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Piercarlo Rossi

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Pierluigi Mengacci

Pierluigi Mengacci

Il Verdone giallo

testo PIERCARLOROSSI, foto e allevamento MASSIMOCORBELLA

seconda parte

La mia esperienza con il Verdone all’inizio e cosa mi piace di questa specie Il Verdone è stato da sempre una specie presente nel mio allevamento, forse la prima tra i Fringillidi da voliera che ho allevato. Mi piacciono il suo carattere timido ma fiero, il suo corpo dalle caratteristiche robuste ed il suo piumaggio di colore delicato, nei suoi colori mimetici. Mi hanno sempre entusiasmato le sue mutazioni, forse per la completezza nella gamma di colori che presenta e che presentava già; mi piacciono per le tonalità che ognuna di esse esprime e sicuramente, non ultima, per la selezione ai fini espositivi.

Le sue mutazioni storiche, le penultime apparse (l’ambra e l’albino) e le ultime (la becco giallo, il citron spagnolo e il giallo dominante) Come ho detto, le mutazioni di questo Fringillide esistevano già da tempo in

Giovane giallo in muta

quegli anni: io ne ho fatta conoscenza diretta e mi sono rimaste come un caposaldo di riferimento per le altre specie europee. Mi piacciono tutte, a partire dalla bruno fino all’agata (forse la migliore), all’isabella al lutino ed al satiné. Ho vissuto con entusiasmo la nascita di una seconda epoca delle mu-

Agata giallo intenso femmina x maschio agata Femmine lutino giallo intenso x maschio lutino

Maschio agata giallo Maschio agata giallo

tazioni del Verdone, che forse in scala temporale ha riguardato la mutazione pastello e la diluito e le sue sovrapposizioni con i tipi base, la mutazione ambra (ex topazio) e la mutazione pezzato, quindi lipocromico occhio nero. Negli ultimi anni, il Verdone non ha smesso di regalarci sorprese ed ancora una volta il suo piumaggio ha mutato, producendo nuove espressioni fenotipiche quali la citrino (in pratica un albinismo) che possiamo vantare di natalità italiana, la becco giallo ed ultima la giallo a trasmissione autosomica dominante.

Il mio incontro con la mutazione gialla, la mia esperienza Mi trovavo in Francia, se non erro nel novembre 2018, per un’esposizione internazionale dell’ICC, di certo la manifestazione più alta a livello tecnico nel panorama francese, dove quindi erano chiamati a partecipare alcuni tra i migliori espositori internazionali e i migliori tecnici nel giudizio. Mi chiamò l’amico Riccardo Rigato, che sicuramente tra i tecnici è di certo fra i migliori, e mi fece notare una novità di colore che aveva portato con sé la sera del venerdì l’allevatore spagnolo Josè Antonio Abellan. Si trattava di una coppia di Verdoni ancestrali che presentavano una diffusione ampia di colore su tutto il corpo, molto più della norma. In verità la espose sul tavolo, in confronto con un’altra mutazione del Verdone proveniente dalla Spagna, ma personalmente, per il mio e di certo anche per l’entusiasmo di Riccardo, una delle due passò in secondo piano. Si trattava quindi, ci spiegò Antonio Abellan, di una mutazione a trasmissione dominante che lui stesso aveva già avuto modo di lavorare per una stagione riproduttiva e di trasferire con facilità su altre mutazioni. Naturalmente, la caratteristica trasmissione dominante fece sì che i risultati negli accoppiamenti lo confermassero già in prima generazione e quindi in seconda si poteva immaginare di lavorare per le sovrapposizioni.

Maschio ancestrale giallo Maschio ancestrale giallo

“Bellissima!” dissi. E chiesi alcune informazioni in proposito. Antonio, che conoscevo da molto tempo, mi illustrò le sue origini ed alla fine mi diede la coppia di maschio giallo dominante x femmina giallo dominante affinché la inserissi nel mio allevamento in riproduzione nella stagione successiva.

Descrizione della mutazione e della sua azione su piume e penne Stagione 2019: pensai agli accoppiamenti con una certa libertà, dato che il fattore libero dominante permette di lavorare separatamente la coppia per ottenere comunque il massimo dei risultati. E così io feci. Predisposi gli accoppiamenti in questo modo, immaginando la mia massima espressione: per la femmina giallo, con maschio agata di buona qualità; il maschio giallo, che si presentava in ottima forma, lo feci accoppiare con due femmine agata. Da questi accoppiamenti ottenni un numero di soggetti giovani molto buono, per lavorare meglio la stagione successiva, dato che il mio traguardo era quello di trasferire la mutazione nelle 4 mutazioni base. Il maschio, che Antonio mi disse essere probabilmente portatore di bruno, si rivelò anche portatore di agata e ottenni così, oltre ad alcune femmine brune gialle e agata gialle, anche maschi agata gialli da lui, mentre dalla femmina ottenni gialli maschi e gialle femmine, i maschi a sua volta portatori di agata. Le femmine in mutazione sovrapposta presentano un lipocromo vistoso e del tutto inusuale per gli standard ai quali siamo oggi abituati. Sembrano maschi per la quantità di colore che presentano su tutto il corpo, che non interferisce con le parti melaniche.

Maschio giallo bruno

Maschio giallo isabella Maschio giallo isabella

Per la stagione successiva, poi, la mia curiosità si estese all’inserimento della mutazione lutino, della mutazione isabella e della satiné. Acquistai altri soggetti mutati da Antonio e con quelli in mio possesso ottenni di tutto. Alcune femmine giallo lutino risultarono impressionanti alla vista per l’intensità del lipocromo, e non da meno furono le giallo satiné. Ottenni anche due soggetti maschi giallo satiné mai visti così. Portai avanti la linea dei giallo agata e dei giallo bruno ed anche alcuni basilari gialli ancestrali. Non mi dimenticai nemmeno di accoppiare giallo con giallo ed ottenni anche alcuni soggetti omozigoti, che non si presentano più gialli, ma con un piumaggio al limite della copertura nello sterno e con l’effetto giallo della barratura delle remiganti più accentuato. Avevo così molto anche per trarre alcune conclusioni.

Osservazioni sulla mutazione, parere sull’azione della mutazione giallodominante su entrambi i sessi e ulteriori osservazioni sulle espressioni più rilevanti nelle mutazioni lavorate La mutazione giallo del Verdone agisce esclusivamente sui lipocromi ed estende il colore giallo di una tonalità intensa su tutto il corpo, fino a saturare la parte della cloaca e del sottocoda, generalmente bianco nel Verdone. Le femmine sembrano dei maschi in alcune sovrapposizioni, ma questo non incide sul pigmento melanico dei singoli soggetti. Con gli agata, dove ho ottenuto gialle femmine e maschi ottimi giallo agata, seguendo una linea che presentava melanine molto nere e tipiche, il risultato è stato impressionante nella bellezza per il contrasto tra melanine e lipocromi più saturi. La stessa cosa nel giallo bruno, nel giallo isabella, dove il maschio, a mio avviso, è bellissimo, e nel giallo sia satiné che lutino. Per alcuni soggetti, figli di determinati accoppiamenti, ho dovuto ricorrere al test del DNA per assicurarmi dei sessi. Sicuramente è una mutazione che dona più bellezza a chi ama questa specie e non mi astengo dal paragonarla ad altre uguali espressioni in altri Fringillidi, quali il Cardellino in mutazione giallo o il Lucherino sempre in mutazione giallo a trasmissione genetica identica. Mi auguro che la CTN la riconosca con la nomenclatura certamente più adeguata. Ho trovato nella mutazione giallo dominante del Verdone delle similitudini con il fattore intenso nel Canarino di colore ed ho fatto questi paragoni: ho messo a confronto due penne remiganti di due soggetti fratelli di Verdone, uno giallo dominante ed uno brinato e così ho fatto con due soggetti di Canarino lipocromico, uno intensivo ed uno brinato. La lunghezza delle barbe nel soggetto giallo Verdone e nel soggetto intenso nel Canarino sono più corte anche di 1 mm dei soggetti Verdone e Canarino entrambi brinati. Anche la struttura delle zampe, alla vista di entrambe le specie, appare più sottile a paragone con i corrispondenti soggetti brinati. Credo sia interessante il paragone con il Canarino di colore, sempre di riferimento per le nuove mutazioni nella fauna europea, e che questi particolari possano essere presi in esame per capire meglio la mutazione e per dare una corretta nomenclatura, così da indirizzare al meglio la selezione di questo affascinante Fringillide: questo di certo eleverà il nostro interesse e arricchirà la nostra passione.

Errata corrige

L’ autore dell’articolo “Il Cardellino ieri, oggi e domani – parte 2” pubblicato sul numero 10/2021 di Italia Ornitologica, Piercarlo Rossi, scusandosi precisa che la foto in oggetto raffigurante un “Maschio di Cardellino Isabella” è stata erroneamente attribuita ad altro allevatore. Il legittimo proprietario/allevatore del soggetto ritratto è Gennaro Amitrano, del quale sono stati citati nel presente articolo alcuni stralci da lui pubblicati sul proprio profilo Facebook.

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