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MARTEDÌ 13 AGOSTO 2019
MILANO
CULTURA cultura@gazzettadiparma.it
La pinacoteca di Brera compie 210 anni a Ferragosto
pA Ferragosto la pinacoteca di Brera compie 210 anni e per festeggiarli organizza una giornata a ingresso gratuito, il 15 stesso, dalle 8.30 alle 22.15. Dalle 18, oltre ad ammirare l’intera collezione, sarà possibile anche ascoltare gli allievi della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado che si collocheranno in diverse sale all’interno della Pinacoteca. La scelta del programma scaturisce dalle emozioni suggerite dai dipinti e i musicisti saranno
inoltre disponibili a rispondere alle curiosità del pubblico. L’anniversario della Pinacoteca coincide anche con il giorno della nascita di Napoleone Bonaparte, figura fondamentale per la nascita e la storia del museo. Quando Milano divenne capitale del Regno Italico la raccolta già esistente, per volontà di Napoleone, si trasformò in un museo che intendeva esporre i dipinti più significativi provenienti dai territori conquistati dalle armate francesi.
VAL PARMA Tra bellezza e magia un affascinante viaggio nell'Appennino Dal Lago Santo ai ritratti di Madoi a Sesta, da fra Ruffino da Bosco alla chiesa di San Lorenzo al Cirone nel nuovo libro di Pier Paolo Mendogni (Diabasis) il racconto di una montagna culturalmente viva LEONARDO SOZZI
pChi non ha mai lanciato un
sasso nelle acque splendenti del Lago Santo o comunque ammirato dalle sue sponde quel gioiello di arenaria, faggi e acqua simbolo della nostra montagna, forse uno dei luoghi più belli di tutto l'Appennino settentrionale? Parte da lì Pier Paolo Mendogni per raccontare l'alta Val Parma e per ricordarci che non è solo un paradiso per gli escursionisti, ma anche uno scrigno che nasconde storia, arte e cultura che merita di essere conosciuto più a fondo. Per tuffarsi in questo mondo delle terre alte - raccontato da chi, per nostra fortuna, non solo è un colto e capace conoscitore dell'arte e della storia, ma soprattutto un giornalista - è arrivato in libreria «Alta Val Parma, bellezza e magia» (Diabasis editore). Una montagna che Mendogni non solo conosce e studia, ma vive e ama e della quale ha saputo cogliere gli aspetti più vivi, a volte intriganti. Ha ben ragione Mauro Massa, nella prefazione del libro, a definirlo «vivace e originale nei rimandi colti e ricercati della storia e della critica dell'arte». Si parte, come dicevamo, dal Lago Santo e dalla storica e spesso citata visita di Maria Luigia (era il settembre 1821) nelle terre alte del Ducato. Lì c'è il mitico rifugio del Club alpino che si affaccia sullo specchio d'acqua (partendo da Giovanni Mariotti e Giu-
LAGO SANTO Il luogo simbolo dell'alta Val Parma: da qui parte il racconto di Pier Paolo Mendogni.
Presentazione Domani alle 17,30 da Ghirardini a Bosco di Corniglio
p Il libro «Alta Val Parma, bellezza e magia» di Pier Paolo Mendogni sarà presentato domani alle 17,30 all'albergo Ghirardini di Bosco di Corniglio. Oltre all'autore saranno presenti Mauro Massa e Italo Pizzati.
seppe Micheli si arriva alla storica battaglia dei partigiano del comandante Facio nell'ottobre del '44). Si parte da lì per raccontare poi altre storie meno conosciute. Con un tuffo all'indietro si va ai primi secoli dopo l’anno mille, quando a contendersi i territori dell’alta Val Parma presidiati dai castelli (dei quali è rimasto integro solo quello di Corniglio), dipinti da Gerolamo Bembo nelle vele del maniero di Torrechiara - erano le famiglie dei Rossi e dei
Fieschi. Il libro dei fratelli Carlo e Domenico Malandri, entrambi sacerdoti (siamo nel 1683) è una sorta di diario: tra rogiti e ricette di medicamenti per alleviare mali comuni a quell’epoca si apre un incredibile spaccato della vita di quegli anni, quando si viveva di agricoltura e pastorizia. E ancora si parla di quella strada «lumbarda» che sale dalla Lunigiana e scavalcando l'Appennino al passo del Cirone sfocia nella vallata che
Libro La cucina da vivere e interpretare quale cuore pulsante della vita famigliare di ogni epoca Un lungo saggio di Imma Forino racconta la storia culturale di un luogo domestico» PATRIZIA VACALEBRI
p«Uno sbuffo di farina si sol-
leva nella torrida cucina nel momento in cui Cora Smith in Papadakis si appoggia supina sul bordo del consunto tavolo da lavoro, tra le forme di pane da infornare, che con impellente gesto della mano lancia lontano. «Come on... come on...». La scena madre del quarto remake del postino suona sempre due volte, filmato nel 1981 e interpretato da Jessica Lange, è l’incipit del saggio di Imma Forino, «La cucina - Storia culturale di un luogo dome-
stico». Un inizio non convenzionale per la docente di Architettura degli interni del Politecnico di Milano, che in quasi 500 pagine approfondisce l’evoluzione di questo importante luogo della casa, cuore pulsante della vita famigliare di ogni epoca. Prendendo in considerazione la cucina quale luogo in cui si materializza l’Eloge du quotidien, dal titolo del noto testo di Tzvetan Todorov, il saggio non indaga la cucina di tutti gli esseri umani né solo quella di pochi eletti, ma cerca di tracciare una storia
del suo progetto in occidente. Organizzata cronologicamente e per paradigmi culturali, la struttura narrativa connette contributi provenienti dall’architettura, dal design, dalle arti visive, a quelli derivanti dalla storia sociale e dal pensiero manageriale, dalla storia dell’alimentazione e della letteratura gastronomica, per delineare immagini e stereotipi culturali della mentalità dell’epoca, ovvero i suoi costumi sociali, economici e alimentari. Se è vero che da puro nutrimento il cibo si è presto trasformato in una complessa e raffinata operazione, che
convoca gusti e intelligenze per assurgere allo status d’imprescindibile «linguaggio», il luogo domestico a esso dedicato, in adesione al codice culturale percepito come egemone, viene a rivestire un ruolo di non comune interesse. Dalla scoperta del fuoco in epoca preistorica fino alle modernissime realizzazioni della tecnologia e della domotica, queste pagine ne seguono l’evoluzione privilegiando lo studio dell’architettura e del design su scala europea e nordamericana e verificandolo nella lunga durata, negli studi sociologici, antropologici e di genere, nei riflessi letterari e cinematografici, nello sviluppo sorprendente del
porta l'acqua alla città. Sul passo si trova la recente e suggestiva chiesetta nata sotto la guida dello scultore pontremolese Luigi Preti. Ovviamente non manca il racconto di quel «museo all'aperto» che è la Sesta di Walter Madoi, con i suoi dipinti che a volte possono apparire bizzarri e che fanno del paese meta di curiosi. Dell'arte popolare di Arnaldo Bartoli e Elena Samperi. Impossibile non rimanere affascinati dalle pagine che raccontano la chiesa dedicata a San Lorenzo al Cirone (di cui si ha traccia su un documento del 1230) e della processione che si tiene ogni anno. Ma c'è tanto altro. Ad esempio l'oscura medaglia di San Benedetto di Marra o i misteriosi resti di antichi insediamenti nella zona di Badignana, dei quali non si conosce l'origine, che nella zona chiamano il «villaggio preistorico». O ancora il racconto di fra Ruffino da Bosco, il terziario francescano Domenico Giacomi, pastorello partito dalla montagna nel 1621 per la Lunigiana e poi per la Toscana dove visse in povertà e nella preghiera, aiutando il prossimo fino a essersi meritato l’appellativo di venerabile. L'ultima sezione del libro è dedicata alle foto: scatti di oggi e di ieri che documentano la bellezza e la particolarità di questi luoghi. Luoghi, per citare l'autore del libro, «in cui il verde è ancora un segnale di speranza». © RIPRODUZIONE RISERVATA
gusto e dei suoi artefici attraverso i secoli. E’ un perfetto microcosmo, lo spazio che chiamiamo cucina, contesto sempre in bilico tra stabilità e cambiamenti la cui vicenda, qui raccontata con ricchezza di fonti e affabilità narrativa, si intreccia significativamente alla storia delle gerarchie sociali e familiari, ai ruoli definiti e alla loro eloquente messa in discussione. Ogni società, ogni epoca, ogni geografia ha la propria cucina da narrare, soprattutto nel privilegiato rapporto «ordinario» con la vita. Ciascuna rappresenta un’affascinante microstoria: giustapposta o cucita alle altre, simboleggia il più ampio racconto antropico, in cui siamo emotivamente quanto culturalmente coinvolti. Imma Forino La cucina - Storia culturale di un luogo domestico Einaudi, 488 pp, A 36 E