5 minute read

Opinione tecnica

Next Article
Spoiler

Spoiler

L’opinione tecnica:

Eziologia del tracollo Ferrari in questa

Advertisement

a cura di Fabio Pauluzzo

ANNATA NERA

Partiamo da una sintesi brutale della situazione tecnica attuale in Ferrari: i (tanti) problemi della SF1000 sono stati individuati, ma non per tutte le aree della sfortunata monoposto 2020 sono state definite le soluzioni in ottica futura. Ciò ci fa intuire quanto sarà ardua la risalita per la Scuderia e non alimenta grandi speranze di poter sfidare, già nel 2021, la sempre dominante Mercedes, che peraltro può vantare un discreto vantaggio perfino rispetto ai più diretti inseguitori della Red Bull. Più realisticamente, la Ferrari del prossimo anno potrà ambire a riconquistare regolarmente podi e piazzamenti alle spalle della stella a tre punte che, salvo improbabili sorprese, cavalcherà verso il suo ottavo titolo mondiale consecutivo. Per meglio comprendere come sia stato possibile che la rossa sia precipitata addirittura dietro ai team di metà classifica è invece necessario fare un passo indietro al 2019. La SF90 era una monoposto dall’elevatissima efficienza aerodinamica e dotata della power unit più potente del Circus. Tali caratteristiche la rendevano imprendibile sui rettifili compensando le significative carenze di grip meccanico e di carico aerodinamico della vettura, che soffriva soprattutto sui tracciati più lenti. Il 2020 doveva essere un anno di transizione in prospettiva 2021, quando era originariamente previsto l’importante cambio regolamentare - poi slittato all’anno successivo causa pandemia - ovvero il ritorno delle monoposto a effetto suolo e l’adozione delle ruote da 18”. La SF1000 è stata quindi concepita sulla base del modesto telaio della SF90, lavorando prevalentemente sull’aerodinamica allo scopo di massimizzare il carico aerodinamico a discapito dell’efficienza. A Maranello ritenevano che l’aumento di

resistenza aerodinamica sarebbe stato compensato dal vantaggio di potenza garantito dalla power unit. Il motore Ferrari 2019, pur essendo perfettamente regolare, sfruttava alcune “aree grigie” del regolamento tecnico, che però la FIA ha definitamente precluso mediante una serie di direttive emanate tra la fine del 2019 e l’inizio di quest’anno. Queste hanno colpito tutti i costruttori ma sicuramente i team motorizzati Ferrari sono stati quelli più penalizzati con una perdita di potenza stimata in una cinquantina di cv. Con una power unit ‘sgonfiata’ dalle direttive FIA, a Maranello avrebbero dovuto rivedere completamente il concetto della vettura durante l’inverno, ma la SF1000 era già in avanzato stato di realizzazione per l’avvio della stagione 2020. I test precampionato hanno poi messo in luce una serie di altri problemi ed errori progettuali. La messa a punto della nuova sospensione posteriore a comando idraulico si è rivelata molto più complessa del previsto. Questa soluzione, mutuata dai concorrenti, ha lo scopo di ottenere movimenti programmati dell’assetto, ma – se non opportunamente tarata - manifesta ritardi e irregolarità nella sua azione per cui il retrotreno della SF1000 ha reazioni piuttosto imprevedibili, che penalizzano in modo particolare lo stile di guida di Vettel. Altro aspetto critico della rossa 2020 sono i radiatori, che gli ingegneri Ferrari hanno concentrato nelle pance impacchettandoli a sandwich uno sull’altro. Tale soluzione, esclusiva della SF1000, consente di abbassare il baricentro e di ridurre la sezione del cofano motore, ma limita fortemente il passaggio dell’aria, determinando grossi svantaggi in termini di capacità raffreddamento e, soprattutto, di resistenza all’avanzamento. Senza cavalli e con il “muro” aerodinamico dei radiatori, in rettilineo le rosse hanno subito ripetuti e umilianti sorpassi anche da parte di vetture di fondo classifica. Per compensare la grave carenza di velocità di punta in Ferrari hanno spesso optato per un assetto aerodinamico particolarmente scarico. Ali a incidenza minima consentono di recuperare un po’ di velocità sul dritto, ma i piloti del Cavallino pagano poi dazio nelle curve. Inoltre la riduzione di carico aerodinamico rende molto più difficile portare in temperature le gomme, tant’è che in diverse occasioni in gara la SF1000 ha sofferto un degrado degli pneumatici molto più repentino rispetto ai rivali. Il congelamento degli sviluppi deciso dalla FIA a seguito della pandemia ha reso molto problematica l’evoluzione di una monoposto che, come abbiamo visto, avrebbe necessitato di interventi radicali. Sempre allo scopo di contenere i costi, la FIA ha limitato fortemente anche le possibilità di intervento sulle vetture 2021, che deriveranno direttamente da quelle 2020. I tecnici del Cavallino hanno deciso di spendere i due “gettoni” di sviluppo concessi dalla FIA intervenendo sul retrotreno, avendo individuato in quest’area il maggior potenziale di sviluppi con ricadute positive per le prestazioni della SF1000. Anche il motore 2021 sarà nuovo e quello che da qualche mese gira al banco a Maranello parrebbe aver recuperato tutta la cavalleria persa per effetto delle succitate direttive. Ma di sicuro anche in Mercedes, Honda e Renault non sono rimasti a guardare… L’obiettivo di lungo termine della Rossa è legato alla rivoluzione regolamentare 2022, che in quanto tale

Pretendenti al podio – Lotta serrata per il 3° posto nel Campionato Costruttori tra Racing Point, Renault e McLaren, che spesso in gara hanno sopravanzato le rosse. Nella parte anteriore tutte tre le vetture hanno adottato il medesimo concetto aerodinamico Mercedes, a sezione frontale ridotta. Anche a Maranello pare sia stato concepito un musetto ‘stretto’, che però non è mai sceso in pista perché in galleria del vento non ha fornito i risultati sperati.

costringe tutti a ripartire quasi da un foglio bianco, pertanto rappresenta una grossa opportunità per recuperare il terreno perduto. Ma a Maranello avranno imboccato la strada giusta o tra due anni continueremo a sentire che la vettura non riesce a far lavorare le gomme nella giusta finestra di temperatura o che manca correlazione tra la galleria del vento e la pista? Guardando alle scelte tecniche coraggiose ma non sempre azzeccatissime degli ultimi anni, qualche dubbio rimane. La speranza è che in questi mesi sofferti la dirigenza Ferrari abbia saputo individuare e colmare le carenze in termini di risorse tecniche. Solo l’innesto nel Reparto Corse delle giuste professionalità consentirà alla Rossa di fare un deciso salto di qualità, riportando il Cavallino Rampante in posizioni più consone al suo blasone.

This article is from: