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La Calendula officinale: un fiore polifunzionale
L’orto-ornitofilo
“Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la Primavera” - P ABLONERUDA
La Calendula officinale: un fiore polifunzionale
testo e foto di PIERLUIGIMENGACCI
Premessa A far compagnia al nasturzio, nelle aiuole predisposte nel mio orticello, da alcuni anni, nel mese di marzo, semino anche laCalendula officinalis, seguendo il consiglio che mi diede a suo tempo l’amico Massimo, agronomo: “La calendula è uno dei fiori che non deve mancarti nell’orto: è polifunzionale”- mi disse -. Alla mia richiesta del perché, questa è stata la risposta: -“Per te che cerchi di fare un orto biologico è una pianti
Cespuglio di calendule
cella ideale; ecco le funzioni: sotto - terra le radici allontanano alcuni parassiti dal terreno sopratutto i nematodi (minuscoli vermi); fuori terra il profumo allontana le zanzare e at - ti ra anche insetti utili come i sirfidi (insetti tipo mosche con colori simili ad api e vespe) le cui larve si nutrono di afidi; non ultimo, potrai gustarne foglie e fiori in cucina o utilizzare l’intera pianta secondo i dettami della medicina naturale, tra cui fitoterapia e omeopatia, dove è molto utilizzata. In più hai un barometro nell’orto: se al mattino trovi i fiori chiusi… sicuramente minaccia pioggia! E non è tutto! - E salutandomi, ripeteva: -“Al bando insetticidi vari e.. vai col biologico!”-. “Con tutte queste funzioni, - mi sono detto - caro Gigi, questa pianticella bisogna conoscerla meglio” - Ed ecco che i miei libri sulle erbe officinali ed internet mi sono venuti incontro.
Classificazione botanica Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Asterales Famiglia: Asteraceae Tribù: Calenduleae Genere: Calendula Specie: C. Officinalis Volgare: Garofano di Spagna, Cappuccina, Callandria, Calta Origine: Europa Meridionale, Ma - roc co
Etimologia Sull’etimologia del nome Calendulaesistono pareri differenti. Secondo una teoria, il termine calenduladeriva dalla parola grecakàlanthos che significa “coppa” o “cesta”, riferito alla forma del fiore. Un’altra, invece, sostiene che derivi dal calendario poiché segna il ritmo del giorno aprendosi al mattino e chiudendosi al calar del sole e per questo motivo nei testi medievali veniva chiamata solis sponsa(sposa del sole).
Ai più sembra evidente la derivazione dalle calendaeromane, che indicano il primo giorno di ciascun mese nel calendario romano, quello della luna nuova quando il calendario era un ciclo lunare. Infatti, la calendula fiorisce ogni mese. Dai latini e dai greci era solitamente chiamata solsequi um (“se gua ce del sole”), in quanto i fiori si aprono e si chiudono al sorgere e al calar del sole. Riporto inoltre quanto descritto nel vocabolario Treccani: calèndula (o calèndola) s. f. [der. del lat. calendae«calende» (da cui anche il lat. scient. Calendula), perché, nella bel - la stagione, fiorisce ogni mese]. – 1.Erba perenne del Mediterraneo (Calendula officinalis), detta an che fiorrancio o calta, spesso coltivata per aiuole; i suoi fiori, di colore giallo o arancio, si usano come sedativi, emmenagoghi e sudoriferi. 2. In botanica, genere delle composite tubuliflore (lat. scient. Calendula), con una ventina di specie, della regione mediterranea: sono erbe annue o perenni, o suffrutici, con capolini a fiori gialli, quelli esterni femminili ligulati, quelli interni ermafroditi tubulosi. Ne fanno parte la comune calendula e una specie più piccola di questa (Calendula arvensis), frequente in Italia, chiamata anche calta selvaticao fiorrancio dei campi.
Descrizione e Coltivazione È una pianta erbacea che può essere annuale o biennale, la cui altezza non supera i 20/30 cm. In botanica, viene definita “polimorfa” in quanto la forma di foglie, fusto e fiori può variare. Il fusto generalmente si presenta ramificato e carnoso con fo glie oblun ghe, di color verde lucente, con margine irregolare. La semina può essere effettua - ta a marzo per la fioritura estiva, oppure a settembre-ottobre per quella invernale, sia in vaso che in giardino o nell’orto. Non ha particolari esigenze di concimatura, purché il terreno sia soffice e ben drenato senza ristagni. Per ottenere uno sviluppo regolare ed una bella fioritura è bene diradare le piantine e distanziarle di circa 10 cm sia nelle aiuole che nei vasi. Inoltre, gradisce l’esposizione al sole ma va innaffiata tutti i giorni; se è posizionata a mezz’ombra, ogni due o tre giorni. È bene tener presente, quando la coltiviamo in giardino o nell’orto, che è una pianta tendente a disseminarsi spontaneamente. I fiori sono riuniti in capolini circondati da brattee pelose, di colore gialloarancio, e contengono dei pigmenti coloranti che vengono usati anche in sostituzione dello zafferano. La fioritura avviene dal mese di maggio a tutto novembre in pieno campo e, se le piante sono ben protette, in vaso anche durante l’inverno. I frutti sono degli acheni unghiosi o muniti di aculei, di forma variabile. Nelle buste che ho acquistato ne ho trovati semplici, arcuati ed alati.
Storia, leggenda, mitologia Ci sarebbe molto da scrivere su questi tre argomenti. Fin dai tempi più antichi la calendulaè stata sia idolatrata che utilizzata per le sue infinite proprietà e virtù; come si può ben immaginare, molti antichi scrittori ne hanno decantato i numerosi benefici, ma anche tramandato credenze e superstizioni. Per i greci e per i latini, il fatto che i fiori si aprissero al mattino per richiudersi al tramonto era considerato un simbolo di sottomissione e di dolore per la scomparsa del sole. Questa credenza ha fatto sì che la calendula sia stata associata nel corso dei secoli ai sentimenti di dolore, dispiacere e pene d’amore.
Aiuola di calendula e nasturzio ai bordi dell’orticello dell’autore
Nella mitologia greca, la calendulanacque dalle lacrime della dea Afrodite (Venere per i latini) disperata per la morte del suo amante Adone, che era stato trafitto da un cinghiale mandatogli contro da Ares, suo gelo sissimo marito. Pianse così tanto che le lacri - me, toccando terra, si trasformarono in una pianticella dal fiore giallo-arancio; da questa leggenda, nella Grecia antica, la calendula è diventata il simbolo del dispiacere e del dolore che veniva raffigurato con un giovane adornato da una corona di calendule. Nella mitologia latina la stessa leggenda ha anche un’altra versione, decisamente più completa ma che non muta il significato della calendula. Storicamente, invece, gli Egizi consideravano lacalendulauna pianta capace di far ringiovanire. Gli Indù ne orna - vano i templi. Persiani e Greci ne utilizzavano i petali per decorare i cibi. Troviamo riferimenti alla calendula negli scritti di Virgilio, Plinio il Vecchio e Dioscoride con il nome di caltha(il nome calendula viene usato a partire dal XIV-XV sec) riferito a fiori giallodorati dal forte profumo e dalle svariate proprietà salutistiche sia per uso interno che esterno, in alcune ricette culinarie, ed anche impiegati per scopi commerciali. Infatti, veniva usata dai romani nell’arte tintoria per tingere lane e stoffe. Nella cultura indiana, con i fiori di calendula venivano create ghirlande per incoronare le divinità. Nel
Medioevo la calendula veniva chiamata “oro di Maria” ed era dedicata alla Madonna, essendo considerato il fiore dell’amore e in quanto usato come rimedio per i problemi femminili. Anche l’uso decorativo che al giorno d’oggi ne facciamo con i fiori nel potpourri risale al Medioevo, quando fu scoperto che i fiori, adeguatamente essiccati, rimangono inalterati nei loro colori, senza alcuna degradazione, per molti anni. Non sto ad elencare usi e leggende di alti paesi.
Proprietà ed utilizzo Come accennato nel capitolo precedente, fin dall’antichità le proprietà terapeutiche di questa pianticella erano conosciute e utilizzate sia per uso interno che esterno e, prima la medicina popolare poi omeopatia, fitoterapia e farmacologia le hanno recepite e migliorate. Principi attivi: la Calendula(capolini, sommità fiorite e foglie)è ricca di principi attivi che ne fanno un ottimo rimedio contro molti disturbi. Tra i principi attivi troviamo: Vit. C, resine, flavo - noidi, polisaccaridi, caroteni, fito - steroli, mucillagini, acido salicilico, acidi grassi, sostanze amare e oli essenziali, dal tipico profumo che hanno una potente azione antinfiammatoria.Nei fiori, inoltre, troviamo il licopene, lo stesso potente antiossidante presente nei pomodori, e il betacarotene, per cui venivano usati come sostituto dello zafferano.
Fiore di calendula in primo piano
Gli studi in farmacologia hanno confermato che gli estratti di Calendula officinalispossono avere effetti antivirali, antigenotossici e antinfiammatori. Test in vitro hanno dimostrato le proprietà antibatteriche e antimicotiche degli estratti naturali di Calendula. (Lo studio citato risale al 2006. “A new extract of the plant Calendula officinalis produces a dual in vitro effect: cytotoxic anti-tumor activity andd lympho cy te activation“, una pubblicazione a cura del BMC Cancer). Proprietà curative: coleretica, colagoga, antisettica, antimicrobica, antivirale, antinfiammatoria, diuretica, cicatrizzante, emmenagoga, depurativa ed aiuta la sudorazione. L’attività antibiotica, dovuta ai flavo - noidi e alle saponine, è diretta verso svariati microorganismi, in particolare contro i batteriGram-positivi, quali Staphylococcus aureuse Streptococcus betahaemolyticus. (Tratto da https://www.my-personaltrainer.it/integratori/calendula.html) In omeopatia, la calendula officinalisè apprezzata per le sue pro prie tà antinfiammatorie, antivirali e astringenti. Un decotto o un infuso di fiori e foglie per alcuni giorni ottengono l’effetto desiderato. In fitoterapia, viene utilizzata tradizionalmente per via orale sotto forma di decotto o infuso per eliminare gli spasmi dei muscoli, per i disturbi mestruali e le infiammazioni del cavo orale faringeo, ma anche come antifebbrile e nei
casi di colite, gastrite e ulcere. L’applicazione topica di oli, tintura madre, creme e decotti, oltre a favorire la cicatrizzazione delle ferite, a ridurre l’infiammazione nella cura delle vene varicose, delle emorroidi e le infiamma - zioni ano-rettali, è altresì utile per il benessere della pelle nei casi di punture di insetti, ferite, scottature e irritazioni della pelle. Gran parte dei prodotti per la cura del corpo vengono realizzati sfruttando le proprietà della calendula. Come tutte le altre erbe officinali, anche la calendula trova posto sul tavolo della cucina. Le piante intere possiamo lessarle e ripassarle in padella con del buon olio extravergine, aglio ed anche peperoncino; con la cottura le foglie perdono il loro sapore forte e acquistano un gusto dolce. Le foglie, raccolte tenere, possiamo usarle per misticanze di insalate o per aromatizzare verdure o carni. Con foglie, fiori e mandorle possiamo fare un pesto dal sapore e colore molto particolare. I fiori messi nel brodo di carne, oltre al colore, aggiungono sapore e profumo gradevole. Con i petali dei fiori possiamo colorare risotti in sostituzione dello zafferano. Nel mio allevamento di canarini di colore, essendo il fiore della calendula ricco di licopene (ottimo protettivo del fegato, pelle ed altri organi), di beta carotene… nonché antibatterico,mi sono detto: perché non fare qualche infuso di fiori e darlo da bere per qualche giorno ai canarini durante la muta? Detto e fatto: metto 2 cucchiai di fiori essiccati all’ombra in un litro di acqua bollente per 10-15 minuti a recipiente coperto; filtro in una bottiglia di vetro e, una volta raffreddato, lo metto nei beverini. Risultato? Viene bevuto volentieri! Ed ho riscontrato essere un ottimo aiuto naturale alla colorazione ed un valido contributo alla brillantez - za del colore e alla sericità del piumaggio. Inoltre, lo reputo molto utile contro le infiammazioni del sistema gastro-intestinale e soprattutto del fegato che generalmente, a mio av - viso, sono causate dall’uso di pa ston - cini alquanto grassi durante la muta e da sementi molto polverose. Riscontri negativi non ne ho avuti.
A tutt’oggi, non si ha conoscenza di controindicazioni o effetti collaterali per l’assunzione o utili z - zo di prodotti a base di Calendula officinalis; comunque, se una persona ha delle intolleranze, come per qualsiasi alimento, è be ne consultare il proprio medico curante e… nel caso di vola - ti li, il proprio veterinario.
Conclusione Sacrosante sono state le parole di Massimo ed ogni volta che ci incontriamo non faccio altro che ringraziarlo perché i suoi consigli, prima di tutto, mi hanno convinto a seminare la calendula nell’orto; poi mi hanno spinto a documentarmi sul - le proprietà di piante che conosce - vo solo superficialmente ed infine a mettere in pratica le nozioni acquisite, portando in ta vo la anche questa pianticella avendo sempre presente il detto che “è meglio curarsi mangiando che mangiare per curarsi!”. All’inizio mia moglie era un pochino riluttante, ma poi, da assidua spettatrice della trasmissione televisiva Geo&Geo, do ve per diverse puntate sono state trasmesse interviste e consigli sull’utilizzo di fiori ed erbe selvatiche da esperti nutrizionisti e ristoratori, anche lei ha iniziato a se guirmi, prima nell’orto, poi in cucina ed infine nella tavola con misticanze, tisane, infusi… di pian te precedentemen - te mai utilizzate, in quanto, per tradizione, con siderate non commestibili! Fra queste, la calendula era conosciuta solo come un fiore bello e profumato da recidere e tenere nel vaso del salotto assieme ad altri fiori. Grazie al programma televisivo sud detto, ai consigli di Massimo e alle mie ricerche, la calendula è stata rivalutata, e pian piano è entrata nel nostro piatto… e non solo! Per cui, ecco ancora la massima di mia nonna Ersilia: “Quel c’an stroza, ingrasa” nel senso che, se non fa male, probabilmente farà bene. Massimo aveva pienamente ra gione: la calendula è veramente un fiore polifunzionale!