara di tonno, gamberetti scottati e filetti di seppia insieme ad un tris di cotto di bocconcini di palamita al sedano, polpette di polpo, totanetti all’aceto balsamico con contorno di cozze impanate.

Il profumo della campagna salentina e quello del mare gallipolino si fondono in questo delizioso primo piatto fresco e colorato di linguine saltate in olio con pomodoro datterino, zucchine dell’orto tagliate alla julienne e gamberi accompagnato da un Casina Cucci Rosé di Cantine Candido di San Donaci.

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TURISMO

GAMBERONI AL SALE GROSSO

La Puritate

Paolo e Daniela, figli di Ernesto Fedele scomparso di recente improvvisamente, sono gli eredi di una lunga tradizione familiare di ristoratori di qualità a Gallipoli. La storia di tanto gusto nasce in via Micetti, sulla Riviera di Levante, agli inizi del ‘900 per volontà di nonno Tommasino che apre la prima osteria gallipolina, dove andavano per la maggiori le gustose zuppe di nonna Lucia e mamma Anna, rispettivamente nonna e mamma di Ernesto, preparate con pesce fresco e buonissima carne di gigantesche tartarughe, all’epoca ancora non messe al bando e quindi commestibile. Fu proprio Ernesto, sua sponte, a bandirla dalla tavola della nuova Trattoria “La Puritate”, avviata con il figlio Paolo sulla Riviera di Ponente nel 1997. Lungo il percorso delle due Riviere, dall’Osteria di Tommasino alla Trattoria di Ernesto, gusto e qualità non cambiano. Ancora oggi a La Puritate tutto è d’autore: il pesce pescato tutti i giorni da Enzo Barba è sfilettato con grande maestria da Antonello Solidoro che tra l’atro prepara carpacci, tartare e filetti di nasello, aguglie imperiali e tonno, oltre consigliare in sala, perché maitre, gli ottimi abbinamenti di vini ai piatti proposti dallo chef d’origine milanese Cludio Filoni e dalla giovanissima Daniela Fedele, chef e pasticciera, che prepara una buonissima torta pasticciera spolverata al cacao.

Se nel Golfo di Gallipoli il “re” del mare è il gambero, in Casa Fedele il fiore all’occhiello sono i gamberoni al sale grosso. Il segreto di come prepararli se lo tramandano da padre in figlio, così come avviene per un’altra tipicità tutta gallipolina: la scapece.Gli ingredienti, a dire il vero, sono semplici: il gambero che può essere di tutti i tipi (bianco, rosa, rosso e violetto) e di ogni taglia o “scelta”; il sale grosso prodotto in salina e soprattutto un buon olio leggero, fresco e delicato ottenuto dal bland di più cultivar d’olive salentine che esalti il gusto e la morbidezza del gambero. Il segreto sta nei modi e nei tempi di preparazione e cottura. L’olio ancorché buono, quello di Congedi di Ugento, servito nel piatto con i gamberoni è profumatissimo, anzi gli stessi gamberi hanno assorbito nella fase di cottura i profumi molto simili a quelli della Macchia Mediterranea e alle erbe spontanee della vicina Isola di Sant’Andrea. Quel che conta non è scoprire il segreto del piatto, ma apprezzarne la sua delicata bontà.

LA BARCACCIA

LA TORTA DI DANIELA

Un gioiello (piatto) raffinato e di gran gusto di mezzi paccheri di semola di grano duro di tradizione napoletana preparati in bianco con pomodoro datterino e i profumi, anzi il trionfo del mare, accompagnato dal rosato Girofle di Severino Garofalo di Copertino.

Torta pasticciotto, di pasta frolla farcita con golosa crema pasticcera di uova fresche, spolverata con cacao ideale per accompagnare il caffè, ma anche…una briciola di felicità, un bicchierino di vellutato, morbido, fresco ed elegante passito. Le Briciole di Severino Garofalo di Copertino.

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TURISMO

Piano paesaggistico territoriale pugliese

La Regione Puglia prima in Italia ad adottare uno strumento urbanistico redatto in conformità alle previsioni del Codice dei beni culturali

di Alfredo Albahari “sostenibilità”, di “innovazione”, di tutela “identitaria”, di progetto “culturale”. Insomma, la buona politica ha prodotto uno strumento per salvaguardare il paesaggio e le sue componenti quali bene primario per il futuro della Puglia. Spetterà a buoni cittadini, in un’accezione ampia del termine, gestirlo.

E se il riferimento alla ricaduta economica di comportamenti virtuosi dovesse sembrare troppo prosaico, ci si può sempre rifare all’elevato messaggio formulato da Papa Francesco per Expo 2015: “La Terra non è un’eredità che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, ma un prestito che ci fanno i nostri figli”. ph: Augusto Spiri

i sono voluti lungimiranza per avviare un percorso che vuole “produrre” paesaggio e coraggio per varare delle norme che trasformano in chiarezza l’opacità funzionale alla discrezionalità, ma ora la Puglia può guardare con più tranquillità al suo futuro. Ciò perché il Piano di cui si è dotata consente di tutelare quel bene-paesaggio che è stato determinante per il suo sviluppo turistico e pertanto non disperdere il patrimonio rappresentato dai flussi turistici e la ricaduta economica che ha generato. Oltre ai beni di norma tutelati dallo Stato - dalle coste alle aree rcheologiche - in Puglia vi sono ulteriori contesti significativi, valgano per tutti ecomusei e strade panoramiche. Non a caso, qualcuno ha parlato di difesa “sociale” del paesaggio, altri di

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BANDIERE VERDI IN PUGLIA La “bandiera verde” assegnata dai pediatri italiani per segnalare le spiagge che dispongono dei requisiti di idoneità ambientale per famiglie e bambini privilegia la Puglia. Tra le 100 spiagge italiane selezionate, infatti, vi sono Gallipoli, Marina di Ginosa, Marina di Lizzano, Marina di Pescoluse, Otranto, Ostuni, Rodi Garganico e Vieste. Ormai da un decennio, la “bandiera verde” premia acque cristalline e basse in prossimità della riva, sabbia pulita per consentire ai bambini di costruire castelli, servizi come una gelateria e un bar dove magari riscaldare il latte per i vacanzieri più piccoli.

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Ambiente Vito Felice Uricchio | La lotta alla desertificazione per la tutela del mare .................................. 49 Maurizio Albahari | Una spina ne cuore: estetica e cittadinanza tra i due mari...................... 51 Rifiuti a discarica zero............................................................................................................................................................................... 52 Acidificazione ................................................................................................................................................................................................... 52 Salvatore De Michele | L’impiego dei disperdenti in mare............................................................................ 53 Balene: strage senza perchè............................................................................................................................................................... 54

VITO FELICE URICCHIO Consiglio nazionale delle ricerche, Istituto di ricerca sulle acque

MAurizio albahari Docente di Antropologia Università di Notre Dame USA

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SALVATORE De MICHELE Ammiraglio emerito del Corpo delle Capitanerie di porto


ph Nunzio Pacella


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La lotta alla desertificazione per la tutela del mare di Vito Felice Uricchio

Le strette relazioni esistenti tra differenti domini ecologici evidenziano forti caratteristiche di interdipendenza che indicano come le pressioni sugli ambienti terrestri abbiano significativi effetti sulle risorse marine naturali. ’altra parte, l’ambiente marino costituisce spesso il recapito finale di corsi d’acqua, di falde sotterranee, di scarichi urbani ed industriali, dell’azione erosiva di acque non incanalate, del fallout atmosferico, etc. Per tali aspetti tutelare il mare quale patrimonio prezioso di valenza naturale e produttiva richiede anche strategie che partano dalla corretta gestione delle territorio e dell’ambiente terrestre. Il “buono stato ambientale” (GES, “Good Environmental Status”), richiamato dalla Marine Strategy (Direttiva 2008/56/CE) e dalle norme di recepimento italiano tra cui il D.Lgs 190/2010, è perseguibile solo attraverso la dovuta considerazione dei processi che si manifestano anche sull’ambiente terrestre con le sue caratteristiche idromorfologiche e fisico-chimiche degli ecosistemi, incluse le modifiche alle stesse causate dalle attività antropiche puntuali e diffuse. In tale quadro di delicati equilibri, la desertificazione intesa nella sua accezione più ampia di degrado del suolo, è innescata da fattori concorrenti legati sia ai cambiamenti climatici che ad effetti dell’azione antropica. Infatti, di frequente il degrado dei suoli e la perdita di produttività possono essere ascrivibili allo sfrut-

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tamento intensivo dei terreni e delle risorse idriche, a pratiche agronomiche improprie, a smaltimenti abusivi, in altre parole all’uso non sostenibile delle risorse naturali da parte dell’uomo. Ma con riferimento alle relazioni tra cambiamenti climatici, desertificazione e strategia marina è utile porsi qualche domanda: Quale è il contributo dei fattori naturali e di quelli antropici che possono incidere sulle risorse marine? Esistono delle relazioni tra desertificazione e qualità del prodotti ittici? Le condizioni climatiche a carattere semi-arido ed arido possono produrre un accumulo di sostanze inquinanti negli strati più superficiali del suolo durante i prolungati periodi siccitosi che possono raggiungere il mare in occasione di improvvisi eventi piovosi di forte intensità: l’effetto è che significative dosi di inquinanti possono raggiungere l’ambiente marino incidendo significativamente sulla mortalità o sulla salute delle specie e quindi sulla biodiversità di un ecosistema. Tale possibilità incide sulla relazione dose-risposta che considera gli effetti di una certa dose della sostanza sull’organismo esposto. Il sovradosaggio determinato da un evento di forte intensità produce una tossicità acuta che si presenta quando vi è

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un’esposizione ad un agente tossico in un breve lasso di tempo, tuttavia l’effetto diluizione spesso consente di limitare e ridurre i potenziali effetti sulla componente biotica. La desertificazione produce suoli poveri di sostanza organica con marcata tendenza all’erosione, per cui le possibilità di trasferimento al mare di sostanze inquinanti tendono ad incrementarsi sia a causa del mancato effetto chelante procurato dalla sostanza organica che per l’incremento di aliquote di inquinanti che raggiungono il mare con la frazione più fine dei sedimenti. Fenomeni di salinizzazione e alcalinizzazione dei suoli legati al sovrasfruttamento della falda, tendono ulteriormente ad impoverire e degradare la qualità dei suoli ma anche delle acque stesse con conseguente intrusione del cuneo salino, nelle aree prossime alla costa. Ulteriori aspetti riguardano la crisi dell’agricoltura tradizionale, con abbandono di parte del territorio e degradazione dei suoli in aree margi-


AMBIENTE

ph: staecker

nali, l’intensivazione delle produzioni a più alto reddito nelle aree fertili di pianura con il ricorso a tecniche, poco sostenibili, a forte impatto ambientale, l’alterazione del sistema idrologico, la concentrazione delle attività economiche e turistiche lungo le coste e fenomeni di degrado legati a smaltimenti abusivi di rifiuti di varia natura. La perdita di fertilità del suolo connessa ai fenomeni di desertificazione innanzi richiamati, spesso porta ad più importante ricorso a fertilizzanti, determinando un arricchimento di nutrienti (principalmente azoto e fosforo) nelle acque interne e nelle falde e di conseguenza nelle acque costiere e lagunari, provocando il fenomeno noto con il termine eutrofizzazione. L’eutrofizzazione a sua volta stimola la produzione primaria, fitoplanctonica e fitobentonica che comporta un incremento della biomassa vegetale. Quest’ultima a fine vita viene decomposta e questo processo può comportare il quasi totale consumo della riserva di ossigeno dell’acqua (stati di ipossia e anossia) che a sua volta causa la moria di pesci, la formazione di sostanze organolettiche indesiderabili come l’idrogeno solforato (H2S) e gravissimi danni alle comunità bentoniche, soprattutto a carico delle specie meno resistenti e/o incapaci di allontanarsi. Uno stato qualitativo compromesso del suolo, legato ai fenomeni di desertificazione, spesso ingenera delle condizioni di minore resisten-

C’era una volta il lago d’Aral

za delle piante all’attacco di parassiti e altri organismi dannosi per le piante (come insetti, funghi, muffe, erbe infestanti o nematodi), per tale motivo spesso si ricorre all’impiego di maggiori quantitativi di prodotti fitosanitari che in funzione della loro biodegradabilità possono essere distinti in non persistenti (da 1 a 12 settimane), moderatamente persistenti (da 1 a 18 mesi), persistenti o recalcitranti (da 2 a 15 anni) e permanenti. Per la loro stessa natura i pesticidi o i loro metaboliti (prodotti intermedi di degradazione) possono risultare pericolosi agli organismi marini animali e vegetali, in quanto il loro scopo è di uccidere o danneggiare gli organismi viventi. Gli effetti acuti dell’intossicazione da pesticidi sugli organismi animali possono comportare disturbi epatici, tumori, malattie polmonari, della pelle, del sangue, sino alla morte, in aggiunta possono manifestarsi effetti a lunga scadenza, quali l’azione cancerogena, l’azione mutagena sul

P rotect the sea, as precious heritage of natural and productive value also requires strategies that start from the proper land management and of the terrestrial environment, in close relationship with marine natural resources. The ecological domains are in close connection with each other and require a systemic vision that goes beyond the concept of segmented environment - air, water, soil, flora, fauna, humans - and come to a multidisciplinary view as a complex system.

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patrimonio genetico, l’azione teratogena su embrioni e feti. Particolari fitofarmaci più persistenti non vengono metabolizzati completamente, e possono venire escreti tal quali,o come metaboliti attivi con le urine o le feci o possono restare “intrappolati” nelle carni dei pesci. Tornando ai temi della desertificazione, anche se può apparire stravagante, la tutela del mare e dei prodotti alieutici passa attraverso una corretta gestione del territorio e delle acque interne, affrontando i problemi ambientali non in modo isolato, ma inquadrato in un sistema complessivo e complesso che ne costituisce il supporto. Questa impostazione porta alla definizione della natura “relazionale” dell’ambiente, che conduce alla necessità di una visione sistemica che superi una concezione di un ambiente segmentato nelle sue diverse componenti: l’aria, l’acqua, il suolo, la flora, la fauna e l’uomo e che pervenga ad una visione multidisciplinare dell’ambiente come sistema complesso, con comparti e funzioni, che pur rispondendo a specifiche leggi sono tra di loro collegati da un insieme di relazioni tuttora assai poco note. Intervento in versione integrale su: www.pugliaemare.com


AMBIENTE

CIAK “Buongiorno Taranto”, storie ai confini della realtà dalla città più avvelenata d’Europa, è un film documentario di Paolo Pisanelli prodotto dalla cooperativa sociale Big Sur e dall’associazione Officina Visioni e sostenuto dall’Apulia Film Commission. www.buongiornotaranto.it/web/ilfilm.php

Una spina nel cuore:

estetica e cittadinanza tra i due mari di Maurizio Albahari

uongiorno Taranto ci restituisce una città per troppo tempo resa invisibile. Invisibile sotto la coltre di fumo e polvere dei grandi complessi industriali, certo. Ma anche sommersa dalle sirene e dai dogmi di uno sviluppo,un inurbamento e una modernizzazione che non potrebbero sembrare più inadatti. Perché Taranto è stata in parte espropriata del suo mare, quando non al mare. Perché Taranto non è solo città bellissima dai molti strati storico-culturali e architettonici, ma anche campagna, corsi d’acqua, isole, e mare, soprattutto mare. Buongiorno Taranto porta sul grande schermo una Taranto per la quale non c’è più tempo per

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affidarsi a padri della patria che diano il lavoro, che portino lo sviluppo, che ripuliscano il parco. È una produzione dal basso, e dal basso ci mostra i visi e le voci di cittadini che non hanno bisogno di salvatori, ma che si attivano qui e adesso per bonificare, per discutere, per ricostruire, per pretendere onestà, pulizia, giustizia, per riappropriarsi di spazi dai quali erano stati espropriati, siano essi parchi, piazze, o caserme. Il documentario rimane attento, nella sua grande onestà intellettuale, a ciò che più disturba quando ci si soffermi sull’amministrazione democratica di un quartiere, di una città, di un paese: “loro” - loro che hanno

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sporcato, cementificato, insabbiato, demolito senza ricostruire, e costruito scatole senza servizi - siamo, spesso, anche “noi.”Ma è proprio questa coscienza che, oltre a rompere ogni fragile manicheismo, rende importante, anzi indispensabile, la partecipazione attiva dei cittadini alle scelte che danno forma alla propria vita e a quella dei propri figli, soprattutto quando tale diritto non viene garantito e deve essere riconquistato. Taranto e Buongiorno Taranto meritano quindi tutta l’attenzione di un pubblico ampio, tra i banchi di scuola, nei centri di aggregazione laici e religiosi, nei centri delle decisioni politiche, ambientali ed imprenditoriali. É qui, in particolare, che il documentario dovrebbe rendere evidente che i cittadini di Taranto non intendono subire ulteriori silenzi e negligenze. Buongiorno Taranto si mette al servizio di queste istanze, e lo fa con un’estetica che, proprio perché senza fronzoli ed affettazione, commuove per le verità che coraggiosamente trasmette:con la fotografia, con il montaggio, con le azzeccatissime scelte musicali, con gli scorci di bellezza che parlano di un ambiente e di un retaggio culturale e di giustizia che rimangono vivi. Taranto ha costruito l’Italia e smontato se stessa. Ma non è invisibile.


AMBIENTE

Agisce con la maestria della propria videocamera e con un racconto corale, da autore attento capace di restituirci Taranto sia nei suoi dettagli sia nel suo insieme. Tra constatazione ed auspicio, denuncia ed azione, il “buongiorno” intessuto con questa pellicola non è, in ultima analisi, solo quello di Taranto, ma anche quello di Gela, Genova, Brindisi, o Bagnoli; è il “buongiorno” di ogni angolo e quartiere dove i cittadini creano percorsi comuni e pretendono diritti piuttosto che favori; giustizia piuttosto che speranza.

G ood morning Taranto” stories to the twilight zone from the most poisoned city in Europe, is a documentary film that director, Paul Pisanelli, make avalaible for the Taranto’s people who do not wish to undergo further silences and negligences, with a touching aesthetic for the truths that bravely transmits, thanks: by photography, by the assembly, by really really appropriated music choices, by glimpses of beauty that speak of an environment and a cultural heritage and of justice that are still alive.

ph: Paolo Pisanelli

Forse non lo è mai stata; eravamo solo noi che non volevamo vedere. Pisanelli non ci dà tregua, ci lascia senza scuse: ci regala la possibilità di guardare Taranto negli occhi, di ascoltarla, di sentirne lo iodio. La libertà vissuta da alcuni tarantini è libertà nel liberarsi insieme dalle connivenze, dai ricatti, dai segreti di stato; secretati, certo, ma che tutti vedevano nelle brutture e che tutti respiravano nelle polveri che corrodono balconi e polmoni. E non ci sono scuse, adesso, per quanti possono e devono intervenire nella bonificadi Taranto. Taranto, come ogni nostra città, è bene pubblico e comune, di tutti e di nessuno, e tutti sono chiamati ad agire secondo le proprie responsabilità e possibilità. Alcuni con mezzi, tecnologie, fondi. Altri con un microfono, un programma radiofonico, un voto dato o non dato. Pisanelli lo dice con onestà, senza la pretesa di rappresentare, ma con la convinzione della necessità di esprimere e manifestare quello che giàesiste.

RIFIUTI A DISCARICA ZERO

ACIDIFICAZIONE

Un impianto di trattamento industriale dei rifiuti che garantisce sostenibilità tanto ambientale, quanto dell’investimento economico. È stato messo a punto dalla società Sator Trading di Lugano che, aggregando tecnologie disponibili sul mercato, ha creato una filiera completa di gestione del rifiuto. L’impianto separa la frazione umida da quella secca: tale ultima è selezionata per il recupero del materiale suscettibile di valorizzazione, quella umida è avviata al compostaggio che riduce l’umidità relativa fino al 10 per cento. La frazione umida compostata e le plastiche residuali non riciclabili sono destinate ad un processo non combustivo di termolisi catalitica che le disgrega ad una temperatura di 350 °C, trasformandole in un granulare che poi ricombina, con l’ausilio di un fluido vettore, in energia gassosa, liquida (eco-fuel) e solida (carbonio grafitico). L’impianto (per info, trading consulting Maurizio Pacciolla, 340.8467302) consente che tutto il processo avvenga a zero emissioni e con una drastica riduzione di inerti da avviare infine in discarica.

È stata definita in questo modo la diminuzione del Ph degli oceani che mette a rischio la sopravvivenza di numerose specie marine. Va premesso che circa un quarto dell’anidride carbonica di origine atmosferica precipita nelle acque marine, si scioglie e si trasforma in acido carbonico. In passato questo fenomeno é stato contenuto in dimensioni rispettose degli equilibri naturali, ma l’aumento di anidride carbonica di origine antropica si è ripercosso sui quantitativi che precipitano negli oceani facendo diminuire il Ph dell’acqua. Le conseguenze più dirette e immediate potrebbero riguardare gli organismi che presentano componenti di carbonato di calcio soggetti a sciogliersi in un ambiente eccessivamente acido. Si tratta del plancton calcareo e delle conchiglie e delle valve dei molluschi, che in un primo momento potrebbero diventare più fragili ed in conseguenza meno resistenti agli attacchi dei predatori. Insomma, l’acidificazione degli oceani è un’ulteriore conseguenza dei mutamenti climatici e dovrebbe pertanto essere un ulteriore motivo per promuovere normative e comportamenti idonei a ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.

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AMBIENTE

La lotta all’inquinamento marino

L’IMPIEGO DEI DISPERDENTI

negli incidenti di grandi proporzioni di Salvatore De Michele ’inquinamento da idrocarburi , qualunque sia la sua proporzione, configura una situazione di emergenza pianificata, per cui è immediato l’intervento dell’autorità marittima per l’applicazione dei primi provvedimenti di competenza finalizzati a contrastare gli effetti negativi dell’inquinamento e dichiarando, se ne ricorrono i presupposti, la situazione di emergenza locale o proponendo quella a livello nazionale che, al massimo livello , prevede l’assunzione da parte della protezione civile della direzione delle operazioni. L’urgenza è il fattore fondamentale. È compito anche dell’autorità marittima iniziare le indagini di polizia giudiziaria intese ad accertare le responsabilità connesse con l’evento ed inviare la notizia di reato alla Procura competente e gli atti delle investigazioni compiute. È il caso di ricordare che chi inquina deve provvedere alla bonifica . Non c’è dubbio che la bonifica migliore sia quella meccanica senza impiego quindi di prodotti chimici.

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Ma in mare aperto la bonifica meccanica non è in grado di abbattere un inquinamento di vaste dimensioni. Nei terminali petroliferi, appositamente attrezzati, è buona norma la sistemazione di panne galleggianti intorno alla nave insieme all’installazione di skimmers per la bonifica meccanica ma siamo in presenza di inquinamenti da idrocarburi in spazi circoscritti e condizioni meteo-marine tranquille .

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M aritime polluters must provide for cleaning up the sea area concerned. The best reclamation is the mechanical one that does not require use of chemicals, but in open sea it is not capable of reducing pollution of vast dimensions. In such situations it is inevitable recourse to dispersant products that have biodegradability characteristics, by acting for molecular breakdown of the oil and favoring, in this way, the assimilation by the marine environment due to activation of a strong bacterial action that dissolve the oil without letting it fall on the sea bottom.

Per i grandi inquinamenti che possono essere causati, per esempio da un sinistro marittimo occorso ad una petroliera in mare aperto, la bonifica con mezzi meccanici (per aspirazione del prodotto dalla superficie) non è in grado di risolvere il problema, almeno allo stato attuale delle tecnologie disponibili. In queste situazioni è inevitabile il ricorso ai prodotti disperdenti che hanno caratteristiche di biodegradabilità, agendo per rottura molecolare del petrolio e favorendone, in tal modo, l’assimilazione da parte dell’ambiente marino grazie all’attivazione di una forte azione batterica che disgrega il petrolio senza farlo precipitare sul fondo marino. Anche qui si pone la necessità di intervenire con urgenza. Quanto più il petrolio diventa viscoso, perdendo i componenti volatili, tanto maggiore sarà la quantità di disperdente da utilizzare nella bonifica. Superato un certo grado di viscosità l’impiego del disperdente diviene inutile se non dannoso. I disperdenti si presentano in forma concentrata e questo agevola il loro trasporto. All’atto del loro impiego devono, però, essere miscelati con acqua e sparsi sulla superficie con mezzi navali ed aerei appositamente attrezzati. Bisogna tener conto che le caratteristiche del petrolio variano a secondo della sua provenienza. Ogni specie di petrolio ha un suo grado di viscosità , per cui ancor prima di iniziare le operazioni di bonifica, è utile accertarsi circa le qualità del prodotto che vogliamo dissolvere. I disperdenti per poter essere impiegati devono essere riconosciuti idonei dall’amministrazione competente e corrispondere anche agli indirizzi stabiliti dall’Unione Europea. In Italia sono state stabilite precise norme contenute nel Decreto direttoriale del Ministero dell’ambiente del 25 febbraio 2011.


AMBIENTE

BALENE:

strage senza perchè arewell Spit, spiaggia della parte più settentrionale dell’Isola del Sud, la più grande tra le due maggiori isole che compongono la Nuova Zelanda, è stata ancora una volte scenario della morte di decine e decine di giovani esemplari di balene, sicuramente più di cento. Inutili i tentativi dei volontari di preservare la temperatura corporea (come documenta la foto di Ilan Adler su wikipedeia). Per l’ennesima volta si è ripetuta una scena ricorrente, anche se in passato il gruppo di esemplari che si è spiaggiato non è mai stato così elevato. Anche in questo caso, gli scienziati non sono ancora riusciti a determinare le cause per cui branchi più o meno numerosi di cetacei che transitano nella zona, una sorta di percorso per loro obbligato quando sono diretti o provengono dall’Antartide, sono talmente disorientati da finire nei bassi fondali sabbiosi.

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Nautica&Mare Alfredo Albahari | Britannia, nuova Regina del mare........................................................................................... 56 La bandiera dell’inghilterra............................................................................................................................................................... 57 Augusto Benemeglio | L’Ammiraglio Bergamini........................................................................................................ 58 Valeria Congedo | Fabio Starace: opere nate dal mare........................................................................................ 59 Pescaturismo, ittiturismo & cultura del mare................................................................................................................. 60 Nadia Marra | Il mare dell’oblio................................................................................................................................................... 60 I CLICK di Alfonso Zuccalà................................................................................................................................................................ 61 Enrico Tricarico | Il Sirtaki................................................................................................................................................................... 62 Proposte condivise, grazie!.................................................................................................................................................................. 62 La Brindisi-Corfù............................................................................................................................................................................................ 63 Homerus.................................................................................................................................................................................................................. 63 Paola Apollonio | A Gallipoli il Campionato Italiano classe Platu25.................................................... 64

AUGUSTO BENEMEGLIO Scrittore e poeta, ufficiale emerito del Corpo della capitanerie di porto

VALERIA CONGEDO Appassionata di mare e presidente Wave Trotter

ALFONSO ZUCCALà Appassionato di fotografo amante del mare

ENRICO TRICARICO Pianista, compositore e direttore d’orchestra

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NADIA MARRA Scrittrice, autrice di poesie e di soggetti cinematografici

PAOLA APOLLONIO Dirigente dell’Istituto Nautico Amerigo Vespucci di Gallipoli


NAUTICA&MARE

BRITANNIA,

NUOVA REGINA DEL MARE di Alfredo Albahari

È l’ammiraglia della flotta della società P&O Cruises, batte bandiera britannica, è l’ottava nave al mondo per grandezza, è stata varata a Monfalcone.

la nave da crociera più grande mai costruita nello stabilimento Fincantieri. Secondo i dati forniti dall’azienda, infatti, misura 330 metri di lunghezza e 38 di larghezza e raggiunge le 144.000 tonnellate di stazza lorda. Nelle sue 1837 cabine può ospitare oltre 3.600 passeggeri e circa 1100 membri d’equipaggio. Il varo italiano risale a metà febbraio 2014. Dopo l’esecuzione degli allestimenti idonei a garantire le rifiniture di altissimo livello proprie del brand inglese per gli ambienti che si articolano su 15 ponti, tra cui un teatro di quasi 1000 posti, una palestra e una biblioteca, lo scorso 10 marzo la Britannia è stata battezzata nel porto di Southampton dalla regina Elisabetta. La quale avrà particolarmente gradito l’omonimia con il notissimo e amato yacht, il tre alberi che è stato utilizzato dalla famiglia reale per un quarantennio, fino al 1997. Una peculiarità della nuova nave da crociera, oltre ai due fumaioli azzurri su cui campeggia il logo P&O costituito da un raggiante sole nascente, è rappresentata dall’Union Jack stilizzata, che parte dalla prua e si sviluppa per un centinaio di metri lungo le fiancate. Di seguito, è sintetizzata la storia di tale bandiera e delle varianti che assume quando è destinata a sventolare sulle navi.

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BANDIERE & marina

La bandiera dell’Inghilterra L’Inghilterra è una delle quattro nazioni che fanno parte del Regno Unito Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Capitale dell’Inghilterra è Londra, la più grande area metropolitana del Regno Unito. e prime testimonianze della presenza umana, nella zona ora conosciuta come Inghilterra, risalgono a circa 780.000 anni fa, anche se insediamenti abitati permanenti sono stati costituiti solo negli ultimi 6000 anni. La bandiera inglese, denominata anche Union Flag o Union Jack, è una combinazione di tre croci appartenenti ai Santi patroni d’Inghilterra, della Scozia e dell’Irlanda del Nord, tre dei quattro Paesi membri. La croce rossa posta al centro sullo sfondo bianco è la bandiera di San Giorgio, patrono dell’Inghilterra. La croce decussata bianca sul fondo blu è il simbolo della bandiera scozzese, la croce del martirio dell’Apostolo Sant’Andrea ed, infine,la spada rossa sul fondo bianco è la croce di San Patrizio, patrono d’Irlanda. Nel XVI secolo la bandiera dell’Inghilterra consisteva

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Croce di San Patrizio

Bandiera dell’Inghilterra dal 1606 al 1707

Union Flag: bandiera dell’Inghilterra e del Regno Unito

proprio in una base bianca con una croce rossa centrale. Nel 1603 la regina d’Inghilterra Isabella morì senza lasciare al trono un erede. Prima di morire nominò suo successore il cugino, Re Giacomo di Scozia. Giacomo divenne quindi re d’Inghilterra e di Scozia, nonostante che entrambi i Paesi fossero indipendenti. L’Inghilterra mantenne la sua bandiera rossa e bianca, mentre la Scozia, mantenne la bandiera diagonale bianca con lo sfondo blu. Nel 1606 il re Giacomo progettò una nuova bandiera combinando il disegno della bandiera inglese con quello della bandiera scozzese. Questa nuova bandiera era caratterizzata da uno sfondo blu con una croce rossa al

White Ensing: bandiera navale militare dell’Inghilterra

RedEnsing: bandiera navale civile dell’Inghilterra

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centro e una croce diagonale. Nel 1707 l’Inghilterra e la Scozia si unirono ufficialmente e con il governo della regina Anna formarono la Gran Bretagna. Un secolo dopo nel 1801 l’Irlanda venne annessa alla Gran Bretagna. La sua bandiera, simbolo della spada di San Patrizio fu cosi aggiunta alle altre due. Il Galles fu annesso al Regno Unito nel 1282 e la sua bandiera (drago rosso in campo verde e bianco) non ebbe alcun riconoscimento. La bandiera navale militare dell’Inghilterra consiste nella croce di San Giorgio con l’Union Flag in un cantone, mentre la bandiera navale civile è completamente rossa con una Union Flag nel cantone. a.a

Croce di San Giorgio

Croce di Sant’Andrea


CAPITANI DI MARE

L’ammiraglio Bergamini

Il Comandante che fece violenza a se stesso di Augusto Benemeglio l 9 settembre 1943 l’Ammiraglio d’Armata Carlo Bergamini era stato nominato Comandante in Capo delle Forze Navali da Battaglia da pochi mesi, ma non si era affatto esaltato per aver raggiunto il prestigioso e massimo incarico; era un uomo intelligente e molto equilibrato, sapeva benissimo che, in quel difficile momento storico, la scelta su di lui era stata quella “disperata”. Erano le 19.45, a bordo della corazzata Roma, quando ascoltò alla radio il famigerato messaggio di Badoglio. Una cosa assurda, incredibile, pazzesca, da circo equestre. Si fece mettere in contatto con il Ministro della Difesa, l’Ammiraglio De Courten e la sua indignazione correva lungo la linea telefonica e faceva vibrare i fili. “Ma come è possibile che voi non mi abbiate informato di una notizia del genere. È una cosa inaudita... Qui siamo proprio allo sbando! Darò l’ordine di autoaffondare l’intera flotta. È l’unica cosa onorevole da farsi”. De Courten aspettò che sbollisse, poi gli disse che il re e il Paese chiedevano a lui e a tutta la Marina un sacrificio più grande, un sacrificio amarissimo, quello di adempiere - e a qualunque costo - alle dure condizioni dell’armistizio e di anteporre ai sentimenti l’interesse supremo della Patria. Occorreva perciò non affondare le navi, ma portarle a Malta entro l’indomani mattina.

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L’ordine era di salpare subito e dirigersi a La Maddalena, dove sarebbero giunte poi ulteriori disposizioni. Bergamini non ne volle sapere e insistette nel suo proposito. “Si tratta di un ordine personale del re”, disse De Courten, aggiungendo: “Ammiraglio, so quel che vi costa, ma vi assicuro che ciò che farete porterà in futuro molto giovamento al nostro Paese”. Ora a Bergamini gli si torcevano le budella con fitte di crampi terribili allo stomaco, come sempre gli accadeva quando doveva far violenza a se stesso, al suo modo di essere, ai suoi principi, al suo spirito di purissimo marinaio.

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Sentiva l’eco di alcuni versi: “Il salto dell’onda/più bianca/ ogni ora/ più verde/ ogni giorno più giovane/ ma non giammai la morte/ senza onore”. Furono momenti terribili, di grande sofferenza e tormento interiore, che sconvolsero per sempre l’animo dell’ammiraglio, costretto a dire: “Obbedisco alla volontà del re”. Disfatto dalla amarezza, ma ormai risoluto a ottemperare, fece chiamare a bordo della Roma gli ammiragli e i comandanti delle altre navi, e con voce profonda, oscura, mortale, ma ferma, disse: “Eseguiremo gli ordini del re. Parlate ai vostri marinai e dite loro che dovranno trovare nei loro cuori generosi la forza di accettare quest’immenso sacrificio”. Alle tre e un quarto di notte di quel tragico 9

I t is the story of the last days of life of Admiral Carlo Bergamini, Commander in Chief of the Italian Naval Forces, which, on 9th September 1943, the royal government ordered to not scuttle the fleet, as he would have liked to do honorably, and lead it instead in Malta. He agreed with bitterness and displeasure, perhaps aware that his great battleship “Roma” would not even finished the first stage of the trip to La Maddalena. Sank with his ship hit by the German Junkers 77 and with 1393 sailors.


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settembre 1943 la flotta lasciò silenziosamente il porto di La Spezia. Erano 3 corazzate, 6 incrociatori e 9 cacciatorpediniere dirette alla Maddalena, dove non giunsero mai. Da quel momento, Bergamini vide dentro di sé – con una assoluta e incredibile lucidità di particolari – tutto quello che sarebbe accaduto: la trappola tedesca, il mare tunisino, gli junker 77 con le bombe ra-

diocomandate da 1500 Kg ciascuna che deflagrano sotto la chiglia della nave insieme alla “Santa Barbara”, l’immensa fiammata, una colonna di fuoco, che avvolge tutta la nave, inghiotte il torrione di comando, sale al cielo in nere volute di fumo fino a quattrocento metri di altezza; vede lo scafo squarciato e diviso in due tronconi che affonda. In pochi istanti tutto brucia e la sua profezia si fa

memoria e storia crudele, ma lui non può fare nulla. È solo vittima e testimone della tragedia. Scompare così negli abissi la grande corazzata Roma, 47 mila tonnellate, vanto della Flotta Italiana. E muoiono 1393 marinai, insieme al loro supremo comandante, Carlo Bergamini, “che seppe affrontare ogni rischio pur di obbedire, per il bene della Patria, al più amaro degli ordini”.

IL CAVALLETTO

Fabio Starace: opere nate dal mare di Valeria Congedo RiGenia. È il termine coniato da Fabio Starace per sintetizzare l’idea di genesi e ri-genesi che ricorre nell’opera, nei materiali e nel suo personalissimo approccio all’ideazione e produzione artistica della sua ultima collezione. Lo scultore trova nel mare la genesi di quello che siamo, ed in esso trova rinascita e innovativa riproposizione di forme e contenuti; e non a caso, le forme plasmate dall’artista sono state definite dai critici “liquide, morbide e dinamiche”. È insomma impossibile scindere la plasticità del Nostro dalla sua innata passione per il mare che si ritrova in pesci, spugne, coralli, protozoi. Grazie alla ricerca di Fabio Starace, nelle sue forme inedite il fruitore percepisce i collegamenti con lo spirito del popolo mediterraneo e quindi con origini che sono anche le proprie; forme inedite eppur familiari, chè prendono vita dall’arte preesistente insita nella natura e nella pietra leccese icona della terra natìa, assorbita per poesia di contesto e fortunato destino dello scultore.

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Pescaturismo ittiturismo & cultura del mare

on una nuova normativa, intitolata “Disciplina del pescaturismo e dell'ittiturismo”, la Regione Puglia sostiene e promuove la multifunzionalità nelle attività di pesca per aggiungere reddito a quello derivante dalla pesca. L'obiettivo di tutelare le attività degli imprenditori ittici si concilia con la salvaguardia dell’ambiente marino e delle specifiche risorse ittiche, la promozione delle attività socio-economiche in ambito costiero, anche dal punto di vista del turismo e dell'ospitalità, e l'incentivazione dell'occupazione giovanile e femminile. La relativa legge regionale 23 marzo 2015, n. 13, è stata pubblicata nel Bollettino ufficiale regionale n.43 del 27 marzo 2015.

ph Nunzio Pacella

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LA MUSA

IL MARE DELL’OBLIO Brillano le acque del mare sotto i colpi del vento. Né la luna , né la notte in continuo movimento ne turbano il fluire. Neppure le canne robuste segnate dal sale nel bisbigliare trasandato sulle rive, dove si posa un universo intero davanti agli occhi. Il mare si arrotola sugli scogli affamato, e inghiotte segreti che porta via con se. Fuma il mare, all’alba velando la realtà intrisa di storia. Stilla di mare in una lacrima salata e scava la guancia, come una roccia. Due barche a vela, gonfie di vento vibrano solitarie come ricordi. Che ritornano ad annebbiare il pensiero e la parola che nella mente riposano quiete annegate nell’oblio. Annegate nel mare . Nadia Marra

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i ClicK di Alfonso Zuccalà

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MUSICHE DAL MARE orba il greco” è sicuramente uno dei titoli più conosciuti nel panorama del balletto internazionale, reso celebre dalla splendida interpretazione nel film di Anthony Quinn (premio Oscar nel ’65) e dalla colonna sonora di Mikis Theodorakis, il cui “Ballo di Zorba” (sirtaki) è entrato nella storia della musica, facendone la danza greca più famosa al mondo e una delle sue attrazioni culturali. Nonostante la sua nascita recente, il sirtaki affonda le sue radici nella musica tradizionale cretese. Un ampio repertorio di canti e musiche per il ballo di Creta occidentale è costituito dal syrtà, dal pentozalis, dalla sousta, dal kalamatianòs e dal tsamikos, tutte tradizioni che influiscono alla nascita agli inizi del XX secolo in

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Il Sirtaki di Enrico Tricarico

Grecia del rebetiko, un genere musicale considerato come quello che è il tango per gli argentini o il fado per i portoghesi.

Il sirtaki si balla in gruppo, allineati o a cerchio, con le mani sulle spalle del vicino. Questa danza contiene il syrtos, nelle parti lente, e il pidiktos, nei momenti più rapidi che sfociano spesso anche in salti e sbalzi. Questo contrasto è possibile grazie alla caratteristica principale del sirtaki: il ritmo che va in accelerando. Strumento musicale tipico del sirtaki e delle tradizioni musicali greche e cretesi, invece, è il bouzouki, una sorta di liuto a manico lungo, imparentato col mandolino napoletano. Il suonatore di buozouki deve possedere una buona tecnica perché questa musica è caratterizzata dal virtuosismo e dalla rapidità di tocco, spesso riguardante gruppi irregolari di note.

PROPOSTE CONDIVISE, grazie! La banchina foranea del porto di Gallipoli è stata intitolata a Totò Fitto, la banchina lido a Niccolò e Carlo Coppola. È quanto unanimemente deliberato dal consiglio comunale jonico presieduto da Cosimo Giungato, aderendo alle proposte che questa associazione Puglia & Mare aveva indirizzato al sindaco Francesco Errico in quanto intima espressione della dimensione marinara di Gallipoli. È noto infatti che Totò Fitto da presidente della giunta regionale trovò il modo di finanziare l’ampliamento del porto; Niccolò Coppola fu fautore dell’istituzione del Compartimento marittimo e il figlio Carlo, già presidente onorario di Puglia & Mare, è stato un precursore del turismo nautico ed ha sostenuto quello culturale. Tra le altre intitolazioni, quelle di Largo Guardia Costiera e Passeggiata Mario Foscarini. Su www.pugliaemare.com sono riportate tutte le notizie in merito. Pubblicamente come fatto per la richiesta, questa associazione ringrazia il sindaco Errico, il presidente Giungato e tutti coloro che hanno condiviso le sue proposte.

ABBONARSI A “PUGLIA & MARE” La rivista “PUGLIA & MARE” è disponibile gratuitamente nei punti di distribuzione sopraindicati e sul sito Internet. Alcuni lettori hanno chiesto di poter ricevere la rivista al proprio domicilio e, in adesione a tale richiesta, è stata prevista la possibilità di abbonamento per 4 numeri. Il relativo versamento di 12,00 euro, può essere eseguito mediante bonifico bancario sul conto attivo presso la Banca Popolare Pugliese, intestato all’Associazione Puglia e mare e identificato dalle seguenti coordinate bancarie: IT97 I052 6279 671C C066 0010 313. Allo scopo di prevenire disguidi, è peraltro chiesto il cortese invio di copia del bonifico all’Associazione, mediante fax al nr. 0833 261038

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BRINDISI - CORFÙ 10 - 12 giugno 2015

a Regata Internazionale compie 30 anni. Un anniversario può essere simile a quello che lo ha preceduto, in fondo aggiunge solo un poco d’esperienza in più. Eppure è difficile sfuggire ad almeno un pizzico di retorica quando è ultradecennale e tondo tondo, come quello che si appresta a vivere la celeberimma regata d’altura. Teo Titi, il presidente del Circolo della vela di Brindisi, sodalizio che ha ideato e visto crescere l’evento da pochi scafi ad un centinaio di vele, dopo averlo promosso in vari ambiti nazionali e internazionali, è ora al lavoro con il suo staff perchè la prossima edizione sia, per i regatanti in primis, indimenticabile. O meglio: ancora più indimenticabile delle precedenti.

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Per aggiornamenti: www.brindisi-corfu.it.

HOMERUS A metà aprile il Club velico Ecoresort Le Sirenè di Gallipoli ospiterà il “Campionato nazionale open Homerus march-race” l riferimento ad Omero, poeta cieco, non è casuale: gli equipaggi saranno composti solo da non vedenti. Gli atleti gareggeranno grazie a segnali acustici installati tanto sulle 3 boe che delimitano il campo di regata, quanto sulla vela delle loro imbarcazioni "Trident" per suggerirne la posizione. Il campione del mondo 1990 classe VI IOR Alessandro Gaoso, ideatore della manifestazione e del "progetto Homerus" che in oltre un ventennio ha istruito centinaia di atleti non vedenti, è convinto che gli sportivi, contestualmente alla capacità di regatare autonomamente, acquisiscano fiducia in se stessi, indipendenza, coraggio e autostima.

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Dal 18 al 21 giugno

A Gallipoli il Campionato Italiano classe Platu25 di Paola Apollonio

a Città Bella sarà lo scenario perfetto della prestigiosa kermesse velica, ospitando quest’anno il più grande evento italiano della Classe Platu25, consideato che si prevede la partecipazione di almeno trenta team schierati sulla linea di partenza. Tra gli equipaggi i campioni del mondo, i pugliesi primi in classifica Sandro Montefusco su Euz II Monella Vagabonda di Francesco Lanera e i secondi in classifica Five for Fighting 3 di Tommaso De Bellis con Giulio Desiderato al timone, per cui ci sono tutte le premesse per un ottimo campionato.

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Divertente, performante, tecnico, il Platu 25, è stato disegnato negli anni ‘90 dal genio di Bruce Farr. Dalla sua costituzione nel 1998, la classe italiana si è saldamente consolidata nel panorama velico nazionale, coinvolgendo un sempre maggiore numero di velisti nelle competizioni locali e nazionali. Gli armatori di tutto il mondo hanno riconosciuto subito le qualità di un’imbarcazione che, con 5 uomini di equipaggio a bordo, permette di vivere grandi emozioni sportive, grazie alla sua caratteristica eminentemente agonistica.

L’aspetto straordinario di questa imbarcazione, la rende versatile e maneggevole, motivo per cui riesce ad attrarre e a conquistare velisti dalla storia e dall’esperienza più diverse. L’organizzazione e la gestione del Campionato Italiano è stata affidataall’A.S.D. “Sezione Vela e Sport Acquatici dell’ITN Vespucci” di Gallipoli che quest’anno festeggia il ventennale della sua fondazione. L’evento creerà network tra le eccellenze dei vari settori del territorio e le nuove generazioni. Il Vespucci, infatti, si è costituito quale scuola capofila di una rete che vedrà coinvolti, oltre al settore turistico e nautico del Vespucci, anche i principali Istituti alberghieri ed artistici del territorio. Questa collaborazione sarà un punto di forza dell’evento, un percorso virtuoso che costituirà un’opportunità di realizzare percorsi di alternanza scuola lavoro di eccellenza permettendo agli studenti di riappropriarsi con consapevolezza del proprio territorio.

UN PREMIO AL VESPUCCI Il “Gala della Vela” organizzato dal Comitato Fiv VIII Zona per premiare i velisati pugliesi protagonisti della stagione 2014 si è svolto quest’anno a Gallipoli, ospite del presidente del CV Le Sirené Attilio Caroli Caputo, con la partecipazione del presidente del Comitato Alberto La Tegola e del suo staff. Nel corso della manifestazione, la professoressa Apollonio ha premiato i due anzidetti equipaggi ai vertici mondiali della Classe Platu 25 ed è stata a sua volta destinataria di un doppio riconoscimento. Il Vespucci è stato infatti premiato l’organizzazione del Mondiale FormulaWindsurf nella passata stagione e per il maggior numero di tesserati Vela Scuola.

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