PORTFOLIO ARCHITETTURA
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21
Diego Perini
I U AV a r c h i t e t t u r a
indice
indice
diego perini
diego perini Nato a Mestre il 18 luglio 2001 da mamma spagnola e papà veneziano. L’interesse per l’architettura parte in terza media, quando la professoressa di storia dell’arte mi porta all’open day dello Iuav architettura. Questo mi fa cambiare idea sulla scelta delle superiori, e dai Salesiani (scuola di grafica) decido di andare al liceo artistico a Venezia dove in ogni caso avrei potuto al triennio decidere se tra grafica o architettura. Durante le superiori seguo corsi di fotografia e restauro, mi abbono a diverse riviste di architettura e comincio a interessarmi seriamente del tema.
ESPERIENZE...............................4-5
Lingue: italiano, spagnolo, inglese
LAVORI SUPERIORI.................6-21
Interessi: architettura, graphic design, streetwear, fotografia, design
LAVORI IUAV.........................22-43
Software skills: Archicad 8.5/10, Twinmotion 8/10, Autocad 5/10, Illustrator 6.5/10, Indesign 7-/10, Photoshop 5/10
LETTURE..................................44-45
portfolio architettura
Contatti: mail d.perini@stud.iuav.it, diegoxperini@gmail.com instagram profilo personale @diegoxperini profilo pubblico @diegoilportafogli
2018-2021
esperienze
diego perini
2015-2020
durante le superiori... Durante i primi due anni del liceo artistico ho avuto modo di studiare: disegno tecnico, scultura e pittura. Con la professoressa di pittura siamo riusciti ad esporre in modo temporaneo i nostri dipinti all’interno di una villa trasformata a hotel vicino Mirano. Ripubblicati poi nella rivista “JULIET” numero 183. Nello stesso periodo frequento un corso di fotografia, partecipando a un concorso interno. In seconda entro a “restauro”, un corso che aveva come scopo quello di sistemare la sede Palazzo Basadonna. Sistemammo pavimenti tipici veneziani, stucchi, porte antiche... In terza e quarta imparo a usare ArchiCAD 2D e 3D. Durante l’estate del 2018 partecipammo alla biennale urbana, lavorammo principalmente nel lido di Venezia e all’ interno della caserma Pepe. Nel frattempo in Spagna approfondisco la grammatica spagnola in una scuola, classificandomi con un livello C2. Durante l’ultimo anno delle superiori studio il programma di render in tempo reale Twinmotion e comincio a guardare Indesign e Illustrator. Nell’ultimo periodo ho stampato diverse magliette e felpe con alcune mie grafiche.
1 foto presentata al concorso di fotografia all’interno del Liceo Artistico. (prima superiore).
QR CODE 1 che porta ai lavori citati nel testo
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alcuni lavori delle superiori diego perini
2015-2020
scuola materna / padiglione espositivo La scuola materna dedicata a Bruno Munari. Un lavoro eseguito all’inizio della quinta, prima che scoppiasse la pandemia. La prima prova d’esame, fu un progetto pensato ed eseguito in circa una settimana e mezza. La strada intrapresa fu quella di studiare i più grandi pedagogisti e adeguare le loro idee alla scuola. Alcuni degli aspetti richiesti dalla professoressa: _attenzione all’orientamento _creare spazi semplici e flessibili _curare la distribuzione delle funzioni e la relazione con il verde _creare la “scatola dei sogni”, elemento caratterizzante del progetto.
Il padiglione nasce nell’Isola di S. Giorgio, Venezia. Dedicato all’esposizione di videodocumenti sui progetti del padiglione diffuso Vatican Chapels. Gli elementi compositivi richiesti: _luogo _connessioni _spazio _luce _paesaggio
QR CODE 2 che porta a tutti i lavori di laboratorio d’archittettura (dalla terza alla quinta)
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scuola materna dedicata a Bruno Munari
La scuola materna si trova in un contesto periferico, il lotto è delimitato da un fiume a Nord e una strada a Sud. La forma nasce dalla volontà di creare una propria pedagogia, le linee guida che vuole seguire sono quelle dell’amore per la natura, dell’importanza della manualità, della fiducia da dare al bambino, il concetto dell’atelier-scuola. Dunque prende le idee dei più importanti pedagogisti come Friedrich Frobel, Rudolf Steiner, Maria Montessori, Loris Malaguzzi, Bruno Munari e le combina. Da qui nasce l’esigenza di creare lo spazio che risponda alle esigenze funzionali e al concept progettuale. La scuola riprende la forma a “C” presentata dall’architetto Giuseppe Terragni nel progetto di scuola dell’infanzia Antonio Sant’Elia e organizza gli spazi come suggerito dall’architetto, a Sud, Sud-Est si trovano le tre sezioni e la mensa che sono protette da frangisole. Queste aule sono parallele al versante della strada a Sud e al contempo separate per creare spazi utilizzabili dalle classi per svolgere attività all’aperto. Un altro modulo si trova a Nord parallelo al fiume, comprende il laboratorio-serra (che è posizionato ad Est e si affaccia sull’orto), locale tecnico, deposito, lavanderia, bagno insegnanti/disabili. La “scatola dei sogni/giochi” si trova a Nord-Ovest, riprende le idee di Bruno Munari sulla fantasia e sulla continua volontà di scoprire. Per questo si è voluto organizzare l’area adiacente allo spazio libero in diverse zone, all’interno di queste si può
diego perini
scuola materna 2020
destinazioni d’uso: 1 accoglienza 2 percorsi orizzontali 3 cucina 4 mensa
0,2 2
1 pianta scuola materna
5 servizi con spogliatoio 6 sezioni 7 sezione 8 percorso esterno coperto
9 laboratorio -serra 10 servizio insegnanti/disabili 11 deposito 12 lavanderia
13 locale tecnico 14 scatola dei sogni
A'
0,37 6,15
3,1 8
0,30 7,55
32,98 0,15
0,3 2
2,90
0,15 2,90
0,15
1,00
0,15 4,74 0,15
3,15
2,90
5,92 0,15
0,40
13
0,40
14
12
11
0 8,9
9
2,05
1,00
8,00
1,00
1,90
0,40
1,00 4,25
0,30
0,4 0
0,2 0
4,76 4,76
0,15
2,1 8
5,40
10 0,92
6,00
0,30
0,10
4,0 7
4,1 2
3,69 2,00
0,40 0,40
0,15
8
0,4 0
0,3 0
8 0,3
2,0 0
0,40
2,11
0 3,1
0,2 0
0,50
1,90
5,60
2 0,3
0,15
4,0 7
0 5,2
0,30
0,6 3
5,8 6
1
8,10
14 ,78
4,00 1,50 4,95
0,30 4,87
1,50
0,30
7
8,70
5,5 7
1,50
0,30 6,05
0,1 5
2,35
5,00
4,85
2
5,8 6
3
0,30
1,17
3,81
4,1 2
0,3 5
0,15
1,50
5
B'
3,70
6
6,00
1,45
2,90
0,23
0,3 5
0,15 1,40 0,15
2,00
0,40
4,00
0,40
2,70 2,70
5
4,30
4
6
0,15
0,20
0,20 1,00 1,00
7,75 0,15
7,60
0,30
0 10,0 3 10,6
0,30 0 36,8 7,60
0,15
0,20 1,00 1,00
0,15
A
7,80
B 0,40
0,40
PLANIMETRIA
VENEZIA
SIMULAZIONE 2° PROVA SCUOLA MATERNA DEDICATA A BRUNO MUNARI PIANTA_scala 1:100
1 9
trovare il “labirinto dei ragazzi” progettato da tre architetti (Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers) alla X edizione della Triennale di Milano, questo labirinto venne collocato all’interno di un boschetto in modo da risultare integrato al luogo circostante. Il labirinto vuole avvicinare il bambino (e non solo) alle varie forme d’arte in modo giocoso. É formato da sei spirali in muratura che si integrano tra loro fino a formare un percorso che porta verso il centro della costruzione. I muri hanno altezze diverse che vanno da 1,45 fino a 2,20 metri. Da una fenditura sulla parete è possibile vedere il boschetto (affacciato sul fiume) con sculture appese agli alberi che creano giochi di luce e riflessi sulle vasche d’acqua posizionate lungo quest’area. Questa zona dedicata alla scoperta e alla curiosità si estende anche a Nord-Est parallela al modulo del laboratorio-didattico, dove vi sono dei percorsi d’acqua. La piazza riprende quella creata da Aldo Rossi a Fagnano Olona per formare uno spazio di convivenza comune. La scuola vuole essere trasparente, le maggior parte delle pareti esterne sono vetrate e affacciano sul giardino (riprende il progetto di AllenArch.) senza comunque togliere intimità a chi vive questi ambienti. L’ingresso principale dell’edificio si trova ad Ovest, vi si accede da un’area pavimentata che protegge dal contatto diretto con la strada.
diego perini
scuola materna 2020
4 prospetto SUD, tutte le aule e la mensa
4,00
4,00
PROSP
3
PROS
4
PROS
5,00 3,00
4,00
1,00
2
1,00
1,00
3,00
4,00
O_LICEO ARTISTICO" VENEZIA
URA E AMBIENTE udente: Diego Perini
3 prospetto EST, diverse sezioni con frangisole, in prospettiva il laboratorio e la scatola dei sogni
1,00
2 prospetto NORD, a sx il laboratorio-serra (senza frangisole), a dx la scatola dei sogni
SIMULAZIONE 2° PROVA SCUOLA MATERNA DEDICATA A BRUNO MUNARI PROSPETTI _ scala 1:100
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5 render vista dall’interno
6 render vista esterna, si delinea il laboratorio-serra e la scatola dei sogni
QR CODE 3 porta alle tavole eseguite per questo progetto
Le aule e la mensa sono schermati da ampie vetrate protette da frangisole regolabili che riducono il calore all’interno. Ogni aula ha un acceso diretto al giardino e di fronte alle sezioni si trovano delle aree gioco con alberi che filtrano la luce solare. Ad Est, in una zona di raccordo coperta si accede alla zona del laboratorio-serra. A Nord, Nord-est si trova l’area dedicata alla natura e alla scoperta della manualità. Le colture praticate all’interno della serra saranno di piante aromatiche. Esternamente alla serra ci sarà lo spazio dedicato a: frutteti, orto per ortaggi, erbe di diversi tipi, fiori... La corte-piazza verde riprende la forma organica di un sasso di fiume. La copertura è caratterizzata da tetto verde estensivo (isolamento termico e acustico) integrato da pannelli fotovoltaici. La struttura portante sarà di calcestruzzo rigenerato. La scuola sarà dotata di un impianto geotermico.
diego perini
scuola materna 2020
struttura portante sarà di calcestruzzo rigenerato. La scuola sarà dotata di un impianto geotermico.
eare una propria mbino, il concetto ch Frobel, Rudolf e funzionali e al tonio Sant'Elia e sono parallele al arallelo al fiume, catola dei sogni/ rganizzare l'area vico Barbiano di un boschetto in il bambino viene mare un percorso ossibile vedere il rea. Questa zona e di bambù cave Olona per creare rdino (riprende il ccede da un’area liatoio e i servizi. ndo conduce alla no al lato che dà Ogni aula ha un ccordo coperta si quale i bambini ci sarà lo spazio cnico, lavanderia, a dai 3 metri del verde riprende la lli fotovoltaici. La
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IIS "MARCO POLO_LICEO ARTISTICO" VENEZIA
SCUOLA MATERNA PROGETTO DI MAS RELAZIONE DI PRO
INDIRIZZO DI ARCHITETTURA E AMBIENTE A.S. 2019/20 Cl. 5D Studente: Diego Perini
GSEducationalVersion
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SCUOLA MATERNA DEDICATA A BRUNO MUNARI
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1 ortofoto dell’isola di S. Giorgio a Venezia
diego perini
1
padiglione espositivo 2020
padiglione espositivo nell’isola di S. Giorgio, Vatican Chapels
Il padiglione espositivo sorge nell’isola di San Giorgio a Venezia, nell’area dedicata al padiglione diffuso delle Vatican Chapels. Franceso Dal Co risponde al tema scelto da Grafton Architects per l’edizione della biennale d’architettura del 2018, – incentrato sugli spazi pubblici liberi – realizzando dieci piccole cappelle temporanee immerse in un bosco. Rappresentando gli spazi pubblici dedicati alla meditazione, le cappelle riflettono i diversi retroterra culturali e religiosi dei loro progettisti, creando così un percorso articolato fra architettura e natura che presenta differenti visioni e approcci progettuali al tema. Il progetto datoci dalla Professoressa per l’esame di maturità comprendeva alcuni vincoli, quali: _altezza massima del padiglione di 8 metri,_superfice coperta dai 50 ai 90 mq,_ lotto d’intervento di 198 mq. Allo stesso modo ci dette alcuni elementi compositivi (alcuni citati a inizio capitolo) come:_luce,_paesaggio,_materiali,_spazio. Il padiglione segue una linea ipotetica che collega le estremità delle due cappelle più a ovest dell’isola. Questa linea taglia il lotto e si pone come confine del patio. Il percorso pensato è a senso unico con accesso dal patio e uscita verso la laguna. Dentro il padiglione, verso sud-est, vi sono due pareti vetrate che aprono lo sguardo verso i giardini (della biennale) e il lido. Dall’interno si può intravedere la cappel15
la progettata da Norman Foster attraverso una serie di fori applicati alla parete nord, che, creano un gioco interessante di luci e ombre. 2 progetto all’interno del contesto
n
diego perini
3 pianta del padiglione
2
padiglione espositivo 2020
A
2,44
3
5,00
3,00
0,71
5,61
0,71
5,55
0,71
1,23
5,35
2,99
3,12
0,71
0,71
3,80
2,31
6,91
7,88
5,00
3,00
5,00
0,71
2,89
1,23
4,49
11,64
A' 17
4 prospetto OVEST, entrata unica al padiglione
5 prospetto EST, affaccia sul fronte acqueo
6
prospetto SUD
7 prospetto NORD, con i fori sul muro che filtrano la luce e la visione della cappella progettata dall’architetto Norman Foster
1,00 1,30 3,85
4
1:50
0,15
3,00
1,15
1,00
Piano Terra (6)
diego perini
5
padiglione espositivo 2020
5,30 1,00
0,15
6
7
19
3,65
3,85
0,50
1,00
1,30
8 render vista patio padiglione
9 render vista interna
8
diego perini
padiglione espositivo 2020
QR CODE 4 cartella con tutti i lavori, con presentazione ipertestuale dell’esame di quinta
QR CODE 5 render in movimento del padiglione
9
9
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alcuni lavori del primo anno IUAV diego perini
2020-2021
ricerca palazzo Basadonna / “Mestre narrata”/ progetto “Santa Marghe” La ricerca sul palazzo Basadonna, un lavoro eseguito per il corso di Storia dell’architettura guidato dal Professor. Fulvio Lenzo e dall’assistente Marco Capponi. Il lavoro è stato eseguito seguendo le indicazioni di metodo per lo studio storico dell’architettura lette nel libro “Introduzione alla storia dell’architettura” di Arnaldo Bruschi, oltre ai 4 punti chiave dati dal Professore. Limite massimo 7.000 parole. “Mestre narrata” è una ricerca che tenta di capire e raccontare la città di Mestre seguendo una serie di punti chiave utili al racconto della stessa. Il lavoro si è sviluppato in quattro diverse consegne dettate dal Professor Luca Velo. La prima di inquadramento, la seconda mobilità e tipi edilizi, la terza servizi e spazi aperti e infine l’ultima con un argomento a piacere (nel nostro caso la
relazione tra Vuoto-Pieno). Il lavoro è stato svolto con il mio collega Sander Puddu, sotto revisione del Prof. Luca Velo e gli assistenti Sofia Sacchini e Matteo De Rossi per il corso “Fondamenti di Urbanistica”.
Il progetto “Santa Marghe” intitolato in gergo sia per la posizione che prende nel noto campo veneziano sia per il nome della terza ex-componente del gruppo, Margherita Massignani. Si tratta di un edificio che chiude il campo e dialoga con i cittadini.
palazzo Basadonna
ricerca sul palazzo Basadonna, 1627, Baldassare Longhena Il palazzo si trova nella zona di Dorsoduro, il prospetto principale dà sulla fondamenta Priuli mentre quello posteriore è rivolto verso le attuali Gallerie dell’Accademia. L’edificio è caratterizzato da un impianto planivolumetrico ad “U”, quindi con lo sviluppo delle due ali laterali verso il giardino. Ha una disposizione planimetrica tripartita: al centro vi è il salone e ai lati due file di stanze. Lungo l’androne vi sono piccoli ambienti per magazzini, depositi ecc. Inoltre al piano terra prospettano gli ambienti del piano ammezzato attraverso delle finestre oggi murate. La principale fonte di luce nei saloni dei diversi piani viene dalle serliane delle due facciate e dalla piccola corte. All’interno di quest’ultima si trova un pozzo con lo stemma della famiglia Foscarini. In altezza l’edificio è strutturato in cinque piani (comprendendo piano ammezzato e sottotetto) e la facciata sul rio de San Trovaso rispecchia la suddivisione interna. Verso sinistra si denota un ampliamento del prospetto. In senso orizzontale è suddivisa in quattro fasce. La prima, quella del piano terra, è ritmata grazie alle quattro finestre quadrate che illuminano i depositi del liceo artistico. Questa zona basamentale è rivestita da lastre di pietra d’Istria. La parte del piano ammezzato è inquadrata tra l’imposta dell’arco d’entrata e la listatura litica che corrisponde grossomodo al livello del solaio del primo piano. Nel portone d’ingresso ad arco si nota un mascherone in chiave. Al primo piano la serliana è usata quasi in modo essenziale, non avviene una monumentalizzazione del diego perini
palazzo Basadonna 2021
corso di “storia dell’architettura”
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centro del prospetto e nemmeno una sovrapposizione di ordini, anzi, risulta quasi impoverita rispetto ai coronamenti delle finestre arcuate. Queste finestre del primo e secondo piano verticalmente “saldano la propria inquadratura alle cornici marcapiano e orizzontalmente prolungano i propri nodi fondamentali (base dello stipite e imposta dell’arco) in listature litiche lungo le intere superfici murarie”1 . La testa in chiave d’arco della serliana al primo piano è diversa da quelle che si trovano nelle finestre arcuate. Il secondo piano non è né piano nobile né sottotetto. La sala di questo piano non è alta come quella al primo ed è interrotta da una stanza, non può quindi affacciarsi direttamente sul giardino. Il sottotetto è raggiungibile da una scala minore, opposta alla scala monumentale. Sopra la scala a quattro rampe si trova una scala a bovolo che parte dal sottotetto e si ferma al secondo piano interrotta dalla volta a botte della stessa scala di rappresentanza. La facciata posteriore si può caratterizzare dalla conformazione ad “U”, dunque, con i due lati esterni sporgenti. La serliana al primo piano è scheletrica e viene enfatizzata dal balcone appena sporgente. L’entrata all’androne dal giardino avviene attraverso un grande arco; Il palazzo fu acquistato dai fratelli Zuanne, Antonio e Alvise Basadonna il 14 ottobre 1626 per 5.000 ducati. I fratelli firmarono il 18 febbraio 1627 il contratto con Baldassare Longhena. L’incontro e la scelta dell’architetto sono dovuti al fatto che Giovanni Basadonna dal 1625 era provveditore sopra le Prigioni ed è quasi sicuro che in quegli anni avesse conosciuto Longhena, infatti sin dal 1617 Baldassare aveva lavorato più volte su quel cantiere, prima, sotto il proto in carica Bortolo Manopola e poi, sotto Piero Bettinelli. Zuanne Basadonna si rivolse al diego perini
palazzo Basadonna 2021
1
1 foto facciata principale palazzo Basadonna 2 foto zoom in sulla serliana progettata dall’architetto Baldassare Longhena
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1_ P. MARETTO, G. CANIGGIA 1987, La casa veneziana nella storia della città. Dalle origini all’Ottocento, Venezia pp. 178-181.
corso di “storia dell’architettura”
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proto del Magistrato del Sal Bettinelli e al tagliapietra Baldassare. L’accordo firmato con Longhena prevedeva la fornitura e la messa in opera delle pietre vive della facciata da costruirsi secondo il disegno presentato da egli stesso. Il 31 marzo 1629 il proto Iseppo Pagiaro firmò il contratto con il quale si impegnava a eseguire il resto della fabbrica. Longhena in realtà si occupò delle due facciate principali. Di queste però è probabile che il basamento sia di epoca successiva come successiva sia la testa in chiave d’arco della serliana, le altre teste (nelle finestre arcuate), somigliano a quelle del palazzo Giustinian-Lollin, sono quindi più facilmente attribuibili a Longhena. L’ampliamento a sinistra del prospetto sul rio San Trovaso avviene dopo l’acquisto nel 1629 del terreno e quindi a una data successiva all’abbandono del cantiere da parte di Baldassare. È attribuibile al proto Bettinelli. All’interno del palazzo vi furono diverse modifiche. La prima è la creazione della scala monumentale a quattro rampe. Al piano terra doveva sorgere una chiesetta (oggi andata distrutta). All’ultimo piano i Basadonna avevano chiesto l’allestimento di una biblioteca e di una quadreria. La biblioteca si affacciava sul giardino e occupava cinque sale. Per quanto riguarda la ristrutturazione dell’interno è affidata al murer e proto Bettinelli; I lavori durarono otto anni, dall’ottobre del 1626 al settembre del 1634 e la spesa complessiva per la ricostruzione fu di 16.000 ducati. Longhena ne incasso circa 2.000 mentre Iseppo Pagiaro sui 3.500. Il cantiere venne seguito prevalentemente da Bettinelli. Circa 21 furono gli artigiani che lavorarono al cantiere e 37 i fornitori cui si rivolse Zuanne Basadonna per i materiali necessari al palazzo. Longhena poté lavorare con pietra d’Istria proveniente da Lemme, mentre Pagiaro usava una serie diego perini
palazzo Basadonna 2021
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corso di “storia dell’architettura”
3 foto della facciata posteriore
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di marmi per dare diverse tonalità a strutture e decorazioni all’interno dell’edificio. Negli anni della costruzione a Venezia venne la peste e i pagamenti per qualche lavoratore al cantiere cessarono, per la fortuna dei Basadonna il restauro del palazzo era in fase conclusiva poiché il grosso venne eseguito tra il 1626 e il 1629. Tredici gli artigiani che assistettero per almeno tre anni al cantiere e solo due che lo seguirono fino alla fine; La storia del palazzo si può dividere in sette periodi. Il primo è quello che va dal XIV-XVI, riguarda l’origine trecentesca dell’edificio alla quale appartiene la scala a chiocciola. La seconda epoca la definiremo come Contariniana, va dal XVI secolo e arriva al 14 ottobre 1626 data in cui la famiglia Basadonna acquista lo stabile. Confrontando la “Pianta prospettica di Venezia” di J. De Barbari si può vedere come nel 1500 mancassero le due ali laterali sporgenti verso il giardino, si deduce siano un’aggiunta posteriore. La terza fase (quella che riguarda i Basadonna) va dal 1626 al 21 gennaio 1771 data in cui Maria Basadonna, ultima erede della famiglia, dovette vendere l’immobile ai fratelli Priuli. Non appena entrati in possesso del palazzo, i Priuli diedero il via ai lavori di restauro. La quinta fase è quella dei Giustinian-Recanati, nel 1818 passa per eredità a Lucrezia Priuli moglie di Francesco Antonio Giustinian del ramo Recanati, a questi anni risale il giardino romantico. La penultima fase va dal 1891 al 1975, si documenta il passaggio di destinazione d’uso ad istituto d’istruzione femminile. Tra le due guerre mondiali divenne sede dello Iuav architettura, vennero inserite nella facciata principale due bassorilievi tondi, uno con il leone in moleca, l’altro (oggi scalpellato) con il fascio littorio. Dopo il trasferimento dell’Università nell’ex convento dei Tolentini diventò sede del Liceo Artistico Statale e subì un’altra serie di restauri. diego perini
palazzo Basadonna 2021
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4 foto sottotetto, era il piano dedicato alla servitù
NOTA: la biografia comprendente tutti i testi utilizzati per la ricerca si trova nel file originale, raggiungibile tramite QR CODE 6
corso di “storia dell’architettura”
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“Mestre narrata” ricerca su 1.5 x 1.5 km
La ricerca segue quattro consegne dettate dal professor Luca Velo e i suoi assistenti. Io e il mio collega Sander Puddu dovemmo decidere un’area studio di 1.5 x 1.5 km. Inquadrammo circa il centro di Mestre. Ogni consegna avveniva ogni due settimane e si suddivideva in diversi punti. Prima consegna: + Schizzi, fotografie, avvicinamento all’area, sopralluogo + Elementi che definiscono il territorio (mura storiche, strada ad alta percorrenza, centro storico, piazza principale, elementi forti...) + Timeline storica che descrive le trasformazioni sostanziali che hanno modificato il territorio e come hanno condizionato lo spazio urbano (la strada che ha poi separato campagna da edificato, la vecchia chiesa attorno a cui si è sviluppato un piccolo borgo...) Seconda consegna: + Tipi edilizi riconoscibili nell’area scelta. Iniziare a riconoscere, evidenziare, delineare parti di tessuto (distinguere tessuti costituiti da palazzina, centro antico, lottizzazione e villette, casa singola, grande villa, grattacielo...) . Tema dei bordi, dei confini (recinti, muretti, cancelli senza recinzione in campagna, siepi, confine aperto e valicabile, confine aperto ma implicitamente invalicabile, introspezione, trasparenza/ diego perini
“Mestre narrata” 2021
1 mappa dei tracciati principali e secondari di Mestre 2 mappa delle piste ciclabili
3 mappa dei tipi edilizi 4 mappa aree verdi private
1
2
3
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NOTA: le legende delle mappe e disegni si trova solo nel file originale
corso di “fondamenti di urbanistica”
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opacità dei limiti...). Che influenza hanno su persone/abitudini/azioni i diversi tipi edilizi, i bordi, i limititracciati, morfologie...) + Mobilità e infrasrtutture. tracciati principali e secondari. fermate degli autobus. stazione. percorsi pedonali e ciclabili + Mobilità attiva .percorsi pedonali e ciclabili con aree di pertinenza (parchi, luoghi di sosta...). strade bianche, sentieri o ippovie. postazioni bike sharing. attraversamenti pedonali + Descrizione attenta del tipo di percorso (marciapiede alto, basso, cordolo, larghezza, limite, utenti; strada sterrata, alberata, con fossato...) + La percezione, cosa cambia nella mia esperienza dello spazio in base al mezzo che sto utilizzando Terza consegna: + Spazi del welfare e servizi. sanità (ospedali, asl...). attrezzature culturali (cinema, teatri, centri civici, biblioteche...). scuole .zoom in: tipo di spazialità, rapporto tra costruito - cortile - strada, suolo pavimentato o permeabile, recinzioni... + Spazi aperti verdi/permeabili. spazio agricolo. verde pubblico (parchi pubblici, boschi...). verde privato (accessibile o meno). cosa significa verde per me, attenzione alla percezione che abbiamo del verde in diego perini
“Mestre narrata” 2021
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6 4 3 9 2
8
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5 diagramma delle fermate degli autobus 6 mappa delle preesistenze storiche nel centro di Mestre 7 diagramma di piazza Ferretto con collegamenti, vuoto-pieno
corso di “fondamenti di urbanistica”
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base all’altezza del nostro sguardo, alla possibilità di vederlo o meno (verde circondato da mura che lo rendono impercettibile, se non quando lo notiamo dall’alto o da una porta aperta etc) + Spazi aperti pavimentati e le loro diverse funzioni, previste e acquisite dall’uso (piazze, parcheggi o altri spazi informali utilizzati come luoghi d’incontro...) Quarta consegna: Aggiunta del tema a piacere, nel nostro caso la relazione Vuoto-Pieno nella città di Mestre.
QR CODE 7 che porta al pdf della ricerca
diego perini
“Mestre narrata” 2021
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8 illustrazione del passaggio pedonale davanti a una scuola elementare 9 prospetto che sottolinea il rapporto delle altezze tra bambini, alberi, recinzione ed edificio
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corso di “fondamenti di urbanistica”
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progetto “Santa Marghe” corso di progettazione, prof. Valerio Paolo Mosco
Il progetto sorge nell’area del campo Santa Margherita, precisamente al posto della ex scuola dei Varoteri. Si pone come chiusura dello stesso campo. Attraverso il suo sviluppo, che segue la morfologia del vecchio canale interrato, crea tre nuove vie di percorrenza. Il prospetto che da verso il campo è dotato di un grande schermo bianco, un rimando al cinematografo che dal 1910 al 1915 sorse all’interno della cosidetta “casa del boia”. Un altro schermo, più piccolo, si trova all’interno della corte, il corpo dell’edificio diventa la gradinata dalla quale si può assistere ai diversi spettacoli in questa specie di teatro all’aperto. Le sedute arrivano fino al tetto, praticabile, che permette di osservare la vita del campo. L’edificio ospita tre bacari, due alle estremità, opposti. L’altro al centro nella nuova calle.
QR CODE 8 che porta ai vari pdf del progetto
diego perini
progetto “Santa Marghe” 2021
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1 prospetto nord, il maxi schermo perpendicolare al campo 2 foto del modellino, vista corte interna con palco e sedute 3 foto del modellino dalla copertura praticabile
corso di “progettazione”
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diego perini
progetto “Santa Marghe” 2021
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corso di “progettazione”
sezione, mostra il rapporto con il contesto
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letture diego perini
progetto “Santa Marghe” 2020-2021 2021
alcuni libri fin’ora letti Per comodità metterò solo autore e titolo, senza citare casa editrice, anno di pubblicazione... Le Corbusier, Verso un’architettura. Mauro Pierconti, Carlo Scarpa e il Giappone. Zumthor, Pensare architettura. Biennale di Venezia, I disegni di Carlo Scarpa. Arnaldo Bruschi, Introduzione alla storia dell’architettura. Gregotti, Il sublime al tempo del contemporaneo. Zevi, Saper vedere l’architettura. Le Corbusier, Maniera di pensare l’urbanistica. Munari, Da cosa nasce cosa. Munari, Arte come mestiere. Munari, Fantasia. Munari, Artista e designer. Alberto Campo Baeza, L’idea costruita. Enzo Mari, 25 modi per piantare un chiodo. Gilles Clement, Breve trattao sull’arte involontaria. Gilles Clement, Manifesto del terzo paesaggio. Fabrizio Foti, Il paesaggio nella casa. Bernardo Secchi, La città del ventesimo secolo.
Leonardo Benevolo, Introduzione all’architettura. Adrian Forty, Parole e edifici. Yona Friedman, Utopie realizzabili. Italo Calvino, Le città invisibili. Alcuni libri in libreria pronti per essere letti: Big, Yes is more. Robert Venturi, Imparare da Las Vegas. Rem Koolhaas, Delirious New York. Carlos Martì Arìs, Silenzi eloquenti. Tafuri, Storia dell’architettura italiana 1944-1985. Mies van der Rohe, Gli scritti e le parole. Adolf Loos, Parole nel vuoto. Vittorio Gregotti, Il territorio dell’architettura. Settis, Architettura e democrazia. Franco Purini, Comporre l’architettura. John Berger, Modi di vedere. Fabio Guerra, Insediarsi e costruire. Kandisky, Punto, linea, superficie. Gianluca Frediani, Carlo Scarpa e il progetto della forma. Aldo Rossi, L’architettura della città. Riviste a cui sono abbonato attualmente: Domus, Casabella, Abitare, Slanted.
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