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PROGETTI E CONCORSI
15 - 20 NOVEMBRE 2010
INCHIESTA Giovani Nell’atlante GiArch dominano concretezza, risparmio energetico e paesaggio
Addio ambizioni da star, il talento degli under 40 si misura con i cantieri Basta etichette da accademia: con la crisi l’imperativo è presidiare i pochi spazi offerti dal mercato. Nessuno parla più di identità, ma resta il rapporto con la storia 1
FondaRIUS architecture - Barcellona
In libreria il quarto volume di «ItaliArchitettura»
Qualità in provincia con i micro-interventi
G
iuseppe Barbero, C+C04, Francesco Finocchiaro, Anita Sardellini, ma anche Ipostudio, n!studio e Antonio Citterio e Patricia Viel, sono alcuni dei protagonisti del terzo volume di «ItaliArchitettura», altra linea edita da Utet Scienze tecniche dedicata alle opere di studi e professionisti italiani per fotografare la realtà italiana minore. Nel primo volume (edito nel 2009) c’erano tanti altri studi, si iniziava con gruppi come Arhitrend, asv3-officina di architettura, Elasticospa, Gnosis architettura ed Enrico Iascone, Vulcanica, Ufo, Salvatore Re e 3Gatti. Protagonisti conosciuti dai lettori di «Progetti e Concorsi» che con piccoli interventi contribuiscono a diffondere qualità nelle grandi città ma soprattutto in provincia. Architettura contemporanea che sperimenta lontana dalle accademie. Professionisti conosciuti e tanti altri che hanno in portfolio poche opere ma di buona qualità. I primi tre volumi Utet sono una miscellanea di protagonisti e opere, il quarto in via di pubblicazione è dedicato ai progetti di interni e il quinto – che uscirà nel 2011 – sarà dedicato agli italiani all’estero. Seguiranno nuovi volumi che riprendono la linea della miscellanea. I progetti sono stati scelti da Luigi Prestinenza Puglisi e sono illustrati con fotografie, schizzi e dettagli costruttivi, con l’idea di mostrare «come si fanno le cose». Nei primi tre volumi sono state raccolte opere di 108 studi; nel quarto e nel quinto alcuni nomi si ripeteranno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PAGINE A CURA DI PAOLA PIEROTTI
L’
identità italiana? Non c’è. La giovane architettura non segue un pensiero unitario ma sperimenta soluzioni concrete, attente al processo costruttivo, alle prestazioni energetiche e al rapporto con il paesaggio. È questa la prima conclusione che si può trarre dalla seconda pubblicazione «Progetti di giovani architetti italiani» della LineaGiArch pubblicata da Utet scienze e tecniche, curata da Luca Paschini. Un atlante con una quarantina di opere realizzate di recente e firmate da giovani professionisti italiani, da Biella a Crotone, da Trieste a Lecce. «Post-ideologici, programmatici, duttili, tendenzialmente nomadici, impegnati in una competizione serrata che oggi travalica l’ambito nazionale, i giovani architetti italiani – commenta Franco Purini nell’introduzione al volume – danno vita a una sorta di eroismo quotidiano, fatto di ottimi risultati ottenuti in occasioni spesso interstiziali». Sfogliando le pagine di questo volume si legge un forte senso di concretezza, anche se si tratta di realizzare micro-architetture, come nel caso del piccolo edificio per il Golf Club di Isernia progettato da Medir Architetti o dell’ampliamento di una casa a Pratonevoso (Cn) realizzato da Studio74. Quest’ultimo intervento si distingue per la scelta di aver rivestito pavimento, pareti, soffitto e porte con tavole di legno di rovere sbiancato, i setti esistenti sono stati sostituiti da mobili su misura: in un alloggio esistente è stato ricavato uno spazio in cui spogliarsi dello stress e dedicarsi al riposo. Le architetture selezionate dal GiArch sono «opere costruite che dimostrano virtuose capacità operative e sostanziale concretezza, nonostante le difficoltà procedurali tutte nostrane – ha sintetizzato Andrea Boschetti (partner dello studio Metrogramma) –, ma esiste effettivamente un senso comune? Sono opere denominate da un pensiero autoreferenziale prevalente». Difficile in effetti trarre da questa collezione di architetture – autocandidate dai singoli autori e selezionate da una giuria indicata dal GiArch – un comune denominatore per tentare una
sintesi in tema di linguaggio. L’architettura realizzata dagli under 40 si sveste dal legame con la disciplina e i giovani professionisti, appena concluso il percorso universitario, cercano modelli e idee fuori dall’accademia. Le opere costruite dalla nuova generazione spaziano dal restauro agli spazi pubblici, dalle case agli showroom, spesso sono microarchitetture in cui si individuano alcuni temi ricorrenti, come il rapporto con l’esistente e il paesaggio. La cultura italiana rimane comunque sempre determinante quando si affronta il rapporto con la storia. «L’attenzione verso il mantenimento delle tracce del passato e verso la conservazione dei segni della memoria – aggiunge il curatore – restano una caratteristica della sensibilità progettuale nazionale». Lo si può vedere nel progetto di ristrutturazione del complesso rurale di Roncade (Tv) firmato dallo studio Alessio Bolgan/Zanon architetti associati, nella cantina Saracco costruita a Castiglione Tinella (Cn) da Boffa e Delpiano, ancora nel progetto di allestimento del nuovo Museo Archeologico Abbazia di Novalesa (To) disegnato dallo studio Marc, ma anche nei segni di Enza Evangelista che ha progettato Corso Centocelle a Civitavecchia. In questo catalogo non mancano opere di breve durata come il Just Cuore Caffè di Lisbona progettato da Ternullomelo Architects nel sotterraneo di un centro commerciale, caratterizzato da una parete vegetale, ma anche il Negozio Flò di Matera firmato da Studio Manca con un percorso che avvolge il cliente e lo accompagna nello spazio ipogeo. In questo caso il progetto è una perfetta sintesi di tecnica artigianale e tecnologia digitale: la struttura è infatti in piatti di acciaio ricavati da un modello 3D plasmato con un software Cad e il rivestimento è intonaco a gesso messo in opera a mano. Sulla stessa linea di sperimentazione anche il padiglione in bamboo di Mauricio Cardenas Laverde, un’occasione per indagare le potenzialità di questo materiale e per cercare nuovi linguaggi. A volte però non bastano le buone intenzioni. Tra le opere citate nel volume anche il museo di Crotone di Obr, frutto di un concorso, ma abbandonato al degrado prima dell’inaugurazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DAGLI SPAZI URBANI AGLI Nella mappa qui sotto c’è una selezione
9 12
11 1
13 18
1
Studio M2R architettura
2
HYD architettura
3
RWS architetti associati
4
Alessio Bolgan
5
Medir Architetti
6
B+D+M architetti associati