Nei tre segni Diagrammi per la Complessità e le controversie. Sembrerebbe che le forme tradizionali di accesso e interpretazione della conoscenza della realtà si stiano riconfigurando grazie all'apertura di immense basi di dati e informazioni. Questa ipotesi portata avanti da Lev Manovich (2001) ridefinisce una nuova forma culturale emergente per catturare, esplicare e discutere della complessità del reale, ma andrebbe estesa e reinterpretata. Un'analisi accurata dovrebbe essere portata avanti su due fronti che toccano da vicino il Design, in particolar modo il Design della Comunicazione. Gli strumenti di questo campo disciplinare potrebbero emergere come strategici nel leggere e raccontare le dinamiche che conformano l'attuale spazio dell'informazione e della conoscenza e i modelli che lo descrivono, con lo scopo finale di agire coscientemente al loro interno. Da un lato, la riflessione teorica andrebbe centrata sull'accessibilità ai dati che, raccolti da ambiti e discipline differenti, producono un nuovo tipo di rapporto tra qualitativo e quantitativo; dall’altro, la sperimentazione empirica andrebbe sviluppata sulle modalità con cui questi spazi vengono sintetizzati e tradotti in dispositivi narrativi comprensibili attraverso le attività di visualizzazione1 dei domini della conoscenza. La sintesi di queste due riflessioni, solo apparentemente sequenziali, si risolve in una nuova dimensione, in cui la discussione sugli spazi della conoscenza sconfina i territori dell'epistemologia: alle forme di un sapere fortemente codificato e rigidamente strutturato si affiancano forme che esprimono un sapere relazionale e dinamico anche e soprattutto nelle forme della sua restituzione e rappresentazione. Si sta delineando, infatti, sulla scorta di tali questioni, un'area di indagine che si riconosce sotto l'etichetta di knowledge visualization (Okada, Shum, and Sherborne 2008), disciplina affine all'information visualization e all'information design, e ha come obiettivo specifico il dotare di proprietà spaziali, attraverso una la loro raffigurazione, i domini della conoscenza (Shiffrin and Börner 2004) . Esempio di questa nuova visione nell'esplorazione e nella comprensione degli spazi dell'informazione e della conoscenza è sicuramente la cartography of controversies2, sviluppata da Bruno Latour come versione applicata della Actor-Network Theory (ANT) (Latour 1999; Latour 2005). L'approccio latouriano tenta di comprendere le tematiche sociali e del sapere come reti complesse costituite da relazioni fra attori eterogenei: persone (una serie di agenti in competizione con interessi divergenti), entità materiali (luoghi, oggetti, flussi) e entità semiotiche (idee e concetti). Lo studio di queste reti secondo Latour (2005) non può essere effettuato né cristallizzandole, ignorandone le dinamiche evolutive, né dissociandole, attraverso operazioni di isolamento dei nodi. Proprio questa necessità ha portato ad una sua grande differenziazione dalle altre metodologie di indagine e di ricerca sociale. Uno degli elementi più innovativi (Venturini 2008a) è la forma con cui viene restituita la descrizione dei fenomeni osservati, esplorando, integrando e narrando l’enorme ricchezza informativa prodotta dagli attori che li producono. È 1
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I concetti chiave rispetto all'uso degli strumenti visuali rimandano ad alcune teorizzazioni nate all'interno delle scienze cognitive con Johnson-Laird sull'efficacia dell'immagine e in particolare dei grafici, delle mappe e più in generale della classe dei diagrammi, non solo nei compiti mnemonici (Yates 1974), ma anche in quelli di ragionamento complesso e di orientamento fra un alto numero di dati e informazioni (Berthoz 2004). La cartografia delle controversie può essere definita come un set di tecniche per osservare e descrivere, così come per esplorare e visualizzare tematiche sociali, in particolar modo, ma non in maniera esclusiva, tecno-scientifiche. La parola controversia si riferisce, come un termine neutro, ad un’incertezza condivisa indicando come dice Latour stesso «a debate surrounding a technique or scientific fact that has not yet been determined». Lo scopo finale è consentire di aprire le scatole nere delle verità tecno-scientifiche e di osservare empiricamente come esse siano costruite attraverso processi di negoziazione allargati e non lineari. Ad un livello concettuale le controversie, anche se essenzialmente ognuna di esse è unica, presentano alcune caratteristiche peculiari (Law 2004): • Un alto numero ed una elevata eterogeneità di attori e agenti coinvolti; • Una elevata dinamicità delle relazioni fra attori e agenti; • Una spiccata non riducibilità e non comprimibilità; • Una forma dialogica ma conflittuale.