Numero 5 dicembre 2008

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Direttore Christian Zurlo

Editore Vanoi GlocalNews Factory

Redazione Via Nazionale, 40 - IMèR (TN)

Anno I - N°5 www.laVocedelNordEst.it

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News crossing

Dicembre 2008

il quotidiano online del triveneto LaVocedelNordEst.it - Quotidiano indipendente di informazione - Reg. Tribunale Trento n. 1352 del 15.02.2008

Te s t a t a

iscritta

Santa Catarina. Natale in Brasile, i nostri conterranei raccontano la loro sofferenza quotidiana

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Trentini e Veneti nel dramma Brasiliano

Oltre 120 persone hanno perso la vita in questi mesi nello stato di Santa Proseguono incessanti in queste ore le testimonianze dal sud del Catarina. Tra questi anche una famiglia di origine trentina. La situazione mondo. Questa volta, sono i nostri conterranei a riferirci le loro storie non migliora e i loro racconti ci trasmettono la sofferenza di una vera di vita all’estero.Ecco i messaggi che ci hanno inviato in queste ore P.12 P. 13 devastazione. difficili ■ Province: ■ La “Regina” di San La Voce del NordEst augura a tutti i suoi lettori Comuni a confronto Martino di Castrozza Buon Natale e un Sereno 2009 Ledro scrive la storia, Meduna si interroga sul suo futuro. Esperienze locali, che rilanciano il dibattito sulla numerosità e sulle dimensioni dei comuni italiani. La nostra analisi di Mario Pernechele P. 5

P8

di Alberto Folgheraiter

■ Digitale terrestre,

■ Bellunese, cresce il

business o scommessa?

numero dei lavoratori in mobilità

Eraldo Busarello, componente del Comitato provinciale delle comunicazioni, sottolinea l’impegno della Provincia di Trento per far conoscere questa innovativa tecnologia televisiva, ma chiede che si tutelino anziani e disabili. di Mario Pernechele P. 10

Il punto sulla situazione di Primo Torresin, segretario Bellunese della CISL di Daniele Dalla Valle P. 14

■ Sulla Giunta Dellai

batte Durnwalder

In Trentino esecutivo provinciale senza i Verdi e con Assessore Udc. In Alto Adige trattativa molto più complessa. Al Consiglio provinciale di Trento eletto presidente Gianni Kessler, al regionale Marco Depaoli

■ Trieste: una divagazione identitaria

■ Nel 2010 Ledro diventa Comune

dell’agricoltura 2010

di Alessandro Firpo

Varato ufficialmente dalla Giunta regionale . Nel Primiero, il comune di Siror boccia la fusione mentre non mancano i malumori sulla nuova Comunità di Valle, che P. 4 nascerà il 18 gennaio.

■ Lamon, si conferma il Il dottor Massimo Ballotta spiega i progetti in corso e i punti di forza del centro riabilitativo Bellunese. Il presidente della Regione Veneto Galan ne conferma al nostro P. 15 giornale l’eccellenza.

P. 21

■ Verso il censimento

P. 6 - 7

Centro di Riabilitazione del Nordest

News crossing

Ha compiuto 90 anni di una vita avventurosa come poche

Sulla spiaggia la magia del Natale ■ Fondo Letta:

querelle a lieto fine

Rifinanziati i 25 milioni di euro del Fondo per le aree di confine: i 99 comuni di confine possono tirare un sospiro di sollievo di Daniele Dalla Valle P. 5

PULIZIA CAMINI Videoispezioni - Pulizia di camini, stufe a legna, caminetti e stube Posa tubi in acciaio per camini Costruzione canne fumarie

FENT DIEGO - SEREN DEL GRAPPA (BL) 0439 44 80 33 • 349 464 92 00 • 328 102 73 48

P. 23

Selezionate circa 16mila imprese e anche il Veneto parteciperà all’ indagine campionaria. In virtù delle loro specializzazioni agricole sono stati scelti i territori di quattro Comuni: Lusia in Polesine, Fonzaso nel bellunese, Preganziol in provincia di Treviso e Sossano P. 18 nel vicentino.

Frana sullo Schenèr Cultura e società Entro Natale riapre forse una corsia

■La Natività rivive

LAMON (BL) - Mai Lamon è stata più trentina. Dopo lo smottamento sulla Strada regionale 50 Grappa Passo Rolle, l’altopiano lamonese è divenuto la corsia d’accesso al lembo più orientale del Trentino, il Primiero.

Il 25 dicembre va in scena a Zortea il Presepe Vivente. Un appuntamento unico che riscopre la Sacra natalità P. 20 del presepe.

Continua a pagina 3

tra le Dolomiti

■ “Canaletto”, un orgoglio tutto Veneto

Un caso concreto ed unico a livello nazionale di promozione coordinata ed integrata di Corrado Raspati P. 19

La Voce del NordEst.it è distribuito nelle province di Trento - Bolzano - Belluno e Treviso


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LaVocedelNordEst.it Dicembre 2008

Pagina a cura di Daniele Dalla Valle

Dal web alla Carnegie Hall

Nasce l’orchestra sinfonica su YouTube http://it.youtube.com/symphonyit LONDRA - Professionisti e dilettanti, tutti i musicisti del mondo sono invitati a partecipare alla costituzione della prima «orchestra sinfonica online d’insieme», che nasce su YouTube. All’indirizzo: www.youtube.com/symphony: compare il maestro Tan Dun, il direttore cinese che da ragazzo fu spedito a piantare riso in nome della Rivoluzione Culturale e poi riuscì con la sua arte ad affrancarsi dall’oppressione ideologica, a vincere un Oscar per la colonna sonora della Tigre e il Dragone e la scorsa estate ha dato ai Giochi olimpici di Pechino la musica delle premiazioni. Basta cliccare su youtube.com/ symphony, scegliere da una tendina il proprio strumento e poi seguire la bacchetta del maestro. Quando si è soddisfatti della propria esecuzione, basta caricare sul sito il proprio audio-video. Si può inserire anche un secondo brano libero, per esprimersi al meglio. Le audizioni sono aperte fino al 28 gennaio 2009. Poi si riunirà una commissione di esper-

Altri siti web consigliati: www.earthcam.com Scopri come il Mondo si prepara al Natale con le Webcam Live www.castrozza.eu Antiche cartoline raccontano la storia di San Martino di Castrozza www.stupid.com Ecco i regali più inutili da ricevere a Natale ti di grandi istituzioni musicali, dalla London Orchestra alla Berlin Philarmonic, alla San Francisco Symphony, ai conservatori di Mosca e Amsterdam. Per l’Italia pertecipano l’Orchestra Sinfonica della Rai e la Filarmonica di Piacenza. Questi «addetti ai lavori» faranno una prima selezione, ma lasceranno alla YouTube community la scelta dei vincitori: il voto online sarà aperto il 14 febbraio.

Un libro per amico. Un libro, un regalo. Charles Dickens « A Christmas Carol» (Un canto di Natale ) Dicembre 1843 «In questo libriccino sullo spirito ho cercato di evocare lo spirito di un’idea che non metta i miei lettori di mal animo con se stessi, fra loro, con la stagione e con me. Possa aleggiare

www.valcanali.it La magia di un luogo incontaminato da scoprire anche d’inverno www.babbonatale.fi Guarda la WebTv con i video dal Mondo di Babbo Natale

gradevolmente nelle loro case e che nessuno desideri scacciarlo». «Un canto di Natale» di Dickens è certamente un grande classico: una fiaba da raccontare ai bambini e da rileggere da grandi, una storia di paura, di morte ma anche di solidarietà umana, di fantasmi grotteschi che sfumano e si frammentano nel sogno e nell’incubo privato, un grande ritratto di solitudine e di vecchiaia e di una città degradata, e soprattutto un magico rega-

lo di Natale che trasforma il gelo e il buio dell’avarizia nel calore di un sorriso e di una festa per tutti. L’autore Charles Dickens (1812 – 1870) E’ stato fra i maggiori narratori inglesi del suo secolo e tra i massimi d’Europa. Ricordiamo: Il Circolo Pickwick (1836-1837), La Bottega dell’antiquario (1840), Racconti di Natale (18431848), David Copperfield (1849-1850), Grandi Speranze (1860-1861).

Dicembre

Festività e ricorrenze

25 dicembre, La Natività Oggi si apre il cielo, si squarciano le nubi e appare l’Emmanuele, Dio con noi. L’Eterno l’aveva promesso, lo vaticinarono i profeti e per quattromila anni lo sospirarono i giusti. Giuseppe, della regal stirpe di Davide, si reca con Maria nella natia Betlemme. Essi, per essere poveri non trovano chi li accolga e sono costretti di riparare in una capanna Quali e quanti misteri! Quali e quanti insegnamenti all’orgogliosa ragione dell’uomo! Maria, senza detrimento del virginal pudore, da in luce e stringe al seno il portato delle sue viscere, l’avvolge i poveri pannolini e l’adora per suo Dio! Una luce di cielo tutto rischiara ; cori angelici intuonano «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.» Accorrono, si prostrano e adorano, ma tutti sono poveri pastori, che ammirano il cielo inchinarsi alla terra, e la terra innalzarsi al cielo, nell’aspettativa che la giustizia porga l’amplesso della misericordia, e sia instaurata la vita, sconfitta la morte, chiuso l’inferno, aperto il cielo. Il verbo di Dio, la Sapienza del Padre oggi è nato a Betlemme da Maria Vergine. Una vergine che è madre, un Dio fatto uomo! E sorgano i filosofi a delirare, ma il mistero è compiuto! Gloria a Dio che ci donò il suo Unigenito per la nostra salute! Gloria a Dio che innalzò Maria Vergine a Madre di Dio! Tale è il mistero che oggi si compie! Tale l’insegnamento della chiesa cattolica apostolica romana, in cui noi tutti vogliamo vivere e morire per conseguire l’eterna beatitudine del cielo.

La Poesia del mese

è Natale « E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti [...]»

Madre Teresa di Calcutta

Tratto da «Le vite dei Santi» di Don G. Storni edito dalla tipografia della Santa Sede Apostolica Di Einsielden, Svizzera luglio 1886.

Oroscopo del Mese

ARIETE

Scintille

Marte vi accompagnerà in questo fine d’anno rendendolo scoppiettante. Iniziate a fare progetti ed a esprimere dei nuovi desideri, conoscerete persone insolite.

TORO

GEMELLI

CANCRO

Giove stà per lasciare il vostro segno, ma prima vi lascerà un prezioso dono, una nuova opportunità di lavoro più importante e impegnativa.

Fino al 12 del mese avrete delle difficoltà a comunicare con gli altri. Ma dal 13 in poi goderete di una capacità di comunicazione davvero eccellente e nessuno vi resisterà.

Il tempo delle battaglie è finito ed ora potete tranquillamente rilassarvi. Aspettatevi inviti e squilli di telogono a ritmi vertiginosi. Non perdete l’occasione.

L’ultimo dono

Superstar

Riposo

LEONE

Il perdono dei grandi

VERGINE

Pensate al Natale

Mettete da parte Ricordatevi che i la pignoleria, mograndi perdonano. stratevi sorridenti e Non siate vendica- disponibili e sarete tivi: accontentatevi ampiamente ripadi punire con l’indif- gati. Attenti ai colpi ferenza chi vi aveva d’aria e ai peccati umiliato. di gola.

BILANCIA

Amore in arrivo

Superate le crisi di gelosia dall’28 di dicembre in poi risplenderà il sole. Ritroverete il sorriso e l’allegria perchè scoprite che vero amore è al vostro fianco.

SCORPIONE SAGITTARIO CAPRICORNO ACQUARIO

riscopritevi

Il successo vi ha dato alla testa tendete a guardare le cose con un annoiato distacco. Ripercorrete il passato e scoprite quanto è lunga la strada da percorrere.

Trattative in Il piacere del corso Natale

Buona occasione economica-finanziaria o un lavoro. Mostratevi dubbiosi e fingete di essere corteggiati. Prendete tempo e spunterete il massimo.

Lasciatevi tutto alle spalle, scrollatevi di dosso gli impegni lavorativi e pensate a quanto è bella una settimana bianca, da soli o in compagnia.

Regali

Il pianeta Giove stà per entrare nel vostro segno, questo si traduce in aumento di relazioni armoniose. Prepara golosi regali di Natale.

PESCI

Imperturbabili

Forse riceverete qualche attacco gratuito sul lavoro. E’ l’occasione per far vedere di che pasta siete fatti. Fissate negli occhi il vostro avversario e stendetelo con il disprezzo.

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A Natale sciopero dell’Ananas

L’ALTRO NATALE

Schenèr tagliato in due: Quando una vera alternativa?

viari, per un’economia che non può più rischiare la chiusura per una scarica di sassi sullo Schenèr, pensando di competere con terre vicine dotate di autostrade o collegamenti veloci. Nel 2008, la frana del 15 dicembre ha certamente richiamato l’attenzione su un problema molto serio. Ora sta alla sua Comunità affrontarlo nelle dovute sedi, pensando anche a chi verrà dopo di noi. Accade sempre in piena stagione turistica. Nei giorni in cui i passi sono chiusi per neve, lo smottamento di Lamon evidenzia ancor più la fragilità di una viabilità d’accesso al Primiero, che dovrebbe seriamente interrogarsi sulla fattibilità di una soluzione alternativa. Oltre al progetto “MetroLand” (treno veloce sulle valli), da tempo si discute su un possibile tunnel d’accesso dal Veneto (Pedavena/Fonzaso) o dal Trentino (Fiemme/Broccon/Valsugana). Nonostante gli ingenti investimenti su questo tratto di strada, è urgente pensare ad uno sbocco alternativo. Per dare qualità al turismo, per una sanità che ha bisogno di migliori collegamenti

Si lavora per riaprire una corsia

In seguito alla frana sulla Strada 50, il sindaco Vania Malacarne ha convocato d’urgenza a Lamon un vertice al quale sono stati chiamati anche il Comune di Sovramonte, il Comprensorio del Primiero, i vigili del fuoco, la Provincia di Belluno e Trento, Veneto Strade e le forze dell’ordine. Si è deciso di mantenere in vigore l’ordinanza di chiusura della strada con deviazione rinforzata da una bretella su Lamon (assistita da forze dell’ordine, vigili e volontari) e di ipotizzare un senso unico semaforico nella zona della frana prima di Natale. Solo se si prolungheranno i tempi, verrà creato un bypass sul greto del torrente. Se le operazioni di bonifica del costone franato dovessero permettere una

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Flash

Il Triveneto in 5 ‘

di Christian Zurlo

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riapertura parziale della statale, Tir e grossi camion potrebbero passare lungo la 50 scortati dai vigili del fuoco volontari del Primiero e della Protezione civile di Lamon. Una sala operativa di coordinamento in collaborazione con la protezione civile bellunese e trentina da Lamon coordina gli interventi. Saranno presenti molti vigili del fuoco e volontari nei giorni più difficili di arrivi e partenze. Duemila metri cubi franati sulla carreggiata

Domenica notte, l’allarme è stato dato da un camionista che percorreva lo Schenèr in direzione Fonzaso a bordo di un’autocisterna contenente gasolio. Sul posto sono giunti immediatamente i vigili del fuoco del distaccamento di Feltre, i colleghi volontari di Primiero, il personale di Veneto Strade e le forze dell’ordine. Dopo la frana, per tutta la giornata i tecnici delle ditte Geoalpi di Feltre e del Consorzio rocciatori di Fonzaso hanno lavorato, con Veneto Strade per ripulire la carreggiata da massi, alberi e fango. Un’operazione che però non ha permesso l’apertura della strada 50. Per questo la viabilità è stata deviata lungo la provinciale n. 19 che passa per Lamon e sarà così almeno fino a Natale. Una decisione che si è resa necessaria per permettere il collegamento tra il Primiero isolato e il Feltrino. Attraverso la strada dell’altopiano possono transitare solo auto, pullman e camion senza rimorchio. Autoarticolati e bilici vengono fermati preventivamente, a nord a Castello Tesino e ad Imèr a sud prima della galleria di Pedesalto a Fonzaso.

ROMA - Il ministro veneto delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, ha tracciato un bilancio delle attività del ministero nel 2008. “In otto mesi – ha dichiarato - abbiamo lavorato per far passare il concetto che la qualità non è un lusso, ma uno standard dell’agroalimentare italiano. Su questa base abbiamo pianificato la nostra azione di governo, dall’operazione tolleranza zero al disegno di legge sulla competitività che, per la prima volta, introduce nel nostro Paese l’obbligo di indicare l’origine dei prodotti in etichetta”. Zaia ha voluto rassicurare sulla qualità della carne italiana. “I consumatori italiani – ha detto -, devono sapere che il made in Italy è sicuro e che la carne di maiale, sulla quale in questi giorni è puntata l’attenzione di stampa e istituzioni, è sicura se proviene dai nostri allevamenti. Sì, quindi, a zampone e cotechino. E no, invece, ai prodotti fuori stagione, che non appartengono alla nostra tradizione e che, spesso, vengono coltivati in Paesi dove è ancora possibile utilizzare insetticidi talvolta cancerogeni. Suggerisco quindi di cominciare lo sciopero dell’ananas e preferire, per il pranzo di Natale, qualcuno degli oltre 2500 prodotti tipici di questa stagione”.

Donne in pensione a 65 anni ROMA – E’ destinata certamente a far discutere la proposta dell’altro ministro veneto alla Funzione pubblica, Renato Brunetta che vorrebbe introdurre la pensione a 65 anni per le donne. «Usciamo dall’ipocrisia, se affermiamo che l’invecchiamento attivo è un obiettivo di bene pubblico è necessario che tutti

insieme ci applichiamo per raggiungere questo obiettivo. Si dovranno sentire la Confindustria e i sindacati, poi chi deve governare governi».

Acqua alta da record a Venezia, la neve paralizza il NordEst

NORDEST – L’inverno è appena iniziato ma ci riserverà certamente un mare di sorprese. Lo hanno pensato certamente i veneziani che in questi giorni stanno combattendo quotidianamente con l’acqua alta che ha raggiunto livelli record. Quella rilevata il primo dicembre, e’ stata la quarta acqua alta di sempre, dal 1872. A far peggio “l’aqua granda” del 4 novembre 1966 che tocco’ quota 194 cm, poi fu la volta dei 166 cm del 22 dicembre 1979 e i 159 del 1 febbraio 1986.Lo annota l’istituzione Centro Previsioni e Segnalazioni Maree di Venezia sottolineando che il picco massimo di 156 cm, alle 10.45, di marea e’ stato rilevato al mareografo di Punta della Salute. Trentino, Veneto e Friuli hanno fatto i conti invece con abbondanti nevicate (che non si vedevano dal 1951), strade bloccate, crolli, telefoni in tilt, corrente elettrica interrotta e molti altri disagi. Guarda il video dell’acqua alta del 1966 sul nostro giornale on-line.


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Primo Piano

Nel 2010 nasce il Comune di Ledro

Lo prevede il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale del Trentino-Alto Adige e conseguenza della volontà espressa dalle popolazioni locali nel referendum consultivo del 30 novembre scorso. Un processo iniziato nel 1999. TRENTO - Come previsto dalla normativa regionale, la Giunta deve trasmettere al Consiglio regionale, entro trenta giorni dallo svolgimento della votazione per referendum, il relativo disegno legge di fusione. La proposta si compone di 14 articoli suddivisi in due parti. Nella prima parte vengono definite le norme sull’istituzione del nuovo comune, sul passaggio dei beni e dei rapporti giuridici dai precedenti comuni a quello nuovo e sui municipi. Nella seconda parte si chiariscono le modalità attraverso cui si provvede alla gestione del nuovo comune nella prima fase. Infine, con l’art. 13 si autorizza il Presidente della Regione a non indire nel 2009 le elezioni per il rinnovo degli organi comunali di Tiarno di Sopra. In questo comune, l’elezione del sindaco e del consiglio dovrebbe svolgersi nel mese di maggio 2009. Poiché il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale rimarrebbero in carica solo per pochi mesi, si è ritenuto preferibile evitare la consultazione e prorogare gli organi attualmente in carica.

Pieve di Ledro. Al voto sono stati chiamati complessivamente 4085 cittadini dei sei comuni. Raggiunto ampiamente il quorum del 50% in tutti i sei centri, il si alla fusione ha ottenuto una netta prevalenza. A Bezzecca ha detto si il 74% degli elettori, a Concei il 58%, a Molina di Ledro l’85%, a Pieve di Ledro l’83%, a Tiarno di Sopra il 71% e a Tiarno di Sotto il 66%. Toccherà ora alla Regione predisporre un apposito disegno di legge che sancisca la nascita del nuovo ente.  Bezzecca                   248  SI -   85 NO Concei                        310  SI - 223 NO Molina di Ledro         742 SI - 121 NO Pieve di Ledro           322 SI -   62 NO Tiarno di Sopra         449 SI - 177 NO Tiarno di Sotto          265 SI - 136 NO

La consultazione popolare

Le motivazioni del referendum

VAL DI LEDRO (TN) - Gli elettori dei comuni di Bezzecca, Concei, Molina di Ledro, Pieve di Ledro, Tiarno di Sopra e Tiarno di Sotto, hanno votato per il Comune unico. La stessa iniziativa fallì nei comuni di Siror, Tonadico e Sagron, nel Primiero. I cittadini della Val di Ledro hanno dato il via libera alla fusione dei loro comuni. Un vero e proprio passo storico per i 223 comuni trentini. Hanno espresso il loro parere sulla fusione dei sei comuni in un unico municipio, che si chiamerà Ledro e avrà come capoluogo l’abitato di

Siror boccia nuovamente la fusione dei comuni PRIMIERO (TN) - Dopo il primo referendum fallito proprio a Siror, la recente esperienza della Val di Ledro non insegna a Primiero. Il via libera al comune unico di Ledro non ha  cambiato l’aria nelle amministrazioni locali che preferiscono non guardare al futuro. Il comune di Siror ha deciso infatti di rimanere una singola municipalità piuttosto che aderire al progetto di fusione

Regione Autonoma Trentino Alto Adige / Autonome Region Trentino - Südtirol UFFICIO ELETTORALE - WAHLAMT

La Giunta regionale, d’intesa con il Commissario del Governo per la provincia di Trento, con deliberazione n. 268 di data 16 settembre 2008, ha indetto il referendum consultivo, previsto dall’articolo 7 dello Statuto speciale e disciplinato dalla legge regionale n. 16/1950 e s. m. e i., in relazione alla domanda di fusione dei Comuni di Bezzecca, Concei, Molina di Ledro, Pieve di Ledro, Tiarno di Sopra e Tiarno di Sotto in un nuovo Comune denominato "Ledro".

CONSULTAZIONE REFERENDARIA

L’affluenza al voto Alle 21 ha votato il: • 75,90% Bezzecca • 81,76% Concei • 72,12% Molina di Ledro • 79,79% Pieve di Ledro • 84,79% Tiarno di Sopra •77,25% Tiarno di Sotto

Il referendum è stato indetto dalla Giunta regionale, come previsto dalla normativa in materia, su richiesta dei sindaci dei comuni interessati ed in conformità con quanto deciso dai rispettivi consigli comunali. I sei municipi avevano già costituito l’Unione dei Comuni della Valle di Ledro. Affinché la consultazione referendaria venga considerata valida dovrà andare a votare almeno il 50% degli elettori in ciascuno dei comuni interessati e la fusione potrà avvenire solo se la maggioranza degli elettori di ognuno dei sei municipi avrà espresso parere favorevole. con la vicine amministrazioni di Tonadico e Sagron Mis. La sonora bocciatura è arrivata dal consiglio comunale, dove è stata ufficialmente stracciata la proposta di fusione  fortemente appoggiata dai comuni di Tonadico e Sagron Mis. Una vera e propia bocciatura in piena regola che arriva ad un mese dalle elezioni per la nuova Comunità di Valle di Primiero, previste per il prossimo 18 gennaio. In questo caso il nome del presidente dell’attuale Comprensorio, Cristiano Trotter sembrerebbe non essere in discussione per la Comunità di Valle.

30 NOVEMBRE 2008

Il risultato finale COMUNE

ELETTORI VOTANTI

COMUNICAZIONE RISULTATO FINALE % VOTANTI

VOTI VALIDI

FAVOREVOLI

SI

% SU VOTI VALIDI

NO

% SU VOTI VALIDI

SCHEDE BIANCHE

SCHEDE NULLE

CONTRARIO

BEZZECCA

444

337

75,90%

333

248

74,47%

85

25,53%

3

1

CONCEI

709

538

75,88%

533

310

58,16%

223

41,84%

1

4

MOLINA DI LEDRO

1276

869

68,10%

863

742

85,98%

121

14,02%

2

4

PIEVE DI LEDRO

514

387

75,29%

384

322

83,85%

62

16,15%

1

2

TIARNO DI SOPRA

760

630

82,89%

626

449

71,73%

177

28,27%

3

1

TIARNO DI SOTTO

582

404

69,42%

401

265

66,08%

136

33,92%

2

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Comunità di Valle, Malumori per la lista blindata PRIMIERO - E’ tutto pronto a Primiero per l’elezione della nuova Comunità di Valle. Voteranno solo i 120 consiglieri comunali degli otto comuni del comprensorio. Dei 24 membri, della nuova Assemblea della Comunità (la prima a partire in Trentino), dati di diritto 8 posti ai sindaci, restano da assegnare 16 poltrone. Non ci sarà invece una seconda lista in corsa. Restano fuori solo due minoranze del Comprensorio: quella di Tonadico, legata ad Aurelio Gadenz e quella di Mezzano, legata all’ex sindaco Andrea Bettega . Non sono mancate le polemiche, sulla presentazione di una sola lista. Il consigliere comunale di Tonadico, Daniele Gubert, lo definisce un «Pessimo esempio, dove i criteri di selezione delle candidature sono stati lasciati alle singole macellerie municipali, dove in alcune la maggioranza sceglie senza pudore democratico il più gradito tra gli oppositori. Possibilità di costituire un’altra lista? Nulle, vista l’adesione pelosa o fatalista di pressoché tutti i comunardi intruppati al più grande inciucio che si sia mai visto da queste parti. I consiglieri del gruppo di minoranza “Insieme”, una delle due minoranze del Comune di Mezzano,

▲ La sala vuota attende l’assemblea della nuova Comunità di Valle

concordano con le considerazioni di Daniele Gubert, consigliere del Comune di Tonadico. Precisano però che da parte del loro gruppo non vi è stata «adesione pelosa» nè tantomeno «adesione fatalista». «Se non abbiamo fatto clamore aggiungono-, è semplicemente perchè pensiamo che ciò non sia mai produttivo. Spiegheremo con calma ai cittadini di Mezzano come sono andate le cose: saranno loro a giudicare». C’è da consolarsi comunque, visto che la si può definire una «Costituente» dato che nel 2010 ci sarà un nuovo giro di poltrone nei comuni del Primiero e la

stessa Comunità di Valle vedrà una nuova e più precisa definizione. Ecco i candidati: Imèr, Martino Bettega e Mauro Colaone; Mezzano, Cristiano Trotter e Renzo Corona; Canal San Bovo, Andreina Stefani e Vito Orsingher; Fiera di Primiero, Luigi Boso e Mauro Gubert; Transacqua, Paolo Meneguz e Daniela Scalet; Tonadico, Pierantonio Cordella e Luca Gadenz; Sagron Mis, Daniele Carrera e Donella Masoch. Siror, Carla Scalet e Ezio Longo; Il Voto: Voteranno solo i consiglieri comunali il giorno 18 gennaio dalle 8 alle 18.


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Primo Piano

A Meduna piace il Veneto

MEDUNA DI LIVENZA (TV) - Nulla di fatto per il referendum di Meduna di Livenza. Si sono recati alle urne 1123 votanti, pari al 42%. Oltre al maltempo ha certamente influito sull’astensionismo anche il comitato del no che si è creato in zona. Chi ha votato invece, si è espresso chiaramente a favore del si. Per poco più di 200 voti, non è stato raggiunto il quorum neccessario. L’affluenza alle urne si è fermata al 42% con 1123 votanti, complice anche il maltempo con una forte tromba d’aria che ha fatto molti danni in zona. Chi ha votato si è espresso chiaramente a favore del si per il Friuli con 1023 voti, 8 sono state invece le sche-

de nulle e 92 i no. Ora si dovrà riflettere sul futuro di Meduna di Livenza.   Oltre al maltempo che ha sicuramente contribuito all’esito negativo, un comitato sotterraneo a favore del no che ha creato non pochi problemi in zona. «C’è stata scorretta divulgazione -  conferma la presidente del comitato pro Friuli, Marica Fantuz - questa non potevamo combatterla».

- SI   1.023  38,36% (Non raggiunto il quorum) - NO       92    3,37% - bianche 0 - nulle 8

Ascolta l’intervista a Marica Fantus su lavocedelnordest.it

I risultati nel dettaglio

Risultati referendum di domenica 30.11.2008 e lunedì 1.12.2008 • Meduna di Livenza (TV): iscritti alle liste elettorali 2.667 quorum di SI richiesto 1.334 - votanti 1.123 42,11% degli iscritti

► Le foto della giornata, sono state gentilmente concesse dal rappresentante di Lamon, Tony Boldo, che con il presidente Renzo Poletti, ha stretto ottimi rapporti con il comitato di Meduna

■Comuni a Nordest

Svolta storica in Val di Ledro, Meduna riscopre l’orgoglio Veneto

di Mario Pernechele NORDEST - Il caso dei sei comuni della Valle dei Laghi, in provincia di Trento, che hanno espresso con un referendum la volontà di unirsi in un comune unico rilancia il dibattito sulla numerosità e sulle dimensione dei comuni italiani. E, in particolare su quella dei comuni della provincia di Trento, che appaiono, in confronto con altre realtà anche alpine, forse eccessivamente sottodimensionati. Vediamo alcuni dati utili alla riflessione sull’argomento. L’Italia è costituita complessivamente da 8.801 comuni. Nelle principali aree di diffusione del nostro giornale, la Provincia di Trento è formata di 223 (passeranno a 218, visto l’esito del referendum, dal 2010), quella d Bolzano 116, quella di Belluno 69, quella di Treviso, che qui prendiamo solo inizialmente in considerazione, 95. Questi numeri e i dati demografici a cavallo tra il 2007 e il 2008 ci dicono che la media nazionale di abitanti per comune è pari a 7.299. A livello locale, invece, la provincia di Treviso registra una media pari a 13.377 abitanti, che scende a 4.204 a Bolzano, a 3076 a Belluno (3.076) e a soli 2.274 abitanti di media a Trento. Per quanto riguarda l’estensione, invece, la media nazionale è pari a circa 37 km quadrati per comune. A livello locale, sono sopra media la provincia bellunese (53 kmq) e quella sudtirolese (64%), mentre si fermano sotto la soglia nazionale la provincia di Trento (28 kmq) e la marca trevigiana (26 kmq).

Partendo da questi dati molto generali diventa interessante scendere nel dettaglio. Tralasciando la provincia di Treviso, la cui struttura morfologica e insediativa appare affatto diversa (se si escludono le aree minoritarie del Grappa e delle Prealpi) dalle altre nostre province. Queste tre realtà presentano caratteristiche molto simili. La sola differenza riguarda la dimensione in termini assoluti dei valori demografici e territoriali: le province della regione trentino-sudtirolese hanno un’estensione e un numero di abitanti che sono circa il doppio della provincia dolomitica veneta. Interessante osservare come l’area alpina veneta abbia valori molto più simili a quella bolzanina, anche se si prendono in considerazione i soli dati relativi ai nuclei abitati con meno di 10.000 abitanti, escludendo, così, le realtà più «cittadine» . Anche in questo caso i valori delle due province in questione (Bolzano 2.542 e Belluno 2.221) sono di molto superiori a quelle della realtà trentina (1.417). Date le analogie geografiche tra le tre realtà, appare evidente che i valori dell’area trentina siano da ricercare solo nell’evoluzione dei comuni così come storicamente affermatasi. In Provincia di Trento, infatti, dopo la caduta del fascismo, vennero riproposti praticamente tutti i municipi preesistenti. Demolendo così anche quel tipo di «riforme fasciste» che altrove invece rimasero. Sì, perché in provincia di Trento, i microcomuni con meno di 1.000 abitanti rappresentano un 51% del totale. Ma solo un 13% della popolazione vive in queste realtà. Che, come abbiamo visto, esistono anche altrove, ma aggregate attorno a comuni con dimensioni diverse. Ciò comporta, più che nelle altre province, un forte attrito tra realtà urbana e realtà di valle. Ma forse la colpa non va ricercata solo nell’»ingordigia delle città». Spesso nelle realtà periferiche la frammentazione campanilistica va a scapito della qualità dei servizi e delle proposte di sviluppo. E se è vero che a livello comprensoria-

le, dal 1951 al 2006, abbiamo assistito a una crescita significativa di abitanti nelle realtà più centrali (Val d’Adige + 55%, Garda Ledro + 44%, Perginese 32%, Vallagarina 28%) o in quelle che sono diventate «distretto del turismo sciistico» (Fassa + 44%, Fiemme + 17% Giudicarie + 10%), altrove i dati segnano un sostanziale arresto. Anzi Bassa Valsugana, Primiero e Val di Sole hanno ora un numero di abitanti inferiore a quello del 1951. Ciò comporta una riduzione del peso che gli abitanti delle diverse realtà hanno rispetto alla provincia nel suo complesso: la riduzione, in sostanza, del «potere democratico». Significativo, in tal senso, l’esito delle ultime consultazioni provinciali sulle quali varrebbe la pena di riflettere. Ma il discorso ci porterebbe lontano. Meglio, invece, sottolineare come con il referendum dei primi di novembre e la prossima nascita del comune di Ledro, si sia assistito a un processo per certi versi straordinario. Gli abitanti della val di Ledro hanno deciso di percorre la strada della «sudtirolezzazione» diventando, di fatto, un comune unico dalle caratteristiche più simili a quelle dei cugini bolzanini che a quelli dei fratelli provinciali: oltre 5 mila abitanti per un territorio di . Un processo che fa ben sperare per avviare dal basso anche in Trentino un processo di consapevolezza. Perché, aldilà delle comunità di Valle, rivoluzione copernicana che andrà a sostituire i comprensori e assorbire alcune competenze comunali, c’è bisogno di meno comuni ma con un rapporto di migliore efficienza. Probabilmente su queste dinamiche gli abitanti dei piccoli paesi trentini dovranno affrontare delle riflessioni lucide: dati e costi alla mano. Lasciando a cacciatori e pompieri il piacere di custodire la tradizione civica e campanilistica, ma riservandosi il diritto di essere cittadini consapevoli delle proprie scelte e non sudditi succubi. Anche questa è autonomia: saper chi, quanto e perché si pagano le tasse.

Fondo Letta: querelle a lieto fine.

Rifinanziati i 25 milioni di euro del Fondo per le aree di confine di Daniele Dalla Valle Un sospiro di sollievo profondo e a pieni polmoni possono finalmente tirarlo i 99 comuni di confine con le regioni a statuto speciale che, «dulcis in fundo», grazie ai tempestivi e decisi interventi di alcuni esponenti delle forze politiche sia della maggioranza che della minoranza di Governo, oltre ad ANCi Veneto, potranno usufruire nuovamente dei 25 milioni di euro previsti dal Fondo Letta. La paura, tuttavia, è stata grande. La mannaia impietosa della finanziaria 2009, in origine, pareva essersi abbattuta impietosa sulle risorse del fondo riducendole all’osso, da 25 milioni a 3,9 milioni di euro. Di esso non rimaneva che un ricordo sbriciolato, ridotto all’osso, insufficiente per le esigenze non procrastinabili di quella «montagna ordinaria» che, ancora una volta, sembrava aver subito l’ennesimo colpo basso, Immediate erano state le prese di posizione dei politici locali alla presentazione del «famigerato taglio». Maurizio Paniz, deputato bellunese del PdL, aveva sottoscritto un ordine del giorno presentato da alcuni deputati del PD, ovviamente bocciato dalla maggioranza. Paniz, dopo aver votato in difformità dalla maggioranza «come testimonianza di stima e affetto versi i nostri territori», ben sapendo che «quell’ordine del giorno non poteva avere alcun seguito», ribadiva che «il problema doveva essere risolto alla radice con una proposta complessiva». Provvedimenti come il Fondo Letta, infatti, non sono strutturali e possono facilmente essere soggetti a ridimensionamenti. Ed è quello che, puntualmente, era accaduto. Dal canto suo, anche  Anci Veneto, faceva proprie le istanze e , soprattutto, le preoccupazioni dei comuni di confine e, a firma del Presidente dell’Associazione Vanni Mengotto e del Consigliere delegato Gino Pante, era stata inviata una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, on Silvio Berlusconi, « affinchè fosse attivato  tempestivamente ogni possibile impegno per la ricostituzione del Fondo così pesantemente ridimensionato e non più in grado di corrispondere, minimamente, alle sue finalità istitutive». In buona sostanza, Anci Veneto chiedeva al Governo  che il Fondo venisse ricostituito nella sua originaria consistenza economica per gli anni 2008-2009-2010, al fine di rendere possibile il finanziamento di pro-

getti finalizzati e di  iniziative volte allo sviluppo socio-economico e rivolte al contenimento delle difficoltà locali. La speranza, come si suol dire, è l’ultima a morire, anche se, più di un dubbio si era frapposto fra i «desiderata» dei 99 comuni di confine con le regioni a statuto speciale e l’effettiva possibilità di un rimpinguamento del Fondo per riportarlo alla sua originaria natura. Le strade imboccate dal Governo  per ridurre le disparità tra territori parevano altre. Improvvisamente la svolta. Inaspettata e quanto mai gradita. Il Governo accoglie l’ordine del giorno presentato dall’on. Maurizio Paniz e da altri quattro parlamentari veneti del PDL (Zorza-to, Milanato, Gava, Mistrello), che avevano chiesto il ripristino integrale sia per il 2009 che per il 2010 dell’originario valore del «Fondo Letta», stabilito per il 2007 in 25 milioni di euro, che il Governo Prodi aveva ridotto per il 2008 a soli 10.000.000,00 di euro. In questo modo i Comuni del bellunese potranno contare su risorse supplementari e, una volta di più, potranno compensare la forte differenza con il trattamento privilegiato dei Comuni delle Regioni a Statuto Speciale. «E’ un grande risultato di gioco di squadra dei parlamentari veneti del PDL, sostenuti anche dal Presidente della Regione Galan, che hanno dimostrato quanto sono vicini alle reali esigenze della gente, non a parole, ma a fatti», così ha commentato l’onorevole Maurizio Paniz, che ha aggiunto: « la strada per colmare la differenza nei confronti del trattamento di cui beneficiano i Comuni delle Regioni a Statuto Speciale è ancora lunga, ma questo impegno del Governo è un grande risultato, soprattutto perché non si tratta di un provvedimento occasionale, ma strutturale, già disposto per due anni, il 2009 e il 2010. Farò il possibile perché i benefici siano estesi a tutti i comuni della provincia di Belluno, non solo a quelli confinanti con il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia, in modo da dare un segnale di unità e di compattezza della provincia di Belluno». Soddisfazione ha espresso anche il consigliere delegato di ANCi Veneto Gino Pante « quando si lavora con le giuste sinergie – commenta – condividendo motivazioni e coscienza delle problematiche, i risultati vengono raggiunti e questo ne è il chiaro esempio».


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LaVocedelNordEst.it Dicembre 2008

La Voce del Trentino Alto Adige Sulla Giunta Dellai batte Durnwalder: fuori i Verdi, dentro l’Udc TRENTO – Dopo la convalida dell’esito elettorale, come aveva anticipato Dellai dopo le elezioni, è arrivata in tempi rapidissimi anche la nuova Giunta provinciale trentina. Un esecutivo dove il presidente si è riservato certamente anche competenze di peso che potevano essere delegate. Tra le novità che più hanno fatto arrabbiare i membri della maggioranza, l’esclusione dei Verdi e l’entrata a sorpresa di Lia Beltrami dell’Udc e non di Marcello Carli o Ivo Tarolli come era previsto.

L’esecutivo debutta sulla crisi La prima riunione dell’esecutivo è avvenuta il 27 novembre, varando una proposta di manovra anticongiunturale di ampio respiro, per fronteggiare gli effetti della crisi economica internazionale. La manovra è stata illustrata anche alle organizzazioni di rappresentanza del

mondo economico-imprenditoriale e del lavoro. Le risorse complessivamente a disposizione per la manovra congiunturale per l’anno 2009 sono stimate in una cifra variabile fra i 640 e gli 800 milioni di euro, importo corrispondente al 4% - 5% del PIL provinciale. L’impatto sull’economia provinciale è stimabile in un miglioramento del PIL tra il 2% ed il 3%. Il «pacchetto antirecessione» adottato, comprende in particolare interventi di sostegno al reddito per le fasce sociali deboli (compresi i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro) e interventi per il sostegno del sistema economico. Prevista inoltre la costituzione immediata dell’Agenzia Unica dei servizi, l’adozione immediata di un nuovo regolamento in materia di lavori pubblici, la semplificazione dei procedimenti amministrativi per ridurre i tempi di risposta dell’ente pubblico e l’utilizzo intensivo e strategico delle tecnologie digitali.

Lorenzo Dellai

Alessandro Olivi

Ugo Rossi

Presidente della Provincia Autonoma di Trento

Assessore all’industria, artigianato e commercio

Assessore alla salute e politiche sociali Competenze:

Competenze: affari finanziari; affari istituzionali; tutela e promozione delle minoranze linguistiche; patrimonio e demanio; funzioni delegate dallo Stato in materia di sistemi di comunicazione; corpo forestale; caccia e pesca; Università, polizia locale e sicurezza urbana; funzioni delegate in materia di prevenzione rischi e protezione civile; politiche del lavoro; interventi provinciali per il ripristino e valorizzazione ambientale; emigrazione; competenze in materia di energia, coordinamento interventi Interporto e Autostrada del Brennero; coordinamento delle politiche a favore dei giovani, coordinamento degli interventi e dei progetti attuativi delle politiche comunitarie e interventi per lo sviluppo locale; nonchè quelle non attribuite espressamente ai singoli Assessori.

Competenze:

incremento della produzione industriale, ivi comprese le aree per il potenziamento industriale; miniere, cave e torbiere; artigianato; commercio (esclusi gli interventi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e associate).

igiene e sanità, ivi compresa l’assistenza sanitaria e ospedaliera; case di riposo, ivi comprese le residenze sanitarie assistenziali (RSA); assistenza e beneficenza pubblica; vigilanza e tutela sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza; funzioni delegate in materia di previdenza e assistenza integrativa; valorizzazione e riconoscimento del volontariato sociale; disciplina degli interventi volti a prevenire e rimuovere gli stati di emarginazione; edilizia comunque sovvenzionata, totalmente o parzialmente da finanziamenti a carattere pubblico, comprese le agevolazioni per la costruzione di case popolari in località colpite da calamità e le attività che enti a carattere extraprovinciale esercitano nella provincia con finanziamenti pubblici.

Alberto Pacher

Mauro Gilmozzi

Franco Panizza

Vice Presidente e Assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti

Assessore all’urbanistica e enti locali

Assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione

Competenze:

Competenze:

Competenze: affari generali; edilizia pubblica di competenza della Provincia; viabilità e relativo demanio; funzioni delegate dallo Stato in materia di viabilità; opere igienico-sanitarie e politiche per la gestione dei rifiuti; espropriazioni per pubblica utilità per tutte le materie di competenza provinciale; demanio idrico e polizia idraulica; opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche, relative ai bacini montani; utilizzazione delle acque pubbliche, ad esclusione dell’utilizzazione delle acque pubbliche a scopo idroelettrico; porti lacuali;tutela dell’ambiente; trasporti di interesse provinciale, escluse le linee funiviarie e gli impianti a fune e compreso il piano della mobilità; funzioni delegate dallo Stato in materia di trasporti

urbanistica e piani regolatori; tutela del paesaggio; centri storici; riforma istituzionale; finanza locale; vigilanza e tutela sulle amministrazioni comunali, sui consorzi e sugli enti e istituti locali, ad eccezione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, delle aziende di promozione turistica; comprensori, compresa la vigilanza e la tutela; usi civici; vigilanza e sorveglianza sugli uffici del giudice di pace; libro fondiario e catasto; coordinamento progetto «Dolomiti patrimonio UNESCO».

Marta Dalmaso

Tiziano Mellarini

Assessore all’istruzione e sport

Assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione Competenze:

Competenze:

asili nido; scuola materna; edilizia scolastica, ad esclusione di quanto attribuito all’Assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti; istruzione elementare e secondaria (media, classica; scientifica, magistrale, tecnica, professionale e artistica); assistenza scolastica; formazione professionale di base; attività sportive e ricreative con relativi impianti e attrezzature; tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo.

agricoltura, patrimonio zootecnico ed ittico, istituti fitopatologici, consorzi agrari e stazioni agrarie sperimentali, servizi antigrandine, bonifica; ordinamento delle minime proprietà colturali; alpicoltura; agriturismo; foreste, ivi comprese le foreste demaniali; opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche di competenza dei servizi forestali; fiere e mercati; turismo e industria alberghiera, comprese le guide, i portatori alpini, i maestri di sci e le scuole di sci; acque minerali e termali; linee funiviarie e impianti a fune;vigilanza sulle aziende di promozione turistica; interventi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e associate.

tutela e conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare; usi e costumi locali e istituzioni culturali, accademie, istituti e musei aventi carattere provinciale, biblioteche, ivi comprese le biblioteche scolastiche; manifestazioni ed attività artistiche, culturali ed educative locali; toponomastica; rapporti con l’Unione europea, cooperazione transfrontaliera e cooperazione interregionale; interventi provinciali per lo sviluppo dell’economia cooperativa e funzioni delegate in materia di cooperazione e vigilanza sulle cooperative.

Lia Giovanazzi Beltrami Assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza

Competenze: rapporti internazionali; attuazione della legislazione provinciale in materia di cooperazione allo sviluppo; interventi nel settore dell’immigrazione straniera extracomunitaria; iniziative per la promozione della pace; interventi per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna.


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La Voce del Trentino Alto Adige

Anno I - N°5 www.laVocedelNordEst.it

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Kessler nuovo presidente del Consiglio provinciale di Trento

Depaoli guida il Consiglio regionale

TRENTO - L’ex deputato Gianni Kessler (Pd), figlio dell’ex presidente della Provincia di Trento, Bruno Kessler, già magistrato all’epoca di «mani pulite», è stato eletto alla carica di presidente dell’Assemblea provinciale che è stata dell’Autonomista, Dario Pallaoro. La prima seduta è stata convocata il 2 dicembre scorso. E’ iniziata con l’assegnazione della presidenza provvisoria al consigliere Claudio Eccher (Lista Civica Divina presidente), eletto poi vicepresidente dell’Assemblea trentina. Durante la seduta, sono stati eletti anche i segretari questori, nelle persone di:  Renzo Anderle (Upt), Pino Morandini (Pdl) e Alessandro Savoi (Lega nord).  Dopo la sua elezione, Kessler ha ringraziato i consiglieri della fiducia a lui accordata confessando anche la propria emozione per l’onore associato a questo ruolo. Ha poi rivolto un saluto e un ringraziamento al suo predecessore Dario Pallaoro, «che ha diretto l’assemblea

con equilibrio e saggezza. Il primo dovere del presidente - ha proseguito Kessler - è quello di garantire e tutelare con imparzialità i diritti di tutti i consiglieri. A questo compito intendo attenermi con rigore. Fuori da quest’aula il presidente ha le sue opinioni politiche, ma in Consiglio sarà presidente di tutti e garante di tutti. Se la Giunta è il luogo del governo, il Consiglio è il luogo dell’ascolto e del confronto fra i rappresentanti delle diverse posizioni politiche. Se la Giunta è il luogo dell’amministrazione, il Consiglio è il luogo della mediazione e della sintesi tra i diversi interessi». Il presidente della giunta provinciale Lorenzo Dellai, ha invece presentato il suo programma di Legislatura basato su 10 punti fondamentali, per «crescere insieme lungo le strade dello sviluppo e della responsabilità, che possano fare del Trentino un territorio che guarda al futuro, ma che conosce e ama il passato da cui proviene» (scaricalo integralmente dal giornale online).

Una volta insediato l’ufficio di presidenza è intervenuto Sergio Divina (Lega Nord) annunciando la decisione sua e dei colleghi Fugatti e Boso di rinunciare all’indennità di consiglieri provinciali. Ha poi riconosciuto al presidente Dellai, al quale ha augurato buon lavoro, «una partenza che ha dimostrato ragionevolezza». Durante la seduta è stato dedicato un ricordo al roveretano Giancarlo Tomazzoni, uomo di scuola, di cultura e consigliere provinciale nella settima, ottava e nona legislatura, recentemente scomparso e in onore del quale l’aula ha osservato qualche istante di raccoglimento. Su lavocedelnordest.it le dichiarazioni programmatiche del presidente della provincia di Bolzano, Luis Durnwalder.

TRENTO - Elezione sul filo del rasoio alla prima votazione con 37 voti favorevoli su 69, ma che rappresenta un traguardo storico per il Primiero (fino a 5 anni fa senza alcun consigliere provinciale). Tre voti a Mauro Ottobre (Patt), 29 schede bianche. Depaoli è stato scelto dal partito (terzo fra i più votati dopo Mellarini e Gilmozzi) per la guida dell’Assemblea, dopo le polemiche interne dei giorni scorsi, nel corso della prima seduta del Consiglio regionale per la nuova legislatura, la XIV, a Trento. In seguito alle divisioni tra «Grisentiani» e «Dellaiani» sui papabili alla guida dell’Assemblea, è arrivata la mediazione finale ad opera del Governatore Dellai che ha messo tutti a tacere. Fino a qualche giorno prima, lo stesso Depaoli era dato quasi certo come Assessore regionale, carica che probabilmente avrebbe preferito, ma per risolvere le questioni interne che stavano creando ormai non poche tensioni, si è optato per questa seconda soluzione. Nei giorni scorsi, in casa Upt si facevano i nomi di Giorgio Lunelli, uomo fidato oltre che stretto parente del governatore Lorenzo Dellai e di Mario Magnani che non si diceva disposto a lasciare la carica. La scelta di Depaoli ha trovato ampio consenso politico.  Depaoli succede a Franz Pahl, seguendo così la norma dello statuto di autonomia, che assegna ad un componente del gruppo linguistico italiano il ruolo di presidente nella prima parte della legislatura.  L’elezione del presidente è avvenuta senza che vi fosse nessuna candidatura

alternativa da parte delle minoranze. Per la cronaca, unico assente alla votazione, per altro giustificato, è stato Enzo Erminio Boso delle Lega Nord.  Seppl Lamprecht, indicato dalla Svp, ha riscosso 44 voti a fronte dei 4 di Rosa Zelger Thaler, di un voto per Donato Seppi e 10 schede bianche, diventando così Vicepresidente sostituto del Consiglio regionale. Lamprecht ha assicurato il suo impegno personale –unito a quello del Presidente Depaoli- per garantire il corretto ed imparziale funzionamento dell’organo legislativo regionale. L’Assemblea ha poi provveduto ad eleggere il Vicepresidente ladino, nella persona di Luigi Chiocchetti, che ha ottenuto 47 voti. La formazione dell’Ufficio di Presidenza è stata poi perfezionata con la nomina dei tre segretari questori: sono risultati eletti –per effetto di una sentenza del TAR di Bolzano che ha garantito la rappresentanza anche al gruppo ladino- i consiglieri Christian Egartner (Svp, 31 voti), Bruno Dorigatti (Pd, 33 voti) e Caterina Dominici con 26 voti validi. La prima dichiarazione di Depaoli  Le prime dichiarazioni del neo presidente sono state indirizzate ai colleghi consiglieri, ringraziandoli per la fiducia accordata e indicando loro le prossime sfide che il Consiglio sarà tenuto ad affrontare. «Tra le priorità - ha detto il nuovo presidente Marco Depaoli -, ci sono la riforma dello Statuto di autonomia e la nascita di un’innovativa ‘Intesa istituzionale alpina’, che faccia da referente e da contraltare agli organi comunitari di Bruxelles».


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LaVocedelNordEst.it Dicembre 2008

La Voce del Trentino Alto Adige La «Regina» di San Martino di Castrozza Ha compiuto 90 anni di una vita avventurosa come poche Touraine, partito da Le Havre, in Francia, il 30 marzo. Al porto di New York dichiarò che era diretto a Trinidad, in Colorado, chiamato dall’amico Tilio Stenek. Quarto di otto figli, aveva seguito altri compaesani sulle rotte per le miniere. A Silverton, il 17 giugno 1917, aveva sposato Teodolinda «Linda» Zamarro, una giovane donna di origine friulana. Tredici mesi dopo nacque, per l’appunto, Ernesta Mary. La bimba non conobbe mai i genitori. Il papà Giuseppe, colpito dall’epidemia di febbre (poi chiamata «spagnola» e che sterminò non meno di 40 milioni di persone in tutto il mondo) morì all’ospedale di Silverton il 29 ottobre 1918. La mamma, Linda, pure lei contagiata dalla «spagnola», aveva preceduto il marito nella fossa giusto il giorno prima.

di Alberto Folgheraiter* Ha compiuto 90 anni il 17 luglio scorso la maestra Gina. Una istituzione in Primiero dove ha svolto la sua intera carriera scolastica quale insegnante a S. Martino di Castrozza. Novant’anni sono un bel traguardo ma, onestamente, non sarebbero da prima pagina visto che in provincia di Trento gli ultranovantenni sono ormai più di mille. La maestra Gina Giovannini Toffol è diventata, suo malgrado, un personaggio di rilievo quando si è scoperto che la sua storia personale è stata davvero un romanzo. Il suo nome di battesimo è Ernesta Mary ma, quando fu «rapita» da uno zio e portata a S. Mauro di Pinè dai nonni, per sfuggire alle ricerche della famiglia adottiva americana le fu cambiato il nome: Gina. Qui siamo già avanti con la storia. Ernesta Mary vide la luce il 17 luglio 1918, in una casa di legno e pietre, a Silverton, villaggio di minatori sulle Montagne rocciose, in Colorado. Suo papà, Giuseppe Giovannini, da S. Mauro di Pinè (dove era nato il 2 maggio 1888) arrivò negli Stati Uniti il 7 aprile 1907 con il piroscafo La

I nonni della piccola Ernesta Mary, a S. Mauro di Pinè, seppero solo a dicembre del 1918 di avere una nipotina e per di più orfana. Nel mese di marzo del 1919 i genitori di Giuseppe Giovannini ricevettero una lettera da Battista Mattevi, detto «Cembran», originario dell’altipiano di Pinè. Era il proprietario della «Welcome House» di Silverton, un saloon con «belle ragazze», un bordello insomma. Costui s’era preso in casa la piccola orfana. «Caro Compare – scrisse Battista Matties [il cognome Mattevi era stato americanizzato in Matties] a Domenico Giovannini – vi dico che vostro filio Giuseppe in lulio 1917 si era amoliato con una Ittaliana vicino a Udine. Era una brava ragaza e giovine venuta in Americha del 1916 e en ottobre [1918] li 28 la matina è morta e li 29 alle 4 di sera è morto lui. Anzi lui mi à consegnato la sua filia di 3 mesi che ora la tiene la Casatta di Vigo e vado di frequente a vedere, anzi adeso è statta amalata ma ora sta bene. Vi dico che documenti e carte non ne tiene e i denari li avevo nella mia cassa forte e ò chiamato el Giacomo Sighel «molinar» prima di aprire la sua sopra coperta a vedere cosa conteniva che anzi ho scrito el tutto al Gino vostro filio. El tutto

vi dico che tanto lui quanto sua molie erano come miei fili perchè veniva en casa mia delle 4 o 5 volte al giorno. Ma en quei momenti di sua malatia andavo due o tre volte al giorno ma non potevo fermarmi in ocasione che io avevo tutta mia familia nel letto e più 4 Bordanti [erano così chiamati i minatori che vivevano come ospiti-paganti preso famiglie di compaesani] e io solo ero in piedi. Vi dicono che ne morse [morirono] tanti e tutti dela influenza Spagnolla.[...] Mi firmo per sempre vostro compare Battista Matties Cembrano. Gut Baj. Ritrati di Giuseppe e sua molie ne tengo apena posio veli spedirò. Ricevette i salutti del Giacomo Sighel molinar de San Maoro».

L’inverno del 1919 fu fradicio di neve. A causa delle valanghe, sulle montagne del Colorado i passi restarono chiusi per molti mesi. Nell’estate del 1919, Emma Benolli, un’amica della famiglia Giovannini e che abitava a Springfield in Pennsylvania, si recò a Silverton per conoscere e «adottare» la piccola Mary «Gina». Viaggiò «sette giorni e sette notti per andare a prenderla». Elvira Cianni, da Nago, una nipote di Emma Corsini, nel 1920, scrisse ai nonni della bambina, a S. Mauro di Pinè, che «quando è rimasta orfana la Gina aveva tre mesi. La sorella [della mamma] à rifiutato di tenerla per la paura di pigliarsi la spagnola. Quella povera donna [la mamma della bambina] è morta con le mani nei capelli gridando «la mia creatura, la mia bimba». Ma à trovato egualmente chi s’è preso cura di lei». Il «compare» Battista Mattevi e una donna del suo bordello, tanto per cominciare. E poi Emma Benolli (era arrivata in America nel 1912) che fece battezzare la bambina proponendosi quale madrina. Padrino fu lo zio paterno della piccola, Domenico detto «Ghinotto». Costui era emigrato da S. Mauro nel 1912. Aveva 18 anni ed al porto di New York (il 25 maggio 1907) dichiarò che raggiungeva lo zio Giovanni Corsini a Pittsfield in Massachusset. Poco dopo, la Benolli aveva maritato Giovanni Corsini e la coppia

si era prodigata per adottare la piccola Ernesta Mary. Quando la bambina ebbe sei anni, proprio il «Ghinotto» andò dai Corsini a domandare in consegna la bambina per portarla in «Tirolo» a conoscere i nonni. «Gli fecero giurare sulla Bibbia che mi avrebbe riportata in America dopo sei mesi» ricorda oggi, alla bella età di 90 anni, la maestra Gina Giovannini. Ma lo zio di dimostrò uno spergiuro. Infatti, arrivata a S. Mauro di Pinè, la piccola fu «sequestrata» dai nonni. Un fratello del papà, il dott. Maurizio Giovannini che era medico condotto a Verla di Giovo, si fece nominare tutore della bambina e non volle sentir ragioni di far tornare la piccola dai suoi genitori adottivi negli Stati Uniti. Inutilmente, la famiglia Corsini citò in giudizio i Giovannini. Vi furono udienze in Tribunale a Trento. Si scomodarono (e si pagarono profumatamente) avvocati di qua e di là dall’Oceano. Quando Giovanni Corsini arrivò in Trentino

per recuperare la figlia adottiva, alla bambina furono tagliati i capelli; le fu cambiato il nome da Ernesta Mary in Gina; fu perfino vestita da maschietto. «Mio nonno era sagrestano della chiesa di S. Mauro – ricorda oggi la signora Gina – e, quando venivano a cercarmi, mi nascondeva sul campanile. Una sera mi fecero vestire in tutta fretta, uno zio mi mise in una gerla e lungo i sentieri, tra i campi, mi portò giù a Valle di Fornace. Mi aspettava lo zio Maurizio con una vettura e fui trasferita prima a Lavis, poi a Ponte Nossa nel Bergamasco». Lo zio medico la fece studiare e Gina Giovannini conseguì il diploma di maestra elementare. Ottenuta l’abilitazione, la giovane insegnante scelse, quale sede, S. Martino di Castrozza. Qui conobbe e si innamorò di Mario Toffol, un albergatore della zona (suo l’Hotel «Regina»), il quale la portò all’altare il 3 maggio 1947. Gina Giovannini Toffol ha insegnato ai bambini di S. Martino di Castrozza, ininterrottamente, per quasi 40 anni. I suoi stessi figli – Maurizio (1948), Patrizia (1950) e Marco (1960) – a scuola le davano del lei. Racconta Maurizio: «Tra la casa e la scuola, ad un certo punto c’era un sorta di confine invisibile dove la mamma diventava la maestra. E noi passavamo dal tu e dal dialetto al lei e all’italiano». La maestra Gina è tornata «a casa», negli Stati Uniti dieci anni fa. Non è salita sino a Silverton perchè l’altitudine (2.800 metri) avrebbe potuto causarle qualche problema. Ma i figli sì. Hanno trovato la tomba dei nonni e l’hanno fatta restaurare. Ottant’anni dopo, sulle montagne «rosse» del Colorado, si chiudeva il cerchio degli affetti e della memoria. * La vicenda della maestra Gina Giovannini Toffol fa parte di un libro sull’emigrazione trentina nelle miniere del Colorado che Alberto Folgheraiter, giornalista della RAI a Trento, sta scrivendo e che sarà pubblicato il prossimo anno.


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La Voce del Trentino Alto Adige

Anno I - N°5 www.laVocedelNordEst.it

Karl Golser è il Vescovo di Bolzano

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Natale ad Idrogeno

Accendi il tuo Natale con un sms per l’Africa

Primiero - Borgo Valsugana

Ogni sms servirà ad aiutare l’associazione “Amici per l’Africa” di Primiero. E’ un progetto di Enaip Trentino e Acsm Primiero. A Fiera, acceso ufficialmente l’albero di Natale alimentato ad idrogeno. Anche Borgo Valsugana scommette sul risparmio energetico con il suo albero di Natale. Quello di Fiera di Primiero, è un albero di Natale, in grado di risparmiare in 25 giorni di accensione circa 3.000 chilowattora (kwh). Il risparmio sarebbe pari al consumo medio di una famiglia in un anno, stimato tra i 3.000 e i 4.000 kwh.

di Christian Zurlo

BOLZANO - Karl Golser, successore di Wihelm Egger, sara’ consacrato Vescovo della diocesi di Bolzano-Bressanone l’8 marzo 2009 alle ore 15 nel Duomo di Bressanone. Golser ricevera’ la consacrazione episcopale dalle mani del Cardinale Angelo Scola, dell’Arcivescovo Luigi Bressan e del Vescovo Manfred Scheuer. Dopo la scomparsa di mons. Wilhelm Egger, sarà il teologo Karl Golser il nuovo Vescovo della Diocesi di Bolzano Bressanone. Succede a mons. Egger, scomparso lo scorso 16 agosto all’indomani della partenza di Papa Ratzinger da Bressanone dove aveva trascorso un periodo

«Alcol: generazioni a confronto» PRIMIERO (TN) - Il 31 ottobre scorso si è svolto, presso l’Aula Magna della Scuola Media «Luigi Negrelli» di Transacqua, l’Interclub zonale dell’A.C.A.T. (Associazione Club Alcolisti in Trattamento) Primiero – Vanoi e Mis. L’incontro annuale con la comunità diventa l’occasione per fare il punto sulla situazione territoriale relativa alle problematiche alcol-correlate, rilevandone i bisogni presenti e verificando le risposte che i Club sono in grado di dare. Il tema di quest’anno, «Alcol: generazioni a confronto», ha inteso puntare i riflettori sulla realtà di adulti e giovani nel loro rapporto con il consumo di alcol. I termini del problema sono stati subito focalizzati dal Presidente di zona Gianfranco Furlan:«Il mondo d’oggi – egli ha detto nel discorso d’apertura - è più che mai frastornato da varie problematiche e vicissitudini che rendono difficile la vita; in tutte queste situazioni c’è un denominatore comune: la carenza di dialogo, di comunicazione, di libertà vera. In questa società del relativismo, ognuno vuole la propria libertà, ma spesso senza riguardo per quella degli altri. Soprattutto nelle nuove generazioni è diventato evidente il disagio che si è venuto a creare, disagio che sfocia in comportamenti deviati e devianti. Noi adulti non siamo esenti da un certo modo di vivere, però siamo spesso

di vacanza. L’annuncio è stato dato a mezzogiorno, quando hanno suonato a festa le campane di tutta la Diocesi. Chi è Karl Golser Autore di numerose pubblicazioni scientifiche in diverse lingue, Golser si occupa in particolare di bioetica. Nato: 16 maggio 1943 a Cermes Ordinato sacerdote: 10 ottobre 1968 a Roma 1991 - 1995 Decano allo Studio Teologico Accademico di Bressanone 1995 - 1997 Prodecano allo Studio Teologico Accademico di Bressanone 1999 - 2001 Prodecano allo Studio

Teologico Accademico di Bressanone 2001 - 2005 Decano allo Studio Teologico Accademico di Bressanone 2005 - 2007 Prodecano allo Studio Teologico Accademico di Bressanone 1994 Direttore dell´Istituto per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato 1997 Cappellano della Delegazione Bolzano/Alto Adige del Sovrano Ordine Equestre di Malta 2001 Incaricato per questioni di studio riguardanti sacerdoti e laici che studiano teologia 2006 Presidente dell´Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (ATISM)

i primi a criticare il comportamento dei giovani, anche riguardo l’uso delle sostanze alcoliche. Ci meravigliamo che l’alcolismo inizi già in giovanissima età, (questo purtroppo accade anche nella nostra valle!), ma mentre li critichiamo, dimentichiamo il nostro rapporto con l’alcol. Anche per gli adulti qualsiasi occasione, qualsiasi ricorrenza o festività è buona per farne uso e spesso abuso. Perché a noi dovrebbe essere permesso e a loro no? Ci siamo mai chiesti perché noi ci giustifichiamo, mentre loro li colpevolizziamo? Nella società ogni persona riveste un ruolo importante ed è responsabile anche di fronte agli altri delle proprie azioni. La responsabilità è ancora maggiore quando le nostre azioni diventano esempio per le nuove generazioni. I giovani, infatti, recepiscono ciò che negli anni gli adulti hanno seminato. Non dimentichiamo che i giovani sono il futuro delle nostre comunità e, come ci insegna anche il Club, sono risorse insostituibili per la crescita umana della nostra società. E’ perciò un nostro preciso dovere impegnarci nei loro confronti affinché possano trovare in noi degli esempi e dei modelli che li aiutino a camminare verso la vita con il piede giusto. A me piace pensare al ruolo della famiglia come fulcro della società, nella quale tutti interagiscono per il bene comune. E’ da qui che bisogna partire! Forse oggi sono venuti meno i valori che tengono uniti i membri della famiglia. Forse crediamo che una buona situa-

zione economica basti e avanzi per renderli felici. Ma la nostra presenza, quella morale, di guida e di esempio, non quella fisica, dov’è? Sarebbe utile chiederci: quanto tempo dedichiamo ai nostri figli sul piano relazionale? Tante volte non ci accorgiamo nemmeno se sono o non sono rientrati la notte, o non ci preoccupiamo di sapere quali compagnie frequentano. Siamo solo pronti a scagionarli sempre e comunque. Cominciamo, allora, a trovare i tempi e i modi per dimostrare ai nostri figli che davvero gli vogliamo bene, che ci sta a cuore il loro bene. Stabiliamo con loro un rapporto diverso, un rapporto di dialogo, di confronto, un dialogo che possa essere veramente educativo. E se esiste il problema del bere, non facciamo finta di non vedere, affrontiamolo con loro senza falsi timori. Parliamo loro con il cuore: è un nostro dovere di genitori. Se i nostri figli ci sentono vicini, prima o poi rifletteranno sulle loro scelte. Arrabbiarsi, «tagliare i ponti», chiudere il dialogo, oppure disinteressarci pensando in modo frettoloso «mio figlio deve essere libero», serve solo a lasciare i nostri figli nella solitudine, in balìa delle loro tempeste emotive e delle false e facili soluzioni che il mondo odierno propone.» Le famiglie dei Club avvertono, come condizione fondamentale nella prevenzione e nella lotta contro l’abuso di sostanze alcoliche, l’interesse e la compartecipazione delle varie realtà sociali: «Credo, infatti,- ha ribadito il Presidente - che l’obiettivo che ci deve accomunare sia proprio quello di

Manda il tuo messaggio al: 346/9444701 per Fiera di Primiero oppure al 346/9444700 per Borgo Valsugana e guarda in diretta l’accensione dell’albero sulla webcam dal nostro giornale online

promuovere la salute e la serenità di tutti, e tutti ne siamo responsabili. Lavorando tutti insieme, seguendo una linea condivisa, possiamo riscoprire continuamente il bello della vita. Ma possiamo, soprattutto, trasmettere la gioia di vivere la propria esistenza in pienezza, nel modo più vero, anche alle nuove generazioni che ci osservano e che, anche se non lo dicono con le parole, con i fatti ci stanno chiedendo aiuto!» Durante la serata, sapientemente condotta da Ada Caserotto, sono intervenuti il Presidente Provinciale dell’Associazione Remo Mengon, il responsabile del Centro Studi APCAT di Trento Dott. Roberto Cuni, il responsabile del Centro Alcoologia di Primiero Dott. Alberto Crestani, il Consigliere provinciale Marco De Paoli, . In un clima di amicizia, aperto e soli-

dale, si sono succeduti altri interventi dal pubblico e testimonianze toccanti portate da persone che, grazie ai Club, sono riuscite a risalire dal baratro dell’alcolismo. La serata è proseguita con la premiazione delle tappe di sobrietà: un diploma e una rosa come riconoscimento dell’impegno, ma anche come segno d’affetto e vicinanza nella prosecuzione di un cammino che non è mai facile e leggero.Al termine dell’incontro le famiglie dei Club hanno offerto un goloso rinfresco a tutti i presenti. Unico rammarico: l’assenza a questo appuntamento dei rappresentanti di Istituzioni, Forze dell’ordine, Medici e personale sanitario, Associazioni territoriali,… Proprio quelle realtà sociali che i Club invitano da sempre alla collaborazione.


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La Voce del Trentino Alto Adige Digitale terrestre, business o nuova opportunità?

TRENTO - Il digitale terrestre è alle porte. Una riflessione di Eraldo Busarello, componente del Comitato provinciale delle comunicazioni, sottolinea l’impegno della Provincia di Trento per far conoscere questa innovativa tecnologia televisiva, ma nello stesso tempo lancia anche un allarme perché si tutelino anziani e disabili. Eraldo Busarello è non vedente da circa trenta anni. Ma da molto più tempo, invece, si occupa di radio e tele comunicazioni. Radio private, Televisioni di strada, accessibilità di siti internet ed editoria per disabili e anziani sono sempre state le sue passioni. Un curriculum di rispetto che l’ha portato, due anni fa ad essere nominato nell’autority delle comunicazioni del Consiglio Provinciale. Chiedergli la propria opinione riguardo l’avvento del digitale terrestre è come invitarlo a nozze: «Questa nuova tecno-

Che cos’è il digitale terrestre?

Il sistema televisivo che ci ha accompagnati per cinquant’anni è detto «analogico». La TV digitale terrestre (DTT, Digital Terrestrial Television, o TDVB, Terrestrial Digitale Video Broadcasting) costituisce una importante innovazione tecnologica che avrà notevoli conseguenze positive sul modo di fruire della televisione stessa.

I Vantaggi

I principali benefici derivanti dall’introduzione della DTT sono: - un maggior numero di programmi disponibili - una migliore qualità immagine/audio - possibilità di programmi interattivi - la possibilità di usare la televisione per l’utilizzo di servizi di informazione di pubblica utilità - un minore inquinamento elettromagnetico Il numero di programmi TV che sarà possibile trasmettere con la DTT è moltiplicabile anche fino a dieci: infatti, su una singola frequenza televisiva, mentre in analogico si può trasportare un solo programma, in digitale ne possono essere trasportati da 5 a 10

Che cos’è un decoder?

Il decoder è un apparecchio che consente di ricevere il segnale digitale

codice fiscale. Il negoziante applicherà immediatamente uno sconto di 50 Euro sul prezzo di vendita.

e di utilizzare le nuove applicazioni associate ai programmi e ai canali televisivi. E’ dotato di un telecomando con l’aggiunta di quattro nuovi tasti colorati che consentono l’accesso ai nuovi servizi interattivi.

INFORMAZIONI: Per gli utenti è attivo il numero verde è attivo 800.022.000 Per i rivenditori è attivo il numero 840.011.000 www.digitaleterrestre.provincia.tn.it

Come faccio a sapere se la mia zona è coperta dal servizio di Televisione Digitale? Le emittenti televisive pubblicizzeranno sulla stessa televisione Scegli un televisore oanalogica un decoder le informazionicon sulla disponibilità del il bollino DGTVi servizio nelle varie zone del territorio. Anche i punti vendita dei decoder sapranno indicare le condizioni di copertura nell’area in cui risiedi. Potrai comunque verificare la copertura della zona sul sito http://www.dgtvi.it

Come posso usufruire delle agevolazioni per Per informazioni consulta i siti: l’acquisto di un decoder? www.dgtvi.it

T V

La ricezione dei canali del digitale terrestre e dei contenuti a pagamento sono condizionati all’effettiva copertura dell’area di fruizione. Verifica i canali e i contenuti a pagamento presenti nel tuo comune collegandoti al sito www.dgtvi.it.

di Mario Pernechele

logia permetterà indubbiamente di ampliare l’offerta. Si passerà dagli attuali 48 ad oltre duecento canali in chiaro e a pagamento.» Un numero di canali che risponderanno alle esigenze dunque di tutti? «Si, soprattutto delle tv nazionali generaliste e a pagamento.» E le TV locali? «La mia personale convinzione -e spero di sbagliarmi- è che il Trentino verrà invaso dalle TV venete e lombarde che riempiranno l’etere di televendite, maghi e linee erotiche.» Cosa si può fare? «Penso nulla. Se si vorranno programmi di qualità bisognerà accedere a quelli a pagamento.» A proposito di soldi: il contributo per l’acquisto del decoder? «Lo Stato ha messo a disposizione per gli ultra settantacinquenni € 50,00 per l’acquisto del decoder interattivo.» E allora? «Perché lo Stato non da un contributo anche per l’acquisto di un decoder che non sia interattivo? Il motivo è semplice. Con il decoder interattivo si possono vedere i programmi a pagamento, con

l’altro no. Per non parlare della difficoltà per gli anziani -soprattutto quelli che vivono soli- ad utilizzare un decoder interattivo. Questo è un finanziamento che non ha sicuramente tenuto conto delle esigenze degli anziani e dei disabili, ma solo di chi fa la tv a pagamento.» Che consiglio si sente di dare? «Di dire agli anziani di lasciare il contributo allo Stato e di acquistarsi un decoder non interattivo che costa meno ed è più semplice da usare. Comunque è a disposizione il numero verde gratuito 800.022.000 che ho più volte interpellato per prova, trovando persone preparate e disponibili, anche per quanto riguarda le indicazioni sulle località trentine che non saranno coperte dal 15 febbraio prossimo dal segnale televisivo digitale.» Il digitale terrestre darà spazio alle tv noprofit? «Spero che le istituzioni competenti, tutelino chi in Trentino vorrà realizzare una TV comunitaria o di valle, perché la gente non ne po’ più di una informazione televisiva preconfezionata e ripetitiva. Le persone vogliono sempre più una tv fatta dal basso e vicina alle esigenze informative del loro territorio di appartenenza. Comunque come per tutte le cose innovative staremo a vedere come si evolverà questa nuova frontiera della comunicazione, soprattutto per le persone che mi stanno più a cuore come i disabili e gli anziani.» In conclusione ci può dire cosa sta facendo di concreto come componente dell’autority delle comunicazioni? «Sto utilizzando la mia condizione di non vedente per testare il grado di accessibilità dei siti internet pubblici del Trentino. Un lavoro complesso che ha bisogno di tempo per essere ultimato. Soprattutto nel far comprendere che quando un sito è accessibile lo è per tutti, nessuno escluso.» Perché anche con le nuove tecnologie vale la frase di Voltaire «non sono d’accordo con quello che tu dici, ma darei la vita perché tu lo possa sempre dire».

www.mediasetpremium.it Hanno diritto all’agevolazione gli abwww.digitaleterrestre.rai.it www.la7.it/cartapiu/ bonati dei comuni della Valle d’Aosta www.boingtv.it coinvolti nel passaggio dawww.aeranticorallo.it analogico www.frt.it a digitale, o che dimostrino di essere titolari di un’abitazione (prima o seconda casa) nei medesimi comuni. Per usufruire dell’agevolazione basterà recarsi in negozio essere pronti il modo piùedsemplice di a fornire gli estremivedere del proprio abbonala tua tv! mento TV per l’anno 2008, di un documento di riconoscimento e del proprio

D I G I T A L E

T E R R E S T R E

Il Digitale Terrestre in Trentino TRENTO - A metà febbraio anche il Trentino sarà interessato dalla rivoluzione del digitale terrestre, la nuova modalità di trasmissione del segnale televisivo che, regione dopo regione, interesserà tutta Italia entro il 2012. La provincia di Trento, preceduta da Sardegna e Valle d’Aosta è tra i primi territori ad essere coinvolti da questo passaggio. E’ un cambiamento radicale che aprirà nuove frontiere per il mezzo televisivo, ampliando la gamma dei canali e dei servizi a disposizione dei cittadini.Nella notte tra il 15 e il 16 febbraio 2009 due canali, Rai 2 e Rete 4, smetteranno di essere trasmessi in analogico e diventeranno digitali. Questo avverrà in molti (104 circa, circa perché i segnali non seguono esattamente i confini amministrativi) comuni del Trentino. Le prime zone ad essere interessate saranno la Val d’Adige, la Valle di Non e Cembra, la Valsugana e il Garda. Per tutto il territorio provinciale il passaggio definitivo al digitale, per tutti i canali, sarà nell’ottobre del prossimo anno. Nei giorni scorsi si è tenuto un convegno a trento, per fare il punto

sulle numerose attività organizzate dalla Provincia per accompagnare la transizione. E’ già iniziata da tempo una campagna informativa che vede Adriana Volpe come testimonial. Per gli abbonati Rai con almeno 75 anni lo stato ha previsto inoltre un contributo di 50 euro, sotto forma di sconto applicato dal rivenditore, per l’acquisto del decoder interattivo. Nei prossimi mesi si terranno altri incontri, soprattutto con le persone che soffrono maggiormente l’approccio a nuove tecnologie, per spiegare cosa devono fare i cittadini in questo passaggio. Per questo scopo saranno coinvolti anche gruppi di volontari. Al convegno di Trento hanno preso parte: Angelo Pettazzi, coordinatore della Task Force per il Digitale Terrestre in Trentino, Eva Spina del Ministero dello Sviluppo Economico e Comunicazioni, Elena Porta, di Aeranti-Corallo associazione che rappresenta circa 1000 tra televisioni e radio locali, Alessandro Zorer, di Create Net (centro di ricerca trentino, partner tecnologico della Provincia per il passaggio al digitale) e Marina Boumis, della Fondazione Bordoni.

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Dal 15 febbraio in Trentino inizia il passaggio alla trasmissione digitale terrestre. Un passaggio che si concluderà ad ottobre con la transizione definitiva di tutte le emittenti nazionali e locali alla sola trasmissione digitale. Si tratta di un cambiamento semplice, in meglio! Per ricevere la trasmissione digitale si può scegliere tra due alternative:

1

2

Se la voSTra Tv è DigiTale TerreSTre (DTT) e ha qUinDi il DecoDer inTegraTo basta semplicemente scegliere la modalità digitale terrestre sul telecomando

Se la voSTra Tv non ha il DecoDer inTegraT0 dovete dotarvi di un decoder digitale terrestre e collegarlo così:

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Dal Brasile il dramma

Oltre 120 morti tra cui 4 di origine tre SANTA CATARINA (BRASILE) - Emergenza Santa Catarina, ha persino un suo sito aggiornato quotidianamente con i nomi di tutte le vittime del maltempo in quella terra. Sulle pagine del «Diario Catarinense» si elencano gli oltre 120 nomi di persone scomparse in questi mesi di allerta. In questi giorni, la pioggia ha provocato nuovi smottamenti e la situazione si fa sempre più difficile anche per i nostri conterranei. Proseguono incessanti in queste ore le testimonianze dal sud del mondo. Questa volta, sono i nostri conterranei a raccontare le loro storie di sofferenza. Quelli che ogni giorno ci leggono da ogni parte del Mondo (dall’Australia, alla Germania, dalla Svizzera al Cile), stavolta diventano tragicamente protagonisti delle nostre pagine. Dal Brasile ci arrivano le loro voci di dolore, per la tremenda alluvione che li ha duramente colpiti. Riteniamo doveroso raccontarvi il loro dramma, in un Natale che certamente non sarà come tutti gli altri. Trentini tra le vittime delle inondazioni  Una vera e propria tragedia in Brasile, interessa da vicino anche gli abitanti del Trentino. Le inondazioni che hanno colpito il sud del Brasile in questi giorni, hanno provocato la morte di una italiana, del marito e di due dei suoi quattro figli. E’ accaduto a Rodeio, presso Blumenau, nello stato di Santa Catarina. Giacomina Lucia Cosi, 44 anni, nata a Tione di Trento, e’ deceduta col marito, Dario Savio Eccel, 44 anni, oriundo di Rodeio e a Kelly e Kendy, di 7 e 15 anni, a causa di una frana che ha travolto la loro casa. Gli altri due figli, Kevin e Keila, di 13 e 5 anni, sono scampati perche’ a scuola. Una situazione molto difficile Lo stato costiero di Santa Catarina è quello colpito più duramente dalle piogge che hanno interessato il Brasile del sud da quattro mesi a questa parte. Secondo le fonti ufficiali i morti sono finora 128. Secondo le notizie e le segnalazioni che continuano a pervenire via internet, le aree interne dello Stato catarinense - nascondono tragedie non ancora descritte. La situazione si conferma particolarmente grave in quella parte di «Trentino brasiliano» che tanti legami ha saputo conservare con la terra d’origine.  In ginocchio lo Stato di Santa Catarina In Brasile, da quattro mesi piove a intermittenza e a tratti molto intensamente sugli stati costieri di Paranà, Rio Grande do Sul e Santa Catarina, nei quali noi trentini ci sentiamo a casa grazie alla parlata, ai costumi, ai cognomi, tutti recanti l’inconfondibile impronta impressavi dai nostri emigrati d’un tempo. Lo stato di Santa Catarina, in particolare, è in ginocchio. Il territorio è collassato, le alluvioni e gli smottamenti hanno colpito città e paesi dal nome a noi famigliare -- nel Nord Catarinense Jaraguá do Sul, Joinville, Schroeder, Itapoá, Guaramirim e poi nella valle di Itajaí Balneário Camboriú, Blumenau, Brusque, Gaspar, Rio dos Cedros, Rodeio, Pomerode, Benedito Novo, Indaial, Itajaí, Ilhota, Nova Trento. La stessa capitale dello statp Florianopolis è sott’acqua. Lo scenario è apocalittico, continua a piovere e ventimila persone sono senza casa, in centri tagliati fuori dal resto della nazione. Sessantacinque persone hanno fin qui perso la vita. Tra di essi, Dário Eccel, che aveva studiato a San Michele alla fine degli anni Ottanta, sua moglie Giacomina, di Giustino, le figlie Kendi e Kelli. Le Voci dei nostri emigranti «Sono rimasto per due giorni con un gruppo speciale di salvataggio dentro la giungla. L`Esercito mi ha chiamato per dare una mano visto che quando ho fatto la naia, mi hanno allenato proprio per queste situazioni. Siamo arrivati in una valle dove ci saranno tutto sommato una trentina di morti secondo gli abitanti lì ci hanno raccontato. Gente disperata, molti completamente fuori, senza

nessuna possibilità di ragionare, disperati perchè in alcuni casi, famiglie di 5 o 6 persone erano morti e il peggio, sotto metri di fango. Ho visto delle scene che non ci sono parole. Volevo far delle foto però per la prima volta non ho avuto il coraggio. Blumenau è il posto più critico, ci si parla di una settantina di morti in tutti i quartieri. Frane dappertutto, solo per farti un idea della pioggia, ha piovuto l`ultimo sabato e domenica 500 mm. Tra poco devo andare in cità, prendere l`elicottero e tornare in quella Valle che si chiama Belchior.»   SANTA CATARINA - BRASILE, 24 novembre 2008 «La Regione di Santa Catarina, situata Al Sud del Brasile soffre con la tragedia che succede finora risultando: - Circa 50 morti - Persone sotterate sotto i crolli di terra, essendo le città : Jaraguá do Sul (14), Ilhota (15), e Blumenau (15)- Persone senza tetto - Strade statali e comunali, autostrade distrutte ed accessi sospensi. - Vie, case,automobili invaditi e trascinati per la forza d’acqua e di terra che si guastano nelle costiere e nelle rive dei fiumi. Scendono cosi, burroni e sotterano case, persone e animali. - Una grande perdita nell’agricoltura, nell’industria, nel commercio e nelle proprietà. - Impossibilità d’accesso a qualsiasi città dell’Est e Del Nord catarinense e cosi come anche nelle città vicine. - Valanghe, barriere Che crollano sulle strade. - Le città più sofferte sono: Al Nord Catarinense (Jaraguá do Sul, Joinville, Schroeder, Itapoá, Guaramirim), Al médio Valle di Itajaí ( Balneário Camboriú, Blumenau, Brusque, Gaspar, Rio dos Cedros, Rodeio, Pomerode, Benedito Novo, Indaial, Itajaí, Ilhota. Non si sa ancora il volume della tragedia, poi la tendenza è di continuare a piovere una settimana. E piove già da quattro mesi.» RODEIO - «Oltre alcuni paesi che sono interditati per la grand quantità d’acqua delle piogge in cui molte famiglie sono state ritirate delle case per La Difesa Civile e Pompieri, una tragédia particolare attinge tutta La comunità italiana e trentina di Rodeio: Dário Eccel ( 44 anni) técnico in zootecnia e Che há studiato all’ Istituto San Michele all’ Adige nel 1988-1989, sposato com Giacomina(44 anni) naturale di Giustino TN è stato sotterato nella loro casa assieme la moglie Giacomina, le sue figlie Kendi (15 anni) e Kelli ( 7 anni). Loro avevano 4 figli e Kevin ( 13 anni ) e Keila ( 5 anni) soppravvivono perché in quel momento erano fuori casa. Keila stava giocando in in luogo li vicino e Kevin è corso chiedendo aiuto. Secondo quelli che gli hanno trovati sotto terra la famiglia morta erano tutti abbracciati. La proprietà rurale rimane in uma collina íngreme, circindata di burroni, dove il fango è venuto velocemente invadendo la casa alle ore 6.00 di mattino. Questo è un riassunto della situazione in cui ci troviamo in Santa Catarina» Iracema Moser Cani Presidente della Federazione dei Circoli Trentini Del Brasile 24 novembre 2008 ...«O Circolo Trentino di Nereu Ramos, coligado com a Federação dos Circolos Trentinos do Brasil, informa a realidade da região norte de Santa Catarina, sobretudo em Jaraguá do Sul: Nereu Ramos e Jaraguá do Sul: «Estão todos em alerta. Muitas barreiras caindo na região, a cada momento chegam mais notícias. Muitas árvores e postes estão caindo. Diversos lugares sem energia elétrica. Na última noite, no bairro Barra do Rio Cerro, em Jaraguá do Sul, ocorreu um grande deslizamento de terra, onde três casas foram atingidas. Há pessoas soterradas. Cerca de 7 mortos na região, confirmados até o momento. Aulas nas escolas e demais compromissos estão sendo cancelados. Igrejas, ginásios e escolas, estão servindo de abrigo para as tantas pessoas que ficaram sem suas casas.

Vários pedidos solicitando alimentos, água e roupas para os desabrigados. O região de Jaraguá do Sul encontra-se num verdadeiro caos, como nunca visto anteriormente». Giuliano S. Berti Presidente Circolo Trentino di Nereu Ramos   25 novembre 2008 «Ecco quanto è successo a Jaraguá do Sul. Una famiglia è rimasta sotterrata. Anche a Jaraguá la sorella di P. B., ha perso tutta la fabbrica. È sposata con un discendente trentino. Rio dos Cedros è ancora sotto acqua. Non abbiamo notizie. A Brusque e Blumenau la situazione è molto critica. In questo momento sono in una sitazione critica una ventina di città, sei delle quali sono nella nostra Valle. Gaspar è una delle più a rischio. I soccorsi vengono effettuati con l’elicottero, nei luoghi isolati, bolccati dall’acqua, dai fiumi, dalle strade franate, ecc. Per far capire la gravità della situazione a Blumenau, Brusque e Gaspar con un paragone, riporto quanto visto e udito adesso alla televisione nazionale: « Con lo tsunami le case e la gente sono trascinati dall’ acqua, qua nella Valle ITAJAI, sono trascinati dalla terra che si muove e dalle montagne che franano vertiginosamente.» Ormai il numero di persone colpite supera i 50.000. I morti sono 60 circa. Comunque non si ancora sa quante persone potrebbero essere sommerse dal fango. Potremmo avere una descrizione più precisa forse entro una settimana. Anche le case della classe media sono state colpite. E’ una desolazione. Purtroppo a Rodeio posso dire che la comunità è in lutto. Una grande tristezza. Tutto è stato cancellato, tutta la comunità è stretta con dolore davanti alle 4 bare dove dormono Dario, Giacomina, Kendy e


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a di Veneti e Trentini

entina nell’alluvione di Santa Catarina polizia, vigili del fuoco e la difesa civile, che stanno lavorando senza sosta. Abbiamo molte persone senza tetto. A Blumenau ci sono state molte frane, molte case sono crollate. La strada è vietata. Ci sono molti morti. L’intera popolazione è mobilitata, tutti aiutano come possono, con medicine, vestiti, scarpe, cibo, acqua potabile, mobili, tutto ciò che è necessario. Dio ci aiuti tutti.»

Kelly. Siamo preoccupati per il destino degli altri due figli: Kevin e Keila. Dobbiamo aiutare i famigliari rimasti a garantire il miglior futuro possibile ai due sopravvissuti. La causa scatenante nel caso di Dario, è stato la caduta di un «penhasco», cioè una roccia, dal precipizio che si è disciolta nel fango e rotolando lungo la grande valle sinuosa ha preso una velocità incredibile trascinando la casa fino al fiume a ridosso della riva. Lì la casa si è fermata coperta di terra.» 25 novembre 2008 «Estamos vivendo um caos aqui em Jaragua do Sul, perdemos amigos soterrados pelo barro e muitos ficaram sem nada. Mas esperamos que após 4. feira o tempo melhore. Estamos recebendo ajuda vinda de todas as partes do Brasil e isto ja é um reconforto para nós, pois quer dizer que ainda tem pessoas neste mundo que se preocupam com os outros.» 25 novembre 2008 «Ciao amici, la situazione è grave in Santa Catarina, a Balneario Camboriú. Tutti i quartieri della periferia sono allagati dalla pioggia, a Camboriú (un altro comune vicino) la situazione è ancora peggiore, l’acqua ha raggiunto il tetto delle case. A Itajaí abbiamo la peggiore situazione, tutta la città è stata colpita, l’acqua è tracimata, tutte le case e le automobili sono sotto acqua, ora l’acqua ha cominciato a defluire piano. A Camboriu il livello dell’acqua si è abbassato, le persone stanno facendo pulizia e stanno facendo il conto dei danni. Non posso andare al lavoro perché non è raggiungibile. Itajaí è senza energia elettrica e acqua potabile. Le prefetture hanno dichiarato «zona di catastrofe» e l’esercito ha mandato militari,

26 novembre 2008 «In questo momento sono in Brasile, a Nova Trento, e posso dirti che qui a Santa Catarina la situazione è veramente critica. A Nova Trento la pioggia ha distrutto tantissimo, strade, ci sono barriere dapertutto, gente che ha perso tutto. Ma per fortuna dove vivo non è successo niente... Il litorale di Santa Catarina è in emergenza assoluta, ci sono già più di 60.000 persone senza casa, 84 morti incluso persone conosciute, per non dire la quantità di case sotto terra, e sotto acqua fino il soffitto... Per fortuna il tempo sembra migliorare, e da 2 giorni non piove... Sono Floriano Molon, presidente del Circolo Vicentino di Flores da Cunha/ Rio Grande del Sul. A Santa Catarina piove hà 15 giorni. Verda: google - Zero Hora o Diário Catarinense, sonno giornali onde se trava tante notìcie sora la grande catastrofe. Un grande saluto.» Floriano Molon   «Ha piovuto due mesi di continuo in tutta S. Catarina. L’ alluvione si é verificata al Nord dello Stato: Joinville, Blumenau, Jaraguá do Sul. Ci sono stati piú di 85 morti, le cittá completamente allagate. 150.000 mila famiglie senza casa. Un disastro. Fortunatamente al Sud non abbiamo avuto gravi danni. Il nostro terreno é piú montagnoso e ha meno fiumi. Ha piovuto tanto ma niente di grave nella nostra regione. Le famiglie  povere come sempre peró hanno sofferto molto. Un caro saluto e grazie. Padre Vincenzo Lumetta Veramente el Stato di Santa Catarina è sotto l’acqua, morrio 83 persone e anche anno molte «desaparecidas». Adesso le persone rubono alimenti, acqua e altri delle ditte, per potere mangiare o anche per potere vivere. La situazione è tragica e triste. La capital Florianópolis sta «iliada» difficile potere arrivare e molte strade furono distruite... La distribuizione di gás anche fu obstruita e il Rio Grande del Sud stará senza gás naturale da pocchi giorni... Adesso soltante pregare... e sognare che i uomini pensano un può diverso e con piu rispetto per la naturaleza... tutto questo é soltanto una forma di respondere per quelo che loro fanno per la natura... Abbraccio Roberta Federizzi Purtroppo le cose qui a blumenau sono veramente molto dificili. Un desantro senza precedenti, a Blumenau, Gaspar, Luiz Alves, sono le comunità più colpite. Dopo tre mesi de pioggia, il fine settimana ha piovuto circa 450ml, e i monti che erano gia bagnati stanno crollando e vengono giù come fosse acqua a scorrere. Oggi stiamo un po meglio di ieri e domani certamente ancora, e così si va avanti. Appena possa invio qualche foto. Un vivo grazie di cuore per l’e-mail.» Segreteria - Iria Sandri «Mia casa è stata completamente inondata. Nostro oggetti personali sono stati persi. C´è possibilità di un crollo montagna coprirla. Più importante, non ci sono persone ferite nella famiglia. Abbraccio» Daniel Darugna e Famiglia «Veramente el Stato di Santa Catarina è sotto l’acqua, morrio 83 persone e anche anno molte «desaparecidas». Adesso le persone rubono alimenti, acqua e altri delle ditte, per potere mangiare o anche per potere vivere. La situazione è tragica e triste. La capital Florianópolis sta «iliada» difficile potere arrivare e molte strade furono distruite... La distribuizione di gás anche fu obstruita e il Rio Grande del Sud stará senza gás naturale da pocchi giorni... Adesso soltante pregare... e sognare

che i uomini pensano un può diverso e con piu rispetto per la naturaleza... tutto questo é soltanto una forma di respondere per quelo che loro fanno per la natura... Abbraccio» Roberta Federizzi «Purtroppo le cose qui a blumenau sono veramente molto dificili. Un desantro senza precedenti, a Blumenau, Gaspar, Luiz Alves, sono le comunità più colpite. Dopo tre mesi de pioggia, il fine settimana ha piovuto circa 450ml, e i monti che erano gia bagnati stanno crollando e vengono giù come fosse acqua a scorrere. Oggi stiamo un po meglio di ieri e domani certamente ancora, e così si va avanti». Segreteria - Iria Sandri Florianopolis   «Siamo in Estato di calamita, teti gli cità del litoral, di Garopaba fino a Joinville sono sot agua. Sono piu di 30 cità sot agua. A Florianópolis siamo bene, ma Brusque, Pomerode, Blumenau, Jaragua, Joinville, Ilhota, São Bonifácio, Timbó, Aguas Mornas, Santo Amaro, Itajaí, Balneario Camburiu e altra tanti cità, sono com agua fino al suffito. Non sará facile per 1.500 famiglia que ano perso tuto, e já sono piu de 100 persona morta, sono intorno di 500 casa, totalmente seza condizione di abitare. Vediamo que possono gli Altorita fare per noi. Grazie un abbraccio» Alvaro Bortolotto Circolo Italo-brazileiros di Santa Catarina «La situazione è terribile. La mia famiglia è stata molto colpita per l’allagamento. Pero non c’è nessuno morto neanche ferito. Ma la situazione a Blumenau, dove vivo, è molto seria. Ci sono molte ferite, molte morti (più meno 100 fra adesso, che si sa). Pero certamente questo numero crescerà. Perché ancora ci sono le case cadute con persone li. Ci sono anche dei ponti caduti, quindi la difficoltà di portare cibo ed acqua per le persone è grande. Si deve utilizzare dei elicotteri. Il esercito è in città. Grazie per la grande attenzione». Alyson Regis Darugna (originario di Lamon)Altra testimonianza. «Sono state colpite le più grosse città di Santa Catarina, le città turistiche: Blumenau, Joinville,Jaraguá do Sul, Brusque, Florianópolis, São José, Garuva, Ilhota e dintorni.La maggioranza delle persone hanno perso tutto che avevano dentro di casa. Manca da mangiare, da dormire, da vestire, acqua potabile, eletrodomestici, infatti, tutto. Ognuno ha trattato di preservarsi la vita, ma ci sono tanto morti, più meno cento, la cifra tende a crescere, altri non sono stati trovati ancora, rimangono sotto le valanghe cadute. Ma ti dico, la solidarietà è qualcosa cosí da ammirare. Tutto il Brasile si è mobilitato e vuole aiutare, quindi la fame non aspetta, il soccorso dev’essere di urgenza. Tantissime grazie per la gentile preoccupazione con la nostra gente». Zelma Mariot Hilbert - Presidente Associazione Bellunesi Nel Mondo - Famiglia di Urussanga 20’anni di storia

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La Voce del Feltrino e Bellunese

■■Lavoro

Nel Bellunese cresce il numero dei lavoratori in mobilità

Primo Torresin, segretario Bellunese della CISL , conferma «una situazione di difficoltà economica pressante»

di Daniele Dalla Valle   BELLUNO - Se, fino a qualche mese fa, il rischio recessione era uno spauracchio da esorcizzare, ora, il clima è di completa stagnazione. I tempi sono difficili per le imprese dislocate su tutto il territorio nazionale, la sofferenza si manifesta palesemente con contrazioni di produzione quanto mai sensibili, il ricorso massiccio alla cassa integrazione è diventato consuetudine, la messa in mobilità delle maestranze coinvolge un numero sempre crescente di forza lavoro, le aziende, grandi e piccole, costrette a chiudere i battenti sempre più numerose. Interi settori sono oramai in ginocchio. Un numero sempre maggiore di famiglie si dibatte in una situazione di difficoltà economica di giorno in giorno sempre più pressante e i consumi sono crollati ai minimi storici. La sfiducia serpeggia e, a detta degli esperti del settore, degli economisti, il 2009 oramai alle porte, sarà un anno di lacrime e sangue. Il peggio, in buona sostanza, deve ancora arrivare. In questo panorama dalle tinte fosche non fa eccezione la provincia di Belluno, casomai, la situazione assume contorni ancora più preoccupanti in un territorio dove anche la perdita di un solo posto di lavoro diventa un problema, di questi tempi, irrisolvibile e gravissimo. Scambiamo qualche battuta sull’argomento con Primo Torresin, segretario territoriale della Cisl. Segretario, può tracciare un’analisi di questa situazione estremamente grave e preoccupante.  Si era detto, tempo fa che era stato «toccato il fondo». A quanto pare vi è ancora molta strada da fare, purtroppo, per raggiungerlo. La Provincia di Belluno è stata pienamente inserita negli anni scorsi nel contesto del Nord Est e gli indicatori economici degli anni scorsi sono lo dimostrano. Un mercato del lavoro dalle performance positive, ancora migliori della media nordestina. Una realtà socio-economica cresciuta rapidamente,

ma che, nel momento di cambiare ottica di sviluppo, non è stata capace di rivisitarsi. Il caso delle infrastrutture, così come quello della produzione industriale sono state solo alcune delle questioni essenziali. Credo però che non ci siamo accorti che questi nuovi indirizzi ci venivano richiesti dalla società che stava rapidamente cambiando. Molte imprese sono cresciute a carattere familiare. Nel preciso momento in cui serviva interrogarsi sul profilo della società bellunese che si intendeva costruire per il futuro, forse non siamo stati capaci di assumere un’ottica strategica. Poi è chiaro che la crisi economico finanziaria di dimensioni globali degli ultimi due mesi ha avuto conseguenze per le famiglie e i ceti più deboli più pesanti in Italia che in altri Paesi Europei e nella nostra Provincia ancor maggiori in quanto la congiuntura del manifatturiero e dell’industria del freddo, hanno subito una riduzione altissima di produzione, essendo beni non necessari e quindi i primi ai quali la gente rinuncia. E in questo contesto, ogni posto di lavoro perso è un disoccupato senza prospettive concrete. E per chi non ha ammortizzatori sociali il non lavoro spesso si trasforma in dramma sociale. Qual è lo stato attuale di salute delle imprese bellunesi? Quali sono i settori che soffrono in maggior misura? Il numero di lavoratori messi in mobilità è in crescita. Gli ingressi in mobilità per licenziamenti collettivi sono più

consistenti di quelli individuali. I dati ufficialmente disponibili si fermano al 1° semestre 2008 ma sono sufficienti per capire che ci troviamo di fronte ad una tendenza grave e generalizzata nel territorio. Ci troviamo in presenza di un numero di ore di cassa integrazione che rappresentano un anticipatore dell’andamento del mercato del lavoro, perché sono spesso le aziende più fragili e quindi più sensibili all’andamento della congiuntura economica, ad essere le prime a chiedere l’uso degli ammortizzatori sociali. Analizzando per settore il numero di ore di CIG concesse ci permette di capire che ormai il 2008 ha abbondantemente superato il 2005, anno del precedente ciclo negativo, e che i settori in difficoltà sono sia il meccanico che il tessile che l’edilizia, settori da sempre trainanti in Provincia di Belluno. Si corre il rischio, con una contrazione che, in parte, sembra diventare strutturale dei consumi, di perdere definitivamente un numero imprecisato di posti di lavoro? Ovvio che l’impatto sul futuro dipenderà dalla lunghezza della fase negativa del ciclo economico. Poi bisognerà capire in che modalità avverrà la ripresa economica. Ma questa crisi costringerà certamente anche gli operatori economici e politici a porsi alcuni interrogativi sulla capacità di tenuta di questo modello produttivo. E soprattutto ad individuare i nuovi principali ambiti di intervento. Il rischio che io intravedo è che le lenti finora utilizzate per vedere da vicino e cogliere nel modo più immediato e flessibile le occasioni che si sono presentate in questa lunga fase di crescita, impediscano una visione di più lungo raggio. E allora serve andare con lo sguardo oltre i limiti delle risorse locali, cogliendo quanto di positivo ci verrà riproposto dalla globalizzazione e dalla diffusione delle nuove tecnologie, che ci accompagneranno nuovamente e in modo più stretto alla ripresa dell’economia. Parliamo di numeri. Dall’inizio dell’anno qual è il numero dei lavoratori messi in mobilità? Dall’ inizio dell’anno 350 sono i lavoratori messi in mobilità ai sensi della legge 223 (licenziamenti collettivi) e 280 quelli ai sensi della legge 236 (licenziamenti individuali). A questi vanno aggiunti tutti i licenziamenti che non

passano per la CIGS e di questi non abbiamo un dato preciso. Manca però ancora un mese per chiudere l’anno e tutto lascia pensare ad un ulteriore incremento di questi numeri. Quale sarà il ruolo che il sindacato si impegna ad assumere, in una situazione che sta assumendo contorni di estrema gravità? Quali soluzioni si impegna a proporre e perseguire? E’ una crisi globale e servono interventi internazionali e nazionali per contrastarla. Ma si può e si deve fare molto anche a livello regionale e locale. L’unica cosa che non possiamo fare è stare con le mani in mano. E neppure io credo, di fronte a questa drammatica situazione, possa esserci spazio per una tattica attendista o solo difensiva. Ecco allora che la CISL, fuori da ogni logica demagogica conquistata dal suo modo di fare Sindacato, avanza le sue proposte, a cominciare dal congelamento del debito e da un bonus delle imprese da aggiungere alla cassa integrazione. Quel che è certo è che oggi abbiamo bisogno non dei soliti  provvedimenti tampone o di emergenza, ma di mettere in campo strumenti operativi già da inizio 2009. Quindi in primo luogo finanziare gli ammortizzatori sociali come cigs e cigs in deroga, creare un fondo - a garanzia dei debiti – da utilizzare per le PMI e le famiglie. E ancora, utilizzare in parte i fondi strutturali europei, che sono tanti da qui al 2013 che la Regione del Veneto potrà utilizzare. Ovviamente da distribuire non a pioggia ma con interventi selettivi. Ma serve anche non disperdere il patrimonio di competenze del sistema produttivo e per questo chiediamo alle aziende di assicurare in parte con fondi propri delle somme aggiuntive alla cig. Mentre proponiamo agli Enti Locali un patto vero per escludere aumenti di tariffe e tasse locali. Che carte può giocare la provincia di Belluno, in un futuro che speriamo prossimo, per rilanciare? Forse il turismo? O ancora mancano mentalità e infrastrutture per uno sviluppo in questo senso? Ribadisco un concetto che più volte la CISL Bellunese ha ribadito in tutte le occasioni istituzionali alle quali partecipa : se i documenti che sottoscriviamo hanno validità nel tempo, e non ho motivo per dubitarne in assenza di ulteriori decisioni contrarie, questi devono vedere la loro piena attuazione. E allora i documenti sottoscritti unanimemente da tutta la società civile e le Istituzioni bel-

lunesi che ribadivano alla Regione una sola richiesta « la montagna è un sistema complesso che ha bisogno di governarsi da solo» devono trovare concreta attuazione. Vanno tenute in considerazione le espressioni di un crescente disagio, omogeneo e che interessa tutto il territorio e tutte le fasce sociali e che non sappiamo do ve porti se lasciato incontrollato. Poi, in riferimento alle infrastrutture, la CISL ribadisce che queste non determinano lo sviluppo, ma ne favoriscono senz’altro la crescita e parlare di turismo in assenza di infrastrutture è e rimane pura demagogia. Non ci favorisce peraltro il continuo e asfissiante confronto con il Trentino Alto Adige, ma è mia ferma convinzione che anche le risorse sono necessarie, ma che in assenza di una nostra diversa mentalità nell’affrontare il problema del turismo, da sole queste non sarebbero sufficienti a diventare un volano efficiente per un turismo produttivo economicamente. Per concludere, cosa si attende dalle elezioni provinciali della prossima primavera?  Che cosa deve fare, secondo lei, o capire, la politica con la «P»maiuscola per venire in soccorso di una provincia «difficile» come quella di Belluno? Lo ripeto fino alla noia : serve una presa di posizione forte e unitaria da parte del mondo delle associazioni di categoria e del mondo del lavoro per far capire alla Politica che per la risoluzione dei problemi la politica di partito deve restare alla porta e deve invece arrivare una Politica in grado di fare sintesi unitaria. Diversamente continueremo nelle nostre beghe che interessano di più i partiti, di più i luogotenenti dei partiti, di più i leader nazionali dei partiti. Se sapremmo maturare questa convinzione e ci convinceremo che la battaglia dell’acqua non ha colore, che il riconoscimento delle risorse che ci spettano per legge non ha colore, che le diversità che tutti ci riconoscono per il vivere in montagna sono diversità che vanno trattate in modo diverso e non hanno colore, se tutti indistintamente condividono che queste diversità per ricondurle a eguaglianza vanno trattate in modo diverso e questo non è un provvedimento che ha colore politico…… beh, allora veramente la Politica con la P maiuscola sarà davvero, ma per davvero, venuta in soccorso della nostra «specifica Provincia».


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Lamon, Centro di Riabilitazione del Nordest

Il dottor Massimo Ballotta spiega i progetti in corso e i punti di forza del centro riabilitativo Bellunese, nel quale vengono ospitati pazienti da tutto il Triveneto. LAMON (Bl) - L’edificio si staglia imponente. Con la sua mole domina il centro del capoluogo e l’intero dell’altopiano. La storia che da sempre lo ha caratterizzato e condotto ad essere quello che, ora, si connota come  Centro di Riabilitazione di Lamon è, a dir poco, stata travagliata, dominata dalle vicissitudine dettate dalle politiche sanitarie messe in atto a sia a livello nazionale che regionale. I lamonesi, da sempre, hanno difeso strenuamente il «loro» ospedale dalle strategie e dalle politiche che, spesso, ne hanno messo in discussione l’esistenza stessa. La lungimiranza delle varie amministrazioni che si sono succedute nel tempo, ha individuato e sostenuto l’evoluzione progressiva della struttura sanitaria, sino a giungere a quello che , oggi, è un centro riabilitativo di assoluto prim’ordine, il cui valore non è in discussione. La direzione del Centro è affidata al Dott. Massimo Ballotta che ci illustra le particolarità di questa struttura sanitaria in continua evoluzione. Dott. Ballotta, il centro di riabilitazione di Lamon è il vero e proprio fiore all’occhiello dell’ULSS n°2 di Feltre. Quali sono le caratteristiche peculiari che contraddistinguono questa struttura? Il Centro di Riabilitazione di Lamon è un Presidio Ospedaliero che fornisce attività di riabilitazione intensiva a pazienti che presentano menomazioni o disabilità importanti determinate da problemi neurologici o ortopedici con l’obiettivo di restituire ai pazienti le abilità necessarie a tornare

alle proprie attività ed al proprio domicilio nel miglior livello di funzione possibile.  Se dovessi riassumere in poche parole cosa caratterizza il Centro da me diretto metterei il desiderio e la volontà di tutti gli operatori ( medici, infermieri e terapisti ) di portare ogni paziente a raggiungere una buona qualità e dignità di vita. Ogni volta che un paziente esce dal nostro reparto con le proprie gambe è una festa per tutti nella consapevolezza di aver fatto fino in fondo il nostro dovere. Come si compone l’equipè del Centro? Nell’ Unità Operativa di Riabilitazione di Lamon, dotata di 48 posti letto,  palestre e piscina terapeutica lavorano circa 60 persone tra personale medico, infermieristico e tecnico della riabilitazione. Ha una importante e fondamentale integrazione con il territorio feltrino e del Primiero, garantendo tutti quegli interventi necessari ad assicurare al paziente un rientro nella propria dimora nel massimo di sicurezza ed in assenza di barriere architettoniche. Per fornire questo servizio vengono organizzati periodici incontri con i familiari del paziente, l’assistente sociale ed il medico di medicina generale al fine di pianificare ogni intervento necessario a permettere il rientro a domicilio in modo condiviso e sicuro. Per ogni paziente che ne abbia bisogno viene studiato l’ausilio ( carrozzina o protesi ) più idoneo e ne viene addestrato all’uso. Da dove provengono i pazienti? Dal territorio regionale o anche da fuori regione? Quasi l’80% dei pazienti ricoverati proviene da reparti ospedalieri per acuti dell’Ospedale di Feltre e Belluno, ed anche da altri ospedali della Regione che ne abbiano la necessità. Obiettivo principale di una struttura riabilitativa come la nostra è assicurare ad ogni paziente, che per qualsiasi evento acuto medico o chirurgico abbia perso la propria autonomia, tutti quegli interventi di tipo intensivo necessari al loro recupero funzionale.   Quali sono le patologie maggiormente curate e che presentano i pazienti?  Nel nostro Centro di Riabilitazione vengono ricoverati pazienti con esiti di politraumatismi da incidenti stradali o cadute, esiti di interventi ortopedici per protesi di anca o ginocchio, postumi di accidenti cerebrovascolari ( come ictus ), malattie demielinizzanti ( sclerosi multipla ) e patologie acute dell’apparato osteoarticolare ( come ernie del disco ).  Le vere emergenze tuttavia che ci troviamo a dover affrontare quotidiana-

mente sono: -  le fratture di femore del paziente anziano ( in una ULSS ove l’indice di vecchiaia è tra i più alti d’Italia – 176 , cioè per ogni 100 ragazzi sotto i 14 anni ci sono 176 anziani over 65): rappresentano una vera emergenza in quanto negli ultimi anni  sono aumentate in modo esponenziale e determinano una importante richiesta di intervento riabilitativo per poter riacquistare le abilità precedenti alla frattura e quindi poter ritornare ad una vita indipendente -  le patologie demielinizzanti del sistema nervoso come la sclerosi multipla  . sono sempre più numerose le persone che afferiscono al nostro centro per eseguire un trattamento riabilitativo necessario a mantenere una sufficiente autonomia di vita quotidiana e per ridurre quelle condizioni di svantaggio sociale che la malattia determina. Attualmente vi è un progetto, o più progetti, sui quali lei e il suo gruppo siete impegnati? Il loro sviluppo aiuterà il centro a crescere e ad affermarlo ulteriormente? Stiamo sviluppando e migliorando il trattamento della spasticità secondaria a patologia neurologica con l’uso della tossina botulinica e il trattamento dei disturbi dell’incontineza urinaria con la riabilitazione uro ginecologica. In considerazione del grave problema delle fratture di femore ( si calcola che ogni anno in Italia vi siano quasi 80.000 fratture di femore nelle persone con più di 65 anni con un costo socia-

Casa di riposo, verso la fine dei lavori LAMON (BL) - Tra un anno l’inaugurazione. Volgono, infatti, al termine i lavori presso la Casa di Riposo « Casa Charitas» di Lamon, iniziati nell’ autunno del 2007. Non aumenteranno i posti letto in quanto sono state migliorate le condizioni abitative. La nuova struttura, consentirà una ridistribuzione funzionale dei servizi a vantaggio delle persone anziane residenti presso la Casa.  Tutto questo è stato realizzato in conformità con quanto richiesto dalla Regione Veneto a tutte le case di riposo destinatarie di specifici fondi per consentire alle stesse di adeguarsi agli standard normativi previsti dalla L.R. 22/02. Nel nostro caso, tra Regione e Fondazione CaRiVerona, si è potuta as-

le di più di 1 miliardo di Euro ) e calcolando che il 30% della popolazione con età > 65 anni è a rischio di almeno una caduta all’anno, e che tale frequenza aumenta con l’aumentare dell’età, il nostro Centro ha presentato alla Direzione dell’ULSS un progetto per la prevenzione delle cadute nelle persone tra i 60 e i 70 anni che prevede uno screening per individuare precocemente le persone a rischio ponendo in atto provvedimenti terapeutici, farmacologici, riabilitativi e di prevenzione primaria sulle abitudini di vita. Se verrà preso in considerazione prevedo che si potrà agire sensibilmente su questo importante problema sociale.La maggior parte delle attrezzature necessarie a questo progetto ci sono state fornite dalla Fondazione Cariverona con un importante investimento sul progetto disabilità, rimane da coprire una piccola parte di spesa. Su questo progetto, io ed i miei collaboratori, crediamo che il Centro possa crescere e continuare a porsi come punto di riferimento regionale nella Riabilitazione. Basti pensare a questi dati nella Regione Veneto: l’U.O. di RRF di Lamon ha 48 posti letto pubblici ( il più numeroso ) su un totale di 580 posti letto in strutture pubbliche e 870 nel privato accreditato. Ritengo che le attuali condizioni e gli attestati di stima e di apprezzamento che la Direzione dell’ULSS ed in particolare il Dott. Simoni quotidianamente ci rivolgono mi spingono a pensare che la situazione non potrà altro che migliorare nel corso dei prossimi anni.

sommare la cifra di un milione e cento mila euro. A questi si sono aggiunti altri 500 mila euro di fondi propri di bilancio della Casa di Riposo. In totale i lavori ammontano quindi ad un milione e cinquecentomila euro. Nell’arco di un anno la struttura è stata completata al grezzo. Entro l’inverno si prowederà agli impianti tecnologici. Nel piano seminterrato saranno trasferiti la nuova cucina, gli spogliatoi con docce per il personale e altri spazi di servizio. Al piano terra le sale giorno e la sala da pranzo e nei tre piani rialzati tutte le camere a due letti con bagno.«Parte degli ospiti saranno trasferiti nella nuova edificazione», spiega il presidente del Cda Moreno Maccagnan, «in tal modo, unitamente alla fruibilità delle camere rispondenti agli standard presenti nel corpo originario, si migliorerà la qualità complessiva della residenzialità » . I locali che si renderanno disponibili saranno riconvertiti in aree destinate agli

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Galan conferma l’eccellenza lamonese Ne è convinto il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan VENEZIA - Il Veneto è la Regione delle eccellenze, poiché ispira le sue azioni a principi solidi e fondanti. Numerosi, infatti, sono i settori in cui ci accreditiamo per i nostri primati, e di certo la sanità è uno di questi. Abbiamo un sistema, tra i pochi in Italia, i cui conti hanno sempre superato gli esami ai tavoli di monitoraggio nazionali; abbiamo una qualità delle strutture e dei servizi erogati, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci riconosce pubblicamente, nonché un’organizzazione del lavoro negli ospedali e sul territorio efficiente e molto valida. Insomma, in Veneto, l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini resta uno dei fili conduttori dell’attività amministrativa e, indiscutibilmente, l’operato del Centro Riabilitativo di Lamon contribuisce in questa direzione. Un Presidio Ospedaliero che, grazie alla specifica professionalità dei collaboratori, si occupa della riabilitazione dei propri pazienti, unitamente allo sviluppo di nuovi progetti legati sempre al recupero funzionale delle persone in cura. Giancarlo Galan

Presidente della Regione del Veneto

spazi comuni (soggiorno aree ricreative ecc..) e in  punti di servizio come  guardaroba, magazzini, depositi ecc. Sotto il profilo organizzativo gestionale, il cda e la direzione, hanno già provveduto, negli ultimi mesi, a rinforzare l’organico con le nuove figure professionali richieste dalla norma. All’inizio dell’anno è stato attivato il servizio infermieristico 24 ore su 24,  inserito lo psicologo,  e dalla metà del mese di ottobre è stato assunto un educatore professionale per favorire le attività ludiche e ricreative. È stata altresì predisposta ed approvata la nuova carta dei servizi e, grazie ad una importante donazione da parte di una famiglia originaria di Lamon, sono stati realizzati importanti lavori di ristrutturazione della zona soggiorno rendendo, in tal modo, gli spazi comuni più caldi e accoglienti.

Daniele Dalla Valle


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La Voce del Brenta, Cismon e Vanoi

«Marande – Brocon», Sciando da separati in casa

di Mario Pernechele TESINO - E’ iniziata la nuova stagione sciistica in Tesino. Malgrado l’incerta situazione economica le previsioni sono positive e la neve non manca. Tutto è pronto nelle due zone sciistiche del paese: alle Marande e al Passo Brocon.

Che continuano a vivere separatamente. Fino a quando? Neve come da anni non si vedeva e impianti pronti e tirati a puntino. Vendita di stagionali con buoni risultati: nei punti di prevendita del Gruppo Paterno visitati si è registrata una buona affluenza per l’acquisto degli abbonamenti delle

Un collegamento che fa discutere di Mario Pernechele

TESINO - Se ci venisse chiesto: «Pensi che si debba fare l’unificazione delle piste sciabili fra Marande e Passo Brocon? Risponderemo seccamente: sì. Anzi siamo in netto ritardo!!» La questione collegamento Marande-Brocon inizia a diventare motivo di confronto anche fra i giovani della Valle. Che ne discutono con passione e conoscenza profonda del proprio territorio. Werner Moranduzzo è fra i primi che si è fatto carico di questo impegno. Giovane consigliere comunale di Castello Tesino, subentrato da alcuni mesi anche nell’assemblea del Comprensorio al posto di Enzo Boso, Moranduzzo si è collocato con misurato equilibrio su posizioni ponte tra PATT e UPT. Ma con idee ben determinate su alcune questioni. Ritiene importante riflettere sul futuro del collegamento sciistico che unisca l’Agaro al Passo Brocon: «Trovo inutile un nuovo impianto tra Val Fontane e la curva sulla pista matusa. Invece, si dovrebbe scendere da qui fin alla valle del Pra’ Pezé stando alla destra del colle del Gorgantile. Questo fondo valle potrebbe essere raggiunto anche da una pista che scende dal campo scuola. In questo modo con un solo impianto si otterrebbero risultati migliori. Da ogni punto di vista». Un percorso interessante, suggeritogli da una profonda conoscenza del territorio: «In primo luogo perchè le piste ricadrebbero su un ambiente non molto esposto al sole, in cui anche con poca neve la sciabilità verrebbe garantita senza sperpero di acqua e denaro.» Inoltre, «Da Pra’ Pezé», continua Moranduzzo che ha lavorato per anni per le società che gestivano gli impianti «si potrebbe raggiungere la Malga Coazzo, verso il passo Brocon e valorizzare gli impianti del passo e di conseguenza le due attività alberghiere presenti, ren-

dendo più competitivo il mercato delle vacanze». E più utili alla comunità verrebbe da dire; dato che gli interventi si fanno in buona parte coi fondi pubblici dei patti territoriali. Assieme a lui altri giovani. Per Ermanno Dorigato: «Contemporaneamente al collegamento, l’area del Brocon deve venir riqualificata e trovare una forte specificità: snow park, sci da fondo o altre esperienze di tendenza». «Il problema di fondo, però» continua Dorigato «È che i tre comuni a valle sono troppo in ritardo dal punto di vista delle infrastrutture basilari e delle strutture ricettive. Soprattutto Castello che dovrebbe attrezzarsi per essere il centro di riferimento a fondovalle di una stazione invernale moderna. Magari con la realizzazione di un palazzetto del ghiaccio, per completare l’ offerta dal punto di vista degli sport invernali». Entusiasti come appassionati, ma anche convinti che bisognerebbe approfondire un po’ meglio la situazione, Claudio Fattore e Lucio Muraro: «E’ il sogno di tutti». E temono gli ostacoli di ordine ambientale, sebbene l’area sia già stata individuata dalla provincia come demanio sciistico. Per Fattore «E’ importante anche la pista Casa Saronnese- cima Agaro». Per Muraro «Bisogna vedere se è d’accordo il proprietario degli impianti del Passo». In chiusura Moranduzzo che ribadisce il ruolo «delle amministrazioni comunali che dovrebbe operare con un maggior di unità. Che fa la forza. Abbiamo realtà che con poco potrebbero dare molto». Senza paura che tutto si concentri in montagna: «l’indotto economico verrà sicuramente a valle. Noi dobbiamo pensare al lungo periodo, perchè non può essere visto tutto a breve! Così come dobbiamo pensare non solo a fare, ma anche a gestire. E in questo campo dobbiamo imparare molto!»

Funivie Lagorai. Domiziano Paterno, del resto non ha dubbi: «Il mio gruppo si sta muovendo sulla strada giusta, con strategie e piani industriali molto chiari e con risultati sopra le aspettative; visto anche il momento economico attuale». Certo, alcuni ritardi fanno spazientire il responsabile del gruppo che lamenta «alcuni intralci locali nella realizzazione del progetto», riferendosi alla realizzazione del garnì da 80 camere e al bacino idrico necessario per assicurare l’innevamento artificiale anche per le prossime piste da realizzare. Ma l’amministratore del gruppo è certo che le cose andranno avanti «e si crearà un notevole indotto per la valle e la sua gente». Più incertezza, invece, al passo Brocon, dove vi sono due alberghi a conduzione familiare (delle 8 strutture ricettive del paese, sulle 11 della Valle), un impianto di risalita e le principali piste per la pratica dello sci di fondo. Roberto Boso è il titolare dell’albergo Pizzo degli Uccelli e concessionario della piccola area sciabile del passo,

Dopo Caoria, il Vanoi attende il seguito Canal San Bovo – In seguito alla riapertura del tronco di strada nella parte più interna della vallata, ora mancano all’appello altri importanti interventi. E’ il Sindaco di Canal San Bovo, Luigi Zortea a fare il punto sulla situazione, mandando un messaggio chiaro alla Provincia. Il Servizio Opere Stradali della Provincia ha aperto al traffico il 1° tronco della rettificata e allargata S.P. n. 56 di Caoria. «Tempistica scaramantica - precisa il Sindaco Zortea -, solo cinque giorni dopo - quasi a voler evocare i tristi giorni di inizio novembre 1966, in cui vi fu la disastrosa e ben nota alluvione - un’altra minialluvione ha rotto il guado di collegamento, sul quale era stato incanalato tutto il transito veicolare durante i lavori di rettifica e allargamento». Non sarà un’opera isolata  Luigi Zortea tiene a precisare che: «Il II° tronco, su cui si interverrà e per il quale la progettazione esecutiva è pressoché conclusa, riguarda la tratta «Sassi Maccagnan/Case al Vecchio Lago». E’ un lotto ad alto rischio di caduta massi (tutti nel Vanoi ricordiamo il blocco di roccia di 30 mc. caduto proprio sul vecchio bivio per Ronco, alcuni anni fa), per il quale il

che gestisce anche con l’aiuto dei figli. Praticamente da sempre è di maestro di sci. Per l’imprenditore vi sono alcuni problemi che con il contributo dei comuni vanno risolti. Il principale è il collegamento con l’area sciistica delle Marande. Anni fa, nel contesto dei patti territoriali, la provincia aveva dato il suo assenso inserendo nel Piano Urbanistico la zona. Poi la strategia, col passaggio dalla Tesino SpA al Gruppo Paterno è cambiata. E la situazione a molti appare un po’ paradossale: coi patti territoriali il demanio sciabile si è ridotto. Boso, che è anche vicepresidente della locale Cassa Rurale, ha il sostegno di molte persone in paese. La maggior parte ritiene indispensabile la presenza del Gruppo, ma anche l’ampliamento del collegamento. Otello Franceschinelli, consigliere comunale di opposizione sintetizza: «Senza collegamento non si sfruttano tutte le potenzialità dell’area». Potenzialità che stanno non solo negli alberghi e nell’amplia e soleggiata zona per il fondo, ma soprattutto nelle numerose malghe dei tre comuni del Tesino

progetto prevede una serie di gallerie artificiali, a volta ricoperta da materiale terroso, con eventuali reti paramassi, quale presidio attutente i danni da cadute di grossi volumi. Seguiranno poi, i progetti e gli interventi su tutti gli altri tronchi della S.P. 56. A lavori ultimati, con la nuova Bretella di Caoria/Refavaie provincializzata (a primavera, secondo accordi recentemente conclusi, il Comune consegnerà la Strada alla Provincia - Servizio Gestione Strade); con la galleria del Totoga e con il tunnel di circonvallazione di Canale (se finalmente si riuscirà a realizzare anche quest’opera, da tempo inserita fra quelle di urgente fattibilità e non avviata qualche anno fa, pur con progetto e finanziamento pronti, a causa di scelte improprie, ben note alla gente del Vanoi), tutto l’asse viario - dalla S.S. 50, in località «Bus» di Imer a Refavaie di Caoria sarà perfettamente sistemato e fornirà un accesso sicuro alla dorsale di tutta la Valle del Vanoi, da Lausen a Refavaie. Ma anche alle Frazioni degli Altipiani di Prade - Cicona e Zortea che - fra qualche tempo - potranno finalmente fruire del «collegamento rapido Berni/Tanducchi/Canale», realizzato dopo la sistemazione del versante franoso sotto Prade». Altre opere in cantiere nel Vanoi Secondo il Sindaco, «All’appello manca ancora però un intervento sulla

che potrebbero essere in parte recuperate in chiave turistica e gestite dalle famiglie della zona. Da Pra’ del Capitano a Starnozzena, passando per le strutture di proprietà del comune di Cinte, sono quasi venti gli edifici che insistono nella zona. Ma non è solo un problema di collegamento, per Roberto Boso: «Bisognerebbe garantire anche una migliora qualità nella battitura delle attuali piste di fondo del Passo». Piste che insistono sul territorio di Cinte Tesino annualmente dà in concessione. Il sindaco Leonardo Ceccato, in attesa di capire se vi è un problema di patentini provinciali, auspica che il problema al momento si possa risolvere «con una maggiore collaborazione tra gli operatori, in attesa che con la prossima apertura anche invernale di malga Arpaco si possa assegnare al gestore di questa struttura l’impegno di assolvere al meglio la gestione di questo servizio». Una malga aperta in inverno potrebbe essere anche la chiave di volta per una nuova strategia. E di un nuovo patto collaborativo.

S.P. 79 del Broccon, che dia sicurezza e tranquillità agli abitanti di Ronco. Una precisa richiesta in tal senso è stata da tempo depositata al Servizio Gestione Strade della P.A.T. Al nuovo Assessore ai LL.PP. comporterà dunque l’onere di decidere e dare il via libera ai due progetti «circonvallazione di Canale-capoluogo» e «Rettifica S.P. 79 da Viadotto Vanoi a Loc. Busini». La gente della Valle del Vanoi, che recentemente ha dimostrato grande senso di responsabilità nell’esprimere il proprio voto alle Elezioni Provinciali (70,70% dei consensi alla coalizione del Presidente Dellai), attende con fiducia. Questa Vallata, un tempo battezzata «Biafra del Trentino», ha tutto il diritto - oltrechè il merito - di avere servizi e infrastrutture adeguate; quei servizi e quelle infrastrutture che altrove sono da tempo una realtà».


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Patto tra Durnwalder e Reolon, ma Galan ironizza

■EMIGRAZIONE

Gino Pante nuovo rappresentante di ANCI Veneto nella Consulta MAROSTICA (VI) - Si è svolta a Marostica, la tradizionale riunione annuale della Consulta dei Veneti nel mondo. Importanti svolte e nuovi approcci, sono la risultanza di una stretta e serrata rete di relazioni intessute e di temi progettuali che hanno visto la loro nascita in questi ultimi anni. «Uno dei risultati più significativi ottenuti in questi ultimi anni è che le amministrazioni locali hanno aperto le loro porte con grande entusiasmo al mondo dell’emigrazione, soprattutto nei comuni piccoli ma con una grande storia. Questa grande disponibilità, non di facciata, va adesso consolidata e coordinata attraverso l’ANCI Veneto che ha nominato un suo nuovo rappresentante all’interno della Consulta dei Veneti nel Mondo.» Per l’occasione sono intervenuti numerosi amministratori locali del Veneto. Da parte dei rappresentanti delle comunità venete all’estero è emersa infatti l’esigenza di un raccordo più stretto con i comuni non solo sul piano culturale e in materia di gemellaggi e patti di ami-

cizia, ma anche per gli adempimenti amministrativi di cui gli emigrati hanno bisogno.  Durante i lavori della Consulta il nuovo rappresentante dell’ANCI Veneto Gino Pante è intervenuto assicurando il massimo impegno per venire incontro alle aspettative. A Marostica, ma anche nei giorni precedenti a Feltre (Belluno) dove si è svolto un corso di formazione per la Consulta, Pante ha avuto una serie di incontri con tutte le associazioni degli emigrati per definire un percorso e individuare i temi su cui sensibilizzare i comuni veneti. Tra le proposte avanzate l’istituzione in ogni comune di un assessorato all’emigrazione-immigrazione o almeno che ad un assessore/consigliere venga affidato un incarico in questa materia. Parallelamente andrebbe individuata nei comuni anche una figura tecnico-amministrativa per le pratiche legate all’emigrazione. Per quanto riguarda i gemellaggi, l’aspettativa delle comunità all’estero è che si traducano in reali iniziative di scambio, di ospitalità e di sostegno

Feltre scommette sul «Genius Loci» FELTRE (BL) -  Nella Sala degli Stemmi del Palazzo Municipale, è stato presentato alla cittadinanza il progetto di marketing territoriale «Genius Loci». L’ incontro pubblico è stato aperto dal saluto del Sindaco, Sen. Gianvittore Vaccari, ed introdotto dall’intervento dell’Assessore al Piano Strategico e Marketing Territoriale Antonio Barp. La presentazione delle rilevazioni effettuate e dei suggerimenti forniti è stata affidata al Prof. Luigi Serio, della Fondazione IULM, curatore del progetto per conto dell’Amministrazione

Comunale, realizzato insieme ai colleghi Laura Lorenzin e Luca Quaratino. Sugli obiettivi che si era prefissata l’Amministrazione nel conferire questo incarico, l’Assessore Antonio Barp ha rilevato che «siamo partiti con lo scopo di dare una connotazione diversa all’immagine della città, per cambiare l’andamento del passato e guardare al futuro, portando delle migliorie alla qualità della vita, specie dal punto di vista economico. I dibattiti che hanno preceduto questa stesura hanno portato ad evidenziare una serie di macro azioni da attua-

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all’invio di gruppi folcloristici, musicali, teatrali, di rapporti tra scuole e associazioni giovanili. Altre proposte hanno riguardato le borse di studio per i giovani oriundi residenti in comuni all’estero gemellati con comuni veneti; la titolarità dei comuni in materia socioassistenziale e di edilizia residenziale pubblica, non sempre adeguatamente esercitata; il disbrigo da parte dei comuni di ricerche anagrafiche così come delle pratiche per la concessione della cittadinanza italiana agli oriundi veneti. Agevolazioni fiscali sono state chieste per le abitazioni degli emigrati, in particolare per rifiuti, acqua, ICI. Infine, tra l’ANCI e le associazioni dell’emigrazione sono stati concordati incontri periodici. D. D. V.

re, a partire dal fatto che è mancata negli anni scorsi una metodologia efficace nell’affrontare queste problematiche. la scelta è caduta sul  Prof. Serio e la sua équipe perché sapevamo di poter contare sulle loro capacità analitiche ed anche perché potevano guardare alla città da un punto di vista critico ed asettico, non avendo condizionamenti in loco. Inoltre, è stato creato anche un marchio «Open Feltre» che sarà legato alle iniziative più qualificate». Daniele Dalla Valle

BOLZANO - Proseguire nella collaborazione tra la Provincia autonoma di Bolzano e la Provincia di Belluno, in particolare nel settore della mobilità, della cultura e delle infrastrutture: è quanto il presidente della Provincia Durnwalder ha assicurato. «Voi vi dovete battere per ottenere  l’autonomia come Trento e Bolzano. Noi saremo dalla vostra parte». Il presidente dell’Alto Adige - Sudtirol, Luis Durnwalder, ha spronato il collega bellunese, Sergio Reolon, a proseguire sulla strada dell’autonomia della provincia veneta. L’argomento autonomia non era all’ordine del giorno dell’incontro di martedì a Bolzano. Per i due presidenti è stato però naturale affrontarlo nel momento in cui hanno cominciato a discutere di come sviluppare una nuova stagione politica per le Alpi: «Durnwalder mi è parso molto aperto», racconta Reolon al termine della riunione. «Anche lui concorda sulla necessità di politiche unitarie per tutto l’arco alpino, dal Piemonte al Friuli. Oggi i soggetti deboli, come le Province a statuto ordinario, rischiano di abbassare la competitività dei territori contermini. Ecco perché dovremo intensificare i rapporti orizzontali e le collaborazioni tra tutte le realtà che compongono questa straordinaria cerniera intorno a cui si è costituita l’Europa. Tra gli altri settori in cui Alto Adige e Bellunese intendono lavorare in comune figura la sanità, attraverso l’ospedale di San Candido. «Il nostro è un accordo di massima che verrà ora approfondito dai tecnici per giungere a una sorta

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di protocollo di intesa che possa dare una veste giuridica alla collaborazione tra Alto Adige e Belluno», ha aggiunto Durnwalder. Il presidente Reolon ha sottolineato il grande interesse per una promozione congiunta dell’area dolomitica anche sul fronte culturale: da un lato con la tutela e lo sviluppo della cultura della minoranza ladina, dall’altro con il coordinamento delle grandi manifestazioni, ad esempio le Settimane mahleriane di Dobbiaco e il Festival jazz di Cortina. «Riguardo alla cultura ladina, la nostra collaborazione vedrà Bolzano impegnarsi anche a Roma per il potenziamento dell’informazione radiotelevisiva in ladino oltre che nella ricerca storica e linguistica attorno all’antica area ladina», ha ricordato Durnwalder. Con il tramonto degli stati nazionali le Alpi non sono più terre di confine e di frontiera. La montagna non è più periferia della metropoli di pianura, ma può e deve assumere un ruolo centrale nel cuore dell’Europa». Le aperture di Durnwalder riguardano pure la possibilità di stipulare un accordo con il Veneto sulla scorta di quello già siglato dal Trentino. Sul fronte della collaborazione diretta tra Belluno e Bolzano i presidenti hanno parlato di progetti specifici: dalle infrastrutture alla cultura, dalla valorizzazione delle comunità ladine alla candidatura delle Dolomiti a patrimonio dell’Unesco. Tra le iniziative comuni potrebbe rientrare anche la sistemazione della pista di bob di Cortina d’Ampezzo. Una struttura che sarebbe così a servizio anche dell’Alto Adige e dei suoi atleti. Per questo Durnwalder ha dato la propria disponibilità ad approfondire il tema con l’obiettivo di un utilizzo reciproco della struttura. Belluno e Bolzano continueranno poi a collaborare insieme con l’Osttirol nei programmi Interreg, in particolare per il trasporto pubblico, la valorizzazione delle piste ciclabili e i tracciati di fondo che interessano i tre territori.


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Verso il censimento dell’agricoltura 2010

Sta iniziando in questi giorni su tutto il territorio nazionale un’indagine campionaria, denominata «Rilevazione di controllo della copertura e qualità del prototipo di registro statistico delle aziende agricole», che servirà a migliorare la preparazione del prossimo 6° Censimento generale dell’agricoltura previsto nel 2010 Dall’integrazione di vari archivi amministrativi (Catasto dei terreni, Sistemi informativi regionali, Anagrafi zootecniche, ecc.) è stata ricavata una lista di aziende agricole, di cui è necessario testare la qualità sul campo. In tutto il territorio nazionale sono state selezionate circa 16 mila imprese e anche il Veneto parteciperà all’indagine campionaria. In virtù delle loro specializzazioni agricole sono stati scelti i territori di

quattro Comuni: Lusia in Polesine, Fonzaso nel bellunese, Preganziol in provincia di Treviso e Sossano nel vicentino. La Regione Veneto ha in proposito attivato una rete di rilevazione appoggiandosi ad AVEPA, l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, che opererà sul territorio dei comuni coinvolti. Ai titolari delle unità campionate l’Istat ha già inviato una lettera spiegando le finalità della rilevazione e preannunciando che verranno a breve contattati dai rilevatori che si occuperanno della compilazione del questionario. L’indagine è inserita nel Programma Statistico Nazionale: i dati raccolti sono tutelati dal segreto statistico e sono sottoposti alle norme sulla protezione dei dati personali. La Regione invita pertanto gli imprenditori selezionati a dare senza alcuna preoccupazione la massima collaborazione a questa indagine preliminare, essenziale per migliorare la qualità delle informazioni statistiche in agricoltura e, di conseguenza, la programmazione delle politiche del settore. E’ possibile consultare l’informativa anche sul sito dell’Istat: www. istat.it/strumenti/rispondenti/indagini/clag/

Vigneti, nuovi fondi per la riconversione viticola VENEZIA - Ancora più qualità per i vini del Veneto, regione che produce circa 7 milioni e mezzo di ettolitri l’anno, dei quali oltre 2 milioni 300 mila a Denominazione d’Origine Controllata e oltre 4 milioni e mezzo a Indicazione Geografica Territoriale, e che esporta quasi 4 milioni 800mila ettolitri, cioè circa il 28 per cento del totale, in quantità e valore, del vino italiano che finisce all’estero. E’ questo l’obiettivo del Piano regionale di ristrutturazione e riconversione viticola, approvato dalla Giunta veneta su iniziativa del vicepresidente Franco Manzato, in attuazione del regolamento comunitario

Prosecco, gioiello del Nordest «Il vino Prosecco è un patrimonio del territorio del NordEst e lo tuteleremo a livello mondiale facendo perno sul nome della località di nascita del vitigno. Non ci sarà mai più un prosecco brasiliano, argentino né di alcun altro Paese, ma solo quello che si produrrà nella DOC di Prosecco». Lo ha ribadito il vicepresidente della Regione Veneto Franco Manzato, annunciando l’approvazione in Giunta della sua proposta, in base alla quale il Veneto fa propria l’iniziativa di tutela proposta dagli organismi di rappresentanza della filiera e presenterà, a nome e per conto degli stessi, l’istanza di riconoscimento della Denominazione d’Origine Controllata per i vini di Prosecco e per la DOCG

applicativo della nuova OCM sul vino e del Decreto ministeriale che norma la questione. «Con l’approvazione del Piano – ha sottolineato Manzato – abbiamo anche deciso l’apertura fino al 15 gennaio prossimo dei termini per la presentazione delle domande per ottenere i benefici finanziari previsti relative alla prima annualità di applicazione. L’importo che il Veneto potrà impiegare in prima battuta per la liquidazione degli aiuti ammonta a oltre 5 milioni 317 mila euro complessivi. Abbiamo inoltre ritenuto di avvalerci della facoltà data dal regolamento europeo, che consente il pagamento anticipato dell’aiuto ai produttori prima delle operazioni previste dalla richiesta presentata». In questo campo positivi risultati sono stati già raggiunti con il Piano regionale di riconversione e di ristrut-

turazione viticola adottato in base al precedente regolamento europeo del 1999, del quale viene mantenuto in piedi l’impianto complessivo, con gli opportuni adeguamenti alle nuove e più stringenti esigenze del settore. «In quella circostanza è stata avviata una efficace e mirata ristrutturazione del patrimonio viticolo regionale – ha fatto presente Manzato – che ha consentito di adeguare l’offerta delle produzioni enologiche ai mutamenti dei gusti dei consumatori e di impostare modelli viticoli funzionali ad un miglioramento qualitativo delle produzioni e ad un maggiore livello di meccanizzazione delle operazioni.». Il Piano potrà subire adeguamenti in corso di attuazione, a seconda delle situazioni e delle esigenze che si dovessero presentare.

delle attuali Denominazioni Conegliano Valdobbiadene e Montello e Colli Asolani, così da assicurarne la riconoscibilità e il differenziale di valore. «Il Prosecco – ha ricordato Manzato – ha il suo fulcro soprattutto nelle attuali DOC storiche Conegliano Valdobbiadene e Montello e Colli Asolani, dove i produttori si sono dati da fare in tempi non sospetti per realizzare con questi vitigni una viticoltura eroica e faticosa, il cui prodotto sta conquistando il mondo, quando altrove nessuno voleva coltivarli. Ma il discorso vale in generale per l’intera provincia di Treviso, dove si coltiva la grandissima parte di queste uve. Legare il prodotto alla località d’origine è la strada maestra per impedire «imitazioni» che, richiamandosi al nome dell’uva, sfruttino la scia del successo dei nostri produttori, che hanno creduto da sempre nel Prosecco.

Purtroppo di queste imitazioni ne vediamo tantissime, a quanto mi dicono i nostri produttori che commerciano con l’estero».


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«Canaletto», un orgoglio per il Veneto

di Corrado Raspati TREVISO - Canaletto, Venezia e i suoi splendori: un caso concreto ed unico a livello nazionale di promozione coordinata ed integrata. In Provincia di Treviso sono stati presentati i dati di affluenza e le iniziative messe in atto, alla presenza del presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, del vicepresidente e assessore al Turismo della Provincia, Floriano Zambon, del presidente del consorzio Marca Treviso, Gianni Garatti, e dell’amministratore delegato di Artematica, Andrea Brunello. «Devo innanzitutto ringraziare l’organizzazione di questa splendida mostra e Fondazione Cassamarca che mette a disposizione Ca’ dei Carraresi – ha dichiarato Leonardo Muraro – Sono orgoglioso che buona parte dei turisti siano stranieri, in particolare tedeschi. Pensate quanto maggior indotto potrebbe esserci se fosse realizzata la Venezia-Monaco che noi chiediamo da anni». «E’ evidente la ricaduta turistica prodotta da questa mostra sul territorio – ha detto Floriano Zambon – i numeri e l’affluenza sono importanti e anche per questo la Provincia ha voluto, per la prima volta, entrare direttamente al suo interno con un punto informazioni e altre iniziative, tramite le quali proporre l’immagine di tutto un territorio che si offre unito al visitatore» «Coi nostri oltre 200 associati – ha aggiunto Gianni Garatti – abbiamo pensato diverse iniziative, dagli sconti riservate alle strutture ricettive, al trasporto, alle

guide turistiche gratuite. Oltre 500.000 copie della brochure contenenti i 7 pacchetti turistici ideati appositamente in occasione dell’evento sono state distribuite in allegato al Corriere e abbiamo attivato numerose partnership, anche con la Ryanair proprio in virtù dello scalo trevigiano. Insomma, questa è una mostra che ha bisogno e si nutre dello spirito del territorio» «La caratteristica peculiare di questa, come delle altre mostre precedentemente realizzate da Artematica, è il fatto di essere un evento inserito nel contesto di un territorio unito e compatto sul fronte della promozione turistica – ha infine concluso Andrea Brunello – il visitatore deve vivere un’esperienza soddisfacente non solo nella visita della mostra, ma anche grazie all’accoglienza e alle offerte che scopre in giro per la città o per il territorio. I dati dell’affluenza ci soddisfano: 36.000 visitatori in poco più di un mese e 77.000 biglietti prenotati». Dire che il connubio tra arte e turismo è centrale nella tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio delle nostre città è tanto scontato e retorico nella teoria quanto difficile da attuare nella pratica. Le attività collaterali ll Dipartimento Turismo di Artematica ha organizzato le proprie attività coinvolgendo e valorizzando il territorio che ospita la mostra con le seguenti iniziative: • ca 9.500 spedizioni di brochure effettuate con l’esclusiva offerta «premia i migliori» verso agenzie di viaggio italiane & estere (Austria, Belgio, Cina, Danimarca, Francia, Lussemburgo, Germania, Olanda, Slovenia, Svizzera, USA) / E’ la prima volta in Italia che viene studiata un tariffa per operatori turistici atta a favorire il turismo pernottante. • ideato un itinerario turistico per Treviso pubblicato nel sito di Artematica • ha collaborato con l’Associazione Strada del Prosecco e Vini dei Colli Co-

negliano Valdobbiadene • partecipato alla trasmissione «Sereno Variabile» (Rai 2) dedicata alla mostra e alla città di Treviso andato in onda lo scorso 6 dicembre 2008 • coinvolgimento dei ristoranti trevigiani attraverso iniziative volte a far conoscere ai visitatori le proposte in occasione dell’evento (prossimamente visibile nel sito di Artematica). • Partecipazione con proprio stand al TTG Incontri Rimini (24-26 ottobre 2009) • Sono state attivate le prenotazioni online attraverso il sito di Artematica La promozione dell’evento Il Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso, forte dei suoi oltre 200 associati dislocati su tutto il territorio trevigiano comprendenti strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, ristoranti, servizi turistici complementari ed agenzie di viaggio (www.marcatreviso.it), ha iniziato circa un anno fa, la promozione dedicata alla mostra Canaletto, Venezia e i suoi splendori, grazie alla fondamentale partecipazione della Regione Veneto, Provincia di Treviso, Camera di Commercio, Unascom e con Aer Tre. Per offrire un servizio sempre migliore e trattandosi di pernottamenti brevi che non richiedono molta disponibilità di tempo da parte dei possibili turisti nell’organizzazione, il Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso, appoggiandosi alle proprie agenzie di viaggio consorziate e ben preparate sul territorio, ha ideato 7 fantastici pacchetti turistici (di cui il Dipartimento Turismo Artematica ha curato la veste grafica) che danno la possibilità di abbinare Canaletto ai prodotti tipici gastronomici trevigiani, alle altre attrattive artistiche della provincia e a Venezia, tema centrale della mostra. La promozione di tali proposte soggiorno è avvenuta attraverso molteplici canali: La Provincia di Treviso ha collaborato con Artematica mettendo a disposizio-

▲▲Carlevarijs - Ingresso solenne dell’Abate Pomponne (Amsterdam) ▲Canaletto - Campo Giacometto verso S. Giovanni Elemosinario (Dresda) ► Canaletto - La riva degli Schiavoni verso S.Marco

ne il proprio brand. Infatti gli Uffici di Informazione e Accoglienza Turistica (IAT) espongono dei porta leaflet creati appositamente da Artematica per l’evento e in linea con il logo e l’immagine adottati dalla Provincia di Treviso. E’ la prima volta che la Provincia di Treviso «entra» fisicamente all’interno di una mostra con un proprio info point. Nasce così un’interessante collaborazione per cui, se da un lato il fine è evidentemente quello di far conoscere, attraverso il canale dei grandi eventi, le bellezze turistico-culturali del territorio della Marca Trevigiana, dall’altro c’è la volontà di promuovere importanti iniziative culturali, come la mostra sul Canaletto, attraverso una serie di proposte di comunicazione e distribuzione promozionale estese a tutto il territorio provinciale. La Provincia, in collaborazione con il Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso, le Strade dei vini e del radicchio, a breve, metterà in distribuzione dei questionari rivolti esclusivamente ai visitatori della mostra: coloro che scriveranno la frase più originale sul territorio, vinceranno un weekend per due persone in una delle 4 strade. La Mostra Un evento straordinario che vede nel suo comitato scientifico i maggiori

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Informazioni e prenotazioni: Fino al 5 aprile 2009 Dal lunedì al venerdì ore 9.00 -13.00 / 14.30 – 18.00 Artematica, Via Fonderia, 45 31100 Treviso Tel. +39.0422 542854 Fax +39.0422 319061 www.artematica.tv info@artematica.tv Casa dei Carraresi: Tel. +39.0422.513150 esperti del vedutismo di tutto il mondo. Ca’ Dei Carraresi ospiterà un centinaio di opere del maestro veneziano, ma anche di Luca Carlevarjs, Bernardo Bellotto, Francesco Guardi e Michele Marieschi. Opere provenienti da 13 paesi, ovvero dai più grandi musei del mondo, da istituzioni pubbliche e private. Sarà una straordinaria panoramica su uno dei fenomeni artistici più spettacolari del Settecento. L’esposizione celebrerà Venezia soprattutto attraverso il genio di Canaletto, poichà la straordinaria attenzione per i valori luminosi, la naturale capacità di dilatare gli spazi e l’inimitabile estro creativo fanno di Canaletto l’interprete per eccellenza del vedutismo.


Immobiliare

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Trieste: una divagazione identitaria di Alessandro Firpo Trieste è un luogo mitico che porta con se una sorta di aura impalpabile fatta di storia, bellezza, industriosità e cosmopolitismo che parrebbero configurare una forte e condivisa identità del territorio. Tuttavia, in virtù di una lunga frequentazione di lavoro, ho avuto modo di vivere personalmente quell’icona e, invece di trovare conferme di quella forte identità che ero sicuro di trovare, mi è parso invece di percepire qualcosa d’altro: la percezione di una appartenenza forte ma al contempo indefinibile, la marcata consapevolezza di un confine il cui contenuto resta oscuro, il retaggio di un non so da dove, quasi uno smarrimento. L’opposto, per intenderci e pour cause, dello smarrimento di un herr Trotta che, nella cripta dei cappuccini, non sa più dove andare, proprio perché sa benissimo da dove viene. Insomma i triestini mi paiono assai fieri di una sorta di «triestinità» che loro per primi non sembrano saper definire, che li estrania da loro stessi, che li allontana culturalmente da altri, anche dai loro vicini: friulani, italiani e sloveni1. E dove è finita la grande cultura ufficiale di Saba, di Svevo e di Joyce, per non dire di quella più segreta e iniziatica dei Bazlen e dei Michaelstaeder? Resta il grande Magris (un po’ torinese – e salgariano – come me) e – aggiungo quel giornalista curioso, colto e intelligente, vero triestino «virtuale», che risponde al nome di Paolo Rumiz. Le identità culturali storiche asburgiche mi sembrano quantomeno opache. La città è ordinata, rispettosa, tranquilla, ospitale. Ma se la kakania era anche questo, certamente non era solo questo. I triestini sono poco interessati all’eleganza del vestire, qualche volta tendono ad essere addirittura un po’ sbracati,

molto (troppo?) semplici e diretti, poco sofisticati, insondabilmente appagati. In definitiva credo che siano dei gaudenti: Barcola – d’estate – è proprio un irripetibile mondo a se! Insomma le tracce austroungariche, mi paiono appiattite verso il basso e non sufficienti da potersi definire come connotati di una vera identità. Si dice poi che sia una città molto ricca. Si dice che sia una città di vecchi. Si dice anche che sia una città senza iniziative e povera di imprenditorialità. Non ho da proporre dati però il respiro che si percepisce è quello. Certo è che le moderne ferrovie slovene – le più veloci nel collegamento con Venezia – saltano, con visibile e quasi dichiarato spregio, la incredibile stazione terminale di Trieste (e infatti per trovare su Trenitalia il collegamento più veloce devi cercare Monfalcone o Villa Opicina e non Trieste) da cui partono pochi (e semivuoti) treni di grande comunicazione (e dalle comunque infinite e paesane fermate) e molti trenini locali. Una stazione che sarebbe da spazzare via al più presto per affrontare davvero – e spero non timidamente – le grandi sfide dei corridoi europei. Una stazione che rappresenta ai miei occhi un incredibile monumento a un confine che non c’è più, un confine culturale essa stessa, linea di separazione anziché di unione, testimonianza di un pigro e grave «no se pol». Per consolarsi basta fare due passi e si è già in piazza Unità d’Italia e si è al centro del mondo. Basterebbe quel magico mare che non si limita a lambire il cuore della città, ma piuttosto la accarezza e la penetra, vivo, coloratissimo, sempre struggente, addirittura incantato quando a dominarlo sono le alte prue delle navi che vi attraccano. Ma molte case appena lì vicino non sono solo brutte: sono cadenti, trascurate, prive di ogni lavoro di manutenzione. I

portoni qualche volta sono proprio indecenti; le scale interne e le facciate mai tinteggiate ab urbe condita. Gli ascensori poi – meriterebbero quasi un libro fotografico dedicato, più che un capitolo a parte – danno in molti casi allo sventurato utente, per la loro evidente vetustà non meno che per i loro drammatici e sinistri cigolii, la vera e propria sensazione di un salto nel vuoto. Persino l’ottocentesco palazzo direzionale della grande gloria cittadina, la corazzata Generali, con poco sforzo potrebbe davvero differenziarsi in eleganza dai rutilanti centri della finanza milanese, ma non mi pare riesca ad assurgere al rango di un vero e proprio look personale; resta solo un grande edificio un po’ più lucidato dei palazzi che lo circondano, nel suo sapore più di vetustà che di vera e propria tradizione. Quell’ingresso laterale – da via Macchiavelli invece che dal lungomare – è poi davvero imperdonabile. Via: è la casa delle Generali, non so se mi spiego! Gli alberghi e i ristoranti di norma hanno personale gentile, ma gli ambienti sono spesso davvero ostici, tarlati più ancora che vecchi, mai – proprio mai – «renovà». I menu poi sono inossidabili. La cucina infatti – altro grande tema identitario – è assolutamente ripetitiva e non ha tracce antropologicamente definibili come autoctone, a parte l’ottima, ma – tutto sommato – inespressiva iota e le squisite creme carsoline. E, certo di innumeri vituperii, concedo volentieri che il vino terrano sia identitario; nego però, ore rotundo, che, salvo rarissimi casi, sia … un vino bevibile!. Ed è davvero particolare il transfert identitario su quel vino, proprio ostico nella sua asprezza e tannicità, non emendabile Calimero letteralmente sommerso geograficamente e qualitativamente dalla strepitosa enologia del Collio e dalla or-

mai consolidata e raffinatissima nuova enologia slovena. Allargandomi sul tema del cibo (cui debbo confessare di non essere totalmente insensibile) vorrei – e proprio in tema di identità – divagare su una singola, specifica pietanza: il pesce, eletto a paradigma dell’argomentazione. Dunque a Trieste e dintorni il pesce deve assolutamente essere «nostrano». Se non è nostrano, non solo non è gradito, ma non viene neanche preso in considerazione: non può essere buono! Probabilmente non è neanche commestibile. Se la vittima è un sardone deve essere barcolano. Se il sardone non è barcolano è tamquam non esset. E la spigola, se non è «de Piran» ovvero – al più – «sciopà a Grignan», sembra appartenere più alla specie delle carpe. Non si può non rimarcare la condivisa visione con cui si discrimina dal «resto del mondo» ciò che è «nostro», ciò che è triestino, con un connesso apprezzamento, apparentemente inconscio, di immotivata superiorità e quindi di conseguente deprezzamento del non «nostro», del lontano, del diverso. Mi sono dilungato eccessivamente sul tema per domandarmi in definitiva che cosa significa questo transfert della propria identità addirittura in un normalissimo pesce, la cui dominante categoria interpretativa, data anche la multiforme e infinita offerta di madre natura, di norma, è la freschezza? Riconosco identità – invece – alle insalate che si servono d’uso a Trieste: variate, saporite, profumate, sempre fragranti, arricchite quasi sempre da una cucchiaiata di borlotti (che a me non piacciono) e, comunque spesso, da sapidissimi «ovi duri», un modo di servire la pietanza e – ancor più – un modo di porgerla e definirla davvero unici, direi irripetibili, e quindi davvero caratterizzanti. Poi ci sarebbe ancora da dire di quel

parlare dialetto, anche con gli estranei e dichiaratamente in via di cortesia, cioè per non escluderli, per farli sentire a e di casa: è un segno di eleganza d’antan o deve essere letto anch’esso come una sostanziale chiusura, un segno di riconoscimento tra simili, un segnale identitario senza reali riscontri culturali e antropologici? Ma debbo pur finirla con questa provocazione. E voglio farlo con sincerità, dal profondo del cuore. E debbo dunque dire dunque di una non comune, diffusa dimensione culturale, di un raro spirito critico, così come della schietta cordialità, della ospitalità, del frequente sorriso, di una per me inaspettata joie de vivre dei triestini che talvolta – arrischio – mi ha parlato persino di una loro assai composta, e del tutto inaspettata, meridionalità. A me Trieste ha dato molto e a Trieste serbo e serberò infinita gratitudine. E, proprio per chiudere questo appunto, non posso non ricordare l’immagine più forte che porto dentro di me: quando – ovunque – venendo dall’altipiano mi sono improvvisamente, come superando una siepe, affacciato sulla città, sulla costa e sul mare, di giorno e di notte e, ancora di più, al tramonto, quegli «infiniti spazi» di fronte a me sono stati sempre capaci di togliermi il fiato, letteralmente il fiato.

Una antica storiella racconta di un triestino, forse un po’ duro d’orecchio, che sente dell’arrivo in città di un conoscente di un conoscente, di provenienza rodigina. «De Rovigno? – domanda – S’è sciavi?» e alla successiva precisazione finalmente intesa completa la lettura del microcosmo: «Ah de Rovigo! S’è terroni!». Incantevole.

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Vivinordest

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I più suggestivi appuntamenti di fine anno

il 2/01/2009 ore 21 il 21/12 ore 17 Fiera di Primiero Canal san Bovo (Tn) Auditorium Intercomunale l’Ecomuseo del Vanoi Concerto di Capodanno inaugura la mostra Orchestra Filarmonica “Camminare lungo l’acqua” ............................................... Veneta .............................................. il 25/12 ore 21 fino al 06/01/2009 Zortea (Valle del Vanoi) Vipiteno (BZ) Presepe vivente di Natale ............................................... Mercatino ............................................... il 31/12 ore 22 fino al 06/01/2009 Mezzano (Primiero) Brunico (BZ) Capodanno in Piazza Bruneck ............................................... Christkindlmarkt ............................................... il 31/12 ore 21 fino al 06/01/2009 Prade (Valle del Vanoi) Bressanone (BZ) S. Silvestro presso il Mercatino di Natale ............................................... Tendone delle Feste ............................................... fino all’11/01/2009 il 1/01/2009 ore 20 Castelrotto (BZ) Canal San Bovo Matrimonio contadino a Marcia della Pace Castelrotto .......................................... ...............................................

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Alta Quota

TRENTINO ALTO ADIGE

il 18/01/2009 Val Casies (BZ) Maratona dei canederli della Val Casies ...............................................

dal 19.01.2009 al 24.01.2009 San Martino di Castrozza 25° edizione del campionato di sci alpino e nordico riservata ai Vigili del Fuoco. .............................................. il 1/02/2009 Calaita - san Martino di Castrozza “Craspada Dolomitica” Gara non competitiva con le racchette da neve aperta a tutti VENETO

il 25/12/2008 Roverè veronese (VR) Natale in Lessinia ...............................................

dal 24/12/2008 al 26/12/2008 Laghi (VI) Incanto di Natale ...............................................

il 06/01/2009 Bussolengo (VR) Bruiel dell’epifania ...............................................

Malcesine Piu’ (VR) Natale al Castello e mercatino degli elfi ...............................................

dal 06/12/2008 al 06/01/2009 Gallio (VI) Mercatino di Natale ...............................................

il 26/12/2008 il 06/01/2009 Rotzo (VI) Malcesine (VR) Presepe vivente ............................................... Festa dell’ Epifania di Trisac dal 06/12/2008 al 04/01/2009 Torneo ...............................................

il 05/01/2009 - Asiago (VI) Tradizionale fiaccolata e rogo della vecia ...............................................

dal 23/01/2009 al 24/01/2009 il 05/01/2009 Verona (VR) Bovolone (VR) XVI° Guggenmusik Festival Brusa la vecia ............................................... - La musica del carnevale il 05/01/2009 Malcesine (VR) Veglia al porcel ...............................................

Degustazione

Sul calar del sole, quando le Pale di San Martino si tingono di rosa, lassù a 2.200 metri, va in scena “Sapori di Alta Quota”, una degustazione di prodotti della Strada dei Formaggi delle Dolomiti in abbinamento con vini Trentini D.O.C. Una magica atmosfera,dolci melodie ed un’emozionante fiaccolata faranno da sfondo ad un’esperienza unica.

al Rifugio Tognola

E per i più piccoli... la degustazione sarà abbinata a succo di mela o di piccoli frutti Trentini in compagnia delle Tagesmutter.

Prezzo € 12,00 (ridotto € 9,00) inclusa degustazione, risalita in cabinovia, fiaccolata (o ritorno in cabinovia), bus-navetta per il ritorno su prenotazione.

Sapori

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di

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il 06/01/2009 Cavaion Veronese (VR) Bruiel dell’epifania ...............................................

Ogni giovedì a partire dall’8 gennaio

Rifugio Tognola Info e prenotazioni:

Funivie Seggiovie San Martino Via Passo Rolle, 21 -- 38054 San Martino di Castrozza (TN) Tel. 0439-68026 - 0439-68329

www.tognola.it - info@tognola.it


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-La Ricetta del Mese-

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dello Chef Alessandro Bettega

Ingredienti per 4 persone:

- un filetto maiale intero (circa 1.200 gr) - 8 fette di pancetta affumicata -un bicchiere di vino teroldego -una noce di burro -sale e pepe q.b.

Filetto di maialino arrotolato al bacon all’essenza di teroldego Preparazione Aprire il filetto con un taglio in orizontale dalla testa verso la coda lasciando un cm di spessore e aprire come un libro. Ripetere sugli altri due lembi la stessa operazione formando così una fetta unica; batterlo dolcemente cercando di farlo diventare piu omogeneo possibile e stendervi sopra la pancetta, salare e pepare. Arrotolare il filetto e tagliarlo a medaglioni di circa due cm e fermarlo nella congiuntura con uno stuzzicadenti. Mettere il burro in una padella e aggiungere i medaglioni precedentemente passati nella farina; farli rosolare da ambo i lati e far sfumare con il teroldego. Far cucinare per dieci minuti in maniera che la salsa si addensi, aggiustare di sale e servire.

Copyright by AEMME s.a.s.

«Sand Nativity» Presepe di sabbia 2008 a Jesolo

Fino al 18 gennaio si svolgerà a Jesolo (Venezia) in Piazza Marconi si terrà la settima edizione di «Sand Nativity – Presepe di Sabbia», organizzata dall’amministrazione comunale. Sotto la direzione artistica di Richard Varano (USA), l’edizione di quest’anno propone otto opere realizzate da scultori di fama internazionale con 850 tonnellate di sabbia su un’area espositiva di 360 mq di area espositiva. L’ingresso sarà libero ma i visitatori potranno contribuire con le loro offerte a due progetti umanitari sostenuti da due sacerdoti missionari: la costruzione di un ponte tibetano, distrutto da un’inondazione, per collegare due città che si trovano

alessandrobettega@hotmail.it 347/9782326

La miglior « fantasia in cucina, è il proprio gusto personale„ Tempo di preparazione: 30 min Difficoltà:

in due Stati dell’America Latina, El Salvador e Honduras, in modo che la popolazione locale possa raggiungere la scuola, la chiesa e svolgere attività sociali; l’altro progetto riguarda la costruzione di un mulino per la produzione e trasformazione della manioca nello Stato di Bahia in Brasile. L’assessore regionale ai flussi migratori Oscar De Bona ha rivolto parole di plauso all’iniziativa del comune di Jesolo e alle sue finalità. Nell’esprimere il suo apprezzamento De Bona ha messo in risalto l’importanza che i missionari hanno avuto e continuano ad avere per le nostre comunità all’estero e non solo. «I missionari italiani – ha detto - si sono resi indispensabili da un lato per l’aiuto ai nostri emigrati, dall’altro nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, degli emarginati, dei malati dei vari continenti». A questo proposito, De Bona ha reso noto che l’associazione Luci nel mondo onlus ha da poco realizzato per conto della Regione una pubblicazione con i nomi e indirizzi dei 3471 missionari delle nove diocesi del Veneto che stanno prestando la loro opera in Asia, America Latina, Africa ed Europa. «I missionari veneti sono la metà di tutti i missionari italiani in giro per il mondo – conclude De Bona – ed è una realtà che ho accostato con profonda ammirazione».



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