gianluca chiostri
Orienta Moschea e Centro Culturale Islamico di Firenze come rigenerazione della ex-area industriale Campolmi
tesi | architettura design territorio
Il presente volume è la sintesi della tesi di laurea a cui è stata attribuita la dignità di pubblicazione. “Viene conferita dignità di pubblicazione per la completezza e originalità della ricerca che costituisce un progetto su un argomento di grande attualità e complessità”. Commissione: Proff. P.Bellia, M.Berni, A.Breschi, F.M.Lorusso, S.Mecca, M.De Santis, G.Tempesta, G.Tucci, G.Bartolozzi
Ringraziamenti Prof. Saverio Mecca, Università degli Studi di Firenze — DIDA, Relatore di tesi Prof. Arch. Alberto Breschi, Università Studi di Firenze — DIDA, Correlatore progetto architettonico Dott. Giovanni Bartolozzi, Università Studi di Firenze — DIDA, Assistente correlatore progetto architettonico Prof. Arch. Giacomo Tempesta, Università Studi di Firenze — DIDA, Correlatore tecnologia di progetto Prof. Lamia Hadda, Università Studi di Firenze — DIDA, Supervisione analisi dell’architettura islamica per la pubblicazione scientifica Imam I. Elzir, Imam della Comunità Islamica di Firenze e Toscana Atelier Lion Associés di Parigi, Progetto dell’Istituto Culturale Islamico di Parigi Arch. M. Mancini, Autore del rilievo e delle foto dell’archeologia prima dell’incendio G. D’Eugenio, Presidente del Quartiere 4 del Comune di Firenze Arch. S. Grillo, Direzione Urbanistica Comune di Firenze Ing. G. Di Noi, Direzione Ambiente Comune di Firenze Dott. N. Sbolci, Geologo Prof. M. Menicatti, Preside della scuola Martin Luther King di Firenze Gruppo fotografico Rifredi Immagine, fotografie della mostra Antiche piazze, Nuove suggestioni in copertina Schemi planimetrici di progetto
progetto grafico
didacommunicationlab Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze Susanna Cerri Gaia Lavoratti
didapress Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze via della Mattonaia, 8 Firenze 50121 © 2018 ISBN 978-88-3338-079-7
Stampato su carta di pura cellulosa Fedrigoni Arcoset
gianluca chiostri
Orienta Moschea e Centro Culturale Islamico di Firenze come rigenerazione della ex-area industriale Campolmi
Presentazione
Conosco Gianluca da molto tempo. Ha svolto con me più di un esame, consentendomi di scoprire le sue notevoli qualità progettuali sospinte sempre da una curiosità innata e da una ferma volontà di applicazione e miglioramento. Qualità indispensabili per intraprendere un percorso di tesi di laurea particolarmente impegnativo e ambizioso: progettare una moschea a Firenze utilizzando una vecchia fabbrica dismessa. La tesi è stata strutturata in forma di racconto, articolata in capitoli che si avvicendano in sequenza, frazioni studiate e isolate dal resto della storia ma che costituiscono i momenti cruciali della narrazione e che, nel loro insieme, identificano e danno origine al progetto. Si susseguono così la storia della moschea, le sue articolazioni funzionali e tipologiche, i riferimenti letterari, le analogie degli spazi e di temi comuni dell’architettura islamica con quelli dell’archeologia industriale della Campolmi. Primo fra tutti il riferimento delle tessiture traforate in cotto dei paramenti esterni della Campolmi alle moucharabieh islamiche. A questa indagine si interseca lo studio del contesto, la storia delle trasformazioni urbane della prima periferia della città di Firenze, la verifica sul contenitore, la sua peculiarità tipo-morfologica, i materiali, la struttura, fino all’analisi percettiva. Gli ultimi capitoli riguardano il tema dell’archeologia urbana a Firenze, ed infine la connessione e l’intersecarsi di tutti i temi con il progetto di rigenerazione urbana. Analisi e indagini che, nella logica e nella sensibilità di Gianluca, acquisiscono valenza profetica e gli indicano i segni della predisposizione della vecchia fabbrica ad accogliere la moschea, che diviene così la moschea di Firenze. Un progetto radicato nella memoria che acquisisce ora nuova identità: questo il tema del progetto che vuol essere ad un tempo, una sfida e un messaggio. Bisognava misurarsi con l’intento di far coesistere in un progetto architettonico per Firenze, la complessità di un’organizzazione spaziale e funzionale, quale quella di una moschea, con un’architettura novecentesca nata per accogliere il mondo della produzione e del lavoro, senza comprometterne la memoria e le sue parti costitutive. E quindi non si trattava soltanto di una difficoltà ad organizzarne le funzioni, ma soprattutto era arduo spingersi verso una nuova tipologia derivata dalla metamorfosi di un contenitore che,nell’immaginario della città, aveva per lungo tempo offerto un segnale visivo di quel rinnovamento produttivo che aveva caratterizzato Firenze nel periodo post-bellico. Ed ancora di sfida si trattava nel mantenere il segno urbanistico e attribuirne il valore non tanto ad una funzione fortemente individuata,quanto ad un segno di integrazione e di incontro tra culture diverse in grado di generare forme e significati nuovi. La necessità di mediare lo spazio laico con quello sacro e la planimetria urbana con quella della sala religiosa orientata verso la Mecca, porta alla reinterpretazione della tipologia della ziyada, progettata non più come spazio purista che annulla e nasconde le parti che va mediando, ma come “spazio urbano compreso”e il recinto della ziyada corrisponde ai vecchi limiti planimetrici del complesso industriale che resta così ancora leggibile. Nel progetto di Gianluca non esiste più un segno industriale o un segno islamico, ma un repertorio di architetture ibridate antiche e contemporanee che davvero sono il segno vitale e irrinunciabile di una cultura in divenire; mi piace pensare che sia questa scuola fiorentina, e questo giovane architetto, a farsene promotori ed a sottolinearne i valori. Prof.Arch. Alberto Breschi Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze
5
Introduzione alla tesi
pagina a fronte Il tema della continua trasformazione della città sintetizzato nelle trasformazioni della moschea-cattedrale di Cordova, Spagna. A ritroso da sinistra verso destra: trasformazione in Cattedrale, 1236; Espansione di al-Mansur, 987; Ampliamento di al-Hakam II, 962; Ampliamento di ‘Abd alRahman, 951; Moschea del venerdì di ‘Abd al-Rahman, 787.
La rigenerazione di un’area di circa
scenario che vive la popolazione
lo svago e lo sport. Ciò che manca
vicinanza di Firenze può esercitare
38.000 metri quadri all’interno di
metropolitana: una popolazione
all’Omnia Center per andare oltre il
un grande richiamo sociale senza
un quartiere caratterizzato da un
dinamica che grazie alle moderne
format del centro commerciale è un
comportare problemi di traffico per
delicato contesto sociale e al tem-
infrastrutture con velocità si spo-
assetto e un aspetto che risponda
il quartiere che la ospita.
po stesso collocata in una posizione
sta a chilometri di distanza mentre
a una relazione critica con il conte-
Di fronte a tutto questo il Regola-
strategica all’interno dell’assetto
grazie a Internet è continuamente
sto. Se quella appena descritta è un
mento Urbanistico 2014 di Firenze
urbanistico fiorentino. Un’archeo-
connessa a informazioni e ad altre
esempio di piazza metropolitana, i
orienta il futuro della archeologia
logia industriale da recuperare e in
persone da tutte le parti del mon-
monumenti sono invece rappresen-
verso la messa in sicurezza del suo
cerca di funzione. Il progetto della
do. Una popolazione impedita dai
tati dai contenitori dismessi delle
stato di rudere e un riuso della sua
Moschea di Firenze e Toscana in
limiti della ex-periferia a connetter-
vecchie fabbriche come la ex-Cam-
superficie utile per la realizzazione
cerca di luogo. Tre temi di fronte ai
si anche nello spazio urbano perché
polmi. La loro mole permette di
di nuovi complessi pluriresidenzia-
quali questo lavoro si pone come
privata di idonei scenari di incontro
ricavarci le più svariate funzioni, la
li analoghi a quelli che affollano il
orientamento all’approccio urbano
che non siano centri commerciali.
loro visibilità e valore storico tan-
quartiere-dormitorio attorno5. L’in-
e architettonico che un’area come
Creare una piazza all’interno della
to nell’immaginario del collettivo
tervento viene presentato con la re-
l’ex-Campolmi e un tema quale la
città metropolitana significa crea-
quanto in termini di landscape non
alizzazione di aree di verde pubblico
Moschea di Firenze richiedono .
re un complesso che in virtù delle
può essere uguagliato da nessuna
attorno al rudere quando invece i
Oggi la periferia non esiste più, per-
sue attività sia un attrattore so-
costruzione ex-novo. “Se l’illumi-
vicini 100.000mq di Parco Vogel e il
ché non esiste un fuori urbano. La
ciale e socializzante. Un esempio è
nismo ha ispirato una generazione
verde già presente nel Quartiere 4
città italiana contemporanea nasce
l’Omnia Center di Prato: il progetto
di architetti nel trasformare le in-
richiede di essere meglio connesso
dalla connessione infrastruttura-
si presenta come pura energia non
frastrutture urbane in programmi
e di essere attrezzato con strutture
le di più polarità, alla quale segue
riducibile all’atto costruttivo, piut-
capaci di strutturare la città di oggi,
socializzanti ad esso complementa-
una fusione edificatoria spesso
tosto alla definizione di comporta-
noi non possiamo essere meno am-
ri in modo da articolare una rete di
incompleta e che genera un pae-
menti metropolitani . Il complesso
biziosi. È nostro compito piegare la
connessione ecologica e al tempo
saggio frammentario. Ora pezzi
affianca a negozi la presenza di
potenzialità delle macchine della
stesso distribuire vivacità urbana
di città-dormitorio, ora isole verdi
vari servizi di terziario, bar, risto-
periferia urbana a vantaggio della
sul territorio. In questa prospettiva
sconnesse dal sistema ecologico,
ranti, cinema multisala, sale giochi,
collettività urbana” . La ex-fabbrica
lo strategico comparto urbano della
ora territori rururbani . È in questo
bowling, spazi per videoproiezioni
Campolmi è al centro del pezzo di
ex-fabbrica anziché esser trasfor-
pubbliche, spazi attrezzabili per
città che può rianimare e grazie alle
1
2
La seguente pubblicazione è la sintesi di una tesi di laurea discussa presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze a luglio 2014. 2 Aree in cui si è perso il carattere di ruralità ma dove non si ha una definita presenza urbana. Si veda S. Boeri, L’anticittà, Bari, Laterza, 2011. 1
3
Lettura del progetto prendendo in prestito le riflessioni di A.Branzi sulle necessità della città contemporanea. Si veda Branzi A. 2006, Modernità debole e diffusa, Skira, Milano, p. 16.
3
4
infrastrutture della mobilità e alla 4 Office KerstenGeers David Van Severen 2012, Architecture without content, «Domus» n. 964, p. 2.
La variante 2019 se da un lato introduce aspetti legati alla viabilità in parte vicini a questo studio, dall’altro rinuncia alla definizione di un masterplan unico di rigenerazione urbana dell’area. Si veda Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze, Allegato B3 NTA Vol.3 - VarExMT, p. 637 e p. 649.
5
mato da ‘margine’ a ‘nodo urbano’
Tra i cittadini residenti a Firenze si
di persone con altro credo e cultura
disinformazione di ogni genere. Per
viene congelato nella sua fram-
stima che il numero dei fedeli mu-
che rappresentano una realtà fio-
quanto emerso nel 2012 dal percor-
mentazione in proprietà diverse
sulmani sia di circa 11.000 . L’attua-
rentina concreta e consolidata ma,
so partecipativo con la città, e per
impedendo ogni evoluzione futura
le sala preghiera di Borgo Allegri è
che viene interpretata attraverso il
esempi contemporanei come l’ICI di
mentre l’archeologia industriale,
un ex-fondo commerciale riadat-
disappunto di spazi precari e inade-
Parigi, il Centro culturale islamico di
ruderizzata, viene privata di eser-
tato con opere provvisorie a sala
guati . Ogni volta che le masse di
Firenze può essere sviluppato come
citare la sua legittima vocazione di
preghiera e che oltre ad avere una
fedeli si riversano sulla strada pro-
un attrattore sociale e socializzante
monumento urbano.
capienza insufficiente ad ospita-
spiciente l’entrata della musalla ,
in grado di risolvere le criticità della
Questa pubblicazione rinnova lo
re in media i circa mille fedeli della
il disagio dei musulmani si riflette
città-dormitorio che la ospita. Per
studio fatto nella sua missione di
cerimonia del venerdì è anche priva
sulla città.
fare questo il Centro culturale isla-
far riflettere sul significato stesso
dell’unico elemento fondamentale
Se il giovane musulmano nato a
mico richiede un luogo già abituato
di “patrimonio storico”. Se la storia
per una moschea, l’orientamento
Firenze necessita di spazi idonei
alle differenze12: tema che caratte-
è un sistema continuo di fecondità,
verso la Mecca7.
per conoscere la sua religione al
rizza l’intera storia del Quartiere 4
nel momento in cui noi contempo-
Ogni fenomeno culturale che attra-
tempo stesso la città di Firenze è
e di cui la ex-fabbrica Campolmi è
ranei non rispettiamo il passato im-
versa una società è un dato di fatto
priva di un luogo di incontro con la
monumento.
pedendone la continuità nel futuro,
che non lascia all’uomo l’opzione
comunità islamica fiorentina come
Le varie analisi di conoscenza del
allora veniamo meno al vero signifi-
del rifiuto ma solo quello della sua
è stato realizzato in passato per la
luogo e della cultura islamica sono
cato di “storia” e di “sostenibilità”.
interpretazione : la mostra foto-
comunità ebraica, russa ortodos-
state affrontate non come fasi in-
Al tempo stesso la tesi vuole orien-
grafica Antiche piazze nuove sug-
sa, buddista ecc. Mai come oggi la
troduttive per lo sviluppo del pro-
tare verso una più valida alternati-
gestioni del gruppo Rifredi Imma-
città europea necessità di luoghi
getto bensì come obiettivi di tra-
va capace di risolvere le criticità del
gine mette a fuoco sulla presenza
che celebrino l’incontro di culture
guardo. Ne deriva che la proposta
diverse in modo da combattere la
progettuale rappresenta la sintesi
6
8
9
“luogo in cerca di funzione” attraverso una “funzione in cerca di luogo”. La Comunità Islamica di Firenze e Toscana cerca la localizzazione per il futuro Centro culturale islamico di Firenze. Oggi la Comunità Islamica di Firenze ha sede in Borgo Allegri e, dal nucleo originario del 1990, sono nate nel corso degli anni altre comunità in tutta la Toscana.
La futura moschea fiorentina dovrebbe poter ospitare circa 1000 fedeli che corrisponde al numero medio di frequentatori della preghiera del venerdì in quanto un edificio proporzionato ai flussi dei grandi eventi come la fine del ramadan comporterebbe uno spazio vuoto per tutti gli altri giorni dell’anno. Sociolab, Documenti di sintesi del percorso partecipativo “Una Moschea per Firenze”, unamoscheaperfirenze.it, 2012. 7 Dalla visita con Izzedin Elzir, imam della comunità islamica di Firenze e Toscana della sala preghiera di Borgo Allegri. 8 Ferrari M. 2012, Dietro a un dito, «Casabella», n. 809, Mondadori, Milano, p. 103. 9 Il gruppo fotografico Rifredi Immagine ha organizzato nel marzo 2014 la mostra Antiche piazze, nuove suggestioni presso gli spazi espositivi delle
10
11
6
critica delle analisi fatte: non un ex-Murate di Firenze, con oggetto lo scenario storico del Quartiere 1 di Firenze in relazione con il suo contenuto sociale contemporaneo. 10 A distanza di anni la moschea fiorentina è ancora una funzione in cerca di luogo. 11 I semplici oratori, o musalla, diffusi come parrocchie, facilitano ai fedeli lo spostamento per la preghiera, ma essi necessitano di una moschea di coordinamento e di rappresentanza, in grado di ospitare spazi secondari per attività culturali e ricreative. Attività che per l’assenza di spazio in Borgo Allegri vengono svolte in altre strutture pubbliche messe a disposizione dal Comune di Fienze nei giorni di sabato e di domenica. Sociolab, op. cit.
progetto di concept sviluppato per esclusione di fattori fino alla genesi di un’immagine comunicativa, ovvero un progetto di context che nasce dall’integrazione critica delle varie pluralità.
7 12
Ibidem.
in alto Medina Fes el Bali, Marocco: ortofoto; analisi di confronto dei cortili privati e urbani con quello della grande moschea; zoom di analisi del tessuto urbano attorno alla moschea congregazionale. Moschea congregazionale — Comunità Strada principale — Spazio pubblico Strada interna o a fondo cieco — Vicinato Filtro di ingresso — Privato Cortile interno — Intimità Moschea congregazionale - Comunità Strada principale - Spazio pubblico
Prima trama: Architettura islamica
Immagine della città islamica
ca un carattere insieme realistico e
Nella comunità musulmana ogni fa-
casa a corte asiatica, quella islamica
L’idea di “arte e architettura islami-
spirituale. Titus Burckhardt afferma
miglia costituisce una micro-unità
non è ricavata da un recinto che chiu-
ca” intesa come insieme di caratteri
al riguardo come non sia errato par-
sociale e religiosa. Nel ritrovo della
de volumi diversi bensì è il cuore at-
che permettono di identificare ope-
lare di arte araba riguardo l’Islam. In
preghiera collettiva del venerdì ogni
torno alla quale si orienta e viene illu-
re differenti non trova altrettanto ri-
virtù della grande varietà di espres-
nucleo familiare diventa componen-
minata ogni stanza.
scontro nella cultura artistica islami-
sioni artistiche e architettoniche non
te di quella macrostruttura che è l’in-
Come le strade delle varie arti e me-
ca poiché manca il peso che ha eser-
si possono ridurre le manifestazio-
tera comunità sotto la guida dell’i-
stieri fiorentini anche i bazaar era-
citato la trattatistica nella cultura
ni dell’Islam all’arabismo ma, al con-
mam. Allo stesso modo la città ara-
no articolati per sezioni merceologi-
occidentale. Non è nella presenza di
trario, è quest’ultimo che è stato dif-
ba appare dall’alto come un bloc-
che con intensità di botteghe e valo-
elementi esclusivi della produzione
fuso e idealizzato dall’Islam . Data
co compatto, punteggiato da pic-
re dei prodotti decrescente man ma-
artistica musulmana che si posso-
l’impossibilità all’interno di questo
coli crateri attorno alla Grande Mo-
no che ci si allontanava dal centro.
no rintracciare le specificità che la di-
studio di rappresentare l’intera rosa
schea . Questo rapporto che regola
Viceversa la circolazione di persone
stinguono dalle altre culture: la tipo-
dell’arte islamica, l’analisi riguarderà
la sfera privata della famiglia a quel-
e beni rallenta con l’addentrarci nella
logia a corte la si trova tanto nell’a-
solo alcuni temi ritenuti paradigma-
la pubblica della comunità è espres-
città. Le coperture di tralicci o di vol-
bitazione mediterranea che in quella
tici.
so da una precisa nomenclatura della
te in mattoni dei bazaar non servono
orientale, il fitto tessuto residenziale
Nel caso specifico dell’urbanistica,
rete stradale: strada primaria di uso
tanto a facilitare i trasporti ma so-
con vicoli a fondo cieco lo si ritrova in
eccetto rari esempi come il comples-
pubblico (sari), strade semiprivate
no realizzate per facilitare le occasio-
numerose città storiche di tutta Eu-
so di New Gourna di Hassan Fathy, la
(darb), vicoli ciechi (zuqaq).
ni di scambio sociale e commerciale.
ropa. Ciò che distingue e riunisce l’ar-
maggioranza delle periferie dei paesi
Secondo le parole del Profeta nes-
Ciò che ancora una volta distingue il
te islamica non sono dunque i singoli
arabi hanno — per motivi economici
suno deve costruire in modo da po-
semplice elemento è il ruolo che es-
elementi costitutivi ma il particolare
— dissociato i caratteri formali della
ter vedere nel cortile del vicino. Il te-
so esercita anche nella dimensio-
modo di connetterli e ricondurli a un
città dal costume di vita musulma-
sto sacro non regola solo i rapporti di
ne sociale dell’habitare musulmano:
sistema che appare sostanzialmen-
no . Nonostante questo la maggio-
vicinato ma anche la faces del tessu-
i bazaar sono le arterie che collega-
te immutabile al variare delle coordi-
ranza dei musulmani dei paesi isla-
to urbano in quanto al contrario del-
no le città agli altri centri commercia-
nate storiche e delle declinazioni re-
mici vive oggi in dette periferie men-
le strade europee le case musulma-
li esterni e rapportano la rete capilla-
gionali.
tre la città storica è ridotta sempre
ne ricevono, in gran parte, luce e aria
re del tessuto residenziale privato ai
Ogni comportamento sociale, im-
più a un ruolo secondario, ad esem-
dalla corte interna . Al contrario di
grandi organi pubblici come mercati
pianto urbanistico, articolazione ar-
pio la città di Fès in Marocco.
una casa colonica europea o di una
murati, ostelli e ricovero delle merci,
chitettonica ed espressione artistica sono influenzati dal Corano, aspetto che conferisce all’intera arte islami-
1
2
Burckhardt T. 2002, L’arte dell’Islam, Abscondita, Milano, p. 62. 2 Russo S. 2009, L’altopiano Iranico, Gangemi, Roma, p. 34.
3
4
bagni pubblici, poste, ospedali, scuo-
1
Cuneo P. 1986, Storia dell’urbanistica. Il mondo islamico, Laterza, Bari, p. 92. 4 Burckhardt, op. cit., p. 163. 3
le coraniche, oratori e, nel cuore della città, la Grande Moschea.
9
In via di principio, una città musul-
sua volta misurato dalla filosofia re-
mana nasce dalla formazione di un
ligiosa. Lo spazio pubblico è proget-
mercato edificato nei pressi di un
tato come precisa variazione del-
santuario e, dalle ramificazioni dei
la regola che organizza quello priva-
bazaar che formeranno anche il tes-
to. Ad esempio, il bazaar è un luogo
suto residenziale tutt’intorno. In
a metà tra stanza e corridoio mentre
quest’ottica la moschea ha svolto
la corte della moschea è un ulteriore
nella città islamica un ruolo simile
superficie interna che può essere de-
a quello che i complessi ecclesiasti-
finita come ipertrofizzazione sociale
ci cistercensi medievali hanno svolto
della corte abitativa. Questa matri-
nella formazione della città di Firen-
ce non va intesa nei soli caratteri for-
ze. La Grande Moschea non era solo
mali delle architetture: un sistema
un luogo religioso, ma grazie al suo
che letto a posteriori è interpretabile
ampio cortile (sahn) presenta uno
in continui spazi di mediazione anzi-
spazio pubblico con funzioni anche di
ché nette divisioni interno-esterno.
svago5. Ancora oggi la moschea con-
in alto Pianta e scorci del bazaar di Kerman, Iran pagina a fronte L’orientamento della moschea verso la Mecca ha caratterizzato il repertorio storico dell’architettura sacra dell’islam nel modo di mediare orientamenti planimetrici e lo spazio urbano con quello per la preghiera. Da sinistra verso destra alcune tipologie differenti di risoluzione di questa comune necessità: Moscha Ibn Tulun, Cairo, Egitto; Moschea Shah Abbas, Isfahan, Iran; Moschea Al-Hakim, Isfahan, Iran; Moschea Lutfullah, Isfahan, Iran.
gregazionale oltre a venir usata per
Architettura Sacra
le pratiche religiose è utilizzata at-
“L’arte dell’Islam presenta una gran-
traverso forme di occupazione libe-
de varietà di stili che si manifesta so-
ra dei suoi spazi per l’insegnamento
prattutto nel senso dell’ampiezza
e lo studio, mentre con il suo cortile è
etnica e geografica e, molto meno
la vera piazza urbana. Nella città ita-
nel senso dello sviluppo storico: un
liana la piazza rappresenta il luogo di
grande potere di integrazione che al
ritrovo pubblico di funzioni diverse
tempo stesso rivela una natura sta-
come religiosa, politica, sociale. Que-
tica. Vi è una minor differenza, ad
sto tipo di spazio nel mondo islamico
esempio, tra l’arte persiana del XIII
lo si ritrova non all’esterno dell’edifi-
secolo e quella del XVI, o tra l’arte
cio religioso o del palazzo politico ma
magrebina del XII secolo e quella del
all’interno del recinto della moschea
XVIII, che tra l’arte magrebina e l’arte
che ad un unico tempo è centro reli-
persiana, di qualsiasi epoca esse sia-
gioso, politico e sociale. Se il tempio
no”6. Nonostante l’arte islamica ab-
pagano è inaccessibile alla popola-
bia un’estetica contemplativa non
zione e la chiesa cristiana ha un uni-
figurativa anziché basata sulla ripe-
co ingresso, la moschea presenta en-
tizione di certi formalismi, ogni mo-
trate e uscite pluridirezionali che la
schea del passato si presenta come
rendono una spugna che raccoglie i
lieve modifica di un dato repertorio
flussi urbani dei bazaar e delle stra-
regionale.
de pubbliche.
Per necessità di sintesi si è scelto
Concludendo, la città musulmana
di trattare quei fondamenti che po-
appare come un sistema segmen-
tremmo definire “sempre validi”.
tato e regolato da uno stile di vita a
L’esistenza dei popoli antichi è dominata da due idee chiave: quella di
5 Hoag J.D. 1989, Architettura Islamica, Electa, Milano, p. 8.
6
Burckhardt, op. cit., p. 123.
7
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7 Fontana abluzioni 8 Iwan del santuario 9 Mihrab santuario principale 10 Sale preghiera d’inverno 11 Corti-giardino scuola coranica 12 Santuari secondari
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1 Baazar 2 Iwan di ingresso 3 Vestibolo 4 Servizi 5 Iwan 6 Sahan a quattro iwan
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1 Ingresso polidirezionale 2 Ziyada 3 Minareto 4 Riwaq del sahan 5 Sahan 6 Fontana abluzioni 7 Mihrab sala preghiera
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Orientamento e ingresso-filtro tramite vestibolo Sale preghiera
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Orientamento e ingresso-filtro tramite ziyada Sala preghiera della moschea ipostila
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Orientamento o verso la ra Mecca e ingresso-filtro tramite corridoio C ie gh Sala preghiera a volta re P
1 Baazar 2 Iwan di ingresso 3 Corridoio 4 Servizi 5 Mihrab sala preghiera
11
origine e quella del centro7. Nel caso
conoscimento della sua unicità. Se-
ni prendevano possesso di una ba-
statica che non è concepito in atte-
dell’Islam la Ka’ba corrisponde a en-
gue il al-salat, ovvero la preghiera che
silica cristiana, come talvolta accad-
sa di un traguardo ma, al contrario, in
trambe le cose, l’origine indica il le-
ogni musulmano rivolge cinque vol-
de in Siria, trasformavano il suo as-
ogni punto gode della sua massima
game dell’Islam con Abramo, ossia
te al giorno verso la Mecca e, ogni ve-
se da longitudinale a trasversale poi-
pienezza. Nell’etimologia del termi-
con la genesi di tutte le religioni mo-
nerdì con tutti i membri della comu-
ché la conversione imponeva anche
ne, “Islam” significa “sottomissione
noteiste, dato che secondo il Corano,
nità nella moschea congregazionale.
un nuovo orientamento della sala di
a Dio” mentre il termine “moschea”
la Ka’ba fu costruita da Abramo e suo
Il terzo e il quarto pilastro riguardano
preghiera. Nel caso di trasformazio-
che deriva dall’arabo “masjid” signi-
figlio Ismaele. Il centro, invece, deter-
rispettivamente l’elemosina obbliga-
ni da basiliche cristiane in moschee
fica “luogo di prosternazione”. La
mina il quinto pilastro dell’Islam (al-
toria (al-zakat) e il digiuno nel mese
i luoghi sacri prevedevano che le ar-
staticità dello spazio architettonico
hajj) obbliga ogni fedele che ne ab-
di Ramadan.
cate interne anziché progredire dina-
valorizza il dinamismo delle proster-
bia le possibilità a compiere, almeno
La chiesa cristiana è caratterizza-
micamente in profondità venivano
nazioni rituali nel corso delle quali la
una volta nella vita, i riti del pellegri-
ta da un centro sacramentale, l’al-
arrestate trasversalmente .
fronte tocca ripetutamente il suolo.
naggio alla Mecca. È importante sa-
tare, verso cui tutto converge: il per-
Nella moschea il mihrab ha la funzio-
L’assenza di arredi crea un contatto
pere che il primo pilastro dell’Islam è
corso di rettitudine della navata, che
ne di indicare il muro della qibla, os-
fisico diretto tra l’uomo e l’aula.
la “testimonianza di fede” (al-shaha-
il cristiano inizia purificandosi sim-
sia la parete orientata verso la Mec-
Lo stesso vale per il rito delle ablu-
da) ossia la sottomissione a Dio e il ri-
bolicamente dal peccato median-
ca. Ne deriva uno spazio dalla natura
zioni che non sono una purificazione
Schuon F. 1968, Regardssurles Mondesanciens, Traditionnelles, Parigi, p. 51. 7
8
te l’acquasantiera termina con la riunione con Dio. Quando i musulma-
solo simbolica. Il lavaggio rituale di 8
Burckhardt, op. cit., p. 39.
braccia, piedi e viso richiede dei ser-
Kaaba Kaaba centro e origine centro e origine
Altare luce della salvezzaAltare di Dio luce della salvezza di Dio
Navata spazio prospettico Navata - dinamica percorso di rettitudine percorso di rettitudine Qibla Qibla orientamento orientamento
Sala - Sala statica prostrazioni a Dio spazio statico prostrazione a Dio
vizi igienici che devono precedere l’in-
schee congregazionali. L’usanza vuo-
gresso alla sala di preghiera ma senza
le che l’imam svolga il discorso del
vincoli di localizzazione se non quel-
venerdì parlando in piedi da uno dei
li relativi al comfort dei fedeli che de-
gradini inferiori.
vono camminare con i piedi denuda-
Infine, seppure non sia uno spazio
ti. L’uso del tappeto è trasposizione
sempre presente all’interno dell’ar-
“nomade” di questo aspetto, il fede-
ticolazione di una moschea, la ma-
le deve pregare in un luogo purificato.
drasa è una funzione non trascura-
La catarsi del fedele nella preghiera
bile all’interno dello studio dell’archi-
iniziata con l’isolamento dall’esterno
tettura islamica. Il nome deriva dal
e dal tempo, è poi resa attiva dal di-
verbo arabo darasa che significa stu-
retto coinvolgimento del corpo con lo
diare. Sono scuole che possono es-
spazio dell’aula e, infine resa totale
sere sia pubbliche che private e, na-
dall’ascolto dell’Imam. Il minbar, ge-
te per l’insegnamento della dottri-
neralmente alla destra del mihrab,
na del Corano e della legge islamica,
è una via di mezzo tra un pulpito e
con il tempo si sono strutturate fino
un trono regale e non è presente nei
a diventare delle vere e proprie uni-
semplici oratori ma solo nelle mo-
versità. Lo stretto legame che que-
pagina a fronte Confronto tra la nozione di facciata islamica e fiorentina attraverso il confronto della moschea Masgidi Gami di Isfahan in Iran (foto a colori a sinistra) con la chiesa di Santa Croce (foto in bianco e nero a destra). In entrambi i casi si ha un prezioso apparato che antecede e celebra l’ingresso interno a un corpo di fabbrica realizzato in materiale povero. La vera differenza è che la facciata islamica è quella sulla corte interna. in alto Trasposizione del culto religioso in spazio architettonico. Confronto dell’aula da preghiera islamica con quella cristiana attraverso foto e analisi della chiesa di San Lorenzo a Firenze (a sinistra) con la moschea di Cordoba, Spagna (a destra).
13
sta funzione ha con la moschea è di-
era costituita da quattro scuole in-
coprire ma di smaterializzare11. La ri-
della scrittura Coranica secondo i ca-
mostrata dal fatto che la madrasa
terne, una per ogni dottrina giuridica
petizione infinita di pilastri della sa-
ratteri dell’aniconismo. Nelle artico-
poteva essere ricavata in uno spazio
e, dato che per via della recitazione
la ipostila di Cordoba e gli arabe-
lazioni di grandi complessi architet-
interno della stessa moschea con-
coranica sono spazi molto rumorosi,
schi delle maioliche delle cupole di
tonici regali (come quello dell’Alham-
gregazionale oppure sorgere nelle
le aule erano isolate dalla corte cen-
Isfahan sono modi diversi di rappre-
bra di Granada, di Qal’a Beni Ham-
sue vicinanze, in quest’ultimo caso
trale attraverso un ingresso-fitro si-
sentazione dell’infinito.
mad in Algeria o polifunzionali come
la madrasa era dotata di un proprio
mile a quello dell’ingresso principale.
Secondo Titus Burckhardt l’intera
la kulliye13 di Haseki Hurrem) la tra-
espressione artistica dell’Islam è ri-
sposizione del Verbo coranico con-
oratorio9. Nei suoi tratti essenziali la madrasa era un edificio a corte ac-
Aniconismo Islamico
flesso del Verbo coranico: l’arte del-
duce allo sviluppo di spazi simmetri-
cessibile tramite un ingresso-filtro
Il tema delle immagini è la chiave di
la scrittura è ritenuta la più nobile tra
ci e dominati da assi principali d’im-
che si affacciava su una strada pub-
volta di tutta l’espressione artistica
tutte le arti poiché conferisce forma
provviso rotti da cambiamenti d’as-
blica. Dai porticati della corte si po-
dell’Islam. Alla base del tutto sta la
visibile al Messaggio rivelato da Dio.
se e passaggi deviati che segnano le
teva accedere alle latrine, agli allog-
testimonianza di fede che si oppone
Replicando il ritmo della recitazione,
diverse soglie di intimità. La comple-
gi degli studenti, alla sala preghie-
radicalmente al politeismo e quindi
il fluido andamento orizzontale del-
mentarità delle orizzontali e vertica-
ra e alle aule studio . Nelle più pic-
la negazione dell’idolatria. L’anico-
la scrittura tende a confondere e a
li della scrittura e l’equivalenza qua-
cole e antiche madrase le aule pote-
nismo inteso come il divieto dell’ar-
livellare le diverse lettere, poi d’im-
litativa dei pieni e i vuoti dell’arabe-
vano coincidere con le celle della cor-
te figurativa rappresenta la dimen-
provviso le aste verticali interrompo-
sco viene in un certo ugual modo qui
te o addirittura con la sala preghiera.
sione platonica musulmana: l’imma-
no la scrittura ma che riprende nuo-
continuata dalla ritmica successione
In esempi più strutturati la madrasa
gine inanimata che tenta di raffigu-
vamente corso .
di spazi chiusi e aperti.
rare la creazione divina non è che un
In ugual maniera l’arabesco attra-
Quanto detto per la recitazione e la
guscio vuoto, una menzogna idola-
verso il più grande rigore geometri-
calligrafia vale anche per la poesia e
tra. L’arabesco che si estende su in-
co unito al ritmo più melodioso este-
tere superfici non ha l’obiettivo di ri-
tizza le monotonie e le discontinuità
10
Cuneo P. 1986, Storia dell’urbanistica. Il mondo islamico, Laterza, Roma-Bari, p. 91. 10 Hoag, op. cit. In aggiunta, per una rapida comprensione dell’articolazione della madrasa esterna alla moschea, pur ribadendo la differenze riscontrabili a seconda dei diversi regionalismi, si rimanda alla madrasa al-Attarin, Fes, 1330. Come esempio di moschea-madrasa, quella del sultano Hassan, Cairo, 1361. 9
12
Complesso polivalente composto da edifici religiosi, scuola, appartamenti, bagni e cucina per i poveri e in alcuni casi pure da un ospedale.
13
Burckhardt, op. cit., p. 49. 12 Ibidem, pp. 72-73. 11
pagina a fronte Le muqarnas (a destra la sala Abencerrajes, Palazzo dell’Alhambra, Granada, Spagna) possono essere definite come artificio architettonico islamico al pari del pennacchio europeo (in alto a sinistra Cappella Pazzi, Santa Croce, Firenze) di trasformazione spaziale della pianta quadrata in una copertura a cupola. Se l’umanesimo rinascimentale celebra la geometria come strumento di misurazione dello spazio al contrario la soluzione islamica mira alla rarefazione del medesimo. Tragedia civile (in basso a sinistra) è un opera d’arte di Jannis Kounellis che ha significato diverso ma caratteri formali vicini alla filosofia aniconista: una rarefazione non intesa come apertura sul contesto esterno ma su una dimensione interiore. Rappresentazione dell’invisibile. a destra Monotonie e discontinuità all’interno del vario repertorio artistico islamico. Calligrafia di una pagina del Corano del X° secolo; moucharabieh del mausoleo di Salim Chishti, Fatehpur Sikri, Agra, India; Pianta del complesso Hasseki Hurrem, Istanbul, Turchia (1 moschea, 2 madrasa, 3 ospedale, 4 struttura di accoglienza, 5 scuola primaria).
la musica14 come quanto detto per
ni precedenti in tutti i campi dell’ar-
l’arabesco riguarda sia le decorazio-
te islamica, la quale fu provocata
ni plastiche che gli ornamenti di og-
dal più intenso contatto tra gli arti-
getti, tessuti e superfici architetto-
sti orientali e le culture occidentali15.
niche. Senza contare le analogie tra
Contaminazione reciproca che ha fa-
la successione di spazi filtro con di-
vorito l’ibridizzazione di entrambe le
versi orientamenti planimetrici de-
culture quanto dato inizio alla defi-
gli spazi dei grandi complessi archi-
nitiva rottura tra segno e significa-
tettonici come degli impianti urbani.
to propria dell’epoca globalizzata.
In conclusione, la qualità statica del-
Nello specifico tema della moschea
lo spazio, l’aniconismo e il potere di
la suddetta contaminazione ha por-
integrazione sono, seppur in manie-
tato a un eclettismo formale in cui
ra schematizzata, i tre caratteri at-
anche l’esempio più “originale” è ri-
traverso i quali il Corano unifica l’in-
conducibile alla combinazione ed in-
tera varietà di espressioni artistiche
terpretazione degli elementi degli
islamiche.
esempi storici secondo una tecnolo-
3
4
2
gia e un design contemporaneo. Non Riferimenti contemporanei
è un errore affermare che se in epoca
Nello scenario contemporaneo, i pro-
pre-globalizzata ogni regionalismo
fondi mutamenti sociopolitici ed
islamico faceva riferimento al reper-
economici verificatisi nel mondo isla-
torio della etnia in questione, in epo-
mico hanno portato dal XIX secolo a
ca globalizzata la molteplicità da ri-
un’apparente rottura con le tradizio-
condurre a unità è quella, appunto, Hattstein M., Delius P. 2007, Islam Arte e Architettura, Ready-made, Milano, p. 586. 15
14
Burckhardt, op. cit., p. 70.
5
1 Rilievo Pianta funzioni Rilievo Pianta/ Progetto Centro studi Masterplan/ Ziyada
0
Alloggi Uffici
10m
15
zi non visivi ma unicamente uditivi.
gestisce l’ICI si registrano mostre
Anche sul piano formale la progetta-
d’arte, concerti, proiezioni, convegni,
zione ha rifiutato ricchezze decora-
corsi di scrittura araba e vari seminari
tive di ogni genere per una rilettura
culturali in cui il giovane musulmano
dell’arte islamica attraverso la lezio-
nato in Francia come il semplice inte-
ne di maestri europei del ‘900 come
ressato possono trovare risposta al-
Adolf Loos. Le superfici interne del-
le loro domande e nel mentre cono-
la sala preghiera, più o meno lucide
scersi.
e riflettenti, reinterpretano in chia-
Per problemi di superficie disponi-
ve materica l’ortodossia dell’anico-
bile il bando di concorso richiedeva
nismo islamico e determinando un
un progetto articolato su due siti di-
ambiente ovattato perfettamente
stinti: uno ubicato in Rue Polenceau
coerente con il culto islamico.
e quindi in affaccio sul grande boule-
Il secondo caso studio contempora-
vard metropolitano di Barbèes, l’al-
neo da trattare è il centro culturale
tro nell’interno del quartiere in rue
islamico firmato Ateliers Lion Asso-
Stephenson. Lion Associés ha con-
ciés, ritenuto significativo per il te-
cepito l’edificio orientato al grande
ma dell’ “incontro”. La Goutte d’Or
pubblico metropolitano con un pia-
essendo uno dei quartieri più poveri
no terra aperto alla città e caratte-
di Parigi e avendo una composizione
rizzato da una corte interna circon-
sociale fatta da arabi francesi e im-
data da un café come luogo di incon-
migrati, ebrei, cristiani e laici ha un
tro urbano aperto a tutti, spazi espo-
passato segnato da tensioni sociali,
sitivi, auditorium e un shop: uno spa-
globale. Tra i casi studio contempo-
zontale della sala ipostila o l’ascen-
degrado urbano e illegalità diffusa. Il
zio permeabile alla città inteso come
ranei esaminati sono due quelli rite-
denza verticale di una sala a cupola
progetto dell’ICI rientra in un più am-
vetrina pubblica del centro culturale.
nuti più significativi per il lavoro in
bensì dei livelli sovrapposti e unifica-
pio progetto di rigenerazione urbana
Ai livelli superiori sono ubicate la sa-
oggetto. Il primo è il centro islamico
ti dal doppio volume. Per capire que-
operato dalla Municipalità di Parigi
la preghiera e la biblioteca affiancata
di Boulogne-Billancourt progettato
sto occorre fare una parentesi: anche
per tradurre il metissagge da ghet-
da aule studio sia per lezioni corani-
da Pierre Louis Faloci tra il 2009 e il
se in origine non era così, con il tem-
to a un mosaico di varietà culturale.
che che seminari culturali laici.
2012 per la rilettura contemporanea
po è divenuto obbligatorio che uomo
In questa prospettiva l’ICI trascen-
L’edificio di interfaccia di quartiere
e occidentale dello spazio per il cul-
e donna non pregassero insieme. Di-
de la circoscrizione dell’istituto ai soli
ha anch’esso grandi superfici poliva-
to musulmano. Faloci asseconda la
visione che non vieta che i due si pos-
aspetti religiosi per mirare a una ca-
lenti ma le ha distribuite su vari livelli
morfologia urbana del quartiere, fat-
sano vedere pertanto spesso è risol-
ratterizzazione dell’Islam come cul-
per creare spazi flessibili e di intera-
ta di edifici compatti che con preci-
ta creando a un livello superiore una
tura, quindi aperto a tutti. Non solo:
zione tra le diverse attività.
sione definiscono i prospetti stra-
sorta di matroneo dedicato alle don-
l’ICI si propone sia come osservatore
Il risultato è un centro culturale che
dali, attraverso i volumi contenen-
ne. Nella maggior parte dei casi que-
che come giocatore chiave coinvolto
per filosofia di gestione fa incontrare
ti i collegamenti verticali, i servizi
sta scelta determina uno spazio si-
nella costruzione di un Islam parigi-
il credente con il non credente mentre
e le aule del centro culturale. La sa-
mile a di gallerie teatrali che inqua-
no, francese, europeo e, nel fare que-
per strategia urbana schiude il quar-
la della preghiera è un terzo volume
drano la qibla. L’originalità di Falo-
sto, il programma di attività affian-
tiere al flusso metropolitano: la cor-
lattiginoso incastrato nei preceden-
ci sta nello sfalsamento dei tre livel-
ca agli spazi per il culto religioso al-
te della moschea come piazza urba-
ti e orientato verso la Mecca. All’in-
li e nell’utilizzo di una copertura in-
tri aperti a tutti come un café e spa-
na viene riletta secondo le necessità
terno lo spazio per la prehgiera non
clinata che scendendo verso la qibla
zi di intrattenimento. Tra le iniziati-
della città occidentale contempora-
presenta l’infinita estensione oriz-
definisce i piani superiori come spa-
ve organizzate dalla fondazione che
nea e della popolazione cosmopolita.
pagina a fronte scorcio interno dell’ultimo livello della sala preghiera del centro culturale islamico di Boulogne-Billancourt. a sinistra ICI di Parigi, sfogliato assonometrico dell’edificio di interfaccia metropolitana. Livello 3 Collegamenti verticali Uffici Direttrice Istituto Culturale Vani tecnici e di servizio
in basso a destra ICI di Parigi, ideogrammi dell’articolazione funzionale di confronto dell’edificio di orientamento metropolitano con quello di orientamento di quartiere.
Livello 2 Collegamenti verticali Uffici Istituto Culturale Uffici per collaboratori esterni Vani tecnici e di servizio
Livello 1 Collegamenti verticali Attività per credenti e non credenti: Biblioteca e aule studio Spazio polivalente Vani tecnici e di servizio Sito 1 — Orientamento metropolitano Spazio polivalente centralizzato
Piano Terra — quota Rue Polenceau
Attività per credenti Attività per credenti e non credenti Spazi polivalenti
Collegamenti verticali Ingresso e Spazio polivalente Sala preghiera Spazi per le abluzioni Uffici Comunità Religiosa Vani tecnici e di servizio
Piano Terra — quota Rue Poissoniers Collegamenti verticali Cortile centrale a cielo aperto Ingresso e Spazio polivalente Attività per credenti e non credenti: Reception; Shop; Auditorium; Caffè Vani tecnici e di servizio
Sito 2 — Orientamento di quartiere Spazi polivalenti minori e diffusi Attività per credenti Attività per credenti e non credenti Spazi polivalenti
Livello -1 Collegamenti verticali Auditorium e backstage auditorium Sale impianti e spazi per il personale
17
Seconda trama: Ex-area industriale Campolmi
pagina a fronte Foto assonometrica Quartiere 4 con evidenziata in bianco il comparto urbano della ex-area Campolmi
Breve storia del Quartiere 4
monumento local in quanto icona
li di terra” originati dai cambiamen-
magine dell’Isolotto come quartie-
Prima di essere riflessione architet-
della storia, del paesaggio e della cul-
ti dei percorsi d’acqua. I canali di re-
re-retro della Città e dove nasconde-
tonica il tema dell’incontro è un ar-
tura del suo territorio, ma anche mo-
gimazione delle acque, secondo la
re certe questioni scomode al centro
gomento legato alla scelta del luo-
numento global in quanto nella sua
castramentatio romana, garantiva-
storico: il lazzaretto per la peste del
go dove realizzare la moschea fio-
storia si ritrovano le vicende di molte
no la bonifica delle terre e struttura-
1632, quello per l’epidemia di colera
rentina. Esso deve essere deposi-
altre ex-periferie italiane e europee.
vano il territorio agrario nei suoi lot-
del 1866 e la discarica urbana voluta
tario di una fiorentinità non limita-
A questo si aggiunge il carattere che
ti, strade bianche e fossati di scolo.
dai nobili fiorentini per dare maggio-
ta all’architettura del centro stori-
indica l’area come localizzazione ide-
Viaggiatori dell’Ottocento decanta-
re decoro alla Firenze Capitale. Non
co perché così sarebbero esclusi quei
ale per la realizzazione di una strut-
no queste terre come giardini fioriti
è un caso che fino alla prima metà
successivi capitoli di storia che han-
tura basata sull’incontro: in “Storie di
tutti coltivati a vite, ulivi e fruttate .
del ‘900, qui risiedevano i cosiddetti
no legato quell’epoca significati-
quartiere” Daniela Poli mostra come
Le due arterie urbane citate erano
spazzaturai5. La configurazione del-
va alla Firenze dei giorni nostri. Lo
sin dall’antichità ogni cambiamento
collegate tra loro da una rete di stra-
la zona come retro-urbano di Firenze
scenario idoneo per questo incon-
di assetto territoriale dell’area è sta-
de che vedeva nei borghi urbanizzati
va di pari passo con la configurazio-
tro è quello che ci presenta la città
to riflesso di continue integrazioni
i nodi di amministrazione del territo-
ne della stessa come terra di oppor-
passata attraverso le criticità con-
sociali. Un luogo non semplicemente
rio. Strade che giunte al fiume si ar-
tunità che consentì ai diseredati del
temporanee. La maggioranza del-
abituato alle differenze sociali bensì
restavano per poi continuare miste-
luogo di accedere ad una, anche mi-
la popolazione della città contem-
un luogo che nasce da esse.
riosamente dall’altra parte: al posto
nima, forma di retribuzione. Si trat-
poranea risiede in quella che un tem-
Prima del ‘900 l’area era caratteriz-
di passerelle o ponti si avevano tra-
tava di lavori informali, difficilmente
po era la periferia. La periferia inte-
zata da uno stretto legame tra uomo
ghettatori. L’area del Pignone, per
catalogabili, che mettevano in con-
sa come l’edificato esterno alla vera
e natura. I due massimi segni di an-
l’attività dei renaioli, barcaioli e pe-
tatto figure diverse, disseminando
città oggi non esiste più perché nel-
tropizzazione del territorio, via Pisa-
scatori affiancava alla popolazione
sul territorio un reticolo di piccole at-
la città metropolitana non esiste un
na e via Pistoiese, coincidevano con
agraria un’altra porzione quasi mari-
tività che formavano un tessuto so-
“fuori città”. Segue che tutte quel-
il limite meridionale e settentriona-
nara . A questa mixitè di mestieri se
ciale diversificato6.
le costruzioni dismesse che un tem-
le delle divagazioni del corso dell’Ar-
ne affiancava una più propriamente
Con la costruzione del Ponte Sospe-
po erano nascoste “fuori” ora sono
no nella piana fiorentina. La carta
sociale. Per la realizzazione della te-
so nel 1837 e della stazione Leopol-
i nuovi monumenti del paesaggio .
dell’Abate del 1817 mostra come i pri-
nuta delle Cascine i Medici nel ‘500
da nel 1848 le attività che ruotava-
È il caso della ex-area industriale
mi insediamenti si formarono entro
avevano spostato la discarica del-
no attorno al fiume andarono pro-
Campolmi, che sorge nella zona ovest
questi limiti collocati sugli “accumu-
la Sardigna sulla sponda meridio-
1
2
dell’Oltrarno. La Campolmi è sia un
3
4
nale dell’Arno dando origine all’imL’analisi storica dell’assetto socio-urbano del Quartiere 4 ha utilizzato parte dello studio contenuto in Poli D. 2004, Storie di quartiere, Edizioni Polistampa, Firenze.
2
Office KerstenGeers David Van Severen 2012, Architecture without content, «Domus», n. 964, p. 2.
1
Repetti E. 1833-45, Dizionario geografico storico della Toscana, Firenze, pp. 673-674. 4 Poli, op. cit., p. 24. 3
5 Nullatenenti che con un carro trainato da un asino o a braccia recuperavano dalla spazzatura raccolta dalla città oggetti da riutilizzare o da rivendere. 6 Ibidem, p. 31.
19
Analisi critica su Carta dell’Abate Borghi 1817 Via Pisana e Via Pistoiese corrispondono ai limiti di divagazione sud e nord del fiume Arno nella geoformazione della Piana di Firenze Maglia ideale della castramentatio romana come struttura dei canali idrici e delle strade bianche
Analisi critica su Carta IGM 1896 Scala orig. 1:10000 Formazione della città operaia Infrastrutture del primo polo industriale di Firenze Primo nucleo fabbrica Campolmi
Analisi critica su Carta IGM 1936 Scala orig. 1:10000 Estensione della città compatta verso ovest Interventi pubblici e complessi popolari della prima metà del ‘900 Localizzazione Fabbrica Campolmi
Analisi critica su Stradario di Firenze 1970 Scala orig. 1:10000 Estensione della periferia degli anni ‘50/’70 Non-limite del territorio rururbano Localizzazione Fabbrica Campolmi
gressivamente svanendo: ad essi
ta IGM del 1896 mostra la compar-
struirono lungo via Pisana corti e ca-
va cultura, aspettative e solidarietà.
si sostituirono gli operai in divisa e
sa sulla scena dei primi opifici indu-
se a schiera dove risiedevano i nume-
La carta IGM del 1936 mostra un pa-
la logica della catena di montaggio.
striali come la fonderia Benini, le of-
rosi operai inurbati dalle campagne.
esaggio in veloce trasformazio-
Le moderne infrastrutture di colle-
ficine del Gas e il primo nucleo della
Grazie alla realizzazione di collega-
ne. Il piano del 1917 aveva individua-
gamento, lo scalo del Pignone, l’Ar-
fabbrica Campolmi, allora “concima-
menti stradali col resto della città i
to il nuovo polo industriale fiorenti-
no come fonte di energia idraulica
ia” dei soci Bertelli, Romanelli e Can-
centri urbanizzati si ingrossarono e
no nell’area di Novoli-Rifredi: il tra-
e non di meno conto la presenza di
tinelli . Di pari passo alla nascita e al-
si saldarono l’uno all’altro: da Monti-
sferimento della Fonderia Pigno-
manodopera a basso costo rappre-
la crescita della classe operaia si co-
celli a Ponte a Greve si definì un in-
ne a Rifredi nel 1939 fu segno tan-
terrotto borgo lineare. In questa ve-
gibile del cambiamento di un’epoca.
loce trasformazione il quartiere di-
Come non fosse nella sola presenza
ventò un polo di innovazione, nuo-
del polo industriale di Firenze, il mo-
7
sentarono le basi della trasformazione dell’area del Pignone come quartiere industriale di Firenze. La car-
Di Benedetto M. 1996, Firenze fuori le mura, «Bollettino degli ingegneri» n. 11, Collegio degli ingegneri della Toscana, Firenze, p. 11. 7
Analisi critica su foto aerea Google Maps 2014 Infra-struttura della città continua Localizzazione Fabbrica Campolmi
pagina a fronte e in alto Analsi critica della cartografia storica e foto contemporanee di Queartiere 4 su riferimento dell’opera citata di D. Poli
tivo da ricercare come motrice della
frastrutture come Ponte alla Vittoria
ca acquistata nel 1902: due alti corpi
campagne, sia da quel problema fino
crescita demografica dell’area, ben-
e Piazza Taddeo Gaddi. Dopo l’anti-
murari caratterizzati da soluzioni di
allora ignorato di tutta quella fetta
sì nella sua storia di terra di oppor-
ca mixitè sociale e di mestieri di epo-
ventilazione propri delle architetture
di popolazione meno abbiente, scac-
tunità, è dimostrato dal fatto che la
ca preindustriale e dopo la compar-
di quella ruralità che veniva cancella-
ciata dagli sventramenti ottocente-
delocalizzazione del polo industriale
sa del ceto degli operai di primo ‘900,
ta dalla stessa urbanizzazione.
schi della Firenze Capitale e concen-
non arrestò la crescita dell’area . In-
il nuovo ceto da accogliere era quello
La carta IGM del 1970 mostra gli esiti
trata in abitazioni sovraffollate e con
torno alla metà del ‘900 si realizza-
medio, che provocò l’estensione del-
del problema casa che caratterizzò la
scarsi requisiti igienici9. È all’inter-
rono complessi residenziali popola-
la città compatta verso la campagna
seconda metà del ‘900: uno scena-
no di questa necessità di ricostru-
ri dell’Iacp, edificazione privata e in-
circostante. Icona di questo paesag-
rio segnato sia dai lasciti della Guer-
zione e pianificazione che si han-
gio ibrido sono gli ampliamenti che
ra come le distruzioni del centro sto-
Galileo Campolmi opera sulla fabbri-
rico, gli sfollamenti e i rifugiati dalle
8
8
Poli, op. cit, p. 35.
21 9
Ibidem, p. 49.
PPP
PPP PP PPP a lato PPP PPP P Analisi Sistema del Verde Quartiere 4 PP Aree da tutelare Aree rurali ruraliPPPP ad adad altaalta biodiversitàbiodiversità biodiversità da Aree rurali alta da tutelare tutelare Parchi eepubblici verde urbano urbano di verdi rilevanza tutelare Parchi e aree di maggiore rilevanza Parchi di Parchi e verde verde urbano di rilevanza rilevanza PPP Corridoi di ee connettività connettività Corridoi ecologici Corridoi ecologici ecologici di connessione connessione PPP Corridoi ecologici di connessione e connettività Canale di didicollegamento collegamento parchi di Firenze Firenze Canale collegamentoparchi parchi di Firenze Canale di Canali pedonali/ ciclopedonali di collegamento urbs-horto Canali ciclopedonali di collegamento urbs-horto Potenziale futura rete ciclo-pedonale di collegamento urbs-horto Canali pedonali/ pedonali/ ciclopedonali di collegamento urbs-horto Vedi zoom di analisi del sistema del verde, pagina 25
Parco San Donato
Torrente Mugnone
Argingrosso
Torrente Terzolle Torrente Mugnone
Parco delle Cascine
Giardino Fortezza da Basso Parco Vogel
pagina a fronte, a sinistra PPP PPP Analisi Sistema della Mobilità Quartiere 4 Infrastruttura Extraurbana Infrastruttura Extraurbana Infrastruttura Extraurbana Infrastruttura Extraurbana Infrastruttura Infrastruttura Extraurbana Urbana Infrastruttura Urbana Infrastruttura Urbana Infrastruttura Urbana Infrastruttura Urbana Rete Ferroviaria Ferroviaria Rete Rete Ferroviaria Rete Rete Ferroviaria Ferroviaria Rete Ferroviaria Raccordo anulare di ingresso urbano secondo R.U.2014 Raccordo anulare di ingresso urbano secondo Raccordo anulare di ingresso urbanoR.U.2014 da previsione R.U.2014 Raccordo anulare di ingresso urbano secondo R.U.2014 Raccordo anulare di urbano secondo R.U.2014 Raccordo anulare di ingresso ingresso urbano secondo R.U.2014 Strada comunicazione metropolitana Strada di didigrande grande comunicazione metropolitana Strada grande comunicazione metropolitana Strada di grande comunicazione metropolitana Strada di grande comunicazione metropolitana Parcheggi scambiatori scambiatori per per city city users users secondo secondo R.U.2014 R.U.2014 PPP Parcheggi per users secondo Parcheggi PPP Parcheggi scambiatori usersR.U.2014 da previsione R.U.2014 Parcheggi scambiatori scambiatori per city cityper userscity secondo R.U.2014 P Parcheggi scambiatori per city users secondo R.U.2014 Tram Linea Tram Linea Tram Linea Linea 11111 1 Tram Linea Tram Tram Linea Piste ciclabili secondo R.U.2014 Piste ciclabili secondo R.U.2014 Piste secondo R.U.2014 Piste ciclabili da previsione R.U.2014 Piste ciclabili ciclabili secondo R.U.2014 Canale di collegamento collegamento parchi di di Firenze Firenze secondo R.U.2014 R.U.2014 Canale di parchi di secondo Canale parchi secondo Canale di didicollegamento collegamento parchiparchi di Firenze Firenze secondo R.U.2014 R.U.2014 Canale di collegamento parchi di Firenze secondo R.U.2014 Canale collegamento di Firenze
Area di Progetto
Fiume Arno
Parco V.Strozzi
Parco Torrigiani
Giardino di Boboli
Fiume Greve
pagina a fronte, a destra Analisi Polarità urbane Quartiere 4 Area Area alta densità Area ad alta alta densitàdensità residenziale Area prevalentemente prevalentemente Area industriale-artigianale Area prevalentemente Percentualeurbana vivacità di urbana di quartiere: quartiere: Vivacità quartiere: minima ma presente/ media/ elevata Percentuale vivacità urbana di Vedi zoom di analisi del tessuto urbano, pagina 25
no i grandi interventi di edilizia
terizzato il paesaggio nei secoli pre-
la memoria del luogo ma la fabbrica
ne alle diverse scale della rete del-
popolare INA-Casa e la realizza-
cedenti. Da un lato il radicale quan-
Campolmi come “industria” di con-
la mobilità che la città contempora-
zione del quartiere dell’Isolotto.
do rapido incremento della popola-
cimi chimici è una presenza scomo-
nea ha risolto, anche se solo in parte,
Molti dei complessi pluriresindenzia-
zione porta l’area a un livello di un
da da allontanare. Nel 1969 dopo an-
gli squilibri sofferti da molti quartieri
li realizzati in questo periodo riporta-
mixitè sociale come non era mai esi-
ni di controversie tra proprietà e Co-
dormitorio degli anni ‘50/70. Nell’a-
no schermature di facciata in gratic-
stito nella sua storia, al tempo stes-
mune la fabbrica venne chiusa defi-
rea d’esame viale Etruria non è più
ci di laterizio simili a quelli della fab-
so le carenze sopradette impedirono
nitivamente .
un collegamento unidirezionale che
brica Campolmi che non essendo più
la formazione di una “comunità e di
La città metropolitana contempo-
dal centro storico porta alla perife-
marginale ma baricentrica all’edifi-
una città” bensì di un grande quar-
ranea si forma sulla continuazio-
ria ma, connesso con l’autostrada e
cato, sia per la sua mole e anzianità
tiere dormitorio. Sullo sfondo di que-
ne di quanto iniziato nella seconda
la FIPILI, è uno degli ingressi princi-
all’interno del panorama urbano, sia
sti interventi si hanno personaggi di
metà del ‘900: una no-stop city che
pali di Firenze; in modo analogo viale
per l’espressività dei suoi prospetti,
rilievo come Giorgio La Pira e Don En-
si estende da Firenze a Pisa, men-
Foggini ha tranciato l’antico tessu-
diventa il monumento del quertiere.
zo Mazzi nella missione di affiancare
tre la dove dovrebbe relazionarsi con
to storico dell’area ma ha anche con-
Purtroppo fuori da mirati centri co-
agli interventi edilizi anche la costru-
la natura si ha un meticciato ruru-
nesso Firenze con Scandicci e, con la
me l’Isolotto, l’assenza di una pia-
zione di un tessuto sociale collettivo:
bano privo dei caratteri del paesag-
realizzazione della Tramvia ha trova-
nificazione complessiva e la valoriz-
segno tangibile di questo impegno
gio agrario come della strutturazio-
to una nuova visibilità.
zazione economica dei terreni vicini
nel tema dell’integrazione fu la re-
ne urbana. La città continua prende
a quelli dei grandi interventi innescò
alizzazione di strutture organizzate
forma dalla infrastruttura che la con-
Analisi urbana Quartiere 4
una massiccia lottizzazione specula-
come il centro sociale dell’Isolotto .
nette: il centro storico oggi non è che
Sistema del Verde. In linea con lo svi-
tiva. Una cementificazione che fuse
In questi anni la fabbrica Campol-
una delle polarità del sistema al pa-
luppo urbano a macchia d’olio degli
gli antichi borghi rurali con le edifica-
mi come “architettura” è segno del-
ri dei grandi multisala che invece ac-
anni ‘50 e ‘70, l’edificato di via Pisa-
quistano la dimensione di “città”. Al
na e viale Pietro Nenni potevano de-
tempo stesso è con la strutturazio-
terminare la fusione di Firenze con
10
zioni novecentesche senza una reale connessione tra i medesimi e, che ruppe definitivamente quel legame tra urbs e horto che aveva carat-
Emblematico il motto “non case ma città”. Si veda La Pira G. 1954, Discorso per l’inaugurazione della nuova città satellite dell’Isolotto, in Non case ma città, Ufficio stampa del comune di Firenze, Firenze. 10
11
Mancini M., Zucchi R. 1986, Una fabbrica a Firenze, «Recuperare» n. 24, p. 342.
11
Scandicci: fenomeno impedito da vincoli ambientali e dalla strategia
<
< Autostrada
Aereoporto TAV
Biblioteca Centro commerciale
Stazione SMN
Area di Progetto
Parco urbano
Viale Etruria
Centro commerciale Multisala Ristoranti
FiPiLi
< Autostrada
Mercatino locale
Mercatino locale Centro commerciale
Area di Progetto Mercatino locale
Parco urbano
Centro Storico Centro commerciale
Scandicci
<
Autostrada
di “volume zero” del Piano Struttu-
porzioni di verde che attraverso la ri-
gressi urbani al centro storico di Fi-
la rete ciclabile che passa tangente il
rale 2010. Vincoli di tutela che si pre-
soluzione delle carenze sopra det-
renze dato che attraverso viale Etru-
confine est dell’area Campolmi. In-
sentano come tre fasce verdi: quella
te e se connesse tra loro sarebbero
ria accoglie sia i flussi della strada di
fine, la rete di collegamento parchi,
nord dei parchi dell’Argingrosso, del-
in grado di generare la trasposizio-
grande comunicazione Firenze-Pi-
rende l’area ingresso metropolitano
le Cascine e del corridoio ecologico
ne contemporanea della maglia di
sa-Livorno che quelli dell’autostra-
sud ai parchi fiorentini e quindi nodo
dell’Arno, quella sud-est delle colline
strade bianche del territorio ottocen-
da A1 e A11. La previsione urbanisti-
tra la mobilità metropolitana e quel-
rurali di Soffiano, quella ovest del ca-
tesco. Il nodo centrale di questa re-
ca prevede di rendere viale Etruria
la di quartiere. L’ex area Campolmi
nale ecologico del fiume Greve e del-
te di attraversamento e connessio-
un asse di penetrazione attrezzato
rappresenta un nodo infrastruttu-
la campagna di Mantignano. Polarità
ne urbs-hortus corrisponde all’area
con parcheggi scambiatori in prossi-
rale non sfruttato ed è un area ide-
verdi che definiscono al loro interno
Vogel-Campolmi che tuttavia non è
mità della ex-Campolmi . A questo
ale per ospitare un attrattore sociale
il territorio urbanizzato del Quartie-
in condizioni di sviluppre le sue po-
si aggiunge che vicino all’area del-
perché in virtù delle sue connessioni
re 4. Triangolo caratterizzato da al-
tenzialità. Parco Vogel nonostante
la ex-fabbrica si hanno due fermate
può diventare una polarità del terri-
ta densità edilizia, ma al tempo stes-
la sua estensione non è connesso al
della Tramvia che connette Scandicci
torio senza comportare una conge-
so non carente di vegetazione né di
verde dell’Argingrosso e del Lungar-
con il centro di Firenze e, il quartiere
stione carrabile del quartiere che la
suolo permeabile. Ciò che non quali-
no mentre il comparto abbandonato
in esame con la stazione ferroviaria,
ospita.
fica il verde del quartiere è il suo es-
della ex-Campolmi realizza un mar-
la futura TAV e l’aeroporto. Sul confi-
L’analisi delle polarità interne mostra
sere frammentato e non connesso ai
gine urbano che oltre a rendere l’a-
ne est del comparto convergono via-
con chiarezza i caratteri di un quar-
tre poli ambientali sopradetti. Spes-
rea inaccessibile, impedisce la rela-
le Foggini e viale Canova che rappre-
tiere nato dalla periferia degli anni
so si registrano parchi tra loro vicini
zione di tutta la parte sud del quar-
sentano le due arterie carrabili del
‘50/’70. Una elevata densità edilizia
ma privi di collegamenti, molto del
tiere con parco Vogel.
Quartiere 4, mentre parallela ma di-
definita da edifici che nella maggior
verde pubblico presente è privo di ar-
Sistema della mobilità. Il Quartiere 4
stanziata da queste, le previsioni ur-
parte dei casi sono complessi plurire-
redo; strade che fanno da tangenti
in corrispondenza della ex-Campol-
banistiche individuano la maglia del-
sidenziali di 5-6 piani e privi di piano
ad aree di verde pubblico sono spes-
mi rappresenta uno dei principali in-
so prive di adeguati percorsi pedonali e/o ciclabili. L’analisi mette in luce
12
13
terreno con attività terziarie. Vedi servizio SIT del Regolamento Urbanistico di Firenze 2014, <http://maps.comune.fi.it/ru_adottato>.
13
Lynch K. 1964, L’immagine della città, Marsilio, Vicenza, p. 79.
12
Edifici che anziché attestarsi sul lotto di appartenenza, in
23
modo da definire una data morfolo-
di come questi siano degli attratto-
te è quella che ospita la scuola e la
edilizia del quartiere. Nel 2004 il Ser-
gia urbana, si limitano (e non sem-
ri sociali ma che inibiscono ogni reale
palestra di quartiere nella punta est
vizio di Pianificazione e Grandi Pro-
pre) ad assecondarne l’orientamen-
forma di socializzazione14. Nella fu-
del triangolo, tuttavia la pericolante
getti della Direzione Urbanistica del
to per poi articolare la pianta diffe-
tura progettazione di risoluzione di
struttura della fabbrica alta circa 20
Comune di Firenze elabora uno stu-
rentemente. Il risultato è quello di
queste carenze, i vecchi contenitori
metri minaccia l’agibilità dei prati at-
dio con lo scopo di indirizzare la pro-
aree che per densità e mole degli edi-
dismessi come la ex-Campolmi sono
torno la scuola, mentre l’assenza di
gettazione dell’intero comparto 17.
fici definiscono un paesaggio verti-
monumenti assopiti che attendono
una pianificazione di base compor-
Piano che rivisita la vecchia propo-
cale, che d’improvviso si sfrangia in
di tornare a essere attivi riferimenti
ta l’assenza di un parcheggio a servi-
sta dei Campolmi riducendone la vo-
spazi vuoti in cui prati o orti anziché
del territorio e, nel fare questo, rige-
zio di scuola e palestra. A sostituirlo
lumetria residenziale, proponendo
segnare l’inizio di un sistema verde
nerare un pezzo di Città.
si ha un semplice slargo attestato su
la delocalizzazione delle attività in-
viale Canova.
dustriali presenti nonché un colle-
rappresentano solamente degli intervalli in attesa del prossimo ‘dor-
Analisi area di progetto
Importante ricordare che all’epo-
gamento pedonale con il parco Vo-
mitorio’. Percorrere a piedi o in bici-
Il comparto della ex-fabbrica Cam-
ca dell’alluvione del 1966 la fabbrica
gel ma, che non venne approvato per
cletta le strade del quartiere signifi-
polmi si presenta oggi come un
Campolmi era sprovvista di adeguati
problemi di dialogo con i proprieta-
ca nella maggior parte dei casi non
triangolo con il lato nord in affaccio
sistemi di contenimento di eventua-
ri dei terreni dell’area. Unico trionfo
trovare presenze se non nel traffi-
sull’area residenziale del Quartiere 4
li perdite di prodotti chimici da par-
della proposta progettuale dell’Uffi-
co veicolare. Le attività commercia-
mentre sul lato sud si ha un’interfac-
te dei suoi macchinari. È sulla base di
cio Tecnico del Comune è stato vinco-
li della viabilità storica che non sono
cia definibile come “metropolitana”
questo che venne chiusa e se oggi è
lare con la Variante 2006 al PRG di Fi-
ancora chiuse non riescono ad attira-
dato che viale Etruria è una dei prin-
segnata al’interno del ‘Piano Provin-
renze la futura rigenerazione dell’ar-
re quei flussi sociali necessari per ge-
cipali ingressi a Firenze. Il lato ovest
ciale per la Gestione dei rifiuti’ come
cheologia di pregio a quella dell’inte-
nerare vivacità urbana. Al contrario i
si affaccia su Parco Vogel.
sito potenzialmente inquinato. La
ro comparto urbano18.
mercatini locali sono tutt’ora dei luo-
Come in un quadro di Böcklin l’area
sua rigenerazione pertanto non po-
Il Piano Strutturale del 2010 nella
ghi che per quelle poche ore al gior-
è caratterizzata dal funereo rude-
trà prescindere da un’iter mirato alla
presentazione della filosofia di ba-
no e in quei pochi metri quadrati ren-
re dell’archeologia industriale, reso
dismissione di certe sostanze inqui-
se iniziava così: “affidare la trasfor-
dono vivo il piano terra del quartie-
inagibile dall’alta vegetazione infe-
nanti e a valutare l’eventuale attivi-
mazione della città esclusivamen-
re. Garante del loro funzionamen-
stante. Il degrado dei suoi prospet-
tà di bonifica.
te al riuso di contenitori dismessi”19.
to è la localizzazione in prossimità
ti si riversa contagioso sull’intorno:
Gli eredi Campolmi nel 1999 presen-
Piano che riguardo l’area d’esame in-
delle strade di mobilità primaria che
la via storica delle Muricce ridotta a
tarono un progetto di recupero del-
dividua una strategia volta a “recu-
al tempo stesso rappresentano dei
improvvisato parcheggio; l’“inutiliz-
la loro proprietà attraverso la con-
perare il raro esempio di archeolo-
precisi limiti di inizio e fine della pre-
zo” del prato della vasca di lamina-
versione dell’archeologia di pre-
gia industriale”20 e ipotizza una se-
senza sociale. Strade che verso l’e-
zione antistante; la presenza ano-
gio a struttura ospitante attività
rie di dotazioni infrastrutturali tese
sterno del triangolo urbano conduca-
mala di rumorose attività industria-
di terziario e la realizzazione di cir-
a rendere l’area un “polo strategico”
no a quelli che sono i veri e unici poli
li attorno la ex-fabbrica e in atte-
ca 33.500mc di nuove residenze che
dell’assetto urbano fiorentino come
della vivacità del quartiere: la biblio-
sa di essere delocalizzate in quanto
con indifferenza si articolavano in
della vivacità sociale del quartiere21.
teca, i grandi centri commerciali, il ci-
al centro di un quartiere residenzia-
adiacenza alle attività industriali che
Il Regolamento Urbanistico 2014 as-
nema multisala. Edifici conclusi in se
le15; terreni abbandonati che circon-
ancora oggi occupano le parti nord e
sume scelte incoerenti rispetto le
stessi che anziché animare la città ne
dano le unità abitative della parte
ovest del comparto16. Proposta boc-
posizioni prese dalla precedente ur-
segnano il definitivo abbandono dei
sud-ovest. Unica parte funzionan-
ciata dall’Ufficio Tecnico del Comune
banistica fiorentina. Esso da un la-
in quanto oltre a non realizzare una
flussi sociali. Dato che ad eccezione della biblioteca e del multisala con ristoranti e sale giochi, questi edifici sono grandi strutture di vendita, si rimanda a un più approfondito testo di sociologia urbana la comprensione
Amendola G. 2006, La città vetrina, Liguori, Napoli. 15 Variante 2006 del PRG di Firenze: “La sottozona C2 denominata “Ex-Campolmi” è inserita all’interno di uno specifico perimetro P.U.E. di iniziativa privata; i contenuti del P.U.E. dovranno adeguarsi ai lineamenti del Piano Guida redatto dal Comune che sarà approvato preventivamente”. 14
cucitura urbana dell’area con l’intorno, aggravava la già elevata densità Bozza di progetto di riqualificazione dell’area ex-Campolmi, archivio Quartiere4 Comune di Firenze.
16
17 Servizio di Pianificazione e Grandi Progetti Direzione Urbanistica del Comune di Firenze, Variante al PRG — Area bianca Muricce, relazione tecnica, archivio Direzione Urbanistica del Comune di Firenze. 18 Variante 2006 al PRG del Comune di Firenze. 19 Piano Strutturale 2010 del Comune di Firenze, Relazione Generale, p. 18. 20 Ibidem, p. 141. 21 Ibidem, Tavola 14.
a lato Zoom dellâ&#x20AC;&#x2122;analisi del Sistema del Verde di pagina 22 Parco Parco Parco Parco Verde pubblico Parco Verde pubblico Verde pubblico Parco Verde pubblico privato/ pertinenziale recintato Parco Verde pubblico privato/ pertinenziale recintato Verde pubblico Verde privato/ pertinenzialepertinenziale recintato Verde privato/ recintato sportivo Verde pubblico privato/ pertinenziale recintato Verde sportivo Verde privato/ pertinenziale recintato Verde privato/ sportivo pertinenziale Coltivazioni Verde recintato sportivo Coltivazioni Verde sportivo Verde sportivo Coltivazioni Canali pedonali/ ciclopedonali di collegamento urbs-horto Verde sportivo Coltivazioni Canali pedonali/ ciclopedonali di collegamento urbs-horto Coltivazioni Coltivazioni Canali ciclopedonali di collegamento urbs-horto Percorsipedonali/ 100% green Coltivazioni Canali pedonali/ ciclopedonali di collegamento urbs-horto Percorsi 100% green Canali pedonali/ ciclopedonali di collegamento urbs-horto Percorsi 100% green Canali ciclopedonali collegamento urbs-horto Percorsipedonali/ 100% green Potenziale futuradirete ciclo-pedonale Percorsi 100% green Percorsi 100% green di collegamento urbs-horto
a lato Zoom dellâ&#x20AC;&#x2122;analisi del Tessuto Urbano di pagina 23 Edificio residenziale di piani 1-3 di piani 1-3 Edificio residenziale Edificio residenziale di piani 1-3 Edificio residenziale residenziale di di piani piani 4-5 1-3 Edificio 1-3 di piani 4-5 Edificio residenziale di piani 4-5 Edificio residenziale Edificio residenziale di piani 1-3 4-5 Edificio residenziale di piani 5+ 1-3 Edificio residenziale di piani 4-5 5+ Edificio residenziale di piani 1-3 di piani 5+ 4-5 Edificio residenziale di piani 5+ Edificio residenziale di piani 1-3 Edificio residenziale Enti/ servizi 4-5 Edificio residenziale di piani 5+ Enti/ servizi 4-5 Edificio residenzialedidipiani piani4-55+ Enti/ servizi Edificio residenziale Chiesa Edificio residenziale di piani 5+ Enti/ servizi Enti/ servizi Chiesa Edificio residenziale di piani Enti/ servizi Chiesa Edificio residenziale di piani 5+5+ Struttura commerciale Enti/ servizi Chiesa Struttura commerciale Enti/ servizi Chiesa Enti/ servizi Chiesa Struttura commerciale Fabbricato industriale Chiesa Struttura commerciale Fabbricato industriale Chiesa Struttura commerciale Fabbricato industriale Chiesa Piano Terra commerciale Struttura commerciale Struttura commerciale Fabbricato industriale Piano Terra commerciale Struttura commerciale Fabbricato industriale Piano Terra commerciale Struttura commerciale Mercatino locale giornaliero/ settimanale Fabbricato industriale Piano Terra commerciale Mercatino locale giornaliero/ settimanale Fabbricato industriale Fabbricato industriale Piano Terra commerciale Mercatino locale giornaliero/ settimanale Fabbricato industriale Piano Terra commerciale Mercatino giornaliero/ settimanale Piano Terralocale commerciale Mercatino locale giornaliero/ settimanale Piano Terra commerciale Piano commerciale Mercatino Terra locale giornaliero/ settimanale Mercatinolocale localegiornaliero/ giornaliero/settimanale settimanale Mercatino Mercatino locale giornaliero/ settimanale
Rilievo Pianta funzioni Rilievo Pianta/ Progetto Centro studi Masterplan/ Ziyada
0
50 100
Alloggi Uffici
200m
25
Lu ng arn o
>
in alto e nella pagina a fianco Analisi comparto urbano di progetto: Num.# Vedi ideogrammi progettuali a lato A Ex-area industriale Campolmi. Archeologia industriale e area in abbandono B Ditta New Flex Impedisce l’omogeneità della carreggiata di via Canova. Attività incongrua all’area, ne è prescritta la delocalizzazione. C Falegnameria. I suoi rumori contribuiscono al non utilizzo del prato della vasca di laminazione. Attività incongrua all’area, ne è prescritta la delocalizzazione. D Impianto di selezione e recupero di carta. Fa da margine con la viabilità sud metropolitana. Attività incongrua all’area, ne è prescritta la delocalizzazione. E Ex-area esposizione auto Renault. Area abbandonata. F Via storica delle Muricce. Impropriamente usata come parcheggio. G Vasca di laminazione. Priva di arredi è socialmente inutilizzata. H Unità abitative di 2-3 piani con accesso da via Pampaloni. I Palestra scolastica e di quartiere. Assenza di un vero accesso e di spazio di manovra da viale Canova. L Scuola Martin Luther King. Priva di parcheggio e di relazione con Parco Vogel ha entrata tramite l’area della palestra.
Parco di Villa Vogel
4
Via An ton io Ca no va
B G 9
12
8
F
7 11 Iso lot to >
6
I
Vi aL uig iP am pa lon i
2 C
A 1
10 L
D
H
storico Centro > m Tra via
E 5
3 Sca ndi cci < Tr am via
< FiPiLi/ Autostrada
uria Viale Etr
to richiede la rigenerazione ad uso
nuovi complessi multi-residenziali23.
ulteriori ‘macchie verdi’ prive di am-
to di una sistemazione di idonea ve-
pubblico dell’archeologia e la do-
Persino in un centro storico uno spa-
bizione urbana e di semplice servizio
getazione da farlo evolvere in verde
tazione dell’area di attrezzature al
zio vuoto e non attrezzato risul-
di vicinato. I 100.000mq di estensio-
pubblico vissuto dai cittadini.
servizio del quartiere , ma di fat-
ta un margine urbano. Segue che in
ne di Parco Vogel e le esistenti aree
La ruderizzazione dell’archeolo-
to intraprende una strada che por-
un quartiere che soffre una eccessi-
verdi di quartiere richiedono di veni-
gia industriale e la frammentazione
terà ad un risultato finale non così
va densità edilizia di complessi plu-
re collegate tra loro e di essere dota-
dell’area con la realizzazione di pa-
differente da quello della proposta
riresidenziali, al fine di creare un ef-
te di strutture e servizi ad esse com-
lazzine pluriresidenziali sostituirà le
progettuale bocciata nel 1999 dalla
fetto-piazza, non si deve realizzare
plementari in modo da strutturare
attuali barriere urbane del comparto
stessa Amministrazione Comuna-
un vuoto recinto all’aperto ma una
una rete di connessione ecologica e
con delle nuove di diversa facies ma
le. Il RU2014 prospetta per l’archeo-
struttura che in virtù delle sue attivi-
al tempo stesso distribuire vivacità
di uguale impedimento alla poten-
logia di pregio la sola messa in sicu-
tà in risposta alla città sia un’attrat-
urbana sul territorio.
zialità di nodo infrastrutturale e so-
rezza delle murature esistenti che
tore sociale e socializzante.
L’esistente vasca di laminazione
ciale dell’area.
vengono così congelate nel loro sta-
In modo complementare alla rude-
di via delle Muricce è un prato con
Un prospetto che ridefinisca la mor-
to di rudere mentre le parti non di
rizzazione dell’archeologia, il Rego-
una lieve concavità per raccoglie-
fologia urbana del lotto e che celebri
pregio demolite. Strategia che per-
lamento Urbanistico approvato pre-
re le acque meteoriche in caso di al-
il suo ruolo di porta urbana sarebbe
mette di utilizzare la superficie uti-
scrive aree verdi come elementi di
lagamenti. Priva di attrezzature la
invece significativo sul prospetto di-
le dei volumi demoliti per realizzare
qualificazione dello spazio pubblico
sua utilità è circoscritta ai decennali
namico di viale Etruria, il lato sud del
attorno. Il Quartiere 4 non richiede
tempi di ritorno delle alluvioni. Tute-
triangolo. Si è visto come l’area abbia
lando la permabilità del suolo, il pra-
le potenzialità per diventare un nodo
to potrebbe essere arredato e dota-
tra mobilità metropolitana con quel-
22
Quartiere 4 Comune di Firenze, Adozione Regolamento Urbanistico e della contestuale variante al Piano Strutturale, Delibera n. 40002/2014, 6.03.2014.
22
Regolamento Urbanistico 2014 del Comune di Firenze, Allegato B3 — Volume 3, p. 584.
23
1
Rigenerare l’archeologia di pregio per attività socializzanti per tutto il Quartiere 4
5
Incrementare la viabilità carrabile perimetrale del comparto per attrezzarlo senza frammentarlo
2
Rigenerazione urbana a volume zero
6
3
Ridefinire il prospetto dell’area su Viale Etruria come porta urbana e di interscambio dei flussi urbani
7
4 Ricucire l’area con il quartiere
8
Connettere l’area con Parco Vogel
Delocalizzare le attività industriali e regolarizzare viale Canova
9
10
11
12
la di quartiere e con i parchi fiorenti-
sformarla in un prezioso vettore di
le Muricce. Il valore di via delle Mu-
la necessità di mantenere sempre vi-
ni. Versione idealizzata a scala me-
permeabilità urbana in grado di dare
ricce risiede nell’essere una delle ul-
vo il legame che relaziona quello spa-
tropolitana di nodo scambiatore.
nuova visibilità all’archeologia indu-
time tracce delle strade storiche che
zio alla popolazione e al territorio. Al
Il confine tra il complesso scuola-pa-
striale oltre che collegare il comples-
fino all’ottocento rapportavano ur-
contrario, sottrarlo alla vita, lo espo-
lestra e la ex-fabbrica Campolmi è
so scuola-palestra con Parco Vogel.
bs e hortus. Esattamente come per
ne alla distruzione e alla dimentican-
attualmente una inutilizzata lingua
La fragilità delle scelte adottate dal
l’archeologia di pregio, rigenerare via
za. Sfide come quella della rigene-
di terra che nella porzione in affac-
Regolamento Urbanistico sono ri-
delle Muricce, significa conferirle un
razione del comparto della ex-Cam-
cio su viale Canova è improvvisata
scontrabili anche nell’incoerenza con
ruolo attivo nella vita della città con-
polmi sono difficili e complesse ma
a parcheggio. La normativa adotta-
cui da un lato esso rinuncia alla ri-
temporanea.
è perdendole che si distrugge il terri-
ta ne indica una funzione a sempli-
generazione di un prezioso esempio
Se il valore di uno spazio o di un edi-
torio con un compromesso alla volta.
ce servizio dei fabbricati presenti e
di archeologia industriale e, al tem-
ficio è dato dai valori tecnici e cultu-
futuri quando invece una più studia-
po stesso, vincola il recupero degli
rali che lo rendono testimonianza di
ta rifunzionalizzazione potrebbe tra-
ex-alloggi operai a schiera di Via del-
un’epoca e di un luogo, allora segue
Attrezzare la vasca di laminazione trascendendo la sola funzione idraulica
Tutela dellla scuola, palestra di quartiere e residenze di vicinato
Funzionalizzare l’area di confine tra scuola, palestra e ex-area Campolmi
Rigenerare il tracciato storico di Via delle Muricce
Viale Canova è parallelo al vicino tratto di fiume Arno che come un vettore è orientato verso La Mecca
27
Terza trama: Archeologia industriale
pagina a fronte Prospetto Est dei volumi di pregio della ex-fabbrica Campolmi prima dell’incendio. Fotografia del 1979
Storia della ex-fabbrica Campolmi
bricati più antichi sono caratterizza-
loggi degli operai, lo spazio triango-
zò solo il piano terreno. La nuova at-
Il complesso della Campolmi risa-
ti dalla massima saturazione del lot-
lare a nord veniva usato come depo-
tività non riportò trasformazioni, né
le ad un nucleo attestato sulla via
to a disposizione per l’edificazione,
sito delle materie prime. È nell’edifi-
strutturali né distributive, limitan-
di San Quirico, oggi in quel tratto via
i due edifici di maggior pregio ad un
cio del 1933, diametralmente oppo-
dosi all’uso di tamponamenti mobi-
delle Muricce, risalente al 1875. I soci
unico tempo continuano lo sviluppo
sto al precedente e che segna il limi-
li ottenuti con materiali poveri, qua-
Bertelli, Romanelli e Cantinelli a se-
a ripetizioni di blocchi trasversali ma,
te meridionale della fabbrica che tro-
li tavole di legno, fogli di compensato
guito di un’ordinanza comunale a di-
attraverso arretramenti e inclinazio-
vavano posto i forni e l’impianto di
e teloni di materiale plastico5. Con-
smettere i loro opifici in via dell’Iso-
ni creano spazi filtro che qualificano
acido solforico per la lavorazione dei
frontando le diverse immagini stori-
lotto per ragioni igienico sanitarie ot-
via delle Muricce non semplice confi-
concimi, stoccati nell’openspace pi-
che emergono tuttavia tamponature
tennero il permesso di realizzare un
ne ma accesso alla fabbrica.
lastrato dei fabbricati in mezzo.
di passaggi secondari nonché la chiu-
nuovo impianto per la “bollitura e
Non è possibile risalire alla precisa
La fabbrica è stata attiva fino al no-
sura di alcuni graticci in laterizio. Al
chiaritura”delle ossa in via delle Mu-
consistenza degli immobili esisten-
vembre 1966, data della tragica al-
tempo stesso l’assenza di modifiche
ricce . Nella planimetria IGM del 1896
ti all’epoca dell’esecuzione dei cor-
luvione, quando vi lavoravano cir-
sostanziali era affiancata dall’assen-
la località è indicata con il termine di
pi architettonicamente più rilevanti
ca sessanta persone. Per la ripresa
za di manutenzione e i segni dell’ab-
“Concimaia”.
e pertanto non si può affermare con
dell’attività lavorativa vennero im-
bandono si facevano sempre più evi-
Galileo Campolmi acquistò lo stabili-
certezza che l’edificio originario del-
posti, da parte dell’amministrazio-
denti.
mento nel 1902 per riprendere la pro-
la “Concimaia” sia quello tuttora esi-
ne comunale, dispositivi anti inqui-
Il 13 settembre del 1984 avviene l’ul-
duzione di concimi e nel corso degli
stente in via delle Muricce .
namento a cui la proprietà, sia per
tima trasformazione che all’epoca ri-
anni realizzò molti interventi di am-
Una planimetria non datata ma ri-
la oggettiva obsolescenza di certi
solse i problemi sempre più pressan-
pliamento fino alla quantità di fab-
portante la funzione a cui era adibito
impianti tecnologici, sia soprattut-
ti di manutenzione e che conferisce
bricati con cui la conosciamo oggi.
ogni ambiente dell’intero comples-
to per gli alti costi che avrebbe com-
alla fabbrica lo stato con cui è arriva-
Tra questi i più significativi per pregio
so mostra quella che sicuramente è
portato l’installazione di un impian-
ta alla contemporaneità: un incen-
architettonico sono quelli risalen-
la configurazione ultima della fabbri-
to di depurazione, preferì dopo cir-
dio, probabilmente di natura dolo-
ti alle ultime due espansioni: quello
ca prima della sua chiusura nel 1969.
ca tre anni di controversie e di ricor-
sa, pur risparmiando tutte le opere
del 1927 costituito da un unico am-
Se gli ambienti attestati su via delle
si chiudere definitivamente lo stabi-
in calcestruzzo ed i paramenti murari
biente e quello del 1933 articolato in
Muricce ospitavano gli uffici e gli al-
limento.
distrusse un monumento industria-
I fabbricati furono affittati a una dit-
le, unico nel suo genere e nella sua
ta specializzata in imballaggi e spe-
bellezza6.
1
3
4
due volumi consecutivi su disegno dell’architetto Domocoi . Se i fab2
Di Benedetto M. 1996, Firenze fuori le mura, «Bollettino degli ingegneri» n.11, Collegio degli ingegneri della Toscana, Firenze, p. 11. 2 Mancini M., Zucchi R. 1979, Ipotesi di rifunziona1
mento di un vecchio edificio industriale a Firenze, «Bollettino degli ingegneri» n.12, Collegio degli ingegneri della Toscana, Firenze, p. 17. 3 Dir. Urbanistica Comune di Firenze, Relazione tecnica Variante al PRG, Area bianca Muricce, 2004. 4 Planimetria Industrie Chimiche Campolmi, archivio del Quartiere 4 del Comune di Firenze.
dizione di oggetti dell’artigianato locale, che per le proprie necessità di lavorazione e deposito ne utiliz-
5 Mancini M., Zucchi R. 1986, Una fabbrica a Firenze, «Recuperare» n. 24, p. 342. 6 Ibidem, p. 338.
29
Pianta della fabbrica alla dismissione del 1966. Principali trasformazioni: 1875-1926 1925 1927 1933
28 14
Aree funzionali: 1 Entrata da via delle Muricce; 2 Piazzale; 3 Binario; 4 Forni; 5 Torretta energia elettrica; 6 Scale per i camminamenti sopraelevati; 7 Impianto acido solforico; 8 Lavorazioni concimi; 9 Scale impalcato ligneo piano primo; 10 Cabina elettrica; 11 Deposito dei concimi lavorati; 12 Spogliatoi; 13 Refettorio; 14 Magazzino; 15 Gruppo elettrogeno; 16 Caldaia e depuratore acqua; 17 Alloggi opeari; 18 Ciminiera; 19 Vasche macerazione; 20 Vasche impasto; 21 Ufficio; 22 Gabinetto analisi chimiche; 23 Officina; 24 Sgrassatura ossi; 25 Caricamento acido; 26 Molini impasto; 27 Deposito materie prime; 28 Garage
2
27
1
22
14
23 24
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1
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14 2
11
2 10
9 3
4
7
5
8
6 Rilievo Pianta funzioni
0
5m
Rilievo Pianta/ Progetto C Masterplan/ Ziyada
Un anno dopo l’incendio, una porzio-
no il pericolo che l’instabile struttu-
Al tempo stesso l’anomala presenza
gibile, dall’altro non esiste alcuna Alloggi
ne dei fabbricati non di pregio, fu oc-
ra rappresenta per l’adiacente scuo-
delle attività industriali nell’area ol-
documentazione di rilievo ufficiale Uffici
cupata da una impresa artigianale
la e per chiunque vi passi attorno .
tre a recare disagi al contesto attor-
ma solo ricostruzioni grafiche intuCorte/ Bar
che commissionò all’ingegner Larda-
Nel maggio 2011 la fabbrica è stata
no, oscurano i prospetti di pregio del
itive passate in ambito accademico Preghiera
ni l’intervento di una nuova copertu-
abusivamente occupata da settan-
rudere che non può essere compre-
e, se confrontate, tra loro discrepan-
ra metallica al fine di poter usufrui-
ta rifugiati somali ed eritrei senza-
so nel suo valore architettonico da
ti. L’unico rilievo scientifico oggi esi-
re in sicurezza di alcuni stabili . Inter-
tetto per poi esser successivamen-
chi non è un addetto ai lavori e quindi
stente è ancora quello fatto da Man-
vento funzionalistico e circoscritto
te sgombrata . Da diversi anni sia per
percepito al pari di quelle stesse ma-
cini e Zucchi per la loro tesi di laurea
e che nella contemporaneità si pre-
motivi di sicurezza sia per l’invasione
nifatture da delocalizzare. Un monu-
del 197910. Disegni e diapositive re-
senta nello stesso stato di cedimen-
di vegetazione infestante la fabbri-
mento architettonico ridotto a sco-
cuperate dalla polvere e digitalizza-
to delle strutture circostanti.
ca impedisce ogni possibile ispezio-
moda presenza.
ti hanno permesso, come una mac-
Lo stato di abbandono con cui la fab-
ne interna.
brica è arrivata nel XXI° secolo è sta-
La minaccia dell’instabilità struttu-
Doti di resistenza
tour all’interno degli edifici di pregio
to accompagnato da fenomeni come
rale del rudere ha portato al disuso
Lo stato di rudere ha esplicitato co-
prima che l’incendio li distruggesse.
lettere di lamentela dei cittadini in-
anche dei terreni a esso confinanti.
me siano gli edifici del 1927 e del 1933
Piccolo contributo di questo lavo-
7
8
9
dirizzate al Comune che denuncia-
ad essere i depositari tanto del valoSegnalazione al Comune di Firenze riguardo le condizioni della ex-fabbrica da parte di un turista, archivio del Quartiere 4 del Comune di Firenze. 9 70 eritrei e somali occupano ex fabbrica, «Redattore sociale», 27.05.2011. 8
Ing. C. Lardani, Relazione illustrativa di progetto per una nuova copertura in ferro di due capannoni facenti parte della Fabbrica Campolmi, archivio Quartiere 4 Comune di Firenze. 7
china del tempo, di effettuare un
re architettonico che di quello di memoria del luogo. Se da un lato il complesso è oggi ina-
10 I disegni originali sono andati perduti, tuttavia le loro informazioni sono parzialmente reperibili dalla pubblicazione sul numero 24 della rivista Recuperare del 1986 e sul numero 12 del Bollettino degli Ingegneri anno 1979.
in alto Prospetto Sud del fabbricato del 1933 prima dellâ&#x20AC;&#x2122;incendio. Fotografia del 1979 a sinistra Assonometria ideale dellâ&#x20AC;&#x2122;archeologia industriale allo stato attuale e ingombro planimetrico parti non di pregio in basso Vista est della ex-fabbrica Campolmi durante lâ&#x20AC;&#x2122;incendio del 13 settembre 1984
ro è anche mostrare certe caratte-
le sue aperture una ricerca esteti-
è tanto nella tessitura muraria fino a
ancora di più oggi, a tre uguali spa-
ristiche spaziali e atmosferiche del
ca che trascendeva il funzionalismo
se stessa le qualità che caratterizza-
zi interni: l’incendio avendo bruciato
complesso, non conosciute ai più e,
della produzione industriale per qua-
vano la pareti interne quanto la com-
tutta la carpenteria lignea ha in un
forse ignorate da chi oggi decide le
lificarlo come quinta scenica del pae-
posizione geometrica delle aperture
certo senso esaltato la vera qualità
sue sorti. Se per lo studio sono sta-
saggio. Non una fabbrica indifferen-
e della luce filtrata da esse che veni-
di trasparenza dei fabbricati, quella
te ricostruite tutte le piante e sezio-
te al contesto ma in relazione con le
va fatta vibrare sulla superficie argil-
legata alla corrispondenza tra volu-
ni dell’archeologia fino alla creazione
costruzioni rurali attorno attraverso
losa interna.
me esterno e spazio contenuto.
di un modello 3d, per onestà intellet-
i prospetti con i tipici graticci mura-
Un edificio che formalmente non
L’edificio del 1927 era all’interno de-
tuale riguardo il rilievo in queste pa-
ri di ventlazione ora a losanghe, ora
ha niente di industriale se non nel-
finito da un unico ambiente ripartito
gine sono riportati solo i disegni cor-
a fisarmonica ora a corsi alterni. Er-
la snellezza strutturale propria delle
da una serie di grossi pilastri in mat-
rispondenti alle pubblicazioni del-
metici prospetti dal disegno astrat-
fabbriche razionaliste europee: pare-
toni sui quali poggiavano gli elemen-
la tesi di laurea citata. Al fine di non
to che evocano una monumentalità
ti murarie spesse 25 centimetri e alte
ti portanti del tetto, assimilabili al-
rendere questa una sterile ribattitu-
che non fa intuire a chi li osserva da
circa 20 metri, grazie ai massicci pi-
la capriata “palladiana semplice”11. Il
ra CAD bensì un’operazione guidata
distanza quali possano essere le re-
lastri di 60 centimetri affogati nella
manto di copertura in tegole di cotto,
da un approccio critico sono state di-
ali dimensioni del manufatto. Inte-
muratura, aveva un comportamen-
era posato direttamente su un ordi-
stinte le parti ancora oggi esistenti
ressante anche il prospetto ovest del
to statico più simile a una costruzio-
tura di archarecci longheroni. L’edifi-
da quelle perdute.
volume del 1933 che con la forte in-
ne a telaio piuttosto che a quella edi-
cio del 1933 nella sua parte più bas-
Iniziando il viaggio a ritroso nel tem-
clinazione planimetrica traduce una
ficata con setti murari. Sicuramente
sa conteneva il forno ed era costitu-
po partendo dal presente: dietro i de-
necessità distributiva in espressivi-
è grazie alla permeabilità delle pare-
ito da un unico ambiente totalmen-
positi e i macchinari dell’impianto di
tà plastica.
ti se queste, private dei loro irrigidi-
te libero da piani intermedi o soste-
riciclaggio carta attestato su viale
All’interno i trafori dei prospetti si
menti dall’incendio, non sono crolla-
gni centrali. Il volume più alto era in-
Etruria si scorge a fatica quello che
invertono e realizzano in entrambi i
te sotto le spinte orizzontali di vento
vece caratterizzato da una struttura
potrebbe essere definito un prezioso
fabbricati, ieri come oggi, una varietà
e sisma nel corso degli anni seguenti.
a telaio in calcestruzzo armato sulla
pizzo ricamato in laterizio. Ergendo-
luminosa che conferisce agli am-
I tre volumi percepiti dall’esterno
quale era realizzato un solaio di cal-
si all’orizzonte del paesaggio agra-
bienti una qualità formale degna dei
(quello del 1927 più i due del 1933)
rio manifestava con la varietà del-
palazzi storici a corte. Segue che non
corrispondevano, e corrispondono
Mancini M., Zucchi R. 1986, Una fabbrica a Firenze, «Recuperare» n. 24, p. 339.
11
B’
A
61m 36.6m
23.9m 4.1m
4m
C
19.3m
36.7m
15.8m
C’
6.3m 54.5m
13.1m
B
A’
Pianta Primo Livello - Quota +7.0m
Rilievo Pianta funzioni
pagina a fronte e in alto Scorci esterni dell’archeologia industriale prima dell’incendio, fotografie del 1979: viste Est e Ovest degli edifici di pregio e particolare murario dell’edificio del 1933
Rilievo Pianta/ Progetto Cen
0
2.5 5m
Masterplan/ Ziyada Alloggi
a destra Rilievo dei due edifici di pregio con in rosso le parti oggi perdute
Uffici
24.9m 20.3m
Corte/ Bar Preghiera
Q+7m
Q+7m 9.5m 13.9m
pestio in legno e vi si impostavano una serie di castelli lignei che giunti
AA’
al sesto piano sostenevano dei camminamenti aerei di controllo del pro-
19.4m 23.6m
cesso produttivo. Struttura lignea dotata di una leggerezza e traspaQ+7m
Q+7m
13.9m 9.5m
renza visiva che non interrompeva la percezione di unicità dello spazio interno della grande aula. L’unico ve-
BB’
ro limite percepito era quello definito dall’involucro murario perimetrale. A permettere il collegamento verticale: la struttura in calcestruzzo del primo piano, in corrisponden-
di due campate. All’interno di questa, prima che le fiamme divorassero la carpenteria lignea, si articolava
Q+7m
Q+7m 11.9m
va a salire in elevato per la lunghezza
24.3m 19.3m
za del muro di spina centrale, piega-
33 CC’
pagina a fronte a sinistra Stato attuale e doti di resistenza dell’archeologia industriale esaltate dallo stato di rovina: prospetti interni con qualità formali degni di un palazzo storico a corte interna; corrispondenza tra volume esterno e spazio contenuto; illuminazione zenitale.
aspetto della condizione originaria
quistato universalità. Ma se anziché
coli e nelle foglie di acanto di un ca-
dell’edificio: l’illuminazione zenita-
essere sfruttata questa universalità
pitello corinzio uno studioso di arte
le. Infatti, l’illuminazione diffusa non
viene congelata, allora la rovina vie-
legge dei segni “iconici” ma per una
era tanto garantita dai graticci peri-
ne sottratta al circuito dell’esistenza
persona comune possono essere so-
pagina a fronte e in alto Scorci interni dell’edificio del 1933 prima dell’incendio. Fotografie del 1979.
metrali quanto da lucernari di coper-
e ridotta a traccia sterile del passato,
lo dei segni “ideali”. Aggiungiamo a
tura, effetto oggi esasperato dalla
incapace di fecondare altra storia .
questa impossibilità di controllo del
12
segno la molteplicità di contamina-
perdita delle coperture. una scala che definiva il blocco come
In questa prospettiva la rovina va te-
Sul segno
zioni propria dell’epoca globalizza-
colonna montante dell’edificio. I vari
stando quelle che sono le doti di re-
Il centro culturale islamico di Firen-
ta e del web: indumenti occidenta-
piani intermedi, esattamente come
sistenza dell’edificio, caratteristiche
ze deve dare forma all’incontro di due
li con ricami tribali, architetture che
i camminamenti aerei, avevano so-
che lo rendono ancora “riconoscibi-
culture . Umberto Eco ha definito il
non hanno niente a che vedere con
lai di calpestio in piccoli listelli lignei
le” nonostante la riduzione ai minimi
segno come qualcosa che sta per qual-
l’islam propongono rivestimenti di
a giunti permeabili al fine di impedi-
termini causata dagli anni di degra-
cos’altro : una delle domande che ha
superfici formalmente coerenti all’a-
re il formarsi di pericolose sacche di
do e di abbandono.
caratterizzato da subito la proget-
niconismo islamico, palazzi del me-
gas che si sarebbero create con del-
Caratteristiche presenti ieri come
tualità ha riguardato il ruolo del “se-
dio-oriente realizzati secondo i siste-
le normali pavimentazioni chiuse.
oggi e che se tutelate permetteran-
gno” nello specifico tema di progetto.
mi del curtain-wall e a usare e inter-
La struttura di copertura dell’edifi-
no all’edificio di accogliere ulterio-
La semantizzazione dell’architettu-
pretare questi sia ha una popolazio-
cio dell’architetto Domocoi era carat-
ri trasformazioni senza venire tra-
ra è cosa diversa dalla semantica poi-
ne con diversa origine e formazione.
terizzata da una particolare tipologia
sfigurato: ermeticità dei prospetti
ché il significato di un segno non lo
Come è quindi possibile sfruttare
di capriata con due monaci prolun-
e qualità compositiva delle apertu-
“mette” chi fa il segno, ma lo “perce-
l’ambiguità dell’architettura15?
gati alla loro sommità che andava-
re; corrispondenza tra volumi ester-
pisce” chi il segno lo legge: nei cauli-
no a concludersi con un’altra capriata
ni e spazi contenuti; fluidità visiva e
che portava il peso della parte più al-
spaziale delo spazio interno; illumi-
ta del tetto. Questa nasceva dall’esi-
nazione zenitale e vibranti superfici
genza di avere un’apertura che corre-
interne sotto l’azione della luce.
va per l’intera lunghezza dell’edificio.
Secondo Francesco Venezia la rovi-
Lo stato di rovina esalta un altro
na è un edificio che perdendo, ha ac-
13
14
12 Vittorio Longheu, per l’associazione L.A.C, intervista a Francesco Venezia, «youtube.com», da «Che cos’èl’architettura», IUAV Venezia, 04.05.2012. 13 Sociolab, Report sulle interviste agli opinion leader, documenti di sintesi del percorso partecipativo “Una Moschea per Firenze”, unamoscheaperfirenze.it, 2012, p.7. 14 U. Eco, Segno, Milano, Istituto Editoriale Internazionale, 1973, p.27.
15 “C’è chi crede di eliminare dagli edifici ogni possibile fonte di equivoci, come fosse possibile scegliere forme capaci di sottrarsi alla presa del linguaggio, come se potessero esistere forme cui non sia possibile attribuire delle illusioni. Ma non esiste una corrispondenza tra usi e forme che permetta di concepire forme che possano essere lette in un unico modo, non bastano le pretese dell’architetto a impedire al linguaggio di prendere possesso dell’architettura” (Baukuh 2012, Due saggi sull’architettura, Sagep, Genova, p. 27).
35
a lato Planimetria dell’area centrale del Quartiere 4 con evidenziata l’exfabbrica Campolmi al centro e gli edifici residenziali della periferia degli anni ‘50/’70 con schermature in mandolato di laterizio simili a quelli della fabbrica pagina a fronte in alto Interno controluce dei mandolati della ex-fabbrica Campolmi. Fotografia del 1979
13
14 14
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< 01 17
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20
pagina a fronte in basso Dettaglio dei decori del minareto di Kalyan, Bukhara, Uzbekistan
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La ex-fabbrica Campolmi è risposta tangibile alla domanda: i suoi mandolati di ventilazione degli spazi di lavorazione dei concimi chimici sono stati interpretati in epoca industriale
01
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20
come memoria del mondo rurale che cedeva il passo all’urbanizzazione. Poi nell’epoca della formazione della periferia gli stessi graticci in laterizio sono stati letti come riferimenti formali dell’edificio più espressivo e antico del territorio in cui si stava formando il nuovo quartiere e quindi da citare nelle schermature di facciata delle nuove costruzioni. Oggi il quartiere presenta un connettivo sociale caratterizzato da una grande mixitè etnica: durante il town-meeting del 2012 ‘Una Moschea per Firenze’ gli antichi trafori della Campolmi vengono ulteriormente rinnovati di si-
gnificato e letti in analogia alle mou-
za dell’archeologia, il programma del
charabieh islamiche, ossia come se-
centro culturale come sistema per ri-
gno della predisposizione ad ospi-
cucire l’area urbana.
tare la moschea di Firenze. Come
È importante realizzare la moschea
una scultura dadaista la ex-fabbrica
in un contenitore dismesso come
Campolmi dimostra come al variare
quello d’esame perchè la fiorentini-
del contesto lo stesso segno può ac-
tà da chiamare in gioco non è quel-
quisire nuovi significati16.
la del centro storico ma quella delle
Non esiste un segno industriale ne
criticità contemporanee che ne sono
uno rurale come non esiste un segno
pronipoti. In parallelo l’Islam, che “è
fiorentino o islamico ma un reperto-
sempre stato un messaggio diffuso-
rio di architetture antiche e presenti,
si attraverso l’espressione di diversi
tutte con soluzioni formali, tecnolo-
regionalismi”19, è nel tema della rige-
giche, distributive da ricomporre se-
nerazione della periferia multietnica
condo le continue necessità del pro-
e degli ex-edifici industriali che può
getto. L’arte non crea nulla ex nihilo,
trovare la definizione della sua sta-
la sua originalità risiede nella sintesi
gione europea del XXI° secolo.
di elementi preesistenti17. Non rimane che lavorare sulle qualità formali: il rapporto spazio-distribuzione-programma, le misure, i materiali, la luce, tutto in relazione a quell’ambiguità ricercata, “lavorare sulla sostanza concentrata, niente idee se non nelle cose”18. Rifiutando un approccio di figurazione di significati incontrollabili il progetto di tesi ha sfruttando le ambiguità tra i vari temi in modo da risolvere le necessità dell’uno mettendole al servizio dell’altro: i caratteri dell’habitare islamico come strumenti per esaltare le doti di resistenVenturi in Complessità e contraddizioni nell’architettura scrive come “il contesto contribuisca al significato di una parte e come ad una mutazione di contesto consegua una mutazione di significato. Così l’architetto, organizzando le parti, predispone nell’insieme contesti significativi per esse. Attraverso una organizzazione non convenzionale di parti convenzionali egli può introdurre nuovi significati nell’insieme. Se egli usa la convenzione in maniera insolita, se organizza cose familiari in modi inconsueti, non fa altro che spostare il contesto, e persino lo stereotipo sarà utile per ottenere effetti inediti”. R. Venturi, Complessità e contraddizioni nell’architettura, Bari, Dedalo, 1980, p.54. 17 Burckhardt T. 2002, L’arte dell’ Islam, Abscondita, Milano, p. 38. 18 Zumthor P. 2003, Pensare architettura, Electa, Milano, p. 21. 16
Dall’incontro con l’Imam di Firenze Izzedin Elzir “L’Islam è sempre stato un messaggio culturale che si è diffuso attraverso l’espressione di diversi regionalismi. Non avrebbe senso realizzare a Firenze una moschea in stile persiano piuttosto che una moschea in stile marocchino proprio come non avrei niente al contrario se la nuova moschea venisse dal recupero di un vecchio edificio. Quello che vorrei è un Islam fiorentino e europeo”.
19
Intreccio: Progetto di rigenerazione urbana
pagina a fronte Modello in legno del progetto di rigenerazione urbana: vista aerea est
Masterplan
vincolo progettuale di “volume zero”.
Per sviluppare queste progettuali-
laminazione potenziata a parco (lo si
Se il centro culturale islamico di Fi-
Per relazionare l’area con l’intorno,
tà in progetto: l’interfaccia metro-
vedrà più avanti) e ai percorsi ciclo-
renze è un tema architettonico in
come prima cosa si è gerarchizzata la
politana a sud viene ridefinita nel-
pedonali connette l’area con i flussi
cerca di luogo, l’ex-area industria-
medesima in macroaree che rispon-
la sua morfologia urbana da pare-
carrabili, ciclabili e pedonali del quar-
le Campolmi è un’area da rigenera-
dono alle polarità urbane cui fanno
ti di alberi che in corrispondenza del
tiere. Ritenendo che anche un par-
re in cerca di funzione. Il Quartiere
riferimento. La parte ovest: in affac-
prospetto dell’archeologia “piegano
cheggio a raso, se strutturato in rela-
4 di Firenze con la sua storia di inte-
cio al parco Vogel e al verde urbano
a inquadrarlo”. Come nelle ville me-
zione alle polarità del contesto, pos-
grazione sociale e uno scenario con-
di via Pampaloni che attraverso via
dicee il prospetto più bello dell’edi-
sa generare uno spazio architetto-
temporaneo minacciato dall’anoni-
R. Sernesi guida ai lungarni, insieme
ficio era quello visibile dal piazza-
nicamente di interesse: gli stalli au-
mato della città-dormitorio neces-
al verde di via Muricce e quello delle
le di manovra delle carrozze, lo stes-
to di entrambi i parcheggi sono con-
sita di una centralità socializzante. Il
abitazioni adiacenti viene tematiz-
so avviene qui con il nuovo parcheg-
cepiti come fasce di verde carrabile
centro culturale islamico, secondo gli
zata come “macroarea verde”. A est
gio metropolitano su viale Etruria. Il
ortogonali al centro culturale e con
esempi contemporanei e gli aspet-
la presenza della scuola e della pale-
parcheggio del nuovo centro cultura-
una distribuzione che orienta l’uten-
ti discussi durante il percorso parte-
stra di quartiere, viene tutelata co-
le, insieme ai futuri vicini parcheggi
te che ha appena parcheggiato ver-
cipativo del 2012 “Una Moschea per
me “polo terziario”. Centrale a queste
scambiatori per cityusers di previsio-
so i percorsi di attraversano dell’a-
Firenze”, può essere risolutore delle
due si ha la fascia ospitante l’arche-
ne urbanistica e alle vicine fermate
rea. I nuovi percorsi ciclopedonali an-
criticità del quartiere.
ologia di pregio (futura centralità) e
della tramvia configura il fronte sud
ziché esser divisi tra porzione ciclabi-
Rifiutando le scelte verso cui il Re-
che si interfaccia a sud con la viabilità
dell’area e il prospetto meridionale
le e pedonale sono larghi percorsi di 6
golamento Urbanistico approva-
metropolitana di viale Etruria men-
dell’archeologia rigenerata come la
metri in calcestruzzo architettonico
to indirizza l’area ma concordan-
tre a nord con quella di quartiere di
facciata dell’inizio del canale di colle-
color terra: spazi più vicini alla libertà
do sui vincoli prescritti dall’urbani-
viale Canova: macroarea infrastrut-
gamento parchi di Firenze sulla città
di una strada rurale piuttosto che di
stica precedente, la progettazio-
turale.
metropolitana.
un percorso urbano. Al tempo stesso
ne è iniziata dando per consolida-
L’operazione di “relazionare” è segui-
Speculare a questa, l’interfaccia di
questi permettono la carrabilità de-
to uno scenario che nella realtà non
ta da quella di “riconnettere”. Gli at-
quartiere a nord viene concepita co-
gli eventuali mezzi di soccorso e ser-
è ancora presente: la delocalizzazio-
tuali margini interni dell’area ven-
me attrezzatura dei flussi di riferi-
vizio. La localizzazione dei parcheggi
ne delle fabbriche presenti nell’a-
gono trasformati in nuovi percorsi
mento: un nuovo parcheggio pub-
insieme al nuovo sistema di viabilità
rea e la regolarizzazione di viale Ca-
ciclopedonali di riconnessione delle
blico di quartiere permette di pedo-
dell’area permette di attrezzarla nel-
nova, la tutela del complesso scuo-
parti di città intorno: il confine tra la
nalizzare via delle Muricce quanto di
la sua interezza senza frammentarla
la-palestra e delle unità abitative di
scuola e l’ex-fabbrica, la curva a go-
dotare il complesso scuola-palestra
con tratti carrabili.
sud-ovest, la tutela di via delle Mu-
mito di via delle Muricce, il confine
di adeguati spazi di sosta e manovra.
Il valore di via delle Muricce è
ricce e della vasca di laminazione, il
tra il comparto e viale Etruria.
Parcheggio che insieme alla vasca di
racchiuso nell’essere una del-
39
le ultime tracce delle antiche strade
finizione di dettaglio ad approfondi-
bianche ottocentesche. Nelle scelte
menti futuri.
di pedonalizzarla, potenziare a parco
Attraverso questa diversificazione
la vasca di laminazione che essa cin-
delle aree verdi e, per mezzo delle lo-
ge e, nel renderla parte di quei per-
ro relazioni reciproche di vicinanza e
corsi ciclopedonali che connettono
collegamento, il progetto mira a tra-
l’area con i parchi fiorentini: via delle
sformare i contemporanei frammen-
Muricce viene rinnovata nel suo anti-
ti urbani in un sistema verde caleido-
co ruolo di connessione urbs-hortus.
scopico quanto strutturato. Sistema
Se il sistema della mobilità è compo-
che insieme all’articolazione dei par-
nente strutturale dell’area, il siste-
cheggi e ai percorsi ciclopedonali di
ma del verde è parte integrante del
progetto, rapporta i flussi metropoli-
suo programma di rigenerazione. La
tani a quelli di quartiere ed entrambi
vasca di laminazione di via delle Mu-
questi due ai flussi ciclopedonali del
ricce, pur venendo rispettata nel-
canale di collegamento parchi fio-
la permeabilità del suolo e nella sua
rentini: riconnessioni.
funzione primaria viene attrezzata
Per inglobare i flussi urbani all’inter-
con una dotazione minima di arredi
no del progetto architettonico, l’edi-
e una sistemazione delle alberature
ficio minore dell’archeologia di pre-
al fine di renderla spazio vissuto da-
gio, centrale all’area, viene rigene-
gli abitanti.
rato in una corte a cielo aperto verso
La grande area a sud-ovest, libera-
cui convergono i percorsi di attraver-
ta dalle attività industriali ma pro-
samento dell’intera area rigenerata.
spiciente il verde e le residenze di
Corte interna come vera facciata di
Via Pampaloni, viene gerarchizzata
un complesso incentrato sull’incon-
dal masterplan a “verde produttivo”:
tro. Il sistema della circolazione non
una quota di orti urbani affiancati da
è semplice elemento di servizio ma
un parco agricolo con coltivazioni da
pensato come componente attiva
biomassa oppure un parco florovi-
per la definizione di una piazza me-
vaistico che affidato in gestione at-
tropolitana dove attività differenti
traverso bandi pluriennali ad aziende
si alternano a spazi flessibili e spazi
che lo riprogettano e lo curano come
pubblici.
spazio vetrina mentre la città godrà
Concludendo, il masterplan di pro-
di un’area con verde urbano di attra-
getto, per trasformare l’area da mar-
versamento pubblico. Questa area
gine a nodo urbano, rigenera ogni
non esclude la realizzazione di fab-
sua parte in relazione alla polari-
bricati al suo interno se nel rispetto
tà urbana di riferimento. Relaziona-
della sua strategia di ricucire l’area
re ogni attività del comparto urbano
con l’intorno e supportare gli assi e
con la città intorno affinché il conte-
i canali ecologici del territorio. Il pro-
sto non sia semplice riferimento ma
getto presenta uno spazio flessibi-
venga ricucito attraverso il suo stes-
le che permette declinazioni diverse
so coinvolgimento all’interno del
e che pertanto rimandata la sua de-
progetto di rigenerazione.
in alto Modello in legno del progetto di rigenerazione urbana: vista aerea ovest del collegamento con Parco Vogel; vista aerea sud dell’intefaccia merpolitana pagina a fronte Ideogrammi di progetto, dall’alto verso il basso: macroaree funzionali; sistema della mobilità; sistema del verde
1/3 RIGENERARE E TUTELARE
AR NO
>
<
Macroaree funzionali
ST
RA
DI
QU
AR
TIE
RE
Macro area Verde Macroarea Infrastrutturale Macroarea Terziaria
>
PA RC OV
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LU NG
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v A VE BITA RD ZIO E P NI RIV E AT O
TERZIARIO AREA DA TUTELARE
NA
OLITA
ETROP
ADA M
< STR
>
2/3 GERARCHIE SECONDO ORIENTAMENTI URBANI
Sistema Mobilità principale PQ
SB
PC
NC SB
PC
PQ
Tramvia Linea 1 — esistente Fermate bus urbani — esistente Previsione di futuri parcheggi scambiatori per city users Circolazione carrabile di progetto PC PC Nuovo Tramviaparcheggio L1 attuale di interfaccia metropolitana del nuovobus centro Fermate attualiculturale SB SB Area sosta breve per pulman e carico/scarico merci PC Futuri parcheggi scambiatori city users da RU2014 del nuovo centro culturale Circolazione carrabile NC NC Nuovo collegamento Via Pampaloni-Via Etruria di progetto SB Parcheggio interfaccia metropolitana del centro culturale PCPQ PQ Nuovo parcheggio di interfaccia di quartiere Piste ciclabili — esistenti Area sosta breve pulman e carico/scarico merci SBNC Tramvia L1 attuale Piste di progetto NCPQ Nuovociclabili collegamento Via Pampaloni-Via Etruria Fermatepermeabilità bus attuali Nuova 3/3 TRASFORMARE I MARGINI IN PERCORSI PQ Nuovo parcheggio diciclopedonale quartiere (carrabile per mezzi di Futuri parcheggi scambiatori city users dadelle RU2014 soccorso e servizio) con inclusione di Via Muricce Piste sharing ciclabili attuali Bike Circolazione carrabile PC SB
NC
NC VM PQ
VM
Piste ciclabili di progetto Parcheggio interfaccia metropolitana del centro culturale Nuovi permeabilità ciclopedonale (carrabili per mezzi di soccorso) Area sosta breve pulman e carico/scarico merci Bike Sharing Nuovo collegamento Via Pampaloni-Via Etruria Via storica delle Muricce pedonalizzata a percorso del nuovo parco Nuovo parcheggio di quartiere Piste ciclabili attuali Piste ciclabili di progetto Nuovi permeabilità ciclopedonale (carrabili per mezzi di soccorso) Bike Sharing Via storica delle Muricce pedonalizzata a percorso del nuovo parco
Sistema del Verde
Parco Vogel Vasca di laminazione di Via delle Muricce attrezzata a parco verde con dotazioni minime di arredo urbano e percorsi permeabili Verde produttivo: orti urbani/ parco florovivaistico o da biomassa Potenziamento del verde pubblico esistente con dotazioni Parco Vogel minime di arredo urbano Vasca carrabile di laminazione-parco attrezzata con sedute e percorsi permeabili* Verde Verde delleorti abitazioni Via Pampaloni Verde privato produttivo: urbani/ diparco florovivaistico o da biomassa* Nuove alberature di ridefinizione morfologia Verde pubblico attrezzato con arredo urbano urbana Nuove alberature area di progetto Nuovo verde pubblico Nuovi muri di siepe H3m ca. Verde carrabile Assi Parcoverdi Vogeldi collegamenti parchi Giardini privati urbana abitazioni di confinedal verde di progetto Rete ecologica riqualificata
Vasca di laminazione-parco attrezzata con sedute e percorsi permeabili* Nuove alberature di ridefinizione morfologia urbana Verde produttivo: orti urbani/ parco florovivaistico o da biomassa* Nuove alberature area di progetto Verde pubblico attrezzato con arredo urbano Nuove pareti di siepe H 3m ca. Nuovo verde pubblico Assi verdi arredati e con percorsi ciclo-pedonali di collegamento parchi Verde carrabile Rete ecologica intraurbana riqualificata dal verde di progetto Giardini privati abitazioni di confine Nuove alberature di ridefinizione morfologia urbana *al fine di inglobare la variabile tempo all'interno del progetto Nuove alberature area di progetto e l'area verde produttivo l'area vasca di laminazione-parco sono loroHgerarchia Nuovedefinite pareti nella di siepe 3m ca. urbana e con rimando a una futura definizione di dettaglio
41
Lungarno Lungarno
FLUSSI METRO PO L
Lungarno
Nu Inte ovo p rfa arc cci heg ad i Q gio Nu uar o tier Inte vo p a e rfa rc Nu ccia hegg d o Inte vo p i Qu io ar art r cia cheg iere ParcofacVogel di gio Qu art ier e
N ITA
Lungarno
I Parco Vogel
CREDENTE
Parco Vogel
Parco Vogel
IE RT
RE
CREDENTE E NON FLUSS I D IQ UA
Txt
Isolotto/ Centro storico Isolotto/ Centro storico
Isolotto/ Centro storico
e
Isolotto/ Centro storico
Nuo vo Inter parche facc g ia M gio etrop olita Nuo na v o Tramvia/ FiPiLi Strade storiche quartiere Inter parche facc ggio ia Metr Nuo op vo Inter parche olitana facc g urbaniFiPiLi StradeCorte storichecentrale quartiere come Collegamento ia M gio flussiTramvia/ etrop olita e Piazza interna na Tramvia/ FiPiLi Strade storiche quartiere
Riferimenti orientamento urbano
Strade storiche quartiere
Txt
Nu Inte ovo p rfa arc cci heg ad i Q gio uar tier
Monumento di quartiere Monumento di quartiere Monumento di quartiere
Monu
Biblioteca e Auditorium polivalente Nuo vo Inter parcheTxt Riferimenti orientamento urbano facc g ia M gio etrop Txt oli tana Tramvia/ FiPiLi Txt
Txt Fiu
me Arn oo azi rto go Fiu one u nal me rba eM Lat L Arn na p ecc o N otti o o ara a ord Fzzaz rto lel arieumion g ona la Ar Lot a oertAernurb n tizz ogoo oana le Me o Lat a c oN n r p ord zione aletoMgoanrale ca urb ecalella are ana ca MeArn ao Lat ccao oN rto par go ord al nal are e M ella A ao rno ecc rto a go nal eM ecc a
Lot
tizz
Txt
Palestra di quartiere Palestra di quartiere Corte centrale Centro Culturale
Palestra di quartiere
Txt
Bar/Sala da tè Riferimenti orientamento urbano
Sala preghiera Ziyada come ampliamento all’aperto della sala preghiera Palestra di quartiere Txt Riferimenti orientamento territoriale
Txt Str
ada
Str
ada
Corte centrale Centro Culturale
Str
ada
di di
Parco Parco Parco
Fiu
me
tizz
Txt Txt
Residenze limitrofe Residenze limitrofe
Lot
Corte centrale Centro Culturale Corte centrale Centro Culturale
Txt
Residenze limitrofe
Verde produttivo
Arn
o Verde ort produttivo og ona u Verde produttivo r b Residenze ana le Me Lat cca oN limitrofe p ara ord lell are Residenze a Arn a o limitrofe o rto gResidenze Txt ona le M limitrofe Alloggi di eprima accoglienza cca Txt Riferimenti orientamento urbano
azi
Residenze limitrofe
one
Txt
Txt con
nes
sio
ne
po
li c om me rci sio ali N n di uo ep di c v oli qu Inteonn o p art c rfa ess arc ier cci ion heg omm e erc a d e p gi iali i Q oli o Nu uar co di o v tier mm qu Inte o p a a e rtie rfa erc rc re iali Nu ccia hegg di qu Inte ovo p di Qu io art rfa arc artie i ere cci heg re ad i Q gio uar tier e con
Verd
nes
Residen limitrofe
Txt Polo terziario area di progetto
Txt Txt Txt
Txt
Polo terziario area di progetto Polo terziario area di progetto
St
rad Islamica di Firenze e Toscana Uffici e Presidenza Comunità ad i co Riferimenti orientamento urbano n nes
sio
ne
po
li c
Nu Inte ovo p rfa arc cci heg a
om
me
rci
ali
di
qu
Progetto di rigenerazione architettonica Recupero dei volumi di pregio di archeolgoa industriale Parte non di pregio demolita e ricostruita secondo l’antico limite Nuove coperture Spazi a cielo aperto
art
ier
e
in alto da sinistra verso destra Ideogramma di concept socio-funzionale; diagrammi delle attività del centro culturale in relazione al progetto di rigenerazione urbana; diagramma costruttivo del progetto architettonico pagina a fronte Planimetria del progetto architettonico
A’p5 9 40.5
40.6 40.6
39.1
40.5
40.6
E-p 47 F’p5 6
B-p57
G-p4 7 Ap5 8
C-p4 6
B’p5 7
D’-p 48 C’-p 46 40.5
40.5 40.6 40.5
E’-p 47
F-p5 6
D-p 48 G’-p 47 40.5
Rilievo Pianta funzioni
40.6 40.5
Rilievo Pianta/ Progetto Centro studi Masterplan/ Ziyada
0
5
Alloggi Uffici Corte/ Bar
10m
CC’
Cortile centrale
ed allineamenti all’antico recinto.
I caratteri dell’habitare islamico so-
Componente della facciata interna.
no utilizzati per rendere atto proget-
Come per le moschee il cortile cen-
tuale le doti di resistenza del rudere
trale corrisponde alla vera facciata
da rigenerare. Nel caso del fabbrica-
del complesso in quanto è dai pro-
to Campolmi del 1927: uno spazio a
spetti interni che si hanno gli ac-
metà tra stanza e corridoio, un’au-
cessi alle diverse attività. Svolgono
la unica illuminata dall’alto, dei pro-
un ruolo fondamentale gli iwan1. No
spetti interni con qualità formali pro-
stanze voltate che simboleggiano gli
pri di un edificio a corte. Il risultato è
antichi ingressi islamici bensi portali
uno spazio ibrido tra un bazaar e un
che celebrano le entrate delle diverse
cortile interno.
funzioni attraverso l’attivazione dei
Componente dinamica. Gli accessi
fronti del cortile. Quindi dei portali
sui lati minori, insieme alla sua posi-
ipertrofizzati a diventare dei volumi
zione all’interno dell’area, lo rendo-
per ospitare la biglietteria e lo shop
no uno spazio di connessione urba-
dell’auditorium, una tettoia di riparo
na che trascende il servizio del centro
per l’accesso alla biblioteca, l’area ta-
culturale islamico per divenire bari-
voli della sala da tè, il filtro di accesso
centro degli attraversamenti dell’in-
alla sala preghiera.
tero comparto. Componente statica. Come nei giardini storici la vegetazione di ornamento e di ombreggiamento, gli arredi, il disegno della pavimentazione nonché le nuove strutture metalliche sono formalmente concepiti come un tutt’uno con l’apparato architettonico. In questo modo ogni nuovo elemento introdotto rimanda visivamente per geometrie
Lo spazio architettonico di tradizione islamica, conosciuto con il termine di iwan disegna un grande entrata aperta con un arco sulla corte e si caratterizza planimetricamente per la contrapposizione di due sale che formano uno schema a “T” capovolto: il blocco verticale che compone la struttura a “T” è caratterizzato della sala mediana mentre il blocco orizzontale dal vestibolo (Hadda L. 2016, L’iwan nell’architettura palaziale della Sicilia normanna, in Entre Oriente y Occidente, UCOPress. EditorialUniversidad de Córdoba, Córdoba, p. 7). L’iwan è spazio polivalente usato talvolta come oratorio o per assemblee. Nell’edilizia residenziale ha funzione di portico, negli edifici pubblici funziona come portale monumentale di ingresso, nel caso della tipologia di moschea a quattro iwan valorizza l’ingresso alla sala di preghiera. A pagina 12 di questo testo le fotografie a sinistra illustrano gli iwan della moschea Masgidi Gami di Isfahan.
1
Rigenerazione antico involucro Componente dinamica di collegamento urbano Componente statica come spazio di incontro Ingressi attività dalla corte interna come vera facciata
pagina precedente Scorcio della corte centrale di progetto in alto Sezione longitudinale CC’ della corte centrale con volume della sala preghiera sullo sfondo al centro Ideogramma progetto rigenerativo edificio del 1927 pagina a fronte in alto Pianta della corte centrale: 1 Iwan di ingresso auditorium polivalente con biglietteria, shop, spazio switch guardaroba; 2 Iwan di ingresso ziyada e sala preghiera; 3 Iwan di ingresso sala da tè; 4 Iwan di ingresso biblioteca; 5 Rastrelliere biciclette; 6 Palme con salvapiante a incasso; 7 Corte nella corte - Spazio per allestimenti temporanei; 8 Sedute sociocentrifughe; 9 Sedute sociocentripete al centro Sezione trasversale EE’ della corte centrale: a sinistra il cortile della ziyada e la sala preghiera, a destra l’auditorium polifunzionale in basso Sezione trasversale GG’ della corte centrale: a destra la biblioteca, a sinistra la ziyada ospita al suo interno gli uffici della comunità islamica di Firenze e Toscana e il bar-sala da tè
F’-p56
G
E
5 3 2
C
C’ 6
7
Rilievo Pianta funzioni Rilievo Pianta/ Progetto Centro studi
8
9
1
Masterplan/ Ziyada
4
Alloggi
G’
E’
Bar 0Corte/2.5 5m
F-p56
Uffici
Preghiera
EE’
GG’
9
E’-p47
G’-p47
F-p56
10 9
11
9
14
D 3
8
4
13
D’
12 11
7 5
6
1
9 2
E-p47
F’-p56
G-p47
Rilievo Pianta funzioni Pianta/ Progetto Centro studi 0Rilievo2.5 5m Masterplan/ Ziyada
Uffici
E’-p47
F-p56
G’-p47
Alloggi
Corte/ Bar Preghiera
15
21
19
D’
16 19
15
17
F’-p56
E-p47
18
G-p47
D
20
DD’
Rigenerazione antico involucro Volume attrezzato Vuoto illuminante Spazio flessibile
in alto Prospettiva interna biblioteca al centro Ideogramma progetto rigenerativo dell’edificio del 1933 pagina a fronte in alto Pianta piano terra del centro studi: 1 Iwan di ingresso biblioteca dalla corte centrale; 2 Iwan ingresso auditorium dalla corte centrale; 3 Informazioni e prestiti; 4 Scaffalature e aree lettura; 5 PC; 6 Riproduzioni cartacee e digitali; 7 Atelier polivalente; 8 Area switch atelier con lavandini e arredi attrezzati; 9 Uscita di sicurezza; 10 Area carico/scarico; 11 Blocco collegamenti verticali, vani tecnici e di servizio; 12 Sala polivalente auditorium; 13 Backstage switch con tende insonorizzanti a discesa; 14 Collegamento diretto tra biblioteca e auditorium
Un progetto di rigenerazione dell’ar-
relative alle altre attività. Il progetto
cheologia industriale attraverso i ca-
non presenta spazi distinti per fun-
ratteri dell’architettura islamica con-
zioni preventivate ma offre spazi at-
cepito per non dipendere da una let-
trezzati che rimandano all’abitante
tura simbolica del segno estetico ma
la scelta di come utilizzarli: aule fles-
dalla fruizione del suo spazio.
sibili e componibili, spazi studio riconfigurabili nel layout degli arredi,
al centro Pianta piano primo del centro studi: 15 Blocco collegamenti verticali, vani tecnici e di servizio; 16 Grande libreria; 17 Riproduzioni cartacee e digitali; 18 Scaffalature libri e aree lettura a riconfigurazione libera; 19 Aule polivalenti; 20 Collegamento diretto tra libreria e auditorium; 21 Galleria auditorium con tende oscuranti perimetrali a discesa; in basso Sezione DD’ del centro studi con biblioteca nel volume di sinistra, uffici all’ultimo livello della biblioteca, spazi tecnici interrati e auditorium nel volume più basso
Biblioteca e sala polivalente
un grande montacarichi che permet-
Se l’edificio minore dell’archeologia
te la continua messa in discussione
di pregio diventa una piazza al servi-
degli arredi per assecondare gli occa-
zio sia degli utenti che dei non uten-
sionali eventi culturali.
ti del centro culturale, l’edificio mag-
Usando i caratteri dell’architettura
giore (quello del 1933) ospitando il
islamica per rendere atto progettua-
centro studi, avrà un programma
le le doti di resistenza del rudere da
funzionale orientato sia ai credenti
rigenerare si celebra uno spazio pri-
che ai non credenti. Obiettivo è rige-
vo di rigide divisioni interne ma defi-
nerare il monumento di quartiere co-
nito percettivamente solo dalle sue
me attrattore sociale e socializzante
espressive pareti perimetrali. Uno
di tutti gli abitanti.
spazio introverso orientato su un
Nel volume più alto si svilupperanno
vuoto centrale illuminato dall’alto e
gli ambienti della biblioteca. Al fine
attorno al quale ruotano i per-
di favorire l’“incontro”, non si separa-
corsi distributivi, le aree didat-
no le aule di studio religioso da quelle
tiche e all’ultimo piano gli uffi-
49
ci amministrativi. Adiacente al vuo-
Struttura decorativa
rigenerato a piazza interna, il volu-
to centrale si ha un volume concepito
Al fine del consolidamento strut-
me del 1933 ospitante biblioteca e
come oggetto contenuto dall’antico
turale dell’archeologia industria-
auditorium, richiede di essere co-
contenitore e dove sono concentra-
le il progetto prevede l’inserimento
perto. Un sistema a capriate metal-
ti i servizi igienici, i collegamenti ver-
di una nuova struttura in acciaio co-
liche supporta una copertura vetrata
ticali e impiantistici. Con stesso im-
stituita da pilastri posti a ridosso dei
dotata di schermature di protezione
pianto a cortile centrale servito da un
vecchi piedritti murari. Se i prospet-
solare e integrante i nuovi impianti
volume attrezzato laterale, la parte
ti esterni mantengono la tessitu-
elettrici e meccanici.
bassa dell’edificio del 1933 viene con-
ra muraria a vista, le superfici inter-
Riguardo la chiusura al vento e al
vertita in una sala polivalente pensa-
ne vengono rivestite da nastri in fi-
freddo dei mandolati del fabbricato
ta per ospitare conferenze, videopro-
bre di carbonio per irrigidirle ai pun-
del 1933: la realizzazione all’interno
iezioni, esposizioni, concerti, sfilate.
tuali ancoraggi con la nuova strut-
di una vetrata continua avrebbe con-
Per assecondare le diverse necessi-
tura metallica. Le superfici interne
dotto ad abitare una serra contenu-
tà di utilizzo le pareti e la copertura
interessate dalla maglia in fibre di
ta nella ex-fabbrica anziché abitare
vetrata sono dotate di un sistema di
carbonio sono rivestite con intona-
la ex-fabbrica rigenerata. Il proget-
oscuramento a tende meccanizzate
co spruzzato e colorato in pasta co-
to propone un sistema di finestra-
con guide fissate ai telai della nuova
lor mattone al fine di mantenere l’o-
ture interne ai vecchi graticci con te-
struttura metallica.
riginaria risposta alla luce del vibran-
lai metallici tesi a diventare preziose
Biblioteca e sala polivalente sono due
te involucro argilloso. Sovrapposta a
cornici bronzee dei mandolati mura-
spazi indipendenti e con iwan di in-
esso la nuova struttura è estetica-
ri. Ieri come oggi è l’involucro perime-
gresso distinti ma al tempo stesso
mente concepita come una bronzea
trale a definire lo spazio contenuto,
comunicanti grazie i passaggi di at-
trama decorativa in relazione alle ge-
a svolgere la funzione strutturale e
traversamento del muro di spina del-
ometrie dei vecchi prospetti.
a conferire preziosità estetica all’ar-
la ex-fabbrica.
A differenza del fabbricato del 1927
chitettura.
in alto a sinistra integrazione delle geometrie della nuova struttura in acciaio con quelle dell’antico recinto dell’edificio del 1927 rigenerato come corte a cielo aperto in alto a destra pareti interne dell’auditorium polivalente: la nuova struttura esalta le geometrie dell’antico recinto, in grado di esercitare il suo ruolo di prezioso involucro anche quando sono abbassate le tende di oscuramento in basso madrasa al-Attarin (Fez, 1300) la struttura all’interno della geometria aniconista
a sinistra Estratto di sezione terra-tetto del volume maggiore dell’edificio del 1933 rigenerato come biblioteca: 1 Attacco a terra spazi tecnici interrati - Pavimentazione in resina antiscivolo su getto autolivellante 8mm - Massetto alleggerito 150mm - Guaina impermeabile - Vespaio areato tipo Igloo 400mm - Magrone in c.a. 100mm 2 Solaio piano terra - Pavimentazione in resina antiscivolo su getto autolivellante 8mm - Massetto di allettamento 120mm - Isolamento termico 80mm - Lamiera grecata con getto in c.a. 110mm - Profilati IPE 200 di sostegno lamiera grecata 3 Fondazione nuova struttura in acciaio - Pavimentazione in resina antiscivolo su getto autolivellante 8mm - Massetto di allettamento 120mm - Isolamento termico 80mm - Vespaio areato tipo Igloo 300mm - Massetto in c.a. 100mm - Materiale di riempimento - Guaina impermeabile - Fondazione zoppa in c.a. 4 Area di carico-scarico del parcheggio sud - Asfalto pigmentato color terreno 40mm - Conglomerato bituminoso 100mm - Stabilizzato di cava 100mm - Sottofondo in ghiaia di varia pezzatura 500mm 5 Solaio tipo dei livelli sopraelevati - Parapetto in doppia lastra di vetro 20mm - Pavimento flottante antivibrante con finitura tipo Kerlite 140mm - Prese elettriche a pavimento - Lamiera grecata con getto in c.a. 110mm - Profilati IPE 100 di sostegno lamiera grecata - Controsoffitto metallico con isolamento acustico e intercapedine per impianti elettrici e speciali 300mm 6 Nodo nuovi solai-vecchia muratura - Giunto sismico con griglia metallica su angolari di sostegno fissati alla nuova struttura e alla vecchia muratura - Isolamento acustico 50mm - Carter di rivestimento metallico 7 Serramento di chiusura dei vecchi graticci murari - Finestra vetrata a taglio termico apribile solo per manutenzione con infisso metallico a finitura bronzo tipo Secco Sistemi con controtelaio in acciaio di ancoraggio alla vecchia muratura
9
8
7
5
2
6
3
8 Serramento per varchi murari senza graticci - Finestra vetrata a taglio termico apribile solo per manutenzione con infisso metallico a finitura bronzo tipo Secco Sistemi con controtelaio in acciaio di ancoraggio alla vecchia muratura - Doppio vetro con serigrafia di schermatura solare - Cornice metallica di protezione pioggia battente 9 Copertura vetrata del centro studi - Scalette di manutenzione fissate a IPE 100 - Pannelli vetrati a taglio termico tipo Schuco con vetro camera e microfilm interno di controllo solare - Griglia metallica frangisole e di sostegno impianto di illuminazione - Profilati IPE 100 su capriate metalliche con finitura superficiale effetto bronzo - Controsoffitto teso traslucido e traspirante tipo Barrisol di rivestimento impianto di illuminazione e impianto di condizionamento centrale in basso Particolare del nodo tra nuova struttura metallica e vecchia muratura: 10 Monconi saldati ai nuovi pilastri HEB 300 11 Cubo in neoprene 50mm interposto a piatti di connessione saldati 12 Connettore con foro “asolato” 13 Barra saldata “inghisata” nella muratura con resine epossidiche bicomponenti 14 Rivestimento in intonaco grezzo color mattone 15 Nastro strutturale in fibre di carbonio 16 Vecchia muratura
4
10 11 12 13 1 14 15 16
a sinistra Ideogramma soglie di intimità ziyada Spazio privato/ specialistico Spazio collettivo Comunità Società Orientamento urbano attività in basso Prospettiva interna della ziyada di progetto. Uno spazio a metà tra lo statico isolamento proprio di una stanza e il dinamico collegamento proprio di un corridoio. All’interno ordinari elementi appartenenti alle diverse attività che vengono mediate diventano elementi di sorpresa: il giardino di olivi nani degli alloggi di prima accoglienza e quello di alberi da frutto che circonda il bar, la fontana per le abluzioni esterne antistante l’ingresso della sala preghiera, il pluviale in aggetto degli uffici, scorci dell’archeologia e della vegetazione esterna.
2 3
5
4
11
B-p57 6 7
1
8 9
Rilievo Pianta funzioni
10 Rilievo Pianta/ Progetto Centro studi Masterplan/ Ziyada
0Alloggi2.5
B’p5 7
12
5m
Uffici
in alto Pianta degli alloggi di prima accoglienza: 1 Parco-vasca di laminazione di Via Muricce; 2 Percorsi ciclopedonali; 3 Ingresso-filtro da Ziyada; 4 Portineria; 5 Spazi del personale; 6 Spazi comuni; 7 Camera per 4 persone; 8 Area cucina; 9 Vano tecnico; 10 Lavanderia; 11 Giardino di olivi nani incassato nella pavimentazione in cemento colorato; 12 Verso la sala preghiera al centro Pianta uffici Comunità Islamica Toscana: 13 Nuovo parcheggio di quartiere; 14 Percorsi ciclopedonali; 15 Ingresso da Ziyada; 16 Accoglienza; 17 Spazio polivalente; 18 Consultorio teologico; 19 Imam; 20 Presidente; 21 Amministrazione; 22 Collaborazioni; 23 Vani tecnici; 24 Servizi igienici; 25 Archivio e attrezzature; 26 Pluviale in aggetto e compluvio di raccolta acque meteoriche su pavimentazione in cemento colorato; 27 Verso la sala preghiera
in basso Pianta del bar-sala da tè: 28 Percorsi ciclopedonali; 29 Accesso da Ziyada; 30 Tavoli esterni; 31 Ingresso da iwan su Corte centrale; 32 Sale tavoli interni; 33 Bancone e vetrina; 34 Servizi igienici; 35 Vani tecnici e di servizio; 36 Cucina, Disimpegno con vano per contenitori vuoti, Deposito, Camera fredda; 37 Porta di servizio; 38 Giardino di alberi da frutto incassato nella pavimentazione in cemento colorato; 39 Verso la sala preghiera
Corte/ Bar
G-p47
Preghiera
13
15 16
23 26
22
24 21
17 25
14
Ziyada
affacciano sui diversi lati del perime-
La necessità di mediare lo spazio lai-
tro. Le diverse attività hanno ingres-
co da quello sacro e la planimetria ur-
so proprio all’interno della ziyada che
Rilievo Pianta funzioni
21
bana con quella della sala religiosa
a sua volta ha ingressi pluridirezio-
18 studi 19 Rilievo Pianta/ Progetto Centro
20
orientata verso la Mecca porta alla
nali. In questo modo la ziyada da un
reinterpretazione della tipologia del-
lato media laico e religioso, dall’altro
la ziyada . Ambiente ibrido tra lo sta-
intercetta i flussi urbani.
tico isolamento proprio di una stanza
La sala da tè, concepita per avere
Corte/ Bar
e il dinamico collegamento proprio di
orari di attività indipendenti dalle al-
Preghiera
un corridoio. Questa non è stata pro-
tre attività del centro culturale, si af-
gettata come spazio purista che an-
faccia sul lato della ziyada orientato
nulla e nasconde le parti che va me-
verso la corte centrale ma ha ingres-
diando ma come “spazio urbano
so anche in prossimità della palestra.
compreso”. Il recinto della ziyada cor-
I nuovi uffici della Comunità Islamica
risponde ai vecchi limiti planimetrici
di Firenze e Toscana, si affacciano sul
del complesso industriale non di pre-
lato della ziyada orientano verso la
Masterplan/ Ziyada
27 G’-p47
Alloggi
0Uffici 2.5
2
5m
G-p47
38
37
37 36
29 35
28
34
gio che in questo modo è ancora leg-
polarità terziaria del comparto ossia
Rilievo Pianta funzioni
gibile. Gli ambienti degli uffici, allog-
con ingresso speculare a quello del-
32 Rilievo Pianta/ Progetto Centro studi 31
gi, bar e sala preghiera non si fondo-
la palestra e della scuola. Gli allog-
no con il recinto, ma sono funzioni
gi di prima accoglienza si attestano
urbane distinte che si orientano e si
sul lato della ziyada orientato verso
33
39
30
Masterplan/ Ziyada Alloggi
C-p46 Uffici
Preghiera
G’-p47
Bar 0Corte/2.5 5m
i parchi e le residenze limitrofe
C’-p46
Esempio ben conservato di questa tipologia è la ziyada della moschea Ibn Tulun al Cairo, 876.
2
di quartiere.
53
la preghiera si accosta sul lato del-
ni geometriche tradizionali per pro-
la ex-planimetria che si orienta ver-
muovere un’atmosfera di sospensio-
so la polarità di riferimento ma, non
ne temporale conforme al culto isla-
era prevedibile che il lato nord del
mico. Rarefazione come isolamento
complesso, quello dell’interfaccia di
dal mondo esterno. Come negli spa-
quartiere, essendo parallelo all’Ar-
zi dell’archeologia rigenerata, i pila-
no è di per se un vettore che indi-
stri interni avranno una finitura su-
ca la Mecca. Questo spontaneo “in-
perficiale bronzea. Su esempio del-
contro” viene tradotto in segno at-
la ex-Campolmi e del repertorio isla-
traverso un volume dalle proporzio-
mico storico, la trasparenza della sa-
ni di una cupola e dalla stereometria
la preghiera sta nella corrispondenza
simile alla ex-fabbrica. La sala pre-
del volume percepito dall’esterno e
ghiera di progetto ha una capien-
lo spazio in esso contenuto. I pilastri
za interna di circa 1000 fedeli3 e, sul-
interni vengono duplicati all’esterno
la base delle parole dell’Imam di Fi-
attraverso pluviali metallici che, co-
renze è pensata come “uno spazio di
me i pilastri emergenti dalle mura-
riposo”4. La tipologia della sala ipo-
ture dell’archeologia, scandiscono i
stila ibridizzata con la sala a cupo-
prospetti. Il calcestruzzo pigmenta-
la realizza uno spazio che si svilup-
to color mattone insieme a bassori-
pa per infiniti punti di raccoglimen-
lievi di disegno analogo a quelli del-
to e, al tempo stesso, caratterizzato
le schermature con cui i palazzi del
da un’ascendenza luminosa. I rifles-
quartiere citano l’archeologia della
si dei rivestimenti in ceramica delle
Campolmi, relaziona con integritas e consonantia la sala preghiera alle
Sociolab 2012, Documenti di sintesi del percorso partecipativo “Una Moschea per Firenze”, unamoscheaperfirenze.it. 4 Dall’incontro con Izzedin Elzir, Imam della comunità islamica di Firenze e Toscana. 3
murature traforate della ex-fabbrica ma anche alle residenze dello stesso quartiere che la ospita.
F’
terica l’aniconismo delle decorazio9
6
7
8 Rilievo Pianta funzioni
B
3
RilievoB’ Pianta/ Progetto Centro st Masterplan/ Ziyada
5
Alloggi
4
2
Uffici Corte/ Bar
1 F
Come le altre attività anche la sa-
E’-p47
pareti traducono in sensazione ma-
E-p47
Sala da preghiera
0Preghiera 2.5
5m
pagina precedente Scorcio del piano terra della sala preghiera sopra Pianta piano terra sala preghiera: 1 Accesso dalla Ziyada; 2 Scarpiera; 3 Abluzioni e servizi igienici; 4 Collegamenti verticali allo spazio preghiera per le donne e relativi wc, ambienti per abluzioni totali, spazi tecnici; 5 Panca-libreria; 6 Sala ipostila; 7 Mirhab; 8 Minbar; 9 Magazzino in basso Sezione trasversale FF’ della sala preghiera e relazione con corte centrale e centro studi attraverso lo spazio filtro della ziyada
FF’
a destra Mirhab e Minbar di progetto: una nicchia con ceramiche di rivestimento con maggiore riflesso e luminosità rispetto a quelle delle altre pareti e un trono-scala dalle qualità di una scultura geometrica in basso Sezione longitudinale BB’ della sala preghiera: a sinistra sezione trasversale degli alloggi di prima accoglienza e a destra proiezione degli uffici della comunità islamica di Firenze e Toscana, interposta ai diversi volumi la vegetazione della ziyada
BB’
pagina a fronte Vista Ovest del progetto da Parco Vogel a sinistra Porzione di prospetto esterno della sala preghiera con i bassorilievi decorativi dei pannelli in cemento prefabbricato che reinterpretano allâ&#x20AC;&#x2122;interno della estetica islamica le schermature di facciata dei palazzi del Quartiere 4, a loro volta in analogia con i mandolati della ex-fabbrica Campolmi a destra Modello in legno del progetto di rigenerazione urbana: vista aerea nord in basso Prospetto Nord di progetto con in primo piano il recinto della ziyada e il volume della sala preghiera mentre sullo sfondo i volumi dellâ&#x20AC;&#x2122;archeologia rigenerata
0
2.5
5m
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Indice
Presentazione
5
Introduzione alla Tesi
6
Prima trama: Architettura islamica Immagine della cittĂ islamica Architettura sacra Aniconismo islamico Riferimenti contemporanei
9 9 10 14 15
Seconda trama: Ex-area industriale Campolmi Breve storia del Quertiere 4 Analisi urbana Quertiere 4 Analisi area di progetto
19 19 22 24
Terza trama: Archeologia industriale Storia della ex-fabbrica Campolmi Doti di resistenza Sul segno
29 29 30 35
Intreccio: Progetto di rigenerazione urbana Masterplan Cortile centrale Biblioteca e sala polivalente Struttura decorativa Ziyada Sala preghiera
39 39 44 48 50 52 54
Bibliografia e referenze varie
61
Finito di stampare per conto di didapress Dipartimento di Architettura UniversitĂ degli Studi di Firenze Dicembre 2018
La Firenze contemporanea comprende aree un tempo chiamate periferia ma come per molte città europee oggi la periferia non esiste più perché non esiste più un fuori urbano. I nuovi monumenti sono macchine industriali, ridotte a vuoti contenitori in attesa di tornare attivi riferimenti territoriali. Il lavoro documenta le doti di resistenza della ex-fabbrica Campolmi ossia quelle qualità che seppur assopite sotto lo stato di rudere, se valorizzate, permettono di rigenerarlo. In parallelo l’Islam che è da sempre caratterizzato da regionalismi può trovare nel recupero di queste archeologie la veste per la sua nuova generazione, ossia quella nata in Europa. Secondo un’ottica di perenne metamorfosi della città le varie analisi di conoscenza dell’archeologia industriale, del contesto urbano e dell’architettura islamica sono state affrontate non come fasi introduttive bensì come obiettivi di traguardo. Non un progetto di concept sviluppato per esclusione di fattori fino alla genesi di un’immagine comunicativa, ovvero un progetto di context, che mosso da uno spirito urbano mira all’integrazione critica delle varie pluralità. Gianluca Chiostri (Pescia, 1987) architetto iscritto all’Ordine degli Architetti di Pistoia. Svolge gli studi universitari presso la Facoltà di Architettura di Firenze dove si laurea nel 2014 con la tesi presentata in questo volume. Attualmente vive e lavora a Melbourne in un continuo impegno progettuale trasversale architettonico e urbano. Con il DIDA ha già pubblicato Allestimenti e nuove funzioni in Breschi A., Santa Teresa. Un progetto di rigenerazione urbana per Firenze (pp. 86-95), 2016.
ISBN 978-88-3338-079-7
9 788833 380797