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Dallo stesso lato del tavolo On the same side of the table

Dallo stesso lato del tavolo

Questa sezione riguarda quegli aspetti che possono essere definiti metodologici. Riguarda il modo di insegnare le materie del progetto nei nostri corsi. Lo stesso lato del tavolo allude alla formula pedagogica dell’affiancamento, parola quanto mai appropriata per descrivere quella modalità in cui maestri e allievi partecipano paritariamente allo sviluppo di un problema, ne esplorano insieme tutti gli aspetti e ne elaborano ipotesi interpretative plausibili. Rispetto all’espressione lezione frontale, che allude all’assetto dialogico di uno verso molti, nel nostro lavoro insegnare ponendosi dallo stesso lato del tavolo prelude alla forma di fare insieme e con diversi livelli di esperienza. Le botteghe della memoria storica di questa città, e la bottega più in generale, sono state il luogo dove il discepolo apprendeva per osservazione ed emulazione del maestro o del compagno più esperto. La progressione delle difficoltà nella bottega, dalle esperienze più semplici alle più complesse, sedimenta l’esperienza e la converte in conoscenza matura e consente l’apprendimento più consapevole. Piuttosto che riversare quantità di nozioni abbiamo imparato a fare insieme e praticare il learning by doing come esercizio didattico privilegiato per scambiarci le idee e generare i progetti di interior. Nel nostro caso il motto Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo è una pratica quotidiana e costituisce l’esercizio che preferiamo. La necessaria struttura conoscitiva dalla lezione frontale è il completamento per conferire la necessaria struttura di conoscenze professionali e una solida matrice di riferimenti per le competenze che si apprendono nella scuola e si arricchiscono lungo tutta la vita. This section concerns aspects that can be defined as methodological. It deals with how design topics are taught on our courses. The same side of the table alludes to the pedagogical formula of partnering, a highly appropriate word to describe the way in which teachers and students participate equally in the development of a problem and together explore all its aspects, developing plausible interpretative hypotheses. With respect to lectures, which allude to the dialogical structure of one person speaking to many, in our work teaching by placing oneself on the same side of the table introduces a way of doing things together and with different levels of experience. The workshops of the historical memory of this city, and the workshop more generally, were places where apprentices learned by observation and by emulating the master or a more expert companion. The progression of difficulties in the workshop, from the simplest experiences to the most complex, solidifies experience and converts it into acquired knowledge, allowing for more conscious learning. Rather than transmitting a quantity of notions, we have learnt to do things together and to practice learning by doing as a privileged didactic exercise for exchanging ideas and generating interior projects. In our case, the motto “I hear I forget, I see I remember, I do I learn” is a daily practice and is our preferred exercise. The necessary cognitive structure of the lecture is completion in order to confer the necessary structure of professional knowledge and a solid reference matrix for the skills learnt at the school and enriched over the course of a lifetime.

On the same side of the table

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