Come pietre appena cavate alla luce della notte, frammenti di un edificio virtuale indecifrabile, messi in atto al di là del tempo, dal tempo ridotti da edificio a geografia, animati per sempre da relazioni già trasferite dall’ordine delle cose naturali a quello dell’architettura.
Masse compatte, sostanza del tempo infinito, vengono scavate dalla luce, trasfigurazione ideale dell’acqua nel suo lavoro lento e inesorabile.
La terra si apre, si plasma sotto l’azione implacabile della luce. Equilibrio, forma, ordine, geometria: la luce umanizza lo spazio e il tempo. La natura astratta della regola e l’infinita mutevolezza dell’elemento naturale. In questa lotta trasformata in dialogo, luce e spazio reciprocamente si cercano fino a fondersi. La luce diventa la regola, dona un’anima allo spazio e sotto la sua azione l’architettura esiste.