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Filippo Morrone
Si può fare!
(Sulla modifica della L.R. Abruzzo riguardante la detenzione della fauna esotica)
testo e foto di FILIPPOMORRONE
Il 27 dicembre 2021 è una data che entrerà a buon diritto negli annali dell’ornitologia abruzzese e, assai probabilmente, di quella italiana in generale. In tale data, il Consiglio Regionale Abruzzo ha discusso e approvato, all’unanimità dei presenti, un emendamento dell’articolo 6 Legge Regionale 10/2004, che tratta di allevamenti di fauna autoctona ed esotica. “All’art. 6 della L.R. 10/2004 sono apportate le seguenti modifiche: a)Al comma 3 le parole “Il Presidente della Provincia, sentito l’OFR, emana con proprio decreto l’elenco della fauna esotica per la quale può essere ammesso l’allevamento ed i requisiti minimi di benessere animale necessari per l’allevamento” sono sostituite dalle seguenti: “Il
Presidente della Provincia, sentito l’OFR, può emanarecon proprio decreto l’elenco della fauna esotica e dell’avifauna esotica di specie selvatica così come definita dalla
Legge 7 febbraio 1992, n. 150 all’art. 8 sexies lettera g,per le quali può essere ammesso l’allevamento ed i requisiti minimi di benessere animale necessari per l’allevamento. b)Dopo il comma 3 è aggiunto il seguente: 3-bis. Sono soggetti a richiesta di autorizzazione gli allevamenti a scopo amatoriale e ornamentale di avifauna autoctona, anche domestica, esclusivamente a fenotipo selvatico. Non sono soggetti a richiesta di autorizzazione gli allevamenti di avifauna autoctona, domestica, a fenotipo mutato e/o di ibridi; In coda al comma 6 è aggiunto il seguente: Dal predetto obbligo sono esentati gli allevatori di uccelli regolarmente iscritti alla Federazione Ornicoltori Italiani (F.O.I.), i quali sono però tenuti a comunicare alla Provincia il proprio codice R.N.A. (registro nazionale allevatori), rilasciato dalla suddetta Federazione.” Presentato dal Consigliere Regionale Antonio Blasioli allo scopo di esplicitare chiaramente l’ambito di applicazione della Legge, l’emendamento in-
troduce una netta distinzione tra
avifauna selvatica e domestica. Alla luce del fatto che gli allevamenti amatoriali di uccelli da affezione sono disciplinati da normative chiaramente emanate avendo a oggetto specifico la pratica della caccia, appare evidente come un tale distinguo sia in qualche modo “rivoluzionario” e possa rappresentare la punta di lancia di un progetto atto a scindere definitivamente e inequivocabilmente (anche dal punto di vista della normativa) il concetto di “allevamento amatoriale” da quello di “caccia”. Se anche un tale, effettivamente ambizioso, progetto non dovesse essere realizzabile, comunque quanto ottenuto rappresenterà un traguardo eccezionale in considerazione del fatto che introduce un fondamentale distinguo direttamente nell’ambito di una legge che disciplina espressamente gli allevamenti amatoriali di avifauna. Assolutamente degno di nota è altresì
l’inserimento del concetto di “feno-
tipo”, con particolare riferimento a quello selvatico, ben diverso da quello mutato. Non sfuggirà che questo ul-
L’avvocato Clara De Rosi
teriore distinguo ridurrà notevolmente la possibilità di errori da parte della Pubblica Amministrazione, chiaramente esplicitando il campo di applicazione delle norme e ben delineandone i confini attuativi, così, peraltro, da rendere più semplici eventuali contestazioni in caso di abbagli interpretativi. In ultimo, il riconoscimento della Fe-
derazione Ornicoltori Italiani quale
interlocutore privilegiato(tanto che i suoi iscritti sono esentati da alcuni obblighi invece previsti per tutti gli altri allevatori) della Regione Abruzzo è la conseguenza del prestigio e dell’onorabilità che la F.O.I. ha meritato
negli anni in tutta la Penisola, ma anche e soprattutto il dolcissimo frutto del radicamento sul territorio e degli ottimi rapporti con le Istituzioni che alcune Associazioni Ornitologiche Abruzzesi hanno, con impegno, saputo costruire. Allo scopo di meglio far comprendere come si sia arrivati a un tale risultato, è necessario presentare una breve cronistoria degli accadimenti che, concatenandosi e intersecandosi tra loro, hanno innescato tutta una serie di reazioni aventi quale risultante il concepimento e la presentazione dell’emendamento di modifica prima e la sua approvazione e dunque attuazione in ultima istanza. A gennaio 2021, in Abruzzo, diventa operativo l’Osservatorio Faunistico Regionale (O.F.R.), al quale le Province delegano diverse competenze, come quelle legate all’avifauna (in particolare controlli e concessioni di autorizzazioni inerenti la fauna autoctona). Già in passato le lungaggini burocratiche avevano reso la vita difficile agli allevatori abruzzesi di “nostrani”, le limitazioni circa il numero di soggetti da allevare rendevano ardua la selezione e, di tanto in tanto, capitava di imbattersi anche in qualche grossolano errore di applicazione della Legge. Ciononostante si era instaurata una prassi consolidata e relazioni tra Pubblica Amministrazione e allevatori basate, se non su rapporti amicali, quantomeno sul rispetto reciproco e la tolleranza. L’avvento dell’OFR ha però stravolto tutto: la Dirigenza del nuovo Ufficio ha ritenuto di dover ricomprendere nel proprio ambito di competenza non più e non solo l’avifauna autoctona (cardellini, verdoni et similia), ma anche quella esotica. Operando sulla base di questo convincimento, l’OFR ha addirittura emesso alcune diffide, contestando agli allevatori (pur riconoscendogli il rispetto di tutte le norme vigenti, comprese quelle inerenti al benessere animale) il numero di canarini di colore allevati che, a suo avviso, non doveva superare gli 8 esemplari! La notizia ha ben presto varcato i confini regionali. Acclarato che una delle diffide aveva colpito un iscritto FOI, la macchina federale si è messa in moto: il Vice-Presidente Diego Crovace ha contattato il Presidente del Raggruppamento Ornitologico Abruzzo/Molise Domenico Maione, affidandogli l’incarico di andare a fondo alla questione, innanzitutto interfacciandosi con l’OFR; insieme poi, Crovace e Maione, hanno individuato nel Presidente dell’Associazione Pescarese Ornicoltori Filippo Morrone (chi vi scrive) il referente zonale al quale affidare materialmente la questione. Passa ancora qualche tempo, in quanto il primo iscritto interessato da diffida rifiuta di farsi tutelare e rappresentare, seppur gratuitamente, dalla Federazione; arriviamo a maggio del 2021, quando un secondo iscritto diviene oggetto di diffida sempre per lo stesso motivo: più di otto canarini di colore in allevamento. Questa volta l’allevatore richiede la tutela del proprio Raggruppamento, la Federazione può dunque scendere ufficialmente in campo. Il primo incontro con l’OFR non fa certo ben sperare: Maione e Morrone vengono ricevuti non già in un ufficio, bensì su un marciapiede, si, proprio un marciapiede! Oltre a ciò il Responsabile dell’Osservatorio si mostra irremovibile: i canarini rientrano nel suo ambito di competenza, sono dunque soggetti alle limitazioni che, sino all’anno precedente, erano state imposte esclusivamente alla fauna autoctona (richiesta di autorizzazione all’allevamento, con espletamento di numerose pratiche burocratiche, superati i 4 soggetti per specie; limite massimo di 8 soggetti per specie). Si comprende immediatamente che la questione non potrà essere risolta con una chiacchierata informale e bonaria; si individua quindi, nella figura dell’Avvocato Clara De Rosi, il legale che, a nome del Raggruppamento e dunque per conto della Federazione, tutelerà gratuitamente l’iscritto FOI oggetto di diffida; si interessa anche la classe Politica locale per comprendere se la questione riguardi soltanto la burocrazia o se invece la problematica non abbia radici più profonde e, ovviamente, anche per cercare di favorire una mediazione tra le parti in causa. Trascorrono ancora pochissimi giorni utili all’Avvocato per la ricerca delle fonti, parte quindi la contro-diffida a tutela del singolo, accompagnata da un memorandum esplicativo atto a prevenire altre diffide. Ancora una quindicina di giorni e la Pubblica Amministrazione risponde: l’OFR sostiene che, sulla base delle normative vigenti non può agire diversamente da come ha fatto, asserisce anzi di aver concesso una sorta di “favore” nel permettere sul territorio abruzzese l’allevamento di uccelli esotici in assenza di una precisa lista delle specie allevabili; riconosce però che tali normative sono lacunose e poco chiare, invitando la FOI al tavolo delle trattative con l’obiettivo di riformulare il Regolamento Regionale che disciplina l’allevamento dell’avifauna a scopo amatoriale e ornamentale; in attesa della riformulazione sospende la diffida in atto e congela eventuali altri procedimenti sanzionatori. Nel frattempo, il Consigliere Regionale Antonio Blasioli promuove un incontro tra la FOI e l’OFR; in quest’occasione i funzionari pubblici risultano decisamente più disposti all’ascolto e al confronto, consegnano una propria bozza di modifica del Regolamento Regionale inerente l’avifauna e ricevono le contro-deduzioni dell’Avvocato De Rosi in merito alla precedente risposta. Trascorrono alcuni mesi durante i quali tutto tace, ma si tratta soltanto di una calma ap-
Il consigliere Regionale Abruzzo Antonio Blasioli
parente, in realtà i “nostri” stanno lavorando alacremente: non solo si riformula (in bozza) il Regolamento Regionale riguardante l’avifauna, ma si opera, in maniera sempre più stringente, per arrivare a modificare la Legge Regionale 10/2004 della quale il Regolamento è attuativo. Il 2021 sta per concludersi, siamo ormai al 22 di dicembre, quando tutto il lavoro fatto si concretizza in un emendamento di modifica depositato in Regione Abruzzo dal Consigliere Regionale Antonio Blasioli. Il 27 l’emendamento viene dibattuto in Consiglio e, dopo una serrata quanto incisiva opera di persuasione del Consigliere Blasioli, finalmente approvato all’unanimità! La vicenda si conclude il 15 gennaio 2022, quando le modifiche apportate alla Legge Regionale 10/2004 entrano in vigore. L’Avvocato Clara De Rosi illustra l’ambito giuridico all’interno del quale si è operato e gli elementi di diritto che hanno motivato e legittimato l’emendamento. “Cominciamo col precisare che l’emendamento è una proposta di modifica a un testo legislativo al fine di correggerlo o specificarlo. Nel caso di specie, le modifiche da noi formulate e proposte si sono rese necessarie per salvaguardare, chiarificandolo ed esplicitandolo, quello che in realtà già era lo spirito della Legge, purtroppo vittima, sin dalla promulgazione, di interpretazione inesatta e conseguente errata applicazione. È importante rilevare infatti che: ·Il Regolamento Regionale 26 AGO-
STO 1997, N. 4 che titola “Regolamento regionale per la disciplina degli allevamenti di fauna selvatica a scopo alimentare, di ripopolamento, ornamentale e amatoriale”, all’art 1 delle sue proprie disposizioni generali parla di: “allevamenti di fauna selvatica” ·Il Regolamento suddetto è stato emanato ai sensi della Legge Regionale 31 maggio 1994, n. 30 che titolava: “Norme per l’attività venatoria e per la tutela della fauna selvatica” ; legge abrogata dalla L.R. 28 gennaio 2004, n. 10: “Normativa organica per l’esercizio dell’attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell’ambiente”. ·Le Leggi Regionali 30/94 e 10/04 sono attuative per la Regione Abruzzo della Legge (Nazionale) 11 febbraio 1992, n.157: “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” ·La Legge 157/1992 recepisce inoltre le direttive europee in materia di
conservazione degli uccelli selva-
tici[le Direttive 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 (successivamente abrogata e sostituita integralmente dalla versione codificata della Direttiva 2009/147/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009) 85/411/CEE della Commissione del 25 luglio 1985
e 91/244/CEE della Commissione del 6 marzo 1991] Dal suesposto excursussi evince chiaramente come l’intero impianto legislativo abbia a oggetto la fauna selvatica. Acclarato questo, va rilevato come la normativa italiana definisca espressamente cosa debba intendersi per fauna selvatica: -La Legge 7 febbraio 1992, n. 150 recita all’art. 8 sexies “g): esemplare di specie selvatica: esemplare, così come definito nel presente articolo, di origine selvatica o esemplare animale proveniente da nascita in cattività limitata alla prima generazione.” -La Corte di Cassazione Sez III Penale
26 gennaio 2004, con sentenza n. 2598, così si pronuncia: “…Sotto il profilo giuridico lo stato di libertà naturale coincide con una condizione di vita indipendente dall’uomo per quanto attiene alla riproduzione, alla alimentazione e al ricovero…” -E ancora il Consiglio di Stato, Sez. III, n. 4639, dell’11 settembre 2014: “… nel caso di fauna assimilabile a quella selvatica per condizioni di vita bisogna far prevalere la tutela dell’animale nello stato a cui è abituato…” Alla luce di quanto sopra la specificità della distinzione da noi introdotta tra avifauna selvatica e avifauna domestica, applicabile tanto agli uccelli autoctoni quanto a quelli esotici, risulta al tempo stesso ovvia e “rivoluzionaria”. Gli allevatori iscritti alla Federazione Ornicoltori Italiani non possiedono animali selvatici (se così non fosse verrebbero infatti a configurarsi fattispecie giuridiche con un ben determinato regime sanzionatorio); i soggetti da loro detenuti, essendo domestici, non appartengono quindi al “patrimonio indisponibile dello Stato”, ma sono invece “proprietà privata”e in quanto tali tutelati dalla Costituzione Italiana (art. 42). Altrettanto innovativa e determinante è stata l’introduzione del concetto di “fenotipo” (con netta differenza tra fenotipo selvatico e mutato) che supporterà la corretta applicazione delle Leggi, delineandone ancor più chiaramente l’ambito di competenza e limitando significativamente travisamenti ed errori.” Sull’argomento il Presidente del Raggruppamento Ornitologico Abruzzo e Molise, Domenico Maione, ha dichiarato: “Comincio col dire che sono estremamente soddisfatto e fiero di quanto siamo riusciti a ottenere, per il riconoscimento e la difesa dei diritti degli allevatori, sul territorio abruzzese. Si tratta infatti di un risultato straordinario che, credo di poter affermare senza tema di smentite, non ha precedenti nella storia dell’ornitologia nazionale. Credetemi quando vi dico che la risoluzione di un problema che si trascinava da più di un ventennio non soltanto in Abruzzo, bensì su tutta la Penisola, non sia frutto di un caso, piuttosto di un la-
Il Presidente del RR. Ornitologico Abruzzo Molise D. Maione
voro lungo, certosino e ottimamente strutturato che ha richiesto l’individuazione e l’interazione di diverse eccellenze professionali. A tutti i protagonisti di questo strepitoso successo vanno i miei più sinceri ringraziamenti; al Presidente FOI Antonio Sposito, per aver supervisionato tutta la parte attinente alle normative; al Vice-Presidente Federale Diego Crovace, per essere stato presente e aver supportato il progetto in ogni momento, anche coadiuvandomi a individuare i “giocatori” da mettere in campo per la vittoria; agli Avvocati Claudia Aurisicchio e Alberto Amori, per aver messo a disposizione le proprie competenze professionali; e infine ai tre veri artefici di questo successo: l’Avvocato Clara De Rosi, senza il cui attentissimo lavoro di ricerca delle fonti del diritto, la profonda conoscenza della giurisprudenza non solo nazionale, ma anche internazionale e le squisite disponibilità e generosità, non avremmo potuto tutelare così efficacemente i diritti di tutti gli allevatori abruzzesi; il Consigliere Regionale Antonio Blasioli, per la sensibilità che, da sempre, dimostra nei confronti delle nostre istanze, per essersi battuto in prima persona e con coraggio al nostro fianco, per aver infine saputo concretizzare tutti i nostri sforzi e tutte le nostre speranze con una efficacissima opera di sintesi, presentazione e mediazione; il Presidente dell’Associazione Pescarese Ornicoltori Filippo Morrone, il regista che ha saputo orchestrare tutto alla perfezione, mettendo a disposizione della collettività le sue indiscutibili capacità, contattando, coinvolgendo, coordinando con l’efficienza e la risolutezza che lo contraddistinguono. A tutte le persone citate e anche a quanti, seppur marginalmente, hanno contribuito in qualsiasi modo al conseguimento di questo fantastico risultato, a nome mio e degli allevatori abruzzesi che mi onoro di rappresentare, dico GRAZIE!” A margine della dichiarazione del Presidente Maione, va rilevato il contributo che egli stesso ha apportato al progetto prendendolo in carico anni fa senza mai accantonarlo, continuando invece indefessamente a cercare, novello Diogene, tra gli associati abruzzesi collaboratori propedeutici alla risoluzione della criticità e interlocutori sensibili alla problematica all’interno delle Istituzioni regionali. Infine la sua caparbietà e il suo spirito di servizio sono stati ripagati! “Ho ritenuto di dover supportare e perorare le istanze avanzate dagli allevatori abruzzesi appartenenti alla Federazione Ornicoltori Italiani perché sinceramente convinto della validità delle loro ragioni. Garantire il diritto all’allevamento amatoriale e sportivo equivale infatti a garantire e tutelare il benessere animale, l’armoniosa interazione tra esseri viventi e lo stesso sviluppo scientifico. Molto spesso si ignora che la nobile pratica di tale allevamento, non soltanto non ha alcuna finalità alimentare, ma anzi rappresenta il mezzo per la preservazione di molte specie, per la creazione e il miglioramento di altre, nonché strumento per lo studio di comportamenti e patologie determinanti per lo sviluppo della medicina veterinaria e ancora, se si pensa alla bird-therapy, ausilio alla medicina umana. Tutelare questi allevatori, lungi dall’arrecare danno a degli esseri viventi, significa invece aiutare persone che più di altre hanno a cuore il rispetto degli animali nel loro ambiente naturale, persone che studiano a fondo le razze allevate, che si prendono cura con amore dei loro compagni animali, documentano le proprie esperienze e dif-
fondono la passione e il rispetto per il loro hobby e per la natura. Non posso comunque tralasciare quanto la mia scelta sia stata ulteriormente avvalorata dal rapporto di collaborazione, amicizia, fiducia e mutuo rispetto che si è instaurato tra me e la Dirigenza dell’Associazione Pescarese Ornicoltori; rapporto che è andato intensificandosi anno dopo anno e che ha portato alla realizzazione di numerose e benemerite iniziative volte sempre al benessere sociale, all’attenzione alle nuove generazioni e alla ricerca di punti di incontro tra l’uomo e la natura. Forte di queste certezze ho lavorato per trasmetterle al resto del Consiglio Regionale, sottolineando il prestigio che gli allevatori sportivi e le associazioni ornitologiche abruzzesi hanno garantito alla Regione, anche arrivando a organizzare, nel novembre 2021, la terza mostra ornitologica più grande d’Italia, inviando così un forte segnale di speranza e fiducia a un territorio e a un settore pesantemente colpiti dalla pandemia in atto. Il risultato di tutto questo è stato laborioso, ma estremamente soddisfacente: l’emendamento è stato approvato all’unanimità e, dal 15 gennaio di questo stesso anno, è Legge regionale.” Queste le dichiarazioni del Consigliere Regionale Antonio Blasioli, firmatario dell’emendamento. Concludendo possiamo tutti auspicare che il “modello abruzzese”, frutto di una sinergia di intenti e competenze, possa essere ripreso e riproposto nelle diverse regioni italiane e ancora che, magari implementato e migliorato dall’innesto di ulteriori eccellenze, possa essere strumento atto a incidere in maniera significativa sull’impianto normativo nazionale inerente l’allevamento amatoriale e sportivo dell’avifauna. La Federazione Ornicoltori Italiani ha già compiuto un ulteriore e significativo passo in tale direzione, a testimonianza del fatto che… si può fare!