Genio visionario in anticipo sui tempi

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Genio visionario in anticipo sui tempi Un romanzo insolito, quasi un trattato scientifico, con precise spiegazioni tecnico - scientifiche appunto, mai noiose né dotte fini a se stesse, ma utili e necessarie a far comprendere la genialità di Louis Jacques Daguerre, pittore, regista, impresario del Diorama - la spettacolare lanterna magica, grande attrazione della Parigi del XIX secolo - e nel contempo inventore della dagherrotipia, il prodromo della fotografia. Il romanzo è formato da più parti, diverse tra loro, ma opportunamente collegate, e utilizza la vecchia tecnica del ritrovamento e dell’utilizzo di vari testi. A firma di una certa Madame D, la prima parte del romanzo tratta principalmente degli intrecci politici, i forti contrasti tra artisti e scienziati, che precedono la proclamazione ufficiale dell’invenzione in una Parigi dominata dalla passione sì per progresso e scoperte scientifiche, ma anche da una trascinante attrazione per l’esoterismo di cui Daguerre fu un sicuro adepto; lo scoprirà, nel corso del suo incontro con l’artista, l’inventore e pittore statunitense Samuel Morse, presente a Parigi negli stessi anni per cercare di lanciare la sua invenzione, il telegrafo. La seconda e la terza parte del romanzo sono a firma di Juliette Délpire, e sono ambientate nella piccola città di Thiers nell’Alvernia, e ripercorrono le vicende che spingono Daguerre a perseguire il successo della sua invenzione, rifacendosi alla maestria ermetica degli alchimisti del Medio Evo. Questa scelta lo trascinerà nel vorticoso gorgo di una forte esperienza iniziatica e anche di un’appassionata storia d’amore, con nascita di un figlio, dai risvolti non propriamente positivi. Daguerre, di cui scarseggiavano notizie certe e note biografiche, viene sapientemente presentato dall’autrice Ennery Taramelli, storica e critica d’arte, come un genio visionario e in anticipo sui tempi, che, con atteggiamento prometeico, osò quello che all’epoca sembrava impensabile pur di dominare il Tempo, per fissare “l’attimo fuggente” a imperitura memoria. Egli riuscì a nascondere il mistero della sua produzione nelle nature morte dei dagherrotipi e nei simboli esoterici del diorama della chiesa di Bry-sur-Marne, non lontano da Parigi, tutt’ora esistente. L’autrice usa lo stile letterario dell’epoca per illustrare la temperie artistica e culturale del primo Romanticismo francese, dove le grandi scoperte e le invenzioni scientifiche vivono una straordinaria stagione. Molto interessanti e spesso affascinanti le dettagliate descrizioni dei paesaggi della Francia centrale, dove la natura ha un ruolo di forte indirizzo sulle vicende umane. Lo stile compositivo del libro - un po’ diario personale, un po’ romanzo epistolare, un po’ trattato para-scientifico e para-esoterico -, lo rendono simile allo stile narrativo composito di altri celebri romanzi, primo tra tutti il Dracula di Bram Stoker. Maria Pia Monteduro Vespertilla n° 3 Maggio - Giugno 2018


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