La conoscenza per il progetto| Matteo Zambelli

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introduzione

Natural-born designers? Ciò che i progettisti sanno dei loro processi di problem solving rimane, in larga misura, conoscenza tacita, ossia conoscono nello stesso modo in cui le persone abili “sanno” come utilizzare quell’abilità. Trovano difficile esplicitare la propria conoscenza, perciò la formazione nell’ambito della progettazione è costretta a fare molto affidamento sul sistema di apprendimento basato sull’apprendistato. Potrebbe essere sufficiente, o almeno comprensibile, per i progettisti professionisti non essere capaci di estrinsecare le proprie abilità, ma i docenti di progettazione hanno la responsabilità di esprimersi per quanto è loro possibile su quello che stanno cercando di insegnare, altrimenti non hanno alcuna base per scegliere i contenuti e i metodi del proprio insegnamento. [Cross (1982), p. 224; Cross (2006), p. 9] Spesso i designer stessi non sono particolarmente bravi a spiegare come progettano. Quando i progettisti – in ispecie quelli talentuosi e di successo – parlano spontaneamente di ciò che fanno, si riferiscono quasi esclusivamente ai risultati, non alle attività. Discettano dei prodotti della loro attività progettuale piuttosto che parlare del processo. Si tratta di una caratteristica comune agli esperti in ogni campo. L’entusiasmo è rivolto a quanto realizzano, non all’analisi di come l’hanno fatto. Talvolta alcuni progettisti possono sembrare perfino deliberatamente ermetici sul proprio modo di lavorare e rispetto a dove scaturiscono le loro idee. Il famoso (forse addirittura famigerato) designer francese Philippe Starck è noto per aver detto che le idee di progetto sembrano sgorgare quasi per magia, come se giungessero dal nulla. Ha rivelato di aver progettato una sedia, mentre era in un areo in fase di decollo, nel giro di pochi minuti, quando il segnale “tenete allacciate le cinture” era ancora acceso. Forse l’avviso “tenete allacciate le cinture” ha rappresentato una sfida per le sue abilità di progettista. A proposito del processo progettuale dell’iconico spremiagrumi per Alessi, il produttore italiano di complementi di arredo per la cucina, ha riferito che in un ristorante “gli [a Starck, n.d.a.] è apparsa questa visione di un calamaro in forma di spremilimoni…” E fu così concepito lo spremilimoni Juicy Salif. [Cross (2013), p. 6]

Bryan Lawson e Kees Dorst nelle prime pagine di Design Expertise (2009) affermano che «in molta della critica all’insegnamento e dell’insegnamento della progettazione è implicita l’idea del “designer talentuoso”. Una nozione del genere si basa sull’assunto che alcune persone abbiano un’innata abilità a progettare mentre altre no, e quindi tanto vale che queste


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