Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

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TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE

CONOSCENZA, SICUREZZA E ACCESSIBILITÁ Protección y valorización del patrimonio cultural: conocimiento, seguridad y accesibilidad Italia-Spagna: un confronto tra esperienze di ricerca Italia-España: una comparación de las experiencias de investigación

IV Seminario Internazionale IV Seminario Internacional

Mercoledì 8 Febbraio 2017

Palazzo Vegni, aula 2N | Via San Niccolò 93, Firenze



IV Seminario Internazionale / IV Seminario Internacional TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE: CONOSCENZA, SICUREZZA E ACCESSIBILITÁ / PROTECCIÓN Y VALORIZACIÓN DEL PATRIMONIO CULTURAL: CONOCIMIENTO, SEGURIDAD Y ACCESIBILIDAD. Italia-Spagna: un confronto tra esperienze di ricerca / Italia-España: una comparación de las experiencias de investigación Firenze - 8 Febbraio 2017 - Palazzo Vegni – Aula 2N

Relatori e Abstract delle Relazioni

Il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio

Gianluca Belli, gianluca.belli@unifi.it

Professore associato in Storia dell’architettura, Gianluca Belli svolge attività didattica e di ricerca presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. I suoi ambiti di studio riguardano prevalentemente l’architettura fiorentina del Quattro e del Cinquecento, con periodiche incursioni nell’età contemporanea. Questi temi sono stati spesso intrecciati con la storia delle tecniche costruttive, sempre considerata con molto interesse. Le ultime ricerche comprendono gli spazi del mercato e del mercante nella città medievale, l’architettura del palazzo nella Firenze del Quattrocento, Giuliano da Sangallo, Giulio Romano, Bartolomeo Ammannati, Giorgio Vasari, l’architettura camaldolese, Karl Friedrich Schinkel, le trasformazioni per Firenze capitale.

Il Salone dei Cinquecento è lo spazio che forse più di ogni altro riassume l’immagine del potere mediceo che Cosimo I stabilisce nella Firenze del Cinquecento. Paradossalmente però, la sua costruzione avviene in uno dei momenti più strenuamente antimedicei della storia fiorentina, quello della Repubblica savonaroliana. La genesi di questa prima versione della sala, che secondo le intenzioni di Savonarola simboleggiava i fondamenti al tempo stesso “democratici” e teocratici della nuova repubblica, è ancora coperta da larghe zone d’ombra, non solo rispetto alla situazione originaria del sito su cui questo spazio viene costruito, a ridosso del palazzo dei Signori, ma anche per quanto riguarda il suo iniziale assetto interno, radicalmente modificato nella seconda metà del XVI secolo da Giorgio Vasari. La comunicazione al seminario intende fornire un quadro riassuntivo delle conoscenze sulla costruzione e sulle trasformazioni della sala durante il suo primo secolo di vita, e proporre alcune nuove ipotesi.


Accesibilidad al patrimonio arquitectónico de Cáceres, ciudad histórica

Juan Saumell Lladó, jsaulla@unex.es

Arquitecto por la Universidad de Sevilla (1985). Doctor por Sevilla (2005) con una tesis sobre versatilidad habitacional en asentamientos rurales de las Vegas del rio Guadiana en Extremadura, publicada en 2008. Trabajos profesionales de arquitectura y de urbanismo en España y en Croacia. Profesor Contratado Doctor en el Área de Expresión Gráfica Arquitectónica del Departamento de Expresión Gráfica de la Universidad de Extremadura. Docente en las materias de Introducción al Diseño en Ingeniería Técnica de Telecomunicaciones, Oficina Técnica y Proyectos en el Grado en Edificación, e Iniciación a la Investigación en Expresión Gráfica y Construcción en Master Universitario de Investigación y en Máster en Geotecnologías. Líneas de investigación en arquitectura rural doméstica y en documentación gráfica del patrimonio arquitectónico. Contribuciones a congresos de expresión gráfica arquitectónica y rehabilitación. Artículos publicados en revistas de investigación de España, Italia y Eslovenia. Patentes registradas de morteros ecológicos para rehabilitación de edificios.

La accesibilidad física al patrimonio arquitectónico permite la fruición de nuestra cultura edificada. Por un lado, consideramos la igualdad y libertad en el disfrute de los derechos por parte de los ciudadanos. Por otra parte, la eliminación de barreras arquitectónicas requiere ajustes razonables y soluciones que permitan la mayor adecuación posible al ideal planteado. En ese marco, algunas intervenciones no resultan técnica o económicamente viables, o son incompatibles con determinados grados de protección. La ciudad monumental de Cáceres en sus recorridos turísticos por sus calles y en las visitas a sus edificios muestra un amplio abanico de casos a estudiar.

Brunelleschi e la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore

Giacomo Tempesta, giacomo.tempesta@unifi.it

Nato a Teramo il 3 settembre 1950, ha conseguito la laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze il 14.7.1975, con il massimo dei voti e la lode. Nel 1980 consegue la nomina a Ricercatore Universitario Confermato per il gruppo di discipline Scienza delle Costruzioni, prestando servizio presso il Dipartimento di Costruzioni dell’Università degli Studi di Firenze. Nel 1981 viene nominato Professore Incaricato dell’insegnamento di Statica presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Nel 1985 è consulente della OLIVETTI spa per la realizzazione del software di modellazione grafica della Cupola di Brunelleschi in occasione dell’EXPO del 1985 di Tsukuba: sezione italiana dedicata alla grande tradizione dell’ingegneria. Dal 1993 è Professore Associato di Scienza delle Costruzioni presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Dal 2009 è Presidente del Corso di Laurea in “Scienze dell’Architettura”. Dal 2012 svolge funzioni di esperto per le strutture presso l’Unità di Crisi – Coordinamento Regionale UCCR- Toscana.

Fin dal XVIII secolo la letteratura scientifica sulla Cupola di Santa Maria del Fiore, tacendo su alcuni aspetti costruttivi giustificati a posteriori come semplici ‘aggiustamenti’, ha ribadito che il modello ispiratore dovesse essere cercato nella cupola, a tessitura regolare su letti di posa orizzontali, del vicino Battistero e che Brunelleschi avesse utilizzato tale soluzione affinandola durante la costruzione dell’opera. Una tale lettura lasciava tuttavia senza risposta alcune sostanziali questioni tecniche e strutturali non riconducibili alle conoscenze dell’epoca. Ripercorrendo gli studi condotti sotto la guida del prof. Salvatore Di Pasquale a partire dal 1977 - basati sullo studio delle fonti e dei documenti e sulle indagini compiute, finalmente con un occhio nuovo, direttamente sul monumento e sulla ricostruzione teorica e sperimentale di modelli - è invece possibile dimostrare l’esistenza di una spiegazione scientificamente coerente di come Brunelleschi abbia concepito e progettato la più grande cupola in muratura di tutti in tempi. Le ipotesi formulate all’interno del gruppo di ricerca dell’allora Istituto di Costruzioni della Facoltà di Architettura di Firenze, per alcuni anni molto dibattute all’interno della comunità scientifica, trovano la conferma definitiva nella lettura attenta delle pagine di un testimone oculare d’eccezione: Leon Battista Alberti.


Algunos aspectos sobre la accesibilidad en las murallas de Cáceres

Miguel Matas Cascos, estudiomiguelmatas@gmail.com

Arquitecto por la Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid (1976). Profesor titular de Expresión Gráfica Arquitectónica de la Universidad de Extremadura (docencia en OFICINA TÉCNICA desde 1982 hasta 2015). Master de la Universidad de Extremadura en Investigación en Ingeniería y Arquitectura. Trabajos y proyectos sobre las murallas almohades de Cáceres. Restauración de monumentos y construcción de edificios. Premio TORRECA 2015 en reconocimiento a su labor como profesional de la arquitectura en sus actuaciones de conservación y restauración y como docente de la Universidad. Primer premio en el Concurso de proyecto y construcción de la Escuela de Enfermería del Campus de Cáceres de la Universidad de Extremadura. Primer premio en el concurso para la redacción del Plan Parcial “Ciudad Jardín San Antón” de Plasencia. Cuarto premio en el Concurso de redacción de anteproyectos para el Pabellón de Extremadura en la Expo-92. Diploma de reconocimiento de la Escuela Politécnica por la labor de difusión en los medios de comunicación durante el año 2010.

La necesaria y deseable contemplación de los restos arqueológicos de la muralla de Cáceres, y del casco antiguo y del territorio desde esos elementos, requiere de la existencia de itinerarios accesibles que puedan ser utilizados por los visitantes. La inserción en el caserío de estos restos y otros factores, ha producido una fragmentación de la muralla y una interrelación e interdependencia entre los edificios, los restos de muralla y las calles y plazas donde se ubican, y con ello, un variado catálogo de situaciones arquitectónicas de accesibilidad a esos elementos, que nos plantean un importante reto si queremos conservarlas y utilizarlas para que los visitantes puedan acceder a ellos. El material con el que está construida la muralla, nos hace dudar de si la visita “deseable” debe producirse, o si para conservar el monumento debiéramos no consentirla.

L’accessibilità degli edifici storici in uso. Il caso dell’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze

Nicoletta Setola, nicoletta.setola@unifi.it

Architetto (2003), Ph.D (2009) e, dal 2016, Ricercatrice di Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Svolge ricerca nell’ambito dell’edilizia sanitaria e sociale. Il suo lavoro si concentra sullo studio di accessibilità e configurazione spaziale di edifici e spazi pubblici in relazione ai flussi di persone e ai comportamenti degli utenti utilizzando recenti approcci alla complessità del progetto (Open Building e Space Syntax). Tra le sue pubblicazioni Flussi e persone nella progettazione ospedaliera (2013, FUP) e Designing Public Spaces in Hospital (2016, Routledge). Con la sua tesi di dottorato ha vinto il secondo premio SITdA in memoria di Rosalba La Creta. È titolare del Laboratorio di Tecnologia dell’Architettura presso la Scuola di Architettura di Firenze e ha collaborato con le seguenti università straniere: Bartlett School of Architecture UCL in London (UK), Ball State University (USA), Tongji University (CN), University of Lund (SW). È socio ordinario di SITdA e membro del Management Committee per l’Italia nella COST Action IS1405 - BIRTH.

L’intervento tratterà il caso dell’ospedale storico di Santa Maria Nuova che si trova nel centro di Firenze e che è rimasto sempre attivo dalla sua fondazione (1288) fino ai giorni nostri. In una prima parte verrà percorsa l’evoluzione architettonica dell’edificio nel tempo per comprenderne dal punto di vista morfologico natura e peculiarità. Nella seconda parte verranno illustrati i risultati di una esperienza di ricerca che mette in evidenza quali aspetti dell’ambiente fisico e costruito possono facilitare oggi l’accesso ai servizi sanitari per i cittadini. Partendo da una raccolta di dati empirici (rilievi e osservazioni) e attraverso metodologie di analisi e valutazione dell’edificio (space syntax e GIS) sono stati messi a punto degli indicatori di accessibilità qualitativi e quantitativi in base al profilo di utenza e al tipo di flusso di accesso leggibili in mappe tematiche.


Discordancias legislativas en la accesibilidad a monumentos españoles: El caso de la Iglesia de Santa María de Cáceres

Luis González Jiménez, luisglez@unex.es

Arquitecto por la ETSA de Barcelona, especialidad Edificación. Cursos de Doctorado en la Escuela de Arquitectura de Sevilla, y en Historia del Arte y en Arquitectura en Cáceres. Especialista en Derecho Urbanístico. Profesor Titular en Construcciones Arquitectónicas y Subdirector de la Escuela Politécnica de la Universidad de Extremadura. Investigador del Grupo GICA, Grupo de Investigación en Construcciones Arquitectónicas. Arquitecto Experto del Consejo Superior de Colegios de Arquitectos de España. Especializado en materiales de construcción. Estancias docentes en la Universidad de Horsen (Dinamarca). Trabajo profesional de arquitecto en Urbanismo, Edificación, Restauración y Rehabilitación. Dictámenes periciales. Presidente de la Delegación en Cáceres del Colegio de Arquitectos de Extremadura. Miembro de la Comisión de Patrimonio de BIC, Bienes de Interés Cultural, de Extremadura. Autor de publicaciones, ponencias, etc. sobre patrimonio arquitectónico y otras líneas de investigación. Autor del libro Fundamentos de los materiales para la edificación y la arquitectura, editado por el grupo GICA.

La normativa edificatoria presenta en España una singularidad. Por mandato constitucional quedan delegadas ciertas competencias legislativas a los gobiernos regionales y esos aspectos no son regulados a nivel estatal. Así ha ocurrido con la normativa de accesibilidad. La existencia de diferentes reglamentos de ámbito regional sin un referente unificador, se ha traducido en multitud de criterios que ponen en cuestión la igualdad y la no discriminación en el acceso a los edificios y la utilización independiente y segura de los mismos. Además se ha cuestionado su aplicación en las ocasiones en las que resulta incompatible con el grado de protección monumental del edificio.

Indagini sul comportamento strutturale delle cupole a filari in aggetto

Ugo Tonietti, ugo.tonietti@unifi.it

Professore associato di Scienza delle Costruzioni presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, è coordinatore del Curriculum in “Strutture e Restauro dell’architettura e del patrimonio culturale” del Dottorato in Architettura nello stesso Ateneo. Si occupa del comportamento strutturale delle costruzioni in materiali tradizionali (sia nella dimensione delle emergenze monumentali sia alla scala dei centri storici e degli insediamenti vernacolari) e delle strategie di rinforzo compatibili con l’identità meccanica e architettonica degli specifici sistemi. É consulente nella protezione dei siti patrimonio dell’umanità per conto di: Unesco, WMF, AKTC, World Bank. Ha operato nello studio e nel consolidamento di molti siti monumentali: Duomo di S. Leo (Italia), Medina di Chefchauen (Marocco), Kalà di Elbasan (Albania), Cittadella di Shali (Siwa, Egitto), Chiese rupestri di Lalibela (Etiopia), Fortezza di Jiayuguan (Grande Muraglia, Cina), moschea di Noh-Gunbad (Afghanistan). Ha partecipato ai Progetti Europei Terra Incognita e Cupoles et Habitats ed al progetto Rediscovering vernacular earthquake-resistant knowledge (FAU, Università del Cile).

I sistemi di copertura a cupola basati sulla sovrapposizione di filari in aggetto sono espressione di una scelta costruttiva di grande originalità, nata in tempi remotissimi, e che caratterizza sia architetture monumentali che, soprattutto, insediamenti di tipo vernacolare. Questo patrimonio, di indubbia importanza sul piano storico e documentario, richiede la messa a punto di strategie specifiche di intervento dirette alla salvaguardia. Purtroppo questi sistemi sono stati poco studiati dal punto di vista strutturale (e la denominazione usuale di “false cupole” ne è una testimonianza). L’approccio classico con cui lo si è affrontato prende il nome di “corbelling theory” e si basa sulla semplice imposizione dell’equilibrio al ribaltamento di uno spicchio di cupola di ampiezza infinitesima. Questa teoria non coglie, in verità, il reale comportamento del sistema. La relazione propone la necessità di considerarne il funzionamento “spaziale”, reso possibile dal ruolo dell’attrito tra i blocchi che consente una efficace collaborazione lungo i paralleli, e introduce una nuova teorizzazione capace di tenerne conto.


Indagine sperimentale sui materiali compositi per il rinforzo strutturale delle costruzioni in muratura

Luisa Rovero, luisa.rovero@unifi.it

Laureata in Architettura nel 1991, è Dottore di Ricerca in “Materiali e strutture per l’Architettura” presso l’Università di Firenze (1996). Dal 2002 è Ricercatrice in Scienza delle Costruzioni presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze; nel 2015 ha ottenuto l’Abilitazione Nazionale per Professore Associato. Dal 2005 insegna Scienza delle Costruzioni e Meccanica delle murature nel Seminario Tematico “Salvaguardia e sicurezza strutturale del patrimonio costruito”, presso la Scuola di Architettura dell’Università di Firenze, dove dal 2003 è membro del Collegio dei Docenti del Dottorato in “Architettura”. L’attività di ricerca è focalizzata sul comportamento meccanico di strutture in muratura e sulle tecniche di consolidamento per le costruzioni in muratura. In particolare gli argomenti trattati sono: Compositi (FRP e FRCM) nel rinforzo strutturale delle costruzioni in muratura; Vulnerabilità sismica delle costruzioni in muratura; Costruzioni in terra. Caratterizzazione fisica e meccanica e riduzione della vulnerabilità sismica.

Gianfranco Stipo, gianfranco.stipo@unifi.it

Architetto, si è laureato a Firenze nel 2010. Nel 2014 ha conseguito, presso l’Università degli Studi di Firenze, il titolo di Dottore di Ricerca in “Materiali e strutture per l’Architettura” con una tesi dal titolo “Analisi del comportamento meccanico dei materiali compositi a matrice cementizia nel rinforzo delle strutture murarie”. Nel 2014 vince una di Borsa di Ricerca, rinnovata nel 2015 e 2016, finalizzata allo svolgimento del programma di ricerca dal titolo: “Sperimentazione per la caratterizzazione meccanica di elementi costruttivi murari e di tecniche innovative di rinforzo” presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. Attualmente la sua attività di ricerca è focalizzata sul comportamento meccanico dei materiali compositi (FRP e FRCM) nel rinforzo di strutture in muratura.

La mitigazione del rischio sismico di edifici storici in muratura costituisce una delle sfide più recenti della ricerca scientifica e della pratica ingegneristica. In contesti di valore storico, è fondamentale mettere in campo strategie efficaci e in linea con i principi della conservazione. I sistemi di rinforzo strutturale in materiali compositi rappresentano una valida alternativa ad interventi più invasivi e costosi, permettendo incrementi di resistenza e di capacità deformativa senza gravare la struttura con ulteriori carichi. I risultati di una indagine sperimentale sono riportati e commentati per validare le potenzialità offerte da un sistema di rinforzo costituito da placcaggi in matrice cementizia e rete di vetro. In particolare sono state svolte prove di adesione fra composito e laterizio e prove su modelli di arco. I risultati hanno evidenziato che il sistema di rinforzo analizzato riesce a conciliare istanze di sicurezza con quelle di salvaguardia come richiesto negli interventi sul costruito storico esposto al rischio sismico.


Accesibilidad en la Mérida patrimonial romana. Tres casos prácticos

Rubén Cabecera Soriano, rcs@unex.es

Doctor por la Universidad de Sevilla con la tesis: La arquitectura perdida de Alejandro de la Sota en la Colonización Extremeña de la posguerra: Los poblados de Valuengo, La Bazana y Entrerríos, patrimonio actual de una época olvidada. Arquitecto por la Universidad de Sevilla, especializado en edificación (2001). Máster en “Gestión Ambiental, Calidad y Auditoría para Empresas” (2014). Máster en “Urbanismo y Ordenación Territorial” (2007). Máster en “Arquitectura y Patrimonio Histórico” (2006). Profesor Asociado Doctor en el Centro Universitario Santa Ana de la Universidad de Extremadura. Miembro del Grupo de Investigación de Construcciones Arquitectónicas, GICA. Aportaciones a congresos, simposios y jornadas en Patrimonio y Rehabilitación. Miembro del comité científico de varias revistas y congresos. Autor de trabajos relacionados con el Patrimonio y la Colonización. Arquitecto socio en el despacho profesional AIUESTUDIO, SLP desde su fundación en 2003 con edificios y proyectos de urbanismo y planeamiento. Premio OTAEX 2016 a la trayectoria profesional.

La resolución de los problemas de accesibilidad requiere del concurso del diseño y de la innovación que, para el caso de intervenciones en patrimonio, implica un esfuerzo adicional por la idiosincrasia de los monumentos en los que se interviene. En el caso de la Mérida patrimonial romana, se han resueltos estos problemas de forma innovadora buscando la compatibilidad con la normativa vigente, tanto en accesibilidad como en patrimonio, en tres de sus más icónicos monumentos de origen romano: el Templo de Diana, el Teatro Romano y los Pórticos del Foro de la Colonia. Para todos ellos la solución se ha desarrollado con un especial cuidado por tratarse de elementos patrimoniales que forman parte del conjunto de bienes de interés cultural de la ciudad.

Strutture di legno antiche: tipologie, degrado e dissesti, consolidamento

Gennaro Tampone, g.tampone@tin.it

Ingegnere civile, Architetto. Dirigente dell’Ufficio del Genio Civile di Firenze (1963-’96). Docente nell’Università di Firenze dal 1969; dal 2006 professore a contratto, già Direttore del Master universitario di II livello in Conservazione Architettonica. Attualmente è Docente, presso il Ph.D Course Wood as Construction Material (Politecnico di Milano), di “Historic Timber Structures: Heritage. Failure. Conservation”. Professore a contratto, presso l’Università di Ferrara, di Restauro delle strutture lignee nel Master di II livello “Consolidamento del costruito storico monumentale”. Lecturer, presso ICCROM, di “Conservation of Ancient Timber Structures” nei Corsi post-laurea. Membro di ICOMOS; Past President di ICOMOS Wood International Scientific Committee. Conduce ricerche su Antiche tecniche costruttive, in particolare delle strutture lignee, Teoria e tecnologia della conservazione, Architettura preistorica. Svolge attività professionale. È titolare di tre brevetti di invenzione. Ha pubblicato circa 200 opere (note scientifiche, saggi, libri).

La relazione tratta la tematica della conservazione delle strutture di legno antiche con cenni al patrimonio mondiale e italiano sia quello ideale (quali testi letterari, trattati, progetti) sia quello materiale. Gli obiettivi attengono tanto all’individuazione di una categoria di strutture e architetture definita da caratteristiche molto precise, benché di vastissima estensione, che all’enunciazione di problematiche specifiche. Sono presentate le forme più consuete del degrado materico, specialmente di tipo biotico causato da funghi e insetti, che hanno maggiore impatto sull’efficienza strutturale con i relativi effetti nonché le lesioni e i dissesti strutturali caratteristici e più ricorrenti, indicando le relative cause. Sono, infine, esposti i principi generali della conservazione strutturale e quelli applicati a strutture di legno con riferimento ai documenti ufficiali sull’argomento nonché le tecniche più avanzate di conservazione, con particolare attenzione al tema del consolidamento.


Roberto Sabelli, roberto.sabelli@unifi.it

Ricercatore di Restauro del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e studioso di conservazione e restauro dell’architettura antica e storica. Insegna Laboratorio di Restauro I e II. È membro del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Architettura. È Direttore Scientifico della rivista ‘Restauro Archeologico’ e autore di oltre settanta pubblicazioni scientifiche. È Responsabile Scientifico del progetto strategico di ricerca di base di Ateneo “FIMU – Le mura urbane e il sistema difensivo di Firenze: rappresentazione e comunicazione del paesaggio urbano fra tradizione e innovazione”. È membro delle Unità di Ricerca Interdipartimentali dell’Università di Firenze “INNLINK-S - Local and Indigenous Knowledge Systems and Innovation” e “Progetto Bioregione Urbana”. È socio fondatore dello spin-off partecipato dall’Università di Firenze “DiaCon” srl (Diagnostica e Conservazione) È coordinatore di accordi internazionali di collaborazione culturale e scientifica con Palestina, Messico, Brasile, Argentina, Guatemala, Città del Vaticano.

Si se examinan las contribuciones a la historia y la teoría de la restauración desde el siglo XVIII, está claro que en un principio no estaba marcada ninguna distinción entre la restauración arquitectónica y la restauración arqueológica. Sólo hacia la mitad del siglo pasado se desarrolló una sensibilidad cultural por el patrimonio arqueológico tal como para inducir a los estudiosos a considerar el trabajo de conservación en este aspecto, en su peculiaridad y distinto respecto a la restauración arquitectónica, aunque siempre colocado dentro de la más amplia disciplina de la restauración. Aparte del principio de que para conservar y valorizar es necesario conocer, también el contexto en el que se insertan los bienes, podemos decir que una de las principales diferencias que determinan por norma las características de las intervenciones de conservación, depende de las peculiaridades de los lugares en los que están colocados los bienes, el contexto en el que se incluyen.Haciendo, de esta manera una primera diferenciación, podemos dividir los monumentos y sitios arqueológicos entre los que se encuentran en las zonas urbanas y los que en cambio, están en zonas suburbanas.

Il Piano per l’Accessibilità per le aree archeologiche

Antonio Laurìa, antonio.lauria@unifi.it

Professore ordinario di Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Studioso di Progettazione ambientale e di Cultura tecnologica della progettazione, esplora le dinamiche delle relazioni persona-ambiente in architettura. É coordinatore scientifico dell’Unità di Ricerca Interdipartimentale “Florence Accessibility Lab” dell’Università di Firenze. Sul tema dell’accessibilità ha svolto numerosi progetti formativi e ricerche in Italia e all’estero ed è autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Attualmente lavora sull’adattamento degli ambienti domestici per elevare l’autonomia delle persone con disabilità grave (Progetto “ADA”, con Regione Toscana) e sul recupero degli spazi residuali del centro storico di Firenze secondo principi di inclusione sociale (Progetto: “La valorizzazione degli spazi residuali in abbandono come opportunità per la città inclusiva_Pocket Parks for All”, su finanziamento dell’Ateneo Fiorentino - Progetti strategici di ricerca di base, 2014).

L’accessibilità dell’ambiente non è un dato di fatto sancito da una legge, ma un processo in evoluzione che, per conseguire risultati coerenti ed efficaci, deve essere guidato da un programma di intervento dispiegato nel medio-lungo periodo. La relazione intende affrontare il tema dell’accessibilità delle aree archeologiche descrivendo uno strumento di programmazione degli interventi – il Piano per l’Accessibilità – elaborato presso il Dipartimento di Architettura di Firenze. Dopo aver tratteggiato sinteticamente l’evoluzione delle politiche relative agli interventi di valorizzazione del patrimonio culturale e aver definito alcuni principi generali relativi alle strategie di design volte ad elevare il grado di accessibilità delle aree archeologiche, la relazione si concentrerà sulla descrizione delle fasi costituenti il Piano per l’Accessibilità, il suo orizzonte etico, le innovazioni concettuali che introduce, le prospettive culturali che schiude, la metodologia che impiega. Organizzazione scientifica: Unità di Ricerca Interdipartimentale Florence Accessibility Lab, Università di Firenze

Progetto grafico: Paolo Oliveri

La conservación y la accesibilidad de los sitios arqueológicos en contextos urbanos y extraurbano en Toscana



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