Empowerment psicologico 1

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Sommario PARTE TEORICA ............................................................................................................................. 4 Introduzione .............................................................................................................................. 4 3.1 Affrontando il pregiudizio nella società .................................................................................. 5 3.1.1 Caso – Lettera “Lasciaci giocare insieme” ........................................................................ 5 Parte pratica .................................................................................................................................. 9 3.1.2. Come superare il pregiudizio (attività riflessiva)............................................................. 9 Parte teorica ................................................................................................................................ 10 3.2 Autostima .............................................................................................................................. 10 3.2.1 Autostima. Segnali di autostima positiva. ...................................................................... 10 3.2.2. Come riconoscere l’autostima?..................................................................................... 11 3.2.3. Tre fattori per costruire l’autostima ............................................................................. 12 Parte pratica ................................................................................................................................ 15 3.2.4 Riflessione sulle affermazioni......................................................................................... 15 3.2.5 Esercizio: Noi possiamo influenzare noi stessi con ciò che ci diciamo........................... 16 3.2.6. Storia personale: Madre di un bambino con autismo .................................................. 17 3.2.7. Passi per aiutarli a sviluppare sentimenti positive di autostima (attività di riflessione) ................................................................................................................................................. 18 3.2.8. Attività pratica: costruire l’autostima ........................................................................... 22 3.2.9. Casi per la riflessione..................................................................................................... 22 3.2.10. Test di auto-valutazione (Scala di auto-valutazione Rosenberg) ................................ 28 Parte teorica ................................................................................................................................ 29 3.3. Comunicazione nella famiglia............................................................................................... 29 3.3.1. Fattori che possono incrementare il livello di soddisfazione ........................................ 30 3.3.2. Strategie per la Comunicazione Effettiva in un contesto centrato sulla famiagli ......... 32 Parte pratica ................................................................................................................................ 34 3.3.3 Ascoltare......................................................................................................................... 34 3.3.4 Cosa eviteresti come genitore? (Attività di riflessione) ................................................. 36 4. Test per l’empowerment psicologico dei genitori................................................................. 39 Parte pratica................................................................................................................................ 41 5. Parole di incoraggiamento e di lode ................................................................................... 41 6. Completa le seguenti frasi con le parole appropriate. ........................................................ 42 7. Pensiero positivo ..................................................................................................................... 44

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Parte teorica ................................................................................................................................ 44 7.1 Cosa è il pensiero positivo? Come stimolarlo nel tuo familiare diversamente abile ........ 44 7.2 Può una persona diversamente abile capire il concetto di pensiero positivo? ................ 44 A 5 anni può connettere i pensieri con le emozioni............................................................ 45 7.3 Come possono i genitori stimolare il pensiero positivo? .................................................. 46 Essere un modello ............................................................................................................... 46 Riconoscere che qualcosa di brutto è accaduto ................................................................. 47 7.4 Punti chiave da ricordare .................................................................................................. 48 Parte pratica ................................................................................................................................ 49 7.5 Esercizio per il pensiero positivo ....................................................................................... 49 7.6 Come accogliere i comportamenti positivi ....................................................................... 49 Parte pratica ................................................................................................................................ 55 7.7 Consigli per il pensiero positivo ........................................................................................ 55 7.8. Attività di pensiero positivo ............................................................................................. 56 7.9 Riflessione ......................................................................................................................... 57 7.10 Esercizio “perché non è così ovvio?”............................................................................... 57 7.11. Esercizio “Auto-valutazione della felicità” ..................................................................... 58 7.12 Esercizio “Pensiero positivo – gratitudine e ottimismo” ................................................ 59

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO PARTE TEORICA Introduzione La definizione più comunemente citata afferma che l’”empowerment” è un processo continuo attraverso il quale le persone cui manca un’eguale condivisione di risorse di valore, ottengono un maggiore accesso e controllo su queste stesse risorse. (Cornell Empowerment Group, 1999, p. 2). Ai fini del presente modulo, L’empowerment individuale è definito come: “…un processo attraverso il quale le famiglie accedono alle conoscenze, alle abilità e alle fonti che permettono loro di guadagnare un controllo positivo sulle loro vite, così come migliorare la qualità dei loro stili di vita (Singh, 1995, p.13). Comprende componenti chiave quali l’auto-efficacia, il senso del controllo, la soddisfazione dei bisogni personali e l’utilizzazione della propria conoscenza per soddisfare i bisogni del familiare diversamente abile e riconoscere i suoi punti di forza.

Fig. 3.0 Si io posso

Lo scopo principale di questo modulo è quindi quello di rendere genitori/parenti coscienti che “sì tu puoi” è il messaggio al quale devono credere e che ogni giorno devono far arrivare al familiare diversamente abile. Potremmo porre l’attenzione su 3 punti principali, che sono sicurezza di sé, autostima e soprattutto la sensazione che puoi influenzare la tua vita (ossia, quando decido qualcosa, posso sentire i cambiamenti nella mia vita) e quella del familiare diversamente abile. La sezione collegata all’autostima e sicurezza di sé è rivolta ai genitori/parenti piuttosto che al familiare diversamente abile. Pensiamo che sviluppando la sicurezza di sé e l’autostima dei genitori/parenti, questi avranno risorse sufficienti da essere in grado di trasformare quelle dei loro familiari. Il modulo dà enfasi all’empowerment individuale dei genitori/parenti, mentre il coinvolgimento del familiare diversamente abile nel processo di empowerment è complesso e molto pretenzioso, da poter richiedere l’intervento di un supporto terapeutico professionale.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Se in qualità di genitore/parente senti che il tuo familiare diversamente abile abbia bisogno di un supporto esterno da parte di uno psicologo, per favore contatta un professionista di cui ti puoi fidare. Potresti cercare uno psicologo affidabile seguendo le raccomandazioni di una terza persona di cui ti fidi. Potresti anche contattare i tuoi servizi sociali che ti possono aiutare a identificare un professionista con l’adeguata o riconosciuta esperienza.

3.1 Affrontando il pregiudizio nella società 3.1.1 Caso – Lettera “Lasciaci giocare insieme”

Fig. 3.1 I bambini giocano nel cortile della scuola.

“Giochiamo un gioco – scambiando posti. Immagina che tu ami giocare a palla, sei legato ad una sedia e non puoi scappare. I tuoi compagni corrono, ti sorpassano, calciano, ridono, si divertono e non ti hanno neppure notato. Lacrime spontanee scendono sulla tua faccia, ma nessuno può asciugarle e tu non puoi farlo da solo.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Immagina che tu vai a scuola e sei il leader della classe. All’improvviso non puoi capire niente di cosa i tuoi insegnanti dicono. Trovi difficile concentrarti e gestire i materiali. Non ricevi buoni voti mentre gli altri sono pieni di “10”. C’è una celebrazione; ma non c’è alcun poema per te, se anche ci fosse sarebbe il più corto. Non partecipi agli eventi della scuola e le escursioni sono per te un tabù. Tutti ridono e ti osservano… Lacrime scendono lungo il tuo viso, ma restano da sole… Per fortuna questo è solo un gioco per te, però per me è tutta la mia vita! Ci sono infinite opzioni, ma giochiamo in una squadra insieme cambiando le regole. Sebbene non possa alzarmi dalla sedia, mi passi la palla e io mi unisco al gioco. Se non riesco a capire la lezione o il compito, tu mi aiuti e mi sostieni. Considerami anche se per me è difficile farmi avvicinare, parlare, scrivere e fare le cose così bene come te. No lacrime, solo sorrisi… Siamo già nella stessa squadra – GIOCHIAMO!”

Fig. 3.2 Cartone della società Molti presupposti e molti giudizi relativi alle persone diversamente abili e alle loro famiglie sono fatti alla luce di modelli di approccio medici. Anche se questo non è particolarmente sorprendente nell’ambito di contesti culturali e sociali in cui la comprensione medica della disabilità è dominante, coinvolge il riconoscimento che 6


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO questi presupposti e giudizi sono stati elaborati ‘senza considerare i fatti e le questioni rilevanti’ – ossia, sulla base del pregiudizio. Il pregiudizio non si forma in situazione isolata, ma è parte del modo in cui la discriminazione è espressa a livello personale. I giudizi pregiudizievoli provengono da situazioni in cui alcune persone assumono di saper piuttosto bene qual è il caso perché ‘queste cose sono ovvie’. La società ci ricorda continuamente - attraverso, per esempio, le rappresentazioni dei media – che la disabilità è una caratteristica individuale tragica, mentre non viene mai detto che questa ‘verità’ rappresenta un punto di vista prevenuto. Attitudini pregiudizievoli verso le persone diversamente abili sono risultati inevitabili del far parte di una società, che identifica la disabilità con una tragedia personale o un problema individuale. Qualche volta sono le stesse famiglie, indipendentemente dalle migliori intenzioni, che possono involontariamente giocare un ruolo nel prevenire l’emergere d’identificazioni positive della disabilità e quindi nel creare dei problemi per il futuro.

Fig. 3.3 Cartone di una famiglia I genitori/parenti spesso riconosceranno perfettamente che le abilità dei loro figli/e hanno molto più peso di quanto indicato dai professionisti e/o le considerano come loro ‘limiti’. Se la disabilità è pensata in termini di limitazione fisica, o come qualcosa di sbagliato nel corpo di una persona, o come una differenza non desiderabile, ciò può condurre a situazioni in cui essi possono incoraggiare il familiare diversamente abile a ‘non pensare a se stesso come diversamente abile’. Quando i giovani diversamente 7


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO abili sono stati incoraggiati a pensare a se stessi come ‘uguali’ ai loro fratelli e sorelle non diversamente abili, questo li conduce a rifiutare la loro stessa identità ‘diversamente abile’. Anche le scuole speciali spesso incoraggiano questo modo di pensare; ponendo costantemente l’enfasi sull’importanza della normalità, esse incoraggiano una situazione in cui i giovani diversamente abili vedono la ‘normalità’ come un obiettivo fantastico da raggiungere – incoraggiandoli ancora a pensare alla disabilità come a qualcosa da considerare negativamente e da essere superata o evitata.

Questo può fornire una zona di conforto per i giovani diversamente abili mentre rimangono negli ambienti protetti della famiglia e della scuola, ma li lasciano impreparati verso la scoperta di loro stessi in relazione al pregiudizio e alle difficoltà che incontreranno come adulti nella società, in cui sono stati definiti in base al presupposto che non sarebbero stati presenti.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Parte pratica 3.1.2. Come superare il pregiudizio (attività riflessiva)

Fig. 3.4 Rispetta le differenze

Cosa puoi fare in qualità di genitore/parente per superare il pregiudizio della società? 1. Dai più informazioni possibili alla comunità sulla disabilità come realtà e non come mito. 2. Crea opportunità per interazioni quotidiane con le persone e non permettere l’isolamento del tuo familiare. 3. Ricorda che le attitudini positive possono essere modellate sin da bambini (vedi il modulo 4). 4. Non nascondere il tuo familiare diversamente abile, ma cerca di mostrare le sue forze e abilità invece delle sue debolezze e della stessa disabilità. 5. Condividi le storie di successo del tuo familiare diversamente abile con la comunità anche quando sono considerate delle forme di successo minore. 6. La società ha bisogno di vedere i buoni esempi e le storie incoraggianti di persone diversamente abili che raggiungono la così detta ‘vita normale’ nonostante le loro ‘limitazioni’. 7. Se puoi, partecipa agli incontri informali con altri genitori e condividi con loro le tue sfide, le situazioni, le conquiste positive. Questo ti aiuterà a essere più sicuro e rafforzato. 9


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO 8. Ricorda che il pregiudizio si crea non perché le persone sono cattive, negative o respingenti, ma perché soffrono della mancanza di informazioni sulla natura della disabilità e su quali conseguenze può avere. 9. Come genitore/parente sei nella posizione migliore per divulgare informazioni della disabilità e dare enfasi alle capacità piuttosto che le disabilità. La tua scatola delle domande: Quali sono le tue osservazioni in riferimento alla formazione delle attitudini? Perché le attitudini sono così importanti per avvicinarsi al cambiamento sociale? Quale potrebbe essere il tuo ruolo nell’influenzare la formazione delle attitudini e delle espressioni su base locale e su base più ampia nella società? Qual è stata la tua principale scoperta dopo aver letto questa sezione?

Parte teorica 3.2 Autostima 3.2.1 Autostima. Segnali di autostima positiva.

Fig. 3.5 Autostima dei genitori

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO L’autostima è il valore che diamo a noi stessi; è come percepiamo il nostro valore nel mondo e quanto ci riteniamo validi nei confronti degli altri. L’autostima influenza la nostra fiducia negli altri, le nostre relazioni e il nostro lavoro – quasi tutti i lati della nostra vita. Un’autostima positiva dà la forza e la flessibilità per prendersi carico della propria vita e saper crescere dagli errori senza la paura del rifiuto.

Di seguito sono indicati alcuni segnali esterni dell’autostima positiva che possiamo condividere con te, in qualità di genitore di un familiare diversamente abile: x

Sicurezza

x

Autodeterminazione (cercare la direzione più chiara della possibile soluzione)

x

Non avere comportamenti di colpevolezza

x

Consapevolezza delle forze personali

x

Capacità di fare errori ed imparare da questi

x

Capacità di accettare gli sbagli degli altri

x

Ottimismo

x

Abilità di risolvere i problemi

x

Attitudine indipendente e cooperativa

x

Sentirsi a proprio agio con un’ampia gamma di emozioni

x

Capacità di fidarsi degli altri

x

Buon senso dei limiti personali

x

Buona salute personale

x

Capacità di dire no

3.2.2. Come riconoscere l’autostima? Una persona con una bassa autostima si sente senza valore, incapace e incompetente. Infatti, poiché la persona con bassa autostima si sente così miserevole, questi sentimenti possono causare un’ulteriore perdita di autostima.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Di seguito alcuni segnali attraverso i quali puoi verificare il livello di bassa autostima sia tua come genitore, sia del tuo familiare diversamente abile: x

Visione della vita negativa;

x

Attitudine perfezionista;

x

Sfiducia negli altri – anche quelli che mostrano segni di affetto;

x

Comportamenti di colpevolezza;

x

Paura di assumere rischi;

x

Sensazione di non essere amato e non amabile;

x

Dipendenza – lasciare che gli altri assumano decisioni;

x

Paura di essere ridicolo.

I sentimenti di bassa autostima spesso sono costruiti durante tutta la vita e riuscire a far andare via sentimenti e comportamenti radicati non è un compito facile. Ci sono alcune tecniche semplici di pensiero positivo che possono essere usate per aiutare a migliorare la tua autostima. Queste sono chiamate affermazioni. Usare affermazioni per fermare i dialoghi interni negativi è un modo semplice e positivo per aumentare l’autostima. Le affermazioni sono dei messaggi incoraggianti che possiamo darci quotidianamente fino a quando non diventano parte dei nostri sentimenti e delle nostre credenze. Le affermazioni riescono meglio quando una persona è rilassata. Ma dal momento che le persone sono spesso arrabbiate quando hanno dialoghi interni negativi, possono avere bisogno di controbilanciare questi con messaggi positivi.

3.2.3. Tre fattori per costruire l’autostima Ci sono tre fattori addizionali (Pretis, 2013) che influenzano la tua autostima che si riferiscono alla gestione del tempo.

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Fig. 3.6 Una famiglia con un membro diversamente abile

1. Determina i tuoi valori

Vivere una vita coerente con i tuoi valori più profondi è essenziale per la tua autostima. Le persone che hanno ben chiaro ciò in cui credono e quali sono i valori di riferimento, rifiutano di scendere a compromessi con i loro valori e rispettano loro stessi molto di più delle persone che non hanno chiaro cosa è davvero importante per loro. Ciò conduce immediatamente alla domanda “quanto valore dai alla tua vita?”. Le persone che danno davvero valore alle loro vite sono persone che hanno un’alta considerazione di se stesse. Le persone che hanno un’alta considerazione di se stesse usano bene il loro tempo. Sono consapevoli che il loro tempo è la loro vita.

Se tu agisci in un certo modo, le tue azioni ti daranno sensazioni che sono coerenti con esse. Ciò significa che quando agisci come se il tuo tempo fosse molto prezioso, l’azione ti fa sentire una persona ancora più di valore e importante. Gestendo bene il tuo tempo, aumenterai davvero la tua autostima e per estensione, diventerai migliore indipendentemente da ciò che sta facendo.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Vivere la tua vita in modo coerente con i tuoi valori ed usare il tuo tempo in modo efficace e bene aumenta la tua autostima, costruisce l’autostima e la sicurezza e aumenta il rispetto per te stesso.

2. Combattere per il controllo

Il secondo fattore che influenza la tua autostima è il senso di essere in controllo della tua vita e il fatto di sentirti in controllo indipendentemente da cosa fai.

Ogni cosa che impari sulla gestione del tempo e che applichi nella tua vita familiare, ti fa sentire più in controllo di te stesso e della tua vita. Come risultato, ti sentirai più efficace ed efficiente. Ti sentirai più produttivo e potente. Ogni aumento nel tuo sentimento di efficacia e di produttività aumenta la tua autostima e il tuo senso di benessere personale.

3. Sapere ciò che si vuole

Il terzo fattore che influenza direttamente la tua autostima riguarda i tuoi scopi e i tuoi obiettivi e le azioni che intraprendi per raggiungerli. Più i tuoi obiettivi e le tue azioni sono congruenti con i tuoi valori, meglio ti sentirai. Quando stai lavorando a qualcosa in cui credi e che è coerente con i tuoi talenti naturali e le tue abilità, ti piacerai di più e lavorerai meglio.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Parte pratica 3.2.4 Riflessione sulle affermazioni Per esempio, sostituisci il seguente messaggio: “Ho fatto un errore stupido come genitore/parente, e non sono un genitore/parente affidabile” con “Sì, ho fatto un errore ma ho imparato da questo e adesso posso essere un genitore/parente migliore.”

Inizia ogni giorno guardandoti allo specchio e dandoti un messaggio positivo. Le seguenti affermazioni ti possono aiutare a lavorare su una tua immagine positiva: x

Rispetto me stesso/a e gli altri

x

Sono adorabile e piacevole

x

Sono sicuro e si vede

x

Mi prendo cura di me stesso/a

x

Creo relazioni sane e di amore

x

Sono un buon amico per me e per gli altri

x

Sono un buon genitore/parente per il mio familiare diversamente abile che può contare su di me

x

Mi accetto come sono

x

Mi vedo bene

x

La vita è bella e mi piace farne parte

x

Avere un familiare diversamente abile è una sfida, ma non una tragedia per me e la mia famiglia.

Ricorda che l’autostima è considerata una questione molto importante per i genitori e i parenti, dato che gioca un ruolo centrale nella socializzazione e nello sviluppo del familiare diversamente abile. Prove evidenti indicano che individui con alta autostima

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO sono più abili e competenti. Sono più consapevoli e sensibili ai segni degli altri, per questo sono più rispondenti e sensibili verso coloro con cui interagiscono. In una famiglia, i genitori/parenti con un’alta autostima dovrebbero avere più interazioni positive con il familiare diversamente abile e giocare più efficacemente il loro ruolo genitoriale. Alcuni risultati indicano che c’è una relazione tra il senso di auto-valore del genitore e i comportamenti che egli mette in atto quando interagisce con il familiare diversamente abile.

3.2.5 Esercizio: Noi possiamo influenzare noi stessi con ciò che ci diciamo Noi possiamo influenzare noi stessi con ciò che ci diciamo. Le persone con bassa autostima si dicono di non essere buone persone; non possono fare qualcosa di buono, non hanno valore. Per favore scegli un messaggio che riflette la bassa autostima, scrivilo, pensa e rifletti su di esso. Quindi pensa e formula un messaggio ad esso contrario; inoltre scrivilo, pensa e rifletti su di esso. Per esempio, se il messaggio associato con la bassa autostima è “Non farò mai una cosa giusta e non sarò mai un genitore affidabile”, il messaggio contrario sarà “puoi fare le cose giuste e diventerai un genitore affidabile”. Quindi pensa qualcosa di positivo su di te che confermerà la tua dignità come persona. Scrivi degli esempi come quelli seguenti. Tu e il tuo familiare diversamente abile avete valori. Tu e il tuo familiare diversamente abile siete speciali. Tu hai buone idee Tu sei un buon genitore/parente Stai andando bene Sei divertente

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO 3.2.6. Storia personale: Madre di un bambino con autismo

Fig. 3.7. Ani e il suo familiare Georgi Il mio nome è Ani Shileva e sono la mamma di un bambino affetto da autismo. La crescita di mio figlio, in realtà, è una grande sfida per me e qualche volta è difficile giudicare se sto reagendo nel modo giusto. Il suo nome è Georgi e lui è un giovane uomo di sedici anni con autismo. Lui ha serie difficoltà comunicative ed intellettuali. Le iniziative europee mi hanno aiutato a capire che spesso il mio desiderio di lavorare per la crescita del mio familiare si scontra e viola il suo spazio personale e gli impone delle richieste che non è in grado di soddisfare. Dopo il mio coinvolgimento nella ONG dei genitori di bambini diversamente abili, mi comporto con più cautela e prendo maggiormente in considerazione i suoi stati d’animo e le sue abilità. Ho scoperto che ho violato o limitato il suo diritto di scegliere. Adesso, ad un grado elevato, gli permetto di fare scelte nelle sue attività quotidiane (come mangiare e così via), nel come trascorre il tempo libero e nell’educazione. Prendersi cura di una persona diversamente abile per noi è un modo di vivere come genitori e ci sottopone a varie prove. Abbiamo anche bisogno di un grande supporto e la formazione a cui abbiamo partecipato è stato davvero efficace per il mio empowerment psicologico. Sono diventata più adeguata e flessibile nel crescere il mio familiare. Inoltre ho condiviso con il resto della famiglia ciò che ho imparato e come risultato possiamo evitare importarti differenze. Tutto ciò mi ha reso più sicura e orgogliosa. Il mio lavoro 17


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO come coordinatore di un progetto per assistenti sociali che sono anche genitori di bambini diversamente abili è strettamente collegato con la comunicazione continua con persone diversamente abili e con i loro parenti. Ho sempre avuto rispetto delle differenze, ma adesso sono molto più paziente e li incoraggio a sviluppare il loro potenziale e a non essere timorosi di difendere le loro ambizioni. Ho creato un messaggio per il resto della società. E’ diretto da parte del familiare diversamente abile ai suoi pari non diversamente abili. L’idea di diffondere il messaggio come parte della campagna volta a superare le attitudini negative della società verso le persone diversamente abili è emersa. Adesso stiamo lavorando sulla preparazione degli eventi e abbiamo già ottenuto il supporto di molte istituzioni. Siamo fiduciosi che i semi che sono nella nostra mente e nel nostro cuore hanno già dato buoni frutti e presto raggiungeranno altri luoghi, dove porteranno un cambiamento positivo verso una vita migliore per le persone diversamente abili.

3.2.7. Passi per aiutarli a sviluppare sentimenti positivi di autostima (attività di riflessione) Alcuni genitori sono consapevoli che i sentimenti di autostima del loro familiare diversamente abile sono collegati al successo sociale e di vita, ma qualche volta non si rendono conto quanto sia facile danneggiare l’autostima del familiare diversamente abile. Per esempio, una ricerca mostra che le persone con disturbi di apprendimento soffrono più facilmente di mancanza di autostima, ma ricevono dei benefici quando i loro genitori e parenti li aiutano a sviluppare sentimenti positivi di autostima.

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Fig. 3.8 Una famiglia con un bambino diversamente abile

Pensa alle seguenti domande: Cosa sta andando bene con il tuo bambino? Chiedi a tuo figlio cosa sta andando bene con il suo fratello o la sua sorella? Quali sono i segni di comunicazione? Il padre o gli altri parenti partecipano?

1. Aiuta il tuo familiare a sentirsi speciale e apprezzato. Uno dei fattori principali che contribuisce a sviluppare la speranza nel familiare e a diventare resiliente è la presenza di almeno un adulto che aiuta il familiare a sentirsi speciale e apprezzato; un adulto che non ignora i problemi del familiare, ma concentra le energie sulle forze del familiare. Un modo per te, in qualità di genitore, per fare ciò, è avere dei “momenti speciali” durante la settimana. Se il tuo familiare diversamente abile è giovane, può essere di aiuto per te dire “quando gioco con te o leggo per te, non risponderò al telefono se suona”. Inoltre, durante questi momenti speciali, concentrati su ciò che rende felice il tuo familiare così che abbia l’opportunità per rilassarsi e far emergere le sue forze.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO 2. Aiuta il tuo familiare a sviluppare le abilità di problem-solving e di prendere la giusta decisione. Un’alta autostima è associata con solide abilità di problem-solving. Per esempio, se il tuo familiare ha difficoltà con un amico, puoi chiedergli di pensare ad un paio di modi per risolvere la situazione. Non ti preoccupare se il tuo familiare non riuscirà a pensare a qualcosa immediatamente; tu puoi aiutarlo a riflettere su una possibile soluzione. Inoltre, prova dei giochi di ruolo con il tuo familiare per aiutarlo a capire quali sono i passi coinvolti nel problem-solving.

3. Evita commenti che giudicano e al contrario inquadrali in termini positivi. Per esempio, un commento che spesso suona come un’accusa è “prova di più e sforzati di più”. Invece occorre dire “dobbiamo pensare a modi migliori di aiutarti ad imparare”. Persone diversamente abili sono meno sulla difensiva quando il problema è inquadrato in strategie che possono essere cambiate piuttosto che ridurre la loro motivazione. Questo approccio rinforza anche le abilità di problem-solving.

4. Essere un genitore empatico. Alcuni genitori, presi dalle loro frustrazioni, dicono cose come “perché non mi ascolti?” oppure “perché non usi il tuo cervello?”. Se il tuo familiare diversamente abile ha difficoltà con l’apprendimento, è meglio essere empatici e dirgli che tu sai che ha delle difficoltà; quindi fai in modo che la difficoltà diventi un problema da risolvere e coinvolgi il tuo familiare nel cercare possibili soluzioni.

5. Fornire possibilità di scelte al tuo familiare. Questo permetterà anche di ridurre le dispute per il potere. Per esempio chiedi al tuo familiare se desidera che tu gli ricordi cinque o dieci minuti prima di andare a letto di prepararsi. Queste prime scelte lo aiuteranno a porre le basi del sentimento di controllo della sua vita.

6. Non confrontare i fratelli.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO E’ importante non confrontare i fratelli e sottolineare i punti di forza di ciascun membro della famiglia.

7. Sottolinea i punti di forza del tuo familiare. Sfortunatamente, molti giovani si vedono in modo negativo, soprattutto in riferimento alla scuola. Fai una lista delle aree di forza del tuo familiare. Selezionane uno e trova i modi per rinforzarlo. Per esempio, se il tuo familiare è un bravo artista, esponi il suo lavoro.

8. Fornisci opportunità di aiuto. I familiari diversamente abili sembrano avere un bisogno innato di aiutare gli altri. Fornire loro delle opportunità in cui possono dimostrare che hanno qualcosa da offrire al mondo. Coinvolgi il tuo familiare in lavori di volontariato (per es. workshop di arteterapia), per fare un esempio. Aiutare gli altri aumenterà di sicuro l’autostima del tuo familiare.

9. Aspettative e obiettivi realistici per il tuo familiare. Aspettative realistiche danno al tuo familiare un senso di comprensione. Lo sviluppo dell’autodeterminazione è strettamente connesso con quello dell’autostima.

10. Aiuta il tuo familiare diversamente abile a capire la natura del suo problema. Alcune persone hanno fantasie e concezioni sbagliate sui loro problemi e sulla loro disabilità che si aggiungono alle loro sofferenze (per esempio, un familiare dice di essere nato con mezzo cervello). Avere informazioni realistiche può dare al tuo familiare diversamente abile un senso di maggiore controllo e la sensazione che qualcosa può essere fatto per aiutare la situazione. 11. Non permettere al tuo familiare diversamente abile di giustificare i suoi fallimenti con la disabilità. Alcuni familiari insieme ai loro genitori tendono a spiegare i fallimenti del familiare con le difficoltà che la disabilità causa. Non sempre questa è una realtà. Il familiare

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO diversamente abile dovrebbe essere incoraggiato a usare i suoi punti di forza per affrontare le situazioni quotidiane diverse.

3.2.8. Attività pratica: costruire l’autostima COSTRUIRE L’AUTOSTIMA GENERALE x

Concentrarsi e incoraggiare il tuo familiare sui punti di forza.

x

Accettare e fare sentire il familiare che è apprezzato e amato così “come è” .

x

Mostrare al familiare diversamente abile lo stesso rispetto mostrato al familiare senza disabilità.

x

Premiare gli sforzi e i miglioramenti, non solo i buoni risultati.

x

Comunicare fiducia nelle positività del familiare.

x

Essere sicuri che i vostri standard e le vostre aspettative non siano così alte da scoraggiare e promuovere il fallimento.

3.2.9. Casi per la riflessione Caso 1: Q: Mio figlio ha dieci anni e ha alcune disabilità (Disturbi dell’apprendimento). Ho notato che è lento nel fare alcune cose, ma non così lento in altre. Adesso abbiamo organizzato l’home schooling e vedo che sta imparando più matematica di quando facesse a scuola. Spesso ha problemi con gli incubi ed è molto molto timido tutto il tempo anche con le persone che conosce bene. Non prenderebbe posizione contro qualcuno, neanche contro il più giovane dei membri della famiglia. E’ un familiare condiscendente con cui è facile stare e facile da amare. Suggerimenti?

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO A: All’inizio, non avrei detto che tuo figlio ha dei disturbi dell’apprendimento “clinicamente diagnosticabili”. Invece, se gli viene detto in questo modo, cioè che qualcosa in lui è “sbagliato”, questo certamente potrebbe contribuire in modo significativo a renderlo poco sicuro in se stesso. Molti ragazzi che fanno scuola a casa hanno paura di dire ai loro genitori che preferirebbero andare a scuola dove possono incontrare altri bambini; hanno paura di offendere i sentimenti dei genitori che mettono loro a disposizione il loro tempo.

Se sei davvero preoccupato delle difficoltà che tuo figlio potrebbe avere nell’apprendimento, dovresti farlo valutare da professionisti sensibili e capaci. Sicuramente tu dai un grande valore all’educazione; la collaborazione con questi specialisti professionisti potrebbe sicuramente aiutarti ad adattare il tuo modo di insegnare al suo stile di apprendimento.

Fai in modo che Adam sia coinvolto in attività sociali fuori da casa, quelle per le quali ha espresso un interesse. Guarda le cose che Adam fa bene (non solo nelle discipline scolastiche) e cerca modi che lo possono far sentire meglio rispetto a queste abilità, talenti e interessi. Meglio si sente rispetto a se stesso e a ciò che è in grado di fare, più sicuro sarà nella sua vita.

Caso 2: Q: Ho una bambina all’asilo di 5 anni diversamente abile che, a volte, può essere molto dura con se stessa. Per esempio, ha dovuto compilare un modulo per la classe in cui si chiedeva come mai lei era speciale. Ha reagito negativamente a questo, dicendo che non era per niente speciale e che non c’era niente di speciale su di lei. Inoltre, a volte, è molto dura con se stessa se non riesce a completare compiti difficili, o se fa rovesciare qualcosa, ecc. Qualche suggerimento per costruire la sua auto-stima?

A: spesso quando i bambini vanno all’asilo, iniziano a confrontarsi con i compagni su tutti i fronti. Non è inusuale vedere il senso di auto-valore e l’immagine del proprio 23


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO familiare minacciata, soprattutto per coloro che possono essere naturalmente duri con se stessi. Devi incoraggiarla in tutte le cose che fa, aiutarla sempre a inquadrare le aspettative su si sé in modo realistico. Deve essere consapevole delle attività, dei talenti e degli interessi che ha e che le permettono di sentirsi competente.

Caso 3: Q: Mio figlio è affetto da sindrome da deficit di attenzione e iperattività e da un disordine dell’elaborazione uditiva centrale che è stato appena diagnosticato lo scorso giugno. E’ al settimo anno di scuola e ha avuto un tutore per il problema dell’elaborazione uditiva per circa sei mesi, con buoni risultati. Sfortunatamente, ha una così bassa auto-stima che a volte è facile (sport o scuola) che si arrenda e rifiuti di provare ancora. Non è mai stato particolarmente coordinato o bravo nello sport, ma adesso sta capitando tutto insieme e non vuole continuare a provare neanche nello sport (ha provato il wrestling quest’anno e ha avuto dei momenti convincenti). Ha una sorella molto brava a scuola e un fratello atleticamente talentuoso e davvero penso che lui probabilmente possa eguagliare entrambi. Come posso aiutarlo a sviluppare il desiderio di provare qualcosa per occupare il tempo che trascorre alla televisione? E’ sempre così scoraggiato! Mi sembra come Eyore sempre con la nuvola sopra la sua testa. Gli ho proposto di fare arte, musica, sport, qualsiasi cosa – e lui semplicemente non vuole. Grazie per l’input che potete darmi.

A: Questa è una vera sfida che incontrano molti genitori. Anche se il tuo familiare sta beneficiando dall’aiuto che ha ricevuto, ha una storia che continua ad affiorare in lui “tu non puoi”. Questa storia di frustrazioni ripetute e di fallimenti può avere un impatto significativo sul concetto di sé come studente affetto da sindrome da deficit di attenzione e iperattività che è così forte che ogni nuovo compito lo scoraggia. Tuo figlio, come molti altri bambini, ha imparato che un modo per evitare questo scenario di fallimento e di vergogna è semplicemente quello di evitare di fare cose nuove, qualsiasi cosa che rappresenti un rischio. Le persone che conosco sono state in grado di superare questo punto perché c’è stato un adulto significativo (in genere non 24


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO un genitore) che ha proposto un percorso che ha minimizzato il rischio e che ha dato un senso di accresciuta padronanza rispetto a delle abilità. Alcuni esempi: un’insegnante di teatro a scuola che ha chiesto ad un ragazzo timido di lavorare alle luce per la rappresentazione della scuola; un leader degli scout che ha invitato personalmente un ragazzo ad unirsi al gruppo per un’attività speciale; un custode della scuola che ha “assunto” uno studente per aiutarlo con alcune importanti funzioni utili alla scuola; un dirigente scolastico che ha personalmente letto ciò che un giovane scrittore con lo stesso disordine ha scritto; uno studente del liceo cha ha svolto il ruolo di “grande fratello” o “grande sorella” con uno studente più giovane, imparando insieme come fare alcune cose (come fare il radio-amatore o il linguaggio dei segni); un’insegnate di arte che ha chiesto a un reticente ma bravo artista di aiutarla a preparare la sua attività (e incoraggiando lo studente a fare una dimostrazione modello in classe); un prete che ha invitato uno studente ad aiutarlo in un progetto in chiesa o al tempio, o a cantare nel coro. In una lezione di matematica, incoraggiare lo studente a creare un modello tridimensionale che dimostri il concetto matematico invece di fare 20 problemi su un foglio, può essere un grande aiuto per fargli superare la paura che spesso accompagna i fallimenti ripetuti derivanti da approcci più tradizionali. Spero che alcuni di questi suggerimenti possano aiutare tuo figlio e gli altri come lui a sentirsi meglio rispetto a se stessi e al contributo che possono dare al mondo in cui vivono.

Case 4: Q: Ho una figlia di otto anni che segue un’educazione speciale da quando aveva 2 anni. Lei ha una sorella di quattro anni che è molto sveglia e che sta iniziando a leggere mentre la bimba di otto non riesce. La bimba di otto anni sta appena riconoscendo la sua disabilità e via via che la bimba di quattro anni cresce e ottiene dei risultati, ho notato che la bimba di otto anni sta regredendo; non prova e sembra arrendersi facilmente. Come continuare a incoraggiare la bimba di quattro anni senza distruggere l’autostima di quella di otto completamente?

25


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO A: E’ davvero difficile per un familiare con disabilità quando un fratello o una sorella più giovane lo supera. E’ molto importante per entrambe le due bimbe capiscano cosa è un disturbo dell’apprendimento. Prima di tutto, la bimba di otto anni ha bisogno di capire che ha una situazione che le rende difficile apprendere, anche se lei è un membro intelligente della famiglia. Può trovare di aiuto partecipare a sessioni specifiche per le persone con disturbi di apprendimento in conferenze organizzate da enti pubblici. Potrebbe anche essere buono per lei essere in un gruppo per studenti con disturbi dell’apprendimento. Il counsellor della scuola di tua figlia forse organizza questi gruppi, o uno psicologo e assistente sociale della tua città può farlo privatamente. Il costo potrebbe essere coperto dalla tua assicurazione.

Tua figlia più giovane ha bisogno di capire, al meglio che può fare alla sua età, la natura della disabilità della sorella. Se non riesce a capire bene la situazione, potrebbe essere difficile per lei capire perché la sorella sta facendo così fatica a fare ciò che per lei è facile. Senza questa informazione, potrebbe ridere della sorella o sentirsi dispiaciuta per lei, in nessun caso ciò è di aiuto. Tua figlia può trovare conforto nel sapere che altri bambini hanno disturbi dell’apprendimento. Incontrare altri studenti con DA potrebbe aiutarla a capire che ha delle difficoltà di lettura, non che è cattiva, pigra o “stupida”. Se ha avuto una valutazione di recente, chiedi alla persona che ha fatto il test di spiegare i risultati a lei nel linguaggio che può capire. Potresti volere che qualcuno faccia ciò ogni due anni, visto che la capacità di capire di tua figlia aumenta con la crescita. Un disturbo dell’apprendimento è una condizione di lunga durata nella vita; le persone che l’affrontano meglio sono quelle che hanno capito cosa è e come fare per aver successo, anche in presenza di un disturbo dell’apprendimento.

Caso 5: Q: A nostra figlia di 7 anni è sempre piaciuta la scuola. Lo scorso anno ha fatto un test e per poco non è entrata nel programma di DA. Ha un Piano Didattico Individuale (PDP) ed ha 90 minuti di aiuto extra a settimana. Quest’anno è stato duro per lei. Si sente così frustrata con il carico di lavoro extra e l’insegnante la fa sentire ancora peggio – dice che l’insegnante non le dà tempo quando lei ha bisogno di aiuto extra o non 26


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO capisce una domanda. Nostra figlia è molto sensibile, ha una bassa autostima ed è piuttosto timida. Dobbiamo cambiarle insegnante o lasciarla in questa classe che la fa stare male?

A: Anche se l’insegnate è così dolce come un angelo, è la percezione di tua figlia che conta. Dovresti incontrare l’insegnante e il dirigente insieme e dire loro che tua figlia trova difficile fare domande in classe perché ha paura che l’insegnante si arrabbi. Potrebbe essere di aiuto che il dirigente o il counsellor osservi l’interazione tra l’insegnante e tua figlia. Se il processo di osservazione rende l’insegnante più consapevole del suo stile, il problema potrebbe essere risolto. Se l’osservazione suggerisce che l’insegnante sta rispondendo in modo appropriato, vorrai essere sicura che questo accada anche quando non è osservata.

Quindi, dì a tua figlia che hai parlato con l’insegnante e che tu pensi che lei cercherà di aiutarla a sentirsi più a suo agio in classe. A volta semplicemente infondere questa idea al familiare può aiutarlo a farlo sentire come se l’insegnante capisse e cercasse di incontrare i suoi bisogni. Se tua figlia sente di non migliorare, allora incoraggerei l’insegnante a incontrarti con tua figlia privatamente e parlare dei suoi sentimenti. Se l’insegnante chiede a tua figlia cosa può fare per farla sentire più a suo agio, questo può aiutare. Se invece capisci che l’insegnante è insensibile, allora cambiare può essere indicato.

Inoltre sembra come se tua figlia facesse fatica a scuola. Pensi che l’insegnante insegni in modo che tua figlia possa apprendere al meglio? Se no, allora chiederei che l’insegnante di sostegno si consultasse con l’insegnante per darle alcuni consigli su come strutturare l’apprendimento in modo che tua figlia possa provare il successo. Dal momento che dici che tua figlia è sensibile e che ha un bassa opinione di se stessa, chiederei immediatamente il coinvolgimento del consellor scolastico o dello psicologo. Tua figlia ha bisogno di sentirsi più positiva rispetto alla scuola e questi problemi si potrebbero aggravare.

27


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO 3.2.10. Test di auto-valutazione (Scala di auto-valutazione Rosenberg) Istruzioni: sotto c’è la lista delle affermazioni che hanno a che fare con i sentimenti generali su te stessi. Se sei fortemente d’accordo, cerchia FA. Se sei d’accordo con l’affermazione cerchia A. Se sei in disaccordo cerchia D. Se sei fortemente in disaccordo cerchia FD. 1. Nel complesso, sono soddisfatto di me stesso.

FA

A

D

FD

2.* A volte, penso di non essere completamente bravo.

FA

A

D

FD

3. Penso di avere un certo numero di buone qualità.

FA

A

D

FD

4. Sono in grado di fare cose bene come gli altri.

FA

A

D

FD

5.*Penso di non avere molto di cui essere orgoglioso

FA

A

D

FD

6.* Mi sento certamente inutile a volte.

FA

A

D

FD

7. Penso di essere una persona di valore allo stesso pianoFA

A

D

FD

degli altri. 8.*Vorrei avere più rispetto di me stesso.

FA

A

D

FD

9.*In tutto, tendo a sentire che sono un fallimento.

FA

A

D

FD

10.Ho un’attitudine positiva di me stesso.

FA

A

D

FD

Punteggio: FA=3, A=2, D=1, FD=0. Frasi con l’asterisco hanno il punteggio rovesciato, cioè, FA=0, A=1, D=2, FD=3. Somma i punteggi per le 10 frasi. Più alto è il punteggio, più alta è l’autostima.

28


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Parte teorica 3.3. Comunicazione nella famiglia I genitori e i parenti interagiscono con il familiare diversamente abile usando una varietà di modi comunicativi che includono le parole, la verbalizzazione, i gesti, le espressioni facciali, i contatti telefonici o altre modalità. Quelli specifici per le persone con

disabilità

dell’udito

sono

il

linguaggio

dei

segni,

lorm

(www.deafblind.com/lorm.html) e la lettura del labiale.

Nessun individuo è completamente autonomo in ogni momento del giorno, ma l’interdipendenza e l’interazione avvengono durante tutta la giornata. La comunicazione è al centro dell’interazione quotidiana tra i familiari. Alcune persone con disabilità fisica e cognitiva necessitano di supporto per comunicare. La comunicazione contribuisce ad aumentare l’auto-determinazione. Le persone diversamente abili comunicano ai pari, ai familiari e alle altre persone i loro desideri, bisogni e decisioni in termini di attività quotidiane, educazione, vita sociale, vita, orientamento

professionale.

La

competenza

comunicativa

supporta

l’auto-

determinazione.

Il sostegno di una varietà di modalità incoraggia l’inclusione e l’auto-determinazione in tutti gli individui inclusi quelli con disabilità. Essi sono prima di tutto individui e poi hanno la disabilità che in parte influenza la loro condizione mentale e fisica, la comunicazione, l’abilità di essere ugualmente inclusi nella vita familiare, la loro indipendenza, le attività sociali della comunità così come l’educazione e la realizzazione professionale. Le persone con disabilità necessitano di comunicare tanto quanto gli altri individui. Attraverso la comunicazione si connettono con gli altri, esprimono i loro pensieri più profondi e influiscono sulle loro vite e quelle dei loro genitori e degli altri. Attraverso la comunicazione sia i genitori, sia la persona diversamente

abile

mettono

in

essere

cambiamenti

e

sviluppano

l’auto-

determinazione. 29


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO

Fig. 3.9 La Comunicazione nella famiglia è importante L’auto-determinazione coinvolge le preferenze personali senza dovute influenze. Le preferenze individuali includono i desideri, le volontà, i bisogni e le opinioni. Esprimere i desideri e i bisogni delle persone diversamente abili ai genitori e agli altri parenti è un’espressione di auto-determinazione. Inizialmente identificare i bisogni e le volontà dimostra il potere della comunicazione e incoraggia lo sviluppo dell’autodeterminazione.

La comunicazione competente risulta in un aumento dell’autonomia e un empowerment psicologico. Gli individui che comunicano effettivamente dimostrano un’autonomia

aumentata

e

un

empowerment

psicologico.

L’autonomia

e

l’empowerment psicologico contribuiscono ad aumentare l’auto-determinazione. 3.3.1. Fattori che possono incrementare il livello di soddisfazione

La comunicazione è cruciale, un’abilità di vita chiave ad ogni livello dell’interazione sociale e vitale per lo sviluppo di successo delle persone diversamente abili. Ci sono molti modi e metodi preferiti per comunicare. Comunque, dovrebbero essere adattati in accordo con i bisogni specifici e la condizione psicologica del familiare diversamente abile.

30


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Ci piacerebbe condividere alcuni fattori che noi abbiamo individuato nel mostro lavoro con i genitori e che possono influenzare il livello di comunicazione tra il genitore e il familiare diversamente abile: x

L’età così come le differenze generazionali – per es. a volte in alcuni casi il familiare diversamente abile potrebbe usare frasi forti e perfino non educate e il genitore può trovarle inappropriate e offensive. Un modo per superare questo confronto è avere una comunicazione aperta e adeguata basata sul rispetto e la tolleranza reciproca.

x

Tipo e livello di disabilità – alcune disabilità, per esempio quelle dell’udito o della parola, possono influenzare l’abilità della persona nel comunicare liberamente con gli altri familiari. In molti casi i genitori sviluppano le loro conoscenze per parlare con il familiare diversamente abile usando le loro stesse risorse o partecipando a corsi specializzati organizzati da istituzioni per la disabilità o centri di formazione. I genitori sordi la cui lingua nativa è il linguaggio dei segni (LS) comunicano con i loro familiari sordi attraverso il linguaggio dei segni. I genitori sordi rispondono ai loro familiari sviluppando un linguaggio appropriato e aggiustando le forme linguistiche – parole e frasi con le mani – per venire effettivamente incontro al tipo di linguaggio del familiare sordo. Le persone sorde imparano il LS dai loro genitori sordi in modo sistematico e progressivo così come le persone con disabilità dell’udito imparano il linguaggio parlato dai genitori udenti. La pietra miliare dello sviluppo del linguaggio per il familiare sordo che segue il linguaggio dei segni sin dalla nascita, rispecchia lo sviluppo del linguaggio della persona con disabilità dell’udito che è esposta al linguaggio parlato sin dalla nascita. I giovani sordi o le persone che non sentono bene cresciuti nell’ambiente dei segni hanno un vocabolario equivalente o più ampio delle persone che usano solo il linguaggio parlato. I genitori sordi usano il linguaggio dei segni per comunicare efficacemente, accuratamente e con competenza con il loro familiari sordi assistendoli nello sviluppo e nella crescita del linguaggio.

x

Inclusione

del

familiare

diversamente

abile

nell’opinione

corrente

sull’educazione – se il familiare diversamente abile sta frequentando una 31


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO scuola tradizionale allora svilupperà la sua comunicazione e le abilità sociali molto meglio rispetto ai suoi pari che frequentano le scuole speciali. Le persone diversamente abili che studiano nelle scuole specialistiche sono in contatto diretto con vari professionisti che li sostengono nelle attività quotidiane, comunque tutti i processi avvengono in ambiente protetto. Quindi quando il familiare lascia la scuola specialistica, potrebbe incontrare difficoltà nella comunicazione con altre persone non diversamente abili inclusi i genitori e i parenti.

L’accento e il tono nei discorsi potrebbe essere percepito in modi diversi e influenza la percezione del messaggio e dell’ambiente. 3.3.2. Strategie per la Comunicazione Effettiva in un contesto centrato sulla famiglia Principi di comunicazione

Strategie

basate

sulle

Caratteristiche

della

Comunicazione Effettiva (Briggs, 1998; Brandt, 1993; Rosin, 1996; Tuchman, 1996; Winton, 1996) I

membri

della

comunicazione

famiglia

come

x

tra

desideri, richieste e aspettative. x

eguali

Incoraggiare la condivisione aperta di idee,

Permettere a ogni familiare di condividere le sue idee e pensieri.

x

Non sottovalutare o sopravalutare l’idea della persona con cui stai comunicando.

x

Non criticare semplicemente, ma suggerisci delle alternative.

x

Non

focalizzarsi

sui

problemi

della

comunicazione se non ci sono ampie soluzioni. I

membri

della

famiglia

x

Rendi i tuoi punti chiari e brevi.

32


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO comunicano chiaramente per

x

Usa un linguaggio che è comprensibile

condividere informazioni

x

Evita o spiega parole o frasi non comuni.

x

Parla con il tuo familiare dei punti di forza e dei bisogni della tua famiglia.

I familiari si ascoltano davvero

x

uno con l’altro

Ascolta con attenzione e non interrompere la persona che sta parlando

x

Stabilisci il contatto visivo

x

Mostrare maniere rilassate – non urlare.

x

Fai domande, quando non capisci un membro della famiglia.

In conclusione, un buon modello di comunicazione intra-familiare può contribuire a creare la necessaria auto-sicurezza e può decostruire quei set di false credenze che le persone diversamente abili possono avere per se stessi.

33


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Parte pratica 3.3.3 Ascoltare

Fig. 3.10 Ascoltare il familiare diversamente abile Nel contesto familiare non sempre i componenti la famiglia ascoltano. Non ascoltare crea varie difficoltĂ che influenzano la prestazione personale, il problem-solving e le interazioni con gli altri. Tu come genitore puoi seguire queste dieci caratteristiche che descrivono a un buon ascoltatore. Usando una scala da 1 a 5, con 5 il punteggio piĂš alto, segna la tua risposta per capire a quale livello tu possiedi le caratteristiche in questione. AFFERMAZIONI

1 2 3 4 5

Mantengo il contatto con gli occhi del mio familiare. Pongo domande di chiarificazione. Mostro interesse, notando ciò che prova il familiare. Ridico o parafraso le parole del familiare per mostrare che ho capito correttamente. Prima cerco di capire, poi di essere capito.

34


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Sono pronto a controllare le mie reazioni. Rispondo con un sorriso, annuisco, e guardo storto o abbraccio quando necessario. Do particolare attenzione alla situazione e non mi distraggo. Reagisco rispondendo a ciò che sento. Rimango sull’argomento. SONO CAPACE DI ASCOLTARE? Segui le 10 caratteristiche che descrivono una cattiva abitudine di ascolto da parte dei genitori. Usa una scala da 1 a 5, con 5 la valutazione peggiore, segna le tue risposte per scoprire a quale livello tu le possiedi. Sii onesto con te stesso. Riconoscere come ascolti è il primo passo verso il cambiamento e la comprensione del tuo familiare diversamente abile. 1 2 3 4 5 Spesso interrompo il mio familiare. Corro alla conclusione. Finisco le frasi del mio familiare. Cambio argomento senza che mi sia detto. Arrivo alla mia conclusione senza aver ascoltato tutto. Non sono completamente concentrato. Non do alcuna risposta. Sono impaziente. Mi metto subito sulla difensiva. Penso alla mia risposta tutto il tempo in cui il mio familiare parla.

Conclusioni: Registra le tue risposte e inizia a pensare cosa significa ascoltare e perché è importante.

35


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Esercizio: Pensa e cerca di ricordare a una situazione in cui hai cercato di ascoltare in una conversazione con il tuo familiare diversamente abile. Cosa hai fatto? ............................................................................................................................................ Descrivi i risultati ............................................................................................................................................ Descrivi cosa faresti se la situazione potesse essere ripetuta prendendo in considerazione ciò che hai imparato sopra ............................................................................................................................................ Cosa faresti di diverso? ............................................................................................................................................ 3.3.4 Cosa eviteresti come genitore? (Attività di riflessione)

La comunicazione è un processo continuo che coinvolge diverse parti e interessi. Nella tua vita quotidiana tu e il tuo familiare diversamente abile comunicate con varie persone, per es. pari, insegnanti, formatori, assistenti sociali, psicologi, coach, personale della pubblica amministrazione ecc. Come genitore puoi aiutare la comunicazione del tuo familiare diversamente abile con le altre persone ma senza intervenire troppo. Di seguito forniamo alcune linee guida su cosa non fare per evitare situazione di isolamento del tuo familiare diversamente abile dai processi di comunicazione con gli altri: 1. Quando qualcuno pone una domanda al tuo familiare diversamente abile, non rispondere al suo posto. 2. Quando qualcuno comunica con il tuo familiare diversamente abile non dovresti interferire a meno che una delle due parti non lo chieda esplicitamente. 3. Non finire o correggere le frasi del tuo familiare diversamente abile. Lascia che esprima i suoi pensieri. 4. Lascia che il tuo familiare diversamente abile esprima liberamente le sue opinioni di fronte agli altri anche quando tu non sei completamente d’accordo. 36


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO 5. Se sei il genitore di un familiare con disabilità dell’udito o della parola e lo/la assisti nella comunicazione con gli altri, dovresti tradurre il suo messaggio senza cambiare il significato o aggiungere nuove cose anche se tu lo ritieni appropriato. 6. Se il tuo familiare diversamente abile usa frasi semplici non rimpiazzarle con parole più sofisticate indipendentemente se la comunicazione è scritta o orale. 7. Quando il tuo familiare diversamente abile sta parlando e tu senti il bisogno di interromperlo/la, fai semplicemente un segnale discreto. 8. Quando il tuo familiare incontra qualcuno per la prima volta, lascia che decida da solo/a quando rivelare la sua disabilità. 9. Quando il tuo familiare sta visitando una scuola o un certo di assistenza giornaliera lascia che chieda i supporti o gli adattamenti di cui ha bisogno e non fare queste richieste al suo posto. 10. Quando parli del tuo familiare diversamente abile non usare esagerazioni o non sottostimare le sue condizioni e la sua situazione di vita. Molte persone tendono a esagerare troppo quando esprimono le loro emozioni o i sentimenti in famiglia. L’esagerazione è usata come un modo semplice per provocare la tensione mentale, ma distrugge l’armonia della famiglia. Quando parli o esprimi i tuoi sentimenti, sii eccessivo solo nei limiti della tolleranza degli altri. Le esagerazioni frequenti possono rendere gli altri scocciati e sfiduciati verso le tue parole e azioni.

Ci sono molti suggerimenti pratici per rendere la comunicazione tra i familiari più efficace. Vediamone alcuni. x

L’attenzione è la preferenza, non i principi

La famiglia è il luogo in cui sono applicate regole non rigide o inflessibili e i principi rimangono sempre subordinati alle preferenze. Concentrandosi sulle preferenze significa semplicemente dare maggiore importanza a ciò che piace al familiare diversamente abile rispetto alle regole. Per esempio, non puoi semplicemente 37


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO applicare la regola che il tuo familiare diversamente abile deve essere in silenzio dopo le 10 di sera. Potrebbe essere l’unico momento che avete per comunicare insieme e con gli altri familiari. Non ci sono tempi giusti, modi giusti e posti giusti per comunicare. Imporre dei principi di comunicazione renderà il processo completamente ufficiale e il tuo familiare diversamente abile si potrebbe sentire meccanico, piuttosto che affettivo. x

Sii positivo

La comunicazione negativa o sarcastica distruggerà il calore della comunicazione familiare. Non criticare eccessivamente o approcciare ogni cosa in modo negativo. Certe persone inclinano al sarcasmo quando parlano con gli altri, soprattutto con i familiari. Ciò distruggerà il clima comunicativo con il tuo familiare diversamente abile e può portarlo a ritirarsi deliberatamente dalla comunicazione in famiglia. Puoi essere correttivo, ma anche in questo caso cerca di essere positivo il più possibile. La comunicazione positiva ha un’influenza maggiore della critica. La critica creativa aiuta in famiglia ma occorre definire sempre i suoi limiti. Lascia che la comunicazione sia apprezzativa, incoraggiante di sostegno e lineare. x

Lascia che sia più che verbale

Lascia che la comunicazione con il tuo familiare diversamente abile sia più che un’espressione verbale. La presenza dei genitori trasmette un messaggio di sicurezza, amore e interesse per il bambino, soprattutto quando c’è una disabilità e il bisogno di calore. Usa gesti di affetto abbondantemente nella comunicazione. Un bacio, un abbraccio, un apprezzamento, un colpetto affettuoso, qualsiasi cosa che possa dire più delle parole. Sii chiaro, gentile e preciso

Essere chiaro, gentile e preciso è la regola che si applica in ogni conversazione; così è nella comunicazione familiare. Non lasciare spazio agli altri di assumere o interpretare nella comunicazione in famiglia. Se vuoi dire qualcosa al familiare diversamente abile, 38


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO rendi i tuoi punti chiari nel modo più piacevole possibile. Essere calmo e gentile quando comunichi aiuta ad attirare l’attenzione del familiare.

4. Test per l’empowerment psicologico dei genitori Valuta a quale livello ogni frase si applica a te: Usa la scala fornita: 3 – si applica completamente a me; 2 – in un certo grado si applica a me; 1; Non si applica a me; 0 – Posso decidere

1. Credo di avere le risorse per affrontare le situazioni quotidiane nella mia famiglia. 2. So di essere un genitore affidabile. 3. Riesco a trovare qualcosa di positivo anche in una situazione difficile che capita alla mia famiglia. 4. So che il mio familiare diversamente abile ha valore e punti di forza. 5. Oltre la disabilità del mio familiare vedo delle opportunità per lui/lei. 6. Credo che il mio familiare diversamente abile sia un cittadino al pari degli altri nella società. 7. Quando non riesco ad aiutare il mio familiare diversamente abile, so chi può farlo. 8. Riesco ad ascoltare il mio familiare diversamente abile attentamente anche quando non sono d’accordo con lui/lei. 9. Posso assumere il punto di vista del mio familiare diversamente abile. 10.

So cosa è il meglio per il mio familiare diversamente abile.

11.

Lascio che sia il mio familiare a far sapere della sua disabilità quando lo

decide. 12.

Sono consapevole delle risorse disponibili per sostenere il mio familiare

diversamente abile in riferimento ai suoi bisogni quotidiani ed educativi. 13.

Lascio che il mio familiare diversamente abile faccia le sue esperienze

39


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO indipendentemente dalla mia preoccupazione. 14.

So come reagire quando qualcuno ha dei comportamenti inappropriati verso

il mio familiare diversamente abile. 15.

Mi sento tranquillo quando il mio familiare diversamente abile si diverte con

i compagni non diversamente abili. 16.

Sono grato quando qualcuno riconosce le capacità del mio familiare

diversamente abile. 17.

Credo che il mio familiare diversamente abile abbia le capacità e le risorse di

affrontare le situazioni difficili quotidiane. 18.

Accetto le critiche verso gli approcci che utilizzo nell’interazione con il mio

familiare diversamente abile. 19.

Accetto che il futuro del mio familiare diversamente abile dipenda da lui/lei

piuttosto che dalle mie azioni e decisioni. 20.

So che io come persona ho desideri e bisogni dello stesso valore di quelli del

mio familiare diversamente abile. 21.

Non rifiuto la mia vita personale.

22.

Sono aperto alle varie opportunità per il sostegno che posso ricevere in

termini di assistenza e benessere del mio familiare diversamente abile.

Per favore calcola il tuo risultato e se il punteggio finale è sotto 33 allora hai bisogno di riguardare il materiale formativo di e-SUNET e leggerlo più attentamente. Inoltre puoi chiedere l’aiuto di un professionista nel settore della disabilità per seguirti nel completare gli argomenti per te più sfidanti. Se il tuo punteggio è superiore a 33 allora puoi considerarti ben informato, ben preparato e forte psicologicamente, forse anche grazie all’aiuto del materiale formativo di e-SUNET.

40


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Parte pratica 5. Parole di incoraggiamento e di lode La persona diversamente abile cresce con le attenzioni positive. Ogni essere umano ha bisogno di sentirsi amato e apprezzato. Selezionando e usando alcune delle frasi sotto con il tuo familiare diversamente abile a livello giornaliero, troverai che lui/lei avrà maggiore attenzione nei tuoi confronti e proverà a farti piacere con maggiore intensità.

Possiamo suggerire alcune lodi e parole di incoraggiamento: x

x

Buono

x

Bene

x

Molto buono

x

Molto bene

x

Eccellente

x

Meraviglioso

x

Va bene

x

Fantastico

x

Mi piace come lo hai fatto

x

Sono compiaciuto (orgoglioso) di te

x

Questo è buono

x

Wow

x

Molto carino

x

Bel lavoro

x

Stai andando bene

x

Bene per te

x

Questo è il modo

x

Molto meglio

x

O.K. Stai andando meglio 41


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO x

E’ perfetto

x

Buona idea

x

Che idea intelligente

x

Buon lavoro

x

Ben fatto

6. Completa le seguenti frasi con le parole appropriate. Mi piace il modo in cui ______ Proprio così ______ Ho notato che tu ____ Mantieniti su Mi sono divertito ______ con te Stai migliorando a ______ sempre di più Hai mostrato una grande responsabilità quando ______ Apprezzo il modo in cui______ Sei grande a fare Sei il migliore Buono ricordare E’ bello Mi piace il tuo______ Mi piace il modo in cui ______ senza che ti si debba chiedere (ricordare) Sono davvero felice che tu sei mio figlio/a Adesso tu hai Ti amo Credo in te. Tu puoi. Continua a provare… Vai avanti… Continua… Non ti arrendere…

42


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Tu puoi MOSTRARE loro come ti senti così come dirgli: Sorridere Annuire Muovere le spalle, la testa, ginocchio, fare l’occhiolino Segnali o gesti che significano approvazione o aver capito: Dammi il cinque Toccare la guancia Fare il solletico Ridere Pacca sulla spalla Abbraccio

43


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO 7. Pensiero positivo

Fig. 4.7 Famiglia di persona con disabilità

Parte teorica 7.1 Cosa è il pensiero positivo? Come stimolarlo nel tuo familiare diversamente abile Il pensiero positivo è un’attitudine mentale per cui le situazioni sono percepite in modo costruttivo. Non significa ignorare il negativo. Piuttosto, una persona che pensa positivo è consapevole della situazione e la guarda in modo produttivo. Il pensiero positivo è più efficace quando una persona incontra eventi neutrali della vita, come iniziare un nuovo lavoro, incontrare un nuovo insegnante o iniziare il primo giorno di scuola. In questi incontri, la nostra prospettiva rappresenta il peso maggiore.

7.2 Può una persona diversamente abile capire il concetto di pensiero positivo? Sì. Il pensiero positivo è una capacità innata dovuta ai cambiamenti cognitivi che avvengono tra l’infanzia e la maturità, comunque può essere influenzato durante la vita da fattori sociali e economici come: barriere dovute alla disabilità, limitato accesso alle attività sociali della comunità, mancanza di opportunità educative e di realizzazione professionali, basso reddito della famiglia, ecc. Nella prima infanzia i genitori rappresentano l’esempio, offrono istruzioni binarie su come le emozioni lavorano, come “se tu vai alla festa di compleanno, sarai felice. Se ti pungi il dito con un ago sarai triste; Se il tuo compagno gioca con te, non facendo caso 44


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO alla tua disabilità tu sarai felice. Se tu sei solo durante la ricreazione mentre i tuoi compagni senza disabilità si stanno divertendo in cortile potrai essere triste”. A cinque anni, queste linee guida diventano più complesse e continuano durante la fase intermedia dell’infanzia. A 5 anni può connettere i pensieri con le emozioni

E’ stato organizzato un gioco di ruolo che coinvolge 90 bambini da 5 a 10 anni. Ogni bambino doveva ascoltare sei scenari illustrati, in cui vi erano due personaggi. I personaggi sperimentavano lo stesso evento positivo (e si sentivano bene), lo stesso evento negativo (e si sentivano male) e lo stesso evento ambiguo (e si sentivano ok). Dopo, un personaggio ha avuto pensieri positivi, mentre l’altro pensieri negativi. Per esempio, nello scenario ambiguo, i personaggi si sono incontrati con una nuova insegnante. Un personaggio ha pensato negativamente “lei sarà cattiva e ci darà tanti compiti a casa”, mentre l’altro ha pensato positivamente “lei sarà divertente e ci leggerà storie”. Dopo aver spiegato la reazione del personaggio, il facilitatore ha chiesto ai bambini cosa hanno pensato e ha registrato le loro risposte. Lo studio ha mostrato che i bambini di 5 anni possono capire il principio del pensiero positivo: un pensiero positivo fa stare bene e quello negativo ci fa stare male. Inoltre, i bambini sono più bravi nel capire l’influenza del pensiero positivo nelle situazioni ambigue. I bambini di pochi anni sono ancora più bravi nell’applicare il pensiero positivo. Molti studi mostrano che i bambini di 7-8 anni usano delle distrazioni per aiutarsi ad affrontare l’ansia. Quando gli si chiede come affrontano la paura della puntura del medico, loro dicono di pensare a un momento felice, come mangiare il gelato. Al contrario, i bambini più piccoli tendono a suggerire distrazioni più tangibili come giocare con un giocattolo.

Indipendentemente dall’età, ricorda che i pensieri positivi sono più resilienti.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Quando è stimolato, un pensiero positivo è un potente strumento per superare varie situazioni e aiutare a promuovere la resilienza. Una persona, inclusa quella con disabilità, impara a gestire meglio le inevitabili situazioni di disappunto della vita: non fare uno sport di squadra, essere rifiutato da un programma scolastico, o sbagliare un test. Ci sono molti casi in cui le persone diversamente abili sono state istruite a pensare positivamente e i risultati mostrano che hanno meno probabilità di sviluppare forme di depressione nella vita. Ciò mostra di conseguenza che le persone che hanno pensieri positivi diventano più resilienti. Come creare un momento speciale? Scegli qualcosa che può rappresentare una conquista per il tuo familiare diversamente abile e fai un rumore strano e una cosa buffa ogni volta che lui/lei la raggiunge. Ciò farà ridere te e il tuo familiare e inoltre ricorderai la conquista e condividerai il momento con gli amici e la famiglia. E’ un modo fantastico per festeggiare quanto raggiunto, non costa niente e mette in evidenza bei momenti positivi della tua giornata. Può far ridere le altre persone che vedono qualcuno che si diverte.

7.3 Come possono i genitori stimolare il pensiero positivo?

Essere un modello

Più il genitore è ottimista, più la persona diversamente abile capisce i principi del pensiero positivo. Interpreta le cose della tua vita in modo positivo. Esprimiti apertamente nelle conversazioni con il tuo familiare diversamente abile.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO

Fig. 4.8 Circolo delle emozioni Per esempio, prima del primo giorno di scuola, chiedi “domani è il primo giorno di scuola. Quali sono le cose buone cui pensi e che avrai nella scuola?” Se la persona diversamente abile si sente ansiosa, aiutala a riformulare i suoi pensieri: “se sei preoccupato per l’inizio del nuovo anno scolastico, questo ti farà solo sentire peggio. Perché non pensi a qualcosa di positivo che può accadere oggi a scuola? Per esempio: Incontrerai nuovi bambini e diventerete presto amici. Puoi parlare della tua disabilità e l’insegnante ti sosterrà ad acquisire nuove abilità. Ti piacerà giocare con i tuoi compagni. Andare a scuola ti permetterà di scoprire i tuoi talenti. Il tempo passerà più veloce quando sei circondato da persone felici a scuola. Durante le lezioni imparerai tante cose utili.”

Prima una persona impara ad applicare queste tecniche, più efficacemente le saprà usare. Riconoscere che qualcosa di brutto è accaduto

Il pensiero positivo non significa rimuovere quello negativo. Se la persona diversamente abile è ricoverata per un braccio rotto, per esempio, occorre riconoscere 47


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO il dolore: “fa male e lo capisco che ti fa sentire turbato”. Quindi dimostra come puoi rivedere la situazione negativa dicendo: “se rimuginiamo sul fatto che il braccio ti fa male, ci farà sentire tristi. Perché non pensiamo alle cose divertenti che possiamo fare con il gesso, come disegnare cose buffe o far fare le firme ai tuoi compagni?”. La tecnica del rinquadrare diversamente l’accaduto aiuta a sviluppare la resilienza della persona diversamente abile.

7.4 Punti chiave da ricordare x

Il pensiero positivo è un’attitudine mentale per cui le situazioni sono percepite in modo costruttivo.

x

Le persone indipendentemente dalla disabilità o dall’età sono in grado di capire i principi del pensiero positivo.

x

Le persone indipendentemente dalla disabilità migliorano nel capire il pensiero positivo andando avanti con l’età.

x

Quando è naturalizzato, il pensiero positivo è uno strumento potente per fronteggiare la vita e aiuta a costruire la resilienza in una persona.

x

I genitori possono incoraggiare il pensiero positivo utilizzandolo nella loro vita.

x

Riconosci sempre una situazione o un sentimento negativo. Quindi aiuta il tuo familiare diversamente abile a vederlo in modo positivo e produttivo.

x

Il pensiero positivo può aiutare sia te sia la persona diversamente abile a vivere più serenamente.

x

Il pensiero positivo può anche aiutare a presentare la disabilità del tuo familiare in modo positivo davanti alle altre persone della tua comunità.

x

Il pensiero positivo ti aiuterà a trovare le persone giuste al momento giusto per supportarti in diverse prospettive.

x

Il pensiero positivo ti aiuterà a mettere enfasi sulle risorse piuttosto che sulle difficoltà.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Parte pratica 7.5 Esercizio per il pensiero positivo Prova questo esercizio per sviluppare l’abitudine ad avere più spesso pensieri positivi sulle cose che sono andate bene. Le persone che fanno questo esercizio sul pensiero positivo dicono che si sentono più felici, meno preoccupare e meno tristi. 1. Ogni giorno per la prossima settimana, prenditi 10-15 minuti prima di dormire per scrivere tre cose che sono andate bene e perché. Potrebbero essere cose molto semplici come ‘Mio figlio mi ha fatto un bel sorriso questa mattina’. O potrebbe essere qualcosa di più grande, per esempio ‘ho prenotato le vacanze per la famiglia’. 2. Sottolinea ogni ‘questo è andato bene oggi’; scrivi cosa hai fatto per farlo succedere. Per esempio se scrivi ‘Mio figlio mi ha fatto un bel sorriso questa mattina’, poi puoi scrivere ‘gli ho sorriso e lui lo ha rifatto’. 3. Potrebbe sembrarti strano all’inizio, ma diventa più facile con la pratica. Cerca di darti una settimana. Controlla le tue note alla fine della settimana. 4. Condividi questo esercizio con i familiari e gli amici.

7.6 Come accogliere i comportamenti positivi

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO

Fig. 4.9 Il motto di Scott Hamilton (Copyrights http://feministsonar.com/2012/10/i-am-not-your-motivationalposter/ )

Vi suggeriamo queste raccomandazioni generali che possono ridurre il bisogno di intervento dello psicologo per aiutarti a formare il pensiero positivo e a promuovere i comportamenti positivi ad livelli alti. Queste sette raccomandazioni ti serviranno per porre le basi del pensiero positivo così come per accogliere il comportamento positivo in modo da assicurarti una vita quotidiana più tranquilla e meno stressante. Questa è una semplice lista, non una presentazione gerarchica – la prima non è più importante della seconda e la decima non è l’ultima o la meno importante. Gli esseri umani tendono a classificare le cose per importanza ….ma ora cerca di evitare di farlo mentre leggi. 1. Sviluppare l’orientamento del “SI” Sappiamo tutti che ci sono troppi “no” nelle attività quotidiane. C’è una grande quantità di potere nell’abilità di dire ‘no’ alla richiesta di qualcuno. E’ un potere che ci 50


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO tenta ad usarlo. Spesso quando diciamo ‘no’ intendiamo ‘si ma più tardi’. C’è una grande differenza tra queste due frasi. Anche quando chiarifichi il ‘no’ e dici ‘no, non adesso’, la parola che si ascolta è NO!!. ‘Sì possiamo farlo quando abbiamo finito qui’, dimostra molto di più, che il desiderio è stato sentito, riconosciuto e accettato. Affrontiamo; molte persone diversamente abili hanno imparato che possono far trasformare un ‘no’ in un ‘si’ adottando una serie di comportamenti. Ma perché fargli fare ciò? Dire immediatamente ‘sì’ risolve molti problemi. Diventare orientati verso il ‘sì’ è più difficile di quanto puoi immaginare. Coinvolge il ripensamento su come rispondi e valuti l’effetto delle tue parole. Coinvolge il rompere l’abitudine di dire ‘no’ che è difficile da spezzare. Alcune persone diventano immuni al ‘no’ quando è usato forzatamente per un biscotto prima di cena. Dire questo ‘no’ significa ‘no’ solo quando il ‘no’ è un elemento di discussione piuttosto che un rifiuto.

2. Scelte Considera la seguente conversazione e il suo risultato: Jackson: ehi, Mirranda, vuoi lavare i piatti questa sera? Mirranda: Um, no. Jackson: Ma è il tuo turno, deluderesti gli altri. Ho dovuto scrivere questo nel tuo programma. Sei sicura che non vuoi lavare i piatti? Mirranda: Um, sì. Jackson: Devi andare in cucina e lavare i piatti proprio adesso! E’ la tua sera. Mirranda va in cucina e comincia a parlare al telefono con i suoi parenti. Dopo un po’ la sua ansia inizia a crescere e finisce con il rompere alcuni piatti. Il consiglio base qui non è offrire una scelta a meno che tu non voglia che venga fatta una scelta. Il fatto è che Jackson ha indicato attraverso la sua domanda che Mirranda aveva una scelta, allora Jackson deve rispettare la scelta che è stata fatta. Invece di fare ciò, lui va avanti e comincia a forzare lei nel fare la scelta che lui voglia che faccia. La sua escalation nell’imporre il suo volere si trasferisce a lei e un problema che poteva essere evitato finisce con i piatti rotti. Si potrebbe dire che Mirranda non rompe i piatti perché non voleva lavarli, ma piuttosto perché non era stata ascoltata. Quindi, siate 51


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO attenti con le scelte. Le persone diversamente abili necessitano di avere entrambe le scelte e le prospettive – essere chiari quali sono quali nell’interazione.

3. Dare un po’ di spazio Una delle strategie più comunemente usate che le persone diversamente abili hanno per gestire le situazioni o i sentimenti negativi è quella di immergersi nella privacy. Infatti, nel prepararci a scrivere questa sezione abbiamo fatto una ricerca e trovato che creare uno spazio (usare la privacy, uscire da una situazione) quando si ha a che fare con la rabbia era una raccomandazione descritta su alcune pubblicazione che abbiamo consultato (Brown, Standen, Evert, 2010 Nottingham). La rabbia ha bisogno di spazio. La rabbia è contagiosa. E’ importante dare alle persone tempo per calmarsi. C’è una ragione per cui la rabbia è spesso accompagnata dallo sbattere delle porte! Il forte bang della porta che si chiude è un modo per dire ‘lasciami da solo’ oppure ‘ho bisogno di essere solo proprio adesso’.

Le persone diversamente abili non pensano che hanno il permesso di scappare o di allontanarsi o alternativamente, quando arrabbiati, non ricordano che hanno questa opzione. Semplicemente dì al tuo familiare diversamente abile: “ti do un po’ di spazio proprio adesso”, con un tono di sostegno…ed esci di lì. Questo funziona chiaramente per comportamenti che non sono estremamente pericolosi – ma anche se la persona necessita di costante supervisione, puoi rompere lo sguardo, ridirigere la tua attenzione o usare altre strategie per creare un momento di privacy.

4. Tono, Tono, Tono

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Sei mai stato chiamato ‘stupido’ o ‘incapace’ dal tono della voce di qualcuno? Hai mai detto ‘non mi parlare con quel tono?’ Sei mai stato infuriato con qualcuno perché ti ha parlato come se tu fossi un bambino?

Tutti noi abbiamo usato un tono di voce sgarbato. Tutti noi sappiamo cosa è la rabbia non per quello che diciamo ma per come lo diciamo. Dovremo parlare con un bambino diversamente abile come se parlassimo con un adulto – perché, e questo deve essere detto di nuovo, stiamo parlando con adulti. Attenzione: è in momenti di frustrazione o di rabbia che i genitori tendono ad assumere il tono di ‘adulti superiori’ con le persone diversamente abili.

5. Confini! Confini! Confini! Fino ad ora, nei precedenti argomenti di questo modulo, la questione dei confini è stata sollevata molte volte. Adesso parleremo di confini riferiti allo spazio e alla privacy. Non andremo a parlare su come stabilire dei confini relativi la tua relazione con la persona diversamente abile. Vogliamo parlare di un confine diverso – quello tra la vita della persona diversamente abile e la tua opinione. C’è un duro confine da stabilire! Una delle più grandi sfide che esiste è l’idea che tutti abbiamo (ammettilo) che noi sappiamo meglio come il nostro ragazzo dovrebbe vivere la sua vita. Dobbiamo uscire da questa idea velocemente. Le persone diversamente abili sono stanche di vedere la loro vita analizzata, valutata e commentata. Se hai mai avuto un ospite a casa che ti ha avvisato di tutte le cose che avresti dovuto fare diversamente e meglio, sai bene quale tipo di rabbia questo feedback ti avrebbe dato. Quindi ricorda che ‘non è della tua vita che si parla’ e che ‘non è la tua vita da vivere’ e, forse ancora più importante, ricorda che non interferire ora e dopo risulterà nel diminuire la voglia di tirarti un vaso che la persona diversamente abile possa avere.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO 6. Fai attenzione Le persone diversamente abili indipendentemente dall’età hanno bisogno di attenzione e di sentirsi accettate, anche nella famiglia che è l’ambiente più vicino e amichevole per loro. Essere un genitore di una persona diversamente abile è “un lavoro 24/7”, che può essere stancante e pieno di richieste. Comunque dovresti ricordare che il tuo bambino diversamente abile ha bisogno della tua attenzione e di parlare e condividere con te i suoi pensieri, sentimenti, le emozioni, i pericoli, le preoccupazioni. Cosa puoi fare per dare per esempio 15 minuti al giorno per interagire con il tuo familiare diversamente abile attentamente, senza essere distratto dalle telefonate, domande di altri familiari, ecc.? Lei/lui ha bisogno di sapere che questi 15 minuti sono solo per lui/lei e che la tua attenzione è mantenuta e dedicata solo a lei/lui. Così, semplicemente, assicurati che l’attenzione non è limitata. Sii sicuro che le interazioni siano regolari e che avvengano in momenti definiti quando le persone coinvolte sanno che avranno tempo per parlare, risolvere le questioni insieme o semplicemente divertirsi.

7. Comunicazione Pensa alle volte in cui sei arrabbiato. Ti sei mai seduto con il tuo familiare e hai mai detto “Mi dispiace, sono molto arrabbiato adesso e penso di aver bisogno di un drink e un po’ di relax?”. Come essere umani non esprimiamo i nostri sentimenti attraverso le parole. Li comunichiamo in altri modi che segnala agli altri che siamo arrabbiati. Questi segnali sono fortemente adattivi e importanti. Abbiamo bisogno di sostenere i nostri familiari piuttosto che richiedere loro di fare ciò che noi non facciamo. Non possiamo aspettarci: “Oh, caro, mi sento frustrato adesso e ho bisogno di un po’ di tempo per riprendermi dalla conversazione prolungata”. Sviluppa segnali, sviluppa una strategia accordata per comunicare quando c’è frustrazione o rabbia o il bisogno di stare da soli.

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Parte pratica

7.7 Consigli per il pensiero positivo

Fig. 4.10 Circolo del pensiero positivo

1. Usa solo parole positive quando parli – Quando parli al tuo familiare o ad altri, cerca di usare parole positive. Frasi positive: “Sì, tu puoi.”, “C’è un modo per uscirne.”, “Le cose andranno meglio.”, “La situazione sta migliorando”., “Credo …”, “ho la forza di”, “Hai la forza di”, “Avrai successo” Cerca di evitare parole negative come: “non”, ”non puoi” “no,” “non farlo” e “no.”

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO 2. Riempi la tua mente con pensieri positivi – Costantemente cerca il lato positivo. Cerca ciò che ti piace di te stesso, della persona diversamente abile, delle altre persone, della tua vita. 3. Celebra – Condividi il tuo successo con gli altri. Celebra ogni cosa che accade nella tua vita. Indipendentemente da grande o piccola che sia, festeggiala…anche se è semplicemente uscire dal letto. 4. Sorridi – Ci sono giorni in cui sorridere è la cosa più lontana dalla tua mente, ma solo il semplice atto di sorridere ti mette in uno stato più positivo. Sorridi ogni volta che ti vedi allo specchio. Sorridi quando vedi gli altri. Sorridi senza motivo. 5. Fai pace con il passato – Pensi mai a momenti del tuo passato in cui ti sei sentito imbarazzato, impaurito o arrabbiato? Rivedi gli eventi che vorresti fossero andati diversamente? Le tue emozioni sono connesse ai tuoi pensieri. Se cambi i tuoi pensieri, le tue emozioni cambieranno? Lascia il passato. Realizza quanto è accaduto nel passato e che non puoi fare niente per cambiarlo. Ma puoi cambiare il tuo presente e il tuo futuro perché è lì che si trova il tuo potere. 6. Gratitudine – Sii grato per la tua vita. Mantieni un occhio per le cose su cui essere grato – un tramonto, un sorriso da uno straniero, un buon momento in famiglia. Prima di quanto pensi, queste piccole cose diventano grandi – una fine positiva della scuola, di un corso di formazione, una bella performance, risultati positivi della riabilitazione, ecc. 7. Tecnica dello specchio – Quando ti vedi allo specchio, dì a te stesso tutto ciò che stai facendo o che sta facendo il tuo bambino. “Sei fantastico. La tua presentazione a scuola è andata molto bene e domani avrai il bel risultato che ti meriti.”

7.8. Attività di pensiero positivo Guardo all’orizzonte della tua stessa vita e cerca di identificare quali strategie di pensiero positivo ci possono essere. Quando consideri la tua vita, quale comportamento, pensieri, o interazioni pensi che le persone adottano che sono più premianti? Nella prossima settimana, fai attenzione a te stesso e agli altri. Quando tu e i tuoi familiari siete ottimisti e impegnati? Cosa sta accadendo? 56


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Cosa non è accaduto? Vedi se riesci ad identificare strategie potenzialmente efficaci nella settimana che viene. Vai avanti e crea la tua lista di possibili strategie qui: 1. 2. 3. 4.

7.9 Riflessione Hai delle riserve rispetto all’obietto di diventare una persona più felice e positiva?

Hai delle riserve sul dire gli altri, incluso il tuo familiare diversamente abile, su come diventare più felice?

Sentiti libero di scrivere le tue risposte qui:

7.10 Esercizio “perché non è così ovvio?” Siamo sicuri che hai alcune teorie su come poter aumentare il pensiero positivo del tuo familiare diversamente abile. Prenditi un momento ed elenca cinque cose che pensi potrebbero aiutare. 1. 2. 3. 4. 5.

57


MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO

7.11. Esercizio “Auto-valutazione della felicità” Ecco un esercizio che dovresti suggerire al tuo familiare diversamente abile. Per ogni delle seguenti affermazioni e/o domande, per favore chiedi al tuo familiare diversamente abile di selezionare il punto sulla scala che è più appropriato per descriverlo/la. 1. In genere, considero me stesso: 1

2

3

4

5

6

una persona non molto felice

7 una persona molto felice

2. Rispetto ai miei compagni, considero me stesso: 1

2

3

4

5

6

meno felice

7 più felice

3. Alcune persone sono in genere molto felici. Loro apprezzano la vita indipendentemente da ciò che succede, prendendo il meglio da ogni cosa. In quale grado questa caratteristica ti riguarda? 1

2

3

4

5

6

per niente

7 molto

4. Alcune persone in genere non sono felici. Sebbene non siano depresse, non sembrano essere felici come potrebbero essere. In quale grado questa caratteristica ti descrive?

1

2

3

4

molto

5

6

7 per niente

Schema del punteggio:

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Somma i quattro numeri che hai segnato e dividi per 4. Al fine di comparare, il punteggio medio di questa scala va da 4,5 a 5,5. Prendi in considerazione la differenza quando determini quello del tuo familiare. Ma non ti preoccupare troppo del confronto con la media. Il messaggio da considerare qui è che tu puoi usare le strategie di questo corso per accresce il pensiero positivo del tuo familiare diversamente abile e la felicità sopra questi numeri! Pensa di nuovo alle cose che hai elencato prima in relazione al tuo familiare diversamente abile – cosa lo/la renderebbe felice? C’è qualcosa che determina cambiamenti nelle sue circostanze di vita piuttosto che l’esperienza o le attività?

7.12 Esercizio “Pensiero positivo – gratitudine e ottimismo” Usando la scala sotto come guida, scrivi un numero accanto ad ogni frase per indicare quanto sei d’accordo con essa. L’esercizio può essere fatto anche dal tuo familiare diversamente abile.

1 – forte disaccordo 2 – disaccordo 3 – lieve disaccordo 4 – né accordo né disaccordo 5 – lieve accordo 6 – accordo 7 – fortemente d’accordo

___ 1. Ho così tanto nella vita di cui essere grato. ___ 2. Se dovessi elencare ogni cosa di cui sono grato, sarebbe una lista molto lunga. ___ 3. Quando guardo il mondo, non vedo molto per cui essere grato. ___ 4. Sono grato a un grande numero di persone. ___ 5. Diventando adulto, trovo che riesco ad apprezzare di più le persone e le situazioni che sono state parte della mia storia di vita. ___ 6. Passa molto tempo prima che mi senta grato per qualcosa o qualcuno. Schema di punteggio:

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MODULO 3 EMPOWERMENT PSICOLOGICO Nota che le frasi 3 e 6 hanno un “punteggio inverso”, quindi devi sottrarre il punteggio che hai dato o che il tuo familiare diversamente abile ha dato da 8 prima di considerare il punteggio come un’indicazione del tuo/suo senso di gratitudine e pensiero positivo. Questo esercizio è un modo di riflessione per te e per il tuo familiare diversamente abile. Permette ad entrambi di pensare e parlare dei vostri pensieri. Alcune persone guardano alla loro vita e vedono molte cose di valore e ne sono grate. Per altri, questo non avviene naturalmente. Ma fortunatamente, c’è ragione di credere che la maggior parte di noi può aumentare la sua esperienza di gratitudine e di pensiero positivo. Cosa ne pensi?

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