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Meeting leaders Komori

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Tecnologie e valori solidi. Komori conquista i “forward thinkers” del printing

Il brand giapponese ha stregato stampatori commerciali, leader del packaging e online printers con tecnologie efficienti, progettate mettendo il cliente al centro

di Lorenzo Villa

Nell’impossibilità (momentanea, è una promessa) di volare una settimana in Giappone per carpirne ogni più recondito segreto, abbiamo ugualmente voluto indagare sulle ragioni che hanno permesso a Komori di diventare in pochi anni il vero game changer nel campo della tecnologia offset. Se fino a pochi anni fa lo stimato brand nipponico era infatti considerato da molti un’opzione «da amatori», gli ultimi anni hanno segnato una crescita della sua reputazione e dei numeri impressionante. Non solo tra le vecchie glorie dell’offset commerciale, ma soprattutto presso due categorie iper-esigenti per motivi diversi. Da un lato i professionsiti della cartotecnica, che non transigono sulla qualità e richiedono alti livelli di ricercatezza e nobilitazione. Dall’altro gli online printers che, più di altri, esprimono istanze di efficienza, automazione, riduzione dei tempi di avviamento e un uptime complessivo delle attrezzature che non ammette compromessi né errori. Per potervi raccontare consapevolmente questa storia abbiamo incontrato alcuni degli interlocutori chiave che hanno reso grande Komori in Europa, e hanno permesso al marchio di attestarsi come numero due anche in un Paese tradizionalmente legato ai brand tedeschi, come l’Italia. La prima doverosa attività è stata un’incursione a Maastricht, poco fuori Amsterdam, dove nel 1988 Komori ha stabilito la propria filiale europea Komori International.

Un continente da conquistare con spirito di servizio

Già in tempi non sospetti, precorrendo i tempi rispetto ad altri brand suoi connazionali, Komori ha scelto di servire la clientela europea stabilendo con il nostro mercato un legame solido, duraturo e fiduciario. Questo si è tradotto, già negli anni ’80, nell’assunzione di personale europeo nell’area tecnica e commerciale, ma anche nell’apertura di filiali nei principali mercati europei. Quasi in contemporanea sono nate infatti Komori Italia, Komori France – responsabile anche per Spagna e Africa – e Komori UK, che accorpa l’Irlanda. Il resto della regione EMEA è servito direttamente dalla sede di Komori International in Olanda, che si avvale di un network di 27 distributori tra Europa, Emirati Arabi e alcuni Paesi dell’Africa. È importante sottolineare come anche ai propri partner commerciali Komori imponga standard qualitativi e di servizio elevatissimi, a partire dai programmi di formazione e certificazione dei tecnici addetti all’assistenza. «Uno dei programmi chiave che contraddistingue la nostra offerta è Komori Kare, un ombrello sotto cui poniamo tutti i programmi di assistenza, formazione, fornitura di pezzi di ricambio in tempi ridottissimi, ma anche retrofitting, test di carte e supporti speciali, sviluppo di nuove funzionalità sulla base delle esigenze di singoli clienti – spiega Peter Minis, Marketing Manager di Komori International – sebbene il cervello di Komori Kare sia basato in Giappone, è un’organizzazione mondiale che agisce localmente, centralizzando poi la propria base di informazioni e risorse per renderle rapidamente disponibili ad ogni singolo cliente».

Il Komori Graphic Center di Utrecht (Paesi Bassi)

Un futuro digitale?

L’approccio dei costruttori di macchine offset alla stampa digitale è storicamente contraddistinto da luci, ombre e qualche ambiguità e questa – lo confessiamo – è una delle ragioni del nostro viaggio. Anche su questa controversa area, tuttavia, Komori sembra avere una visione chiara. Anzitutto è stato uno degli ultimi player ad arrivare e certamente sta dimostrando di essere uno dei più concentrati e collaborativi, nonché tra i meno autarchici. Se già a drupa 2012 il costruttore giapponese aveva lanciato il primo concept di macchina in formato B2, solo nel 2016 Komori ha effettivamente lanciato Impremia IS29 come sistema funzionante e disponibile per la vendita, grazie anche al lavoro congiunto con Konica Minolta. «Dal 2012 al 2016 i nostri manager e ingegneri si sono concentrati unicamente sul rendere stabile la tecnologia, senza perseguire derive commerciali e senza snaturare la nostra immagine di costruttore di macchine offset – chiarisce Peter Minis – un atteggiamento che ci ha consentito di portare sul mercato un prodotto stabile, che già oggi conta 50 installazioni nel mondo, di cui 7 solo in Europa, con clienti che hanno già acquistato la terza unità». Andando un po’ oltre, questa filosofia è stata adottata anche per la nuova B1 inkjet, sviluppata questa volta in collaborazione con Landa e la cui strategia di lancio è necessariamente più cauta e dilatata nel tempo.

Peter Minis Marketing Manager di Komori International

“Dal 2012 al 2016 i nostri manager e ingegneri si sono concentrati unicamente sul rendere stabile la tecnologia.”

Dimostrazione e validazione: due pilastri del metodo Komori

La vendita «a pacche sulle spalle», magari sulla scorta di una certa notorietà del marchio, non è un’opzione per il brand giapponese. Per questo la fase dimostrativa riveste per Komori un’importanza fondamentale. Presso il Komori Graphic Center (KGC) di Utrecht sono sempre installate le più evolute piattaforme di stampa del gruppo, in combinata con differenti tecnologie di curing, prestampa e finishing. KGC è il luogo destinato alle demo per tutti i clienti europei, ma anche ai programmi di training per la formazione di tecnici e operatori macchina. «La formazione degli operatori è una delle attività più frequenti – ci spiega Ad Ekelschot, responsabile del KGC – ma investiamo moltissimo tempo anche in sessioni di R&D su inchiostri e consumabili. Una delle nostre mission è offrire a partner tecnologici e fornitori informazioni precise per ottimizzare i loro prodotti per le macchine Komori». Al momento della nostra visita, in effetti, il Graphic Center è in piena attività e nelle diverse zone sono in corso dimostrazioni con clienti finali, mentre alcune nuove macchine sono in fase di installazione. «Stiamo testando la Lithrone GL-529 H-UV a 5 colori più coating, che qui è presente in una versione speciale che può produrre in modalità convenzionale, H-UV e LED – spiega Ekelschot orgoglioso – Non è comune che un cliente ordini tutte e tre le opzioni, ma per noi è un modo per poter fare demo di ogni applicazione, e dare una prova tangibile della flessibilità del nostro engineering». A supportare il messaggio di eccellenza e automazione dei propri sistemi, la presenza di sofisticati sistemi di ispezione e controllo della densità a bordo della Lithrone installata, dietro cui spiccano la Impremia IS29 e una nuovissima Lithrone GX40 6 colori ancora in fase di montaggio, in questo caso montata su plinti rialzati e sistema nonstop feeder per aumentarne capacità e uptime nelle applicazioni cartotecniche. Oltre a una testa di numerazione inkjet, la GX40 è equipaggiata con un sistema di rilevazione automatica del foglio, che lo compara in tempo reale al PDF originale e rileva qualsiasi difformità. «A fronte di tirature sempre più brevi ridurre gli scarti, avere tempi di avviamento fulminei e limitare l’impegno degli operatori è l’obiettivo che i nostri clienti si prefiggono e il motivo per cui vengono qui con il loro lavori più problematici – conclude Ekelschot – per esempio i clienti del web-to-print danno ormai per scontata la qualità della tecnologia Komori, mentre si concentrano in modo maniacale sul fattore tempo e sulla velocità di produzione complessiva».

Integrare per vincere

Komori è cosciente che l’hardware di stampa sia solo una delle componenti di uno stampato di successo. Per questo, già da tempo, l’azienda ha avviato lo sviluppo di una gamma di sistemi di finishing a proprio marchio, come i tagliacarte della serie Apressia. Ma soprattutto investe ingenti risorse nella ricerca e sviluppo delle tecnologie di asciugatura della stampa «low-energy», di cui H-UV è l’ideale portabandiera. Per questo l’isola centrale del Graphic Center, concepita come spazio espositivo e formativo, ospita tutte le tipologie di lampade di asciugatura e consumabili, tra cui caucciù di verniciatura e una gamma di inchiostri sviluppata appositamente per Komori.

Passione di famiglia e attenzione per l’ambiente da 95 anni

Uno scorcio del moderno stabilimento Komori di Tsukuba, uno dei tre del gruppo

A svelarci uno degli ingredienti che rende unica Komori, non solo tra i costruttori dell’offset ma anche tra i brand giapponesi della tecnologia, è a sorpresa Silvano Bianchi, CEO di Komori Italia. «Lo sapete cosa ci differenzia da grandi marchi come OKI, Canon, Seiko e altri, che in qualche caso portano ancora il nome del loro fondatore ma sono oggi aziende finance-driven o quotate in borsa? – chiosa orgoglioso Bianchi – ebbene, la nostra azienda è ancora oggi posseduta e guidata da Yoshiharu Komori, discendente del fondatore». Nonostante il costruttore giapponese abbia avviato l’attività nel 1923 e conti oggi 2.200 dipendenti, con vendite che sfiorano il miliardo di euro, quello di Komori resta un family business a tutti gli effetti. Tra i fiori all’occhiello del costruttore giapponese, per volere del suo stesso proprietario, ci sono i tre modernissimi siti produttivi, in testa quello di Tsukuba, con i suoi 60.000 m2 coperti. Il sito, che integra produzione, assemblaggio, test, ricerca e sviluppo, dimostrazione e formazione, è stato commissionato e progettato con una grande attenzione all’ambiente. A partire dalla riduzione dei consumi di energia elettrica e dall’attenuazione del rumore. Le emissioni di CO2 in particolare sono state ridotte grazie all’uso di energie rinnovabili come quella solare e, seppure su piccola scala, quella eolica. Cui si aggiunge un sistema di condizionamento dell’aria alimentato a gas.

Inkjet UV, toner, Highcon e Landa: la “digital way” secondo Komori

Il portfolio di soluzioni digitali Komori è ampio e in larga parte maturo. A partire dalla stampa. Qui la punta di diamante è Impremia IS29, costruita da Komori con gli stessi criteri delle proprie tecnologie offset, dal mettifoglio al percorso carta. Avvalendosi poi dell’expertise di Konica Minolta per il motore di stampa inkjet UV, che consente di alimentare gli stessi materiali in uso sulle macchine offset e ottenere un matching qualitativo totale, senza pretrattamenti. A completare la gamma verso il basso ci sono poi le macchine a toner in formato SRA3 della stessa Konica Minolta, mentre per il formato B1 il costruttore giapponese ha siglato una partnership con Landa per Impremia NS40, attualmente in una fase di testing avanzato. Fiore all’occhiello sul fronte della fustellatura e cordonatura digitale è la partnership con Highcon (presso il KGC di Utrecht è sempre installata una Euclid III) di cui Komori è distributore europeo.

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