IL GUERRIERO RIDICOLO

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FAUSTO DE MICHELE

IL

GUERRIERO RIDICOLO E LA SUA STORIA OVVERO DAL COMICO SOVVERSIVO ALLA MASCHERA VUOTA

Molto è stato

e

si

continua a scrivere sui

Maschere come quella

dell'Arte.

destano

scritto

la

commedia

o Arlecchino da sempre

Pulcinella

di

della

tipi

curiosità degli storici e solleticano la creatività dei teorici della let-

teratura.

Minore attenzione viene data invece, se stiamo a confrontare

numero

delle

pubblicazioni,

tipo

al

Capitano vanaglorioso, che però, con divide l'olimpo dei

tipi

il

comunemente conosciuto come

le figure citate

prima, sicuramente con-

comici della produzione teatrale rinascimentale e

barocca.

Normalmente la figura comica del capitano nel teatro italiano, specialmente quando rappresenta un capitano spagnolo, viene sbrigativamente liqsua origine e

sua presenza

che a quel

uidata attribuendo

la

tempo avevano

diverse popolazioni italiche, di mettere in ridicolo l'inva-

le

la

alla necessità,

sore. La genesi, lo sviluppo e la sua articolata e lunga storia è invece pii^i

complessa e

capire,

non

dinamiche e

il

tipo

comico

mille influenze che

le

che andrebbero conosciuti per meglio

ricca di particolari

soltanto

ben

in questione,

ma anche

le

imprevedibili

hanno avuto un aiolo fondamentale

nello

sviluppo del comico teatrale in quanto genere.

Questo

sono si

articolo raccoglie in

scaturite

sintetica

i

risultati

e

da una mia ricerca (De Michele, Guerrieri

parla del tipo del capitano

definizioni, a partire

come:

forma

Soldato

usano spesso un numero

si

da quella

fanfarone.

latina di Miles Gloriosiis

vanaglorioso

Soldato

le riflessioni

che

Quando

ridicoli).

infinito di

nomi e

passando per

altre

o usando nomi come:

Matamoros, Rodomonte, Bravo, Capitan Fracassa, Capitan Spavento

etc..

Questi nomi, anche se vengono usati per comodità o per antonomasia,

quando

si

vuole indicare

il

tipo

serie interminabile di equivoci.

denominazione piuttosto che

comico del

Ecco perché

Greimas, che racchiude

QL'ADEKM

in sé

una

sorta di aitante

serie

ditnlimiisticYi

io

Questa definizione dovrebbe indicare

di guerriero ridicolo.

un personaggio una

possono generare una preferisco proporre la nuova

soldato,

minima

come

nelle teorie di

di parametri basilari

XnlumL^ XX, No.

1-2.

1999

che sono


Fausto De Michele

comuni

personaggi rappresentanti guerrieri

ai tanti

avranno poi mille nomi diversi soltanto relegati ad

una piccola

e saranno

i

e millantatori che

o forse saranno

protagonisti

trame

parte, in diverse

ma anche

solo in lingua italiana,

i

ridicoli

commedie non

di

lingua spagnola, francese,

in

inglese,

tedesca e olandese.

Lo sviluppo del guerriero ridicolo si articola essenzialmente in tre fasi. Una prima fase definibile come genesi, dove prende forma l'archetipo in quanto elemento universale della cultura umana, una seconda fase breve

momento

con l'apporto

di

di sterile ri-uso dei

intertestuale,

blico, legate all'estro di alcuni

vo del

latini, si

crea la maschera

molte influenze che vengono da diversi generi

quanto riguarda l'aspetto

ed ultima

modelli greci e

fase, quella della

tipo comico,

ma

o da una

letterari,

serie di aspettative del

maschera vuota,

una

soltanto riuso di

in cui

non

maschera, non

dellattore che recita a soggetto il

pub-

c'è piij l'uso creati-

serie di motivi

che ormai sono

.

diventata

per

grandi maestri del comico. Quindi una terza

definitivamente codificati, e direi pmiioslo fossilizzati Questo è in cui, dietro la

dopo un

in cui,

si

intravedono più

secondo

il

suo

momento

vivaci occhi luccicanti

i

perché

estro,

la

contenitore di una serie di battute anche famose,

dall'uso, per le cjuali ride, quasi

il

maschera è

ma

consunte

per inerzia e abitudine, un pubblico ormai

ignaro del loro perché. Il

primo esempio

classica, si

di

questa figura comica, documentabile nella produzione

chiama Alazóu. Questo è definibile senza dubbio come

tipo del guerriero del genere

ula di

Epicarmo

pali della

comico ed è presente

già nella

(528?-428?). Aristotele lo colloca tra

i

l'arche-

commedia

tre tipi

sic-

comici princi-

commedia.

Materia della commedia: racconto, carattere, pensiero, linguaggio, canto, vista. Caratteri di

commedia

sbruffoni (aXai^ovœv)

quelli buffoneschi, quelli ironici e quelli degli

Parti

del

pensiero

due:

gnome

e

persuasività.

(Aristotele 232-233)

L'alazoneia è un'attitudine

possedere doti che non ha.

Il

risibile,

quella dello sbaiffone che

si

vanta di

ridicolo scaturisce dalla percezione della con-

traddizione data dall'opposizione presunzione vs realtà. Questa contrad-

dizione viene sottolineata ed esaltata da

un

altro

personaggio Veiron (eipwv)

che astutamente, o forse dovrei dire ironicamente, mette

alla berlina

il

vana-

glorioso.

Quello che è definito concordemente da antica

come

il

tagonista della

primo soldato comico della

commedia

di Aristofane Gli

8

tutti gli storici

della letteratura

storia del teatro è

Acarnesi.

Làmaco, pro-

Làmaco incarna

perfet-


Guerfuero Ridicolo

Il

tamentc

Con

figura

la

la

figura di

ciel

h la

guerriero ridicolo.

Làmaco, per

la

prima

volta,

il

guerriero ridicolo

definire "tipica" di questo personaggio. La trama ti,

da ora

in avanti,

si

presenta

potremmo anche cominciare

un'azione ben precisa che

airinterno di

sua Storia

de Gli Acarnesi sarà

infat-

ancora molte volte riproposta, con piccole variazioni e

aggiunte nel XVI e XVII secolo, da molti commediografi europei quasi

indi.s-

tintamente. Per questo motivo a questo punto è importante dedicarle

minimo d'attenzione. Vediamo quindi in breve

amo

la

il

un

trama di questa commedia: da una parte abbi-

un modesto

Diceopoli, Yeiron della situazione^,

pace,

a

cittadino,

amante

della

quale, pur di godersela, stanco delle tante guerre, stringe un'allean-

za personale con Sparta.

A

lui si

contrappone Làmaco che viene chiamato

dal coro alla battaglia. Egli dichiara guerra contro Sparta e promette di umiliare

mentre

appresta a partire in gran

lui si

mi ordini per una

tisce

un codardo. Quindi

nemici, però è bravo solo a parole, in realtà, è

i

la

guerra,

il

pompa con una

pacifico Diceopoli

con

serie di ordini per la preparazione di

altrettanta marzialità

un banchetto e

L'Alazón tornerà sconfitto senza aver visto

festa.

serie di marzialissi-

i

partirà

impar-

per

la

nemici, ferito da una

banale caduta.

Làmaco è pido

e,

mente alla

caratterizzato

come un

soldato opportunista, vanaglorioso e stu-

per questo, punibile dal riso del pubblico che è invitato indiretta-

dall'autore a giudicarlo.

Ma

Aristofane

non

si

ferma

al

personaggio e

voglia di dar battaglia del guerriero, e a questa contrappone un'irre-

sistibile

voglia del cittadino di preoccuparsi di star

aco. Alla guerra è contrapposta in questo

modo

la

bene e riempire

fatto:

presentate

Làmaco,

come

la

sua professione e addirittura

insulse, ridicole, in

una parola

stom-

cucina, all'impulso mor-

tale della guerra, l'impulso vitale legato alla necessità di nutrirsi.

presto

lo

la

Il

gioco è

guerra vengono rap-

inutili:

che ammazzare, o peggio, farsi ammazzare. guerriero ridicolo acquisterà ancora più spessore più

meglio mangiare e

divertirsi Il

tardi

con Menandro

(342-291 a.C), che è l'autore con cui inizia una nuova epoca del teatro comi-

co greco, dove parallelamente

agli

insegnamenti

suo carattere acquistano una nuova .svilupparsi attorno al

centralità. L'intreccio

personaggio e per

il

Mentre prima era

"il

il

comincia

infatti

a

personaggio, esso è quindi sub-

ordinato alle caratteristiche del protagonista. particolare.

ed

aristotelici, l'individuo

Il

passaggio è dal generale

\izio dell'umanità" in

primo piano con

Menandro è "l'errore dell'individuo ad essere messo in scena, l'errore un individuo ben delineato e che, come tale, è quindi correggibile "

migliorabile.

9

al

di

e


Fausto De Michele

presenza di un soldato sempre più fanfarone e inconcludente e naturalmente, man mano che si sviluppa il personaggio, crescono anche, in

Siamo

in

maniera esponenziale,

sue spacconate.

le

non è

La ricorrenza di questa figura nella produzione comica ellenistica certo casuale. L'uso del tipo del guerriero ridicolo trova

un

riscontro preciso

nel contesto storico sociale di quel periodo che va dalla morte di Alessandro

Magno

(356-323 a.C.)

alla

conquista romana d'Egitto. Esso

di negli anni dell'espansione

macedone che raggiunse

la

sviluppò quin-

si

Grecia.

A

causa

Chaironea (338 a.C),

della crisi provocata dalla sconfitta subita presso

le

ed economica che avevano raggiunto nel IV secolo. Al sistema delle polis greche apparteneva anche l'esercito di popolo che contraddistingueva il sistema militare greco dove ogni città stato

greche persero

cittadino contribuiva

la

preminenza

armandosi

politica

sue spese

a

guerra per difendere

alla

gli

interessi della patria.

Quello che prima era un dovere del cittadino divenne quindi una vera e propria professione. Dal benessere delle truppe dipendevano itari

di Alessandro.

Ecco perché

Come

dei "mercenari".

si

vede,

IV e

il

ci

III

il

troviamo

figura del soldato nell'ellenismo è quindi

nonché

di vitale

importanza per

la

successi mil-

secolo in Grecia sono

di fronte a delle

una

i

secoli

guerre vere. La

figura centrale della società

potenza del nuovo impero.

Finita la politica delle conquiste, la vita

popolò

i

quotidiana delle

di ufficiali a riposo e soldati congedati. In

questo

città

modo

greche

si

molti soldati

diventarono, nella seconda metà del IV secolo, un problema sociale che trovava sfogo e testimonianza di fronte

il

pubblico seduto sulle gradinate

degli anfiteatri.

Del soldato fanfarone, a questo punto, esisteva già un vero e proprio alogo di motivi

spacconate

tipici:

disposizione

sulla propria

alla crapula,

cat-

grande capacità nel proferire

presunta potenza ed invincibilità in combattimento,

presunta ed esagerata ricchezza, reale dabbenaggine e quindi vanità e codardia.

un

A

questi motivi, già caratteristici della figura,

ulteriore

con Menandro,

motivo che presso Aristofane non era presente:

il

si

aggiunge

motivo del-

commedie del Cinquecento e del Seicento. A mo' di modello si consideri la commedia Kolax^. L'archetipo greco deWAlazón si arricchisce con Romani di ulteriori variazioni al tema. commediografi romani in im primo tempo si propongono come semplici imitatori e traduttori. Ma poi questi finirono per fondere personaggi comici latini con quelli greci. A questo proposito di vitale importanza, in questa nuova fase dello sviluppo dell'archetipo, avranno un ruolo importantissimo prima Plauto e poi Terenzio. Dopo quali si può parlare l'amore che sarà spesso presente nelle

i

I

i

i

10


Guerriero Ridicolo

Il

come

dell'archetipo del guerriero ridicolo

fusione

tra

1

Alazón e

sia Storia

e la

un tipo comico nato

di

Miles Glorìosus, dove convergono

il

le tradizioni

dalla

delle

rappresentazioni popolari dei Fascinnae, Saturae, Atellauae, e del Mimus.

Con

i

romani comincerà anche

to di per sé già vanaglorioso,

saranno Spavento.

nomi

da

imitati

Spezzamonti,

Spaccaferro,

rappresentativo

più

dal significa-

poi, nel teatro rinascimentale e barocco,

che

come:

personaggio

Il

nomi lunghi e

tradizione dei

la

Pyrgopolinices alias "distruttore di

questo

a

è,

proposito,

guerriero ridicolo della

città",

sempre

Fracasso,

commedia formazione

Miles Gloriosus.

Ancora una

dell'Archetipo,

guerriero ridicolo è legato alle guerre vere. Pyrgopolinices

è un ufficiale

il

interesse le lodi del

nella

fase

di

(Paratore, 270), particolare questo

I

pubblico romano poco gradito e quindi facilmente

al

Quasi sempre

risibile.

Seleuco

al servizio del re

che deve averlo reso

e

volta,

scene prende

all'inizio delle

la

parola Artotrogus per

suo padrone:

Artotrogus:

Memini: centum et

in Cilicia

quinquaginta, centum in Scytholatronia,

Macedones occidisti uno die.

sexaginta

triginta Sardos,

Sunt homines quos tu Pyrgopolinices:

Quanta

hominiiim siimma

istaec

est?

Artotrogus:

Septem

Tutti

i

milla.-^

luoghi

citati

hanno un riscontro storico Macedonia o il regno dei Sardi avevano

nella battuta del parassita

ben preciso. Terre come la Cilicia, la un significato preciso e un riferimento romano. Non soltanto

le terre

della lode del parassita

hanno un

Seleuco

della

con

1480

commedia,

prese Atene

to

elefanti,

Con

il

100

il

i

numeri così esorbitanti

riscontro nella realtà storica. in

India.

carri falcati. Addirittura

il

figlio di

quel tempo

Cappadocia, fece

In

nome

Antigone,

12.000 cav-

fanti,

del protagonista

ed eccessivamente lungo, ha

Quando Demetrio,

A

la

tra

sua relazione il

315 e

il

301

gli fu

conferito infatti l'epiteto di Poliorcète cioè espugnatore di

nome

Pyrgopolinices Plauto faceva quindi un chiaro riferimen-

ad un costume Queste nuove

militare dell'epoca parodiandolo. caratteristiche,

dell'Alazón, che da cjuesto

mo

ma anche

conosciuti dal pubblico

suo esercito che contava 20.000

così roboante

la realtà storica.

città.

lontane,

fatti bellici

aveva invitato una spedizione

I

svernare nell'anno 302/1 alieri,

a

introdotte

momento

dai

romani

ali

archetipo base

è definibile: Alazón-Miles,

le trovere-

moltiplicate quasi all'infinito in tutte le combinazioni possibili

11

come

in


Fausto De Michele

un caleidoscopio

duecento anni

in

europeo. All'archetipo però del

di teatro

devono aggiungersi epoche. Nel Medioevo non

guerriero ridicolo, che è ormai chiaramente definito,

nuovi apporti

altre caratteristiche frutto di

Europa una grande

c'è in

riero ridicolo e cioè

amo

come

attività teatrale

il

aguzzino

il

tipo di temi

il

hanno decisamente

con

a che vedere

soldato

Il

genere

Sacre

non va

trattati,

teatro tragico. Esse presentano infatti

al

come

Venerdì Santo

nemico.

quindi

e

Cristo

di

Rappresentazioni, nonostante

blocco

poteva intendere ad

si

nei

nei cortei delle funzioni religiose per

romano

la

momenti di più grande splendore, ma il guersoldato messo alla berlina, riaffiora qua e là. Lo trovi-

Roma

Atene, Siracusa o

in altre

assimilato in

non pochi momenti che

teatro comico.

il

La funzione di queste rappresentazioni, che appartenevano

Lucius Paschalis, era anche comica, anzi

può

si

ultimo fine fosse proprio quello di divertire sione o

funzione

la

ampiamente Il

ricercato cioè

riso scaturiva

spontaneo, e

anche dopo

liberatoria,

guardie del sepolcro riso era proprio

si

in

ima sorta

che torna

di

di

la

il

suo

proces-

uno più grande e

risata di derisione oltre

che

scena della resurrezione, quando

benvenuto

nuovo

tra

i

sue radici in

tiano, e trova le

che

le

ritrovavano gabbate, scoprendolo vuoto. E questo

della resurrezione" (Jacobelli, 83). Risorto,

una

trattava di

si

messa

la

rientra in

così detto

del Risus PaschaliS^

rito

il

dire addirittura

pubblico durante

il

Questo fenomeno

religiosa^.

al

Il

riti

Cristo risorto, "una celebrazione

del riso,

rito

vivi,

al

come benvenuto per

è naturalmente precedente

iniziatici

Cristo

al rito cris-

pagani ben più antichi

(Settis

Faigoni, 113-134).

Anche

nei cortei di carnevale

nuovo grado Non ultimo e forse uno

acquistato

il

di

si

incontra

il

guerriero ridicolo che qui ha

mastro di campo?

dei più originali è l'apporto che viene dal

delle antiche tradizioni popolari e dei balli propiziatori delle praticate

in

mondo

danze armate

l'Europa e conosciute con diversi nomi: Moris dance,

tutta

Matachines, Moresca, Schwerttanz. Sul finire del 1400. Lln altro

grande apporto

grandi conseguenze è quello che viene dai ciare dal Margarite (1470)

passando per

gli

testi epici

cavallereschi a comin-

eccessi descritti in

Pantagruei (1534) fino zWOriando innamorato (1482) e (1532). In

modo

come

per

il

fantastico e l'esoterico, per

i

e

Orlando furioso

poemi cav-

viaggi rapidi e impos-

nei sogni, da continente a continente, fino alla luna, trova nel

corredo genetico del guerriero ridicolo Il

all'

Gargantua

particolare, l'esagerazione epica degli eroi dei

allereschi, l'amore sibili

peso e dalle

di notevolissimo

la

strada già spianata.

guerriero ridicolo diventa una maschera in Europa però solo nel 1500 e

— 12


Guerriero Ridicolo

II.

sia Storia

e la

questo succede quasi contemporaneamente ragioni

uno

terreno è

il

dei più

in

d'Europa, e

fertili

dove per diverse

Italia,

Spagna dove

in

nella

Celestina

compare un personaggio non

un nome

i^reso in prestito dalle celebrazioni e dalle rappresentazioni della

Semema

Saìita

con chiaro riferimento

da

facile

ai soldati

sione di Centuno è però quella dei nifichi e

classificare, visto

che porta

romani: Centuno. La profes-

killer prezzolati:

un soldato

in

congedo, scansafatiche e che non riesce a reintegrarsi nel tessuto sociale o

semplicemente un Bravo

La figura è riscontrabile Inghilterra, in Francia, in

Eacendo

servizio di

al

comunque

un potente. in

quasi tutta l'Europa occidentale: in

Olanda e nei paesi

un'analisi dei tanti personaggi

dei soldati comici, se ne

può

di lingua tedesca^.

che rientrano

nell'affollata schiera

delineare una sorta di parabola della

vita.

Dopo

può riscontrare un breve periodo dove, specialmente in Italia, si assiste ad un semplice riuso sterile dell'archetipo secondo canoni classici greco-latini seguendo la regola óeW honestum furtiim. In queste commedie la figura del guerriero ridicolo non è impiegata in maniera originale. Questo è il caso di una delle prime commedie italiane dove figura questo tipo. Si veda in proposito: I due felici rivali (1513) di la

creazione dell'archetipo,

si

i

Jacopo Nardi o anche

//

Capitano (1545)

di

Ludovico Dolce

il

quale dichiara

nel suo prologo la paternità della figura del soldato Torquato.

cede anche nel caso de

II

Questo suc-

Martello (1585) del fiorentino Gianmaria Cecchi e

di altre ancora.

può affermare che nella prima metà 1500, soprattutto quel tipo di commedie che rientrano nella definizione di commedie erudite, sono un'elaborazione creativa dell'archetipo âclVAlazon-Miles. Ciò non vale naturalmente per tutte le opere. Esaminando le commedie più popolari, cioè quelle improvvisate in piazza, per intenderci, si comincia a trovare un uso Sicuramente

si

originale del guerriero ridicolo e così pian piano nasce definitivamente la

maschera.

Questa emancipazione della figura del guerriero ridicolo dai suoi antenati classici ha

come pendent

l'affiorare

sempre più

forte e irresistibile

dell'elemento realistico in molte commedie. Ancora una volta

diventano inconsapevoli trampolini

sempre più marcata

la

di lancio dai quali

illustri

le

guerre vere

prende una forma

maschera del guerriero ridicolo che è sempre più

spessso di nazionalità spagnola. E del resto

la

presenza spagnola in

Italia fu

soprattutto militare legata alla presenza strategica dei Tercios viejos composti cia.scuno da nuclei effettivi di 3000 uomini.

Questa costante presenza di

di

tmppe

fu voluta già

da Carlo

Bologna del dicembre 1532 e comincia ufficialmente

13

'V

nell'accordo

a partire dal 153

i

a


Fausto De Michele

Napoli, in

1538 da

altri

non solo Guerre

e in Lombardia, per essere poi ulteriormente rinforzata nel

Sicilia

due Tercios

ma

l'Italia

di religione

tutta

a Milano e in Sardegna. 9

l'Europa e continuarono per tutto

e di successione

cessivo così che per

il

Le guerre interessarono

.

si

XVII secolo.

il

susseguirono fino a tutto

il

secolo suc-

Seicento saranno possibili solo 4 anni di pace

effetti-

va.

Oltre all'elemento realistico dato dal riferimento a eventi bellici veri

guerriero ridicolo arricchisce

il

suo bagaglio

il

di temi e motivi grazie al riuso,

nel Cinquecento di trame e personaggi tratte dalle opere in prosa al pubbli-

A

co sicuramente molto note del Randello e del Boccaccio^o.

ma come

sorge però spontanea una domanda: feroce e sovversiva

al

concilierebbe

si

costume dello straniero barbaro

come

spesso insultato addirittura

"Gallo",

con evidenti

di

uno per

tutti,

satira

la

nazione spagnola

riferimenti al sacco di

Roma, con l'importantissimo senso dell'onore dell'invasore dire che a questo proposito non mancano gli ammonimenti tura legati alle corti spagnole. Si veda,

questo punto

iberico? Bisogna

uomini

di

di cul-

l'avvertimento chiaro

commediografo palermitano Andrea Ferrucci che, vicino

del poeta e

agli

ambienti di corte napoletani, nella sua opera Dell'arte rappresentativa pre-

meditata e all'improvviso (1699) mette in guardia sui

proprio

rischi possibili

chi volesse mettere in scena la figura del capitano.

Quando

si fa in spagnolo [Il personaggio del capitano N.d.R.l, bisogna farlo con decoro, perché questa nazione, per ogni verso gloriosa, non patisce

essere derisa

come

lo soffrono gli altri facendosi deridere

sciocchi e linguacciuti,

i

bolognesi per ciarloni,

questi senza alterarsi anzi ne godono. le

bravure,

ma non

Ma

lo

napoletani per

i

veneziani per

i

ridicoli;

[...]

spagnolo riderà nell'ascoltare

vuol vedere nella parte benché

finta,

d'un soldato,

codardie. (Ferrucci, 210)

Né mancano

casi registrati in cui zelanti

i

per pagare a caro prezzo

la

uomini

di teatro

abbiano

loro capacità di mettere in scena

una

finito

caricatu-

ra, n.

Una il

risposta a questa contraddizione

testo teatrale nel

interessavano

cideva con la vita

il

le

i

trova nel

suo contesto naturale.

rinascimentale o barocca è

cerimoniale per

si

la festa;

Il

momento

in cui

contesto di ogni

c'era quella di corte,

si

rimette

commedia

che era parte del

festeggiamenti di ricorrenze e avvenimenti importanti che famiglie potenti, e quella popolare della piazza che coin-

calendario fatto di ricorrenze sacre e profane che scandivano

delle città piccole e grandi.

Il

carnevale era poi

eccellenza, accoglieva, all'interno del suo svolgersi,

14

la

la festa^-

messa

in

che, per

scena

di


II.

commedie la festa

era

per

e la

sua Storia

senza distinzioni sociali '^^.

la festa di tutti

un lasso

infatti

Ridicolo

o improvvisate, ed era anche

tradotte, imitate

(Bachtin, 303) è

modo

C'jikrrif.ro

tempo

di

momento

il

periodo della

Il

aggi. Si tenga quindi

sempre presente

festa

particolare che spesso, in special

carnevale, aveva le sue gerachie, le sue leggi e

il

in cui

come

festa

la

i

suoi person-

cornice, contesto e

pretesto della produzione e delia rappresentazione della maggior parte delle

commedie

carnevale o

Il

compare

in cui

un regno o

le

celebrazioni di matrimoni dei signori di una casata o di

vanno

altre ricorrenze simili

censura e

in cui la

guerriero ridicolo'^.

il

i

come

tenuti presenti

parametri di giudizio critico erano per

la

momenti

dei

maggiorparte

non proprio sospesi^^. Ecco perché è possibile, come si un soldato di ventura vero, quello del Capitan Contreras,

dei casi alterati se

legge nel diario di

che un soldato spagnolo

addirittura dei vestiti

presti

vogliono metter in scena proprio

la

a

degli attori

che

Commedie

rap-

caricatura del capitano.

commedia degli Ingannati commedie del Della Porta che

presentative di questa fase sono, per esempio, La

(1538) degli Accademici intronati di Siena o si

possono

le

definire decisamente virLilente nei confronti dei soldati di origine

iberica e

anche quelle del Cecchi e del Bentivoglio, per

sentativi.

È questo l'unico mcjmento

tion utile del riso

che provoca

Bergson. In questo caso

una categoria

Dopo un

sua funzione figura. In

peraltro riscontrare la fonc-

"uno spauracchio comico" rappresentante sente

la

maschera ha un senso ed

tra

il

pubblico, il

si

assiste

ad una fase

di fossilizzazione della

guerriero ridicolo vive ormai di un corredo di bat-

ben conosciuto dal

momento

pubblico. Autori importanti che contraddistinguono questo

o

Franciosini, lo Scala

Scala e l'Andreini sentano ormai

grado) di mettere per tipiche e più

l'inva-

che scende dalle tavole del palco scenico per esercitare una

questa fase

il

con

necessità di esorcizzarlo.

la

collezionato da attori-autori diventato vastissimo, e

l'Andreini

rappre-

figura del guerriero ridicolo per dirla

la

questa fase decisamente creativa, dove

significato

tute,

si

può

pii^i

i

guerriero ridicolo diventa, usando questa volta

il

di Bachtin,

sore spagnolo, per cui

in cui si

citare

l'altro

commedia che sono però

una

Fiorillli.

bisogno (e

il

iscritto l'imo,

famose e

il

ima

un ne sono è

ca.so

che proprio

lo

anche

in

soprattutto

serie di canovacci

.sono:

con

trame più

le

serie di dialoghi fuori da ogni trama di

utilizzabili a

come un

piacimento, quasi

ingredi-

ente neutro o a mo' di riempimento in qualsiasi commedia. Cosa che fanno

non pochi

autori sia italiani

che

stranieri'^'.

tativo di tutti è forse lo slesiano

Horrihilicrihrifax Teutsch (I66O) dell'Andrcini,

Tra

gli stranieri

Andreas Gr\'phius che

non solo dimostra

di

che usa nella maniera prevista dall'autore

15

il

più rappresen-

nella

commedia

conoscere

stesso,

ma

il

libro

è l'e.sem-


Fausto De Michele

pio più chiaro di riuso consapevole e originale della figura del guerriero

colo che anche nella Germania della guerra dei Trent'anni riscopre relazione con

delle guerre vere. Gryphius fa

la brutalità

riero ridicolo riadattandolo alle necessità del

do anche

le

ampio uso

ridi-

la forte

del guer-

pubblico tedesco e accoglien-

Brabander (1618) e da

influenze olandesi dal Spaanschen

Moortje (1615) di Gerbrand Adriaenszoon Brendero che aveva, a sua volta,

ugualmente come molti

reagito

di teatro italiani, all'occupazione spag-

artisti

nola nelle Fiandre utilizzando lo stesso tipo di spauracchio comico. Die geliebte

Dornrose il665) e Majuma (1653), sono

due brevi pièces

altre

che presentano questa figura comica che anche nei paesi

teatrali

di lingua tedesca

ha una sua storia e un suo sviluppo a partire dal Gouchematt (1516) dello svizzero Panhilus Gegenbach, passando per le opere del duca Julius

Braunschweig, per

che ne

con quelle

finire

Johann

di

Rist

e con l'uso stereotipato

Christan Weise.

fa

Un capitolo a parte sembra essere lo Ho già accennato che è Rojas con indipendentemente,

la

sviluppo di questa figura in Spagna. Centurio ad aprire,

rende

la

gono

così

Il

caratteri della figura del nifidn, quelli dei

e quelli dei capitani vanagloriosi

rufidn,

il

gracioso o

il

volte avere delle battute

fama

della Celestina

nifiàìì

commmedie

di

che

per esempio

fa sentire

spesso

in

conver-

soldados fanfarrones

pasos

in molti

i

il

suo peso e quindi

di

la

Il

a

sua

in

italiani.

il

molte

nel caso di Torres Naharro

modelli

il

È chiaro comunque

difficile

produzione comica

Non mancano però

la

soldato recepisce

Lope de Rueda e

che nella produzione del teatro comico spagnolo è irulenza che caratterizza invece

casi,

comune. È però vero che

commedie spagnole.

Lope de Vega mentre invece

tedesca ed olandese.

lui

anche se con questo possono

o alcuni atteggiamenti

guerriero ridicolo segue chiaramente

\

spagnolo che

galdn non sono però, nella maggioranza dei

influenza è presente in molte

modello

teatro

italiani.

assimilabili alla figura del guerriero ridicolo

la

al

Ed è proprio

spagnolo interessante. In

figura del guerriero ridicolo i

probabilmente

tradizione spagnola dei guerrieri ridicoli.

questa eredità lasciata dalla Celestina (1494/1499)

iberici

von

trovare quella

italiana,

ma anche

alcuni casi in cui questa figura

comica ha quella che abbiamo già definito, citando Bergson, fonction utile o fonction social come nel ca.so della Farsa del soldado (1514) di Lucas Fernandez o nella Comedia Prodiga (1554) di Luis de Miranda. Per quanto riguarda però molti autori spagnoli va precisato che nell'impiego della figura del

guerriero ridicolo quello che

trova a volte accoppiato

mada

los

con quello

si

potrebbe definire l'impegno sociale

religioso

come

nel caso de La obra lla-

desponsorios de Cristo (1575) di Juan Timoneda.

— 16 —

si


Guerriero Ridicolo

Il

e la

sua Storia

# Concludendo legata

proprio

degeneri

in

può

si

dire

sua

alla

che

fortuna teatrale del guerriero ridicolo è

la

e non è quindi un caso che

attualità,

una maschera vuota proprio quando perde

di realismo grottesco a favore di

come succede dell'Andreini.

con

in Italia

il

Spagna con

in

ima

la

figura

le

sue caratteristiche

serie di incredibili

vaneggi barocchi

Capitan Spaventa della Valle inferna (l607) la

proliferazione di

diverse dal tipo del guerriero ridicolo

come

il

figure

galàn e

in

sostanzialmente

Germania con Don

Alfanzo di Christian Weise. E se è vero che sarebbe sbagliato generalizzare

eccessivamente figura

comica

le caratteristiche di

atta a ridicolizzare

engagement

del guerriero ridicolo

e quindi ad esorcizzare con

il

come

riso ciò

che

rappresenta, cioè soldati e guerre, è però altrettanto vero che questo per-

sonaggio, a cominciare da Aristofane, attraverso autori

come

Beolco, Torres

Naharro, o Gr>phius, mantiene spesso questa sua funzione e trova lo stesso

impiego

sulla

scena anche in contesti geografici, culturali e

fermo restando

minimo comune denominatore dato

il

figura parodiata per

il

pubblico a cui

il

guerriero ridicolo

storici diversi,

dall'attualità si

della

presenta.

Facoltà di Romanistica, Università di

Graz

NOTE ^

e

si

capisce perché,

Probabilmente

Un

ad una serie di speculazioni che fino ad oggi, vengono solo accennate e mai analizzate fino in fondo.

L'attante guerriero ridicolo apre le porte

non

si tratta

che non

di rispetto nei confronti di

vuole

personaggi protagonisti di capolavori.

come

quelle del guerriero ridicolo, che seppur non inferiori, continuano ad essere considerate minori perché legate a generi minori. E non è un caso che Tessari veda nella figura del Capitan Spavento del "donchisciottismo". La somiglianza della coppia Don Quijote-Sancho Fanza di Cervantes con la coppia servo-capitano è lampante tanto che si può dire mutuata proprio dalla commedia. Ma nonostante ciò Tessari predilige tin rapporto Don Quijote-Capitan Spa\ento. quando a rigor di logica, si do\'rebbe parlare di quanto ci sia del Capitan Spavento, o meglio del guerriero ridicolo, nel Don Quijote. Resta comunque chiaro che ciò che nei Capitani vanagloriosi è ancora comico-carnascialesco teatrale diventa, nell'allampanato hidalgo maììchego di Cer\antes. humour e ironia romanzesca (Varo, 148), distinguendosi in questo modo nettamente. Il Don Quijote non sarelibe poi l'unico caso in cui Capitano millantatore e vanaglorioso della commedia italiana ha influenzato la fantasia di un autore straniero; una certa "parentela" può e.ssere infatti attribuita anche ad altri personaggi famosi dal Simplicissimiis (1669) di H.J.C, von Grimmelshausen, al Barone di Miinchbausen (1785) di R. E. Raspe, quindi più chiaramente al Capitan Fracassa (1863) di Th. Gautier, fino al Girano de Bergerac (1897) di Edmond Rostand. - Questa figura nelle commedie rinascimentali e barocche, diventerà più spesso un rispetto

li

av\'icinabili a figure

il

17


Fausto De Michele

il ruolo deWimsor. La figura del servo o schiavo è piià tipica predilige l'immediatezza pesante del comico alle sotche della produzione romana, tigliezze di una leggera ed insinuante ironia. Vinisor prende in giro in maniera molto aggressiva quello che è addirittura il suo padrone e, in questo modo, come personaggio porta con sé anche altre valenze e potenzialità comiche che hanno come bersaglio oltre

grossolano servo-spalla con

che

l'autorità

3 In

anche un certo tipo

Kolax, Bias,

il

di rapporti sociali.

protagonista spaccone della commedia, entra in competizione con una donna. La bella fanciulla è però schiava di una vecchia

Phedias a causa dell'amore di ruffiana. Bias, la fanciulla

che

si

è fatto ricco

come mercenario durante

la

comprare miles è messo in

guerra, tenta di

e di possederla. Seguono una serie di peripezie nelle quali

il

ridicolo.

Artotrogus: ricordo: cento in Cilicia/ e centocinquanta in Scytholatronia,/ trenta Sardi, sessanta Macedoni/ sono gli uomini che uccidesti in un giorno/ Pyrgopolinices: e quanti "^

uomini 5 "Il

fa in totale?

Teatro

Artotrogus: settemila.

nuovo [dopo

il

crollo dell'impero

romano e

le

invasioni barbariche N.d.R.]

nasce pertanto in Occidente; e nasce dalla Liturgia romana. Il primato della sede di Pietro aveva prorogato questa liturgia nel mondo cattolico. Nel sec. "VII! Carlo Magno, in obbedienza a papa Adriano, ne ordinò l'adozione in tutte le chiese dell'impero. Dalla città pontificale si inviarono, in Gallia e fino in Britannia, cantori romani, a insegnare i riti liturgici di

Roma 6

[...]

"Il

ma

ai

sacerdoti degli

altri

paesi".

(D'Amico, 294).

ha una storia [...], lo abbiamo visto fiorire nei paesi di lingua tedesca, uso anche in altri luoghi; e non è sempre pascalis, limitato, cioè al giorno di

risus paschalis

è in

Pasqua o ad alcuni giorni della Settimana Santa. Ma è sempre l'uso di far ridere in chiesa da parte del sacerdote o [...] da parte di persone che si assumono questo incarico". (Jacobelli, 40). Il "Mastro di Campo" è il personaggio che dà il nome ad una antichissima rappresentazione carnevalesca siciliana sviluppatasi dalla Moresca, una danza che si basa sul motivo della lotta. Tale rappresentazione è ancora viva a Mezzojuso in provincia di "^

Palermo (questa rappresentazione carnevalesca è documentata a Mezzojuso fin dal il tempo ha subito alcune infiltrazioni di fatti e personaggi posteriori come per esempio Garibaldi e suoi soldati che oggi fanno parte della rappresentazione in ricordo di una guerra vera che tramite la drammatizzazione si appresta a diventare leggenda). (Toschi, 99 e 495; Pitré, La famiglia). ^ La figura del guerriero ridicolo è presente nel teatro comico di altri paesi europei. In Francia, per esempio, proprio a causa della continua presenza dei comici della commedia dell'Arte italiani, la figura fu recepita e diede vita ad un'ampia produzione alla quale contribuì, come in Italia, anche il fervore umanistico del Cinquecento (leggi Pleiade). Cito qui alcune opere significative dello sviluppo di questa figura in Francia: Les Esbahis (1560) di J. Grévin; La Reconnue (1564) di R. Belleau; Le Brave (1567) e L'Eunuque (1567) di J. A. de Baif; Le Railleur (1656), Capitaine Fanfa rron (1638) e L'illusion Comique (1636) di P. Corneille; Les Boutades du Capitan Matamore (1646), Le Jodelet duelliste (1648) e Le Jodelet ou le maître volet (1648) di P. Scarron. La figura del soldato spagnolo vanaglorioso si trova anche nelle commedie: Spaanschen Brahander (l6l8) e Moortje (1615) dell'olandese Gerbrand Adriaenszoon Brendero che tanta influenza ebbero nella produzione comica di Andreas Gr\'phius. In Inghilterra, tra testi più importanti si possono citare: Ralph Roister Doister (1553 ca.) di Nicholas Udall; Tl.ie TIj ree Lords und Wive Ladies of london (1590) di 'Wilson; Endimion, the Man in the Moon (1591) di John Lyly; Every man in his humor (1599) di Ben Jonson, e anche in Love's Labour's Lost (1594-95) di 'William Shakespeare. Questa figura in Shakespeare è risccjntrabile come Ruffiano anche in All's well that ends well (1602-03) e, per certi aspetti, anche nel personaggio di Sir John Falstaff in King Henry LV parti 1 e 2, (1598-99) e in The Merry Wives of Windsor (1600-01). A Trecento e con

i

i

— 18 —


Il

Guerriero Ridicolo

e la

sua Storia

questo proposito non va dimenticata anche l'importanza del contesto storico di ogni singolo paese. Anche Germania. Francia ed Inghilterra si trovarono in una situazione simile a quella dell'Italia occupata. Questo fatto contribuì molti.ssimo alla recezione del tipo e alla sua proliferazione.Tra gli umanisti tede.schi autori di Lustspiele non va dimenticato il dotto umanista svevo Philipp Nicodemus Frischlin (1547-1590). Nella sua produzione, in gran parte in latino, non manca la figura del Kriegsmann che tro\iamo nel falstaffiano Gastrodes

di

Hilciegardis

Rebecca (1589) e anche

magna

V \ede\a

(

in Julius redivivus

Cm

1586) e in Talandus di

latino;

in latino; 1579).

presenza di truppe stanziate in Italia di grande importanza strategica e lo dice chiaramente nel suo testamento politico lasciato al figlie:) Filippo II: "Y aunque os sera necesario mirar en ahorrar cuanto pudiéredes. no por estcj se podra excusar de tener siempre alguna gente espanola en Italia [...] porqué sera el verdadero freno para impedir innovamiento de guerra [...]." (Fernandez Alvarez, 707). (E anche se vi sarà necessario cercare di risparmiare il piij possibile, non dovrete per questa ragione evitare di tenere sempre spagnoli (leggi: soldati spagnoli ) in Italia [...] perché sarà il vero 9 Carlo

la

freno per impedire nuove guerre 10 L'imitazione

sommato,

limitata a

tenti (1549) e

//

[...])

chiaramente comprovabile di argomenti pochi esempi

come

viluppo (15-t6) di

due felici

in I

tratti

Decamerone

dal

rivali (1513) di

Girolamo Parabosco che

è, tutto

Jacopo Nardi,

I

con-

utilizza la stessa trama; Gli

ingannati (1538) dell'Accademia degli intronati di Siena (probabilmente del Piccolomini), dove troviamo un miscuglio tra l'argomento dei Maetiechni di Plauto e Monna Teresa del Boccaccio. Anche elementi tratti dc\\VOrlando Furioso o dal Morgante figurano allo stesso

modo

in molte commedie del Cinquecento. Le cronache del Cinquecento riportano un fatto accaduto a Pesaro, dove uno spagnolo finì per uccidere un noto commediante che si esibiva abitualmente nella parte del Capitano, colpevole probabilmente di aver esagerato la caricatura, che già di per .sé aveva 11

un'indubbia e palese carica 1- "La

commedia non

relazione con

la festa

si

politica. (Lea, 41)

relaziona solo alla serie della

e riproduce

al

suo

commedie ma

si

struttura nella

interno e nei suoi modi, l'esterno festivo per cui

non è semplicemente il contesto: ne è la ragione motivazione profonda. E allora la scrittura drammaturgica assume in sé tendenzialmente il senso e i valori che sono nella festa". (Cruciarti e Seragnoli, 50). 1-^ Si pensi alle così dette compagnie della Calza i cui componenti erano spesso aristocratici che durante il carnevale non disdegnavano di esibirsi anche nelle piazze. 1"* Questo presupposto storico, che sembra così scontato, è stato in realtà, in tempi recenti, spesso messo da parte dagli studiosi di teatro e non è una caso che Francesco

solo nasce e di cui risponde. La festa d'essere e

Delbono

la

stigmatizzi questo errore grossolano in maniera decisa: «Ungeachtet der lapidaren

Feststellung

von Mario Apollonio, wonach

"la

Commedia

e quasi ogni altra forma di

teratura teatrale era spettacolo carnevalesco (Apollonio, 35)"

Zusammengehòrigkeit von Karnexal und Komòdie den, und es gehet sogar

.so

weit, dafà Literatur-

bzw

fast

aus

ist

let-

heute die damalige feste

dem

BeuTjBt.sein

geschwun-

Theaterhistoriker bei der Behandlung

der italienischen Dramaturgie des 15. und l6. Jahrhunderts uberhaupt nicht oder nur ganz beilàufig und zufàllig den Karneval erwàhnen.-. (Delbono, 13). (Nonostante la lapidaria affermazione di Mario Apollonio secondo la quale: "la Commedia e quasi ogni altra forma di letteratura teatrale era spettacolo carnevalesco" oggi

manca

la

consape\olezza della

Carnevale e Commedia, e si arriva addirittura al punto che storici della produzione teatrale del XV e XVI secolo non citano per niente il Carnevale o lo citano .solo a margine.) 1'' "Il carnevale, in opposizione alla festa ufficiale, era il trionfo di una sorta di liberazione temporanea dalla verità dominante e dal regime esistente, l'abolizione provvisoria

stretta relazione tra

letteratura e del teatro trattando la

di tutti

i

rapporti gerarchici, dei privilegi, delle regole e dei tabù". (Bachtin, 13)

19


Fausto De Michele

questo proposito è il ritrovamento di una parte della traduzione del 1627 del Capitan Spavento dell'Andreini in tedesco ad opera di Chini Haarlock von Vorhoff (probabilmente uno pseudonimo). (Martino, 102-107). ^^ Interessante a

OPERE CITATE: Andreini, Francesco, Le bravure del Capitano Spavento, a cura di R. Tessari, Pisa, 1987.

Apollonio, Mario, Storia del Teatro Italiano. Firenze, 1940. Aristotele, Poetica, a cura di Diego Lanza, Milano, 1987. Bachtin, Michail, L'opera di Rabelais e la cultura popolare, Torino (Terza edizione), 1979. Cruciani, Fabrizio e Seragnoli, Daniele,

//

teatro italiano del Rinascimento, Bologna,

1987.

del teatro drammatico, voi. I, Milano-Roma, 1939. Michele, Fausto, Guerrieri ridicoli e guerre vere nel teatro comico del '500 e del

D'Amico,

De

Silvio, Storia

600, Firenze, 1998. Delbono, Francesco, Das detitsche Fastnachtspiel. das "Karnevalsspiel" bei Alione und "Bauernspiel" bei Ruzante. Versuch eines Vergleichs, in FastnachtspielCommedia Dell'Arte. Gemeinsamkeit-Gegensatze. Akten des 1. Symposiums der Sterzinger Osterspiele, a cura di Max Siller, Innsbmk, 1992. Fernandez Alvarez, Manuel, El siglo XV7. Economia. Sociedad. Instituciones, in: Historia de Espana, Dirigido por Menéndez Fidai, tomo XIX, Madrid, 1989. Frischlinus, N'icodemus, Julius Redivivus, a cura di Walther Janell, Berlin, 1912. Jacobelli, Maria Caterina,

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Commedia

dell'arte,

1500-1620.

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sica. Milano, 1972, voi.

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Andrea, Dell Ane rappresentativa premeditata e all'improvviso (Napoli 1699) a cura di A. G. Bragaglia, Firenze, 1961. Pitré. Giuseppe, La famiglia la casa, la vita del popolo siciliano. Palermo, 1913. Plauto, Comnìcdie, trad, di G. Vitali, Bologna, I960. i'ropp, Vladimir Ja., Le radici storiche dei racconti di fate, Torino, 1972. Redondo, Augustin, Otra manera de leer el Quijote, Madrid, 1997. Settis Faigoni, C, La rappresentazione dei giullari nelle chiese fino al XII sec. In: C. Ferrucci,

S.

F,

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contributo dei giullari alla

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italiana delle origini.

1977. Tcxschi, Paolo,

Le origini del teatro italiano. Torino. 1955. Varo, Carlos, Genesis y evolución del Quijote. Madrid. 1968.

20

Roma,


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