![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/5638862d1ed1a44ae289782df803952c.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
4 minute read
Presentazione Preface
Cecilia Maria Roberta Luschi Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze
Il momento della tesi per un futuro collega rappresenta in genere una prova che guarda oltre la possibilità lavorativa del progetto, dove si misura la capacità di controllare un iter progettuale; spesso valica il confine della ricerca e si tuffa in un mondo altro, fatto di dialoghi con la “Traditio”, di confronti con i colleghi del passato e con la sfida a comprendere il linguaggio dell’architettura.
Non tutti arrivano a queste istanze, non tutti si vogliono misurare con chi prima di loro ha avuto la capacità di controllo e la visione del progetto. Per la tesi in questione ciò è felicemente accaduto.
All’interno della missione AskGate, attività di ricerca riconosciuta dal MAECI e supportata dal DIDA, si è approntata una analisi urbana per meglio comprendere la natura dei rapporti che sono stati messi in campo per una socialità cittadina, che doveva confrontarsi con l’asperità del deserto circostante e la tumultuosità del mare su cui si affaccia. Ashkelon in Israele è un compendio di classicità e di architetture inaspettate, intraviste in lacerti di muri che sono stati lasciati al proprio destino da archeologi e storici. Ma il profilo di un architetto vede nei lacerti testimonianze di forme e da quelle le funzioni a cui dovevano assolvere ed inizia così un percorso di ricomposizione per verificare le questioni architettoniche intraviste. In primis, quindi, studi documentari storici, e per un architetto hanno rilevante importanza le rappresentazioni antiche o le descrizioni letterarie eseguite in periodo bizantino e medievale.
L’accostare la mappa di Madaba all’ipotesi di assetto urbano concretamente realizzato in età tardo imperiale, non è stato un azzardo. Se Gerusalemme è stata ben descritta nelle tessere del mosaico bizantino realizzato fra il 543 ed il 560, anche il frammento di Ashkelon ha per noi credito formale e base per una riflessione sull’organizzazione del doppio decumano e dell’unico cardo. Un opposto a Gerusalemme stessa che annovera invece due cardi ed un decumano.
Ebbene, il verificare la credibilità di questo disegno urbano ha dato il via ad una idea progettuale che, lungi da essere nostalgica della classicità, ha suggerito come dislocare le funzioni atte a realizzare un parco archeologico a più funzioni. Non solo luogo turistico ma anche sito di ricerca attiva, luogo di deposito dei reperti organizzando laboratori e residenze collettive per i gruppi di ricercatori tutti dislocati secondo l’originale organizzazione urbana. Una volontà, dunque, di risemantizzare un’antica idea secondo nuove funzioni da insediare, in un continuo temporale e spaziale che non avrebbe uguali nella terra di Israele. Il progetto, quindi, non è alla ricerca di un pretesto per legittimarsi, ma ha la volontà di porsi in un dialogo con la storia urbana affondando la sua composizione nei tracciati cardo decumani dei severi. Riscoprendo prospettive e organizzando le stesse secondo scorci e visuali antichi rinnovati dalle ricostruzioni degli archeologi e facendo di un mero percorso verso il lido un vero e proprio percorso dove la storia si affaccia per frammenti e scorci. Questo ritengo sia il merito del progetto presentato, essere essenziale, attuale e memore del passato da cui non scappa snaturandolo o volendolo negare, al contrario, confrontandosi e cercando un linguaggio contemporaneo armonizzato alla nuova realtà dal parco. L’azione progettuale diviene quindi una valorizzazione a tutto tondo e risulta efficace anche nella possibilità di essere ampliata nel futuro di pari passo con le nuove scoperte e le nuove esigenze. Moduli che si dipanano su disegno del mosaico di Madaba e che si affacciano oltre che sul mare su una storia bimillenaria.
The moment of the thesis for a future colleague usually represents a test that looks beyond the working possibility of the project, where the ability to control a design process is measured; it often crosses the border of research and plunges into another world, made up of dialogues with the “Traditio”, comparisons with past colleagues and the challenge to understand the language of architecture.
Not everyone arrives at these instances, not everyone wants to measure themselves against those who have had the ability to control and the vision of the project before them. For this thesis, this has happily happened.
As part of the AskGate mission, a research activity recognised by MAECI and supported by the DIDA, an urban analysis was prepared in order to better understand the nature of the relationships that were put in place for a social city, which had to deal with the harshness of the surrounding desert and the tumultuousness of the sea it overlooks. Ashkelon in Israel is a compendium of classicism and unexpected architecture, glimpsed in scraps of walls that have been left to their fate by archaeologists and historians. But the profile of an architect sees in the fragments evidence of forms and from those the functions they were meant to fulfil and thus begins a path of recomposition to verify the architectural issues glimpsed. First and foremost, therefore, historical documentary studies, and for an architect, ancient representations or literary descriptions from the Byzantine and medieval periods are of importance.
The juxtaposition of the map of Madaba with the hypothesis of an urban layout concretely realised in the late imperial period was not a gamble. If Jerusalem was well described in the Byzantine mosaic tiles made between 543 and 560, the Ashkelon fragment also has formal credence for us and a basis for reflection on the organisation of the double decumanus and the single cardo. An opposite to Jerusalem itself, which instead has two cardo and one decumanus.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/ab15125e34d125db9d21bc81de8c80d0.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/bc5b12e869f2fcb50eb156d347b9569c.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/5a4819dd8d91d95f50b9249b139281e0.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/bce05f8da7868c59a01c02be1b120750.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/aba10dc5974821734c2e69de19e7ffb9.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/5dba82f5064c2eb4ed6c0731ea0ee213.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/c89ecfafe25ebf7cf174c39828341b81.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/d58cef7d78e58dcce5121a346f81ddcd.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/5638862d1ed1a44ae289782df803952c.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230721093511-eda3db35dd2ca10cf20996013eeeac2b/v1/4d591659c61b4f68a6f57dfa6579b6d3.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
“La costa marittima della Palestina può essere definita una delle particolarità del mondo. È risaputo da tutti che questa terra è santa: lunga e spietata spazzata dalla frontiera egiziana al Carmelo la cui sua caratteristica principale è chiaramente visibile. Non ha un porto naturale … Su una costa del genere dobbiamo chiederci perché dovrebbe essere selezionato un punto piuttosto che un altro come porto, e a questo probabilmente troveremo una risposta pronta. L’uomo primitivo alla ricerca dell’ acqua fresca sopra le pianure aride della Filistea l’ha trovata a volte dove meno se lo aspettava, in riva al mare. Una di queste oasi tra le dune di sabbia si erge sull’orlo del Mediterraneo a circa 12 miglia a Qui troverai palme e siepi, campi verdi coltivati e piacevoli zo-
Questo paradiso è Askalon.”
(Phythian-Adams, 1921)